8 dicembre 2018 - 10:08

«Strappo istituzionale inaudito»
Lite Bonaccini, Merola, Toninelli
Che replica: «Basta sbraitare»

Regione e Comune: «Non siamo mai stati coinvolti, è sconcertante»

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Il governatore Stefano Bonaccini e il sindaco di Bologna Virginio Merola
Il governatore Stefano Bonaccini e il sindaco di Bologna Virginio Merola

Era una bomba pronta a esplodere e ieri è esplosa definitivamente in un pomeriggio di dichiarazioni al vetriolo tra Roma e Bologna. Dopo pranzo viene diffuso il progetto alternativo al Passante di mezzo che il ministero delle Infrastrutture ha presentato ad Autostrade. Appena Comune e Regione ne vengono a conoscenza, non riescono più a trattenere la rabbia accumulata in mesi di appelli seguiti da silenzi, di progetti ufficiosi presentati a mezzo stampa, richieste di delucidazioni e di incontri sempre senza successo. Leggono quindi con molta attenzione la nota del Mit il sindaco di Bologna Virginio Merola e il presidente della Regione Stefano Bonaccini e non possono fare altro che ammettere di essere stati «completamente scavalcati». È in corso, denunciano, «uno strappo istituzionale molto grave» con una procedura portata avanti dal governo «scorretta». Non ne sapevano nulla né a Palazzo d’Accursio né in viale Aldo Moro. Un modus operandi che provoca nei due Palazzi «stupore e sconcerto».

Il botta e risposta

Non fanno però nemmeno in tempo, i due amministratori locali, e prendere carta e penna e a scrivere al presidente del Consiglio e a Danilo Toninelli una lettera contenente tutto il loro disappunto (oltre a richiedere un ulteriore chiarimento con «un incontro che, ora, risulta ancor più urgente») che lo stesso ministro li gela con una seconda nota stampa. «La smettano di sbraitare come solo la peggiore politica sa fare», attacca il ministro del Movimento 5 Stelle. Il galateo istituzionale è oramai saltato, ogni intervento si trasforma in una dichiarazione di guerra da una parte e dell’altra. «Bologna ha bisogno di un aiuto e questo progetto è la soluzione giusta. Bonaccini e Merola, per una volta, attendano di leggere l’ipotesi su cui abbiamo chiamato in causa Autostrade, prima di parlare», insiste Toninelli, che tra i tanti file aperti che riguardano le grandi opere italiane, ha scelto il giorno di Sant’Ambrogio per dedicarsi allo snodo autostradale bolognese, proprio mentre lo smog in città nell’ultima settimana ha sforato i limiti massimi.

Le parole del ministro

«Se avranno un po’ di pazienza, capiranno che siamo di fronte a una soluzione corretta e innovativa, che garantisce sostenibilità alla città sia sul fronte della mobilità che su quello dell’ambiente», aggiunge il ministro (ma non sono solo Comune e Ragione a volere capirci di più, però. «Che cosa vuol dire?» è il laconico commento del comitato contro il Passante a proposito del comunicato uscito dal ministero). E per quanto riguarda la condivisione del progetto, «siamo in una fase preliminare dell’interlocuzione con il concessionario. Non appena si concluderà la rimodulazione del progetto, in Conferenza dei servizi metteremo in atto la dovuta e naturale condivisione con tutti i soggetti interessati».

La controreplica di Bonacini

Ma è il tappo è oramai saltato per tutti, e così Bonaccini non ci sta a lasciare a Toninelli l’ultima parola. «Ministro, qui nessuno sbraita — la replica del governatore —. Le stiamo solo ricordando l’abc istituzionale, non competendo a noi quello dell’educazione. Se lei non vede nulla di strano nel condividere le sue ipotesi progettuali (sulle quali già si autopromuove a pieni voti) con il concessionario prima che con le istituzioni, allora davvero allarghiamo le braccia». Prima ancora Comune e Regione avevano deciso di muoversi assieme di fronte alla mossa del Ministero, che produce nei due palazzi «stupore e sconcerto», di spedire tutto prima ad Autostrade. Tanto che Merola e Bonaccini stentano a crederci. Lo si intuisce quando nella nota a doppia firma scrivono che «se la notizia fosse confermata» a quel punto «si tratterebbe di uno strappo istituzionale molto grave, non risultando in alcuno modo coinvolti». La successiva mossa è di provare a tirare dentro, con la lettera scritta e spedita a tempo di record, anche il premier Conte. Ma è chiaro che il momento della pazienza è terminato, e pure quello del dialogo. A Bologna come a Roma.

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