Milano, 27 aprile 2016 - 13:05

Bazoli, addio a Intesa Sanpaolo
dopo 34 anni: «Cresciuti in autonomia, lontano dalla politica»

Il commiato del banchiere all'assemblea dell’istituto: «Ora la banca è la più forte in Borsa in Italia e la terza in eurozona». Il futuro e l’Europa nel mirino, «ma senza fretta»

Giovanni Bazoli , a destra, presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e Carlo Messina, ceo della banca, durante l’assemblea degli azionisti a Torino (Ansa) Giovanni Bazoli , a destra, presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e Carlo Messina, ceo della banca, durante l’assemblea degli azionisti a Torino (Ansa)
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«Per me con questa assemblea si conclude oltre un trentennio di attività al servizio della banca», esordisce Giovanni Bazoli, all'assise dei soci in corso a Torino, chiamata a nominare il nuovo consiglio di amministrazione che sarà presieduto da Gian Maria Gros Pietro e ad acclamare Bazoli come presidente emerito. 

Traguardi incredibili

«Se ripenso alla banca che mi fu affidata nel 1982 e guardo alla posizione che essa ha acquisito oggi, il percorso compiuto e i traguardi raggiunti non mi sembrano veri». Oggi la banca è - sottolinea Bazoli - la prima in Italia e la terza per capitalizzazione nella zona Euro. «Traguardi raggiunti – specifica il Professore - avendo da salvaguardare sia l’indipendenza della banca, più volte minacciata da varie forze esterne, sia la sua autonomia da qualsiasi ingerenza politica». E conclude: «Da qui mi deriva una grande serenità e fiducia nell’atto di lasciare la guida dell’istituto affidato a persone di grande professionalità che godono di generale stima. Mi permetto di aggiungere, con tutta semplicità e umiltà, che a questa serenità non è estranea la convinzione di aver adempiuto al compito che mi era stato affidato e di aver in questo prestato un servizio al Paese» (leggi il discorso integrale, in pdf).

Il mercato europeo per crescere

Il banchiere si congeda con lo sguardo a un futuro «in cui possa essere rafforzata la presenza della Banca in Europa. Non immagino operazioni nel breve periodo. Non c’è fretta e non ci sono minacce in vista. Guardare con attenzione al mercato europeo dev’essere però la prospettiva, che risulta preparata dall’evoluzione del lavoro svolto sino ad oggi. Tutto, naturalmente, nei tempi e nei modi che il nuovo Consiglio di Amministrazione riterrà più opportuni. Abbiamo una qualità e una professionalità del management e di tutte le persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, che è di primissimo ordine. Possiamo quindi permetterci di essere ambiziosi, pur senza mai dimenticare – questa è la mia raccomandazione ultima – le nostre origini e la nostra cultura».

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