18 gennaio 2018 - 21:48

Carraro chiama la Borsa e pensa alla fabbrica «Un bond da 180 milioni per la ricerca e lo sviluppo»

Il presidente Enrico Carraro: La crisi è alle spalle. La famiglia? Il controllo è già sotto il 51% e in India i manager sono tutti locali . Studiamo il trattore elettrico,
La fabbrica è come un’orchestra, non bastano i solisti. Bisogna suonare tutti insieme.

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Enrico Carraro, a meno di un anno dall’aumento da 54 milioni tornate al mercato con un bond da 180 milioni. Come mai?

«Anche grazie alla scelta di continuare a investire nella ricerca durante la crisi, lasciamo alle spalle gli anni più difficili della Carraro. Gli investitori ce ne hanno dato atto non solo con la piena adesione alla ricapitalizzazione ma anche spingendo il titolo ai massimi in Piazza Affari dove siamo quotati dal ‘95. In fondo, ci chiedono di andare avanti».

Nel 2017, l’anno in cui la svolta si è fatta più decisa, il rialzo è stato del 190%. Cosa si aspetta la Borsa?

«Quello che questo prestito obbligazionario contribuirà a sostenere: il piano appena varato che impegna risorse per 90 milioni nello sviluppo di prodotti e tecnologie, dopo i 140 milioni già investiti negli ultimi dieci anni».

Carraro è leader nei sistemi di trasmissione. Dove si concentra la ricerca?

«Va avanti nel percorso di questi anni che vede la centralità della fabbrica. La nuova fabbrica resta un luogo fondante per la vita aziendale e del territorio. Ed è sempre più un laboratorio di grande precisione dove ogni operazione viene tracciata. Il lavoro deve essere collettivo, direi orchestrale: avere bravi solisti non basta, dobbiamo suonare tutti insieme. La nostra attenzione ai processi produttivi può sembrare ossessiva, ma offre grandi risultati».

E i nuovi prodotti?

«Nella gamma di trasmissioni l’elettronica è ormai preponderante . Stiamo poi studiando il trattore elettrico e costruendo il prototipo».

Quali sono gli obiettivi finanziari del piano?

«Ricavi a 670 milioni, ebitda a 75 milioni, posizione finanziaria netta a 91 milioni dagli attuali 148. Proveremo a batterli in meno di 5 anni».

A che punto è il progetto local for local?

«Nello stabilimento indiano, che è diventato punta di diamante e dove sono impiegati quasi la metà dei 3.100 dipendenti globali, la prima linea è formata da manager locali, gli italiani non ci sono più».

E in Cina?

«Stiamo avviando una joint-venture con Shandong Juming, uno dei primi produttori di macchine agricole. L’accordo conferma la strategicità del mercato cinese»

Oltre a India e Cina, Carraro è presente in Argentina e Brasile. Quanto pesa oggi l’Italia sui ricavi?

«Meno del 20 per cento».

La ripresa è in corso?

«In giro per il mondo l’economia accelera, in Italia ci sono segnali. Le aziende impegnate nel salto di qualità vanno sostenute».

Ci sono timori per le elezioni italiane?

«Diciamo che non si avverte il bisogno di instabilità»

Ricorrono sei anni dall’ avvicendamento alla presidenza con suo padre Mario. Nel frattempo la famiglia è scesa sotto il 51%...

«Scelta condivisa. Conserviamo il controllo con il 46% e ci siamo aperti alle competenze di un imprenditore come Riccardo Arduini che ha rilevato il 20%. Altre imprese familiari dovrebbero pensarci... ».

In Italia non sempre le successioni in famiglia riescono bene. Quanta parte di merito si attribuisce sulla svolta ?

«Non ho fatto tutto da solo. A parte la fortuna di avere una famiglia nella quale ci si sostiene, dobbiamo molto ai nostri collaboratori e a un amministratore delegato come Alberto Negri».

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