L’ex compagnia di bandiera
2001-2008, otto anni di gestione Alitalia sotto accusa: chi sono i manager condannati
Da Mengozzi a Cimoli, ex boiardi di Stato chiamati dalla politica a risanare i conti. Ma incapaci di frenare le spese che hanno portato alla bancarotta l’azienda, poi finita in mani private
2.Mengozzi, dalla Rai ad Alitalia
Partiamo dal capitolo che comincia dopo il traumatico divorzio tra Alitalia e Klm (aprile 2000), e dopo le dimissioni di Domenico Cempella nel febbraio 2001. Alla cloche viene chiamato Francesco Mengozzi: dopo incarichi in Rai e nelle Fs spa, è lui il manager che il Governo Amato individua come possibile risanatore di Alitalia, che già inanellava, anno dopo anno, perdite su perdite, a parte l’eccezione di quello che è considerato l’ultimo vero utile dell’aviolinea nel ‘98. Mengozzi al timone rimane per 1000 giorni.
Nell’estate del 2001, Mengozzi stringe un accordo con Air France che prevede uno scambio azionario del 2%. Alitalia entra anche nell’alleanza globale Skyteam e così, almeno, non si trova ad affrontare da sola la drammatica crisi del trasporto aereo seguita all’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre. Mengozzi vara, nei giorni seguenti l’attacco terroristico, il cosiddetto contingency plan, che prevede la cancellazione di diverse rotte del network intercontinentali, come Hong Kong, Pechino, Bangkok, San Francisco. L’obiettivo immediato è quello di è contenere i costi ma, nel lungo periodo, gli effetti si fanno sentire: quando non si presidiano più i mercati, poi è difficile riconquistarli. E, per Alitalia, i nodi sono poi venuti al pettine.