Milano, 16 gennaio 2016 - 16:30

Berlusconi riparte dal predellino
«Il sindaco? Un milanese vero»

Sabato il fondatore di Forza Italia ha lanciato la campagna elettorale dai quartieri di Baggio e Lorenteggio. L’ex Cav, oltre all’appello all’unità del centrodestra, ha rivendicato l’orgoglio azzurro e la sua capacità di catalizzare consensi

di Maria Egizia Fiaschetti

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Riparte dalle periferie milanesi «l’orgoglio azzurro» in vista delle prossime amministrative. Il fondatore di Forza Italia, sabato, ha scelto i gazebo dei quartieri Baggio e Lorenteggio per il lancio della campagna elettorale. Assediato da microfoni e taccuini - la ressa, in alcuni momenti, ha rischiato di degenerare - Silvio Berlusconi ha insistito sull’identità del partito. Alla fine del comizio, tra l’altro, per salutare i sostenitori è salito sul predellino della sua auto, come nel 2007 in piazza San Babila quando annunciò la nascita del Pdl. Un tema sul quale è tornato più volte nel corso del suo intervento è stata la coesione. Non solo in chiave elettorale. Citando gli altri leader del centrodestra, da Matteo Salvini a Giorgia Meloni, il presidente di FI ha ricordato che, se la coalizione si presenta unita al voto, può raggiungere il 33 per cento dei consensi. Ma il suo obiettivo è più ambizioso: «Dobbiamo arrivare al 40 per cento per vincere al primo turno e governare il Paese». Secondo le sue stime, Forza Italia da sola è in grado di raccogliere l’11 per cento dei consensi: percentuale che, «se questo vecchietto che vi sta parlando non scendesse in campo, andasse in vacanza, scenderebbe sotto il 4 per cento». Un messaggio che più chiaro non si può: al di là della questione dell’incandidabilità, l’ex cav continua a considerarsi l’uomo simbolo di Forza Italia e il principale collettore di voti.

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Berlusconi riparte dal predellino

«Renzi destinato a perdere consensi»

Nella prima tappa al Lorenteggio, mentre snocciolava dati e disegnava scenari, il fondatore di Forza Italia non ha risparmiato stoccate al premier Matteo Renzi. Responsabile, è il Berlusconi-pensiero, del malpancismo che monta nel centrosinistra. Una crisi destinata a produrre scissioni ed erodere la leadership del presidente del Consiglio. Troppo accentratore, è l’analisi dell’ex cavaliere, e con la propensione a governare in modo non democratico. Motivo per cui, immagina Berlusconi, quando una fetta del Pd non si vedrà ricandidata, la rottura (con relativa diaspora) sarà inevitabile. Forte di questa convinzione, il leader forzista si è detto fiducioso che un centrodestra unito possa ribaltare gli schemi e riconquistare la guida del Paese. Berlusconi ha criticato Renzi anche sul fronte internazionale, richiamandosi alla polemica con il presidente della Commissione Ue Juncker: «In Europa non siamo considerati - sono state le sue parole - perché sanno che Renzi non è il rappresentante legittimo».

«Cinque Stelle capaci e mediatici»

Il competitor più temibile semmai, al quale Berlusconi riconosce efficacia comunicativa e la capacità di parlare alla gente, è il Movimento 5 Stelle. Tra i grillini, osserva il fondatore di Forza Italia, «si stanno facendo strada giovani capaci, che hanno imparato a stare in video». Il suo intervento, non a caso, ha sottolineato l’importanza di «parlare anche alla piazza di Internet»: quello stesso popolo che, aggregatosi attorno a forum e meetup, ha portato i pentastellati a conquistare il 27 per cento dei voti.

«Il sindaco dovrà essere un milanese vero»

Parlando delle prossime comunali a Milano, Berlusconi ha richiamato alla necessità di un «drammatico cambiamento». Disponibile a rispettare i tempi degli alleati - la coalizione attende l’esito delle primarie del centrosinistra - il presidente di FI ha accusato gli avversari politici «di non aver fatto nulla, ma di aver preso a prestito quello fatto prima dagli altri». Se la riserva sul candidato del centrodestra non è ancora stata sciolta, su uno dei papabili l’ex cav è stato sin troppo chiaro: «no» secco a Del Debbio, fuori dalla corsa per le comunali. Quanto al profilo del sindaco ideale, Berlusconi lo ha descritto come «un milanese vero, perché siamo gente che ha voglia di lavorare». «Un sindaco concreto e generoso - ha sottolineato - , non come Pisapia». In città «al di là di tutte le dichiarazioni buoniste - ha concluso - la realtà è che ci hanno tolto la sicurezza nelle strade e anche nelle case».

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