OPERA OMNIA VOL XVII

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VOLUME XVII

OPERA OMNIA DI BENITO

MUSSOLINI

A CURA DI
LA FENICE - FIRE. NZE
EDOARDO E DUILIO SUSMEL '
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA ALLA CONFERENZA DI CANNES (22 GIUGNO 1921 - 13 GENNAIO 1922) L A F E. N le E - F I R E N Z E
XVII. DAL

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I titoli fra parentesi quadra degli scrilli e dei discorsi sono stati dati dai curatori perché gli origina li ne erano privi.

Gli scritti anonimi o non firmati con il no!Tle dell'Autore contrassegnat i con ( o) sono pubblicati in : BENITO MussoLJNI - M euaggi e p1·oclami. Italia Nuova Pagine di politica fascista ·scelte da Augusto Turati. Volume terzolibreria d ' Italia, Milano, 1929.

Lo scrilto anonimo contrassegnato con (p) è attribÙito a Benito Mussolini da G. A. CHIURCO in: $Joria della riw/1,1zione fasrisia (1919,1922), voi. lllVallecchi, Firenze, 1929.

Il numero di seguito alle lettere indica la pagina del volume nella quale si trova l'attriburione.

Glì scritti anonimi o non firmati con il nome dell'Autore contrassegnati con (,)" sono· d i. Benito Mussolini come risulta dagli originali in possesso di Vito Mussolini. (Vedi: Cdrl~ggio .Arna/Jo-BeniJo M,moJini. A. cura di Du1uo SUSMEL - La Fenice, Firenze, 19,4, pacg. 2-3).

La ·paternità. degli scritti anonimi non contrassegnati in alcun modo evidente.

DAL PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA

AL TERZO CONGRESSO NAZIONALE DEI FASCI

(22 GIUGNO 1921 - 11 NOVEMBRE 1921)

Durante questo periodo, Mussolini è ora a Milano, ora a Rom a. (Mancando elcmffiti sicuri, non è possibile stabilire con precisione le date dei suoi soggiorni nelle due città).

Dal 22 al 30 giugno, telefona da Roma. a.I giornale articoli sulla politica estera del nostro governo (5); sui ' discorsi. pronunciati alla Camera dei dep~tati dagli onorevoli Filippo Turati ed Antonio Graziadei nella tornata del 24 g iug no (7); sulla votazione avvenut a alla Ca.mera dei deputati nella seduta del26 g iugno, votazione che porta alle dimissioni del ministero Giolitti ( 15); sullo sciopero effettuato dai minatori inglesi durante il mese di giugno ( 17); concede un'intervista al. Re1Jo del Cadino (10); scrive la Prefazione a Barbarie roua ( 19). li 30 giugno è chiamato a consultazione dal sovrano ( 420)..

Dal 1° al 23 luglio, postilla una corrispondenza da Giaffa (30) e una da Treviso (51); redige un pe2w per la rubrica Tiro a Segna (31); rec~sisce" un librò di Ada N egri (36); commemora il mart irio di Cesare Battisti ( 40); part ecipa alla riunione del consiglio nazion.ale dei F.asci tenutasi a Milano il 12-t; lu-

glio (41, 43, 47) e a riunioni del g ruppo parlamentare fascista (55, 57); scrive sulle · trattative di pacificazione tra fastisti e sociali sti (20, 25, 28, 49); sulla costituzione del nuovo governo (4 luglio), presieduto dall'on Jvanoe Bonomi (2 2); sulle decisioni prese dal éongn;sso del la terza intern-azionale tenutosi nei primi g iorni di .luglio (34); sul discorso p ronunci ato dal nuovo presidente del ConsiSlio il 18 luglio (53); su lla riunione del consiglio nazionale dei Fasci svoltasi a Roma la sera del 21 luglio in segui to a.i fatti di Sarzana: i n quello stesso giorno, una schiera di fascisti presentatasi davanti a Sariana per ottenere la liberazione di alcuni compagni ing iwtamente detenuti in quelle carceri, era stata accolta a fucilate dalla forza pubblica e quindi, sbandatas i nella campagna., inseguita e aggredita da elementi sovversivi: si erano lamentati diciotto morti e trenta feriti ( 422, 59, 69). Il 22 luglio, parla alla Camera dei . deputati su questi fan.i (61); il 23 , per una dichiarazione di voto (64).

Dal 24 l uglio al 15 settembre, · si occupa dell a crisi d i disciplina che trav.aglia l'org.anizzazione fascista (67, 92); del voto dei deputati ~ocialisti uffi. ci.ali. contrario al ministero Bonomi (71); d egli sviluppi delle t rattative di pacificazione tra fM:ci sti e socialisti (73); d ella carestia che imperversa in Russia ( 76; 98); della firma del trattato di pacificaziooe avvenut a a Roma il 3 àgosto ( 422, 423, 79, 80, 64, 87); della « culla 1> d el fascismo e d el «resto» (89); di un articolo dell' Avanti! (94); della psicologia del proletariato it.aliano (96); del «ritorno» di Filippo Turati, (1 00); del convegno fascista tenutosi a Bologna · il 16 agosto e delle proprie dimissi oni d a membro . della commissione esecutiva dei F.asci ( 103); delle ripercussioni di queste dimissioni' e della crisi fa scista (106, 109, 112, 114); della questione di Saseno (117); delle agitazioni asiatiche contro l'Inghilterra (120); di un· u ltimmum emanaio dal com itato di difesa proletaria ( 124); degli incidenti verihc.atisi in molte citti d' Italia tra fascisti e c~ttolici (129); del XVIII congresso nazion.ale del partito sod.alist.a italiano convocato a Milano per il 10·14 ottobre ( 131); partecipa alla seduta del gruppo parlamentare fascista tenutasi a Milano il 7 settembre ( n6); postilla una cor· rispondenza da Cremona ( 127).

.

Il 16 settembre, dirige una lettera aperta ai membri della commissione esecutiva dei fasci (133, lH) e postilla un telegramma direttogli dai ferrovieri fascisti di Bolzano (137); i l 18, recensisce un ·Jibro di Mario Missiroli (138); il 22, esamina i risultati di un rrferendum sulle diverse mozioni·presentate in vista del XVIII congresso nazionale del partito socialista italiano dai membri della sezione socialista milanese (141); il 23, commenta articoli .del Giornale d' ltalitJ e della Trib,ma· (144). ·

Negli ultimi giorni di settembre, scrive sulla crisi dd fa scismo ferrarese (147); sull'accoglienza poc:o amichevole fatta .in alcune città d'Italia ad WJa missione militare francese ( 150); sull'assassinio del deputato socialista Di Vagno avvenuto a Mofa (Bari) il 25 settembre e sul sanguinoso conflitto r egistratosi a Modena il 26 settembre tra for:ta pubblica e fascisti (154, 159); r 11 rte<ipa ad una riunione della commissione incaricata di diKuterc la proposta di. trasformazione d ei fasci di combattimento in partito politico (157). Il 29 settembre, parla a M odena, durante i funerali dei fascisti cad\lti nel conflitto dei 26 ( 160); il 2 ottobre, a Milano, nel corso di una manifestazione fascista di cordoglio e di protesta per i caduti nd conflitto di Modena (163).

Dal 3 ottobre al 6 novembre, scrive su questa e sulle altre manifestazioni organizzate dai fas cisti in molte città d'Italia {165); sul fascismo fiorenti no (167, 169); sul fascismo veneto (171); su due ordini del giorno votati il 9 ottobre dal consiglio della conf~erazione generale del lavoro ( 183); sul lJI congresso nazionale del partito popolare italiano inauguratosi a Venezia il 20 ottobre ( 193); pubblica le linee programmatiche del futuro partito fascista ( 174, 185); esamina i risultati del XVIII congresso nazionale del pa1tito socia lista italiano ( 179, 190); ha una vertenza con~il deputato Francesco Ciccotti (428-437, 198, 201); redige un pezzo per la rubrica Tiro a Segno e quattro articoli in vista del III congresso nazionale dei fasci italiani di combattimento convocato a Roma nei giorni 7, 8, 9 e 10 novembre ( 180, 196, 206, 211); presenta due ordini del giorno nel corso della riunione del comitato centrale .dei Fasci tenutasi a Milano il 31 ottobre: (202); si occupa del cambiamento di rotta avvenuto nella politica economica r ussa ( 199); dei rapporti commerciali italo-russi (204); della celebrazione del terzo anniversari.o della vittoria (208, 209); della eventuale glorificazione di Lu igi Cadorna (2t.;).

Il 7 novembre, si ·inaugura a Roma, all'Augustèo, il terzo congiesso nazionale dei fasci itali ani di combattimento. Sono presenti duemiladuecento fasci con trecentoventimila i scritti. Mussolini parla nella seduta antimeridiana dèll'S intorno al trattato di p"aci6cazione. tra fascisti e socia listi e i n quella pomeri. diana sul tema Il prqg rnmmd f dsdi,a' (216) Il 9 novembre, a Roma, avvmgono conflitti tra fascisti e ferrov ieri: si lamentano alcuni feriti gravi e due morti: un ferroviere cd un fascista. Viene proclamato lo sciopero generale. Nella · seduta serale del 9, Mussolini ·prende la parola su questi fatt i (222, 224) Prima del termine della seduta:, è approvata la trasformazione del movimento fascista in partito (222). N cll'ultimà giornatà dC°J congresso (10 novembre), :Mussolini rifiuta di entrare a far parte della nuova commissione esecutiva del neo· partito (223). Nel pomeriggio, nella serata e nella nottata del 10, seguitwo i conflitti, che portano a quattro morti e a centocinquanta feriti. ·

CRISI

(Per telefono al « Popolo d'Italia>>)

ROMA, 24, notte

Si ha sempre più .netta 1'iryipressione che l'attuale ministero Giolitti si avvla al tramonto. Vi sono uomini che non possono più oltre rimanere al banco del Governo: l'on. Labriola, ad esempio, si è autoliquidato l'altro giorno con uno scatto ifltempestivo e pericoloso. le sue spiegazioni ulteriori non hanno dissipato l'impressione sfavorevole di tutta la Camera; e l'on. Labriola lo ha sentito cosi bene che da quel giorno non si è più fatto vedere al suo posto di ministro.

Ancora più grave è 1a posizi~ne politica e morale del conte Sforza. La sua politica è già stata condarinata dalla quasi unanimità deJla Camera: per averne la ·prova basta pensare -che sulla mozione avanzata dai fascisti per salvagua'rdare l'indipendenza del Montenegro vi sarà l'unanimità o quasi del, Parlamento; per cui la politica del conte Sforza riceverà in pieno un'aperta condanòa.

Tutte le giustificazioni che il conte Sforza esporrà a difesa della sua politica non varranno · a smentire e nemmeno ad attenuare la tragica rea ltà della situazione montenegrina: fatto è che il Montenegro era indipendente, e tale rimase, fino all'infausto novembre 1920, quando i. Rapallo _il conte Sforza lo alienò clandestinamente e vergognosamente alla Jugoslavia. ·

Non minori sono I~ colpe del conte Sforza per ciò che r iguarda la politica fiumana e dalmatica. La realtà ha già smentito ·in pie no tutte le speranze accarezzate dal -miniStro degli Esteri. Gli italiani dalmatici di Sebenico non hanno ottenuto. le garanzie che erano state promesse, ' e Sebenico, che aveva una forte minoranza di italiani, oggi è diventato, grazie al conte Sforza, completamente croata.

Quanto al porto di Fiume l'accordo a sei faticosa.men.te escogitato dal comm. ·Quartieri è già fallito. Si spiega perfettamente la intransigenza d ei circoli politici ed economici di Belgrado col fatto che il conte Sforza ha ·veramente rinunziato, a Rapallo, a porto Baross ed al Delta: ragio ne per 'cui i signori di Belgrado si sentirono quasi quasi frodati dall'orma~ tn1m9p(~tq çgnsorzio portuario a sci, ·

Giova aggiungere ·però, perché il quadro · delle responsàbilità sia completo, l"opera neg ativa svolta in materia adriatica. dal mini stro della Marina ammiraglio Sechi.

Costu i ha compromesso forse irreparabilmente la posizione mari• nara dell'l talia nell'Adriatico. Quan~o si pensi che abbiamo perduto Valona e Sebenico e che dell'intricatìssimo arcipelago dalmata non abbiamo salvato che uno scoglio, è facile comprendere che sulla sponda orientale e in tutto il medio e basso Adriatico veniamo a trovarci in condizioni di assoluta ·inferiorità strategica.

Un ministero nel quale la politica. estera ha dato risultati nazionalmente così disastrosi non può avere il voto favorevole da parte del Gruppo parlamentare fascista.

E poiché contro questo ministero · voteranno, sia pure - per altre ragioni, comunisti, socialisti, repubblicani, democratici-sociali ed altri elementi, Ja sorte del ministero appare decisa anche perché, e ci risulta da fonte ineccepibile,, moltissimi popolari sono stanchi di appoggiarlo.

Da Il Popolo d'Ifalia, N. 151, 25 giugno 1921, VIII.

OPERA OMNIA DI BENITO MUSS0L1Nl
MUS SOLINI

DUE DISCORSI

(Per J(!lefono al «Popolo d'Italia·»)

ROMA, 25, n o/le .

I discorsi pronunziati nélla seduta di venerdì dai _ leaders d el so. cialismo e del comunismo italiani meritano qualche commento. Quello de ll'on. Turati Ìlon è stato Ùn <eg rande» discorso. 11 capo del riformismo italiano non era nella pienezza totale dei suoi mezzi oratori. Il discorso, ciò ma lg rado , è stato notevo le per talWle affermazioni e per avere indicato con precisione, che va d iventando sempre p iù netta, talu ni orien~ainenti collaborazionistici per i quali p erò m anca l'acco rdo fra i componenti del Gruppo socialista.

La prima parte dèl discorso è stata la ripetizione delle critich e fatte g ià alt ra volta al Gov.erno a proposito d el prematuro Sciog lime"nto della Camera. Questo eso_rdio, d i interesse oramai puramente retrospettivo, ma su l quale l'on. Turati ha lungamente ins istito rivendicando !"esattezza delJe sue previsio ni, ma ammettendo - anche - d i avere << esagerato» in senso macabro chiamando «ardente » l'attuale Camera, questo esordio ha lasciato fr edda !"assemblea

Cosl dicasi della dissertazione sulla << proporzionale », che nessuno minaccia, che è stata voluta anch e dai fascisti e sa rà difesa - e sor• retta - anch e .dal Gruppo p arlamen tare fascista.

N e lla seconda p arte, l'on Turati si è diffuso sulla n ecessità di placare le ire e di di sarmare g li spirit i. Dopo avere accennato a l « miracol ismo » ·russo e ai « molti » errori commessi dal Partito Soèialista ; dopo avei"e detto che l e rivoluzìoni svoltes i finora in Europa so no state più politich e che sociali; dopo avere evocata la manch elte prampoliniana, egli ha concluso, fra gli applausi di tutta la Camera, compresi i fascisti , che flel nome d'Italia b isognava bruciare i due libri editi recèntemente dai socialisti e dai fascisti per incamminarsi sul terreno delle competizioni civili. Questo ap pello è stato però immediatame nte guastato da una · lunga enumera2ione degli articoli d el codice pen ale che non sono stati applicati ai fascisti.

Quanto alle possibilità collaborazionistich e, l'on. Turati si è man. tenuto sulla linea dì u na discreta intransigen za per ciò che rig uarda

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

J'on. Gioljtti. Ma, riprendendo il motivo dell'on. Baldcsi, ha aperto molti varchi per l'avvenire più o meno immediato. Traverso tali varchi, l'on. Turati ha fatto passare la sua concezione collaborazionistica. Egli ha prospettato molte ipotesi: da un'allea nza col Gruppo popol are, ad .una vera e propria . pa_rtecipazione _al potere;· da una benev~la attesa verso un nuovo ministero, ad una nuova consultazjone elettorale. Tutto ciò è ancora molto vago, La realtà è che il Partito, nella s ua cnOrff!e · maggioranza, è contrario alla collaborazione, ed i collaborazionist i, fin~ ché rimarran no disciplinati al Partito, resteranno lontani dal banco del Governo.

L'ultima parte del discorso Turati rappresenta un indizio o uno stato d 'animo largamente diffuso soltanto nel Gruppo parlamentare ed in taluni ambienti confederali, ma non segna un principio d i applicazione pratica. .

Nel complesso, il discorso Turati, mentre approfondisce il solco fra ·socialisti e comunisti, aumenta il disagio tra transigenti ed iritransìgcrlti nel seno dello stesso Part ito Socialista.

Anche quello deU'on. Graziadei non è stato un ~iscorso straordin::irio. la difesa del comu·nismo fatta dall'on. Graziadei è stata assai misurata e parlatnentare. L'on. Gra.ziadei non appartiene al gruppo degli esasperati cerebraJoidi di Torino, che accoppiano _ali! tnostruosità fisica qualità canagliesche di prim'ordine ed una certa posa che fa ridere chi li conosce un po' da vicino. L'on. Graziadei è un comunista «gradualista», tanto «gradualista» da farci ·sapere in piena Camera che il trapasso dall'individualismo economico al collet tivismo economico rich iederà dei secoli e che per giungere al comunismo ci vorranno alcuòe mìgli3ia d'anni. Semplicemente! E dire che i proletari · imboniti d ai professori d_ell'università: comunista tori nese _ credevano già di essere a.Ile soglie del paradisiaco ordine nuovo ! Come esempio di turlupin atura è classica! L'on. Graziadei si è naturalmènte guardato dallo spi_egarci come qualmente il suo « gradualismo » economico possa ttovare estrinsecazioni pratiche nell'attuale periodo di civiltà, Si direbbe che sotto 1a maschera del « gradualista » si riveli il volto del vecchio riformista che in altri tempi si. attèggiò a Bcrnstein del socialismo italiano!

Anche l'on. Graziadei ha reso omaggio all'idea di patria, pur riconoscendola superata; ha d ichiarato, rivolgendosi ai popolari, di non avere mai creduto nella .scuola laica; si è giustificato dalle accuse secondo le quali i comunisti vorrebbero distruggere la proprietà., mentre si tratta di una graduale trasformazione di rapport i. M a chi si attendeva l'esaltazione deIJa dittatura del proletariato alla russa è rimasto deluso. L'on. Graziadei ha prudentem~ate :scivolato su quello scot-

tantè terreno per entrare su quello prop riamente politico parlame ntare. Anch'egli ha notato il flirt Tovini-Turati, e ha previsto ..:..... .facile p.co(ezia ! - che la ètisi del Partito Popolare sboccherà fatalmente in una scissione. De1 pari torneranno a ·dividersi i socialisti, perché fra il discorso di BaratooO e quello di Turati il dissenso è insanabile.

L'on. Graziadei ha sollecitato i socialisti ad assumere la loro quota di potere, ad inaugurare insomma anche in Italia l'esperimento socialdemocratico.

In tema di viole_nza, l'on. Graziadei si è abbandonato ad una ingarbugliata disquisizione di ordine teorico, ma il cui nudro sostanziale è questo: che i comunisti non intendono rinunziare nemmeno all'esercizio della violenza individuale; ragione per cui i fascisti d ebbono perfezionare l'inquadramento. d elle loro forze· per essere pronti al momento oppor~no a schiacciare definitivamente la, g rottesca ma~ scherata italiana .d el bolscevismo russo. Da ultimo, l'on. Graziadei h a ~omandato: smobilitando, il fascismi? rimarrà fascismo ? Di questo non si p reoccupi il deputato comunista, Il fas cismo è appena all'esordio della sua esistenza.

Di notevole nei discorsi socialcomunisti la preoccupazione, che si potrebbe chiamare d'ordine nazionale. 1! passato di moda, a Montecitorio, sputare sulla vittoria e rinnegare la Patria!

Da Il Popolo d'llalia, N. 152, 26 g iug no 1921, VIII.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 9
l
MUSSQLJN

IL FASCISMO DI FRONTE ALLA CRISI*

Subito dopo la breve JeduJa di oggi aJ/a Camera abbiamo inco11trato /!on. }.ftmolini che /arciava Montecitorio. Gli abbiamo chiesto un'intervista !IIJla criJi e · ml/a odierna Iituazione. Sono col pi che con il sole che alle 15,30 allaga Roma1 non è umano dare a dei m ortali; ma i/ «leader>> dei fa.scisti è 11omo· dì tal tempra e d i r«I corteria che ha acceJtaJo unz'dltro il 110Itro- invito. E alt'« hOtel d es Prince!», dove in u1M modeita camera egli alloggia., ci ha f atJo- aic1111e i11Jeresumtì dichiarazioni. Egli ci ha innanzitullo· parlato· d egli echi wizzeri al 1110 diJco rso. . .

- Se flon ci fosse stata crisi - · ci ha" ~eJ/o - mi propànevo di leggere in sede di esercizio provvisorio, o in altra occasione, una dichiarazione con risposta all'invocaz ione fattami ieri dall'on. Giolitti a proposito del cosiddetto irredentismo ticinese. Ho l' impressione che si sia, specialmente nei Cantoni di lingua tedesca, esagerato circa la portata politica delle mie parole. Sta di fatto, e il testo stenografico del mio discorso lo documenta, che .io mi sono attenuto a due cons iderazioni; una di Ordirle dirò cosl geografico, l'altra di ordine politico. Sulla prima è inutile, a mio avviso, fermarsi; sulla seconda tengo a dichiara re ché non ho inteso di inaugurare ·col mio accenno un irredentismo nel senso tradizionale che questa parola offre a noi. Ho voluto richiamare l' attenzione del Parlamento italiano su quel lembo di terra, appunto perché trattandosi, come ha detto l'on. Gioli tti, di un lembo di terra italiana, tale deve rimanere, perché se diventasse invece il vestibolo della penetrazione tedesca in Alta Italia, il fatto fion potrebbe non preoccupare per le sue·possibili conseguenze fu ture la nostra na:i:ione.- Per il mio accenno al Ticino italiano, ho ricevuto congratulazioni dai giovani ticinesi. Permettetemi però di trovare strana e significativa Ja campagna della stampa svizzera tedesca. Ad ogni modo, come vi ho detto, mi riprometto di ritornare sulla questione nelle prossime sedute per chiarirla e definirla.

• Intervista concessa a// Ru to del Carlino, il 27 giugno 1921. (Da TI Rt110 d~J Carlino, N. l '.ì4, 28 giugno 1921, XXXVII)

- Che cosa mi diJe degli elementi a1logeni?

- Non v'è dubbio che la presenza d'un nucleo di tedeschi e d'un nw::leo di deputati slavi alla Camera italiana serve in un certo senso a d ranuna tiizare talune questioni che si ri ferjscono alta nostra Politica estera. In fondo. la presenza di questi deputati è la consacrazione della nostra vittoria militare e !a docwnentazione che l'Italia ha raggiunto quasi ovunque i suoi giusti confini. Ho l 'impressione che i tedeschi specialmente si manterranno sopra una linea di assoluta discrezione. Quanto agli slavi, è già stata notata la differenza di tono fra l'avv. W ilfan (nato a Trieste) e il prete Schcnk , deputato del goriziano. Per il solo fatto che si tratta di nn pretè di religione cattolica egli è più faciJmente assimilabile alle nostre istituzioni e alla nostra civiltà, in- · qu:i.ntoché neffesercizio del suo ministero egli è costretto a guard are a Roma; il che, fra parentesi, potrebbe giovare a confermare la tesi che ho esposto recentemente in Parlamento circa le telazio ni possibi li fra l'Italia laica e il Vaticano. Aggiungo che t ale questione potrà avere nel seguito di questa legislatura sviluppi assai importanti, sui qual i mì permetterete di non- fare anticipazioni.

- Che co1a ne dite del rollabòrazionùmo probabile fra Jocidiisti e popolari?

- Questa faccenda del collaborazionismo è tema dominante di _tutti i discorsi, specialmente nei corridoi; ma pare che si corra troppo colla fantasia. Giova. sempre ricordare che il Gruppo parlamentare socialista è legato con vincoli disciplinari assai stretti al Partito Socialista, il quale, anche attraverso il discorso Baratono, si è dichiarato recisamente contrario ad ogni collaborazione sia con Giolitti, sia con a ltri Governi borghesi.

·CertO nel G.ruppo socialista c' è una. forte m inoranza di" rifo rmisti e organizzatori confederai/ , che sarebbero disposti a mangiare il frutto proibito. Tutto ciò non . può essere discusso .e deciso -che dal prossimo congresso nazionale socialista Se sono i delegati di un partito che vanno al potere, il fatto può avere ripercussioni politiche e storkhe di qualche rilievo; ma se si tratta di individui isolati e scomunicati, il gioco non vale· la candela. D'altra parte si deve considerare che alla sinistra del Partito Socialista vi sono, colle pistole puntate su lla più rigida intransigenza, comunisti . ed anarchici, che cercherebbero con tutti i mèzzi di creare imbarazzi ai governanti socialisti e cerchen:bbero soprattutto·di staccare le masse, le quali, malgrado tanta esperienza, sembrano .a:ncora dispaste a seguire chi promette di più.

Quanto al' flirt socialista-Popolare, esso ha subito un ce rto raff , eddam~nto nella seduta che h a provocato . la ccisi. :E: na:to d' altra parte che i popolari sanò divisi. C'è fra di loro una destra refra ttaria

DAL DISCORSO ALLA CAMER-A AL CONGRESSO DEI FASCI 11

ad ogni collaborazione coi socialisti. Ma a p roposito di collaborazioni o coaliziotli, non bisogna tenec co nto soltanto de~ due partiti organizzati . e dei frammenti di democrazia più o meno sociale; ma bisogna ben pianta!'si in testa· che non si può p rescinde re dalla presenza alla Camera di trentacinque deputati fascisti e che soprattutto non si può non tener·conto della formidabile organizzazioi;ie che ·i fasèisti hanno nel . paese L'on. Giolitti ha parlato ieri di 186 mila iscritti ai fasci. Posso garantire che sono molti di più: forse il triplo; e; quel che più conta, si tratta di forze perfettamente inquadrate, è che perciò rappresentano la forza politica più . potentemente organizzata che ci sia oggi nella nazione italiana.

- - Che cosa dice della rrfo?

- Senza peccare di superbia, si può dire che la crisi è stat·a provocata dal Gruppo parlamentare fascista, ed in tema di politica estera. La manovra dei socialisti è. stata evidente. Il discorso d i Treves è stato un camo11flage; in.a in realtà i socialisti hanno \_'·otato contro pèr ragioni d i politica interna. Ma, poiché puntandÒ la carta della politica interna, avrebbero avuto cont raria l'enorme maggioranza della Camera, essi hanno giocato la carta della politica esteia, che ha accumulato coi loro voti i cento voti della coalizione di destra. L'astensione dei fascisti dalla votazione della seconda parte dell'ordine del giorno Turati era abbastanza significativa. Ma i fascisti non potevano, anche a costo di votare con Lenin o col suo piccolo r~ppresentante iri Italia, Nicola Bomba.cci, approvare la politi.ca estera del conte Sforza, che ha barattato nella maniera più scandalosa il Montenegro e che ha ingannato ]a nazione per ben sette mesi a proposito di P_orto Baross . ·De1 resto la stessa democrazia sociale, pur avendo votato a favore, h a parlato contro. E non sono cosl ind iscreto da domandare all 'on. Gasparotto le ragion i della sua tattica. , Circa la successione procediamo per esclusione. Per noi non è nemmeno il caso di parlare di Nitti e di Orlando. L'oca di Salandra non mi sembra ancora venuta (e per qualche tempo non verrà). L'on. De Nicola non è ancora sufficentemente maturo. Se ne potrebbe riparlare in autunno, Con ciò. non voglio negare che l'on. D e Nicola possieda i numeri sufficenti per tenere degnamente la presidenza del Consiglio. Si fa il nome dell'on. Bonomi, ma l'attuale presidente del Consiglio chi ha dietro di sé? Nel paese nessuno o quasi. A meno che non si vogJia considerare come partito la tisicuzza organizzazione politica deJ riformism o italiano. E alla Camera non ha Che ventiquattro o venticinque d eputati, abbastanza melanconici, perché sono tµtti aspi4 ranti o vcdovati insieme del potere. Ni, ·come fascisti, possiamo dimenticare, anché per i vincoli spirituali che ci legano al fiumanesimo

12 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI

e a D'Annunzio, che l'on. Bonomi era ministro d eIJa Guerra quando le truppe italiane attaccarono Fiume.

Procedendo p er esclus ione si arriva a Giolitti; i l .quale è uscito parlamentarmente illeso dal voto d i ieri, inquantoché molti gruppi che hanno deplorato la sua politica estera si sono invece astenuti o hanno votato a favore in temà. di politica interna. Ma pare che il d iscorso pronunciato dall'on. Giolitti non possa ritenersi testamentario ma lgrado il voto che ne seguì. È un discorso che io approvo piepamente in moltissimi punti, specialmente per Ja pa rte che riguarda i provvedime nti fisca li e !'atteggiamen to di fronte agli impiegati riottosi. A nch e l a polemica contro i socialisti fatta da G iol itti è abbastanza brillante. Disapprovo però il parallelo fra il fascismo e l'occupazione delle faObriche L'occupazione d elle fabbrich e era un gesto illegale, mentre il fascismo è una organizzazione squisitamente politica e che fa della politica anche in s~no all'assemblea . nazionale. D el resto qualunque ministero · succeda all'attuale, esso non potrà evadere dall 'attuale situazione di n ecessità : dovrà cioè agevolare l a ricostruzione m orale e politica dello Stato e n ello stesso tempo affrontare la g rave crisi eco. nomica e morale che travaglia il paese,

- I jauiJti potr,mno collaborare a/ Governo?

- In linea di masSima non c'è. niente che· lo vieti. Si tratta d i vedere con chi e con quale programma. E a proposito di programmi, vi prego di ricòrdare che le n ostre preoccupazioni sono sopràttutto in tema di politica estera, come ho, s ia pure sommariamen te, enunciato nel mio discorso.

. E nel caso di una 111a conmllazione.'

- Mi te rrò, nel complesso, alle idee che vi ho esposto.

Abbiamo q11;,1Ji chiesJo ali'0'!· M11ssolini qualche sua impreu ione JUIJ'Pmbiente di .MonJecitorio1 .nuovo per lui. Egli ci ha dello :

- L'ambiente, nel complesso, ànche dal punto di vista architettonico _ e pittorico, non m i piace L'aula è grigia nelle cose e anche un po' n elle persone. Quando si parla, si fa il rovescio di quello che dovrebbe avvenire nella normalità delJe cose. Si parla dal basso· in alto, mentre per abitudine ~avrebbe avvenire il contrario. Sono favore,•o]e all'istituzione di. una tribuna per i discorsi di stile e per evitare le chiacchiere inutili; m entre si dovrebbe parlàre dal banco per l'intervento nelle discussioni. P er quanto riguarda i rapporti con gli altri deputati di altri gruppi, vi dirò ch e il mio è un pessimo temperamento, piuttosto selvatico. Ho fatto podlissime conoscenze personali. Dei socialisti, l'on Bussi ha voluto salutacmi J.'on. Zanibo ni mi ha chiesto un · colloquio per ~armi inforffiazioni sulia situazione mantovana. Niente altro.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASC[ 13

JJ 1101/ro coUoquio con Mrusolini è dJJrato circa un'ora. Ci congediamo da lui ri11olge11dogli 1m'11/tima domanda sulla pacificazione degli animi, Egli ci hà dell_o:

- Ho l'impressione che . questa auspicata smobHitazione si stia iniziando. 11 discorso che ho pi:onundato io e quelli pronunciati ìn altri settori, il voto unanime sulla prima parte . dell'ordine del g iorno Tovini e· talune manifestazioni dei leaders dell'Estrema sinistra a propos ito della nazione, sono tutti elementi destinati a determinare un ritorno alla normalità degli spiriti.

Per quanto rigua rda _ le sedute aila Camera, rion credo che vi saranno molte sedute twnultuose, anche perché durante la discussione dei progetti di legge) i deputati~ esse~do in genere assai poco competenti, lo dimost rano squagliandosi. E poi perché l'atteggiamento dei socialisti è molto mutato. Bisògna convenire che un nuovo spirito ,aleggia nell'assemblea nazionale.

14
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

ANALISI DEL VOTO

(Per telefono al « Po polo d ' Italia»)

ROMA, 27, notte.

D ato lo sviluppo preso dàlla discussione sull' indirizzo di risposta al discorso della Corona si · poteva .evitare di ch iuderla co n un voto politico su un ordine ·del giorno? L'on. M eda, all'ultimo minuto, prevedendo quello che è accaduto e preoccupato d i ev ita re una prima, troppo antipatica ·manifestaz ione di « ascarismo >> ministeriale da pa~te del suo Gruppo, h a cercato d i evitare un voto politico che ·implicasse fiducia ·o sfiducia ·al ministero Giolitti. Contro questa tes i è sorto a parlare l'on. Salandra. La Camera, a mezzo del suo pres ide nte, ha bocciato la proposta Meda e si è quindi avutO il voto.

Di una ve ntina di Ordini del gio rno presentati, _ tre soli sono stati mantenutì: quello Tovini, quel~o Turati.Modig liani e quello FederzoniMussolini. -

L'ordine del giorno Tovini, d ei popolari, è stato votato all'una• nimità nella sua prima parte, che riguarda la pacificazione civile; quanto alla seconda p arte - piuttosto prolissa -non è stata votata perché l'on. Cavazzoni è sorto a dichiarare d i convertirla in semplice raccomandazioni al Governo.

l'ordine del giorno Turati-Modig liani è stato abbinato nella prima parte - perché identica - all'ordine del giorno Federzoni-Mussolini; e su un tale ordine del g iorno s i è avuto il voto politico

· Hanno votato a favor e di d etto o rdine del giorno, e quindi contro la ' politica estera del ministero Giol itti, i comunisti, i socialisti, i nittiani, i repubblicani e tutta l'Estrema destra (liberali, n azionalisti e fascisti).

La manovra dei socialisti, affi data a quel navigat issimo monteci, to ri~ta che risponde al nome dell'on. Modigliani, era evidente. I socialisti sono contro il ministero per ragioni soprattutto di politica in· terna, n onostante il discorso di opposizione pronunciato in tema dj polit ica estera d all'on Treves; discorso forte ma inficiato d a ll'errore di tutti i discors i che d ebbono servire ad una tesi dì pa rtito. '

Ora, in tema di politica i nterna, d ata la dichiarata astensione deJ. ·

2.
· XVII.

l'Estrema d estra, i socialisti non avrebbero raggranellato che i loro voti, ~ntre puntando sulla carta della poljtica estera avrebbero trovato adesi,;mi anche, e sì potrebbe agg iungere sopcattutto, fuori. del loro settore. Cosl è avvenuto. 11 ministero ha ottenuto numeticamente una. debolìssima maggioranza, ma quando si tenga conto degli astenuti, della democraZia sociale e del discorso ( di opposizione alla politica estera) pronunciato dall'on. Girardini in nome della democrazia sociale stessa, si p uò affermare che il ministero è stato battuto in pieno. Questo voto, che ha accomunato, per l'eccezionalità delle circostanze, le parti più antagonistiche delia Camera, si presta a qualche altro rilievo.

I socialisti riformisti hanno dimostrato di essere innanzi tutto e soprattutto legati alle ,sorti del loro ministro Bonomi. r1 voto compatto e ministerialissimo di tutta la falange popolare per il ministero è d estina to a raffredd are alquanto il flirt fra il Pu1 e il Partito Popalare. Il debutto della de:mocrazia sociale ·.è stato infelice quanto mai. Di front e alla coesione della Destra, d ei popolarì, dei socialist i, la d emocrazia sociale ci ha offerto l'esilaran te spettacolo di un capo, il Girardini, che parla contro e vota a favore; di un altro capo, il Gasparotto, che pilateggiando si astiene; di molti che votano a favore di Sforza, fra i quali l'Ollandini, che raccomandiamo vivamente . al Fascio di. Spezia. E non sono mancati gli squagliamenti prudenziali. Il Centro s in istro è una specie . di olla podrida, che conti~ne soltanto gli aspiranti al portafoglio o al sottoportafoglio ma idealità p olitiche poche, altrimenti. non si sarebbe visto lo spettacolo di un G asparotto « fiuman ista >> astenersi da un voto che doveva decidere la so rte del conte Sforza.

Anche questo primo voto politico ha dimostrato che in rea ltà s6J e forze p0litiche domi nanti l'assemblea sono i popolari, i sOCia listi, i fascisti, Perché ha:nno forze imponenti al loro seguito nel paese.

Per tutto il resto si tratta d i elem enti frammentari, senza u na b asè programmatica, senza forze reali n eIIa naz ion_e.

L'essenzia le è che la Camera abbia liquidato nella maniera più clamorosa la politica vile e suicida del conte Sforza, tramata _in gran parte di nascosto , al di fuori di ogni controllo parlamentare e popolare.

Dopo i _discorsi f:ederzoni e Mussolini non è immodesto affermare che la caduta del ministro Sforza si deve quasi esclusivamente al fa4 scismo italiano

La primà. battaglia è ·vinta !

MU S SOLINI D a li Popolo d'ltt1li«, N 153, 28 giugno ,1 9 2l, Vlft

· 16 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

SEGNI DEL TEMPO

Lo sciopero .dei minatori inglesi è finito con la dis.fatta completa delle organizzazioni che avevano inscenato il movimento. I l eaders dei minatori accettano, dopo tre mesi di lotta, quella riduzione di s~lari che avevano respinto, e sottoscrivono con ciò la loro resa a discrezione.

Ci fu un momento in cui pareva che questa battaglia di classe dovesse assumere l'aspetto di una crisi sociale-rivoluzionaria tale . da scardi nare dalle basi una delle nazioni più capitalistiche del mo ndo.

Gli esordi dello Sciopero furono contrassegnati da episodi' di violenza che avevano assa i di rado in precedenza accompagnato le lotte economiche del proletariato inglese. Ci furono gesti di violenza e di sabotaggio.' Jn un secondo tempo parve quas i certo· l'intervento a scopo di rincalzo di altre grandi federazion i di mèstiere e si delineò la possibilità di un gigantesco sciopero g enerale, ch e avrebbe paralizzato g ravemente l'economia e la vita inglese, · La _minaccia, che assumeva la preparaz ione paurosa di una catast rofe, dileguò quando i ferrovieri, all'ultimo minuto, disertarono la battag lia. Da quel giorno 1a sorte dei inìnatori fu decisa irrevocabilmente.

La sconfitta li attendeva e tutti i tentativi fatti nel terzo tempo per g alvaniZZare lo sciopero fallirono, mentre i l eaders responsab il i si esaurivano in lunghe, estenuanti trattati ve alla ricerca del compromesso finale.

Il bilancio d ella battag lia si ch iude con un passivo sp1ventoso d a parte dei minatori. Lo Stato, dal· punto di vista politico, ·non ha voluto diminuire la sua efficenza, in q uantoché aveva mezzi ed uomi"ni p er dominare e sch iacciare un' eve ntuale d egenerazione insurrezionalistica dello sciop ero; e , quanto alle g randi società minerarie, al capitalismo, insomma, esso è riuscito ancora ·u'na volta, grazie ali.a sua organizzazione e alle condizioni obiettive di fatto, a jmporre la sua volontà. la disfatta dei minatori jng fesi ricorda per la sua ampiezza quella della ConfedeI"azione G enerale del Lavoro di Francia, altre no n meno · gravi di altri paesi, ed è insieme- uno dei tanti infallibili sin• tomi che caratterizzano l'attuale periodo storico.

Fu detto che il capitalismo comincia adesso la sua .storia e che in og nì caso è ben lungi d all'ave re esaurito il suo comPito;· ora le ero-

nache del movimento operaio internazionale di qùesti primi anni del

dopoguerra sembrano confermare 1a tesi. Il mondo, è tempo di dirlo o di ripeterlo, va a destra e non ,già a sinistra, come opinano i cervelli anchilosati da vecchie formule. Il mondo va a d estra in Russia - proprio nella Russ ia che pareva volesse aprire l'epoca delle sinistrissime realizzazioni - quando Lenin confessa · , he colla ripristin'ata libertà di commercio rinasce il capitalismo; o quando si reca al Con• siglio_ superiore dell'economia presieduto dal noto Rikoff per garantire i capitalisti a proposito del ristabilimento delle industrie private e dichiarare non ostile l'atteggiamento dei commissari del po-polo e chiedere ai capitalisti una stretta collaborazione. Il mondo va a destra in Germania, dove tutti i p11tsch e scioperi generali comunisti sono pietosamente falliti; dove la vecchia « democrazia sociale », il famoso Stato nello Stato, si ·è frantumato e va frantwnandosi in una serie innwnerevole di partiti e di sette; nella Germania dove con un solo voto di maggioranza è stata approvata dal Reichstag la" sostituzione della bandiera repubblicana tedesca a quella imperiale. Il mondo gira a destra in Boem i.i, in Ung hcrfa, in Romania, in Polonia, in . Francia e in tutte le nazioni d'Europa.

L'evoluzione a ·destra si esprime attraverso ma~ifestazioni sia di indole economica o politica O a rtistica o iriorale. Anche in Italia il mondo gira a destra e basterebbe a do.cumentarlo la crisi préagonica in cui si d ibatte il comunismo indigeno, mentre il . Partito Socialista Ufficiale, stanco di masturbarsi in attesa ·del millennio, ~i ap presta a giacere sul letto della colJaborazione colla ·borghesia.

In realtà, quella che sta inaugurandosi non è un 'epoca dì sOvvertimeriti ulteriori, ma di «restaurazione » . Noi, modestamente, lo sentiamo, più per intuizione che per ragionamento, da un pezzò. Troppo si è distrutto e negato. C'è' stata dispersione enorme di valori morali e oggi assistiamo a forme vere e prop rie di dis.integrazione sociale, che fanno pensare a un crepuscolo di civiltà, Ma l e forze della restaurazione, le forze della vita sono in movimento.

Multa renascentur. MUSSOLINI

Da// Popolo d' Italia, N. 155, 30 giugno 1921 , VIII:

. 18 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
·

PREFAZIONE A « BARBARIE ROSSA»•

La documentazionè raccolta in questo volume, per quanto incompleta e frammentaria e senza glosse illustrative, esce dai limiti d ella semplice cronaca per ~ssu rgere_ a quelli della storia. Pagine di storia sono quelle che seguono; pagine di vergogna e di infamia, di fanatismo e di bestia]ità; pagine scritte col sangue e tali da disonorare per sempre il socialismo italiano. I due tristissimi anni seguiti alla nostra meravigliosa vittoria militare sono riassunti attraverso la nuda cronologia ·delle gesta criminali compiute dal gregge dei socialisti. I pastori di questo gregge avevano per lungo tempo magnificato_ l'ascendente educazione civile delJe moltitudini tesserate, mentre, alla realtà dei fatti, l'educazione appalesava una vernice superficiale, sotto la q uale bollivano e fermentavano gli istint i atavici della violenza. Per lunghissimi mesi tutto ciò che ricordava J'Italia e iCSuo sforzo vittorioso fu calpestato e profanato, in una t.regenda pazza di dissoluzione, ment re veni. vam:,, esaltati sino all'.iperbole gli uomini e le idee del socialismo moscovita. La cappa di piombo della tirannia rossa appariva infrangibile e ta le sarebbe perennemente rimasta in mezzo alla passiva rassegnazione universale di tutte le classi e di tutt i i partit_i se i giovani raccolti . nei Fasci di Combattimento non av~ssero im pegnato magn ificamente e mag nificamente vinto la battaglia.

Questa pubblicazione è diretta ai nostri nemici, i qu ali saranno costretti a rispecchiars i n elle l(?rO gesta bàrbariche; ai nostri ·amici, che vedranno in queste pagine raccolta la tempestosa storia del fascismo italiano; agli immemori di tutti i partiti, j quali, ora che il pericolo è definitivamente scomparso, paiono proclivi à. dubitare che sia mai esistito.

Questo libro è 1a rivendicazione stor_ica, solenne e inoppugnabile del fascismo. Dalle sue pagine una constatazione balza chiarissiffia ed, è questa: l'azione del fascismo ha salvato ·1a libertà e le fortufle del popolo italiano!

MUSSOLINI

·• B1trb'ari, rowt. Riammto rronologi,o d elle prindp11li gnta ,omme11e diti Jo,ialisri italiani dal 1919 in poi - Edito a cura del C :[ornitato] C[entrale] dei Fasci Italiani di Combattimento, Roma, (Tipografia Socia le, vfa E. Q. Vi• scònti, 78] , 1921. ~I ·volume uscl nella terza decade di. giugno del i921.

IN TEMA DI PACE

Malg rado una certa innegabi le recrudes~enza di agguati comunisti - tipici e crudelissimi, fra ,gli altri, quelli di Firenze, d i Carrara· e di Grosseto - noi pensiamo che 1a guerriglia Clvii<: si avvia all'epilogo e che non è lontano il giorno in cui sarà scritta la parola « fine » a questo capitolo delJa nostra storia Non ci riferiamo soltanto alle invocazioni che sono partite dal Parlamento e che h allno u n' impoi:tanza notevolissima; ma a molti . altri ·sintomi che denotano uno stato d'animo generàle, il quale potrebbe essere riassunto in questo semplice dilemma : o si fin isce Ò si va al disastro nazionale .

La g uerriglia civi le non può; non deve dìvenire una specie di caratteristica della vita italiana poiché, se cosl fosse, l'Italia non avrebbe dinnànii a sé il glorioso avvenire di g randezza ·che noi vaghe&giamo e prepariamo, ma un ·avvenire d i tei:i,ebra e di sangue,

D'altra parte. il fascismo ha compiuto quella che sarà" chiamata dagli stOrici una vera e propria « rivoluzione nazionale».

11 bol5:Cevismo alla russa è liquidato. Una o. _due, ·o anche alt re sette possono dedicarsi a predicarlo , ma oramai il Inito leninista è • scomparso dall 'o rizzonte della coscienza proletaria. 1 segni abbondano.

L'It:>.l ia d el 192 1 è fond amentalmente d iversa da ·quella d el 1919. Lo s i è detto e dimostrato miJle voJte . Non b isogna che il fascismo abbia l' aria dì volere monopolizzare esclusivamente per sé il diritto di questo profondo dvòlgimento n az io nale; basta annoverare il fa. Scisma fra le forze p iù potenti e d iscip linate che hanno operato ·in quell a direzione Cosl delimitato il nostro merito, nessun u omo di nessun p artito può contendercelo.

Ora quale panorama ci si p resenta dinnanzi? 1l Part ito Socialista non ha più l'anima di un tempo: ridotto d i ferie, sia d al punto d i vista quantitativo sia da quello qualitativo, esso deve segnare ~I passo. Sulla questione del co11aborazionismo esso si dividerà ancora. Ci saranno fra pochi mesi ben tre partiti socialisti, e quattro anzi, se si mette n el mucchio ·anche il socialismo bissolatiano.

La Confederazione Generale del Lavoro potrà allora spezzare le pesanti ·cate ne che la tengono avvinta ad una sola ·determinata po litica e rivendicare la sua autonomia ideo logica e tattica. da tutti i partiti socialisti e non socialisti.

Questo gesto vorrà dire un !?asso verso la realizzazione dell'unità

dél proletariato e· quindi la creazione . di un partito del lavoro, che ridurrà al minimo l'importa nza dei partiti politici socialisti.

Dire che un pericolo << bolscevico>> esiste ancora in ltalia significa scambiare per realtà certe oblique paure. 11 bolscevismo è vinto D i più: è stato rinnegato dai capi e dalle masse.

Cosl stando le cose è nece$5ario che il fascismo orienti la sua attività a seconda delle mutate condizioni di fatto; è necessario che acceda al tentativo' dì pacificazione leale e simultaneo, e ciò anche in·. conseguenza di quanto fu simprc, in molte occasioni, affermato dai dirigenti del fascismo: .e che cioè la violenza fascista era un episodio . non un sistema, e che il fasci smo sarebbe stato lieto di disarmare quando i suoi avversari avessero fatto altrettanto. i:: forse g iunta l' ora di tradurre in concreta realtà queste parole. Pur mantenendolo sempre strettamente inquadrato e . disciplinato, è tempo forse di mettere sul piede di pace il nostro esercito, che l)a vinto in pieno la sua battaglia Esulando dal terreno della violenza, che è antiumana anche quando è chirurgicamente necessaria, il fa~smo ha dinnanzi a sé altri scopi da raggiungere : e politici e spirituali.

Ci sono ancora da affrontare i problemi fondamentali della razza, che è minacciata dalla tubercolosi , da ll 'alcoolismo, da altre morbose degenerazioni, come quel « cocainismo » a proposito del quale si versa no fiumi d'inchiostro col risultato forse di generalizzare il desiderio o -la curiosità; ci sono i problemi dell'educazione delle nuove gt:nerazioni italiane ( educazione 6sica e in tellettuale); ci sono j problemi formidabiJi della nostra redenzio ne all'interno, con l'elevazione materiale e morale delle masse che lavorano col braccio e che bisogna assolutamente inserire intimamente nella storia della n azione; ·ci sono, infine, da agitare e d solve re i problemi non meno fo rmidabili dell'espan· sione ita liana nel mondo e tutto ciò accompagnato d alla creazione d i una casta politica ch e sia all' altezza d ei nuovi compiti stor ici delfltaHa .

Non c'è dunque da teme re e da credere che il fascismo, accedendo interamente e senza sottintesi alla tesi della tregua e della conciliazione, non abbia più niente da fa re e da dire. Anzi la lotta d i ieri è purtroppo da considerare come un episodio della missione del fascismo, il quale, dopo avere luminosa mente dimostrato il cOraggio ed il meraviglioso spirito di sacrificio ~ella gioventù arruolatasi nelle sue schiere, av·rà campo di sfatare in seguito tutte le superstiti d iffa~azioni landategli contro e di provare, jn altre. civili competizioni, che esso è un mirabile, perenne fermento di vita a salvaguardia su. prema della nnione oggi domani e sempre.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 21
MUSSOLINI
Da. Il Pòpo/a d'Italia, N. ,l'.n, 2 luglio 1921, VIII.

Roma. 4.

Questa mattina l'on. lvanoe Bonomi si è recato dal re, al quale ha sottoposto la lista del nuovO gabinetto, che il re ha approvato. Il nuovo ministero si compone_così:

PreJidenza, Interni ed « Interim » degli Affari E.Iteri: Bonomi prof. Ivanoe, deputato;

Calonie: Girardini avv. Giuseppe, ~eputato;

Giiutìzia: Roclinò avv, Giulio, deputato;

Finanze : Soleri avv. M arcello, deputato;

TeJoro: ·De Nava avv, Giuseppe, deputato;

Guerra: Gasparotto avv. Luigi, d eputato;

Marina: Bergamaschi ing. Eugenio, senatore;

J11r11zione : Corbino prof. Mario, senatore;

Lavori Pubblici: Micheli dott. Giµseppe, deputato;

Ind111tria e Comm erdo: Belotti avv. Bortolo, deputato;

Agrfro/Jura: M auri avv. Angelo, deputato;

Lavori e Previdenza sodale: Deneduce prof. Alberto, deputato;

Po1te e Telegrafi: Giuffrida prof. Vincenzo, deputato;

Rfro1tr112ione delle T erre liberate: Raineri .dott. Giovanni, d eputato.

Il preside nte del Consiglio, on. Bonomi, ha as.sunto J'inurim degli Affari Esteri in attesa della risposta del nob. Pietro Tommaso D ella T orretta

Ii nuovo ministero è dunq ue composto politicamente da d ue riformisti : Bo· nomi e Bencducc; 1re popolari: Rodinò, Micheli, Mauri; tre democratici sociali : Gi.rardini, Giuffrida. Gasparotto; tre democratici liberali : Solcri, De Nava, Raineri; un liberale d emocr atico: Be[otti ; d ue senatori: Bergamaschi e Corbi no.

Questa, secondo l'ufficiale comunicato d ella Stefani , 1a lista degii uomif!i che da oggi cominciano a governare l'Italia. .

La perfezione nel mondo è una cosa irraggiungibile, ma questò ministero è la cosa men'o perfetta che sia lecito immaginare. L'on; Bonomi, deciso a comporre un ministero, c'è riuscito; ha cioè allineato in bell'ordine la teoria dei suoi collaboratori: e un ministero è nato. Ma uri ministero non è necessariamente un governo e quello dell'on

Bonomi appare il più defic~nte fra tutti i governi che potevano uscire dall'attuale calderone d i Montecitorio. Deficente per. i nomi: agli Esteri sarà probabilmente il solito diplomatico di carriera che l'on. Bonomi ha scovato dopo aver postulato a tutte le ambasciate d 'Italia. Noi ab·

IL NUOVO GOVERNO

. biamo ammirato e ammiriamo l'alto pa~riotti smo dell'on. Girardioi e non dim~ntichiamo il discorso coragg ioso in difesa dell'interventismo e· di esaJtaziOne della· vi ttoria pronunciato da lui nel Parlamento d i Cagoia; ma dubitiamo che l'on. Girardini abbia l'energ ia sufficente per reggere il ministero delle Colonie, delle nostre Colonie, che sono poche, ma abbastanza preoccupanti, a cominciare da quella libica.

L'on. So1eri non ha fatto · buona prova come. sottosegretario agli Approvvigionamenti; ragione per cui. passa a reggete Uno dei mini• steri più delicati in questo mome nto: quello delle Finanze.

L'on. Rodinò dalla Guerra passa alla Giustizia, per fare pòsto all 'on. Gasparotto, che vede, rnalmente, réalizzato il suo ideale! Avendo VO· tato « ni » in tema di politica estera; l'on. Gasparotto h a dimostrato luminosamente la sua capacità di" ministro e anche il s uo coraggio di uomo politico.

Non abbiamo il piacere di conoscere l'on. Corbino; abbiamo un sacro terrore dell'on. Giuffrida, pericolosissimo portatore di speciali bacilli micidiali, che hanno nome globale di « socialismo di Stato» ; i veneti dicono molto bene dell'on. Raineri e Jo hanno rivoluto al ministero; l'on. Beneduce ha i numeri, come ingegno e preparazione, per_ assai. vere il suo comf'ito meglio di quanto non abbia fatto l'on. I.abriola; l'on. Micheli ai Lavori Pubblici significa la curée per le cooperative bianche; da ultimo cofltestiamo all'on. Bortolo Belotti le qualità di un buon ministro dell'Industria italiana.

Il Governo può raccogliere una maggioran2a? Si può rispondere affermativamente, in base a calcoli puramente parlamentari, ma in ogni caso si tratta di una maggioranza assai esigua, che non dà assicura· z ioni·· durature. Il dosaggio della partecipazione è stato fatto· con tutte le regole della farmacopea ministe riale. Si comprende che i popolari abbiano tre ministri : ciò è i n relazione colle forze di cui dispongono nel Parlamento e delle altre che raccolgono nel paese. Ma tre ministri per il Gruppo parlamentare ri fo rmista, Che ha ventisei deputati e nes. suna forza politica organizzata nel paese, ci sembrano troppi. Altrettanto dicasi deI!a democra~ia liberale, la quale non ha forze organizzate nel paese; e della democrazia sociale, creata affannosamente dall'on. Gasparotto per àrrivare a un portafoglio intero o magari a un sottoportafoglio." Ma la democrazia sociale nel paese dov'è? :B allo stato di nebulosa o di vaga aspirazione. Come organizzazione non esiste.

Dal punto di ·vista degli uomini, questò ministero è poco sostenibile; dal punto di vista deJle forze reali del p·aese,' esso è campato ·in aria, paiché fascismo e socialismo restano ancora fuori della porta. Si salverà col programma? quello che vedremo alla riapertura· d ella

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASC[ 23

Camera, Ma: il p rogramma è il meno: ~i sarà la forza e la volontà di realizzarlo? '

Nel complesso, l'impressione è che il mi nistero dell'on. Bonomi è una specie di Governo di ripiego, di transazione, che rimarrà in. p iedi il tempo su fficente per permettere la formazione di un altro· Governo che sia maggiormente. all'altezza d ella grave e perigliosa situazione.

MUSSOLIN I

D a /J Po polo d'Italia, N. 1'.59, 5 luglio 1921, VIIJ.

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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

LA PACE E IL RESTO

In tema di disarmo e di pacificazione, prima che s i. creino delle leggende, è necessario stabilire, anche dal lato cronologico, la semplice verità d ei fatti,

Primo tempo. Chi scrive queste linee, nel suo primo discorso par· fomentare ripeté ai rappresentanti del socialismo italiano quanto gli organi u fficios i del fascismo hanno detto e stampato mille volte: di sar· mate e noi d isarmeçèmo; ·finitela . di vomitùe calunnie infami ed idiote Contro di noi; smettetela di armare il braccio ai criminali in agguato dìetro le siepi;° rientrate nel campo d ella ragione e della umanità e noi faremo altrettanto perché non siamo degli esteti delfa violenza e dete· stiamo la guerra civile.

·A questo discorso rispose Turati.

In un secondo tempo, due deputati fascisti, gli onorevoli Giuriati e Ace1bo,~e due deputati socialisti, g li onorevoli Ellcro e 2.aniboni, si sono incontrati e· hanno ripreso il tema scottante di attualità. Questi quattro signori non avevano ricevu to mandati precisi per accedere a trattative di sorta: Tinìziativa era strettame nte personale. Dai colloqui e cont atti dei quattro è uscito un p rogetto o schema di accordo, ·che è stato approvato i n tesi di massima da alcuni dei leaders delle opposte fazioni.

I giornali, conosciuta 1a notizia e nel lodevole intento di determinare stati d'animo volti alfa .pace, h anno definito un trattato quello che è un semplice progetto di . accordo; e,· in secondo· luogo, lo hanno annunciato come approvato e ratificato, rilcntre invece gli organi responsabili non si sono ancora pronunciati in inerito.

Ora, rordine del giorno votato dalla direzione dd Partito Socialista e pubblicato dall'Avanti! di ieri, conferma che gli onorevoli Ellero e Zaniboni hanno condotto trattative preliminari; rivela che i predetti deputati hanno chiesto l'autorizzazione del Pia; t;-, infine, annuncia che la direzione del medesimo si è rifiutata di « accordare il chiesto consenso » che gli onorevoli Ellero e Zaniboni avevano invece ottenuto dal direttorio del Gruppo pada~entare socialista.

Ci sarebbe dunque un dissidio fra direttorio del Gruppo parlamentare s·ocialista e direzi~ne del partito.

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Però, dal commento dell'Avanti/, traspare che a nche la direzione del partito non è aliena dall'entrare nell'ordi11:e di idee e:he chiameremo di pacificazione.

Quanto alla Commissione esecuti va dei Fasci, l'ord ine del giorno pubblìcato ieri e votato alla unanimità dai presenti (Rossi, ·MarineIIi, Mussolini, Aversa, Besan.a, Aogiolini), precisa nettamente Ja posizione del fascismo italiano. Da tutto ciò risulta che nessun.o ha l'intenzione di p recipitare i tempi, col rischio e pericolo di fabbricare su l~a sabbia e dì aggiungere agli innumerevoli trattati d i pace diplomatièa, ch e non h anno dato la pace al mondo, un altro -trattato che non darebbe - se fosse intempestivo, prematuro e insincero - la vera pace all'Jtalia. In .ogni caso, lo schema d i patto pubblìcato d ai giornal i manca della parte più importante: le condiz ioni o clausole, e non è definitivo circa i mezzi e i modi della esecuzione. Di tutto ciò si occuperà esauriente· mente il Consiglio nazionale del fascismo nella sua prossima riunione di Roma.

La breve pausa non, nuocerà, perché in questi g iorni 1a recrude· scenza o meno delle violenze costitllirà .un indice segnalatore d ello stato d'animo dei nostri avversari. Riasswnendo:

1. L'avvento di una tregua e d ella'. pace è desiderabile e necessario per vario ordine di motivi nazionali e umani.

2. I fascisti non disarmeranno se non saranno fo rtemente cau telati e- se i . socialisti non accetteranno talune condizioni che i fascisti dovranno avanzare e sostenere.

Da ultimo, una diversa applicazione di q~ello che si suole chiamare il « dinamismo fascist; » non vorrà dire la smobilitazione del fascismo. · Al contrario ! La recent·e agitazione contro il c~ro-viveri ha dimostr ato che i~ fascismo h a ·molte possibilità d'aiione. Non c'è pericolo ·ch e il fascismo resti .... disoccupato; no n c'è pericolo che le n ostre meravigli(?SC legioni non abbiano più n iente da fare.

Qui, su queste colonne, sono stati fugacemente accennati i compiti g randiosi che le ·generazioni fasciste dovranno affrontare; d'altra parte la ·nostra rig ida, controllata, inquadratissima milizia civile non potrà, non dovrà smobilitare, in 9.uanto essa rappresenta la più sol ida garanzia d ella nostra pace. '

Fascismo significa che a mutate condizioni di fatto, nuovi atteggiamenti s'impongono : se non è più ·necessa rio il piombo e il petro lio , bisogna avere il coraggio di riconoscerlo e di agire in conseguenza.

Comuòque, pace o non pace, sin da questo momento bisogna affermare - significativo a · tale proposito il deliberato dei fascisti veronesi! - che la rappresaglia dev'essere adeguata all'ingiuria ricevuta; ch e bi·

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sogna à.ssolutamente spogliare l'esercizio della nostra violenza da .tutto quanto è personalistico; che bisogna dis~inguere fra le vari~ specie dei nostri nemici i meno pericolosi dai più d elfoquenti, g li ingenui ingannati e i furbi mistificatori.

Due anni di lotte hann~ dimostrato che il fascismo è invincibile. Può essere generoso, perché ha provato di essere forte; può accettare la pace dopo aver dimostrato Òon soltanto la sua bellicosità, ma il più idealistico spirito di sacrificio,

D a Il Popolo d'llalia, N. 160, 6 luglio 1921, VIII

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI F ASCI 2 7
MUSSOLINI

LA SCELTA

Nel nostro articolo di ieri abbiamo messo a posto le cose, prima che si imbrogliassero maledettamente. Non . esiste un trattato di pace fra fascisti e socialisti; e tanto meno un trattato di pace approvato. Esiste un progetto di accordo. Nient'altro. Prendiamo atto dall'A vanti! di ieri che nell 'ordine del giorno della direzione del partito c'era un errore che capovolgeva il senso del periodo; prendiamo att~ dunque che anche Ja direzione del Partito Socialista ha autorizzato gli onorevoli Zaniboni ed EJlero ad intavolare trattative. Anche la direzione del Partito Socialista non è dunque contraria ad un acco rdo. M a d opo il comizio romano di ieri, ci domandiamo se vale la pena di intraprendere ulteriori trattative. Si è dunque costituito a Roma, col titolo dì Comitato di di fesa proletaria, il fronte unico antifascista, che va dagli anarchici ai repubblicani. Si è t enuto _un comizio, al quale hanno partecipato quegli stessi socia• listi che sembrano vÒgliosi dì pace. In questo comizio hanno debuttato i falsi arditi del popolo, che sono, in realtà, gli autentici arditi dell'immondo Cagoia. Dopo di che si pone ai deputati fascisti il quesito se dopo aver defenestrato da Montecitorio Mìsiano, non sia il caso di ributtare n elle fogne d eJia stessa piazza il porcino basilisco. Se i socialisti fossero stati veramente animati da sensi di pacificazione non avrebbero aderito ad un comizio antifascista. Questo gesto è decisivo. Strappa le maschere. Li rivela nella loro ipocrisia di falsi paci• fisti. Gridano « bono fasci sta » per aver sa lva Ja g hi rba, e po'i piantano il pugnale nella schiena deJl'ingenuo che ha creduto in loro..

Ci sono dei fasci_sti che si sono allarmati, credendo che ì d irigenti avessero precipitato gli eventi. Eh no. Conosciamo i nostri nemici. Niente sarà fatto prima del giusto tempo. Non uno solo dei nostri disar· merà, priina che gli altri tutti abbiano disarmato. Il disarmo è possibile, ma è già inteso che il fascismo non « smobiliterà » mai. Sarà sempre un esercito. Dal piede di guerra passerà a quello di pace, e viceversa; ma sarà sempre inquadrato, disciplinato, prontissimo.

Mentre i nostri nemici si incanagliscono vanamente contro di noi sotto l'egida del ministro dei disertori, il fascismo perf eZiona in tutti ··i sènsi la sua mirabile organizzazione. Si costituiscono le fe d erazioni provinciali, si moJtiplicano ì nuclei, si migliorano i collegamenti, i con·

tatti e in genere tU:tto l'attrena.mento spirituale. Ogni manifestazione fascista è grandiosa. , Contro di noi cozzeranno invano tutti i nostri nemici. Schianteremo, quando lo vorremo, il loro fronte unico. Scelgano, dunqu~. i nostri nemici. Siamo pronti alla pa"ce, siamo pronti alla battaglia.

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'Italia, N. 161, 7 luglio 1921, VIII.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 29

ARABI CONTRO EBREI IN PALESTINA

NUOVI MASSACRI

Giaffa., 6.

La situazione dj questa città è sempre critica. Ininterrollamente hanno luogo scontri fra arabi ed ebrei. Gli equipaggi si rifiutano sempre di avanzare e sbarcare i numerosi emigranti ebrei che si trovano a bordò, Le autorità inglesi hanno dovuto chiedere la collaborazione delle truppe per procedere allo sbarco. Avvennero scontri fra la folla, che termfoarono con parecchi morti e feriti.

11 sangue che si sparge in Palestina ricad e sull'Jng hilterra. L'on. Musso lini prospettò la questione nel Parlamento, sostenendo un ·punto di vista ostile al sionismo, convertitosi in strumento· dell'imperialismo inglese. - Da secoli e secoli la Palestina era tranquiJla. Vi convivevano pacificamente arabi, cristiani ed ebrei. Da San Remo in. qua, a nche la Palestina è div_entata un teatro di lotte sanguinose. Ne siano rese grazie alla lung imirante ·diplomazia dell'Intesa!

Da Il Pop olo d'Italir:1, N. 161, 7 lug lio 1921, VIII (r)

TIRO A SEGNO

TUITO IL MONDO t PAESE

Agiscono attualmente in Ita lia , a Jat~ delle compagnie drammat iche o liriche che fanno scarsi affari, alcune compagnie di briganti da strada. Sono le vecchie tradizioni italiane che continuano e rinverd iscono? Affatto. Il brigantaggio, a parte le uniformi, è internazionale Eccone una prova, calda ca lda, nei g io rnali d'ieri: ·

e Un atto di brigantaggio non comune fu commesso presso Perpign3no su lla strada provinciale che cond uce a Prades. Sei viaggiatori, tra cui erano i più alti funzionari della regione, il prefetto del dipartimento, il· segretuio generale e l'ingegnere capo provincfale, vennero arrestati da banditi mascherati e posti l'lella necessità di scegliere tra la borsa e la vita. Dovettero perciò consegnare tulto quanto possedevano e cioè 1600 franchi circa. Dei briganti nessuna traccia)).

Il testo .non lo dice chiaramente, ma. ... Perpignano è in Francia.

·BERTO LANDRU

Quest'uomo, che occupa d a lungo tempo le cronache parigine e mondiali, è fortunato. Le donn~ gli vogliono bene, forse perché ne ha uccise undici. A proposito di Landru, c'è chi . comincia a dubitare della sua esistenza. Si trat~erebbe di una gigantesca imbottitura di crani.... Comunque ecco una not izia che riguarda l' eroe di Gamba is: ·

« N elle prigioni di Versailles ora fa collezione di cartoline illustrate e fotografie. Ne ricevé almeno un centinaio al giorno e tutte gli provengono da donne La maggior parte inviano fotogr afie e gli augurano coraggio; -altre gli rimproverano i suoi delitti e gli dicono che la ghigliottina sarà una ben lieve puniziòne per le sue colpe. Da quando è s tato arrestatO, il Barbableu di Gam· bais ha già collezionato circa 22.000 cartoline illustrate di donne».

Scommettiamo che le donne, le quali rivolgono parole ingrate al Barbableu, sono un'infima mi noranza di fronte alle altre . innumerevoli che desidererebbero di essere abbracciate da un :uomo cost originale Qua]e misterioso, inesprimibile frisson il bacio dì· un signore undici

3 • xvu.

volte assassino... l e cartoline illustrate ·di Landru : sono . il documento d ella psicologia fe~inile. Se le donne in Francia (e in Ital ia) aves· sero il voto, Landru sostituirebbe Briand.

L'IMMONDO ROLLAND

1 « bolsceschifi >> di Francia hanno inscenato un'agitazione contro certe leggi fucinate dal . Governo di quella Repubblica per reprimere l'antimilitarismo. Nella bega, chè lascia indifferente l' enorme maggio: ranza del popolo francese, intciviene il signor_ Rollaod Ramaio, padreterno d eH' ins ipido pacifondaismo socialistoide, che scrive:

.: Voi mi domandate che cosa penso del!e future leggi di cui la reazione francese pretende ,g rat ificarci? Esse non sono tali da stupirci Noi sapcvam(> cosa c'era da attendersi dalla guerra del diritto e della Jibettà. Esse n e sono la conclusione logica. Per noi tutte le leggi scellerate non fanno che dimostrare Ja sceller atezza d ell a guerra. P er il resto, io non sono affatto in pena per la libertà cle! pensiero. Essa si salverà molto più sicuramente che i milioni di poveri diavo li che hanno l~c iato la loro pelle per una causa illusoria».

E giusto che il signor Rolland non si sia minimamente preoccupato d ella « libertà di pensiero)>. C'è chi ha pensato a difenderla in ogni caso Ja libertà di p ensiero. Sono i « poveri diavoli » che hanno versato il sangue, mentre Rolland versava deB'inchiostro; sono i « poveri diavoli » che h anno permesso a Rolland di Vivere amara, d i scrivere anco ra, d i sputare ancora sulla patria. Perché se v inceva l'elffiO_ a chiodo, se Parigi diventava una Komm,mdantm prussiana, Romain Rolland sarebbe stato costretto a cambiare Olusica o a cambiare aria! . C'è qllasi da rimpiangere, quando si legge certa prosa, ch e i calc(?li dello stato magg iore prussiano siano falliti.

Il Pra1111 Lid11, quotidiano socialista di Praga, sì occupa d el terzo congreSSO della Internazion a le le ninista - un bluff organ izzato in grande stile! - e così parla :

« la ·propaganda comunista, né colle frasi incend iarie, né col danaro riuscirà a creare un ambiente favorevole alla rivoluzione colà" dove, nell'interesse del progr esso economico, si ha bisogno di tranquilli tà e di stabilità e dove alla ca.usa del pro letariato e del socialismo si può g iovarç: solo col lavoro calmo e fecondo. Solo i p aesi· semibarbari dell'Oriente, dove tanti p roblemi n azionali sono ancora insoluti, resteranno terreno p ropizio alla propaganda comuriista. Noi, anche d opo gli squi lli d'a llarme di Mosca, continueremo il nostro positi vo lavoro socialista »,

32 OPERA OMNIA DI BENITO M USSO LINI
SAGGEZZA....

Se v'è paese che ancora più ~ella Cecoslovacchia ha bisogno di calma e fecondo lavoro, questo paese è l'Italia. Lo diciamo da un pezzo Sarebbe ora che se ne persuadessero i diriSe~ti del Pus.

FREQUENTATE LA CHIESA

Da alcu_ni giorni l'Avanti! stampa questo comunicato:

"- Diversi circoli rion~Ji hanno lamentato al Comitato direttivo de lla sezione la poca frequenza di tutti i soci presso i circoli rionali. Rammentiamo ai soci l'obbligatorietà di essere iscritti nel proprio circolo rionale. Necessita q uindi di frequentare i nostri .ritrovi per dare ad essi l'aiuto morale e materiale i..

Parrebbe che i credenti disertino la chiesa. Di qui il ri ch iamo dei preti. In fondo i credenti hanno ragione. Nei circoli rionali si vedono donne quasi sempre non potabili; si beve del trani adulterato ; si $Cotono dei discorsi insuls i. La frequenza di simili ambienti .richiede troppo spirito di sacrificio e p resso i socialist i questa dote è sca rsà...

IL FROMBOLIERE

Da li Popolo d'lt,:ilia, N. 161, 7 luglio 1921, VIII (,).

DAL DISCORSO ALLA CAMERA Al CONGRESSO DEI FASCI 33

MOSCA - CANOSSA

Se Je notizie che. giungono, da · Mosca sono autentiche e non contraffatte, come opina sacrileg~mente _ l'A vanti!, il quale ha il coraggio inqualificabile di_paragonare l'agenzia Roifa dei bolscevichi a u na qua lsiasi agenzia Sie/ani d el borghese Regno d'Italia, il Co~itato esecutivo della terza Internazionale, dominato ·da Trotzky (al secolo Leo Brons- · tein !), ha posto il dilemma supremo al Partito Socialista Italiano: o la espulsione d ella banda dei riformisti, o l'esclusione dalla chiesa ortodossa del comunismo universale:

Pare che Costantino Lazzari, giunto ormai alla fase del rammollimento seni le, dopo avere biascicato per cinquant'anni le g iaculatorie di un marxismo volgarizzato da un mediocre poeta, abbia promesso solennemente che i riformisti saranno espulsi. L'on. Maffi invece non si è impegnato in modo assoluto: si farà quel che si potrà per placare· gli irati muni dell'olin;ipo semitico che dirige il bolscevismo, ma non l'impossibile; e l'impossibile sarebbe per 'I'on, Maffi l'espulsione, putacaso, di quel Filippo Turati, di quel Claudio Treves, di quel Modigliani e minori, che sono in questo momento la spina dorsale del socialismo italiano. ·

I socialisti italiani sono andati a Mosca in veste di accusati e da pubblico ministe ro· funzionava un manipolo di comunisti italiani. I g iudici della Internazionale h anno . emesso il loro a/li-aut. Il Radames turatiano deve ora discolparsi. Si può -dunque prevedere che nel prossimo congresso socialista il partito cosiddetto unitario tornerà a dividersi. La destra seguirà Turati; la sinistra seguirà Lazzari.

Avremo dunque in Ita lia tre o quattro chiese dominate da irosi teologi, ognuna delle quali si vanterà di rappresentare il vero, genuino, l'autentico ·socialismo. E non è detto che le divisioni si fermeranno. E: probabile il contrario. I partiti socialisti da q1:1attro potranno diventare otto o sedici: sarà la babele rossa. La conseguenza più seria di questo sminuzzamento dovrebbe essere l'autonoffiia del movimento operaio. Quando il socialismo sarà rappresentato da quattro o sei partiti, che si" faranno ·1a più rovinosa delle concorrenze, l'organizzazione economica dei lavoratori potrà rivendicare il d iritto di fare da sé, all ' infuori di tutti ·i pedagoghi interessati Jl famo so patto che lega la Confederazione

Generale del Lavoro e il Pus dovrà neèessariamente cadere. Il che potrebbe sig!1ificare l'inizio di una nuova ep0ca nella storia del movimento operaio italiano: dopo l' epoca 4ella s udditanza, l'epoca deJla indi· pendenza. ·

Il terzo congresso dell'Internazionale a".'rà dunque conseguenze d i rilievo nel sen"o del socialismo italiano. Ma a parte ciò,· non vi è dubbio che anche il « tono» d ei moscoviti è profondamente cambiato. Anche Lenin va a destra! Si ha l'impressione che il comunismo stia agoniz. zando e in Russia e nel resto dell'Europa. Questo complesso di dottrine - oscure, ·disuguali e assurde - è in decadenza. C'è s.tato un momento nel quale tali dottrine, anche per la suggestione di una lontana rea lizzazione, esercitavano un fascino sulle masse operaie e su taluni ceti intellettuali dell'occidente; oggi non più. Il grido di « Viva Lenin! » si è spen to su tutte le bocche e quando Io s i vede ancora scarabocchiat.o sui muri d à un'impressione anacronistica e g rottesca~ Il comunismo non fu mai e non p otrà mai essere una scienza ( questo vocabolo non si sa b en e ancora che cosa significhi) ; ogg i non è più nemmeno favol a mitica da dare a intendere ai proletari, i quali non ci credono più. Quando, ve nti anni fa, talun i studiosi di, q uestioni soc iali cominciarono a battere in breccia il frag ile castello del scientifismo socialisti", furono considerati ·come dei visionari. lontani ·da ogni realtà, perché il soc ialismo appariva nel suo pieno rigoglio. Eppure quelli che parlarono allora. di un « crepuscolo del socialismo» (ricordo il libro di Argante Sa lucci) ebbero un solo torto: quello di prevedere, tenendo conto di taluni sintomi, la futura ed odierna catastrofe. Il colpo tentato contro la nostra civiltà - il secondp n ella storia - era di g randi linee: si trattava di « russificare » l'Europa. Si può affermare ch e è fallito. Non già l'Europa è destinata a _ diventare una colonia russa; è piuttosto la Russia, affamata e disperata, che sta per diventare una colonia dell 'Europa capitalistica.

Da li Popolo d'Italia, N. t 6i, 8 lugl io 1921, VIII,

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 35

POESIA E POETI « STELLA MATTUTINA»

Dal Libro d i Mara, raccolta di liriche calde, qua e là tropicali e un po' afose come certi pomeriggi d'agosto senza sole, a quest~ ·Stella M aJtulina, quale t rapasso nell 'a rte di A.da Negri! Questo trapasso però non rappresenta una soluzione di continuità,. non è un'antites i: . anche in quest'ultimo libro di prosa · domina sovrana 1a poesia. Vado più in là, e aggiungo che la poesia di questo libro di prosa mi p iace molto di più che la ~sia del Libro di M ara Se la poesia è il tentativo d'evasione dal finit(! all' infinito, dal reale all'irreale; se la poesia è un volo ve rso i cieli, ed anche un moto di dedizione casta verso l'umile terri; se la poesia è il brivido suscitato da un'immagine, quest'ultimo libro di Ada Neg ri ha moltissime pagine di poesia. Poesia ·ottenuta con mezzi semplici. Non più le frondosità esubecan.ti e qua e là secentesche; ma una riduzione all'essenziale, Non v'è eccesso di decorazione: l'architettura di questo libro è di poche lince armoniose, Autobiografia? Non nel senso tradizionale della parola. La poetessa narra la storia della sua prima giovinezza sino ai diciotto anni. La storia non ha coniplicazion i drammatiche: non esce, in fondo, dai limit i dell'umanità ordinaria. Tutto il racco nto si svolge in terza persona Spaz io e tempa sono oràmaì lontani Ada Negri colloca Ja Dinin di · quell'epoca nella cornice di uria piccola città di provincia. 'Dentro la cornice il quadro: quadro di cose e quadro d'anime. L' uno e l'altro cosl. aderenti da forplare un'unità identica. Le cose sono in lei e lei. è nelle cose eh.e Ja circondano. Da questa singolare posizione spirituale sboccia la poesia, La desc rizione della fiorita dei gigli nel vecchio gia rdino della vecchia casa, dà- all'animo un senso di freschezza; c'è quasi un'immediatezza nella visione, vi par di assistere colla picco.la Dinin al prodigio che la commuove:

« Tutta un'aiuola di gigli era fiorita quasi all'improvviso lungo il muro oritntale del giardino quella mattina di giugno. Gigli nel sole. Ella non vede altro. leri erano nncora i n boccio; ma chi ha mai potuto assistere al preciso momento dello schiudersi di un fiore ? Eua si è pian piano avvicinata al miracolo

dei candidissimi calici, cretti sugli alti ·sambi, con stami dorati al posto del cuoré »

·La bambina scontrosa~ piuttosto selvatica, condan nata alla vita triste della sopportfWile miseria, t rova Là sua·. liberazione in una comunione diretta colle cose, colla divina ricchezza della natura. 11 senso, che si potrebbe chiamare « pànico », della vita, eccolo esaltato in questa specie di inno alla gloria de l sole :

« Ella è profondamente innamorata del Sole.· Sa che il suo colore è più splendente in luglio, più intenso in agosto, p iù riposato nel settembre; e che nulla è p iù soave agli· occhi di una ~llida lista di sole sui tetti in febbraio, quando dimo ia e soltanto qualche ulti_mo sprazzo di n eve biancheggia qua. e là ~ugli embrici_ ~

Ecco ·maggio · umanizzato che « entra dal balconcino aperto, t acitamente frenetico, con tremoli rifless i di verde, tepore di Sole, p rofumo d i acacie, e ronzii musicali di bimbi in amore».

Ecco ancora con poch e pe nneUatC il quadro della piccola ch iesa dove l'adolescente si reca qualche volta a pregare:

11 Dolci lumi, dolce sentore d'incenso, fiori di carta e sospiri d 'organo; piccola gente ignota, mentre· tutta buona sta pregando; delizia del torpore mistico; litanie gravi modulate in còro; cettèzza di Dio padre; serenità».

La bambina cresce in età. Attorno a lei gli eventi hanno un ritorno piuttosto normale. La nonna muore, la m amma continua a lavorare nella fabbric a. Il fratello - 'irregolare ·- non rient ra sui binari e finirà a mo rir tisico in un ospedale. 1:: giunta J'età critica. Ma nella rievocazione non c'è nulla di licenzioso o di eccita nte . li fatto fisico o foiolog ico si accompagna con acuti pe rturbament i psic:h ici, i l ch e dev'essere naturale in una fanciuJla di squisita Sensibilità~ ffia anche queste pagine di verismo sono ben lontane da certo verismo prosastico e prosaico. Nessuno può lacerare il velo del pudore che fa bambina getta attorno a sé, nel momento in _cui diventa donna. 1ntanto, mentre frequenta le scuole normali, il dio dei poeti comincia ad arigustiarla. C'è nell'anima della scolara irrequieta Ùna forza che cerca una direzione. La piccola prigioniera si affaccia alle sbarre della sua prigio ne ..:..... la sua giovinezza mediocre - e tenta spezzarle, Ci riuscirà più t ardi; Il vasto panorama della poesia si affaccia al suo sguardo intento. Oh sensazioni inesprimibili , desideri cedenti, sogni di g randezza e di gloria. Che cosa è la poesia?

« J venti azzurri de ll' Odisua, port.inti dal largo echi di cori eroici; la bellezza dì Elena, sola femmina nel mondo fr.1 g li uomini e Ja morte; la ìrruenta

DAL DlSCoR'so ALLA Cli.MERA AL CONGRESSO DEI FASC~ 37

cavalcata notturna degli endecasillabi dei sepolcri e soprattutto certe immobi li e portentose serenità dei Leopar~i la mantengono in quello stato di grazia, di dolcezza gaudiosa, che· prima le fu rivelato dall'ascoltare, attraverso l' invisibile e l'ina.Herrabile, il fluire del tempo » ·

Ancora e sempre la comunione « pànica » della vita, con le cose, con gli uomini; con quelli che furono, con coloro che saran no ; con gli ucce11i che riempiono gli alberi. di canti; colle erbe che cresconò alte e grasse nei cimiteri delle città silenziose; coll'acqua lhe colla - fluidità provoca n ell'adolescente un senso di paurosa angoscia; coi temporali estivi che <(gettano nella piana canicola il pianto livido dell'autunno>>:

Per _Dinin « il mondo consiste in quella pianura senza . .mutamento, i'ntersecàta da fughe rettilinee di gelsi, da scorrer geometrico di forrè e di canali, e che pur si fonde con. la trasparenza dell'aria, e con l' arco sublime del cielo in una belJezza nella qllale tutto si placa»

Giorno per giorno ci è dato di segui re lo sviluppo di questa vita : da quando la piccola faceva la portinaia, al giorno in cui comincerà ad insegna re in un collegio privato. Questò libro ci spiega anche come qualmente la prima attività poetica della Negri sia stata di carattere sociale. C'erano motivi intimi, oltre al colore del tempo. Il socialismo è stato per la Negri poetica, come per me, ad esempio, un'esperienza politica.

Mi don:i,ando se per l'economia artis_tica del volume erano nece ~sari i due racconti che lo interrompono a metà. Quei due racconti non tolgono nµlla, ma non aggiungono nulla alla b ellezza del l ibro. Quelle storie non mi interessano: :B la vita di Ada Negri, la prima vita che m'interessa e mi sed uce. ia continuità delle mie impressioni e sensazioni non dev'essere interrotta con racconti a Iato, anch~ SC" scritti in una forma che ricorda assai da vicino la divina sempl icità della. novellistica maupassaritiana. :E. questo l'unico appunto che un critico arcigno può fare all'.Autrice. Tùtto il resto è poesia dolce e profonda, T utto il resto è freschezza di primavera, che dà un senso di ri poso all'an ima. Un po' d i noi rivive in quelle pagine. Trascorrendole, sono i volti della nostra infanzia che tornano, mentre cantano nei nostri cuori le fontane segrete di tutte le nostalgie. Tornare! Ricominciare! Sogno pazzo di Faust!

Ma Epitteto, greco e saggio, ammonisçe:

« Tutto ciò che è nato, deve morire: è una legge generale. lo non sono l'eternità: sono un uomo, una parte del tutto, come l'ora è una parte del giorno. Un'ora viene e passa; io vengo e passo anch'io».

38 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
...

Ma i tramonti della vita, come le aurore, hanno luci e armonie e ricchezze e bellezze, Poiché, se .i crepuscoli del mattino si spengono nella gloria ·Sfolgorante del sole, i crepuscoli della sera muoiono nella luce virginea delle stelle

MUSSOLINI

D3 Il Popolo d'llalia, N. 163, 9 luglio 1921, VIII. Pubblicato anche sul.J'Almana«o Enridopediro del « Popol o d'llali" ». li 1922 Milano, Esercizio tipografico del Popolo d'Italia, vìa Lovanio 10, 1922, pagg, 249-251

DAL DISCORSO ALLA CAMERA A l CONGRESSO DEI FASCI 39

[NELL'ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI BATTISTI]

Cinque anni fa , oggi, Cesare Battisti, socialista italiano, inte rventista e volontario dì g uerra., deputato di Trento al Paèlamento austriaco, ve-. niva assassinato nel Castello del Buon Consiglio ·dal boia Lang, per ordine dell'imperatore· dcgJi impiccati.

Alla sua memoria nessun accademico tributo di vane pa ro le.

Il suo nome - pfonacolo della ·stirpe - ha il guizzo impetuoso d ella luce ch e è n ella realtà immortale della Patria, E b asta come u n monurnénto all'Eroe. Ma il su o niartirio è mo nito perenne d i g uerra con tro la rifioritura dei vig liacchi di dent ro.

Fascisti.I

Inclinate J'aste corte di tutti i gagliardetti da combaltìrncnto verso gli irrcdent~ che ancora aspettano....

l'intimazione sacra di quest'ora in cui - per noi ed in n oi soltanto - rinverdiscono le speranze dell'jdealc senza partito: tutti g li italiani all'Italia. Tutta l'Italia agli italiani!

Da. Il Popolo d' Italia, N 164., 10 foglio 1921, VIII (o, 36).

FATTI NUOVI

Si riunisce oggi a Milano il Consiglio nazionale dei Fasci Italiani di Combattimento; si riunface, cioè, lo Stato maggiore della più potente organizzaz ione politica esistente in Italia. la riunione d'oggi è attesa non soltanto dai fascisti ma da tutta l'opi nione pubblica, perché, fra gli altri argomenti all'ordine del giorno, c'è quello della « pacificazione».

Il Consiglio nazionale deve, . in primo luogo, ratificare talune mozioni presentate alla Camera dal Gruppo parlamentare fascista; mozioni che hanno un valore di principio, e cioè la mozione d'indole economica presentata dal De ·Stefani e l'altra sulla politica estera. Nel secondo tempo, sarà affrontata la questione più appassionante ed importante: queJla dei rapporti .tra fasci smo e sovversivismo. Nonostante le inevitabili deformazioni giornalistiche, dettate in generale da una scarsa conoscenza dei· fatti e da un sincero desiderio di pace, la verità. oramai è manifesta e può riassumersi in que5ti termini. La prima mossa, diremo cos), pacifista, è partita dall'on. Zaniboni e_qu.indi dal campo socialista, Ci sono stati alcuni colloqui. a quattro; Si -è redatto uno schema di patto per l'accordo e nient'altro. Non c'è stato, dunque· , nessun trattato di pace. Si può aggiungere che assai difficilmente si addiverrà a stipularne uno. le proteste partite da molti Fasci, Je riserve avanzate da molti altd, hanno un valore innegabile dì sintomo, ma non potrebbero, da sole, dettare la linea generale d'azione. Bisogna astrarre dalle singole situazioni locali, per abbracciare Ja situaz ione in sintesi, sotto .il suo aspetto « naZi(?nale ». Ma anche prescindendo dagli aspetti particolari della guerriglia e delJe diverse situazioni locali; anche prospettando la questione da un punto di vista generale, bisogna riconoscere che tutto quanto è accaduto, all'indomani delle prime notizie, ha allontanato· e non avvicinato il giorno della pace. ·

C'è stata una recrudescenza di attentati comunisti e socialisti; nuovo sangue fascista è stato versato; e a Roma si è tenuto un comizio·a chiaro carattere antifascista, con esibizione al pubblico dei falsi arditi covati dal Paeu (e chi dice Paeu, dice Cagoia). .Vero è che gli autentici arditi di guerra hanno diffidato i nuovi arditi del popolo; li hanno smascherati, ma la ~iffida nor:i sembra aver recato conseguenze di sorta.

In realtà si tratta dei soliti « arditi rossi », che i fascisti hanflo già ripetutamente sgominato. Non sono costoro che possono, anche minimamente, incrinare la granitica compagine dei milleseicento Fasci esistenti in Italia con un totale di soci che supera di gran lun8a i 187.000 denunciati da Giolitti. ·

Gli avvenimenti della scorsa settimana, dal ·comizio di Roma all'atroce assassinio cft"Torino, hanno disperso le troppo rosse e precipitate illusio!li pacifiste. Quei signori non disarmano; rion intendono disarmare; per tenerli a freno, per impedfre lo scatenamento dei loro istinti antisociali e antifascisti, è neèessario vigilare, prepararsi, orga-, nizzarsi ed essere pronti alla battaglia, '

L'opinione pubblica attendeva la pace. E chi non vorrebbe la pace dopo tanto sanguinoso travaglio? .Chì non potrebbe vedere inaugurato un p e riodo di tranquillità interna dopo sei anni di gu erra? Nessuno che non sia d'istinti petvcrsi; può desiderare, per puro capriccio e sènza assoluta necessità, il prolungarsi di questo stato di cose. Ma la pace non può arrivare se gli altri non ,la vogliono; non vi può essere pace sincera . o durevole se una parte vi accede col sinistro proposito di utilizzarla a .fini di rappresaglia e di vendetta. Ne consegue per il fa scismo un preciso dovere: non smobilitate .finché ci sia un pericolo o una mi· naccia.

MUSSOLINI

Da li Popolo d'Italia, N. 16~, 12 l uglio 1921, Vlll.

42 OPERA OMNIA DI
BENITO MUSSOLINI

[SULLA PACIFICAZIONE TRA FASCISTI E SOCIALISTI] *

Mantengo l'ordine del gìorno che ho presentato ieri sera al Comitato esecutivo e non accetto l'ordine del giorno Marsich per molte ragioni : prima di tutto perché è troppo lungo, poi perché affastella tiella stesso testo una quantità d'argomenti disparati.. Vi si parla di classi o di caste politiche da demolire, mentre invece l'argomento in discussione è scmpliceme·nte limitato ai rapporti fra noi e il socialismo italiano. Bisogna assolutamente rendersi conto che una differenza esiste fra partitì politici ed organizzazioni economiche , Quelli. di voi che ~nno seguito l'organo ufficioso della Confederazione del lavoro (Battaglie Sìndacalr), avranno notato che l'atteggiamento dei confederali di fronte al f~nomeno del fascismo non.è stato cos) idiota, né cosl infame come l'llt-

"' .A Mi lano, nella sede del Partito economico sita in piazza del Duomo 2, la mattina del 12 luglio 1921, hanno inizio i !avori del consiglio nazionale d ei Fasci Itali:ini di Combattimento. Sull'uione svolta dal Gruppo parlamentare fascista, Mussolini dièe: (( I/ Gruppo plllTlamenlttre faJchttt, ucondo me, nella su azione pnrlttment.Nt!, ha agito bt!1le: ha defe,uuralo Misiano, scatenando le ,iurue tJ anthe la deplorazh>ne di tanti paM1twmi costituziqnali e di mo/Ji 4/i ni a noi (come Colaian,Ti), p,rch, 1.1edtvano NI euo ,l'elello del popolo! Poi la cad1Jta di S/orz,z r,o,, ; SlaJa o ptra dtgli e!em,rrfi incerti ed oJCillanti nel p aeu, ma è Slafa opera dell'mtauo combinato dell.a Dutra nta.ion.:le. Il G r!ippo fa.uilta · h a daJo prova di una dis.reta '1ltivi1J. Ora, se noi d i11enliamo il centro di ,Qd. t,lila:done di alrre forze, po,remo'fllf'e qMlche rorca,· ma se noi stiamo fermi in uno splendido ed onanisTi.o isolam enlo, non so rosa potremo fare di 111i/e: al pane».

Nella seduta pomeridiana, si inizia la d iscussione dell'argomento riguardante le trattative di pacificazione tra fascisti e socialisti. Parla per primo !'on. Giovanni Giuriati, compilatore di un progetto di i,acificazione assieme all'on. Acerbo, Sf'gue Mussolini, che fa le dichiaruioni seguenti:

«" Alomi rhiarimenJi, Lo ubema dell'a.cordo di masiima J.trebbe Jlato dCctll1tto da Julll perchi era u,: t1ua,do pliJJonùo, ideale, Solamente, l'on. GiurilJJi rieDrdn'à r"he io ho stmpre parlah> di , ondizioni dtl tJggiungere e cùù: impeg,ro di non mellere bandiere r,me agli edifi(i p1tbbliri,· ;mpegno di non fare più agi. 1azioni n,i roll, gi insimguì,ra:i; impeg,ro dt1. />tl-f'te dei sr,daJisti di appot,gillf'ci nell'tvrntKale q11e11fone d ei depuJ<IIÌ souo 1''1à preurifla e si mili, perch é fo ,di,re del iiorno 110n aveva · clautole. Per cui f auordo è 1ttt10 bombardaJo d~ giornali del/a c11pi1ale ro m, una roJa giJ faJJa, il che rhpondeva a indiurezioni tiornaJ;.

teggiamento dell'organo del Partito Pussista. I Buozzi, i Colombino, i Baldesl ed altri , hanno cercato di comprendere il fascismo ed hanno affermato che gran parte di fascisti italiani erano corSi al fascismo per motivi idealistici. La d ifferenziaziOne si impone anche per altre ragioni.

Noi non possiamo prescindere da queste masse di lavoratori. Fino ·ad ora le abbiamo curate con riÌiledi energici. Ma grande e sottile medico è colui che sa adattare le medicine al corso della malattia. . Ognuno di noi può constatare che lo stato d'anim<? delle m~sse ope· raie è fondamentalmente diverso da quello di due anni fa. Penso che • oggi si possa cambiare la medicina e sia da andare· verso queste masse opera ie per convincerle della fallacia di tutte le dottrine social iste.

D ' altra· parte queste trattative di pace sono· interrotte perché sono intervenuti altr i fatti a turbare il corso delle cose. Gli uomin i che ci hanno chiesto tale pace, il Partito che ci ha ch iesto la pace, è un Par· tito che per yenti anni ha dominato la vita · itali ana, che ha centoven· tidue d eputati, amministra migliaia di com uni e possiede moltissime organizzazioni economiche.

Questo Partito, che è stato la minaccia, il ricatto p er ·decine di anni dello Stato e della borghesia, era disposto a scendere a patti con quell'odiato fascismo , che, in un primo tempo, ha ignorato1 in un se. condo tempo, ha diffamato, in un terzo tempo, riconosceva come vitto-

JJiche e nienle ailro, Ora mi pare che le dichiarazioni de/l'on. GiuriaJi sùtno abbas1a11za esaurienti per que/Jo che riguarda la faccmda dei prelimin#i. Per conio mio retli/i.o un mio errore: io credevo che finizialilla f osu partila JaJ /'.()n, Z,miboni, mentre pare che sia partita da El/ero Prego quindi P,ue/la di dare !mura delf ordine del giorno fhe abbiam o fOnforda10 e sul quale 11trrà orientala la diJc11JJiont ".

« Pasel la d à Jeuuu del seguente ordine J el giorno, che venne votato all.j unani mità dalla Commissione esecutiva del Com itato centrale J ei Fasci:

«" Il Consiglio nazi onal e dei Fasci ltaliani di Combattimento, dopo ampia discussione e p resa visione dei voti emessi dai singoli Fasci in merito alla even. tuale pacificazione, rievocate le ultim~ manifesta'ZÌoni politiche e gli · atroci misfatti compiuti a danno dei fascisti, proprio quando il paese auspicava alla fin e delle lotte civili, pur dichiarandosi disposto a disarmare se gli avversa.ri Jea(. mentt e completàmente disarmino a loro volta, ritiene intempestivo, nel momento attuale, qualsiasi accordo coi partiti n emici cd ostili;

«" reputa tuttavi a ne<:essario distinguere le organizzazioni economiche dei lavoratori dai partiti cosiddetti sovversivi, ed invita i singoli Fasci, là dove la situazione lo consenta, ad accedere ad accordi d'ordine locale coi rappresentanti delle organizzaiioni operaie, salvò la ratiflca degli organi dirigenti dei Fasci" ».

Dopo che Pasel la ha illustrato l'ordine del giorno, parlano Pcrrone,. Farinacci., Bottai, Marsich ( che presenta un ordine d el giorno), Scarpa, Agostini, Bastia.nini., Polverelli, Bresciani, De Vecchi, Padovani, Mastro mattei, Indi. Mussolini prommcia il discorso qui riportato, (Da I/ Popolo d'I1ali11, N. 166, B luglio l 92 l , VIII).

44 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLII":-7I

rioso, per il solo fatto che si metteva al tavolo a discutere sulla resa E voi" considerate che queste cose. siano tali da sputarci sopra? Se ? possibile di togli erci una parte di nemici~ non è forse il caso di andare incontro ad essi con l'anima sgombra di preconcetti? Ma il fatto che i soèìalisti verrebbero a trattare la pace con noi non scaverebbe più profondo ·H solco fra socialisti e comunisti ed anarchici? O noi o non contiamo il numero dei nemici, o noi dobbiamo seguire una tattica, che è quella dì dividere i nemici pet · batterli e per separarli.

C'è un equivoco. Si crede che il trattato significhi la fine della lotta contro il Partito Socialista ed i socialisti. No! Domani noi continueremo a combattere. il Partito Socialista ma solamente noi sposteiemo questa lotta dal piano delle violenze sanguinose ed incendiarie ad un altro piano Qi propaganda,.. di ~ontraddittori, di comizi, ecc. O noi abbiamo la convinzione che siamo i portatori di una verità, e allora dobbiamo essere anche pronti a scendere su altri terreni di lottJj o noi nma:rremo sempre sul terreno d elJa violenza, e a,Uora sarà palese che in noi non c'è nesSuna verità e che noi rappresentiamo. un fenomeno puramente negativo. Ora io stesso, che, per ragioni nazionali e, soprattutto, umane, er<? proclive ad accedere su questo terreno, oggi sono contrario. Ma notate però. che il PartitO Socialista, malgrado la sua partecipazio ne al comizio di Roma, non ha negato ogni possibilità d i pace col fascismo; non c'è un atto, n"on c'è un articolo del Partito Socialist a che dica : non vogliamo la pace a nessun costo. Quando ci fosse questo, allora la situazione sarebbe chiarità, · Purtroppo v i. sono altri fatti ed altri elementi ed altri indizi . che ci pongono nella condizione . di soprassed ere in questo ·momento alle · trattative, E questi fatti sono : la creo.zione degli arditi di Cagoia, il comizio romano, la recrudescenza d ei delitti comunisti. Ma da questo a chiudere t utte le po rte, a dire .che non faremo ma i la pace, che continuèremo ·1a battaglia, la guerra all'infinito, ci eone molto. Ecco perché io ritengo che questo ordine del g iorno sia eminentemente realistico e risponda alle condizioni peculiari del momento.· Perché in questo . ordine del giorno, mentre ci. dichi~riamo pronti a disarmare, riteniamo intempestivo neJ· momento attuale qualsiasi acco rdo coi partiti antinaziona li. Nel momento attuale; perché se, p er esempio, domani i soci alisti, che sono un Partito che sarebbe opportuno distaccare dal fronte unico di" tutti g li altri partiti, venissero a noi, q uesto ordine del giorno non chiude tutte le porte, ma anzi apre uno spiraglio. Perché se la guerra continuasse, sarebbe una guerra in grande stile e sarebbe la. fine dell'Ital ia.. B necessa ri o . aprire, quando occorra, una. porta, distinguèndo fra i partiti . politici . (ch e sono composti di politicanti ·Speculatori) e le masse operaie ( che si compo ngo no di ingenu i, d i convinti, di dub-

DAL DISCORSO :ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 45

biosi, di incerti e di gente che non ha nessuna . idea). Ora, se non distingueremo fra questa massa, noi avremo un blocco unico contro di noi . Se . noi. continueremo a distruggere le Camere del lavoro sen~a una precisa ragione, susciteremo l'odio, perché offenderemo una larga cerchia di interess i materiali e morali. Sarebbe gcande evento se si potesse stipulare ·un accordo locale, sia pure con la Confederazione del lavoro; sarebbe bene, dicevo, cercare di sep·arare la Confederazione dal gruppo dei partiti sovversivi, poiché la forza reale è .la Confederazione. Gli altri sono i quadri, gli ufficiali, i g enerali che hanno le forze in quanto hanno le leghe; ma quando domani le leghe, le cooperative, .le federazioni andassero verso l'autonomia, noi avremmo una formidabile posizione nella vita nazionale. Se continueremo a combattere contro le leghe operaie e le Camere del lavoro, costringeremo i confederati ad accostarsi ai partiti polit ici. Tutto questo dovete riflettere pr~ma di prendere una decisione che sia assoluta. Non è detto che dobbiamo smobilitare; continueremo ad ·a".ere . le nostre squadre, le perfezione"remo, ma daremo un'altra direzione a queste energie potentissime. Se il fascismo farà questo, ha dinnanzi a sé una strada maestra da percorrere; ma se il fascismo si imbottiglia neJla pregiudiziale antifascista, noi probabilmente domani ci troveremo in una situazione di crisi spirituale e materiale, mentre oggi siamo i vincitori*.

• Dopo lunga discussione, yiene messo in votuione l'ordine del giorno proposto dalla commissione esecutiva del comitato centrale, L"ordine del giorno viene approvato all'unanimità, meno un astenuto: Achill(l Staràce, rappreu-ntante dei Fasci della Venezia Trideotina.

46. OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

PAROLE E FATTI

L'ordine del giorno che in tema di pacificazione è stato votato all'unanimità dal Consiglio nazionale dei Fasci Italiani di Combatti• merito, non ha bisogno di lunghe postille illustrative. La discussione Che l'ha preceduto, attraverso le sfumature dei punti di .vista individuali, che hanno sboccato nell'unanimità del voto, offre ai nostri avversari, ai nostri nemici ed ;l pubblico in genere, il documento che caratterizza il nostro stato d'animo e la nost ra direttiva politica.

Abbiamo dato il testo stenografico della discussione, perché possiamo permetterci il lusso di giocare a carte scoperte e non abbiamo nulla da oascondere.

Non sappiamo se i nostri avversari avranno il coraggio d.i fare altrettanto. La pubblicità che_' volutamente abbiamo dato alla diS<us· sione, deve servire a precisare le posizioni e le responsa6ilità. L'ordine del giorno votato ha precisamente questa sigll.ificazione: il fascismo, alieno da ogni pregiudiziale, non è irretito dalla pregiudiziale anti· pacifista; è quindi disposto, in tesi di massima, a trattative ed accordi. In secondo luogo, il fascismo, dati gli avverlimenti delle scorse set· timane, trova intempestiva ogni trattativa di pacificazione coi partiti sovversivi,· per cui se ne riparlerà a migliore stagione; e, nelJ'attesa, i fascisti tutti devono rimanere pronti, inquadrati e disciplinati. In terzo :luogo, il Consiglio naz ionale dei Fasci ha autorizzato· i singoli Fasci a stabilire, dove sia possibile, accordi di natura loca le colle orga· niziazioni operaie, in modo da rispettarle, quando non risultino di. rettamente implicate nei misfatti dei pa rtiti.

Quali ulteriori sviluppi possono derivare dall'ordine del_ giorno VO· tato dal Consigl io nazionale, è d ifficile dire in questo momento. In talune località, si sono già stipulati accordi sul terreno delle organizza · zioni sindacali, e può darsi che si generalizzino. La Confederazione Generale del Lavoro ed i Sindacati pos~ono benissimo scindersi dai partiti cosiddetti sovversivi, e ci guadagneranno materialmente e moral· mente. Ad ogni modo, il . fascismo non fu mai cosl granitica.mente omogeneo come nel momento attuale. I Fasci costi'tuiti e regolarmente funzionanti si avvicinano ai duemila, con un totale di soci, quasi tutti giovani, imponentissimo. Ogni giorno il telegrafo ci annuncia nuove

4 . • XVII.

costituzioni di g·cuppi fascisti. Ogni centro fascista di una cert a importanza dispone di un sc~timanale, che è, quasi dovunque, il più diffwo dei ·giornali locali. Si sono costituite e si costituiscono le Fede· razioni provinciali, destinate a rendere ancora più compatto e disciplinato il movimento.

Questo «raffinamento», squisitamente politico, della nos tra organizzazione, non è disgiunto dall'altra preparazione d'ord ine materiale, che procede dovunque attivissima e può contare sull'illìmìtato spi rito di sacrificio dei nostri gregari. Così stando le cose, e sta nno realmente così, tutti i fronti unici antifascisti, tutte le creazioni spurie' di arditi rossi, che già furono sgominate da noi nel 1919, quando eravamo un manipolo, ci lasciano assolutamente indifferenti. 11 (atto che si è costituito il fronte unico il· più esteso po~sibile contro di noi, è la più chiara documentazione della nostra potenza. Questa assurda coaliz ione si chiama Comitato di difesa, perché sarebbe temerario votars i al massacro in qualsiasi azione offensiva contro dì noi. Al l' infuori delJa imboscata · vjg ]iacca, n essun'altra a zione è possibile contro di noi, data la formazione « leggera » e « mobilissima >> delle nost re unità di combattimento.

In conclusione, l'ordine del giorno votato dai Fasci, su proposta di chi traccia queste linee, impone ai nostri avversari un severo esame ~i coscienza. Essi, non nOi, devono scegliere!

MUS S OLINI

Il Pqpolo d'ltalid, N. 167, 14 luglio 1921, VJIJ.

48 "OPERA OMNIA DI BE.NITO MUSSOLINf
Da

POSIZIONI

A Roma si discute ancora una volta di p ace. L'on. B~nom/ ha deciso d i riannodare le trattative, che avevano subito - non per causa fascista - un pericoloso tempo d 'arresto. I segretari politici del fa. sc isma italiano hanno accolto l'invito del presidente del Consiglio e si sono recati immediatamente alla capitale, dove saranno raggiunti d a altri dirigenti del fasci smo. ·

.B tempo, anzi è nècessario, mentre si riparla di ·pacificazione, riprospettare g li avvenimenti di queste ultime settimane, per p recisa re su chi ricadano certe responsabilità. Non su noi. E documenti~mo.

Si iniziano trattative per un accordo. I giornali ne parlano e pubblica no anche sch emi di trattati. Tutta la stampa saluta con entusiasmo l'avvenimento auspicato. Su queste colonne, chi scrive, indirizza vigorosamente il fascismo italiano verso le nuove direttive. Ma l'A vanti.I tace. . Non un rigo. Neppure p er la cronaca, Soltanto dopo alcuni giorni, esce l'Avanli! coll'ordine del giorno votato dalla direzione del Partito, e con un grave errore nel testo, che capovolge il senso delle parole. Strana combinazione! L'errore di stampa, p er quanto curioso e g rave, è il meno: ecco il comizio d i Roma, con esibizione dei neoarditi zossi~ ecco una collana di fezod assassini, pezpetrati in danno dei fascisti in tutta ltalia i ecco i giornali del nittismo riprendere la campagna diffamatoria contro il fascismo, takhé alla settimana in cui p:uve dischiudersi l'o rizzonte, segue una settimana di nuove violenze e di nuovo sangue. Assistiamo a una gonfiatura ridicola degli episod i di Viterbo. Adesso si riconosce che i fascisti umbri - i troppo e tanto diffa mati fascisti dell'Umbria! - voleva no la pace colla popolaziÒne viterbese. Ma la cagnara di certa stampa ha già provocato stati d'animo antifascisti. Vengono _ i fatti di Treviso. Anche qui, gonfiamento ed esagerazione. Quanti pedadoghi sul pulpito a farci la predica! Nessuno ricorda la turpe campagna di calunni e antifasciste, che ha pro· vocato la (~rmida.bile spedizione pÙnitiva ! 11 ·fatto stesso che i fa. scisti colpiscono a destra e a sinistra, è la riprova manifesta d el loro alto, e si potrebbe dire ingenuo , idealismo! Il fatto ch'cssi non si cu rano nemmeno d' informa re il loro g iornale, è Ja prova di una spe·

ciale e complessa mentalità, che non si spiega colle tavole dei vecchi partiti, che esoibita dai quadri dei vecchi partiti.

_ Comunque il !atto documentato che rim ane è i l seguente:- tutte le possibilità di pacificazione sono state disperse dalle gesta compiute da parte dei pactiti antifascisti precisamente nella sett imana successiva all'inizio delie trattative. Coll'aggravante di alcuni giornali borghesi (Cagoia !), che sembrano nati . apposta per esasperare la contes~.

Riusciranno i nuovi approcci? 11 voto del Consiglio nazionale fascista apre q ualche porta. Attendiamo, e, nell'attesa, i fascist i di tutta Italia diano prova della massima disciplina.

MUSSOLINI

Da li Popolo d'ltali.~, N. 169, 16 luglio 192 1, VIII.

50 OPERA OMNIA·DT BENITO ]',fUSSOLINI

DOPO TREVISO

UN MANIFESTO DEI FASCI

Treviso, 15.

I fascisti hann·o pubblicato nel pomeriggio il seguente manifesto:

«Ciuadini!

f< I lascisd oggi hanno voluto · da.ie una lezione,

« A.i sodai distruttori Bergamini, che, con l'animo di g ig lio, bivaccavano nelle loro sedi armati di bombe e fucili e cinicamente domandano pace.

« Anche pci comunisti bianchi sia di monito la nostra dimostra:done di fc-de e di forza.

« Sappiano tutti che noi non sopportialllo, né permettiamo che ai nostri amici di fede siano rivolti insulti, minacce e persecuzioni.

« Noi siamo tutti giurati per la morte per la difesa dell e nostre idealità.

« Noi ai vigliacchi non chiediamo mai pietà, ma mettiamo -nella bilancia il nostro sangue, che anche questa mattina ha tinto di vermiglio le carni dei nostri arditi. Saremo sempre pronti per accorrere in difesa di Treviso. Ricordatelo!»

Gli episodi di Treviso hanno scatenato la controffensiva antifascista, che abbraccia, oramai, tutti i partiti e frazioni di partiti. Se i fascisti del luogo e gli altri ~he mossero verso Treviso, avessero , prima della sped izione, informato l'opinione pubblica italiana, non ci sa rebbe l' attuale can-can antifascista. Erano mesi e mesi che la R.iscoua dell'on. Bergamo sputava calunnie su calunnie cont ;o il fascismo e i suoi uomini. Non era la semplice ed onesta critica alle nostre idee, ma l'espettorazione rabbìosa e stupida di tutti i più f etidi luoghi comuni _del pussismo italiano. Se i fascisti si son decisi all'azione, è veramente segno che 'la misura era colma!

D'altra parte, assistiamo a ima mont.itura colossale. Si parla di « Treviso messa a ferro e a fuoco>>. Dopo di che i morti e i feriti dovrebbero essere migliaia e la città dovrebbe essere ridotta a un mucchio. di fu. manti macerie. Orbene, malgrado i titoloni della Voce, cosid~etta re• pubblicana, di morti a Treviso non cc ne ·sono stati e i. feriti nOn arrivano alla dozzi na e la. metà· sono fasciSti ! Ma bisogna calcare le tinte, battere i colori chiassosi. sul quadro; per stimolare . l'antifascismo d ei repubblicani, che non dimenticano le infamie e le barbarie rosse! De-

gna d.i rilievo è anche la diversità nel « tono» delle divecse prot~st~. Le organizzazioni popolari di Treviso gettano fuoco e fiamme e pretende rebbero - paverini ! - le dimissioni dei minis~ri popolari ....

Ma il seg retario politico d el Partito Popolare, don Sturzo, calma i bo1lenti spìrìti dei poco cristiani popolari di Treviso · con questo telegramma doccia fredda:

Partecjpo vostra protesta contro vandalismi a danno Pidve e Uni one dr!l lavoro, Ministro dell'Interno mandato ispettore generale anodare resporisabilità. Occorre riprist ino ordi ne, vita civile, dando esempio volontà pacificatrice, insieme alto zispetto Jibertà. civili e senso dignità. politica contro violenza. Te!egrnfato on. Ferri per inchiesta: Saluti. Segretario politico Sturzo.

Questo telegramma è misurato ed è una lezione contro i demagoghi neri di T1eviso, i quali non hanno mai dimost rato « una volontà pacificatrice». ·

t i nuti le!

Assaì d ifficilmente si perverrà a disarmare materiaJmente, se prima non sarà cessata· l'infame oper~ di denigrazione del movimento fascista.

D a /{ Popolo · J'Itttlirr, N. 169, 16 luglio 1921, VJII (,).

52 OPERA OMNIA DI BENITO
~1USSOUNI

ROMA. 18, notte.

n·discorso pronunciato dall'on Bonomi non è un grande discorso ed è. soprattutto deficente in mate ria d i politica estera.

Notevole nella prima parte è l'affermazione che il trattato di Rapallo dovrà essere eseguito con una maggiore fermezza nella tutela degli interessi _e dei sentiment i italiani, i quali sull'altra sponda del1'Adriatico rappresentano Uf!. patrimonio di civiltà e di cultura; il che significa, a nostro avviso, che lo sgombro della terza ed ultima zona dalmatica non avverrà se prima non siano state applicate da parte jugoslava le garanzie contemplate a favore delle minoranze italiane del trattato di Rapallo.

Importante, a proposito di Fiume, è l'affermazione che i confini deI1o Stato, e quindi i problemi portuali, saranno decisi in tre. Finalmente si riconosce -e si doveva fa rlo anche prim~ di Rapa11oche lo Stato indipèndente di Fiume non è indipendente se gli si in ibisce di intervenire nella discussione dei problemi che lo riguardano.

NdJ'attesa che si addivenga a lla costituzione di un · Governo fiu· mano regolare, l'importante è che non si commettano atti di violenza cont ro il manipolo che presidia Porto Baross.

Molte altre questioni urgentissime di politica internazionale non sono state ne mme no sfiorate dall'on. Bonoml. Confidiamo che il nuovo ministro d egli Esteri Co lmerà questa lacuna.

La parte econòmico-finanziaria del discorso si riassume in questa linea fondamentale: tutta l'antieconomica e demagogica legislazione fiscale avanzata da Giolitti deve es.Sere riveduta, ed in parte soppressa, perché ha già inferto danni terribili all'economia nazionale.

Jn tem:1. di politica interna, J'on. Bonomi si è diffuso sull'argomento della pacificazione e ha · riafferma~o la volontà del Governo di applicare rigorosamente Ia legge contro le .fazioni in lotta. Non ci abbandotliamo a postillare questa parte del disco rso, poiché le. tratta· tive per la pacificazione non sono a ncora · definitivamente spezzate.

L'ultima parte del discors? è d iretta particolarmente ai socialisti

POSTILLA (Per teÌefono <1/ « Popolo d'Italia>>) .

o, meglio, ai «conf ederal i » . Vi è un accenno fugace ai p roblemi chC interessano i l mondo operaio, dalla cooperazione alla creazione di un Consig lio nazionale del lavoro, rui sarebbe delegata la preparazione di tutti i p rogett i di legislazione. sodale, la Camera ha accolto .freddamente jJ discorso dell'oo. Bonomi e, se gli applausi costituissero da soli un indice della situazione, il ministero Bonomi potrebbe già essere ritenuto come liquidato. Ma, data la situazione parlamentare e quella del paese, è assai probabile che il ministero riuscirà a raccogliere una maggioranza che g li serva da viatico fino all'autunno.

Di quì a tre mesi, ad ·opere compiute, Ja ·maggioranza diventerà più solida e più larga o si avrà una nuova crisi, il cui sviluppo e Ja cui soluzione dipenderanno dai congressi dei grandi partitì polit ici, ch e si ~nnunzia no imminenti.

La Destra non ha ancora irrevocabHmente d eciso il suo · atteg· giamento.

MUSSOLINl

Da Il Popolo d'Italia , N. 171, 19 luglio 192 1, VIII.

54 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

MuJJolini riferisce intorno alla riunione dei tre direttori della Destra, i quali sono in linea generale ori.entati verso una benevola attesa

Parlano in 1eg11ito vari oratoa1 fra cui gli on. !Anfranconi, Misuri e Sardi .

Una astensione motivala è proposta da Terzaghi.

Ostinelli parla per ricordare soprattt11to- la necessità di pemare alla rico1truzùme economica.

E slato quindi rinaminat o il Jema della pacificazione.

L'on. Mussolini si è diffuso ad i /lustrare la situazione politica, dimo1trando che, se dalla parte avveisaria v i è una sincera disposizione per la pace interna, da- parte fascista non si devon?' frapporre ostacoli.

O viglio dice che nel/iambiente bolognese non si incontrano simpatie.

Pighe1Ji non crede alle fommle .

Terzaghi n on rifiuta le trattative locali, né quelle generali.

Parl,mo quindi Celnia e Misuri, il quale riferisce .rulla pace Jtipu/ata a Foligno dop o lo sbaragliamento degli arditi ro.rsi.

Mussolini si leva nuovamente · a. parlare, dicendo chè la situazione generale_ d~l paese è molto difficile, anche perché sono sopravvenute g ravi difficoltà economiche e sodali. La pace di Foligno è un episodio e pertanto non è suffi.cente per Je necessità del paese. Un'oasi di pace

* Riassunto d elle dichiarazi oni fatte a Roma, nell'aula di Montecitorio riservata àl gruppo parlamentare fascista, la mattina del 19 luglio 1921, durante una riunione del gruppo stesso.

Nella riunione del gruppo parlamentare fascista del 28 giugno, era stato approvato il seguente ordine de! giorno presentato da Mussolini:

<oc Il GrMJ,po pulament.ire /auis/a d1ma nda al direJJ~io di ùwigiJ..,, Ju/. /'andament o , 111llt1 10J11rione d,Jla friJi 4'/ù"hé q11t1la non Jbouhi in eo-mbinazioni di 11omini o di elementi antinazionali , invira il dire/Iorio a em,vor#f't il Gruppo in u.10 di n, uuità , a risi,dtre in permanenza a Roma dur11111, /11 rrhi » (Da li Popolo d' Italia, Nn, 154, 172, 29 giugno, 20 luglio 192 1, VIII)

(IN ' TEMA DI PACIFICAZIONE] *

in mc220 a focolai di guerra non p~ò avere influenza determinante sulla vita nazionale. · Noi accederemo alle trattative di valore conclusivo, per giungere ad · una convivenza civile fra 1c fazioni in lotta, se dalla parte avversaria sarà dimostrata una sincera disposiz ione per !a pace*.

• <( Viene quindi approvato il seguente ordine del giorno presentato dall'on. Coda, con alcune modificazfoni suggerite da Mussolini: ·

« "Il Gruppo parlamentare fascista, considerando che la situazione del paese esige una uegua per dedicare tutte le energie nazionali ai problemi generali della ricostruzione et:onomica e morale e a quello spc<i6co e urgtntissimo della disoccupazione; mentre confida. che uno spirito volenteroso di reciproca lealtà renda possibile ed efficace le trattative' di paci6cazione; riservata ogni decisione concreta al Consig lio nazionale dei F:LSci, esorta nell'attesa tutti i fascisti. italiani ad astenersi da ogni atto di foaa non strettamente 'imposto da una necessità di legittima difesa" • · (Da li Popo/o .d'ltt:tlid, N . 172, 20 luglio 1921, vun.

56 OPERA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINI

ALLA SVOLTA

ROMA, 19, noi/e,

L'ordine del giorno che in tema di pacificazione è stato ~otato alla unanimità d al Gruppo parlamentare fascista e che i nostri lettori troveranno nella cronaca parlamentare, è un passo verso la chiarificazione delle responsabilità 1:: stolto affermare che i fascisti siano apriorist icamente contrari a trattative e ad accordi di pace. I voti intran, sigenti di taluni Fasci sì spiegano perfettamente con situazioni locali esasperate da recentissimi e sa nguinosi conflitti. Noi:i si può pretendere dai fascisti . fiorentini, mentre è ancora caldo il cadavere dd povero Foscari, una precipitazione o una accettazione subitanea della tesi che ·chiameremo pacifista,

Del resto, alla intranSigenza di taluni Fasci più direttamente e sanguinosamente jmpegnati nella battaglia, fa riscontro 1a transigenza di altri Fasci, che hanno già stipulato - come a Viterbo, a Foligno e altrove - dei patti d i pacificazione locale.

Bisogna prescindere dall~ situazioni locali che possono provocare situazioni di trans igenza o di intransigenza per ascendere alla situaziòne ienerale e sintetica del problema e per inquadrare in un eventuale patto nazionale le piccole intese locali.

l fascisti non ·sono, non devono essere pregiudizialmente cont rar i alla pace, come non sono e non devono essere pregiudizialmente contrari alla guerra. B tempo di dimostrare coi fatti quello che parecchie · volte fu stamp~to e proclamato: che se g li altri realmente disarmano noi dobbiamo e possiamo fare altrettanto. "E. tempo di mostrare a ll'opinione pubblica italiana, la quale segue in questo momento con una certa ansietà e preoccupazione le sorti del nostro movimento, che noi siamo pronti anche alla pace dopo avere condotto la guerca e strappato la vittoria. Bisogna dimostrare questo spirito di pace e fare ricadere sugli altri tutte le. r~sponsabilità e le conseguenze - d "ordine umari.o e nazionale - che d erivano d al procedimento indefinito d ell"attuale situazione. Se a mezzo di un trattato di . pace o con altri esperimenti si arriva a riportare la compet izione politica su di un terreno di reci proca. civiltà, è un bene per tutti, compresi i fascisti; se a

questo non· si a rriva, e per colpa altrui, il fascismo ha la Coscienza tranquilla dinanzi alla nazione e dinanzi alla storia.

Noì ci sentiamo fortissimi per qualità e quantità; n essuno può il• · ludersì di schiantare con la violenza o con l'insidia il nost ro movimento: abbiamo violo. Nessuno può contestafe la noStra vittoria e· po· litica e morale. Mentre la tregua e la pace consacrano la nostra vitto"ria, esse ci permettono di rivedere, migliorare, perfezionare, la nostra organizzazione individuandola e sagomandola sempre più nettamente; ci permettono, ci danno il tempo e la tranquillità necessaria per la elaborazione di un programma di ricostruzione politica ed economica; ci consentono di dirigere verso altre manifestazioni nobilissime - e dello spirito e del corpo - il travolgente dinamismo delle nost re milizie. Potremo anche· dimostrare che oltre alla. Thivenot sappiamo maneggiare le ideè, e che le nostre anime hanno la stessa elasticità dei nostri m~scoli e che coraggio e freschezza ed impeto ed inteJligenza non ci mancano, anche quando si tratti di marciare . nei campi della filosofia o espugnare le città dello spirito.

Ed ancora bisogna far sapere a tutti i fascisti che la nostra non è, non può essere una pa;x que/conque di modiglianesca memoria; che noi non ci faremo a nessun costo mistificare e che anche, domani come ieri, sempre saremo « vigilanti >> sulle fortune della nazione.

Noi · pensiamo ·che i fascisti tutti - dal primo · all'ultimo, qùale si sia l'esito d elle trattative di cui si occuperà nella sua odien:i.a riuniòne il Consiglio nazionale dei .Fasci - daranno prova solen ne del loro spirito di discip lina.

Da li Popolo d'ltalia, N. 172, 20 luglio 1921, Vlll.

58 OPERA OMNIA 1)1 BENITO )IUSSOLINI
MUSSOLINI

DOPO IL VOTO

Alcuni giornali di Roma, allo . scopo forse di drammatizzare a lquanto la .loro cronaca, hanno parlato di una tempestosissirria, « agitatissima » riunione del Consiglio nazionale dei Fasci. Niente di più falso. La riunione è stata la più calma di quante furono tenute dall'inizio d ella nostra attività.

Non ci furono incide nti .di sorta; d iscorsi appassionati, ma contenuti sempre in una linea superiore al fatto personale; l'assemblea fu mirabile di compostezza, di serenità, di equilibrio; come è stata mirabile la prontezza cOlla quale; dalle più lont~ne region i d ' Italia, si è accorsi all'appello di convocazione.

Almeno dal punto di vista della d iligenza , della assiduità e della resistenza lo stato maggiore dell'esercito fascista· funziona. Diciamo intenzionalmente «resistenza·», perché la discussione, cominciata alle 21, si è protratta fino alle 4 del mattino; e quando i delegati sono usciti dai saloni dèll'hOtel BriJtol, gentilmente concessoCi, i chiarori delJ' alba si delineavano aJl'orizzònte.

Fin qui la cronaca, che può inte~essare, ed interes~a certamente, il nost ro pubblico, in quanto gli d imostra che non prendiamo deliberazioni ·affrettate. Data la delicatezza estreina degli ,argomenti e d ato che ci troviamo sul terreno delle trattative, non ci è concesso d are il testo stenografico dellà. dis"cussione e nemmeno un ampio resoconto. Ciò potrà avvenire a situazion e chia rita in un tempo o nell'altro Ci limiteremo a nota re ch e ancora una volta il fascismo è stato unani me.

L'ord ine ·del giorno Mars ich, convertito all'ultimo momento iri una dichiarazione di Voto alla quale si associarono due o tre delegati, non è antagonistico a quello d.i Mussolini.

la riunione è stata «unanime» nell'affermazione ·che occorra sfabilire sollecitamente condizioni di tranquillità in tutto H paese Il dissidio si riferiva ai mezzi: e cioè mentre Mussolini e l'enorme maggioranza dei delegati ritenevano non inutili, 3. scopo di pacificazione, trattath1e dirette coi partiti avversi ed eventualmente anche 1a stipulazione di un vero e proprio trattato di accordo, l'esigua ·minoranza, rappresentata dall'avv. Mars ich , considerava le trattative e gli accòrdi superflui ai .fin i della pacificazione, la quale dovrebbe risultare d al-

OPtRA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

l'a u todisciplina d el movjmento fascista. Su queste due di verse valutazioni di un fatto · concreto -le trattative o meno - si è di scusso, con un severo senso deJle singole e collettive res ponsabilità, per ben sette ore. Alla fi ne è la tes i, diremo così politica, che ha trionfat~. Nel momento in cui tracciaino queste linee non sappiamo quale S\·iluppo avrà la situazione.· Nell'ora stessa in cui il Consig lio nazionale dei Fasci stava riu nito, la Confederazione Generale del Lavoro vota.va a sua volta un o rdine del g iorrlo non contrario alle trattative di pacificazione.

Qualunque possa essere lo sbocco finale di questa, che non è crisi fascista o socfalista, ma soprattutto crisi nazionale , che può avere svolgimenti ed inter\•enti fino a ieri impensati ( notevole a tale proposito l'ordine del giorno votato dai medici livornesi!), quello che è necessariss imo afferma re fin da questo momento è l'obbl igo più stretto d i osservanza delle discipline che verranno stabili~e. sia nel caso di una pacificazione generale, che . non sarà dovunque immediatamente realizzata di fatto, ma nella quale però pot ranno inquadrarsi le già n umerose pacificazioni locali; sia nel _caso contrario H fascismo d eve d imostrare di essere un esercito, non g ià una coalizione di forze eterogenee, og nuna d elle quali pretende di agire autonomamente, compromettend o - e spesso in modo gravissimo - il movimento nel suo insieme, nei suoi uomini e nella sua missione.

E da ultimo mi sia concessa una dichiarazione di ord ine personale sulla quale mi permetto d i richiamare l'attenzione d ei fascisti ita liani : d a quello che acèadrà, dipenderà la mia ulteriore linea di condotta ne i confronti d el fasc ismo ita liano.

MUS SOLINI

Da 1/ Popofo d' l1alù1, N. 174, 2~ luglio 1921, VIII .

60
'l

PER I FATI! DI SARZANA *

Chiedo di parlare. (Pre;;dente : « Ne ha facoltà»).

Domando all'onorevole presidente del Consiglio se non creda di dare altre informazion'i, sia pure · di ordine gòvernativo, sui fatti di San:ana. (Presidente: <<Hd facoltJ. di parlare l'onorevole preJidente de/ Comiglio ») **.

Non posso assolutamente dichiararmi soddisfatto ddle informazio~i dateci dall'onorevole presidente del Consiglio e ,redo che g ran parte del la Camera sarà della mia opini one. Evidentemente siete in difetto di informazioni. Quelle informazioni sono troppo scheletriche. E una versione assolutainente telegrafica e dopo quarantott'ore da quegli avve-: nimenti trag ici, un Governo che si rispetti dovrebbe essere meglio e più minutamente informato.

Ma giacché l'onorevole :S:onomi ha ripreso il tema della pacificazione, io debbo fare alcune dichiarazioni abbastanza gravi.

Oggi in. quest'aula sono stati pronunz iati due discorsi. Ha padato il comunista Bombacci e ha detto che fra comunisti e fasci sti, fra comunisti, che vogliono l'istituzione di una repubblica federale, tipo russo, con relativo stemma sul Campidoglio, e noi, Che saremmo all'avanguardia della borghesia, non ci può essere che quello che Carlo Marx scrive alla fine del suo libro sulle lotte civili in Francia: combattimenti sang ui nosi o a nulla.

Ora dichiaro subito che accetto, perché essendo noi in contrasto

• . Discorso pronunciato alla Camera dei deputati, nella tornata del 22 luglio 1921_. (Dagli Atti del -Parlam(J,rfo· ùalì,mo. Ctm,flia d d deputati. S.::ni<me 1921. I ·a. della XXVI fogislatura. DiJcuJJioni. Volume I: ddlJ'll ghigno al 31 /pg/1() 1921 - Roma, Tipografia della Camera dei deputati, 1921, pagg. S04>06).

u L'on. I vanoe Bonomi, dopo aver riferito sull e ultime informazioni avute da Saruna, conclude la sua dichiarazione nei termini seguenti: «"Come v«le la Camera, il Governo ha disposto che, mentre qui si continuano le trattative per la pacilkazione, che spero possano essere (oronate da successo, l'ordine pubblico venga ristabilito con la maggiore energia. Prendo impegno dinanzi alla ·Camera che l'opera verrà coi:itinuata, e l'ord ine pubblico verrà ristabili to in Lunigiana " (Approvazioni)».

non soltanto dj interessi, ma di spirito, coi comunisli, ·non ci può es· sere, a mio avviso. transazio.ne di sorta ..Ma d'altra parte; poiché I'ono· revole Bombacci ha promesso e ~i è impegnato per una lotta leale, sia pure di guerra , io gli domando sè l' assassinio dei feriti, e l'atteggiamento deg lj ìnfermi eri comunisti di Sar.zàna possano rientrare e debbano rientrare nei limiti di quella modesta umanità, _da lla quale non esulano ncmmeiio le tribù selvagge del deserto. (Approvaz;om).

Più grave, a mio avviso, è stato il discorso dell'onorevole T urati. Io non rilevo la ·sconvenienza con cui egli ha p arlato di me. L'onorevole Turati mi conosce da tempo e quindi poteva ris p.umiarmi una fraseologia sconveniente.

Ma, a parte questo, che è un riflesso totalmente persona le , e s~l quale io ho troppo buon gusto per insistere, ri levo che l'onorevole Turati, il quale appare l' apostolo più sollecito e indefesso dell' ope~a di pacificazione, oggi ha tenuto un discorso, che potrebbe pesare gra~ ,·emente sul corso delle· trattativ e future.

Eg li, interpretando una fra se deU'amico Grandi,. che doveva intendersi i n un sen~o spirituale e intellettuale, ha dichiarato che· si parlano due ling ue, che apparteniamo a due razze . Se questo è, allora nei protocolli di pacificazìone si appalesano fin da questo momento il ridicolo e fassurdo. (T11rt1Ji: «Siamo co ntro la guerra cit1ile; ;iamo contro di ,voi, perché siete Id guerr4 civile». Approvazioni a siniJJra, interruzioni e mmori a destra, ;cambio di apostrofi).

L'onorevole Turati dice: -voi siete la guerra civile. L'onorevole Turati è ancora, se non m'inganno, socio di un partito che per ·due anni ha magnificato, davanti alle fo11e italiane, un dassicO esemp io di guerra ci vile : quella che ìnfuria neIla Russia (Tmati : «Quella è la rivoluzione »).

Ma, ono revole Turati, badate : mentre io, in base a criteri umani, perché è ora di finirla · di dipingerci come bevitor~ di sangue, perché siamo uomini ànche noi, in base soprattutto a criteri d'ord ine nazionale, ho detto e ripèto c he se n on fi nisce si va a p icco, e andiamo tutti a picco. .

Voi mi· avete tacciato di Maddaleno pentito. Pessima fra se Infelicissima,

Prima di tutto voi sapete che qui e fuori di qui io ho sempre accettato la responsabilità di tutte le ·mie azionì, di tutto quello che ho fatto e che qualche volta i miei compagni hanno fatto. lo non rinnego n iente, accetto il fascismo fo blocco, cosl come i 1ivoluzionari accettaÒo Ja rivohuione in blocco. E se ·da qualche tempo noi ,eocgiaqio il ramoscello d'olivo, non lo facciamo già perché d siano degli'elementi di retroscena pol itici e parlamentari che ci spinga no a questo, perché noi siamo alieni

62 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

da queste man o'vre e il Parlamento ci 'in teressa medioc:remcn te e nel Pa rlamento · ci sentiamo discretamente a disagio; lo facciamo per ragjoni superiori di nazione e di umanità, ragione che l'onorevole Turati fece squillare eloquentemente jn un suo disco rso e che oggi evidente· n:iente ha dirrienti~ato, qua ndo h a rarlato di << maddalenismo >> , mentre invece doveva fare un riconoscimento esplicito e leale della n ostra volontà d ì pàcificazione, .ch e _ deve vi ncere delle resi stenze formidabili ed esaspe rate in rioi e fuori. di noi.

Ora noi prendiamo atto con molto piacere del voto della Confederazione Generale del lavoro e soprattutto p rendiamo atto ch e la Con· fe derazione Generale del Lavoro in questo scinde nettamente la sua responsabilità d ai comunisti; ed è logico che questo sia; perché un conto è la Con fe derazione Generale del Lavoro, che si propone una trasformazione g raduale dei rapporti giu ridici, una trasformazione gradllale d ell'economia nazio nale, ed u n conto so no invece i comunisti, i quali, attraverso ad una insurrezione armata e fortunata , pfetendono di impadronirs i del potere pol itico e quindi di realizzare il comun ismo a colpi di decreti-legge.

Prendiamo atto anche che la di rezione del Partito Socialista non è aliena e che si dichiara favorevole a continuare le t rattative ; e dichiaro anche che le ccii.dizioni poste, ·almeno quelle che appaiono sui giorna li, io le accetto. · ·

1!a bisogna . però, ad evitare che le trattative non pOrtino a quella conchisione ch e è attesa con spiegabilissi ma ansia, non solo dal P arlamento ma da tutta _ la nazione, affinché queste t rattative concludano, che si moderi il l inguaggio, che· si smetta di diffamarci, e soprattutto sismetta di credere ch e i divers i atteggiamenti del Governo possano piegare le forze politiche e militari del fa scismo. (A pplausi a/l'estrema de1tra)

Questo non sarà, perché vi ri peto, cd ho finito, che noi siamo ·d isposti alla pacificazione, ma siamo anche p r<>:ntissimi e disposti a continuare la lotta ed a p ortarla alle ultime consegue nze. (A pprovazioni- all'estrema destra1 commen ti all'e1trema sinistra).

DAL DISCORSO
CONGR
AL LA CAMERA AL
ESSO DEI FASCI 63
r,. -
XVII.

INSUFFICENZE DEL MINISTERO BONOM! *

Data l'ora tarda io no~ voglio dirvi che sarò breve, per non fa rvi . credere esattamente il contr.ario,

Il Gruppo parlamentare fascista mi ha incaricato_.di spiegare succintamènte i motivi per cui esso nega la fid ucia al ministro Bonomi. Ma mi permetterete innanzi tutto alcune dichiarazioni che devono p!ecisare alcuni punti venuti in discussione.

Non si deve credere, nonostante la frase da me pronunziata ieri sera alla fine del mio discorso, che la nostra volontà di pacificazione sia venuta meno. Può darsi, anz i io ammetto, che la frase possa avere in qualche parte tradito il mio intimo pensiero. (CommenlT). ·

E a dimostrare ciò vi basti sapere ( credo che la Camera ne prenderil. atto con soddisfazione) che noi stiamo provvedendo energicamente, e indipendentemente dall'esito che potranno avere le trattative, dirò ·così diplomatiche,-a ristabjlire nel nostro movimento una disciplina inflessibile, con una serie di norme che dovranno essere rìgorosamente seguite da tutti i nostri iScritti.

Permettetemi di documentare questa affermazione. Noi abbiamo mandata una circolare ai Fasci, e la rendiamo di pubblica ragione, perché non abbiamo nulta da nascondere, nella quale imponiamo la cessa• ziòne di ogni forma di violenza individuale ch e ·non s ia g iustificata da ragioni di legitti ma difesa, e specie q uando ci sia sproporzione di numero; cessazione immediata ·d i spedizioni punitive contro organizza· z:ioni ecònomiche e cooperative; ricerca delle responsabilità per coloro che hanno ordinato azioni dannose alfa causa fascista.

Credo fermissimarnente che una tregua giovi a tutti, e oserei dire giovi anche ·ai comunisti, che rappresentano una parte accessoria nel giuoco delle passioni politiche; e mi permetto di dire, perché io credo

• Alla Camera dei deputati, 'n ella tornata del 23 luglio 1921, prosegue la discussione sulle comunicazioni del Governo Prima di passare alla votazione del· l'ordine del giorno Camerini (« La Camera approva _le dichiarazioni d el Governo e passa all'ordine del giorno ») acùttato dal Governo, ,alcuni deputati chiedono di parlare per delle di chiarazioni di voto. Tra gli ahri, Benito Mussolini, che pronuncia i l discorso qui riportato. (Dag li A.fii di., voi. dt., pagg. ,61-,63).

di non esSere in errore, poiché io seguo da vicino il movimento comu· nista italiano; che i comunisti italiani d ebbano aggiornare il loro movimento alla nuova· realtà russa ·(Comme11ù).

Mi permetto di dire che voi siete alquanto in ritardo!

E, badate, che con questo non voglio negare ·l'enorme valore storico della riVoluzione russa, che èonsfate appunto in questo, non cioè nell'avere instaurato un comunismo impossibile e assurdo, ma nell'avere preparato le condizioni necessariamente suffi:centi allo sviluppo di una grande economia: capitalistica in quel grandissimo e fecondissimo paese. (Commenti).

Ora, il nostro voto contrario al mi nistro Bonomi" dev'essere interpretato al giusto .. segno.

Noi nOfl intendiamo di 4ichiararci con questo voto sempiternamente contrari al ministero dell'onorevole Bonomi, perché non abbiamo pregiudiziali di sort:1, e non siamo legati" da dogmi speciali ad una oppo· siziOne sistemati ca a tutt i j Governi cosid detti borghesi. • ·

Può darsi quindi che, a mutate condizioni di cose,· muti necessaria· mente, di conseguenza, il nostro atteggiamento.

li.fa il nostro voto con.trario si parte da un duplice ordine <li r:i,,j ioni.

Debbo dichiarare che sonO insoddisfatto delle dichiarazioni che l'onorevole Bonomi ha fatto in materia di politica estera. Siete stato insufficente . nelle dichiarazioni che avete . fatto per la sorte di Fiume; assai vago ed incerto pèr_quello che riguarda il Montenegro; ma, soprattutto, non avete detto verbo sopra una parte della politica estera che un giorno o l'altro (ed è stato già fatto dall' onoèevole Treves) dovrà fornire vasto tenia di discussione alla Cam~ra italiana: cioè i rapporti economici fra i nostri alleati e con tutto il mondo.

Riguardo poi alla politica interna, io non posso _accettare, onorevo le Bonomì, la vostra equazione, l'equazione che avete stabilito fra un , movim~n to come il nostro, ch e s i parte d a mot ivi di esasp erato idealismo patriottico e che mira a ristabilire energicamente l'autorità d eUo Stato, e un movimento contrario che si butta contro J() Stato per demolirlo. (Apprdvazione a/J'e.slrema de.stra), Ammetto .che voi siate imparziale dal punto di vista giuridico, dal punto di vista del codice penale, dal punto di vista della repressione di tutte le violenze, siano esse compiute dai fascisti o dai comunisti; ma io mi rifiuto di accettare la vostra equazione; e voi stesso, nella' vostra intima coscienza, dovrete rifiutarvi, perché non potrete stabilire identità di sorta fra un movimento sovversivo che tende a capovolgere ab imiJ la stessa economia politica del P aese, e noi che non vo,gliamo, notate bene , conse rvare airinfinito istituzioni che sia no rese difettose

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGR ES SO DEI FASCI 6 ~

o insufficenti, ma ch e però in questo momento rappresentario la forza, 1a Sllvaguard ia dello Stato.

Voi non àvcte o rdinata nessuna inchiesta seria sui fatti di Sar~na, e soprattutto, mi duole dirlo, ·non avete avuto una parola di gentilezza e di compianto per queJle vittime, molte delle quali er<lno adolesce nti, molte altre decorat i, combattenti, f e riti e mutilati. (C ommenll).

t d unque per una ragione d'ordine più sentimcn,taie- che politico, che noi neghiamo la fiducia al ministero Bonomij ed io credo che tutta la Came ra comprenderà e apprezzerà il nostro legittimo· stato d 'animo.

E poiché s i parla di coalizione, oserei manifestare _ un'o pinione ch e in questo momento può sembrare alquanto paradossale. Penso cioè che sj va o presto o tard i ad una nuova e grande coalizione e sarà queJla delle tre forze efficenti in questo momento nella vita del p aese. Esistono q ui dei g rup p i padarnentari numerosi; ma io vi domando se la d emocrazia e sociale e liberale h a d elle . forz e solidamente inquad rate n el p aese, m entre tutti sap pi~mo che tali fo rze non -esistono, quando si astragga d alla massa assa i fluttuante ch e vota n el g io rnç:, delle elezioni. Ecco perché non accetto la tesi a nti-proporzionalista, in quanto eSsa viene sostenuta col d anno che ne ricà.vano i partiti deboli. Se i p artiti sono deboli," o si rafforzano o muoiono, ma le grandi forze espresse dal paese in quest'ora sono tre: un socialismo, che .dovrà correggersi e già comincia ( hotevole il voto confederale contro i comunisti, soprattutto notevole il nuo,·o ·punto d i vista della Confederazione G e9-erale del Lavoro per ciò che riguarda lo sciopero d ei servizi pubblici) ; la forza dei popolari , che esiste, che è potente , anch e perché si appoggia, non so con quanto profitto per la religio ne, alla forza imm~ns a del è:attolicismo ; e finalmen te non si può negare l'esistenza di un terzo movimen to complesso, forIIlidabile, emiflentemcntc i<l"ealistico, che raccoglie la p arte mig liore deJla g ioven tù italiana . Credo ch e a q ueste tre forie co al izzate sopra un program ma che deve· costituire il m inimo comu ne d enom inatore spetterà dom ani il compito di condurre l a Patria a più prospere fortune. (A pplan.ri dlt' e.rt rema de.rt ra, commenti pro/11ngati) * .

66 OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI
• L'ord ine del g iorno Camerini risulterà approvato con voti 30 2 contro
136.

DISCIPLINA

ROMA, 23, notte

Gli ultimi, tragici avvenimenti che da Viterbo a $arzana hanno funestato la vita del fascismo italiano; rappresentano lo sbocco logico di una crisi che da alcuni mesi travaglia 1a nostra organizzazione : crisi di sviJU:ppo e conseguentemente crisi d i disciplina. Con Io sviluppo enorme preso dal nost ro inov imento sono confluiti nei Fasci mig liaia di individui ch e hanno interpretato il fascisi:no come una difesa di determinati interessi personali e come una organizzazione delle violenze per la violenza.

Parecchie vòlte .su queste colonne fu detto ch e la nostra v iolenza dÒveVa essere cavalleresca, aristocratica, chirurgica, e quindi, in un certo senso, umana. Ma fu detto invano. Qua e là 1a violenza di individui e d i g ru p pi fascisti ha assunto .in questi ultimi tempi caratteri assolutamente antagonistici, con lo spirito del fascismo. Lo sviluppo del movimento provocava la · crisi.. della disciplina nella sua compagine. Per oyviare a / pericoli mortali di questa crisi, mortali ·per la nazione e per il fascis mo, una serie di ~sure si imponeva e sono quelle che su f!lia proposta. sono state accettate all'unanimità nell'ultima sed uta del Consiglio nazionale. D aJl'esito di queste misure, che dovranno eSsere immedi atamente applicate, dipenderà il mio atteggiamento futuro. Nessuno; sper~, vorrà contestarmi il d iritto di vigilare sulle sorti di un movimento che fu fondato da me e sorretto da me nei terripi felici e in quelli tempestosi. Si tratta d i ristabiJiie prontissimamente i l senso della discipl ina individuale e· collettiva, ricordando che in un . paese come l'Italia, anarcoide neJle tendenze e ·negli spiriti, il fascismo si annunziò col!le un movimento di restaurazione d ella disciplina. Ora non si p~ò pretendere di imporre una ~istiplina alla nazìone se non si è capaci dell'autodisciplina.

Una circolaic a tutti i Fasci, che sarà resa di pubblica rag ione, perché sìamo ancora troppo forti per masturba rci nelle ridicole clandestinità di Pulcinella, fissa le nuove, ·severe norme· della nostra disciplina. Chi non le accetta, se ne andrà. In Italia c'è posto per tutti. M a · è neces_sa rio stabilire che le violenze di ordine individ uale , quando non sia no legittimate dalla difesa, non · sono aristocratiche e quindi non sono fa

scistc. E: necessario proclamare senza equivoci che, meno casi impre, ;edibil i, non s i deve rispondere con rappresaglie d i o rdine collettivo ad offese di ordi ne individuale, poiché questa tattica ci ha enormemente danneggiato scatenando ondate di odio e di incomprensione contro di noi. :B necessario subitissimo che i direttori dei Fasci riVedano con la massima d iligenza il ruolii:io degli iscritti per aJlontanare senza remissione tutte le scorie, tutti gli incerti, tutti gli indiscipl inati, tutti coloro, in una parola, che rappresentano una passività per il fascismo. t necessario che le funzioni delicatissi me· del còmando delle squad re siano affidate ad u omini che abbiano attihtdini al comando e cioè sangue freddo , coraggio ed alto senso di responsabilità. Di altri provvedimenti minori non è il caso di parlare. Tutto ciò è indipendente dal risultato delle t~attative ~{ pacificazione. Che si arrivi o no alla conclusione di queste trattative, i provvedimenti che abbiamo elencati si impongono

I fascisti tutti comprendono la necess i~à di agire per ridare al nostro movimento la sua piena efficenza morale e materiale.

Nello stesso tempo l'adunata a Milano di tutta la stampa fascista, la utilizzazione dei deputati a ·scopo di propaganda, le adunate d elle federazioni provinciali,· serviranno a coordin are il nostro movimento

Io ho piena fiducia che il fascismo italiano supererà questa che non è una cr~si tendenziale, come quelle che affliggono pèrennemente i partiti dogmatici,· ma una ~risi interna di disciplina, I nem ici o .i tepidi amici avranno, io spero, occasione di disingannarsi nelle loto previs ioni catastro6che circa l'avvenire del movimento fascista. I nostri indimenticabi li morti, meravigliose giovinezze che non è lecito buttare leggermente allo sbarag1io, c'impongono il comandamento dell'ora : obbedire E soprattutto ci dicono che la « fazione » non deve assassinare la « nazione » e che, al di sopra degli odi, degli amori e delle passioni, la realtà suprema ha un nom e solo: Itali a!

68 OPERA OMNIA DI BENITO !IIUSSOLINf
M USSOLI NI D a Il Pop-o/o d ' ll,rlid, N 176, 24 Juglio 1921, VJII.

[APPELLO DEI .FASCI AL PAESE DOPO L'ECCIDIO DI SARZANA]

Se la ·Patria avrà ancora bisogno del nostro aiuto e -del nostro sacrificio, n oi r isponderemo sempre tutti al suo appello. · ·

In quest'ora tragica e difficile della vita na.zionale ascoltate la nost ra schietta parolà. :e la p arola dei giovani che h anno, reduci 4alle t rincee della guerra vittoriosa, potentemente contribu.ito a salvare la dignità e l'avvenire d ella Patri a. t;: la parola di uomini che hanno, con vasto sa. crificio di sangue, consacrato la santità e la bellezza della fede fascista, Ja quale in una parola sola si riassume: la gra ndezza d'Italia.

11 tempo ha Ormai fatto piena giustizia delle ridicple e infami ca· lunnie lanciate contro di noi. Tra poco anche coloro che la predicazione · d ell'odio ha imbestialito fin aJle più nefande barbarie apriranno g li occhi e l'animo alla luce della verità, poiché ciò 'è fatale, La fine della barbarie rossa, e soprattutto la fi ne dell"illusiooe bolscevica che minacciò per molto tempo l e sorti. della n azione, i l ritorno ad una relativa sagg ezza da parte d i fra zion i d elle masse l avoratrici, si devono quasi esclusivamente al mòvimento· fascista

Lo ricord iamo agli immemor i ·e a tu tti coloro che, estrane ì alla nostra milizia, si fermarono irosamente a condannare ta luni episodi della nostra complessa e formidabi le r ivo luz ione, ch e h a ristabil ito l'equilibrio delle fo rze nazionali, dimenticando con somma facilità le oscure giornate· del 191 9, quando pareva delitto e vergogna celebrare la vittoria ed essere semplicemente italiani , quando tutto pareva nauf raga r_e nel caos di una insurrezione vagheggiata da una: tribù di politicanti imbroglioni . e parassiti e rite nuta imminente d a moltitudini fanatizzàte.

ltaltani!

Noi credi amo che ·il ·nostro compito n~n s ia finito. · Con una sihlazione mutata, con una tregua di spiriti e di armi, potranrio spostarsi i piani, cambiare i caratte ri d ella nostra azione, non g ià e non mai .

/Jdlianil

spegners i e languire la nostra fede. Mentre i nemici interni che furono da noi battuti e dispersi fanno un tentativo di rivincita, accompagnato da ·1. gestì di criminalità ch e disonorano la razza umana, è necessario pi4 che m>1i vigilare perché Tidra schiacciata non rialzi la testa.

Noi fas cisti siamo e saremo fermi . al nostro posto. Ogni bllon italiano faccia altrettanto. La persistente cecità del Governo, e la incomprensione d i colo ro, anche avversari, che hanno ·beneficiato della nostra azione, non influiranno. sulle nostre decisioni. Se la Patria, per la sua difesa suprema contro i suoi nemici interni ed esterni, a vrà ancpra bisogno del nostro sacrificio, noi risponderemo sempre tutti al suo appello. ·

italiani!

Il fascismo non muore e non può morire. Ne.Ile sue folte giovanil i milizie vive e si esalta lo spirito immorta le dcJl a Patria ,

Tutti i Fasci di capoluogo di provincia sono invitati a provvedere al.Ja ristampa alla affissione del manifesto.

Da li Popolo d' Italia, N. 176, 24 luglio 192 1, Vili (o, 36).

70 OPERA OMNIA DI BENITO }.q.JSSOUNI
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L' INELUTTAllILE

Il voto contrario all'on. Bonomi dei deputafi socialisti ufficiali non deve illudere i _proletari: i parlamentari del socialismo italiano sono già in piena _ luna di miele collaborazion istica. Anzitutto Jo squagliamento di moltissimi cui non reggeva il cuore di votare Contro l'on. Bonomi; ma da rimarcare è il fatto che non c'è stato alcun discorso di opposizione al nuovo ministero. L'on. Matteotti ha fatto un discorso tecnico su 9uestionì finanziarie ; l'on. Turati ha ripetuto p er la quarta" volta dal suo banco di deputato ufl d iscorso che potrebbe benissimo essere pronunciato da · un qualunque ministro liberale; all'ultima ora, l'on. Mod ig liani ha simulato un attacco, ma si trattava d i una « dìmostrazione » fatta per tacitare le eventuali sorprese dei tesserati. In realtà il Gruppo parlamentare socialista è maturo, anzi frad ic io, per andarè al potere. Aspetta l'uomo e la situazione favorevole, ma non esiste più nessuna p regiudiziale in materia.

All'opposizione blanda contro il ministero Bonomi - il voto .contrario è stato una specie di collaborazione ......:... fa riscontro, negli elementi confederali, una formidabile ·rettifica d i tiro, che sembra fatta apposta per preparare 1a nazione all'evento di domani. La Confederazione Generale del Lavoro si è sch!erata airunanimità contro l'opera ~ci comunisti nelle organizzazioni; ed è giunta quasi a condannare espl icitamente gli scioperi nei servizi pub~lici. 'E i1 pensiero turati ano che trionfa. Del resto, tutti - g li uom ini pi ù rappresentativi del mondo confederalei Buozzi, i Baldini, j D ' Aragona, ecc. - discendono da Turati e dal suo riformismo.

Nel prossimo congresso socialista si possono verificare i seguenti casi: o il Partito rimane unito, e allora parteciperà al Governo; o si divide, e allora ci saranno fra gli uomini della Confederazione alcuni ministri di domani. I quali avranno a s inistra avversari temibili in una eventuale frazione intransigente del pa rtito, nei comunisti, , nei sindacalisti e negli ana rchici.

Ragione per cui saranno. abbast:inza intelligenti per tenere nel debito conto la forza ]ibera e non dogmat"izzata del fascismo.... Questo il senso ~i ta lune parole che hanno alla rmato la parte più inca rognita della stampa borghese. Eppufe c'è s.tato un mo1_11cnto in cu i s'anelava, d a

quasi tutti, alla più umiliante elemosina di un po' ·di .collaborazionisJ1?0 socialista! la partecipazione parziale dei socia~isti al potere segna, dopo b liquidazione teorica delle dottrine ,socialiste, la loro liquidazi_ooe pra• tica. Pe rché i Baldini, i Turati, i Baldes i, non potranno, sul terreno della realtà, fare di più degli altri; porteranno, essendo nuovi,. un rriig. giare spirito volontaristico; e. finiranno per rinsanguare la classe politica dominante, che è stata deficente durante questi sette anni d ella. nostra più alta passione di popolo ed è qua e là colpita da marasma senile.

:B inutile, quando si affermano queste lapalissiane verità, che i fogli della democrazia libera le o sociale si mettano a strillare. Sta d i fatto che queste democrazie non hanno nel paese un'organizzazione p ol itica degna di questo nome. Questa deficenza, questa impotenza è un sintomo e una condanna. · ·

Spezzato il cinto di castità socialista, il prossimo futuro vedrà a lJargate notevolmente le possibiJità · dei Governi. MUSSOLINI

72 OPERA OMNIA DJ BENITO MUSSOLINI
'1
Da li Popolo d'Italia, N .. 177, 26 luglio 1921, VIII.

« RITORNO AL PRINCIPIO»

Ci sono degli impazient i nella nazione, i qu~li vorrebbero, a quest'ora, già vedere Concluse le oramai famose trattative di pace tra fascisti e partiti avversari.

Comprendiamo perfettamente questo stato d'animo. Cosl comprendiamo _ e gùardiamo con simpatia le manifestazioni che i mutilati della Campania hann~ organizzato a Napoli, nelJ'intento di produrre una atmosfera propizia alla pace .

b un fatto che sono passati circa quaranta g ior"ni dalla prima parola di pace e àlmeno un mese dai" primi contatti fra i deputati delle due partì. Ad un dato momènto parve che la pace dovesse « scoppiare » al· · l'improvviso, mentre poi le trattative si sono inutilmente

fino ad oggi.

P.rolungate

Gli è che nell'intervalJo ci sono stati dei fatti nuovi che hanno << pesato » grandemente sullo svolgersi degli avvenimenti.

I socialisti gridano che la p ace è un inganno, che l'"ulivo nasconde il pugnale e che in ogni caso i capi non saranno obbediti dalle masse oramai lanciate sulle strade di ogni v iolenza; d'altra parte i fascisti, con un ragionamento· analogo ed opposto, asseverano che colle trattat ive d i pace si sono i:noltiplicate le aggressioni e gli assassini. la questione merite rebbe "di esSét e approfondita, ma non è necessario ai fini della nostra argomentJZione.

Quello che è fuori di ogni controversia, que llo che non si può nega ~e, perché è un fatto, è registrato dalla cronaca di. queste ultime settimane.

Dopò l'annuncio delle trattatiVe di pace, colla paterna p rOtczione degli c>rgani nittiani, sono usciti gli arditi .del popolo, nuova denominazione delle vecchie ·e sgominate formazioni militari rosse.

Quello che non si può negare è che da parte dei socialisti l'iniziativa non è stata accolta co"n eccessiva simpatia ; quello che non si può negare è l'oscillare dei socialisti, che una sera si atteggiano a tolstoiani e la sèra dopo affermano la loro solidarietà coi comunisti.

le resistenze alla pacificazione, specialmente dopo Sarzana, sono venute precisamente dai soc ialisti, i quali se potranno contare sulla tol- ,

leranza del Governo, ritorneranno senza dubbio quell.i di prima; mentre le lungaggini delJa procedura che il Corriere deplora, sono dovute ai socialisti, i q uali hanno voluto trattare sempre a base di note scritte . e per interposta persona.

Noi non abbiamo mutato di una Jinea il nostro atteggiamento. Dove le passioni non sono arroventate per ragioni d'ordine locale, i fascisti sono entrati nel nostro ordine di idee, .come è documentato dal voto quasi un anime· del Consiglio nazionale. Noi siamo ancora e sempre favorevoli ad una tregua, ad una paci/lcazione, ad un ritorno suJ terreno d elle competizioni civi li e accediamo al criterio delle stipulazioni f ra le parti e pr~cisamente al trattato di pace.

Solo i poveri di sp irito non comprendono l'enorme significazione politica che tale evento acquista ai fini d ell'avvenire fascista, Ni::in crediamo che un trattato di pace rièonduca. im!nediatamente la tranqu illità nella nazione. ! un esperimento, Un tentativo, Un gesto che neSsun partito può rifiutare, perché il rifiuto equivarrebbe àd assumersi una terribile respoflsabil ità.

~fa il trattato di pace, comunque firmato ,e da chiunque. stipulato, non basta.

Il problema, nei confronti del fascismo, rimane, ed è un problema d i disciplina interna.

Il Consiglio nazionale ha emanato da Roma delle norme specifiche : o seguirle o andarsene: È necessario seguirle, se si· vuole salvare la nazione e il fascismo. La naziòne è venuta a noi quando il nostro movi~ mento si a nnunciava come il tramonto di· una tirannia ; la nazione ·ci ripud ie rebbe quando il nostro movimento prend esse gl i as~tti di una nuov:1 tirannia. Il fascismo · di questi ultimi tempi, in talune zone, non rassomiglia affatto al primo; non è intonato ai critert che ispirarono Ja . creazione del fascismo, il quale e ra un movimento d i .difesa della nazione, non già una organizzazione puramente e semp licemente repressiva a difesa di taluni in teressi partico lari.

Il fascismo del 1919 e del 1920 era una minoranza, quasi trascu: rabile dal punto di ·vista nwnerico, ma era fortissimo e nello stesso tempo saggio. -

Il fascismo milanese , mi piace citarlci all 'onore dell'ordine del Siorno, ha neJla sua storia pagine di ·violenza, ma sempre adeguata alle circostanze; non c'è stato mai lo Jport della violenza, l'arte per l'arte, la spedizione pu nitiva coll'illusione di espugnare gli spiriti come si espugnano le città. 11 fasci smo milanese non fa d ello ·« sterminismo » , ma ~uando è n ecessario di agir~, agisce, senza ·pretendere di stravincere .

Il fascismo milanese non ha <<rovesciato», non ha << capovolt o » nessuna posizione; ma è certo che non si farà mai, nella tranqu illa consa-

74 OPERA OMNIA DI BENITO M USSOLIN I

pevolezza d ella sua forza morale e matcriale1 capovolgere e rovesciare. Esso ·è H più vicino alla linea pura del fascismo ed è su questa linea. che - pena il suicidio -devono tornare tutti i Fasci d'Italia. .

MachiaveIJi ammonisce che « a volere che una setta o una repubblica viva lungainente, è necessario ritirarla spesso verso i1 suo principio».

Ora è urgente, è necessario ritirare il fascismo al suo principio. D omani potrebbe essere troppo tardi.

MUSSOLINI

Da 1/ Popolo d'Italia, N. 178, 27 luglio 1921, VIII.

DAL- DISCORSO ALLA CAMEJlA AL CONGRESSO DEI FASCl 7 '">

DOVE IMPERA LENIN

Un g ruppo d i deputati italiani, appartenenti alfa. frazio ne della D emocrazia Sociale, h anno invitato il Governo a correre in soccorso della Russia, dove, secondo notizie di ufficiosa fonte bolscevica, ben venti milioni d i uomini muoiono di fame e di colera. Queste notizie catastrofiche non ci sorprendono.

Né possono sorprendere coloro che conoscono il grado di sp3.ventosa disorganizzazione econom ica e socia!~ nel quale è precipitato il popolo russo.

Intanto, sotto la spinta del teiribile aculeo de lla fame, si è deter- . minato un movimento caotico di masse verso l'occidente:

Qualche cosa d i simile, e forse per cau.Se analoghe, dovette accadere in altre epoche della storia, quando popolazioni barbare e primitive migrarono in massa verso terre ·e climi meno aspri e finirono per :ibbattersi, oltre il cerchio non custodito delle Alpi, sulle' nostre Pianure. Non è da escludere che questa crisi gigantesca e il coi:iseguente spostamento di masse possa determinare inaSpettate conseguenze politkhe d'ordine ·interno ed esterno.

Non c'è da illudersi sulla efficacia dei soccorsi. B lecito dubitare che arrivino in tempo u tile ~ e, soprattutto, saranno mai adeguati alla Cnor· mità dei bis~gni?

Sembra che la carestia non prove nga da un' effctti\'a d eficenza d el raccolto g ranario gene raJ e; la deficenza e la distruzione dei raccolti dovuti a una lunga siccità, è limitata a otto province della RUssia centrale lungo il Volga.

Le province limitrofe nelle quali il raccolto ·è stato normale potrebbero quindi aiUtarc Jc provincie affamate, ma- non lo possono;·perché non esistono più comunicazioni di- sorta.

La paralisi d ei trasporti in Ru:5sia è compieta. Non esistono più ferrovie, le vecchie rotabili sono, nell'abbandono di ogni manutenzione, divenllte impraticabili; non c'è più la navigazione fluviale, che in altri tempi serviva enormemente al traffico russo. La carestia in Russia è un problema di comunicazioni e perciò stesso di non immed iata solu~ione, perché strade e ferrovie e materiale natante e rotabile non s'improv· visano

Ecco perché i soccorsi delle nazioni civili dell'occidente borghese rappresenteranno una goccia d'acqua in un infuocato deserto di sab· bia. Eppure non si può, non si d eve rimanere sordi al g rido straziante che parte ~alle steppe bruciate, dove l'umanità russa agonizza! La Germania ha già votato un primo fondo di soccorso di trenta milioni di . marchi; tutti i partiti socialisti e comunisti di Germania hanno promosso manifestazioni tangibili di solidarietà. Gli appelli sempre più disperati ·che partono da Pietrogrado trovano echi di profonda simpatia in tutte le classi deJI?- popolazione d ' Inghilterra e degli Stati Uniti Si tratta di nazioni ricche, eh~ h anno possibilità di soccorso immediato. In Italia, la nuova carestia. russa è stata portata alla Camera da deputat i patrioti e nazionalisti. Ci si domanda come e qualmente e p e rché i socialisti e i comunisti si siano fatti precede re dal nazionalista e già dalma· tofil o onorevole Colo nna di Cesarò.

La risposta è semplice . I fog li comuni sÌ:i e socialisti si limitano a dare le notizie di cronaca della crisi stessa, ma evitano accurata mente . di richiamare su di essa, con èccessivi clamori, l'attenzione d el vasto pubblico proletaÌ:io. E si capisce !

La fame chè devasta regioni e regioni della felice repubbhcà dei S ovièls è una condanna che colpisce in pieno la mandra dei mistifi ca. tori imperversanti da tre anrii nel nostro paese.. I quali mistificatori hanno, per molto tempo, dipinto la repubblica di Lenin come un fortunato paese di cuccagna, dove la vita trascorreva facilm ente, grazie alfa mancanzà di capitalismo - che i socialisti, colla loro . grottesca mentalità, car icano di tutte le colpe pensabili· ed immaginabili -e grazie all a dittatura del proletariato. Ora, le invocazioni che partono dalla Russia, · sta nno ·a testimoniare la tragica realtà. Niente dittatura del proletariato, ma Go verno assolutis ta e poliziesco d i pochi uomini, in gran parte d 'una razza d iversa dall a slava ; nie nte comunismo, ma ritorno . al capi- · ta lis mo, coi V~nderl ip ( che ottengo no· in concessione e in sfruttamento territori immensi), cog li Stinnes, coi ca pitalisti svedesi e co n tant'altri, d'og ni pa rte ~el mondo; niente abbondanza, ma limitazioni, raziona· me nto, carestia, fame.

E non si dica che l'attuale crisi russa è 1a conseguenza della guerra e del blocco. Tutto ciò è un alibi che valeva una volta, non già adesso .

Se milioni di uomini muoiono di fame e di colera, la colpa risale all'esperimento orribile che i comunisti ha nno tentato sul corpo enorme e lento d ella Russia. Questo esperimento ha p rnvocato, lentamente . e inesorabilmente.-, la disorganizzazione d i tutta la vita russa, d alle un iversità alle officine, dalle città alla campagn·a.

La Russia non ha più un sistema nervoso; è tornata un organismo rudi me ntale , che . un pug no d i fanatici, scientifici e scientifizzati, s'il.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI fASCl 7 7
1 I

lude di rianimare rnll'appli cazione dì teorie che aggravano all'infi nito il male.

Quale tcemenda lezione ci giunge d alle lontane plaghe della Russia e <illale _ mai visto panorama si svolge dinnanzi ai nostri occhi! Centoventi m ilioni d i uomini abb:mdonati a se stessi, nel p iù vasto naufragio politico, economìco · e morale che la storia ricord i! .Mentre mìlioni e milioni di uomini lasciano le loro terre e fuggono altrove, senz:1 una direzione e senza una mèta - è questo l'esodo più g randioso d i tutti i popoli - gl i audaci capitani della borghesia mond ia le si danno convegno fra le rovine.

Declina il m ito assurdo del comunismo e spunta, _ fr::i. inenaHabili miserie e dolori, la nuova realtà di domani. La quale sarà - ripetiamolo per l'ennesima volta - capitalistica.

MUSSOLINI

D a Il Popolo d' llalia, N. 180,. 29 luglio 192 1, VIII .

78 OPERA OMNIA DI BENITO :MUSSOLI N I

VERSO LA PACIFICAZIONE*

Stamani è arrivato a Roma /'.on . Benito Muuolini. Egli ha fau o il viaggio com'è suo 1110 in aeroplano, ed appena disceso ci ha fa tto le seguenti, interessanti dichiarazioni a riguardo del trattato di pace fra faJcisli e sucialisfr:

- Sono venuto per finirla e possibilmente concludere. Efficace o no, il trattato d i pace è atteso dalla nazione. 1 un bisogno universalmente sentito. D el resto qua e là sbocciano paci fi cazioni locali, sintomatiche e 'confortanti. l capi che hanno qualch e s enso d i responsabilità, ·specie Se fascisti, devono ricordarsi un poco della n azione e _ dimentica re un poco la fazione e non· opporsi, in base a criteri puramente personal istici, alla tendenza di pacificazione così diffusa in tutti gli spiriti. Non si deve credere che il trattato segnerà la fine immediata di ogni violenza o lotta . s·i continuerà a battagliare, ma con mezzi diversi. :8 a questo punto che il fa scismo rivelerà la sùa qualità e capacità o meno di costruttore.

- li viaggio è Jlato f elice?

- Sl, ma tormentato. Siamo partiti dall'aerodromo di Taliedo alle 6,10. Pilotava l'Ansaldo 3 r asso valo ros issimo Silvio Scaroni. Era con me, altro passeggero, il capitano Faccenda, cOmandanfe ·di Centocelle. montagne dell'Appennino era no coperte di nubi, che impedivano ogn i visibil ità. Cosl invece che su Spezia· siamo sboccati sul mare a · Levanto . Siamo quind i, costeggiando sul ma re, discesi su Pisa, per riforn irci di benzina. Su Navacch io ho gett ato dall'alto un messaggio di sa luto alla salma del marchese Serlupi, che veniva trasportata al cimitèro. Tra Livorno e Orbetello, siamo stati investi_ti da un temporale, che faceva galoppa re fu riosamente le nubi e ballare non meno furiosamente l'apparecchio. Fox·trott inte ressantissimo. Da. Pisa a Roma un 'ora e trentacinque minuti ! Vista dall'alto l'Ital ia è adorabile. Un pano rama delizioso. Di lassù, tutto appare calmo. e solenne. I fiumi, j borghi, la Maremma, le pinete, il mare. :B tempo, m i pare, che anche . vista dal basso l'Ita lia offra Io stesso spettacolo. C redo che le riluttanze di taluni fascisti saranno superate e che tutti si p iegheran no al vincolo della comune disdplina nazionale.

• Intervista concessa a Il Giornale d'ltali11, la mattina del 30 lug lio 1921. (Da Il Giomllle d' ltafor, N. 181, 31 luglio 1921, XXI).

6. - X\l"J I.

FATTO COMPIUTO .

Il trattato di pacificazione fra i Fasci italiani di Combattimento C le rappresentanze della direzione ,del Partito Socialista Italiano e . d ella · Confederazione G enerale del Lavoro è stato firmato . dunque un fatto compiuto. ·

A tale risultato si è giunti dopo moltissime d ifficoltà. La navigazio ne verso H port o; che la coscienza nazionale nel suo intimo sospirava ardentemente, è stata continuamente osteggiata da scogli e da foschie.

Dichiaro qui, in prima persona, assumendom i tutte .Je responsabilità morali e materiali della mia dichiarazione, che io vi hò messo tutta la mia buona volofltà e che quando ho visto accettato l'esseniiale, ho buttato in mare taluni dei dettagli che appartenevano all'accessorio. Aggiungo anche che difenderò èon tutte le mi e forze questo trattato di pace, il qu~le, a mio avviso, assurge all'importanza d'un avvenimento storico, anche per l a sua singo larità senza p recedenti; e che metterò in pratica un vecchio, saggio proverbio, che dice: « C~i non usa le verghe odia suo fig lio ».

Ora, se il fascismo è mio figlio - come è stato .fin qui un iversalmente riconosciuto in migliaia di manifestazioni; che devo, fi no a p rova contraria, ritenere sincere :-- io, con le verg he d ella mia fede, del mio coraggio, d ella mia passione, o ·lo correggerò o g lì rende.rò impossibile la vita.

t necessario, prima di passare ad altro ordine di considerazioni, rile. vare che in CJUesti ultimi tempi la coscienza nazio~ale aveva sempre p iù chiaramente manifestato il suo desiderio di pace. Le d imostrazioni dCi mutilati a Napoli ed a Roma, col comizio Dekroix ali' Augusteo, i voti dei reduci e delle madri d ei caduti sono fa tt i « morali » che un movimento come il nostro non poteva ignorare, se è vero, come è vero, che intendiamo ricollega rci a Vittorio Veneto ed al sig nificato d i q uesto nome nella storia italiana.

Il trattato di pace era sfato preceduto, proprio nella giornata di domenica, d a due pacificazioni locali, avvenute in due centri operai popolosi ed importan~i come Te m i e Sestri Ponente. N essuno di noi,

• ROMA, 2, no1te

ed io meno di tutti gli altri, voleva assumersi, data · la situazione, la responsabilità di una rottura definitiva delle trattative, eccettuato il caso di clausole assolutamente iriaccettabili. Ma chiunque esami1_1a, con mente snebbiata dagli egoismi provincialisti intessuti di frasi fatt e ·e sciupate come quelle che si leggono contro Roma, che sarebbe una specie di « vituperio delle genti » e contro il Parlamento e contro i deputati fa. scisti (oh, ·linalmerite, una testa di turco !); chiunque sappia astrarsi un momento dalla contingenza immediata, .non potrà a meno di riconoscere che questo trittato di pace è la consac razione solenne, inoppugnabi le, storica della nostra vittoria.

Sì, anche i protocolli sono necessari a fissar~ i caratteri di situazioni nuove, a stabilire il quantum di mutato nel corso degli avvenimenti.

1:. superfluo procedere ad un'illustrazione analitica delle clausole. Gli intelligenti. comprendono a volo l'ampiezza di quanto abbiamo ottenuto e le conseguenze politiche di questo trattato d i pacificazione non tar· deranno a farsi sentire.

N ell'attesa di ciò, e non sa rà lunga , qui bisogna affermare che q uesto trattato di pacificazione sà\'e egregiamente nobilmente la causa delL'.umanità, la causa della nazione, la causa del fascismo. La causa dell'umanità ·in primo luogo, e quando parliamo. di « umanità » nessuno deve credere che intendiamo ricascare nel vacuo ·internazionalismo umanitario dei socialisti, -dei democratici o dei tolstoiani.

Tutto ciò esula dalle ·nostre conce;ioni realistiche. Ma se l'umanità vaga, che comprende tutti e nessuno, ci lascia indifferenti, c'è una umanità italiana della quale siamo ansiosi e pensosi. n l'umanità delle nostre magnifiche schiere, che di tanto generosissimo sangue hanno invermigii3.to !e contrade d'Italia. Ora se c'è qualcuno che porta alleg ramente H fa rdello dei morti, CJ.uesto qualcuno non può essere che un irresponsabile o un incosciente; ma un « capo » ha il dovere supremo di risparmiare anche una sola· goccia di sangue quando non sia pa lese che il versarla è strettamente necessario ai fini della causa.

L~ causa della nazione è salvaguardata da questo trattato, perché la nazione attràversa una criSi gravissima, che poteva e potrebbe ancora diventare mortale.

Ma dunque: la nazione, anche per taluni fascisti, sarebbe quella c~sa di cui tutti si riempiono· la bocca, salvo poi a strain.fischiarsene quando c'è da rinunziare ag~i interessi della fazione? La formula fa. scista sarebbe dunque: prima la [_azione e poi la nazione? lo ho sempre ritenuto e creduto il contrario. Il fascismo vede la nazione e poi tutto il resto. 11 fascismo è per la g uerra civile quando è per J' interesse della nazione, e lo fu nei due anni trascorsi; il fascista è pronto a lla pace .quando è nell' interesse della n azione.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO
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DI:I FASCI
;j t ·.i '

Con questa bussola i1 fascista può navigare ed orientarsi; senza d i questa si perde o naufraga .

O ra ·fa nazione ha bisogno di pace per ripr~ndere, per ~ifars i, per selezionarsi, per avviarsi, in una parafa, ai suoi migliori d estini. ·

Finalmente questo trattato di pace serve ai fini ed alla espansione ulteriore_ del fascismo. Ecco un partito, quello socialista, che fu ·per lunghi anni il dominatore quasi incontrastat o _della politica italiana ; ecco un partito, quello socialista, che, fino a pochi mesi add ietro, ci parlava di So viètr, di dittatura del proletariato e di altre tali fant asie moscovite . Questo parti to pareva dovesse trionfare e sommergere tutti gli altri. La sua barca proccde'\'a innanzi coi venti di h 1tte le fortune! Ecco il siluro _fascista! E col siluro. la. crisi di autorità è di coraggio fr a gli stati magg io ri , d i sbandamento fra 1c ciurme. Questo p:1. rtito scende oggi a patti, li consacra in un atto solenne e quindi aggrava !a sua posizione nei rappo rti futuri con questi terribili e temibili .concorrenti ai favori e - ahimè ! - ai voti delle masse e si dichiara e5traneo agll arditi del popolo, i quali, oramai Sconfessati da repubb licani, da comunisti e d a socialisti, dovranno rapidamente ~oncludere la loro breve ed ingloriosa carriera.

Non e' è bisogno di aggiungere che questo trattato sp osta i p iani dell'azione fascista, ma non disarma 1a nostra oppos izione spirituale e politica al complesso delle dottrine e delle realizzazicini soéialiste Anzi, qui « si parrà la n obilitade » del fascismo, il quale, dopo avere esercitato i muscoli, dovrà esercitare i cervelli e muoversi nel campo delle i~ce e delle competizioni civili Con quella stupenda -elasticità con la C]Uale si è mosso durante fa nostra guerra all'interno, n elle strade e nelle piazze

La battaglia è vinta Potremo cantare vittori?,. Ma io sono · l'uomo perennemente inqu ieto del domani . Non so f ern:iarmi. La vitt~ria è un fatto; ou mi travaglia il modo col quale la vittoria ·potrà essere util izzata. Comincia u n nuO\'O periodo nClla storia del fasc ismo ita liano e ·non sarà meno aspro e difficile d el precedente: è il p eriodo d ella [ ielaborazionc spirituale e delle applicazioni p ratich e. Bisogna smentire i n ostri nemici, i quali ci hanno detto a sazietà: « Voi sapete distruggere, ma non sapete còstruirc ! Siete ottimi sul terreno della negazione, ma, portati sul terreno positivo; vi rivelate nella vostra im_potenZa )>. T utto ciò è falso, ma b isogna dimostrare il falso Con la nostra opera di domani.

Infiniti sono i ca mpi nei quali possiamo applicare l e nostre energie ! Certi dissidi e ce rti atti di ind isciplina individuale non mi p reoccupano eccessivaniente, anch e se non sfruttati dalla stampa ant ifascista.

Dal mio pu nto di vista personal e, la situazione è d i una sempl icità lapalissiana: se il fascismo non m·i segue, nessuno potrà obbligarmi a seguire il fasc ismo. Io comprendo , e comp iango un ~o, quei fasc isti

82 OPERA 0 :\[NIA DI BENITO :MUSSOLINI

deJle molte Perctole italiane, i quali non satlno astrarre dai loro ambienti; vi si inchiodano e non vedono altro, e non credono alla esistenza d i' un più vasto e complesso e formidabile mondo, Sono i riRessi del campanilismo, riflessi che so~o estranei a noi, che vogliamo sprovincializzare l'Italia e proiettarla, come « entità nazionale» , come blocco fuso oltre i mari cd oltre le Alpi.

Ma l'uomo che ha fondato e diretto un movimento e gli ha dato fior fiore di energia, ha il diritto di p reSC indere dalle analis i dì m ille clementi Jocali per vedere il panorama politico e: morale nella sua sintesi ; ha il diritto di vedere dall'alto di una montagna, cioè ·da un p iù ampio orizzonte, il panorama, che non è di Bologna o di Venezia o di Cuneo, ma è italiano,. m:.1. è eµropeo, ma è inondiale.

Chi non è capace di questa sintesi, può avere le attitudini per comaòdàre una squadra di ven ti uomini, non . certo p"uò r ivendica re il privilegio di gu ida re le vaste masse nei momenti più tu rbinosi dclii sua sto ria, quando le re"sponsabilità s i addensano e schiacciano, quando è necessario sfidare le eilime.rc i1:1popolarità tardigrad e e andare o ltre, a qualunque costo, contro chiunque, nella certez:7-a. che proviene dalle sen• ' sib ilità intime e dalla intima fed e.

Fascisti itàliani ! .Qtiesto. è il fascismo! E vorrei aggiungere: il fa. scìsmo, nella sua immanenza, nel suo spirito profondo, e non soltanto nella sua lettera superficiale. Per questo io g ri do ancora : Evviva i l fascismo!

· D a I/ Pop ol o d'[tafia, N. 184, 3 agosto 1921, VIII.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FAS([ 83

1 NUOVI ORIZZONTJ DEL FASCISMO*

('I). Su la porJata e sugli f//etti dell'odierno Jrallalo di pacifica· zione, ho vo/uJo 11dire oggi, subito dopo la firma di esso,.. il pemiero del <<leader>> del f,1.JCiJmo italiano1 Benito MuJJolini, il qtld!e mi ha faJto le 1eg11enti dichiarazioni:

- t inutile diffondersi in valutazioni analitiche delle clausole del trattato di pace. Jo continuo a ritenere che esse segnano Ùna Vittoria per il fascismo italiano e ciò anche per le ragioni che ho esposte in un mio articolo _ sul Popolo d 1Jtalia Certo la p ace poteva ess~re det tata a condizioni più dure un mese fa; prima cioè che la stella del fas~ismo, che aveva brillato per tanto tempo all'orizzonte,· impallidisse un po' per i fatti di ·viterbo, di Treviso e di Roccastrada. Aggiungò anche che il· contegno di taluni fascisti che invece di attendere con riserbo l'esito deHe trattative le hanno svalutate in anticipo con intempestive dichiarazioni, h a pesato non poco sulJe trattative stesse. Io r itengo tuttavia che i fascisti di tutte le regioni, davanti al fatto compiuto, accetteranno il trattato · ed eviteranno di precipitare il fascismo in u na crisi che avrebbe il _risultato di annullare Ja portata pol itica e morale del trattato di p ace.

lo comprendo e mi spiego perfettamente le preoccupazioni di taluni fascisti di particolari regioni : vi sono deg li equivoci che conviene immed iatam ente diradare. li trattato di p acificazione non significa un embraJSom no11s u niversale, an èh e perché ì comunisti non ne hanno voluto sapere ; contro di essi quind i noi dobbiamo· restare vigili ed in arffii.

Non si <leve pensare che cesserà 1a nostra opposizi~ne teorica e pratica al Partito Socialista, appunto perché intendiamo a ncora di combatterne le dottrine filosofiche ed economiche, nella Joro applicazione pratica, specie se lavorerà sotto la forma di un socialismo- d i Stato . Né si deve pensa re che il trattato di pacificazione significhi la smo.

• Intervista concessa a // Re110 del Carlino, il 3 agosto 1921. (Da Il Reit o del Carlino, N. 186, 4 agosto 192 1, XXXVII). (Il resoconto dell'intervista è pubblicato anche_ su l i Popolo d'Italia, N . 185, 4 agosto 192 1, VIII).

bilitazione di tutta quella parte militante del fascismo nella quale si raccoglie la miglinre giovinezza d ' Italia.

Il trattato di pacificazione risolve la crisi del fascismo, nel senso che l'elemento politico avrà d'ora innanzi la netta e decisa egemonia Sull'elemento dirò cosl « militare»

In altri termini,• le squadre di azione devono essere una emanazione del fascismo, non già una sopraffazione o una sostituzione di esso. E credo che il ,fascismo potrà applicare le sue energie nei campi deJla critka politica, nei campi di tutte le manifestazioni sportive e potrà conservare così tutte le sue caratteristiche di movimento spregiudicato che lo hanno fin qui contraddisti nto.

Il risultato più tangibile della pacificazione è la rottwa del fronte unico che si era venuto formando in questi ultimi tempi contro i ~asc isti, e che andava dai popolari agli anarchici. Due mesi fa la fo rmula poteva essere questa: ·picchiare nel mucchio; oggi doveva essere quella: dividere il mucchio. Questo risultato è ottenuto. I ingenuo crede re che la pacificazione stipulata sulla carta possa divenire un fatto compiuto immediatamente in tutte le regioni d'Italia. E innegabile però che ci sarà la creazione di uno stato d'an imo di pace, che, a poco a poco, ristabilirà l'equilibrio. così potentemente e lungamente turbato.

E da -prev"edere, date le lunghe polemiche che hanno preceduto la firma del trattato di pace, che i comunisti ne approfitteranno per rinnovare le accuse contro gli elementi co nfederali e contro il Partito Socialista. C'è qualche confederale che prevede anè:he,- dopo le incursioni fasciste dei teinpi passati contro le Camere del Lavoro, le inCUrsioni comuni.ste dei tempi futu ri e forse. non tanto lontani.

11 tiattato di pacificazione avrà a nche ripercussioni. all'estero, dove veniva esagerata a colori chiassosi la cronaca ·della situai ione politica interna ital iana. Può anche da rsi che· quC'sta lotta, che ha diviso così ferocemente italiani e italiani, sia stata un segno di grande vitalità e niente .affatto un sintomo di decadenza e di sfacelo. Solo una razza gagliarda e forte, solo degli uomini passionali e devoti a delle idee, potevano così a lungo battagliare. Il risultato può essere paragonato ad una rivoluzione, in quanto ha modifiçato violcÒtcmcnte uno stato d i fatto: liberando l'Italia dall'incubo del bolscevismo e riducendo il socialismo politko dalla sua go_n6atura dì domiri.atore incontrastato, alfa normalità di tutti gli altri partiti pol itici.

A qu esJo punto ho rivolto a!J' on. M ussolini .la domanda scabrosa.... . pt r la quale, in fondo, avevo 10JleciJaJo l'intervhta: ·

- E quale sarà1 onorevole, il vostro atteggiamenJo personale, qua• /o ra il fascismo, ·nelle sue f uJure ma~1i fesJazio~i locaJi1 d imosJrau e di non voler Jenere fede al patto d i pace da voi f irm at o oggi ?

DAL DISCORSO ALLA CAMERA' AL CONGRESSO DEI FASCI 8 5

- :B semplicissimo. Io ho fondato il fascismo il 23 marzo 1919. E mi sia concesso di protestare vivamente contro una lettera dell'Idea Nazionale, secon do la quale il fascismo sarebbe nato a Bolog na alla fine del 1920 ! t falso! Il fascismo· era g ià vivo da sedki mesi ed aveva al suo attivo meravigliose battaglie vinte, a Milano ed altrove; mèn· tre a Bologna il mov imento fasc ista non era stato possibile mai curarlo, malg rado la tenacia veramente stupenda di Arpinati e di pochi altri. Senza l' assassinio del povero Giulio Giorda ni, è lecito p ensare che il fascismo bolognese non sarebbe uscito dai lim iti e dai confini di una modfS ta associazione, senza ripercussioni sens ibili· nelJa vita · locale ed italia na.

Ritengo ch e i f ascisti italiani obbed ira nno, perc:hé c' è u na aristocrazia d ella obbed ienza per coloro che vogliono esercitare l'aristocrazia del comando. In ogni caso, prima di andar"!ene dal fascismo, lotterò tenacemente perché il mio punto d i vista trionfi. N el caso p oi che il fa scismo intendesse battere altre vie, allora io sepa rerò · nettamente le mie dalle su e responsabi lità.

:È ancora presto, fors e, per valutare le conseg uenze storiche dell'atto di pacificazione; è ancora presto , forse, per va lutare questi d ue anni di storia n ella loro portata circa i dest ini del!a nazione; certo è che i fascisti hanno bene meritato della nazione sostenendo la loro purissima e sa ng uinos issima guerra; ce rto è che, dedicandosi ora ad un'opera di ricostruzione nazionale e sociale, saranno ancora uria volta benemeriti delle fort une de lla, Patria,

86 OPERA OM NIA DI BENITO MUSSOLINI

ALLA PROVA!

JJ trattato di pacificazione mette a ll:1. prova i fascisti, i socialisti e lo Stato. ·Fra qualche tempo, la situazio ne politica sarà chiarita e definita, I fascisti hanno ora la. possibiJità e il dovere di dimostrare ch e la discipli,na nei loro ranghi non è una parola vu~ta di senso; hanno il dovere di dimostrare, con un atteggiamento di vigilante attesa e di d ifesa , ch'essi non intendono - se non vi sono letteralmente costrett.j - turbare in qùalsiasi modo la vita delJa nazione. Fra poch e settimane si vedrà quale fra i due bellig eranti ha acceduto in buona fed e alle trattative e quale no. la nazione avrà allora g li elementi per giudicare e condannaci::. Ma è soprattutto lo Stato che è chiamato alla prova. lo Sfato, e per esso il Governo; si aggfra in una _posizione falsa e ·ambig ua: quella della_ equazione fra fascismo e sovversivismo. La posizioiie dello St?,to che si mette al di sopra della mischia, _ fra coloro che lo vogliono demolire e coloro che lo vogliono restaurare, è per lo meno assutda e insostenibile.

Firmando il trattato di pace, la parte_ fascista s'impegna ad astenersi da qualsiasi gèsto che possa indebolire l'autorità dello Stato. Noi ci mette remo alla .finestra. Dal momento che lo Stato - da noi di· feso restaurato - ci tratta a lfa stregua dei· sovversivi prof essionali, · non s i può pretendere d a noi un atteggiamento diverso da quello che ci proponiamo d i seguire,

Quando lo Stato sa rà, oggi o doma n i, ·nuovam ente alle prese_ coi suoi n emici, noi saremo spettatori della contesa. Delle due l'una: o lo Stato avrà ragione dei suoi nemici o soccomberà. In questo secondo caso, entreranno in scena le nostre forz.e, non -già per tentare di galvanizza re uno Stato cadaverico, ma per schiacciare la parte che ci è nemica e che uscirà un poco esaurita d alla lotta.

L' ult imo episodio della guerra civile avrà così il suo sbocco logico: la conquista del potere da parte dei vittoriosi. Come si ved e, noi giochiamo a carte scoperte. lo Stato italiano provveda. Dopo il ringraziamento che ci ha dato, noi. provvederemo a difenderci, non a difendere degli· immemori e d egli ingrati. lo Stato italiano 'deve contare sulle sue forze materiali e morali. Se le p rime non bastano le aumenti. I dena ri che lo St ato spende md presidiare la sua autorità

e nell'osteggiare gli sforzi dei dissolutori, sono spesi benissilllo e ren~ dono, perché una nazione che lavora .tranquillamente, è una ·nazione che aumenta la sua ricchezza.

Jl Governo ha detto: al disopr; di socialisti e di fascisti, a mc tocca il compito di restaurare J'jmperio della legge. Giustissimo. Nelle prossime settimane vedremo il senso e la portata di questo che· appartiene al numero dei luoghi comuni. Vedremo come e qualmente e contro chi sarà stabilito l'imperio· della legge. ·

Taluni indizi · ci autorizzano ad un certo scetticismo. Qllanto ai fascisti essi si tengono inquadrati e disciplinati, nella preparaz ione fervida del nostro domani.

88 OPERA Ot. lNIA DI BENITO MUSSOLlNl
'
Da 11 PopQh, d'ÌJnlù,, N. I86, ) agosto 1921, VIII.

LA CULLA E IL RESTO

Narrano le leggeflde - quanto sono care Je leggende dei tempi antichi! - che ben sette città . della Grecia si contendevano il. privilegio di aver dato i natali al cieco cantore di Ulisse. Non c'è motivo di troppo meravigliarsi per le gelosie campanilistiche dei greci antichi, q uando lo stesso accade fra g li italiani moderni, di razza fascista. lo sono molto stupito (non stupefatto) quando in un riassunto di un art icolo deJl'on. Dino G ra·ndi mi è avvenuto di leggere che << l'Emilia è la culla del fascismo » e ch:e, di conseguenza, i fascisti bolognesi sarebbero come chi dicesse le balie asciutte accanto alla prefata culla.

Il mio amico Dino Grandi, che è venuto al fascismo da pochissimi mesi, è in vena di scherzare quando capovolge la comune e documentata cronologia. I fascisti .milanesi potrebbero chiedere la parola per fatto personale. . Poiché la verità che non si smentisce e non si camuffa è una sola ed è che il fascismo è nato a Milano il 23 marzo 1919; la qual cosa è nota anche ai sassi di via Marsala a Bologna, dove di fascismo, a quell'epoca, non c'era la menoma traccia. I1 fascismo milan ese, che fu per almeno dodici mesi il fascismo italiano, era grande quand? nella valle . del - Po la parola fascismo era totalmente ignorata. Jl fascismo. milanese, a venti g iorni data dalla sua costituziòne, infliggeva la prima e irreparabile disfatta al socialismo italiano coll'incèndio ~ell'A vantil e la stroncatura di un minacciosissimo sciopero generale. L'un ico fascista che ci fosse allora a Bologna era Arpinati, il quale sudò sette e sette camicie prima di arrivare a combinare un Fascio degno di questo nome. Il fascismo milanese , c::he non contava allora più di settecento-ottocento soci, tenne fieramente le piazze nel novembre del 1919, quando nella culla emiliana di fascismo non c'era nem- ' meno u n qualsiasi neonato bamboccio.

La verità è che il 20 novembre del 1.920 (il fascismo era già vivo· da sedici mesi ed aveva già una storia) segna la data di nascita del fascismo emiliano e aggiungiamo che, senza l'atroce assassinio di Giulio Giordani, asSai incerti ed oscuri sarebbero rimasti per lungo tempo i d estini di quel fascismo.

Precisate le posiz.ioni dello stato civile del fascismo italiano, ve. niamo al resto. Io non ho bisog no di r ibattere l'accusa sciocca di vo-

Ieee essere un:1: spec ie di padrone d el fascismo italiano. ·Io sono «duce » per modo dì d ire. Ho lasciato correre questa parola, perché se non piaceva a me, che detesto le parole e le arie solenni, piaceva agli altri .Ma io sono un duce ligio al più scrupoloso pedantesco costituzionalismo. Non ho mai imposto nulla a chicch essia . Ho accettato èl.i d iscut ere con tutti, a nche con co loro che trattano la politica con u na fa. ciloneria sconcertante; anche con coloro che sono infettati d a t ùtti i · morbi maligni in diffusione cronica tra i vecch i partiti. La politic~ è un'a rte ; quindi è un tirocinio; è una jntuizione e so lo coloro in possesso di questa dote preclara hanno i - numeri ' sufficenti per fa rla. Ciò malgrado io mi sono sempre sentito amico fra amici; non mai padrone fra. se rvi.

Anche questO potrebbe essere documentato, ma non vale assolutame nte la pena. 1 fascisti· emiliani vog liono dare un addio a l ·fa scismo it:ri iano? Dal punto di Vista perso nale, . la cosa mi lascia ind iff.crente o quasi. Per me il fa scismo no n è fine a se stesso. Era un me-ao per ristabilire un equilibrio nazion ale; per agitare taluni valori spirituali negletd; per getta re le basi di una ricostruzione nazionale che partisse d alla premessa indistruttibile deJI'interveritQ e di Vittorio Veneto. G ran parte d i ciò è stato raggiunto. Il fascismo può dividersi, scomporsi, frantumarsi, d ecadere, tramontare: Se sarà n ecessario vibrare martellate potenti _per affrettare la sua rovina, io mi adatterò alla ing rata bisogna. 11 fasci smo che non è più liberazione, ma tiran nia; non })iù salvaguardia d ella nazione, ma difesa di interessi privati e delle caste più opache, .sorde, miserabili che esistano in Italia; il fascismo che assume q':lesta fisio nomia, sarà ancora fascismo, ma non è quello per · cu i negl i anni tristi affrontammo in p ochi le collere e il piombo delle masse, non è più il fascismo quale fu concepito da me, in u no dei mome nti più oscuri" d el la recente sto ria itali ana.

Siamo in t ropp i e quando la fa mig lia aumen ta la secessione è q uasi fatale Ve ng a, se deve venire; e i socialisti si rallegrino! La loro vittoria non è nel trattato d i pace, ma è in questa crisi d 'indiscip li na, è in questa c~cità spaventevole che sta per perdere una parte del fascismo italiano. Gli antifascisti non s·erano dunque mai accorti del cerchio di odio ch e minacciava di soffocare col cattivo anche il buon fascismo? Non s'erano dunque accorti che fascismo era d ivenfato sinonimo ·di terrore anche pl:esso le popolazioni non socialiste ? lo ho spezzato questo cerchio; ho aperto il varco fra i reticolati di quest'odio, di questa oramai irrefrenabile esasperazione di vaste · masse popolari che vi avrebbe travolti; ho ridato al fascismo tutte le possibilità, indicato le strade di tutte le g randezze attraverso una tregua civile, sacro sa nta ai fini d ella nazione e d ella umanità ; ed ecco che si spa-

90 OP E RA OMNIA DI . BENITO M U SSOLIN I

rano come dopo le solite beg h e dei veèchi partiti . - le grosse art iglierie dellà polemica e della diffamazione a base di rinunce, dedizioni, tradimenti e sim ili tristi buffonerie ·

Or bene: è tempo che il fa scismo ita liano sputi fuori·ciò che pensa, ciò che vuole. Il trattato di pacificazione è il_ reagente che deve precipitare la selezione. La proSsirna settimana deve costituire la settimana dell'esame ·di coscienza del fascismo italiano. I risultati rni indicheranno la strada da seguire. Molti rospi ho ing hiottito in questi ult imi tempi e ·mol te solidarietà ho accettato ·per carità di fascism o. Ma a tutto c'è un limite ed io sono giunt o a questo limite estremo. Il fa. scismo può fare a meno di me? Certo, ma anch'io posso fare a meno del fascisrnò . C'è posto per tutti in Italia: anche per trenta fascist i, il che significa, poi, per nessun fascismo.

1o parlo chiaro, come l'uomo che aven do molt o dato, non chiede assolutan:,ente ·nulla , salvo a ricominciare....

MUSSOLINI

Da Il Popol o d'forlia, N. 188, 7 ago:;to 192 1; VIII.

DAL DISCORSO ALLA CAMl:R A "AL CONGRESSO DTII FASCI 91

GIOIA PREMATURA

L'organo del socialismo ufficiale, che da qualche tempo è tornato· a fare il « russo » con uno zelo di cu i nessuno lo riteneva più capace, è ~utto gongolante di gioia per 1a cosiddetta crisi del fascismo. Es.so ci fa J'onore - veramente inaudito! - di . riportare lunghi brani dei nostri articoli per convincere i lettori tesserati come quaJmente il fascismo sia entrato in agonia. Noi, ·a nostra volta, potremmo, g ettando u n'occhi ata nel campò.. avverso, trovare seri motivi d i compiacimento. Ecco, ad esempio, che assistiamo ad un aggravars i dell'eterna ·cronica crisi del partitone, con una rel ativa nuova terminologia. II duello è ora impegnato fra collabocazionisti e a nticollaborazionisti. In mezzo, a far da mastice, tra coloro che vogliono andare a l potere e quelli che dal potere rifuggono come la peste, d stanno .gfj unitari a.d ogni costo. Il professore Baratono lancia alle turbe il solito professorale manifesto, al quale risponderà l'on. Turati, mentre il cittadino Alessandri si acconcia al ruolo di paciere.

Si può dunque affermare che se i fascisti non .crepano · di salute, i socialisti si trovano in condizioni infinitamente peggiori. C'è chi prevede non una scissione del fascismo, ma una nuova scissione del socialismo italiano. Se l'Avanti! riflette ai casi suoi, senti rà subito che gl i manca ogni motivo decente per darsi alla pazza gioia in vista della crisi del fascismo. L'Avanti! non dovrebbe passar sopra con cosl bril· Jante improntitudine ai giudizi che comun isti, a narchici e sindacalisti hanno emesso sul contegno dei socialisti di fronte alle t rattative di tregua. L'AvanJi! sa benissimo ch e anche ·in mezzo ai socialisti ufficiali acuti dissensi si sono manifestati, dissensi che avranno naturalmente un'eco nel prossimo congresso del Partito. 11 P11s n~n dorme su un letto di rose, Ma soprattutto il nostro contegno è una fiera lezione per i d emagoghi ignobili della parte avversa. Hanno essi mai avuto il coraggio di dire al loro putrido socialismo, al loro cadaverico partito, che è un «residuo», non più una forza, la millesima parte d ella verità che noi ci permettiamo jl lusso di dire ai fascisti italiani? H anno essi mai avuto· il . coraggio di esercitare cosl inesorabilmente il diritto di critica e di autocritica? Ricordiamo che a propos ito di crisi fasc ista c'è un precedente. All'indoma ni della famosa

lnt~rvisla sulla .tendenzialità repubblicana, l 'Avanti/ e altri organi del~ l'antifascismo favoleggiarÒno di . rovina, sfacelo e simili catastrofiche castronerie. La tempesta de lla tendenziale repubblicana passò senza ab. battere e senza nemmeno indebolire il fascismo. Può darsi che lo·stesso accada oggi e che i pussisti siano destinati alla più acerba delle delusioni .

.E assai dubbio che il fascismo non essendo un partito possa dividersi. Fra· noi non c'è una destra o una sinistra. Ci può essere una diversa valutazione di un determinatO avvenimento politico. È già. _ accaduto altre volte. Potremmo citare _quando e come, ~e la storia d el faSCismo non fosse così breve e nella m emoria di tutti. Il fascismo ha sempre superato le crisi senza scfasioni o sbandamenti.

Non _v'è dubbio chè l'aliegrezza, a nche p rematura, dell'Avami! deve imporre :>.i fascisti degni di questo _ nome qualche utile meditazione.. Il tramonto del fascismo sarebbe davvero· la più g rande vitto eia del socialismo. Non che il socialismo italiano sia più capace di grand i gestì - lç> è appena di g randi fras i! - ma potrebbe riprendere un poco della sua antica e lat ente brutalità. E poi ? Jl fasdsmò può finire come organìzzazione, non già come stato d'an imo, tendenza idea le. Se domani" j socialisti tornassero a fare i deHnquenti, un nuovo fascismo sorgerebbe, m_agari con altro nome, ma sempre tale da dar filo da torcere al sovversivismo. Il giubilò dell'AvanJi/, obiettivamente esaminato, è stupido. Sembra il riso di un idiota. Lo scopo è quello di far Comprendere- ai proletari che il trattato di tregua è stato fatale al fascismo e provvidenziale per il socialismo. Noi abbiamo l'intima certezza che le Prossime settimane dimost_reranno esattamente il contrario. Anche pùché il contegno dell'Avanti/ è di un'amb iguità provocante. ·un ,·ec-. chio pro verbio dice che ride ben e chi ride l'ultimo. L'A vanti.' è pfoprio _ sicuro di essere l'ultimo a ridere ? Lo vedremo.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 93
Da Il Popolo d'[t4/ia, N. 190, IO ag osto 19 21, VIII.

L'A vanti.' di ieri, che dimostra con sempre maggiore ev idenza d i avere malissimamente inghiottito il rospo del trattato di Roma, con un bd titolo su due colonne, domanda: li fasc ù mo è un partito politicO'? A q uesta domanda sciocca e ingiuriosa al tempo stesso, risponde l'appello lanciato ai fas cisti di tutta Italia; risponde l' atteggiament o dei Fasci, che s i schìerano disciplinat i d iet ro a q uello che fu un voto es plicito e quasi u nanime d el Consig lio n azionale ;· risponde il nostro senso di responsabilità; il coraggio col quale abb iamo affrontato la si· tuaz io ne e sfi dato l 'impopofarità, a viso apeùo, senza n asconderci a far e d ello spirito più o me no d i rapa, in u n a rub rica di varietà « scampo1eggiata ».

Il trafiletto d ell' A 11,mti! di ieri è di una gravità estrema, che va debitamente seg na lata a tuttì, e, in particolar modo, a quei collegh i della stampa romana - citfamo l'Epoca e il Corriere d'Italia - i quali, in base all'o rdi ne del g iorno votato dal direttorio del Fase.io romano, si sono mess i i n catted ra a sermoneggìare sul fas cismo.

Al fascismo -i~a liano diciamo noi parole abbastanza dure per ché ci sia proprio bisogno di u n 'aggiunta da parte di estranei. L' A vanti ! h a il coraggio d i dire che «ci ha messi alla prova» A qua le p rova? In tutti quei luoghi do\•e i social isti non fanno i ·g esuiti, la pacifica· ziooe è un fatto compiuto o sta per compiers i. O ra l'A van1i! pa rl a · di una « imp otenza politi~a » e di « contraddizio ne criminale>>.

C'è d i peggio. L'A vanti .I invoca ch e « là Stato dimostri i suoi propositi » . Qua li ? L' organo del Pus p retende forse lo sterminio dei fascisti da pa rte delle forze di p olizia dello Stato? Ora i fascist i son o _troppo inteJligcnti per cadere in questo agguato politìco -niorale, attraverso il quale il socialismo vorrebbe rifarsi una yerg inità al cospetto dei comunisti, sindaca listi e anarchici.

Ripetiamo lo a ncora una volta e non c'illudiamo che sia l'ultima : abbiamo voluto fermamente il trattato_ di p acificazione e inten d iamo di applicarlo lealmente. La Commissione esecuti va dei Fasci pa rla chiaro. I Fasci , nella loro mag g iora nza, vincendo cert i l~gitt imi stati d 'a nimo, fin ira nno per dare, ancora u na ·volta, un magn ifico spet tacolo d i d isdp lina. I Fasci seg uiranno -ne siamo certi - ·scru polosamente le

RISPOSTA

norme d'azione pratica dettate dal Consiglio nazionale. Noi vogliamo, noi dobbiamo fare In modo che la ragione sia dalla nostra parte; che se il trattato dovrà diventare o presto o tardi un chiffon de pllpie, ciò avvenga per colpa altrui, non per colp~ nostra; noi dobbiamo agire in modo tale che Jo Stato invocato dai socialisti · non abbia akun motivo di intervenire contro di noi; .noi dobbiamo provare e proveremo che gli eventuali fu~uri perturbamenti d elfa 'tranquilJità nazionale non potranno essere attribuiti ai fascisti. La nostra condotta deve costituire per noi un formidabile alibi morale, nell 'evenfoalità di una ripresa della battaglia,

I casi _ sono· due: se la pace ·si realizza, il vantaggio è generale, e per questo nòi insistiamo; se la pace 1_100 si realizza, il fasc!smo non deve avere timqri di sorta, perché sul t ecceno della violenza ha g ià battuto il suo avversario. La situazione è dunque chiara. :E: tempo che tutti i fascisti se ne rendano conto e dimostrino - coi fatti ...,_ di essersi veramente liberat i dalla mentalità d ei vecchi partiti. Pe r dare una disciplina alla nazione, bisogna darla in p rimo luogo a noi stessi.

MUSSOLJNI

Da Il Pop ol o d' halia, N, 191, 11 agosto 1921, Vlll. 7. ·

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 95
XVII.

SINTOMI

A sentire ta luni am icì, non ci sarebbe nulla di ca mbiato nella psicologia d~lle masse lavoratrici itàliane. I proletari sarebbero gli stessi che nel 191 9, a pcchi mesi dall'armistizio, tempestavano per le strade cittadine, invocando e credendo prossimo l'avvento del cÒmunismo. Non voler riconoscere Ja mutata realtà - il che impone una d,iversa tattica di combattimento è segn o triste di deficenza spirituale. La realtà è p rofondamente, eno rmemente cambiélta. Ch; fra i sedid milioni di laVo ratori italian i ci siano ancora molt i fa natici, mo lti illus i e molti viole nti, nessuno nega; ma .è un fatto ch e n ell'i nsieme la masSa lavoratr ice italiana è in uno stato d 'an imo comp letamente diverso da quello di alJora.

I 5egni vis ibili di questo cambiamento non mancano. :E assai raro , a Milano e a ltrove, d i trovar e operai che portino ancora il famoso distintivo Con falce e martello; il grido di « viva la .Russia! » non lo si ode più, mentre le terribili descrizioni diffuse sùU'Avanli! circa le condizioni russe sono destinate a gelare i residuati entusiasmi;· Jo stil. licidio degli scioperi politici è< cessato, I sintomi · pi ù cla~orosi dei temp i. n uovi sono nella cronaca di questa settimana·. Si nut rivano - g iu · stamen te -delle p reoccupazioni a proposit.o d i eventuali grandi scioperi d i categor ie. Uno sciopero genera le naz iona le ·è una g rossa nube ch e sorge all'o rizzonte. Parecchie di q ueste nubi si addensavano: tes. sili, meta11urg icì, chimici. La battaglia avrebbe impegnato u n milione e fo rse p iù di o pera i. Ma no n si combatterà, l tessili e i metall urgici hanno raggiunto l'accordo. T utte e due le pa rt i hanno dato. prova di gran de saggezza. E le organizzazioni operaie, accettando una sensibile riduzion_e di .Salari, senza la quale l'industria sarebbe andata verso una crisi mortale ; e le o rganizzazioni padronali, con l'impegno d i rispettare quelle conquiste d'ordine morale che devono essere considerate oramai come un patrimo nio intangibile delle masse lavoratrici. D iciamo - in p a rentesi - che se . nel 1920 gli industri ali metallurg ici ·fossero stati meno intra nsigen ti non ci sarebbe stata, assai prababjlmente, quell'occupazione delle fabbrich e, le cui con~eguenze si fa n no .e si faranllo per lungo temp o sentire. II mancato sciopero dei tessili è dei metallurgici dev'essere considerato come un avven imento confortmte, sia

,.

per le conseguenze · immediatc1 sia per . la docuinentàziòne del nuO\'O stato d 'animo delle maestranze.

N on per niente tra j firmatari del manifesto turatiano ci sono j capi della çonfed erazione Generale del Lavoro . Le cause che hanno provocato questo cambiamento socio m ult iple e complesse. Ma non bisogna diment icare l'azione del fascismo. Ciò che accade in conseguenza della rinuncia allo sciopero da parte dei confederali, dimostra pale· semente che è assurdo mettere sullo stesso piano socialisti e comunisti. CJ:ie la d ifferenz a f ra i due partiti non sia in ' tutti i luoghi" marcatissima, com'è, ad esempio, a Torino e a Milano, si comprende facilmente; rria ad ogni giorno che passa sempre più profondo si scava l' abisso che li divi de e che finirà per metterli l'un contro l'altro armati e ndn soltanto d i ordini del g iorno, A meno che certo fascismo intelligente non si adoperi a tenerli insieme, perc-hé ·facciano fronte unico contro di noi. Sta ·di fatto che per il mancatO sciopero dei tessHt i co· munisti hanno lanciato le solite accuse d i tradimento e hanno anche provOCato, in talune località, l'astensione dal Javoro. Questi ep isodi sono destinati a pesare nelle future relazioni fra comunisti . e socia listi.

Gli avvenimenti di questi giorni ci dimostrano che le tesi - già eretiche - del sindacalism9 nazionale sono accettate, sotto la form i". dabile pressione deIIa ·realtÌ, anche ~a colo ro che avevano per relig ione il principio della lotta di classe. L'esperienza odierna dimostra che qualche volta è necessario rinunciare all'esercizio deHa lotta di dasse per evitare la rovina comune.

MUSSOLINI

Da Il P.opolt:, d'Italia, N. 193, B agosto 1921, VIII.

DAL DJSCORSO ALLA CAM ERA AL CONGRESSO DEI FASCI 97

FAME E RUSSIA

Quanti sono i milioni di affamat i che attendono; nel riarso bacino del Volga, un tozzo di pane? C'è chi dice dieci mil ioni; secondo altri, tale cifra dev' essere quadruplic"ata; in un dato momento _il numero fan· tastico di cento mil ioni di affamati è balzato sulle colonne dei g iornali. Jn realtà anche questa ultima cifra non è esagerata. I n . Russia tutti soffrono la fame e queili che ne muoiono sono -dieci milioni. 11 nostro scetticismo circa i soccorsi viene giornalmente g iustificato dai fatti. Quando Je catastrofi sorpassano le velocità degli uomini, ogn i volontà s.i spezza Soccorrere in tempo utile dieci milioni di affamati è una impres~ quasi sovrumana. Lo sforzo che si richiede è gigantesco e quando si teng a ·presente Io stato di completa disorganizzazione in cui versa la Russia, nessuno si qieraviglierà se i soccorsi arriveranno troppo tardi o non arriveranno affatto. Quanto agli stati borghesi, essi potrebbero fare molto di più, ma l'atteggiamento insolente del Gòverno dei SoviètJ mette a dura prova una politica ispirata a sensi di generosità e di oblio.

Dal momeoto che Lenin denuncia, in ogni gesto: di soccorso degli Stati borg hesi , una manovra di traditori e di ~peculatori , è naturale che gli Stati capitalistici siano un poco esitanti prima di prendere. grossi impeg ni.

Intanto il tempo passa, e il ·colera, buon alleato della fame, rìsol. verà il p roblema. Quando. a rriveranno i ·soccorsi, non ci saranno p iù · quelli cui erano d est inati. Ci sa ranno i due eserciti: l'esercito rosso e l'esercito - immane - della burocrazia a divorare i soccorsi eu ropei.

A proposito della catastrofe bolscevica, è sintomatico il contegno dei due quotidiani che in Italia rappresentano il le ninismo più o meno adulterato. L"Ordine N11ovo è assai parco di notizie e quelle· che dà bisogna cercarle. L'Avanti!, invece, suona Je fàofare con grandi titoli su tutte le pagine . ·

I casi sono d ue·: o l'Avi:1nti! crede di riconciliarsi con Lenin; op· pure - ed è più p robabile! - vuole smontare gli ult imi feticismi bolscevichi, disperdere gli ultimi ingannevoli miraggi comunisti e spa· ventare - preFeriremmo l'efficaciss imo men eghino « st remire » - j

proletari che lo leggono. L'A vanti!, col rimbombo dei suoi titoli vistos i, ha l'aria di dire : « Avete visto? Vedete ? Ecco il bolscevismo!>>.

Il tentativo di scagionare da ogni responsabilità il Governo d ei Sovièts' a pioposito della care~tia, è puerile. N el numero odierno d el Rùorgimento, è riportato un articolo dell'on. Grimm, deputato bemese, che g ià fece assai parlare di sé per il suo estremismo durante la guerra:

«Certamente - dice !'on Grimm nel B"nu Tagwa,hl - il boJscevi5mo russo-era in pieno fallimento già prima dello scoppio della catastrofe della fame. Già p rima esso aveva dovuto trasforml!-re tutta la sua economia p olitica. Ciò che esso ha fatto, dal principio di q uella trasformazione in poi, altro non è $e non la ricostituzione del capitalismo. Il bolscevismo cerca premurosamente dei crediti all"estero e offre di dare in locazione ai capita listi ested e indigeni le fabbriche, che furono già sod.tlizzat e, le miniere e le foreste; esso ristabilisce Ja · libertà di commercio e il funzionamento d elle banche e cerci dì ricostruire le piccole industrie. Ma mentre ne-I campo economico il bolscevismo ha dovuto capitolare i nteramente, crede di poter mantenere in vigore il suo .sistema po litico, ·che è il sistema di una dittatura di parte e te rroristica. t un·utopia. Non p ossibile sostenere contemporaneamente la ricostituzione economica co·n m ezzi capitalistici e un sistema di governo di "autocrazia", come lo ha d efinito lo st esso Lenin, che non vuol esser legato da nessuna legge. Ma dove si troveranno j capitalisti esteri che vorranno investire i loro capitali in Russia, se non: saranno sicuri da eventuali espropriazioni? Come potranno essere ricostituiti il commercio, le banche e le industrie individuali sé non si ricostituirà la sicurezza legale? t vero, come crede Lenin, che Ja Russia dovrà prima passare inevitabilmente attr.àverso un capitalismo di Stato? Mli. allora la dittatur:i del PartitO Comunista dovià cadere, perché il progettato capitalismo di Stato esige l'istituzione della sicurezza legali-; ciò che non si può conci liare con Ja dittatura ed ì1 terrore. Alla capitolazione economica dd bolscevismo dovrà dunque scg'.uire inevitabilmente quella politica».

Si n qui· il q-r"imm, la cui pros a stroncatrice ci piace di segnalare a quel povero rimbambito di Costantino Lazzari, che è rito rnato dalla Russia tutto _felice, giuIivo, entusiasta, come.se la Russia fosse .il più fortunato e prospero e libero paese del mondo. n probabile che la capitolazione_ politica del bolscevismo sia _vki na. :e sintomatico l'esodo delle mogli dei signòri commissari. La propaganda pro-affamati del Volga potrebbe essere un p retesto per mettersi in salvo nell'imminenza certa della rovina.

D a li Pop olo d'l r,,lia, N . 194, 14 2gosto 1921, VIII.

DAL ·DISCORSO ALLA CAMJ:::RA AL CONGRESSO DEI f ASCl 99
M U S SOLINI

L'uomo che fu urlato a Bologna, all'epoca dei furori bolscevkhi, per via dell'imminente millennio; che fu ascoltato a Livorno, quando parecchie illus ioni era no ·ìnelanconicamente dileguate, trionferà certamente al prossimo congressO socialista di Milano.

L'astro di Turati sale all'orizzonte, me ntre altre stelle declinano, fo rse per sempre. N el suo manifesto dell'altro giorno, l'on. Turati non annuncia nuove verità, non indica n'uove strade: è ancora una volta l'esposizione e la d if ~a del ·rif(!rmismo; la difesa, cioè, d ella ·concezione «democratica» del socialismo, in contrasto colla concezione sindacalista e con quella bolscevica. Dal punto di vista della fi losofia, l'on. Turati non è ancora uscito dal chiuso riparo del positivismo; il quale positivismo è un poco rimarginato dall'esito lacrimevole di talune gigantesche recent i esperienze storiche, che hanno mozzato le ali ai troppo trascendenti volo-ntarismi di individui e di gruppi. Anche la volontà umana trova un suo" limite che le è vietato di valicare. Con questa ammissione non vogliamo rimet tere sugli altari il semplice fatto, la semplke materia , la nuda e cruda realtà e bandire lo spirito, per ·ripiombare in pieno materialismo storico o determinismo econoniico che dir si voglia. No. Anche la volontà umana è un fatto, è un quid d i es istenze, è una forza, ma non è la sola; è dall'arititesi e da ll'equilibrio - più o meno instabile - delle forze econOmiche e delle fone spirituali che si determinano e si risolvono le crisi d ella storia.

Tra coloro che dicono l'universo. è spirito e quelli che affermano ' l'universo è materia, v 'è forse il « relativo ~ che respinge e concil ia ad un tempo i due «assoluti » Ma torniamo a più modeste altezze, ai colli dove I montoni turatialli brucano le erbette gustose della . collaborazione.

Partitosi filosofi camente dal positivismo, dove va a finire l'on. Turati? Si potrebbe rispondere ~I banco del Governo, ffia sarebbe unà freddura di dubbio spirito. In realtà, l'on. Turati non è mai ·partito; non può quindi tornare e nemmeno arrivare. Certi complicati itinerari polit ici non lÒ riguard~no. t sempre lui. Riformista da _ tr.cnt'anni. Parlamentarista da sei legislature.

Chi ha «girato» in questi ultimi tempi è il P uJ. 11 q ua le è ·pa r-

. RITORNI

tito dalla rivoluzione e cade nella dforma ; è partito dalla dittatura del proletariato e si immelma ne! più universale democratico dei suffragismi (col voto, cioè, esteso alle donne, e, magari, alla zoologia affine); è partito da Lenin e si ritrova fra le braccia di Turati.

C'è ,chi aspetta il fattaccio della sçissione. B probabile che gli esigenti saranno delusi. Non ci può essere un dramma ad ogni adunata. socialista, malgrado gli impegni presi a Mosca dal triumvirato dei missionari socialisti. Perché il PuJ dovrebbe dividersi? :E .tutt'uno orm:li con Turati e Turati non può spezza~si in due per fare un· piacere ai ricercatori di forti· emozioni. Tutto al più ci sarà un esodo di. gruppetti di sinistra, i quali andranno a rinforzare l'esile Partito Comunista Italiano. Qu~ste previsioni si appoggiano alle constat.azioni seguenti:

L il Gruppo parlamentare socia lista è, nella sua maggioranza. favorevole a T1.:1rati e la corrente intermedia, rappresentata dall'Alessaodri, si butterà all't1ltimo m.inuto d alla medesima partè turatiaòa;

2, la Confederazione Generale del Lavorò segue j tu'ratia~i, rag ion per cui il partito che avrà Jlelle sue file .Tùrati, saià il partito che avrà al suo seg uito Ie imponenti masse o peraie deIIa Confederazione Generale del Lavoro;

3, non c 'è posto in lta_lia per troppi partiti socialisti e comunisti , come avviene in Germania.

L'unità del partito sarà salva, ma sa_rà l'unità turatiana nel partito di Turati. Nessun· dubbio anche che, posto a scegliere fra Gramsci e Turati, mister Serrati non avrà un minuto solo di esitazione 3. imbarcarsi con _Turati Pot~emmo ora « dilettarci » al gioco delle ·ipotesi circa le conseguenze politiche del trionfo della tesi turatiana, ma, non insisti!, remo. Jl trionfo dei collaborazionisti sarà il d isco che segna « via libera » su i binari che conducono al potere, nia non è detto che il co nsig lio· t urat iaoo partirà subito e non è d etto ancora con ch i, visto e çonsideri to che ad un'assu nzione totale del potere nessuno ci pensa e nessu no ci ha mai pensato in Italia, all'infuori del Corriere in un momento di terribile cafard.

Né. bisogna volare colle fantasie e credere che due o tre socialisti al Governo costituiscano i1 toccasana di ·una situazione tremendamente complicata, Noi, ad esempio, vediamo con relativo piacere· il profilarsi dell'eventualità colJaborazionista, per questi motivi. :B opportuno· immette re di quando in quando nuovi el~menti nella. ' circolazìone delle classi politiche che dirigono i destini di una oaziorie. Crediamo che tali elementi, se non faranno , meglio, non faranno certamente peggio di molti ministri di ieri .e di oggi. Infine, il .collaborazionismo costituirà, dopo quello te(?rico, la decisiva disfatta pratica de:l socialismo Sarà, cioè,

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEl FASCI 101

palese che, giunti al potere, caricate le loro spalle di queJJa pesantissima croce, i ministri socialisti non compiranno prodigi, ma faranno del· l'amministrazione più o meno ordinarìa e magari) s~ non saranrio vigilati, un po' di «camorra.» e dì « nepotismo », il che ·Sarà eminentemente suggestivo per guarire i proletari e mostrare i « purissimi » flagellatori della « putrida- ·società borghese·» sotto la specie non_ della loro dignità, ma della loro umanità e forse anco della loro bestialità.

Il prossimo ottobre si annuncia come il mese de1la pingue - vendemmia turatiana.

MUSSOLINI

Da Il PQpolo d'lktlia, N 195, 16 agosto 1921, VIII.

102 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Nessuno che abbia seguitcr un poco'da vicino le più recenti vicende · del fascismo italiano, può stupirsi all'annuncio che io ho rassegnato _Ie mie dimissioni da membro della Commissione esecutiva dei Fasci ltaJiani di Combattimento. Dimissioni' che manterrò. Tutto quello che è accadu~o in questi ultimi tempi, è una piccola çommedia politica, che si innesta" ad una grande tr;tgedia_ nazionale e umana, il che ci dà motivo di profonda malinconia.

Dopo il voto di Bologna, la posizione di coloro - specie dirigenti - che hanno agito in senso pacifista, è diventata impossibile, poiché sono stati squalificati in pieno, senza remissione, senza nemmeno ammettere ·in loro un po' di quella buona fed e che si riconosce talvolta nei peggiqci avversari; squalificati da un convegno che doveva essere · regionale e che doveva essere interregionale, e al quale chi scrivel'accusato - non fu nemmeno ufficiosamente· o privataffiente invitato. Non rileverQ le miseriole d 'indole personale balzate dalla discllssione '(valga una per tutte: tale signor Crema ~i ha mosso acerbi rimproveri perché non sono andato a fare dei discorsi a Predappio!); ma i precedenti vanno mess.i nella debita luce p er definire le rispettive . responsa-· bilità. Un bel g iorno si ha notizia degli approcci a quattro ·fra deputati fascisti e socialisti a scopo di pace. · La notizia non solleva eccessive emozioni nel campo fascista. NessuoJ leva ta di scudi per strozzare a ll'inizio il tentativo. Anzi. la Commissione esecutiva de i Fasci vota un ordine del giorno di adesione di massima alle trattative, rivendicando a sé - ed era giusto - l'onore e l'onere dì con durle. Anche per questo secondo voto, che pregiudicava oramai irreparabilmente la questione, nessun indizio di sollevazione nel campo fascista

.·La Commissione es_ecutiva, in un terzo tempo, convoca a Roma- il Consigl io nazionale.. Si discute per t re seie consecutive, ampiamente, esaurientemente, sino alla estenuazione e si vota. Ben ventitre delegati contro cinque ~i dichiarano favorevoli alla prosecuzione e alla concJu. sione delle ùattative coi socialisti e coi confederali. Solo a questo punto , dopo quattro settimane· che si parlava di pace, si notano le prime oppo· sizion i e le prime manifestazioni d ' indiscipl ina. Nel momento più delicato delle trattative, uomini che per la loro posizione avrebbero- dovuto

NELLE FILE 1

imporsi il m ~ssimo riserbo, scrivono lettere sui g iornali, nelle quali svalutano in anticipo ogni patto di t regua o d i p ace ; il, che g iovava ai socialist i e li irrigidiva in posizioni di sempre maggiore intransigenza Si arriva tu ttavia a concluder e, e qui com incia lo spettac~lo triste dd. l' indisciplina fascista . Non vog lio .entrare, in ques to momento, nel merito d el patto. lo credo, e mi riservavo di dimostra rlo in opportuna sede nazionale, Con un'ampia ed esauriente documentazione, ch 'esso costituisce o costituiva u n a g rande,. un'immensa vittoria pe r il fascismo italiano. Comu nque, esso impegnava il fascismo e i fa scisti dovevano rispettarlo. Jl patto mette va alla prova i contraenti. 'B isogna rico_noscere che sino a questo momento j socialisti hanno superato la prova m egl io di noi . Non ci sono s tati fra di loro discussioni -o scissio ni o congressi o requisitorie ; ma un riserbo e un' accettazione del fa tto cÙmp iuto, ac· cettazione resa molto d ifficil e dagli attacchi molto furib on di d ei comunisti· e deg li anar chici, ch e · hanno accu sato il soc ialismo di aver capi· telato a disc rezione d avanti alle. << guardie bia nche » del capitalismo. · Traccia dì queste accuse si trova persi no n el manifesto ch e il Co m itato esecutivo dell'Intè rnaz ionale comunista h a lanciato al proletariato italiano. N el campo fasci sta, il panorama è stato completa mente diverso. Si sono_ improvvisat i cònvegni più. o meno clandestini, co ng ressi r egionali e si è rinnegato il patto di Roma, senza nemmen o d a rs i la brig a di pensare a q ua li g r avissime conseguenze vada incontro il fascism o . I dissidenti doveva no tenere un atteggiamento, un contegno _p iù _ fa. scista: accettare il trattato, tentare di applicarlo, per avere la prova p alese della buona o d e lla m alafede avversaria; e riserva rsi di esaltare o lapi· dare g li u om ini del Consiglio nazionale n ell'adunll,ta naz io nale di R oma}

Così si evitava la crisi del fascism o e si evitava soprattutto il terrib ile vico lo d«o in rui si è cacciato. N on vale la pena d i Sottoporre ad u n lungo esa me l'o!dine d el giorno votato a Bologn a. Rileveremo so lo la patent e contra ddizion e del primo accapo. Dichi ar~re la p rop ria fervida e t enace volont à di pace e po i sputa re sul p r imo tentativo d i realizzarla, è per lo meno assurdo . Perch é la pace, ca ro Oviglio, è quella cosa che o n on si fa o si fa in due, con un ·avversario .che l'ac· cetti, che s 'impegni .ad osservarla, altrimenti è la guerra all 'infinito .

Come real izza rla ora la p ace? Pensate, forse, di poteda e ffettuare attraverso lo ste rminio d ei due milioni di cittadini che h anno votato per il Pm? O non correte jl r ischio di ·cronicizzare la g u erra civile? O l'altro di vedervi rivolta re ccintro l'a nima intera della n az ione ? O . il terzo · rischio di dO\·er «subire» domani una p ace pussista, attraverso u n altro non imp robabile capo volg imento d elle situa2ioni ? E i segni d i ciò non li vedete ? Il fro nte un ico antifascista che il pat to d j Roma spezzava , n on sì ri for mel'à quasi automaticamente doma ni ? Alt ri i nte~rogativi po·

104 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

tremmo allineare su questo foglio, ma non è necessario Né ci sembra necessario ricordare ancora una volta che il patto dj Roma n on significava smobilitazione fascista o cessazion·e della lotta << po litica » contro il socialismo e meno ancora poteva significare un embra.uom-no111 uflive~ale. Col patto di Roma, il fascis~o poteva tendere a modificare, dove possibile, i caratteri delle sue azioni; tendere a dimostrare non soltanto la sua superiorità pugilistica o bombardiera, ma la .sua superiorità cerebrale e morale. Questo non si è voluto capire. E c'è Stata una strana accelerazione nei tempi della crisi, quasi ci fosse una fretta non meno strana d i dar motivi di allegria ·ai socialisti - è questa la loro prima soddisfazione! - eliminando dal campo chi aveva avuto il cOraggio. di cacciare il f erro rovente nella piaga e dire le dure, ma necessarie verità.

Dopo il "patto di Roma, il partito che avesse dato ferma prova di disciplina un itaria, sarebbe stato in realtà il vittorioso. Il fascismo esce sconfitto da questa prova. Altre pjù ccude ragioni di ciò saranno esaminate · a suo tempo. La partita è Orma i chiusa. Ch i è sconfitto, deve a nda rsene. Ed io me ne Vado dai primi posti. Res to, · e spero di poter res ta re, scm.plice gregario del Fascio Milanese.

MUSSOLINI

D a il Popolo d' llalid, N. 197, 18 agosto . 19 21, Vili.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA .AL CONGRl:SSO DEI FASC I 105
_,

L'ORA DEI SERMONI

RISPOSTA AL « GIORNALE D'ITALIA »

li Giornale d'Italia, che ha tentato, già ,dall'epoca delle polemiche sulla . tendenzialità repubblicana, di disgregare · la massa del fascismo, ritorna oggi alla carica e mi rivolge una 'specie di sermone che io ascolto e respingo senza indugio *. Non sono pochi in Italia coloro che attendono con · una certa impazienza gli sviluppi futuri -della crisi fascista. Costoro pensano: se il fascismo si sfas'cia, c'è un materiale per arricchire dieci partiti, considerando che t'utti i partiti in Italia sono, dal punto di vista dell'organizzazione, cronicamente anemici. Perfino i repubblicani, che hanno stampato cose ingrate contro di me in tempi non lontani, mi hanno dedicato l'altro giorno un ar ticolo assa i corretto e discreto.

l'esercito fascista si sbanda, nazionalisti, repubblicani, liberali e altri possono ripromettersi qualche vantaggio. Può anche da rsi che le speranze di questa brava gente silnO deluse, li Giornale d'Italia ce'tca invano di complicare le cose , che sono, al contrario, di urla cristallina limpidità.

Non si tratta di nuove evoluzioni a destra o a sinistra. Perch é, sino a prova cont raria, io sono ancora iscritto al Fasci di Combattimento. Ammetto ape1tamente che un senso di rivolta si sia dete1minato nel m io spirito davanti a certe eccessività' d elle ultime spedizioni fa sciste e agg iungo che _il mese d i luglio 192 1 è stato infausto · nella storia del fascismo italiano. Ma escludo in maniera formale che nelle mie decisioni entrino clementi d i natura parlamentare e di facile carriera, perché io me ne infischio' della me daglietta, sono pronto a res~it uirla a i m iei elettori, quando, unico fors e fra i miei colleghi, mi sarò ricordato di a ndarla a ritirare.

· li Giornale d' llalia mi fa proprio ridCre qua~do pa rla nei -miei riguardi di mobilità, irrequietismo, impulsività.

Da che pul p ito scende la predica! lo riconosco e mi vanto d i pos-

"' (4 2:5),

sedere uno· spirito mobile ed alacre; e aggiungO ch e il giorno in cui non mi sentissi più stimolato da questa inquietudine, mi riterrei diminuito e liquidato.

. Io non mi «adagio» mai in nessuna posizione; ·non mi siedo, non mi addormento sul già raggiunto; non sono un impiegato tardo emarginatore di pratiche, ma un camminante che non riconosce mai nella mèta raggiunta quella d efinitiva o suprema.

Ho l'orgÒglio di aggiungere a questo quadro autobiografico che non mi mancano e volontà e tenacia, e che mi s~ nto certamente più volitivo e più tenace del senatore Bergamini. So no t renta mesi ormai che io, g iorno per giorno ,. implacabilrilente · ho tenuto ·fermo nelJa battaglia · contro le forze che minacciavano d i rovina la nazione. Trenta spesi di duro lavoro, di quotidiano IaVoro, a lternato da vittorie e da scon· fitte; confortato talvolta da vasti consens i, g elato talora da isolamenti improvvisi.

E non ho mai. piegato, caro s ig nor Be rg amin i, nemmeno quan do sul mio nome si raccòglievano in. tutt a Milano quattromila voti e i socialisti mi annunciavano suicida nelle acque del Naviglio Q~anto allo << stile », non è dal Giornale d' llalia che io lo posso apprendere Il m io· <<stile» è quello di un gal3:ntuomo che rifugge dalle pose 4i « capo >> quando i « capeggiati » si sbandano; che non ha la pretesa burlesca di continuare a fare il generale quando il suo esercito gli rifiuta ogni obbedienza o d isciplina. Lo « stile » de i galantuomini e non quello degli arrivisti è quello di prendere atto delle sconfessioni e delJe squ alifiche e di agire in conseguenza. Solo i buffoni possono comportarsi in modo diverso. . La situazione è ta le che non ammette mistificazioni. Io ho voluto, fer mamente vol uto. un trattato di pacificazione. Orbene, centinaia di Fasci non ne vogliono sapere e Io dichiarano esplicitamente. Non sono io ch e m e ne vado. Sono g li altri ch e mi costring ono ad andarmene, poich é il loro voto me in particolare modo colpisce e squalifica.

Non c'è nesSuna «ostentazione» nelle mie dimissioni, ma una profonda tristezza . ,

Sono ancora abbastania giovane, e non sono quindi pervenuto a quell'alto g rado di «Stile» ci nico, per cui essendo antigìo littiani da dieci anni si può accettare i~ laticlavio da Giovanni Giolitti.

. Come vi può essere « metodo e continuità » di lavoro fra chi vuole realizzare la pace e chi vuole continuare la . g uerra? Me lo dica l'autore d ella bislacca nota comparsa sul Giorndle d'Italia. Il quale dimentica ch e d a mesi e mesi io andavo ammonendo il fascismo di · avere il « senso del limite», senza del quale un m oviment o anche splend ido fini sce per decad ere e rovinare. Jn queste ultime settimane, io ho fatto chiaramente

DAL DISCORSO Alti\ CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 107
1 I I

intendere .che non mi sarei più oltre sentito capace di guidare un movimento indisciplinato e caotico Questi avvertimenti, che partivano da un impulso di amore ardeiite per il fascismo, sono stati, da parte di molti; di troppi fascisti, trascurati e irrisi. Che cosa pretende ora JJ Giornale d'Italia? Che io foccia.{l burattino? Che io mi"pre nda le sconfessioni e mi limiti ad osservare che « odo rumore.»?

Via, dunque. Se questo è « stile », esso appartiene aì palcosce nici da operetta, ma non è, non può esser~. non sa rà mai lo « stile » della mia politica e della mia vita.

MUSSOLINI

Da Ii Popolo d' Italia, N. 198, 19 agosto 19~1, VIJI.

108 OP ERA OMNIA DI BENITO MUSSOI.INI

GHIGNO DI GIOIA

L'A vanli.l canta vittoria- a voce spiegata. Il ,fascismo, l'odiatissimo . e temutissimo fascismo è in crisi. Una cris i di disciplina, che può ancora risolversi e può ·anche acutizzarsi s ino alla separazione totale d elle masse in contrasto . Bisogna ricon~scere, cÒn quel coraggio chirurg ico che appartiene al numero dei nostri attributi essenziali, che l'AvanJi! ha perfettime:nte rag ione. Bisogna, per comprendere il giubilo del fog lio socialista, rimettere sul tavolo parecchi ,elementi ·ed avvenimenti della 'più recente storia ita liana

Quando il fascismo sorse a Milano e raccolse atto rno al manipolo dei fondatori un pugnò di uominì ch e prove nivano quasi tutti d all' ala sinistra dçll'interventismo italiano, il P~rtito Socialista, che aveva già le arie" di padreterno imbcstiato e tiranno , finse di non accorgersi nem~ meno dell'esistenia. della l'luova milizia..Ma a venti giorni appena di distanza dall'assemblea costitutiva di piazza· San Sepolcro, mentre nelle . strade d i ·Milano rombava. Ùn tentativo di· sommossa proletaria, l'incendio d eJl'Avanti! e la sparatoria di v ia Mercanti_ seg narono il primo formidabile tempo di arresto alla corsa pazza del leninismo italiano.

Ciò malgrado, l'enorme malcontèrito del dopoguerra, aggravato dalJa politica· miserabile di Cagoia, contribuì ancora alle fortune del P1111 che, alle elezio ni ~el noVembre, raccoglieva votazioni impone nti in ogni parte d ' Italia. .

Ma il fascismo non e ra mo rto. Ma il fascismo viveva e, quantunque colpito anche da -una raffica poliziesca, riprese a poco a poco la sua strada parz ialmente spezzata e dopo pochi mesi - a T rieste, a Pola e in altri centri -·inferiva i primi terribi li colpi alle organizzazioni pussiste.

All'epoca d ell'ignoramus;· all'epoca del dispregio per quella quantità trascu rabile che poteva essere il fascismo, subentrò il più grottesco terrore, il più piagnucoloso dei tolstois mi.

Cinque o sei mesi fa, la divisa d ell' A vanli.l, che oggi torna a fare il g uerriero bal_danzoso, era quella d i « subire » , di porgere l'una e 'l'altra guancia, di « prenderle», di « n'on resistere al male». Varrebbe la pena di rip rodurre quanto l'A vanli! pubblicò all'indomani della tràged ia del «Diana». Era la pau ra, la paura «fisica», ch e ispirava

quella lacrimogena e gesuit ica p rosa. A pochi m es i d i distanza, alla paura segue la gioia; e il pianto ipocrita di ieri si trasforma in un ghigno di soddisfazione. Non è pi.ù il socialismo che colpisce ed abbatte il fa: scìsmo. No. :B il fascismo che p er un ·fen omeno strano d ' incompren· sione pass ionale divide se stesso, demolisce se stesso, infrange quello che doveva costituire sempre la carat teri stica peculiare di un movìrriento a base politica-militare come il nostro : la disciplina. Nari c'è da stupirsi se l'A vanti!, di frnnte a questo ·spettacolo, ritrova quel fiato che aveva perduto e si ringalluzzisce un poco.

Poiché l'A vanti! sta male in casa propria. Ha bisogno di stordirsi guardando i malanni altrui, per non gemere e piangere sui propri. Quella tegola russa, capitata. fra capo e collo del socialismo di Serrati, ammazzereb be non u n uomo, ma un bue inquartato .e bardato da macello. Sono in vista scissioni, dissidi, scomuniche. Anche il Pur. è in cdsi. Di idee, di tattiche, d i uomi ni. Esso si r<:nd e conto che Se tornerà a fare il prepotente, ci sarà ancora gente in I talia capace di fracassargli. le ossa e di ricòmincia re. Inoltre, la massa del fascismo italiano è cosl gran· diosa che, anche d ividendosi, è in g rado di d are sempre fiJo da torcere ai llem.ici della n azione. Fra le ipotesi nari è da escludersi qu ella che l'At1(111Ji! debba, f ra b reve o fra q ualche tempo, rimanere amaramente deluso. ,

M a intanto io invito i fa scisti di tutta Italia, anche quelli che non hanno l'abitudine di leggere questo giornale, a meditare su q ueste parole stampate nell'A vanti/ di ieri:

« Il duce s'è sbag liato nel giudizio e nella valutazione delle forze e delle capacità disciplinari del fascismo. Nel d i lui confron to ha vinto, incontestabi lmente, J'orga nizz:1.zione socialista, Le si era tesa una trappo la ed ha $aputo trarsene fuori con tatto. e con destrezza e vi ha fasciato dentro il nemico.

« Oggi il fascismo si mOstra al pubblico italiano cd internazionale come una misera cosa; un fascio d i ogni mala erba, incapace d 0 azioni d'insieme, di disciplina, di riflessione, di vita politica Non dubi tiamo ch'esso possa ancora uccidere, incendiare, d evastare, soprafl utto se ha certa l'impunità. Siamo certi che non sa fare altro. E per l:1. ·patria" - conveniamone - è troppo poco»

I fascisti ital iani sono ancora in tempo per dimostrare che il fascismo è qualche cosa di vivo e vitale, che non si esaurisce e non p uò esaurirsi netrazione violen ta e di rappresaglia? Sono ancora in tempo per imboccare la grande strada della Jotta « politicà », il che non esclude n elle ore eccezionali il ricorso ai metodi di lotta che il fascismo ha inaugurato e attraverso a i quali ha salvato l'Italia da ll'assalto di un pugno di rrial· fattori ciarlatani che g uidavano e sfruttavano una massa di illusi e d i fa natici? ·

110 OPE RA OMNIA nl Bf:NTTO UUSSOLINI

Questi sono gli interrogativi inquietanti che balzano dalla crisi fascista. Se i fascisti della Valle Padana Ji avessero affrontati con un vero esame di coscienza, l'Avanti.I non suonerebbe oggi le campane a festa nella speranza che il nemico sia debellato per sempre. Sperariza. Non certezza. Perché la storia del fascismo italiano non comincia e non finisc e al congresso di Bologna; ~1:ussOLINI

Da li Pope/o d'Italia, N. 199, 20 agosto 1921, VIII.

DAL DlSCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 111
8 • XVJI.

VERSO IL FUTURO

Allo scoppio improvviso di gioia che ha salutato l'eventuale e sperato sfasciamento del fascismo italiano, sta subentrando un silenzio grave e carico di delusioni. C'è· della gente che comincia a temere o a sospettare di aver corso o precorso troppo nei suoi desideri, chè chiamerò necrologici Il fascismo non si è ancora disperso. C'è una divis ione profonda d'ordine passiona le-politico, che potrà arrivare· - anche .alle conseguenze estreme. Ma le masse che il fascismo hi raccolto e inquadrato non si «volatilizzeranno»; esse potranno aggrupparsi sotto altro nome o bandiera o uomo, ma Oon diventeranno più preda delle ideologie sovversive, perché la giovinezza rifugge da tutto ciò -che è cc1daverico e i1 socialismo è un cadavere, io tutte Je sue specie e sottospecie di sinistra e di destra, che non è ancora d ecomposto. Può darsi che il fascismo libe[i il suo organismo dalle scorie malsane e conservi la sua unità di massa e di battaglia. Comunque è questa l'ora nella quale tutti coloro che hanno dato anima e sangue al movimento de~ vano asswnere precise responsabilità di fronte al futu ro.

1n altra parte del g iornale, uno scrittore fas(ista, non deg li ultimi venuti, affronta un péoblema fon~amentale, che si compendia in questa domanda: il fascismo d eve diventare un partito? Dopo lung hc riflessioni e un attento esame della situazione politica italiana, io sono giunto a rispandere in modo affermativo. Mi si consenta di dire perché. I . Fasci sono g ià un partito, anche se ripudiano cjuesto .nome tradizionale. L'o rganizzazione d ei fasci, che si è in questi ultimi tempi perfezionata assai dal punto d i vist.1 politico colla creazione: delle federazion i ,provinciali e regionali, è g ià un parti_to.· Respingere a priori questo nome significherebbe inchiodarsi in una pregiudiziale, il che è em inentemente contrario allo spirito animatore del fascismo. D'altra parte uno dei peculiari e originari caratteri del fascismo è scomparso totalmente.

In prìncipio si trattava veramente di un fascio; cioè di una specie di convegno spirituale o di palestra politica, per uomini venuti d a d iverse scuoJe e da diversi partiti. Oggi non più. Salvo alcuni nuclei di liberali ò di nazionalisti, gli uomini provenienti dagli alt ri p,irt iti ci sono, quasi automaticamente, ricascati; e oggi l'e norme maggioranza dei Fasci è composta da fascisti , puramente e semplicemente fascisti. t da questo o ramai

concluso processo di selezione che balza il « partito ». Gli ultimi avvenimenti hanno riveJato le deficenze della nostra organizzazione cosl come è venuta ca.oticamente e impet~osamente a ·formarsi. Un dilemma è stato imposto dalle origini e dal corso della crisi fascista.= o si costituisce un partito o si fa un esercito. Solo in questo secondo caso si può riconoscere un capo o un duce. Ma chi è l'uomo che possa oggi assumersi la personale responsabilità di guidare e sorreggere un movimento così complesso, ricco _ e difficile, qual è il movimento fascista? Un. esercito? Basta gettare sulla carta questo inte~rogativo perché un tumulto -di problemi si affacci alla coscienza. A mio av:viso, il problema va risolto in questi termini: bisogna costituire un partito cosl solidamente inquadrato e disciplinato, che possa, quando sia necessario, tramutarsi in un esercito capace di agire sul terreno della violenza, sia per attaccare, sia per d ifendersi. Bisogna dare un'anima al partito, cioè un· programma. I postulati teorie~ e pratici' devono essere riveduti ed ampliati; taluni di ess i aboliti. le settimane che ci separano dall'adunanza nazionale di Roma dovrebbero essere e sa ranno ded ica te alla elaborazione delle tavole programmatiche del Partito Fascista Jtaliano. Ma l'anima non basta: il partito dovrà organizzarsi in modo tale da permettergli di trasmutare immediatamente i suoi iscritti in tanti soldati, pronti a lottare sul terreno delJa violenza contro le organizzazioni anti naz ionali che esaltano e preparano l'avvento di un regime di violenza e di dittatura. Non occorrono lunghe dissertazioni per convincersi che l'attuale organizzazione dei Fasci ha tutti i difetti dei partiti senza averne i vantaggi. P~rsistendovi, si finirebbe nell'immobilità antifascista di un apriorismo. Dal momento che il fascismo è già un fatto, è' inutile e quasi puerile di non volerlo riconoscere. nella esteriorità del titolo. I! notne del partito può essere dibattuto, quantunque una parola non debba mancare che ricordi chiara· mente le origini; ma sulla questione di massima dissensi profondi non . ci. devono essere. Questo :i.rgomento dovrà essere posto all'ordine del giorno del congresso di Roma. ·

MUSSOLINI

Da 1/ Popolo d'ltali.z, N. 201, 23 agosto 1921, VII(.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 113

IN MARGINE ALLA CRISI FASCISTA

LO SCEMO CHE RIDE

Mentre l'orga no ufficiale del comunismo italiano (L' Ordine Nuovo) cerca di approfondire - nel senso di interpretare - la crisi del fascismo e ne ha colto uno degli aspetti essenziali, l'organo del socialismo ufficiale (l'A vanti.') continua a farsi delle musioni circa Jo sviluppo e l'epilogo della crisi e conbnua a ballare ,Soffamente il tango dell'allegria intorno alla nostra immatura fine. Povero A vanti!. Fa sch ifo! E fa pena!

Quanto al suo direttore - bollato di « traditore » dal supremo consesso comunista di Mosca, urlato come «traditore» og ni qual volta si p resenta ai pubbJici tesserati di Milano, cacciato col muso nel « letamaio» dal pontefice massimo del comunismo mondialeha perduto ogni · e qtialsiasi residuale diritto di parlare di tradimenti altrui, che, nella fattispecie, non esistono, Il Serrati, che d alla p ili fanatica e imbecille esaltazione del mito russo è· passato alla - denigrazione gesuitica del medesimo; che dalla predicata rivoluzione è passato a un centrismo sedicente .rivoluzionario, ma, in realtà, intimamente· turatiano, non può impartire lezioni di coerenza politica a chicchessia. Egli non ha capito ni ente della crisi fascista e questo spiega l'all eg ria da cui ~ rè invaso. ·

D 'altra parte la ~ecantata mcirte del fascismo è un diversivo per g iustificare in q ualche modo quel « p atto » che comunisti" e anarchici h anno qualificato di ·« capitolazione vergognosa »; è un t~cco per fa r dimenticare gli infiniti dolori che travagliano il ·pllJ, _in tutte le sue specie e sottosp ecie.

1a: crisi fascist a esiste e nessuno Io nega. Ma sarebbe sciocco negare una crisi socialista. I termini della crisi fascista sono pe[ò molto p iù semplici di quelli d e-Ila crisi socialista. Tutto il fascismo era ed è Unanime nell'intento di · vole[ restituire .l'equilibrio interno .della naz ione. Il fa . scismo è diviso sul << modo ». Tale divisione si riduce oramai a . talune dawoJe del << modo»; e poiché .la discussiorie non si è SVolta sinora . in contraddittorio, può dars! che al congresso nazionale di Roma la ·« tesi » del fasc i!;mO urbano trionfi . Anche perché allora la situazione sa rà li-

DEI 1-'ASCI 115 qùidata. O la nazione sarà in stato di pace o in stato di guerra. Nel primo casO, ogni discussione di ord ine retrospettivo avrà un valor~ che chiamerò puramente d i ordine interno fascista; nel secondo caso, ogni discussione sarà assorbita daJle nuove necessità di fatto, e di fronte al rinnovato pericolo si ristabilirà e automaticamente e più saldamente la compagine del fascismo;

Certo è ché il giubilo sia pure verde - del foglio pussista peserà sulle decisioni di tutti, compreso colui che traccia queste righe Ad ogni modo, il dissidio tra fascismo u rbano e fascismo rurale (accettiamo questa dist i~ione di fatto, ma non necessariamente di principio), può essere sanato,

Non sappiamo se potrà. dirsi altrettanto del dissidio che separa Treves collaborazionista da Lazzari intransigente; non sappiamo come il centrismo salvet"à Ja sua brutta faccia, tra il suo umiliante sollecitare il pla~et moscovita e le condizioni_' categoriche che il sinedrici di Mosca ha chiaramente formulato e che il massimo Tecoppa d ell' Avanti.I centrista non vuole e non può. accettare. Da considerare ancora la differenza che passa fra 1a nostra e la mentalità pussista. I pastori del Pus fanno il possibile e l'impossibile per ovattare , attenuare la crisi che li travag lia; non h anno mai avuto e non avranno mai il coraggio spietato dimostrato da alcuni dirigenti del fascism o, i quali hanno, quasi con voluttà, piantato il coltello profondo ·nella piagà, poco curandosi se la prosa, prima di Mussolini, poi di Rossi e di Grandi, sarebbe stata riportata e utilizzata -·ai suoi fini dal Pus. Ma un movimento si ama anche così, soprattutto così; non mentendo a se stessi, colla stolta pretesa di ingap.nare ~ltrui.

. Se coloro che leggono « l 'organo di .8arnum » fossero davvero evoluti e coscienti, sarebbero: i p rimi a domandarsi con una certa qual'acia fra sorniona e insolente: ma· che razza di cantastorie è mai questo Ser. rati, il quale va imbottendoci da t roppo tempo il cranio colla crisi e la morte del fascismo e poi, nelJo stesso articolo, ci fa sapere come qual- , mente in sole otto provincie della Valle Padana i fascisti siano la bellezza di 150 .000, raccolti in 660 Fa.rei, perfettamente inquadrati e disciplinati ? Se questo è morire, che cosa sarà mai vivere? Anche perché - i p~oletari lo suppongono sebbene l'organo del Pus lo taccia e fo ogni caso noi ci leviamo la soddisfazione di farlo sapere - nelle altre 63 provi ncie del bello italo regno ci sono gl i a.Itri 1400 Fas~i, con un totale di soci che supera di gran lunga quello della Va lle Padanà. Anche nella dannata ipotesi che il dissidio di valutazione del patto di Roma determini una scissio ne formale, ognuno vede che le forze dei d ue fascismi sono cosi formidabili che bastano per schiantare -e nelle pJaghè rurali e nei centri u rbani - ogni velleità di riscossa pussistica. Ragione per cui

DAL
DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO

l'Avanti.I agirebbe con lod evole circospezione ·Se rimaqdassc a tempi migliori la esibizione· dei suoi « lazzi » fun ebri, perché se il fascismo si scatenerà ancora u na volta, vedremo ancora una volta il ·P111 pi agnucoface nel modo più f emminesco e tolstoiano far e appello _.:_ come ha già fatto ìn occasioni non lontane - alla nostra pietà e alla nostra umanità. _}.t U SSOLINI

D.1 IJ Popolo d'IM!ùt, N. 207, 30 agosto 1921, VIII.

116 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLJNI

POLITICA ADRIATICA

LA LEZIONE DI SASENO !

Un anno fa, bande di albanesi , armate di fucili serbi ò ·francesi) attaccarono Valona e gettarono in mare l'Italia. Non si può ripensare ' senza una profonda melanconia a quella pagina ingloriosa d ella nostra storia politka e militaie; e non si può ancora dire se le maggiori responsabilità cadano su lle spalle dei politici che non previdero m,ùla o dei militari che non seppern creare le necessarie difese di que lla città, ~he persino Wilson aveva assegnato all ' Italia. Ma a un ·dato momento il grido in cui si condensa e si esalta il più bestiale panciafichismo echeggiò nel Parlamento e nel paese: « Via da Valona!». Valona fu abbandonata e a noi non restò che ·salutarla con infinita tristezia, pensando ai gio".ani italiani che avevano lasciato la vita in quelle terre, ai miliardi che la naiione proletaria aveva generosamente profusi per iniziare alla moderna civiltà popolazioni semise1vagge e allo scacco politico, militare, morale che la nostra nazione aveva subito in faccia al mondo.

Valona fu« evacuata»; il trico lore, che vi aveva sventolato per cinque anni, ammainato. ·Non mancarono, in quella come in altre occasioni, i «consolatori» dì professione. Vi fu chi negò ogni importanza strate• gka e marittima a Valona; altri aggiunse che il possesso forzato di Valona avrebbe nuociuto alla nostra penetrazione economica in Albania; e tralasciamo, perché la noia della rievocazione ci prende, le consolazioni d'ordine minore.

Si perdeva Valona, ma ci restava Saseno, lo scoglio che comanda la baia, perché vi si trova all'imboccatura. Saseno è veramente uno scoglio roccioso, inospitale, completamente d~sabitato. Da un anno la bandiera italiana sventola su Saseno. Ma ecco che il possesso di Saseno da parte deIJ'ItaHa è posto in discussione a londra dai nostri cari, cari, _cari amici «tradizionali» inglesi! Anzi ci viene negato. L'agenzia Reuter, che è l'ag enzia ufficiosa. del Governo inglese, dirama .un comunicato per far sapere come qualmente avendo l'ltalia rinunciato al patto di Londra, non può rivendicare Saseno in base al patto stesso. Il· ragionamento è balordo; degno di quella mentalità, apparentemente leale e jntimamen te sorniona e gesuitica1 ,;;he è la mentalità dei popoli che l eggono quoti-

dianamente Ja Bibbia. Jl povero scoglio di Saseno, ultimo avanzo dei nostri infranti ideali albanesi, ci viene garantito dal patto di Tirana, cosi ammonisce gravemente il Corriere, il quale è montato , p er l'occasione, s~i suoi« grandi cavalli» polemici. Vedrete! Dio,. com'è facile e mortificante essere profeti in argomenti di politica estera italiana.

Vedrete che fra l'?{O il trattato di Tirana sarà ·diventato uno straccio di car.ta e che gli 3.Ibanesi si dimenticheranno magari di rivendjcare nei confrorìti degli ingordissimi gred l'Epiro settentrionale, ma vorranno a qualunque costo riavere Saseno. Non per nulla sta avviandosi a Ginevra una commissione di << notabili >) albanesi, allo scopo di presentare a queJ teatro internazionale di politicanti cosiddetti « societaristi » la questione di Saseno. E vedrete - sl, è cérto - vedrete il grande consesso g inevrino sentenziare sdegnosamente che se l'Italia rimane a Sa· seno offende in maniera irreparabile gli immortali principi della giu· stizia, del diritto, d ell'umanità; ragione p er cui l 'lta lia dovrà andar via da Saseno e ritirarsi a Bari, nell'attesa di andar via anche da Bari, quando Dari sarà rivendica ta dagli slavi, p erch é a Bari c'è il grande santuario di San Nicola, che fu in ogni tempo mèt;i dì pellegrini slavi, nonché portatori di bacilli virgola e microbi affini.

Ah sì: l'episodio di _Saseno, comunque finisca , è pieno di signi· ficati e costituisce una dura lezione, che non dovrebbe aqdare perduta. Esso c'insegna che j· trattati, di pace non si svalutano, come sistematicamente e perfidamente ha fatto il Corriere della Sera, attraverso la penna di uno scrittore di dubbia razza, per ben due anni, L'episodio di Saseno c'insegna che il patto d i Londra doveva essere applicato all'ult imo . metro quadrato, prescindendo da Fiume, che non sarebbe mai diventata croata e che alla fin e si sarebbe trovata in una posizione an aloga a quella in cui si trova_oggi, dopo che l'Italia, per; non aver Fiume, h.1 rinunciato a Sebenico, a Valona, m entre gli si chiede di rinunciare a Saseno.

Egregi signori rinunciatari, questi sono i frutti della vostra predicazione stolta e vile. Bevete ora il calice amaro, anzi « amarissimo »~ sino alla feccia; e la feccia si chiama Saseno, 1a feccia è l'estrema rinuncia ad ogoi sicurezza e libertà navale nel basso Adriatico, destinato,, col tempo, a diventare un mare antitaliano. Sulle colonne del Corrier'e deJ/tt Serti stridono parole di questo genere:

« 11 vero è che il mondo del dopoguerra non consente idillici abbandoni e cieche fiduci e e che la nostra futura politica non dev'essere cercata nell' impulsiva 3.Cquiescenza al programma di un'altra potenza, ma in un'idea. universale e duratura, che si rttliui caso per caso nella conoscenza concreta di problemi )).

la contraddizione fra le constatazioni dì fatto e le conseguenze sono patenti in questo brano di prosa. 11 mondo del do_po,guc;m, ~. ed è ve_-

118 OPERA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DE( FASCl 119

rissimo - <( non corisentc idillici abbandoni e cieche fiducie>> . Ma ciò p remesso, il Corriere offre la salute all'Italia affidandone le fortune ad una idea u niversale e duratura , cioè ad una costruzione metafisica, astratta e arbitraria qualsiasi , tanto che il Corri~re dimentica di individuarla con un nome. W ilsonismo forse? Wilsonismo sino alla schiavitù? ·Ed è per co"rrere dietro a queste fìsime « universali » e « durature » e inconsistenti che l'Italia a tre anni dalJa sua grande vittoria militare ha perduto tutte l e sue posizioni adriatiche ed anatoliche (siamo venut i v ia anche da Adalia!), ha rinunciato a Sebenico, ha perduto Valona, è stata allontanata come un'intrusa dai g ra~di accordi economici europei; e, alla fine, per aggiungere alla tragedia lo sch erno di un' i.."onia feroce ( è lo h11mot1r degli anglosassoni), le viene conteso anche Saseno.

Cosl doveva essere e cosl sùà sempre, finché· la politica italiana inseguirà le chimere delle idee « universali e durature», le quali altro non sono ch e la mascheratura con cui t· popoli arriv·ati, ben pasciuti e riluttanti alla guerra, tentano di perpetuare colla f rode "il loro dominio sul mondo. ·

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'Italia, N. 209, 1 settembre 1921, VIII

VERSO IL SUOLO ASIATICO MALABAR

Che cosa succede, ch e cosa è successo in una plag a dell' India g rande e favolosa, in quella penisola che ha la forma di un ruore fra due ocean i? B una rivolta, limitata a una sola Ùibù, quella d ei Moplas, o è l'inizio di u na rivoluzione? Queste sono le domande ch e ca.crono sulle labbra deg li inglesi ; qu esti sono g li inte rrogativi che · devono far tremare le vene e i polsi a lord Reading, al secolo Isacco Rufus, che p roprio di questi g iorni lascia la metrop oli per andare ad assumere il governatorato d e1le Indie. Arriverà . in tempo per governare? I com~ menti della stampa i nglese rivelano un'acuta trepidazione. la M orning

PoJt ritiene che l'Inghilterra si avvii rapidamente verso questo dilemma : o abbandono totale di ogni pretesa d,i governo ·sulle Indie o ·afferma~ zione dell'autorità metropolitana colla « maniera forte».

Anche il Time1 si esprime in termini analoghi quando ammonisce che « oltre certi limiti di longan imità non s i può andare » .

Il Dailj Chronicle accusa Gandhi e Maometto Aly, capi rispettivamente dei d ue partiti naziona li sti indiani ( quello indù e quelJo maomettano), di avere fomentato la rivolta e afferma che « reprimend o questa insurrezione, il Governo dovrà colpire i pericolos i istigatori ·del retroscena ». Questa a llusione può riguardare i bolscevichi, i quali hanno molto lavorato a suscifare ferme nti anting les i in tutto il mondo asiatico dell'Islam.- Bolscevichi furono g li org anizzatori della prim.t assemblea che si t enne a Samarkanda nel febbraio del 1920 e che si intitolò .« Prima aduna~a rossa dei popoli d 'Oriente». Da allora un sordo lavoro al1a rivolta è stato effettuato in tutte le Ind ie. Ma già molto prima, e precisamente nel 19 16, si era formata nelle Indie una lega indù-maomettana collo scopo di raggiungere l' indipendenza delle Indie.

t. _ nella confusa agitazione di questi inizi che balza per la p rima volta nella storia ind ia na il nome dell'agitat6re Gandhi. Costui aveva servito l'Inghilterra nel s ud -Afri ca. priina di diventare un ribelle al g iogo jng lese. Veramente, nella sua prima p redicazione, Gandhi non si spingeva fin o a rivendicare l'indipendenza assoluta. Si accontentava· di una maggiore autonomia. Ma l'eccidio orribile, ordinato dal generale Dyers, in

Anui~ta r, nel genna io del 1919, p recipitò la situazione. Fu un massacro in grande stile colonia le con ce ntinaia e centinaia di morti. La ripercussione di questa strage fu enorme in tutte le Indie Il duca di Connallght, reduce da un viaggio, constatava ch e « l'ombra di Amristar si era d istesa sulla faccia ch iara d ell' India·>> .

L'agitazione antinglese non ebbe sciste, NeJ gennaio di quest'anno ebbe luogo una grande assemblea a Naypur coll'intervento desii indùmaomettani, j quali odiano g li ing lesi per via del trattato d i Sèvres, che ha iugulato la Turchia , Il divide eJ impera britannico, che consisteva nel dest reggiarsi fra i settanta milion i di maomettani e il resto d i indù, non ha .più cOrso. ] maomettani delle Jndie sono esasperati contro l' Jn. g hìltè rra, tanto che molti di essi sono emig rati nell' Afganistan, Con questi precedent i - ed altri ne omettiamo per non appesantire olt re miSura questa nota - è palese che la posizione dell'Inghilterra nelle I ndie è abbastanza difficile. Non crediamo che sia imminente il tracollo della sua dominazione, perché la m etropoli ricorrerà a tutti i mezzi violenti e su bdoli per conservarla; ma Io sbocco dell'agitazione indiana è segnato ed è fatale. 1 fermenti sono gettati. la razza si è risveg liata. :e in piedi. 11 raggiungimento· della sua indipendenza non è più una questione· di possibilità; è ~na questione di tempo.

D alle rive dell'Atlantico al mare d i Bengala, dal M arocco al Malabar, tutto ·il mondo arabo-islamico si agita , -t un fenomeno grandioso questo risveglio d i popoli e di tribù, che parevano assopiti in una rasseg nazione fatalisti ca, mentre oggi balzano alle armi, co n volontà pronta ad ogni ·guerra.

Il. risultato di ques to formidabil~ travagl io , che mette in mo vimento t recento mil ion i di u omini, sarà il tramonto delle egemonie europee; sarà uno spostamento d i interessi, e l a va lorizzazione di immense ricchezze, ch e non andran~o p erdute, perché i p ionieri della riscossa islamica sono degli europeizzati ch e intendono di procedere innan zi, mentre, colla liberazione dell'Jslam, nuove fo rze spirituali potranno entrare nella storia del mondo.

L'Europa ha evocato l'Asia e l'Asia - misteriosa e potente nel volto e nell'an ima - darà assai probabilmente il suo nome al nostro secolò.

MUSSOLINI

Da li Popolo d' ltdlùt, N 212, 4 settembrt> 1921, VIII

DAL DI S CORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO
12 1
DEI FASCI

SULLA ORGANIZZAZIONE FUTURA DEL FASCISMO*

Mussolini si riserva di fare la- d iscuJJione gen erale sul trattato di pace, sulle clausole, mllo spirito, sulla forza, ecc. del Jrattalo davanti al congreJJo n azionale. Osservo - egli d ice - ch e no n ho m ai fatto una questione di d iscipJina_ dal piinto di vista personale coi fascisti emili:1.nj e polesani: era un voto del Consiglio nazionaJe che b isognava rispetta re e niente altro. SuJlo stato d i crisi non c' è da spaventarsi, poi· ché ogni trasformazione, ogn i trapasso è crisi. Jn questa crisi, il fa. scisma urbano si è trovato in dissenso col fascismo rural e. Il fascism o urbano ha accettato il trattato; il fascismo rurale ha rinunziato a que• sto formidabil e alibi per il d omaÒi. Quanto al partito io osservo che siamo già un part ito Noi abbiamo già una formazione ed abbiamo g ià preso la cattiva abitudine d ei partiti di fare del Grùppo parlamentare la testa di turco sulla quale picchiare. Siamo quindi già un p artito . Tutto sta nel dire come lo Chiameremo. Partito nazionale del lavoro o Partito fascista del laVoro? La p arola' lavoro ci vuole. La p arola fascista anche. Ora tutto questo sarà discusso Ma p erò vi prego di non

* Riassunto delle dichiarazioni fatle a Milano, nella sede del Partito Econo· mico, il pomeriggio del 7 settrmbre 1921, durante la seduta del Gruppo parla.ment:ue fasd sta, Nella s~ uta antimeridiana, si era discusso « sull' indiri uo politico del fascismo•· Musso lini era intervenuto nella discussione due volte. Ecco il riassunto del primo inter vento.

« Mussolini cred e che "la 1iJ11azio ne del minirlero B'onoTlli Jia peggio rali:s, 1pe. rie per l e g randi d ifficoltà in cui ;i va dibaJ/endo la vita pubblfrt1 iJaliana ". Ritiene pe.rò che "il minùtero flan vada ;volgendo un'opera d erham ente a11tifa1risJa "; e perciò è . " rofltrarfo, ;,, questo momento, ad una violenta azione antimin!Jteriale'' , .t '' contraria- p11re ad injrenare una fu; Jùita antitlerirale 11erchio ;ti/e demomuiro.Jemagr>gi.o ". Crede però che "prima di ogni allra co1a si deve rilr>lvere la rrisi fa.rdsta. Q11esla crhi ;i po1rà risolvere mio cr>n pi;J ferrea diuiplina. E Ji d ovrà mttrriare 41.sr,l11tamente, unza ulterio ri ambagi e tentennamenti, verso la costi111zione del pqrtilo polili~o. Q11es1a · è la volontà precisa rhe il · Gruppo politico d ovrà oggi esprimere"» .

Nel secondo intervento, Mussolini aveva presentato un ordine del giorno (posto in d iscussione); aveva risposto a varie osservazioni ed aggiunto che era naturale che egli fos se « di ffertnte da quello che era nel 19D e ciò per il mu· tarsi dei tt"mpi e deg li avvenimt"nti » (Da li Popolo d'Italia, N 215, 8 settembre 1921, VUI). . .

diventare dei feticisti del numero perché abbiamo· gii visto che la massa si sbanda da tutte le parti quando trovà. chi picchia sodo.... E nemmeno fermiamoci al sindacalismo perché non sappiamo anèora dove si potrà andare a finire. Vi sono tante p [Obabilità, che saranno discusse in ·s~de di congresso. Circa il ministero Bonomi, non possiamo mitìgare queHo che abbiamo detto in giugno o in luglio, p erché il mi nistero è ancora incerto Non è un grande mi nistero Può darsi che abbia vita breve; ma io credo che, ai fini della vita nazionale, non sia forse opportuno di allungargli la vita, ma nemmeno di accopparlo subito . Muuoli_ni accetta quindi gli emendamenti di Celesia*.

* Alla line della seduta, viene approvato il seguente ordine de l giorno:

«·Il Gruppo parlamentare fascista riunito in Milano, discutendo in tema di politiC3. interna, decide di vigilare attentamente la. politica. del ministero Bonomi, verso il quale conferma l'atteggiamento assunto col voto contrario che chiuse la discussione di politica generale;

« considento che il trattato di pace non ha prodotto alcuna sostanziale divisione nella compagine fascista e che j fascisti di tutta Italia considerano la pace sociale come i l supremo interesse del paese neff attuale momento politico;

« invita il Comitato centrale ·a rivedere e stabilire definitivamente i. commi Ja discutere nell'imminente adunata nazionale fasc ista ed esprime il parere che, dato Jo sviluppo del movimento fascista, j nuovi problemi e le nuove responsabilità derivanti dalle situazioni nazionale ed internazionale, il congresso nazionale d ebba "discutere sulla opportunità della organizzazione_del fascismo in partito con precisi programmi e statuti ;

« ed invita di conseguenza la Commissione esecutiva del Comitato centrale a riunire une. commissione nella quale siano re.ppresentati la Commissione cs«utiva, il Comitato centrale, i d elegati regionali, il Gruppo parlamentare fascista, la quaJe prepari una relazione che serva d i b àse al congresso per la organi2zazione del partito, che dev,e serbare intatte le peculiari caratteristiche del fascismo che lo fecero vittorioso fino ad oggi e lo faranno ancor più domani per fa for tuna d ell a patria », (Da li Popolo d'ltit/;a, N. 21), settembre 192 1, VIII).

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 123

RISPOSTA A UN «ULTIMATUM»

Abbiamo Jetto sul foglio quotidiano della futura .repubblica il testo esatto di un certo ultimatum che un certo Comitato di difesa p roletaria, con sede a Roma, ha diretto al Governo, con scadenza per il 12 settembre e ·at fine .di far cessare le violenze del fascismo.

Abbiamo letto in ritardo quel doçumento perché_i g iornali italiani, compresi quelli socialisti, lo hanno schematicamente riassunto. Non sapp iamo quali rapporti intercedano fra codesto Comitato e il Partito Socialista e 1a Confederazione G enerale del Lavoro. Rileviamo che b Ca· mera confederale d i Roma vi aderisce e <]Uindi accetta quanto nell' ultimatum è detto e minacciato. ·

Quali sono i motivi di questa repentina levata di scudi? L'aggressione al deputato Mingrino e il « terrore fascista » che continuerebbe a imperversare a Grosseto, OrbeteJlo ed altrè località dell'Italia centrale, terrore - strano a raccontars i! - del quale non si trova p iù traccia alcuna · in quel foglio così obiettivo nei riguardi del fascismo che si . chiama il Pane.

Terzo «punto» di giustificazione dell'ultimal11m le persecuzioni governative contro gli << arditi del popolo», che sarebbero dei « generosissimi giovani» . L'11/timat11m annuncia che se . per il 12 corre nte mese n on sarà avvenuto il « ripii stino assoluto» della legge succederà..... non si sa b ene che cosa. Probabilmente la votazione dì un << vibrato » ord ine del g io rno.

Ci guardiamo bene dal prendere sul serio questo pomposo 11lJimat11m. Ma poiché il _ Comitato di difesa sedicente proletaria s i rivolge « a tutti gli uomini serenamente imparziali d ella pubblica opinione » per sottopo(i'e « fatti inoppug nabili », noi ci limiteremo a fare altrettanto; a sottoporre cioè « agli uomini serenamente imparziali di nù sopra» la terribile collana degli assassini consumati dai social.comunisti dal 3 agosto in poi. Fa"ranno bene, anche i signori del suddetto Comitato, a pensarci un poco sopra, prima di sba llarle grosse, perché la longanim ità fascista non è infinita come la misericordia d ivina e j fascisti sono sempre pronti a cont inuare la dura battaglia.

La cronaca è q uesta ed è una ·cronaca tremenda di lacrime e di san• gue fascista.

MorJi fa1ciIJi.

5 agosto. - San Lazzaro Alberoni (Piacenza). - Ernesto Curcumi, aggredito e ucciso proditoriamente da un social-comuniSta. ·

9 agosto. - Bologna. - Supremo Randi, diciannove anni, ucciso da un social-comunista.

10 agosto. -· Lugo di Romagna. - Paolo Pigna e Giovanni Bartolotti, aggrediti, atterrati e freddati da comunisti.

18 agosto. - Firenze. - Alessandro PeCC:i, ucciso da due còmunisti.

18 agosto. - Gioia del ColJe. (Bari). - Federico Colucci, segretario politico del Fascio, aggredito ed u cciso da comunisti in agguato.

22 agosto. - Stienta (Rovigo). - Giovanni Cesarotti, ventiquattro anni, ucciso da comunisti in agguatò.

28 agosto. - Pieve di Cento (Bologna). - Luigi Vaccari, di diciassette anni, ucciso da comunisti in agguato.

28 agosto. -San Giovanni in Persiceto (Bologna). - Domenico Mellini, ·diciotto anni, ucciso proditoriamente da comunisti.

28 agosto. - Firen ze; - Euge nio Viggiani, venticinque anni, se~ gretario del Fascio di Strada nel Chianti, morto in seguito a ferite riportate da comunisti in agguato, a Strada, il 27 agosto.

29 agosto. - Baragazza (Bologna). - Emma Crcmonini Gherardi, madre del fascista Mario Gherardi, aggredita nella sua abitazione, freddata a coltellate e a revolverate d a un gruppo di comunisti. - Enrico Gherardi, di cinquantuno anni, padre del fascista, mortalmente ferito a pugnalate e a revolverate. - Laura Trigari, fidanzata del fascista, ferita a revolverate.

4 settembre. - M czzolara (Bologna). - Brazzi Ferdinando, agg redito, immobilizzato e freddato d a socialisti:

4 se~tembre. - Pieve d'Olmi (Cremona). - Priori Sìglf~edo, ucciso in un conflitto t ra comuni sti e fa scisti.

FeriJi.

7 agosto. - Poggio a Caiano (Firenze). .:_ Alberto de Lucchesi, pugnalato da sovversivi, gravissimo. '

8 agosto. - Modena. - Eliseo Zucchi, aggredito, trasci nato in una cantina e pugnalato da due anarchici, g rave.

8 agosto. - Orvieto. - Giorgi, ferito da revolverate in un conflitto con arditi del popolo, g rave.

8 agosto. - Rio Saliceto (Regg io Emilia). - Mirco PaJazzi , fe rito pcoditoriamente e mortalmente a revo lverate da un pregiud icato comu·nista.

8 a:gosto. - San Lorenzo dei Pice11:ard i (Cremona). --,- Mario lupi,

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 12 '.5

aggredito da comunisti, ferito a coii,i di tridente, gettato in un fosso e colpito a revolverate, gravissimò.

12 agosto. - Codigoro (Ferrara). - Leone Conforti, accoltellato Ja un comun ista, gravissimo.

14 agosto. · _ Comacchio. - Cadi, aggredito e pugnalato.

14 agosto . - Rimi"ni. - Alvisi, ferito a revolvera~e da arditi del popolo, grave.

17 agosto. - Portomaggiore (Ferrara). - ,Alberto T urra, ferito proditoriamente da uno sconosciuto.

21 agosto. - Acquanera (Mantova). - Bettinelli, Scaravelli, Boe.cardi, feriti successivamente in un agguato teso da comunisti a due automobili di fascist i.

21 agosto. - Sestola (Modena). - PieÌ:r~. Simonetti, segretario politico del Fascio, accoltellato da un capolega _ comunista.

24 agosto. - Ponte Rio . (Perugia). - Ulderico .falegnami, aècoJtellato proditoriamente da un comunista, grave.

3 settembre. - Alessandria. - Rag. Mario Macchi, aggredito e ferito a t evoJverate, grave.

5 settembre. - Stornara (Foggia). - Pasquale Mastromatteo e Francesco Cianci, gravemente feriti in un'aggressione organizzata da arditi del popol~.

Questo elenco - che i giornali fascisti in tutta Italia sono pregati di ,riprodu rre - non è completo.

Durante questi mesi, i fascisti di ogni parte d·Jtalia si sono rigorosamente astenuti, in conformità alle disposizioni emanate dagli organi direttivi, da ogni violenza. NeSsuna Camèra ~el lavoro o Cooperativ.a o Lega o Circolo o sodalizio proletario qualsiasi. è stato invaso e distrutto. N essuna « spedizione punitiva», nessuna rappresaglia è stata effettuata. I fascisti tutti hanno tènuto fede al patto di Roma. Chi nelia lettera, chi nello spirito. Gli stessi d issidenti hanno seguito le norme impartite d ai capi del ~ostro movimento, per infrenare e controllare e far cessare la violenza fascista, Ora la triste cronaca di un meSe denuncia decine d i morti fascisti e centinaia di feriti fascisti. · Dopo di che ha da sapere di macabra ironia l'11/Jimat11m del Comitato romano di difesa proletaria, Dopo di eh~ è di un cinismo repellente l'apptdlo che quel Comitato rivolge agli « uomini imparziali » . I quali conteranno i « nostri » morti.

Che si voglia far trabocéare ancora una volta la nostra misura?

126 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~1USSOLJN I Da li P{)polo d'llt1/h1, N . 216, 9 settembre 1921, VIII.
li\

FASCISTI E SOCIALISTI RIPROVANO UN ECCIDIO

Jn segui to all'uccisione di un giovane fascista da parte di comunisti avvenuta a Pieve d'Olmi (Cremona), la Federazione provinciale fascista e l'Amministrazione comunale socialista di Pieve d'Olmi, con un a tto di concordia di cui ! evidente la solennità e il significato, ha nno emanato questo ma nifesto comune:

«Ciuttdini!

« led a Pieve d 'Olmi, in un malvasio agguato comunista, cadeva assassinato il fascista Sigifredo Priori.

« Nessuna provocazione partl d:ù fa.scisti che pacificamente ed in numero esiguo ritornava no a Cremona dopo una cerimonia patriottica svolta.si imponentemente a Pieve San Giacomo.

« Fascisti e socialisti di Pieve d'Olmi, mentre condannano gli assassini, si riprome.ttono di opporsi a quella propaganda che trascina la giovinezza nella delinquenza.

«Cittddinif

« La vostra protesta ed il vostro sMgno sia no dig nitosi ma solenni.

« Tributate gli onori a l caduto, lanciate u n monito a coloro che credono farsi strada attraverso l'assassin io.

« Per la Federazione provinciale fa scista: on. RoeERTO FARINAèc1.

« Per l'Amministraztone comunale socialista: il sindaco GruSEPPE PAGANINI.

« Pie11e d 'O lmi, 5 uttembre 1921 ».

Questa ~otizia va posta nel dovuto rilievo, perché costituisce, dopo due anni di guerra civile, una specie di avvenimento. ì infatti la prima volta che sulla bara di un uomo ucciso nel fior dell'età e pad re di quattro figli, Je parti avverse si uniscono per esecrare in comune il misfatto atroce che disonora qualunque partito. Se l'esempio di coragg io Oi · XVII.

UN PRIMO ATIO DI SINCERITA
.
IN UN COMUNE MANIFESTO Cremon, 9.

che ci è dato da Pieve d'Olmi fosse seguito e socialisti e ànche fascist i avessero l'onestà di riconoscece gli eventuali, reciproci torti, un gra n passo sarebbe compiuto in vista dell a pacificazione nazionale, sempre più necessaria. Ci piace anche di vedere la firma dell'amico on. Farinacci, uno degli antìpacifisti, il quale non ha disdegnato di accedere a questa pacificazione d'ord ine locale, -

Da li Po pol o d'Italia, N. 217, 10 settembre 1921, Vili (,).

128 OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

DEVIAZIONI

Se gli incidenti Che si sono verificati in diverse città d'Italia tra fasci sti e cattolici al_ ritorno di questi u ltimi dalle cerimonie di Roma sono dovuti a cause ambientali od incidè ntali, non meritano note di commento, perché non rivestono caratteri d i eccessiva gravità; ma se, viceversa, · tali incidenti rappresenta no una specie di nuova direttiva dell'attività" fascista, bisogna subito mettere le carte in tavola ed impedire chè il fascismo. - anche il fascisnio ! - sia. exploité da lla massoneria, dalla democrazia e generi affini

Giova notare che gli organ i dirigenti del fascismo sono stati estran ei completamente a queste manifostazioni che sono scoppiate qua e là aJl'improvviso. Ragione di più per dire una parola che orienti gli spiriti _e i muscoli nel futuro. -11 ·fascismo non fa delranticlericalismo nel senso demagogico che questa parola ha assunto in Francia e _particolarmente in Italia. Meno ancora il fascismo è antireligioso, La religione nel fascismo è veramente un « affare privato )>1 cioè un 'attivi tà individuale dello spirito: -Lotte di religione in Italia non ci furono lllai Nel fascismo, come del resto in tutti gli altri movimenti, non si chiedono pcofe;;sioni di f ede atea o deista, O gnu no è libero di credere o rion credere in Dio. Ognuno è libero di rappresenta rsi come vuole il suò Dio. La religi one fenomeno collettivo è un fatto sto rico, psicologico e · morale della più alta impor_tanza , La .relig ione domi nante in I talia è il cattol icismo. I fascisti non possono e non debbono fare ddl'anticattolicismo; non possono e non debbono scatenare accanto ai vecchi, nuov.i motivi di diviSione e di odio, che potrebbero avere ripercussioni fatali sulla compagine della nazione. I fascisti, ì quali - lo sappiano o no, se ne rendano conto o no - sono imbevuti di dottrine spirit~ali· stiche, devono lasciare ai formiconi d el razionalismo e dell'anticlericalisffio la fa;tica grottesca e inane .di combattere· le manifestazioni reli · g i~se e di bandire Dio dall'universo. Noi siamo andati oltre queste posizioni filosofiche di trent'anni fa, quando iÌnperaVa la pseud9-6losofia del positivisino.

Posto dunque che ·iJ fascismo· non può essere anticlericale alla . vecchia m aniera, e che dev'essere rispettoso nei confronti delle manifestazioni ·religiose, bisogna avere il CO(aggio civile d i riconoscere· che

i ·g iova ni cattolici convenuti a Roma :1vevano perfettamente il diritto di gridare « viva il papa!», poiché non si può pretendere che dei cat· tolici g ridino .« viva Domizio Torrigiani ! ». QueJJo che non si può tollerare, né si deve, è l'altro grido di « viva il papà-re!». Chi lo g rida si mette al bando d~lla patria italiana. Dich iara implicitamente guerra all'Italia e non può lagnarsi se viene trattato come si trattano i nem ici in guerra. Se i cattolici hanno gridato « viva il papa-re!>>, si sono messi . dalla parte del torto e sollo meritevoli delle violenze fasciste. Non sappiamo se questo gridò sia stato isolato o collettivo. L'inno di Mameli cantato dai congressisti all'altare della Patria, è certamente un gesto di lealismo, perché non bisogna dimenticare che su quell'altare sta, sia pure orrendamente -monumentato, il re «usurpatore». Comunque, molto meg lio sarebbe stato se nessuno avesse levato il grido incriminato. La coscienza nazionale non può transigere sull'argomento. La breccia di Porta Pia è diventata una brutta figura retorica n ella lamentevole sequela d egli ufficiosi commemoratori; ma è anche un fatto comPiuto, un avve• nimento storico grandioso e incancellabile: è il punto d 'arrivo di un secolo di battaglie, di sacrifici, di cospirazioni, di martiri. Noi non scendiamo in campo contro i popolari e i cattolici, purché costoro non riportino in discussione un argomento storicamente e moralmente liquidato. Popola ri e cattolici de,·ono guardarsi dall'esagerare, Rap presentano una parte notevole della nazione, ma non tutta la nazione. Inoltre non tutti i cattolici sono popolari e non tutti i popolari sono cattolici. Può riuscire, dunque, facile di isolare e combattere il partito. Specialmente nel ca~o iÒ cu·i, sotto la veste troppo sovente demagogicamente rossa del. p rogramma, spu ntasse il vecchio proposito temporalista. .

Il giorno in cui apparisse manifesto che il popolarismo non è che una truccatura del « temporalismo » e che il «lealismo» non è che la bandiera per la vecchia merce di contrabbando; quel giorno il Partito Popolare soccomberebbe sotto il peso della vasta e g iustificata insurrezione del popolo italiano. I fascisti, pur non facendo professione di anticlericalismo, si troverebbero quel giorno ancora una volta all'avanguardia.

130 OPERA OMNIA
DI DENITO MUS SOLINI
D a lJ p,,poitJ d' fo1/i11, N. 21 8, 1 1 settembre 1921 , VJU.
MUSSOLIN{

UN CAPO E TRE ANIME

La stampa borghese o, per meglio dire, certa stampà rappresentante di una certa borghesia politica, continua a dedicare grande spazio all'imminente congresso del P11J. Effett o del «tradizionalismo» per cui prima della guerra e immed iatamente dopo, ogni, sia pure insign ificante, manifestazione politica del Pus, ven iva bombardata come un avvenimento storico di primo ordine Effetto, anche, di un interrogativo chC assilla u na discreta parte dei politicanti italiani: il Pus si dividerà? Il fm _rimarrà unito ?

Cerchiamo di dipa nare la matassa che non è eccess ivamente ·imbrogliata. Dentro il partito ci sono t re anime. La parola è grossa. Si potrebbe dire . tre tendenz~_. tre appetiti, t re mentalità. L'una è quelJa. d i destra: 1a ·collaborazionista. Leader: Turati. I destri ammettono come possibile e lecita l'andata al Governo, quando ci siano _ - nel partito, nel proletariato, nel paese - necessarie e sufficenti condizioni di fatto. La questione di massima o di principio, i destri l'hanno già risolta Il fosso è sa ltato. Il problema è oggi del come e del quando sarà man· giato il frutto proibito. Ma che lo si d ebba, presto o tardi , mang iare, nesSuno più Jo mette in dubbio fra i socialisti che si riconoscono e si ribattezzano in Filippo Turati.

1 sinistri, invece, non vogliono sentir parlare di partecipazioni al potere colla borg hesia. O tutto il pote re, essi dicono, o niente. E poiché Ja prCsa di possesso d i tutt') il potere è un sogno 1a cui realizzazio_ne è rinviata eternamente al domani, non resta per il p resente che la intransigenza anticollaborazionista che distingue in qualche modo i sinistri dai destri.

In mezzo ci sono gli «unitari», i quali si propongono di Salvare la capra dell'intransigenza e i cavoli della coJJaborazione. In altri termini l'unità formale del partito, il che sign ifica fa salvezza de lla mrée o cuccagna che dir sì voglia delle amministrazioni e d elle cooperative , con relativa rn andra di" gente che ci vive su Ai fini pratici, questa terza te ndenza è molto rispettabile. Se il Pr11 si d ividesse in tre, è chiaro che diventerebbe assai delicata la situazione _ di molte affiministrazioni d el partito; ragione per cui - in nome degli interessi mate riali! - biso-

gna ~onservare l'unità del partito e non cambiare la « ragione sociale» della ditta. ·

Noi fascisti assistiamo, senza preoc~upazione, allo svolgersi della crisi sociafota. E se qualcuno ci doma.ndasse la nastia preferenza in t ema di ipotesj, rjsponderemmo che l'ipotesi che più ci piace . è que llà « unitaria ». Preferiamo, insom~, che il Pus resti uni to, perché nell'u nità è la sua paralisi. Nell'unità forzata e formale si salveranno - è veroalquanti- cadreghini municipali, svariati gettoni di presenza e i soliti affaEi dì cooperative, ma il partito, come movimènto polit ico, sarà condannato -a morire ingloriosamente. ·

Verrà a formarsi questa situazione: i rivoluzionari del partito impediranno ai destri di camminare sulla via. delle riforme; i dèst~i, per converso, faianno da « martinicca » al carretto alquanto sgangherat o dell'intransigenza dei si n istri. Risult·ato dell'urto fra q ueste dùc ·for:z.e unite e antitetiche lo _ze ro. Il pfoletariato che non potrà esercitare le mand ibole sulla g rossa torta rivoluzionaria·. e nemmeno sui modest i « crostini » deIJe rifor:°1e, finirà per disingannarsi comp letamente e liberarsi da tutta la turba dei teologhi disput~ntì sul modo di dargli la silute terrena ed eterna.

Ci avvianio _a gran passi verso questo epilogo della crisi. Basta g uardarsi attorno p er vedere che le.masse operaie se ne infi schian o. Non c'è più religione ! Nemmeno quella« rosi.a», che pareva dovesse soppiantare la °:era. Che il socialismo non sia più nel solco delJa filosofia" è certissimo. 11 socialismo è oramai esiliato dall.;1. repubblica del lo spirito. · Tutte le sue sedicenti verità sono crolJate dai:anti alla ripresa « classica » della vita spirituale. Il socialismo non si salva ne mmenO fl ella sua forma «mistica}>, perché capi .e folle non credono più nel verbo del mito. Sono, e gli ·uni e gli altri, giunti di là della f ase « critica >> in pieno scetticismo . Restava l'attività « po l.it ica » d e l socialismo. Ma i politici del socialismo delineano il compito d elle rifonne e non osano assolvere quel lo della rivoluzione.

Questo è il quadro che ritengo - mi si p erdoni l'immodest iaesattissimo, malgrado la necessaria concisione con· cui l'ho prospettato. Il congresso di Milano non può dunque risolvere la ·cris i; si limiterà a documenta rla e ad·aggravarla.

MUS SOLINI

132 OPERA _OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI
D:1. Il Popolo d'It,rlia, N. 220, 14 ~cttembrc 1921, Vlll.

IN TEMA DI CONGRESSO FASCISTA

UNA LETTERA APERTA

ALLA COMMISSIONE ESECUTIVA

Cari amici, sebbene dimissionario e deciso a mantenere le mie. dimissioni sino al prossimo congresso, vi mando questa lettera neJla speranza che la terrete in qualche considerazione e che ci penserete sopra prir:na di fissare le decisioni irrevocabili Io vi affermo, senza inutili preamboli, che il congresso prossimo non d eve essere· convocato a Roma , ma in un"altn. città, e precisamente a Milano; e che dev'essere anticipato di qualche giorno, in modo che si chiuda il 24 ottobre, per dat agio ai fascisti italiani di recarsi a Roma per le grandi cerimonie d'ordine nazionale cui darà luogo la tumulazione sull'altare della Patria della salma del « soldato ignoto » e per evitare di far coincidere il nostro congresso con quello del Partito Socialista, che è convocato appunto in Roma.

Gli elementi e i dati di fatto che mi inducono a proporvi il camb iamento della locali~à sono i seguenti e mi sembrano fortissimi.

LA STAMPA

A Roma, la stampa, se non è ostile al fascismo, è certamente, in g ra n parte, frecj.da ed estranea. Eccettuata 1" Idea Nazionale e il Giornale d']Ja/ia, tutti gli altri fogli quotidiani, e sovversivi e borghesi, sono antifascisti.

La palma dell'antifascismo spetta, come ognun sa, al giornale d i Scoz'zese Cagoia. Inoltre la cronaca strettament'e politica e parlamentare, alla vigilia della ripresa dei lavori della Camera, e quella delle cerimonie in preparazione, e jJ resoconto d ell 'altro congresso riformista, assorbiranno gran parte dello spazio dei giornali romani. I quali potrebbero essere indotti - se non pec antifascismo, per necessità - a ridurre al minimo · i resoconti d ei ·nostri lavòri, mentre invece noi. abbiamo interesse che avvenga precisamente l 'opposto, perché siamo ancora troppo . poco conosciuti in Italia e fuori .

A Milano, che; come Rom a, ha il privilegio di possedere una stampa che va al di là dei confini regionali, la situazione è diversa. D i giornali recisamente antifascisti non c'è che l'A vanti.' Tutti gli a ltri, dal C orri ere a l Secolo, dalla _ Per1everanza ali1 Sera, pur avendo, talvolta, com'era nel loro diritto, criticato alcuni atteggiamenti del fascismo, non si sono mai abbandonati a quella s istematica, od iosa campag na di denigrazione in cu i si è distinta ce rta stampa della capitale. Da co~siderare anche la situazione del Popolo d'I talia, che è stato sÌnCl ad oggi l"org ano del fascismo italiano, nelle cui colonne è .co"nsegnata tutta la storià del fascismo italiano, dalle grand i alle piccole gesta. Orbene, Il Popolo d'l /dlia, col congresso· fatto a M ilano, potrebbe offrire al pubblico dei fascisti e dei non fascisti H testo stenografico o quasi delle discussioni, mentre a Roma il resoconto sa rebbe strozzato - fatalmente - dai p och i minuti d elle scarse unità telefonich e disponibili.

Quest o è detto - intendiamoci - non nell 'interesse ed ito r ia le del Popolo .d'Italia, m a nell'interesse dei congressisti e dd fascismo.

IL CONGRESSO SOCIALISTA

.Mentre il Partito Popolare convoca Je sue assis i naz ionali a Venezia, il Partito Socialista le indice a Milano, e precisamente n_ella prima decade di ottobre. La borghesia italiana concentra g ià la sua a tte nzione s1:1Il'immincntc con gresso del PrlS, il quale si p repara ad ostentare, dopo Livorno e il r esto, la sua organizzazione, l a sua discipl ina e la sua fo rza nume rica. E n ecessario organizza re il contro-:iltare Q uesta parola ·no n va in.tcrpretata nel senso meschino e· p rovin cia le della ,concorrenza f ra l e « botteghe d' io fa<cia >> o in altro modo simig liante. Non c'è nem· meno bisogno di d ire ch e i fascisti mi lanes i non tu rbe ra nno minim a. mente lo svolg imen to dei lavori del cong resso del P111 ncll ' im med iate2Za del confronto. Certe fo rme di Jotta politica. - fo rme eccezionalisono, o sem brano, or mai tramontate a Milano. Ma nessuno pot rà me ra· vigliarsi del nostro desiderio d'i contrapporre - in un tempo im med iatamente successivo - lo spiegamento delle nostre schiere allo' spiegamento delle schiere socialiste; anche nell'intento di offrire all 'Jtalia la documehtazion e quasi plastica delle forze d ei. due .movimenti a.ntagoni· stici e d ella loro solidità.

I due cong ressi, quello socialista e quello faScista, sono i p iù atte.si dall'opinione pubblica, e ciò per r agioni che ognuno può comprend ere. N o n è d unque male che sieno tenuti a brevi g iorni. di distanza l'u no dal· l'altro e nella stessa città. · ·

134 OPERA OM NIA DI BENITO
MUSSOLINI

Mentre l'ambi ente romano, verso là fine d i ottobre; sa rà un am· biente di eccitazione e di 'esaltazione, M ilano sarà, naturalmente, l' opposto. Ora è essenziale che i lavori d el prossimo congresso nazional e fascista si svolgano in un ambiente di calma, di . raccoglimento, di tranquillità. '.È necessario Che forze o passioni esterne non tu rbino Io svolgimento di questi lavori.

Si tratta per il fascismo di affrontare i formidabili problemi della sua esistenza futura. Si tratta d i essere o non essere. Di essere una fo rza di ricostruzione nazionale positiva o di 110n essere; cioè di rimanere un movimento, d estinato fatalmente ad es:iurirsi nella sua «negati vità » .

O si ha Ja nozione di questa alta responsabilità storica, e allo ra s i converrà con me che i I::ivori devono svolgersi in un ambiente di austero raccoglimento; o si ·vuole fore soltanto cd · esclusivamente una adunata comiziale e coreografica e d imostrativa, e allora non vale la pena di stabilire un ordine del g iorno e di fare un congresso.

LA PARATA

A Milano un grande corteo con il quale si dovrebbe non aprire, ma chiudere i lavori del congresso, darebbe luogo ad una dimostrii.zione di forza .imponente, perché i mille e più Fasci dell'alta Italia potrebbero intervenire al completo e ripartire nella stessa giornata, con m ezzi in g ran parte_ordinari e con uno st raordi nario risparmio di spese. N on insisto -su cons ide razioni d"ordiòe pratico e cioè che il congresso si p repara meglio quando non c' è bisogno d i spostare g li,organi direttivi ; e cioè çhe i d elegati di un congresso che può durare cinque g iorni non possono essere obbligati a dormire all'aria aperta (a Roma, specie da ll'o ttobre in poi, il p roblema deg li alloggi è.... insolubile); e cioè ch e 1a cassa del Comitato cen trale rispa r miei:à, tenendosi i l congresso a Milano, parecchie decine di miglia ia di lire.

L'ADDIO A MILANO

t;: g iusto che si tenga l'adunata nazionale a Milano, anche perché Milano de\'e rassegnarsi a cessare di essere la sede del movimento fascista italiano. La direzione del movimento deve essere portata, iffimediatamente dopo il congresso, a Roma. Nella ca.pita.le sta. acccàtrandosi, p er logica necessità, t utta ta vita palitica italiana in tutte le sue manifesta. 2ioni. _ A Roma sono le direzioni · di tutti i partiti, nessuno · escluso.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 135 · L'AMBIENTE

A Roma hanno po rtato le loro tende ana rchici e comunisti, i quali ultimi yi stamperanno, dal 15 corrente mese, anche un quotidiano; a Rom a de;:ve piantare le sue tende il fascismo, ·appoggia11:dosi ad un grande organo, che possa battagliare g iorno per giorno, incessanteme nte, cogli Organi avversari e specialmente col Jrust sempre più véisto e minaccioso d ella stampa nittiana 11 congresso dì Milano è il congedo d el fascismo da Milano. Congedo che n on sorprenderà n essuno - meno d i tutti i fascisti milanesi - perché è n ella logica f errea degli avvenimentiCari amici, io spero che dOpo queste considerazioni, Che trovo SU· p erfìuo svilupp are ulteriormente, prenderete la decisione Che invoco e che, così spiegata, non sorprenderà affatto e sarà accettata dalla· grande magg ioranza dei fascisti italiani.

Cordiali saluti.

MUSSOLINI

P. S. - Non ho bisogno di aggiungere -che se il , congresso verrà - malg rado la mia lettera - convocato a Roma o altrove, io farò atto di disciplina.

D a li Popolo d'Itnlia, N. 222, 16 settembre 1921, VJII.

13 6
OPERA OMNIA DI BENITO MU SSO LINI

IL FASCIO FERROV IERI DI BOLZANO A BEN ITO MUSSOLINI

H o ricevuto questo telegramma :

Mussolini - Milano.

Il Fascio ferrovieri di Bolzano vi mancia u n « alalà ))_ Al Brennero ci siamo e ci resteremo . Come avanguardia " ig ileremo. Vi preg hiamo di ritirai e le dimissioni.

Ricambio con cordia le simpat ia il Saluto dei fe rrovieri fascisti di Bolzano . I loro propositi ·di alta ital ianità susciteranno ottima impressione nella nazione. Sono certo che i ferrovieri fascisti di Bolzano terranno fede ·al loro giu!'amento !

D a li Popolo d'Italia, N. 222, t6 ·settembre 1921, VIIJ.

EDOARDO BON E1- n

IL FASCISMO E MARIO MISSJROLI

Nella Biblio teca di studi sociali, di retta da Rodolfo Mondolfo, è uscito il primo voli.ime della co llezione dedicata al « Fascismo » : Il Fascismo e la crùì italiana, di Mario Missiroli. Bisogna parlare d j questo libro, breve ma succoso, obiettivo in certe pagin~ ed ingiusto in altre, che rappr~senta, in ogni modo, il p iù vivo sforzo di comprensione che sia stato tentato del movimento fascista. Lò riconosce il Missiroli nel suo esordio: il fascismo è un movimento complesso ; con flui scono nel suo fiume tanti ·fatto ri e tanti elementi di vario ordine e natura; giudicarlo e << manda rlo » con una frase, come h anno fa tto per troppo tempo i socialisti, è rid icolo. N el fascismo c'è un ·elemento mistico-guerriero, che il Missiroli afferra, quando riconosce nell'esaltazione della vittoria .un dato fond ame.ntale del fasci smo. '

Questo aspetto mistico-guerrie ro del f ascismo - che s i attua in riti e cerimonie singolari - è il p iù simpatico, in quanto d enota, pu r negli eventuali eccessi, u n fondo d i vitalità della razza. C'è un altro elemento nel fascismo : l' elemento politico, che trae le sue forze da quei « mcdi ceti >>, la cui fu nzione nella crisi italiana è arutamente individuata ed illust rata da l Missiroli. Ci sono anco ra elementi . di ordine materiale. Come nel 19 19 molti borghesi acq uistarono la tesse ra d el Pm, q uasi p er « assicur:mi » contro il bolscevismo; cosl, fenomeno inevitab ile, tal un i g ruppi « l"eazionari » - n el senso g retto d el ·t ermine - ha n no « sp':cu lato » sul fasc ismo, spccialmentè nelle zone dove più dura aveva imperato la tiran nia del P11s1 e dove, quin d i, p iù irrefrenabi le si è scatenata la ri volta fascista. C'è ancora un elemento nel fasciS"'!O, d' ordine «persona le>> , sul quale non è discreto, da parte mia, indug iare in ~uesto momento, Questo è il fascisrrio, JJ p repondcrare dell 'uno o dell'altro elemento colora regionalmente i1 fascismo. Alcuni rilievi cri tici tendiamo avanzare contro il Missi roli . Non è storicamente vero che lo sviluppo del fascismo sia _ avvenuto a bolscevismo debellato e ch e il fascismo non abbia fotto n ulla contro il b olscevismo imperante. rr Missiroli dimentica la giornata del 1 5 aprile 19 19, dimentica cioè l'inizio clamo roso d ella d isfatta estremista, quando, in pien~ sciopero generale, u n p ugno di g iovani stroncava nel sangue un a immensa e minacciosissima dimostrazione sovversiva, incendi ava e dist ruggeva l' Avanti.', senza

che d ai duecentomila proletari che popolavano Milano partisse un solo gèmito d i protesta. Quella g iorn~la fu un vero to11rnant d'histoire.' Fu il primo colpo di spillo a lla vescica dell'inconsistente rivoluzionarismo d el Pus! Per ciò che riguarda l'occupaz ione d elle fabbrich e, l'atteggiamento del fascismo è consegnato in voti, che il Missiroli, prima di avventare giud izi, a,·rebbe .dovuto diligentemente consultare.

La verità è che il fasci smo urbano, la cui storia va dal principio del 1919 alla fine del 1920, fu sempre in grado - mun;to com'erad i fronteggiare ogni tentativo di sommossa cittadina. Poi venne il fasc ismo ch e chiameremo «rurale». N ell ' indagine e nel giudizio su q uesto fascismo, possiamo convenire col Missiroli. · Ma è troppo presto affermare che il fascismo rucale sboccherà in un movimento ciecamente conservatore. Il Missiroli, che inorridisce d i fronte ad episodi di violenza consumati dai fa scisti ferrar esi, perché non ricord a la strage del Castello Estense?' Perché non ricorda che i l fascismo ferrarese h a avu!o undici morti, tutt i quant i co)piti a tradimento?

Altro rili evo contro il libro di Missiro li: l'esaltazione, ad ogni pag ina, di _Nitti. Per quanto le « opinioni » di Missiroli siano mutevolissime, q uesto suo atteggiamento un po' troppo smaccatamente nittiano va sottolineato; e non intendiamo qui di ripetere contro il Missirol i i motivi della nostra polemica ant inittiana, :B fuor i di dubbio, però, che il Missiroli dimostra di aver compreso il fascismo quando afferma « che il movimento fascista contiene in sé i motivi necessari e suffi.ccnti per una vita autonoma e che esso sarebbe sorto e s i sarebbe dif. fuso in _ t utti i modi , a p rescindere dall' esistenza del massimalismo e · d ello stesso socialismo»; e quando, verso la fine del s uo pamphlet , avanza Ja probabilità che « le classi reazionarie, le qua li· spera rono mediante il fasci smo di fe rma re il corso normale della vita, provino una amara delusione».

Noi ci ripromett iamo d i riportare su queste colonnè l'ul timo ca- . pitolo del libro, nel qua le l'Autore ac~cnn a alle possibilità fuhue del movimento fascista.

Riassumendo, rioi consigliamò i fa scisti di leggere attentamente que· sto libro del Missiroli, ricordando che il Missiroli non è un fasc ista," ma uno studioso critico del movimen to fascista. ·

Attorno al nostro movimento è un vasto fermentare d i studi e di indagini. Il « facilonismo » di certi avversari; che credevano di spacciare il fascismo con due frasi, e l.:1 p recipitazione di certi altri avversari, che ad ogni stormir di fronde ci cantavan le esequie, sta cedendo il posto ad una valutazione meno superficia le, meno settaria, e meno b alorda del nostro movimento. 11 quale attraversa oggi una crisi, ch e è di trapasso e di svi luppo. Può d arsi che la soluzione si a anch e quella

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 139.

cui accenna il .MissiroJi neHa fine del suo scritto; certo la « reazione » antiproletaria del fascismo sta per cessare, o è cessata, o cesserà, in ogni modo, poiché non è pensabile la grandezza pol itica e morale d ' Italia se le vaste masse c~e lavo rano non vengono sempre più intimamente inserite nella ·storia e nella vita deila nazione Si vedrà attraverso _quale processo, quali trasformazioni di istituti e di dottrine, ma la premessa _ è indistruttibile. MUSSOLINI

Da 1/ Popolo d'Italia, N. 224, 18 ~ettembre 1921, V III

140 OPERA OMNIA DI BEN[TO
I.I NI
MUSSO

LA POLITICA E I PARTITI CIFRE E COMMENTI

Dopo una decinà di assemblee~ durante le quali tutfr i tenori di cartella deJla locale sezione socialista milanese hanno fatto echeggiare la loro voce, si è proceduto per referendum al votò sulle diverse « mozioni » presentate al congresso. Si conoscono ora i risultati ·del voto.

Mozione Serrati-Baratone (unitari intransigenti) voti 9 17.

Mozione T reves-Tu rat i (collaborazionisti) voti 295.

Mozione Alessa ndri-Le:vi (intransigenti con tendenza centrista) voti 143.

Mozione Alvisio (massimalista) voti 59.

Hanno votato soltanto 1413 si.Ji 2386 iscritti alla sezione socialista.

Queste cifre meritano qualche commento.

Anzitutto va rilevata la scarsità numerica dei soci della sezione del Partito Socialista Milanese. In i.ml città che conta esattamente, secondo le ultime statistiche, 7 30 ffiila abitanti e tocca, calcolando i sobborg hi non ancora annessi di diritto, per quanto già inghiottiti dalla città , · quasi un milione di abitanti, di cui almeno centocinquantamila lavoratori del braccio; in una città sede deJla Confederazione Generale de~ Lavoro, sede dell'A11ami!, amministrata dal 1914 dal partito, i soci iscritti alla sezione non arriva'no a 3000: sono prrcisame nte 2386. Si dice che còstoro· rappresentano i «quadri)>, lo stato maggiore, ma, in realtà , . si tratta di med iocri con.solazioni. La forza vera1 reale, effettiva del partito è nella sezione. La massa vasta e -anonima c'è e non c'è; segue e non segue; è di umore variabile, di tendenze mutabili. C'era - mol· titudine immensa - nel 1919, quando la sola sezione metallurg ica contava quarantamila soci; oggi c'è molto di meno, dal momento che i metallurgici organizzati sono ridotti a dodicimila, dei quali appena seimila in regola colJe marchette. · Domani questa famosa massa potrebbe anche abbandonare del tutto il P11s, per seguire altre correnti, altri' uomini, altri idCali. Andiamo avanti.

Dei 2386 soci tesserati, ben un migliaio si sono astenuti d al partecipare al refe rendum, malgrado le assemblee che lo hanno ·preced~to

e Je numerose sollecitazioni dei capi delle molte tendenze. Come classifica re questo migliaio di socia listi che non partecipano ad una votazione, il cui risultato è d'importanza capitale per il paftJto, dal mo· mento che il trionfo dell'una o dell'altra mozione impe·goa in u na data strada l'avvenire del socialismo italiano? .Si tratta di scettici che ne hanno abbastanza e dormono? Si tratta di negligenti? O d i intelligenti, che sorridono e non ci credono più? Certo, dal punto di vista socialista, non possono essere catalogati fra gli evoluti e i coscienti questi tesserati che si infischiano in maniera così scandalosa d elle sorti, non tanto più progressive, del partito. Poiché i · nomi degli astenuti sono conosciuti, dovrebbero essere espulsi.

Proced iamo.

La g rande maggioranza dei voti è stata ·riportata dalla mozione Serrati-Baratono, mozione di sinistra ::i.nticollaborazionista.

Viene dopo, a una certa notevole distanza, fa mozione TrevesTurati, che non è riuscita a racimolare trecento voti in tutto.

Che cosa rappresenti la mozione Cesare Alessandri-Nino Levidetta deg li « intransigenti ·con .tendenza centrista » - nessuno sa di preciso, forse nemmeno i suoi autori E un:i. mozione <<unitaria», il che significa star tutti insieme. Numero di voti raccolti 143. Pochini!

La quarta mozione, Alvisio, massimalista, si è affermata con 59 voti, diconsi cinquantanove! L'estremismo è l'unico g enere che sia in i ibasso !

Il referendum d ei socialisti milanesi si p resta ad altre considera• zionì di natura più squisitamente politica.

Intanto si può dire che come ha vptato Milano, cosl voterà il congresso. Sugli ottanta-centomila tesserati che il Pm conta attualmente, il Serrat_i raccog lierà certamente dai cinquanta ai sessantamila voti. Sotto questa maggioranza verrà sepalta l'indegna esibizione collaborazionistica che ha invaso taluni elementi della· borghesia politicante, che va da Cagoia a M issiroli-Della Torre. Noi ci regaliamo in anticipo la soddisfazione di veder trionfare Ja tesi intransigente -consegnata da_ Baratono nella sua mozione. L'altro giorno dicemmo per quali motivi nei confronti del partito ; oggi diciamo per quali motivi nei confronti della cosiddetta borghesia. La qu ale è .ora inchiodata al muro. Ora dovrà smettere, dopo la solenne pedata sociaJpussista, di mendicare misera n. damente pochi centesimi di colJaborazione socialista. Dovrà fa re da sé. Uscire da · sé dalle terribili difficoltà del dopoguerra. « Qui si parrà la sua nobilìtade ». La sua saggezza. La suà intelligenza. E qu eSt'ultìma

142 OPERA OMNIA DI
BENITO MUSSOLINI
...

consisterà; da un lato, nell'infischfarsi d ella mancata collaborazioni;- pus. sista; e; dall'altro, nel ·fare una politica antiparassitaria, p rodutt iva e quindi, per conseguenza, g iovè vole aUe stesse classi lavoratrici. Dal mo• men to che i socialisti si ritirano sull' A ventino ad attendere che s punt i il sole, alla salvezza della nazìone e "dello Stato contribuiranno altre forze nuove e già potenti: quelle che si raccolgono, sempre più numerose, inquadrate e consapevoli, sotto le inseg ne del fascismo.

MUSSOLINI

Da lJ Popolo d'llalia, N. 227, 22 settembre 1921, VIII.

DAL
ALLA CAMERA AL CONGRESSO- DEI
143
DISCORSO
FASCI
10. - X VI I.

SINTOMI

M entre il Paese di Cagoia continua nella sua fodeg na ed inutile campagna contro il fascismo (inutile perché, malgrado il cosiddetto « terrore fascista », la tesi del coIIaborazionismo è già . pietosamente Jj. quidata), altre voci si levano nella stampa romana a de.finire la situa· zione che si è venuta formando in questi ultimi mesi.

· Non citiamo l'Idea Nazionale, che potrebbe essere sospettata· di ec. cessiva tenerezza verso il fascismo, ma Il . Giornale d ' [lalia che batte lo stesso tasto e dice al Governo le necessarie· dure verità. · ·

« Il fatto sta - scrive 1/ Giornale d'Italia - che i fasci sti, anche per le severe direttive ricevute dai loro capi e per la treg ua conclusa coi socialisti, si quetarono quasi dappertutto, abbandonarono quasi completamente l'offenSiv a e si limitarono all a difensiva prudente, che qualche volta fu persino fiacca. Viceversa, presero vigore i sovversivi che si organizzarono pre5SOCbé militarmente in molti luoghi coi nuclei dei cosiddetti arditi del popolo. Tale organizzazione è di carat· tere comunista e talvolta anche anarchica, ma è naturalmente benvoluta e incoraggiata sottomano dai socialisti e dalle organizzuioni proletarie all' evidente scopo -di preparare una milizia rivoluzionaria che al momento opportunp dovrebbe tentare la sedizione armata .Altro che collaborazione ! '

« Si può one-stamente affermar'e che i fascisti sono sostanzialmente .rientrati ne ll'ordine e nella legge, mettendosi sulla difensiva; e del resto gH a.vvenimentì di queste ultime settimane dimostrano che nei confl.itti fra Je opposte f:uioni i fascisti hanno quasi sempre avute le maggio ri vittime,

« I sovversivi, quando riescono a cogliere qualche fascista isolato, si inoslrano spietati, an zi efferati! In piccoli centri sono avvenuti fatti raccapriccianti a danno di bravi giovani _ militanti nel fascismo, il cui martirolog io è purtroppo aumentato».

Tutto ciò è verissimo. lo abbiamo rilevato ariche noi l 'altrn g iorno. Né il f~nomeno ci sorprende. Qu~to contrattacco .soc ìakomunista,': ten· tato qua e là, ma ovunque già energicamente rintuzzato, era nell 'ordine delle cose e quasi. inevitabile. Era necessario mòStrare, coi fatti, che gli agnellini .sociaJpussisti sarebbero tornati. inunediatamente j ; lupi fe., roci "di prima, non appena avessero avuto la speranza di u n allenta. mento nella pressione morale e materiale d el fascismo. Questo è stato uno d ei vantaggi del famoso trattato di pacificazione: .stracciare l'atmo· sfera di simpat ia che si era venuta formando - anc~e att ràverso gli

eccessi di· taluni ·Fasci ._ attorno a·i martiri, ai perseguitati, agli esuli del socialismo. Che la situnion~ nei confronti 'dell'oÌ'dine pubblico·Sia p<?co . biillaDte, aO'lmc:ttiarno senz'altro; m~. il fascismo, pur avendo d rcOScritt<:> "la s_ua attività, è anco~i potèriterriente organizzato e ioq~dra,to in . to.lte le regionid'ltalia. La lotta continua accanita i'n due _o tre ·regloni soltanto; nelle altre, . l3:. })acificazione. è un fatto compiuto:

Il trattato di Roma è giustamente valutato dalla Tribuna qua_ndo scrive:

Q: Persistiamo anzi a ritenere che l'accordo abbia a"uto una notevolissima importinza e abbia M"ilato guai e danni maggiori facilmente prevedibili e immaginabili qumdo si tenga conto dello Stato di asperità ·e di tensione ·a cui ·si c:r:a g iunti. Quello che avviene ancora in qu esti ·giorni, per quanto si tratti di ass"ai tris1i e dolorosi avvenimenti, non d eve essere ingigantito per trarne aJla leggera la conclusione d ella inutilità e sterilità del recente tentativo di _. p.,ciliéa. 2iof!e. Per gi udicaie con serenità e con senso di .i;esponsabilitl gli ,1\'veoimenti chè ve,niamo deplorando, occorre · r affigura"rsi coll'itnffiaginazione ciò che. sarebbe avvenuto qualora l'accofdo non si fos se faito e avesse ·continuato a esistere :in tutta Italia quello st ato di p erpetua e ·.seneiale .risi.a che andava d i lagando e sempre più ina..o,prendosi e che minacciava di gettarci nella guerra civile.

« Noi non abbiamo ·mancato di· deploiare con rude _ franchezza gli · eccòsi a cui in vari· casi si ·era abbandonata fazione fascista, ma con eguale senso di imparzialità dobbiamo riconoscere che dopo l'accordo ...,_ nonostante ad esso -si fossero dichiarati contrari diversi nuclei e sezioni - l'azione fascista è stata, eccetto qualche persi~Ìente, deplorevole eccezione, contenuta nei limili dì -uria stretta .difesa». ·

Questi rkonoscimenti e ammissioni dell'ufficiosa Tribun a, non sp· spetta .dì filofascismo, sono' della più alta iri'lportanza.

· O ra io insisto nell'affe rma re: che bisogna perséverare nell'attuale ·linea ~i ·cond.otta ancora per qualche tempo.. Trovo q u indi inopportuno il_ « p ronunciamento » del segretario n:-gionale dei Fasci tosca ni, il qua~e denuncia· troppo damorosameàte un trattato, che, fra l'altro, non era stato m"ai · realmente accettato da lui.

L'ora è difficile e impone il mass imo sangue freddo. E J'ora questa . in- cui bisog na far fonzionare i ·cervelli, non far scattare i nervi ·più o ·me no uterini.

· I fascisti devono tener conto:

.

1. Di una situazione ec~~omìca nazionale che si aggrava d i g iorno . in 8iofno, pòrtando il numero· dei di~occupati. ali~ rispettabile ciffà di ·un milione. Jn ·questa · sltUazioOt aitica per ragioni, obiettiVe <- è assai periçoloso forzare le note.'

·2. Che l'abisso fra socìaHsti e comunisti è oramai inco lmabile e per convincersene basta legger: i loro organi quotidiani. °t'l~ri .più t~rd i

f •;J,,, DAL DISCORSO· ALLA CAM~RA AL CONGRESSO DEI FASCI 145

OPERA OMNIA DI BENITO MU S SOLINI

d'ieri L' Ord ine Nuovo aveva una vignetta che raffigurava Sèrrati nella Veste di Giuda, tale e quale come Mussolini ·net 1~14 Nei piccoli centri q uesta differenziazione sarà 'più lenta a formarsi, ma è inevitabile.

3 . Che la nostra condotta nei confrçmti del ministero dev'essere assai cìrcospetta, pur essendo all'opposizione, onde evitare gli annun.

· ciati ritorni di gente malfamata.

Questo è senso di responsabilità, che c'è o non c'è, e dovrebbe es· serci, in g e nte ch e si propone di lavorare per la grandezza d ella patria.

MUSSOLIN i

Da Il Popolo d'Italia, N. 228, 23 -settembre 1921, VJU.

146

Parola dun e ostica per g li italian i, non esclusi i fascisti; ed è per questo che noi la pianfo.mo a grosse lettere ancora una volta - e non sarà l'ultima - su queste co lonne. Vi aggiungeremo fra poco, come 'titolo dì una rivista, Gera"rrhia. Bisogna insistere. Gli avvenimenti di questi giorni ci impongono di farlo. Sono eloquentissimi. Si può sapere che cosa succede di p reciso n el fascismo ferrarese? Diciamo sub ito ch e manchiamo di notizie dirette, e quelle che appaiono sugli altri giornali sono incert·e e contradd ittorie.

Ved iamo, ciò malgrado, se ci riesce di tracciare il quadro della crisi che travaglia il fasc ismo ferrarese.

Un bel giorno - e non è molto! - la Provincia di Ferrara esce col sottotitolo di « quotidiano fascista », diretto dall'on. Barbah;> GatteJli, al quale Sono lieto di· aver ceduto il mio posto a 'Ferrara. Nell'articolo di p resentazione e negl i altri si d icevano - guarda stralla combinazione ! - le stesse, stessissime cose che io avevo proclamato neg li articoli scritti all'indomani del famoso e famigerato patto d i Roma, Si parlava, nella Provincirt· di Ferrara, q uotidiano fascista , di un fascismo che voleva svincolarsi d:dl' Agraria e prenderla di petto ; di un fasdsmo che doveva smetterla colle coreografie, per intrap rendere il g ran de lavoro d ella ricostruzione nazionale ; di un fascismo che doveva adegu~re la Sua tattica a seconda delle mutate cond izioni di fatto. Tutto ciò era in contrasto colle te ndenze predominanti · nel fascismo _ della Valle Padana. · ,

·. Il Fascio di Ferrara si aduna e app r9va foperato dell'on. Gattelli, affidandogli la direzione del Balilla.

Non g iuriamo Che la nostra cronaca sia esattissima, ma pa re - che l'on. Gattelli, pur ringraziando, non abb ia accettato di tornare al . Balilla e di rinunziare alla Provincia. Intervento del Comitato reg ionale, il quale, su proposta dell'on. Grandi, richiama formalmente i1 G attelli, dopo avef deplorato il suo atteggiamento Ma !'on. c ·attelli risponde che non accetta lezioni di disc iplina regionale da chi non ha obbedito alla disciplina· nazionale .

DISCIPLINA

· ~ 'è una logica anche _nell',indisdpÌina. Evi~entemente! lasciamo ~.à f)arte la questio ne di m~ritç.,," e limitiamoci ad esamiMfe la crisi. dal punto . di v ista· deJla d isc iplin à. Inevitabile tutto "Ciò che accad e e accadrà· nel campo fascista. Quando iri un esercito .sono. i ·luog oten enti che cominciano col ·diso_bbedite, nessuno ha più dir_ìtt~ di ~i~provera[e eventuali atti di ind isciplina nei gradi mi-:1ori ·d ella· ge rarchia. Questo è accaduto a Bologna, all'i::poca de_i ·congressi antipaci6sti. Questo acca_~e a Firenze. _ Questo aèc_ade ad Orvieto, dove i fascisti _ non· si ·limitano a chiedere àgli organi nazionali 1a denuncia di un t ~attato d 'ordine naziona_le, ma denunciano, per loro conto, un trattato che - in fondonon avevano ma i accettato.

Il fascismo , che doveva essere _un moto superbo di u nità naz ionale in questa povera Italia· assassinata da mille campanilismi, si sfalda nel regionalismo _che fa· da sé; e il r C:gionalismo si disin~egca nel p rovin~ cialismo e quèsto precipiterà nel comunal ismo di Porto lo ngone, · che si autoprodamerà asse della storia mond iale.

la necessità della disciplina, in un popo lo come il nostro, ch e h a appena_ mezzo ·~ecolo di·Storia unitaria, è fondamèntale. Discipli na signifiCa armonia, coordinazione di volontà e di enèrgie; disciplina .. significa ii riconoscime"nto · spontaneo o forzato .delle gerarchie d e ll' in- · telligenza, dell'e"sperienza, della probità, .del coraggio e an_che d ella ge: nerosa. bontà; disciplina , significa che le ciurme non p ossono e non devono turbare, con clamori e tremori, il pilota che _coriosce le linee della rotta e vede Iotltano.

L'Europa contemporanea è tutta un grande enorme travag lio di interessi, di egoismi, di idee, di sentimenti; tutto è ancora incerto e la st o rià no n ha imboccatò _ Je strade _ d efinitive". G l'interrogativi più formidabili pendorio sulJe coscienze, e I'angosciosO quo vad is? balza alle · labbra.

Ce r~o che ·r equilibrio è ancora lontano; cCrto ch e la pace U~iv ersale _ a ppa re sempre più uria vaga chimera.- In queste condizioni, i popoli· disciplinati all'inte rno e all'esterno sono i meglio votati e quo-. tati a superare le d ifficoltà e a uscire più rapidamente dalla crisi. I popoli che ·si presentano come un «blocco)>, nei quali si tira, per dirla all'inglese, tutti la fune da una .parte sola, questi popoli h an no molte probabilità di uscire-trionfanti dalle tempeste. .

· Gli altri, no; gli altri diventeranno colonie di sfruttamento o_ di divertimento.

Posto nel quadro del_la storia che viviamo, il senso d e lla d isciplina ha un suo immenso valore nazio nale. C hi non lo capis~e, p uò fa re a m e no di riempirsi la bocca coJle parole di « bene della patr ia », « gra nd ezza d'Italia )> e simili del solito r epertorio co~iziàiolo. Per · imporre

148 , - ÒPERA OMNIA 'DI
·BENITO MU~;"SOLINI

' una·disciplina agli altri, bisogna -saperla imporre a noi stessi.. La du ra respansabilità del comando ·presuppone il non meno duro tirocinio del· l'obbedienu. O è altrimenti lo scatenamento di tutti contro tutti, il fràzionamento _della ·collettività ·all'in6nito, l'egotismo stirncriano, estetkamentè bello, ma socialmente catastrofico. Ed alla fine i casi sono due : il caos o le mitragliatrici.

MU SSOLINI

Da Il Popolo d'Italia, N. 230, 25 settembre 1921, VIII.

DAL DISCORS-0 ALLA CAMERA .AL CONGRESSO DEI FASCI 149

« SEMINATORI DI VILTA »

11 Corriere della Sera è inquietissimo, per via .delJ'accoglienza poco amichevole che è stata fatta alla missione militare· francese in talune città d'Italia.

Per quanto non esplicitamente dichiarato, il discorso si rivolge a noi, che 1ivendichiamo senza inutili preamboli la nostra quota parte di responsabilità morale in quanto è accaduto. Se i seminatori di vento sono colo.ro che vorrebbero dare un po' di spina dorsale al la nostra polit'ica estera, noi ci vantiamo di essere fra i più tenad semi natori di vento. Ciò premesSo, vediamo se le poco magnanirrie collere del· Corriere abbiano Un qualsiasi fondamento. lo neghiamo. Se Ja missio ne militare francese fosse Yenuta in Italia col solo scopo dì onorare i morti del Tomba, e da Modane avesse filato direttamente a· Vicenza, nessuno avrebbe nemmeno lontànamente pensato ad inscenare dimostrazioni ostili. le dimostrazioni sono sorte spontaneamente, irrefrenabilmentè, e sono state « contenute » a Milano, almeno, dai nostri · energici richiami alla misura, qua~do si è rilevato il carattere politico-militare di ap oteosi francese che le nostre autorità davano al viaggio. Si può sapere dall'on. ..Gasp:uotto - voglioso di una sua milanese exi bition ministeriale, ·con una t uba folgorante e una imf'eccabile redi'1go1e - si può _sapere da S. E. l'on. Gasparotto perché i francesi sono sbarcati a Milano. e proprio nella giornata del 20 s'ettembre? Che bisog no c'era, in ultimo, di portare la missio~e a Venezia? Se non s i -fosse mostrato dalle_ nostre superiori autorità tutto un « ambiente» politico, la mÌs· sione militare fran cese avrebbe potuto attraversare . le nostre città fra il saluto deferente e cordiale delle popolazioni. Ma gli onori m ilitari, ma i bancftetti, ma i ricevimenti, ma la partecipazione di un principe della casa reale alla _èerimonia milanese, davano a tutto l'insiem e un carattere «polit ico» ·quasi di riaffermata fraternità italo- francese.

Il popolo italiano - poiché le manifestazioni sono state di popolo, quasi a documentare ancora una volta. l'incomprensione che sepa ra i governanti dal popolo - quando ha veduto che dall'ospita lità si pas-· sava alla politica, ha voluto dire la sua pat'ola, ha voluto far sent ire i suoi fis chi, ed era nel suo pieno diritto di farlo. C'è appena bisogno di dire che j lischi non and avano ai presenti, ma agli assenti, ma aì

politici; non· andav;no alla Francia che ci ama e Che amiamo, ma ali~ Francia che ci detesta, ci angustia, ci t ratta dall'alto in basso con un'altezzosità ridicola, che ci offende e ·alimenta rancori e rivolte.

Era necessario «segnare» iJ dissidio, far vedere che accanto al· 1'Itali3: ufficiale, vincolata dai protocolli, c'era un'altra Jtalia, meno cor; retta, ma più sana, pìù forte, più italiana. Colle sue dimostrazioni, il popolo di Milano e di Venezia ha voluto dare espressioni al discorso contro la politica ostentatamente antitaliana seguita dalla Francia dall'armistizio in poi; ha voluto mostrare che il dirhé di un'Jtalia dirnenticona è da relegare nei musei dei luoghi comuni; ha voluto rivendicare una sua autonomia. in materia di politirn estera nei confronti anche della Francia.

Sotto questi aspetti, il valore, « come sintomo » delle dimostrazioni milanesi e veneziane, è ènorme; e :i. Parigi faranno opera saggia se ne terranno il debito conto.

le relazioni di cordialità che noi vogliamo stabilire con tutti i po· poli, · e in particolare modo con quello francese, no.n possono scaturire d a una reciproca pcrsistehte mistificazione.

La Tribuna, organo rispettabile - stavo per scrivere venerabilelontano dalla nostra mentalità di sem inatori di vento, ha già" risposto in anticipo al Corriere della S era; e i rilievi del giornale colpiscono in pieno l'articolista milanese. Al , qua le domandiamo: Voi che cosa seminate? Voi che cosa avete seminato? Dall'armistizio in poi, il Governo fa quello che voi desiderate. Segue la vostra politica. Per fare un piacere a voi, a Steed, a Trumbié, il Governo italiano ha lacerato il patto di Londra. Ha inaugurato e condotto a termine, ormai; la più criminale e rinunciataria polit ica. Fuori i risultati della vostra seminagione! Vediamo qual messe è sbocciat:l sui campi del vostro wilso• nismo. Abbiamo rinunciato .a tutta Ja D a lmazia, ina non abbiamo guadagnato l'amicizia jugoslava. E di ieri un articolo antitaliano, insolentissimo, pubblicato in un giornale di Belgrado da un ministro in carica. Abbiamo rinunciato all'Albania, ed ecco avventarsi su quelle terre, dal nord e dal sud, serbi e greci, mentre 1'1nghilterra, dopo aver <<comprato» quanto di comprabile c'era, ci pianta Ja più miserabilè delle g rane per Saseno. B ridicolo affermare che noi vorremmo far guerra a .mezzo mondo,. Queste sonO ormai polemiche che bisogna lasciare all'ignobile cadaverico P111; ma non è ·ridicolo affermate - perché è vero - che voi vi siete inch inati, strofinati, ingi nocchiati dinanzi a mezzo mondo, raccogliendo sberleffi da ogni parte, Vostra è la pol it ica « ~ocietaria », ma dopo l a disgraziata sorte toccata a Ginevra .al rapporto Gioi, la nostra posizione di apostoli italiani del societarismo è impossibile fino all'assurdo,

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 151

Sotto la maschera ·d ei più nobili ideali; dietro la dècorazione degli « imm~rtal~ » principi; ricoperta dalla più candidà lana d'agnello, eèco spuntare la g rinta feroce di tutti g li egoismi dei .popoli arrivati , che ricacciano dai campi proibiti d elle materie prime i popoli proletari: Oh giustizia ! Oh umaf!ità! Oh frateIIanza! ai com izi:, nelle assemblee, nei discorsi di Ginevra; ma quando ·si tratta di petrolio, d i carbone,· di ferro e dei territorì che tali materie prime indispensabili contengono, la g iustizia, l'umanità, la frateilanza vanno mela nconicamente a finire tra la spazzatura, come j trofei di carta dell'ultima notte d i carnevale.,,,

E allora lasciateci seminare il nostro vento, che è l'unico . mezzo p~r sp~zzare via la ·vostra viltà,

Da li Popolc d'.Italia, N. 231, 27 settembre 1921, VIII.

152 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI

SUL CONGRESSO FASCISTA

Taranto, 26.

Questo Direttorio prende buona nota della lettera aperta diretta da Mussolini alfa G>mmissione esecutiva, pubblicata sul Popolo d'Italia del giorno 16 rorr. E ne approva integralmente l'alto coocetto magistralmente plasmato, perché logicamente .rispondente agli. interessi generali dei Fasci Italiani.

N e riconosce la fondatezza d egli argomenti prospettati e plaude a lla chiarove.s-Se~za nel Virile pensiero del suo: i~sepa.r.:ibile duce ·

Pei il Direttorio : il vicesegretario politico UGO.NEGRI

Fascio Diamante (Cosenza) solidale proposta Mussolini perché congr-Mso nazionale tengasi Milano. Il 5egretario

. Ringrazio questi fascisti, i ·quali dimostrano in .modo così brillante di a"vec .superato .il «meridionalismo>/. ·

Notevole, a questo proposi~o, che anch.e il delegato regionale d i Reggio ç:abbria, avv. Villelli , era favorèvol e ·a . che il congresso . si tenesse a Milano. ·

·Ma la mi a tesi nofl ha .avuto il suffragio della maggioraòza dei de. ' legati regionali, ragion~ per cui /1 congresso sarà tenuto a Roma o altrove.

-...
RICCI
M. Da li Popolo d'I1alùt, N. 2n, 21 .seltembre 1921, VIII.

DA SARZANA A MODENA

L'Avanti / di ieri, con un titolo su sei colonne, accusa i fascist i d i aver ucciso il deputato Di Vag no. Abbiamo letto colla maggiore 3.ttenzione tutte le note e le notizie ri fere ntisi all'assass inio d i Mola di Bari e niente . c'è che comprovi la fondatezza dell'accusa che il giorn ale d el Puf rìvolge al fascismo, italiano Ci manca no gli elementi per escludere in maniera assoluta che g li uccisori del deputato socialist a siano tesserat i dei Fasci. Può darsi che si tratti di iscritti a qualche Fascio pugl iese, ma finora nessuno lo può affermare con sicurezza, perché gli uccisor i non sono staU ancora: identificati. Eppu re il miserabile foglio del Prn, con aria di gesuita e di coccodrillo, ha lanc iato l'accusa infamante, ripetendo qua nto g ià fece per l' autoassassin io del deputato Scarabello e per la t ragica fin e dell'on. Piccoli.

Documentiamo, coll'A vanti.' alla mano :

« Secondo le ultime notizie, ancora però alquanto Confuse, sembra assodato che subito dopo aver saputo che l'on. Di Vagno doveva tenere i l comizio a M ci la di Bari, non meno di venti fascisti di Conversano si sono recati. in ca.rrozza ·a M ola».

Come ognuno vede, n iente di p reciso, n iente ch e possa autO rizzare il fog lio del P11s a varare l' accusa che i fasc isti hanno ucciso il Di Vagno. In alt re n otizie, l'A vanii! stesso fa ricadere la responsabilità d ell' assassinio su i « vecchi ~eti che da un cinquanten nio sgoverna oo la P ug lja e sulla m alavita pug liese». Rip ortiamo :

« Il D i Vagno si era costituito parte civile n d l'interesse d el contadino assassinato in• Barletta, certo Fonsmorti, contro i fam osi pregiud icati Corvasce ed Altoma re. Il primo soprannominato "Mumeo., ed il secondo " Nuzzala " Questi due p regiud icati capitanavano la malavita al soldo deg li agrari di Terra di Bari ed avevano affi liati in altre località».

Ma l'incertezza delle notizie non impedisce a l g iornale dei' pa rtito , che no n h a p reso ma.i sul serio il t rattato di pacificazione, di inscen are sul cadavere del Di Vagno Ja più oscena d elle speculazioni.

l'A vdnJi! h a il' coraggio cinico d i affermare di « aver fatto il possib ile per arrestare con una tregua ogni fo rma selvaggia di lotta, per

togliere agli ·altri ·ogni pretesto di continuo spargimento di sangue». b falso e può essere ampiame nte documentato colla collezione del giornale. Dal 3 agosto ad oggi, ·il fascismo h a lasciato decine di morti sulle strade e sulle piazze d'Ital ia. meritre il Pus giocava Ja sua sconcia partita doppia, per cui un deputato iscritto regolarmente al Gruppa parlamentare soçialista, è capo d i quegli .arditi- del popolo, dai quali, n~I famoso trattato, il Pus e la Confederazione si dichiaravano estranei. E le Camere del Lavoro, sedi di ritrovo e di armamento d i cotesti arditi? E il contegno di tutta la stampa socialista, che sin d al primo giorno svalU:tava il patto di Roma, tipico l'Avanti!, che paragonava lo stato di necessità in cui s'era venuto a tro\•are il Pus a quello in cui potrebbe trovarsi un galantuomo che cede la sua pelliccia ai banditi, per uscire vivo dalle loro mani, salvo poi a farli impiccare?

La più abietta· malafede pussista ha fatto riscontro all'atteggia mento leale dei capi del fascismo, i quali sono riusci ti .ad impedi re le sped izioni p u nitive in grande st ile, hanno imposto la p iù radicale epura. zione dei Fasci, hanno e lim inato i violenti senza motivo e senza scopo. Né la malafede del Partito Socialista può essere attenuata dall'Qdiemo untuoso comunicato della direzione del partito, la quale vanta un suo rispetto puramente f <?rmaJe del patto, che, nella sostanza, è stato quotidianamente violato dagli organi maggiori e minori del Pa rtito Socialista.

Prendendo a tribuna il cadavere ancora caldo dell'on. Di Vag no, ìl Partito Socialista ha rinnovato le accuse contro il Governo complice del fascismo -mentre la verità è che da due mesi il GÒvemo è p iut• tosto comp lice del comunismo - e contro la forza pubblica conni · vente col fascismo.

Documentiamo 1~ impudenti aff~ermazioni del foglio: socialista:

o: Il " sincero dolore " del presidente del Consig lio dei ministri non d p are eccessivamente sincero. ·Quando si è la sciata mano libera agli assassini in ogni ango lo d'Italia, quando si è lasciato che forza pubblica e magis tratura fossero a disposizione dei fascisti uccisori, non si ha il diritto di deplorare e pia ngere dà.vanti ad una vittima quando centinaia di vittime sono state invendicate, quando è staia incoraggiato. quella organizzazione che preparava gli assassini sotto g li occhi delle autorità »,

E altrove, in uno stelloncino di cronaca' milanese:

« AIJ'infuòri di tutto ciò, ripetiamo, lo stato d'animo d ei lavor at"ori milanesi è quello di tutti coloro che sentono onnai la necessità "di opporsi al dilagare della sangu inosa violenza fascista, che semina il terrore e la morte, ovunque a"ppoggiata dalla più sfacciata connivenza dell'autorità pubblica».

, DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 155

Non erano 3ncora asciugati gli inchiostri di queste parole, chè giungeva notizia del tremendo massacrO dì Modena, nel quale hanno per, dU:to 1a vita quasi tutti i dirig enti del fascismo modenese. Da Sarza~a a M odena : ecço la « compJièità »; ecco la << c'onnivènza » dell'autorità po, liticà. co l fascismò! Selle morti, · decine di f eriti: ecco il prezzo col quale l'on Bonomi ha plaçatO gli -~degni , del suo amico Turati, che si è rivelato, in questa ed· in altre occasioni, quale un torbido, cin ico politiçante, senza un brivido di pèofonda umanità! ·

.. La strage. di Modena è ancora più tragica ·di quella di $arzana. NeIJa città di Lun igiana, la forza pubblica si trovò di fronte ad una spe!iìzio ne· fascista; ma· a Modena .si trattava di una folla innocua, che stava scioglie_ndosi e s i sarebbe sciolta. Si è sparato senza far precedei:è il fuoco da lle i ntimazioo.ì regolamentari; si è sp;irato perché - evi. ·_de ntemente ! _:___ g li ordini , 1cn_uti da Roma si riàssum4?no in una pro. posizione:;:: . dare,·quakhc lezione al fascismo. Il risultato di questi· ordini ·· eccolo .: sette giovinezze stroncate e molti alt ri fascisti feriti.

Non ci i lludiamo. NO. Questo gio\1ane sangue non p"lacherà i no,. stri nemici, i nostri avversari e vecchi e nuovi e nuovisSimi. T utta questa malage~ ia. non troverà lacrime o parole .di commiserazion e per i g iovinetti assass inati a Modena, e proba bilmente continuerà a vomitare contro i morti e contro i vivi Je calunpie infami ch e ·provocano e giustificano ' Ja rappresaglia,

Ma il fascismo è tale una forza, 'tale una passione, ta le, « sop tattutto », un futuro, che diffamazioni e agguati e massacri non possono a rrest.i. rlo . Lo ingigantiscono. Lo rendon o sacro. Gli danno -l'aureola del martiro~ogio. Il dirit to di critica ch e no"i abb iamo esercita"td ed . eserciteremo sul fascismo - diritto al quale h anno rinunciato i vecchi · partiti paurosi di g uardare in se stessi e di scoprire i segni d ella loro decadenza - nòn c' impedisce di vibrare,··nelle grandi gioie e nelle · grandi trist_ezze", coll'anima di qlleUa ·meravigliosa gioventù che s i raccoglie· sotto le nostre fosegne. :B coll'anima percossa dal più fie ro cor· doglio che io m ' inchino dinanzi alle salme d ei fascisti ·assassinati a Modena, .mentre dalle m8.sse di tutti i fa s'Cisti d'Italia - sempre più sfrettamente vincolati e solidali - si leva alto e solenne il fu n ebre « alalà! » di · ~dd_io e di p roinessa ,pei nostri indimenticabili morti.

156 OPERA OMNIA Dl BENq'O MUSSOLINI ... . .
Da
Itt,lit:t,·N. 232,
MU SSOLl~I
Il Popolo · d'
28 settembre 1921, vin.

« IL FASCISMO E GIA UN PARTITO»*

M111so/ini, premeSJo che secondo il Bastianini i Fasci dell'Umbr ia sono favorevoli alla trasformazione e che in tal senso scrive Ferrone per la Toscana e che eguale è jl voto dei Fasci dell' Italia meridionale, poiché il Marsich e il Bolzon non espressero che la loro opinione p ersona le, ritiene che 1a questione è matura.

Richiamare le valutazioni del 1919, come h a fatto q ua lcuno ricordando le origini del fa scismo, che non volle essere un partito po· litico, fa onore agli studìosi del nostro movimento. M a nel 1919, con ·quarantadue Fasci, l'orìzzontc era più breve, Si trattava di porre un argine al movimento dissolutore ed est rémista che imperversava nel paese, Oggì H fascismo è già un partito, e. con un Gruppo parlamentare, un Comitato centrale, una Commissione esecutiva, un Consiglio nazionale e le Federazioni, e non differisce che nello· spirito dalle altre organizzazioni politièhe. Non è fascista temere del nostro divenire e diffida re di· ogni novità. L'aristocraz ia d elle nostre dottrine è concilia, bile con la nostra trasformazi9ne in partito; e se i programmi possono qua e là ·presentare coincidenze con quelli di altri partiti di destra o di sinistra, è lo spirito informatore che li differenzi.a inconciliabilmen te. Non è possibile un programma che ba lzi fuori ex n ovo come d alla mente di Giove Ma è «urgente» individuare il movimento ' fàscist a formando il part"ito e passando alla fase delle « re_sponsabiliti collettive», riconoscendo, ·in fondo, un fa tto compiuto, prendendo att O della t rasformazione · che ebbe luogo nella méntalità del fasci smo, nell' ampiezi a della sua organizzazione, nella responsabilità per ogni avveniròento, la quale è andata naturalmente al dì sopra e al di fuori di quelli che furono e non sono più i «capi» del fascismo**.

• Riass"unto del discorso pronunciato a Milano, nella icde. del Pai-tito "Economico sita in piazza del Duomo 2, il pomeriggio del 28. settembre 192 1, durante un convegno delta commissione incaricata di discutere la proposta -'di tra· sformazione dei Fasci di Combattimento in partito politico. (Da I/ Popolo d'lla/ia, N. 233, 29 settembre 1921, VIII). . :

•• Dopo interventi di De Stefani, Bruzzesi, Lupi, Aversa, Sca.ffa, Ma.rsich, « Mussolini trova. " tulle le preou11pazioni di ordine ronsért)(J/ore, da potffJi , iauumere nella diffidenza the si ha di quel ,be può surredere e ddla parola

parJito, della q11ale pur si onorano uomini tn1igni e gruppi memorabili nella storùs. del paeu. Ogni nos/ro giudizio non de1.18 esurt inceppato e nn1u11 JenJativo drve u u , • gua,daJo ,on prN1en111a diffidenza. N ella n o11ra nazione sono 1an1e le cose da c0'1'/1trw1re e tanle l e abolite ,he merilan(l di euere rip rere in , onsid erazùme ".

{,( P:ropone quindi il seguente ordine del giorno:

« "La ComN,inione nomi11ata ·Jal ComiJato remrale, rilmila a Jif;/ano il t,iMno 28 uuembre 192 1, eùtminaJa la nuova situazione polili&a itali.ma e internazionale e le , onieguen!i responsabilità,· tenuto , omo del grandioso 1u.iluppo preso dal fa.srùmo i n t utte le regioni d'/Jalia e d elle 111e inh:iative d ' ordine sindacale wn la creazione di leghe e , ooperaJ~ve; presa nozione d elle ·relaziÒni di alomi delegati regionali; affermata la nereuità sempre più urgente di u na precisa differenziazione programmatica, tattica e Jtatutaria; con1ider11to che il f111rùmo ha già ammto nella odierna ro1rit11zic ne la forma di un panito, dedde1 anrhe come ricon ouimento de/l'accennato Jtato di fauo, di p ropo"e al prouimo r.ongru10 nazionale che il m ovimento t11t 11ma il nome di" Pd1'tit,o FastiJta ltalùzn()"; e decide di riconvoc(-!rsi venerdì 30 c. m. per preparare in arm o,rica r ontinuilà con qJlelli di ieri il p rogramma e gli tlatuti per l'a2ione fa.u frta di domani" ». l ' ordine del giorno è' approvato con voti otto rontro sei.

Nella riunione del 30 settembre, in.detta « per preparare i programmi e gli statuti dei q uaJi sari chiamato a giudicare il congresso nazionale dei f asci di Combattimento» , M ussolini interverrà n ella disclisSione tre volte. Ecco i riassun ti dei tre i nterventi.

« Mussolini ritiene che si possa senz'altro discutere, non di un vero e propdo p ro8ramma, ma per fissare le direttive generali programmatiche del fascismo italiano »

« Mussolini si p ropone di pubblicare sul Popolo d'Italia tutti i r isultati delle d iscussioni su l problema in modo da orientare j fascisti. Ritiene d 'altronde che le linee generali possano venir senz'altro fissate, senza tema di vederle . supernte dagli eventi» .

« Mussolini esclude le possibilità di stati personalistici o collettivisti, in realtà socialistici " Ridllf're /() $/dio alle sue funzioni più importanti e morali.· querlo i il proble ma. Spogliare l o Slato di IIIIJe le 111e funzioni buro«atid1' che , ampie male, S11i prindpi generali - in f.ondo - 1i11mo d'auordo. Si potrebbe fer m11rti JNi po!J11/,iti i11izi11li, we,rhi11ndoli, m ulando/i ed i nt eg rand o/i", Propone, anziché d i fue un programma, "di fa,e uno uhema; 10/tamo do 11rebbe nure d ùruuq da 1u11i ; Faui prima d el ,ong,euo" » (Da li Popolo d' Italia, Nn 233, 23', 29 settembre,, 1 ottobre 1921, VIII). -

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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

CONSTATAZIONI

Brevi, come l'ora e lo spazio impongono. I fatti non hanno bisogno di lunghi commenti. :2 soprattutto interessante in questo momento osservare e fissare l'atteggiamento dei partiti nemici, avversari o affini.

L'Avanti/ ha ·vinto il suo macabro terno al lotto. Esso respinge Ja deplorazione che i fascisti baresi hanno levato per l'assassinio di Di Vagno con . un « coccodrilli » categorico. ll foglio del partito non am• mette che altri sia in buona fede. }.-fa poi si l~gna in quarta pagina, in una corrispondenza da Modena, perché i fascisti modenesi non credono alla sincerità del dolore socialista. Se « coccodrilli » sono i fa. scisti di Bari, « coccodrilli » sono anche i socialcomunisti di Modena. In realtà, l'Avanti! continua nel suo d oppio gioco. Non per niente dà ricetto, con lusso di titoli, ai comunicati degli arditi del popolo, i quali « si propongono di intensificare la loro organizzazione>>. Alla testa c'è un deputato socialista: Mirigcino. La stampa romana getta fuoco e fiamme sui fascisti. Don't acte.

Ma si· può prevedere che questa borghesia politicante, fra poco, quando si r iprenderà in Italia la tragedia degli scioperi parziali e generali, dei tumulti, dei sabotaggi; quando questa veramente Vile borgh<!sia vedrà, ad ogni momento; sospesi i servizi pubblici e le piazze e le strade percorse da minacciosi cortei d i teppag lia, si domanderà: dove sono i fascisti? Ma che cosa fanòo i fascisti? I fasci sti staranno alla fin estra, Ammaestrati dall'esperienza, attenderanno che il duello· csiurisca )e forze dei contendenti, per poi gettarsi e schiantare il vittorioso.

La crisi sembra andare fatalmente verso questo sbocco e questa è la direttiVa che ci viene dagli avvènimenti o~ierni ! MUSSOLINI

Da Il P()po/o d'l1alia, N. 233, 29 settembre 1921, VIIJ. 11 -XVII.

'. \ •:

Non mai come in questa giornata di pianto e di g loria io ho sentito, con mo r~ificazione~ le deficenze del mio spi rito.

Ogg i vorrei assommare e armonizzare in me le divine facoltà dei poeti, per sa luta re con un epicedio queste··superbe g iovi nezze stroncate da un'oscura e p remeditata tragedia,

I~ fa to, neJla sua tristezza, supera le m ie possibilità o ratorie. Vi parlerò da ~oldato, poiché questi che caddero appartenevano alla mil izia migliore del nostro esercito ; · e da uom o .pensoso no n della sua, ma dell'alt rni u ma nità,

Q uale o nda d i commozione mi h a sopraffatto stamani qu ando ho visitato le salme raccolte nel sonno che non ha risveg lio· e qu ando i feriti, con eJevatissimo morale di guerrieri e di martiri conf essori d i una fede, mi h an no accolto con un « alalà ! » che mi h a scosso l' an imo sino nelle p iù intime fi bre.

E c'erano fra di loro i giovinetti imberbi, dai lineamenti g entili, le primavere sacre del nost rO sangue latino, i ·virgult i sch iett i della no· stra razza. immortale ; e c'era anche un uomo nella p iena. maturità d eg li a nni, che ha visto cadere mortalmente ferito il figlio ed era ma· gni6co d i coraggio e di serenità

N o n un lamento, non u n rimpianto è uscito dalle labbu dei no~ stri fe rit i. C'è in loro l'Orgoglio del buon volon tario ch e è lieto di c~nsacrare col sangue 1a purezza d ella sua f ede.

L'eccidio d eiralt ra sera è ricco di gravi Jnscgnament i. I nostri av· versaci sanno o ra che quando c'è un pericolo da corre re, un risch io da affrontare, una responsabilità da assumere, j capi dal fascismo so no al loro po.Sto

Se il malcostu me degli avversari fosse anche il nostro, nessuno dei dirigenti il fasc ismo modenese sarebbe rim"asto colpito.

Oggi tutta l'Ita lia guarda a Modena e non cr<::do d i commettere peccato se aggiungo che si attende" con ansia ciò che io dirò.

• Discorso pronunciato a Modena, in p iazzà Sant'Agostino, la mattina del 29 settembre 19 21, durante i funerali dei fascisti ('aduti nel conflitto del 26 set· tembre. (Da Il Popolo d'ltali11, N . 234, 30 settembre 192 1, VIJI).

(DISCORSO DI MODENA] *
'l

Mi pare di sentire un coro anonimo di mille e mille voci levarsi dalle città, dai borg hi, dai casolari e invocare una parola di pace.

Noi che non siamo d ei barbari,· ascoltiamo questo grido d i pace. la terra, d ar 19 14 ad oggi, ha bevuto tante lacrime e tanto sangue, che nessun uomo degno di questo no~e p uò pensare senza raccapriccio che questo orrore continui.

Ma se pace, 1a pace vera, si vuole, che cosa significa questo rinnovato, diabolico accanimento antifascist a cui assistiamo?

Non pace- sincera vi può essere sino a quando i fascisti saranno chiamati sicari, assassini, assoldat i, compagnie di ventura; sino a quando sa ranno additati come l'oggetto dell'odio e de1la vendetta popolare.

Oh, la tragedia non è locale, ma è nazionale. I protagonisti sono più numerosi, la scena è vasta quanto il territorio della nazione.

· Io affermo ·q ui, io che .non hÒ risparmiato le critiche p iù acerbe a talune manifestazioni del movimento fascista, che il fascismo è nel suo insieme uno dei movimenti p iù disinteressati, più spi ritualistici, più idealistici, più religiosi che conosca la storia italiana ed europea.

Erano dunque sicari di quakuno, difensori di qualche cosa - di un uomo o di un interesse, di una casta o di un privilegio - questi giovani che prima di sigillare le labbra per sempre hanno mormorato, negli spasimi dell'agonia, il grido di << Viva l'Italia! »?

No. Per questi giovani che sono caduti, per gli altri che ri man• ·gono, l'Italia non è la borghesia o il proletariato, la proprietà privata o la proprietà collettiva. L' Italia no n è nemmeno quella che governa o sgove rna ]a nazione e non ne intende q uasi mai l'anima. L'Italia è u na razza, una storia, un orgoglio, una passione; una grandezza . d el passato, una grandezza più radiosa d ell'avvenire.

Con questa fede, per questa fede, voi siete morti ; pe r questo voi siete andati alla morte, come alie << braccia di arridente sposa ».

E no i siamo venuti qui, da·ogni parte d'Italia, a rendervi Onore. I tremo ri dei nostri avversari sono vani. Nessun tumulto, nessuna vio lenza deve turbare né turberl la manifestazione .. odierna, l'estremo onore. I nostri inni echeggiano d alle nostre fanfare. I nostri « alalà ! » si levano solenni in questo dolce cielo di settembre. Li sentite voi ? Forse. Certo.

L'ondata formidabile d ei nostd spiriti d eve incontrare, scalda re i vostri che non sono morti.

Squillano le note di Gio11inezza, l'inno della vitaj ma voi, tra poco, scenderete nella terra negra. Per voi, o ~ari morti, stasera le stelle non avranno p iù brividi d'infinito; il sole d i domani non avrà pìù splen-

DAL DISCORSO ALLA CAMER.A Ai. CONGAESSO DEI FASCI 16 1

dori; nelle vostre famiglie si sentirà stasera il vuoto terribile che dà l'estrema dipartita e le lacrime amare· cadranno· nel silenzio.

Sal11ete, morti dilettissiO'lL Noi non vi dimenticheremo. I Vostri nomi rimarranno scolpiti nel nostro cuore profondo Finché un solo fascista ci sarà in Italia, egli trarrà da voi l'esempio e l'auspicio Verrà giorno in cui il nostro èsercito invitto e invincibile strapperà la definitiva vittoria. Allora, o fratelli di Modena, o fratelli caduti di altre città, un fremito improvviso farà sussultare i voshi resti mortali. Converremo allora alle vostre tombe di precur,ori e di avanguardie a sciog liere il voto della riconoscenza e della fed e.

In nome dei cinquecentomi la fascis ti. d' Italia, vi porgo l' estremo addìo.

162 OPERA OMNIA DI BENITO M
USSOLINI

[PER I CADUTI DI MODENA] *

Muuolini, dal balcone del Fairio, part1to a lutto, accenna a parlare. In tm solenne Jilenzio, im posto da Ire sq11i/li di tromba, M1u10lini rosJ comincia:

La manifestaz ione od ierna non aveva alcun bisogno di un' append ice oratoria, Essa è stata, dì per se ste!sa, eloquentissima. Ed ha d imostrato a ch i ciancia d i crisi fascista che il fascismo non fu ma i così viv'o e vig ile come oggi. Quando la ca ~ca gli si serra intor.no per tentare di spezzarlo, esso si erge più forte e più vivo. Questo perché non è esawita la sùa fede e perché non finiti sono i suoi compiti nella vita e nella storia italiana.

E la cittadinanza milanese, ·dalla . vostra manifestazione ordinata, austera, disciplinata e soprattutto da llo slancio del vostro entusiasmo, avrà compreso tutta la purezza, il . disìnteresse, la nobiltà della nostra fede.

Nel lanciare il nostro « alaià ! » funebre ai morti di M oden a, a tt.itt i i n ost ri morti, a tutti i nostri eroi, a tutti i nostri martiri, deve uscire da noi un giur.:1mento solenne, imprescrittibile: daremo tutta la no~tra volontà, il n ostro coraggio, le nostre forze, il nostro sangue per-

• Riassunto del discorso pronunciato a Mil ano, dal balcone della sede del Fas<io di ·Combattimento, 5ito in via Mon'te di Pietà 24, la mattina del 2 ottobre 1921, durante una mani festazione fascista di cordoglio e d i protesta per i caduti nel i;onAitto di Modena.

11 pomeriggio del 27 settembre 1921, Mussolini aveva partecipato ad una riunione d ei membri della commissione esecutiva dd Fascio Milanese di Combattimento, dei comandanti delle squadre f asci ste milanesi. e di due membri della federazione provinciale. In questa occasione, Mussolini aveva fatto alcune d ichiarazioni, delle quali ecco il riassunto.

« Benito Mussolini comunicò che il Comitato Centrale allo scopo di dare una « o nazionale alla protesta dei Fasci, aveva nella mattinata deliberato che le rnan ifestnioni austere e dignitose avessero luogo contemporaneamente ·e ne aveva fissata la data al 2 ottobre.· Propose quindi che per quel g iorno, a rendere più signifiC"l.tiva la manifestazione di Milano, fossero invitati a parteciparvi t utti i Pasci della provincia. . '

« Il convegno approvò la .proposta Muuolini e deliberò inoltre d'inviare ai funerali delle vittime una numerosa rappresentanza e una gèande corOOa » ( D a li Popolo d'Italù,, N n 232, 236, 28 settembre, 3 ottobre 1921, VIII).

ché la patrja sia rispettata, libera e grande. (Dall'im mensa moltil11dine, che gremi.Ùe compatta la contrada, sale, f ormidabile, pOssente, .;o/enne l'« a noi!>> urlato da mille e mille voci).

M11110/ini prosegue in11itando i fascisti a sciogliersi senza dar luogo ad inc!dent ~ e ienza provocare 111cceuive dimòs/razioni.

la manifestazione di ogg i - egli dice - non s'incide a caratteri indelebili solo nell'animo nostro, ma à.nche nell'animo generoso di questo po polo milanese, che finalmente impara a conoscerci e comincia ad a marci. Esso sa ormai che noi non siamo i sicari di nessuna bar· ghesia o ì gia nnizzeri di interessi privati. Ma che siamo invece u na avanguardia composta di soldati intrepidi e disinteressat i, la cui f ede supera le esistenze degli individui, va al di là dclJe nostre vite : la fede nelJa gr.:tndezza della no5tra ltalia.

M usJolini conclude inviando rm « alalà l » ai caduJi ed ai Ju perstiti. (A l quale fa ero, con ,m g rido possent e1 · t ulltt l 'immensa f olla . Poi, al Juono e al cant o di « Giovinezza >> , la maua dei fa.scisti ord inatamente si sàog lie Jenza dar lu og o ad incid enti, m entre l e 1q11adre e le· rappresentanze rientram1 ordinate alle rùpettive sedi).

164 OP ERA OMNIA
DI BENITO MUS S OLIN I

IL MONITO

Tutti i fascisti italiani, da Torino a Siracusa, hanno risposto con una disciplina ferrea all'invito d el Comitato centrale. Decine e decine di cortei si sono svolti per le strade di tutte le città d'Italia; vi hanno partecipato centinaia di migliaia di giovani e la cronaca non registra ìncidenti di sorta. La manifestazione si è svolta dovunque nei termini prescritti dai dirigenti, e ha avuto, come si voleva che avesse, il raccoglimento silenzioso e l'austerità di un rito.

Il fascismo italiano ha commemorato degnamente i suoi mo rti di Modena; e, in un momento come quello che la nazione attraversa, il fa sc isma ha dato ancora una volta la documentazione della sua forza e delJa sua unità. Quei giornali romani che avevano manifestato delle preoccupazioni a proposito della dimostrazione « nazionale » del fascismo, si saranno a quest'ora convinti che le loro apprensioni no n avevano ragione d 'essere. Conflitti e tumulti non si sono verificati. C'è qualche morto, ma non sì tratta di fascisti caduti yittime delle solite v igli acche imboscate dei socialcomunisti.

L'importanza politica della manifestazione di domeni ca va sottolineata per le seguenti rag ioni. In primo luogo, essa ha dimostrato che le masse seguono disciplinate gli ordin i degli enti direttivi. E bastata una parola d'ordi!'}e, ·un semplice avviso messo su questo g iornale, per mobilitare da un capo all'altro d'Italia tutte le schiere del fascismo. In secondo luogo, la manifestazione di domenica è là a prova re -che il fascismo è una massa compatta che nessuna forza umana può disgregare o demolire. La rovin~ potrà venire dall'interno, non mai dall'esterno. I nemici, anche accresciuti di numero, non faranno che rinsaldare la nostra compagine. Terzo punto da considerare. Nella situazione politica italiana si fa sentire da qualche mese un elemento nuoVo: Cagoia. C'è una parte della , borghesia italiana - quella plutocratica e politicante - che detesta e combatte il fascismo con metodi più sleali d i quelli impiegati dai socialcomunisti. Parliamo del Paese, diretto dallo spudorato Ciccotti;. e che sia « spudorato »·ogni socialista italiano lo sa, tant o che ci fu sempre un « veto » d~ complicata natura morale tutte le volte che si parlò di elevare Ciccotti-Scozzese alla direzione dell'Af14fftil Pilreva, da una nota pubblicata l'altro ,giorno1

che il Paeu volesse sospendere la sua stomachevole campagna antifascista:

« Ciò . che si doveva dire delle cause remote e proSsime delle viol~e di queste ultime penose settimane fu d etto e le responsabilità furono indicate e precisate Ora b.voriamo per r asserenarci tutti, se possibile, al più presto. Cerchiamo di gettare acqua e · non olio su tutti i crateri dell'odio.

« Noi pensiamo che ci renderà atti e :zelanti a questo ufficio lo spettacolo - se noi lo avremo sempre prest'nte - della patria comu ne, sul cui corpo dilacerato, nella cui anima sconvolta, n elle cui ·fortune compromesse vanno in definitiva a conhgg~rsi e a percuotersi i co!pi che le fazioni fra loro si scambiano».

M a i buoni propositi del giornale n itti.ano sono più• fug aci delle rose ch e durano lo spazio di un mattino. Nei numeri successivi, j~. nito olio veniva g ettato sui « crateri » de lla nostra oramai irrefrena· bile esasperazione, coll'invitare il Gove rno a riconoscere che i « Fasci alt ro non sono che associazioni a delinquere». Sempre sul . Pttese , un signor Giorgio Levi D elJa Vida - ma perché costui si occupa di po· litica ita liana? - propina· le sue di ffamazioni pseudo-filosofiche co ntro il fascismo, mentre in altra p arte del g iornale si accusano i fascisti modenesi di un « preordinamento » nel tragico conflitto del 26 settembre. Capite? .I fascist i avrebbero « p reord inato » ìl loro massacro. Si può essere più abbietti di cosl? Il contegno miserabile del giornale nittiano · g iustifica pienamente te rappresaglie dei fascisti di tutta Ita· lia, che non intendono di essere quotidianamente infamati e diffamati . da questo ~lercio basilisco, sfrontato servitore di Cagoia, Noi diciamo a Nitti e ai suoi domestici che essi si ingannano se credono d i poter vincere il fascismo. La loro è cecità. Significa di non aver capito nulla del movimento fascista. Il caso di Cagoia rient ra neJla categciria della « ig noranza. malvagia».

La dimostrazione di domenica deve aver dato motivi di seria riflessione a tutti i nostri nemici: dai borgh esi, tipo Cagoia , ai social· pus-comunisti.

Il fascismo ha ancora le sue sch iere agguerrite e numerose. Invin• cibili. Queste schiere sono capaci di ·una rapidissima simultaneità di movimento. Chi vorrà affrontarci troverà una muraglia d i petti e di cuori, Anche noi, come gli alpini, possiamo dire a Cagoia : « Non si p assal ».

pa. Il P()p()/() d"I1alia, N. 2~7, 4 ottobre 1921, VIU.

i66 OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI
MU,SOLJN(

A FIRENZE

11 comizio d i protesta per i fatti di Modena, indetto dal Fascio Fiorentino di Combattimento, ebbe luogo al teatro G ymnasium. Vi intervennero tutti i fa.. scisti di Firenze ed i simpatizzanti; erano inoltre rappresentate molte sezioni fasciste della. Toscana e varie associazioni politiche e patriottiche.

Aperto il comizio, parlarono vari oratori, rivendicando ai fascisti l'onore di aver salvato l'Italia dal movimento comunista e deprecando i fatti di Modena. Dopo la commemorazione, si formò u n n umeroso corte-o, che ordinatamente percorse le vie della dttà. In pia zza. Santa Maria Novella, il corteo si sciolse, fra grida di t1 viva il Duca d ' AÒSta ! i. , per protes tare contro· i noti attacchi d 'u n giornale romano contro di lui.

Questa notizia chiarisce una situazione. Si è stampato da molti giornali che il Fascio Fiorentino · di Combattimento abbandonava la lotta, si ritirava a « vita privata>>.

Non abbiamo voluto, di proposi to, postillare la prima notizia, perché a bbiamo subito intuito che doveva trattarsi di un formidabile granchio pescato dai nostri avversari, -ocmici ·o quasi amici. Il fascis~o fiorentino può .rver deciso di modificare la sua tattica di fronte ad una modificata situazione di fatti, ma smobilitare, no; ma ritirarsi a « vita p ri~ata », no. Che una parte della borghesia, non soltanto fiore ntina, detesti il fascismo, lo sapevamo da un pezzo. 1:: la borghesia che va da Nittì a Frassati. Per questo, nei nostri postulati fondamentali, abbiamo tracciato una netta separazione fra borghesia che lavora e borghesia che sfrutta il lavoro e vive da parassita a i marg ini della pro·duzione.

II fascismo fiOrentino non può, non deve, e lo eviterà, disèrtai:e quel posto di combattimento ch'csso ha tenuto con grande onore e ·intrepidezza.

Cambiare tattica, se è necessario, ma rimanere sempre nella grande fam iglia fascista, poiché l'opera di ricostruzione nazionale non è ancora incominciata.

Nel 1919. quando su duecentomila votanti · il inio nome ne raccolse quattromila, io non pensai d i ritirarmi a « vita privata»; né il fascismo milanese - unico e solo allora in Italia! - si ritrasse sconfortatQ 1gtt9 la tenda. ·

Ci s i rimise al lavoro. Battuti, ma non domati. Noi siamo certi éhe il fascismo fiorentino, dopo la giustiticatis• sima frustata vibrata agli immemOri e ai codardi, rimarrà sulla breccia.· Lo esige l'onore e l'avvenire della nazione; .lo impone la canea u rlante dei nostri nèm.ici, foragg iati di Cagoia. Attendiamo dai f ascisti .fiorentini una conferma ·telegrafica a questa nota. G li avversari aspettino prima d i ridere

Ora potrebbe venire il bello!

Da ·11 Popolo d'llalùr, N. 237, 4 ottobre 1931, VJII,

!68 OPERA OMNIA ,
BENITO
SOLINI
DI
MUS
M,

NOTE POLITICHE

La dichiarazione telegrafica, che domandammo .Ilei nostro numero di ieri ai fascisti fiorentini, è venuta ed.è del seguente tenore:

Jl monito sdegnoso 111la borghesia e alle autorìtà immemori, non significa diserzione ideale fa!cista movimento travo lgente e impetuoso. Finché uno solo di noi rimarrà, esso combatterà a viso aperto nemici d'ogni specie.

ROMAGNOLl Seg reta.rio Federazione Fiorentina

Si è dunque non compresa o esage rata l'importanza d el ~ani festo dei fascisti fiorentini. Ai quali però sottoponiamo, con tutta lealtà e franchezza fascista, le seguenti considerazioni. .ll manifesto del Fascio Fiorentino, che tanto scalpore ha sollevato, non è stato ben ponderato come si doveva. Redatto · in altra forma, lanciato in altro momento, non avrebbe suscitato l'impressione «negativa» di un esercito che smobilita, proprio nel momento in cui tutti i nemici gli si serrano attorno. ,Il salto fra il telegramma « oltranzista » di Peccane e il manifesto « rinunciatario » del Fascio Fiorentino è stato compiuto nel breve volgere di una settimana. Bisogna considerare a ncora che il localismo1 in tema di direttive. è antifascista. O il fascismo è nazionale, e allora le sue direttive non possono essere che uniche; o è regionale, e allora - ciò è lapalissiano! - non è un movimento nazionale, Il prossimo congresso nazionale deve affrontare questi prob~eini. O il fascismo li affronta, li risolve e s.i ·conquista il dirittO di vivere ancora; o altrimenti si esaurirà in un esasperato localislllo di gruppi senza influenze durature nella vita nazionale.

Al prossimo congresso - lo annuncio ai fascisti e ai non fascistiio mi batter.è strenuamente per far trionfare queste tesi :

1. che il trattato di Roma era necessario;

2. che il fascismo deve diventare partito.

L'A vanti!. il cui cronista si è finalmente degnato di reg istrare una dimostrazione -dei fascisti milanesi, stampa, su due colonne, questo titolo: Utr'altra domenica di sangue. Chi legge, s'accorge che l'A vanti!

....

ha esagerato. Ad ogni modo, il sangue non è di comunisti o di socia,listi: è di fasc isti. Otto fascisti sono ì ferit i in uno scontro nel Mantovano; un morto fascista a Carpi. Ma nello stesso titolo l' A vanJi! inserisce una lunga corrispondenza da Venezia, nella quale vengono iJ. lustrate le gesta dei comunisti della Laguna, i quali sono peggiori dei fascisti e minacciano, con una spedizione punitiva, dì d are alle fiamme Ia Casa del popolo dei socialisti. Beghe interne, nelle quali i fascisti nOn entrano affatto.

Intanto J'imhottimcnto antifascista del p roletariato continu a e j risultati si leggono nelle cronache del lunedì.

Da li Popolo d'ltalùt, N. 238, 5 o ttobre 1921, VlIJ.

170 OPERA OMNIA DI BENITO
M USSOLINI
MU SSOLISI
ì

RICHIAMO ALLA RAGIONE

Quella tal curiosa, paradossale, mai vista epidemia,. dilaga fra i Fasci che nell'agosto scorso si agitafono per respingere il patto di Roma. Dopo il Fascio di Firenze, ecco quelli di Ferrara, Padova, Ve· nezia, tutti i Fasci « stcrministi », .che si ritirano a « vita privata», tanto che i giornali hanno· oramai istituita accanto a queI1a dei conRitti, la rubrica dei << Fasci che si ritirano d aUa lotta».

· Ci g uardiamo bene - ammaestrati dalla recen~te esperienza - di solleva re una questione di disciplina; ci g uardiamo bene dal domand are se non spettava all'imminente congresso nazionale di modificare le norme tattiche dell 'azione fascista. Non domandiamo tutto ciò per· ché sa rebbe dì una ingenuità piramidale. Ogni Fascio impegna il fascismo a p iacimento, senza. attendete p areri o consigli.

Ci permettiamo di esaminare il fenomeno, e lo faremo prendendo come punto di partenza l'ordine del giorno del Direttorio del Fascio Veneziano, che dice:

li Fa.scio Venezi:lflO da ora i n poi si disinteress.a com pletamente della IÒtta fra le varie classi · e faziorii, lasciando all a borghe5ia ed ai vari partiti di provvedere alla propria difesa. 11 Fascio, convinto della sua i rriducibile e assol uta avversione al Governo ed ai Governi espttssione dell'attuale maggioranza parlament3fe, im~gna i fascisti a rimanere assenti da qualunque manifestazione di carattere sociale e .ostili a q ualunque contatto col Governo o coi suoi rappresentanti. IL Fascio rimane vigile difensore d egl i interessi propri e della nazione contro chiunque tentasse di recarvi offesa ».

Quest'ordine d el g iorno è pietoso. Quando un movimento intende « d'ora in poi disinteressarsi completamente della lotta fra le varie classi e fazioni » in ùn momento corÌle questo, nel quale .tale lotta è la forza motrice di tutta la storia, che cosa resta a fare? Perché non si sciog lie? E come è possibile disinteressarsi della lotta, se per avven. tura la lotta stessa si appalesasse catastrofica nei suoi metodi e nelle sue· conseguen2:e ai 6ni d ella nazione ?

Modificare le proprie tattiche di f ronte ad una modificata situazione di fatto, è un conto; rinunciàre alla violenza, quando gli scopi per cui

la violenza fu impiegata sono raggiunti, è ammissibile, è doveroso, e questo doveva accadere dopo il patto di Roma, con un gesto di disciplina unitaria, che è deplorevolmente mancato; ma ritirarsi da ogni lotta, anche da quella civile, è semplicemente confessare la propria impotenza, av· viarsi al più inglorioso dei suicidi. Il pretesto della borghesia, escogitato dai « rinunciatari » del fascismo, è grottesco. Bisogna riconoscere che taluni fascisti marciano colla vettura Negri, quando, solo nell'ottobre del 1921, si decidono ·a riconoscere quello che i fascisti del 1919 non perdettero mai dì vista e che cioè c'è - accanto alla borghesia socia). mente utile e prc_>duttiva - una borghesia vile di politicanti e di parassiti, colla quale il fascismo non può avere ass~lutamente nulla di comune. la g ravità estrema delle decisioni prese dai fascisti che « rinuncian.o >> sta appunto in ciò: nel dar l'impresSione che quella che fu difesa sino ad ieri è appunto Ja borghesia che meno lo meritava; quella che non s.olo oggi, ma ieri, d oveva: essere abbandonata al suo destino, Ma allora dove sono andate a finire le clamorose proteste, le fiere indignazion i contro chi scrive queste linee, di null'altro colpevole se non di aver detto tre mesi fa quelle stesse cose che i rinunciatari del fascismo vengono a Scoprire candidam~nte soltanto ora? Che cosa significa - in concreto -Ì'assoluta avversione al ministero Bonomi? E se domani il dilemma o.on avesse che ·due termini (Bonomi o Nitti), si può sapere dove andrebbe a pericolare l'assolutismo del Direttorio fascista d i Venezia? E che portata ha « l'impegno di rimanere assenti da qu~lunque manifestazione di carattere sociale »? Prima di tutto è impossibile questa latitanza, Non sono rimasti assenti, non dovevano e non potevano rimanere assent i i fascisti di Trieste di fronte ad uno sciopero che aveva assu nto, nelle sue ultime fasi, carattere nettamente antinazionale; non sono rimasti assenti j fas cisti liguri, che, proprio i eri, h anno preso posizione contro uno sciopero manovra, cioè con tro uno dei tanti scioperi inscenati da una organizzazione a scopo di_ concorrenza pol itica o bottegaia. Ora. io dico che i fascisti liguri hanno fatto benissimo e quelli triestini megl io ancora. Il fascismo è soprattutto interventismo.

la d ifferenza dall'agosto in poi è in ciò: che il mio interventismo nelle lotte social i e politiche doveva assumere aspetti adeguati alla nuova situazione, mentre altri opinavano che il santo manganello dovesse fun. zionare all'infinito. Questi ultimi passano oggi dallo stermin ismo al più contraddittorio e ·balordo neutralismo.

Delle due l'una, signori. O voi volete riman~re « vigil i difensori degli interessi della nazione », e allora non potete « disinteressa rvi completamente della lotta fra le varie classi e ·fazioni», poiché è dai risultati di questa lotta che l'avvenire - grande o meschi no - della nazione scaturirà; o voi vi disinteressate « completamente » di questa

172 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

lotta, e allora non avrete più alcun diritto; siete ridicoli quando asswnete ancora la posa di «vjgili difensori degli interessi della nazione».

Sfido il più. abile ~ei sofisti a eludere i corni ferrei di questo dilemma

lo non so se l'epidemia rinunciataria co ntinuerà,. Può darsi: ·il mi. metismo è una tendenza comune alle _ scimm ie e agli uomini. Certo è che tali avventate deliberazioni nuocciono enormemente ·al prestigio morale del fascismo. Si dà ai nostri ·nemici più o meno giustificato motivo di credere che, tolti _ dalla · toro attività- « camionale», i fascisti antipacifisti di Firenze, ecc., ecc., sono finiti; non hanno più niente da dir~ o da fare per la nazione; e che quindi i nostri avversari colpi· v~no nel segno accusando il fascismo ita liano di inconsistenza ideale e politica.

Io domando a i fascisti che vota no g li ordini del giorno di « rit iro » che cosa si va a fare al cong resso di Roma. A rimirarci reciprocamente? Ci sono dunque due fascismi, almeno due fascismi in Italia? :E tempo di domandarselo.

C'è, infatti, quello che ha accettato il patto di Roma; quello che intende trasformarsi in partito, per finire, fra l'altro, di essere sfruttato da elementi di altri partiti, b orghes i o non borghesi; quello che intende di continuare la lotta con metodi né aprioristicamente civili, né aprioristicamente violenti, perché ciò sarà det tato dalle ·circostanze; e c'è l'altro fascismo, che, invece di rinunciare ai mezzi violenti, come noi g li chiedevamo, rinuncia tout rourt alla lotta, il che significa rinunciare all'esistenza . Si può dunque tenùe il cong resso. Ma se ne possono tenere due, anche perché certe ·manovre di retroscena di fascisti dell'ult ima ora, che dal raduno di Todi non son mai cessate, cominciano a disg ustare. O si può anche abolire il congresso, il che sarà, non v'ha dubbio, la più perfetta forma ~i assenza dalla poli tica e dalla vita.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 173
...
I
MUSSOI:..lN Da·J/ Popoh~ d'I1nlill, N. 241, 8 ottobre 1921, VUI.

LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL PARTITO FASCISTA

C HIARIMENTI

Questo che segue non è u n programma, nel senso che. la" tradizione assegna a q uesta paroJa. Non si è dato fondo a ll'u niverso elencando gli i n nu merevoli problemi che ci sta nno dinnanzi, dall'ordinamento d elle colonie all'ordinamento, puta caso, degli asi li infant ili, colle relative innumerevoli soluzi9ni. Si tratta d i grandi li nee : le l inee fondamentali dell'edificio. 11 resto si comprende; il dettaglio viene da sé. Per questa redazione si è tenuto conto di ciò che fu via via pubblicato su questo giornale; di ciò che è rimasto vitale nei vecchi postulati e di quel che Ja dura esperienza ci h a insegnato in questi due anni di 'battaglie. QUeste li nee programmatiche non hanno ancora crisma ufficiale. La Commissione ad hor non ha creduto di approva rle, perché manca qualche cosa. Un programma, fosse compiuto d::il Pad reterno, non sarà mai completo, non sarà ma i definitivo. Una piccola Jacun::i ci sarà sempre da colma re.. .. D etto ciò, io credo fermamente che queste linee siano più che sufficenti ad individuare il Partito Fascista. O so dire che in certi punti sono t roppo analitic he L' esord io è sopra.ttutto importante perché tende a stabilire le nostre posizion i mentali e politiche di fro nte ai co ncetti di nazio ne, di Stato, di umani tà. Da q1:1esti concetti discen de logicamente tutta l'azione politica e p ratìca del fascismo .

PRINCIPI FONDAMENTALI

La IOdetà nttzion11/e.

Il Partito Fascista Italiano considera la particolare società onde risulta composto lo Stato nuionale ·non g ià come la semplice ·somma degli individui viventi in un determinato territorio, in un determinato periodo di tempo, ma come un organismo comprendente l a serie inde6nita delle generazioni che fu. cono, che sono e che saranno, e di cui gli individ ui sono gli element i transeunti. In base a questa concezione dell a società nazionale, il Pa rtito Fascista Italiano

M.

deswne l'impèrativo categorico che i singoli e i gruppi (categorie e classi) subordinino i loro interessi a.i superiori inleres~i dell'orga.nis!llo nazionale e ritiene che tanto sia possibile conseguire solo attuverso il riconoscimento d elle autorità delle gerarchie e ·della ditfertnz.iazione degli organi e delle fwuioni. In conseguenza ·di quanto sop~, il Partito Fascista Jtaliano afferma che nell'à.ttuale momento ~torico la forma di organizzuione sociale dominante nd mondo è la società nazionale e che legge essenziale nella vita del mondo non è la unificazione delle varie società in una sola, immensa, vaga e indefinibile società, I' « umanità», come crOOono le diverse dottrine internazionalistiche, ma la fecond a e augurabile pacifica concorrenza tra le varie società nazionali.

Lo Simo,

Definito il concetto. fascista di « società nazionale l>, il Partito Fasci sta Italiano assegna allo Stato nazionale il compito specifico di dedicare la somma dell e sue attività al rinvigorimento. .1110 sviluppo, alla espansione della nazione italiana per il ragg iungimento dei suoi g randi fin.i storici e mondiali ; raggiungimento da cui dipendono e in cui si legittimano le fortune dei singoli individui e delle singole class i; e pertanto esso ha il dovere di combattere, senu indulgenze fu nes te, tutte Je cause di dìsgregaiione i nteriore e di far rispettare i prin. cipi della solidarietà nazionale

Perché tali fini supremi sicno raggiunti, il fascismo pensa che lo Stato debba g radualmente, ma necessariamente, rinuncia.re ad ogni funzi one monopo· listic.a d'ordine economico, per limitarsi ad esercitare le sue funzioni d'ordine politico-g iuridico, il che significa d'ordine «morale».

Poli1ic4 interna.

Jn materia di politica. interna, il fascism o propugna:

I . Ll. restaurazione dell'autorità d ello Stato nazionale, vale a dire dello Stato che non assista indifferente allo· scatenarsi e al prepotere delle forze che attentino o comunque minaccino dì. indebolire materialmente e spiritualmente la comp agine, ma si~ geloso custode e difensore e p ropagatore della. tradizione nazionale, del sentimento naz.iona!e, della vo lo ntà nazionale, capace di impor~e a tutti i costi la sua autorità.

2. La difesa dell' ultima guerra nazionale, la valorizzazione della vittor ia, la tutela degli ex-combattenti e dei mutilati, per i quali deve affermarsì in modo indubbio e tangibile l a gratitudine della p atria col realizzare le seguenti prov· videnze:

a) collocamento obbligatorio dei mut ilati e invalidi nelle amministra.zioni pubbliche e private;

b) ·estensione delle eccezioni proposte circa il licenziamento dei mutilati ed invalidi avventizi nelle pubbliche amministrazioni, anche agli ex-combattenti di trincea;

,) miglioramenti immediati delle pensioni per i tubercolotici e per gli inabili assoluti a qualsiasi lavoro, fermi restando gli impegni assunti dal cessato Parla.mento della riforma genera.le del regime pensioni entro il 19 21;

d) est:"sione di rutte le disposi?ioni di Jegge sulle p ensioni ali.e provincie annesse;

e) sanzionamcnto del diritto ·dei combattenti alla preferenza, a. p arità di merito, nei pubblici concorsi e pieno riconoscimento del servizio militare 12. · XVII.

· DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASC( 1 7 5

prestato ai fini dell'avan:zammto di carriera e pusaggio in ruolo nelle a.mmi. nistrazioni d ello Stato; ·

/) estensiooe della poliua e . soUedta consegna di essa a tutti · i com· battenti e possibilità della sua valorizza:zione; ·

g) provvidenze speciali a fa\'ore dei sottuffi.da.li smobilitati;

h) intensificazione della campagna per la boni.fica umana dei malarici ed estensione delle assistenze economiche e morali a tutti i minorati di guerra.

3. L'agnosticismo più spregiudicato circa il problema del regime, che i fascisti subord inano agli interessi morali e materiali della nazione intera nella sua realtà e nel suo divenire storico; agnosticismo che lascia aperti gli shocchi per tutti 'i mutamenti che in questo campo risultassero necessari, sia nel caso che un istituto politico si d imostrasse indegno o incapace di adempire al suo ufficio, sia in quello che la salvaguardia dagli interessi nazionali dettasse l'opportunità di un mutamento del regime., •

4 I.a limitazione delle funzioni e dei poteri attualmente attribuiti a.I Paclamento e la istituzione dei Consig li nazionali tecnici, con funzioni legislative, limit atamente al loro dominio. · Di c(!mpete,nza del Parlamento .i problemi che riguardano ri ndividuo come cittadino dello Stato e lo Stato come organo di realizza.z..ione e di tutela dei supremi interessi nazionali; di competenza dei Con• sigli tècnici nazionali i problemi che si riferiscono alle varie forme di attività degli individui nella loro qualità di produttori. E p ertanto ogni cittadino maggiorenne dispo rrà di un voto politico p~ la elezione dei deputati al Parlamento e di un voto quale produttore per la. elezìone del Consiglio tecnico nazionale.

5. Una organizzazione militare proporzionata alle necessità attuali ed eventuali in una nazione in continuo sviluppo qual'è l'Italia,

6. Il diritto alla rappresentanza politica, · in seno alla madre patria, . dei dieci milioni di italiani residenti all'estero.

11 faHiJmo di fronle ai problemi dell'uonom;a.

Jl fascismo. di fronte ai progetti socialistici di ricostruzione e. base di economia pregiudizialmente collettivistica, si pone sul terreno della rea ltà storica e na z.ionale, che non consente un t ipo unico di economia e si d ichiara tendenzialmente favo rC'\'ole a. quelle forme - siano esse individualistiche o di qualche .altro tipo - che garan tiscano il massimo di produzione e il massimo di benessere.

Il fascismo propugna un regime, che, spronando le iniziative e l e energie individuali - c he formano il fattore più r,ossente ed o peroso della p roduzione economica - favorisca l'accrescimento· della ricchezza nazionale, con rinuncia assoluta a tutto il farraginoso, costoso e antieconomfro macchinario delle statizzazioni, socializzazioni, municipalizzazioni

Il fascismo appoggerà quindi ogni iniziativa <:he tenden\ ad un miglioramento dell'assetto produttivo, avente lo scopo di eliminare ogni forma di parassitismo indi viduale e di categoria. · ·

li fasciSmo agirà:

1. PercM sia sancita una effettiva responsabilità di ordine pubblico dei singoli e delle associazioni nei casi di inadempienza dei patti d i lavoro liberamente conclusi.

2. Perché venga ristabilita e regolata la responsabilità civile degli addetti alle pubbliche amministrazioni p ér qualsiasi loro negligenza o impèrizia in confronto dei danneggiati.

176 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

3. Puché sia abrogata ogni disposizione fiscale, demagogica e dannosa alreconomia nazionale, e perché in tema di impostè sui redditi venga esonerala · qu_el la parte d i essa che sia: stata trasfotmata in capitale tecnico o strnm entale:

4. Perché venga imposta la pubblicità dei redditi imponibili e l' accer tamento dei valori successori al fine di rendere possi bile ed effettivo un controllo sugli obblighi finanziari di tutti i cittadini "Yeiso lo Stato,

,. Perché !'eventuale intervento statale, che si rendesse assolutamente necesnrio per proteggere alcuni ra~i dell'industria agricola e manifatturiera d à una troppo pericolosa concorrenza estera, sia tale d a. stimolare le energie produttive del p aese, non già da assicurare un parassitario sfruttamento da parte di gruppi plutocratici d ell'economia nazionale.

6 Petché siano disciplinale le incomposte lotte degli interessi di categorie e classi, e quindi riconoscimento giuridico delle organizzazioni operaie e padronali .

7. Perché si a sancito il divieto di sciopero nei servizi pubblici, con contempor~nea istituzi<?ne di tribunali ar~it'?li, c~mposti dj U;!:Ja rappresentanza del potere ese,cutivo, di una r appresentanzi della categoria operaia e impiegatizia in conRitto e di u na rappre$entanu. del pubblico.

In mal~da sindacale.

In tesi di p rincipio, il fascismo esprimé la sua simpatia e il proposito di aiuta.re quei gruppi di minoranza elci proletariato che· sanno armonizzare la difesa dei loro legittimi interessi di classe cogli interC'Ssi generali della nazione. Convinto che non ! possibile grandezza nazionale con masse lavoratrici abbrutite e riottose, il fascismo si propone di agitare i seguenti postulati a favore delle classi lavoratrici e impiegatistiche:

l. La promulgazione di una legge_ dello Stato che sancisca per tutti .i lavoratori la g iornata 4 legale» delle otto ore.

2. Una legislazione sociale aggiornata alle necessità odierne, specie per ciò che riguarda gli infortuni, l'invalidit3 e la vecchiaia dei lavoratori, sia· agricoli che ìndustriali o impiegatizi

3. Una rappresentanu dei lavoratori nel funzionamento delle in!,lustrie, Jjmitatamenle per ciò che tiguarda il personale, non la gestione delle aziende .

4. L'affi.d.t.mento ad organizzazioni operaie che sieno moralmente degne e tecn icamente preparate della gestione di .ind ust rie o di servizi pubblici.

5. La diffusione della piccola proprietà in quelle zone e per quelle coltivazioni che produttivamente l o consentano

6. L' istituzione di scuole tecniche e professionali che aumentino le capacità p rod uttive degli ope.ai e dei contadini.

A uti smo religione."

N ella politica religiosa ed ecclesiastica, il fascismo esige il rispetto p iù assoluto per tutte le fedi relig iose; piena libertà alla Chiesa cattolica nell'esercizio d el suo ministero spirituale; solu2.lone del dissidio con la Santa Sede; conservazione e rafforzamento della autorità d ello Stato per tutto ciò che concerne eventuali inframmetten?e del clero nella vita civile,

In materia di polilita mtra

Il fascismo non crede alla vitalità . e ai principi che ispirano la cosiddetta Società delle nazioni. In questa Società, le nazioni non sono affatto su di un

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASC[ 177
,_; "

piede di eguaglianza. !:. una specie di santa a lleanza delle nazioni plutocratich e del gruppo franco.anglo-sassone per garantirsi - malgrado inevitabili urti di interessi -lo sfru ttamento della massima parte del mondo.

Il fasc ismo non crede alle interriazionali rosse, che muoiono, si riproducono, si moltiplicano, tornano a morire Si tratta d i costruzioni artificia li e forma listiche, che raccolgono piccole minoranze in confronto ·alle masse di popolazioni, c he, vivendo, muovendosi e progredendo, finiscono per determi nare queg li spostamenti di interessi davanti ai quali vanno a pe-zzi le costruzioni internazionalistiche di prima, seconda, terza maniera. ·

Il fascismo non crede alla immediata possibilità del disarmo univer sale e quind i si rifiuta d i aderire ad Una propaganda che tenda a q uesto scopo.

Il fascismo pensa che l'Italia debba fare, nell·attuale periodo storico, una po litica europea di equilibr io e di conciliazione fra le diverse potenze.

Da quèste premesse generali, consegue che il fascismo chiede: •

1. Che. i t rattati di pace siano riveduti e modificati in quelle parti che si sono palesate inapplicabili o la cui forzata applicazione possa essere fonte d i odi formiélabili e fonte di nuove guerre.

2. Una pol itica che annetta economicamente Fiume all'Italia e tuteli cost antemente g li i taliani re-sidenti nell e terre dalmate sacr ificate d al trattato di Rapallo.

3. lo svincolamento graduale de11·1ta1ia dal gruppo d elle nazioni p lutocratiche occidentali a ttraverso lo. sviluppo delle nostre fotze p roduttive interne.

4 11 riavvicinamento alle nazioni nemiche (Austria. Germ:m ia, Bulgaria, T urchia, Ungheria), ma con atteggiamento di dignità e tenendo fermo alle necessità supreme , d ei nostri confini ·settentriona~i ed orientali, entro i qu.a!i le minoranze allogene dovranno essere trattate con un r egime di giustizia, ma senza indulgenze e compromissioni.

~ . Creazio ne ed intens.ificazione di relazioni amiche,.•oli con tutti i popoli dell°O riente, n on esclusi quelli govi-mati dai Sovièu e del Sud-Oriente europeo.

6. Rivi-ndicazione, nei riguardi coloniali, dei diritti e d elle necessità delle nazioni.

7 Svecchiamento e rinnovamento di tutte le nostre rappresentanze diplomatiche con elementi usciti da facoltà speciali universitarie e idonei per altre q ualità personali.

8. Valorizzazione delle color:lie italiane del M editerraneo e di oltre At lantico con istituzioni _economiche e cul turali e con rapide comu nicazion i.

D a // Popolo d'I1alia, N . 241, S otto~re 1921, VIII.

178 OPERA OMN IA DI BENITO M USSOLlJ:'ll

INVITO Al FASCISTI

Pei giorni 10, 11, 12, 13, 14 corrente è inde tto a Milano il congresso nazionale del Partito Socialista. Il congresso sarà preceduto da u n corteo organizzato per domani, domenica.

I fascisti milanesi sono invitati ad astenersi da qualsiasi manifestazione che possa essere sfruttata dai nostri avversaci per dipingerci quali ·provocatori d i disordini. Le squadre si tengano raccolte nelle proprie sedi e ove i sociaJisti dove5sero comunque straripare provvederanno gli organi responsabili del fa. scisma a ordinate le azioni del ca.so.

Il seg retario pol i~ico

Per quan to il ma nifesto con cui si an nuncia dà ll'Avant;J la manifestaz ione di domani sia alquanto provocatorio, perché si parla di « bombe fasci ste » a Milano, dove d i bombe i fascisti non ne h anno gettate da parecchio tempo, pure noi vogliamo sottolineare il comunicato della commissione esecutiva _ del Fascio, per richiamare i fascisti all'osservanza d egli ordini. Questo richiamo è, . in fondo, superfluo. I fas cisti milanesi non disturbano, ID?. non tolleranO di essere disturba~i. Non pretendono di aver « capovolto » l'universo, ma non saran no mai capovolti. ·come domenica scorsa, anch e la giornata d i domani trascorrerà senza incidenti. I fascisti, in alcun modo, non. ne p rovoch eranno.

Da Il Pop.,/o d'llalia, N. 241, 8 ottobre 1921, VIII.

M1C_HELE BIANCHI
M

VERSO IL PARTITO

LA PAURA DEI NOMI

Il fascismo, o rrieglio quella parte di fascismo che pretende di fare della politica, dimostrerà dunque dopo avere avuto ·in dispregi"o sommo le no mi.nolùgie e i nominalismi ed aver avuto il coraggio di chiamarsi rivoluzionario e reazionario, democratico e d · aristocratico .d imost rerà dunque di essere schiavo di folle ter rore davanti Ìl una parola: « partito >>? Siamo davanti a u na p"arola diabolica che non bisogna im• piegare ? Siete p regati , cari contraddittori, . di non riportarvi al 1919, poiché il confronto mancherebbe di ~gni qualsiasi serietà. Nel 1919, i1 fascismo si riduceva ad un pugno, veramente un pugno, d i uomini di tutti _i pa rtiti : c'erano socialisti, repubblicani, anarchici, sindacalisti, democratici. In queste condizion i, il fascismo, raccogliendo uomini d i tutti . i partiti, non poteva essere che un antipartito -:B di un'evidenza cristallina. Ma in questi due anni di tempestose battaglie è accaduto nel fascismo ui:t fenomeno di esodo di taluni elementi, un fenom eno d i entrata, quasi invasioné, di alte~ C'è stato un travag lio formidabile di selezione in mezzo a noi. G li avvenimenti precipitavano a poco a poco Je situa. zioni. Avendo il fa scismo, sin da l 1919, preso netta posizione contro la politica estera ri nunciataria, ci fu un p rimo esodo: quello dei demo· cratici wiJsoniani. Successivamente, avendo il fascismo osteggiato taluni scioperi politici di f errovieri e imp iegati statali, se ne andarono dalle nost re file tutti gli elementi che non avev~no potuto bruciare i ponti dietro il loro passato di sovversivi più o meno estremi. Naturalmente gli elementi che si perdevano da una p arte, si riguadagnavano dall'altra. Non si può affermare che questo travaglio di chiarificuione sia compiuto, metitre è in corso la crisi provocata dal trattato di Roma; ma è certo che oggi il vecchio conglomerato del 19 19 è scomparso e il fascismo è venuto via via as·sumendo una sua precisa e inconfondibile individualità. Rendersi co nto di questo processo, che h a avuto conse· gucnze nell'organiz~zione interna dei Fasci (si sono costituite ovunque le Fed erazioni provindali1 si ·sono ovunque elaborati deg li statuti, si sono diffusi j distintivi, ecc., ecc.), significa convi ncersi che il pa rtito è g ià un fatto compiuto, forse g ià troppo compiut o e che è puerile ostinarsi a negare questa vivente realtà.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 181

Un altro ·elemento della situazione da porre nel dovutO riJievo è·il seguente. 11 fascismo non ha limitato la sua azione al campo Strettamente politico-militare, ma ha straripato nel campP economico-sociale, tentand~ di creare un. movimento ~indacale e cooperativo. Questo movimento perirà se il fascismo ·non si darà l'organizzazione di partito. La nostra profezia è facile perché i segni abbondano.

La ragione fondamentale - e trascuriamo le minori altre, come quella del fascismo parlamentare - del partito è questa: quando un movimento da contingente - qual era il fascismo nel 1919 __:. diventa t rascendente; quando assume caratteri di finalismo, esso diventa partito. O altrimenti decade e muore.

Io comprendo l'antipati~ per la paro]a «partito», poich~ essa, specie in Ita]ia, suscita impressioni di chiesuola, di inquisizione, di dogmatismo · e di camorra; ma quest'antipatia non basta a · giustificare un atteggiamento di pregiudiziale opposizione. .

· Partito pur si chiamava quel. Partito d'Azione, che, durante il Risorgimento, mantenne viva, coUa ·vita e colle opere, la fede nella rcdepzione nazionale; partito non aveva timore di definirsi quel Partito della Destra Storica, che tracce cosl profonde ha lasciato dal '60 al '70 nella storia italiana.

Noi abbiamo il torto di guardlte solamente ai partiti socialisti o ai democratici. Ci fa ribrezzo il d emagogisffio dei primi e l'inconsistenza degli altri. Ma ecco, proprio in Italia, un partito~ quello Repubblicano, che h a un ~secolo di vita ed è certamente , per il glorioso e sanguinoso contributo dato alla causa italiana dal is 21 al 1918, degno di ogni rispetto e ammirazione;· il chC' aumenta jJ noStro rammarico di vederlo accodato, sotto le suggestioni dell'ora, a q uel sovversivismo antieducativo che Giuseppe Mazzini, a suo tempo, acerbissimamente fustigò. ·

Signori, che vi aggrappate ad una pregiudiziale, quella dell'antipar· tito ad ogni costo, siete pregati dì considerare ch e il p artito non è seqipre e necessariamente un soffocatore dell'ideale. Lo ·spirito fascista, se esiste, non evapora costringendolo nel partito. Al contra rio! Il bolscevismo - idea che ha infiammato milioni di uomini in ogni parte del mondo - è diffuso, sostenuto, predicato da un « partito », organizzato e sottoposto ad una disciplina ferrea. Il clericalismo, quando ha .voluto « agire >> nelJa storia contemporanea, si è dato anima e corpo di partito. Credere che la bellicosità fascista debba soffrirne, è assurdo. Gli altri partiti, dai comunisti ai Cattolici, hanno costituito le loro squadre d'az_ione,-di difesa e di avanguardia, copiando il fascismo. Se questo ·è stato possibile in partiti più o meno antifascisti, perché non dovrebbe essere possibile nel fascismo divenuto partito?

N ella natura e nella storia, si ya sempre da un in~istinto ad ·un

\ ' ·

distinto; da un amorfi.smo caotico ad una differenziaziorie sempre più precisa. Più si sale nella scala; e più ciò. r_isulta evidente. Individualità significa differenziazione. Più è sviluppato l' organismo e più è differenziato, Il fascismo non può sfuggire a q uesta legge di bronzo e non deve quindi nutrire ansie e preoccupazioni di natura squ isitamente misoneistica e conservatrice-reazionaria, .ostinandosi a chiamarsi «movimento» quando è già «partito » , - ostinandosi in un'ambiguità o r.imai insostenibile.

Il partito è un gesto di coraggio, P: un segno _di g iovinezza e di vitalità. "E un fatto di fede, poiché dimostra che il fascismo può accingersi ad un lavoro positivo in vista del raggiung imento di mediati e immediati ideali; e questo smentirà in pieno tutti coloro che flO_n ci ritengono dotati di altre virtù all'infuori di quelle d'ordine pugilistico.

tempo di traccia re il solco di divisione attorno alfa nostra·città qua. cl.rata. Questo e non altro è il partito. Questo significa sa lvare il fascismo in ciò che ha dì vivo e immortale e prepararlo a l compito supremo di domani: il governo delJa nazione.

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'Italia, N. 242, 9 ottobre 192 1, VIII.

182 OPERA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI

ALTRI SINTOMI

.Altri sintomi del lento, graduale, ma irresistibile ritorno al regime del buon senso e della ragione, sono i due ordini del giorno votati l'altro jeri dal Consiglio nazionale della Confederazione Generale del Lavoro.

Vale Ja pena di spendervi, attorno qualche parola. Il Consiglio confederale chiede un'indagine sulle attuali -condizioni dell'industria itali~na. D a l punto di vista pratico, la proposta è di effic:icia assai dubbia. C'è da doma nda rsi : ancora <<una » commissione? L' idea fa rabbrividire, quahdo si pensi alla fine ingloriosa delle commissioni famose che dovevano p rep arare il trapasso dalla g uerra all a pace. Si sono sta mpati dei volumi ponderosi che nessuno leggerà e nient'altro. Ammessa Ja commissione, c' è da chiedersi: da chi sarà composta? Si eschide raòno Je due parti interessate, Confederazione Cenerà.le del Lavoro e Confe~eraziOne Generale dell'Industria ? Non pa re possibile. Entreranno nella commissione anche. elementi pol it ici dei due rami del Parlamentò ed elementi tecnici, all'infuori dellè due o rganizzazioni" in lotta?

Gli interrogativi non sono .finit i, Pur limitando il campo dell ' indagine alla sola industria del metaJlo, si dovrç:bbe indagare su a lcune centinaia dì lziende. Parecchi mesi o anni non bast erebbero a esaurire l'enorme compito. Resta ancora da deHmitare il campo dell'indagine e si·domanda : l'inchiesta sarebbe d'indole amministrativa o tecnica·o l'una e l'altra insieme ? Ci sono a ziende çh e vanno male p er difetto di amministrazione; ce _ ne sono alt re ch e marciano poco perché sono, in: fatto di tecnica del lavoro e d ella produzione, in arretrato.

Data la interdipendenza di quasi tutte le industrie, è chiaro che l'inchiesta, per essere esauriente, dovrebbe estendersi alla totalità dell'economia italiana

Ammètti amo, per amore di disrussione, che si riesca a condune a termine questa indagine. Quale valore avrebbe? Chi ne renderebbe validi i risultati? Chi la renderebbe io un certo senso « esecutiva » ?

Supponiamo che l'inchiesta risul~asse favorevole . alla tesi deg li industriali: accetterebbero gli operai l'eventuale riduzione ·dei salari?

Ba.stano queste affrettate obiezioni, e altre molte se ne p ot rebbero avanzare, p er convincersi che ·La proposta confederale è destinata fatai-

mente a rimanere riel regno dei « platonismi ». inattuali". Tuttavia, la proposta è sintomatica per altro verso: essa segna una condanna della demagogia. ·

:S un riconoscimento della realtà economica; è un passo innanzi sulla strada di quel produttivismo, nucleo essenziale delle dottrine fasciste, secondo le quali la « produz:ione » è interesse .collettivo - e padronale e operaio - perché è la_base, il punto di partenza. L'ordine del giorno confederale è un colpo inferto alle intransigenze di un «classismo» che ha fatto il suo tempo. Si ammette --.: finalmenteche sul t erreno della produzio"ne l'interesse è comune alJa ·cos iddetta borghesia e al cosiddetto proletariato.

Ancora più importante - specie dal punto di vista pratico ;--è l'altra decisione che demanda a congressi regionali il compito di .trattare cogli industria li'. Anche questo è un riconosc i~ento di una. realtà superiore a tutti g li imparaticci di tutte le teologie sovversive, L'iò.dustria varia da regione a regione. A Genova, per esempio, è prevalentemente navale; a Torino, è prevalentemente meccan ica ; a Milano, è prevalentemente «pesante». La situazione· di questi tre gruJJpi d' industrie è differente. L'industria navale, dato che abbia commission i all'interno, può rinunciare alla riduzione dei salari; ma ecco l'industria automobilistica, che si trova in condizioni di ·acuta crisi : ·il mercato interno . è insufficente, quelli esteri sono o chiusi o difficili o ferocemente contesi. .Può essere che si renda necessaria una razionale diminuzione di salari, per non determinare il fallimento delle fabbriche. Quella inaugurata dalla Confedèrazione è la tattica del caso per caso, dell a regione pe r reg ione; il che significa rinuncia all'assurdo livellamento dei salari fra lavoratori di industrie che sono potenti e di altre che attraversano una crisi forse mortale ì il che significa ancc;,ra aum entate le pro~bilità di accordo. Si temeva uno sciopero generale dei chimici. :B stato evitato. Crediamo ché si eviterà Io· sciopero generale dei metallurgici. Gli industriafi faranno bene, alla· Joro volta, a non irrig idirsi in posizioni di intransigenza assoluta e dar prova di buona volontà. :B solo in questo modo che si possono superare le diffic·oltà attuali.

l'! assai probabile che questa nota sarà sfruttata dagli « estremisti » per dare addosso ai « mandarini » confederali; ma costoro hanno oramai il diritto d i infischiarsène: li dilemma è chiaro, terribile. La partita sarà decisa nei prossimi mési: o si risorge o è la catastrofe che travolgerà tutto e tutti, io un gorgo di infiniti dolori e di infinite mis~rie,

184 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
MUSSOLINI
Da Il Popolo d' ltal;.,, N. 244, 12 ottobre 192 1, V~U.

SCOPERTE

A mmettiamo senz'altro che il programma, o, piuttosto, le linee p ro• grammatiche del fascismo pubblicate su queste colonne non rappresentano i l sommo del1a «originalità )>. In ciò hanno .ragione i Cristoforo Colombo ch e si a nnidano nella redazion e del T empo, supplemento romano dell' A JJalto, onde dar modo a Filippo Naldi di appagare le sue vendette miserabili d i natù ra elettorale.

Domand iamo : che cosa sig n ifica « orig inale »? U ria cosa, forse, mai 'detta, mai vista, ma i p ensata, mai fatta? Allora di «orig inale» neJL' universo non c'è che 1a « creazione » ordinati da Dio, secon do si legge nella genes i. Tutto il resto è deri vato. D opo tre o quattro millenni di civiltà, è difficile_ essere « orig inali »- in politica, in arte, in filosofia, in matematica. e in tutto il resto. N on c'è « novità» che non ~bbia d ei precedenti. L'adagio latino Nihil sub Iole è una sintes i di saggezza. E il « nuovo » dovrebbe essere cost ituito dal programma f ascista ? Per quanto orgoglios i, non g iungiamo a simili aberrazioni. N on in tendiamo di avere scoperto l'America e nemmeno la polvere. N o n abbiamo voluto dar fond o allo scibile. N o n abbiamo la p retesa grottesca di, considerarci g li apportatori d i u n nuovo vangelo per Ja salvezza· deg li italian i. Abbiamo il senso del limite, il senso delle possibilità e rifuggiaq:io dai deliri di grand ezza. Aggiung iamo che nessun p rog ramma di nessun part ito pol itico nato o nascit uro è orig inale Mettete a confron to j programmi di tutti i partiti politici italiani, dag li anarchici ai conservatori, e troverete che hanno fr a di loro p unti d i contatto . e p u nti d i assoluta incompatibilità. Dov'è l'orig inalità dei prog rammi socialisti o popolari o democratici ? :e impossibile evita re certe coincid enze. M olti postulati d i natura sindacale del fascismo possono essere accéttati dai socialisti e molte rivendicazioni legislative-sociali ~ei socìalisti non sono osteggiate dai fa ~ isti. Si dirà, dunque, in base a questa pura coincidenza parziale, che i due p artiti si copiano a vicenda, si rassomiglia no, quando .divergo no · inepa.rabilmente in tutto il resto delle concezio ni. polit iche e dottrinali?

In tema di «riforme», fa scismo, popolarismo e frazioni della d emocraz ia più o m eno liberale si ag itano quasi sullo stesso t ecceno. Ma ci sono fra questi aggruppamenti d ifferenze i nso~mon tabili in alt ri campi,

abissi incolmabili. Il fascismo non chiede e non può chiedere un programma. «originale»: è àssurdo. T ende e raggiunge un 'i ndividuazione e basta talora un solo punto di vista, un solo comma programmatico ad individuàre un partito, .a differenziarlo da tutti gli altri. ' ·

Da tutte le sette socialiste siamo frreparabilmente distinti , perché respingiamo ogni e qualsiasi internazio~alismo; ogni e qualsiasi intervento statale neUe faccende dell'economia; ogni e qualsiasi preminenza di interessi classisti , quando danneggiano anche indirettamente la collettività nazionale. E tacciamo, per non dilungarci, di altre differenziazioni minori. T utto sommato: noi ripudiamo la teologia, anzi la t eologia del socialismo e non crediamo all'avvento di una civiltà proletaria. Dalle diverse scuole della democrazia o del liberalismo, ci d ivide la nostra « sopportazione )) di tutto i l su ffragettismo o costituzional ismo scaturito dal 1789; il nostro convincimento della necessità di uno Stato fortissimo e quindi ridottò alle sue funzioni .primordiali poli tico-mora li e di u na politka estera espa nsionista, co raggiosa e italiana. Soprattutto, da queste scuole. logore e logorate, ci d ivide il nostro temperamento. In realtà ciò che d iffe renzia i partiti e dà lor'o sagome inconfondibili non sono le tavole più o m eno effimere delle loro leggi, le fo rmule_più o mè no sterili deJle loro dottrine, ma lo spirito col q uale affrontano i problemi, la dignità e H senso di responsabilità col quale si muove nella vita, il severo controllo di se stessi e dei loro uomini, l'o rgoglio e il disinte• resse della loro fede, la testimonianza diuturna del loro spirito di sacrificio.

Quando ci sia quest'atmosfera «morale» anch e i prog rammi acqui. stano, al di sop ra della lettera, uno « spirito )> che li d istingue e li illumina.

Anche nel caso - e non è - che il programma dei fascisti fo sse uguale o simile a quelli degli altri partiti, · il fascismo ha i << suoi » specifiéi connotati, l a « sua » pa rticolare fisionomia e· l a « sua » anima. E questa che non d eve perire !

MUSSOLINI

Da li Popolo d'IJalia, N. 246, 14 ottobre 1921, VIII.

186 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

TIRO A SEGNO

COMUNISMO IN RIBASSO

Ecco un docùmento. :e una circolare a stampa che. l'Esecutivo comunista di Torino ha mandato ài suoi aderenti:

« Compa.gr;o!

(( la Commissione di revisione d comunica che tu non intendi dare a ttività alcuna nell'op era di organizzazione e di collegamento del Partito Comunista. Ii Partito impone ad ognuno un compito specifico

« I compagni · che rifiutano di esplica re q uel mandato che sarà ad essi affidato, cadranno sotto le sanzioni discip linari del P artito stesso ·Noi · r iconoscendo in te ~n sincero e leale compagno di p rovata fede, ti invitiamo a mantenerti disciplinato agli ordir;i dei Partito del quale sei milite volontario e fedele.

« Attendiamo da te una preci5a dichiarazione in merito; cioè se vorrai accettate quegli eventuali ordini che il Partito intenderà affidarti.

« Sicuri di una risposta affermativa, in attesi: ti salutiamo.

« Per il Comitato esecutivo: il segreta.rio «G. BOERO».

QuCsta circ~lare dimost ra èhe le azioni sono a lquanto in ribasso nel · campo comunista. Era diretta ad un o peraio comunista di provata fed e! Fig wiamod cosa saranno g li altri!

DISCORSI.....

Sono stati annunciati due miei discorsi: uno a Genova, il 30 ottobre; e uno a Milano, il 4 novembre. Si sappia che non parlerò né a Genova, né a Milano..

PUNTI DI VISTA

B uscito ieri l'altro su! Popolo un articolo di Soffici, pieno di svarioni tipografici. Male non irreparabile data l'iritelligen·za dei nostri lettori. Fedeli alle nostre. consuetudini di pubblicare fot'egralmente q uanto · pubblichiamo, abbiamo lasciato aperto lo spiraglio intravisto -dal Soffici verso la fin e del suo articolo. Ci affrettiamo però a soggiungere che

dissentiamo nettamente da, lui per ciò che rig uarda il nostro. atteggiamen.to di fronte ai comunisti più o meno pwi, i quali, :da i teorici_. ai pratici, sono' tutti fei=òcem ente antifascisti -e fior fiore· di delinquenti e di carogne.

IL DIVORZIO

Il Piccolo di Roma, prospettando le conseguenze d i collaborazionismo, sta~pa :

« Che cosa volete, in sostanza, signori collaborazionisti, rossi e borghesi? · Volete l'estensione del suffragio lino ai ragani di quindici anni o I'el9ttivìtà dei grandi nelle ." pubbliche amministrazioni e nell'esercito ? Volete (ma sul serio, on. d eputati socialisti padri di famiglia) il divonio e l'educazione collettivista dei figli?». · ·· · ·

In quanto al dfrorzio, esso non è pr~prio un istituto socialista, ma una conquista squisitamente democratica ormai accettata da tutti i p opoli ci vili, compreso il catto lico Belg io.

Non diamo dunque al socialismo dei meriti che non ha, per quanto l'on. Marang oni abbia fatta sua la riforma dell"istituto matrimoniale che è nel programma dei nostri più illuminati giuristi.

IL SOCIALISMO E LA GUERRA

L"on. Filippo Crispolti scrive nell'Italia :

(i Ma se alcune guerre sono in realtà cagionate da gare industriali, può proprio dirsi che dove queste guerre manchino l e guerre µon ci siano? Proprio in questi g iorni il fuoco guerresco divampa o è latente in qua.si tutto l'Oriente europeo, dove l'economia è elementar e ed il - r egime industrialistico non si conosce neppure. - E chi ci dice che « l'economia collettiva, cooperàtivistica, Ocomunque si chiami », da sostituirsi, secondo i relatori, all'CConomia vigente, eviterebbe le guerre? A · parer mio le renderebbe più facili, perché se oggi gli Stati subiscono spesso bensl le pressioni industriali, ma non sono rappresentanti espliciti d'interessi, quindi non sentono direttàmente le rivalità internazionali di essi, il giorno che l'economia associativa prevalesse da sola, e portasse la naturale e vagheggiata conseguenza d'aver nello Stato il proprio organo, esso diventerebbe sensibile a tutti i conflitti che nascessero tra il complesso degli interessi associati del proprio paese e di qu~llo dei paesi altrui » .

Ben d etto, ma non è nuova. Quasi con le stesse parole l'on. oddino Morgari dimostrava come H socialismo non riuscirà mai a dirimere le cause di guerra fra i popoli,· anche Socialisti.

188 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
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li stata fatta la verifica dei poteri al congresso ae1 P,n. 't:e sezioni iscritte al partito sono 2834, ma di esse quasi un mig liaio, · e precisamenté 8.50, non si sono fatte rappresentare in alcun modo. Chi sono questi assenti? Chi rappresentano? Che cosa valgono? Disertori o scettici? Non indaghiamo il mistero. ·

ANCORA IL « SECOLO »

L'A vanti!, giornale del Partito Socialista, dedica al resoconto del d iscorso Beotini, discorso lacrimogeno a base di antifascismo, 88 righe contate Il Secolo due colonne. Il secolo di Missiroli e di Luigi Della , Torre è più pussista del fog lio del Pu;. Si rende oramai sempre più evidente che Milano non può sopportare due quotidiani social isti. L'avvCrtimento - e potrebbe essere l'ultimo - va direttamente ai due nominati ·signori Missiroli ·e Della Tane, i quali d·evono dire se sono d emocratici ancora o se sono diventati pussisti. Il grande equivoco fa un grande sch ifo.

D a Il Popolo d'llalia, N. 247, l } ottobre 1921, VIIt (,).

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEJ FASCI 189 : .. .
' ' CIFRE
IL FROMBOLIERE

DOPO IL . CONCILIO

Il Partito Socialist a Italiano è ve.ramente in istato di avanutissima putrefazione, come affermano dàlle colonne del loro giornale i comunisti marca « puri »? Bisogna intendersi. Se si guarda alla facciata esterna e si vede che il partito conta ancora ottantamila tesserati, ha centoV?nti deputati e parecchie centinaia di amministrazioni comunali e cooperative; se si tien conto che·al partito aderisce ancora l'organizzazione cosiddetta . massima del proletariato italiano. l'affermazione dei comunist i « puri» p uò sembrare eccessiva. Ma non v'ha dubbio che « ficcando lo .viso a fondo», esaminando il partito d a un altro punto di vista, e cioè da quello della consistenza dottrinale e da quello della coere nza pratica, si finisce col pensare che i comunisti « puri >> non hanno torto.

' Il congresso pussista che si è chiuso ieri, dopo aver inondato l'It alia di un mare di chiacchiere, è stato una povera, una poverissima accademia, durante _ la quale si sono rimasticate all'infinito le formule d eJle solite tendenze,

Si diceva: il congresso di Milano dev'essere un congresso di chia. ri6cazione; ma chia!ificaz ione non c'è stata. L'equivoco continua nella maniera più indecorosa. Il mén~ge forzato non è stato disciolto. Le due anime continueranno a contrastarsi e ad annull arsi . Che la coscienza « intima » del Pus sia oramai turatiana, è innegabile; ma le cifre sono cifre e in base a queUe non si può negare che i massimalisti unitari h anno riportato una decisiva maggioranza, mentre di assai scarsi contingenti appare rinforzata l'ala destra: di _appena cinquemila voti da Livorno in poi~ ,

Al congresso di Milano, nessuno ha avuto il coraggio di essere se stesso. E gli Ùni e gli altri dovevano dire: alla malora l'unità « formale » del partito, che ci impedisce di essere veramente rivolui:ionari o· vera. mente riformisti. In realtà e gli uni e gli al~ri hanno pensato: conser· viamo l'unità « formale » del partito, colla quale coprirem~ magnificamente. la nostra inguaribile deficenza orga";ica, la nostra oramai ..troppo manifesta impotenza.

'2 su questo terreno di insincer ità che continuerà" a muoversi il Pur, ragione per cui non possiamo che mantenere e accentuare nei suoi riguardi, oltre la nostra ostilità, a nch e il nostro disprezzo.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI

191

Ora è gran pianto, fra certe frazioni d ella borghesia parassitaria e politicante, q uella che ha per organi a Roma l'Epoc,1 e il Paese e quella che a MiJano parla per bocca del Secolo e quella che a Torino pu~lica la Stampa.

Ci sono per·terra i melanconici 1imasugli di un sogno infranto: il sogno deUa coJlaboraZione. Di questa non si paclcrà più, almeno sino al prossimo concilio.

Il piano nittoide è quindi tramontato. Con questa pedata nello stomaco, la borghesia parassitaria e politicante - che ci fa tanto schifo!dovrà cambiare canzone.

Si comprendono appieno gli sdegni furibondi di Mario Missiroli, il quale è venuto - forse per breve tempo! - a Milano, allo scopo di varare J'invenzione dei suoi « medi ceti» e non s'è ancora accortoil poYerino! - che le forze più vive, pii) battagliere, più idealistiche ·dei ceti medi, sono già raccolte e solidamente inquadrate n~l fascismo. Jl Missiroli è un deluso. Pare che sia il suo particolare destino! Il Pus ,respinge Ja collaborazione ! E ha l'aria, il Missiroli, di far credere che questo rifiuto avrà conseguenze cat astrofiche sull'avvenire dèlla naziOne.

Bàgok Il P111 è un fantoccio smontato che non fa più « senso » ·a nessuno. Non ha più una dottrina, ha forze ridotte e gli uomini sono sempre quern !

l'Italia- si trarrà d'impaccio, anche ç soprattutto senza il ~oncotso del P11s~ anche e soprattutto senza l'aiuto di quella -ignobile borghesia sempre pronta a trescare cogli elementi dell'antinazione, Il Pm poteva compierei o almeno tentare, qualche cosa di « storico » nel bienniò 1919-'20: non ha potuto, o non ha voluto, o non .ha osato. Adesso è finita. ··

Adesso, anche volendo, non potrebbe più. _ Le forze del fascismo sono tali" che, scagliate su tutta l a linea, potrebbero annie ntare cOmpletamente i( . Pfls,. il quale non può che ricòmincia re faticosamente il suo cammino.

l'unità del Pru è l'unità della «panta» del fascis.mo.

Ma ai fini del fascismo- quest'unità è assai più utile che la scissione! Il trionfo dell'intransigenza pussista non sposta la situazione parlamentare e di Governo. ·

Dalle eventuali coalizioni di domani, restera nno esclusi, come ieti, i soéialisti; i Governi non potranno contare che sugli ipocriti squagliamenti dei socialisti, ma .non mai sul loro favorevole voto.· Ne risulta una valorizzazione numerica e morale della « destra nazionalè )>. N e deriva che la « destra nazioriale >> può e~sere arbitra della vita e de1la morte dei Governi e che i Governi non potranno governare contro la « destra nazionale », la. cui maggìoranza· è composta di fascisti. Ne

13.··
XVII.

consegue che, data la persistente negatività dei socialisti, la « d estra naZionale » .h a buon gioco per influire sempre più profondamente sulla politica estera ed interna della naziorie.

Ci dichia riamo, quindi, in modo particOlare, soddisfatti per il trionfo riportato dallo scolopico Baratonò. Già in precedenza dicemmo per quali motivi.

La .realtà h a confortato le nostre speranze. Il fascismo ha ora dinnanzi a sé un gioco di vaste possibilità; può fare grandi cosecose, non « gesti » , fatti, non « parole » - purché sappia cogliere in sintesi le necessità dell'ora· e raccogliere, per inquadrarl i sempre più solid amente, gli elementi migliçiri della nazione.

MUSSOLINI

Da Il Popo{o d'!lillitr, N, 248, 16 ottobre 1921, VIII.

192 OPERA OMNIA DC BENITO MUSSOLIN[

POPOLARISMO

Si apre oggi a Venezia il terzo congresso nazionale del Partito Popolate Italiano. :E: il secondo Partito di masse dopo quello socialista. I partiti di masse in Italia sono tre: il socialista, coi suoi ottanta.centomila tesserati, ai quali però bisogna aggiungere - non sappiamo per quanto tèmpo ancora ___:_ gli aderenti alla CÒnfederazione Generale del Lavoro. :E. t riste che la massima organizzazione delle classi lavoratdci italiane abbia ribadito il patto di alleanza o piuttosto di servitù col PJJJ. Il che nuocerà al proletariato e alla nazione.

Partito di masse può chiamarsi .il fascismo, non solo per il n umero · imponente dei suoi iscritti, che supera di gràn lung a quello di tutti gli altri p artiti politici italiani messi insie_me, 'ma anche perché attorno al fascismo stanno costellandosi varie e numerose Organizzazioni sindacali e cooperative.

Anche il Partito Popolare Italiano è un Partito di masse. Si tratta di un Partito che è stato assistito fino ad oggi dalla più singolare fortuna, . B appena· nato ed è già grande. Questo di Venezia è infatti il terzo congresso ·nazionale dalla sua fondazion e. ti un 'Partito del dopoguerra. D ~po due o poco più anni di vita; il Partito Popolare ha una parte importante, se non dominante, nel governo della nazione e non nasconde le sue aspirazioni di più vasto dominio politico e spirituale.

Il Partito Popolare è stato voluto e organizzato da un uomo, da un prete siciliano Questa specie di sigìllo o riginari() non deve ingannare

Il Vaticano, cioè il Governo spirituale e politico del mondo cattolico; è in un certo senso al di sopra e al di fuori di quel Partiio polit ico jtaliano che h a per segretàrio don Sturzo, B apparsa, in parecchie occasioni, evidente· Ja cura d_el Vaticano· di distinguersi dagli orientamenti e dall'attività .p r'at'ica del Partito Popolare. I due .organismi sòno incon· fondibili. Il Vatica no è intransigente nella questione roma na; ma questo non impedisce a don ~turzo di mandare tre Jl}irÌistri a governare nel regno d i colui che detiene, d ell '« usurpatore», Talune mani festazioni

...
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piazzaiole del Partito Popolare hanno urtato eminenti personalità del mondo cattolico. I casi di· Genova informino. Nel complesso, i ràpporti fra Parti to Popolare e Santa Sede non sono e non possono essere definiti e sono assai delicati e complessi. Chi può affermare che, i n · conclusione, l'opera del Partito Popolare sia g iovevole al c:1.ttolicismo? O non provocherà, col deviare le masse _verso il raggiungimento ·di obicttiv·i profani, un i ndebolimento del ·loro spirito in grembo al materialismo socialistoide?

Interrogat iv i legittimi. Chi può e~d~dere u n conflitto frà il popÒla re che come partitante _obbedisce a don Sturzo e il popolare che come càttolico non può riconòscerc altra autorità all'infuori di quella che emana dal Vkario di Dio? Conflitti di tal genere - limitat~ e - p arziali - si sono già verificati. Si sono già avute clamorose ribellioni in cui il «popolare » bandiva il «catto lico»; in cui l'elemento profano sopraffaceva il religioso; in cui l'organizzatore sindacale r ifiutava obbedienza al Pastore della Diocesi . Il punto debo le del Partito Popolare è appunto in q uesta sua speciale situ~zionc di fro nte al Vaticano".

I rappo rti fra popolarismo e fascismo non possono essere basa,ti su p regiud iz iali anticlericali, o, peggio, anticatto liche, che non sono nella nostra mentalità. Anche il Partito Popolare n asconde, sotto l'apparente formale uni tà, anime e facce dive rse. C'è una destra colia quale il fa. scisma può vivere in ·rapporti di buon vicinato. B la d estra dove si trova no interventisti, buoni patrioli e gente che in ffiateria di politica estera, specialmente adriat ica, si è schierata :il nostro fianco. C'è una sinistra, con Miglioli e sod , che corre al << più rosso » in concorrenza col PuI; che promette non uno, ma due paradisi; una sinistra che è stata neut ral ista prima della guerra, d isfattista durante la guerra, semibolscevica dopo. Una sinistra che se ne infischia di Fiume e d ell'Adriatico e, in g enerale, della_ politica estera della nazione, per seguire i fantasmi di un altro internaziona lismo. Quest'ala «sinistra» del Pipi ha tenuto naturalmente un contegno d i ostilità verso il fascismo, pur copiandolo nei suo i me· todi; ragione per cui i fascisti non possono che combatterlo a viso aperto. * * *

Non c'è, attorno al congresso ·d el Partito Popolare, q uel fervo re di aspettat iva che precedé e accompagnò i lavori del recente congresso del Pu1. A Venezia non ci sara nno sorprese. L'unità del Partito Popolare

194 OPERA OMNIA O[ BENITO MUSSOLINI
* ••

sarà' conservata, Il collaborazionismo approvato. A destra, poiché d alla sinistra socialista si risponde picche. L"intrans igenza socialista indebo· lisce in seno al Partito Popolare la posizione dei . collaborazionisti col P,u. Il Partito Popolare andrà quindi p iuttosto verso destra, visto che a sinistra le p orte sono chiuse. Se anche la deÌnagogia ·socialistoide del Partito Popolare è in ribasso, lo si deve - è sta~o riconosciuto da aJtrial fascismo.

MUSSOLINI

D a Il Popolo d'Italia, N. 251, 20 ottobre 1921, VIJI.

DAL DIS CORSO ALLA CAM ERA AL CONGRESSO DEI
195
FASCI

CONCORDI, MA SINCERI !

Nell'imìninenza del congresso ·fascista, si levano sempre più alte le voci che auspicano l'unità e la concordia fra tutti i' capi e i gregari del fascismo italiano. Questo proposito di unità e di concordia non ci fa.scia indifferenti, almeno dal punto di vista sentimenta le; ma la politica, se può comprendere fra gli ele"menti del suo giuoco difficile, delicato e r_ischioso, anche l'elemento sentimentale, non j>uò esserne totalm~nte dominata, pena l'insuccesso o fa sterilità.

·Unità e concordia fin ché sia possibile, finché sia dece n~e, finché sia utile; ma se l'unità e la concordia d evono g iovare a coprire l'equivoco o la s lealtà, meglio è d efinire ed esasperare il dissenso e provocare situazioni precise, che diano ad ognuno _una· non meno precisa responsabilità. Noi non siamo pussisti e abbiamo in sommo dispregio le male arti e i compromessi meschini, coi quali è stata salvata l'unità meramente· formale del loro Partito. Né ci chiamiam'o «popolari», che si appaJesano anch·essi dominati dal precoricetto o pregiudizio. d ell'unità à. qualunque costo. Siamo fascisti e ci piace il sistema della lotta a viso aperto, del chiarimento sincero, attraverSo i quali solo è possibile raggiungere unità e concordia nei mezzi e nei fini.

Il congresso fascista non può ri solversi in una sj,ecie di Arcadia di pastori modulanti sulle pive o zampogne i' motivi patetici della concordia. Questo sarebbe dimostrare che si è fradici di « partitÌSl:JlO ». Mentre invece si agirà fascisticarilente, se si avrà il coraggio di d enunciare i motivi della discordia, per vedere come e qualmente si può sanarli. Per evitare dissensi e discussioni, che cosa ci si propone? Di non parlare del «trattato.di pacificazione». ·oi metterci sopra un bel pietrone e di non parlarne piÙ. Considerarlo come Ùn episodio «retrospettivo». Ignorarlo, in.fine. Tutto ciò è impossibile e assurdo. Per molti svariati e fondati motivi. Il trattato di Roma non può essere valutato alla stregua di un episodietto ins ign ificante della nostra storia, Fu deciso a enorme maggioranza da un Consiglio nazionale. Appeita comunicato, si ebbero clamorosi gesti di rivolta, in tre congressi che non furono regionali, ma interregionali, con scambio dei tenori di cartello. Io avrei potuto benissimo convocare a Mjlano un'adunata dei Fasci favorevoli al trattatoanche per la ragione che·i dissidenti"Pon ~i ~~apo de~nati d'invitar~ ai

loro congressi - ma non l'ho fatto per non aggravare con ulteriori manifestazioni il dissenso. Ed ora si dovrebbe tenere un congresso p er ignorare e non parlare di un fatto eh~ ha Suscitato cosl vaste ripercussioni nella compagine fascista e in quella nazionale? Vogliamo prOprio trastullarci a vicenda? Che il dibattito su questo argOmento debba essere « contenuto », passi; ·ma che d ebba essere evitato, no. Coloro che v~llcro, sottoscrissero e difesero il patto, commisero un errore? Lo si dica. Lo si dimostri. Fu una colpa, cioè un tradimento, cioè una manovra di « sconci politicanti ')>, per impiegare la gentile, fraterna espressione di ·un deputato fascista? E allora i venti tre membri del Consiglio nazionale devono essere condannati e banditi. Ma se errore non vi fu, se colpa nemineno, dev'essere detto ch iaramente e ·non fare i Loyola conservando i rancori, nell'illusione di sopirli od annullarli.

Che non si parli delle famose polemiche sulla tendenzialità repubblicana, possiamo accettare1 sebbene à malincuore; ma l'altro episodio . della nostra storia è troppo vivo, recente, bruciante, attuale, perché si passi sopra la spugna misericordiosa della concordia. Solo dopo la discussione si potrà e·saurire o,. se si vuole, «archiviare. » Ja ·questione, dènunciando magari il trnttato; non prima, se non si vuole dare all'Italia uno spettacolo degradante d'insincerità. Questo peccato è mortale e non dovrebbe mai essere compiuto ·dai fascisti . Troppe volte è accaduto in questi ult imi tempi che taluni elementi fascisti giocassero a partita doppia. Tipico il caso del fascismo reggiano. E quello del fascismo carrarese e altri. Attestazioni telegrafiche di . solida rietà vibrante e, sotto sotto, denigra~ioni e peggio. Finiamola con queste mistiP,cazioni. Guardiamoci negli occhi. Facciamo il nostro esame di coscienza e, solo dopo aver compiuto queste preliminari, necessar ie operazioni, ci string eremo le mani. O, altrimenti, accadrà ·che il m.i.lsano teatro della politica italiana potrà aggiungere nel suo rep ertorio un'altra commedia: la nostra. Ma faremo il possibile per impedirlo. Il fasci smo ·non è un idillio : è una battaglia. ·

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'/Jalia, N , 2::i3, _ 22 ottobre .19211 VJII.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 197

UNA INTERROGAZIONE-PROTESTA

Il nostro Direttore ha inviato ieri all'on. Bonomi questo dispacciQ:

« Interrogo i l presidente del Consig lio e ministro degl i Interni per sapere:

« 1. se no n sia ridicolo e assurdo aver mobilizzato fotte le Q uesture del Regno allo scopo d i impedire un dueIJo fra privati ~ittad ini;

« 2. se non ritenga scandaloso, sp ecie in questi tem pi in cu i lc· più rigide economie si impongono anch e n elle amministraz ioni p ubbliche, lo sperpero della benzina in motocicli e automobili adibiti al mio pedinamento; ·

« 3. se non ritenga che questo pedinamento assiduo, d iurn o e notturno, non costituisca una intollerabile limitazione della mia libertà personale di deputato e d{ cittadino.

<< Chiedo risposta scritta ».

Da Il Popolo d'Italia, N . 254, 23 ottobre 19 21, VIII.

RITORN O ALL'ANTICO

Ricorre nei prossimi g iQrni l'anniversari o della rivoluzione russa, ciuclla, per intende rci, capeggiata dai bolscevichi, capeggiati dal binomio Lenin-Bronstein. :e l'occasione di domandarci: in quale· situazione si trova la Russia dopo l'esperimento e in conseguenza del medesimo? La repubblica dei cosiddetti Sovièlf esiste ancora? i:: capitalista? La verità e fa realtà della si~uazione russa può essere condensata in queste poche e semplici parole: siamo in pieno capital ismo. Noi e i nostri lettori lo possono abbondantemente testimoniare. Abbiamo seguito giorno per giorno l' involuzione della rivoluzione russa. Eterna storia! · , Il pendolo, dopo essersi proiettato violentemente a·sinistra, ecco lo che precipita a destra, con un moto sempre più accelerato. Di comunismo in Russia non resta nu!Ja, a ll' infuori d i una storia d ' inàudit i dolori, di sovrumane sofferenze, di barbarico terrore.

Con un eufemismo - non sappiamo quanto elegante - oggi i fogl i bolscevichi russi padano di « metamorfosi » del sistema politico-economico russo. Sarebbe più èsatto dire ·catast rofe. Comu nque queste p;etamorfosi non avvicinano 1a Russ ia a l comunismo, ma l'a llonta nano ine. sorabilmente e l'avviano verso il capitalismo, con tutto quel che segue.

A Mosca si è creata una« Banca di Stato » . Il cittadino Scheinemann, memb~o del Consig lio d'amminist razione della Banca, ha dichiarato, e riportiamo da pubblicazioni de~l'A van1;1 :

<1 Il compito fondamentale della Banca è di aprire dei cr editi alle imprese i nd ustriali allo scopo· ùi rialzare la loro prod uttività.

« La " Banca d i Stato " farà crediti a tutte le imprese, senza distinzione" se sono esse private o cooperative,· prendendo in Considerazione aruitutto la foro produttività. La Banca pone come suo scopo il ristabilimento delle operazioni bancarie internazionali.

« Scheinemann h a in seguito sottol ineato ' ch é, data J'apertura delle operazioni della " Banca di Stato " , molti decreti del Governo che riguardano le opera.zioni di valuta da parte di persone private saranno aboliti. La " Banca d i St'ato " assume il carico di mediazione per tutte le operazioni finanz iarie di carattere internazionale e garantisce la complda inviolabilità dei depositi e dei valori. Il mitato centrale esecutivo panrusso ha consegnato alla Banca di Stato" i l capitale .di duemila miJiardi di rubli. .A.Ua direzione d ella Banca sono stati i nvitati molti vecchi finan zieri, fra cui Sru:stcev; Rutler ed altri.

« La " l¼nçi dj Stato " pagherà ai privati un debito interesse per i denari ~epositAti »,

Domandiamo: f~nno .guakhe co~a di diverso le banche più o meno di St:ito dei paesi dove impe_ra

il i:apitalisnio?

Dalla citazione si ha il quadro esatto dell'attuale situazione russa : imprese private e imprese cooperative o .sed icenti tali, così com~ in tutti gli altri paesi d el mondo, dove il capitalismo n on esclude, ma lascia vivere azie·nde rette a sistema cooperativo.

Che le aziend e in Russia siano tornate in màssim"a parte in dominio e in amministrazione dei privati, risulta ·da quest'altro brano di un g iornale che è J'orga no dclic leghe sindacali panrusse:

« G.li scioperi nelle aziende private saranno inevitabili, q uindi è compi to importantissimo dei sindacati di formare dei fondi di .resislenza per creare cosJ una base materiak che dia la possibilità di.sostenere g li scioperi con successo: Oati i mezzi limitati dei quali dispone lo Stato, non possilmO contare di poter formare un fon do, di. re-sistema senza fare certi d'iffa khi dai . salari. degli operai. [ sindacati debbono occuparsi di questo problema per poter controbattere tutti i soprusi dtl capitale pr ivato a danno degli opera.i ».

· Dunque: aziende p rivate e quindi lotta di classe fr a datorf di JaVoro e lavo_ratori; scioperi e raccolta di fondi per soste n"erli; niente di d iverso da quanto succede in tutto il resto del mondo.... borgh~e. Queste docum~ ntazion i recenti si aggiungono alle infinite altre per definire il sistema economico vigente in ·Russia. La situazione è chiarita lassù, ma la tremenda lezione va seriamente meditata anche da noi e sop rattutto da coloro che sono continuamente smaniosi di novità rivoluzionarie.

La situazione, nella sua obiettività t erribi le, ci attamgli.:i · e in un · certo senso ci immobil izza. 11 problema del rinascere non è italiano: è mondiale. La sua soluzione non può essere pàtziale, ma: unive rsale. Qualllnquc uomo si trovasse domani al pote re in I talia - e fo sse il più geni ale! - non potrebbe compiere miraco li e spezzare ~e condizioni « obic~tive )> della realtà. la quale impone che non ~i diano altre scosse violente ad un o rganismo in istato di l enta convalescenza, com' è il mon do nell'attuale periOdo storico. La verità è che ·il .mondo anela all 'ordine, alla disciplina, -al l~vorn. Coloro che assumono queste insegne marciano sulla grande. strada maestra, gli altri no; gli altri si cacciano nei vico li ciechi, in fondo ai quali c'è il muro ipsuperabile della re.1 1tà economica, la quale non si viola a d ecreti o a: discorsi, ma soltanto attraverso a lente e travagliate e graduali elaborazioni· secolari.

II fascismo deve rendersi conto di queste verità elementari, se V\lole ag ire - in profondità, non soltanto in superficialità ·- sull'avvenire d ella nazione.

200 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI
MUSSOLINI
Da· li Popolo d'Ualia, N. 260, 30 ottol,r~ 1n1, VIII

DOPO IL DUELLO MUSSOLINJ-CICCOTTI

UNA VIVACE LETTERA DELL'ON. FINZI

Il nostro caro amico on. Finzi, che, come e noto, è stato, insieme al valoroso éolonndlo Bassi, padrino del nostro Direttore, ci invia questa. lettera: 29-10-'21.

Caro Mussolini, speravo eh~ non sorgesse la necessità di porgere un disturbo a te e al luo g iornale dopo'la. firma apposta col signor ·colonnello Bassi a l chiaio, preciso ed e loquente verbale di scontro; ma poiche nel numero od ie rno del Pane viene pubblicata u na versione assolutamente fantastica dello scontro stesso e l'autenticità della narrazione si fa risalire a ~rsona che avrebbe presenziato al duello, sento che è mio assoluto dovere, ohre che modesto diritto, di porre in luce e ristabilire nei termini ·esatti alcune circostanze.

Prima di tutto il signor Ciccotti non s i era affatto curato di evitare, anche nella più elementare forma di pruden1...1, la paterna sorveglianza della P. S., ed era tranquillamente sceso al primo hotel di Livorno con tutto il suo numeroso c111ouràge, tecnico e p olitico, senza neppure p reoccuparsi di non. dare le sue esatte generalità. Quanto al raggiungere inosservato la. villa destinata allo sco.ntro, è bene si sappia, poiché il fatto è veramente nuovo nella storia dei duelli, che proprio uno dei rappresentanti delfa parte avversaria (e precisamente il sot· tomitto), si è incaricato di prelevare H signor Ciccotti a11'~6tel e portarlo con la tua automobile su l luogo dello scontro, senza che la polizia potesse seguirlo, superando così quelle difficoltà che in questo senso erano state d al signor Ciccotti stesso prospettate. ·

Secondo punto da rilevare è questo, D ice il Paeu che.« J'on. Mussolini ha subito assaltato con impeto fermandosi e rttraudendq dinanzi alla spada rigidamente jn linea dell'on. Ciccotti .... ». Accetto pel tuo impeto d'assalto, ma affermo che tu non avesti ad arrestarti, ma bensl a seguire incalzando l'avversario, che per ben quaÌlro volte retrocedette fino al muro a lui retrostante, obbligando i padrini col direttore di scontro a dare l'«a lt! -.;

Quanto a i quattordici assalti, che, secondo_ il Pane, si sarebbero seguiti per lo spazio di un' ç,ra, è ugualmente bene stabilire che quattro volte per il muro, due volte per errore di uno d ei padrini del Ciccotti, otto volte per sintomi di colpo toccante e di irregolare r espirazione del signor Ciccotti stesso, I' « .àlt ! ,. fo dato a pochi secondi dall'ordine di ini zio d 'assàlto, prima che all'uno o al. l'a ltro dei duC:llanti fosse possibile di svolgere una serie di mosse conclusive.

Quind i la famosa ora di duello si risolve in dieci minuti di azione e pC'i rimanenti · cinquanta in riposo, conte;taziorù ed esame delle condii.ioni 6sicbe del signor Ciccotti,

Non è neppur vero che i padrini delle due parti abbiano resistito alla volontà dei medici , poiché anche s u questo punto l'unanimità di contegno dei rappresentanti non si ebbe, tanto che il signor Cabasino Renda era molto seccato che il duello us.5asse in quel modo ed esigeva che si continuasse fino alla con elusione.

Tutto quanto ho qùi voluto esporre è stato da me chiaramente scritto, perché sento che oggi è giunto il momento in cui la Direzione del Pdete d~e dichiara1e falsa o la pate rnità della su a relazione sul duello, o ammettere che ha pnlato contrariamente alla verità quel tale innominato, che avrebbe però assistito allo scontro; e poiché al duello hanno presenziato solo i p;\Jr ini, il direttore di scontro ed i due medi ci, così io sfido chiunque lo creda a smentire le mie precise rettific he.

Ciao, caro amico, grazie della pubblicazione, e scusa. Ti abbraccio.

Q u e llo che qui a6:erma il car iss imo amico on. Finzi rispçnde alla genuina e pura verità. Del resto se ·l'immondo spudorato, sp regevole e cardiopal mico Ciccotti vuole ripre ndere i l duello sul serio, io sono prontissimo, anche domattina, ma ad un patto: ch e non vi siano medici e che i padrini del Ciccotti non siano mistificatori sornioni e commedianti consumati come ha d imostrato di essere il signor Cesare Guglielmo Pini. M,

D a Il Popolo d_'l111lia, N . 260, 30 ottobre 1921, VIII•.

• Nel co rso della r iunione del Comitato centrale dei Fasci Italiani di Combaltimento tenutasi a Milano la sera del 3 1 ottobre, Mussolini presenterà due ordini del g iorno. Il primo, « per le agitazioni ~aladali in corso» , dirà:

« Il Comitato ,e11tralt dei Faui Italiani di Combattimtnlo, rhmito il 3 1 ottobre 1921, presa i11 esame la sil«a:ione g enerale eronomha d el paese, , 011 sJ>e· eia/e riferimento ai conflitti armali o minardaJi fra datc,ri di l,1110,0 èd operai~

« afferma c-he in 11ome dei t uperi01'i inlertmi della n.t:ione, gli indusJriali e gli opMai devono c-emm1 ogni pouibile s/rada di arcordu; rù:ordando i primi "c-he &011 11n ·pro/eJ,1riaro riolloso, 11eglige111e e impoverilo, l e induurie non po1Jono fiorire; e ricordando i suondi &be la f'OvÌn6 dell'indu1tria sigttifira la rovin~ della tla.1u operaia, ragione per &ui i d«e fa/tori si ((mdizionano e 1i imegrano a victnda sNJ l erre110 della produzione al di .topra dei ,onlinge,u(,onflitti d'intereue;

« invita i datori di lavoro a non falddiare i sdari prima ,be l'in,hiesltJ ordi11ala dal Governo sia. .noia ·nei 1uoi rùultali, e per lo JUJJO mo1ivo in vita gli operai a non precipitare le loro decisioni d i 1dopero;

« ordina ai faJCiJJi di 11111a Italia di ma11/enere la piiì J/rtlla ffe«Jralità ntgli attNaii ,onflitti fra r11pital1 e lavoto, salvo ad inlet111nire - secondo /,. norme che veminno dettau dai diriienti del fasrùmo ·- nel i NO ,he i ron/[itti 1ala-

202 OPERA OllINIA DI BENITO
MUSSOLIN I ·

riali, dd eronomid di'llel/tando po/iJiri e $f1u11ati da pttrtilì poli1Jci1 minarci,JJ• uro la rompagifle e /'avvenire della nazione~

li secondo ordine d el giorno, «circa il caso Sacco-Vaa zetti » sarà del se. guea!e tenore :

« li Comiti:rto ,e,ora/e d ei Pasci Italiani di Comba11imen10, ne/Ji:r sua l'iu nione d el 31 ottobre 1921, pre1a in eJi:rm, la q1us1ione dei d,u ùalii:rni S,1ero e · vanzetli, condannati alla pena rapùale negli S1ati Uniti per un deliJlo ·,omune;

« considerato che ddll' eJame 1es1Jmoniale e dai corJO d el dibartimenlo non è rhult,zto in maniera positiv.i che tale d eliuo poJJa attribuirsi a loro; ·

« tenuto conio che gran parte della pubblica opillione amerirana è i nrorla contr_o il verdetto J1rvmmcù1to dalla Corte di Dedham;

« mentr·e non inte~1de' atsotiarsi in alcun modo alle manifestazioni inJcenaJe da elementi politici eJtremiSJi, dtltiersari del faJCismo, i quali approfittano della occasione per dccentrrare la loro propttgandtt demagogica;

« in11Ìla formttlniente il mfnisJro degli E!teri, marcheu D eila TorreJla, a vigila;, e ad .tgire per~hl non avvenga - come gi4 altre '110/Je - ,he si condan11ino degli indiziari o degli innorcnri per il 10/o Je!ind di appartenere ,zJ/a razza e ,:11/a ntaione it,1/iana ». (Da li Popolo d'Italia, Nn. 261, 26 2, 1, 2 no· vembre 1921, Vlll),.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 203

ITALIA E RUSSIA

L'accordo commerciale italo-russo giunge, come sempre, buon ultimo, dopo che accordi del genere sono stati stipulati d alla Russia con tutti ì principali Stati capitalistici del mondo. Esaminate attentamente le clausole d ell'accordo, non c'è da farsi illusioni circa la immed iata possibilità di risu ltati pratici. La Russia ha poche cose da esportare in Italia; l'Italia si trova nelle stesse condizioni riguardo alla Russia. L'ac·co rdo h a quindi un valore prevalentemente politico, o, se si vuole, tendenziale.

Sin dal 19 19, nei_ suoi postulati fondamentali, il fa scismo italiano reclamava una politica estera orientale, che mi rasse a stringere relazioni amìchevoli con tutti gli Stati sorti dallo sfacelo dell'impero degli Absburgo e de i Romanoff, non esclusi quelli governati dai So vièt.r.

L'Italia. ufficiale, legata. sino a ieri alla palitica russofoba della Francia, ha ritardato troppo l'evento e si è fatta pI"ecedere dalla· Germania e dall'Inghilterra.

la possibilità e, domani, l'utilità di questi accordi, è in relazione col fatto che oramai la Russia è uno Stato perfet tamente capitalistico e che il Governo cosiddetto comunista è, in realtà, un Governo << borghese » come tutti gli altri."

Altri elementi che stabiliscono il valore dell'accordo, o degli àccordi russo-europei, sono i seguenti : la repubblica dei So vièl! sembra aver rinunciato - almeno per il m'omento - ai suoi piani di rivolta pa nas iatica contro l'imperi alismo anglosassone. Il compito è superiore alle forze materiali e morali di cui dispone lenin. La Russia si rivolge all'Europa, torna alJ'Occidente, ha bisogno dell'Occidente La d irezione economica nisSa è attualmente questa. I.' Asia indiana non può dar nulla alla Russia affamata e bisognosa di tutto: ragione per cui la Russia torna ad essere la più grande cliente dell'Europa capitalistica occidentale. Le conseguenze politiche di quest'orientamento - dettato dalla necessità - non sono ancora prevedibili; ma è certo che attraversç questi e gli altri accordi che verfanno, la Russia, che doveva essere < ( isolata>>, torna ad essere attuale e presente n ella vita e nella stòria europea.

In verità due politiche sono fallite: quella di Clemenccau, che vo- · leva soffocare il bolscevismo con un cordone di filo di ferro spinato

e l' altra di Trotzky, che voleva sovietizzare l'Europa. la 4isfatta di Wrangel è stata una disfatta di Clemenccau; attorno a Varsavia è stato spezzato nel 1920 il sogno pan-russo dei Sovièts.· Dopo questo duplice fallime_nto e la politica d ei SovièJs e quella degli altri Stati europei doveva orientarsi in altro modo: assumere la psicologia di pace.

L'accordo italo-russo è .da salutare come un altro passo verso Ia pace generale europea. Molti focolai di discordia esistono ancora - e minacciosi! -.. nell 'Europa centrale, dove i piccoli Stati sorti dallo sfacelo degli imperi, non sanno _ancora trovare l'equilibrio fra i loro smisurati appetiti e la obiettiva realtà, ma gli accordi fra le grandi potenze sono destinati a calmare i ~allenti. spiriti degli staterelli slavi e a convincerli che nuovi salassi in Europa non sono pensabili, pena la rovina estrema di tutto il continente.

Quanto al valore «mercantile)) dell'accordo italo•russo potrà essere valutato · fra qualche tempo. Ad ogni modo Ùn inizio c'è, Una strada . è aperta. Condizioni per i nostri traffici marittimi sono state fusate.

Il Mar N ero potrebbe diventare un mare jtaliano. Ora è L ' iniziativa privat~ che deve fare il ,resto. Lo Stato spiana la via politicaillente, ma senza l'intra{>rendenza dei singoli gli accordi restano sulla carta .diplomati_ca. Pe r concludere, l'accordo italo-russo - che sarà perfezionato fra sei mesi - allarga' gfi orizzon ti . della nostra politica espansionista. L'Italia non ha altro campo d 'espansione all'infuori di quello orientale. Ci sono anche là formidabili concorrenti, ma colla volontà, colJa tenacia e colla probità commerciale, un posto ragguardevole e' fruttifero può toccare anche· a noi.

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI
205
FASCI
MU~SOLINI
D.1 Il Popolo d'Italia, N. 2G2, 2 novembre 1921, VIII.

PUNTI FERMI

Nell'imminenza del congresso fascista - il terzo e più importante dopo la vibrante adunata iniziale del 23 marzo 19 19 - è opportuno esaminare attorno a quali punti fondamentali vada raccogliendosi l'unanimità o qUasi dei fascisti italiani. ·

Primo punto fermo: il partito. Da cakoli, che non ci sembrano fantastici, crediamo poter dedurre ch e l'ottanta p er cento, ·e forse p iù, dei fascisti si sono dichiarati favorevol i alla trasformazione in partito. Questo denota che nella proposta non c'è p recipitazione. Del resto giova ricordare che i fas cisti intellettualmente ircequieti, ma preparati solidamente dal punto di vista della cultura, già ai ptimi di quest'anno accennarono all'ineluttabile evento; ma chi scrive calmò g li anticipatori. Ferveva allora la battaglia su tutta la linea, e non si dovevano t urbare le masse impegnate. La situazione è cambiata in questi ultimi tempi : in interè regioni la situazione è ton:iata normale, se di nòrmalità può p.:ularsi in questo tempestoso dopoguerra; e allora i Fasci hanno potuto affroOtare l'esame dei pròblemi politici.

Bisogna affermare sin da oggi che la trasformazione in partito 'del· movimento non avrà conseguenze di rilievo per ciò che rigu arda gli altri partiti affi ni o nemici. I Fasci .continueranno ancora a chiamarsi cosl; l 'organizzazione in isqua dre non dovrà essere toccata ma perfezionata, visto e conside rato che lo Stato appare ancora. insufficente a contenere e schiantare le forze antinazionali; ma ci sarà ·un organamento i nterno ·di partito, cioè spogli ato di molte bardature anacronistiche a base di « duci » el JÙnilia. Ci sarà, insomma, una «spersonalizzazione» del fascismo, della qual cosa io in particolar modo mi compiacerò. Questo si voleva da taluni e questo deve accadere. '.t! un'esperienza che bisogna fare. Non più una testa, ma dieci e m~gari , ·enti. Non più una responsabilità individù:ale - ~on relativi oJanna e raca, gloria e tradimento - ma una responsabilità collettiva. Il partito - questa tremenda parola - signi fica che il fascismo si dà uno << statuto: >>. Ci sarà probabilmente un Direttorio nazionale, che risiederà in qualche non deJ tutto remota località della pertisola e ci sarà un Consig lio nazionale, con un rappresentante per provincia, il qual Consiglio sarà co nvocato tutte. le volte che sarà necessario.. Ci sarà una disciplina

per j} Gruppo parlamentare fascista, pe r le Federazioni provinciali, per la stampa fascista e per tutte le altre manifestazioni del fascismo. 11 partito è soprattutto la « sistemazione » jnterna del movimento fllSCista.

Un altro punto fermo: il programma. le linee programmatiche potranno essere .qua e là ritoccate, ma nel complesso bastano a segnare le mète per l'attività politica del fascismo. Voci discordi non si sono levate. Che· la Carta del Carnaro possa fornire il programma a un p·artito che vive e agisce .in una dete!minata reaità. storica - precisamente in quella italiana - ·è difficile sostenere. Cià il Mcriano, su queste stesse colonne, ha segnalato l'equivoco e demolito questa tesi. I <<piani» di governo o di regime tracciati in anticipo -:-- al tavolino ..:...... muoiono sotto l'urto della realtà spietata. la storia dovrèbbe insegnare qualche cosa, e anche la ·sorte della Federaz.ione legionari, che doveva in particolar modo bandire il ~erba del (amaro. Ad ogni modo, su questo'. punto impegneremo la battaglia Anche perché non dev' essere permesso che si facciano banditori di dannunzianesimo· i Fasci che p iù di tutti sçno stati lontani da_Ho Spirito_ del Poe ta.

Due punti ci sembrano dunque emergere1 come scogli granitici, dal mare d'inchiostro· e di parole che caratterizzano una preparazione di congresso: J'_accettazione del partito e del programma. Questo basta a salvare l'unità del fascismo o a dare l'unità al fascismo? Comprendiamo 'che questo orientamento del fascismo italiano secchi un poco a coloro .::he pretendevano di sfruttare il fascismo all'infinito. '.t certo che molti liberali e molti agrari ·- ed altri . ceti consimili! - non vedono di 'buon occhio che il fascismo divènti un partito. Ma dovranno acconciarsi alla nuova situazione. Finirà lo Spettacolo del fascista liberale, , nazionalista, d~mocratico e magari popolare : ci saranno solo dei fascisti. Questa individuazione è un segno di forza e di vita. :B una vit- · toria. Una grande vit toria. Uri titolo d'orgoglio. Il fascismo è desti.nato a rappresentare nella storia della politica ita liana uria sintesi tra le tesi -indistruttibili dell'economia liberale e le nuove forze del mondo operaio. '.B questa sintesi che può avviare l'Italia alla sua fortuna.

MUSSOLINI

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI
207
FASCI
14.. · X Y11.
Da JI Popolo d'Italia, N. 264, 4 novembre 1921, VIII.

(Al FASCISTI MILANESI]*

MuJJolini dice che questa o rganizzazione militarmente disciplinat à dei fascisti deve servire di ammonimento agli 'increduli ed agli avversari del fascismo, ai tiranni di fuori ed ai vigliacchi di dentro ( I fascisti acclamano).

Al11s10lini lancia il grido: .

A chi l'Halia di domani ? (« A noi!», riJponde un urlo d alla strada) .

A chi il governo d'Italia? («A noi!»).

V iva dunque il fascis~o, conclude Mussolini .

* Riassunto delle parole pronunciate a Milano, dal balcone d~II~ sede d el Fa.scio d{ Combattimento, sita in via Monti!' di Pietà 24, il pomeriggio del 4 novembre 1921, davanti a.d un corteo di fascisti reduce dalla cerimonia commemorativa del teno anniversario dell a vi ttoria. (Da Il Popolo d'l 1alia, N. 265, 5 novembre 192 1, V III).

POPOLO

Chi h a vissµto queste giornate, chi h a assistito allo spettacolo di moltitudini enormi che si raccoglievano -dalle grandi città ai dispersi villaggi - attorno ad un simbolo, non può non es sersi intimamente convinto che l'atmosfera de!Ia nazione italiana è radicalmente cambiata .

La folla che ieri a Milano ha ved uto sfi lare le potenti compagnie dei fascist i -:-- meravig liosa gioventù ! - riconosceva, per visibili segni, che al fascismo spetta in gran parte il merito d i questa superba rinasc ita della coscienza nazionale. ·

A tre anni di distanza, il popolo italiano h a celebrato la vittoria. Le manifestazioni di questi giorni hanno documentato l'isolamento morale e materiale d elle forze antinazionali. Sono isolate e non hanno quel vasto seguito di cui i trej)idi borghesi h anno semp~e favoleggiato. la latitanza d ei socialisti e dei comunisti ha dato maggiore rilievo alla celebrazione. Invano costoro, specialmente i cosiddetti comunisti, ciarlatani criminali, che dopo l'esperimento russo hanno la faccia tosta di parlare anco ra di comunismo in Italia; i nvano questi mestieranti hanno. lanciato appelli al proletariato. Le forze dell'antinazione sono state Ietteialmente somme rse da tutto un popolo che h a celebrato il rito . de lla patria vittoriosa. · le cerimonie d i questi gio rni rappresentano u n .momento impor· tantissimò nella storia- d ella naziòne. Sono l'ind ice di una psicologia cambiati. Hanno rivelata l'anima vera, profonda ·e pura del popolo . italiano. 11 _ Governo sa ora che, volendo, può schiantare le forze dell' antinaz ione. Se non lo fa, ci penseremo . noi che accettiamo il liberalismo n ell'economia ma lo r espingiamo nella politica. L'esercito fas cista - e· che si tratti di un esercito possono testimoniarlo i m ila-nesi tutti - è ancora pronto a sferrare l'attacco su ,tutta la linea.

· Signori ~el Governo: voi sapet_e ora che il popolo italiano no n è rappresentato da quel mucchio d'imbroglioni che costituiscono Jo stato maggiore del sovversivismo. 1:: ~empo ·di agire. La nazione vuol vivere. Voi avete portato uno d ei seicentomila inorti d ella guerra nel cuore di Roma, sull'Altare d ella p atria, e avete fatto ~nissimo Vi appro· vianio altamente. Ma quel morto vi ammonisce che i piccoli tempi

sono passati e che a grandi cose bisogna apparecchiare gli animi, con tenacia, con p robità, con spirito di sacrificio. Il Morto ignoto vi d ice, o signori del Governo, che la vittoria e la passione della g uerra italiana non devono essere più, mai più vilipese ·o contaminate. Dalle èelebraiioni di q uesti giorni, deve cominciare il Cluo".o pèriodo della vostra storia; o altrimenti, se 1a vita ·nazionale,. fa vita di tutti,· dal più alto al più umile, dovesse continuare in un ritmo di ~eschinità, meglio sarèbbe- non turbare jl sonno· senza risveglio dei morti che presidiano p ei secoli i confini della patria. ·

MUSSOLINI

Da Ii Popolo d'llalia, N. 265, 5 novembre 1921, Vlll.

210 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI
.., .

A ROMA

11 teczci congressO nazionale fascista comincerà domani i suoi lavori a ROma. Diciamo intenzionalmente « lavori», perché vorremmo che fosse abolita ogni decorazione parola ia e si limitasse _ il numero dei discorsi à quelli essenziali. Poiché i delegati saranno alcune migliaia e poiché dal punto di vista del «principio» ognuno ha diritto di parlare, se ne deduce immed iatame nte la. necessità che i fiumi dell'eloquenza siano contenuti da potenti dighe; onde non accada che anche il congresso fascista si risolva in un mare di chiacchiere più o meno. inutili. Chi ha qualche cosa .da dire, lo faccia in stile laconico, non dico telegrafico, perché si sa che, quando un uomo comincia con un'immagine postelegrafonica, finisce certamente coll'asfissiare il pubblico, Chi non ha niente d'interessante da dire, farà benissimo a stare ad ascoltare. Sarebbe assai opportuno ·che - eccezion fatta pér le questioni d'in.dole fondamentale - il congresso si fraziOna sse in « sezioni di competenza )>, le cui conclusioni sarebbero poi portate e approvate in seduta plenaria. Cosl si pratica nei congressi dei partiti che non perdono tutto il tempo a dar fondo all'universo.

Ma . perch.é si tiene un congresso fascista? Questo è un atto squisitamente di partito. Se il fascismo è soltanto un esercito, un congresso è assurdo, p erché gli eserciti non fanno congress i : . obbediscono. Tutto ciò sia ·d etto passando. Noi; per quello che personalmente ci riguarda, andiamo a Roma st raordinariamente tranquiUi e colla· f erma, irr.emovibile, granitica convinzione che quella battuta da noi è la sola strada che può salvare la nazione e il fascismo. Ascolt eremo impassibilmente, com'è nella nostra abitudine di veterani oramai di cento battaglie politiche - e non soltanto politiche - le critiche della cosiddetta opposizione. Le accetteremo Jà dove, per avventura, fossero giuste; caso contrario le respingeremo e non accetteremo nemmeho dolci richiami unitari o altre forme di suggestione. La nostra coscienza è la nostra guida e il nostro giudice. Il . nostro imperativo categorico è in noi.. Del resto molte opposizioni, più che · altro d'ordine sent imentale, sono ·andate gra~ualmente attenuandòsi e potranno anche, se le cose procederanno con criteri di assoluta lealtà, scomparire del tutto. Infine, e mi sia concessa la prima persona, io non ho bisogno di difendere me stesso.

Sono, al riguardo, di una stra~o ttenza ch e esaspera molti signori. E nemmeno difendo la mia ·posizione personale nel fascismo, perché non ho bisogno. AOzi: d al momento ch e si .vuole << spersonalizz.are >> completa mente il fascismo, nella fiducia . di fame una cosa più grande, io accetto con pieno favore l'esperimento. Le ~espon5abil ità, nelle ore critiche, pesano~ e· _val meglio forse -ripartirle su più vasto numero di spalle. '

Quello che intendo difendere a Roma è lo spirito del fascismo, che sorse come guardia della nazione e non come guardia d'interessi particolari, e che dopo aver d emolito, deve accingersi a p azientemente ricostruire, senza isterism i, con tenacia romana. Sono certo che l'enorme maggioranza dei fascisti vuole c~mminare su questa st rada. Ma ·se così non fosse, me n e dorrebbe per il paese e per il fa scismo; non per me, che ricomincerei a <e far parte per me stesso».

Intanto ai deleiati fascisti di t utta Ita lia ch e si radunano a Roma, giunga jJ saluto di questo g iotriale, .che, senza timbri di ufficialità, è stato sino ad oggi la voce ascoltata e: temuta del fascismo italiano. MUSSOl;INI

Da Il Popolo d' Italia, N 266, 6 novembre _1921, VIII.

212 OPERA· OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI

IL « FANTE IGNOTO» E (ADORNA

ADAGIO, SIGNORI !

(Per telefono al« Popolo d'Italia»)

ROMA, 7, .notle

Avremmo dunque · dopo l'apoteosi d el fante ·1a g1ori6.cazione di Luigi (adorna? Si dovrebbe rispondere in senso affermativo, tenuto conto d i quanto si. legge in questi giorni nella stampa italiana.

Tutte le batterie dei fogli democratici e liberali sono in linea. Ha cominci~to un flebile « 75 » genovese sulle colonne del Corriere Mer· canti/e; il tiro poi è stato rinforzato dal cannone democratico « 149 » del « Select hOtel » o Meuaggero; ora siamo già al « 305 » di via Solferino.

Ci sembra quindi giunto il momento, dato che noi non abbiamo feticismi e che possiamo permetterci il lusso della più spregiudi.cata libertà di g iudizio, anche perché s iamo stati èadornisti fino al 1917, di dire il nostro parere e di iniziare, mantenCndoci semprè nella similitudine artiglieristica, il tiro di controbatteria.

Cominciamo con l'affermare che bene ha fatto il minìstro della guerra on. Gasparotto a resistere, come ha res istito finora, alle suggestioni ed ·agli incitamenti di tutta la · stampa che chi ameremo· « ca· damista».

Parlando di Cadorna, noi non intendiamo di fare il processo alla sua famos a teoria dell' << attacco frontale » perché ci professiamo candidamente incompetenti in materia strategica. Ma per quella esperienza che ci proviene dal ·fatto di avere mangiatò qualche mese di trincea tra quota 144 e. quota 16 del Ca rso, ci limiteremo a constatare che ben undid attacch~ frontali non avevano spostato il· nostro fronte che di appena otto o dieci chilometri in linea d ' aria e per questo risultato e su questo esiguo spazio da T o lmino al ·mare sono caduti duecento. mila uomini delle mìglio~i fante rie d ' Italia.

N on insist iamo su ciò perché l'a rgomento è troppo scottante e do-

Ioroso. . Ma tfattando il tema (adorna, due cose non bisogna dimenticare e non devono dimentica re gli italiaru : il trattamento ignobile fatto ai volontari e la pagim. di Caporetto.

Allo scoppiare delle ostilità, la nazi.one dava ben duecentomila volontari di tutte le cl.issi, dal professore di università come Venezian, all'umile bracciante dei circoli repubblicani di Romagna. Tornarono come volontari ·per la gueira italian~ da tutte le parti ·del mondo. Questì elementi1 che dovevano essere ,valorizzati, esaltati, furono invece o ignorati o, come si dice in termine militare, sfottuti nella maniera più in1egna sia dai soldati, ch e non potevano capire la bellezza d el gesto, sia da molti ufficiali di carriera neutralisti, i quali assegnavano ai volontari le corvées più rischiose e le ricognizioni più difficili, fino a condannarli quasi certamente a morire. 11 trattamento fatto a i volontari di guerra nei p~Ìmi mesi è stato semplicemente vergog noso. Molti volontari rimpiangevano a·tacrime di sang ue di non aver disertato. Solo nell'àgosto 19 16, quando il fior fiore dei volontari italiani era caduto ne!Je trincee, Luig i Cadorna si accorse di q uesto problema e con · una circolare, che . chi scrive ricorda esattamente, raccomandava ai CO· mandanti di reparto di usare deferenza e rispetto ai volontari. Ma ormai era troppo tardi.

Jnfinitamen te più grave è la pagina di .Caporetto.

Quel tristf' ottobre del 1917 la nazione corse un rischio mortale. Fu sull'orlo d ell'abisso nel quale poteva precipitare, perdendo, come aveva perduto due ricche provincie, fino 1a sua unità e la sua indipendenza politica.

A chi risale la responsabilità del rovescio? Assistiamo ai soliti palleggialnenti.

Il generale Capello accusa espl icitamente Badog lio; Badoglio si rivale su Capello; molte accus~ si fanno al generale Cavaciocchi , comandante di co rpo d'armata fra Tolmino e Caporctto. Ma in questi' frang enti la responsabilità suprema ricade s1:,1I capo supremo ; ed è g iusto, profondamente g iusto che cosl sia.

Tutti g li italiani ricordano che la rotta fu comunicata al mondo da un radiotelegramma che infornava parecchie pa rti dell'esercito italiano.

E purtroppo l'opin ione pubblica mondiale, che non ha mai amato l'Italia, preferisce - giud.icando l'esercito italiano -'- i nsistere su Caporetto e ignorare Vittorio Veneto, e soprattutto la resistenza d ~l g iugno sul Piave, che1 a nostro avviso, segnò le sorti della gue rra europea.

Ora d9mandiamo: se si sentì il biso.gno di tog liere il comando supremo a lu ig i Cadorna dopo Caporctto, ed in ciò si riconosceva in lui il maggiore responsabile del rovescio, come si potrebbe oggi, come

214 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

DAL DISCORSO 'ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 215

si vorrebbe da ·taluni, elevarlo alla cari.ca delle cariché, come quella di generalissimo dell'esercito?

tempo di reagire contro questa fa ci le abitud ine all'oblio, che caratterizza qualche ceto della popolazione italiana. La storia è storia. Esaltiamo le pagine glorio~e. ma non dimentichiamo quelle tristi, perché anche in e~se c'è un grave inseg namento eh~ le nuove generazioni devono : accogliere.

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'llalia, N. 267, 8 novembre 1921, VIII (r).

-:1

IL PiOGRAMMA FASCISTA*

Eleviamoci a più spirabili aure e parliamo del ·nost ro p rogramma, sul quale sOno d isposto a battermi senza quartiere, D evo anzitutto dichiam re che nel complesso sono ammirato pe r Io spettacolo d i discipli na e dig nità che il congresso ha dato fino ad ora. Per fissare l'attività p9l ìtica d el fas cismo è necessario esaminare pa rtiti e organizzaz io ni

* Disco1so p ronunciato a Roma, all'Aug,usteo, 1'8 noVerobre 192 1, ~urante J a Seduta pomeridiana della seconda giornata del teno cong[essO nazionale fascis ta.

N ella sNuta pomeridiana del gi orno 7, si era verificato l'incid.ente M ussolini-Tullio Tamburini che riportiamo

"' Ora tocche rebbe la p arola a Tamburini di Fir enze, ma l'on. Musso lini si al:za e va risolutamente verso di lui e gli dice: "Che una ha Jen() coiztro di me al Fa.rrio di FirMze? Prima di parlare me ne d evs dttre conto , Ca.panni ne è /eJJimonio " , Il T amburini ha replicato quakh(' cosà, mentre attorno a lui si faceva un folto gruppo di congressisti, i quali hanno troncato l'incidente. Mussolini pr ima d ì ritorna re al suo tavolo esclama: " Ne riparleremo staJera" »

Nella seduta antimeridiana del giorno 8, Mussolini aveva parlato intomò al trattato di pacifiC"azione tra fascisti e socialisti, Ecco il riassunto del suo d iscorso ·

<i M ussolini, fatto segno ad una geneni.Ie, d elirante ovaziòne, che si r ipete e si rinnova continuamente per u na decina di minu ti, sale alla tribun a e, tf3' r .intensa attenzione di tutti i presenti , comincia col d ire che "il "pa11ato è sempre 11na grande Jwola di huegnamenti e di esperienze. I gnorar# il pM14/o 1ignifi· cherebbe ignorare in primo INogo l a noitrd Jtoda, che è poi la slo,.;a d el J,opolo, «" Se, quindi, è ridicola valere a.strdrJ"e dal pas.rato, è, a mio avviJo, altre/• tantQ ridicq/o, e quak he volta pericolmo, agganciani al pau ato e' non m11over.ri da posizioni Jtorfrhe r:he 1i<1no in qualche modo definite e liqnidaJe, Certamente iJ Jrallau,, lmche dal umpliN punto di vista cro1wi~gico, t1ppar1iene ,d pa.s.rdlo, La domanda che si pone innanzi aJ/e no.rtre coscienze ltdnquille ed irrequiete è que.rta: la dùc111sione .r11 quiutO trattalo può f ornire a noi degli tlemmti utili, può e;sere reddilizia ai fin i della noJtra azione futura? lo w mprend o i motivi .r,ntimentali che ponono deuare /'opinione di non diJcÙtere di .iò Ma °può anche apparire che noi ,; abbia paura di indagare queJ/.fJ pro_blema; rhe , ; abbia paura di rit01'1tar!' su qunto epiJodio cosl vivo d ella naJtra Jtoria; che t i abbia paura di ,nmHt i n pe-rirolo /'11n ità del fascismo italiano.

« "l,J 1111a riuttione tenuta d omenica ali' "h&tel des Princes ", vi fu ,ma diJcu.ssione mollo ordinata, laborirna e proficHa. I due fmnti di vista f urono pro· spettati al di fuori di ogni passionaliJà polemic-a, Furono e1aminaH 11trenamenle,

economiche itàliane. Cominciamo dall'estrema . sinistra, dove troviamo gli · anarchici con a capo Malatesta, santo e profeta, che è un fenomeno di coerenza che si può ammirare. Occorre stabilire che al congresso anarchico di Ancona l'altro giorno è stato condannato il bolscevismo russo. Il comunismo athlale, giudicandolo da quello di Torino, è paragonabile alla corrente letteraria che aveva per esponente !a rivista Lacerba-. Noi, per la nazione, accettiamo la dittatura e lo stato d'asse- · dio; anche i comunisti chiedono la dittatura per uno scopo classista. Anche nel comunismo c'è un' ala destra cd un'ala· sinistra. Il Partito Socialista si basa sull'equivoco e ci nausea, sia·che si tratti di Turati, che fa il formicone in un partito in cui non crede più, sia che si t ratti di . Serrati. Se il Pus non avesse dietro di sé la Confederazione del Lavoro, avrebbe un'importanza limitata. I repubblicani, partito secolare

Si "disse: IIZ dii.unione del congreSJO sarà cqnfenuld Gli uni e gli a/Jri u po r- · rannq il loro Prmto di. villa. N qn si ve" ,ì ad " " fl.Ofo-, Ma i eri f11i r,qn porq sq, . presq quando vidi riportal o ;,, di.uuu ione queslo argo menlo s pi noso. Eb bene, o signori, ,e il ·rongreu o non intende addivenire dd un votq, io mm fnsiito a diS(Jltere que1to problema. Ma u il congreuo i ntende add i venire ad un volo, allo ra io dichiaro che impegnerò lo_tJa su /ulla la linea.

« "O si vq fa q non si 1101a, Ma se si 1101a, bitogna contttrà, biro gna rhe que11a grande aJiemblea del fasriim o dùtZ ;e rn/ou:, rhe nel luglio 1921 agi · rono i n q11el sento, furono prima di tuJJq in bu or,a fede, rommisero o no n rommisero 1111d cq/pa, 1111 errqre, Se quesl o il congresso non 1,110/e, a/lord si PMii avanri ne/l' ordine del · giorno, pe-rrhé l' urtq d ' id ee chi! 1i può evilare .ru qunto ·epi.rodio r1trospet1ivo,. rron .ri po1rà e no n si dovrà evilare quando si discuteranno i due problemi fo nd.:mmtali d ella no-Jtrtl e1iiunza, che 1ono il prqgramma ed il partilo. Mi pt1re, in queJIO modo, di avere rhpo1to ·al q:1e1ito di Grandi, lo sonq unitario, m a non faccio i l T u rali" , (Applausi. "Bravo!"). "Sono 11nitari9 fino a quando l'1111ilà è pouibil e. lo prego quindi il umgreuo di d ecid ere se v110/ e eJprim ere o no un vot o polilfro Jul lramtto di pacif frazione" ( Voci : "No ! N o!"), ·

.e " Quand o il cqngre.rJo avrà riJp oJ/o a quello que1ilo, sarà d el erminata anrhe l a mia linea di condotta " (L' ovnione che ba salutato Mussolini a l suo appasi re all a t ribuna, si rinnova - se cosl può d irsi - anche più forte. 6 entu· siastica, unanime) »

Quindi, « ritorna alla ribalta l'on. Grandi. Egli dice sub~to che le pllCOle di Mussolini hanno chiarito in mçido preciso ed esaw·iente tutto quello che poteva essere fomite di passionalità e di suscettibilità. " Resta inteso che il trattato è archiviato e sepolto.... ".

« Mussolini: "~ upr:>lta /4 di.uusJion e, non il traJtato·, il quale ha gi.i daJo rffe1ti11.1menle Id p,uiffonione": (App rova zioni) l>.

Terminato il disco rso, « mentre ancora l'ovazione dura, J'on. Grandi scende d:a.11:a. tribuna e corre inc:ontro :a. Mussolini. I due uomini' si abbracciano. Anche J'avv Marsich di Venezia bacia ed abbiaccia Musso lini, mentre lo scroscio degli applausi si r innova imponente, grandioso, tra grida, tra evviva. Il canto di Giovinezza si eleva ·sonoro e superbo fra il rinnovarsi degli applausi ». (Da 1/ Popolo d' l 1.1lid, Nn. 267, 268, 269 (ultima edizione), 8, 9, 10 novembre 192 1, VIIJ).

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO
217
DEI FASCI

che ha dato all'Italia Mazzini e Garib:tldi, che ha ~ato alla guerra il fiore d ei suoi martiri, sono anch'essi travagliati da una crisi. Il fascismo potrà integrare le teorie mazziniane, ma non potrà dimenticarle. Noi non abbiamo bisogno di andare a cercare i profeti in Russia . o in altri paesi, quando abbiamo dei profeti che hanno detto un verbo nazionale, che è ìl prodotto dello spirito e della civiltà italiana. N el mezzo troviamo un caos di partiti, democrazia liberale e democrazia sociale. Che cosa vogliono dire? E chi non è democratico al giorno d 'oggi? Chi pensa di strapp are al popolo tutto il mucchio· di concessì.of!i gra-· ziose - suffragio universale, rappresentanza proporzionale, ecc. - che ha avuto e di cui s' infischia? Sopra undici miJioni di _elettori, sei soli vanno a votare e spesso per ragioni alcooliche e pecuniarie. I p artiti democratici sono un 'accolta di capitani senza soldati, che soltanto nelle date fatid iche, in mesto e ben ordinato corteo, fanno della coreografia ufficiale.

Il Pa rtito Popolare, prima di fischiarlo, studiamolo. O~a questo è indubbiamente un partito potente, perché si appoggia a trentamila pa r· rocchie, ha un'organizzazione polit ica disciplinata che scimmiotta il fa. scisma. Potente per l e banche, i giornali e il prestigio che lo fa ri te· nere espress ione del mondo cattolico. Anch'esso· è travagliato da crisi interne. Esso raccoglie molti elementi della più fetida neutralità; esso ha molti eleffienti che hanno sabotata la guerra e .sul terreno agrario gareggia col bolscevismo vero e proprio. Abbiamo quindi due bolsce· vismi: quello rosso e quello migliolino. Contro questo pa rtito, noi. non possiamo non ingaggiare la lotta. Vi è l'a la destra di esso, che cerca riconciliarsi con la nazione", ma la riconciliazione co mincia là dove si riconosce prima di tutto Roma capitale d'Itaiia.

Il popolo italia no ha una grande storia . Basta . scendere a Ron:-ia per sentire che venti e .trenta seco li fa era il centro del mondo e ·g li italiani .riei secoli passati furono 'grandi nelle arti, nelle lettere e nei commerci. Dal lo ro popolo si espressero il genio d i D ante e di N apoleon e. L'Italia d'oggi ha vita da soli cinquant'anni. Soltanto attorno al '70 l'Italia ebbe gli uomini della .« destra», che compresero, pure errando spessò, il suo avve nire. Furono quelli uomini pieni di intel· letto e soprattutto di probità politica, che non avevano l'abitudine di Irustificare le masse. Il fascismo deve volere che dentro i confini non vi siano più veneti, romagnoli, toscani, siciliani e · sardi; ma italiani, solo italiani. E j,er questo . il fasc ismo sarà contro ogni' tentativo SC· paratistico, e quando le autonomie che oggi si reclamano ·dovess ero portarci al separatismo, noi dovremmo essere con tro. Noi siamo pe~ un decentramento amministrativo, non per la d ivisione dell' Italia .

Durante gli ultimi decenni di travaglio nazional e l'Ita lia ebbe un

218 OPERA OMNIA DI BENlTO
MUSSOLINI

DISCORSO ALLA CAMERA AL

DEI FASCI 219 uomo solo che ebbe.... Voi m 'intendete ! Parlo di Francesco Crispi. Egli solo seppe p roiettare l'Italia nel Mediterra neo con anima e pensiero impe rialistico. Ma quando parlo d i imperial.ismo non intendo riferirmi a ·quello prussiano; intendo un imperiàlismo economico di espansione commerciale Quei popo li che un giorno, privi di volontà, Si rinchiudono in casa, sono quelli c,he si avviano 'alla morte.

Io non voglio essere un Mosè sbarbato che vi dice: « Ecco le tavole della legge, giuratevi sopra! » . No. Intendo dire che il fascismo si preoccupi del problema della razza; i fascisti devono preoccupa rsi della salute deJla razza con la quale si fa la storia. Noi partiamo dal concetto di << nazione». che .è per noi un fatto, né cancellabile, né superabile. Siamo quindi in antitesi contro tutti gli internazionalismi .

Il sogno di una g rande uman~tà è fond ato sull'utopia e non sulla realtà. Niente ci autorizza aci affermare che il millenn io della fratellanza universale sia imminente.

Maig rado i sogni dell 0 intem az ionale, quando battono le grandi ore, quelli che non rinnegano Ja patria; muoiono per lei. Partendo dalla nazione, arriviamo all o Stato, che è il governo nella sua espressione tangibile. Ma Io Stato siamo noi: attraverso un processo vogliamo identificare la naz ione con lo Stato. La crisi di autorità degli Stati è universale ed è un prodotto del cataclisma guerresco. necessario però che lo Stato ritrovi la sua autorità, a ltrimenti si va al caos. Senza il fascismo, il Fante ignoto oggi non dormirebbe nel sarcofago dell'Altare della patria. Noi non ci vergognamo di essere stati ìnterven6sti, ma con ciò no n intendiamo accomunarci con certi esaltatori della guerra, che attorno ad essa fecero della cattiva letteràtura. Non esalt iamo la , guerra per la guerra, come nOn esaltiamo Ja pace per la pace. Noi esaltiàmo quella guerra che nel 1 90 fu voluta .dal popolo, da noi, contro tutti ! M ' intendete!

Il p()polo sentiva che quella guerra era il suo battesimo, che e ra la consacrazione della sua esistenza e se oggi l'Italia è a Wash ington a discutere con pach e al tre nazioni della pace d el mondo, lo deve agli interveqtiSti del 190 . Il popolo disse allora all 'Italia : «Solo osandÒ tu avrai diritto alla storia di domani!».

Il regime ! Si disse dopo le elezioni, a p roposito ~i lllla mia dichiararazione e di un avverbio che fece fortuna, che io mi ero rovinato fa carriera Mi ricordai in quei giorni che fra i partiti c' era anche queJJo Repubblicano e dissi' che ·il fasci s~o era tendenzialmente repubblicano. Così dicendo, non intendevo precipitare il paese in un moto rivoluzionario. Con quellà ·dichiarazione, io intendevo soltanto apdre un varco . verso il futuro. Chi può dire che le attuali istituzioni siano in grado di difendere sempre gl i interess i, soprattutto ideali, del pop9Io italiano? Nessuno. O ggi un ·movimento repubblicano sarebbe destinato a un insuc·

DAL
CONGRESSO

cesso. Potrebbe riuscire in un primo momento, p er essere subissato da un moto successivo. Se una. repubblica può' essere in Italia, non potrebbe mai essere quella che Nitti, in combutta con altri, ha vagheggiato ! Né potrà esse~e la repubblica vagheggiata dal Partito Repubblicano Ufficiale. Sulla questione del i egime, il fascismo deve essere agnostico, ciò che significa vigilanza e controllo: Petché per il regime è l'abito che deve adattarsi alla nazione e non già la nazion~ che si deve adattare al regime.

In economia siamo dich iaratamente antisocialisti ,. Io non mi do lgo di essere stato socialista. Ho tagliato i ponti col passato. Non ho oostalgia, Non ·si tratta d i ent rare nel socialismo, ma di uscirne. In materia economica siamo liberali, perché riteniamo che l'economia. nazionale non possa essere affidata a enti collettivi e burocratici. Dopo l'esperimen to russo, ba.sta di tutto ciò. lo restituirei le ferrovie e i telegrafi alle aziende private; perché l'attuale congegno è mostruoso ·e vulnerabile in tutte le sue parti.

~o ·Stato etico non è lo Stato monopolistico, lo Stato burocratico, ma è quello che riduce le sue funzioni allo strettamente necessario. Siamo contro Io Stato economico. le dottrine socialiste sono crollate : i miti internazionali ~no caduti, la Jotta di das·sc è una favola perché l'umanità non si può dividere. Proletariato e borghesia non esistono nellastoria; sono entrambi anelli della stessa formazione.

Non crediamo in 9ueste fole. 11 prolctariatò, anche là dove ha avuto il potere, .è imprigionato dal capitalismo. Siamo ant isocialisti m a non, neéessariamente, antiprolctari.

Si dice: bisogna conquistare le masse. C'è chi dice anche: la st oria è fatta d agli eroi ; altri dice che è fatta da1Je masse. La verità è nel mezzo. Che cosa far~bbe 1a massa se non avesse il proprio interpl'ete espresso · dallo spirito del popolo e che cosa farebbe il poeta se non avesse ·il mafrriale da forg iare ? Non siam~ antiproletar i, ma no n vogliamo creare un feticismo per s ua maestà la massa. Noi vog liamo servirla, educarla, ma 9uando Sbaglia, fustigarl a. Bisogna pro metterle quello che. si sa matematicamente di poter mantenere. Noi vogliamo elevarne il livello intellettuale e morale perché vogliamo inserirla nella storia della nazione. Perché con un· proletariato riottoso, malal'ìco, pel1agroso non vi ·può essere un elevamento dell'economia nazionale. E diciamo alle masse che; quando gli interessi della nazione sono in gioco, tutti gli egoismi, cosi del proletariato come della borghesia, devono tacere. Può il fascismo trovare le sue tavole nègli statuti .dellà reggenza del Camaro? A mio avviso no. D'Annunzio è un uomo di g enio. t.. l'uomo delle ore eccezionali, non è l'uomo della pratica quotidiana. Però negli statuti d ella reggenza del Carnaro c'è uno spirito, un imponderabile che possiamo far

220 OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI

nostro: l'orgoglio di sentirci italiani, il pcoposito di voler lavorare per la gcande22a . della patria comune. Cosl dicendo . esprimiamo un concetto territoriale,·politico, economico", e soprattutto spirituale. Ora questo spirito lo si trova, se non nelle pa[QJe, nell'.essenia di quegli statuti. Onde · noi dobbiamo guardare a quegli statuti come si guarda ad unà stella, come ci si disseta ad una fonte. Ci sono in essi delle direttive perché il nostro movimento, diventando troppo politico o sociale, non isterilisca i .valori eterni della razza.

Altri vi paclerà di politica estera, Ancora vi devo una parola sui rapporti tra l'Italia e il Vaticano. Lo Stato ·è ' sovrano in ogni campo dell 'attività nazionale. Prima di togliere la leg&e delle guarentigie occorrono cautele. La diplomazia vaticana ·è più abile di quella 'della Consulta. Bisogna imporre il rispetto · a ogni fede, perché per il fascismo il fatto religioso rientr~ nel campo d ella: coscienza individuale. Il cattolicismo può essere utilizzato per l'espansione nazion ale. Riguardo all'atteggiamento cOi popolari ci règole· remo· a second a del loro atteggiamento. Si dice che questo prog ramma è come gli altri. Ma tutti gli uomini sono uguali; i piedi sono tutti di una forma. La differenza è nei cervelli. Epperò, bisogna guardare allo spirito del programma. Che cosa .importa dar fondo all'universo, se non ci sono ~nergie necessarie per raggiungere. la mèta comune? Ritengo che attorno a noi si raggrupperanno i framm0enti degli altri partiti costituzionali. Noi assorbiremo i liberali e il liberalismo, perché col metodo della violenza abbiamo sepolti tutti j metodi precedenti. Mi permetterete che ci sia in me un sentimento di sodd isfazione nel p ~rlare davanti a questa imponente asscmlUea; forse la p iù imponente dal '70 ad oggi. Raccolgo il frutto di questi sett e anni di dure battaglie. Non d ico di non aver commesso errori: ammetto pure di essere un pes· simo temperamento. In me lottano due Mussolini, uno ch e non ama le masse, ind~vidualista, l'alt_ro assolutamente disciplinato. Può darsi che abbì a lanciato dell e parol e dure ; ma esse non erano dirette contro le milizie fasciste, ma erano dirette contro chi intendeva aggiogare il fascismo ad interessi privati, mentre il fascismo deve essere a guardia della nazione. Preferisco l'opera del chirurgo che affonda il luci.do coltello nella carne cancrenosa al metodo omeopatico che s'indugia nel da ,fare: Nella nuova organizzazione io v~glio sparire, perché voi dovete guarire dèl mio male e camminare da voi. Solo così, affrontando le responsabilità e i problemi, si vinconò le grandi battaglìe. Vi raccomando d i tener fed e al prin~ipio aniinatore del fascismo. In un canto del Paradis", Dante esalta la figura del roverella di Assisi, che, dopo , aver sposato la P9Vertà, po1d a di dì in dì l'amò più f orte. Questo, o fa. scisti, è il nostro giuramento : amare d i di in dl semp re più forte que-

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FA.SCJ 221
.:)

st1 madre adorabile che si chiama ltalia (L'ultima 'parola del discorJo di M11s;o/ini (<<Italia» ) cade in un , 1ilenzio religioJO . I volti dei con. greuisti, protesi in 1111 att1:g'giamenJo di attenzione intema, appaiono commossi. Poi, impeJ/iosd, imponentè, sale un'ovazione interminabile. M11ssolini u ende dalla tribuna. V erso di lui vengono lanciati f iori e fiori. Poi ·1a folla lo circonda, mentre le otJazioni si JIIJJeguopo con una grandio1ità impreJJionante. Migliaia e migliaia di Congres1ùti circondano Muuolini. L o baciano, lo abbrarciano. L'on. Capanni, ad un tratto, lo a-fferra e lo solleva in alto, _ Intorno la reSJa è t11m11l1t101a . Tuili vo ~ gliontJ !ll"Ìngere la mano a Mussolini. }Hoiti si precipitano veno di lui per ,errarlo fo rtemente e lungamente in ttn abbfd((io. M11;solini è lettera/mente innalzat o s11l tavolo de/là stampa, mentre nel teatro· è im tumulto di appltuui e di evviva. Poi a gran voce vieue cantato « Giovinezza» da fttlli i congressiJti, che ancora scalfano in piedi. A l/~ note gioiose dell'inno f ascista, seg11ono quelle solenni dell'inno di Mttm e/J) *.

• Nella seduta serale del 9 novembre - « apertasi tra vivissima agitazione» a causa dei sanguinosi conflitti avvenuti durante la giornata - « l'on. Mussolini dice di condividere lo stato d'animo dell'assemblea Indi prosegue:

« " Prevedevo q~ar,1u è accad,110. Gli elemmti anlina'zionali vogliono in ~,mi i modi impedire la manifestazfone di domani e ci hanno buua10· fra. le gambe tmo s.iopero generale Io sono calmo. La sit11azio~e è difficile, ma PNò divenire sJraordinariamente dilfid/e · per i nt>stri nemid. Ouorror.o i ner-vi a posto.

«"LA $ÙNazit>ne è questa: è morto un proletario e un faJCùta ; cadNto in una vi/e · imboscala comunhta, Era uno dei jaJ,iJti di Milano, venuto ,011 m olti compagni. D omaJtina c' è un , omhio di ferrovieri. Staiera però le -vie di Roma JOnt> deu,1e. li udfreme ComÌlaJt> di difeJa interna ha dùpo1Jo che gli operai ncn euant> dai propri q11arJieri. NQÌ agiremt> d omani m:rltina. Manderemo ai ferroviui il nost rt> u lt imatum: "o voi riprendne 111bilo il lavoro, d ti porterete ad 11110 JlaJO di eJ.uperazione the p11ò esurvi fatale" ·

« "Non -vogliamt> ora dare ai . f/ QJJri- avver1ari la soddiJJazione morale di avere fatto llborJire il nt>stro (()ngreuq proprio mentre stava per ,onduder.ri felicemente". ·

Indi l'on. Mussolini dà d elle disposizioni tattiche: sconsiglia !"avventurarsi tra le vie ·di Roma; ordina si stabilisca all'Augusteo un presidio per tutta la notte; invita _poi alla calma. '

«"E come q11ef pre1idente della Camera francese ,he dopo il landa di tma bomba nell'aula, allontanali i feriii, ordinò di riprendere la uduta, cosJ noi - egli dice - coiJlinuiamo i lavori. M a prima vonei che /11/li ,i alZAuimo e per dnq11e m inNli in silenzio rivolgessimo il noslrP pensiero ai nostri morti"

E qui tu!ti i cinquemila fascìsti, mentre tutte le bandiere s'inchinano, rimangono silenziosi a capo basso. Qua e là alcuni piangop o. Il momento è p ieno di emoz ione. T rascorsi i cill<]ue minuti, !'on. Mussolini o rd ina seccamente : "Avanti!" Allora i l presidente presenta al cong resso un giovane fascista, che il fig lio del fascista ucciso. Quìndi il congr~so riprende a d iscutere sul programma del partito» e vota, « a grande maggiora ma e t ra entusiastiche acclamazioni, l'ordine d el g iorno proposto da Michele Bianchi, segret:uio del Fascio

222 OPERA OMNIA DI B ENITO MUSSOLINI

milanese", ptt la costitu2ione de) Partito Fascista It aliano ». ·L'ordine del giorno è del seguente tenore:

« Il teno congresso nazionale dei Fasci Italiani di Combattimento, didUua di accetta.re quali postulati fondamentali del fascismo quelli illustrati nel suo discorso da Mussolini, integrati dai discorsi dei relatori sulle questioni poste all'ordine ciel giorno, e demanda al Consiglio nazionale di convocarsi entro l'anno corre nte con il compito di dare la forma definitiva a~ programma ed allo statuto d el Partito Na2ionale Fascista».

Nell'ultima seduta del Congresso, tenutasi la mattina del 10 novembre, « il presidente avverte che occorre passare alla nomina della nuova Commis,sione esecutiva e dà lettura di una lista di nomi pervenuta alla presideo2a, che è così composta: on. Mussolini, on. Grandi, Marsich, Bianchi, on. Fari, nacci, Torrusio, on. De Vecchi, on. Caradonna e on. Pighetti.

« Mussolini dichiara subito di non volere accettare assolutamente. Alle generali insistenze dell'assemblea, che g li improvvisa una. delle ormai frequenti maniCestazioni, egli dice "E inu#le che imi!Jiale. Ciò significa che nan mi conoscete. [.q non. aaett o ··• (Proteste e discussioni prolungate))).

Si discu te quindi sul cotteo · fascista organizzato per il pomeriggio e sulla partenza dei fascisti. Ad un certo punto, «·un giova ne fascista in camicia nera e nero di fumo in viso si è presentato al congresso. un macchini sta fascista, Flaudo, di Ancona, che ha condotto il 'treno speciale dei fascisti anconetani giu nto stamane. Mussolini gli va incontro, lo bada è lo abbraccia. Il macchinista è fatto segno ad una ovazione · entusiastica da tutto i l congresso e gli applausi durano a lungo. Mussolini:

«" Q11e11a è funùa manil!f'a p·er dimoJtrare che ri Jono i ferrovieri faJCÌJli.

Il l'unùa mdJ'life1Jazione della noma forza. Noi pouiamo far marcia-re i treni. Il resto è dem11gogi11, è Pus, è la cona al più rouo " (Applausi}».

Dopo che il congresso ha trattato la questione dei porti, « l'on. De Vecchi dice che la Commissione · ha proposto all'unan imità per la Commissione esecutiva i seguenti nomi: Mussolini, Grandi, Marsich, Dudan, Sansanelli, Bobon, Bianchi, Calza.Bini, Bastianini, Massimo Rocca e Postiglione. Mussolini : «"Dichiaro per la enn esima ed ultima. volld che non accetto. Quttndo di,o una ,osa è quella". La presidenza del congresso ricorda a Mussolini che anch'egli ha dei d overi di disciplina, ma Mussolini risponde: "lo non arcetto più. Sarò indiuiplinato, ma non auelto" ». (Da li Popolo d'Italia, N. 270, 11 novembre 192 1, VIII).

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 223
J::;, • XVII

MANIFESTO ALLA CITTADINANZA ROMANA DURANTE IL CONGRESSO ALL'AUGUSTEO

Ci/ladini!

I fascisti di tutta Ita.lia erano convenuti a Roma per rinsaldare nella Città augusta i vincoli del lorO cuore e della loro potente organizzazione:

I la,·ori del congresso, la cordi:ilità e la serenità delle discussio~i. soprattutto l'ardente spirito di patriottismo . manifestato in ogni' .mo• mento, erano la prova evidente dello stato d'animo di tutta la giovinezza italiana che si se rra attorno ai gagliardetti fascist i.

Il corteo di ie ri, Sfilato in perfetta ordi.nanza militare, ha sm entito in forma clamorosa· tutte Je l eggende di infamia che i nostri avversari avevano creato intorno a noi.

Lo Sciopero generale era d~ lungo tempo preparato· per impedire che Roma, cioè il mondo, avesse finalmente nozione delJa magnifica rinascita delle più belle energie nazionali.

Era stabilito che, linito il . corteo, tutte le squadre avrebbero dovuto ripartire immediatamente per le loro sedi. Lo sciopero lo ha impedito. I nostri giovani, attratti dalle bellezie e dalla suggestione delle memorie roma ne, si aggi rano in cerca dei monumenti e dei ruderi e vengono vi~ g liaccamente aggrediti e assassim.ti.

t l'orgia comunista, alimentata dalla plutocraz ia internazionale, che tenta nuovamente di assalire la nazione.

Cittadini!

I fascisti sono decisi ad accettare la lotta per la propria sacrosanta difesa e peC la difesa dell'Italia. Da questo momento ognuno assuma le proprie responsabilità. Noi .assumiamo le nostre.

Tutti gl i squadristi devono stare in p erma nenza all'Augusteo.

Da ll Popolo d'Italia, N. 270, 11 novembre 1921 (o, 41).

IL COMITATO D0 AZlONE

DAL TERZO CONGRESSO NAZIONALE DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES

(12 NOVEMBRE 1921 - 13 GENNAIO 1922)

Rientrato a Milano, Mussolini si occupa dei risultati . del III congrC"sso fascista (229); concede un'intervista al Re$IO del ·carli,ro (232); presenta il nuovo srttimanale D oma,rdo la pàrol.:1 • Il Lunedì d el « Popolo d'Italia» (236); parla ai fune rali del fascista milanese caduto nei conflitti di Roma del 9 novem~ bre (237); esamina le giornate romane del fascismo {239); scrive sulla debolezza dimostrata dal governo nei recenti avvenimenti {242); sulla fine del trattato di pacificazione tra fascisti e socialisti (241, 246); su relativismo e fascismo (267); sui fatti accaduti a Trieste il 24 novembre (283, 287); su lla fusione delle sinistre parlamentari ( 285); commenta articoli d i Enrico Leone e di Arturo . Labriola (251, 280); della Vo(e Repubbli(ana (265); di Giovanni Zibordi (277) ; redige Gi,utiziti, ,i'gn ori (244); Sb ornia (245); Nel bouo della merlata (256); RiJpo,la al« Paeu ». Già fauo! (260); Smenl;,a in pieno (270): Mttltt/ede (276); due peni per la rubrica Tiro d Segn o (248, 273); ospita una lettera di Ferruccio Vecchi (25 5); partecipa alla riunione dei nuovi organi direttivi del partito n azionale faS<"ista tenutasi a Milano il 19 novembre (262, 264, 271).

Il 1° d icembre, pronuncia un discorso in tema di politica interna alla Camera dei deputati (289). Nello stesso mese, scrive sulla politica estera del fa5cismo ÙOI); sul discOtso pronunciato alla Camera dei deputati dall'on. Bonomi nella tornata del 6 dicembre e su lla votaz.ione dell'ordine del giorno Pietraval le («La Camera approva le dichiarazio ni del governo») approvato con voti 251 contr'o 105 (303) ; sul momento politico internazionale (30,); sulraffare Ikmporad (307, 326); sull'assassinio del socialista Attilio Boldori, presidente della deputazione provindalè cremonese, perpetrato da elementi fascisti il 12 dicembre (310, 317); sulla crisi del socialismo (312}; sull'atteggiamento del partito socialista italiano in merito ai fatti di Tri"este e di Cremona (315); sull'abolizione dell'oratoria da parte dei fasc ist i (318); sulla carestia che travagli a la Rus'sia (323); sull'opuscolo La peste magiara a Moua (329); sull'azione svolta dal gruppo par lamentare sociali sta durante le ultime sedut~ della Camera dei deputati (332}; sulla situazione generale italiana alla fine del 192 1 (3 , 7); s ullo sciopero generale ·di protesta ad oltranza proc lamato dai sindacati fascisti nel basso Parmense il 27 dicembre (360); s ull a sospensione dei pagamenti decreta ta dalla Banca itali ana di sconto il 29 d icembre (362, 363); presiede la r ionione del consiglio nazionale fascista tenutasi a Firenze il 20 dicembre per elaborare il programma del partito nazio nale fascista {:319); si occupa di questo programma e lo pubblica assieme agli statuti (32 1, 334, 351); redige u n pezzo per la rubrica Tiro a Segno (354).

Nei primi giorni del 1922, scrive sul cammino fatto dalia solidarietà eco. oomica europea nel 1921 (365) sul problema della socializzazione d~lle miniere (367). Il 2 gennaio, parte alla volta di Cannes ·- dove il 9 sarà intervistato ( 393, 4 38) .....:. l'er seguire da vicino ed illustrare ai lettori del ·s uo giornale i lavori della conferenza interalleata che si. svolgerà in questa città da l 6 a.I 13 gennaio ( 370, 37', 378, 39 1, 386, 390, 393, 399, 402, 406, 409)

IL PARTITO FASCISTA

Il terzo congresso nazionale fascista è pienamente riuscito. Invano i socialcomunisti di Roma, in allegra e miseranda combutta coi repubblicani, h anno tentato di sabotarlo con uno_sciopero, che è stato prodamato durante il congresso, ma che era stato preparato e premeditato da parecchio tempo. Il congresso è pienamente riuscito da t,utti punti di vista.

Dal punto di vista" del numero dei delegati inte[v:enuti, che supera queJlo di tutti gli altri congressi, antichi e recenti, di tutti i partiti. Vn congresso che r accoglie non meno di quattromila delegati è veramente senza precedenti nella storia ,italiana. Riuscito è il congresso dal punto di v ista dell'ordine durante le discussioni. ·10 un'assemblea cosi imponente e composta nella_maggior parte di giovani nuovi aUe discussioni, erano inev ita.bil i momenti" di tumulto e di clamore; ma la verità è che il congresso fascista nori ha visto le scene di violenze pugilistiche che si ritrovano nelle cronache di altri congressi. E bisogna aggiungere, per la verità, che i trascurabili incide nti sono dovuti non ai veri delegati del congresso, ma· ad elementi squadristi che assistevano dalle tribune del teatro e che èssendo in massimà parte giovani, sono natwalmente esubeI'anti. ·

Il congresso fascista è l'unico che abbia esawita realmente la discussione su tutti i commi posti a ll'ord ine del g iorno. J1 congresso aveva tre obiettivi fondamentali: liquidare il passato; definire il programma del fascismo; costitui~e il fascis~o i n partito. ·

Tutto ciò è stato fatto. Si sono disc.ùsse ed approvate la relazione delJa Commissione esecutiva e la relazione del Gruppo parlamentare fa. sdSta.

Si è definito il programma nelle sue lince essenziali e il Consiglio nazionale ·non dovrà che dare la lettera a quello che è già lo spirito e ché è stato accettato nella totalità del congresso. Ad enorme maggioranza poi il congresso si è dichiarato favo'revole alla costituzione del fascismo in partito.

Il .Partito Nazionale Fascista _ è dunque un fatto compiuto. Restano da fissa~ r egolament i . e. stahl.ti e questo sarà fatto entro brev issimo terirunc.

.,

Ma il pa rtito è già, non virtualmente, ma solidamente e materiai~ mente costituito. Giova, a questo proposito, ricordare che -gli oppositori al partito _ s i ~ettevano da un pùnto di vista che possiamo chiamare di « contingenza »; facevano, cioè, una questione di tempo e d~ modo. Non erano contrari al partito in sé, ma Io ritenevano immatu ro.

Queste obiezioni sono state vigorosamente controbathlte da Massimo Rocca e il congresso, alla quasi unanimità, si è ritenuto, invece, maturo per costituire il _ fascismo in partito. Un partito che molto p rob3.bi1mente non r assomiglierà a nessun.o degli altri esistenti :· un partito che è anche una milizia, nel senso più letterale della pùola.

Chi h a veduto sfilare per le strade de1la capitale· il formidab ile corteo nel quale tutti i fascisti erano in uniforme militare in grigio-verde, talvolta·con l'elmetto, avrà certamente riportata l'impressione che il Partito Fascista non è soltanto una organizzazione politica, ma è anche una organizzazione, in un certo senso, militare.

E se in s"ede di politica si d iscute, quando i fas cisti sono inquadrati non discutono più, ma debbono obbedire e obbedisCono con un ammi • revole senso di discipli~a.

Conseguenze immediate della costituzione del movimento_ in partito non sono da attendersi.

Il fascismo continuerà ad essere una forza negativa, nel senso ch e è sempre pronto a _sostenere la lotta violenta contro le violente forme di lotta dei partiti antinazionali ed inizierà, nel contempo, il lavoro di preparaiione veramente po.litico che deve abi litare il fascismo a reggere, in parte o in ·tutto, il governo della nazione.

Il fatto stesso che si sia potuto ammettere, come ipotesi, la forf!!,3Zionc, non tanto lontana, di uno Stato fascista, è la riprova confortante che il fascismo è già tendenzialmrnte capace di reggere i destini del1a nazione, salvata dal terribile ab isso entro cui stava per precipitare. Spetta ora ai fascisti di tutta ltalia perfezionare la loro qrganizzazione; stringere vincoli sempre più sÒlidi fra di loro; proporzionare e dosare l'uso della viole nza, che non dev'essere mai cieca ed incosciente; diffondere le idee ed i programmi che sono stati iJlustrati all'Augusteo; cd anche iaon attendere la realizzazione di tutti i postulati del fascismo esclusivamente dall' opera necessariamente limitata e frammentaria del Gruppo parlamentare fascist~.

lo credo per fermo, e Ja sfilata di Roma ne è la riprova, che pure costitu ito in partito, il fasdsmo non perderà nessuna delle sue caratteristiche. Perderà, invece, ed è bene che cosl sia, molte scorie; lascerà e dovrà lasciare lungo la strada i v iolenti della violenza non come mezzo, ma come fine, g li elementi ambigui che amavano di non scegliere fra l'uno !'1,JHO _partito e s~prattutto ·gli elementi che qua e là si sono

230 OPERA OMNIA DI BENITO
M USSOLINI

accodati al fascismo credendo di trovare in esso la difesa dei loro pri~ vati interessi.

Contro questi profittatori politici ed economici del fascismo, note chiare di d.eplorazione e di rivolta sono squillate durante i lavori del congresso. Quanto agli dementi sovversivi, invano essi sperano, con movimenti disordinati o con agguati criminali, di spezzare la granitica muraglia del fascismo in Italia.

Se il fascismo italiano sarà nell'avveni re forte e saggio, stanno apene dinanzi a lui. le strade di tutte le possibilità e di tutte le grandezze.

Viva il Partito Nazionale Fascista!

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'llalia, N. 271, 12 novembre 1921, VIII.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 231

DOPO IL CONGRESSO NAZIONALE FASCISTA*

Ahbiàmo potulo av;icinttre quesJa maJJina J'on , A1.uuolini e chiedergli impreuio"ni e giudizi sul congreuo fasciJta e !IJl/e conseguenze politiche che potrebbero derivarne. L'on. j\fussolini ci ha d eJto-: ·

- Sono oltremodo soddisfatto p er l' andamento e i risultati del cong resso. Bisogna considerare che è stato quasi impro\_'visato ed è stato tenuto in un ambiente eccezionale come Roma, dove t utti i socialcomunisti non sono riusciti a sabotarlo, come era nei .lo ro malvagi p ropas iti 1 , criminosi.

Si è tenuto il congresso, ch e h a ultimato i suoi lavori, e nessuno ha pensato di ,impedire, · né. Governo, né comùnisti, l'immenso corteo fascista, che ha sfilato per le vie della capitale e che è stato cC:rtamente uno dei più g randi ed imponenti che 1a storia della capitale ricordi. Il congresso fascista ha offerto l a testimonianza più sicura deJla irresistibile vitalità del movimeOto fascista. Il movimento è stato interessante da tutti i punti di vista: da quello che vorrei chiamare pittorico a q uello ch e si potrebbe chiamare drammatic~ ed a quello infine specialmeo,te politico.

La selva d ei gagliardetti allineati al di sopra del tavolo della presidenza offriva all'occhio una garilma di co lori e di diSCgn i ch e aUietavano lo spiri to. Tutti hanno notato l'alfiere di Pietole Virgilio (provincia di .Mantova), che assisteva alle sedute del cong resso ten endo spiegato il gagliardetto impugnato con mani inguantate di bianco; in testa aveva un elmo e tutta la sua fi sionomia e la sua corporatura ricordavano stranamente i legionari dell'antica Roma. Non mancava il _rosso delle camicie garibaldine a completare il colore dell'adunata. ·

Dal punto di vista drammatico, il congresso ha avuto dei momenti emoz ionanti. Quando, ad esempio, Ja signora Mezzomo_ è salita alla tribuna per ricord are il figlio mcrto e per invocare, con un sottile filo di , •oce, una promessa da parte dei fascis.ti di non eccedere n elle vio-

• lntC"tVista concessa a li R~;to del Cttrlino, il 12 novembre 1921. (Da Il Reno d el Cclino, N. 274, 13 novembre 1921, XXXVII) Il resoconto del· l'intervista pubblicato anche su Il Popolo d'Italia (N. 2H, 13 novembre 1921, VIII). '

O( CANNES 233 lenze. Io ho visto scorrere le 1agrime della più viva commozione sul le facce bror:izee dei nostri l egionari. ·

Altro momento animatamente drammatico si è ~vuto quando è appar~o alla tribuna il figlio·del fascista milanese Baldini, ucciso a Roma, che Igliod ha abbrac~iato presentandolo all'assemblea, che sembrava irrigidita, in piedi, in urio spasimo di dolore, mentre l'Augusteo piomb ava in un silenzio di tomba.

Nella seduta notturna della terza g io rnata, quando tutti i palchi erano occupati dalle squadre dei «d isperati», ·venuti da ogni parte d ' I talia, ch e, con le lorO camicie n ere, davano un'impressione d i forza e di austerità, si aveva, talvolta, nei momenti di clamore, l'impressione di ass istere ad. una di quelle sedute dell a Convenzione, che g li storici d elJa rivoluzio ne francese ci hanno d escritto. Iò, poi, in particolar modo, h o motivo sp~ciale di .dichiararJl'li spdd isfatto del terzo congresso nazionale fascista, non tanto per l'ovazione in descrivibile ch e ha Salutato la fine del mio discorso, non tanto per il saluto che tutti i ·partecipanti al cortèo mi diedero a pia zza dell' Esedra sfiJando davant i a me, ma soprattutto perché i 'miei consigli sono stati seguiti e si .sono evitate, forse, traged ie ben maggiori di quelle che la cronaca romana ha purtroppo reg istrato.

Non so ancora quale sarà il mio posto specifico nel neo pa rt ito, ma tutto ciò che, è accaduto in questì giorni mi ha dimostrato che io godevo di profonde simpatie fra le masse dei fasc isti di tutta Italia.

D al p unto' di vista politico, i risultati -del congresso sono della più alta importa nza. La speranza dei socialisti, che prevedevano uno sfai:elo in seguito alla discuss ione sul trattato di pacificazione, è stata pienamente delusa . Gli obiettivi del congresso sono stati raggiunti : j l fascismo,- a mio avviso, ha un programma che Jo. distingue nettamente d a tutti g li altri agglomerati po litici itali ani, ed è diventato, come io volevo, un partito; un partito speciale, che conserva intatte le caratteristiche del movimentò fasd stai inquantoché .non in tende abbandonare la sua forma~ione di combattimento fino a quando la sihiazione italiana non si sia radicalmente cambfata . Anzi io penso che il partito avrà il compito di sempre più perfezionare e discipli nare l'organiz:taiione d elle sue m ilizie.

Sono stati pronunciati al congresso discorsi notevolissimi per la forza o per la sostanza. Ricordo quelli di Grandi, Marsich, Pighetti, Rocca, Dini, Giunta e Sta race. La ·mozione agraria presentata da Gaetano Polverelli è stata votata all'unanimità; cosl pure tutte le mozioni _per j mu· tilati, per il pfoblema meridionale, per le iso le e per le terre redente sono state approvate al congresso per acclamazione. Rico rdo a questo prop05 ito che nel corteo fascis ta figuravano, insieme coi siciliani, anche

DAL CONGRESSO DEI FASCl
CONFERENZA
AL LA

]e rappresentanze della Sardegna, dcli' Alto Adige e della Dalmazia, per cui si può affermare che nel corteo fasci sta c'era il fior fiore di tutte le genti italiane.

Anzi particolari applausi vennero tributati ai. rappresentanti della Sardegna, della Sicilia e della Basilicata, delle regioni, insomma, abbando. nate e dìmenticate, che pure tanto sangue hanno dato alla causa ital iana.

- Quali com egtfenze politiche crede che avrà /4 tra.eformazi one in partilo?

- Il neo partito è nato bagnato del sangue d'un fascista milanese e in un'ora di battaglia. n nato, per così dire, da un dramma, non da una commedia. Non è il risultato di compromessi parlamenta ri, come quel famoso Part ito Democratico Nazionale, che si va faticosamente. fu. cinando nei corridoi di Montecitorio.

11 Partito Fascista è nato dopo un travag lio di pensieri e di opere e di passioni . In ciò è il sigillo della sua nobiltà, in ciò è il presid io della sua grandezza.

Dal punto di vista parlamentare, la form azione d el partito non può avere manifestazioni notevoli; ma dal punto di vista generale del~a politica italiana, l'entrata in lizza di questo partito, che è forte di ben trecentomila iscritti, ·è destinata ad avere conseguenze d e1la p iù alta importanza.

Intanto è chiaro che in caso di nuove elezioni generali i fas cisti non farebbero più il bloc~o con nessun altro .partito, né democratico, né liberale, né d'altro colore.

Com'è possibile che j frammenti dfl liberalismo e della democraz~~ possano assorbirci? Il liberalismo e la democrazìa, jn tutte le _ loro frazioni, non sono mai riusciti; da cinquant'anni a questa p arte, a raccog liere nel nome de lla nazione masse cosl vaste, battagliere e discip linate dì g ìovani. Riteng o, anzi; che Ja formazione del partito ci _ salverà da ' ogni tentativo di assor_bimento, p oiché l'attività del fascismo sarà ·d'ora innanzi sottoposta ai più rig idi controlli ed avrà direttive maggiormente precisate, mentre il fascismo esprimerà dal suo si:no, attraverso ad una elaborazione ed una selezione che io ho già notato, una dasse di politici che saranno intellettualmente e moralmente armati per affrontare e risolvere tutti i problemi della vita deila nazione.

- Q11ali JtZrannt> i rttpporti del nut>tJt> pa1'1ÌJQ rQ/ mo11imenJo operaia?

- Come ho detto in pieno congresso, noi siamo antisocialisti, ma non siamo antiproletari. :B certo che al fianco del partito sorger~ una potente organizzazione sindacale e cooperat iva; ma è certo anche che il nostro atteggiame nto di ostilità alla Confederazione cesserebbe o si atte· nuerebbe molto quando i confederali si d ecidessero a spezzare quel patto

234 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI

che li rende schiavi del Pus. Del resto le tesi, diremo cosl, sindacaliste del fascismo, sono già conosciute ed è inutile ripeterle in questo momento.

- E vero rhe manterrete le vostre dimissioni da membro del/ti nuova Comm;ufone eserntiva?

- Le manterrò perché, conformemente a quello ch e ·ho detto in sede di congresso, intendo che il fascismo giunto alla maggiore eti rinunzi alla mia tutela e cammini senza le mie gambe. 11 fasèismo ora ha la toga virile e può fare a ineno di me. Del resto, essendosi portata la direzione del partito a Roma, com'era giusto, c'è nel mio caso, oltre tutto, una incompatibilità di ordine geografico, perché io intendo :mantenere il centro della mia attività politica nella capitale lombarda. Credo che le difficoltà inevitabili degli inizi saranno rapidamente superate e che il Partito N.izionale Fascista, liberatosi d a alcuni clementi infidi e disçiplinandosi sempre più, . precisamente come la sua azione, . conquisterà una posizione dominantè fra · i vecchi e i nuovi partiti italiani.

-- Che ne pema deJio sciopero romano?.

- Lo sciopcèo è clamorosamente fallito nei confronti del f ascismo, anche se è riuscito a turbare il ritmò di .vita deIIa capitale. Sta di fatto che, malgrado lo sciopero fosse preparàto e premeditato da tempo, i fascisti hanno potuto ultimare tranquillame nte i lavori d_el loro congresso. Hanno, non meno tranquillamente, effettuata la loro marcia attraverso le principali vie di Roma, e se ne sono andati quando hanno voluto.

Moltissimi quelli che, come i seicento operai di GrossCto, dovendo all'i~domani riprendere il loro lavoro, .sono partiti la sera _ stessa. Altri contingenti sono partiti nelle giornate di venerdì e sabato. Alt ri sono rimasti a Roma.

Del -resto lo sciopero è stato ·ancora una volta « capl)rale )>, non g enerale; e sarebbero bastate un pa' di energia da parte· del Governo ed un po' di. reaz.i onc d a parte della cittadinanza per farlo abortire completaniente.

Non c'è stato sciopero nei teatri, nei cinematog rafi ed in alt ri pubblici locali; il p ersonale di albergo e mensa è rimasto quasi tutto al suo posto; i Postelegrafonici non ha1:1no abbandonato il lavoro. Di questo gesto i fascisti romani ed italiani terranno il debito conto. Il movente dello sciopero da parte. dei ferrovieri è stato la paura. .Altrettanto dicasi dei tranvieri e dei vetturini. 1 tranvieri avrebbero ripreso il lavoro se il prefetto di Roma non fosse, com'è noto, un inetto e un pusillanime.

11 Gove rno si è schierato dalla parte dei s~ialcomunisti. 'E. ignobile, ma è Cosl. Ha cioè favorito la rivincita ilJusoria Qel socialbolscevismo ne.i confronti del fascismo. Quello che è certo è·che i fascisti di tut:ta Italia sono attrezzati e pronti per fare; scontare a caro preno l'affronto che essi hanno subito a Roma.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA Dl
235
CANNES

LA PAROLA A MUSSOLINI GERMOGLI

Presentazione? Introduzione? V'è bisogno di tutto ciò per il Domando la parola ? Questo è il caso. classico per cui è lecito d ire : « Nel titolp è il programma ».

Basterà aggiungere, ma forse anch e l'agg iunta non è strettamente n ecessaria, che il nuovo g iornale ebdo mada rio sorge accanto e in prosecuzione del q uo tidiano Il Pop olo d' Italia Si tratta di un figl io del quotidìano, un fig lio un p o ' sbarazzino , monello e scap ig liato, come si co nviene ai g iova ni che cOminciano. Un fi g lio che documenta - oh verità prodig iosa d i La Palisse ! - la vitalità del vecchio geòitore, i l quale, passato attra verso b en sette a nni 'di dure, incessant i battaglie -.:.· n el più lato senso de lla parola -e ·giunto al settimo an!liversario, invece di piegarsi~ raccogliersi e magari melanconiosamente commemorare, lancia al pubbljco u n a creatura. Di carta, sì, ma, se n on vi disp iace, anche di intelligenza e di anima.

Mun ito d i questo viatico e affidato a due g iova ni di alacre ingegno e di fe rvida operosità come Mazzuccato, g ià collaborato re del Popolo nei tempi lontani e vicin i della vig ilià inter ven tista, e il Veneziani, la fo rtuna non può mancare a Domando la parola. .

Con qu esta certezza io gli porgo il primo saluto e poiché h o chiesto per primo la parola, h o motivo d i cred ere ch e molt'acq ua passerà sotto i ponti dell'O lona prima che io la d ,:mandi anco ra . ,

, Ora tocca a voi , sig nori!

MUSSOLIN I

Da D omando la parola • Il Lmitdì 'del « Popolo d' Italia »-, N . 1, 14-21 novemb~e 19 21, I.

Muuolini, a gran voce, scandendo bene le parole, dice: D irò poche ·parole, perché se nto che le . parole non possono esprimere il mio profondo doJore e la mia intima amarezza. Non voglio fare squillai-e note di violenza · polemica, p erché lo spettacolo dei .figli del nostro caro caduto è tale che. disarm3. g li spiriti. Noi siamo troppo generosi per fare r icadere sul popolo di ·Roma la .responsabilità di questo freddo, feroce e vile assassinio. Ma riconosciamo lo stile dei nostri nemici; che noi abbiamo sempre sgominato e sgomineremo sempre in campo aperto; tanto che cosi non possono che ricorrere al.la imboscata dei pusillanimi e dei crimin?ili. Tutto- ciò sa rà pagato, perché neJla vita tutt<:> si deve pagare e soprattutto il delitto· e soprattutto l'infamia. Noi fascisti miJanesi non ci abbandoneremo ad azioni isolate, ad atti di v iolenza frammentari. Sappiaino dare uno stile ed una linea anche al nostro dolore. Ma sia detto in presenza di questo nostro caduto, ~ia detto -che se Ja provocazione continuerà, Cloi allora, che non abbiamo mai agito come individui, ci scaglieremo come massa. Parlo chia~o. perché intendano tutti: dalle autocìtà, che sono qui presenti, agli avversari, se ci sono, ai fasci sti tutti. Non siamo a ndati a Roma per terrorizzare la capitale, non siamo andati a Roma per andare 3.H'assalto dei quartieri popolari . Siamo andati per compiere il nostro congresso, il nostro corteo, la noStra m~nifestaziOn e di forza. E l'abbiaino compiuta.

Non è senza significato profondo che il battesimo del ~artito Nazionale Fascista sia stato dato da un fascista milanese. E i suoi undici figli quante accuse smentiscono a terribile docwnentazione circa la santità della nostra caùsa e la purezza 'della nostra fede! Ma tu, o compagno, "" non sei un morto. Sei un caduto n el duro combattimento che noi abbiamo impegnato per salvare la Patria. Non sei una vittima; sei .un martire! La tua memoria rimarrà ·incisa per sempre nel profondo dei nostri cuori; la tua _famiglia avrà tutte le prove della solidarietà dei

• Discorso pronunciato a Milano, nel cimitero monumentale, dai primi g radini della scalinata del Famedio, il 14 novembre 1921, durante i funerali del fascista Francesco Baldin.i, caduto nei. confiitti di Roma del 9 novnnbrt-. (Da li Popolo d'Italia, N. 273, D n?vembre 192 1, VIII).

[FRANCESCO BALDINI] •

fascisti milanesi e d'Italia. E tu ci sarai ·di sproné, di monito, d'inseg namento!

Noi ti ve:ndicheremo non procedendo ad azioni individuali di ra'p -. presaglia; n:ia con tinuando incsorabilmente il combattimento fino a quando non sia no realizzati tutti i nostri ideali Add io! O ra ti accoglie l'ombra eteina. ed il silenzio che non ha risveglio, Noi rimarremo addolorati , non affèanti o rattristati, ma sempre in p iedi e suHa tua memoda giu reremo che il fascismo, questa forza mirabile della stirpe italiana, non diminùirà se stesso, ma continuerà a camminare.

Tu sei cad uto, ed anche qui c'è. un significato misterioso, sei caduto suile soglie di Roma; sei quasi la vedetta perduta, che cad e ancor prima che l'avanguardia abbi:i iniziato la lotta. Ma noi sentiamo che il tuo cadavere è una pietra miliare, noi ·sentiamo che tu ci hai insegnato la stra.d a per la quale andremo a Roma a d Cttare le leggi al popolo italiano, che non vuole morire sotto il disordine dei nemici deHa Patria, ma vuole vivere e divenire grànde. Addio!

238 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Orig inale d i un pezzo della rubrica Tiro a .segiJ() (17 novembre 19 2 1).

DISCIPLINA

Le giornate romane del fascismo italiano offrono a noi, e quindi a tutti i fascisti, un materiale vastissimo di meditazione e di esperienza.

Comi nciamo daila disciplina. Molti giornali accusano il fascismo di mancare di una disciplina e tentano di documentare l'accusa con quanto è accaduto negli scorsi giorni a Roma. Ora io ci teQ.go a dichiarare ' che, posto a confronto con g li altri partitì o eserciti, il fascismo italiano· è l'esercito o il Partito più disciplinato del mondo. Con questo non intendo dire che la disciplina morale e formale del fa scismo non trova assolutamente riscontro nella storia antica o recente di nessun altro par• tito. I casi di Roma, gli irici denti durante il cortèo, Sono deplorevolissimi, e ch i scrive non aspetta oggi per dirlo; ma quando si consideri l'ambiente, il momento e la massa, ·si vedrà che quella dei giornali antifascisti è una mòntatura in· piena malafede. Intanto le provocazioni sono partite dall'altra parte. Si può sapere per quale recondito motivo all'arrivo di un treno di fascisti tutte le locomotive del deposito di Portonaccio si mettçno a fischiare a centinaia ? Quaòdo il Comitato di difesa proletaria - ignobile minestrone, possibile soltanto a Roma, dove Lenin va a braccetto con Giuseppe Mazzini - a nnunciava i « vespri » antifa scisti, 1a cronaca non registrava che il famoso incidente del fazi~lettino rosso. N ient'a ltro! La s ituazione si aggravò, naturalme nte, con la pubblicazione di quel comunicato provocatorio, ospitato da tutti i g iorna li antifascisti, coll'immondo PaeJe del cardiopa lmico Ciccotti in p rima linea. Nessuno può seriamente ritenere che il suddetto sedicente Comitato non avrebbè trovato altri pretesti pur di inscenare lo sciopero. che covava da lunghissimo tempo. Obiettive evidente; sibotare il congresso fa. scista e soprattutto impedire la parat:1 fascista per le strade di. Roma. C'erano, o signori, a Roma, fra mercoledì e giovedì, dai trenta ai quarantamila fascisti, tutti giovani dai quindici ai trent'an n i, e tutti figli autentici dell'autentico popolo italiano. Bastava guardarli in faccia per capire che non da « magnanimi lombi » discende il loro sangue, ma da gente che ha lavorato e lavora, Quale forza umana o d ivina avrebbe potutò contro llare o conte nere le azioni singole di quarantàmila individui, costretti a circolare in un ambiente freddo o nemico? L'Augusteo non poteva ospitare che diecimila. fascisti; g li altri, forzatam ~nte, erano ac-

1e · X VI I.

cantonati nei punti più dispersi e lontani della città, fatti oggetto al ghigno e alle imboscatè dei bolscevichi Che cosa potevano fare, se non difendersi e offen dere? Ci si dice che i fascisti concentrati a Roma non hanno eseguito l'ordine di partenza .emanato dai capi. Non è vero. Sta di fatto che la sera stessa di giovedl, appena finito il corteo, treni « speciali» di fascisti partirono nelle diverse direzioni. Ma come poteva avvenire rapidamente l'esodo. di una così vasta massa di individui, quando mancavano i t reni? D'altra parte la partenza immediata dei fascisti era subordinata - l'on. Bevione Io sa! .;_ alla ripresa non meno immediata del servizio da parte dei ferrovieri E dal momento che i ferrovierisoltanto per paura, a loro confessione stessa! - non riprendevano ser· vizio, come e qualmente potevano i fascisti, calati a Roma dalle più lontane parti d ' Italia, lasciare la città?

In verità, eccettuati isolati e pisodi, il fascismo è stato d iscipl inato. Sono partiti colo ro che dovevano partire; sono rimasti coloro che hanno ricevuto l'ordine di rimanere. C'è un punto, a p roposito di questo scottante argomento della disciplina, sul quale i nostri censori sono vivamente pregati·di riflettere ed è questo: i capi del fascismo hanno d imostrato di possedere quello che manca ai miserabili d emagoghi di tutti g li altri partiti: il coragg io di dire la verità anche e soprattutto ai propri g regari. Il richiamo alla disciplina che io ho fatto alle folle fasciste del1 ' Augusteo, era sempre in termini aspri e durissimi. Se tutti i fascisti, dal primo all'ultimo, non lo hanno seguito alla lettera, dipende d al fatto da me ammesso nel principio di questa nota: e che ciqè la disciplina non è anco ra perfettissima. Ma lo diverrà. I nostri avversari sono pregati. di prendere atto che capi e gregari faran no tutto il possibile; tenderanno tutte le loro energie p er sempre più e meg lio disciplinare le masse del Partito Nazionale Fascista. Moltissimo si è fatto in questa direzione, mà non si fallirà alla mèta, Dopo di che vedremo a ch i spetta l'onere e l'onore d i governare l'Italià.

240 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
M U S SOLIN I Da // Popolo d'llalia, N. 273, 15 novembre 1921, VIII.

MORTO E SEPOLTO

Il trattato di pacificazione è, da oggi, decaduto. Ne prendano nota tutti. · Dopo Jo sciopero pseudo-generale di Roma, la turpe conunedia g iocata dal P11s è smascherata. Nel Comitato di difes?, proletaria ci sono, infatti, socialisti, confederali, in allegra combutta cogli arditi di Cagoìa. Il sigrior Mingrino è regolarmente, iscritto al Pus. In generale c'è una recrudescenza di delinquenza socialcomunista. Il congresso di Roma non denunciò il trattato; si limitò a non discuterlo. Da oggi il trattato è morto e sepolto. Come si regolerà in conseguenza di ciò l 'azione del Partito Nazionale Fascista, sarà deciso prossimamente dagli enti direttivi.

Da 1/ Popolo d'Italia, N. 273, D novembre 1921, VIII (p, 607).

GOVERNO

Tutte le volte che la nazione arriva ad un episòdio culminante della sua lunga e inevitabile crisi di assestamento e~onomico e spi rituale, i cittadin i sono costret ti a domandarsi: c'è un Governo in Italia ?

Lo stesso in q uietante interrogativo è venuto alle labbra durante le giornate romane. La t esi d i quelJi che chiameremo i governativi è Ja seiuente: d ata la situazione determin at asi a Roma, il Governo non pOteva porsi, in un certo senso, al di sopra deJia mischia. Infie rire contro i social-bolscevich i pe r. stroncare i l lo ro sciopero generale, non si poteva se non previo divieto d el la parata fascista; e poiché tale ·parata· -era stata permessa, dal momento che l'impedirla c~n la forza avrebbe potuto provocare un vasto spargimento di sangue, non si poteva impiegare il pug no di ferro contro il Comitato di d ifesa proletaria. Questo atteggiamento di quasi -neutralità del Goyerno, posto dalle ci rcostanze ·a dover fronteggiare due forze in aperto contrasto, può essere g iustificato nei confronti d ello sciopèro cittadino e sino a giovedl sera; non dopo e soprattutto no n in confronto dello sciopero « misterioso » dei ferrovieri.

Sta di fatto : '

1. che g iovedl sera s i effettuarono le prime partenze di fascisti, ma i ferrovièri non riprCsero il Javoro; ·

2. che le p artenze dei fascisti cont inu arono e si accentuarono nella giornata di venerdì, ma i ferrovieri non ripresero il lavoro Al~ trettarlto d icasi pe r le giornate di sabato e di domenica.

In conclusione: .il Governo d i Bonomi h a "tenuto sulJe sue deboli braccia per ben quattro giorni uri.o sciopero di ferrovieri che doveva cessare no n più tardi di giovedì sera.

AI1e ore diciassette di g iovedì, mentre le masse fasciste erano riunite in piazza dell 'Esedra, l'on Bevione, che in quel momento rappresentava Jo Stato italiano, dicesi lo Stato, assicurava che i ferrovieri avrebbero ripreso servizio alla mezzanotte. M a a mezzanotte la stazione di Roma era d eserta. Una prima «diffida» governativa ·a i·ferrovieri ebbe un risultato juisorio. L'Agenzia Stefani, ufficiosa1 si affrettava a comunicare che· i ferrovieri tornati al lavoro erano dodici, diconsi dodici, e tutti appartenenti agli uffici interni della stazione;

Lo smacco dell'auto rità stata le non poteva essere più clamoroso.

I capi della sezione romana del Sindacato fe rrovieri vendevano fumo al Governo, il quale continuava a trastullarsi su questa altalena: dic~va ai fascisti: partite che j fe rrovieri riprendono a lavoro; e ·ai f errovieri : · riprendete il lavoro che i fa scisti partono. Per uscire da questo equivoco, sono occorsi aI Governo ben quattro giorni e solo domenica m attina, quando 19 sciopero, per mille .segni, s'avviava al suo naturale e inevitabile _esaurimento, il Governo ha tolto dall'immenso arsenale dei suoi regolamenti l'articolo 56; lo ha spolverato e cacciato innanzi agli occ~i dei ferrovieri riottosi. Ma non è sicuro che si debba all'atto d i tardiva energia .compiuto dal Governo il ritorno al lavoro dei ferrovieri. Insomma, il Governo era, in un certo senso, disarmato dinanzi allo sciopero dei cittadini ; ma non lo era affatto davanti allo sciopero dei ferrovieri, dipendenti dallo Stato e ·qui ndi sottoposto alla giurisdizione del Go· verno. Il mini stro Bonomi doveva ricordarsene giovedì sera che esiste un articolo 56, non domen ica mattina. Non v'è alcùn dubbio ché ri. spetto in p:irtico1ar modo allo sciopero dei ferrovieri, l'azione del miriistrQ Bonomi ·è stata insufficente, debol e, e ha rivelato che la crisi di autorità dello Stato è ben lungi dall 'essere esaurita. Cosl non è possibile andare avanti. Finché lo Stato sarà assente, i cittadini dovranno sostitui"rsi ·a lui. A nostro avviso Io sciopero dei ferrovieri romani e napolet ani ha deciso le sorti del ministero Bonomi . MUSSOLINI

DAL CONGRESSO DEI FASC[ ALLA CONFERENZA
243
DI CANNES
D a li Popolo d' ltali.:, N. 274, 16 novembre 1921, VJIJ.

GIUSTIZIA, SIGNORI !

A Roma, durante Ja parata fascista, fu percosso un mutilato. Il congresso, presenti cinquemila fascisti, deplorò l'episodio. _Di più: una commissione composta dagli onorevoli De Vecchi, Bottai e Caradonna, _s i è recata all' Associazione dei mutilati a presentare ufficia lmente e solennemente le scuse per il deplorevolissimo equivoco. Ciò malgèado, proteste vivissime anche da parte d ei mutilati milanesi.

Ad Orvieto è stato barbaramente ucciso un mutilatò fascista, perché - se non lo si sapesse è bene dirlo - · fra i fascisti ci ~onci moltissimi autentici muti lati.

Atteridiamo la -protesta dei mutilati milanesi contro· ~I truce assassinio di Orvieto.

Da Il Popolo d'llalia, N. 274, 16 novembre 1921, VI1I (,).

SBORNIA

Il foglio del Pu s è ubriaco d i acquavite, Pacla del fascismo negli stessi termini del novembre 1919, all'indo mani delJe elezioni politiche che pareva avessero sommerso letteralmen te il fascismo. Evidentemente la storia non insegna n~lla ai fu rfanti idioti del Pus,

Da li Popolo d'ltalit:, N. 274, ~6 - novembre 1921, VIII (r).

EVENTO LOGICO

L'annuncio che·il t rattato di pacificazione è da conside ra re morto e sepolto, non poteva non provocare la più viva sorpresa nell'opinione pubblica italiana. Tutti i giornali commentano - in t ono piuttosto accorato ----:- la notizia ; e v'è quakuno che parla, ad esemj)io La T ribuna, 4i pericolosi salti nel buio. Niente di tutto' ciò. Io che mi assunsi, a suo tempo, la responsabilità della stipula:zione del tr.Ìttato, mi asswno, oggi, tranqui llamente, quella dcJla denuncia. Nel _luglio era, a mio avviso, n ecessa~io agire in_quelJa direzione; .oggi, . dopo quattro mesi di esperienza, si" appaleSa non meno necessaria Ja denuncia del trattato stesso. Non mi attardo a polemizzare con coloro che mi fannò passa re per un vittorioso, prigioniero di certi miei avversari vinti al congresso. Si tratta di gente in malafedè. Poiché se un dato balza agli occhi di tutt i a proposito del congresso fascista, è questo: che io poteva battermi, con certezza di vittoria, anche sul trattato d i pacificazione. Se ho accettato di non discuterne, gli è perché ritenevo, come rjtengo, che t utto i l bene e il ' male, l'attivo e il passivo che si poteva sperare dal p atto, è g ià « agli atti » della cronaca e della storia. 11 trattato doveva essere, come io volevo, u na prova. C'è qualcuno che ricorda un mio articolo sull'argomento? Ora la p rova c'è sta ta. pat punto di vista della disciplina fascista, il patto ha d ato quello che doveva da re. :e innegabile che non ci sono state più spedizioni' punitive in g rande stile: dal 3 àgosto in poi non sono state più assàltate e distrutte le sedi delle o rganizzazioni economiche La cronaca non h a più -"eg nalato ni ente di simigliante alle spedizioni di Roccastrada e di Treviso. Ridotte al minimo le rappre· saglìe , ci sono stati - è vero - molti urt i e conflitti, ma quasi tutti dovuti alla criminale malvag ità dei socialcomunisti. Daremo uno d ei prossimi giorni l'elenco esatto dei nostri morti e dei nostri feriti. :B un elenco terribile.

Se il trattato di Roma ha « esaurita » la su.i fun i ione nei rig uard i del f ascismo, l"ha esaurita anche nei confronti del P11J, inquantoché ha rivelato in piena luce la doppiezza, la gesu iteria, la vigliaccheria e 1a delinq1:1enzà d i questo miserabile · partito .. Sta di fatto che il Pus non ha osservato nessuna delle clausole d el trattato, ma ha tentato invece una controffensiva, culminata nelle g iornate di Roma. - ì un errore ere· d ere che il motivo della rinuncia d ebba rintracciarsi in quanto è accaduto

a Roma. Uomini vivi possono testimoniare che molto. tempo prima del congresso e quando n essu no poteva prevedere quanto è accaduto, io avevo rI_1anifestato il convincimento che il primo gesto politico· del nuovo Partito dovesse consistere nella denuncia formale del patto di Roma.

L' indegno tentativo di mistificazione socialpussista svoltosi nei giorni scorsi a Roma, ha indubbiamente precipitato le mie decisioni. Basta pensare al contegno assolutamente corretto tenuto dal fortissimo fascismo milanese all'epoca del congresso nazionale socialista (ci sarebbe stato tanto facile sabotare le cosiddette assisi del Pw !) per comprendere che il nostro sdegno è più che legittimo.

Anche se i fascisti , tµtti i fascisti, fossero stati « mostri » di educaz~one, di urbanità, di galateo, n on si sarebbe evitato lo sci.opero, perché tale sciopero era deciso da tempo e doveva essere realizzato in qmi lunque caso. Certo è che la d enuncia d el trattato di ·Roma getta iI turbamento nelle anime dei vi li che invano sognano di prendersi· una rivincita. Può darsi che ai feroci agguati socialcomunisti - visto e documentato come e qualmente sia insufficente Io Stato - facciano seguito, d'ora innanzi, le inesorabili spedizioni di rappresaglia fascista, poiché i delinquenti altro trattamento non meritano, ment re i trepidanti pastori del Pus non avran no dfritto a mu_overe guaiti o lamentazioni. Lo hanno voluto. Quanto al ·Partito Nazionale Fascista, nato, come doveva nascere, in un'ora di alta tensione po litica, esso deve sùperare brillantemente la nuova prova Deve resistere alla denuncia, come resisté alla conclusione 4e1 trattato. Qui si parrà la sua « nobilitade >>. Ecco i l momento di dimostrare che il Partito sa imporsi una disciplina, sa tracciare dei limiti alla sua azione, sa . scindere e accettare, a seconda dei casi, ia responsabilità . Precisamente a trattato decad~to, il fascismo deve restare all'altezza della situazione. La sua violenza dev'essere contenuta nelle linee tracciate da un discorso pronunciato nella più drammatica seduta d ell'Augusteo e che altrovè, su questo stesso fog lio, si riporta, perché profondamente si incide nelle anime. Poco male se qualch e professionale della violenza· infiltratosi fra noi,. magari a obliquo scopo di provocazione, se ne andrà; poco male, soprattutto, se se ne andranno tutti i tepidi, gli scettici, i. deboli, i fatui, gli interessati. Il fascismo può perdere tranquillamente la m~tà dei suoi inscritti e rimanere il. Parti to numericamente più forte della nazione. Ma noi Cr!!diamo che l'esodo sarà di minime proporzioni. Le giornate di Roma, più che incrinare, sono destinate a saldare la compagine del fascismo. Al disopra dei programmi e deg li uomini, c'è un vincolo formidabile che lega tutti i fascisti : il sacr ificio, fa f!!Cmoria d ei mòrti, MUSSOLINI

Da Il PopQ/o d'ftalia, N. 275, 17 novembre 1921, VIII

DAL CONGRESSO DEI FAS CI AL LA CONFERENZA DI CANNES 247

TIRO A SEGNO

RIPRENDE FIATO....

Il foglio del Pus, che ail'indomani dell'eccidio del «Diana» balbettava, preso da coccodrillesco umanitarismo, invocando u n po' di mjsericordia, ha ripreso, in questi ultimi tempi, un po' d i coraggio. Occupandosi degli avvenimenti . romani , l' Avan.ti! del P 111 cosl concl ude un articolo :

« Questo è - a nostro sicuro giudizio - il significato più alto della forte manifestazìone d ella popolazion e r omana, che ha seppellito, in un'ondata di sdegno e di ridicolo, il partito ddla delinquenza, i giornali che se ne sono fatti menzogneri paladini, il Governo di imbelli e di vili che lo ha incoraggiato e protetto.

« D a oggi il fascismo è ·giudicato

« Il giudizio d i Roma è il giudl?.io dell'Italia tutta l).

Per i socialpussisti il fascismo è giudicato d al ma rzo del 1919. Condannato dal marzo 191 9. Spacciato dal novembre 1919. Ma.ce ne vuole della corda pussista per impiccare la ribelle genia del fascismo italiano Ma ce ne vuole d ell'inchiostro, sia pure quello rosso sbiadito dall'A vanti!, per annegare il fascismo italiano. « Sento rumo re», biascicherà fra poco l' arlecchino pussista, dopo di che continuerà a g iud icarci, a condannarci, a spacciarci, a parlare di delinquenza. Lui, l' Avanti!, responsabile morale delle stragi compiute· du rante l' occupaz ione delle fabbri che; lui, l'A vanti!, che ha armato, moralmente, la mano agli assassini di Empoli e ai dinamitardi del «Diana».

MOD ESTIA ....

C'è stato un corteo funebre per le strade di Milano domenica sera. C'è stato un corteo funebre per le .strade di Milano lunedl nel pomeriggio.. C'era no, domenica e lunedl, mig liaia d i cittadini e di fasc isti. L'A vanti!, a lJievo di Loyola, pubblica questo stelJoncino di cr~naca:

« I funera li. d el fascista. milanese Baldini, ucciso nei conflitti di Roma durante Io sciopero gene:-1le, si sono svolti ieri alle ore tredici e mezza senza dar luogo

DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 249 a incidenti. I lavoratori si sono strettamente attenuti agli ordini ricevuti da11a Camera d el Lavoro e dalla sezione socia.lista » .

- Tante parole, tante menzogne: .Jl povero Baldini non è rima.sto ucciso nei conflitti, ma è caduto vittima - come centinaia di fascisti - di una barbara, vigliacca imboscata stile socialpussista. Questa verità bruciava al piccolo farabuttello che fa la cronaca nel foglio del P11s

LENIN PARLA....

Ancora un discorso di Lenin Lo togl iamo da fonte non sospetta in m ateria (l'Avanti! d ' ieri):

« (L. W.).--: La R'osta ha da Mosca:

«" Al settimo congresso provinda le del Partito Comunista, Lenin ha tenuto un discorso sulla nuova politica economica, Egli ha detto ch e la passata politica economica fu una politica di accaniti 3,JSalti alla fortezza capitalistica. Quella politica è fi nita con un insuccesso. A lla domanda se quindi la vecchia polit ica sia stata un erròre, Lenin ha risposto che non s i può considerare come un errore il desiderio di prendere d'assalto la fortez:za capitalistica. Solo l'ap plicazione dei vecchi metodi, date le attuali mutate condizioni di vita, sarebbe da. considerarsi

Morale: il capitalismo è vivo; il comunismo è.... il sole dell'avvenire.

ALTRE PROVE

Che in Russia sià stato· completamente ripristinato il modo di produzione capitalistica, ci viene quotidianamente doéumentato d al giornale pussista, il quale continua in tal modo a sgretolare il mito radioso di Mosca, sino a ridurlo un fantoccio da spazzatura.

« (L W.). - Il Trud, organo del Consiglio sindacale panrusso, scrive :

«" La Russia ha il massimo interesse· ad aumentare la produzione. Ne potrebbe consegtlire che i sindacati, nell'interesse degli operai stessi, avrebbero il dovere di imPedire scioptri nelle _industrie private Ciò non vuol dire però che in queste industrie non vi possano mai essere degli scioperi

«" Quantunque tutti i conflitti tra imprenditori privati ed operai possano es· sere composti mediante coritratti e leggi, pure può dani il caso che uno sciopero apparisca più opportwio delle sa'nz.ioni ammini strative. Inoltre è certo che nelle imp rese private aumenterà lo sfruttamento degli operai . D'altro canto sarà inevitabile J'aumento dell'esercito dei disocrupati. Per tutte queste r.agioni resta i ndispensabile la creaz..ione di fondi di r ~ isten:za presso i sindacati" ».

DAL CONGRESSO

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Dunque nella Russia di Lenin ci sono delle « industrie private». Dunque nella Russia di Lenin è dato per certo « un aumento di sfruttamento d egli opera.i». Ma allora, di grazia, in che cosa diversifica la famosa e famigerata repubblica dei So vièJs di tutta la Russia dagli Stati bocghesi di tutto il mondo?

IL FROMBOLIERE

Da 1/ Popolo d'!t.:lia, N. 275, 17 novembre 192 1, VIII (r)

2)0

PRIMO: VIVERE !

le giornate di Roma hanno [imesso sul tavolo delle grandi discussioni il problema del fascismo e molti studiosi si indugiano a meditare su questo movimento così complesso, che è religioso, politico e militare ad un tempo. Bisogna avere la superficialità sconfortante dei redatt~ri dell'Avanti.I per dilettarsi di una funebre letteratùra, secondo la quale il fascismo sarebbe finito e sepolto. Gli uomini d'ingegno e di cultura, anch e avversari del fascismo, non nutrono di queste Hlusioni Un movimentO: come que11o fascista non si volatilizza semplicemente perché a Roma c'è stato uno sciopero sedicente generale. ·Abbiamo letto su due giorna li diversi_ articoli di due eminenti scrittori di politica: Arturo Labriola ed Enrico Leòne, ar,ticol i che ci p iace sunteggiare e riprodurre, inquantoché rappresentano uno sforzo notevolissimo di comprensione del fascismo. Mentre i burattini lugubri dell'Avanti! cantano le esequie del fascismo, l'on. Arturo Labriola, su lle colo nne del Piccolo della Sera di Trieste, cosl ~i pronuncia: ·

« 11 fascismo è un fatto che non si può jgnorare; un fatto che reclama una politica di governo, magari per favorirlo, perché ognuno capisce che se il fascismo O partecipe al Governo o strumento ind iretto della politica di Governo, cesserebbe d i essere un " fenomeno •. Considerarlo come un affare di ordinaria amministrazione, come un semp lice fatto di polizia, significa precisamente non formars i più un'idea della forza che ha acQuistato, delle ripercussioni che il suo estendersi p rovoc'a all'estero, delle influenze che esso esercita sulla vita sociùe del paese, considerata essa nell a sua differenza dalla vita politico-parlamentare vera e propria. sventuratamente la tendenza dei Governi e dei partiti parlam~tari è ritenerlo un fatto t ransitorio, malefico o benefico, Secondo i punti di vista che la- situazione consente». ·

Perfettamente così. La mentalità media dei nostri avversari o degli spettatori può essere riassunta in questa proposizione: il fa~cismo è una ·specie di ciclone, postumo d~Ila g uerra, e passerà.

Ora, più la guerra si àllontana da noi. nel tempo, e maggiore è lo sviluppo del fascismo. Questa stupida cred~nza nella transitorietà del fascismo non esclude dal gioco politico quelle possibilità che io avanzai in u~ breve discorso apparentemente paradossale, tenuto alla Camera,

in uno scorcio di seduta. Governare col fascismo ? Orrore! II fascismo passerà. Ma intanto non passa, e il fascismo, respinto,. finir à col respingere.

Sempre per i ridicol i necrofori dell'Az;an:,il riportiamo quest'altro brano della prosa di Labriola:

« Ecco perch~ il fascismo è oggi un "problema " ; un problema per sé, un problema per gli altri, che o se ne avvantaggiano o ne soffrono. Esso esiste; è una forza di cui sa.rebbe puerile negare l'importanza Chi h a visto sfilare per le vie di Roma i quindici o ventimila fascisti, in gran pa1te armati, coovenuti per il congresso, non ha avuto una sollazzevole impressione. Ognuno si è domand 3to che cosa accadrebbe se questa forza si solleva s.se contro lo Stato. I[ fascismo ha sempre affermato che esso lottava contro Je fo rze nemiche dello Stato; ma, fotanto, con le perturbazioni di cui è causa,·accresce la confusi one e il disordine generale; con le reazioni che provoca, scuote ed altera fa compagine così. poro solida del paese Ma questa forza esiste, è viva oo· ha capaciti di svil uppo.

« L'essenza d el fa scismo come un "problema " è la · cosa che meriterebbe d i essere lungamente esaminata, tanto dai -s uoi, fautori, quanto dai suoi avversari. Le p:irole di scherno o i giudizt di reiezione non fanno al caso e non lo inquadrano. Il fascism"o è un certo affare fra l'oscuro e il pr oteiforme, che può giustificare i più opposti giudizi. Ma oggi i partiti politici dovr ebbero cominciare a dare questa testimonianza prima del loro coraggio civile: discuterlo e prender posizione. Che se la discussione rivelasse per questi partiti inconvenienti, d ei quali ora soffrono soltanto i socialisti, e in parte gli stessi popolari, all ora evidentemente il "problema" per questo solo fatto sarebbe già sulla via dell'esser chiarito.... ». ' ·

Non sappiamo se i partiti accoglieranno l'invito di Arturo Labriola. Non sappiamo, cioè, se oseran'no affrontare quel processo di ch iarificazione che il fascismo st a imponendo duramente a se stesso. Non · ci attardiamo a polemizzare con J'on. Labriola, il quale affe rma che il fa. scismo non h a un programma e p assiamo a vedere qua nto dice d i noi Enrico Leone, nel Giornale della Sera di N apoli. Ci sembra che Enrico Leone abbia pene trato assai nell'in_tirno del « fenom eno » e ne abbia colto la caratteristica essenziale. Lo scrittore sindacalista ha capito che il fascismo . è uno Stato in potenza1 che tende a sostituirsi ad uno Stato in atto. Il mistero, la forza ed il fascino del fenomeno è tutto qui .

« Sono ardui - dice Enric-o Leone _, presagi nel ·campo socia le: si deridono giustamente come una caricatura·della magia in ritardo. Ma non· si sbaglia affermando che questo moto fascista difficilmente si risolverà In una semplice circolazione d'é/iu , che, come ebbi a dire in un discorso a p ia:zza Aldovrandi di Bologna, sostituirà ai ·• Merovingi " che fecero nolenti la guerra, i " Caroling i " che fortem ente la vollero e la condussero . Questo moto, se potesse senza validi O!tacoli e»ere condotto fiqo ai confini liberi del proprio sviluppo, ingoie· rebbe' lo Stato tradizionale e getterebbe le radici di un o nuovo, di tipo classico,

252 OPJ:RA
OMNIA DI BENITO MUSSOLJNI

antidemocratico, che invece di starsene sulla "volpe" come le nostre democrazie di governo, se ne starebbe sul " !ione", passando dall'arte di Ta lleyrand al pugno di Gengiscan • ·

Con queste proposizioni, il Leone aff~rra ànche i termini del dissenso fra ala destra e ala sinistra del fascismo italiano, fra coloro che ritengono utile e possibile inserirsi_ sin da questo momento t,1ell'attuale Stato liberale e quelli c~e ritengono, invece: necessario sommergerlo senza pietà.

« Ieri i fascisti - &Ollfinua En,i<o Leone ----:- parevano dei volontari ausiliari della fo rz.a stati zzata e tradizionale. Oggi? Oggi Mussolini, in una intervista consrgnata al MaJtino, dice, con enfasi di generale, ebbro della propria guadagnata potenza armata e della efficacia mi litare dei corpi di cui è stato gridato duce : domani lo Stato saremo noi. E lo può dire con fondamento di serietà. Rida chi ne ha voglia. Un movimento composto di floli#td di razza, che vive la poesia · della violenza, che ba · sostituito all'andamento critico dei partiti basati sulla illwninata discussione la rigida gerarchia deUe squad re d'azione, un movimento che si pone agli ordini di uno solo, che fa le sue rassegne militari sfilando davanti al proprio generalissimo con marzia lità ferma ed entusiasta, un movi- · mento che conta centinaia di migliaia di adepti che non seguono come i Jc. ghisti operai delle bandiere, ma dei gagliardetti, simbolo d'una volontà imperiale che grida "muori, ma non mi lasciare tra le mani del rlcmico": tutto ciò è un piccolo Stato che si attenda di fronte all'antico. Non manca neppure di uomini di pensièro che possano nel campo delrarte fame l'ispirazione d'una lettera.tura e di una fi losofia, diretta a contrapporre allo ·· Stato-circostanza'", che si formò sfruttando gli eventi della storia di Francia, uno "Stato-volontà", come quello iniziato e troncato a metà dal garibaldinismo. A q uesti suoi filosofi non mancherebbe modo d i combattere nella Stato di ieri l a conquista dinastica piemontese per fare appello alla volontà nazionale nata nel popolo sui campi di battaglia.

<1. Lo Stato g rande, fin qui lusingato dai buoni uffici antisovversivi del fa. scismo, dimentico della origine propria, cb0 è vìoli!'nza cristalli zzatf, ha creduto che la violenza ··faziosa·· trovasse limiti d i continenza nelJa coscienza giuridica del paese. E non ha provvedutÒ a difendersi dallo Stato piccolo. E ·sta ponendo a fianco allo Stato maggio!e ufficiale uno Sta to antagonista, uno ·Stato concorre:i:iona le, ch e suappà all"csercito professionale il suo migliore spirito : la prodezza e il cuore formo; e, nel ravvivato culto d ell' eroismo della guerra combattuta, si alim enta. di quel prestigio al quale chiese nascimento l'autorità sociale. Sono dunque in gioco tutti gli elementi d'una n uova fucina di ordine. la tradizione ha t rovato il proprio r ivali!'. Se il vecchio non Si desta, potrà soccombere ».

Leggendo quest a pagina di Enrico I.eone, il quale poco più sotto riconosce che ·<( una sola cosa sembra perire e dimostrare la propria fragiJità: l a tattica dittatoriale bolscevica», i nostri lettori sono certamente tratti, p er associazione d'idee, a ricordare un m io articolo di alcuni mesi fa sugli Stati in atto e sugli Stati ii:t potenza. Già da allora io diceVo che il fascismo è uno « Stato in pote02a ». Che questo Stato

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 253

sia destinato a sopprirpere o a vivificare l'altro, lo diranno gli avvenimenti del futwo. Ognuno vede da ciò che la pcista del gioco fascista è assài gro5$,l; ognuno vede da ciò come sia gro~tescO considerare il fascismo alla stregua di un fuoco di paglia, mentre invece Si tratta quasi certamente di un vulcano. E non sono - co~ dice Labrio1agli scherni, le reiezioni e le insulsaggini diffamatorie della. stampa social-cagojesca che riusciranno a spegnerlo.

Da ll Popoh> d' l1ali11, N. 276, 18 novembre 1921, VIII.

254 OPERA OMNIA. DI
BENITO MUSSOI.INI

UNA . RISPOSTA ALL'« AVANTI ! »

l'altro giorno l'Avanti.' pubblim,;a un articolo col periodo sottoriportato nella lettèra di Ferruccio Vecchi. Per venire a chiaro dell'insinuaz ione, abbiamo mandato gli amici signori Dante Dini e maggiore Terruzzi dal capitano Ferruccio Vecchi, e questi ha dlasciato la dichiarazione che giriamo, come l'autore desidera, all'Avanti!, giornale che, specje oggi, non ha le qualità per sollevare « questioni morali » contro chicchessia. La lettera del "Vecchi ci pare abbastanza esplicita perché ci sia bisogno di postillarla

Milano, 17 novembre 1921. a risposta degli schiarimenti che mi avetf" chiesto circa il brano comparso sull'Ava111i! del 16 core. e che così dice:

Carissimi -Teruzzi' e Dini,

« L' Avamì ! fu incendiato due volte. Oggi esso è più florido, più vivo, p ili combattivo di prima, perché risponde agli interessi di un partito, Il primo g uidatore delle squadre incendiarie è andato invece in . galera per truffa e pochi giorni or sono mandava un suo barbuto messo da noi per .chiederci umilmente aiuto in una certa campagna morale contro il duce. E noi ci siamo presi il g usto · di metterlo con garbo alla porta ))

Vi assicuro che io' mai feci quanto mi viene imputato, pe!ché mai io ri· corcerei a dei vecchi nemici politici per rivalenni contro vecchi compagni di lotta.

Desidero intanto che pubblicamente chied iate il nome di chi ha ~critto ,tanto capolavoro - ond'io ben sappia a chi potrò rivolgermi p ersonalmente ·e le prove speci fiche e non subdole i nsinuazioni.

Colgo inoitre l'occasione di avvertire i « bruciati » e gli « schiaffeggiati » , cui le guance mai cesseranno di friggere, che la mia solitudine è tutt'altro che dimentica della loro bassezza personale e politica e che non sono quelli usati da loro i mezzi più adeguati per colpirmi e che, infine, la sorgente degli schiaffi è tutt'altro che esaurita.

Grato a voi, o amici, della cortese visita, che mi ha richiamato sopra uno scritto che mi era sfuggito. L'Avanti! è un giornale che si cerca di leggere il meno possibile tanto dà nausea. Vi ringrazio e vi stringo la mano cordialmente.

Vostro

Da li pqpolo d'/14/ii;, N. 276, 18 novem.b,e 1921, VlII ( r).

· XVII.

FEllllllCCIO VECCHI
17.

NEL BOSCO DELLA MERLATA

Li abbiamo tutti addosso, Ìn questo momento, i grossi preti, i piccoli chierici "e g li innumerevoli scagnozzi delle d iverse chiese e chiesuole politiche che rallegrano il bel regno d'Italia. Per fortuna che la nostra salute fis ica e ·morale è di ferro; per fortuna che il fascismo - previggente. si è scelto Un motto d'ordi rie.... sfacciato, altrimenti a quest'ora sa rebbero guai. Ma si può sapere che cosa vogliono o che cosa volevano quest a masnada di criticastri salit i in -catted ra a spacciar se nfenz e irrepa rabili, coll' ari a melensa di chi si r itiene depositario della verità genuina ? Volevano un programma. Sicuro. Di più : volevano una ricetta infallibile per. la salute nazionale e rnaga1ì unive rsale. Voi non avete un p rogramma, voi non ci avete dato un prog ramma, il vo· stro programma è inconsistente: queste le accuse -che partono con una · commoventissima unanimità dalla estrema sinistra all'estrema d estra. Si può dire «_ tutta la gamma». Poiché nell'antifascismo si r iconoscono, si appaiano e ·si appoggiano - wie H tmde · a11f fr eier Gauef, direbbe H eine - anarchici, repubblicani, pipisti, socialisti, comunisti,· cagoiani, e conservatori, rivoluzionari, borghesi, pcoletari; un intrug lio che, nell' intimo, deve fare abbastanza schifo anche· a coloro che Io compongono. D :i Ma latesta e Cagoia attraverso don Sturzo: ecco un t itolo suggestivo per una pellicola.... Solo alcuni _scrittori, che chiameremo irre· g o lari, come il Labriola, · il Leo ne e anche iJ Missì roli, hanno cercato d i approfond ire il fe nomeno; di coglierne g li eleme nti esse nziali; d i indag are sulle s ue poss ibili estrinsecazioni e direzioni, ma gli altri, que lli legati alJa bottega del partito, non si acconciano alla fatica del!'jndagine; si limitano ad un giudizio sommario e bestiale.

Dunque: volevano « un » programina e Io volevano da me. Osservo, o sig nori, che io non sono un profet~ o un veggeqte (né un Dulcama ra, come siete voi, ciarlatani del cosiddetto sovve rsivismo, che da cinquant'anni andate imbestiando l e masse colle vostre « freg naccc » teolog iche), ma sono ·un sempl ice g iornal ista e non dei migliori fra quanti sputano inchiostro e f egato sugli stracci stampati d ella Peniso la. Un p rogramma non è creatura che nasca t utto solo e da un solo cervello: quello esposto a Roma non ha mai avuto la sciocca pret esa di essere u na .specie di Vangelo, ùn toccasana miracoloso, la Soluzione ·

definitiva dei molti proble~i che ci travagl ia no. Più di un programma, si tratta di alcu~i « punti di vista e di riferimento» allo scopo di orientarci nel terreno complicatiss imo della realtà nazionale. Noi abbiamo il candido cinismo di affermare che noi non invidiamo nessuno dei vecchi o dei nuovi partiti, che hanno previsto tutto, dall'a .fioo alla z, .che hanno un balsamo pronto per tutte le piaghe e che credori.o di aver realmente - con un assoluto ·bambinesco - dato fondo a ll'universo. Noi vc;igliamo inseguire quèsta· caterva di malvagi censori - tipici per acidità e incomprensione i repubblicani ufficiali - sul loro stesso terreno. Avanti, signori! Voi dovete, prima di tutto, sapere · che cosa è un programma. Quale significato ha questa parola. Definire la parola, prima di dissertare sul contenuto. Quand'è che si può affermare che un partito ha un programma? Poiché la nozione di « programma » è oggidi quanto di più elastico e arbitrario si possa immagio~re. O gni partito ha dive~si programmi in atto, che si assommano o si annullano. :E prog ramma la soluzione prospettata di diversi problemi concreti o il prògramma è l'ideale, cioè il tipo, cioè la cornice, dove i pregiudizìalìstì vorrebbero contene re la realtà ? Sì può sapere quàl è il prog ramma dell'anarchismo?_ Si può sapere cosa vuole l"anarchismo? Si può esattamente sapere quale tipo di vita e di civiltà il cittadino Malatesta vuol~ iegalare al mondo?

Frasi grosse e incoerenti. Per il resto mistero. La critica comunista all'anarchismo è, in fondo, giustissima. L'ana rchismo non è che supcrdcmocrazia·; super- '89, secolo XIX con tutte le idee «immortali>> poste in circolazione dall'Enciclopedia. Il comunismo prende "in giro il « programma» anarchico; ma l'anarchismo non è meno feroce nella critica all'« ideale » comunista. Rivalità di . bottega. Ma c'è una cons iste nza, una peculiarità qualsiasi nel programma del socialismo ufficiale ? M eg lio: il socialismo ufficiale da quattro anni a questa parte ha mai avuto un prngràmma? Ce n'era u no nel 1917. D ove è andato a fini re? I~ soffitta. Ce n'era uno nel 19 19 molto semplice : i ,Sovièt s L'on. Bombacci «garantiva» - oh l'infallibile, oh i depositari dei programmi!l'on. Bombacci garantiva che i Sovièts sarebbero sorti in due mesi. C'è qualcuno in Italia· che ci sa dare notizie del programma, an:t:i del « programmone » lanciat~ dal Pus all' indomani delia guerra? Nessuno. In fatto di « programma », i socialisti sono rimasti ai balbettamenti dell'asilo infantile : socializzazione delJa terra, lotta di classe, determinismo ecònomico e simili altre «categorie» che la critica ha sempli. cemente polverizzato' · nel più relativo dei celativi.

Ah ecco finalmente un Partito che ha un programma: il RepubbÌi- ' cano. B chiaro; vuole Ja repubblica . Ma quale repubblica? Ce n'è un campionario che va da quella di H a rding a quelJa di Lenin ed è forsè

DAL CONGRESSO DEI FASCl ALLA CONFERENZA
DI CANNE$ 257
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l'ìmbarazzO" della scelta che ritarda l'avvento del berretto frigio. Del resto, anche fra ' i repubblicani, il programma è. quella tal cosa.... elastica fino al punto di comprendere e confondere l'on. Bergamo coll'on. Comandini.

L'esame dei diversi partiti e .del nullismo programmatico dei diversi partiti italiani potrebbe continuare mettendo sul tavolo quello Popolare e gli altri democratici liberali; ma, ai fini della ·nostra dimostrazione, basta il già detto.

Noi volevamo provare che coloro stessi i quali ci rimproverano l'assenza di un programma, sono nelle nostre stesse condizioni. Sì: essi hanno un credo, delle formule, un· testo, dei santi, dei santoni e soprattutto l'intransigenza delle ortodossie dogmatizzate; ma, quanto ai prog rammi , non ne hanno, in concreto, che uno e di natura squisitamente negativa: l'antifascismo.

Nel ·seno del P111 cozzano diversi programmi. Serrati fa ancora smercio di paccottiglia russa a base di dittatura del proletariato, di Sovièts e simili portentose inattuabilità , mentre invece Turati vuol rifare l'Italia, cioè questa Jtalia borghese; rifarla con una serie di riforme, che a ppartengono alla più rosea delle democrazie. Nel Pll.r, in un solo partito, ci sono almeno quattro programmi in concorrenza, due in più di quanti bastano a determinare una situazione di inefficenza e di sterilità. Difatti....

E allora, o· terribili Aristarchi, prima di esigere da noi - che cominciamo a ppena adesso - un programma de - Jo111e pièce, guardate se voi lo avete un qualsiasi programma; guardate se un vostro programma non s ia p er caso inv ecchiato, fuòri uso e smentito dalla storia. Dopo potremmo discutere e còn probabilità di convincervi - ammesso in voi un mjnimo di buona fed e - che il fascismo ha un progtamma; il quale programma non ha le pretese d i miglior~re l'unive rso. Il p rogramma del fascismo d eve bastar~ in primo luogo al fa. Scjsmo. Non è vero, caro La briola, che il programma del fascismo si riduca ad una collana di «negazioni». Voi ·mi insegnate che ogni negazione r.resuppone, è condizionata da un'affermazione e che quando noi diciamo, ad· esempio, che siamo anti-internazionalisti, intendiamo nel contempo « affermare » che il fascismo è un movimento puramente «nazionale » Una sola concessione possiamo fare ai nostri critici. e cioè che il processo di elaborazione spirituale del fascismo non è an· cara compiuto. Ma altri partiti - · ben più matu,i del nostro - si trovano nelle stesse condizioni di confusione e di incertezza. Tipico il Pus e il congresso d i Milano lo ha documen tato a meraviglia. Nel còngresso di Roma, il fas cismo ha gettato i più disparati. clementi in un energico C!ogiolo. B · in un secondo tempo che se n e vedranno le

2)8 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

conseguenze chiarificatrici. E anche allora, molto probabilmente, il fa. scismo non avrà un « programma » nel senso tradizionale della parola; non potrà essere caselJato e catalogato nella serie. degli altri partiti con connotati assolutamente specifici. Prima di essere «verbo)), il fa. scisma è stato «azione». Qui è forse la sua intima tragedia, ma qui è certamente il. suo incomparabile privilegio.

MUSSOLINI

Da li Popolu_ d'Italia, N. 277, 19 novembre , 1921, vm.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 259

RISPOSTA AL « PAESE »

GIA FATTO!

Su uno dei p iù recenti numeri del Paese, il signor Giorgio Levi Della Vida, uno ~ei pochi scrittori di quel giornale che ami tenersi su una linea di una certa . obiettività nel giudicare il fasci smo, così scrive a conclusione di un suo articolo:

« Ma oggi, a costo di parer ingenui, vogliam o prescinde re da ogni considerazione e deduzione, per quanto ovvie e legittime, Oggi vogli amo fare appello a quei. fascisti nei guaii ci ostin iam o a presumere la buona [ede, l'onestà, il patriottismo sincero. Chiediamo loro di pronunziare, essi per primi , una p a· rola di deplorazione e di condanna contro chi ha osato in questa Roma nera a ogni èuore italiano e a pochi giorni" di distanza dalla celebrazione d i u n rito di concordia fraterna rinnovare le imprese nefand e ·della caccia all'uomo, riac. cendere, sen:ra neppure la scusa di un pretesto plausibile, la fiamma distrug, gitrice della guerra civi le.

« V enga dunque sollecita questa parola a dirci che non tutti. i fascisti sono solidali con le azioni delittuose di una frazione dei propri co~fratelli; venga a confermare, in maniera irrefutabile, il proposito, più volte espresso, di u na trasformazio ne d el fascismo tale che gli consenta di essere accolto .nel n umero d ei partiti che hanno diritto di vivere in un consorzio civile, Se essa m anca, dovremo concludere c he quel proposito era mendace, che esso costituiva soltaoto una manovra capziosa diret ta ad assopire i sospetti degli avversari, ad acquist are sub, dolamente le simpatie dei 'dubbiosi. E che in realtà il fascismo, oggi come ieri, è un' associazione terroristica, che si pone volont:iriamente foori della legge, e che la legge ha il pr«iso dove~ d i estirpare e distruggere con ogni mezzo, perché essa attenta alle cadici s tesse dell' esistenza n azionale.

· « T ale è il dilemma, dal quale no n vi è via di uscita. Ai responsabili del fascismo la ~isposti.t ».

I responsabili del fascismo hanno già risposto. Il prof. Della Vida

è pregato di leggere o di rileggere il discorso· moJto chiaro pronun· ciato da Mussolini all'Augusteo. D'altra parte domandiamo al Della Vida: com'è possibile disarmare il fascismo quando ·i suoi nemici aumentano di numero· e di furore? Com'è possibile la tranquilla di. srussione ed il sereno dibattito delle idee, quando molti giornali, e il Pae1e fra questi, tentano di schiacciare moralmente e politicamente il fascismo come un'accozzag lia di Selvaggi e di delinquenti?

ll lavoratore comunista dì ·Trieste così co!lclude una su a nota dedicata ai fatti di Roma:

« Questa conquista non deve andare perduta. .Assurdo era pensare che un "Vespro" a ntifascista potesse compiersi in una sola città e in quella che meno ave,·a provato Ji.nora la ferocia dell"attacco e ddfoppressirn:.ie. Ma all'esempio di Roma guardano gli operai e i contadini che per un anno hanno sofferto e c0Vato nel cuore la vendetta e con animo di speranza - noi crediamo - cercano anche essi le armi.

«1:: lunga ancora la via. che de\'e condurre alla riscossa ? Noi non lo sappiamo Certamente essa sarà faticosa e grave, ma è certo pUre che l'oppressio ne non sarà finila fino a che dalla difesa non si sarà passati all'attacco e questo non avrà travolto tutte le posizioni del nemico.. .

« P er questo, dai battag lioni proletari d elle città industriali, daHe squadre dei contadini risorti alla vita e alla lotta, l'esempio di Roma deve essere raccolto, trasform ato eJ elevato. Il grido dì riscossa contro i Fasci nori p uò essere altro che il grido della guerra di classe.

« E Roma non può essere stata altro che un punto di partenza »

Può darsi che il treno çomunista s ia in partenza, ma il fascismo lo attende agl i scambi e lo farà deragliare....

Da .Il Popolo d'Italia, N. 277, 19 novembre 1921, VIII {r).

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 261
•••
" I I i il I

[ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA]*

M11110/ini esamina !et 1ituazione del fascismo dopo le giornat e di . Roma. Constata l'imboirata JOcia/.cagoiana e 11n cerio risveglio dei partiti antinazionali. · ·

Afferma la. ~eceuiJà di un· organo fascista a Roma. fa amina l a que1tione sindacale delucidando l' importanza de/t'organizzazione degli add elli aile comunhazioni.

Des;dera che la direzion e del Partito liquidi t ulle l e qNeJtio n i personali. Si manifesta f avo revole al tra.1porto a Roma della direzion~ del Partito1 la qual e dovrebbe avere a Jlla disposizione un 01'gan& quotidiano. Ritiene utile sopprimere grari parte dei 1el/imanali, valendo;i, ove è pou ibile, d ella stampa amica. ·

Propone la norizina di tre propagandiJti: per l'Italia 1etlentrionale1 centrale e meridionale**.

• Riassunto delle dichiarazioni fatte a Milano, nella sede del Partito Econ omico sita in piazza del Duomo 2, la sera de l 19 novembre 192 1, d urante la riunione plenaria della. d irezione e del comitato centrale del Partito Nà?.ion ale Fascista e della vecchia commissione esecutiva del movimento fascista. (Da 11 Popolo d' Italia, N. 278, 20 novembre 192 1, VIII)

•• Seguono dichiaruioni di Marsich e De Stefani.

Indi « Mussolini afferma che la questione che riguarda talune zone fa sciste, venga affrontata e risolta. Propone inchieste che appurino i fatti In quanto alle squadre, non vorrebbe la suddivisione tra fascisti e squadristi, Ola un tutto armonico e diSciplinato. "Pa.uÙ/4 e 1q1utdrista si debbono idinti/frar,". Propone poi di lanciare un manifesto agli italia'ni e la convocazione d·un congresso delle organi:uazioni sindacali fasciste o aderenti a l fasdsmo. " Qlinto rongreno dovrebbe decidere se il Parlito d ebba far 1ue le organizzazioni o se esse i nVf'ct non debb11no ·por/are esp/id111mente una eJi<hetta fauista ". t; d 'accordo con De Stcfani per qua{lto rig uarda l'attività parlamentare ».

Quando si passa a discutere sull:i. sede della segreteria e su ll·organo del partito, « Mussolini insiste per la fondaz ione d'un organo ufficiale del fascismo ed accenna a questioni di ordine pratico t! contrario all'edizione romana del Popolo, ·

« Goo~ Elke che ! già stato affrontato il problema pec la fondu.ione i~

' .

Bologna di un quotidia no fascista, con un iniziale, 'lusinghiero s u<:cesso. Il progetto è tuttora in stato di attu11.Zione.

« Mussolini di<:e o.he deve essere risolta in un primo tempo la questione del quotidiano a Roma».

Sul problema d ell'.org anizzazione sindacale e della disdplina interna, « viène approvato al l'unanimità il seguente or dine d el giorno Mussolini:

« "l i Comitato ,enlrale d el Partilo N azionale PaJCÌJta invita i Pa,d di tlitta Italia a d edicarsi col maJiimo fervort! all'"ope rtt di organizzazione tindaca/1! e cooperativa, , on pa.rticolt:We f"iguardo agli addetti alle ro municazioni" ».

Jndi si approva a ll'unanimità anche il seguente o rdine del g iorno:·

« Il Comitato centrale del Partito N azion ale Fascista, i n seguito alla denuncia formale del t rattato di paci ficaz ione, i nvita tutti" i Fasci a controllare le azioni d ei singoli iscritti e ad impedire Sesti di violenza <:he non rappresentino un caso di legittima difesa o la necessiti di rintuzzare colla m assima energia attacchi degli avversari o attent ati a lla vita de lla nazione».

D opo che l'adunata ha nomin.l.tO Mi<:hele Bianchi seg reta.rio generale del Partito, « Musso lini propone che a vicesegrelario a.mministràtivo ve nga riconre rmato Mar inelli ( +)».(Da Il Popolo d' ltalia., -N. 278, 20 novembre 19 21, VIH)."

DAL CONGRESSO DEI FA SCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 263

Poche lince di commento ai primi lavori dei nuovi organi d irettivi del Partito Nazionale Fascista. Anzitutto ci compiacciamo per la scelta di Michele Bianchi a seg reta rio generale politico. 11 Bianchi non è soltanto un fascista dal nascere del fascismo, ma ha coperto cariche di responsabilità nel fascismo milanese ed è uomo di vasta cultura e di soda preparazionè politica. D ei ·voti, i più importanti sono due: quello che riguarda l'organizzazione s indacale e l'altro che concerne il denunciato trattato di pacificazione. Circa i1 primo, sarà indetto un congresso fra tutti i nostri organizzatori. Per il secondo, parla chiaro l'ord ine. del giorno. Tufti i· fascisti _dal primo all'ultimo devono prenderne atto ed agire in consèguenza. L'ordine del giorno fissa chiaramente i confini della violenza che dev'essere di legittima difesa. Certi gesti inconsiderati - come quello oramai troppo noto della imposizione di to., gliersi il cappello davanti ai gagliardetti - non devono essere più compiuti. Altre manifestaziQni piccine di intolleranza devono assolutamente cessare. Costringere degli estranei a gridare « Viva l'Italia! » o ad ina lberare il tricolore, significa fare del leninismo a rovescio. L'uomo che voi costringete a gridare << Viva l'Jtalia ! » sarà un antipatriotta ' per tutta Ja vita, Queste ·cose sono state dette ce nto volte su queste .colonne, ma non è inutile ripeterle. le prime decisioni del nuovo Par- , tito sorlo ta li da sègna re una chiara Jinea d'azione. Tocca ora ai fa. scisti di tutta Italia seguire con fervìdo sp irito di disciplina ~e decisioni dei capi, i quali obbediscono ad un duplice amore: la. nazione e il fascismo.

Da Il P~polo d'Italia, N. 278, 20 novembre 1921, VIII (,).

[COMMENTO]

UN EMULO DI GASTI

Abbiamo letto su un giornale · romano - trasecolando .- q uanto segue:

« Ora noi d domandiamo: per quale delittuosa tolleranza si p ermette che uno dei partiti in Italia, e precis~te quello che si· appoggia ai ceti re~lZionari ed agli elementi più torbidi ed anarchie~ della borg hesia, possà. costitufre nel suo seno un vero esercito, che ha commesso iru1umerevoli delitti di $angue, · intimidazioni, sfratti, incendi, ecc., · ecc.? Esiste per cotesto partito i! ·. codice penale?

« Non si tratta di sciogliere i Fasci di Combattimento come organ izuzioni di partito, ma di sciogliere le squadre ·d'azione, che sono una vera _organinazione militare, inquadrata gerarchicamente, armata e costituita per compiere delle azioni delittuose

« Sarebbe tempo d'accorgersene che queste squadre costituiscono un vero e grave pericolo per la pace pubblica e danno al partito al quale fanno capo una preponde ranza tutt'altro artificiale nel gioco p olitico. Qui vi è una grave, profonda violazione dello Statuto; vero attentalo alle libertà pubbliche e civili.

« lo no n sono un penalista e potrei qui ndi sbagliarmi, ma non mi p are si possa avan zare dubbio sulla .illegalità di q ueste squadre d'azione, ehe, <lei resto, è stata riconosciuta dal Governo stesso in una risposta ad una inlerrogazione rig uardante gli arditi del popolo. Se esse non cadessero sotto 111. sanzione deJl';art.. 2H, cadrebbero sotto quella del 254 ; ma vi sono dieci mesi di g uerra civile. che le fanno entrare a bandiere spiegate nel primo».

Il giornale che stampa, come articolo di fondo, queste enormità poliziesche, non è un giornale comunista o socialista o nittiano o gioIittiano;· no: è un giornale repubblicano, il giornale ufficiale del Partito Repubblicano Italiano,

L'antifascìsmo dì tutti gli altri p artiti non si è mai· spinto a simile grado di abbiezione, L'antifascismo degli altri partiti non è mai giunto a chiedere l'ausilio delle questure; ad invocare dei provvedimenti liberticidi. Dalla neutralità nella lotta fra fascismo e comunismo proclamata uh tempo solenfleme nte dal Partito. Repubblicano, sono arrivati alla richiesta di scioglimento di una orga nizzazione politica, Ombra di Pelloux,. nasconditi o copriti col berretto frigio !

L'autore dì questa nota, Che bastà a disonorare un partito, ticorda i delitti fasci sti e dimentica gli assassinati fasèisti: gli agguati di Bologna e di Ferrara, le imboscate di Empoli, il massacro del «Diana» .

11 foglio repu.bblicano dimentica che Je squàdre fasciste sono sorte dopo le « guardie rosse», militarmente' organizzate, e i cui misfatti durante l'occupazione d elle fabbriche tutti ricordano. Dimentica quel signore che in ogni caso non si possono sciogliere le squadre d'azione se contemporaneamente non si adotta lo stesso provvedìmentò contro le organizzazioni similari, copiate dagli altri partiti, non escluso quello Re- · pubblicano. Quel signore ,aspirante ad una questura del Jlegno sabaudo, deve mostrarci come e qual~ente si possano sciogliere le squadre di azione. Prima di lui ci si è provato un questore autentico; quello di Milano, il commendatore Gasti! All'indomani delle elezioni del 1919, quando Lenin trionfava e i ~epubblic:ani non si sapeva dove fossero, il questore Gasti sciolse le squadre, sequest~ò i .reg istri , sprangò la sede, maridò a San Vittore alcuni dei dirigenti è Si imbastl un processane. Allora il fascismo era un fenqmeno puramente milanese; eppure s i è visto quali risultati abbia avuto il provvedimento del questore Gasti, la d ist inzione fra squadre d'azione e organizzazione politica è · d i una gesuiterìa perfetta. Ognuno sa che tutti gli squadristi sono ·necessa riamente fascisti e che tutti i fascisti sono, in caso di necessità, squadristi. Fra i due elementi c'è e ,·i de:ve essere una assoluta identità Sciogliersi in che modo? Mandando tutti gli squadristi io galera? Bisognerebbe -che tutta l'Italia diventasse un carcere, còn a capo aguzzino lo scrittore del foglio repubblicano, Fucilazioni in massa ? t;: forse questo il segreto desiderio de l signor Pan? Si faccia coraggio e lo dica, dal momento che non ha nessuna repugnanza ad invocare g li articoli del codice penale sabaudo contro i fascisti. Soltanto che fucilare alcune centinaia di migliaia di giovani non è cosa da prendersi alla leggera. Si spieghi dunque il fascistofobo repubblicano come intendé di scioglierci e magari inseg ni il gioco al commendatore Casti della Que· stura· di Milano. Noi non sappiamo se tutti i repubblican i italiani -s i rendeta·nno soJidaJi con l'indecente esibizione poliziesca del Joro organo ufficiale. Vogliamo sperare di no. Qua e là si notano infatti ì segni di ~na fronda contro l'eccessivo - e adesso questurinesco! - antifascismo degli organi direttivi del partito.

Antifascisti finché si vuole, ma non c'è bisogno di rubare il mestiere a Buonfanti-Linares !

Da 1/ Popolo d'll.tlùt, N. 278, 20 novc-mbrc- 1921, VIII.

266 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
MUSSOLINI

NEL SOLCO DELLE GRANDI FILOSOFIE

RELATIVISMO E FASCISMO

A pagina 62 del suo esauriente libretto sui « relativisti contemporanei», Adria no Tilgher così e troppo rapidamente accenna al movimento fascista:

« Sotto i nostri occhi abbiamo visto in Italia, nell'imp rovviso venir meno dell'autorità statale sotto l'assalto proletario, insorgere il moto fascista , proda· mante che lo Stato non "è " , ma di volta in volta si fa da quelli che credono in esso e lo vogliono, Il fascismo non è che l'assoluto attivismo trapiantato nel terreno della politica ».

La definizione è esattissima. Con questa affermazione, Adriano Tilgher immette il fascismo ·nel solco d elle più gcandi filosofi e contemporanee: quelle della relatività. Se il Tilgher avesse seguito da vicino, quotid ia namente, l'opera del fascismo, avesse notato le fasi d i sviluppo del movimento e i _ suoi princ ipi direttivi, dico senza immodestia ch'egli mi avrebbe collocato fra i relativisti, se non teoreti.ci, almeno pratici.

Jn ·Germania, il relativismo è u na audacissima e. demolitri ce costruzione teoretica -(forse la rivincita filosofica della Germania, che potrebbe annuncia re quella militare?); in Italia, è solo un fatto. Il fascismo stato un movimento super-relativist~ perchf non ha mai ·cercato di dare una veste definitiva « programmatica )> ai suoi complessi e potenti stati d'animo, ma ha proceduto per intuizioni e frammenti, di cui si trovano documenti in questo giornale. T utto ciò che io ho detto e fatto in questi ·ultimi tempi, è relativismo per « intuizione ». Se, difatti, per relativismo deve intendersi la fin e del scientifismo, il tramonto del mito «scienza», intesa come scopritrice di verità assolute, io posso· vantarmi di aver applicato questo criterio · nell'esame del fenomeno socialista. In un discorso da mc pronunciato a Bologna il 3 aprile del 1921, io dicevo che « niente al ·mondo era più g rottesco che chiamare scientifico il socialismo»; e più tardi, dopo aver negato ogni verità a lle dottrine scui-e, incoerenti del socialismo, negavo ogni carattere di fatalità all'avvento d el socialismo stesso.

Che i social~i credessero per i più svariati motivi nella verità e nella fatalità del socialismo, è' affare che riguarda loro, ma bisog nava opporsi a che Ja fede in cjuesta v erità e fatalità oltrepassasse la cerchia degli adepti a quella ch~esa. Bisognava insomma creare un':lnti· verità e un'antifatalità rispetto al socialismo.

Fra queste due forze, il successo è giudice ed ha _giudicato. I socialisti che credono in una verità in sé del socialismo, ad u na fatal ità ineluttabile del socialismo, sono pochi, anche se si ".ergognano di confessarlo. Njente prova che il capitalismo, col tipo di civiltà che da esso prende forma, debba necessariamente sboccare nel ·socialismo. Questa successìofle, che si pr~tenderebbe naturale ç logica, di tipi d i economia_ e di tipi di civiltà, è invece puratrlente arbitraria: la critica elevatistica ha fatto ta bula rasa di questa mentalità storicista e democratica, per cui la storia sarebbe <(scontata» sempre in anticipo e sì saprebbe se'mp rc dove gli uomini e le loro sòcietà v:i.nno a flnire. ·

Si credeva, ad esempio, che la guerra dovesse sboccare nella rivoluzione. n p ro babile il viceversa. · I rivolg imenti politici che abbi.i.mo vissuto, possono costituire in realtà l'inizio di una grande restaurazione. Col processo al « cittadino >>, si fa il processo al secolo XIX.

Non è detto che sia imminente un periodo di maggio[( libertà, di maggiore democrazia con relativi sutlragettismi. :P, possibile che i p rossimi decenni veda no fa fine ingloriosa di tutte le cosiddette conquiste democratiche. Dal governo dei molti e di tutti,_ ideale estremo deHe democrazie, è proba_bile che si_ torni ;;.l governo di p ochi o di uno solo Nell'economia, · l'esperimento del governo dei molti o di tutti è già faUito. fn Russia si è tornati ai dittatori di fabbrica. la _politica non può tardare a seguire l'economia. Non vedo chiaro d rca la -sorte del suffragi~ universale e relativi ~mminicoli proporzion:ilistid. Fra poco sarà« vecchìo gioco·». Gli uomini avranno forse Yagbezza di un dittatore .

Se p er relativismo deve i!}tendersi il dispregio per le categorie .fisse, per gli uomini che si. credono portatori di una ·yerìtà obiettiva immortale, per gli statici che si adagiano, invece che tormentarsi a rinnovellarsi ince,:ssa ntemcntc, per quelli che si vantano di esse~e sempre uguali a se stessì, niente è più relativistico della mentalità e dell'attività fascista. Se relativismo e mobilismo universale si equi valgono, noi' fascisti, che abbiamo sempre manifestato la nostra _ spregiudicata strafottenza davanti ai nominalismi sui quali s'inchiodano, come pipistrelli alle travi , i bigotti degli altri partiti; noi, . che abbiamo avuto il coraggio di mandare in frantwni tutte le categorie politiche tradizionali e di dirci a volta a volta aristocratici e .democratici, rivoluzionari e reazionari, p roletari e -antiproJetari, pacifisti e .antipacìfist i, nòi siamo ve-

268 OPERA_ OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

ramente i relativisti per eccellenza e la nostra azione si richiama direttamente a i più attuali movimenti dello spirito europeo.

La nostra ripugnanza a· costringerci ad un prog ramma, pur coll'intesa che più d i un p rogramma si tratta di semplici punti di vista di riferimen to e di orientamento, la nostra posizione di ainosticìsmo di fronte al reg ime, l'aver tolto dagli altri partiti ciò che ci piace e ci giova e l'aver respinto quello che non ci garba e ci nuoce, i.I deride re che facciamo su tutte le ipoteche socialistiche e comunistiche sul misterioso futuro, costituiscono altrettante docwnentazioni d ella nostra mentalità relatiyistica. Ci basta di avere, _per muoverci, un punto di riferimento: la nazione. Tutto il resto cammina da sé.

Nel relativ~smo « alla vita e a ll'azione» viene riconosciuta - dice Tilgher ·- una supremazia assoluta sulla intelligenza.

« D alJ"~uivalersi di tutte le opinioni, lo scettico antico deduceva che, dunque, la sola cosa da fare era d i rinunciare a giudicare e ad agire Dall'equivalersi di tutte le ideologie, tutte egua lmente fin zioni, il relativismi:> moderno deduce che, dunque, ciascuno ha il di ritto di crears i la sua e di imporla con tutta l'energia di cui è capace. Il formi dabile movimento odierno che d allo storicismo svolge il relativismo e lo scetticismo uni versale è, dunque, n ient'altro che lo sforzo che le forze profonde della vita, nuove e perciò rivoluzionari~, compresse dalla ideologia storicista dominante, divinizz.atrice del passato, e, ·i n n ome di esso, negatrice dell'avvenire, fan no p er scrollare il ferreo giogo ed aprirsi il varco alla luce»

Il fenomeno fascista jta liano deve apparire a Tilg her come la più alta e 1a più interessa nte m anifestazjone deJla filosofia relativistica; e se, còme il W ahingcr afferma, il relativismo si riannoda a Nietzs~he e al suo Willen zur Ma rht, il fascismo italiano è stato ed è la più formidabi le creazione di una « volontà di potenza » individuale e naz ionale.

MUSSOLINI

D a li Popolo d'Italia, N. 279, 22 novembre 192 1, VIII.

DAL CONGRESS O DEI FAS CI ALLA CONFERENZA DI CANNES 269

SMENTITA IN PIENO

Si è costituito in questi giorni il Partito Agrario N azionale. Questo Partito ha già un gruppo di una trentina di deputati alla Camera e una diffusa organizzazione politica e giornalistica nel paese. Che cosa dimostra questo fatto? Chie Agraria e fascismo non sono la stessa cosa, come vanno calunniando i socialcomunisti. Che l'Agraria non crede di essere tutelata d al fascismo. Che il fascismo non è agli" ordini dell'Agraria, poiché, se così foss e, g li agrari non avrebbero sentito il bisogno di inquadrare le loro forze in un vero e proprio Partito. Di questa costituzione degli agrari· in Partito, noi, in particolar modo, ci compiacciamo. Noi non contestiamo agii agrari di difendere i loro intenessi; noi ·neghiamo che il fascismo possa dif endere questi interessi particolaristici. La costituzione degli agrari in Partito Nazionale, è la migliore smentita alle voci diffamatorie dei nostri nemici, sempre pronti a trarre generalizzazioni arbitrarie da episodi particolari ; e, nello stesso tempo, la più efficace risposta all'articolo di Zibordi comparso nel nu: mero di domenica scorsa sull'A vanti! .b quasi certo che no nostante la costituzione ufficiale e s~lenne del Partito Ag rario Nazionale, i nostri avversa ri socialcomunisti continueranno a vociferare di un faScismO venduto all' ~graria. E lasciamo che si divertano !

Da)/ P(Jpolo d' lralia, N. 279, 22 novembre 1921, VIII (r).

O riginale dell'articolo S mentile in pieno (22 novembre 1921) ,

IL MANIFESTO DELLA NUOVA DIREZIONE DEL PARTITO N AZIONALE "FASCISTA

Assumendo la direzione del Partito Nazionale Fascista, salutiamo i nostri morti, salutiamo j militi del nostro. esercito, salutiamo tutti g li italiani credenti nella grandezza d 'Italia!

Il movimento f ascista, trasformatosi , per conco rd e volere dei rappresc:ntanti dei Fasci di Combattimenlo convenuti a Roma, in pa rtito politico, nulla ha da rinnegare d i .quella che è stata la sua storia intessuta di sacrifici e sa ntificata d al sang ue dei suoi martiri.

La trasformazione del movimento in pa rtito è pertantç> u no sforzo rivolto a saldare e ad inquadrare in una "più ferrea disciplina quanti intendono di essere soldati obbedienti sotto i ·· nostri gagliardetti di combattimento; è la manifestazione d i una volontà più decisa a contribui re all'opera di ricostruzione def paese; ·è il bisogno d i un più preciso programma p er differenziarci e individuarci fra quanti altri movimenti partiti tendono al governo del . paese.

Oggi, come ieri, il fascismo rivendica il titolo d'onore che è la base della sua medesima esistenza e lo spirito animatore di ogni suo atteggiamento: Noi .siamo una milizia volontaria po.sta al ;ervizio della nazione.

Saremo con lo Stato e per lo Stato tutte le volte che esso si addimostrerà geloso custode e difensore e propagatore ' della t,radizione nazionale, del sentimento nazionale, d ella volontà nazionale, capace d'imporre a tutti i costi la sua autorità.

Ci JOJtituiremo allo Staio tutte le volte che esso si manifesterà incapace di fronteggiare e di . combattere, senza. indulgen~e fun este, le cause e gli elementi di disgregaz ione interiore d ei principi della solid arietà nazion ale.

· Ci schiereremo contro lo Staio q u alora esso dovesse Cadere nelle mani di coloro ch e minacciano e attentano all' avvenire del paese.

1~.
XVII.

« L'Ita lia }nnanzi tutto, l'Italia soprattutto ».: questo il programma d'ieri, questo il prog ramma di 08gi e di domatli.

Viva l'Jtalia! Viva il fasc~smo!

la direzione del Partito Nazionale Fascista:

MUSSOLINI • GRANDI • MARSICH - DUDAN -S ANSANE LLI - BOLZON - CALZA.BINI - BASTIANINIROCCA • POSTIGLIONE

Il segretario general e : MICH ELE BIANCHI

D ~ li Popolo d' It,.1/i~. N. 279, 22 novemb re 192 1, vm ( o, 46).

272
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

.

TIRO A SEGNO

«VADANO A FARE I POLIZIOTII... »

Chi deve andare a fare il pol iziotto? Chi d à questo speciale, straordi. nario, fraterno consiglio? Sono i comu nisti che dev_ono andare a fare i poliziotti, e chi li consiglia in tal senso è - immaginate? - Errico Malatèsta in persona:

« Aspettando d i potere ammanettarci, processarci e.... fucilarci, i comunisti dell'Ordine N11o f10 d i Torino e d el Comunfrta d i Roma fanno intanto quel poco che p0ssono : si sforzano di calunniarci. ·

« Aspiranti al n obile mestiere di fornitori di carne umana alle galere ed ai patiboli, fanno già da ora i primi esercizi copiando i poliziotti di Russia e d'Italia, che qualificano dì malfattori i nemici che vogliono colpire. ·

« Noi p rotestiamo cont~o le pe rsecuzioni a cui sono sottoposti in Russia i compagni nostri e quanti altri non s i piegano al volere del tiranno bolscevico; ed i l Comunhta di Roma spiega subito coll' evidenza del disegno che noi difen. diamo la borgh~ia russa contro le rivend icazioni del proletariato.

Noi ret::lamiarrio in Italia l"ug ua le libertà per tutti, comunisti, anarchici, , fascisti , clericali, ecc..., e l'Ordine Nu o1Jo ci dipinge come se noi trattenessimo gli operai che si difendono contro g li attacchi proditori dei fascisti.

La ve rità la che noi lament iamo il rinnovato imborghesimento d ella Russia, come lamentiamo la poca e nergia de lla resistenza operaia contro il fasdsmci.

« Ma siccome noi non invochiamo i poliziotti, i comunisti non ci capiscono nu lla

E vadano una buona volta ·a fare i polizia ni sul se rio. a Ja loro vocazione e forse ci riusciranno ».

Questo gustoso trafiletto è appa rso in uno degli ultimi numeri di Umanità N ova e in f>rima pagina. E poi salta fuori l'A vanti! a dich iara re candidamente che i fascisti si mangiano fra di loro. Ci pare, invece, che di queste cannibalesche abitudini siano dotati i sovversiVi.

Il ragioniere Mario Tagliaferri d i Mi lano, insieme con una offerta pro-famiglia Baldini, ci manda la se~ente lettera:

L'artico lo Un tmulo di Gatti nel Popq/ o d'Italia, N. 278, ha tutto i l mio consenso di repu bblicano dimissionario da l partito, perché mi voll i separare dai

PROTESTE

padreterni di Roma e dal loro giornale dopo oltre venticinque anni di devozione fed ele e provata alla mia nobile fazione.

Augw;o che i non pochi repubblicani pensanti come me disassocfno la loro responsabilità morale da quella di un correligionario quietista, il quale invoca gli sbirri del la legge. --: '

Rag. M,\11.10 TAGUAPIHlRI

Non ci facciamO illusioni circa il numero dei repubblicani che protesteranno ·contro la prosa di Buonfanti-Linares ospitata dal g iornale ufficioso del partito. Forse quelli di Cesena. Non certamente quelli di Treviso o di TrieSte, che delJ'antifascismo haflno fatto la loro precipua ragione di vita.

POVERO MAZZINI!

Il giornale dell'on. Bergamo, che è - in realtà - il più ignobile libello dell'antifascismo che si stampi in Ita lia, dice nell 'ulti mo numero:

« Per conio nostro, non provocheremo, ma alla minima offesa ad un uom~ nostro la vendetta sari inesorabile su persone,. cose, familiari ed interessi dei tre· volte prudenti, ma ben pagati fascisti Jcll:i M:irca e province viciniori »

Tanti saluti all'« educazionismo mazziniano» e· tant i c;omplimenti aH~ · morale del selvaggio. Curiosi questi signori: pretendorÌ.o di combatterci e ci copiano, anzi ci contraffannò ! H anno sete di sangue. Non per niente preannunciano nel ]oro foglio nuovo sangue e nuova strage. :E: il delirio della loro inguaribile impotenza!

SI CHIEDE UNA CORAZZATA!

· Diffi.tsa da talu~i giornali romaài, i quali nello spacciar frottole sono famos i, circol:i ·sui foglietti dell'antifascismo questa.. ., strabiliante novella: che Mussolini .sarebbe partito da Roma scortato da un'autoblindata !! ! Koloual!! Mussolini nella giornata di sabato - quarta dello sciopero generale - se ne - strafotteva de] medesimo e girava « solo » per le strade di Roma, come può essere documentato da molti che Io·incontrarono, fra i -quali, ad esempio, l'on. Tasca di Cutò. Mussolini partl alla sera, tranquillamente, nella macchina prest atagli da un amko, il quale, rimasto a terra, insieme con alcuni altri, non ha visto nulJa che ricordasse, anche da lontano, . un'autoblindata. In piazza di Spagna a quell'ora pioveva e non c'eta un 'ca ne. M a come corrono le fantasie sotto l'influenza dello sciOpero romano. Tuttavia i miei amici Ch iavolini e Baldini, figlio dell'ucciso , insieme allo rhduff~Hr, opinano

274 !)PERA OMNIA DI BENITO
SSOLINI
MU

che non dì autoblindata si trattasse, ma di una vera e propria ·corazzata con cannoni da « 152 » e da « 305 ».

La Questura di Roma è pregata di scegliere tra i corni di questo dilemma: o una ·corazzata o ·nulla r .

UN VIGLIACCO

L'immondo Pane ha pubblic;to ieri una sottospecie di poesia romanesca che finisce così :

B fenito qner tempo der sordino quer sordhzo gentile che .dice11a ,:upetteme Niné che m'avvicino Mo si chiami ,o'un fù,hio la regazza, povera viM tua, ,hi te la leva là palla de, fascista che t 'ammazza.'

Questa roba reca la firma dì certo Ernesto Aquilante. Bel nome d i, cretino e di vigliacco!

IL FROMBOLIERE

Da Il Popolo d'Italù1, N. 280, 23 novembre 1921, VIII (r).

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 275

MALAFEDE

Un bel ti tolo su quatt ro colorme in seconda pagina: Il proletariato crea; il jaHÌJmo dùtmgge. Il lettore si precipita sul testo· per vedere di quante e qua li distruzion i si parli. E trova il resoconto di un « convegno naziona le della federazione dei sindacati postelegrafonici » ; la notizia che <e i secondari della Parma-Suzzara protestano»; che « l'accordo con i cotonieri liguri è rnggiunto »; che << il congresso dei lavoratori è giunto alla sua terza ed ultima g iornata »; che « e'è un o sciopero di cartai della ditta Binda» Poi, sempre sotto lo stesso titolo tmffaldino, c'è una nota contro l'on . Olivetti, che non c'interessa. Finalmente qualche cosa di fascista : un incendio di una casa del popolo (quella di Bressana, ·in provincia di Pavia). Ma chi siano gli incendiari, non si sa. L'autore stesso della corrispondenza si domanda: « Chi saranno quindi i colpevoli?». U ltimo pezzo, sotto lo stesso titolo : un fascista truffatore. Forse che di truffatori non ce n e sono anche fra ilPm?

Quella dell'A vanti.' è. dunque una malvagia opera di diffamazi.one, cui si deve negare assolutamente anche la p iù lontana parvenza della buona fe de. Quale meraviglia se le masse cosi avvelenate preparano aggu ati e imboscate?

li bd lo è che nel numero stesso dell'A van!i.l, parlandci dello sciopero di Genova, il corrispondente riconosce che « ì fascisti hanno guardato con simpatia quel movim ento operaio, riconoscendolo g iusto».

E allora· dové va a finire il cliché di un fascismo sempitername nte «venduto» agli i ndustri.ili?

L'attèggiamento del P111 di fronte al fascismo è quanto d i p iù pietoso, miserevole e. vile si possa immaginare. Intanto il fascismo cam• · mina e a rriverà dove deve arrivare,

Da 11 Popolo d' llalia, N. 281, 24 novembre 192 1, VIIJ.

M.

IL LIBRO BIANCO

l 'on. Giovanni Zibordi, uno dei pochi scrittori del Pus che occupandosi del fascismo non versi nelle solite irritanti, banali diffamazioni, paragona )a prima fase del fascismo ad un libro bianco, sul quale uomini di tutti i pa rt iti scrissero la loro parola. L'affermazione è parzialmei:ite - soltanto parzialmente! vera . Sta · di fatto, e il resoconto d ella prima adunata costitutiva d el fascismo a Milano è là a testimoniarlo, che sin dal primò giorno furon tracciati de i confini, fu rono stabi lite delle esclusioni preventive. 1n un tempo successivo, . molto successivo, si coagula rono nel fascismo elementi di va rio genere, raccolti attorno ad un minimo coffiune denominatore programmatico che lo Zibordi conosce benissimo : difesa d ell'intervento, valorizzazione morale e politica della vitt~ria militare italiana, lotta contro le degenerazioni teoriche e p rat iche del socialismo ·divenuto bolscevico. E - poi, ché queste degeneraz io ni bolsceviche. avevano ferito una gran quantità di sentimenti e di interessi, è tutt'affatto naturale che a ll'unico movimento seriamente e prat icamente antibolscevico es istente in Ita lia confluissero innumerevol i petsone che il bolscevismo aveva urtato ne11c idee e danneggiato negli inte ress i, no n esclusilo riconosciamo còn una sincerità ignota ai nostri nemici - talun i esercenti o qualche agra rio.

Del resto Jo stesso fenomeno d'inRazione si era verificato nell' imròed iato dopoguerra in s~no al PM e non furono poch i, nei p rim i tnesi del 19 19, g li esercenti, i padron i di casa, i pescicani e gen te d i ta l calibro che chiesero 1a tessera del Part ito Socialista per avere una garanzia, non per alimentare una fede.

Ma g iunto alla terza fase del si.io svilup po, il fascismo va liberandosi di tutti coloro che si ·iscrissero sul suo libro mossi dai più svariati motivi, intimi e più o meno confessabili,. di ordine materiale e morale. Chi scrive ora sul libro del fascismo non è che il fascismo. Che cosa significa, infatti~ la .costituzione d ell'Ag raria in partito politico?

E· ~e· agrari e fa scisti .sono - come affermano i nostri diffa~atoritutt'uno, p erché alla Camera g li Agrari si sono appartati d alla ·« Destra Nazionale» e non si sono mai confusi col fascismo e coi fasc isti ?

E che cosa significa il fatic;oso travagi.io delle frazioni liberali e d ~-

mocratiche di· darsj un'orginizzazione po.litica deg na dJ questo nome, se non H riconoscimento del fatto che liberali e democratici non pos· sono più scrivere .sulle pagine non più bianche . del libro fascista?

Fissato questo processo di differe nziaZ io ne e . di ch iarifiCazione, lo Zìbordi t ro va che la formul a ·riassuntiva dd Part ito Nazionale Fascista (« l'Italia soprattutto)>) è vaga e che bisog na d efinire l'ltal ii . D 'accordo. _ Già nel mio discorso al congresso di Roma invitai colo ro che mi· asco ltava no a meditare sulle .abusate parole ·« g randezza· della patria » per d ar loro un senso completo e concreto. Dissi· _che « g randezza della pàtria » do veva intendersi in un senso anche ter rito ria le, inquantoché non si p uò p rescindere dal territorio, dai confini che lo presid i.1.no e ol tre i confioi, ma .si può prescindere da territori , che, per necessità strateg iche e colo niali ; rappresentìno d elle $ara nzie per il p acifico sviluppo della collettì_vità nazio nale. D issi che le parole « g randezza della patria >> dovevano avere Un sign ifi cato stork o -spirituale, nel senso che non basta _ avere l'orgoglio, qualche volta fatuo, delle g lorie · passate, ma bisogna avere Io spirito dj sacrificio e volont( diretto ad aumentar è, non a disperdere il g randioso p atrimonio spirituale delia nostra razza Dissi infine che « grandezza della patria » non p oteva non significare «grandezza » del popolo· che nel territorio de lla patria vive e che d ì essa è l'elemento fondamentale. Grandezza nel senso di benessere materiale, di dignità di vita, di elevazione morale. D issi a Roma q uel che su gueste colonne fu ripetuto le m ille volte e che cioè se le vaste, innumerevoli masse della popolazione lavoratrice sono abbrutite, rivoltose, malate, non ci può essere fioritura di economia nazionale, né grandezza d ' Italia. Siamo quindi d'accordo con Z ibordi q uando afferma che per Italia d eve intenders i « il suo papa ia operoso ed utile, Ja sua tradizione civile, il suo genio, il suo patrimonio d 'arte e di scienza». Siamò ancora perfe ttame nte d'accordo con lui che il bene ddl'italia « consist"e nell'estendere la sua g iustizia, il benessere, 1a sua cultur_a aJ maggior numero dei suoi fig li » . M a dove il d isaccordo si appalesa netto e insan abile, è ci rca il mez_zo col 9uale Jo Z ibordi sì rnude di real izzare tutto ciò: contribuendo cioè - come d ice l uia far catriminare l' Italia verso il socialismo. Qui intimiamo il nostro « alt l » polemico. Prima di tutto perché non sappi a~ o di preciso che cosa sia oggi il soci alismo : se· sia cioè una praticaccia parlamentare o ùn ideale; un metodo o un mito; un commercio o una f ede . N on sap piamo dunque verso quale sorta di socialismo l'on. Zibord i voglia incamminare l'Italia. N eg hiamo, poi, ·che il socialismo - comunque concepito· - possa realizzare la g randezza del popolo itali~no, _perché tutte le sue fo rmule sono arbitrarie1 illusorie, demolite dall 'esperienza. Illuso ria è la formUia. jnternazionalistica, · quella classista, l' altra socia·

278 OPERA OMNIA DI BENITO MUS S0l.1N1

lizzatrice; assurda è la conduzione in regime collettivo delle aziende, il che significa abbassamento d ella produzione, quindi miseria e fallimento (vedi caso odierno d el Consorzio cooperativo minerario di Firenze!); illusori e arbitrari sono tutti i postulati massimalistici del socialismo. Diffonderli fra ·1e masse della popolazione italiana, lavorare per il loro trionfo, vorrebbe dii:c lavorare per l'impoverimento e la rovina della nazione, Il proletariato non ha :i.ffatto tutelato il suo avvenire dal socialismo. Il proletariato italiano, come quello di tutti gli altri paesi, troverà il suo benessere attraverso l'opera dei suòi sindacati e sopra~tutto attraverso un aumento della produzione nazionale. Sindacalismo e produttivismo sono termini di un binomio inscind ibile. Può onestamente l'on. Zibordi dire che se i bolscevichi nel 1 9 1 9, precisamente all'epoca dei tumult i pel .caroviveri, ayessero tentato il g rosso gioco e fossero riusciti, l' Italia non sarebbe oggi nel più profondo degli .abissi . e insieme con l'Italia il proletariato intero? Opponendosi al bolscevismo, il fascismo ha in realtà salvato l'esistenza e l'avvenire del proletariato, poiché dove il bolscevismo .è passato, come in Ungheria, o dov'esso impera anco ra. come in Russia, la situazione del proletariato. è quanto di più miserabile e angosciosa si possa immaginare, secondo testimonianze concordi e incontrovertibili di tutti coloro - di qualsiasi fede - che ci sono stati. Resistendo .ora all'applicazione dei metodi e ~egli ideali dell'altro socialismo, quello cosiddetto addomesticato, il fas_cismo salva il proletariato e la nazione.

La nostra esplicita affermazione scaturisce dalle molteplici esperienze vissute dovunque durante questi anni di sanguinoso travaglio nella v ita dei popoli.

MUSSOLINI

DAL CONGRESSO DEI .FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 279
Da Il Popolo d'llaUa, N. 282, n novembre 1921, VJII.

FORZE E PROGRAMMI

Fra ·gli scrittori. politici it~liani che . più sembrano inquieta ti dal fenomeno fascista, è certamente .da annoveraré, e fra i primi, l'on . Labriola. Il deputato napoletano cosl conclude l'articolo suo p iù recente pubblicato sul Roma :

« I fatti di Rom'a hanno p osto il fasci smo sul terreno della discussion e. Ed ora - bon gré1 mal gré - pu~licisti e u om ini politici devono affronta.ria ».

D iscuti amQ, dunqù.~. Arturo l abriola torna a domandarc·: che cosa vuo le il fascismo? L'interrogat ivo è ozioso. P er sapere che cosa vuole 11 fascismo, basta seguirne le manifestazioni politiche. ·Per sapere, ad esempio, che cosa vuo le il fas cismo relativamente a tre dei_ problemi fondamentali della nazione - e cioè la questione _ag raria, la q uestion e meridionale, la questione marinara - l'on. Labriola è vivamente pregato di Jeggere Je relazioni e gli ordini del giorno presentati da Sansanelli, Polverelli, Mastromattei e approvati dal congresso d i Roma alla unanimità. 11 fascìsmo ha già. chiaramente detto che cosa vuole, ad esemp io, nei confront i · delle popolazioni allogci:ie incluse nei nostri confini; nei ·confronti della D almazia, dell'Alban ia, dell' Asia M inore ; nei confrorìt'i della pclitica da seguire verso i popoli dell'Oriente eu.ropeo. Il fascismo ha già postulati precisi per ciò c~e rig uarda Jo svecchiamento della nostra d ip lomazia e la tutela e la utilizzazio r:ie - ai finì d ell'espansione nazional e - de i m ilioni d i italiani disp ersi n el mondo. Anche i p roblemi d'ordine economico ·sindacale sono sta ti affrontati dal fasci smoi il quale non solo non ripudia, ma crea. organ izzazioni ·si ndacaJi e- cooperative, mentre respinge tutti i tentat ivi di gestioni statal i, perché dimostratesi antieconomiche da un'esperienza Oramai semisecolare.

'.È ·ridicolo credere e· far credere che i fascisti brancolino nel buio assoluto in tema di programmi. Noì ·-- ripetiamolo - llon ci teniamo troppo ad ave re un programma,. nel senso che i pa rti ti t rad iziona li daòno a questa parola, ma poss iamo vantarci di avere una nost ra soluzione p er ognu no dei molti ,problemi che bisogna finalmente risolvere-.

Ciò che in particolar modo angustia l'on. Labriola, è l'organizzazione tipica del fascismo. Poiché il caso gli ha concesso di assistere alla parata fascista di Roma, ne ha riportato un'impressione sbalorditiva. Che cosa avverrebbe·- egli si domanda - se queste forze cosl perfettamente inquadrate si scagliassero contro lo Stato? Probabilmente questo: che lo Stato non potrebbe resistere all' urto. Gliuom su questo argo-_ mento. Facciamo osservare al Labriola che l'idea di dare una costituzione interna di carattere militare ai partit i politici è venuta in un primo tempo anche ai socialisti. Ognuno ricorda le co nvocazioni alla Caffiera del Lavoro d i Mil_ano per costituire un eserci to rosso. Nuclei di quest'esercito funzionarono, del resto, durante l'occupazione delle fabbriche. Se i socialcomunisti non . hanno potuto raggiungere in fatto di attrezzamento militare la perfezione del fascismo, ciò è dipeso da molte, ovvie ragioni: materiale umano.scadente, perché il proletariato, nelle sue masse profonde, è panciafichista all'estremo; deficenza dei capi, sia t ecnica, che · morale; sbandamento delle masse dopo la fallita occupazione delle fab ~ · briche. Per queste ed altre rag ioni, il te ntati\'O di dare un'organizzazione militare al socialismo italiano è clamorosamente fallito. Per le stesse, ma antitetiche ragioni, è riuscito invece al fascismo di costituirsi una milizia efficentissima. ·

La situazione appare af Labriola squisitamente paradossale. Ma non lo è. Originale piuttosto. Il Labriola parla di partiti che hanno dei magnifici programmi - ma è poi vero? - senza forze per attuarli. Ecco il caso singolare di un partito accusato di non avere un programma, ma che ha tali forze da realizzare qualunque programma. Ci sarebbero. dunque dei programmi in cerca di una forza; e ci sarebbe una forza che cerca un programma. Il Labriola prospetta la si tuazione in questi termin i. La rea ltà è più semplice ed è questa. In un primo t empo, la forza del fascismo, lottando su un terreno ncgativç, di violenta oppo· siz io ne, ·non .aveva bisog no di un programma; oggi, rimasta intatta la sua forza e applicata sul terreno positivo, il fascismo definiscè se stesso e la sua azione con una serie di postulati programmatici. la posizione del fascismo, che intende fare della politica e non inten~e rinunciare alla sna potenza .militare, non è àffatto assurda come opina il Labrìola. Una politica trionfa se viene appogg iata da una forza. In questi tempi di fieri ·contrasti, 1a forza non va intesa nel senso morale, ma materiale

Lo statuto-regolarpento del Partito N azionale Fascista non sarà sfuggito all 'on. Labriola. Egli può constat:ue che il faScismo è un organismo squisitamente politico, che ha creato in sé una forza inquadrata per l'attuaz ione dei suol progetti. La storia insegna che per vincere certe resistenze non g iovano le preparaz ioni affrettate e tumultuarie delle ul-

DAL CONGRESSO DE[ FASC[ ALLA ·coNFERENZA DI CANNES 281

time ore: bisogna che la macchina sia preparata in ant icipo. L'organizzazione a tipo militare del fascismo ha inoltre il vantaggio di imporre un controllo alle azioni dei singoli e dei capi, una disc:iplina e un senso di respons·abilità per tutti. Il fascismo segna il tramonto d el vecchio concetto di partito, massa o gregge di tesserati, vincolati da una disciplina puramente politica; il nuovd concetto di par.tito risponde al diffuso e profondo bisògno che hanno gli uomini di una disciplina, di un ordine, di una gerarchia. Noi osiamo affermare che se la disciplina del fas cismo, per quànto ancora imperfetta, diventasse un abito nazionale, l'Italià uscirebbe dal periodo caotico ed anarchico della sua storia. Lo Stato italiano è capace di imporre ai suoi dipendenti quella disdpUna form ale e mo cale che i l fascismo sa e deve imporre ai suoi gresari ? La risposta a questi interrogativi è il giudizio sulle possibilità dello Stato che sorge, mentre l'altro declina.

Da Il Popolo d'l!alù1, N. 283, 26 novembre 1921, VIII, i

282 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
MUSSOLINI

I FATTI DI TRIESTE

Abbiarrio chiesto ieri telegra.6camente notizia al Fascio Triestino di Combattimento p er conoscere in qual modo e per quali motivi si è svolto l'~cidio dei due tipografi triestini Fino al momento in cui tracciamo queste linee, nessuna risposta ci è pervenuta.

La cosa non ci meravigli.i. per il fatto che a Trieste lo sciopero gene rale assorbe forzatamente tutta l'attenziorie e tutte le e nergie dei fascisti di quella città,

Se l'episodio è avvenuto nei termini in cui lo raccontano quasi tutti i g iornali, noi non possiamo che deplorarlo nella maniera p iù esplicita e solenne.

Anche accettando fa versione più benevola, c'è e:videntemente una sproporzione fra il delittç che avrebbero commesso questi due tipografi, .quello cioè di spiare da u na invetriata per vedere quali opera i lavoravano _ alla compilazione del bollettino fascista, ed i colpì di revolver dopo un giudizio meno che sommario.

Se, come è probabile, si tratta di d ementi irresponsabili; se, come è possibile. il fatto si è svolto al di fuo ri della volontà dei dirigenti il Fascio Triestino, è necessario che il Fascio stesso lo dica chia ramente , scinda la sua responsabilità ed abbia il coraggio di accedere al criterio dì quelle eventu ali riparazioni . che fossero chieste dai tipog rafi stessi, I fascisti triestini in particolare, 1. fascisti italiani in generale devono ricordare che i tipografi rapp resentano nella classe operaia ita liana un elemento di serietà e di equilibrio; devooO ricordare che il loro seg retario generale, Tommaso Bruno, è stato con noi dura nte la vigilia interventista; . devono ricordare che, salvo trascurabili nuclei di professionali del sovversivismo, i tipografi. italiani sono stati sempre piutto~to refrattari a quella manìa scioperaiola che pareva avere invaso nel dopoguerra quasi tutte le categorie del proletariato italiano.

Sappiamo bene che i comunisti compiono delitti infinitamente più orribili e più feroci, come quello .di Castel San Pietro; ma non è una buona ragione questa perché i fascisti ne adottino i metodi crimin ali e micidiali.

Ancora una volta sia detto che il fascismo non può fa re del P11; a roves,io e che se cosl fosse, van.e parole sarebbero quelle che fig urano

nei postulati programmatic~ del fascismo, e c_ioè elevazione delle maSse lavoratrici·e ·g randezza de,Ua nazione.

Chi~aino infine form almente che la direzione del Part ito N aiionale Fascista proceda sol,ecitiimente ad una inchiesta sull'ep i~dio triestino. E nell'attesa di questa inchiesta speriamo che i tipografi, che ·specialmente noi_ gio_roalisti dobbiamo considerare quali compagni di lavoro, non daianno seguito al ventilato sciopero generale di protesta.

Da li Popolo d'Italia, N. 283, 26 novembre 1921, VIII.

284 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
" ·

LA FUSIONE DELLE SINISTRE

Si annuncia da Roma un fausto evento d'ordint parlamentare:· avvenuta la -fusione delle cosiddette sinistre in una sola _sinistra, iJ cui nome non sembra ancora deciso. C'erano · una volta, fra il Centro popolare e l'Estrema socialista, ben d ue democrazie: una di esse ch iamavasi liberale, l'altra sociale, Quest'ultima è una fatica particolare dell'on Gasparotto. In che si differenziassero queste due d emocraz ie, sa rebbe stcaordinariamente difficile stabilire ed è altrettanto diffici le stabilire quanto abbiano in comune.

• Mi sapete dire perché ci siano dei liberali democratici e dei democratici liberali? Sottigliezze di bizantini! Ce n'è voluto del tempo e della buona volontà per realizzar(! la fusione d elle sinistre, almeno sulla carta di un concordato programmatico. Un programma? L'Avanti/ sbofonchia che « a parlare di fusioni di programmi politici è tempo perduto, visto e considerato che non ne hanno ~é l'una, né l'alt ra». Meno male; non sono soltanto i fascisti in difetto di un programma.

Il nuovo blocco può raccogliere dai 150 a i 160 deputati. Tutt\ gli ex-ministri ci sono dentro : da Giolirt i ad Orlando, non escluso Nitti. L'avvenimento h:1 questa genesi. Giova ricordare che le democraziespecie quelle italiane - sono massoniche e anticlericali. Le d emocrazie di Montecitorio mal sopportano che i popolari abbianò ben tre ministri e mezia dozzina d i sottosegretari. Le 'democrazie non tollerano tanta invadenza. Dal giorno in cui Rodinò fu ministro di Grazia e .Giustizia, l'elemento masson ico .dominante fra le demoCrazie decise d'impegnare battaglia. I conati per la fusione .cominciarono allora. Oggi soltanto sembrano arrivat i a buon punto.

L'evento avrà immediate ripercussioni d'ordine ministeriale? E _improbabile. I · democratici sOno già rappresentati nel Gabinetto Bonomi egregiamente, se non abbondantemente: democratici sociali o liberali sono il Gasparotto, il Beneduce, il Giuffrida, lo stesso Bonomi. Un ministero" senza popolari non è pensabile, sino a qu:indo i socialisti staranno sul l'Aventino. Non ci risulta che la democrazia senza nome voglia indirizzarsi a destra . Ora, la d emocrazia antìclericale, se vuole governare, deve acconciarsi alla mezzadria col Partito Popo lare, il quale bada al sodo, e « non dice mai no». Un senso di d ementàre pudore co nsi-

glia alla demoèrazia pur mo' nata di non avventurarsi immediatamente ù1 una crisi di Go.verno. 11 gio~o sarebbe trÒppo presto scoperto. Si at• tenderà il momento opportuno. .

Per ciò che riguarda il paese, la fusione del1e s inistre lascerà tutto ·al punto di prima.. Può dispiacere a qualcuno, ma noi torniamo a ripetere che si tratta di capitani senza soldati. Masse elettorali, si; masse dì partito, no. La democrazia non è un partito in Italia. Manca d i Una organizzazione.

In questo biennio, democrazia e ..liberalismo si sono molto giovati del fascismo. Domani no·n più. La lotta intransigente del fas cismo avrà per naturale conseguenza la riduzione e Ja scomparsa delle forzt puramente elettorali democratiche e liberJ li. Sintomi non man cano. I risultati di talune elezioni amministrativC informino.

Forse, stringendosi in blocco, democratici e liberali h anno obbedito ari un segreto, naturale istinto di conservazione, stimolati, esasperati da lla non transitoria fiumana d el fascismo.

Da // Pa pa/o d'lrafia, N. 284, 27 novembre 1921 , Vili

286 OPERA OJ,INIA DI BEN(TO
MUSSOLINI
.MUSSOLlNI

IL BUON CADAVERE

D ate· un cadavere, un buon cadavere .all'immondo giornale del Pus ed esso ci ballerà intorno la più sv"ergognata e macabra delle tarantelle. Davanti alla pagina dd l'Avanlì! ded icata domenica sco rsa al fatto di Trieste, ci si domanda se sarà mai possibile - domani o dopo - scendere con siffatte canaglie sul terrèno d elle competizioni civìli. Dalla prima parola all'ultima, tlltta la p rosa di qud giornale è intessuta di menzogne malvagie e ridicole.

Menzogna<GOè l'insurrezione dei tipografi italiani: questa famosa insu rrezione è.scoppiata dopo ben quatlro giorni' di eccitamento a freddo. Le masse . tipografiche hanno obbedito id un ordine venuto assai tard i per opera deg li elementi pussisti imperanti nelle organizzazioni. Se il moto di protesta fosse sfato passionale, spontaneo, sarebbe stato irrefrenabile e gli elementi dirigenti a vrebbero impartito l'ordine _ di sciopero fin da venerdl. Lo Sciopero non è stato spont:ineo ed è st~to completamente inutile. Questo sciopero non ha mcnomamcnte danneggiato la compagine del fascismo; ha invece danneggiato la classe tipografica italiana, ·ta q uale avrebbe meglio provveduto devolvendo il ·salario della g iornata di sciopero alle famig lie d elJe vittime. Le quali vittime si riducono.... ad una sola : il Milller.

M enzogna è l'ordine del giorno del Comitnto ccntr_ale dei tipog rafi, che parla di due g iovi nezze spezzate; menzogna spudorata que lla d e ll'A vimJi !, che per tutta una pagina parla di due morti, ment re il Gira1di, dato per ucciso, è ferito leggermente e guarirà. Menzogna che il Fascio Triestino sia in qualche modo responsabile dell'avvenimento, che ha invece esplicitamente deplorato. Ma quali conquiste crede di potere rea li2~1re, quali obiettivi crede di potere conseguire il foglio _ del ·p,u con 1a sua nefanda opera_di provocazione? G~lvanizzare, col diversivo antifascista, le masse operaie ital iane che sul terreno di classe passano di disfatta in disfatta? Tentare una controffensiva ? Poverino!

Ci fa molto schifo è4 altrettanta pietà. I socialisti milanesi, noi sappiamo quanti sono. Li abbiamo Co ntati uno pec uno: son 1413, d i· vis i in quattro frazioni. I socialisti in tutta Italia saranno sl e no ottantamila. N essui:10 di costoro pensa rea lmente di ven ire a fracassafsi le

19 . • XVII.

coma battendo contro l'inespugnabile bastione del fascismo. E, del resto, provinò!

Ma quale d ifferenza fra la lo ro e 1a nost ra mentalità! N el giorno stesso in cui. cadeva ucciso il tipografo Miiller, a Castel San Pietro vèn iva trucidato, nellà maniera più cannibalesca, il calzolaio vente nne Remo Ravag li a. Ma noi non abbiamo dedicato una pag ina all'avvenimento ! Noi non mangiamo sui morti !

Questo triste mestiere lo lasciamo agli organi di un partito che- gente affin e a lui, come i comu niSti, chiama << cadave re in stato di avanzata putrefazione ».

Non la speculazio ne sui morti che può .dare vita al Pus. Glielo abbiamo dimostrato; glielo dimostreremo ancora e sempre!

Da li Popola d' /Jalia, N. 285, 30 novembre 192 1, VIII.

288 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
MU SSOLI~ I

PER LA VERA PACIFICAZIONE*

Onorevoli colleghi! Ho ascoltato con viva attenzi~ne i discorsi p ronunzia_ti "in quest'aula dagli onorevoli F erri, D ugoni e in parte dall'onorevole Vacirca Ho àscoltato pure con vivo interesse il discorso dell'onorevole Grazi.:i.dei e ho notato che il suo metodo poiemico non cambia per volgere di stag ione ; egli cioè ci presenta due Graziadei: uno che è lo studioso · e uà ·altro che è, oggi, il co munista Ma ascoltando appunto i discorsi degli onorevoli Ferri e Dugoni, io mi sono posto q uesto ques ito: se, cioè, 1a discussione che d ura qa t re giorn i abb ia un' uti. lità qualsiasi. ·

Mi aspettavo, d a quei banc!1i, dei d iscorsi che fossero p er forma e per contenuto in relazione al testo più estremista d ella mozione.

M a l'o norevole Ferri e l'onorevolè Dugo ni, invece di sparare con k grosse artig lierie dell'intransigenza classista, r ìaffermata nel congresso dì Milano, h anno a mio avviso fatto delle salve a scopo puramente dimostrat ivo, dei d iscorsi dai quali traspa riva no evidenti delle nostalg iè collaborazionistiche, che la direzione del pa rtito non può non sco nfessare. E se così blandi sono_ Stati q uesti d iscorsi, ciò significa in realtà che manca la materia d el contende re.

Q uando l'onorevole Ferri rimprovera all'o norevole Bonomi solo una insuffice nza di Governo, io non voglio qui precedere l'onorevole Bonomi, ma egli può t rionfalmente risponde re che qualsias i uomo a que l b anco, per qu anto possa essere saggio o poten te pìù d 'ogni altro, sarebbe sempre insuffice n_tc dann ti a q ualche cosa

E allora discutiamo se è poss ibile su l'ut iJìtà di questa discuss ione. U n a utilità innegabile si può sintetizzare i n questa domanda: il G overno dell 'onorevole Bonomi ha fatto q ua nto poteva e doveVa per ristabilire iJ· coSiddetto imperio della legge e la pacificazione interna del paese?

Mi. p ermetto di rilevare che non c'è assoluta interdipendenza tra il

• Discorso pronunciato alla Ca.meta dei deputati, nella tornata del 10 dicembre 1921, durante la. discussione sulla politica interna.. (Dagl i Atri ,ir., tto· lume lll : daJ 1° di, em bre al 22 dicembre 1921 , pagg. 1975-198 1).

ripristino d èll'autorità statale e la pacificazione interna. 11 ripristino dell'autorità statale può contribuire alla pacificazione interna, ma alla pacificaiione interna devono contribuire alt re forze, a mio avviso, e cioè 1a disciplina e il controllo dei partiti, tl favore o meno dell'opinione pubbl ica. L'utilità positiva di questo dibattito può dunque consistere in questa domanda . Può la Camera e deve la Camera d are al Governo di oggi o a quelJo eventuale di domani una linea direttiva p er raggiun· gere gli obiettivi che stanno sul labbro di tutti, e cioè la restaura2ione dell':m torjtà d eJJo Stato e la pacificazione interna?

Io vorrei che a proposito della crisi italiana non si esagerasse. Prima di tutto gli altfì popoli non stanno meglio di noi. Si dice da varie parti che 1a German ia sta ·riprendendosi energicame nte, e può essere vero sotto un certo p unto di vista economico; ma la Germania è però percorsa da una crisi morale acutissimà .

Del resto in Italia questa lotta di fazion i è li m itata a delle esigue minoranze di fronte a una massa imponente d i popolazione. Ci sono d elle provinci.e dove risse civili non ce ne sono mai state; ci sono d elle provincie dove q ueste ci sono state, ma dove si sono ripristin ate le condizioni del vivere civile; ci soflo provincie dove la _lotta infuria ancora. Se fosse concesso tirare due linee per indi viduare geograficamente la situazione, una linea andrebbe da Livorno ad Ancona e l'altra pot rebbe essere d ata da lla Valle del Po. Ora domandiamoci: la s ituazione dall'agosto ad ogg i è migliorata? 1:: peggiorata? I!: stazionaria-?

Ritengo che i punti n eri della situazione siano il deficit finanzia rio, ·1a disoccupazione e il caro-viveri; clementi favorevoli dell a sit uazione sono da consider:ire Jo stato d'animo delle masse opera ie e la s ituazione d ei d ivers i partiti cosid detti sovversivi. n innegabile che il proletariato italiano si t rova in un periodo che io chiamerei d i sband amento morale, non già p er l 'azio ne più o me no v iote nta del fasc ism·o, ma p e r il cro llo di tutta la ideolog ia che aveva alimentato poten temente gli entusiasmi d el dopoguerra. D'altra parte i partit.i sovversivi- sono in fiero contrasto fra di loro , ed io, ·che seguo attentamente la letteratura cosiddetta sovvers iva, h o motivo di rallegrare il mio spirito quando, per esempìo, vedo i comunisti che definiscono ·a Partito Socialista come un circo Bafnum. Per, Joro Serrati è un politicante qualunquej ma sono cosl privi di religione questi. comunisti cerebrali di Torino e di Roma che non rispettano neffimeno gli idoli ed i santoni del sovversivismo italiaf),O. Per' loro, per esempio Errico Malatesta, questo spauracchio di tutta la borghesia, è un fanciullino che legge romanzi polizieschi; Luigi Fabbri un teologo di vi1laggio; Armando Borghi un buffone, che non sa ridere e non fa ridere. Dal canto loro g li anarch ici defin iscono il dirett ore de ll' Ordine Nuovo un finto stupido, finto veramente perché .si tratta di

290 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

un sa rdo gobbo e professore di economia e filosofia, di un cervello indubbiame nte potente.

In questa situazione la borghesia italiana d eve essere straordinariamente intellii;ente, non d eve cioè irrig idirsi in posizioni di non necessaria intransigenza classista, e meno ancora pensare di respingere le · masse laboriose delJa nazione i n condizioni d i vita sorpassate, la q ua le cosa non potrebbe essere mai tollerata dal fascismo italiano.

Quando la Camera aggiornò i suo i lavori, mi pare nel l'ag osto, il mini stro ·Bonomi ebbe un duplice viatico, un viatico di voti, una e norme maggioranza, come non si poteva nemmeno sog nare, e il trattato d i pacificazione. . lo credo che l'onorevole Bonomi non si sia fatto i!Ju. sioni sulla reale efficenza di quel vot o di maggioranza.

Qua nto al trattato di pacifi caz ione, io d evo farne parola perché molto se n'è discusso in questi giorni. JJ trattato di pacificazione fu voluto indubbiame nte d a uomini d i no bil e sentire, preoccupa ti delle cond izio ni n elle quali la nazi one si trovava in q uel perio do ~i tempo. ~ a d evo riconoscere ch e il merito precipuo della. stipulazion e di questo fa moso e famigerato trattato d eve essere assegnato al Presidente della Camera : egli fu di una abilità portentosa pe r stlperare tutti gli ostacoli procedurali e di sostanza1 perché fino all'ultimo momento, quando gi:ì si trattava della firma, l'onorevole Musatti sollevò le ultime· eccezion i; fwono t.rattative lunghissime, estenuant i, non se ne poteva più; e, d 'al· tra parte, la coscienza nazionale reclamava energìcamente un atto, un gesto, un qualche cosa che significasse volontà di pace.

Cos1 venne alla luce il famoso trattato. Il quale ha dato q uello ch e poteva dare.

Tutti dobbiamo riconoscere in questa ·Camera che da allora le spe· d izion i punitive fa sciste in g ra nde stile, come quella di Sarzan.1, come quella di Treviso, come q uella di Viterbo, non si sono più verificate.

D 'altra p ar te s 'è v isto che il Governo con le su e mi sure di sem· plice polizia non h a potuto e non ha sapu to frontegg iare la situazione ·

] comunisti era no al di fuori del trattato, ina i socialisti non erano in buona fed e quando Io brmarono, e Io hanno dimostrato con una similitudine curiosa; paragonando cioè il loro pa rtito al galantuom~ assalito da furfanti: il galantuomo conseg na la pelliccia salvo l'indoman i a far arrestare e fucilare i· furfanti stessi!

Non· è vero, onorevole Fe rri, che q ue lle giornatè di Roma siano Ja conseguenza della denunzia del trattato di pacificazione. Non è vero Non è vero dal punto di vista crono log ico, perché i l t rat tato d i p acificazion e è stato formalmente de nunziat o all'indomani delle giornate di Roma.

Ma, a proposito di queste giornate, bisogna di re q ui una parola di

DAL CONGRESSO DEI F ASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES · 2 91

obiettiva sincerità. lo riconosco, subito, ·c he j[ fascismo nelle sue !]lasse, nelle sue masse p,rofonde, non era p reparato politicamente a conquistare le simpatie di Ròma e non era preparato neml1leno moralmente. ( Commenri, rumori). :

E ridicolo e, significa dar prova 'd'incomprensio~e dei fenomen i storici attribui re al fascismo italiano una .specie di p mfanazione d ella storia e della g loria della capitale. (Matteotti: « L'A11g111teo l'avete profanat o»),

Noi fascisti, unici fra tutti i partiti italiani, abbiamo sce lto giornata di festa il 2 1 aprile, annuale della fondazione di Roma; noi, per tutta la nostra f orma · menti.I, per tutto il nostro stile, siamo deg li esaltatori di tutto ciò che è romano. Non voglio qui esaltare Roma per ché poeti, filosofi, pensa tori prima di me e in modo magnifico lo hanno fatto; ma noi fascisti non possiamo dimenticare che Roma, q uesto piccolo territorio, è st ato una volta il centro, il cervello, i1 cuore delJ'impero; non possiamo dìinenticare nemmeno che a Roma, su questo breve spazio d i suolo, si è' reali zza to u no dei miracoli rel igiosi d ella stori a, per cui una: idea che avrebbe dovuto distruggere la grande forza di Rom a è stata da Roma assimilata e convertita in dottri na della s ua g randezza.

Per tutto questo noi, senza contare le nostre ·reminiscenze letter arie, senza contare Carducci e D'Annunzio, noi siamo degli ammiratori , degli esaltatori di Roma, ed io in particolar modo inso rgo e p rotesto contro certe manie provincia.li, perché la storia è stata sempre fa tta dalle grandi città. Può qualche volta la storia finire in un piccolo villaggi o, ma è concesso soltanto alle grandi agglomerazioni umane, alle g r andi città, di determinare gli eventi capitali della sto ria

C'è stato un fenom eno di incompre nsione tra i .fasciSti e la popolazione · romana e sono così sincero da ammette re che la s imbologia fascist a, p ìtto resca, ·se si vuole ( commenti a 1i nistra), ma ricordante t roppo da vicino i s imboli de!Ia fase estrema de lla g uer ra, abbia. u r tato una popolazione come quell a di Roma, ch e è fo ndamenta lmente edonistica, cioè portata a vivere tranquillamente la propria giornata, con ~na psicologia spec iale, dovuta al fatto che sulie mura di Roma si sono abbattute o rde e civiltà di tutti i tempi.

I fascisti credevano che il popolo di Roma fosse loro co ntrar io ; viceversa il popolo romano credeva che i fascisti fossero venuti a Roma per fare chi sa quale · mai fantastica spedizione punitiva . (Mingrino : « H anno baJ/onato ! ». _Interruzioni a .d~stra).

Io r icordo che nel discorso d ell'Augusteo diss.i ai fascist i p arole duriss ime, come forse non n e ·poteva dire ne mmeno un socialist a ; dissi che er a eccess ivo il saluto a i gagliardetti; ma vi fa ccio consid erare ch e le fedi che sorg ono son o necessa riamente intrans ìgenti? mentre sono

292 OPERA OMNIA DI DENJTO M USSOLINI

transigentissime le fedi che d~Jinano e muoiono. (Appro vazioni a de1Jrtt). ·

Ed anche a p roposito dell'Augusteo pareva che esso fosse stato schiantato dalle fondamenta. I danni, verificati minuziosamente, si riducono a diciottomila lire, e, quando vòi consideriate le condizioni eccezionali del momento, non so no eccess ivi. (Interruzione d el deputato Ming,·intJ. PreJiden~e; « Onorevole Mingrino, non interrompa! » Sono così obiettivo da iiconoscere che l' atteggiamento del Governo in quell'occasione può essere giustificato fino al giovedì sera. Il Governo, tollerando lo sciopero generale, no n poté infierire sui fasc isti e viceversa, rila il giovcdl sera la situazione era mutata. Giovedl sera partirono i primi cinquC'cento opera.i fascisti del Grossetano. Il Governo ha portato per quattro giorni sulle sue braccia uno sciopero generale, che doveva essere fronteggiato fin dal giovedl sera, e solo domenica mattina e lunedl mattina si è ricordato che esiste un famoso articolo 56 che era applicabile ai fe rrovieri scioperanti.

Molto si è gridato contro i danni dell'Augusteo, che assommano a diciottomila lire, ma dei milioni di danni che lo sciopero dei ferrovieri romani e napoletani ha recato aJla nazione intera nessuno ha parlàto.

(Applami t, dntra, i nterr11zio11i all'eJtrema Jinistra).

1! stato denunciato il trattato di pacificazio ne, e qui l'onorevole Dugoni è ve nuto con voce melodrammatica a g ridare: non si vive più! :B. verissimo. Io vog lio immediatamente associarmi all'affermazione dell'o norevole Dugoni: non si vive più! Ebbene, io leggo l'elenco dei morti fa scisti dal 3 agosto a ll'altro giorno.

Mi dispiace moltissimo d'inRiggere alla Camera questa lettura, ma siccome si vuol fa re credere che solo da quelJa parte vi siano. uom ini con le ma ni monde di sangue umano, bisogna documentare che se violenze hanno com messo i fasd sti, viol enze non meno sang uinose e non meno criminali sono state co mmesse dai soc ialisti. (A p provazi oni, commenli, int erruzioni d ell' e1trem a 1iniJJra. MaJJeoJJi: «Sono morii all'asJdlto d elle cale altmi! ». Rumori. PresidenJe: « Faccian Q 1ilenzio-! IAuino parlare/»).

Noto che molti dei fascisti uccisi Sono proletari. (Commenll).

Ricordo che il giorno in cu i a Trieste cadeva ucciso il povero MiilIer, a Castel San Pietro cadeva ucciso Ravaglia Remo, che non era un J>Cscecane, non era uno sfruttatore del proletariato·, ma un popolano fascista . E l'alt ro giorno a Bolog na è morta una secortda vittima dell'agguato socialcomunista di Castel Sa n Pietro, Barnabei G iuse ppe, proleta rio, tan to proletario che ha lasciato la moglie e cinque ·fi glioli .

Ebbene, l eggendo le parole pronunziate da quell'umile proleta rio, mentre stava i:,er ro,qrire7 ho ripensato . ad u n periodo di un libro di

DAL CONGRESSO DEI F ASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 293

Maeterlinck, il p<>eta belga, Sulla saggezza e il destino. Dice il sommo poeta belga che il d estino concede .a tutti g li uomini, siano essi grandi o piccini, intelligenti o no, di compiere durante la loro vita un gesto di grandezza, d i pronunziare una parola di grandezza.

Ebbene, quell'umile ·proletario, dopo essere stato confortato daila religione, ha chiamato il padre e ha detto: « Hanno fatto male lassù a ferirmi, ma perdono loro ».

Voi sentite nelle parole estreme, di questo oscuro bracciante qualche cosa che ricorda l'invocazione del Cristo, che, crocifisso, perdo nò i crocefissori, ( Commenti). ·

E veniamo ai fatti ·di Trieste. fo ho deplorato i l fattò, apertissimamente, e lo dep loro ancora oggi. Ma mi sono opposto e mi ·oppongo alla speculazione che su questo cadavere _ è stata inscenata dai socialcomu nisti, in malafede, perché, tra l'altro, il Miiller non e ra comuilista, non. era socialista. ( Commenti).

Aveva n ~Ile tasche una tessera d ella Società generale liber ale triestina, una deIJa Società operaia e una della Lega nazionale. Non solo. E qui la tragedia raggiunge veramente dei confini che stanno fra il sanguinoso e il grottesco: questo ucciso durante le ultime elezioni avrebbe lavorato per il blocco nazionale e avrebbe dato il voto preferenziale all'onorevole Giunta! (Commenti).

Voi vi siete afferrati a questo cadavere e ci avete speculato, ed avete dimenticato quello di Castel San Pietro, ed avete negato a noi og ni sincerità di umanità e di partito!

Signori, io mi ricordo che quando si metteva in dubbio la vostra sincerità a propcsito della vostra deplorazione dopo g li eccidi del «Diana», voi protestavate con voce indignatissima

. Noì vi chiediamo la recip rocità. Dovete credere alla nostra sincerità. Delitti come quelli di Trieste non danneggiano la compagine intern a d el comunismo che in mOdo appena perèettibile, ma non giovano nemmeno al fascismo, perché non è nel!~ linea d i questa tragica altalena . che si può trovare utilità da alcuna parte.

Noi dunque, almeno dal punto di vista politico, siamo sincerissimi quando depforiamo altamente episodi come quelli di Trieste. (Commenh).

Ma è proprio il caso di dire salus ex inimicis noslris. Voi avete risposto ai fatti di T rieste cori uno sciopero tipografico generale. Io ho spezzato il vostro sciopero. Questo vi dimostra che i tipografi n on sono tutti con voi.

Non solo, ma annunzio che tutte le volte che vi sarà uno scio· pero politico, al quale aderiranno i tipografi, il Popolo d'Italia uscirà egualmente! (Appiani; all'estre'ma destr~, ·rumori all'estrema s;nistra).

294 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Voi ricadete nello ste~so errore di stanch eggiare la m.assa operaia con una serie di scioperi (Approvazioni, ru"mori all'estrema sinistra).

I socialisti ufficiali italiani hanno ormai tagliato tutti i ra pportì con la Terza Internazionale. Non mi rivolgo quindi a loro in questo momento, ma ai comunisti quando contesto loro il diritto di lagnarsi di Certi eccessi, di certe violenze compiute dai fascisti.

·Voi comunisti avete nella vostra tattica , nella vostra dottrina, l'esercizio del terro re. Anche oggi in · Russia s i cont inua a fucilare su tutta la linea. Sessanta persone sono state fu cilate a Pietrogrado, e ;cssantatre a Odessa. (Applatuf a deJtra, commenti, rumo ri al/'ntrema .riniJtra).

Voi dite che queste sono opinioni di un g iornalista venduto alla vile borg hesia; ma, allora, io vi p rego di leggere gli scritti di un noto anarchico, di Luigi Fabbri, il quale racconta sul suo quotidiano che a PietrOgrado si è fucilato un anarchico, reo di avere avuto un momentaneo contatto con un agente provocatore della Ceka, che sarebbe Ja polizia russa attua le. (Rum ori all'estrema sinistm, (ommem,).

Del resto , quando vi ponete sopra il terreno della forza ( e la forza fatalm ente ha degli episodi di violenza), non siete più in grado, non avete il diritto di lagnarvi se il fascismo vi.attacca. (Vivi mmori 11//1estrema sinistra).

Onorevole Bonomi, vi si chiedeva una politica : voi ci avete dato una politica frammentaria, incoerente, acefa la.

lo n on nego, per esempio, che l'onorevole Vacirca abbia delle doti per essere' un eccellente questore socialista, perché egli sa che si poteva impedire l'agglomeramento dei fascisti in Roma, sia impedendo la loro partenza, sia impedendo il loro arrivo. ( Rumo~·i t:ll'estrema sinistr111 ilarità).

Ora l'onorevole Bonomi, d avanti a questa situazione, aveva , a mio avviso , tre attegg iamenti diversi da prendere.

Tentare di schiacciare 'le due opposte fazioni. Dichiaro subito che, per quello che rig uarda noi, è . assai diffiçile ; ed aggiungo ch e Ja cosa non è scevra di pericoli, perché domani , e fascisti e comunisti, sottoposti quotidianamente ad un marte lJamento di polizia, potrebbero finire anche per intenders i (ilarità1 applami ail' e.rt rema .rinìstra1 commentt), sa lvo a confl.ittare energicamente dopo pe r la ripartizione del bottino ( commenti), anèhe perché io riconosco che fra noi ed i com~misti non ci sono affinità politiche, ma ci sono affinità intellettuali. (Commentt).

Noi, çome ·voi, riteniamo chC sia necessario uno Stato accentratore , ed unitario, che imponga a tutti i singoli una fer rea disciplina; con questa differenza: che vo i giungete a q uesta conclusione àttraverso il · concetto di classe, .e noi cì giungiamo attraverso il concetto di nazione.

Il Governo dell'oporevole Bonomi poteva appoggiarsi all' una delle

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI
295
CANNES

fazioni per distruggere l'altra. Non ha scelto questo secondo sistema , e ha preferito invece di vivacchiare· alla g:iomata, di dare ragione un po' a tutti, di credere che una crisi politica cosl profonda come quella· che ci travaglia possa essere risoluta attraverso a semplici, diffoimi ed focoerenti m isure di polizia.

·Ammessa dunque l'esistenza di una crisi che non si è aggravata, ma non segna nemmeno un accorciamento del nostro periodo di cOnvalescenza, la soluzione quale può essere?

Io qui comincio a parlare più da spettatore d1e da attore. Ci potrebbe essère una soluzione extra-parlamentare, un Gabinetto d i funzionari e di tecnici, l'aggiornamento della Camera, la dittatura militare. (Vivaci commenti all'..estrema sinistra).

Io non mi sono mai lasciato convincere da queste .sirene, non ho mai creduto a que5te suggestioni, anche se venivaiio da generali a spasso che credono di avere la· ricetta specifica ·con cui si sa lva il mondo; ed anche p erché 1a carta della dittatura è una carta g rossa, che si gioca una volta so la, che impone dei rischi terr ibili, e,. g iocat a una volt a, non s i gioca più.

C'è un'altra soluzione: l'appello aJ p aese, le nuove elez ioni generali. (Si ride, ,ommen/1),

lo so che voi siete sicuri del vostro corpo elettorale, ma non cn~do di andare errato dicendo che la sola eventualità, lanciata così a scopo ·di polemica, di nuove· elezioni, vi dà un leggero brivido lungo il filo della schiena. (Commenti1 interruzioni aU'estrema sinist ra). Si t ratterebbe dunque di provare con un terzo esperimento che il suffragio universale, integrato dal Sistema proporzionale c'on scrutinio d i lista, non può dare Governo .diverso dall'attuale, che cioè non può essere possibile un Gove rno di partito, ma s'impone ·un Governo di coalizione. Escluse queste eventualità, occorre vedere se il crogiolo di Montecitorio offra possibilità nuove.

Vi dico subito che non c'è nulla nel paese che denoti la volontà in questo momento di crisi ministeriale.. (Commenh). Il paese, nei suoi strati profondi, neJle sue moltitudini laboriose, quelle che infine formano Ja base d ella nazione, è stanco, ha bisogno di ·quiete e tranquillità. (Commenti).

Questa Camera può prendere una iniziativa del genere? Prima di tutto con quali uomini ? ·

Si fa il nome dell'onorevole Nitti. Noi siamo avversari tenacissimi di quest'uomo. Siamo contrari a tutta la sua politica e soprattutto ad una sua mentalità, che lo induce a misurare tutto il complesso fenomeno d ella storia · umana sotto la specie d el lato economista. (Comlhent,). Nitti dunque è da escludere in questo i:n,omento. D'a ltra parte, dopo le sassate

296 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

c.he l'onorevole Labriola tirò nella piccionaia della democrazia unitaria, ci si domanda se· questa non dovrà avere un primo esodo d egli elementi nittiani, perché l'uomo ·che l'onorevole Labriola voleva colpire era l'onorevole Nitti.

L'onorevole Giolitti? Verso questo statjsta convergono sempre de'Ue grandi simpatie. Del resto la storia è una successione di posizioni logiche e sentimentali; non si rimane sempre fissi-nell ' eterno amore e nelJ'eterno rancore. La vita è un continuo riconquistarsi. Gli amici _ di ieri diventano i nemici del domani e viceversa: questa è la vita. (Com men/1). E voi dovete pensare al portato del relativismo e delle teorie di moda. Ciò è _vero anche prescindendo da Einstein, che è un'intelligenza· superiore. Non è mia volontà parlare deJl'onorcvol~ De Nicola. Quest'uomo, piacendo a tutti, corre il rischio di d ispiacere a tutti domani. · ( Ilarità, commenll).

La situazione politica non è , ,eramente cambiata.. Si aspettavano i congressi dei grandi partiti e ci sono stati. La situazione poteva esser data da un atteggiamento transigente di collaborazione del Partito Socialista; ha trionfato· invece la tesì della intransigenza, sia' pure formale.

La novità poteva essere data da un atteggiamento del Partito Po· pol:ire, cioè da un atteggiamento anticollaborazionista. Ma il Pàrtito Popola re è un partito di pragmatist i fe nomenali, che -fanno la storia . giorno per giorno: relativisti a.vant leI lellres ,· che non hanno nemmeno lo scrupolo di collaborare con la massoneria, che non hanno ncm-. meno Io scrupolo di collaborare coi socialisti e forse nemmeno coll noi, purché sia data a loro una quota parte abbondante del bottino mini~ steriale. ( / lttrità).

Dopo le elezioni io lanciai Ia cand idatura d ell'onorevole M eda, obbedendo a una logica di buon senso· . Io d icevo: l'uOico partito forte non solo. nel Parlamento, ma nel paese, for te p er tradizioni politiche, mora li, religiose e an che per la 5:ua cos titu-iione organica. di ,partito, è il Partito Popolare. t. .il più numeroso che ci sia alla Camera · : J1 a 107 d e· putati. Siccome il Partito Popolare non si ritira mai sull'Ayentino ed è collaborazionista per definizione-, è natuiale che all'onorevole Meda tocchi logicamente il posto di pr"esidente del Consiglio. Ma anche l'onorevol e Meda pare che non voglia saperne, u gio ne per cui noi siamo ridotti al ministero dell'onorevole Bonomi, il qua le non è un ministero di forza, ma è un ministero di comodo (commenfl), cioè il ministero che tutti accettano apertamente, ma che intimame nte tutti sopportano.

L'iniziativa di una crisi non viene, dunque, dal p;'l.ese e non può venire, per la situazione immutata d ei partiti, nemmeno dai part iti più forti che siano alla Ca!Ilera. Il Partito Socialista· continua a rimanere sull'Aventino, C'è la democrazia sociale-liberale, che chiameremo uni-

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 297

taria, a scopo di brevità dei nostrl nominalismi politici. La democrazia uiiitaria non può prendere essa stessa l'iniziativa di una crisi, perché rivelerebbe troppO apertamente il suo gioco. Il pubblico d irebbe : siete appena nati, avete appena messo i denti e avete un àppetitO così for.i;nidabile? (Commenti, ilarità).

E allora, signQCi, per uno di quei paradossi che non sono nuovi nella storia degli individui e dei ·pO}Joli, e specialmente nella storia dei parlamenti,_ l'iniziativa di una crisi potrebbe partire dal ministero stesso o meglio dai m_inistri democratici del Gabinetto Bonomi, i quali, parodiando Leopardi, potrebberò dire alla loro democrazia : « il ~eggio che mi desti, ecco ti rendo!». (Ilarità). Ma non credo, e me ne appelJo al mio am ico onorevole Gasparotto, non credo ci siano tra j componenti del Gabinetto attuale delle intenzioni cosl manifestamente suicide. (ll4'ità)

.E aliora la situazione, come vi dicevo, è per se stessa, per sua definiz ione, statica. Non ci potrà essere una nuova combinazione ministeriale, se non quando i socialisti si .decideranno a spez~are il ce rchio della loro intransigenza puramente formale; sino a quando b. democrazia. u nitaria non avrà dato a se stessa un contenuto programmatico e u na disciplina, che sino a oggi è totalmente mancata.

Noi votiamo contro il ministero, non per determinare deIIe crisi, perché noi siamo estranei a questo gioco per la nostra stessa posìzione politica.

Lo faremo per dovere di ·coscienza. E avrei finito, onorevoli colleghi1 se non dovessi rispondere qualcosa all'onorevole Ferri, che è stato assai temperato nel suo discorso.

Veramente non è il caso dì intraprendere una discussione sul posi. tivismo e sullo spiritualismo, e io non presumo di essere depositario di una verità qualsiasi; ma quan.do l'onorevo le Emico Fe rri parlava d i trapass i d ì civiltà, enunciava una prop'osizione esclusiva ; mi pareva di sentire la voce dei tempi lontani, come talvolta accade che il rombo dell'onda marin_a si oda ancora 'nel cavo ·di una .vecchia conchiglia, abba ndonata sopr~ un vecchio rriobile di casa. (Ilarità).

Noi non ci intendiamo su questo terreno; voi socialisti siete testimoni che io non sono mai stato positivista, mai; nemmeno quando ero nel vostro partito. Non solo "per noi non esiste un dualismo fra m ateria e spirito, ma noi abbiamo annullato questa antitesi nella sintesi dello spirito. Lo spirito solo esiste, nient'altro esiste; né voi, né quest 'aula, né le cose e gH oggetti che passan.o nella cinematografia fantastica dell'universo, il q uale esiste in quanto io lo penso e solo nel mio pensiero, non indipendentemente dat· mio pensiero. (Rum{)f't). B l'anima, signori, che è ritornata.

298 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLlNI

Ora se voi partite da queste premesse spiritua1i , allora vi sono di quem i quali non vogliono capi re che il fascismo non è ,più un fenomeno passeggero, ma è un f~nom eno che durerà, si trasfo rmerà. lo lotto per trasformarlo.

· Perché qualche volta voi utilizzate quello che io vado dicendo ·contro gli stessi amici, come io utilizzo quello che dicono i comunisti contro gli anarchici, e gli anarchici contro i comunisti.

E voi, non volendo comprendere questo fenomeno, ed essendo in• capaci di battervi sul terreno pratico per una ragione che io ho già ' esposto, perché il vostro materiale umano è inefficente sul terreno d ella violenia, allora voi, con una contraddizione palese, formidabile, dite : dateci un GoVerno, che sarebbe un Governo borghese, ristabilite l'imperio della legge, val vi spiegherete certi aspetti apparentemente paradossali dd fascismo italiano.

Vi si può dividere in due categorie di fronte al fascismo: alcuni di voi sono nella posizione d el perfetto misoneista. (Bravol). ·

Tutte le mattine vi alzate e domandate: è finito? Non è finito! Passa questo ciclone? Non passa! E allora negate ostinatamente come il medico aristotelico nel Dialogo dei manimi sfrtemi che negava la circolazione del sangue, pure dovendola ammettere poic~é la· prova l'ammette\l'a.

Ma pur senza disturbare Ie grandi ombre dei trapassati, c'è qualche cosa di recente che può darci qualche spiegazione di questa vostra cecità.

Quando nel 1873 sorse a Milano il Partito Operaio, lo stesso, identico atteggiamento .che voi tenete di fronte al fascismo, fu tenuto dagli uomini d ella democrazia. Ettore Croce, CavaIJotti, Romussi, 'che erano d ei grandi ingegni, non potevano concepire ·il sorgere di questa nuova forza destinata a spostare l'asse d e lla lotta civile, a mutare la posizione di predominio politico e morale della d emocrazia.

Ripeto, voi ricorrete all'ausilio del Governo, chiedete pro tez ione alla forza di un Governo, che è Governo borghese, e .non sapete usci re da questa contraddizione in cui si annulla t utto il vostro programma. (ln· termzioni all'e1tr'ema sini11r(l, vivi rommenlr).

G iunto a l fine del mio discorso, io pongo·il dilemma: o pacificazione o guerra civile. · . .

L'onorevole Dugoni deve scegl iere uno dei corni di questo dilemma, e deve dire se sceglie il primo o il secondo.

Noi ci sentiamo Cosi forti che non abbiamo ·esitazione ~u . questo terreno. lo vi rispondo subito che noi accettiamo· il primo corno del dilemma, la pacificazione (rommentr), per delle rag ioni umane, o sig nòri, perché i morti sono pesanti per tutti (approMziom) e anche per ragi~ni politiche.

DAL CONGRESSQ DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 299

Io ho l'impressione, notate, potrei sbagliarmi, Che la coscienza europea vada ritrovando faticosamente se stessa· dopo i lunghi errarrienti del dopoguerra, e che ritoi:ni sulla strada della saggezza. I sintomi abbond ano. Ho l'impressione che .il 1922 passi essere un anno fatid ico, come lo fu il 1914, che segnò lo scoppio della guerra mondiale, come lo fu il 1918, che segnò Ja fine delle ostilità. Forse il 1922 vedrà l'altra fine, con la revi sione di tutti i trattati di pace, che non h anno dato e non potevano dare, sotto la mentalità di guerra, la pace al mondo. (Cominenll).

L'Italia ha già una parte assai grande nella determinazione dei nuovi destini del mondo. È necessario che cessi il nostro guerreggiare interno, in modo che l'attenzione dei nostd circoli dirigenti e dell'opinione pubblica del popùlo italiano, nel suo complesSo, sia portata oltre le fron·tiere, e concéntrata su quegli avvenimenti che m1turano e che sono de. stinati a trasformare ancora una volta la carta europea.

Perché il dilemma è questo: o una nuova guerra, o la revisione dei trattati! («Beniuhno!» Rmnot'i, commen11}

lo ricordo che nel 1919, fra ·i postulati del programma dei F asci di Combatt imento, era detto chi aramente che si d ovessero rivedere tutti quei trattati che- contenessero in sé il fomite di nuove guerre.

Ora, siccome le popolazioni, esaurite, stremate, sfinite, che vogliono vivere ( o ramai, a mio avviso, il pericolo della catastrofe per la nostra civiltà è superato) non possono pensare alla guerra e devono p rem.unirsi d alle guerre, ciò potrà essere dato solo dalla revisione dei trattati di pace.

'.B necessa rio allora che l'Italia si presenti nell 'a rringo delle nazioni unita, compatta, l ibera dai fastidi d'ordine interno, in modo che p ossa dimostrare a~ mondo che ci gua"rda, perché ormai Ja nostra vita non è nazfonale e nemmeno europea, ma mondiale, che l'Ita lia ha splendidamente superato la prova della guerra, ch e vuole b. pace, e che dimost_ra con ciò dì essere in g rado di iniziare il quarto e più luminoso periodo della sua sfocia. (Vivissimi applausi a deslra1 rumori all1e1trema sùzislra1 (ommè111i, molte (ongratu{azionr).

300 OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

SCOPERTE

Sin dal 191 9, cioè sin dai primiss imi ·inizi d el fascismo, fra i nostri postulati in materia dì politica estera figurava il seguente, che riport iamo alla lettera :

« Revisione dei trattati di pace nelle clausole che si siano rivdate inap. plicabili o in quelle che possano costituire fomite di nuove guerre »

Cent in~ia· di migliaia di copie del breve opuscolo co ntenente i postulati fondamentali del fascismo. fwono d iffuse in tutta Italia, ma evidentemente i legislatori sedenti a Montecitorio sono gli ultimi a seg uire le manifestazioni d e11a politica ital iana, poiché non alt rimen ti sì spiega la sorpresa con cui fu accolta Ia mia p revisione circa l'imminente e fatale revisione dei t.rattati dì pace.

Il nome di Nitti, che ha dato in questi giorni alle stampe un libro che non hò ancora letto, fu lanciato nell'aula dal bolscevico milionario on, Matteotti, quas i a stabilire l' esistenza di rapporti politìci, tf dove invece si. tratta di una semplice coìncidenza nella valutazione della situaz ione· internazionale. l a coerenza fra i vecchi e i nuovi postulati del fascisr_no e l"affermazione del mio d iscorso è assoluta. la sorpresa della Camera non aveva ragione d'essere e meno ancora il commento insulso di p arte socialista. Questi signori ci giud icano e mandano, senza p reoc• cuparsi minima mente d i conoscerci. Ci sono, a mio avviso, due avvenimenti in preparazione che legi ttima no la mia previsione circa la revisione del trattato di Vcrsaglia : il contegno dell'Inghilterra, la rentrée delJa Russia. L'Inghilterra segue da qualche tc:mpo una politica di riavvicinamento col mondo tedesco. La mentalità inglese, piuttosto mercantile, n on fu mai in più vivo contrasto con la mentalità di guerra domirlante ant ora i circoli dirigenti della Francia Se l'Inghilterra, puntando i piedi, riesce a strappare la moratoria per la G ermania, il trattato di Versagl ia è spacciato. Ma più importante, a i fini del riassetto generale, è la prossima rentrée d ella Russia n egli affari europei. Dire che non può essere lontano il g iomo in cui siedano ad uno stesso tavolo j rapprese ntanti delle nazioni capitalist iche e Nicola Ulj a nov, czar attuale di tutte le Russ ìe, non

significa abbandonarsi ai rapime nti della fantasia, ma sign ifica piuttosto enunciare un'eventualità che non è assurda e che può essere vicina.

Questi sono i fatti, ché, unitamente ad altri di minor rilievo , mi conducono a ritenere prossima . e inevitabile la revisio!le dei trattati; revisione contemplata dal fascismo sin dal suo sorgere nel 1919 e ri affac : ciata. alla Camera non in conseguenza delle pubblicazion i di Nitti. Ma quando d ecideranno i nostri multicolori avversari a tentare di cono. scere i nostri programmi ? MUSSOLINl

Da li Popolo d'Italia, N. 288, 3 dicembre 1921, VIII,

302
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

TENERE A DESTRA

ROMA, 6, noJ/e.

·· L'ora estremamente tarda del voto non ci consente che un sommario commento del ·voto stesso. Come era prevedibile, dopo la dichiarazione di lealismo da parte della dcmi;x:razia u nitaria, il Governo ha ottenuto un notevole voto di maggioranza.

Il discorso di Bonomi non è qu~llo che si può chiama re un g rande discorso. La forma è stata piuttosto ordina ria, il contenuto, salvo il vibrante ed applaudito accenno a U'esercito del Carso, è stato quale si poteva attendere da un uomo della menta lità e del temperamento del presidente del Consiglio.

Bisogna riconoscere, p~rché ciò .risponde alla genuina realtà, con• trollabile da chiunque, ch e il discorso dcll'on. Bonomi non è stato,- n el suo complesso, ostile al movimento fascista, cui h a riconosciuto la ragion d 'essere iniziale e le sue innegab ili benemerenze, quando ha tenuto fr onte alle m asse esaltate dal mito moscovita

Dato il tono del d iscorso, il Gruppo p arlamentare fascista sì è riu n ito immediatamente; e; alla quast unanimità, ha deciso di convertire il su o voto. di opposizione in un voto di astensione motivata, affidando all'on. Vicini, che ha brillantemente assolto il suo compito, l'incarico di spieg are le ragioni d el mutato atteggiamento del Gruppo fa scista.

A questò cambiamento non è estraneo l'atteggi:imento bestia le e antinazionale che l'_cst rema sinistra oggi ha mantenuto, sia quando parlava l'on. Bonomi, sia quando parlava l'on. Vicini. .Alcuni sciacall i sedenti all'estrema sinistra hanno persino rumoreggiato la rievocazione dell'on. ·coda.

L'impressione, piuttosto favore vole, riportata dopo il discorso -d ell'on. Bonomi, aveva suggerito a qualcuno del Gruppo fascista l'idea di un voto nettamente favorevole a l m inistero. Ma è prevalso invece il concetto di una astensione prudente, sostenuto da M ussolini.

· Quello che .è accaduto in . fine di seduta , quando l'on. Bonomi h a respinto .Ja mozione Rocco, è la migl io re prova che Un voto di assoluta fiducia al ministero sarebbe stato, an che a pres~ind ere da· altre ragioni,· precipitato.

20. · XVII.

Altro elemento notevole d ella laboriosa giornata parlamentare odierna, la cui s"eduta è durata otto ore, è la perfetta intesa nel voto d ei tre gruppi di destra.

Questo totale di settanta astensioni circa è tale da p esare su i destini ministeriali dell'on. Bonomi e da indurlo a seguire sempre più nettamente una politica nazionale, quindi ad avvicinarsi alla «Destra», la quale, con la sua azione, sta riportando l'equilibrio, non soltanto nel Parlamento, ma soprattutto nella ~azione.

MUSSOLINI

Da li Popolo d'l1alù1, N, 291, 7 dicembre 1921, Vlll.

304 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

11 momento poiiticci jnternazionale ci presenta dati, elementi e fotti di uno straordinario interesse. ·A Washington si è arriv~ti - paread u na prima conclusione: quella rig u:i.rdante la proporzione degli armamenti navali fra Inghilterra, Stati Uniti e Giappone, proporzione stabilita nelle cifre 5 • 5 - 3. N on ancora sono arriv3.te a conclus io ne le trat ta.tive per Ja Quadruplice del Pacifico: Ing hilterra, Stati Uniti, Giappone, .Franci:t.

Domandiamo: e l'Italia ? 'E probabile che la tenace volontà americana riuscirà a vincere tutti gli ostacoli.

•Non bisogna tuttavia esagerare la portata effettiva di quest i accordi e credere che ci avviamo al kantiano regno della ·« pace perpetua ». La pagina di Washington. ha soprattuttç> una grande importanza morale di sintomo e soprattutto d enota la parte ormai p reponderante ch e l'America assume nella storia del mondo. Washington appare oggi la città mondiale. Nella nostra vecchia e tormentata Europa, i seg ni di una détenle non mancano. Gli uomini eininent i della politica e d eJreconomia sono al lavoro. Stinncs è stato per molti giorni a Londra. Chi dice Stinnes, dice l'econ omia privata · tedesc:i. P artito Stinnes, ecco g iungere a Lond ra Walter Rathenau. Chi dice Ràthcnau, dice l'economia statale tedesca . Sbarcato Rathenan a Londra, non t.uda un minuto a p recipitarsi nella capitale inglese Loucheur, il ministro d ella Ricostruzione francese. li problema delle riunioni ang lo-tedesco-francesi d i Londra è quello rappreSentato dall:1: richic~ta di moratorìa avanzata dalla Germania. Fervono già sull'argomento discussioni vivacissime sui fogli di Parigi, Londra, New York. la Germania dovrebbe pagare, nel prossimo gennaio, un'a ltra quota d i indennità: il pagamento d ella prossima quota e delle altre sarebbe rinviato d i tre o· anche di cinque anni. La Germania ritorlla a dichiarare, ·per bocca di Rathenau: d atemi un tempo sufficeote per riprendermi e pagherò;

In tesi, diremo cosi, di principio, ·una moratoria, ma con termine possibilmente più breve, non potrebbe essere negata alla Germania, se ta Germania documenta che non può pagare -o prova che -p agando va alla bancarotta o alla catastrofe La qual cosa avrebbe disastrose conseguc-nze per tutta Europa. Ma sul terreno della moratoria bisogna pro-

SINTOMI

cedere colla massima circospezione, Se si du b ita d ella buona fede t edesca, la moratoria è un salto nel buio. Se si crede alle previsioni u ltrapessi• mistiche del signor Lefèvre, no n s i può concedere u n respiro che la Germani a potrebbe u t ilizzare pe r 1a rivincita.

Intanto sul]a questione della mo ra toria, si riaffaccia ancora una volta il dissidio fra nco•ing lese . L'Inghilterra non se mbra aliena dal concederla. :E di ieri Tannuncio che la Reichsbank germanica ha ri preso i rapporti ufficiali colla Banca di Stato inglese. Desidererem!f:1.0 sapere qual'è l'opinione dell'Italia ufficia ie sul tema Scollante e urgente della « m oratoria » . Noi , modestamente, pensiamo che debba essere concessa, previe tutte le necessarie caute le e te nuto conto delJa situazione che ci verrebbe pa rticolarmente creata.

:E: chiaro ch e la Ger mania chiede questa pausa quinquennale per buttars i sulla Russia Ormai è e vidente che la Russ ia, d iventata, come sta diventando, un a colon ia economica tedesca, pagherà l' indennità all'Intesa. Questo il calcolo tedesco . P~r condurlo a te rmine, occorrono cinque anni. Fra cinque anni, fe rrovie russe, offici ne, nav igazione, miniere rnsse, tutto sarà. condotto e sfruttato da i tedeschi. Le officine. ted esche consegnerann o,·entro l'anno prossimo, 862 locomot ive. Le importazioni tedesche in Russia di materiale elett rico, m eccanico, chimico, procedono su vasta scala.

Qua nto aJla Russia, essa, col riconoscimento dei debiti dell'ex-i mpero e coi di versi trattati politico-commerciali stipulati con quasi tutte le nazioni d 'Europa, ripre nde il suo rOle di Stato bo rghese nella sua prima fase di sviluppo e qu.i ndi bisognoso del l'aiuto del mondo capitalistico germanico.

Altri sintomi di una generale dé~ente dello spirito europeo non mancano. Si ha l'impressione ch e l'E uropa abbia supe rato il periodo culminante d ella crisi del dopogue rra.

MUSSOLINI

D a Il Popolo d' Italia, N. 294, 10 dicembre 192 1, Vlll.

306 OPERA OMNI A DI BENITO
SSOLINI
MU

POLITICA E GIORNALISMO

L'AFFARE BEMPORAD

« Non rispondere !», h1 inti mato l'on. Elia Musatti, Norma delle famose lettere veneziane. « Non rispondo! » , ha .obbedito l'on. Turati . Dop<> di che, g rande applauso, balzo in p iedi, raffica di contumelie. e calata del sipario, I socialpussisti del Parlamento e di fuori credono con questo clamore da teatro campestre di m arionette - sire, il t rono vacilla! - di avere liquidato l'affa re Bempora<l-Turati. S' ingannano. Il pubblko è rimasto male, noo esclusi i socialisti che non h an no perduto, in maniera irreparabile, la facoltà di raz iocinio autonomo. E no i rip rendiamo J'argomento, perché ci interessa. Non parole grosse, ma semplici dati di fatto.

La Critica Socia/~ è 1a rivista del cosiddetto socialismo scientifico diretta da Filippo Turati.

Ultimamente era amministrata e stampata dalla Casa editrice A vami! Niente di più naturale. Ma, ad un dato mome nto, fon. Turati pianta 1a çasa ed itrice A wmJi .' Per quali ragioni,. se è lecito avanzare questa domanda? Non per ragioni d'indole politica, poiché il dissenso TuratiSerrati è di lana caprina. Per ragioni amministrative, evidentemente.

Abbandonata la Società ed itri ce A vanli.l, l'on. Turati affida la sua ,rivista alla Casa editrice Bemporad. Casa ed itrice «:borghese», che durante la guerra aveva pubblicato « centinaia di vo lumi patriottic i che contribuirono n otevolmente a lla resistenza». L'o n. T urati non ha trovato incompatibilità morale di sorta fra q uesti precedenti editoriali, Enrico Bemporad e il socialismo della sua riv ista. _ E sta bene. Ma la disrussio11e parlamentare, Je dichiarazioni d i Turati" e quelle di· Trcves non han no portato nessuna luce - nemmeno queUa di un modesto cèrino - su altri punti interessanti della faccenda . Si- domanda :

1. La Critica Sociale è soltanto sta mpata dalla Casa ed itrice Bemporad?

2. O è anche amministrata?

3. O è - come p are - diventata proprietà della Casa Cditrice Bemporad?

4. JnsOmma: l'qn, Turati ha ceduto ·o non. ha ceduto la proprietà della sua rivista ? ·

,. E se l'ha ceduta; a quali condizioni lo ha fatto?

6 vero o non è vero che Enrico Bemparad ha sbors3to, per ottenere ìn proprietà la Critica Sociale, qualche cosa come tre-cento biglietti da mille borghesi, con tanto di effigie regia?

Dalla lettera di uno degli interessati non sì è capito gran che. Il signor Bemporad ammette implicitamente due cose: che del Consiglio d'amministrazione fanno parte uomini di tutti i part iti, qui!ldi anche l'on. Treves, e che c'è stato un aumento recente di capitale: quello versato d alt a .Banca Commerciale.

Altro punto da chiarire. La Casa editrice Bemporad è soltanto finanziata dalla ~anca Commerciale o è ·proprietà della Banca Commerciale?

Di notevole nella lettera del signor Bemporad il ri lie\'O politico sull'utilità anticomunista della pubblicazione della Critica Sociale. Ed ha quindi ragione, dal suo punto di v ista, l'O rdine Nuovo , quando .commenta:

« In tutto ciò chi può negare che alla Banca Commerciale non si p uò fare alcun .rimprovero né di mancanza di coerenza, né di mancanza di log idtà? Quelli che ne escono male sono gli altri: i .due propagandisti, i signori Treves e Turati, inéaricati dalla Banca Commerciale di disgregare il movimento opera.io. Ma ciononosta nte questi capi sono i facloltrm del Partito Socialista Italiano, che li tiene con tan to amore sul suo seno e che si è tanto offeso quando si detto che essi erano ne lle sue file due avvocati agli stipendi della borghesia. Per chi aveva proprio bisog no della prova materiale, anche questa discussione alla Camera può servire come una qualsiasi esibiz-ione di parcella -o.

Ma. noi torniamo a domandare: per quali motivi e a quali condizioni materiali e morali l'on. Turati ha ceduto la sua CriJira Sodale all'ed itore borghese Enrico Bemporad? Nell'attesa di questa risposta, cogliamo l'occasione per dire schietto e tondo che il progetto di legge Modigliani è una grandissima buffonata, che poteva spuntare soltanto nel cervello di un subdolo lc\'antino più o me no italianizzato. La commovente unanimità che accoglie il progetto Modigliani, accentua 'il carattere farsesco della faccenda. Basta pensare che l'indagine sui fondi che .1 Jimentano i giornali dev'essere retrospettiva. Non andrà, naturalmente, oltre il 1914, anno di nascita di° questo giornale. Un piccolo calcolo. Secondo recenti statistiche, i ,quotidiani iri Italia - q ualora si voglia limitare l'inclagine ai soli quotidiani - sono 135. Moltiplicati per otto, soilo dunque 1080 anni di gestione amministrativa che dov rebbero essere esaminati. E chi dovrebbe indagare ? Gente del Governo o individui apparte"nenti alla stampa? O al pubbl ico? Ed esso ha tan to tempo da perdere? Siamo in pieno g inep raio . Si esamineranno soltanto le

308 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

gestioni dei giornali vivi? E perché rispar~iare quelli più o meno gloriosamente" defunti? :e dal 1917 che il signor Modigliani ci mena il. can per l'aia. Sarebbe ora di decide rsi. Ma non si deciderà. L' obiettivo della sua mossa .è ch iaro:' infamare tutta la stampa non socia lista, fa. cendola apparire come legata ai più loschi interessi è tenerla per molto tempo sotto questa spada dl Damocle.

In fondo, il signor ·Modigliani non ci tiene troppo a sapere come vivono i 134 giornali della penisola. Il suo progetto di legge mirava a dargli il modo di conoscere come vive il 135° giornale: questo Popolo à'Ilalia, che sta particolarmente sullo stomaco all'avvocato livornese e ai suoi compagni di camotra, Poi, il signor Modigliani dev'essersi convinto che il gioco non va.le la candela, davanti a gente che coine noi ha il perfetto cinismo di chiamarsi « arcivendutà »; e da allora il suo progetto da quattro anni in mora, né si sa quando verrà avanti. Molto probabilmente non si uscirà dai platonismi verbali. Dopo l'affare Bemporad, si è visto che straccetti sporchi si trovano anche in quelle case che parevano di" vetro e abitate da v irtuosi di grosso calibro; i yirtuosi chè non si discutono, che sono « tabu ».

Comprendiamo l'acre postilla dell'Avanti/ alla lettera di. Bemporad, la quale non rivela soltanto l'anima bottegaia dell'editore fiorentino, · ma l'anima prosaìcamerite mercant ile, :i.ffaristica del puro, purissimo, . immacolatissimo, più o meno destro, socialismo itali:1~0.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 309
MUSSOLINI Da 1/ Popolo d'Italia, N. 296, I} dicembre 1921, vm.

RESPONSABILITA

La nostra deplorazione del delitto di Cremona, prima ancora di conoscerne j particolari , che modificano enormemente la prima versione, è stata immediata e decisa. I socialpussisti non hanno mai, diciamo ma i, avuto questo coraggio". Non ebbero il coraggio di deplo~arc l'uccisione di Giulio Giordani o il massacro dei fascisti ferraresi o l'agguato ai funerali di Modena. la nostra deplorazione dell'episodio di Cremona non ha lo scopo di addolcire l'antifascismo canag liesco dei socialisti. Dà mesi e mesi il loro giornale è Zep po di calunnie e di diffamazioni contro il fascismo. Naturalmente questa criminale campàgna di stampa raggiunge i suoi effetti, in quanto determina stati d'animo d'e5a.sperazionc _ fra le masse dei fascisti. I socialisti, che rivendicano a sé il monopolio- della buona fede, negano ogni s incerità alla nostra deplorazione. Possono dub_itarne dal punto di vista umano, non già da quello politico. Certi episo~i non g iovano ad un partito. Deplorando l' assass inio di Cremona, obbediamo all'imperativo categorico della nostra ·coscienza. E non insist iamo, perché non intendi;1mo che ci ' si dia dei coccodrilli o che le nostre parole sìanu interpretate come un sintomo d"incertezza. Affatto. ! ora di domandarsi che cosa pensano di ·fare i socialisti. Poiché i l sangue che si versa riQdc sulle loro coscienze. Essi imbestiano il proletariato e i fasc isti sono cos tretti a difendersi. Tragico è l"episodio di Cremona, ma l'A vanti.' dimentica dunque la fin e del g iovinetto Berta, buttato nell"Arno? Il Put deve convincersi oramai di queste semplici verità:

·1. Il fascismo non è un fenomeno passeggero, poiché si è inserito profondnmente e Vlstamente nella vita della nazione;

2. Esasperare le collere dei proletari, diffamàndo nella maniera più indegna il fascismo, significa esporre i tesserati ai colpi legittimi dei fascisti;

3. Gli scioperi general i danneggiano un poco_l'econom ia della nazione, molto il Pm e assolutlmente nulla il fascismo.

Le ultime notizie che ci giungono da Cremona stabil iscono la verità dei fatti e d emoliscòn o l'o rrenda montatura, e retta, in primo luogo, da un giornale democratico. (Un giorno o l'àltro bisognerà fare i conti - molti cont i! - anchè colla democrazia in genere e con quella « seco-

1

lina » in particolare!). Ma intanto Jo S<opo è raggiunto: tenere per quarant'otto ore la nazione sotto l'imp ressione di un delitto nefando, impressione che le versioni s.uCcessive non bastano più ad attenuare.

Ma è appu~to con questo continuato oltraggio alla vÙìtà, con questa precipitosa speculazione sui morti, che si arroventano le passioni e altro sangue viene versato. E sui socialisti che ricade la maggiore responsabilità del perdurare della guerriglia civile.

MUSSOLINI

Da li Popolo d'Italia, N. 297, 14 dicembre 1921, VIII.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 3 11

LA GALLERIA DEI REDENTORI

LA « LORO » TRAGEDIA

Che ii socialismo in generale e quello italiano in part icolare si ano in crisi, è affermazionè o~amai documentata in pieno. I segni d ella crisi sono evidenti, p er chiunque segua un po' da vicino le ma nifestazioni - sempre più monotone e volgari - di quel movimento. Ma è tempo · di « cogliere » la crisi nella . sua intima radice, è tempo d i esaminarla in profondità, poiché solo in questo modo è lecito azzardare qualche previsione circa l'avvenire immediat o e remoto del socialismo.

La crisi socialista può esse_re riassu nta in questa semplice proposizione: è una crisi di disoccupazione. I socialisti sono disoccupat i. Non trovano più lavoro. Non possono più lavorare. Non sono più capaci di continuare o riprendere la costruzione dell' edificio immaginoso fantasticato daJJa loro pseudo-dottrina, ridicolmente drappegg iata coll'aggettivo di «scientifica». La situazione di un partito, che si proponeva di inaugurare una nuoVa civiltà, di trasformare dalle fondamenta le società umane e che, a un dato momento, non trova più fa possibilità di lavorare, ed è costretto a segnare il passo, è veramente tragica. Della tragedia che confina col grottesco.l socialisti sono disoccupati. Non è lavoro socialista ·quello che compiono i d eputati, parolai innocui, ridotti aila rivoluz ior:iaria fatica di « emendare >> i progetti di l egge avanzati dai Governi bo rghesi. Non c'è un a profonda ironia e uria n on meno profo nda significazione nel fatto che l'on. Vella, una d elle teste forti d el sedicente massimalismo socialista, sì esaurisce per un'intera seduta della Camera in una discussione su taluni e mendamenti ad un progetto di l egge che riguarda gli ag~nti di ciutodia delle regie carceri? Non è lavoro socialista 9.ucllo che tutte le organizzazioni -e cooperative e sindacali e comunalicompiono;· inquantoché. non· è un lavoro di distruzione della società borghese, ma piultosto un lavoro di adattamento del proleta.riato a lla soci'età borg hese. Gli è che oramai nel campo politico e in quello.sociale ci si può mette re il cartellino del « tutto esau rito». Ai sociaJisti, come ai ritardata ri d ei teatr.i, non resta che mel anconiosame nte brontolare. Tutto esaurito, difatti, in « materia politica » . Il suffragio universale c'è; la rappresentanza proporzionale al1ch e . e lo scrutinio di list a non

meno. L'indennità ai deputati c'è e l'aumento fu proposto da un socialista. Di libe rtà si abbonda. I lamenti contro la « reazione» rapprésen- · tano un puro e semplice diversivo, per camuffare 1a vuotaggine assoluta dell'inte rno. Le grand i linee d i una d emocraz ia politica a vanzatissi~a in Italia ci sono, e si sono spinte sino ad annullare di quelle p rerogative ddJa Corona che sembravano fra Je più gelose. Adesso siamo al periodo degli <<emendamenti». Non siamo più all' architettura. _ Siamo alla rifinitura, al ripulimento, alla semplice manovalanza. E anche in questa pedantesca fatica degli «emendamen ti» , il socialismo non è solo, non è «lui», non in qualche guisa innovatore e precursore; esso è insieme accompagnato, se, non preced uto, dalle altre frazioni della demou azia politica borghese. La sua voce si mescola al coro; l'azione tipica del socialìsmo - in quanto socia lismo - non esiste più.

I.a verità è che in tema d i « politica » non esist ono so luzio ni SO· eia lis te, né in ffiinimo, né in m:1ss imo, come fra poco vedremo; ma tutte · sono g ià. scontate o accettate dalla borghesia. "La più alta e precisa manif estazione prog rammatica socia lista del dopoguerra è il famoso d iscorso di Filippo Turati, che reca per titolo : Rifare t/h:lia! ç>ra, non c'è nuIJa, in quel turati.ano riferimento, che non possa essere accettato d al più tenace dei conservatori, purché dotato di un minimo d'inte lligenza. Nel campo sociale, siamo di nuovo al « tutto esaurito » In fatto di legislazione sociaJe, c'è ben poco da aggiungere o da rinnova re. Anche qui i grandi binari sono gettati. Ai ma nuali, o, per meglio dire, a coloro che fa nno professione di socialismo, non rest a che collaborare al perfezionamento dell'opera. E utile, ma no n è tipicamente socialistico. In sede di programma minimo, la grande messe è stata falciata e ai socialisti non rèsta che una scarsa spigolatura. Con l'aggravante che nel campo cosl ang u sto c'è Uf!, altro Partito a spigolare: quello P~pol~re, che fa, in un certo se nso, una spietata concorrenza al Pus.

In sede di programma massimo, la disoccupazione dd socialismo è comple ta. I socialisti non sa n no più pad are alle foJle il ·linguaggio delle grandi aspettazioni; non fanno più proselitismo; vivono di rendita .

Il ciclo è compiuto. La religione è diventata una chiesa e finirà fra poco p er essere una ditta o lo è già troppo. H sodalismo è d iventato - esteriormente e inteinamentc - una borghesia.

In quest'ultima affermazione, è tutta b. catastrofe del social ismo. Il socialiSmo è sin da oggi una borghesia, visibile e riconoscibile dalle g iacchette dei suoi componenti, dalla lo ro anima calcolatrice e mercantile Dove sono più i cappelli a vaste tese? dove sono più le cravatte n ere . svolazzanti? dove .sono più i segni ch e. rivelavano - di colpo - in un u omo l'appartenenza alla Galleria dei redentori del poVe ro1 nonch é afflitto gene:re umano? Bisog na tornare alla preistoria. Se qualche in-

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA. DI CANNES 313

genuo si atta rda ancora in queste costumanze di età remote, vien guardato dai suoi stessi compagni come u n arnese da museo. Il socialismo s i è emancipato dal socialismo. La borg hes ia ha già assi mi lato il socialìsmo, lo ha digerito, ne ha assunto la parte vitale e per il resto, per tutto il bagaglio massimalista, ha drizzato Je insuperabili colonné d'Ercole del suo «tipo» di economia1 che comincia appena oggi, dopo la guerra, a mondializzarsi. . Contro quelle Colonne si è spezzato l'urto socialista in tutti i paesi d ' Europa, a cominciare daJJa Russia. L'imbottigli amento storico del socialismo è veramente terribile. Il programma mi nimo è oramai tutto realizzato e non restano che poche briciole da raccattare; il progr3.mma massimo ha perduto il fasc ino del mito: è diventato una giacul~toria, che viene ancora biascicata dai propagandisti d ' infimo ruolo, ma ·non è più la fanfara che annunciava le aurore imm inenti. I social ist i sono «disincantati» sul sole dell'avvenire e s i ripiegano su se stessi. la loro posizione di fronte alle grandi masse si fa ·og ni gi~nno più critica. Le g randi masse non vogliono e non capisco no l'importanza della p accott igl ia prog rammatica. La Co nfederazione G enerale del Lavoro ha d ovuto iniziare l'anno scorso una campagna per convincere _Ji operai a pàgare il loro contributo al fondo d l assicurazioni socia li . Non si può nega re che gli operai riottosi avessero ragione, almeno d al punto di vista della logica formale: ci avete promesso le fabb riche e adesso ci date q uesto nemmeno immediato p iatto d i lent icch ie? D'altra parte, come predicare la rivoluzione, q uando tu tto il mondo va a destra, cioè si restaura in senso antisocialista; qua ndo si ha di f ronte lo spettacolo di rovine· d ella Russia? L'elenco d elle riforme sta esaure ndos i. La ri voluzione sociale oggi, e forse per tutto il secolo, è una p u ra fantasia. La p ara lisi del sociaJismo è in questa duplice, inco nfutabil e ve rità d i fatto . Questo spi ega anche il sorgere de l comunismo, come mov imento non S01o a nt icapit ali stico, ma. anch e àntisodalista , in quanto i] socialismo è diventato « una » borghes ia

Tracciato questo q u adro clinico, la cui esattezza non p uò essere scriarllente contrastata da nessuno, noi sorridiamò, noi abbiamo la rag ione sufficente p er. sorridere di fronte a tutti i contorcimenti, le esaltaz ioni e i bagolamenti p reagonici del P11s. Adesso c'è il fascismo che agisce come d i~e rsivo e funzio na, in un certo senso, da pillola eccitatoria d ello svertebrato socialismo italiano. Ma domani? Il socialismo ridotto a non cercare e a non trovare più lavoro, è destinato a finire ~ci ricove ri d ella me ndicità borghese e a mori re, come g ià da tempo v ive, in qual it à d i mantenuto e di Monsieur Alphome della borghesia.

314 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
MUS SOLINI
Da li Popol,,, d'll«lia, N. 299, 16 dicembre 1921, VlII.

SCIACALLI

Se i morti fossero titoli negoziabili in borsa, quel qualche m igliaio di sempre più fetide carogne che rappresentano gli immortali principi del socialismo (umanità, fraternità, civilt à e altri consimili banali « tara· tatà »), sarebbero dei giocatori formidabili. Poiché hanno quello che si dice le physique du role dello strozzino, dell'aguzzino, del lestofa nte Anche come impresari di pompe funebri, i socialpuss isti hanno numeri tali da fare invidia a Raveggi, quello che manda a Campo Verano i facoltosi cittadini di Roma .

Quello che è accaduto dopo i fatti di Trieste e quelli di C remona, rappresenta il colmo della bassezza um:ma; e solo un partito di rifiut i sociali com'è oggi il Pur, solo un partito di sfruttatori di imbonitori e di canaglie com'è ogg i il Pus, immerso si no al collo nella fanghig lia della sua vigliaccheria, ·poteva dare l'indegno spettacolo che ha dato.

A Trieste, il PIII ha giocato al rialzo sul cadavere di MU.ller: lo ha presentato alle masse come un comunista, un socialista, un sovvers ivo, ucciso dai fascisti solo per queste sue qualità. Quarant'otto o re di macabra fantasia su l cadavere di Milllcr, trascorse le quali si viene a sapere che:

« Giorgio Miìller, d0 anni 27, era di purissima fede italiana, a cui aveva consacrato tutta la su~ attività, e a confermarne sono i documenti trova ti sulla sua per5ona dopo e5sere rimasto vittima del tragico attentato: una tessera della Società triestina ginnastica, una della Società operaia, e una della Lega nazionale.

« U no dei fratelli dell' uccim è maestro elementare insegna nte nel ricreatorio d ella Lega naziona le e vicesegretario de lla Società ginnastica, Un altro dei suoi fr:ite lli è impiegato nella Società adriatica di sicurtà, ed egli pure di perfetta fede e di italianissimi sentimenti. Per dare una prova dei sentimenti schiettamMte e - fervidamente italiani di Giorsio Mi.iller si racconta che nelle ultime elezioni politiche egli abbia votato per i candidati del blocco nazionale dando il voto prefe renzia le al fascista on. Giunta, ciò che indusse la madre di lui , che'. per il fig lio aveva una tenerezza infinita, a. fare domanda. di iscrizione alla 5e2ione femminile del Fascio di Combattimento».

Ma di tutto ciò niente traccia sui giornali del P11I, i cui lettoci con · tinuano a credere che l'assassinio del MU.ller sia dovuto a vendetta po· litica, mentre invece si tratta di un tragico, deplorevo le errore, dovuto alle eccezionali condizioni del momento. Altrettanto dicas i del Boldori.

Il Secolo non è un giornale fascista. B dichi a ratamente antifascista Difende, f ra l'altro, l'Amministrazione comun·ate socialpussista. di Milano. Ebbene, il Secolo , a p roposito d ei fatti di Cremona, stamp a quanto segue :

Continuano intorno alla tragedia le indagini ddl'autorità giudiziaria., ma nessun nuovo dato di fatto ha potuto essere assodato. Si confe rma c he lo sventurato Boldori fu colpito ripetutamente e con violenza; ma, -d"altra p arte, diversi elementi inducono a credere che sia mancato nel sedicenne Passani non solo il proposito, ma la coscienza dì uccidere, L'impressione che Je cose stiano davvero in questi termini, diffusasi nella cittadinanza, ha conuibuito enormemente a richiamare a lla calma. Anche l'attrito fra fascisti e socialisti nelle u ltime ventiquattro ore è parso meno aspro; e, salvo impreveJibili inci<lenti, può nutrirsi la speranza- che questa breve parentesi d'angoscia sia per Cremona d avvero chiusa Risulta invece purtroppo conferm:i.ta la noti zia dd fe sev:i?ie inffitte dai comunisti al giovane fascist.l Sivelli, ma fortunatam ente non sono gravi 1>.

V'è di più. Uno d ei capi del socialismo cremonese, il Sa.sdelli, ha fatto dichiarazi.oni in tal senso. L'A vanti! non le ha pubblicate e le h a stronq.te in un comunicato reticente.

I morti di T rieste e di Cremona sono stati temi a lotto_ per il Pus. Ma il Pus non può illudersi. Il suo giornale, colpendo in b locco come criminali - vedi milnifesto del P11J in occasione dei funerali d ell'ucciso di Rosate - le molte migliaia di fascisti milanesi, d o v rà un giorno o l'altro paga re Io scotto. Il fascismo mifo.ncsc ha d:1to terrib ili lezioni all'immondo Pus dai 1413 iscritti su ottocentomila abi tanti, ed è attrezzato per i bis necessari.· .B ora di finirla, malvag ia gen ia di corvi !, col diping ere i fasc isti come un'accozz1glia di banditi e di crimi nali. Queste dich i1razioni miserabili di diffamazioni si.. pagano. E le p agherete !

Da Il Popolo d'l 111/ii1, N. 300, 17 dicembre 1921, VIII.

316 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI
MUS SO LINI

UN SALUTO A MUSSOLINI

Cremona, 16, nolle .

S stato inviato stasera al nostro direttore questo telegramma:

On. Mussolini • Milano.

· Fascisti cremonesi, vittime cieo reazione poliziesca e malvagia socialcomunista, scarcerati questa sera, quale primo dovere inviano al loro duce un fer,·ido « a lalà! » . ·

Frate lli PEDRONI • NOV/ISCONI • S UPEI\TI

• DoLDI • MAZZOLINI • 2.Acuo . GROP·

P ALI - BALESTRll!IU • BRACCHI - BASTONI

Ringrazio e ricambio con fraterna cordialità. M.

Da li Popolo d'I1alia, N. 300, 17 dicembre 1921, VIII.

UNO STILE

Che iJ fascismo abbia portato degli elementi nuovi nella vita po· litica italiana ed in genere nella vita nazionale, è fuori d ubbio.

Da qualche tempo, ad esempio, i cortei di· tutti i partiti non si svolgono più come una volta, quando la folla seguiva disordinatamente de11e ban diere come un gregge Oggi i cortei di hltti i p a rt iti sfilano inquadrati m ilitarmente.

Tutti i partiti copiano il fascismo.

Non spetta a noi di rilevare la contraddizione in cui cadono certi partiti, i qual i si proclamano antimilitaristi e poi fanno marciare i loro adepti militarmente inquadrati. Constatiamo il fatto. E ci basta.

Ora bisogna che il fascismo innovi radicalmente un altro lato della vita politica italiana : abolisca l'oratoria. Sopprima i d iscorsi: p renda l'eloquenza e le torca il collo, come ha consigliato quel tale poeta francese. Questa è la rag ione per cui io declino tutti gli inviti che mi vengono <la molte -p arti per tenere discorsi.

A parte il fatto che un uomo, il qual~ dedica ad un movimento la sua quotidiana attività giornalistica, non h:1 tempo per prepa rare discorsi, c'è un altro elemento da considerare nella ripulsa a questi inviti, che qualche volta mi commuovono ; 1a Jotta contro la mania oratoria; l'antipatia contro i discorsi inutili ; il proposito di contribure alla creazione di una Italia, che, dopo essersi attardata nel regno delle rimbombanti chiacchiere, entra finalm ente in quello dei laconici fatti.

Sarò felice il giorno in cui si potrà dire di un oratore fascista che ha parlato per tre minuti e contando le sue parole sì potrà dire che non oltrepa.ssava no il centinaio.

Ridurre l'eloquenza allo stretto necessario; limitare !"oratoria all"cssenziale; sostituire il discorso commemorativo con altre manifestazioni più austere e toccanti, significa migliorare anche in questo ca mpa il nostro costume politico.

Il che rientra negli obiettivi fondamentali del fasci smo.

Spero che i fascis ti di tuttà Italia leggeranno e mi daranno rag ione.

MUSSl;>LINI
Da Il Popolo d'Italia, N. 201, 18 dicembre 192 1, VIII.

SUL PROGRAMMA DEL PARTITO*

M11JJoli11i, che dirige la disctmione, riassrmze gli argomenti lrallati e propone , he fra gli organi della direzione del Partito sia anche quello delltt stampa. Fiwt!menle lo statuto ,·ego/amento, con poche m odificazioni, 1>iene approMta al/!roumimilà, La modifica pitì importame t! quella che riguarda la costituzione delle sq11adre d 1dzio12e, secondo la quale le squadre di. combt1llimento, dopo i recenti delibera li della direzione del Partito, Ji compongono di 111/li fascisti, demandando all'ùpettorato il criterio di applicazione del principio. A questo punto, i ftucisli che JÌ trovan o agglomerati sul L1111gamo A ccie1ioli, acdamano Af11110/i11i. , Il 11osl ro Dil'ellore è co1tretto a preun(arsi rip et/lttt m euJe al b,tlcone. Dalla folla parte 1m'e11tusìtt1/Ù'a ovazione. Sì p,usa qnìndi alla diJci11sio11e per commi del progr.rmma d el Atrlito, dei quali Mmsolh1i d à letl11ra. Alla dismssione preudono parie q1Jasi tutti gli i11terve1111ti J11ggerendo 111odifiche ed aggiunte, d ov111e allo 111,dio ed all'e1perienza personale( +).

Muuolini, dando lettma del comma rig 11arda111e la quesJione del regime, afferma che nei riguardi di detta questione, il fascismo de\'e ri manere nel più assoluto agnosticismo. (L'aJJemblea ap prova all111na11imità. La diJms1io11e si fa animala JIII comma che Ira/la del problema della smola. D o po ampia dùct1uio11e eJSo 11ie11e approvato)"'*·

• Riassunto tlclle tl id 1iarazioni fatt e a Firen ze, ·nella sede della Federazione provincia le fascis ta, il 20 dicembre 192 1, dur:in te la riun ione del cons iglio n:izional e d el p:irtito fascista. (Da Il Popolo d'lJ,,lia, N. 303, 21 dicembre 1921, VHI)

•• Terminati i lavori, Mussolini è costrctto d{ nuovo ad affacciarsi al balcone. Dopo avere inviato un saluto ai fascisti fiorentini ed ai loro compagni liberati, dice:

"N on posso 1,enrare ali'Arno u 11;:a ricordare /'onibile deliJto d el q11ale rimdJe villima. il povr:ro Berta, d eliuo ,he non p11ò non disonOt'are per sempre 1111 Partito. Sono 1ic11ro ehe voi non vi lauerele intimorÙ'e dr1l fronJe 11ni,o delle foru anti11azio11ali ,he si J etello e u rrato contro di noi.

"Noi dichiariamo che nell'ora del ,ime/Ilo non temi,,mo i 11011,i nemiei e non li , onJiamo Ripetiam o quello che mille volte abbiamo proclamdto : siamD pronJi a uendere ed agire rnl t erreno delle competizi oni d11ili. Ma u dalla parie awersa si conti,11Jaue a perseveMre nel perverso e malv.:gio siJrema delle imboscate e d egli agguaJi; 1e dalla part e avverta t i co11tù111as1e a co7:1plot1are con. XVII,

Jro qunta noJtra dorabile ltaNa; u dai n.01Jri a111,1ersari non 1i auetterà 1111 minimum di couimza nazionale, allora noi non potremo arudere ad alom criterio di tregua, ma dovremq C0'1tilluare la ballaglia fino al raggiungimento uimpleJo dei no1Jri obimh,J, rhe si ria.Jumiono in que1Je parole: la grandezza della patria, la grandezza del popolo haliano liberalo da tutti i pardJsiti, dt1 q11elli ,he 1tanno in a//u e da quelli rhe stanno in b,uso,· dai parrt1sifi rrnsi. e n eri e qualrhe 110/Ja 4/Tche trièolori. Intendiamo liberare il popolo italiano dal parassitùmo della plutomrzia che 1ta in alto e dal para.s!iJùmo e dalla demagogia che 1ta in bauo. Pentiamo al popolo italiano di doma11i, libera, pro;peroso, grande, sicPro del suo de1tino, ((nf nelle mani gli Jlr~menti per fo rgiane/o umpre migliore, pronto all'opera a1pra, dura, anonima del lavoro quotidiano e pronto anche al wpremo cimento a,uhe quando il martello delle ore 1/o rù:he balta alla g rande campana della pace comune Q11e110 è il 1101/ro credo invincibilt. Con 411e110. 1gomineremo luni i no11ri ttemùi. Vi porgo i l mio 1alNto, Viva il Fauio di Firenze! Viva Firenze fascina!". (Il discorso dell'on. Mussolini è st::ito interrotto più volte da ca lorosi appl:lusi. Qu::indo Mussolini esce da lla sala della Federazjone provinciale, si forma un corteo che Taccompagn::i fino all'hòtel Baglioni, ove egli è alloggiato).

320
OPERA OMNIA DI BENITO MussoLINI

PROGRAMMA

Il Consiglio nazio nale fas cista. riunito a Firenze, ha assolto il comp ito che gli era stato assegnato dal congresso di Roma. Come gli amici ricordano, il congresso di Roma , in tema di programma, votò l'ordine del g iorno Bia nchi, secondo il quale il programma fascista prendeva le mosse dal discorso Mussol ini, i ntegrato da tutti g li a ltri discorsi di Grandi, Rocca e dalle moz ioni votate su p:uticob.ri proble mi.. Veniva affidato a l Consiglio nazionale l'incarico di riunirsi ent ro l'anno per dare al programma stesso veste dal punto di vista d ella · forma d efi nitiva. Ciò è st::i to fatto a Firenze, ·in una riunione durante la quale la trattazione del piogramma è stata rapida, alt:i, serrata, e si è conclusa nella u nanimità del voto per ,iccfamazione. Il programma del fascismo , il cui testo verrà prossimamente pubblicato su queste colonne, è una elaborazione collettiva, in quanto vi h anno recato l'ausilio deJla loro prep:u:izione polit ica e culturale e delb. loro pasS ione fascista tutti g li intervenuti a ll':i.sscmblea di Firenze. Nel p rog (amm:i. stesso viene raggiunta l'armonia fra le tesi d'ordine -generale e le questioni d'ordine conting ente; nel p rog ra mma c'è q uanto basta per 'individuare nettamente, e si potrebbe di re brutalmente, la fisio nomia del Partito N:izio nale Fascista.

Il programma è esplicito in materia d i antimonopolismo, d i antiinternazionalismo, di a ntldcmagogismo; e, dal lato ,positivo , affe rma senza me zzi termini, quale predom inante, il [attore. e dato nazione, alla qu ale t utto dev' essere subord inato. In materia finanz iaria , scola~tica, militare, le posizioni del fascismo sono recise, Quanto a lla quest ione agraria 1 c'è il voto di Rom:l, che fissa la linea di condotta. del fascismo di fronte alle formule vacue del social ismo. Vorremmo vivamente p regare tutti coloro ch e si occupano d,i fascisrrio di leggere attentamente il _programma del Partito Nazionale Fascista.

Strano a di rsi! Molti di co loro che accus:wano il fascismo di non avere u n programma, confessano candidamente - essi - di non averne alcuno. Nemmeno i comunisti ita l ia ni, i quali riconoscono:

« li comuni smo non ha creduto di dare veste di documento ufficiale alla precisa delimitazione della propria ideolog ia, nel mentre ìl problt:ma impellente era quello dl raggruppare agli effet1i della organi:zza:done e della lotta tutti gli elementi non degenerati del movimento proletario mondiale, anche se in parte

fuorviati da mili; scuole e sottoscuole e dalle loro pseudo.dottrine. Né in questo suo congresso il nostro partito poteva prendersi una ini ziativa di tal genere, assorbito com'esso è da una mole di compiti che poco consentono di concentrare una parte n ecessariamente preminente delle sue forze nel campo d ella elaborazione severamente dottrinale ».

1J fascismo si è comportato esattamente nello steSso modo: primum vivere, deinde philosophari. E lasciando il latino: p rima il fascismo ha voluto affermarsi come forza e capacità di ,·ita (vivere, sapere e potere vivere è già un programma massimo!); poi, sulle basi dei principi fondamen tali che ispiravano la sua azione, il fascismo ha costruito a poco a poco l'edificio del suo programma teorico e pratico. Il quale prog ramma non può essere definito con una delle solite fra si rivelatr ici di un a i.n correggibi le poltroneria spirituale. Le parole d i destra o sinistra, di reazione ·o ri,·oluzionc, non sono nome ncla ture applicabi li al prog ramma f ascista, il quale è reazionario di f ronte alla tcsi d el Sociali smo e profondamente innovatore di front e ;1d altre tesi, Comunque il programma c'è. Non è perfetto e non poteva esserlo. Non è definitivo e non può esserlo, perché di parole defin itive nella storia degli uomini non ce ne sono. Non dev'essere nemmeno considerato come un complesso di verità intangibili, non più suscettibili di revisioni. Tutto ciò è-lontano dalla mentalità fascista. Il programm::i. fa. scista è un altro elemento della nostra individuazione politica; è un terreno pe r l'i ntesa e per l'azione di tutte Jc nostre forze; rapf>rescnta, infine, colle annesse responsabilità, la pos izione storica del fascismo nella vita ital ia na. MUSSOLINJ

322 OPERA OMNIA. DJ BENlTO MUS.SOLINI
Da li Popolo d'ltt:Oa, N. ~04, 22 dicembre 1$12 1, Vlfl.

LA

GALLERIA DEI REDENTORI QUANDO IL MITO TRAMONTA

Gli appelli di N.1nscn per i l soccorso agli affamati d i Russia d iventano ogni giorno più concitati e disperati. Nanscn non è un bolscevico e, per i1 suo temperamento, non è nemmeno portato alle esageraz ion i mentali. La realtà sp.i.vcnte\'olc è si ntet izzata in queste cifre: ci sono attualmente in Russi.1 t renta m ilion i di uomini che soffrono la fame; se i soccorsi non arrivano ·con la mass ima sollecitudine, ben dieci mi lioni d i ess i sono condannati a morire ; da parecchi mesi la fame e le ma latt ie, che le fann o da sinist ro corteo, mietono centinaia di mig liaia di vittime nella pa rte più debole della massa: donne e fanci ulli. I governi borghesi muovono al soccorso, e anche l'Italia ha stanziato · ' una pri ma somnu di sci in ilioni di lire per i russi colpi ti dalla carestia. Quanto alle masse operaie, esse fanno poco e non possono fare ch e poco. A prescindere dalla crisi economica che travaglia i paesi occidentali, sta d i fa tto che milioni e milioni di lavo ratori non sa nno n iente d e lle cose d i Russia e no n possono, quin d i, commuoversi per ciò che vi accade. (I movimento di soccorso e di soli da rietà non va oltre i confini d elle masse operaie s in dacate, le quali sono u na esig ua minoranza di front e alla tO· ta lità della popolazione lavoratrice. ,

D'a lt ra parte anch e fra le masse che si potrebbe ro chiamare evolute e coscie nti, la solidariet à pro affamati di Russia non si è e levata alle sf ere subl im i. Non è u sc ita ·dall'o rd inaria amministrazione. Non si tra tta so ltanto di un int imo, per quanto diffuso, convincimento circa l'inutilità di ogni a iuto di fronte a tanta vastità di rovine, ma anche di un congelamento precipitoso de lla fase sovversiva, già tesa verso le realizzazion i supreme e oggi delusa p el t ramonto del mito. Questo trapasso psicologico, questa repentina evoluzione di stat i d·animo, b isogna sp iegarli e questa spiegazione non si trova se non pensando al modo coJ quale, durante un quarantennio di propaga nda sociali sta, e ·specialme nte in Italia, fu p rospettat:1. la rea lizzazione del socialismo. Distrutta la bar· g hesia, to lto le il potere polit ico e q uindi cconoi:n ico , sia attraverso un voto parlamentare di maggioranza - o mi rabile ingenuità d ei tempi i n c~ì sì credeva alla legge della metà p iù uno! - sia attravcrso un gesto

rivoluzionario, ecco Che si distendeva davanti agli occh i beatificati ~ei proletari il giocondo paese di cuccagna, con carne per tutti, vino per tutti, riposo per tutti, e, se si vuole, « rose, mirti, bellezza e piselli per tutti, pisell i freschi non appena s i sgranano dai gusci » . L'ottimismo si spingeva sino a conclamare che, lavorando tutti con le braccia, pochi minuti di Javoro al g iorno sarebbero bastat i per soddisfare a tutte l e esigenze corpo rali e spirituali, semplici e raffinate, dei fortunati cittadini della fort unat a repubblica socialista.

Questa psicolog ia da terra promessa preesistente alla guerr'a - e Contro la qua le, b isogna riconoscerlo, si drizzò la critica sindacalista che partiva da p_remesse filosofiche piuttosto pessimiste e da un p iù concreto esame della realtà e delle forze storìche - s i potenziò e sì esaltò nell' immediato dopoguerra attraverso le influenze e le apoteosi del bolscevismo russo. « Ecco un popo lo - si dissero i proletari di tutti i paesi e specialmente q uelli italiani così facili all 'entusiasmo - ecco un paese che è terra p romessa o a lla vigilia di diventa rlo». Liberi e ben pasciuti, con sca rsi obblighi di lavoro e con d isciplina a caprìccio: cosl in un primo e secondo tempo g li illus i proletari dell'occidente rappresent arono a se stessi i loro frat elli di Russia che avevano infranto le catene d ella schiavitù borghese.

Invece... Andarono i pdmi missionari e constatarono che n o n é'era pane, non libertà e molta discipl ina di officina e d i caserma, i mposta anche col terrore. Allora i l mito· che bruciava le anime proleta ri e de ll'occidente cominciò a gelare. Poi vennero le raccapriccianti d esc rizion i della carestia, gli appelli angosciosi per soccorrere . g li affamati, la descrizione delle città abbando nate, d elle campagne dese rte e delle popolazioni conda nnate a morire nelle solitudin i algid.c di un paese senza confin i; e allora il buon pro1etado, educato dal socialismo ad u na crassa e g rassa concezione edon istica e pacioccona delJa vita, cominciò a rall egrars i in cuor suo di esse re in Jta li a e non in Russ ia, di essere governato da Vittorio Emanuele e non da Nicola Leni n ; il buon proletario, nel con fronto, cominciò ad apprezzare, ad adagiars i, a quasi c rogiolarsi nelle piccole comod ità della sua vita, che van no d all'osteria al cinematografo. 11 che non gli impedl di , ·ersa re l'obolo pro Russia.

I1 ciclo dei trapassi psicologici era concluso: il bolscevismo era spen to nel cuore e nelle speranze di tutti, esclusi coloro che ci mangiano sopra. Né poteva esse re di\'e rsamente La catastrofe russa coincide, per l'occidente, con 1a catastrofe del socialismo, inteso non come una costruzione faticosa e sang uinosa, ma come una g rande razzia di ricchezza da effettuare a un dato momento.

D'altra parte c'è da ch ieders i : « Sarebbe il socialismo riuscito · ad organizzare relativamente vaste masse di u omini, se non avesse in lo ro

324 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

suscitate le aspettazioni da " terra promessa " »? Quanti operai sarebbero a ndati al socialismo, se g li apastoli avessero proclamato che il compito di demolire la borghesia era forse ·a minore e che, una volta d emolita la borghesia, tutto era da ricominciare?

Si può rispondere: « Non molti» Si preferl l'altro metodo: quello che si potrebbe chiamare ddl'« ottimismo facilone». N aturalmente, al contatto con la realtà, tale ottimismo .doveva andare in pezzi. Se ne può dedurre che se le miserie e gli orrori del bolscevismo russo hanno ucciso il mito, tale fatto è stato possibile in grazia dell'orientamento che il socia lismo aveva dato alla su:. predicazione.

la tragedia è che il socialismo non può imprimere altro march io di fabbrica alle sue anime. Deve continuare ad essere uno specifico per la felicità dei proletari e di tutti gli uom ini. Deve continuare a far credere che solo nel socialismo g li uomini saranno tutti liberi, t utti ricchi, tutti intell igenti, tutti felici. Il socialismo garantisce un minimo di felicità agli uomini : lit ro, pollo, cinema e donna. M a nella vita la felicità. non esiste.

MUSSOLINI

Da li Popolo d'Italia, N, 30\ H dicembre 1921, VIII.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 325

SOCIALISMO E... AFFARI

LA « CRITICA SOCIALE»

NON RISPONDE E SI CONFESSA

Nel Popolo d'J111/ia del 13 dicembre u. s., nd commento agli inc identi parlamentari G ray-Turati, si avanzavano al direttore della Critica Soriale queste precise domande:

« 1. La Criticft Sociale è soltanto stamp:da daJla Casa editrice Bemporad?

« 2. O è anche amministrata?

« 3. O è - come pare· - diventata proprietà della Ca.sa ed itrice Bemporad?

« 4. Insomma: l'on, T urati ha ceduto o non ha ceduto h proprietà della sua rivista?

« 5. E se l' ha ceduta, a qual i condizioni Io ha fatto?

« 6. ì vero' o non è vero che Enrico Bemporad ha sborsato, pe r ottenere in prop rietà la Critictt Socùtle, qu:i.khe cosa come trecento big lietti da m ille bQrghesi, con tanto d i effigie regia?».

l due « santoni » inconcussi che dìrigOno b Critic,, Socù,le , gl i onorevoli Fil ippo Turati e (J;rudio Treves, si so no accorti che non potevano tacere e h anno risposto· n elJ'odicrnÒ n umero della c,.iliM Sociale quanto segue:

« Una · campagna di impudente diffamazione, iniziatasi alla Camera con u n attacco incidimta le da parte fascista, che tranquill amente ed esau ric11tcmcntc rintuzza~mo, si è r ifugiata e prosegue co ntro qucst:J. nostra interne-r ata rivista solo in quella certa stampa dalla quale potevamo attendercel a. I vcssi lliferi di essa ci attaccano per od io istintivo che port ano all e cose più p ure Ma le loro arti non potranno offuscare ciò che è l ucente come il sole.

« Poiché furono accresciuti, per noi come per tutti, gli im pt'gni e le difficoltà della gestione amministrativa, ques ta ri vista, a cui da o ltre trent'anni dedichiamo le nostre cu re, non poté più essere amm inis tra.ca in form:a casali nga senza $Offocarne la pienezza dell a funzione, quale il tempo e le nuove t'sigenzc rich ie.devano. Dovendo - a suo tempo lo abbiamo annunciato - appoggiarla, come (~ t~ ,~l,~rr Jiviste, ad una Casa editrice, scegliemmo .la d itta R. Bemporad e fig lio,

che, per la sua vasta enciclopedica e apolitic:1 attività, ci offriva tutte le garanzie. E le affidammo il diritto di edizione della C,ìtfra Socia/~ e dei suoi opuscoli, contro una va lutazione più che normale del suo valore economico per i l titolo, l'avviamento, la massa degli abbonati e della pubblidt:.i., e con solide garanzie per la continuità della Direzione e della Redazione esclusivamente nelle nostre mani, nella più assoluta inattaccabile indipend enza. Per quanto rispettabile fosse la Casa editrice, consci della umana ma lignità, spingemmo gli scrupoli fin o ad escludere ogni rapporto economico fra essa e i nostri - ahim~, quanto modestamente rimunerati! - collaboratori.

« A un anno da quella combinazione, i nostri fedeli lettori sono più di tutti in grado di giudicare se, per il mutamento di gestione, anche solo un vago sospetto abbia potuto nascere in qualsiasi onest'uomo dì qualunque non confessabile influenza, diretta o indiretta, sul nostro indirizzo politico; se !;1 Cri ti( a Sotiflle non sia rimasta "quella eh~ fu sempre ", inesorabile nella coerenza del suo atksgiamento, così nei rapporti es terni col mondo borghese come nei r:ipporti interni dell:i vit:1 del Partito Socialist:1; org:1.no di controllo e di ei:lbora::r:ione politic:a. e ideolop:ica del soci:1l ismo.

« Que-sto, che ! limpido e documentabile alrevidei:m, ci da il diritto di gu:i.rd:ire a codesta campasn:i. d i disinteressatiss imi scribi con tr:inquilla indiffc-

« Chied i:imo venìa ai lettori di averli dovuti intrattenere un momen!o su tanta miseria.

« E andiamo avanti!

l « disinteressatissimi scribi » qual i no i ci ,·a.ntiamo di essere e siamo in realtà - finora contro di noi non si è « scoperto » nulla, con grande disappunto dei socialisti - si dichiarano soddisfatti fino ad un certo pu~to. I s igno ri Filippo Turati e Claudio T reves confessan o:

1. C he la Critica Sociale è stata venduta alla Casa editrice Bc mporad , poiché altro non significa l'eufemis tico « diritto di e diz ione» di cui p:trlano i due non tanto su llodati onorevoli.

2. Che Ja Casa editri ce Bcmporad ha in corrispetti vo pagato a Filì ppo Turati una somma tot, « previa valutazione più che normale del valore economico dclb rivista».

Ali righi.', come dicono I;li inglesi, dal punto di vista della morale borghese, ma non dal punto di. vista deJJa morale socialista. Anche perché oggi il P111 ha tanti mezzi - non esclusi i t ipografici - p er stampare e amministrare un:1 ri vista. Non c'è dunque una Società editrice A vanti.'? Abbiamo altre domande da rivolgere ai signori T reves e Turati. non « disinteressatissimi scr ibi ».

1. I vero o no che fa va lutazione p iù che normale di CriJica Sociale è stata fotta con i bei trecento bigliettoni da mille, versati d a ll'e ditore «patriota» Bemporad al socialista Turati?

DAL CONGRESSO DEC FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 327
« F. TURATI - C. TREVl':S ».

2. Ii: vero o no che in coincidenza col trapasso di Critica Sotiale a Bemporad, il Sig nor Claudio Treves è divfn~ato consigliere di am- · ministrazionc d ella Casa editrice fiorentina ?

Altre domande in seguito. Dal momento che i socialisti sono gli unici onesti, gli unici intelligenti e puri e autentici moralisti, mentre noi saremmo.... il viceversa, nessuno può contestarci il diritto di rivedere un poco i titoli in nome dei quali i pussisti si impancano a Catoni dell'universo. Apostoli? No: BusinnJmenl

Da Il Pop olo ·d'Italit.t, N. 305, 23 dicembre 1921 , VIII (r).

328 OPERA OMNIA DI BENITO M USSOLINI

L'Avanti! di ieri pubblicava in <J:Uarta ·pagina la seguente corrispo ndenza ':

«Vienna., 22.

« (IVibera/). - t uscito l'opuscolo, p re annunciato dalla R ot t Fahne e intitolato Li pene ,m,giMa a l\foua, compil:ico d a un comunista ungherese celantesi sotto un p seudonimo. L'opuscolo rivel:1 le cause dello screzio fra i comunisti ungheresi emigrati, ed accusa Bela Kun, fra l'altro, di aver rubato al p roletariato russo due chili e mezzo di monete d'oro rarissime per farle distribuire fra i suoi intimi ed assicurarsi così il loro appoggio

« L'opuscolo accusa Bela Kun anche di altri gr:ivissìmi abusi, cosicché sì dovrtcbbe meravigliarsi che i capi dell:i. Terza Jnterna:donale tollerino siffatto individuo fra ]oro, e gli affidino compiti di grave responsabilità.

« Dopo questa pubblicazione, si impone la n ecessità di una S("Vf'ra inchie5ta ,

« L'opuscolo contro Bd:1 Kun dice, o ltre a quello che vi ho già tclf'g rafato, che tutto il servizio di collegamento (ra la Terza lntern:i.ziooale ed i paesi d ~ll'Europ a media è subordinato a Bela Kun. Il quale mantiene una vasta organizzazione di · co rrieri, compost:1. di individui molto equivoci e senza scrupoli <li sorta . Questi emissari badano solo al loro p roprio interesse e non sanno spesso quel che fonno, sia che vadano a Livorno co l p retesto di mette re la rivo. Juzione nella s trada retta, sia che si arroghino a Berlino di dettare direttive per il movimento p rolet ario germanico, sia che a Praga provochino lo schifo d i tutti gli onesti.

« L'opuscolo descrive Dd a Kun comi!' un vi lissimo egoista, crapulone e corruttore del proletariato. l'opuscolo lo accusa di aver fatto g ettare nel D anubio otto comunisti ucraini perché avevano tentato di riorganizzare il Partito Comunista disgregato dalle corruzioni di Bela Kun. Inoltre accusa Bela Kun di aver intercettato una lettera con cui il P a rtito Comuni~ta Austriaco chiedeva a Lenin isuuzioni sulla tattica da seguire; e di aver inventato una risposta fa lsa, che s pinse i comunisti au~trbci al tr:ig ico tent~tivo di insorgere. Infine l'opuscolo cita esempi di codardia di Bela Kun, che ama fare il rivoluzionario solo colla pelle degli altri.

{I La Arbeiler Zeit1mg osserva che questo opuscolo significa la decapi tazione morale di Be la Kun, tanto si aggrava la responsabilità della lntern:.zionale comunista, che permise ad individuo siffatto di esercitare una strao rdinaria inAucnza sUUe sorti del proletariato europeo e g li concesse que ll'a iuto ed a uto rità senza cui Bela Kun non avrebbe potuto compiere ta nte infomie. Quindi sul banco d'accusa siede ora la intera Tena Intemaziooale »,

IL DOCUMENTO

Quale scandalo e quale fine! Chi non ricorda g li entusiasmi frenetici del P11J italiano per il bolscevismo ungherese e per Bela Kun? Se ne avessimo il tempo, noi potremmo andare a sfogliare Ja collezio ne dell'Avanti! e vi troveremmo le più sperticate esaltazioni di Bela Kun e del suo regime. Guai a Bela Kun ! Quest'uomo non era già il piccolo ~libusticre che aveva iniziato la sua carriera palitica svaligiando là Cassa ammaJat( di Temesvar, ma era un apos.tolo, un santo, un profeta, una Specie di Cristo bolscevico. Non per niente a Bologna la degna compagna di ·tanto messia ebbe onori quasi sovrani da parte dei bo l. scevichi ind igeni. Quando l'on. Maffioli, che era stato in Ungheria, osò avanzare · qualche dubbio sul socialismo di Bela Kun, l'Avanti.I insorse e nella ma niera più brutale impose il silenzio al molesto testimone delle nefandezze ungheres i. Il povero Fraccaroli, che aveva vissuto il bolscevismo, fu trattato. dall'Avanti.' come un vil issimo pennivendolo calunniatore. Bela Kun era il principe degli idealist i, il dis in• tcressato per eccellenza, il martire immacolato della nuova dott rino.. E guai a dubitarne ! Jl Pus italiano ebbe anche l'_impudenza di inscena re dimostrazioni di piazza pro-Ungheria bolscevica. Qu:tndo, dopo 133 giorni d'irifamia e di sangue, il bolscevismo crollò, indicibili furono Jc ansie del P111 italico per 1a sorte di Bela Kuo. Internato in Austrìa, Bela Kun fu visitato da alcuni maggiorenti del socialismo mi lanese, recatisi a fargli riverenza. Se non c'ingannianio, uno di costoro, e precisamente lo Schiavi, sentì anche il bisogno d'intervistarlo, natu ral mente per incensarlo.... Tutta questa è storia di ieri e, per quanto le vicende si accavallino paurosamente, non può essere dimenticata. Oggi sia mo alla catastrofe. 11 santo di ieri, l'apostolo di ier i, il dittatore di ieri, è rultima dell e canagli e. n un ladrò di monete d'oro .(o a11ri Jttatt fa me1l), è un vili ssimo egoista, un crapu lone e un assassino. Queste accuse stronca nti non partono da ·un borghese, ma da un comuni sta, da u no di quelli che ha nno conosciutO Bela Kun n ell'esercizio delle sue fu n- · zioni di apostolo ca rnefice e di idea lista ladro. La catastrofe non co lp isce soltanto fimpiegatucolo Bela Kun, ma il bolscevismo, ma il comun ismo, ma il socialismo in genere e quello italiano in particolare. Ci si domanda per quale stÌ-a na assurdità di eventi sia stato possibile che un uomo di tal calibro abbia pot uto dominare per quattro mesi una nazione come l'Ungheria, a tipo sviluppatissimo di civiltà e con urla brillante storia millenaria. Ci s i domanda ancora quali Bela Kun ci sarebbero stati in Italia se il fascismo non avesse stroncato - col ferro e col fu oco -

!'Organizzaz ione ~lscevica impastatii. di fatalismo ingenuo e di si n istra criminalità. Non c'è che dire: la storia contemporanea del comunismo europeo è · stfaordinariamente pulita. Ieri, in Francia, lo scandalo Zalewsky, qualche cosa come tredici mi lion i di fr anchi «sba fati» dai

330 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

capi del comunismo parigino; oggi, lo scandalo inaudito di Bela Kun, la cui parabola potrebbe reca re per titolo: dalla forca al fang o. Quanto all'Italia, vedi storno di fondi dei bambini viennesi e altre casettine del genere. Poi non è raro, anzi è frequente, il caso di sentire questi lesto~ fanti, capaci di qualunque bassezza, tuonare contro la società borghese, che sarebbe immorale e cinica.... Bisog na convenire che per certi rifiuti umani, tesserati nel comunismo, il trattamento terapeutico più" indicato è i l fascismo.

MUSSOLI NI

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 331
D a 1/ Po/10/a d'I1alìa, N. 306, 24 d icembre 1921, VIII.

A CAMERA CHIUSA

NEL VICOLO CIECO

Si può sintetizzare in una sola parola l'azione parlamentare del Gruppo sociaJ ista nella testé chiusa sessione della Camera : antifa scismo. Og ni g iorno, i n sede d'interrogazion i e in ogn i occasione propizia, i deputat i socialisti si sonO sfogati a vitupcr:ire e a d iffama re il fasci smo. N on hanno .detto alt ro. Non hanno fatto 3.ltro. Mettete insieme le decine di disco rsi e di moniconi di discorsi socialist i e non trove rete alt ro. Spettacolo più pietoso e clamoroso di paura e d i impotenza non potrebbe essere offe rto alle platee dal Gruppo dei professionisti redentori ddl'umanit~.

Con questo lamento noioso e continuo, velato qua e }à di mi nacce ridicole, quale obiettivo concreto si propone\'a dì raggiu ngere il G ruppo parlamenta re pussista? Che i socialisti pensino di dannegg iare la com• pagine materiale e moraJc del fascismo è in~mmissib ile . Il fascismo si giova di questa campagna grottesca o malvagia inscenata dai suo i avversaci. Vuole forse il Gruppo socialpussista crea re nel paese stati d'animo ostili al fascismo? Non ci riesce. L'opinione pubbl ica non ha dimenticato le in numerevoli violenze e furfanterie compiute dal Pm nei giorni in cui· dominava; e soprattutto h a ancora sott'occh io l'elenco tragico - e, ah imè !, continuat ivo - degli assass ini, quasi tutti pe r agguati, commessi dai gregari del Pus. Nel paese la campagn a deni· grato ria del P11s non attacca malgrado i ca fforzamc ntì che le vengono da elementi della borghes ia. Ca ri no il connubio Avanli.'-Pttese!

L'obiettivo dei socialisti è un altro ed è stato confessato : influire sul G overno perché assuma un atteggiamento antifascist a. I socialisti pre• tendono di fare dell 'antifascismo per interposta persona. :e un calcolo miserabile, degno de lJ a m entalità di questi oramai falliti rigattieri d ell'i deale. Ed è un calcolo stolto. Di tutte le eventual ità di Governo che si possono prospetta re, viene automaticamente esclusa quella cara ai socialisti: l'eventualità d'un Governo di reazione anti fascista. ·Vedia mo: Intransigenza o transigenza, sono ,la stessa cosa. M antenendosi su una Ji nea d'intransigenza, il Gruppo. parlamenta re p ussista non può evi~ dentemente pretendere dal Gove rno un· trattamento di favore. Suppa-

n iamo che il Gruppo, mette ndosi sotto i piedi le deliberazioni d' intransigenza ·votate nei congressi, cambi atteggiamento, e allora. i casi sono i seguenti. Appoggio a. un ministero. Noi saremmo liet i che questa eventualità si realizzasse, perché sarebbe un colpo mortale inferto alla r~idua vitalità e alla scarsa reputazione del socialismo italiano. D 'altro lato, sarebbe inutile. :P. evidente che le promesse di un ministero antifascista sarebbero destinate a rimanere sulla carta. f. evidente che anche coll'appoggio dei deputati socialisti, un ministero qualsiasi - dato che fosse possibile e morale imbastirne uno sulla pura piattaforma ·d el-· l'antifascismo - non potrebbe spingersi molto innanzi su questa strada, senz1. incappare in pericoli enormi Facciamo .allora l'ipotes i più ardita e futurista: queUa che i soci:ilisti, buttati nel rigagnolo gli ultimi pudori, si decidano per la diretta partecipazione al Governo, ad un Governo necessariamente di co1lizione borghese. Ebbene, le cose non cambierebbero nei rigua rdi del fascismo. N ei riguardi del socia li smo, la paftecipa2ion~ al potere sarebbe l'atto di liquidazione; quanto al fascismo è evidente che un Governo scmisocialista sarebbe costretto, per una infi nità di ragioni intuitive, a trattare il fasci smo come lo hanno tratt:lto i Governi precedenti. .B chiaro che una persecuzione legale al fascismo, inscenata da un Governo in cui fossero due o tre ministri socialisti, gioverebbe immensamente al fascismo e nuocerebbe altrettanto immensamente al socialismo. Basta conoscere la psicologia del popolo italiano per convincersi di ciò. Senza contare che fa persecuzione non sarebbe priva di pericoli personali e politici per i persecuto ri.

Tutto somm1to, il Partito Socialista Italiano si trova in un terribile vicolo cieco: vorrebbe abbattere il fasc ismo con mezzi extra-legali e non osa e non può; vorrebbe che il GO\'Crno perseguitasse il fascismo e sen te tutta l'infamia di una simile rkhicsta; azzarda l'ipotesi di una partecipazione al potere ed è costretto a scartarla, perché il gioco non va le la candela e sarebbe in pura perdita per il Pus e in totale vantaggio per il fascismo.

Cosl imbottigliato, al Pus non resta che la sterile lamentazione, destinata a rimanere senza eco fra le masse operaie sbandate e deluse.

DAL C_ONGRES ~O DEI F ASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 333
D a 1/ Popola d'Italia, N, 307, 25 dic~mbre 1921, VIII.
MUS SOLINI

PROGRAMMA E STATIJTI DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA

Il prog r:imma del Paftito Nazionale Fascista non e ra a ncor noto in tutti i suoi p oshtlati e già la stampa, sulla base di nlcunc i nd iscrezioni, si metteva a commentarlo. Seg no certo dell'interesse vi vo che il fascismo suscita nell'opinione pubblica italiana. Ricordi a mo articoli d e ll'A vanti.', d el M euaggero, d el ReJto del Carli no . P reg hi amo o ra i nostri coileg hi della stampa e gli uomini politici in gcne:re d i vo ler leggere attenta· men te le p ag ine ch e seguono, tanto da pote r g iudica re con pien a cog nizio ne di causa.

Quel che pensiamo noi del programma, abbiamo già detto , in una prima nota di commento alla riunione di Firenze, e il resto d iremo ne lla prefazione al p rogrammi stesso. Annunciamo intan to c he programma e statuti sa ranno raccolti in un opuscolo, del quale, nd le prossime settimane, sarà curata una prima tiratura di mezzo milione d i copie, da distribuirsi 3 tutti i fascisti d'Italia.

PROGRAMMA

Il fascismo è costituito in Pa rti to politico per ri ns:1 Jdare l:t s ua disd plin:'I e· per individ ua re il s uo <1 rredo »

La nazione non è la semplice somma degli individ uì viventi, né lo strummto dei partiti pei loro fin i, ma un o rganismo com prendente ia serie indefinita delle generazioni di cui j singoli sono elementi transeunti; è la sintesi suprema di t utti i valori materiali e immateriali della stirpe.

Lo Stato è incarnazione giuridica della nazione. Gli istituti politici sono forme efficaci in qua nto i valori nazionali vi trovino espressione e t utela.

I valo ri autonomi dell'individuo e quelli comuni a più. individui , esp ressioni di persone collettive o rganizzate (famiglie, comuni, corpo razio ni, e-cc.), vanno promossi, sviluppati e di fesi sempre nell'ambito della nazione a cui sono subordinati.

Il Partito N n ionale Fascista. afferma che nell'attuale momen to storico la forma di o rganizz.azione sociale domin:1nte n el mondo è fo società nazionale e che lesge essenzia le della vita del mondo non è fa u ni ficazione d el!e varie società in una sola immensa società: « l' umnnità », come cr~de la dottri na internazionalist ica, m a la feconda e aug urabile, pacì fica concorrenza fra le varie società nazio na li.

Lo S1tlk).

Lo Stato va ridotto alle sue funzioni essenziali di ordine politico e giuridico.

Lo Stato deve investire di capacità e di responsabilità le associazioni, conferendo anche alle corporazioni professionali ed economiche diritto di elettorato al corpo dei Consigli tecnici nazionali.

Per conseguenza debbono essere limitati i poteri e le funzioni attualmente attribuiti al Parlamento, Di competenza del . Parlamento i problemi che riguardano l'individuo come cittadino dello Stato e lo Stato come organo di real iz• :zazione e di tutela dei supremi interessi nazionali; di competenza dei Consigli tecnici nazionali i problemi che si rife riscono alle varie forme di attività. degli individui nell.1 loro qualità di produttori.

Lo Stato è sovrano; e tale sovranit-.ì. noit può n~ deve essere intaccat:i o sminu.ita' dalla 01iesa, alla quale si deve garantire b. piU ampia libertà nell'esercizio del suo ministerio spirituale.

Il Pa1tito Nazionale Fascista subordina il proprio atteggiamento, di fronte alle forme delle singole istituzioni politiche, 3gJi interessi morali e m.:ueriali della nazione intesa nella sua reahà e nel suo d iveni re storico.

U <MPorirzìoni.

Il fascismo non può contestare i l fatto storico dello sviluppo delle corporazioni, ma vuol coordinare tale sviluppo ai fini nazionali.

le corporazioni vanno promosse secondo due obiettivi fondamenta.li, e cioè come espressione della solidariet.ì nnionale e come mezzo di sviluppo della produzione.

Le corponzioni non debbono tendere a negare l' individuo nella collettività livelbndo arbitrariamente le capacità e le forze dei singoli, ma anzi a valoriz. zade e a svilupparle.

Il Partito N.uionale Fascista si propone di agitare i seguenti postubli a favore delle classi lavoutrici e i mpiegatizie:

t. La p romulgazione di una kg.se dello Suto che sancisca per tutti i sal.uiati la giornata « legale » media. di otto ore colle eventuali deroghe consig liate dalle necessità agricole e industriali.

2. Una legislazione sociale aggiornata alle necessità odierne, specie per ciò che riguaJ"da g li infortuni, l'invalidit à e la vecchiaia dei Javoratori, sia agricoli che industriali o irtlpiegatizi, sempre che non inceppi la produzione.

3. Una rappresentan2a dei lavoratori n el funzionam ento di ogni industria, limitatamente per ciò che riguarda il pttsonale,

4. L'affidamento ad organizzazioni operaie, che siano moralmente degne e tecnicamente preparale,· della gestione d i industrie o di servitl pubblici.

5. La diffusione della piccola proprietà in quelle zcne e per quelle coltivazioni che produttivamente lo consentano.

C11phaldi di po/;1ica intnn.:i.

Il Partito Nazionale Fascista intende elevare a piena dignità i costumi politici cosicch~ la ·morale pubblica e quella. privata cessino di trovarsi in anti. tesi nella vita della nazione,

• XVII.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 335
22.

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Esso aspira all'onore s upremo del g~vcrno dei paese; a restaurare il concetto ·etìco che i Governi debbono amministrare la cosa pubblica, non già .nel l'interesse dei partiti e delle clientele, ma nel supremo ioterC"Sse della nazione

Va restaurato it prestigio dell o Stato nazionale e cioè dello Stato che non assista indifferente a llo scatenarsi e al prepotere delle ·forze che attentino o comunque minaccino d i indebolirne materiaJmente e spirìtualmet1 te la compagine, ma sia geloso custode e difensore e propag atore della tradizione n azionale, del sentimento na:donale, della volontà nazionale.

La libertà del cittadino trova un .duplice limite: nella libertà delle altre persone g iuridiche e nel diritto sovra.no della nazione a vivere e a svi lupparsi.

Lo Stato d f'Ve favorir e lo sviluppo della nazione, non monopolizzando, ma pwmovendo ogni opera intesa al progresso etico, intellettuale, religioso, artistico, g iuridico, sociale, e<onomi(O, fisiologico della collettiviti n azionale, C,rpiJ,r/di di politica mera.

L"Jtalia r iaffermi il diritto alla sua completa unità stori(a·e geografica, anche li dove non ancora raggiunta ; adempia fa sua ·fun zione di baluardo della civiltà latina nel Mediterra neo; affermi sui p opoli di nazionalità d iversa annessi alr ltalia saldo e stabile l'imperio della sua legge; d ia va lida tutela agli itali ani all'C$tero cui deve essere conferito diritto di rappresentanza politica .

lJ fascismo 'non crede alla vitalità e ai p rincipi che ispirano la cosidd etta Società delle nazioni, inquantoché non t utte le nazioni vi sono rappresentate e quelle che lo sono nOn vi si trovano su di un piede d i eguaglianza.

· JI fascismo non crede alla vitaliti ed alla efficenza delle Internazionali rosse, bianche o di altro colore, perché si tratta di costruzioni artificia li e forma listiche, le quali raccolgono piccole minoranze di individ ui, più o meno convinti in confronto delle vaste masse delle popolazioni che vivendo, progredendo o regredendo, finiscono per determinare queg li sJ)Ostamenti di interessi davanti -ai q uali tutte le c'ostruzioni internazionalistiche sono destinate a cadere, come la recente eS~r ienza storica documenta. ·

· L'espansione ;:ommerciale, l'i nfluenza politica dei trattati internazionali vanno riveduti e modificati in quelle parti che si sono palesate inapplicabili e quindi r egÒlate se<ondo le esigenze dell'economia naziona le e mondiale.

Lo Stato d eve valorizzare le· col onie italiane del Mediterraneo e d'oltre Oceano, con istituzioni economiche, culturali e con rapide comunicazioni.

li Partito Nazionale Fascista si dichiara favo;evole ad una politica di amichevoli rapporti con tutti i popoli d ell'Oriente vicino e lontano

La difesa e lt? sviluppo dell'Italia all' estero vanno affidate ad un Eserci to e ad una Marina adeguati alle necessità d ella sua politi(a e all'efficenza delle altre nazioni, e ad organi dipl omatici compresi della loro funzione e fomiti di cultun; di animo e di mezzi sì da esprimere nel simbolo e nella sostanza la grandezza dell'Italia di fronte al mondo.

Capi14/di di politica finanziaria e di riro1truzi one d el paeu,

Il Partito Nazionale Fascista agirà:

1. Perché sia sancita un'effettiva responsabilità dei singoli e delle corporazioni nei casi di inadempienza dei patti di l avoro liberame-nte conclusi.

2. Pttché venga stabilita e regolata l a responsabilità civile degli addCtti alle pubbliche amministrazioni e degli amministratori per qualsiasi lor o negligenza in confronto dei danneggiati.

336

?. Perché . venga imposta la pubblicità sui redditi imponibili e l'accer'tamento dei valori successori al fine di l'ttldere possibile un controllo sugli obblighi finanzia ri di tutti i cittadini vuso lo Stato.

·

4. Perché r eventuale intervento statale, che si rendesse ·assolutamente necessario per proteggere taluni r ami delrindustria ag ricola e manifatturiera d a una troppo pericolosa concorrenza estera, sia tale da stimolare le energie produttive del paese, non già da assicurar e un parassitario sfruttamento da p:ute di g ruppi p)utocratici dell'econo mia nazionale.

Saranno obiettivi immediati del Partito N azionale Fascista :

1. Il risanamento dei bilanci dello Stato e degli enti pubblici l ocali, anche · mn:liante rigorose economie in t utti g li _organismi parassitari e pletorici e nelle spese non strettamente richieste dal bene degli amministrati o da necessità di ordine generale.

2. li decentramento amministra tivo p er semplificare i servizi: e per facilitare Jo sfollamento della .burocrazia; pur mantenendo r opposizicine recisa ad ogni regionalismo politico

3. La rigida tutela del d ena ro dCl contribuenti, sopprimendo ogni' sussidio a favore di consoiz.i, cooperative, industrie incapad di vita propria e non indispensabi li alla nazione, clientele e simi li, da parte dello Stato o altri enti pubblici.

4. I.a semplificazione dell'organismo tributario e la distribuzione dei trib uti secondo u n criterio di proporzionalità, senza partigianierie pro o contro questa o· quella ca tegoria di cittadini e non secondo concetti di progress ività spogliatrice.

5. L'opposizione alla demagogia finanzi aria e tributaria che scoraggi le iniziative o isterilisca le fonti del risparmio e della produzione nazionale.

6 . La cessazione della politica di lavori pubblici abbo rracci ati, concessi per motivi elettorali e anche per pretesi motivi di ordine pubblico o comunque non redditizi per la loro stessa distribuzione saltuaria e a spizzico.

7. I.a forÌnazio ne d i u n piano organico di lavori ·pubblici secondo le nuove necessità economiche, tecniche, militari della naz.ione, piano che si proponia principalmente di :

a) completare e riorganizzare la r ete ferrovi aria ita.[iana, ri unendo m~ glio le regioni redente alle ~inee de lla penisola, nonché alle comunicazioni interne della penisola stessa, specie q uelle longitudinali dal sud al nord attraverso l'Appennino;

h) accelerare, nel limite del possibile, l'elettri ficazione delle ferrovie ed in genere lo sfruttamento delle forze idriche sistemando i bacini montani anche a favore dell'industria e dell'agdcoJtura;

r) sistemare ed estendere l e ret i stradali specie nel Menoglom o, ove ciò rappresen ta una necessità Pregiudiziale alla risoluzione di innumete'Voli p robl emi économid e sociali; · ·

a) istituire e intensificare le comunicazioni marittime con la Penisola da un lato con le isole e la sponda orientale ad riatica e le nostre colonie mediterranee dalraltro, nonch~ fra il nord e il sud della Penisola stessa, sia q uale au$ilio alla rete ferroviaria, sia p er incoraggiare gli italiani alla navigaziooe;

e) ·concentrare le spese e gli sforzi in pochi porti dei tre ma.ci, dotandoli di tutto l' attrezzamento moderno;

f) lottare e resis tere contro i particolarismi locali, ·c he, in mat~ia s~

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 337
·

cialmente di lavori pubblici, sono causa di dispersione di sforzi e ostacolo alle grandi opere di interesse nazionale

8. Restituzione all'industria privata delle aziende industriali alla cui ge. s1ione lo Stato si è dimostrato inadatto; specialmente i telefoni e le ferrovie, in. coraggiando la concorrenza fra le grandi linee e dhtinguendo queste ultime dalle linee locali eserdbili con metodi diversi.

9. Rinunzia al monopolio delle Poste e dei T elegrafi , in modo che l'iniziativa privai.a possa integrare ed eventualmente s~tituire il servizic- di Stato. Caphaldi di politica 10ciale.

lo Stato riconosce la funzione sociale della proprietà,- Ja quale_ è iusieme un diritto e un do'vere. Essa è la forma di amministrazione che la societi. ha storica.mente delegato agli individui per l'illcremento del patèi~onio stesse·

11 Partito Nazionale Fascista di fronte ai progetti socialistici di r icostr.uzione a base di economia pregiudizialmente collettivistica, si pone sul terreno della realtà storica e nazionale che non consente un tipo unico d i economia agricola o ind ustriale e si dichiara favorevole a .quelle forme - sia.no esse individ ualistiche o di qualsiasi altro tipo - che garantiscono il massimo di produzione e il massimo di benessere.

li Partito Naziona le Fascista propugM un regime c-he spronando le i niziative e le C'nergie individuali (le quali formano il fattore più posSC'l'lte ed operoso della produzione economica) favorisca l'accrescimento della riccht"'Zza nazionale con rinuncia assoluta a tutto il farraginoso, costoSo e-d ·antieconomico macchinario delle statizzazioni, socializzazioni , municipalizzazioni, ecc. Il Partito Nazionale Fascista appoggerà quindi ogci iniziativa che tenderà ad un miglioramento dell'assetto produttivo, avente lo scopo di eliminare ogni forma d i paras~itismo individuale o di categoria.

Il Partito Nazionale Fascista agi rà:

<1) perché sieno disciplinate le incomposte lotte degli intttessi di categoria e dì classi, e quindi riconoscimento giurid ico con conseguenti responsabilità delle o rganizzazioni operaie e padronali; ·

b) perché sia sancito e fatto osservare, sempre e comunque, il divieto di sciopero nei servi:i p ubblici con contemporanea istituzione di tribunali arbitrali, composti di una rappresentanza del potere esecutivo, di una rapp resentanza della categoria operaia o impiegatizia in conflitto e di una rapprese-ntanza del pubblico che paga.

Politi.a srolastfra.

La scuola d eve avere per scopo generale la formazion e di persone capaci di garantire il progresso economico e storico delJa nazione; di elevare il livello morale e culturale dr-Ila massa e di sviluppare da tutte le classi g li elementi migliori per assicurare il rinnovamento continuo dei ceti dirigenti.

A tale scopo urgono i seguenti provvedimenti:

1. Intensificazione della lotta contro l'analfabetismo, costruendo scuole e strade di accesso e prendendo d'autorità, p~r opera detlO Stato, tutti i p rovved imenti che risultassero necessari.

2. Estensione dell'istruiione obbligatoria fino alla sesta classe elementa,e inclusa nei comuni in grado di provvedere alle scuole necessarie e per tutti coloro che dopo !"esame di maturità. non seguano la via della scuola media; istruzione · obbligatoria fino alla quarta elementare inclusa in tutti g li altri comuni.

338 OPERA O~NlA DI BENITO MUSSOLINI

3. Carattere .rigorosamente nazionale alla scuola elementare in modo che es,a prepari anche nel fisico e nel moraJe i futuri soldati d'Ita lia; per ciò rigido controllo dello Stato sui ·programmi, sulla scelta dei maestri, sull'opera. loro, specie nei comuni dominati da partiti antinazionali.

4. Scuola media e universitaria libera, salvo il controllo dello Stato sui prograrru:ni e lo spirito d 'insegnamento e salvo il dovere dello Stato di provvedere esso all'istruzione premilitare, diretta a facilitare la formazione degli ufficiali.

5. Scuola normale informata ai medesimi criteri esposti per la scuola a cu i i futuri insegnanti. sono destinati; perciò a carattere rigòrosamente nazionale anche degli istituti da cui escono gli i nsegnanti elementari. ·

6: Scuole professionali, industriali e agrarie istituite con piano organico utilizzando il contributo finanziario e· d'esperienza degli industriali e degli agricoltori, allo scopo di elevare la capacità produttiva della nazione e di cr eare la eluse media di tecnici fra gli esecutori e i direttori della produzione. A tale scopo lo Stato dovrà integratt e coordinare le iniziative private, sostituendole ove mancano.

7. Carattere prevalentemente classico d elle scuole medie inferiori e su~: riori; riforma ed unificazione di quelle inferiori in modo che tutti gli studenti studino il latino e che il france se non sia più l'unica lingua sussidia ria a quell a italiana; scegliere e adattare invece la lingua sussidiaria secondo le necessità delle singole regioni, specie quelle di front iera .

8 Unificazione di tutte le beneficenze scolastiche, borse di stud io e simili, in un istituto controllato e integrato dallo Stato, il quale scelga fin dalle classi elementari gli alunni più intelligenti e volenterosi e assicuri la loro istruzione superiore, imponendosi, se occorra, all'egoismo dei genitori e provvedendo con un congruo sussidio nei casi in cui fosse necessario.

9. Trattamento economico e morale dei maestri e dei professori; nonché degli ufficiali di esercito, quali educatori militari della nazione, tale da assicurare ad essi la tutela della propria dig nità. e i mezzi per accrescere la propria cultura, e da ispi rare ad ess.i ed al pubblico la coscienza dell'importanza nazionale della. loro missione.

La giustizia.

Vanno intensamen te promru;si i mezzi p reventivi e terapeutici della delin. quenza (riformatoii, scuole per i traviati, manicomi criminali, ecc.). La pena, mezzO di difesa d"ella società nazionale lesa nel diritto, deve adempiere normalmente· la funzione intimidatrice ed emendatr ice ; i sistemi penitenziari vanno, in considerazione della seconda funzione, igienicamente migliorati e socialmente pt"tfezionati (sviluppo de l lavoro carcera rio).

Vanno abolite le magistrature speciali. li Partito Nazionale Fascista si di- ' chiara favorevole alla revisione del Codice penale militare. La procedura deve essere spedita. ·

I.A di fna na.zi<male.

Ogni cittadino ha l'obbligo del servizio militare. L' eser cito si deve avviare verso la fOl"ma della nazione umata, in cui ogni forza individuale, collettiva, economica, industriale ed agricola sia compiutamente inquadrata al 6.ne supremo della difesa degli interessi nazionali.

All'uopo, il Partito N azionale Fascista propugna l'immediato ordinamento di un esercito, che, in fo rmazione ro~pleta e perfetta, da una parte, sorvegli,

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 339

vigile scolta, le conquistate frontiere, ·e, dall'altra, tenga preparat i in paese, addestrati e inq uadrati, g li spiriti, gli uomini ed i mn :z.i che la nazione sa esprimere, n elle sue infinite risorse, nell'ora del p ericolo e della g loria.

Agli stessi fini l'esercito, in concorso colla scuola e con le o rga nizzazioni sportive, deve d are fi n dai p rimi anni al corpo e allo spirito del cittadino l'attitudine e J'ed ucarione al combattimento e al sacrificio per Ja patria. (Istruzione p remilitare). ·

Organizzazione.

li fa scismo in atto è un organismo:

.a) politico;

b) economico;

,) di combattimento.

Nel campo t,olitico accoglie senza settarietà quanti sinceramente sol:toscri- · vòno i suoi principi e ubbidiscono ~Ila sua disciplina ; stimola e valoriz.z.:i gli ingeg ni , particolari riunen doli secondo l e attitudini in grupp i d i competenza; p:t.r· tecipa intensament e e costantemente .t ogni maniCestazione d ella vita politica attuando in via contingente q uanto può essere p raticamente accolto d all a sua · do ttrina e riaffermandone il contenuto integra le.

N el campo economico promuove la co st ituztone delle corpora zioni profess ionali, siano schiettamente fasci ste, si ano autonome, a seconda delle esigenze di t empo e luogo, p urché informate sostanzialmente e non formalmen te alla pregiud izìale nazionale per la qua le la nazione è al di so pra delle classi.

Nel· campo d elforganizzazione di combattimento il P artito Naziona le Fascista forma un tutto unico (olle sue squadre, M ilizia volon taria a l servi zio dello Stato na:i:ionil le, fo rza viva in cui l'idea fascista si incarna e con cui si difende.

STATIJTO-REGOLAMENTO GENERALE

Unee generali.

Il Partito Nazionale Fascista è una milizia volonta ria p osta al s~i zio d ella n azione. Esso svolge la sua attività poggiando su questi tre cardini: o rdine, discip lina, g erarchia.

L"orgatuzznione del Pa rtito N azionale Fascista, pe r !"attuazione delle fi na lità che si p ropone, a mente del p rogramma nel cui am bito dovrà :svolgere la sua azione,

è cost ituita:

a) da organi dirigenti;

b) da Fasci (se zioni d el Partito);

,) da Gruppi di competenza;

ti) d1 Squadre di co mbattimento;

e) da FederaziÒn i. provinciali;

/) da D elegazioni regionali;

g) da un Gruppo parlamentare;

h) da una Stampa quotidiana e settimanale che illustra e sostiene le idee e le campagne del Partito.

Organi dirigenti,

Gli orgahi d irigenti il Partito Nazionale Fascista sono i seg uen t i :

a) il Cons ig lio nazionale ;

b) il Comita to centrale;

340 OPERA OMNIA DI BENITO MUS S OLINI

e) h. Direzio ne;

àj Ja Segreteria generale.

Comiglio nazionale,

I. Il Consiglio nazionale del Partito è composto dai membri dd Comitato centrale e dal segretari politici provinciali.

2 Il Consiglio nazionale rappresenta, nel suo complesso, l'organo di controllo dell'opera dell'organizzazione narionalo:" dei Fasci. ·

3. Il Consiglio nazionale si riunisre" normalmente ogni sei mesi e straordinariamente tutte le volte eh<:" la D irezione dcl Partito lo riterrà opportuno.

C o mil12tf/ ,:entrale,

1. Il Comitato centrale è composto di tanti rappresentanti quante sono le regioni d'Italia, più i componenti la Direzione del Partito.

2.: I membri del Comitato centrale sono eletti dal congresso nazionale e dura.no in ca rica da un congresso all'altro ( Il congi-esso naziooale, salvo contra rie disposizio ni del Comitato ceotrafo o su rich iesta di almeno d ue ter zi dei fascisti regolarmente iscritti, si raduna nOrmalmente una vo ha ogni· due anni).

3. In a1so di dimissioni o di impl)Ssibilità di funzionamento, spctta ·a.i Fasci Celle singole regioni il nominare un nuovo rappresentante.

4. li Comitato centrale rappresmta l'organo dirigente il Partito, quale espressione diretta della volontà degli o rganizzati, j quali, eleggendolo, delegano l!_d esso tutti i poteri nell'ambito delle direttive e degli scopi determinati dalle deliberazioni del congresso.

Al Comitato centrale conseguentemente è devoluto:

a) di dèterminare l'azione e di "Yigilare sull'indirizzo politico e amministrativo delle sezioni;

h) di stabilire, d'accordo con i rappresentanti del Partito eletti a cariche pubb liche e ·specie col Gruppo parlame ntare, le direttive riferentisi all'a tteggiamento, all"azione dei rappresentanti·fo pa.rola;

e) di prendere tutte le misure disciplinari necessarie sia verw i propri m~mbri, sia verso gli altri organi dipendenti in gcnc,c;

d} di conferire ai propri membri, sia isolatamente che costituendoli in commissioni, mandati generali e s peciali pe, il piU rapido svolgi mento ad esso atUibuito .

~- I delegati regionali nel Comita to centrale fanno parte di diritto, con voto deliberativo, dei Direttori: delle Federazioni provinciali comprese nelle rispettive regioni e hanno, in linea di massima, normale incarico di collegamento e di sorve-glianza sulle Federazioni in parola,

6. Il Comitato centrale è l'unico o rgano competente ad emanare nuove norme che tendano ad illtegrare meglio l'i ndirizzo politico segnato dal collgr e!so e ad a pportare, nella· pratica attuazione di. quanto dal congresso deliberato, quelle cvMtuali modificazioni c~ alla stregua dei fatti si addimostrassero opportune

7 . Il Comitato centrale si ri unisu normalmente ogni tre mesi e straordinariamente tutte le volte che almeno due terzi dei suoi membri e I.a Direiione del Partito lo ritenessero necessario La località d el convegno sarà stabilita dì volta in volta. ' .

· 8. lt" Comitato centrale si serve, per il sollecito espletamento del proprio mandato, della Direzione del Partito e della Segretèria generale.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA _ CONFERENZA DI CANNES 341

DireziMe d el Pa-rtito.

1. La Dire-z.ione del Putito è composta di u!ldici membri e di essa fa parte di d iritto il segretario generale

2, I membri della Direzione·del Partito sono elctti dal congresso nazionale, fanno parte del Comitato centrale, durano in carica da un congresso all'altro.

3. La Direzione del Partito deve costantemente vigilare s ul funzionamento dell'organizzazione ed ha l'obbligo di imporre agli organizzat i la str etta. osservanza deJl'indi.rizzo politico segnato n elle sue linee generali d al congresso e nelle line,e particolari d al Comitato centrale; ad essa quind i sono devoluti, senza re• strizione alcuna, tutti i poteri del Comitato Centrale, eccezion fatta per guanto rifleue l'emanazione di nuove norme d'indirizzo politico che flon siano quelle segnate dal Comitato centrale, salvo casi speciali di riconosciuta urgenza, ricorr endo i quali dovrà immediatamente convocare il Comitato centrale per la ratifica delle norme sancite.

4 La D.irezione amministra, insieme col segretario amm inistrativo, il patrimollio del Partito.

~. La Direzione si riunisce normalmente una volta al mese e straordinariamente tutte le volte che almeno d ue terzi dei suoi membri o i l segretario generale lo ritenessero opportuno.

Segreuria gen erale.

1.- La Segreteria g enerale è costituita da un segretario generale, da :a.Imeno due ·vicesegretari p olitici, da un segretario amministrativo e dagli impiegati ausiliari direttamente dipendenti.

2. Il Segreta.rio generale è nominato, dietr~ designazione della Direzione del Partito, d al Comitato centrale. Nominato il segretario generale, i l Comitato centrale procederà, dietro designazione della Direzione del Partito, e d ' accordo col segretario generale, ali~ altre nomine. Gli impiegati ausi liari dipendenti saranno · nominati, udito il parere del segretario generale, dalla D irezione del Partito.

3. La retribuzione di tutti gli impiegati è fissata dal la Direzione del Partito.

4 JJ segretario· generale è alla diretta dipendenza del Comitato centrale e della Direzione del P artito; vi&"ila, quale emanazione diretta degli organi di rigenti, su tutto il movimento nazionale; organizza i l lavoro di propaganda; si mantiene in continuo contatto con i componenti la Oì rezfone del Partito e il Comitato centrale; dà le direttive ai delegati regionali e ai segretari provinciali e sezionaJi; proporle alla Direzione del Partito la ·eventuale nomina d i propagandisti e lll istituzione di speciali commissioni di studio; responsabile delfordine e della disciplina di tutto il personale.

'.5. Il segretar io generale prende parte con voto deliberativo a tutte le sedute del Comitalo centrale e della Direzione del P artito e assiste con voto consultivo alle sedute d el G ruppo parlamentare.

6. 11 segretario amministrativo è alla diretta diJ)endenza della Direzione del Partito; sorveglia e dirige la raccolta dei fondi ed assegna all'uopo le modalità e le diret tive.

7 Il segretario amministrativo partecipa con voto deliberativo alle sedutè della Direzi one del Partito in cui si tratterà di questioni d i ordirle fi nanziarioarnministralivo e assisterà con v~o consultivo a tutte le altre adunanze a cui venà invitato.

342 OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

S~ndaci revisori dei ronti,

l. E istituito un collegio di sindaci revisori dei conti. Esso composto di tre membri che il Com itato centrale eleggerà nel proprio seno.

2 Il collegio dei siridaci revisori d ei cOnti ha l'obbligo di con trollare ogni semestre famministrazionc e la contabilità del Partito, presentando la rel azione alla D irezione e al Comitato centrale.

· Faui.

1. In quelle località dove i fascisti raggiungono almeno il numero di venti può costituirsi un Fascio (sezione del Partito Nazionale Fascista).

2, N elle localitii. ove il nùmero di .venti non potrà essere raggiunto, si costituiranno delle sottosezioni direttamente dipendenti dag li organi d irigenti il Fascio più vicino,

3, Ogni Fascio avrà un gagliardetto di combattimento.

4. l Fasci sono diretti da un Direttorio e da un segretario politico.

),. I Diretto ri dei singoli Fasci, integrati dal Si!'gretario politico, costituiscono gli organi dirigenti i Fasci.

6, I Direttori di ciascun Fascio dovranno seguire i nderogabi lmente le linee politiche e amministrative tracciate d agli organi dirigenti il Partito, verso i qua li sono legati da vincoli di assoluta disciplina.

7, -Ogni Fascio, all'atto della sua cos1ituzione, dovrà dir ettamente fa rne notifica alla Segreteria generale di!'l Partito e al segretario della Federazione provinciale nel cui ambito è compreso, con la comunicazione dei nomi dei membri componenti il Direttorio e del segretar io politico.

8. Ogni Fascio dovrà richiedere all a propria Federazione provinciale tante !essere quanti sono i suoi iscritti, foviando anticìpatamente il relalivo importo. La tessera per il 1922' sarà· ceduta d alla Segreteria generale del Par tito al le Federazioni provinciali al prezzo dì Jirl!' una e il nuovo di stintivo per il 19Ù al prezzo di lire una e cinquanta,

9. Le sezioni di ciascuna provincia dovranno costituirsi in Federazione proVincia le allo scopo d i coo rdinare tutte le forze e g li elementi fasci~ti delle rispett ive zone.

Gruppi di ,ompetenz«.

1. I singoli Fasci dovranno tenere un elenco nom inativo d i tutti i soci, che, p er essere operai qualificati o . professionisti o comunque per la loro posizione, mestiere o cultura, abbiano una speciale pratica in materia di servizi pubblici o · in questioni concernenti Jà vita economica ed amministrativa della nazione, della · provincia e del comune. D etto elenco sarà t rasmesso alle Federazioni provi nciali, ai delegati regionali ed alla Direz ione del Partito.

2. Gli addetti ai servizi pubblici più importanti (ferrovie, tramvie· urbane e interurbane, poste, tl!'legrafi e telefoni , gu, elettricità, acqua potabile, med icina e farmacia, siano esse esercitate da enti p ubblici o da privati), nonch~ i competenti operai e professionisti, c-he potessero all"uopo coadiuvare gli addett i medesimj, dovranno organizzarsi in « gruppi tecnici » nel seno d 'ogni singolo Fascio, qualo ra il Direttorio del Fascio ritenga il loro numero adeguato alle necessità locali. In caso d iverso, i g ruppi tecn ici non sufficcnti!'m~nte numerosi dovranno fondersi in un gr uppo provinciale d ipendente dalla Federazione provinciale per quanto riguarda la loro organìzzazionl!'. La stessa disposh::ione si applica 11i gruppi di professionisti e di « competenti » non suscettibili d i essere utilizzati in Stt·

DAL CONGRESSO DEI FASCI A LLA CONFERENZA DI CANNES 343

vizi pubblici, ma ai quaH p ossa venir demàndato lo st udio delle speciali questioni di cui il Fascio si dovesse occupare, nella sua vita l ocale e nazion ale.

; Q ualora g li apparten~ti ad una p rofess ione o ad un mestie re nel. seno di un Fascio sìeno abbastanza numeros i, · eisi potranno organi zzarsi in gruppi professiona li, secondo le decisioni del Fascio locale e senza pregiudizio né delle disposizioni precedenti, né del funzionam ento dei Sindacati nazionali a cui gli prganinati nei d etti gruppi professionali p05Sano apparteneie.

4. L'impiego dei gruppi tecnici nei servizi pubblici in accordo con le Sq uadre d i combattimento destinate a pro:egge rli, come pure l'incarico di s tudi da affid are ai gruppi di competenti, sar:l. deciso dal Direttorio d el Fascio locale, dall a Federazione p rovinciale e dalla Direzione del Parti to, secondo che i sel"Viiì e gli studi riguardano il comune, la provincia e lo Stato. ti però in facoltà della Direzione del Partito, dei, delegati regionali e delle Federazion i provi nciali di chiedere ai singoli Fasci l'ausilio dei loro gruppi tecnici e di competenti anche fu ori della loro sede, qualora le circostanze generali lo rendessero necessario.

Squadre di rombattimenJo

1. Ogni Fascio ha l'obbligo di costituire d elle Squadre di combattimento :i.Jl'unico scopo d i arginare le violenze degli avversari e di essere in grado. di accotrere, a richiesta d egli o rgani dirigenti, in d ifesa· dei suprem i interessi della nazione.

2. A lle Squadre di combattimento appartengono t utti i fascisti Sa rà compito dell'Ispettorato generale delle Squadre impartire gli ordini opportun i per l'utilizzazione mig liore di tutti gli elementi. Ogni Squadra si raccogli e sotto una « fiamma ».

3. Og ni Squad ra di combattimento el egge nd suo · seno, d'accor do col Direttorio del Fascio, un comandante.

4. O ve le Squadre sia no parecchie, i comandanti desig neranno a l Di retto rio del Fascio (org ano competente per la. nom'ina uffici ale) un comandante gen~rale.

~- Le Squadre d ipendono politicamente dal Direttorio di ciascun Fascio e disciplinarmente dal proprio comandante, il quale, a su a volta, agli ordini del comandante genesale. .

6. T u tte le Squadre di combattimento doVuni'lo conforma rsi Ìlgli ordini che saran no emanati da U'lspettorato generale costituito presso la. Segreteria ge- . nerale del Partito

7 Le Squadre fo rmano un tutto inscind ibi le con i Fasci e però dovrarlno essere sconfessate le eventuali . tendenze alla costituzione di gruppi autonomi o alla sovrapposiz!one di poteri.

Frderaz;o.ni provinciali.

1. Le Federazioni provinciali sono costituite da tutti i Fasci compresi nell'ambito della prnvincia e regolarmente iscritti al Partito Nazionale Fascista.

2. Le Federazioni provinciali vivono col contributo dei Fasci che ne fanno parte.

3. li coogrtsso provinciale sarà tenuto almeno una volta all'anno e straord inariamente quando lo richi edano due terzi dei F'asci iscritti o se convocato 'd 'autorità d agli organi dirigenti

4. Ultima to l'ordine del giorno d el cong resso, si p rocederà alla nomina del Direttorio pro-Yinciale e del segretario politico, secondo le norme segnat e nello statuto delle Federazioni p rovinciali. Sia i componenti' il Direttorio, sia il segre.

344 OPER.A OMNIA DI BENITO MU S SOLINI

t ario politico dovranno avere residenza n ella provincia da almeno sei mesi, salvo d eroga accordata dalla Segreteria gener ale del Partito per il segretario politico

Il delegato regionale presso il Comitato centrale fa parte di diritto del Direttorio provinciale.' ·

). Il Direttorio provi nciale ha ven o i Fasci della provincia la vigilinza sullo svolgimento dell"azione politìca e amministrativa dei singoli Fasci, nonché tutti i poteri disciplinari inerenti agli organi dirigenti, nei limiti del la . circoscrizione p rovinciale ·

6. Il segretario provinciale dovrà ioviare mensilmènte alla Segreteria generale del Partito e al delegato regionale in seno al Comitato centrale una relazione sulfopera svolta durante il mtse; dovra inoltre tenersi a disposizione degli organi dirigenti e dei membri delegati tutte le volte che ne sarà avvertito.

D elegazioni regionali,

1. I segrdari provinciali, i nsieme col d elegato regionale presso il Comitato centrale, hanno 1a facoltà di convocare, in caso di bisogno, i si ngoli segretari delle Federazioni provinciali della regione.

Gru ppo parlamentare.

1. Il Gruppo parlamentare fa!cisla costituisce la diretta rappr esentanza pol itica in senò alla Camera dei deputati.

·

2. I rapporti fra il Gruppo padamentare e gli organi dirigenti il Part ito sono i seguenti :

a) il presidente del Direttori o del Gruppo parlamentare partecipa di diritto, con voto consultivo, alle adunanze d el Comitato centrale e della D irezione del Partito; ·

h) il segretario generale del P artito parte<:ipa di diritto, con voto consultivo, all e adunanze del Gru ppo parlamentare e del D irettorio;

e) è di competenza del GruÌ,po p arlamentare fasc ista, udito il parere della D irezione del Pa rtito, stabilite il proprio atteggiameilto nei confronti delle situazion i politiche patlame-ntari;· ·

ti) è di competenza , del Comit;1·10 cent rale, udito i l parere del Gruppo pa rla mentare, decidere intorno ad ogni eventua le proposta di par tecipazione del G ruppo al potere (in caso affermt1.tivo, i nomi saranno designati dal G ruppo pa rlamenta re) ;

t ") tutti i deputati iscritti a l G ruppo parlamentare f ascista hanno il dovere d i dedica re, fuori della propria ci rcoscrizione: elettorale, a lmeno u na do· menica al mese per la propaganda nel paese. A tale- scopo; essi, ad ogni principio di mese, comunicheranno·alla Segre teria generale del Partito la dome nica prescelta e la Seg reteria generale del P àrtito disporr a di conseguenza.

3. La scelta dei r:andida'ti fascisti è di competenza d elle rispettive circoscri- . zioni elettora li, previa. approvazione d ei nomi dei singoli designati da parte della Direzione ·del Partito: I candidati d ovranno essere ugolarmente iscritti al Partito da alm eno un anno.

SCHEMA DI STATUTO PER I FASCI

Come per le Federazioni, lo sc hema di statuto di cui in appresso intende dare u na dirett ivi solo nelle questioni di concetto sostanziale e nelle norme disciplinari J singoli Fase~ hanno facoltà di adattarlo alle situazioni ioéaii ·

DAL CONGRESSO DE I FASCI ALLA CON FERENZA DI CANNES 345

Co1Jituzion~.

Articolo 1. :t costituito il Fascio di... aderente al Partito Nazi onale Fa- , scista di cui accetta il programma, gli statuti, Ja discipliria. (Ogni nuovo Fascio, all'atto della costitu zione, dovrà· d irettamente darne notifica alla Seg rete ria generale del Partito, al segretario della Federazione provinciale nel cui ambito è compreso e al delegato iegionale presso il Comitato centrale con la comunicazion e dei nomi dei membri componenti il Direttorio e i l sc-gr.etariato p olitico. La sua assemblea costitutiva dovrà essere presenziata da u n delegato rappresentante gli organi dirigenti o la FedC"razione provinciale).

Articolo 2. Il Fascio è org ani:uato per competenza e per fo rze. Le competenze fanno capo ai gruppi di competema. Le forze fanno capo alle Squadre di combattimento

Articolo 3. Possono far parte dei Fasci ·tutti i. cittad ini italia ni di ottima moralità che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e no n siano iscritti ad altro Partito Il candidato deve fare regolare domanda d i ammissione al Di rettor io del Fascio. La domanda dovrà essere controfi rmata da due soci presentatori. Al D irettorio è riservata la decisione se ammetterlo o no. Ogni fa scista deve iscriversi nel Fascio di quella località dove abitualmente risiede. li fas cis ta però, anche portandosi fuori d ella prop ria residenza, ha il dovere di esplicare fa. propria attività fascista ovunque si r echi

Organi dirigenti.

Articolo 4. Il Fascio esplica la suà azione politica esclusivamente per mezzo delle assembl ee genera li, del Direttorio e del segretario politico

Articolo ~. Le assemblee generali del F:i.sdo sono ordinarie e straordinarie . Le :memblec- gene rali ordinarie si tengono due volte l'anno: in maggio e in dicembre Le assemblee generali straordinarie saranno convocate q uando i l Direttorio lo ritenga opportuno o se richieste da almeno due terzi dei soci.

· Articolo 6. Ciascun gruppo di conlpetenz:a può sollecitare la convocazione di. una assemblea ge nerale straÒrdinaria presso il Direttorio, quàndo ritenga urgente di trattare un argom ento del quale sia stato investito .

Articolo 7, La sezione del Fascio, dove lo r itenga opportuno, nominerà nel proprio seno un ufficio d i presidenza delle assemblee; in caso diverso il p residente sarà nominato di volta in volta dall'assemblea.

A rticolo 8. L' assemblea generale, oltre alla trattazione degli argomenti politici :

a) disrule e approva il bilancio annuale sulla relazione dei sindaci;

b) ·oQmina il Direttorio con il sistema della votazione a scheda segretà.

Articolo 9. Il Direttorio sarà in carica un anno dalla nomina e sarà composto di. ... membri. Al Direttorio compete l'onore e la fespon sab ilità di guidare l'azione politica del Fascio d i cui è l'organo esecutivo, uni formandosi ai deliberati della Direzione d el Partito e della Federa.zinne provinciale. Il Direttorio provvede inoltre: .

a) alla nomina e all'esonero del ·segretario politico, nomina ed e,;onero da sottoporre alla ratifica dell'assemblea generale dei soci;

b) alla nomina ed al licenziame nto deg li a ltri impiegati dipendenti ;

r) a convocare ·le assemblee fissandone l'ordine del giorno;

a) a compila re le relazioni politica e fin anziaria, servendosi, per quest' ultima, dell'opera dei sindaci;

346 OPERA -OMNlf. DI BENITO MUSSOLlNI

e) a convocare e presiedere i gruppi di· competenza dei quali stimola e coordina l'attività;

f) a p rovvedere, in genere, all'incremento e alla difesa del F.~.scio e d cli~ sue funzioni.

Articolo 10. li Direttorio ha il diritto di espellere, . sia p er indegnità che per ind isciplina, quei soci che venissero meno ai loro doveri di fascisti. L'~ entuale espulsi one dovrà essere pronunciata a maggioranza assoluta dei componenti il Direttorio medesimo. L"esp ulso avrà il diritto di ricorrere, entro otto giorni dalla notifica dell'espulsione, al Direttorio della. Federazione provinciale Il Direttorio della Federazione provinciale potrà. d elibera.re o direttamente o nominando un'apposita commissione d'frtchiesta, il cui rc5poo50 non dovfà farsi atten.dere oltre un mese. L'espulso ha il diritto di appellarsi, in ultima istanza, alla Direzione del Partito . Comunque, durante il periodo di appellò, il socio contro il quale il Diuttorio abbia p ro nunciata l'espulsione non avrà il diritto di p artecipare all'attività fascista (I nomi dei soci espulsi e le motivazioni debbono dì d overe essere tra5messi, per il · tramite delle Federazioni provinciali, alla Segreteria generale del Partito, che ne curerà la pubblicazione). '

Articolo 11. Contrmporaneamente al Direttorio dovranno essere eletti i sindaci revisori dei conti Ad essi è d ovuto il controllo delramministrazione del Fascio, d ella compilaziorie della relazione firianziaria e del bilancio ad ogni fine di semesue.

Articolo 12. J soci possono rivolgere·domande a voce o per iscritto al Di - · rettorio li Direttorio si riserva di rispond!!'re direttamente all'interrog:utte o in sede di assemblea generale dei soci. In quest'ultimo caso la domanda sarà segnata all"ordi ne del giomo dopo le comunicazioni.

Articolo 13, Il segretario po li tico è l'esecutore dei deliberati del D irettorio, alle cui adunanze p rende parte con voto deliberativo; organizza la propaganda; si tiene a contatto coi Direttori dei F asci viciniori; corrisponde con la Federazione provinciale e con g li organi dirigenti dei Partito ; agi5ce in nome del Direttorio nei casi urgenti in cui non sia possibile riunire il Dirrltorio stesso; sorveglia gli impiegati e tutto l'andamento in genere del Fascio. li segretario politico redige mensilmente una relazione sull'andamento del Fascio e, dopo averla sottop osta all'approvazione del Di ret torio, · la trasmette alla Federazione p rovinciale, al delegato regionale presso il Com itato centrale e alla Segreteria generale d el Partito.

·· Gruppi di competenza.

Articolo 14. Ogni Fascio istituirà tanti G ruppi di competenza quante saranno le forme di attività che sarà in grado di svolgere. Ogni socio d_el Fa.scio" dovrà possibilmente iscriversi almeno ad un gruppo di com~enza.

Articolo 15. J Gruppi di compet:enza hanno lo scopo di raggruppare le intelligenze e le capacità fasciste a seconda d elle attitudini e dei valori Spl'Cializzati, in modo da rendere possibile lo studio di qualsiasi problema politico-economicosociale che interessi la nazione, la regione, la p rovincia o il r:omune, garantendo appunto · con la sicurezza della competenza un minimo di valore i;- di successo pratico allo studio stesso Dalla conoscenza reciproca dei componenti i Gruppi di competenza, germineranno automaticamente le indicazioni degli elementi mi· gliori perticolarmente adattì ad assumere funzi oni di dirigenti o d i coadiutori nelle infinite manifestazioni dell'attività fascista, cosicché il risultato finale dei Gruppi di competenza sarà quell o di una p roficua selezione sia nel campo

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 347

delle idee, sia in quello degli uomini che le idee stesse dovranno applicare su l terreno della pratica.,

Articolo 16. Ogni Gruppo nominerà nel proprio seno un Consiglio eset:utivo. I Gruppi tratteranno per propria iniziativa o per inca rico del Direttcirio le questioni dì loro sp eciale competenza, riferendone ·poi per il tramite del loro Consiglio al Direttorio. Quando i problemi trattati, per la. loro importanza, saranno posti alrordine del- g iorno di una assemblea generale del Fascio, il Gruppo nominerà un relatore, e, in caso d i controversia, due relatori: uno per la maggioranzà ed uno per la minoranza,

Articolo 17. Nessuna questione per la · quale sia istituito il Gruppo di competenza può essere iscritta all'ordine del giorno di una assemblea· generale se prima il relativo Gruppo non abbia provveduto allo studio e alla nomina del relatore.

Articolo 18. Le assemblee dC'I Giuppo saranno convocate dal Consiglio del Gruppo stesso. L'invito potrà essere esteso anche ai simpati 22a nti fascisti.

Sq1urdre Jj comb,utimt ntrJ.

Articolo 19. Sono costituite, alle dirette dipendenze del Direttorio politico d el Fascio, Squadre d i cOmbattimento, all ' unico scopo di argin:i.re le violenze ·degli avversari e di essere in g rado di accorrere, a richiesta degli. organi dirigenti, in difesa dei supremi interessi della nazione.

Articolo 20. Ogni fascista ha il suo posto di disciplina nelle Squ:ldre di combattimento, le quali assumeranno la denominazione romana di « Squad re di principi » e « Squadre di triari ». I comandi di Squadra ut ili2zeranno gli elementi a seconda del rnigliÒr i mpieg o di attività e dl opere che ciascun fascista può .offrire, tenendo presente che le « Squadre di principi l> v.1nno formate dalle for2e più combattive. Le « Squad re di triari » sono la riserva attiva dell'azione fascista.

Articolo 21. Ogni Scj uadra si raccoglie .sotto una « .fiamma di combattimento». ( Il Comando generale delle Squadre ha sede presso la Segieteria generale del Partito ed emanerà entro il prossimo gennaio lo statuto regolamento tipo per l'organizzazione e _ la disciplina delle Squ.ldre)

Gruppi f emminili,

Per l'iscrizione delle donne al PartitÒ Nazi on ale Fasdsca valgono le stesse norme che J>('C g li uomini.

Le iscritte ai Fasci vengono raggruppate in seno ai Fasci stessi con i criteri che regolano i_ Gruppi di competenza. Qualora jJ numero delle iSC'ritte sia rilevante, l e d onr:1.e potranno e~!'re riunite a parte in Gruppi femminili M avranno diritto ad un i,roprio Direttorio, è, ove sia possibile, anche ad una ·propria sede.

Le n orme che in tal caso regoleranno i Gruppi femminili dovranno essere, in via di massima, quelle stesse stabilite per i Fasci.

Il Direttorio del Gruppo f emm inile è alla dipendenza del Fascio, del quale fa parte integrante; e quest'ultimo, per conseguenia, · avr à ampio diritto di controllo.

J Gruppi f~minili possono avere· un proprio gagliardetto e funzioneranno · per la propaganda, beneficenza, assistenza ed a ltre mansioni con l'~ lusione di ogni qualsiasi azione politica che devoluta soltanto ai Fasci. ·

I limiti di età per entrare a far parte dei Gruppi è di st'did anni. Le am-

348 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

missioni ed eventuali espulsioni sono <li comprlenza del . Direttorio dei Gruppi stessi. Le interessate potranno appellarsi, entro i termini prescritti, direttamente al Direttorio della Federazione provinciale, e in ultima istanza, alla Direz.ione del Partito.

· Gruppi universitari, Nelle città sedi universitarie, i Fasci locali potranno costituire Gruppi fa• .scisti Wliversitari.

Av//fnguardie giOvanili fauùt e, Possono essere costituite prr:sw ogni singolo Fascio e sotto il controllo dei locali Direttori le Avanguardie giovanili fasciste. Età dai quindici ai diciotto anni. La Direzione del Partito si riserva di pubblicare prossimamente il relativo stahilo regolamento.

SCHEMA DI STATUTO PER . LE FEDERAZIONI PROVINCIALI

Lo schema di statuto di cui in appresso itltenùe dare u na direttiva· sol~ nelle questioni di concetto sostanziale e nelle norme disciplinari. Le singole Federazioni hanno facoltà di adattare alle esigenze locali tutte quelle Parti che seg9a no le modalità e lo sviluppo dei concetti fondamentali; potranno cioè ampliarne e precisarne i dettagli. le eventuali aggiunte o modifiche di un qualche rili evo dovranno essere sottopoSte all'approvazione della Direzione del Partito.

Articolo l. Quale organo intermedio fra la Direzione del Partito e i singoli Fasci, è istituita in ogni p rovincia la FederaUone ·provinciale del Partito Na. zionale Fascista, a cui è affidato i l compito di disciplinare, con trollare e cootdi· nare l'azione politica dei Fasci. Essa è costituita di obbligo da tutti i Fasci Com- · presi nella circoscrizione provinci.1le, regolarmente iscritti al Partito; e dipende direttamente. dalla Direzione del Partito, di cui deve interpretare il pensiero, seguendone i deliberati, con stretta disciplina i n tutto lo svolgimento della suà attività.

Articolo 2. La Federazione provinciale vive del contributo dei Fasci che· ne fanno parte e degli altri cespiti di entrata realizz.1bili secondo g li studi e le iniz.iative della Sc-greteria generale amministrativa del Partito d'accordo con le locali Commissioni di finanza.

Articolo 3. I.a Federaz.ione provinciale esplica la sua azione per mezzo dei seguenti organi:

a) il congresso provinciale;

b) il Direttorio provinciale;

e) il segretario politico provinciale;

d) la Commissione di finanza provinciale.

Arlicolo 4. Il congresso provinciale sarà tenuto almeno una volta all'.anno e straordinariamente quando lo richiedano due terzi dei Fasci iscritti o se convocato d 'autorità da{ili organi dirigenti. Ai congressi provinciali, i singoli Fasci saranno rappresentati come segue:

Sino a cento iscritti: rappresentanti. N. 1

da cento a duecentocinquanta · » 2"

da. duecentocinquanta a quattrocento »

da quattrocento a seicento » 4

oltre i seicento » 5

DAL CONGRESSO DE! FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 349

Articolo ~. U ltimato l'ordine del giorno del congresso, si procederà alla nomina del Direttorio provinciale e del segretario politico della Federazione, Sia i componenti del Direttorio provinciale, sia il segretario politico dovranno a\·ere residenza nella. provincia da almeno sei mesi, salvo deroga 3Ccordata dalla Segrc-teria gene1ale del Partito per il segretario politicò.

Articolo 6. Il Direttorio provinciale sarà composto da.... membri, a seconda delle esig"enze locali. Esso· ha verso i Fasci della provincia la vigilanza sullo svolgimento dell'attività di ogni ·singolo Fascio, nonch~ tutt i ì poteri d isciplinari inerenti agli organi dirigenti, sempre nei limiti della circoscrizione provinciale. Del Direttorio provinciale fanno parte di diritto, con voto deliberativo, il segre• tario politico provinciale e il delegato .regionale presso il Comitato centraJe. Ne fanno parte, con voto consultivo, i .rapp.resentanti delle organizzazioni dei lavo• ratori addetti a.i pubblici servizi alla dipendenza della Direzione del Partito Na. zionale Fascista. ·

Articolo 7. Il segretario politico provinciale è eletto dal Direttorio provinciale. Il segretario traduce in atto il pensiero e i deliberati del Direttorio; cura il coHegamcnlo con i Fasci della provincia; corrisponde con la Segreteria generale 9el Partito. Sorveglia e dirige· il personale addetto all.1 Segreteria provinciale. Il segretaJio dovrà inoltre inviare mensilmente alla Seg:teteria generale del Partito e al delegato regfonale presso il Comitato centrale una relazione su ll'op era svolta du.rante il mese. Dovrà. tenersi a disposizione degli organi d irigenti e dei membri delegati tutte le volte eh~ ne sarà avvertito

Articolo 8. La Commissione di finanza è composta da un numero·. dispari di membri, da fissarsi dal congresso provinciale al quale ne è d evoluta Ja nomina. Non possono farne parte i membri del Direttorio. La Commissione di finanza elegge nel suo seno un presidente, il quale prenderà tutti gli accord i preventivi necessari col segretario generale amministrativo del Partilo per l'orga· nìzzazione del fina nziamento della Federazione.

Articolo 9 . La Commissione di .finanza provvede ad amministrare il patrimonio della Fedttazione con. un rigoroso sistema di contabilità. Compila i bi Jand e li sottopone alla approvaz.ione degli organi superiori; dà le d irettive ai singoli' Fasci per la loro contabilità, in modo che tutti seg:uaoo il 'criterio unico; sorveglia e controlla mediante ispezioni ranrlnmehto contabile dei Fasci della provincia; si 'tiene in cOntinuo cont:ltto col Direttorio provinciale.

Articolo 10. t in facoltà dei Direttori provinciali di costituire, servendosi di eleIIlenti specialiZlati, uffici tecnici Per lo stud io dei p roblemi d i particola re interesse per il fascismo. Detti uffici Jwizioneranno secondo le direttive del Direttorio provinciale e costituiranno altrettanti organi con.sultivi del D irettorio s tesso.

Da li Popolo d'Jtalid, N. 308, 27 dicembre 192 1, V]JJ.

350 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLlNI

Origin:tli di un pezzo della rubrica Tiro a .segno ( 28 dicembr e 19 21)

. , r

PREFAZIONE AL PROGRAMMA

1l prog ram ma del Partito Nazionale Fascista non è stato formulato dal Consiglio nazionale tenutosi a Firenze fra il 19 e il 22 dicembre 1921. A Firenze si è data veste, in certo qua l modo definitiva, ad una elaborazione programmatica varia e complessa e co llettiva, iniziatas i sino dal marzo del 1919. Bisogna, per valutare il programma che chiameremo di Firenze, vedere da quale processo di chiarificazione e d i selezione è stato preceduto Il fascismo del 1919 fu un fenomeno mifa!lese. Le sue diramazio ni si limitavano a qualche · d ecina di grossi cent ri urbani. la parola d 'ord ine programmatica di questo primo manipolo fu semplice : rivendicare l'intervento, esaltare la vittoria, lottare contro il bolscevismo.

l a prima adunata nazionale di Firenze noò formulò, né poteva formulare, un programma. N ella seconda adunata nazionale; quella di Milano, del maggio 1920, le prime liriee di un programma politico furono abbozzate Ne uscirono quei Po stul11ti teorici e pratici del fasciJmo, che, sino all'adunata ·di Romà, furono una specie di mOdesto vangelo di tutti i fascist i italiani. :B sul finire del 1920 che il .fascismo assume le proporzioni di u n g igantesco movime nto n~zionale. Tal e sviluppo, che ha del fulnii neo e del prodigioso, si accentua per tutto l'anno in corso, che può essere definito l' <~ anno f ascista » , i~quantoché tutta la vita politica italiana - dal Parlamento alla pi azza, ai giornali - è stata dominata e quasi ossessionata dal fascismo.

Dilatatosi in siffatta guisa il movimento, avendo assunto di rette responsabilità politiche d 'ordì ne parlamentare ed avendo indirizzato la propria azione sul terreno economico e cooperativo, si faceva sempre più manifesto che g li scheletrici postulati teorici e pratici di una volta non potevano più bastare. Bisognava precisare, concretare, approfondire , assumere posizioni di responsabilità di fronte agli incalzanti p roblemi della naz ione. Da ciò la necessità di costituire il niovimento in Pa'rtito e di d are al Partito un programma. QueSta. necessità trovò il suo sbocco nel cong resso di Rom~. d al quale usd e il Partito e il p rog ramma Questo programma è opera collettiva; p rende le mosse dalle primitive affermazion i dei fascismo; si integ ra coi discorsi di Roma pronunciati da Marsich, Grandi; Rocca ed altri; si ispira notevolmente agli

28. · XVII .

statuti dannunziani di Fiume, i quali devono essere accettati e interpretati nello spirito e non già nella lettera; esce dal te rreno delle semplici negozia:;ioni - la qual cosa spesse volte ci fu rimproverata dai nostri pluricolori avversari - per entrare nel terreno delle affermazioni concrete di fronte a problemi concreti; è un te ntativo riuscito, per quanto sempre arduo, di conciliare ed equilibrare la teoria colla pratica, l'ideale colla contingenza, l'assolutO necessario dei principi coll' inevitabile « relativo » della vita. Un prog ramma, non un capolavoro. Il fascismo, p er q uesto suo programma, non rivendica titoli di originalità. Di ·veramente originale non c'è nulla al mondo e oggi è specialmente impossibile essere « originali » in politica, Né titoli di p riorità. Né monopoli. Siamo i primi a riconoscere che il programma non è perfetto e ci sarebbe facile tramutare questa introduzione in una critica. Facile perché è soltanto .id opera compiuta che si p Ossono vedere i difett i e i pregi. Sui principi basi lari d el programma fascista, non c'è niente da dire : si tratta di posizioni teoriche che il fascismo prende di fronte allo Stato, a lla nazione, al regime1 · alle corporazion ì tecn iche sul concetto di Stato o su quello di proprietà. Li troviamo sodd isfacenti e ci basta.

Ci sono alcuni punti che dovranno essere chiariti; quello ch e, ad esempio, riguarda l'eventuale revisione dei trattati di pace, argomento pericoloso e di attualità, ·

Cosl dicasi della « scuola libera ». Bisog na spiegare se si tratta di una richiesta di rinuncia totale da parte dello Stato del suo q uasi monopolio scolastico medio od universitario o se invece si t ratta di inaugurare un regime d~ concorren za fra scuole di Stato e scuole l ibere

Cosl il problema corporativo o s iridaca le, che il prog ramma delinea appen a, dovrà essere affrontato in' pieno. Altrettanto d icasi di quello agrario, sul quale bisogna riferirs i, p er il momento, a lla mozione eminentemente progressista votata p er acclamazion e al congresso di Roma.

C'è appena bisogno_ di dichiarare che il p rogramma fascista non è u-na teoda di dogmi sui quali non è più tollerata discussione alcuna Il nostro pi:ogramma è in elaborazione e trasformaz ione continua; è sottoposto ad un travaglio di revisione incessante, unico mezzo per farne una cosa viva, non UQ rudere morto.

Due cose impo rtanti . sono da considerare. Il program ma, che ci conferisce ulla nostra potente individualità, deve costituife per i fascisti una n orma di vita non soltanto polit ica, ma anche morale. Non basta avere un prog ramma: bisogn a tendere la volontà ad approntare i mezzi p er realizzarlo nel più breve tempo possibile. N o i non cadiamo nelle illusioni miracolistiche de_i sovversivi, i quali tùtti si vantano di _possedere il

352 OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI

magico talismano per guarire ogni male; noi siamo abbastanza intelligenti e prudenti per astenerci daJJ'afferma re che la salute all'Italia verrà esclusivamente d all'attuaz.ione del nostro programma. N on abbiamo queste stolte manie di grandezza. II progranuna fascista è un programma onesto, sano, lung iTirante e alieno da demagogiche lusinghe, Non tra- . scura i problemi concreti per i quali scende anzi alla enumerazione dettagliata, ma si innalza altresì ad una visione integrale .dell'Italia che comincia da Vittorio Veneto un nuovo periodo della sua storia. Lavorare cor:i fede,. .con passione, con tenacia aJla costruzione del nostro edificio ideale: ecco il compito al quale devono appl icarsi le falangi vittoriose del fa scismo, raccogliendo il monito e seguendo l'esempio d ato dalle nostre centìnaia di caduti per b. causa fas cis.ta. Una grande missione e g randi responsabilità attendono il fascismo italiano. Da oggi il fascismo s' inserisce sempre più intim amente nella vita della nazione. B inutile :ibbandonarsi ad anticipazioni sui futuri sviluppi del fascismo. Quello che ha compiuto sin qu i - malgrado ·incertezze ed erroriè conseg n:ito alla storia, ma non basta. II fa scismo può assumere :i Sua orgoglios:i divisa: più alto, più oltre! "' .

Ih Il Popolo d' Italia, N 309, 28 d icembre 1921, VIII

* Q uesto scl"itto fu p ubblicato anche come prefazione all'opuscolo: Programm a 6 staJ111i d el Partito Nazionale Fauista - Esercizio tipografico del Popolo d'llalia, Milano, 1922. L'opuscolo usci durante la prima decade di. gennaio del 19 22

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES -353
2 3 • -
XYTI.

TIRO A SEGNO

DECADENZA DEL COMUNISMO FRANCESE

Il Partito Comù nista .Francese siede in questi giorni a congresso a Marsig lia. Si tratta d i un a trascurabile minoranza di polit ica nti impotenti. Hanno almeno il pudore e il cirlismo di confessarlo Secondo l' Avanti! di ieri, ecco u n giudizio di comunisti francesi sui comunisti francesi:

« I nostri progressi sono stati inse_ns ibili, Ora un Partito che non va avanti, va indietro. Jl Partito è composto di funzionari attivi e di masse passive. Conta duecentocinquanta prapagandisti e degli· ascoltatori, ma non degli entusiasti. Per un anno intero, il Partito ha vissuto senza politica sindacale, senza pol itica OfJeraia, senza politica agraria,_senza politica parlamentare, senza tattica. elettorale».

E scusate se è poco. Il Partito Comunista Francese, in base a t utto ciò che gli manca, potrebbe essère chiamato il (( Partito ·acefalo» per eccellenza. Ma non basta , Un giornale sovversivo, Le Populaire. semp~ riportato benignamente da1l'At1anti! di ieri, rincara la dose in cotal guisa esprimendosi :

« P ermettano i romunisti - scrive il giornale - che si d ica loro che hanno fatto fallimento su tutti i punti per cui avvenne la rottura di Tours, Si tratta della. riv_oluzione che si diceva prossima e che solo il tradimento dei soci.Ìlisti impediva. Ecco, essa è rimandata alle calende gnxhe; e il vigore di azione che vi era stato annunciato, si manifesta con un vergognoso primo maggio, con consigli di prudenza d ati al momento della coscrizione di fronte al potere statale e il giorno della dimostrazione per Sacco e Vanzetti. Parimenti, nota il giornale, è mancata l'azione dei comuni socialisti, è mancata la propaganda. C'è ritir ata e · c'è fallimento!»

Qu'esto per ciò che riguarda la Franci.1. Quanto all'Italia, le facce nde comuniste non va nno meglio. Basterebbe una sospensione n egli aiuti di Moscà per vedere morto e sepolto il Partito Comunista italiano, che rassomiglia a quello francese come una goccia d 'acqua all'altra.

Decisamente la luce viene dall'Oriente e il mondo cam mina « a larghe falde » v erso il comunismo! ..

DELIZIE BOLSCEVICHE

L'Umanità Nova pubblica il seguente appello, che parte dalla lont_a na Georgia, sottomessa al « paterno» regime bolscevico:

« AI LAVORATORI D'OCCIDENTE!

« Compagn;,I

Il 24 ottobre 1921, alle undici antimeridiane, noi ci recamm~, secondo la decisione degli operai di Tiflis, dal presidente del " comitato rivoluzionario" di G eorgia per trasmettergli un memoriale nel quale si esponeva l'odierna insopportabile situazione della Georgia, lo smembramento del suo territorio, lè persecuzioni. insensa te degli operai, dei contadini e degli uomini politici.

« Noi eravamo incaricati di portare questo memoriale recante le firme d i miglfaia di ·operai. Avendo da principio promesso di ricevere.i, il presidente del "comitato rivoluzionario" d fece attendere per tre ore; poi ci .invitò a ripassare l'indomani. Alla nostra uscita dal palazzo, noi fwnmo circondati da agenti della Commissione straordinaria, che ci condussero _nei locali. di qu esta, dove fummo trattati con brutalità e dove il nost ro memo ria le venne sequestrato.

« Dopo aver passato due giorni e due notti in un sotterraneo scuro, venimmo dnchiusi a Metekhi. Il 28 ottobre, dalla prigione, indirizzammo al presidente del "comitato rivoluzionario" la richiesta di restituirci nei nostri diritti. Il 29, volendo ingannare l'opinione pubblica la classe operaia, il presidente fece, a mf'Zzo dei giornali, una dichiarazione ufficiale, nella quale affermava di non av"ere arrestata ?-kun:t deleg:i.zione e di non saper niente a tale proposito.

Presa conoscenza di tale dichiarazione, noi inviammo il 3 novembre al presidente una protesta formale e gl i trasmetlmimo una copia del menÌoriale che già gli portammo il 24 ottobre.

« Per appoggiare la nostra richiesta e protestare contro le violenze del "comitato rivoluzionario", g li operai georgiani proclamarono lo sciopero gefl('fale, convocarono dei comizi ed organizzarono delle manifestazioni.

' « A ciò i bolscevichi risposero con nuove repressioni.

« Gli operai a centinaia venivano arrestati e condannati a pene diverse. Se colui che essi vogliono arrestare riesce a sfuggire agli agenti della Commissiooe straordinaria, arrestano ~a famiglia. Migliaia di cittad ini georgiani sono egualmente vittime di persecuzioni inaudite.

« Tutti gli studenti, tutti i postelegrafonici, tutli i contadini della Georgia ~i unirono il 3 e il 4 novembre alla protesta degli operai. ,

« Nostro dovere è quello di portare i fatti suddetti alla ·conoscrnza dei lavorato,i di. tutti i paesi.

« Il "Comitato rivoluzionario", che detie"ne il potere grazie agli eserciti .d'occupazione e che è in possesso del memoi-iale che n oi gli inviammo dalla nost ra prigione, ci risponda dinanzi al proletariato di tutto il mondo.

« Contando sul vostro aplJog~io, noi vi preghiamo, compagni d'Europa e

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 355

d·America, di gradire i Saluti fraterni che gli operai di T ifiis vi ma ndano dalle mura ed attraverso le inferriate delle finestre della prigione di Metekhi.

<e Il Presidente della delegazione operaia : jAON TCHATCHÒUA.

« I membri della dclegazione :

GJUSEPPE AVALIOZE - N ICO Ù>QU!NACHVILl

• PIETRO MAKRARADZE - GIACOMO ARtS'IO·

VI BASILIO 0 SIDZE - J....soN CH AKHABRICHVJLI - LEONTY TOM ATZE - A NDREA

TODUA.

T ifliJ, ( dr .ere di Me11:khi, 7 nov. 1921 ».

Sappiamo che si sta costituendo in Italia un com itato (l'ennesimo!)

« pro ·vittime politiche» dei bolscev ichi d ì Tiflis.

IL FROMBOLI ERE

Da Il Popolo d' lralia, N. 309, 28 dicembre 1921, VIII ( r).

356 OPE RA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

CONSUNTIVO

Alla fine dell'anno 1921, alla fine di un altro inevitabilmente tormentoso anno del dopogue rra, la domanda che sale spontaneame nte alle labbra, l'esame che quasi automaticamente la coscienza im pone a se stessa, si riassume in questo interrog ativo: la .situazione generale è migliorata ? Sit uazione generale italiana, non europea o mondiale, poiché in tal caso sarebbe necessario strarip are dai limiti necessariamente angusti di un articolo di giornale, La situazione generale italiana è mig liorata, è stazionaria o è peggiorata? La crisi deve ancora giungere al suo .punto culminante ? O siamo già entrati nel periodo di _ convalescenza? Per rispondere a queste domande, bisogna dividere l'esame e dedicarne una parte alla politica e l'altra all'economia. La situazione generale italiana, dal punto di vista politico, è migliorata. Per quanto lo Stato non sia ancora riuscito a ristabilire del tutto la sua alltorità morale e politica, è certo che l'ordi ne pubblico non ha subito nel 1921 scos'se troppo violente, Non c' è stato niente nel 1921 che ricordi l'agitazione contro il caroviveri del luglio del 1919 o !"occupazione delle fabbr ich e del settembre del 1 920. Col l ug lio, sono cessate le grandi sped izio n i fasciste Purtrop po la g uerrig li a n on è finita, ma va spogliandosi a poco a poco di og ni bellezza o g randezza politica. Si tratta oramai di aggu ati o di risse da osteria, takhé ci si' do·manda se invece delle solite grida contro il porto d elle armi, rn;m sarebbe più efficace éhiudere le o steri e e Je sale ~a ballo nei g iorni di sabato e domen ica.

Comunque, noi pensiamo che, nonostante le sinistre sobillazioni socialiste, anche questi sporadici residui della guerriglia civile dovranno una buona volta aver termine.

La situazione politica 'è migliorata per ciò che riguarda 1a rappresen~ tanza p arlamentare; La Camera attuale è molto più « nazionale » dell a pre~ed~nte. Basta, per documentarlo, rico rdare la vicenda di Misiano. Il fascismo ha corretto, in cc'rto qua l modo, l'atmosfera di Montecitorio, ma deve g uardarsi dallo «strafare)> e dallo scimmiottare il P tJJ.

Un problema che rimane è quello del Governo; prob Jeina g rave e quasi insolubile, data l'attuale comp osizione della Camera, e finch é non s i abbia il coraggio di uscire d ai binari tèadizionali.

Dal punto di vista della politica estera, la posizione d ell'Italia è piuttosto migliorata. Occorre però che la Consulta abbia .una sicura direttiva, Ia: quale non può consistere nell'ete rna funzione di intermediaria fra 1a tesi inglese e quella francese.

Quanto all'economia, quali indici abbiamo per vedere se si va verso il peggio o se siamo decisamente incamminati verso il m eglio? Prendiamo il corso deì canibi e mettiamoli a confronto. Il 27 dicembre del 192 0 il Jistino dei cambi era il seguente: Francia, 173; Svizzera, 448; Lon. dra, 104; New York, 29. Il 27 dicembre del 1921 segna queste cifre: Francia, 180; Svizzera, 445 ; Londra, 94; New York, 23. La situazione dei nostri cambi è stazionaria per ciò che riguarda il fran co svizzero e _francese; è leggermente migliorata nei riguardi della sterlina e del dollaro.

BiSogna riconoscere che H raffronto fra i l 1920 e il 192 1 non è consolante G sono peéò altri elementi della situazione che possono attenuare i l senso di pessim ismo provocato dal raffronto dei cambi. La disoccupazione non è salita alle cifre paurose lanciate dai social isti, i quali prevedevano ben tre milioni di disoccupati nell'inverno 1921-'22. La eccezionale siccità, con conseguente carestia di energia elettrica, ·.aggrava in questo momento la situazione e quindi la disoccupazione; ma ciò malgrado si notano, nelle industrie sane, i primi sintomi della ripresa. Le industrie artificiali sono in più o meno dolosa e disastrosa liquidazione.

11 pescecan_ismo borsistico è stato colpito gravemente. Bisogna evitare che sia ancora una volta salvato coi sudati denari del piccolo risparmio nazionale. Bisogna avere il coraggio di affermare, tracciando il coruun· tivo di questo 1921, che in un paragone·fra masse opera ie o rg anizzate è parte d ella borghesia industria le, chi ne esce meglio è la massa operaia. Lo scandalo dell'//va ha documentato !"es istenza di un bolscevismo bianco o t ricolore, di finanzieri o filibustieri d'a lto bordo, pericoloso qÙahto il bolscevismo rosso. Durante tutto il 1921, la classe opera ia jtaIiana ha dato prova, in complesso, di un grande sp irito di moderazione e di una grande saggez.za. Ci sono stati, e Ìlon potevano mancare, vasti movimenti cli classe, ma, tutto sommato, le vertenze _si sono in massima parte risolte attraverso pacifici accordi, i ·quali hanno evitato scioperi generali distruttivi.

Nonostante tutte le vacue predicazioni internazionalistiche o massirrialistiche in cui si attardano i professionisti del sovversivismo, è un fatto che la classe operaia italiana sta entrando nella realtà dell'economia nazional e Nelle cainpagne si è dovunque ripreso a lavorare: i t re ntasette milioni di quintali di frumento raccolti nel 1920 sono saliti a cinquantadue nel 1921 .

358 OPERA 'oMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

Punti neri della nostra situaz ione economico-finanziaria: cenÌ:ovent i miliardi di debiti e cinque di deficit. Riassumendo, si può affermare che la Situazione accenna a migliorare. Il quadro generale non può esse re a tint:e luminose, n_ia nori è nemmeno a colori foschi: domina il .grigio o il chiaro-scuro. AttraversiatnQ uno dei periodi più delicati della nostra convalescenza. Bisogna non abbandonarsi. Vigilare attentamente il decorso della crisi. E mettersi al lav'oro. Con qul!U'accanimento, non privo d i tragica· grandezza, con cui la Germania vinta utilizza tutte le sue risorse, tutte le sue officine, tutti i suoi uomini e si getta ancora per tutte le strade del mondo, a ricominciare. Se il _fascismo perdesse il senso di questa suprema necessità di disciplina, d i ordine, di lavar~. la sua missione nazionale sarebbe fallita.

MUSSOLINI

D a li Pop ol o d'lt{Z/ia, N. 310, 29 à icemb.re 19 21, VIlt.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CON FERENZA DI CANNES 3, 59

ASPRO RICHIAMO

Ho la fiducia che quando queste linee vedranno la luce, Io sciopero generale di pcotCsta ad oltranza, proclamato dai Sindacali fascisti delta Bass_a Parmense, sarà terminato. Jl fatto, tuttavia, rimane, e si presta a qualche necessaria e franca dichiarazione. Si tratta, cioè, di sapere, o per Io meno di domandare, se l'Italia è un paese di incorreggibili scimmie o un gregge di pecorelle dantesche che quel the l'una ft1, le altr e fann o ; s i tratta, insomma , di sapere se il fascismo vuole, in taluni paesi e zone, diventare una copia del Pm; nel qual caso, val meglio ri fer irsi ail'origìnale. I confronti sono odiosi, ma ta l~·olta eloquenti, La storia degli scioperi generali di protesta in Hàlia, è sovversiva, è lunga, è noiosa ed infeconda. Per poco lo scioperismo politico, che ha .eternamente osciJlato tra la farsa e il dramma, tra il pandemonio comiziaiolo e la rivolta sanguinosa, non h a condotto alla rovina estrema la nazione L'ultimo sciopero politico di protesta è stato quello ioscCnato dai comunisti a Tqrino, all'indomani del verdetto di condanna per l'assassin io di una guardia regia. Sc iopero assurdo, come quasi tutti i precedent i, ma in un cérto senso comprensibile, da parte di sovversivi che vedevano condannati a parecchie decine di anni di galera i loro fanatici, nonché cr iminali gregari: Comunque sciopero contenuto nelle ventiquattr'ore e chiusosi se nza episodi di viole nza. Sciopero comb attuto strenuamente dal fascismo tori nese.

Ora si dà il caso che, a pochi giorni di distanza, il fascismo pa_rmense «copia» i sistemi e j · metodi d ei comunisti torinesi; proclama, cioè, ed effettua uno sciopero generale di protesta, senza limiti d i ·tempo C'è almeno una causale che giustifichi lo sciopero? No. Si t ratta dell'arresto di ùna d ecina <li fascisti. Non mettiamo in dubbio che si tratta di una misura arbitraria della polizia; ma si tratta sempre di un arresto, non di un:i condan na all'ergastolo. Ebbenè, in seguito a questo episodio, che non esce, in fin dei conti, dai limit i della cronaca o rdinaria, si ordina uno sciopero generale d i protestil, senza limiti di tempo e si effettua l'intèrruzion~ d e lle comunicazioni telefoniche e ferroviarie. Questo, cari sig~ori, s ig nifica fare del pussismo a rovescio; questo dimostra che si è infettati di P111 fino alle midolla; questo dimostra che le parole tonanti di patriottismo· sono ventose espressioni ·vaniloquenti e nulla più. Se i

partecipanti allo sciopero fascista nei quattro mandamenti della Bassa Parmense sono in g ran parte disoccupati, allora la qualifica di scioperanti è in gran parte esagerata; ma 'se si tratta di scioperanti veramente, cioè di contadini e braccianti, che hanno lavoro e si astengono dal lavorare, allora bisog na dire chiaro e tondo, senza eufemismi, che si' tratta di un colpo - più o meno grave resta a vedersi - inferto aH'organisrno economico della nazione. Si verificherà dunque l'assurdo? I fascisti inten~ono dunque di rinnovare la Storia d'Italia, di ricostruire la nazione esausta, regalandoci degli scioperi generali di protesta più o meno assortiti? E "in un momento come l'attuale? Si scherza dunque col fuoco? C'era una cosa sinora della quale i fascisti non osavano fregarsene: la nazione. Adesso, anche per la nazione, vacillantè sotto le infamie ·di un duplice bolscevismo, quello rosso e quello bianco, quello dei tesserati e quello dei plutocrati, anche per la nazione vale il motto del « me ne frego»? Non è tempo di trastulJarsi a g iocare al sovversivo, come i bambini giocano al soldato. Il tempo è straordinariamente duro , Camviveri 'in aumento, disoccupazione stazionaria, svalutazione dclJa nostra moneta e bancarotta fraudolenta di tu1a parte della borghesia, quella parassitaria:. Agg1ungansi centoventi miliardi di debiti e cinque miliardi previsti di deficit nel bilancio d ello Stato. Tutto ciò non dice nuJla ai fascisti in generale ed a quelli parmensi in particolare? L'amore di patria fascista si esternerà dunque nelle forme care a coloro che sino a ieri noi boilammo e rnanganclJammo quali traditori della patria? Scioperi generali di ptotesta e ad oltranza? Il fascismo fu concepito come un'aristocrazia; · ma se diventa una demagogia che copia pedissequamente i sistemi del P111, i peggiori e i più antinazionali e distruttivi sistemi del Pu.I, può chiedere una tessera ai preti rossi e fini rla. Non m'importa nulla, se queste parole fuori dei denti scotteranno un poco i fascisti di Parma e paesi limit rofi. Non è coll'inscenare grotteschi scioperi generali fascisti dopo quelli socialisti, che si salva la nazione. Questo telegrafa i ieri ai fascisti di Parma, questo ripeto sulle colonne del giornale, perché tutti sappiano e pe_rché ognuno si assuma proprie e precise responsabi lità.

MUSSOLIN I

DAL CONGRESSO DEI FASC( ALLA CONf°.ERENZA DI CANNES 361
Da Il Popolo d'Italia, N, 311, 30 dicembre 1921, VIII.

LA BANCA ITALIANA DI. SCONTO SOSPENDE I PAGAMENTI

L'avvenimento del giorno - avvenimento non l ieto, che getta una luce g rigia su questa fin e del 1921 - è la chiusura deJJa Banca Italiana di Sconto. Non bisogna, ,come si fa da taluni aHarmisti per scopi pi ù o meno obliqui, far a~surgere l'avvenimento alle proporzioni di una catastrofe nazionale; ma . non bisogna nemmeno svalutarne "la portata e le conseguenze. La Banca ltaliana di Sconto è una delle quattro grandi banche italiane. Aveva un capitale di trecento milioni e un grandissimo giro di affari, tanto all'interno come all'estero. t tutt'affatto naturale che la chiusura dei suoi sportelli abbia provocato nel grosso pubblico un certo 1n9to di allarme. Noi abbiamo mo,tìvo dì ritenere che la situazione, per quanto grave, sarà sanata e che il p iccolo risp:irmio nazionale non correrà pericolo alcùno. :E: certo che questo mese di dicembre può essère registrato nella vi ta economica italiana come il mese in cui s'inizia la liquidazione d ell'industria e della finanza di guerra. li crak d isastroso deJl'Jl.va e il faticoso salvataggio dell'An1aldo, non potevano passare senza immediate e. gravi ripercussion i nella Banca che aveva proceduto ai più grandi investimenti in imprese di guerra. Tout se tieni, specie nel mondo degli affari. Mentre ci riserviamo d~ ri tornare sulla 9uestionc e di approfondirla in tutti i suoi elementi e in tutte le sue possibili ripercussioni, invitiamo i nostri amici e lettori a reagire contro eventuali e ingiustificati stati d'animo di panico, il cui risultato sarebbe quello di d:mneggiare - col precipitoso ritiro dei depositianche quegli istituti m.zionali bancari che sono solidissim i e degni della generale hducia. ·

Da JJ Popolo d'Italia, N, 311, 30 dicmibrc 1921, VIII (r)_

LA CALMA NEL MERCATO FINANZIARIO • IL CONTEGNO DEL P UBBLICOGLI .ALTRI GRANDI ISTITUTI FUORI QUESTIONE - CONTINUE E FEBBR ILI RIUNIONI A ROMA PER RlSOLVERE SOLLECITAMENTE LA CRISI

IL CORVO STUPIDO

L'Avanti!, quotidiano di un partito che i cugini di sinistra chia~ mano « cadavere in _ istato di avanzata putrefazione », è tutto gongòlante di gioia per quanto accade nel mondo finanziario_ italiano. Una Banca, una gra nde Banca, ha ·chiesto ed ottenuto la moratoria per un a nno Crisi di questo genere se ne· sono avute in tutti i paesi. :8 di ieri. la. discussione alla Came ra fran cese Sui casi della Banque de Chine, complicati dall'intervento e dal ritiro d i personalità politiche di primo ord in e come il Berthelot. Ma l'Avanti! si aggcappa all'episodio italiano e stampa un bel titolo su sci colonne cosl concepito: Verso il fallim ento nomia borgheu

L'A vanti!, poverino, non s'accorge che, esaminando gli avveniment i dalJa visuale del partito, è deliziosamente cretino, Noi non abbiamo bisogno di scendere in campo per difendere l'economia borghese in genere e la Ba nca Italiana di Sconto in particolare Non abbiam o vincoli di sorta. Diciamo soltanto che l'Avanti !, in buona o cattiva fede, continua a pascersi e a pascere il suo pubblico di illusione.

La storia della finanza italiana h a precede nti analoghi ai casi attuali deJla ~anca di Sconto. Scommettiamo ch e anche allora i socialisti stamburarono c~e « l'economia borghese andava ".ei-so il fallimento». Eppure l'economia - eh~ non è !iOltanto acCU!J)ulazione di capitale o sfrutta· mento d i cosiddetti proletari, come spacciano i ciarlatani del pussismo, ma -è anche e soprattutto un metodo di gestione delle az ie nde - ha superato le terribili prove della guerra, e sta superando quelle non meno terdbili del dopoguerra. Altro che fallimento! Ma come può l'A vanti! parlare di fallimento dell'economia borghese, quando lui stesso documenta giorno per giorno sulle sue colonne il clamoroso, disastroso , tragico e irreparabile fallimento dell'economia comunista russa? Comè si può decentemente parlare di fallimento dell'economia borghese italiana ·ed occidentale, quando tutto ciò che rappresenta il non plus u/J,a d el sistema borghese viene introdotto in Russia, per trarla dalle rov ine im· -mense in cui è stata precipitata dall'economia comunista? Una· banca borghese chiude i suoi sporte lli in Ita lia, ma d!eci banche borghesi aprono i loro nella Russia dei S011iètt. Se qualcuno o qualcosa è fa llito, bisogna cercarlo fra Pietrogrado e Mosca. C'è di meglio. Mentre I'A van.Ji.l

I i
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sale sui trampoli delle sue previsioni apocalittiche, e parla di « una ·crisi del capitafo;"mo che .e giunta a llo stJ.dio acuto)>, accade questo evento mirabile: si sta formando - dietro l' evidente sollecitazione del sedicente bolscevico Krassi n - un grande consorzio capitalistico a scop o di resurrezione o colonizzazione nella Russia dei Sovièt1; il che significa che senza l'aiuto del fallito o prossimo. a fallire capitalismo occidentale, la Russia non può vivere o risorgere.

La constatazione dell'Avanti.I è dunque di una assurdi~ lampante e rientra nel sistema polemico pussista, che è quello di trarre da singoli episod i arbitrarie e definitive generalizzazioni. Il sistema della casa pussista è sempre lo Stesso. L'(°scrcito italiano subisce la rotta di Caporetto? E allora il Pus generalizza e converte la. rotta in una disfatta totale, nella · perdita della guerra.

Dopo gli incidenti della settimana faScista di Roma, che cosa stampò l'Avanti.I? Che il fascismo aveva i giorni contati . Dopo un mese, -alla Camera, il fascismo, vivissimo, continuava più che mai ad essere l'incubo di a lcune decine di migliaia di parassiti che formano i quadri del Par. titone. Ora ci sono talune beghe personali del fascismo umbro che rin• verdiscono le speranze pUssiste. Poi l'inevitabile

delusìoOe....

La Banca Italiana di Sconto chiude temporaneamente gli sportelli?

E l'Avanti.I non perde un minuto a sente.oziare, colla prosopopea ridicola dei dottrinari che si ·presumono gli unici- portatori deJl'autentica verità, che è la borg hesia che s'avvia al fallimento.

· Ma non è così. L'Avanti.I stesso sente, nell'intimo, che non è così. Ma bisogna ptir dare dell'ossigeno al moribondo estremismo delle maSsc operaie. C'è sempre qualche ingenuo, qualche fanatico o qualche crimi· nale, che1 leggendo il titolo dell'AvanJil, dirà: « Ci siamo! Questione di siorni! Dì ore !». Ciò non toglie che di qui a una settimana, l'A vanti.I stesso « imbonirà » i suoi lettori cicca la resiste nia e 1a vitalità del capitalismo, che è anco ra lung i dall'avere esaurita Ja sua funzione storica, ragion e per cui Ùn tal quale g radualìsmo larvatamente collaborazionista s'impone. In quest~ trapassi si esau risce il virt~osifmo polemico del P111. Un urlo Qi speranza e una legnata; il biascichio di chi domanda misericordia e l'urlo stridulo dello sciacallo; la profezia catastrofica e l 'elastica prudenziale ritirata.

OPERA· OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Da Il Popolo d'Italia, N. 312, 31 dicembre 1921, VIII.

ESORDIO

Non mancano in questa prima alba dell'anno nuovo - il ·quarto. del dopoguerra - i motivi di ansia e di t repidazion~, ma ci sono anche molti segni di speranza. Noi pensiamo che il peggio sia passato. Esaminarruno l'altro giorno la situazione generale italiana per concludere in senso ottimista, ottimismo ch e manteniamo, specie ·nei riguardi del l' Italia, che non sta meglio ma non sta nemmeno peggio_ di molte altre _e vicine e lontane e neutrali nazioni d ' Europa. Lo st esso episodio della Banca di Sconto può cost ituire un fenomeno salutare. Un anno fa, su queste stesse colonne, noi ponemmo questo dilemma: « o sì realizza l'un ità europea sul terreno produttivista e sindacale d ella ricostruzione economica, o la civiltà europea, che fu uri g iorno il fa ro di guida della civilt à mondiale, è condannata a spegne rsi ». Questa citazione va med itata da quei-signori che parvero trasecolati quando nel mio ultimo discorso pa rlamentare sostenni , in perfetta coerenza d'idee, la tesi della « ricostruzione economica europea ». Domandiamoci : la solidarietà economica europea ha fatto del cammi no duran te il 1921? Quali sono, su siffatta questione, le prospettive dell'anno che co~incia ? Non v'è ·dubbio che la tesi . dell'unità europea sul terre no della ricostruzione ec?nomica ha g uadagnato molto te rreno in questi u ltimi tempi. Basta considerare che la Russia non è pi ù isolata dal famoso ferro di filo spinato inventato da Clemenceau. Trattati di comme rcio sono stati conclusi fra Russia e Ing hilte rra; fra Rwsia e Italia, fra Russia e Ge rmania e altre nazio ni minori. La stessa Francia no n è p iù nei ' confronti della Russia nella posizione di assoluta intransigenza in cui s' irrigidiva . un anno fa, la Russia dunque è rientrata nella fami glia economica europea. Quanto alla Germania, la sua presenza si fa sentire sempre più vivamente. La conferenza che si tiene in questi giorni a Parigi fra uomini d'affari dell'Intesa - presenti Rathenau, Fischer ed altri «tecnici» dell'economia tedesca - è il primo passo ·decisivo sulla strada della ricostruzione economica, Si comincia a capire dunque, e anche a Parigi, che non si può aVere ritorno all'equilibrio economico igno rando centotrenta ·milioni d i russi e soffocando, sotto il peso delle riparazioni, settanta milioni di tede· schi. Che i tedeschi debbano pagare, è pacifico : si tratta del << modo » con cui si può farli pagare. La: confe renza di Parigi è in Un certo senso più

importante di quelli di Cannes. I politici di Cannes non potranno · di mo lto moJ ìfica re le conclu sioni alle quali saranno giunti i « t ecnici » di Parigi.

L'anno d iplomatico' appare laborioso e interessante fin dal principio. Sembra che g li uomi~i di stato si siano svegliati si siano decisi a fare il possibile per uscire dalia c'risi. Non ·v'è dubbio che la tesi inglese è destinata a trionfare . Non v'è dubbio che, dopo quella di Cannes, avrà luogo una conferenza europea, coll'intervento dei russi e ~ei tedeschi. N on bisogna credere che la salute verrà soltanto dalle conferenze più o meno dip lomatiche. Ogni cittadi no può - col suo lavoro e coll a sua disciplina - contribuire potentemente al ristabilimento dell'eq uilibrio economico e sp irituale Realizzato il principio de lla solidarietà econom ica europea, le cònseg uenze benefi che di ~aie avvenimerito non t ardera nno a farsi s~ntire. Le popolazioni cominceranno a respira re . Sul terreno della ricost ruzione economica .europea, rima ne da assolvere i l compito che si asseg na ad u na nazione proletaria come la nostra: limitare gli egoism i statici dei .popoli arrivati p ~r fare un po' d i largo a quelli che h anno b capacità d i arrivare. ·

Comprendiamo le impazienze angosciose delle masse: sono otto anni che l'Europa tut ta è sottoposta a privazioni materiali sen za precedent i .e a una tensione di nervi spaventevole. Ognuno desidera una pausa, una tregua.

Noi senti~mo che, per forza di cose e per volontà d i uomini, l'anno che comincia sarà l'anno che vedrà la crisi entrare nella· parabola discendente. Quella che Antonio Labriola chiama << tendenza al riassetto general e », d iventc;rà forti ssima negli individui, nelle classi, nelle naz ioni e u1;, p o' d i tranquil1ità sarà concessa al n os tro picco lo e toi-me ntato continente.

366 OPERA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINI
Da Il Popolo d' Italia, N. 1, l gennaio 1922, IX.

DOCUMENTI

DALLA BANCA BORGHESE AL CONSORZIO SOCIALISTA

In una delle ultime sedute della Camera, echeggiò, a proposito· della votata presa in consideraz.ione di un progetto di legge socialista, la mag ica· parola della socia lizzazione d eJJa terra. La formula è una delle• più insulse, delle più antistoriche che possano essere pronunciate da labbra d'uomo .E uno dei più fatui « luoghi comuni >> della volgare let• tcratura socialista. La terra non si socializza. Vi hanno rinunciato. gli stessi comùnisti francesi, riuniti in questi giorni a Marsiglia. Comunque non attardiamoci in discussioni astratte. Vediamo i fatti. Prendiamo la lezione dall'esperienza, che·è fa più diretta e la più efficace. Esaminiamo, cioè, quale risultato ha dato o dà la gestione d'azicndc condotta con criteri social istici, e studiamo che cosa è avvenuto nei primi tentativ i di socializzazione fatti in Italia I risultati sono pa.Iesi e "'sono semplicemente, disastrosamente fallimentari. Non v'è dubbio che l'on. U mbe rto Bianchì, deputato socialista, intendeva, procedendo alla costituzione del Consorzio cooperativo minerar io, di avviare tutte le miniere d'Italia al regime della « socializzazione del sottosuolo» (altra formula incons istente del catechismo rosso). I risultati d ell'esperimento soc jalizzatore sono noti. Li ha consegnati nella sua relazione di « curatore » il ragioniere Antonio Celvi Tale rdaz ione non è un documento d'ordine puramente legale o amministrativo; è un documento della più grande importanza sociale, poiché straccia ancora una volta i veli delle false e nemmeno più seducenti teoriche del socialismo. Non è per una sorda cospirazione d'ipotetici interessi capitalistici lesi o minacciati o in conseguenza di misure vessatorie del Governo che il Consorzio cooperativo minerario è fallito. No. La sua rovina è venuta dall'interno, non dall'esterno. Le cause del disastro - nel quale i poveri proletari delusi ci hanno rimesso il sudato e non riscosso salario - sono unicamente tracciate io q uestj termini d al curatore fallimentare. Dice. il Cclvi:

« Incapacità tecnica, ammini5trativa, direttiva, valutazioni per5onali di feno meni «onomid e concessioni speciali in matetia ~nan':z::iaria, predominio di ne·

cessità. CSS<:fl2iaJmente politiche nello svolgimento delle opernioni sociali condussero il -Consorzio lontano da quella.' retta strada che doveva, col più. breve percorso, raggiungere· il Jine prefissosi. La massa Op<!rafa, comp05ta dì Oscuri minatori che sanno il duro lavoro, attende ancora il prezzo delle proprie fatiche del mese dì aprile, per una somma di mercédi di circa centocìnquantamila lire. Altri modesti gruppi di creditori hanno veduto travolte nel dissesto t utte le loro sostanze, raggranellate con sudore e privazioni di lunghi anni di lavoro. Il Con!Orzio nacque per l 'applicazione d ei concetti cooperativisti nel çampo_ minerario, campo che è noto essere il più pericoloso e incerto e che sovente procura sgra-· devoli sorpre;e data la povertà del nostro sottosuolo. Invece di procedere con la maggiore previdenza, si costituì una complessa direZione, composta d i ben cinque uffici con t rentaquattro impiegati, con una spesa complessi va mensi le di 21.225 lire, alle quali vanno ilggiunte le _indennità. di carica corrisposta al p residente on. U mberto Bianch i i.n lire 2.500 mensili e al consigliere delegato ing. Piero Janer in lire 3.500 mensili. Tale semina_ era spesa per fa sola dire-zione centrale, sen·za tenei- conto dei vari direttori tecnici cd impiegati presso ·1e diverse miniere.

« Tale complessivo impianto burocratico, anziché costituire l"organizzazipne del caso, ne era la più completa disorganizzu ione, essendovi at_ttiti fra i vari uffici , incompatibilità di attribu zioni , mancanza d i affiatamento fra i funzionari, inesi!ten~ d i qualsiasi disposizione o di collegamento fra gli uffici stessi e fra Ja sede e le direi.ioni delle mini ere, i cui addetti agivano di propria iniziativa vendendo mercì e riscuotendo direttamente g li importi, senza interessarne la direzione centrale, senza r imetter e regolarmente le risultanze tecniche-e a mministrative a chi spettà\·a riceverle~

Sarà molto bene che i giornali di parte fascista diano la massima diffusione a queste notizie, allo scopo di disavvelen are ]e masse popo- · lari che ancora credono alle virtù taumaturgiche del socìalismo. C'è di meglio nelJa relazione del signor Cdvi. L'altro giorno l'A 11anJi! sem· brava invaso di sacro furore davanti ailo scandalo della Banca d i Sconto, che, con un capitale dì 315 milioni, faceva un giro di affari d i alcuni miliardi. J casi del Consorzio c·ooperat ivo minerario sono, salvo J' eotità delle cifre, infinitamente più_ scandalosi. Dalla relazione depositata d al rag. Celvi alla Cancelle ria del tribunale di F ire nze risulta ìnoppugna· bilmente:

1. che il Consorzio cooperativo non fu mai legalmente ed effetti· vamente costituito ;

2. che_ tutta· la gestione di detto Consorzio era oeltè mani del· l'on. Umberto_Bianchj, deputato socialista, ragione per cui il signor Bian· chi avrebbe potuto dire: « il Consor'zio sono io!»;

3. che solo dopo molti mesi di _«gestione fiduciaria » affidata all'on. Umberto Bianchi, si sentl il pudore di addivenire, in d ata 9 mag· gio 1921, alla legaJe e fittizia costituzione dèl C.Onsorzio;

4. che il capitale sociale di un Consorzio, che doveva rappresentare - niente po' po' di meno - che l' avviamento alla socializzazione · del sottosuolo, si riduceva a lire italiane 2600 (diconsi cluernilaseicento);

368 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

5. che di ·questa somma, di effettivamente vefSate non C'erano che 1ir~ 360 ( diconsi trecentosessanta!!); '

:

6. che ciò malgrado, il Consorzio, a base di bluff fantastici, presentava un bilancio d i oltre due milioni;

7. che tutto questo insieme di camorre, di trucchi, di favoritismi, non poteva non condurre ad un disavanzo in pochi mesi di lire novecentomila e quindi a! fallimento. ·

Questa è la semplice e dolorosa istoria del primo esperimento di « socializzazione delle miniere » tentato dal socialismo italiano. Sempre a proposito della moratoria (non fallimento) della Banca di Sconto, l'A 11i:11ti! deH'aitro giorno domandava:

« Chi rifonderà ai piccoli risparmiatori le somme manipolate e polverizzate dai grandi filibustieri della borghesia finanziaria?».

E prevedeva - l'ìl\uso ! - che i piccoli risparmiator i sarebbero accorsi in massa ad iscriversi al Pur. B oramai certo che i piccoli rìspar- , mìatori, che avevano affidato alla Ba nca di Sconto i loro gruzzoli, li riavranno, e quindi il Pus avrà perduto il tempo e l'inchiostro.

Ma noi, a nostra volta, domandiamo: «Chi·darà ai poveri minatori di Tosca na, beffati; illusi,. sfruttati dalla borghesia socialista, lire cenlodnquantamila ,he a tanto ammontano i salari del mese di ap~ilc 1921 ?

H signor Umberto Bianchi è disposto a rilasciare parte della sua indennità per indennizzare i disgraziati che hanno avuto un solo torto: quello di credere alte sue malate fantasi e di Carolina Invernizio del socialismo?

E chi avrà ancora, davanti allo spettacolo di grandi e piccole ruine, in cui si cOmpendia la storia contemporanea del socialismo, il coraggio di proclamare infallibi!i le sue dottrine e redentrice la loro applicazione? ».

MUSSOLINI

Da Il Popolo J'lralia, N. 2, 3 g~nnaio 1922, IX.

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 369

VERSO IL RIASSETTO EUROPEO

PRELUDI ALLA CONFERENZA DI CANNES

(Servizio particolare del "nostro Direi/ore)*

CANNES, 3 gennaio.

Affluiscono a Cannes da ogni parte d'Europa uomini politici, giornalistj e.... curiosi. Gli hOtth sono rigurgitanti di pubblico cosmopolita. Gli inglesi sono abbondantemente rappresentati. Tutti i preparativi, d irò cosl, d'ordine materiale della conferenza., sono finiti. Tutto è pronto. Venerdl mittina avrà inizio questa riunione, attesa con viva ansi~tà malgrado le_ troppe delusioni del passato, da tutta l'opinione pubbl ica europea.

LAVORO PREPARATORIO

Il lavoro preparatorio, il canovaccio, sul quale dovranno lavorare i capi d egli Stati, è stato fatto a Parigi nella riunione dei banchieri e degli industriali. Non mai come i~ questo periodo fu difficile sceverare l'economia daUa politica e viceversa. I busineumen cong regati a Parigi - presenti in ispirito anche i delegati tedeschi - si sono separat~ dop0 aver redatto questo laconico comunicato : · '

« La riunione dei delegati industriali e finanziari de ll a Gran Bretagna, della Francia, dell'Italia, del Belgio e d e_! Giappone hanno tenuto pa recchie sedute al Quai d'Orsay, sotto fa presidenza di Loucheur. La conferenza ha deliberato la redazione di un progetto, che sarà sottomesso al Consiglio supremo di Cannes ».

• Il servizio è 1>receduto dal scguen.te «cappello»: « Nel 1922, Il Po.polo d'ltafi,s seguirà colla più grande attenzione la politica estera italiana, in tutte le sue manifestazioni. .t un anno che si annuncia assai inte-ressante diplomatica.mente. Formidabili problemi, dai quali dipende l'avvenire della ·civiltà europea, sono sul tappetç,, e dovranno essere affrontati e risolti. L'Italia deve avere il posto e la parte che le spettano - di doveri, di. diritti e di responsabi lità - nella immensa opera della ricostruzione europea. Mussolini si recato a Cannes, allo scopo di seguire da vicino ed illustrare per H pub~lico fascista e italiano i lavori della conferenza interalleata »

In che cosa consista questo progetto, nessuno sa di preciso. Jndjscre• · zioni sono apparse sW giornali per ciò che riguarda soprattutto le mo- · dalità di un intervento economico-finanziario in Russia, ma il progetto, nel suo testo, è ancora segreto. Ma non è un segreto per . nessuno che a proposito delle riparazioni tedesche - argomento scottante, data l'jmminenza di una scadenza di pagamento - un grave dissidio mette di fronte Inghilterra e Francia. ·Quanto all 'Italia, non sì arriva a comprendere quale sia i ~ suo atteggiamento. 1I min istro degli Esteri, nell'ultima sessione del & nato, ha fa tto a ta l p ropos ito dichiarazioni assai vaghe:

« A Cannes - ha detto il marthese Della Torretta - si parlerà dunque delle riparazioni tedesche, t questo un argomento irto di difficoltà, che assai spesso viene trattato dal pubblico con troppa leggerezza· e con scon oscenza quasi completa della questione. Mi sia permesso affermare che su questo tema l'opinione p ubb lica italiana è stata completamente disori entata. Da una parte si fa rimprovero al Governo di ricevere t roppo poco in pagamento di ri pa.razioni e lo • si incita a mig liorare la sua situ:izione; dall'altra si vorrebbe che alla G ei-mania venissero accordate tutte le possibili moratorie, ·ed anche che si rinunziasse in suo fa vore ad ogni cr edi to. •

« Il Governo ha piena coscienza della gravità e complessità del problema, e i o non mancherò di portuvi, nell' esame tra g li Alleati, spirito di equità e di giustizia. non disgiunte però da fermezza per la difesa dei propri diritti in teressi »,

Se son rose fioriranno, e nell'attesa è opportuno fissa re i termini del dissidio f~nco-inglese,

DUE MENTALITA

Il problema p iù. appassionante della imminente riunione, è si ntetizzato in questa domanda: « La Germania deve essere costrett a all'adempimento dei suoi obblighi verso gli Alleat i e quindi a versare le somme fissate per le scadenze di gennaio e f ebbraio, o può, invece, esserle accordata qualche agevolazione o moratoria?». La. Germania ha già fatto sapere che può, con grandi sforzì, d are u n acconto, non tutta la somma. La Francia, dal canto suo, dichiara di non poter transigere Ma sono veramente e irreparabilmente intransigenti le dichiarazioni fatte da Briand alla Commissione degli Esteri del Senato francese ? ·

« Per quanto concerne il d ebito tedesco, Bria nd ha affermato in modo preciso che, qualunque debb11. essere la soluzione adottata a Cannes, essa non potrà in nessun caso ridurre la p art e che spetta alla Francia Tre ipotesi possono essere formulate : o la Germania si inchina davanti a ll a intimai.ione della Commissione delle riparazioni , e si reste rà sul terreno del traltato; oppure' la Germania non pa&a, e sanzioni energlçhe saranno prese immediatamente; oppure anche i versamenti çlçll~ ç;~nµ~qi4 Silf\lnnp di comune accordo ridotti (la cifra di cinque- ·

DAL CONGRESSO .DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 371

cento milioni di marchi oro è già" stata messa innanzi nella stami:,a), e in questo caso resta inteso in modo formal e che anticipatamente tra Francia e lnghiltcn a, conformemente alle recenti conversazioni di Londra, tale riduzioae nò n potrà in nessun caso ridurre la parte che spetta alla Francia, perché qllesta l- garantita dalle concessioni liberamente consentite daglì Alle-a.ti, o com~ nsata da un sup· plemento di p agamento in natura » .

:t: facile prevedere che per Jo spiraglio prudentemente e sagacemente aperto da Briand colJa sua terza eventualità, gli accordi di Cannes passerarino. Agevolazioni alla Germania; per accontentare· l'Inghilterra, rimanendo sul terreno del trattato di Versaglia. Accomodarsi nella sostanza, ma salvare la lettera. A q~csto punto ci si domanda : la· confc~ reoza si limiterà ad esaminare come e qualmente è possibile agevolare la Germania per farle superare lo scoglio delle prossime scadenze di gennaio e febbraio, o affronterà il problema delle riparazioni nelle sue compless ità? Noi vorremmo che q uesta seconda ipotes i d iventasse realtà, per uscire _ da uno stato d'incertezza econ omica e morale che p aralizza ogni sfor zo .teso alla ricm,truzione d ell'economia europea. D'altra parte, se non a Cannes, in un altro qualsiasi luogo di Europa, è certo che il problema « globalé » dovrà essere affrontato e risolto. dest ino che in un secondo prossimo tempo la mentalità « pratica >) degli inglesi sia destinata a riportare il sopravvento sulla mentalità dei francesi, p re· valentemente inilita re e politica. La prova che la mentalità inglese si è già spogliata d ella bardatura dì guerra, sta nel fatto che la tesi d i Rathenau trova la più cortese ospitalità nei fogli qua.si ufficiosi d i Londra, come la W estmimter Gazette.

RATHENAU-STINNES

·E precisamente ·sul succitato giornale inglese èhe Rathenau illustra le sue id ~ . in -materia di riparazioni. Egli d ice :

« La ricchezza tedesca è fort ementè d iminuita, Co.si dicasi d elle font i di approvvigionamento di materie_ prime; le perdite di territorio hanno impoverito l"agricoltura; Je grandi fortune sono p oco numerose; le classi medie e i nferiori sono tassate ben· più fortemente che in Francia e in Inghilterra. Privata del la sua marina inercantile, la Germania deve pagare all'estero per ciò che trasporta. Non ha più colonie e ha perduto il cai-bone, il ferro, le tessiture e la potassa deJ. l'Alsazia-Lorena e dell' Alta Slesia. Dispone di meno carbone e d eve darne in conto riparazioni ag li AJle,ati. La restituzione di bestiame, di · macchine, di mate· riali da guerra, che avrebbero potuto servire a scopi pacifici, l'occupazione dei territori renani, le requisizioni degli eserciti d'occupazione la paralizzano » .

B inutile aggiungere che da parte francese si trova che Rathenau abusa di colori neri nel tracciare questo quadro. I (rancesi .si rifanno,

372 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOL!NI

dimostrando èhe se la Germania disfatta sta male, la Francia vittoriosa dal punto di vista: economico finanziario sta assai peggio. E qui è veramente il paradosso tragico della situazione europea! Che cosa propone Rathenau in tema di riparazioni ? Ce lo dice, semprt:: compiace ntemente, la reputata We.rtmimter Gttzetle.

« La Germania domanda di restaurare le regioni deva.state della Francia e del Belgio, colla sua mano d'ope-ra., coi suoi materiali, col suo denaro. Domanda di rimettere in funzione le officine francesi e belghe. Non può fare di più. Se viene costretta a fare di più, trasci nerà.tutta l' Europa nella s ua rovina. Si domandi alla Germania ciò che è rag ione,.,o le: lo farà diligentemente; lavoreri coo tutte le sue forze alla ricostituzione d ell' Europa; riprenderà il suo posto nella famiglia d elle nazioni; darà tutte le garanzie per la sua condotta circa il futuro:. ,_

In che cosa consista no queste g aranzie, Rathenau non dice. J1 nocciolo della sua tesi è chiaro: stracciare la parte «riparazioni» del trattato di Versag iia e «allargare» l'accordo di Wiesbaden, che contempla la ricostruzione rapida delle regioni d evastate e congrue prestazioni in natura a titolo di riparazioni.

C'è, accanto a quello Rathenau, un altro piano per uscire_ dal vi· colo cieco: quello· di Stin!J.CS. Punto di partenza di questo piano sa• rebbe il .riscatto da parte di una società privata di tutta la rete ferroviaria tedesca. Il deficit del bilancio tedesco sarebbe sanato e la Germania potrebbe far fronte agli obblighi annuali finanziari stabiliti dalla Com• missione delle riparazioni. Punto di arrivo di Stinnes; la ricostruzione di tutta Ja rete ferroviaria russa con il concorso di capitali inglesi e americani. Il risultato sarebbe un gigantesco lrust ferroviario te-descorusso, il che vorrebbe dire il controllo e la messa in valore di due g randi unità economiche che si integrano e si perfezionano· a vicenda. St innes.si mette su l te.rreno del trattato di Versaglia. Egli dice: la Germania vuole pagare, chiede soltanto mano libera i'n Russia. Anche il piano Sti nnes non piace ai francesi. Che cosa può accadere alla Francia di domani con una Russia riorganizzata dalla Germania? Se la Russia diventasse una colonia tedesca, che cosa avverrebbe della Polonia? Qui il problema delle riparazioni s' innesta all'altro non meno urgente e ponderoso·: il problema. della ricostruzione ecònomica dell'Ewopa centrale e orientale

« I!: difficile - ha detto il marchese Odia Torretta - prevedere quale J>OS$a e,stte il risultato pratico di questa. parte d ~l programma della conferenz.a. Il problema è formidabile, ma è estrema.mente confortante che euo sia stato posto all'ordine del giorno, e che sia entrato ormai nella coscienza generale il concetto che i Governi debbono sentire il dovere di cooperare alla ricostruzione della comune vita economica di Europa. Gli Stati Uniti non saranno assenti. da questa

: .. : -
CONFERENZA
DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA
DI CANN°ES 373
, J .-1

riunione di Cannes; ·e noi esprimiamo il fervido augurio di resurrezfone tecno-, mica e di lavoro fecoo do C' che l'osservatore americano si tramuti in parte attiva principale».

UNA VOCE RUSSA

I russi, e, _per intenderci, i rappresentanti più o· meno diplomatici della repubblica federativa dei SoviètI, non saranno presenti a Cannes. Si discuterà dunque della Russia in assenza dei maggiormente interessati, che sono i russi. Ma è forse l'ultima volta che i russi saranno lasciati fuori della porta. lnteressante, a proposito delle possibilità di ricostruzione dell'economia russa, un articolo pubblicato sulla Wouische Zeiizmg del 29 dicembre dal professor T imaceff, già professore al Politecnico di Pietrogrado Egli afferma che la ricostruzione della Russia non verrà da quasi insufficenti scambi di merce, ma « da un piano ra. zionale che abbia per iscopo la creazione di imprese industriali nella stessa Russia» . 11 che rientra nei progetti di Stinnes.

Cosl chiarita la situazione, attendi amo i risultati dei lavori del raduno ·di Cannes; nel quale raduno la inevitabile revis ione di talune clausole di taluni trattati dì pace farà un altro passo innanzi. Niente c'è. di eterno nel mondo degli uomini!

All'indomani della battaglia di Sadowa, Bismarck, trionfante, pro· fetizzava:

« L'orologio della Germania è fissato per un sa:olo! ».

E invece! MUSSOLJNI

Da // Popolo d'/Jalù1, N. 3, 4 gennaio 1922, IX.

374 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
T

IL TEMPO PER CHI LAVORA ?

CANNBS, 5, 1101/e.

Durante la guern, una frase che fece fortuna fra i popoli dell'Intesa fu fa seguente: « 11 tempo lavora per noi!». Con ciò volevasi sotti n.tcndere che con il tempa; nazioni. r imaste neutrali come la Romania o gli Stati Uniti, avrebbero finito con l'intervenire; che il blocco cont ro la Germani a avrebbe portato sempre più profonde conseg uenze sullo stato morale e 6sico delle popolazio n i; che i popoli contrast.anti dell'Austria-Ungheria avrebbero finito p er indebolire e far saltare il loro nesso statale, rappresentato, in particola r modo, oltre che dall'esercito e dalla burocrazia, dalla dinastia degli Absburgo. Tutto ciò ed altro ancora voleva significare la frase : « Il tempo lavora per noi Intesa ! ».

Effettivamente il tempo ha lavorato p er l'Intesa in guerca, ma Ja. vora per la Germania dall'armist izio ad oggi.

Quello che accade è in un certo modo, inevitabile e fatale. All'indomani dell'armist izio non si poteva pensa.re che ad una pace di sterminio. Nel momento in cui si erano da poco d eposte le armi, se qualcuno avesse p roposto l'uccisione su \'asta scala dei tedeschi (uomini, donne, fanciulli, militari e civili senza distinzione), sarebbe stato preso sul serio. Era quella l'epoca in cui a Parig i si parlava tranquìllamente di infliggere alla Germania una indennità di mille milia rdi , oltre allo smembramento del Reich in d iversi Stati non più confederal i, con la creazione di una repubblica . renana, ad uso e consumo, come Stato cuscinetto, della Francia. Anche in Inghilterra si teneva un lingua&gio improntato allo stesso estremismo. Come il tempo abbia lavorato per la Germania, provocando successive revisioni del trattatQ di Versailles, è documentato da quanto segue: i mille miliardi si sono ridotti a 13 2, cifra fissata nella riunione a Londra del febb raio del 1921. Il 2 1 maggio del 19 21 si stabilivano, sempre a Londra, in un Consiglio supremo, le « modalità di pagamento».

Erano previste otto scadenze an nual i: quattro per il versamento ogni volta · di Un quarto dell'annua1ità fissa ta e qua.ttro per il versàmento d el ventisei per cen to sul montante delle esportazio ni tedesch e.

Nel 1921 le cose procedettero secondo quanto era stabilito a Londra, e cioè la G ermania fece regolarmente fronte alle slle scadenze. La Commissione delle riparazioni ricevette sia in oro, sia in valute estere, la somma di un miliardo. Il 13 agosto 1921 i ministri alleati delle finanze si riuniro no per spartire il miliardo assegnando 450 milioni all'Inghilterra, per rimborsarla per le spese di occupazione del suo esercito sul Reno ; un'altra quota di priorità al Belgio, e niente alla Francia, allegando che essa era già pagata con l'occupaziol1e dei bacini ·minerari delJa Sarre. Il ministro fran cese Doumer firmò con riserva e fa questione non è stata ancora liquidata.

Il convegno d i Cannes dovrebbe liquidarla prima di procedere ad affrontare Ia situazione quale si presenta nel 1922. La Germai:ii a do.vrebbe pagare, in data 15 gennaio 1922, cinquecento milioni di marchi oro, fo rfait Sull'ammontare di un t rimestre di esportazioni tedesche. Sino dall'ottobre, la Germania f ece sap ere che non avrebbe potuto pa· ga re la rata di gennaio. Allora la Corruniss ione delle ripara:Ì:io ni si recò a Berlino e, dopo avere esaminata la situazio.ne finanziaria del Reich, concluse con raffermare che la Germania poteva pagare.

li 14 dicembre il presidente del Consiglio Wirth avvertiva la Commissione delle riparaz io ni che la Germania non poteva il 15 gennaio che pagare una somma variante dai ceò.tocinquanta ai duecento milioÌli di marchi oro e chiedeva inoltre una moratoria per le scadenze successive, In data 16 dicembre la Commissione delle riparazioni rispondeva afferman~o che mante neva il suo punto di vista: che cioè la Germania poteva pagare e che. se non avesse pagato sarebbe andata incontro a gravi conseguenze.

Giunta la situazione a questo punto critico, arrivano a Londra Rathenau · e Stinnes, per convincere gli inglesi alla moderazione. Succes· sivamente si reca a Londra Loucheur, per sostene re il punto di vista della Commissione delle riparaz ioni ; ma i suoi colloqui non riescono che ad app rofo ndire il dissidio Francia-Ing hilterra.

Pare, all'ultimo momento, che se la Germania farà fronte all'imminente scadenza di cinquecento milioni di ml_uchi oro, non sarà più disturbata per tutto l'anno corrente e le saranno con.cesse altre agevolazioni. Notevole quella per cui la Germania entrerà con parità d i condizioni a far parte del Consiglio economico-finanziario di Parig i.

Bastano questi precedenti per comprendere che il tempo, allonta· nando gli uòmini dalla guerra e spogliandoli gradualmente della rn~ntalità di· g uecra, ha lavorato per la Germania. Il tempo lavora per la G ermania anche nel senso che differenzia sempre più decisamente nei suoi confronti le gradazioni d i solidarietà fra gli Alleati. Intransigentìssimi ·verso la Ge rmania· sono i belg i ed i france~i, ma g li ing lesi e

376 ' OPERA
OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

gli ·italiani si muovono già in ·una atmosfera diversa. Così pwe nel determinare certi stati d'animo delle popolazioni· dell' Intesa percosse dalla crisi economica si può concludere che il tempo, il semplice passare del tempo, lavora per la Ger.mania.

Il convegno di Cannes non farà che dare un'altra conferma a quest~ ineluttabile corso degli eventi. In ciò è Ja tragedia della Francia: schiacciare la Germania significa rovinare l'Europa e quindi anche la Francia; rimettere in piedi la Germania significa ridare all'antagonista di ieri e di dOmani tutte le possibilità di una ripresa. Come uscìre da questo circolo vizioso e terribile?

MUSSOLINI

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 377
Da Il Popo1o d'ltttlia, N. S, 6 genn~io 192 2, IX.

ALLA VIGILIA DELLA RIUN IONE

CANNI:S, 5.

AMBIENTE CLIMATICO

Oggi, vigilià della apertura della conferenza interalleata, la città presenta un aspetto di maggiore animazione: g ruppi di curiosi' e di fotog rafi stazionano davanti al <e Carlton hòtel », ~ove h anno preso alloggio le d elegazioni, per assistere all'uscita e all' eÒhata· dei capi d i Governo:

Era inevitabile che dopo la conferenza di Sanremo la sede di un'altra conferenza fosse portata nella città che può chiamarsi la perla ·d elJa riva francese del M editerraneo; ma io mi d omando se queste stazioni climatiche con tanta gloria di luce, di sole, di mare e di Verde siano le più indicate per permette re di affrontare con fa necessaria gravità spirituale i problemi formidabili del riassettO europeo Queste citt_à sono in realtà assai lonta ne, non solo topograficamente, ma anche spiritualmente dai centri dove il dramma del dopoguerra assume i suoi asp etti più caratteristici, più angosciosi ed impressionanti. ·

Nel centinaio di alberghi ch e formano il nucleo essenziale di questa piccola città; che o.on arriva a quarantamila abitanti, si aggir'a u na folla di ricchi, di gaudenti, in maggioranza e norme ing lesi ed america ni , ·faci lita.ti dal cambio alto d ella loro va luta. Anche qui il contrasto fra nazioni plutocratiche e nazioni pro_letarie si appalesa nel fatto che la totalità dei client i di questi troppo sontuosi alberghi sono anglosassoni, men.tre il personale è tutto italiano.

I PROBLEM I DA AFFRON TARE

Nulla di definitivo si sa ancora circa il piano dei _ lavori d ella conferenza. Si afferma che il problema delle riparazioni verrà affrontato . solo nella parte che r iguarda il -dovuto pagamento de1le prossime quote da parte della Germania e che iÌ problema g lobale non verrà affrontatò pe r oc.in mettere in gioco e in pericolo !"edificio imponente, ma p ericolante, del t rattato di Versailles. probabiJe che un ac(ordo di mas-

si~a sia già intervenuto tra , Francia ed Inghilterra; al quale accordo sarebbe dato da parte della conferenza una specie di sanzione ufficiale e p ubblica.

Il problema della ricostruzione economica russa e in generale del mondo europeo verrà affrontato in un secondo tempo della c0nferenza.

Corre voce (e l'annunziato arrivo di Gunaris pare confermarlo) che un terzo comma posto all'ordine del giorno di q~esta laboriosa conferenza sarebbe costituito dall'esame degli ingarbugliati problemi del Mediterraneo ,orientale.

La stampa francese, che, tra parentesi, dà molto spazio agli incidenti di Sebenico, è piuttosto pessimista circa i risultati della conferenzà, anche per il fatt? eh~ l'America non interviene direttamente

Come è possibile - si domanda j~ Mati n di oggi - ricostruire Ja Russia e la regione del sud-est europeo senza l'aiuto diretto d el continente più . ricco; che è l'America?

La rappresentanza dellà stampa diventa sempre più numerosa. Si annunzia per domani, giorno iniziale della conferenza, u na iJluminazìone generale della città per festeggiare gli ospiti.

Stamane è giunta la delegazione francese delle finanze, la delegazione belga, quella giapponese e anche u na parte di queJla italiana. La delegazione francese era condotta dal sig nor Doumer, ministro deJJe Finanze; la delegazione belga era condotta dal presidente del Consiglio Theunis e comprendeva anche i mi nistri Jaspar, Delacroix e loro esperti. I giapponesi erano g uidati dal barone Ishj i, ambasciatore del Giappone a. Parigi, e d al signor H ajashi, ambasciator~ a Londra. La deleg azione italian a _aveva a capo il ministro delle Terre liberate, Raine ri, e il marchese Salvago-Raggi, delegato italiano ·alla Commissiofle delle riparaz ioni .

LA QUESTIONE PR1N CIPALE

L'on Bonomi, che ' ho abbordato nell'at rio del « Car1ton hotel » e che era iò compagnia dell'on. Raineri, mi ha riferito che ieri sera, appena arrivato, ebbe un colloquio di mezz' ora con Briand, · Immediatamente dopo, l'on. Bonomi si è recato da Lloyd G eorge per un colloquio che è dui-ato oltre u·n·ora.

In questi due colloqui si sono deliberat e le questioni che stanno all'ordine del giorno della conferenza e ·cioè riparazioni e ricostruzione del paesi dell' Oriente europeo.

Come prevedevo, jJ problema delle riparazioni non sarà affrontato nel suo complesso totale : sembra che la conferenza limiterà i suoi lavori all'esame della situazione quale si è determinata in seguito al ,i_.

DAL CONGRES S O DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 379
25 • XVIJ

fiuto d ella Germania di far fronte alle prossime scadenze. Questo smentiscC', però, u n 'agenzia parlamentare socialista tedesca, secondo la quale a Cannes sarebbe discusso tutto il problema delle riparazioni e non solo le scadenze di gennaio e di febbraio. .

La somma che la Germania dovrebbe pagare alla scadenza del 15, gennaio corrente sarebbe stata ·fissata a Londra in cinquecento mil ioni di marchi oro, più altre prestazioni in natura. Sembra che la G ermania, malgrado le dichiarazioni del suo Governo, finirà per ~edere. Ma se cosi non fosse, che cosa accadrà? Che cosa pensa di far e la conferenza?

Quali misure sarebbero prese contro la Germania che manca ai suoi impegni? Secondo l'on. Bonomi, fa giornata di domani sarà puramente inaugurale. e si limiterà ad esaminare Ja· situazione g~nerale, la quale situazione è intanto vagliata negli scambi di vedute che avveng ono continuamente fra i diversi ministri alleati. ·

Ho chiesto all'on. Bonomi che cosa toccherà all'Italia, dato che la Germania si decida a pagare i cinquec~nto milioni di rqarchi oro. L;on. Bonomi mi ha risposto con un Sorriso che equivale ad lungo discorso. le questi~ni dell'Oriente europeo non saranno affrontate in questa conferenza, malgrado 1'3.rrivo di Gunaris. Ne riparleran nO i ministri degli esteri a Parigi.

IL CONSORZIO ECONOMICO FINANZIARIO

Sul va lore del Consorzio economico Jinanziario di cui sì sono get· tate le bas i nel recente convegno di Parigi, mi ha fatto alcune dichiarazioni l'on. Raineri. Da esse ri sulta che il valore d el Consorzio, a parte le sue possibilità future di sviluppo, è soprattutto morale, in~ quantoché la partecipazione dei paesi neutrali e nemici insieme a quelli alleati a detto Consorzio, è il primo tentativo serio di realizza re una solidarietà di o rd ine economico neJl a vita europea.

Alle ore 14 è giunto il marchese Della Torretta, accompagnato dal comm. Giannini e da altri funzionari d ella Consulta. Nei pressi della stazione era alquanta folla si1eniiosa.

Da IJ Popolo d'/ftflia, N 5, 6 gennaio 1922, IX.

380 OPERA OMNIA DI BENITO MUS SO LINI
SOLINI
MUS

LE DICHIARAZIONI DEL MARCHESE DELLA TORRETTA

CANNES, 6, notte.

Stamane, Prima che .si iniziassero i lavori dell:\.. conferenza, il mar. chese Della Torretta mi ha gentilmente ricevuto nel salone annesso a l suo appaètamento al « Carlton ». Sono autorizzato a riassumervi le dichiarazioni che egli mi ha fatto.

LA LINEA DI CONDOITA DELL' ITALIA

Il nostro ministro degli Esteri ha cominciato con l'affermare che l'attuale è una d elle conferenze più importa nti che si siano tenute 6n q ui, ·perché affronta il grave problema generale nel quale rientrano le prossime scadenze per il pagamento delle indennità d a parte della Germania.

L' Italia segue una linea di condotta improntata ad· uno spirito di equità verso tutti ed è disposta, pur di accelerare il ritorno al riassetto europeo, ~d accettare dei sacrifici che siano proporzionali. L'atteggia• mento dell'Ing hilterra è noto ; quello della Francia non si irrigidisce più su posizioni d i intra~sigenza assoluta. In quanto all 'America, essa interviene alla conferenza col solito inviato in fun zione di osservatore. t! evidente che l'atmosfera in cui si riunisce questa conferenza è a ffatto diversa da t utte le precedenti, Qua nto ai problemi dell'Oriente europeo, essi saranno trattati in una seconda conferenza, che avrà luogo a Parig i.

IL MEDITERRANEO ORIENTALE E I NOSTRI INTERESSI

Il marchèse Della Torretta aveva proposto di e;auri re la discussione a Cannes anche su questo problema, ma i francesi debbono rien trare a Parigi, par~, p er ragioni di o r~ine pa rlamentare. N on si può parlare

di riassetto del 1'-iediterraneo orientale senza che prima si ·sia add ivenuti alla pace fra i greci e i turchi di Kemal Pascià.

Quanto all'accordo tripartito, destiOato a garanti re le possibilità di una espansione italiana, naturalmente economica, in talune zone del- ' l'Anatolia, esso esiste tuttora; e, mi ha d etto testualmente il marchese Della Torretta, bisogna difenderlo, se necessario, anche coi denti. Non è improbabile che il problema di Smirne sia girato concedendo la sovranità morale della città e della regione alla Turchia ed escogitando un sistema di effettive. garanzie. per le popolazioni che non sono turche,

L' ADRIATICO

Circa la situazione nell'Adriatico, il marchese Della Torretta mi ha dichiarato che gli incidenti di Sebenic~ non haonò peggiorato i rapporti fra Roma e Belgrado. Una tensione fra j dUe. Governi non esiste cosl come fa cred ere gran parte della stampa francese. Esiste u n incidente1 che si vonebbe fosse - ma non sa rà purtroppo. - l'ultimo della serie. e che sarà liquidato in maniera che si p otrebbe dire semplicemente amministrativa. Quanto alie cora22ate italiane accorse in Dalmazia, bisogna intendersi. Finché la situazione non sia· chiarita, alcune navi da guerra it aliane stazioneranno di fronte ai porti di ·Sebenico e di Spalato. In questi giorni ne erano state mandate alcune altr~ d i rinforzo in vista d i possibili complicazioni a danno degli dementi italiani dalmatici; ma poiché la situazione accenna a tornare normale, tal i navi o sono state richiamate o saranno richiamate in breve.

In og~i modo, lo sgombro_ de!Ia terza Zona dalmati(a · non potra avyenire se prima d a parte jugoslava non s:aanno state a pplicate tutt~ le clausole che a protezione degli elementi ìtaliani di D almazia sono state stipulate nel t rattato di Rapallo

LE INTESE DELL'EUROPA CENTRALE

In s·cguito, avendo io accennato alla situazione che va formandosi nei paesi dell 'ex impero absburgico, il marchese Della Torretta mi ha dichiarato che tale movimento era inevitabile; che deve <!SSeie vigilato attentamente, ma non ha ancora caratteri tali che possanÒ dest are serie preoccupazioni per la nazione italiana. Sta di fatto che nessuno degli Stati usciti dallo sfacelo dell'imp.erò degli Absbufgo può assurgere ad una completa autonomia sia politica che economica. Specialmente la interdipende nza degli interessi economici si fa più vivamen te sentire'.

L'Austria non può vivere da sola, ragione per cui Vie n na cerca di

382 OPERA
OMNIA DI BENITO MUSSOLIN I

383 appaggiarsi a Praga. Questo riavvicinamento non lascia e non può lascia re naturalmente indifferenti ·gli slavi del sud· ed è anche naturale che, liquidato, col t rattato d i Venezia, il dissidio .del Burgenland, anche Budapest cerchi di riconciliarsi con Vienna. Si potrebbe dire che una confederazione danubiana stia fat icosamente elaborandosi. Ma è in questo momento fantastico affermare che essa sarà necessariamente diretta contro l'llalia.

I RAPPORTI CON LE NAZIONI DELL' INTESA

Riportato il discorso su lla conferenza di Cannes, il marchese Della Torretta ha dichiarato çhe i rapporti con l'Inghilterra sono cord ialiss imi; altrettanto cordiali sono con la Francia.

A conclusione del collciquio, ho rivolto due formali domande al marchese Della Torretta. . .

- La G erman ia ha consegnato all ' Itali a la quantità di carbone prevista dal trattato di Versailles e cioè quattordici milioni circa di tonnellate di carbone, totale di quanto era stato stabilito per gli anni 1919, '20 e '21 del trattato di Versailles?

Il marchese D ella Torretta ha risposto :

-I quantitativi di carbone Sono stati regolarmente consegnati; qualche ritardo c' è stato, ma non è dipeso da cattfra volontà tedesca, sibbene da insufficenza d i trasporti.

Seconda . domanda :

- E~iste uri vostro dissidio in tema dì politica estera con l'on. Bonomi?

Questa domanda si riferiva ad una corrispondenza inglese pubblicata sul Atemtggero , i n cui si 3ccenoava chiaramente a quest~ dissid io.

Il ma rchese Della Torretta mi ha p regato a questo punto di riprodurre testualmente e letteralmente la sua dichiarazione :

- N essun dissidio esiste fra l'on. Bonomi e me, ma esiste invece la più ·perfetta identità di vedute, suffragata dalla più cordiale collaborazione. La nota del Me11aggero può essere chiamata un delitto di lesa patria, commesso e da chi ha ispirato quella nota e da chi l'ha scritta e dal giornale che l'ha ·ospitata. Pa rlare di . dissidio fra ministri italiani alla vigilia della conferenza di Cannes è una mala azione, ag- . gravata dal fatto che tali dissidi Sono semplicemente insussistenti. Il richiamo che fa il M emrggero al signor Fass, funzionario della Te· soreria britannica, è destituito di ogni base. Il signor Fass è venuto a Roma per ascoltare la nostra opinione in mate ri a · di riparazioni e non si è parlato affatto del Consorzio: economico europeo. E quindi

DAL CONGRESSO DEl FASCI ALLA CONFERENZA
DI CANNES

ridicolo affermare che io sarei contrario a· detta costituzione. Sono invece favorevolissimo perché ritengo che una solidarietà economica euro• pea esista e che si .d ebba fare il possibi le per la sua realizzaz ione pratìca, onde alleviare nel più breve tempo possibile le sofferenze· morali e materiali che le popolazioni subiscono da oramai ·otto anni L' Italia darà tutto il suo appoggio politico ed economico a tale ini_ziativa, perché ciò significa non solo applicare dei principi di gi ustizia, ma salvag ~cdare anche e. soprattutto g li interessi di uria nazione p roletaria come è la nazione italiana.

Su a1tre dichfarazioni che il marchese Della Torretta mi ha fatto nella mia qualità di deputato, .sono tenuto a mantenet e ·un certo riserbo.

LE DELEGAZIONI SI RECANO AL CONVEGNO

Mancavano pochi mi nuti all'ora stabilita per l'apertu ra della confe renza quando mi sono congedato dal nostro ministro 'deg]i Esteri.

Poche centinaia di persone erano schierate lungo il breve percorso che separa il << Carlton hòtel » dal .Circolo nautico e tenevano un contegno ~iscreto e tranquillo. Nessun applauso a nessuna delegazione.

Il p ubblico era composto di curiosi, in prevalenza piccolo-borghesi. Cerano molte batterie d i fotografi. Giornata meravigliosa di sole e tepida come in primavera avanzata. Era stato disposto attorno all'edificio un notevole servizio di polizia, disimpegnato da gendarmi e da . agenti in borghese. _ Niente truppa. .

11 primo ad a rrivare è stato Briand alle 10,40; egli è g iunto a piedi e aveva l'aria meno stanca di quella dei giorni scorsi. Era vestito di n ero con cappello duro. Lo accompagnavano Loucheur e D oumer. Ai piedi della scalinata che porta a l salone . d ella conferenza, stato ricevuto ed ossequi~to dal prefetto Be rnard d el Dipartimento delle Alp i marittime e da altri funz ionari . Alle 10,55 arriva una p rima automobile inglese : dentro c'è lord Curzon; in una secònda gjunge Lloyd Georg e, fresco, sorrjdente, qua ntunque un po' ingrassato, accompagnato da sir Robert HOrne. Verso le 11, arriva anche l' automobile della delegazione italiana: ne scendono i tre . ministri Bonomi, D ella Torretta e Raineri. A piedi arriva quindi il colonnel1o H arvey , ambasciatore americano a Parig i, che prende parte alla conferenza come osservatore : alto, faccia glabra, occhialuto, cappel lo a staio e redingote. Saluta brevemente e scompare per lo scalone. Immediatamente dopo arriva a piedi la d elegazione giapponese: il barone Jshji, basso, tarchiato, ca· pelli g rigi, faccia incartapecorita, sguardo freddo e impass ibile, saluta appena, scopre ndosi ed entra . Con lui è il barone Hajashi, . amba-

384 OPERA OMNIA D1 BENITO MUSSOLINI

sciatore a Londra. Ultima ad arrivare è la delegazione belga, in automobile, composta di Theunis e Jaspar.

Sono le 11. Le delegazioni sono state di una puntualità assoluta. 1 giornafjsti che salgono alla rispettabile cifra di centosessanta, venuti da tutte le parti del mondo, dopo avere assistito agli arrivi, si precipitano nella sontuosa sala che. a destra dell'edificio è stata messa a disposizione della stampa.

MUSSOUNJ

Da Il Pop olo d'ltalid, N. 6, 7 g'°nnaio 1922, JX.

DAL CONGRESSO D~I FASCI ALLA CONFERENZA DI CA.NNES 385

LA CONFERENZA AL LAVORO

CANNES, 6, notte.

Le previsioni fattemi dal marchese Della Torretta pochi n:1inutì prima che si aprisse la conferenza interalleata, si sono realizzate in pieno. Dopo i diSCorsi dei Premiers, che vi saranno trasmessi dalle Agenzie ufficiali; è stata votata, in tesi di massimà, la convocazione di una grande conferenza europea, alla quale saranno invitati tutti g li Stati alleati, gli Stati ex nemici e la Russia.

la riunione successiva dei cinque prcsident_i del Consiglio, assistiti dai ministri degli Esteri, ha approfondito il p roblema per ciò che riguarda l'intervento russo dal punto di vista pratico e non polit ico, perché è già stato ammesso che la Russia debba interven'ire alla prossima riunione internazionale ( dico prossima, perché si terrà nel mese di febbraio). Come località si è fatto il nome di Praga, ma non è escluso che si scelga una locaJità dell'Italia settentrionale.

Un'altra Commissione di esperti è stata nominata per riferire al Consiglio supremo sul problema deIIe riparazioni in riguardo alle imminenti scadenze di gennaio e febbraio. Non è chi non veda l'eflorme importanza morale e politica d ella decisione p;esa stamane dal Consiglio supremo. li principio delJa soli da rietà economica. europea passa finalmente dallo stato.di tesi teorica a quello della pratica applicazione. ·

Uno di coloro che hanno partecipato alla riunione mi diceva che in realtà la prossima confere~za potrà essere veramerite chiamata la conferenza della pace europea, inquantoché tutti i popoli, vinti e vincitori, vi saranno rappresentati.

Quale rip"ercussione possa avere questa decisione sulla vitalità del trattato di Versailles e sull'applicazione delle sue clausole economico-. finanziarie, si vedrà in seguito. Bisogna però fino da q uesto momento affermare che non si. deve passare nei riguardi della Germania da un eccesso all'altro e cioè da un eccesso di severità ad un eccesso di generosità. la Germania deve pagare fino ai limiti de!le sue poss ibilità, altrimenti l'Intesa, che ha vinto la guerra sul terreno militare, l'avrebbe pe rduta sul terreno diplomatico.

Non v'ha dubbio che una ricost ruzione generale europea, alla quale

parteciperà la G ermania, mettendo in valore- le risorse di tutti i popoli e della Germania stessa, permetterà a questa di fare fronte agli impeg ni che verranno stabiliti.

fo conclusione, l a tesi che potremmo chiamare ang lo-italiana, tendente ad affermare, come condizione pregiudiziale della rinascita economica, una solidarietà economica europea, ha trionfato fino dalle prime battute del convegno di Cannes

Noi, che fino dagli albori del 1921 ci dichiarammo favorevoli a questa tesi, prendiamo atto con piacere del cammino che ha percorSo e ci auguri~o che l'Italia faccia sempre più vivamente sentire la sua azione e la sua influenza come una delle nazioni più ·popolose e ricche di avvenire del continente europeo.

L'ESPOSIZIONE DELLA SITUAZIONE GENERALE

La prima seduta ha avuto luogo al Circolo nautico alle ore 11 sotto la presidenza· di Briand. Dopo che il presidente ha augurato il benvenuto ai radunati, Lloyd George, su invito di Briand, ha esposto le sue vedl!,te sulla situazione generale economica dell'Europa, sostenendo Ja necessità di una prossima conferellza di tutti gli Stati eu ropei: L'on. Bonomi ha pronunciato un lungo discorso, col quale ha aderito alla proposta della conferenza economica. I capi delle delegazioni hanno a loro vo lta accet.tata 1a proposta, che è stata rinviata all'esame d i u n comitato che si riunirà oggi nel pomeriggio alle ore 15, 30 e che sarà composto dai presidenti del Consiglio e dai minist ri d~gli Esteri. D'altra parte è stato deciso che i ministri delle Finanze si riuniscano in ora che sarà uJteriormente fissata per esaminare il rapporto dei periti inca~icati ·dell'esame della questione delle ripa razioni. In seguito, è stata data lettu'ra delle conclusioni presentate dalla conferenza dei periti della industria e della finanza riunita durante la settimana scorsa a Parig i sotto la presidenza di Loucheur, conclusioni che concernono la rico stituzione economica dell'Europa. Il progetto è stato accolto con ··appro· vazioÒi una nimi. ·

AJJe 15,30, il Consiglio supremo h3: esaminato la dizione di .una mozione destinata a coordinare i singoli sforzi delle potenze che . in· tendono di concorrere alla ricostituzione economica e politica europea. La mozione, cui sono stati apportati vari emendamenti, è stata infine concretata in questi termini:

« Le potenze alleate, riunite in conferenza, sono unanimi nel pensiero che una conferenza di ordine economico e finanziario dovrebbe essere convocata nei primi giorn i di marzo; ad essa, tutte le potenze europee, Germania, Austria, Un· gheria, Bulgaria e Russia comprese, dovrebbero essere invitate ad inviare dei

DAL CONGRESSO i>EI FASCI ALLA CONFERENZA Ol CANNES 387

rapptesentanti. Esse hanno la ferma oPinione che i primi ministri di ciascuna nazione dovrebbero, se possibile, assistere essi stessi personalmente aÙa. detta conferenu, affinc hé le raccomandazioni dell e potenze europtt possano essere segu ite dall'azione il più presto possibiie. · U potenze alleate considerano che la ripresa del commercio internazionale euro~, così come lo sviluppo delle risorse di tutti i paesi, sia necessario per aumentare la quantità della mano d'ope,ra produttiva e per alleggeri re le sofferenze dei popoli europ ei.

« Uno sforzo comune degli Stati più potenti ! necessario per rendere al sistema europoo la sua vitalità oggi paralizzata. Questo accordo deve applicarsi alfa. soppressione di tutti gli ostacoli che impediscono ancora il commerci o; deve applicarsi anche a lla concessione di crediti importanti consentiti ai paesi più deboli affinché la cooperazione di tutti per la restaurazione della produziòne normale si verifichi. ·

« Le poten2e alleate considerano che le condizioni fondamentali indispensabili pec la rea.liu.uione di uno sforzo efficace possa.no essere definite nelle sue grandi linee come segue:

« l. Le nazioni non possono rivendicare il diritto di dettarsi mutualmente i pri ncipi secondo i qua li esse intendono org:1n izzare all 'interno i· loro· regimi di proprietà, la loro economia e il lo ro governo. Appartiene a ciascun paese di scegliere per se stesso il sistema che esso preferirà.

« 2. Non è posSibile disporre di capitali stranieri per venite i.n aiuto ad u n paese se gli stranier( che fornis cono i fondi nol'l hanno la certezza che i loro ben i e i loro di ritti saranno risp ettati e i benefici delle loro intrap rese saranno assicurati.

« 3. Q uesto sentimento di sicurezza non può essere riStabilito se le nazioni o i Governi delle na2ioni d esideranti di ottenere il credito estero non si sottoponganO liberamenlè :

« a) a riconoscere tutti i d ebiti ed obbligazioni che sono state o saranno contratte g arantite per lo Stato, pet le 'municipalità e per g li altri organismi, pubblici; e a rièonoscere ugualmente l'obbligazione di restituire, di r estau rare, o, in difetto, di indennizzare tutti g li interessi stranieri p er le perdite o i da nni che · sono stati cagionati da confi sche o da sequ estri di proprietà;

« h) stabilire un sis1ema legale e giuridico sanzionante e assiru rante l' cSecuzione imparzia le di tutti i contratti commerciali o alt ro.

« 4 Le nazioni dovranno disporre dei mezzi di scambio convenienti. In generale ddlc condizioni finanziarie o monetarie debbono esistere p er offrire al commercio d elle garanzie sufficenti.

« 5. Tutte le nazioni debbono impegna.rsi ad astenersi da ogni propaganda sovversiva delrordine o del sistema politico· stabilito negli altri paesi.

« 6. Tutti· i paesi debbono prendere in comune l'impegno di astenersi da ogni aggrtssione n ei r iguardi d egli Stati vicini. Se in attesa di assicurare le condizioni nec~sari e per lo sviluppo del commercio in Rù.ssia, il Governo russo reclama il suo riconoscimento uffi ciale, le potenze alleate non potranno accordare questo ri.conoscimento se il Governo russo non accetterà. le stipulazioni qui precedenti ».

Su tutti i punti della mozione, l'accordo . delle potenze è stato ·generale: soltanto sul quinto punto il Giappone ha fatto d elle riserve; rna siccome si intende nell'accordo di riferirsi alle sole potenze europee, il Giappone ha accettato, salvo poi a riferire al suo Governo.

388 OPERA OMNIA DI BE N ITO MU SS OLINI

Circa la prossima conferenza, i dclega~i italiani hanno chiesto che essa si · tenesse in Italia, anche per un certo riconoscimento d ella poLitica pacificatrice che è stata fatta sinora da essa. Le altre nazioni hanno riconosciuta giusta questa ragione ed è stato stabilito che la conferenza ,dovrà tenersi a Genova nella prima quindicina del mese di marzo.

Visto Io scopo della conferenza, essenzialmente economico, non si può escludere che . ad essa possa prendere parte ufficialmente a nche l'America.

La co nferenza sarà tenuta molto probabilmente n el palazzo San Giorgio a Gènova.

RIUNIONE DEGLI ESPERTI

Domani non vi è seduta al Consiglio supremo. Domattina invece si riuniranno g li espert i per discute re a nrora la questione delle riparazioni. Nel pomerigg io, alle 15, si riu niran no di nuoVo g li esperti, insiem e ai ministri che h allno già discusso a Parigi la questione della ricostruzione russa. La d iscussione che si è fatta a Parigi quindi pOtrebbe avere la sua conclusione a Cannes.

SULLA VIA DELL'ACCORDO

Da informazioni avute d a buona fo nte, risulta che la conferenza non dwerà ancora a lungo se g li esperti ve rrarino a qualche conclusione definitiva sulla questione delle riparazioni. Il Consiglio potrà riunirsi ancora n ella g iornata di domenica. :E. certo che a Cannes non sarf d iscusso su lla questione dell 'Oriente europeo. Sulla questione delle ripacazioni, poco vi sarà ancora da d iscutere. L'Italia infatti non ha alcuna obiezione da fare, poiché h a già aderito alla linea di priocipiO.

· Vi saranno so ltanto questioni secondarie e tecnich e, ma che certamente non prolung hera nno di molto i lavori. Superate infatti le questioni di principio, oramai si marcia rapidamente verso l'accordo.

DAL CONGRESSO DEI F ASCI !,LLA CONFERENZA DI CANNES 389
Da li Popolo d'Italin, N. 6, 7 gennaio 1922, ·IX.

LE DICHIARAZIONI DI BRIAND

CANNES, 7, notte

Oggi, alle ore I S, il presidente del Consiglio francese Aristide Briand mi ha ricevuto molt~ g entilmente nel suo appartamento al terzo piano delJ' « hOtel Carillon ». Lo avevo prevenuto con una lettera . che gli avrei posto delle. questioni precise per facilitare a lui ed a me jl compito e per evitare smentite · o rettifiche . a pubblicazioni avvenute, come è accaduto· prop rio in questi giorni in uno dei più diffusi quotidiani del Belgio.

GLI INCIDENTI ITALO-fRANCESI

Per incominciare gli ho domandato:

- Che cosa pensate d elJe ripercussioni che si sono avute in Italia in seguito alle frasi che vi sono state attribuite alla conferenza d i Washington?

- Penso due cose ha risposto Briand:

1. Perché quelle manifestazioni ci siano state, C così repentine e genèrali, doveva essere diffuso uno stato d'animo pronto a cr edere alla notizia.

2. Trovo strano e d oloroso che l'opinione pubblica italiana non si sia resa subito conto che la fra se attribuitami era semplicemente falsa. Io sono sempre stato un. arriico dell 'Italia, lo sono ancora e da quando dirigo il Governo delJa Francia ho colto tutte le occasioni uti li per dimost rarlo.

- La Francìa è decisa a . restare a qualunque _costo sul terreno dell'applicazione esatta e totale del trattato di Versailles ?

- Sì - mì ha dichiarato fermamente Briand. - Con questo non voglio affermare che il trattato stesso sia perfetto; ma cosi come è rap-: presenta sempre qualche cosa, mentre ciò che ci viene offerto non è che una speranza o un vago progetto. Il trattato è una rea ltà, il resto può· essere una chimera .

Questa dichiarazione appare intrimsigente; ma bene esanùnata non lo è, perch~ dal mo mento che Bdand riconosce che il trattato non è perfetto, ne consegue che esso è suscettibile di revisione app unto per avvicinarlo a lla perfezione.

LA CONSISTENZA DEL REGIME TEDESCO

- Ritenete che la Germania sia in grado di fare fronte alle sue scadenze ed al1e sue obbligazioni? Pensate che il regime democratico Sia fermamen.te stabilito in Germania?

- Ritengo non opportuno rispondere alla prima domanda perché Ciò. forma oggeti:o delle discussioni attuali della conferenza di Cannes. Jn quanto alla. seconda, non sono totalmente pessimista, pur non abbandonandomi a soverchie illusioni. Si può dire in un certo senso che l'avvenire della Germania e deWEuropa dipenderà dall'energia con cui i1 Governo ed il popolo tedesco si libereranno dalle influenze degli antichi partiti imperialisti e reazionari

- Ritenete voi come possibile, e, in ogni casoi come augurabile, una aJleanza militare fra le quattro nazioni occidentali, cioè Inghilterra, Belgio, Francia, Italia?

- Non escludo questa possibilità, ma nell'attesa mi p reme di dichiàrare che l'unione degli Alleati è la migliore garanzia de lla pace e che bisogna agire perché i vincoli di questa unione siano rafforzati sotto tutti gli aspetti.

LA SOCIETÀ DELLE NAZIONI

- Credete voi che la Società ·delle nazioni sia vitale e che la sua unità ed il suo intervento possano_impedire nuove guerre?

Briand ha èsitato un po' a_ rispondere, quindi ha detto:

- Si tratta di una grande forza morale, che ha reso qua lche pre· zioso servigio compiendo azioni di arbitrato in questioni molto delicate che dividevano profondamente . i popoli in conflitto. 1 naturale che in un dato momento la Ge rmania venga ammessa a fa r parte della Società delle n azioni. Per giudicare ci rca la vitalità e l' efficac ia d ella Società. delle nazioni, bisogna tenere conto di due fatti: l'assènza .degli Stati Uniti costituisce una debolezza della Società· stessa; un'altra è co-. stituita dal fatto che essa non disponè di mezzi per impòrre le sue decisioni.

LE RELAZIONI FRANCO-ITALIANE

. - Che cosa si potrebbe fare secondo voi per rendere sempre più amichevoli le relazioni fra l'ltalia e la Francia?

- La Francia - ha risposto animand.osi vivamente Briandnutre i sentimenti .più amichevoli e più _fraterni per la nazione italia na e Io ha dimostrato non dando alcun seguito agli ultimi incidenti avve-

DAL CONGRESSO DEI F ASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 35)1

nuti in Italia. Se ci furono dei motivi di dissenso, dovuti ad equivoci di sgraziati, sarebbe ingiusto attribuirli al popolo franCese, che ignora pC'rfi no i fatti e · i cui sentimetÌti sono stati se"mpre pieni di simpatia per l'Italia. Ma è sul terreno economico ch e specialmente nelle attuali condizioni dell'Europa si deve ·agire; bisogna cioè esaminare insieme tutti i problemi econòmici . che interessano i due popoli per risolverli con concessioni reciproche. Un buon accordo commerciale che assicuri alle due nazioni ripetuti vantaggi non farà che rafforzare il sentimento di unione .con gli ital ia ni, che è vivo fra la popo1aziorie francese ed è aumentato d al 1914 al 1915 in seguito alla neutralità e all'intervento e ché tutti i francesi considerano importantissÌmo per lo sviluppo della guerra e per il raggiungimento della vittoria.

:-- Dal punto di vista SOciale, quale è fa situazione della Francia?

- Solida - mi ha risposto Bria nd. - Il comunismo non p uò avere fortuna i n un paese come la F rancia, a fondo eminentemente rurale. D 'altra p arte, gli elementi più responsabili della classe·operaia francese cercano un· t erreno p ratico di collaborazione con le s f ere dirigenti del Governo e quelle tecniche ed intellettuali della borghesia. la classe ope raia fran cese vuole realizzare sul terreno delle riforme e quindi non segue le eccitazioni deg li scars i manipoli che formano l'estremismo francese Dal p unto di vista della solidità sociale interna e dell'ordine pubblico, la Fra ncia non ha assolutamente nulla da temere.

IL FASCISMO

- Infine - ho c~esto al Presidente del Consiglio francese - conoscete il movimento f~scist.i. italiano e. che cosa ne pensate?

- l e idee che s i hanno del fascismo in Francia sono, nel g rosso d ella opinione pubblica, assai confuse; ma coloro che seguo~o un po' da vicino le m anifestazioni d ella vita ita liana, h anno afferrato j caratteri d el vostro movimento, che ha un fondo eminentemente p afrioÙico per ciò che riguarda la politica estera e che si è opposto, nella pol itica interna, alle e~agerazioni del sovversivismo, che potevano indebolire, se non Spezzare, la compagine italiana.

Queste sono _Je dichiarazioni che Briand con voce calda , daJla _quaJe traspariva una simpatia che non era di occasione, ha voluto concedermi. E tali dichiarazioni io riferisco senza aggiungere inutili postilJe.

Il colloquio è durato _circa mezz'ora. MUSSOLINI

Da I/ Popolo d'I1alù1, N, 7, 8 gennaio 1922, IX.

392 OPE RA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

SE · LENIN VERRA A GENOVA

L'ATTEGGIAMENTO FASCISTA SECONDO MUSSOLINI* .

- Quale sarà l'atteggiamento dei fa1cisti in occasione della prossima conferenza di Genova 1e Lenin si recasse in Italia?

- Il Governo italiano - ha risposto M11swlini - ha preso po· sizione. Esso· ritiene che Lenin sia un capo di Stato. Noi non solleveremo incidenti a tale riguardo. Se Lenin verrà a Genova e io non credo . per parte mia che sarà Jui a rappresentare il Governo dei Sovièlt alla conferenz.a, i fascist i non turberanno la conferenza stessa, a patto che siano trattate soltanto · questioni economiche. Tuttavia, se delle dimostrazioni qualsiasi di simpatia venissero~ fatte a Lenin o ai suoi rappresen~anti, i fasc isti, che rappreSentano la coscienza nazionale, sapranno intervenire con la necessaria energia.

Il deputato Canepa d 'altra parte ha espresso la sua viva soddi. sfazione, come socialista e come dcf'utato di Genova, per la riunione della conferenza, dalla quale egli si ripromette i pi~ lieti risultati. :B lieto sopràttutto che l'Europa faccia appello a tutti indistintamente i popoli europei.

• Intervista Concessa a Cannes, all'inviato speciale dcli' Exulsior di Parigi, il "9 gennaio 1922 (439) (Da Il Popolo d'l1alia, N. 9, '11 gennaio 1922, I X).

DALLA QUESTIONE DELLE RIPARAZIONI AD UN 'INTESA OCCIDENTALE

CANNES, 9, notte-:

Ieri, domenica, i lavori della conferenza hanno subito una Sos~a quasi comp leta. Ca~nes era semideserta e il vestibolo d el « Carlton » silenzioso. Giornalisti e .delegazioni erano in giro lungo la costa, Briand e Lloyd George ebbe~o verso sera un colloquio nella villa Valletta.

IL RUOLO DELL' ITALIA

All'inizio del secondo pe riodo della conferenza, è opportuno volgere uno sguardo a ciò che si è fatto, stendere il primo bilancio dei lavori.

La confe:renza è stata unanime n ell'accettare la tesi anglo -italiana del convegno per la ricostruzione dell'economia europea . Eguale unanimità si è.avuta per ciò che riguarda i partecipanti .a tale conferenza . Bisog na considerare come un successo della delegazione ital iana la scelta di Genova. Altro successo d ella delegazione italiana - che si batte b ene, bisogna riconoscerlo, e sul terreno politicò e su quello econom ico, più p3:rticolarment~ difficile e d elicato - è il posto assegnato all'Italia nella gerarchia finanziaria del Consorzio eco nomico.. Si può affermare che colla decisione d ella convocazione di una conferenza paneuròpea a Genova, il Consiglio supremo · di Cannes ha esaurito la parte più squisitamente politica del suo lavoro. Da tre giorni, oggetto di" discussione è la questione delle riparazioni e precisamente delle riparazioni stabilite per il 192 2. ·

L'ONERE TEDESCO PER _IL 19 22

Come i lettori ricorderanno, seèondo il piano di pagamento fissato il 10 maggio 192 1, la G ermania dovrebbe pagare nel 1922 due miliardi di marchi oro in contanti, oltre_ il ventisei per cento sulle esportazioni e altre prest azioni in natura. La p rima quota di cinquecento miliorii di marchi o ro dovrebbe essere versata il 15 gennaio corrente. La Germania

ha dichiarato, in data 14 dicembre 1921., che non può pagare. A lon· dra, Briand e Loucheur · hanno · accettato la · tesi inglese della moratoria; hanno accettato cioè che la Germania pagasse soltanto cinquecento milioni di . marchi oro per il 1922, ottenendo in compenso la riforma d ell'accordo del .13 agosto, con cui veniva ripartito il primo miliardo ve rsato dalla Germania, e una applicazione più larga degli accordi di Wiesbaden.

LA RIPARTIZIONE DELL'INDENNITA

A Cannes, in tema. di riparazioni, g li · Alleati si sono trovati e si trovano di fronte a questi problemi:

l. Tripartire il primo miliardo.

2. Stabilire definitivamen te la somma in marchi oro che la Ger• mania deve versa re nel I 922.

3. Ripartire equamente questa somma tra gli Alleati tenendo conto della priorità belga, della specia~e· situazione della Franc~a e anche ~elle necessità economiche dell'Italia.

·1 _ ministri dell~ Finanze pare sieno giunti ad una decisione circa la somma in marchi o"ro liquida che la Germania dovrebbe pagare a rate nel 1922. Si tratt erebbe di settecen to milioni . Circa la loro ripartizione, nulla ·si sa di preciso'. Ho però l'impressione_ che l'Italia non rimarrà a mani completamente ;uote. ·I nostri sacrosanti diritti sono validan:iente tutelati. Se il Consiglio supremo accetterà le. conclusioni d ei ministri delle Finanze, quando ·i~somma httto sarà ·regolato circ:i. l'amffiontare delle riparazioni per il 19 22, i tedeschi convocati a Parig i arriveranno a Cannes.

Si conoscono g ià i nomi d ei personaggi che compo_rranno - la deJe. gazione ted esca: Rathenau capo e dirigente d ella delegazione; Schroeder, Hirsch, Bergmann, · Fischer segreta ri di -Stato; il d irettore ministeriale T rendelenberg e il consigliere d i legazione Martin

:E. opinione generale negli ambienti d ella conferenza che la G ermania finirà per pagare, sia pure digrig nando i denti, i settecento milioni di marchi oro scaglionati in rate diverse per il 1922 Certo fra la somma proposta_dal Reich, oscillante. fra .centocinquanta e due· cento milioni di marchi oro, e quella fusata a Cannes, . la differenza è riotevole Non si capisce Perché una volta stabilito di comune ~ccordo

26. . xvn.

DAÌ. CONGRESSO DEI FASCI ALÌ.A _ CONFERENZA Dl CANNES 395
PAGHERA LA GERMANIA ?

l'ammontare del contante che la Germania deve versare nel 1922, sia~o stati convocati a· Cannes Rathenau e ·soci. La comunicatione po· teva essere fatta a BerJino. Poi sarebbe· venuto il . dilemma: o pagare o sanzioni ! · ·

Ma di san~ioni nessuno ha finora parlato a: Cannes. Se la G ermania ,- per dannata ipotesi! - si rifiutasse di pagare, _si irrigidisse nella cifra di centocinquanta-duecento 'milioni di marchi oro, secondo fa sua nota del 14 dicembre, che cosa farebbe l'Intesa? Che .cosa potrebbero fare Francia e Belgio? . .

Sono questi gli interrogativi che inquietano assai vivamente l'opinione pubblica francese. Per darvi un'idea di questa "inquietudine; noto che nel nwnero odierno dell' Action Franraise Charlès Mauns chiede tranquillament~ che Briand sia arrestato come traditore e messo a med itare accanto a Vilgra in.

Ancora: supponiamo che la Germania p aghi regol armente quanto è stato stabil ito per il 1922. Ci si dom anda: e nel 1923? Ricominceremo da capo? Con una Germania, oramai ammessa nel C~msorzio economico europeo; nori sarà assurdo ed impossibile, applicare qualsiasi · sanzione nel caso di inadempjenza ai suoi obblighi?

In realtà, a Cannes è incominciata la revisione del trattato di Versailles. Ora noi ripetiamo il nostro monito: L'ecceJSo di ·durezzd di ieri era enormemente pericoloso, _ ma non 1arebbe 1neno ènormemente pericoloro un ecceuo di indt1lgenza nei riguttrdi della Germania.

la delegazione italiana tutta, e particolarmente il marchese Della Torretta, è in questo ordine· di idee.

IN TEMA DI ALLEANZE MILITARI

la Franc~a aspettava dai· tedeschi d ell'oro sonante. Non n e av rà o ne avrà poco _ e in ogni caso insufficente per attenuare la gravissima ·situazione delle sue finanze statali. Il Consorzio europeo e la conferenza di G_enova ~ono considerate da gran parte dell'opinione pubbl ica francese come fiches de comolation insignificanti e aleatorie. Posto che di sanzioni non si parli più, posto che la revisione del trattato di Versailles è in marcia, malgrado la obbligata d ene8aziQne di Briand, bi. sogna sostituire a ciò che cade o manca qualche altra cosa che possa calmare 1e ansie dell'opinione pubblica francese

Partendo da Londra, Briand ha dichiarato che aveva chiesto all'Jnghilterra delle garanzie di ordine militare e non aveva ottenuto ri· sposta. Pare che la risposta sarà data in questi giorni a Cannes.

Secondo l'in viato speciale dell' Agenzia_ H avas, si tratterebbe da prin-

OPERA
OMNIA DI BENITO MU SSOLINI
•,, '

èipio << di realizzare tra la Francia e l'Inghilterra un accordo che garantisse mutualmente i due paesi èontro u n'aggressione non provocata della Germania. Questo accordo si ispirerebbe al patto di garanzia del trattato d i Versail!es non ·e~trato in yigore in seguito alla mancata ratifica degli Stati _ Uniti. Bisogna ricordare· che questo d ocumCnto prevedeva com·e cas111 belli la costruzione di fortificaz io~i e la permanenza o l'ammassamento di forze armate nella zona neutralizzata d el Reno .

Le due potenze si obbligavano a prestarsi reciprocamente aiuti militari , naval i ed aerei di cui esse av rebbero determinato in segùito la partata; la Francia avrebbe dovuto fornire aiuti sulla t erra e J"Ing hìlterra sul mare. i: \'Crosimile che il Belg io, che è g ià legato alla Fraflc ia da una convenzione militare difensiva, sarà chiamato ad aggiungersi al novello accordo in ragione della s ua solidarietà strategica con la · Francia , per quanto riguarda la Germania. Si vede imnied iatamente la conseguenza che un tale acco rdo avrebbe per la Francia. Le ragion i che l'hanno obbligata fin qui ad imporsi delle gravissime spese militari verrebbero a mancare in partè.

o: L'appoggio morale e materiale dell'Inghilterra, che si troverebbe a lato dell a Francia in caso d i aggreSsione della G ermania, sa rebbe per il nostro' paese una seria garanzia per la sua sicurezza. Per questo sarebbe alla Francia p ossibi le di re:aliuare la riduzione d ei suoi effettivi D 'a ltronde essendo il concorso dellll: flotta brita nnica assicurato in caso di conflitto, la Francia ·potrebbe ridurre il programma di costruzioni navali p roporzionalme nte alle nuove circostanze. Questo primo accordo franc(?-britannico, al q uale, oltre il Belgio, l'Italia potrebbe CSSl.'fe invitata ad aderire, do vrebbe servire di base ad una entente p iù larga, d estinata a garantire ·il rispetto dello st aJJ1S·q110 te,ritoriale europeo. i stato stabiJito, infatti, all'articolo 6 e su domanda del presidente Bri and, che "tutti i paesi debbono prendere in comune l'impegno di astenersi da tutte l e aggressioni contro i loro vicini.

« Questo impegno sarebbe consacrato in · un t rattato sou oscritto da tutte , le poten ze e uropee Il principio essenziale, l'en t,m t e, che sarebbe ispirata agli s teSsi principi dell'accordo del Paci.6co, concl uso rece ntemente a Washington, si trova definito g ià. nella risoluzione adottala dal Consiglio supremo, tendente alla convocazione dì una conferenza economica paneuropo.

« Inuti le dire che allo stato attuale dei pourparlen conviene considerare queste p rime informazioni se non come le gcandi linee di un grande -progetto_, i l quale, p er la sua complessità, domanda di essere studiato minuziosamente e può subire profonde modificazioni.

« In queste condizioni, la conclusione definitiva di questi diversi accordi può esigere ancora un ritardo assai lungo e nori verificarsi nel corso d eJrettua.le conferenza di Cannes.

fC Qui vi sono d 'altra parte da regolare prima certe questioni sOspese f ra i due G overni francese e britannico: quella di Angora, per esempio, che deve formare oggetto d i discussioni a Parigi, nella riunione che ·avrà luogo dopo ·11 convegno di Cannes ! ».

,:.ij ,., DAL CONGRESSO DEI FASCl -ALLA CONFERENZA DI CANNES 397 .!J

Questa nota e l'eventualità in ·essa profilata: come certezza di domani, è di Una grande imporfanza. Un'alleanza militare ang Jo.frarico.belga non può lasciare indifferente rJtalia. Bisogn a stabilire senza indugio : ·

1. Che l'Italia noi-i può permettersi, nelle attua li contingenzf storiche, una politica estera di superba e solitaria autonomia. Nessuna ·na. zione del mondo può oggi ritirarsi nella torre e burnea di_una_J pl elldid is0lation. le ragioni di ciò sono così elemcntarrriente evidenti che non vale la pena di insistervi,

2. Dato che n on si può rimanere soli, bisogna scegl ieré i propri compagni.

3. Mà <Jui si appalesa manifesto che non si ·può and are nuova· mente colla G ermania, per milie ragioni economiche, politiche e morali. Ne consegue che, .con tutte le necessarie gar:i.nZie, l'Italia non può che entrare nell'alleanza difensiva delle nazion i occidentali . . Ta nto meglio se questa alleanza difensiva si allargherà in m:o.fo da garantire un lungo _periodo di pace ·aII'Europa e al mondo.

LA RUSSIA A GENOVA

L'INVITO UFFICTALE A ·LENIN

Nella m oz ione Votata dal Consiglio supremo è detto chiiramente come sarebbe augurabile che alla conferenza di Genova· intervenissero i" capi di Go\'erno di tlltti gli Stati; ragione per cui il Governo italiano, in data 7 corrente, ha invitato la delegazione economica rus~a a Roma a comunicare, urgentemente a Mosca i1 desi~erio d el Governo ital iano che Lenin non manchi alla conferenza .di Genova.

Evidentemente il Governo it ali ano ·considera· Lenin quale· presidentC deJ Consig lio nel si,gnificato che a q uesta parola si dà ne i paesi retti a regime costituzionale. Ci sarebbe da discutere se, come e q ualmente, Lenin possa essere considerato a t ale stregua. Jnoltre, ·è assai· probabile che Lenin non \'oglia abbandonare Pìetrogrado e che la Russia, accettando di pàrtecipare alla conferenza di Genova, si faccia rappresentare da quel perfetto borghese, a nzi nababbo nelle abitudini e nella psicologia, che risponde al nome di Krassin, e da Worowski, capo della delegazione tonunerciale russa in Italia e già abbastanza conoscitore del nostro ambiente politico ed economico.

L'ipotesi di una venuta di Lenin in Jtalia p er conferire coi capi di tutti i Governi capitalisti non è tale da impressionarci. Len in non spian terà l'Italia come ~on l'hann o spiantata i leninisti d i casa nostra. ll suo mito è tramontato e oramai an che le vaste masse operaie, che

398 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
,

. furono per due anni imbestialite dal bolscevismo, sanno che cosa pensare di Lenin e del suo Governo.

Che·la Russia dei S011ièJJ finisca fra quakhe tempo per assomigl iare come una goccia d'acqua· all 'altra, alla Russia dello czar, è documentato da mille _sintomi. I più recenti sono il r itorno al vecchio diritto cambiario emanato nel 1902 e l'entrata in vigore, col 1° gennaio dell 'anno in corso, di, un regolamento di disciplin_a dell'esercito rosso, regolarmente eguale a quello che era in uso nel vecchio esercito czarista e che segna la fine delle competenze e delle funzioni dei famosi consigli dei soldati.

Certo·è in. ogni modo che, se .J'eventuale presenza di -Lenin ad una conferenza, che sarà di indole soprattutto economica, dovesse dare agli elementì ·comunisti. del nostro paese il pretesto per .i~scenare manife. stazioni politiche, sar~bbC inevitabile una reazione da p arte della cosciènza nazionale e da parte del fascismo, che della cosc ienza nazionale è l'interprete e ·il difensore più ardente. Senza contare che ci ·sono, dispersi in tutta Europa, centinaia di migl ia ia di russi che hanno motivi sufficenti per ~on amare svisceratamente Lenin in particolare e iJ bol· scevismo in generale MUSSOLINI

D a Il Popolo d' Italia, N. 8, 10 gennaio 1922, IX.

DAL CONGRESSO ~EI FASC I ALLA CONFERENZA DI CANNES 399

IL LAVORO DELLE COMMISSIONI PER LE RIPARAZIONI

E. PER IL · CONSORZIO EUROPEO

CANNES, 9, notte

Ho chiesto agli on, De Nava e Rainèri alcune notizie sulle riunioni che h anno a\'uto luogo oggi delle Còmmissioni per le ripar azioni e per il Consorzio e uropeo e circa i risultati ottenuti nei confronti del. l'Italia. Per quanto non vi sia ancora nulla di definitivo, essi mi hanno riferito che la situazione · dell 'Ital ia è soddisfacente, L'on. Raine ri , che fa parte d~IIa Commissione per la fo!mazione del Consorzio emopeo per la ricostruzione dell'Europa èentrale e della Russia, ci ha d etto :

<< Alle 17 si è ra dunata la Commissione per il Consorz_io , la quale ha deciso definitivamente la forma che esso deve avere Si tratta di costituire un ·sindacato centrale, che sarà la testa e l'organo principale di detto Consorzio. Esso avrà la sua sede in Inghilterra e _ il suo capitale in sterline. A questo sindacato centrale, saranno coUegate le società d elle singole nazioni, ciascuna costituita con capitale proprio. Un rappresentante o più rappresentanti di ciascuna di qlleste società saranno ammessi . n el sindacato inglese e costitufre l'amministrazione centrale.

« Domani poi si esamin erà l a quota di p artecipazione d ei singoli Stati a l Consorzio, al quale sarà invitata a p artecipa re anche l'A merica Si calcola .fin d'ora che presso a poco i quattro quinti del capitale totale sieno cos~ìtuìti dall'Inghilterra, dall'Italia, dalla Francia, dall'America e dalla Germania. L'altro quinto verrà costituito dal Belgio, dal G iappone e dagli altri Stati neutri creditori. ·

« Quanto alle riparazioni, i risultati strappati con una dura bat· taglia dal ministro De N ava sono molto· soddisfacenti - Sui settecento milioni di ma rchi oro, nulla poteva toccare all'Italia, data Ja priorità che su di · essa spetta alle spese per gli eserciti di occupazione e del Belgio. Per quanto rig"uarda il forfait per il 1922, l'Italia ha ottenùto una somma superfore ai du'ecento milioni dì marchi oro, circa un mi~ liardo e mezzo di nostra moneta, che saranno pagati dalla Germania in n atura : In più è stato ottenuto che non venga restituita. dall' Italia alla Germa~ia Ja somma di quaranta milioni _ di rn~rChi ·r~c~vuti in più

in natura fino a tutto il 31 dicembre scorso e l'altra somma di centosettanta milioni di lire depositate dalla Germania a· conto riparazfoni presso Ia Banca d'Italia.

« L'azione d ei nostri mi.nistri ha portàto anche al riconoscimento delle facoltà di 2.pplicuione all'I talia delle stesse condizioni adottate a Wiesbaden fra Loucheur e Rathenau. T ali condizioni _perffiettono rap· porti diretti fra i commercianti dei due paesi in merito allo scambio delle metci, evitando cosl la formazione ~i una pesante burocrazia nel sistema delle riparazioni in natura.

« Dopo .di ciò, sono state esaminate altre questioni di dettaglio, quali il prezzo.del carbone e il modo di determinare le spese fatte per l'occupazione mHitare. Queste ques~ionì si trovano però ancora in elaborazione. Tutte le. discussioni procedono abbastanza bene. Per le spese delle armate di occupazìone, Si tratta di evitare che esse assorbano una g ran parte di quelJo che pagherà la G ermania. Si è quasi accettato il principio d i fissare un forfait, il quale, però, non è stato ancora determinato in cifre. ·

« Anche sul prezzo del carbone, la "questione è ancora in discussione. Si tratta di vedere se noi possiamo trasportarlo pe.r via di mare o per via di terra e in qual modo si J'<?SSa calcolarne la spesa del t rasporto nei confronti della Germània.

« Le suddette questioni sono state impostate in modo sodd isfacente per nOi. Vi sono poi altre cose da discutere, _cioè le condizioni di garanzia per la riscossione delle ripara2:ioni, le condizioni da porre alla Germania per assicurare i suoi p agamenti e le misure da suggerire o· da imporre ad essa perché metta il suo bilancio fo condizione di far fronte ai pagamenti stessi . Quello che si è stabilito finora, in linea di massima, è di prendere come ·base nelle discussion,i che verranno fatte coi tedeschi Je condizioni che sono state già determinate n el memorandum di Londra

« Altra questione èhe si sta discutendo 'la procedura per il controllo. Sono state avanzate proposte perché il Conùtato di garanzia, che è ora una diramazione della Commissione delle riparazioni, da Parigi venga trasportato a Berlino, onde possa sorvegliare più da vicino le consegne. D etto Comitato di garanzia sarà investito anche di altre funzioni, che verr3nno tolte alla CommisSione delie riparazioni. Però tutto questo è ancora in studio. Il concetto fondamèntale che si segue in tutte queste discussioni è di cercare di migliorare le condizioni mondiali, le · qtiali renderanno più facile anche per l'Italia di superare. la crisi attuale». MUSSOLINI

Da li Popolo d'l1"1ia1 N : 81 _ 10 gennaio 1922, IX

DAL CONGRESSO
FASCI
DEI
ALLA "CONFERENZA DI CANNES 401
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PATTO ·DI GARANZIA E RIPAR:AZIONI CANNES, 10

Gli scambi di vedute per i negoziati sul patto di garanzia d i F ran- . eia. ed _Inghilterra continuano fra i Premier! francese, inglese ed italiano. L'Italia è ora più strettamente associata che nei giorni préce. denti a questi ponrparlers, che hanno segnato un sensibile p rog resso, poiché la deleg az ione britannica ha g ià redatto uno schema della con- · venzione progettata, Il testo dello schema g ià stato sottomesso p er Ja vi sione ai membri del Gabinetto brita nnico e appena la risposta sarà pervenuta ·da Londra la redàzione sarà comunicata ai negoziatori frances i.

I1 patto di ga ranzia in preparazione, si assicura, ~arà concluso per un primo periodo di t~mpo limitato, allo spirare del quale potrà essere rinnovato.

:P. -evidente che il Belgio, già legato alla Francia da un accordo difensivo, sarà chiamato a partecipare a questa convenziÒoe; la qua]e, avendo per oggetto esclusivamente di garantire la Francia· contro ag· gressioni germaniche non provocate da essa, non sarebbe applicabile alla. Polonia, che ha segnato con la Françia una convenzione militare analoga a quella conclusa fra Francia e Belg io.

Ma lo Jla/111 q u o territoria le della Polonia sarà ga ra ntito da un altro trattato, di carattere generale, per il quale tutte le po~eme contraenti si impegnerannO naturalmente a non attaccarsi.

La stampa francese è assai indecisa circa la valutazione di questo patto di garanzia.

Vi sono dei giornali che gli negano qualsiasi valore : sono quelli di estreffia destra. I giornali dem~ratid in genere si dimostrano favo-, revoll. L'opinione media è al solito rappresentata dal T em /n, il quale, nel suo bollettino del 9 corrente, si dichiara favorevole a questa intesa, non ~dùdendo che possa essere allargata all'Jtalia e alla Spagna. J1 patto di garanzia, secondo il T emps, .non dovrebbe · avere soltanto per iscopo la difesa eventuale sul Reno da una aggressione tedesca, ma anche una politica di accordi in tutte le' partj del mondo dove gli interessi francesi ed inglesi sono a con~a~o1

LO STATO D 'ANIMO TEDESCO

E I SETTE PUNTI DEL CONSIGLIO SUPREMO

Nello st esso numero del Temp1, una corrispond enza d a Berlino parla dello stato d'animo irriducibile dei tedeschi, i quali sono animati d a un -po!Xnte spirito di rivincita. Q uesta d ov rebbe essere prepar:ita in uo pri mo tempo con l'annessione dell'Austria alla Germania. Un sintomo dello stato d'animo tedesco ·è il resoconto d'una riunione: tenuta d al Partito Popolare a Berlino, dove un oratore, accolto da frenetici applausi, ha dichiarato che la cattedrale di Strasburgo e la chiesa di Santa Maria a Danzica erano proprietà inalienabili della Germania. _

:B quindi poco probabile che Rathenau venga· ad accettare i sette punti che il Cons ig lio supremo ha fissato per accondiscendere alla riduzione del conto riparazioni stabilito per il 1922. Questi sette punti sono i seguenti :

1. Le tariffe doganali tedesche d ovranno essere· stabilite su una base oro, non più essere calcolate in marchi carta.

2. Le tariffe d elle ferrovie e del.le poste e telegrafi dovranno essere elevate,

3. Il prezzo del carbone in Germania dovrà essere ele-vato ugualmente.

4. La Germania dovrà prendere tutte le misure per equilibrare il suo bilancio.

5. La Germania dovrà prendere tutte le misure necessarie per restringere l'emigrazione àll'estero del capitale t edesco.

6. La Germania dovrà arrestare l'emissione dei suoi biglietti di banca; che forma una delle cause principali del .d ep rezzamento del marco.

7 La Germania dovrà in.fine procedere alla riforma de11a Reichsbank.

UN CONTROPROGETTO GERMANICO ?

D'altra parte si annunzia. d a Berlino che Rathenau porterebbe a Cannes un progetto basato su qu"esti tr~ pWlti principali: ·

1. Ristabilimento economico della Russia. Le prestazioni effettuate sarebbero i.Scritte a conto dell' Ing hilterra. Gli inglesi avrebbero un diritto di controllo molto li~tato sugli affari commerciali della Germa nia.

2, Entrata in vigore inunediata d ell'accordo di Wiesbaden.

~' · Pros:etto cli g aranzia dato d a lla Germania alla F rancia.

DAL CONGRESSO· DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 403

Quest'ultimo progetto è dovuto all'iniziativa del dott. Wirth. Inoltre la Germania si dichiarerebbe pronta a riconoscere l'alle~nza francoing lese p er provare l e sue intenzioni pacifiche-.

Come si vede, l'atteggiamento dei tedeschi rappresenta un punto foterrogati vo, che può rimettere in questione ·.tutti g li accordi che sonO intervenuti fin <Jui fra gli Alleati a Cannes; e si appalesa sempre p iù necessario seguire la linea di condotta che noi propug namo, diretta ad evitare Che da un eccesso di severità si passi ad un eccesso ·di indulgenza, come g ià ieri abbiamo scritto.

UN VOTO DEI COMBATTEN TI FRANCESI ED IN GLESI

Mentre si discute fra ing lesi e fran cesi la stipulazione del p atto di garanz ia, è sintoma tica una riunione avvertuta a Nantes, alla quale ha nno partecipato dùe organizzazioni di combat te nti franco-inglesi, che cor:;i.tano ~igliaia di aderenti. Sintomatico è anch e il discorso pronu1:ciato in essa ~al capitano inglese Dudley Taylor, che ad un certo 'mo· mento ha detto :

« I I\ostri morti sono i l bastione più inespugnabile che la Francia p ossa a vere, perché il popolo dell 'impero britannico si leverà corrie un_ solo uomo se i bo,he1 oseranno calpèstare di nuovo la terra sacra dove essi riposano »

:8 stato poi m andatQ, firmato dai due presidenti della Legione" britannica _ e dell 'Org.a.nizzazione dei combattenti francesi , il seguente telegramma a Briand e lloyd George :

. I combattenti ing lcii e francesi, riuniti fraternamente a Nantes, ricordano · rispettosamente agli uomini di Stato .della Francia e dell'lnghiltttri, i sàcrifici sostenutì dai due popoli per assicurarsi un:i. pace giusta e d uratura. Essi s ono convinti che questo pensiero ispirerà i m in.istri incaricati di ·applicare il trattato di pace, che i combattenti hanno fumato col loro sang ue e che deve obb ligare l'assalitore vinto a ·riparare i danni che ha causato , Questa ·è la volontà dei morti, che i vivi sapranno far rispettare Essi esprimono il voto che le conversazioni di Cannes, rispondendo al d esideri o dei due paesi, li ori'1llino verso. una a lleanza già realizzata da coloro -che hanno fatto la guerra, alleanza che solo può assicurare la pace in Europa.

LE CONVERSAZIONI

INTORNO AL PATTO DI GARANZIA

Nella giornata di oggi · sono cont inuati attivissimi i pourp(lf/t rs ave nti per oggetto il patto di garanzia tra Fcanda ed I oghilterra.

Si danllo i stgtienti particolari sul documento che è stato · telegrafato ieri a Londra.

404 OP!RA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

In primo luogo, esso contiene un progetto di patto di garanzia, il quile non si limita soltanto a speciiicare che in vista di un attacco diretto contro la Francia l'impero britannico verrebbe in suo aiuto con tutte Ié sue forze militari,· navaJi ed aeree; ma aggiunge ancora ché, nel caso in cui fossero violati 'gli accordi 42 e 4 3 del trattato di Versailles, che crea la neutralità militare della regione del Reno, i due Governi dovrebbero concertarsi per- fare rispettare il _ trattato.

Sembra d'altra parte che a questo progetto di patto sia aggiunto un memorandum, nel quale sono enwnerate le condizioni che l'Inghilterra vorrebbe ~are accettare dalla Francia. Una di queste condizioni è già accettata e·d è relativa alla convocazione di una conferenza internazional e economica ed alla politica d i accordi europei che ne deriva; ma, d'altra parte, il Governo inglese propnne che si prOCfda ad un regolamento amichevole di tutte le difficoltà pendenti, come fu fatto allorché nacque l'entente co rdiale nel 1904

11 memorandum ricorda in • particolare la questione del vicino Oriente, avendo cura però di n o n farne una condizione per la firma del patto. Il Governo inglese esprime la speranza che un accomoda~ento sia possibile sulle questioni navali, specialmente su quella dei sottomarini. possibile ;i.nche éhe il Governo britannico sollevi qualche eccezione, tuttavia non si pu_ò credere che la proposta sia dest inata · ad urtare contro serie resistenze francesi. Non sarebbe impossibile, inoltre, che altri negoziati fossero ancora necessari per queJlo che concerne le clausole del patto, per il quale l'Inghilterra promette la sua assistenza nel mantenimento della neutralità militare sul Reno.

A~ punto in cui si è giunti, queste . difficoltà possono però essere considerate secondarie. Perciò le negoziazioni continuano di buon accordo

A tale proposito, è notevole quan to dice il coçrispondente del Daily News:

« Lloyd George offrirà p robabilmente di accettare senza la partecipazione americana l'obbligazione prevista dal patto t ripartito

« Non è certo che le tesi francese ed inglese siano identiche, ma in virtù della formula che ve rrà proposta, sa rà la Gran Bretagna che deciderà se un atto di aggressione non provocata sarà stato mosso contro la Francia.

« E su questo punto Lloyd G eorge è certamente irremovibile Da parte francese - in previsione che la , Germania intenda realizzare i suoi sogni bellicosi - si dice che questa, per l'esperienza che ha, non tenterebbe di agire sul fronte ovest, ma su quello est e si ,getterebbe sulla Polonia. dunque necessario che in questo caso i due paesi p055ano correre uniti e forti 2.1 pericolo e Bria.nd ha buona speranza di conviru:ere l'Inghilterra. di questa necessità ».

Di il Popolo d'Jt,:1/ia, N 9, 11 gennaio 1912, IX

DÀL c oNcREsSo DEI FAsct A.LLA coNFERENZA m CANNES 405

UNA GIORNATA MOVIMENTATA

IL PATIO DI GARANZIA I N UN COMUNICAT O DELLA « STEFANI

la giornata di ieri è stata abbastanza laboriosa per la ddinizione ' fra l'Inghilterra e la Franda del CO$iddetto accordo di garanzia, <:be è in via di conclusione. T ale accordo · non poteva essere discusso dalla conferenza d j Cannes, né in alcuna guisa essere con nesso con i lavori di questa; ma poiché sono adunate tutte le potenze dell'Intesa, è sembrato atto amichevole che esse, e specialmente l'Italia, avessero notizia della cosa e potessero conversare circa il significato e la portata del patto medesimo.

Così il presidente Bonomi ed il ministro degli Esteri Della Torretta sono stati tenuti al couentc d ell'andamento delle trattative ed haMo avuto occasione dì esporre il loro pensiero intorno al patto di garanzia, come attorno al mem!> ria!e i!Justrativo compilato dalla delegazione britannica, In sostanza Ja garanzia che l'Inghilterra dà alla Francia per la sicurezza: del suo confine e per l' inviolabilità della neutralità belga, ha consentito di dare da sola le garanzie reiteratamente r ichieste dalla Francia, Essendosi così limitato il patto di garanzia alla sicurezza di una sola frontiera determinata, non e ra il caw di estenderla a tutte le potenze dell'Intesa . che hanno situazioni geograficamente differenti ed interessi più complessi, Ma . , , l'lntesa però rimane sempre in pic-na efficen.za per la tutela degli interessi delle potenze, che, avendo vinto in comune la guerra, ne tutelano in comune i risultati.

PROGETII E REALTÀ

Fin qui il Comunicato ufficfale. Abbiamo raccolto qualche altra informazione negli ambienti della delegazione italiana. Sta di fatto che in uri primo tempo la proposta inglese di un patto di garanzia sem: brava aver proporzioni assai vaste, tanto che ad un certo momento parve perfino profilarsi all'orizzonte la vecchia formula degli Stati Uniti d'Europa.

In un secondo tempo, le proporzioni della costituzione furono enormemente ridotte~ si parlò di un'alleania militare delle quattro nazioni· occidentali. E intuitivo, per le ragioni già. da noi esposte, che in qtiesto

caso l'Italia non avrebbe potuto r imanere isolata ed allontanarsi d ai suoi compagni di guerra e di vittoria, con j quali ha in comune grandi interessi.

Poi, in un terzo ·tempo, le idee ing lesi sull'a rgomento si limitaro no ancora di più, e del vasto pro8etto primìti\_'O no~ è rimasto che una garanzia militare inglese alla Francia, assai limitata, pare, nel tempo, e molto limitata nello spazio, perché si tratta solamente della fronti era del Reno. Per ottenere questo passo d i ga ranzia, la Francia ha cCduto sopra molti altri punti, quali per esempio l'invito ai tedeschi e l'invito ai russi oltre all'attribuzione de lla Somma di due miliardi stabilito dal famoso pfano di pagamento del maggio dell'anno scorso.

Questo patto limitato alla Francia ed all'Inghilterra ed alla difesa della Francia sulla frontiera d el Reno, non può avere nei riguardi ·dell'Italia una contropartita di ordine t~rr itoriale per rag ioni evidenti, data la nostra sitùazione geografica. .

Questà nostra posizione speciale è stata pienamente realizzata dalla Francia e dall'Inghilterra, con le quali l'Italia rimane unita. ·

All'ult ima ora, il Matin pubblica che l'accordo franco-inglese sarebbe completato da un accordo franco-itali ano, nel _quale natura lmente l'Italia dovrebbe far -valere i suoi d iritti ed i suoi peculiari interessi.

Questa convenzione, seinpre secondo il Matin, conterrebbe clausole di reale interesse economico.

LA P ARTENZA DI BRIAND

Verso mezzogiorno, si è improvvisamente diffusa la voce che Briand sarebbe partito con uno . dei primi t reni del pomeriggio per Parigi. Immediatamente la notizia ha d ato luog o alJe supposizioni più catastrofiche. 1n realtà Briand si reca a P:arigi, ove spira un forte vento di fronda contro d i lui, per motivi faci li a comprendersi. I deputati del blocco nazionale, quasi tutt i di origine « clemencista », sono esasperati e per la riduzione dell'ammontare delle riparazioni per il 1922 e per l'invito a Lenin e a Rathenau. Prescindendo d all'estrema d estrà, sta dì fatto che anche il centro, che potrebbe dare la maggioranza a Briand, è piuttosto inèerto e diviso . le manifesta zioni parlamentar i di questi g iorni sOrlo sintomatiche al riguardo . Era il caso di domandarsi ormai se Briand rappresentava ancora la Francia. L'equivoco sarà chiarito nelle quarantott'ore. Briand intend e approfittare di questo breve intervallo di·tempo per giustificare la sua linea di condotta a Cannes d ava nti alle commiss ioni parlamentari, e, se sarà necessario, anche innanzi al Parlamei:ito.

Dati i costumi della·Came ra francese, una d iscussione sull'argomento

DAL CONGRESSO DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES 407
1 '

non durerà più di una giornata e si concluderà n aturalmente con un \loto politico di 6ducia o di sfiducia a Briand.

Dopodomani sapremo se egli è ancora presidente del Cons iglio o se in Francia Si è aperta la successione· dai Poincaré e soci. Intanto la partenza di Briand non interrompe affatto - come si poteva supporre - i lavori del Consiglio supremo, la cui presidenza è ·stata assunta da Lloyd George.

La delegazione tedesca sarà immCdiatamente chiamata a consiglio ed anche nell'assenza di Briand si potrà avviare a c_onclusioni definitive. Certo però che q uesta improvvisa partenza· può facilitare iq., qualche modo il gioco temporeggiatore dei delegati tedeschi; e non è meno certo che la eventualità di una caduta dì Brìand con una conseguente crisi ministeriale francese potrebbe rimettere in questione taluni punti . sui quali si era raggiunta la unanimità degli Alleati.

I pronostici che s i fanno circa la sorte di Briand sono assai con. trastanti: ì giornalisti francesi di destra, ed in genere del b locco na~ zionale, lo danno come spacciato; i g iornalisti di parte democratica assicurano, invece, che egli, andandò a Parigi ad affrontare la battaglia col patto di garanzia ormai firmato, è sicuro _di avere ancora un voto di maggioranza.

Comunque s~ presume che la conferenza chiuderà i sµoi lavori non più tardi di sabato, anche perché Lloyd George deve ritornare a Lond ra, ove l'annuncio , delle imminenti elezioni generali ha suscitato, come appare dai giornali qui giunti, viva emozione nel mondo p~litico inglese.

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'Italia, N. 10, 12 gennaio 1922, lX.

408 òPER..A OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

COLPI DI SCENA

Le dimissioni di Briand sospingono notevolmente la fragil e barca d ella conferenza di nuovo in alto mare, proprio nel momento in cui pareva toccare il porto: Del buon lavoro se n'era fatto:·: la Commissione per le riparazioni aveva fissato la somma da chiedere ·alla German ia , sia in contanti, come in natura. Si era raggiunto L'accordo circa la ripartizione. L'altra Commissione, quella del Consorzio europeo, aveva pa"rtaio a conclusione i suo i lavori. Quanto al Consiglio supremo, esso aveva deciso la conferenza di Genova, preparato l'ord ine del giorno e diramato gli inviti. L'impressione generale era piuttosto ·ottimista. Ma si dimenticavano · due cose. Primo: l 'atteggiamento della F rancia, o, per meglio dire, della Camera fran cese, e l'attegg iamento dei tedeschi. I due atteggiamenti si . condizionano, in un certo senso, a vicenda. Quando Rathen3.u ciurla nel man ico al punto da offdre per· la scadenza del 15 gennaio la miseria di settantacinque milioni, hanno ragione i nazionalisti francesi di proclamare ch e la Germania è in malafede· e che non paga p~rché non vuol pagare.

Ma, d'aJtra parte, l'estremismo della destra franc ese fa il gioco delJa Germania e giustifica il ternpoèeggiarc dei tedeschi1 -i quali attendono da tempo la riparazione alle riparazioni.

Dopo l'aud izione e le offerte meschine di Rathenau, ci si domanda su quali basi si fondasse il roseÒ ·ottimismo degli inglesi, i quali facevano credere che la Germania avrebbe pagato i settecentoventi mi· lioni in contanti e il resto in natura.

In realtà, la rivolta d ella Camera contro Briand si spiega coll'origine della Camera francese: è la Carnera del blocco nazionalej è la Camera composta di deputati che non possono perdonare _ a Briand tre fatti:

1. la moratoria coòcessa alla G erinania, con riduzione· delle cifre fissate d al piano di pagamenti del 192 1;

2. l' invit o ai tedeschi a Cannes ;

3. l'invito ai russi a Genova

Quanto al patto di garanzia, è apparso ai deputati del blocco come una specie di alibi escog i~ato a n:ultima. o ra per coprire in q ualche modo l'atteggiamento di Briand IL comunicato Ha11às diramato alla fine d ella seduta del Consiglio dei ministri, è strano, inquantoché elimina

l'ipotesi di un . dissidio di Briand con g li altri membri del Governo. Il dissidio è invece fra H Governo, che si dichiara Solidale con Briand; e la Camera. Se Briand non h a creduto di ch iedere il voto, è segno che sentiva di essere pe~duto. . In ogni caso un voto di fidu cia pi ù o meno largo non sarebbe bastato a ridargli il prestigio necessario per condurre a termine la conferenza di Cannes.

La crisi ministeriale è importante soprattutto per ciò ·che riguarda l'Inghilterra. La crisi ha un chiaro, chiarissimo, inequivocabile s ignificato: è anting lese; è una rivolta contro Briand, accusato di « subire» la politica di 1:loyd George. c;he cosa farà ora il ·primo ministro ing lese? Davanti all'atteggiamento di Rathenau, che sembra voler prendere bellamente in giro gli Alleati, riconoscerà Lloyd George il suo torto e inaugurerà un a politica d'intransigenza contro la Germania? O la inaugwerà invece nei confronti delJa Francia, abbandonandola al suo destino? Formidabili interrogativi, ai quali glj avv~nimenti daranno . fra poco una risposta.

Da Il Popolo d'Italia, N. 11, 13 gennaio 1922, ix.

410 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
MU SSOLINI

APPENDICE

LETTERE

Mio caro Grandi, *

l'adunata romagnola dei fascisti a Imola, è un evento pieno di significato storico. la piccola città, dove converranno domenica proSsima le squadre della nostra saldissima gioventù, fu definita un giorno la Mecca del socialismo italiano: E non g ià e non più - nota bene! - · del socia~ismo di Andrea Costa, che fu patriotta e irredentista, tanto da riportare .l}Cave condanna dopo una commemorazione di Oberdan, ma di un sooalismo bruto e abbrutito, straniero al nostro spirito, per· ché modellato su figurino straniero, Ecco che l'esercito fascista penetra nella cittadella dell'ortodossia· rossa e mi piace constatare che tu guidi la falange magnifica perché tu f.uoi definire e precisare ancora una volta le nostre idee e suscitare alte e fiamme della nostra passione.

A te il mio saluto fraterno, ai fascisti che converranno ad Imola il mio fervido « alalà ! ».

MUSSOLIN(

• Le1tera a Dino Grandi. Fu scritta, con ogni probabilità, durante" il mese di luglio del 1921. (Da G. A. Ou uRCO - Op. dt,, voi. Ili - pagg. 238-240).

Mihmo, 24 agorto 1921. *

Cari amici,

mi è grato porgervi il mio fraterno saluto. Il giornale che avete fondato ha dinanzi a sé grandi problemi che interessano in particolar modo Napoli; e, in modo generale, la nazione. Il fascismo, specie a Napoli, ·deve costituire una potente forza politica e morale, di ricostruzione e di rinnovamento.

La storia del fascismo napoletano è là ad attestare che fra voi non mancano gli elementi generosi e volenterosi, capaci di tenere alta la bandiera del fascismo. La crisi che· travaglia il nostro movimento sarà superata. Del resto la vita è crisi continua; ogni vita è perpeh.lamente in crisi, perché incessantemente si trasforma, si rinnova, sosta e riprende.... La cessazione di ogni crisi è la morte. E forse....

* Lettera ai fascisti napoletani. (Da L'Azione Pasri;ta di Napoli, organo del Fascio Napoletano di Combattimento per la propaganda nella Campania, N 4, 3-4 agosto 1921, I).

G li avversari del fascismo rima rranno delusi. 11 fascismo ha diritte e aperte innanzi a sé le strade dell' avven.ire. H a u na miss ione da compiere, a lla quale non fallirà: la grandezza mo rale e ·politica - medj. terranea e mondiale - della· patria. :8. all'Italia dominante del Mediterraneo che io penso, levando per voi, o fratelli fascisti di Napoli, il mio« alalà! ».

Mio caro_ amico, *

permettiini di congratularmi con te, e, a mezzo tuo, cogli amici carissimi del Fascio Milanese, ~r l'attuazione da voi tentata e cò·mpiuta di una scuola di propaganda e cultura fascista a Milano . La frequenza notevolissima dei fascisti dimostra chiaramente che nei nostri elementi giovanili il bisogno di tale scuola era acutamente sentito. Era g iusto che l' iniziativa farti sse da Milano, il cui fascismo, già all'avan. g uardia nell'azione ne 1919, può oggi ind irizzare Ja sua attività nel campo vasto e di ffic ile della creazione e della elaborazione dei valori spintuali e politici del fascismo italiano

Si tratta di fissare - per quanto questa parola sia un poco antifascista - si tratta di stabilire il nostro atteggiamento s pirituale, quindi politico, quind i necessariamente pratico di fronte ai problemi immanenti e a quelii incidentali che travagliano Ja vita dei popoli in- genere e quella del

1Ypoloitaliano

in particolare Si tratta di rispondere a queste domande. al'è l a posizione del fascismo di fronte allo Stato, di fronte al regime, i fronte al capitalismo, basato su un sistema non sempre assoluto di economia a tipo; individualistico, di fronte al sindacalismo, di fronte al socia lismo, c10è a un tipo di economia a base collettivistica· statale? Qual'è la P,?Sizione del fascismo di fronte a l problema delle autonomie regionali? Che cosa pensa il fascismo di una _ g rossa que· stione: quella della libertà di inseg namento? Qual'è la posizione d el fascismo di fro nte :1.l fatto « religioso)> e, nel caso italiano, di fronte al cattolicismo?

Poi_vengono i problemi .~i politica estera. Né ho esaurita tutta la serie formidabile dei pun ti interrogativi. La vita degli individui, come quella d ei popoli, è un g rovig lio pauroso di problemi e non v'è speranza di soluzioni «definitive»·. Ora il fascismo italiano, pena la morte, o, peggio, il suicidio, deve darsi un «corpo» di dottnne. Non saranno, non devon.o essere delle camicie di Nesso che ci vincolino per l'eternità, poiché il domani è misterioso e impensato; ma devono costituire una norma orientatrice della nostra quotidiana attività politica ed individuale.·

Io stesso, che le ho dettate, sono il primo a riconoscere che le nostre modeste tavole programmatiche - gli orientameQti teorici e pratici del fascismo - d evono essere ri:vedute, corrette, ampliate, corroborate, poi· ché qua e là hanno subito le ingiurie del tempo. Credo che il nocc1olo

• Lettera a Michele Bianchi, in occasione dell'apertura della scuola di propaganda e cultura fascista a Milano. Fu scritta, con ogni probabilità, il 26 agosto 192 1. (Da li Popr;/-o d'Italia., N. 205, 27 ago.sto 1921, VIII),

414 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
'
MUSSOLINI
·

essenziale sia sempre nei suoi postulati, che ~r due anni hanno servito come segnale di · raccolta per le schiere del fascismo italiano; ma pur prendendo l'avvio da quel nucleo pri migenio, è tempo di procedere ad una ulteriore, più ampia elaborazione dello stesso programma,A quest'opera di vita per jl fascismo dovrebbero con particolare fervore concorrere tutti i fascisti d'Italia, specialmente in queJ!e zone dove, . col patto o senza, si è pervenuti ad una pacifica convivenza dei due movimenti antagonistici. La parola è un po grossa: ma io vorrei che ·nei due mesi che ci separano daJl'adunata nazionale si creasse la filosofia del fascismo. Milano con la sua prima scuola di propaganda e cultura concorre a questo scopo. Non si tratta soltanto di preparare gli elementi programmatici sui quali pogg iare solidamente l'organizzazione di quel partito nel quale dovrà sfociare ineluttabilmente il movimento fascist a ; si tratta anche di smentire Ja stupida fola, secondo la quale nel fascismo ci sarebbero soltanto d e i violenti e non anche - com'è in realtà - degli spiriti inquieti e meditativi.

Questo ' indirizzo nuovo dell'attività fascista non dannegg ia - n e sono certissimo - quel magnifico spirito e temperamento di bellicosità, caratteristica peculiare del fa scismo. Attrezzare il cervello ·di dottrine e· di solidi convincimenti non sig nifica disarmare, ma irrobust ire, rendere sempre più cosciente l'azione soldat i ch e si battono con cogn izione di causa sono sempre i migliori. li fascismo può e deve prendere a . divisa il binomio mazziniano « pen·sie ro e azione ».

Ti prego, caro Bianchi, di · accogliere i miei cordiali saluti.

MUSSOLINI

27 ag()Jt() 19 21. * ~ro Vergani, sono lieto che il mio intervento presso Turrini abbia avuto qualche risultato. Spero di ottenere anche il suo trasloco in una cella d i amici. Le direi d1 farsi coragg io, se non sapessi che è inutile e che è anche un poco ironico! Credo tuttavia ch e la Giustizia farà giustizia ! Delle ~ie dimissioni, riparleremo a Roma. Co rdiali pensieri a lei e amìci, ·

MUSSOLINI

* Letter11. ad Angelo Ve rg:ani (Dall'Originale).

(*) Associami suo dolore perdita immatura amico carissimo. I fascisti italiani onorano; commossi, la memoria di colui che si levò primo in difesa del fascismo alla Camera ; dell'uomo che, dopo aver com-

• Telegramma alla signora Coda, moglie dell' on Valentino Coda, morto il :H agmto 19 21. (Da li Pop<i /o d'Italia, N. 209, l · settcmbre 1921, V HI).

I APPENDICE : LETTERE 4 15

battuto valorosame nte p er 1a patria nelle trincee della fronte, ri{'rese la lotta all'interno nelle nostre milizie con tenace ed indomita fede 1taliana. Alla sua memoria il nostro triplice reveren te << a lalà ! >)• .MUSSOLINI

Milano, 27 settembre 1921. *

Carissimi amici del Direttorio, la strag e freddamente compiuta e · che ha stroncate le mig liori giovinezze de! vostro Fascio, mi riempie di dolore e _di_ sdegno. _ · Si è voluto con sangue innocente «placare » le ire dell 'ignobile Pus, che specula oscenamente su un morto non si sa anco ra da chi ucciso. Il sangue. dei giovinetti fascisti, cosi barbaramente trucidat i, è lievito per le nostre vittorie, che devono garanlire la · vera pace e la vera g rande??a d ella nazione

« A Noi !».

MU S SOLI NI

* Lettera a l direttorio del Fascio d.i Modena. (Da 1/ Pcfolo d'lt,zl;a, N. 250, 20 o ttobre 1932, X).

Milano, 19 ottobre· 1921 *

Carissimo,

niente discors i prima del congresso. Quanto alla tua lette ra, l'ho passata a Rossi, ma oramai è troppo tardi ed è meg lio affrontare la battag lia senza preparazioni. Cosl la vittoria s:irà più bella. Che cos' è quella n otizi a su Marsich, che mi hai mand ato l'altro giorno ? , Ciao. MUS SOLINI

• l.C'ttera ad Italo Bresciani (VII, 423).

Milano, 29 oll ohfe 1921. *

Cari amici, vi ringrazio con vivà cordialità del vostro invito, ma lo declino. Quando le cerimonie hanno l'ampiezza e la profondità di. quella p er la glorificazione del F ante ignoto, solo le grandi voci d ei pr9fet i e dei poeti hanno. il diritto di echeggiare. in cospetto delle moltitudin i. ·

* Lett~a ai fa scisti milanesi, alla vigilia delle onoranze al Milite ignoto. (Da : ATilLIO TAMARO - Venti anni di Sloria (1922-1943), voi. /. - Editrice Tibet, Roma, 19H, pag. 194),

416 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

lo sono un 8iomalista e mi sento inadéguatissimo al compito che vorreste affidarmi. Il silenzio di una grande. folla, [accolta per l'austero rito, è più efoquente di ogni discorso e può rappresentare la muta comunione degli spiriti che si ritrovano e si confessano nella fede comune: la grandezza d eJJa pat.ria,

MUSSOLINI

Milano, 17 dicembre 1921. * Signor ingegnere· Brezzi, le sono grato. delle gentili espressiot1i e dell'interessamento. . Mi auguro che ella possa aderire al mio desiderio, dandomi modo di compiere il giro di propaganda che ho in animo di fare a bordo di un apparecchio di sua fabbricazione. la ringraz.io fin d'ora. Sarò lieto se ella vorrà farmf sapere qualche cosa in proposito durante la mia prossima permanenza a Roma.

. Con oSsequi . .

B. MUSSOLINI

• utte ra all"ingegnere Brezzi. (XIV, 476). (Da: GUIDO .MA'ITIOU - A.fM,. 10/ini 11viarore - Casa editrice Pinciana, Roma, 1936, pag. 74).

APPENDICE : LETTERE 417

ELENCO DELL'ATIIVITÀ ORATORIA

DELLA QUALE NON RIMANE IL TFSTO

AvVERTENZA. - Il presente elenco è- compilato esdusivamffite s u da.ti g iornalistici.

1921

13 ·luglio. MILANO. - NeUa sede del partito economico sita in piazza del Duomo 2, parteèipa ai lavori del consiglio nazionale dei Fasci Italiani di Combattimento, interlo~uendo nella questione « dei combattenti e d ei mutilati » e nella discussione circa <<le moda lità e la data del prossimo congresso nazionale». . .

22 luglio. ROM/I.. - Partecipa alla riunione del Gruppo parlamentare fasci sta intervenendo nella discussione sugli orientamenti economicosociali dell'attività del Gruppo stesso.

20 settembre. MILANO. - Ai piedi del monumento dei caduti di Mentana, a rringa i partecipanti ad un corteo fascista « con una stupenda improvvisazione».

30 ottobre MILANO. - In via Monte di Piet_à", p arla ad un corteo di fascisti reduce dalla cerimonia di saluto alle bandiere dei reggi· menti di M ilano che parteciperanno alla tumulazione della salma del Soldato ignoto, pronunciando « parole di esaltazione dell ' eroismo italiano e invitando i fascisti a perseverare nella battaglia vitto. riosameote condotta, che ha già assicurato la meravigliosa rinascita del sentimento nazionale ». ·

ELENCO DEL MATERIALE GIORNALISTICO ATIRIBUIBILE A BENITO MUSSOLINI

DA « IL POPOLO D' ITALIA»

Cappello all' articolo di Ach ille Starace: s;no a quando? L'Alta Adige: f eudo degli A b1burgo! ( 1)

Cappello alla lettera di Giuseppe Bottai : Pe1 l'llal ia di d om ani . Una lettera dell'on. G;u,eppe Bo flai ( ! )

Cappello alla lettera di Giovanni Celesia: Verso il congre.rso fascista. U11a lett era dell'on. Ce/e,;a ( ! )

Il corsivo che comincia: « QueJf a Jdlma ché rito rna ritrova tulle le s/azùmi imbandierate: il Milite ignoto rifà, ( +) » (!)

Fa nta.sie romane e gradazioni del/'« A vanti!»(!)

S ettennale! (2)

C ontro 11n a ffront o insulso (« Il Popolo d'Italia»)(!)

Avvn.TENZA. - Il materiale giornalistico non seguito da nessuna. indicazione tra parentesi t onda, è anonimo; il materiale g iornalistico contrassegnato da (1) è di prima pagina, da (2) di seconda. N. 22). » 2)0. )) 256. » 261. )) 273. )) 273. )) 28). » 287.

// ja.J ~ismo e i rontadini (1)

20 settembre. 19 ottobre. 26 » 1 novembre.
) j >) 29
1 dicembre.
· ANNO 1921-VIII
Jj »
»

DOCUMENTARIO

CONSULTAZIONE*

Alle ore 15~ l'on. Mussolini è stato ricevutò al Quirinale dal re per la .consultazione sulla crisi. Il nostro ' Direttore aveva accettato l' invito per u n complesso di ragioni, fra cui una era di per sé stessa sufficente.: conveniva politicamente e parlamentarmente che Mussolin i facesse presente il pensiero e la volontà del fascismo, quando anche i socialisti, sia pure indi rettamente, avevano trasmesso al Quirinale i loro d esiderata 1;er mezzo.del conte .Mattioli Fasqualini, ministro della Casa reale.

L invito a Benito Mussolini · è d'altra parte un alto riconoscimento · della sua posizione politica, perché si è visto un neo-eletto immediatamente elevato alla altezza dei più sperimentati e reputati parlamentari.

Mussolini è partito in automobile alle 14,45 da piazza d i Spagna ed è giunfo nel cortile del ·Quirinale cinque minuti prima dell'ora fissata per 1a consulta2.ione. Lo accompagnavano l'on. Bottai, Gaetano Polverelli e Lu.ig i Freddi della nostra redazione milanese. Per il grande scalone, Mussolini è salito immediatamente al primo fiano introdotto da un ciambelJano. Un generale, aiutante di campo de re, lo ha salutato, ed un ammiraglio lo ha poi presentato al caPo dello Stato, che attendeva in un salone le cui finestre danno sulla piazza del Quirinale.

Mussolini ci ha poi riferito sorrunariamente le sue impressioni chiudendosi nel più assoJuto riserbo per quelJe che era no state le d ich iarazioni reali. Solo ha citato due frasi che avevano ulla portata pu ramente personale. Il re aveva già due volte conferito con Mussolini quando il nostro Direttore giaceva in un ospedale militare in seguito aJle ferite riportate sul Carso Pertanto gli ha domandato notizie su tali ferite e Mussolini ha risposto che era guarito, mentre le a ltre, cawategli dalla caduta dell'aeroplano, lo costringevano ancora a zoppicare un po'.

Successivamente, Mussolini è entrato nella discwsione politica fa. cendo un quadro completo dclJa situazione dei partiti italiani. In alcuni punti ha avuto occasione di rilevare il .prestigio morale della idea ft~i~:~i~~· l~hfin~~az~à~a:ioa~;}~:situ:~l~~J\:tf ~:!n~is~1i:Ì~~~~ teorie demagogiche, che non potrebbero·essere applicate senza nuovo, · grave danno per l'economia pat ria. Ha anche illustrato il contenuto morale e nazionale del fascismo, che vuole assicurare aJl'Italia un periodo di sana ricostituzione.

Per Ja soJuzione della crisi ministeriale,' Mussol ini, tenendo conto

• Da Il Popol o d'lla/;a, N. 1'6, 1 luglio 1921; VIJJ.

del rifiuto di Giolitti, ha indicato l'on: De Nicola, la cui successione, allo stato aelle cose, appare o«CSsaria almeno per l'attuale periodo. Infine Mussolini ha pregato il re di tenere presenti le necessiti di vita e ~i decoro dei combattenti e specialmente dei mutilati, che rapprC· sentano la parte migliore della nazione. « La parte più eletta! », ha soggiunto il ·re.

La consultaziçme di Mussolini è ·stata più lunga delle altre protraendosi per quaranta minuti_ ed ha avuto un tono cordiale cui corrispondeva una vera importanza sostanziale. · '

Alle 16, Mussolini faceva ritorno al suo albergo in piazza di Spa· gna, rimanendo a colloquio con i suoi intimi nella sala centrale. Ed anche. questa conversazione ha avuto_ notevole valore, specialmeritc per il nostm orientamento politico e spirituale.

In primo luogo, Mussolini ha affermato che il fascismo deve _ ora· mai rimettere la spada nel fodero P.erché, salvo in alcune zone, ha ottenuto. completa vittoria ed è inutile incrudelire sul nemico già disfatto. Il bolscevismo è a terra. Lo stesso on. Graziadei. ne rinvia la realizzazione di molti secoli e solo per un residuo di pudore non ha parlato di millenni! Il fascismo non deVe pertanto fare' dei martiri inu• tili e pericolosi, l e idee che tramontano devono essere aiutate a morire col silenzio e con l'isolamento. La violenza talvolta è invece iniezione di ossigeno non necessaria per la storia.

« Manteniamo e r:,rfezionfamo le nostre . squadre, che saranno una ra:sri:':!tda)i:

Stato, liberarlo dalla pesante b3.rdatura burocratica e Olonopolistica. Dobbiamo creare nuove energie rivolgendoci alla terra, al mare, alla CO· Ionizzazione, Occorre riformare··la nostra diplomazia , Le nost re rap· presentanze all'est,ero dovrebbero ave re una triplice organizzazione : diplomatica, commerciale ed emigratoria per corrispondere alla tri plice difesa espansionistica· della nostra politica, del nostro commercio e dei noStri emigranti. .

« Un capitano legionario e scrittore - dice ancora Mussolin imi ha scritto ringraziandomi per la difesa della ,i dea fiuman a fatta nel mio primo discorso parlamentare. lo affermo che _ l'idea mondia le itaJiaoa può essere rappresentata dalla gloria leggendaria e napoleonica di Vittorio Veneto. T ale universalismo potrebbe sostituire l'universalismo della chiesa romana. Ma Vittorio Veneto non ~a più un valore integra le nemmeno per l'anima italiana, perché quella vittoria fu diminuita e mutilata dalla sconfitta d iplomattra. Io avrei voluto che i no· stri fanti fossero sfilati a Vienna e a Budapest. Se fossi stato al Go. ,verno, avrei mandato cinquecentomila uomini per qualche tempo nelle capitali danubiane, affinché il nostro popolo e i nostri contadini acqui. Stassero il senso della vittoria, la ·persuasione e l'orgoglio dell'affermazione nazionale. Ma il parlamentarismo di aJlora rappresentava la .mj. cromania deila vecchia generazione e non l'audacia della nuova. Tuttavia ho fiducia in · un grande avvenire dell'Italia », ha concluso Mussolini. E si è congedato per recarsi a Montecitorio.

APPENDICE: DOCUMENTARIO 421
1~r!:! ?ifa° r?::i~f~r~n~.a
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Dobt~a:gg!ra:!
GAETANO POLVEllELLI

IL CONSIGLIO NAZIONALE FASCISTA RIUNITO D' URGENZA •

In seguito ai dolorosi fatti di Sarzana, si è- riunito ali'« hòtel des Princes >> il Consiglio nazionale dei Fasci, che è composto di tutti i segretari regiona li, <lei . componenti il Comitato centrale e della Commissione esecutiva.

Questa riunione ha per scopo di decidere l'atteggiamentò defi nit ivo dei Fasci nella nuova situazione politica creatasi · dopo l'avvento del nuovo ministero ed in seguito ai frequenti conRitti di sangue.

LA RIUNIONE DEC!SIVA •

Fin dalle prime ore di stamani, si trovavano a Montecitorio i rappresentanti dei Fasci e dei socialisti per leggere definitivamente e firmare il concordato di pace.

Però il presidente della Camera, on.· D e Nicola, che doveva coi de1egati firmare il concordato, ha fatto avvertire le due delegazioni che, intendendo egli presiedere la seduta mattutina di Montecitorio, la firma . sarebbe avvenuta dopo la seduta.

Difatti, alle 12,1 5, quando la seduta è terminata, l'on. De Nicola si è recato nel suo Gal::iinetto, seguito subito dopo dalla d elegazione fascista.

Alle 12,45, l'on. De Nicola h a invitato nel suo Gabin etto i socialisti. Poco dopo g iungono g li. onorevoli Bacci, Baldesi e Musatti. ·segue un colloquio con ron. De Nicola, quindi i tre deputati socialisti escono. Col presidente De Nicola restano i fascisti . .Alle 13,40 ritornano i deputati Baldesi e Musatti, questa volta accompagnati da Zann.erini, vicesegretario d ella direzione del Partito Socialista..

Passa ancora. qualche tempo e Bacci rientra pure nel Gabinetto dell'on. De Nicola insieme _con Galli e Caporali d ella Confederazione· Generale del Lavoro.

Ormai il concordato è definitivamente pronto. L'oq. De N icola lo legge ai presenti, i quali, approVatolo, Io sottoscrivono. Sono le 14 precise. ·

• Da Il Popolo d'Italia, N . 1s,, 4 agosto 1921, VIJI.

422 OPERA OMNIA DI. BENITO MUSSOLINI
• D a I/ Popolo d'Italia, N. 174, 22 luglio 1921, VUJ.

IL ' TESTO DEL TRATTATO*

· Ecco il testo del trattato di pace comunicato oggi ai giornali_sti dalla presidenza della Camera deì deputati:

« Al fine di ·raggiungere il rito rno alla vita normale in Italia tra partiti politici e organizzazioni economiche, si sono riuniti, sotto la presidenza dell'on. Enrico D e N icola, PJ:esidente della Camera, i rappresentanti del Consiglio nazionale dei Fasci di Combattimento; del Gruppo parlamt>Otare fascista, della Direzione d el Partito Socialista, del Gruppo parlamentare socialista, della Confederazione del Lavoro. Erano stati a nche invitati i l Direttorio del Gruppo parlamentare comunista, i rappresentanti del Gruppo pulament are popola.re e i deputati repubblicani,

« Il direttorio del "Gruppo parlamentare comunista dichiarò verbalmente al presidente che " il Gruppo parlamentare comunista, in conformità ed in consonanza con le dichiarazioni da tempo pubblicate dal Comitato esecutivo del Partito Comunista d'Italia, non partttipa alle trattative".

« I rappresentanti del Gruppo parlamentare popolare, on. De Gasperi e Gngolani, risposero ringraziando per l'i nvito e facendo voti per il buon · risultato delle trattative miranti alla tanto invocata pacificazione, ma soggiungendo che "nel dubbio che I'intervénto di parti ti, i quali non si trovano negli stessi rapporti e sulla Stessa linea di combattimento çome i contendenti, possa sminuire l'efficacia degli accordi che si vogliono concludere e attuare tra le due parti in causa, il Gruppo preferisce di rinunziare nei suoi riguardi ad una situazione

· ufficiale e di contribuire invece al raggi ungimento del nobile fine col ~ rse-verare nella Came ra e fuori nel suo atteggiamento di rigida legalità e di equa val uta· zionc delle forze sociali che l'ha sempre ispirato"

« Per i deputati repubblicaoi, g li onorevoli Chiesa, M azzolanì, Conti e Macrelli risposero egualmente ringruiando e formulando fervidi a uguri per la p a• cificazione necessaria 3:Ua salute del paese, ma dichiarando di non c redere op- . portano il loro intervento "perché il Partito Repubblicano ha voluto rimanere

· neutrale nell'infausta contesa delle fazioni e resistere anche quando le sue orga- • nizzazioni furono duramente colpite " ,

« 1. Si intende qui riprndotto e confermato il comunicato ufficiale del 28 luÌJlio u. s ché- r isolveva una questione pregiudiziale sollevata dalla parte fascista circa i rapporti tra il Partito Soci~lista e il Partito ComuniSta.

« 2, Le cinque rappresentanze sopra costituite si impegnano a fare lfl"!me· d iatamente opera perché minacce, vie di fatto, rappresaglie, punizioni,_ vendette, pressioni e violenze personali di qualunque specie abbiano subito a cessare.

« 3, I distintivi, gli emblemi e insegne dell'una e d ell'altra parte saranno rispettati. A tale proposito, si sono sollevate rich ieste e formulate prop<Mte circa l'esposizione dei vessilli sugli edifici p ubblici, ma il presidente ritiene che tale questione, di esclusiva competenza del Govemo e del Parlamento, non possa es· sere risolut~ con accordi fra i partiti politici.

APPENDICE; DOCUMENTARIO 423
• Da Il Popolo d'It,x/;a, N. 18S, 4 agosto 192 1, VIII.

« 4. Le p arti reciprocamente si impegnano al rispetto delle organ.iuazioni economiche.

« 5. Ogni azione, atteggiamento o comportamt-nto in violazioné a tale im- , pegno ed accordo è 6n d'ora sconfessata e deplorata d àlle rispettive rappresentanze, Il Partito Socialista dicbiua di essere estraneo alla organizz:azione ed all'opera d egli "arditi del popolo", come del resto risultò gjà dallo_ stesso conv~no dì questi ultimi, che si proclamarono al di fuori di tutti i partiti.

« 6. Ogni infrazione a tali norme dovrà subito essere deferita al giudizio di arbitri, che obiettivamente ne determineranno, con lodo da rendersi pubblico, le responsabilità.

« 7. All'uopo, le o rganizzazioni· politiche ed economiche di ciascuna parte contribuiranno a costituire in ogni provinda un collegio di arbitri, compostò di due rappresentanli di parte- socialista, due di parte fascista, presieduto da persona scelta di comune accordo, o, in difet to, nomimda dal presidente della Ca. mera. Qu3.Jor., nel termine di quindici giorni da oggi le parti ~non designi llo i loro arbitri, la nomina sarà fatta dalle sottoscritte rappresentanze.

<e 8. Tutti g li. accordi l ocali che non corrispondono esattamente alle direttive del presente concordato sì intendono a nnulla ti.

« 9. Le organizzazioni si impegnano a non fo ce con violenza opposiz.ione al· l'effettiva reintegrazione delle cariche, se disposte con provvedimento legale, nei rapporti di coloro che sostengono di essere stati obbligati con la forza a rusegnaie le dimissioni da pubblici uffici.

« 10. Le parti reciprocamente· si impegnano alla restituzione di tutti gli oggetti di valore patrimoniale e dei singoli daruieggiati che eventualmente si tro.. vino in possesso delle organinazioni e dei singoli. ·

« 11. Le rappresentanze sottoscritte invitano la stampa· della loro rispettiva parte i,olitica ad uniformarsi alle direttive del presente accordo ~r il più facile conse-guimento d ei fini · '

« Quanto sopra viene r.:-so pubblico a mezzo della stampa con ferma fiducia e volontà che da parte di tutti si intendano, come la gravità. d ell"ora .reclama, la forza e la virtù di questa comune parola di pace e si obbedisca..

« Romis, Gabinmo dr/ prnid~11Je ~rl/,z Cam,ra a Monurùo,io, J a40110 1921.

« Firmati:

« onorevoli B ENITO MUSSOLINI • CESARE MARIA DB VECCHI • G IOVANNI

GtuRIATI - CESARE Ross i - UMBERTO PASE LLA • GAETANO PoLVERELLI e NICOLA

SANSANELLI i,er il Consiglio nazionale dei Fasci di Combattimento e per il Gruppo i,a.rlamentare fascista;

(( onorevoli GIOVANNI BACCI ed fa.ULIO ZANNERINI per la Direzione del Partito Socia.JiSta ltaliano; on. ELIA Mus1t.Til e on. OooJNO MORGAR.1 per il Gf\lppo parlamentare socialista;

« on. GINO BALDESI • ALES SANDRO GALLI ed ERNESTO CÀPORALI per la Con· federazione del Lavoro; ·

« on. &ateo 01! NrcoLA, presidente dellà Camera dei deputa ti » . '

424 OPERA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI
'1

IL DUCE CHE SE NE VA*

Benito Mussolini, vigoroso e singolare tempra d'italiano, che nella storia degli ultimi travagliosi anni ha affrontato tante res_ponsabilità e guadagnate quasi altrettante benemerenze verso l'Italia, s1 è evidentemente stancato di quella sua prediletta creatura che sono i F asci d i Combattimento. E ha voluto - è evidentissimo - precipitare una liquidazione che avrebbe potuto compiersi anche più lentamente. Cosl anche quest'ultimo suo atto, le dimissioni dalla Commissione esecutiva dei Fasci, non è interamente giustificato ·dalla sconfessione del trattato di pace da una parte, per quanto notevole dei Fasci, dovendosi ancora supporre che la rimanente maggioranza consenta e approvi.

Questo diciamo non per entrare in· merito alla parte strettamente interna della tattica d ei Fasci, ·ma unica mente perché ci sembra che ·anche questo episodio vada messo in relazione coi precedenti testimoni della fretta veramente singolare del duce nel disfarsi delle su e schiere.

.Sull'evidentè crisi della funzione fascista, che è necessariamente destinata a graduale riduzione e speriamo non lontana fine, s' impernia per· l'opini_one pubblica giustamente c.uriosa _ un interessante problema di . psicologia individuale di Benito Mussolini. ·

Si prepara in lui una nuova evo luzione. politica? E verso destra o verso sinistra, tutto essendo da aspettarsi dal fervido, dinamico, irrequieto spirito dell'uomo? Ovvero vi è una specie di stanchezza, di nausea, di violenta reazione del suo spirito contro le violenze, e bene srsso Je brutture di un'azione salutare; ma che necessariamente qua e I degenera. che necessariamente ogni cittadino di cuore deve considerare eccezionale e desiderare si renda superflua al più presto? O puramente o semplicemente l'ambiente parlamentare, che tutto attutisce e avvicina in una blanda intimità i rappresenta nti delle più opposte fazioni, ha rivoluzionata . l'anima ribelle ciel duce facendogli balenare d'un tratto dinanzi la comoda via della carriera parlamentare, . senza le fatiche e le responsabilità di una vasta azione diretta di masse?

Non sembri pedante rimprovero, il dire che, nell'uno o nell'altro dì questi casi, il Mussolini appare tipico rappresentante di uno di quei difetti che gli stranieri attribuiscono più volentieri al carattere italiano e che per fortuna è forse meno diffuso di quel che si pensi: l'eccessiva mobilità, l'irrequietudine, l'impulsività, che sono il rovescio della medaglia di una prontezza di visione e di una energia di decisione ·che in qualche momento culminante della storia salvano le situazioni e creano forze e valori ·nuovi.

C'è forse sotto questa incostanza mussoliniana la mancan_za di solide convinzioni e di un compiuto sistema di valori spirituali, quali l'hanno certamente.meslio di lui nazionalisti, cattolici, socialisti. Certo è che in questa" precipitosa li<Juidazione del fascismo, Mwsolini manca di stile; vale a dìre non c'è nspondenza tra le sue azioni e quella ch'è la situazione reale . delle cose. Proclama finita l'azione def fascismo

APPEND(CE: DOCUMENTJ\IUO 425
• Da Il Gìorr111l1 d'lt11lia, N. 196, 19 agosto -1921, XXI.

quando l'insidia e la violenza comunista continuano in episodi quotidiani; esce dal fascismo bruscamente quando il suo prestigio e la sua esperienza di duce potevano permettergli di esercitare una benefica influenza nella smobilitazione delle schiere e degli animi; e, con strana voluttà saturnina, lo proclama sconfitto ed arriva a gridare la superiorità del socialismo, mentre sarebbe stato suo dovere far sl che il fascismo mantenesse· il suo posto e la sua parola con dignità; e non

lotta) la soddisfaMancanza di stile; e se v'è uno stile, è forse ancora quello dell'eccessivo individualismo che rifiuta· ogni disciplina anche interna.

Il duce ·se ne va troppo presto, rumorosamente, con ostentazione, mentre le schiere, vittoriose nel complesso, continuano qua e là una dura guerrigl ia contro i residui dell'esercito sconfitto.

Ancora per poco, è vero, e limitatamente a certe zone; ma il d\lce poteva rispar,miarsi di ripiegare con tanta fretta i vessìlli e di sconfes. sarli anche se per conto suo aveva bisogno urg ente di tregua e di ri poso.

Questa, con tutto il rispetto e la riconoscenza e l'amicizia c~e ab~ biamo per Benito Mussolini, la modesta impressione di uno che ama, ma osserva.

SUL CONVEGNO DI FIRENZE*

Per ben intendere il significato dell'ordine del giorno presentato dal nostro segretario politico al Consiglio nazionale ultimamen te convocato in Firenze, ordine del g iorno che a noi preme, per la falsa interpre• tazione di qualche giornale, illustrare con chiarezza e alla buona, è necessario richiama!e alla nostra e alla altrui memoria g li avvenimenti che orig inarono la crisi e la conseguente convocazione del Consiglio. La crisi fu determinata de tre distinte valutazioni dell'orma i famoso trattato di pace : .

1. Accettazione pura e semplice del trattato di Roma (Mussolini).

2. Accettazione del « principio » di pacificazione, con _ ampia riserva sulle clausole ( on. Grandi).

3. Rigetto pwo e semplice ·del trattato .fin d all'inizio delle trat· tative, ritenuto prematwo e dannoso alle sorti e allo sviluppo del fascismo (Marsich. e Farinacci).

Tralasciando -i pochi sporadici sostenitori di quest'ultima tendenza, il principio della pacificazione fu accettato a Roma e a Firenze.

E una volta sanzionate le dausole del patto - non perché il « vinto avesse bisogno di pace », com~ un innominabile giornale deJla sera ,ebbe a strillare dall'alto della sua _prima fangosa colonna, ma per di. mostrare una volta ancora che chi dà alla patria dà tutto, 6.no alla fine - bisognava lealmente osservarle.

E lealmente le osservammo; a segno che lo stesso on. Bonomi - la suprema eccellenza rossa - fu costretto a riconoscere e proclamare, in

426 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~~:e ai\ìd;;:rd~:i ec~eel~~~~od~v~f!~i.
EGO
• Da L'Azùme P,urina di Napoli, N . 4, 3.4 settembre 192 1, I.

seno al Consiglio dei ministri, la .nostra lealtà, in cpnhasto con la guerriglia sleale dei suoi compagni d1 ieri -l'altro.e di 0$,gi. .

Osse[Vammo il trattato anche quando, come nell Emilia, ·nelle Marche ed altrove, esso riusciva. dannoso al prestigio delle nostre orga· nizzazioni operaie. .

Nel Consiglio di Firenze, la prima e la seconda valutazione erano rappresentate. La terza, mancando Matsich e Farinacci, non ebbe - ripetiamo - che qualche tepido sostenitore.

Il maggiore esponente della« voluta indisciplina»,« l'eretico», l'on. Grandi, portò tale e tanta e serena e copiosa documentazione delle violenze subite nel Bolognese in seguito al trattato di pace, che quanti eran venuti col fiero proposito di ·darg li battaglia grossa, dovettero - e Jo fecero lealmente - riconoscerne la perfetta buona fede e scusare. il suo stato d'animo.

la sua tesi, in fondo, era quella d i ogni buon fascista : per· disciplina, accettiamo il principio d el la pacificazione; ma ·siccome le clau· sole d el trattato concluso non tutte favoriscono lo· sviluppo delle no· stre organ!zzazioni economiche, · create attraverso ostacoli formid abili, e la parte avversaria manca ripetutamente alla parola data, perché non compiere il gesto de1Ja liberazione e denunciare il p atto?

11 problema veniva così posto ne lle sue dighe naturali. E di ciò Si avvalsero J'avv. Aversa e l'on. Caradon na. -~r la compilazione di due distinti ordini del giorno: Ma il concetto informatore di essi _era già nello spirito e nella lettera dì guello p resentato in .precedenza dal nostro segretario politico. E mentre l'ordine del giorno Aversa respingeva tutte in blocco le dimissioni, comprese quelle di Cesare Rossi, e l'ordine del &i~rno Caradonna era ver~o il Rossi tropi:o s~ver~, 9uello Pa~ovam, ·nmuovendo 1a vera precipua. causa del diss1d10, nchrnmando rmplic ita.me nte il Consiglio nazionale a esser d'accordo con se stesso, teneva in gius to conto le documentazioni Grandi e trattava il caso Rossi come diverso e distinto; senza acredine, poiché questi aveva già sent ito , per corret tezza politica, la necessità di dimettersi.

. E q uando Padovani ·to illustrò, con parola rude, ma franca, d a soldato a soldati, insistendo sulla indispensabilità di avere un duce, ch e pei fascisti non può essere altri che Benito Mussolini e di conservarlo anche quando il fascismo s i sarà affermato come partito politico, ebbe largo consenso di applausi ; non meno di guando affermò - augurio g iocon do - · l'altra grande necess ità d i vedere, a fianco di Mussolinl, con noi , tra noi, il primo magnifico ardito d'Italia.

Noi siamo pienamente d'accordo col nostro segretario pol_itico nella tesi da lui sostenuta e nel mantenimento del suo ordine del giorno, il solo, a nostro parere, che avesse potuto con sincerità rimuovere Ogni ragion e dl dissenso, passata e a venire.

Lo trascriviamo, perché i nostri fascisti lo valutino col buon senso eh~ ]i d_istingue :

« Il Consiglio nazional e dei Fa.$C i, pure apprezzando j motivi ideali e partk olari che informarono l' opera dei Fasci d ella Romagna, riconfèrma il p rin• cipio della pacificazione sancito dal precedente convegno d i Roma ; e mentre iiivita Benito M ussolini, duce ed apostolo del fascisino, a ritirare l e dimissioni, respinge q uelle p resentate da M arsich e _F~rinacci; prende atto delle dimissioni

APPENDICE: DOCUMENTARIO 427
··
2 8 • X VII.

di Rossi e delibera di denunziare il trattato di p3.cc, qualora da parte dei socialisti si dovesse verificare un solo nuovo caso di inadempicn:i:a, in specie per quanto si riferisce al riconoscimcrito e al diritto delle org:ani22azioni economiche fu cistc», ·

Questo ordine del giorno, « fotografando» le varie correnti e i diversi stati d'a nimo, doveva, a nostro avviso, accontentar tutti e fonder tutte le tendenze; da quella che fa capo all'on~ Mussolini, all'altra che si incaèna nell'on. Grandi.

Ma se la votazione arrise all'ordine del giorno Calza-Bini, che non incide, ma sfiora; che non rimuove, ma rimanda, non importa. Quel che importa è che la crisi sia superata nella sostanza.

Rileggiamo l'ordine del giorno approvato:

« li Consiglio nazionale dei Fasci italiani di Combattimento, esaminata la situazione e preso atto di quanto è stato esposto dai rappresentanti dei Fasci dissidenti a siustifica:zione dei Fasci stessi, delibera in nome dell'unità fascista di respingere Je dimissioni di Marsich, di Rossi e di. Farinacci da membri della Commissione esecutiva del Comitato centrale; ma chiede che sia subito esercitata opera attiva da parte di tutti indistintàmente perché il congresso nazionale dei Fasci mostri agli amici e nemici la saldezza non disgregata. e non disgregabile della compagine fascista p er il bene supremo e le supreme fortune d'Italia».

La causa del dissidio, ripetiamo, non è rimossa. Ma la discussione è 1ì ad attestare che la scissione auspicata dai rossi e dai neri è una

vann:r~: 2s~8lio nazionale non doveva venir fuori se non a voto di mille volontà fwe in una volontà sola e potente; sè non la gioia dl sentirsi vieppiù stretti nel Fascio, che, da tempo, ci lega in- comunione di martirio, di fede e di vittoria. E tale volontà si è affermata Ché se la fusione perfetta non è un fatto compiuto oggi attraverso l'ordine .del giorno Calza-Bini, lo sarà indubbiamente domani, a llorché il cong resso nazionale sarà chiamato inappellabilmente a pronunziarsi.

I nostri avversari che specularono o speculano sulla « crisi profonda e insanabile» del fascismo . (fra gli avversari pon iamo in prima linea i g iornalisti bor~hesi, che da un po' di tempo insolentiscono contro di noi, mentre ie ri ci prodigavano fe primizie della loro agilità dorsale) hanno da ridere per poco. Il fascismo non è morto ancora. E non morrà. Fin che il loro riso sarà rosso, invano scruteremo l'orizzonte per vedervi JU,lpitare la necessità storica di cantarci il funerale.

(( (AZIONE FASCISTA))

UN DUELLO*

Il nostro conispondente da Roma ci informa che il signor Francesco Ciccotti-Scozzese, direttore del Paeie, ha inviato un cartello di sfida a Mwsolini. ·

• Da li Popolo d'll1,1/;a, N 24~ 13 ottobr" 1921, VJIJ.

428 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

I rappresentanti del Ciccotti sono l'ex maggiore Guglielmo Pini ed il pubbficista Cabasino-Renda, i quali sono partiti per Milano ieri sera. A tale proposito la Stefani infoima:

« I g iornali dicono che in seguito al commento fatto dal Popolo d'Italia all'incidente lgliori-Ciccotti *,, il Ciccotti ha inviat~ il cartello di sfida all'on. Mussolini. Secondo un'altra notizia da Roma, li sfida sarebbe invece d eterminata da una frase contenuta nell'articolo di Mussolini pubblicato nel Popo/Q d'Italia del 4 corrente».

* 11 tenore del commento è il seguente:

« Noi esprimiamo ad Ulisse lgliori tutta la nostra solidarietà. e quella dei fascisti italiani dd quali ci sentiamo interpreti. Franceschiello Scotzese è l'essere più spregevole tra quanti inquinano la vita pubblica italiana e merita di ess"ere additato ai fascisti romani. Se egli non smetterà·la sua turpe campagna contro il nostro movimento, non potrà lagnarsi se troverà sul suo cammino qualche altro fascista ». (JGLIOR?, DECORATO DI MEDAGLIA D'ORO, SCH?AFFEGGlA IL DIR6ITORE DEL « PAESB », da I/ Popolo d' l1t1fia, N. 243, 11 ott_obre 1921, VIII).

LA. VERTENZA MUSSOLINI -CICCOTTI-SCOZZESE •

Come. abbiamo annunziato ieri, il signor Francesco Cìccotti-Scozzese ha mandato i suoi padrini al nostro Direttore nelle persone dell'ex maggiore Guglielmo Pini e del pubblicista Cabasioo-Renda.

La ragione della sfida è realme·ote in questa frase dell'articolo di Mussolini, ap1>3:rso nel Popolo d 1Jtalia del 4 corrente:

« Parliamo del Pane, diretto dallo spudorato Ciccotti, e che sia " spudorato" ogni ·socialista italiano lo sa, tanto che ci fu sempre un "veto .. di complicata natura morale tutte le volte che si parlava di elevare Ciccotti-Scozzese alla direzione· dell'Avanti!». ·

Mussolini ha accolto la sfida e ha nominato suoi rappresentanti l'on. Giunta, deputato fascista per Tcieste1 ed il valorosissimo colonnello Bassi, comandante il settimo reggimento di fanteria, fondatore del corpo degli arditi di guerra e molte volte decorato al valore.

LA VERTEJ::sZA MUSSOLINI - CICCOTTI-SCOZZESE •

Nel pomeriggio di ieri, si sono incontrati a Milano i padrini del nostro Direttore e del signor Francesco Ciccotti-Scozzese, direttore del Paeu.

Al>PENDICE: DOCUMENTARIO 429
• Da Il Popolo d'Italia, N . 246, 14 ottobre 1921, VHI. • Da li Popolo d'Italia, N. 247, ·1' ottobre 1921, VIJI.

L'on, Giunta, che aveva inviato a Musso li ni, appena a ppresa la notizia d ella sfida, un cordi ale telegramma · d i solidarietà, mettend.osi a sua d isposizione, non poté arrivare in tenipo, causa un evidente disguido telegrafico, per partecipare alla riun ione già indetta dei secondi. Egli fu perta nto sostituito dal nostro valoroso e caro amico on. Aldo Pinzi, l'i ntrepido combattente delJa <<Serenissima>> e deputato fascista per la circoscrizione.dì Padova-Rovigo, il quale accettò .assai di buon g rado di assistere nella verten za, unitamente al colonnello Bass i, il nostro am ato Direttore.

LA VERTENZA MUSSOLINI-CICCOTTI

UN FANTASTICO INSEGUIMENTO IN AUTOMOBILE*

so lìnì -Ciccotti. B un assedio che d à molto lavoro ai telefoni, alla posta e pers ino al telegrafo. Dopo il primo annuncio della vertenza ·e la deplorazione d elJa sorveglianza cui il ,nostro Direttore è stato sottoposto, ci eravamo imposti un certo riserbo. Ma poiché l'interesse pubblico per ciuesta vertenza diventa Sempre più inte nso e già .parecchi g iornali hanno dato notizie di qualche incidente, rompiamo anche noi il silenzio e diciamo che il d uello.. .. non ha avuto ancora luogo.

Quello che è certo è che avverrà e presto.

Pertanto d i vero non c'è nelle voci - or .buffe, o r t ragiche, or misteriose ch e .co rrono su questo avven imento - che una p artenza da Milano dì Musso lini avvenuta ieri ma ttina.

Ed anche Ja Questura, ch e aveva preso le sue buone p recauzioni - e che p recauzioni! - si è accorta d i questa partenza del nost ro Direttore. Però anche la poJizia sa rebbe molto imbatazzata se dovesse dire con p recisione dove Mussolini è andato e che cosa è andato a fare.

Ieri mattina, u n corrunissario di pubblica sicurc:zza ha creduto di scorgere Be n ito Mussoli ni a bordo di una potente automobi le che usciva dalla città dalla parte del piazzale Vittorio. C'erano nella vet tura cinque persone; il conto dunque t ornava: Mussolini, i pad ri ni, i l medico e ìl meccanico. · ,

Ancht: il funzionario, che era il comm issario Pistone, d isponeva di una _potente automobile, nonché di a lcuni fidi e vispi segugi; non ta nto vispi però da saltare in te mpo sulla vettura i nseguitrice lanciatasi sulle p iste della presun ta automobile di M ussolini Cosl gli agenti sono rimasti a terra, un po' storditi dalla sorpresa e dagli sbuffi fumosi della ~ett~ra, ~he si era dileguata con a bordo il conducente ed i l solo comm1ssar10.

E s'è iniziato l'inseguimento sulla bella strada lombarda.

Ad un certo momento, l' automob ile sulla qua le si sare bbe dovuto

430 OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI
ea t 0 ~os~:~iJ3i:~~r: 1~si~fe~\/J~:a~d~g~~f ,~;s~tdeifa0::;:~n:d~~:~
• Da Il Popolo d'Italia, N. 2S7, 27 ottobre 1921, VIII.

trovare Mussolini con i suoi padrini, ha avuto una panne. Allora la vettura della polizia ha oltrepassato la comitiva ch'era scesa a ~erra, mentre lo rht1irjfe11r eseguiva fa riparazione. Afferma il funzionario che, ad onta della velocità con cui la potente macchina è passata dinnanzi alla vettura in panne, ha potuto gettare un rapido sguardo scrutatore sul ~uppo di persone e nella automobile; e si è accertato che all"infuon dt una innocente valigetta non era nella vettura arma alcuna.

Oltrepassata l'autoffiobile .creduta di Mussolini, il funzionario ha aspettato lungo una strada laterale ch e la vettura pedinata riprendesse la corsa. Infatti la sosta è stata breve e l'inseguimento è continuato verso Pfacenza.

La città emiliana è stata traversata ad una velocità pazza, e le due vetture erano -appena uscite dall'abitato che una lunga fi.l_a di carri è apparsa ad ingombrare la strada.

L'automobile creduta di Mussolini è balzata come una saetta atr::J~s;° ~~r~~ft~faazj~,;::i~t~ l~~d:~ad: i sba~~~r~dv!ofea~:::e~!:r:;~:~ i primi rustici e pesanti veicoli, capovolgendosi -in un fosso e sfasciandosi.

Breve: il funzionario, fortunatamente incolume, è tornato a Milano in ferrovia; e nessuno, né noi né _la polizia,· sa doYe Mussolini sia andato. Se veramente queUa inseguita era l'automobile di - Mussolini.

IL DUELLO MUSSOLINI-CICCOTTI

SI E SVOLTO A LIVORNO*

LIVORNO; 27, noi/e.

Richiamiamo l'origi ne della vertenza . Da qualche tempo il Paeu, diretto dall'ex -deputato ed cx sociaJista Ciccotti-Scozzese, aveva impresa · una ·violenta campagna a base di denigrazioni e di d iffamaz ioni còntro il fascismo. La cosa fu notata e deplorata dai fascisti roman i, a nome dei quali e per conto proprio, il valoroso tenente UJìsse Is liori, due volte mutilato di guerra e decorato di medaglia d'oro, e socio del Fascio Romano di Combattimento, si recò dal direttore del Paeu per pregarlo di volere smettere l'oramai consueto turpiloguio nei riguardi del nostro movimento. Il Ciccotti credette di aderire alla ,richiesta. Ma contro la sua promessa, il Paese del 9 corrente pubblicava un' ignobile vignetta riproducente un industriale ed una rorotte, dal cui colloqu io risultava che i fascisti, non potendo più fare uso delle armi, userebbero le seghe circolari.

L'ingiuria non poteva essere più volgare ed atroce e perciò lo stesso· tenente lgliori si {"esentava, unitamente al tenente Candelori e ad altri tre fascisti, alla direzione del gior~ale nittiano, chiedendo di essere ci-

APPENDICE: DOCUMENTARIO 43 1
• D a // P__opolo
d'Italia, N. 258, 28 ottobre 1921, VIII,

cevuti. dal Ciccotti-Scozzese, mentre i tre fasc isti accennati attell.devano sulla porta del Pam.

Il Ciccotti cercò dapprima di rimandare il colloquio, ma poi, dietro le insistenze dell'lgliori, si decise a riceverlo. L'Jgliori affrontò con vivaci parole l'ex deputato, rimproverandog li le infrazioni agli accordi precedenti; e poiché il Ciccotti, assumendo un'aria di disprezzo, si ac.cingeva ad abbandonare la stanza, lo stesso Igliori lo colpiva con un ceffone. 11 Ciccotti non reagì limitandosi a grida re: « Non mi batto! Lei è un mutilato! ». Alle quali parole, l'Igliori rispose che 1a sua mutilazione era affare suo. E l'incidente, per l' accorrere di alcuni redattori del Paese, del tenente Canddori e cli alcune guard ie· regie, finl 11.... - per il momento. ·

Ma il giorno dopo -il signor Ciccotti mandava i pad rini al tenente Igliori, il quale delegava a sua volta a rappresentarlo nella vertenza cavalleresca il d eputato fascista Costanzo Ciano e Gino Calza-Bini del Fascio Romano.

Nella riunione dei secondi, i due r~ppresentanti dell 'Igliori soIIevarono subito una grave questione: essi sosten nero cioè che il Ciccotti non era degno di battersi con l'Igliori, perché in precedenza non aveva : e~~ j~ &nr:;a~t~~:Ji~~. apparso nel Popolo d'//a fia del 4 ottobre, L'eccezione, la quale fu accolta dagli ambienti fascisti con molta sorpresa,. anche perché era stato pubblicato dai giornali che Jgliori schiaffeggiando il Ciccotti g li aveva rivolta questa fras e: « ed ora attendo i padrini!»; l'eccezione, dicevo, ebbe per conclusione 1a restituzione del mandato da parte dei padrini del direttore del Paese al proprio rapp resentante. ·

1n segwto a ciò, Franc~sco Ciccotti-Scozzese, dopo avere affermato che egli. non sapeva dell'attacco di Mussolini perché in quei giorni era a letto ammalato e non aveva veduto Il Popolo, d'Ila/i~ inviò al nostro Direttore un regolare cartello di sfida, d elegando a propri rap-presentanti l'ex maggiore Guglielmo Pini e il signor Cabasino·Rencfa, redattore del Paese. Mussolini accettava subito la sfida e sceglieva i propri secondi nelle persone di due valorosi: il colonnello Bassi, fondatore degli arditi e comandante il settimo reggimento di fanteria ed il deputato fascista on. Aldo Finzi, già combattente nella «Serenissi ma», entrambi d ecorati al valor militare.

la notizia della vertenza, pubblicata dai giornali romani e t rasmessa a quelli di fuori, ebbe per effetto l'inunediato intervento della polizia, la quale _dispose uno spietato servizio di sorveglian:ia del nostro Di~ rettore e dei suoi rappresentanti. Da quel giorno, Mussolini fu infatti continuamente pedinato da agenti investigativi in bicicletta ed in motocicletta, coi guaii ultimi, del resto, ha impegnato _più volte delle vere e proprie gare, divertendosi un mondo a far perdere le proprie tracce. I padrini decidevano intanto lo scontro, j} quale avrebbe dovuto essere, come è stato, alla spada triangolare con' guanto e crespino fino al gomito; durata dell'assalto a discrezione del direttore; cessazione dello scontro a giudizio dei medici e concordemente dei padrini sulla infe~ riorità di uno dei combattenti.

Perché lo scontro avvenisse, si attendeva che Ogni ostacolo ~tesse essere rimossoj primo fra tutti la sorveglianza poliziesca,_ cht ti faceva

432 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

~gni giorno più intensa ·e che occorrev~ eludere. Alla fine fu deciso cfie il duello avesse luogo oggi in una villa presso l:,ivorno.

Ieri alle ore 13, Benito Mussolini, con l'on. Finzi, il colonnello Bassi ed il medico dott. Ambrog io Binda lasciava Milano a bordo di una potente automobile da corsa, Questa pa rtenza diede luogo alla sce~ n~tta offenba:chiaflà che si ap'prende dal Po po/Q d 1Italia arrivato a Livorno questa sera. Fatto è che l'automobile di Mussolini, pilotata alternativamente da lui e dall'on. Pinzi, era preceduta e Seguita da quattro potenti vetture, pure da corsa, con a bordo funzionari di pubblica sicurezza e guardie. Il passaggio dell 'automobile di Mussoliru era in precedenza segnalato telefoni camente; e la vettura era via via fermata dai carabinieri in attesa, · i quali ne p rendevano il numero. Come è noto, il commissario Pistone- fu il primo infortunato dell'insegui' mento, che dovette abbandonare appena oltrepassata Piacenza.

La macchina di Mussolini dovette· fermarsi per un guasto ad un copertone e però fu condotta dentro un cortile. Fu così che la vettu ra che precedeva quella di Mussolini e le altre due che ancora la seguivano, hanno continuato la loro corsa pazza, perdendo di vista la preda per non ritrovarla.

Cambiata Ja ruota, il viaggio fu ripreso a tutta velocità sull'itinerario Parma-Reggio-Sassuolo ( dove anche le segnalazioni telefoniche poliziesche çessarono) Pavullo del FriB,nano-Abetone.San Marcello Pistoiese e Pistoia, dove Mussolini e i suol amici hanno pernottato. ·

L'ultimo tratto del viaggio fu compiuto stamani alle 9,30. AlJe 13 precise, tutti erano -alJ'appuntamento. Poco prima di reca rsi sul ter~ reno, l'on. Finzi, sull'automobile d i Mussolini, si è recato a prendere il Ciccotti al <e Palace hOtel ».

lo scontro doveva cominciare· alle ore 16, sotto la direzione del l'egregio avv. Ugo Gheraldi, recatosi appositamente in treno a Livorno da Milano. Jl luogo predisposto era la villa Perti, in via dell 'Uliveto.

I due avversari, i padrin i, il dott. Binda, il dott. Rodriguez di Livorno (medico del Ciccotti) e l'avv. Gheraldi vi giunsero separata. mente, alla spicciolata, per fuoc via re le ricerche delfa polizia.

Si procedette subito alla disinfezione delle armi ed alla pre parazione del terreno, scegliendo un viale ne l giardino della villa Perti, completamente nascosto in una siepe di ·algad. Si stava per portare i due avversari uno dì fronte all' altro, 9.uando si yidCro irrompere improvvisamente un conunissario di pubblica sicurezza ed alcune guard ie, che avevano potuto penetrare non si sa come nel recinto. li fun zionario, alzando le mani, ha esclamato con tono imperioso: «Signori! .. Alt ! ", In nome della legge! » .

Segue un lungo vivace parlamentare fra il commissario, l'on. Finzi e l'avv. Gheraldi, i quali tentano di far credere all'autorità che oramai ritengono necessario rinunciare all'idea di fare lo scontro nella viJla, sostenendo che bisognerà recarsi a ltrove a bordo delle due automobili a tutta velocità ,; che intanto i padrini si ritirano nell'interno della villa per redigere un verbale, che sarebbe stato necessariamente assai lungo. Il ·commissario si lascia convince re e si mette a passeggiare con i suoi uomini nel giardin~. Intanto i padrini e i duellanti si rinchiudono nella villa, sgomberano l.Ull nsta sala, e preparano· alla meglio un pavi-

APPENDICE; DOCUMENTARIO 433

mentO con della resina e della sabbia e lo scontro può cominciare ed avvenire indisturbato.

A questo punto lascio la parOla all'aVVocato Gheraldi, al quale ho ch iesto esatti ragguagli sul le fasi .dello scontro :

« Su~ito dar erimo :issalto - egli mi dice - M\lSSOlini attacca con vivacità e dec isione, tanto che si deve dare un «alt ! » q uasi immediatamen te , perch é Ciccotti, indietreggiando, ha o ramai ragg iunto il · limite del terreno che gli è riservato, I successivi assalti si può dire che siano la copia di questo primo. Mussolini attacca sempre con .continue << prese di f ermo·» e con degli « a fo n do >> netti, mentre Ciccotti resta in una rigida guardia ed indietreggia p asso passo. Al quarto ed al quinto assalto, la pu n ta della spada di Mussolini arriva fi no al corpo dell'avversario La prima. volta al_ di sopra del gom ito, la seconda sul fianco, quattro dita sotto l'ascella. 11 duello è fotto sospendere immediatamente e tutte le due volte si constata che la punta della spada ha perforato nettamente la camicia di Ciccotti. Gli assalti successivi diventano per necessità estremamente brevi. Ciccotti appa re assai affaticato ed i med ici intervengono due o tre volte presso i pad rini per fare nota re l'imposs ibilità nelJa quale il Ciccotti si trova di continuare lo scontro, dato un suo vizio cardiaco, che, eer ·1e fat iche del duello, si è accentuato in modo allarmante. I padri ni però non accettan o questo giudizio dei medici, e si stabilisce ch e gli assalti debb~no essere ridotti· ad u n tempo brevissimo Si arriva così, con due riposi c~iesti dai padrini e da mc concessi, fino al quattordicesimo assalto. A questo punto i medici intervensono nuovamente cd esprimono la loro opinione netta per la cessazione d ello scontro, d ata la materiale impossibil ità nella qua le si trova il Ciccotti di conti nuare e mi nacciano di andarsene a scanso di loro responsabilità se i padrini no n decideranno in conseguenza. lo allora sospendo 1o scontro ed i padrini si riuniscono per la redazione del verbale ». -

Fin qui l'avv. Gheraldi.

l ' on. Ciccotti d eve mettersi immed iatamente a letto nella stessa villa, ed i medici ·devono praticargli delle iniezioni di olio canforato e di strofantina.

Mussolini resta a disposizione a ncora per una buona mezz'ora in tenuta di assalto Poi, avutane _ la libe rtà dai suoi padrin i, si allontana con l'automobile, che egli stesso p ilota con serenità e con freschezza. li dottor Binda mi dice a questo proposito di avere alla fine ascoltato il cuore e preso il polso a Mussolini; ed aggiunge;. - Sembravano 9u~ll~ di un uomo· ch e si fosse appena ridestato d opo una notte tranqu1lhssuna.

I padrinr, dopo un primo, infruttuoso colloquio, tornarono a riunirsi questa sera al « Palace hòtel ». Alle 24, la vertenza r oteva con-· sìderarsi definitivamente chiusa, con piena soddisfazione de nostio Direttore. II ver ba le sarà firmato questa notte stessa e ·10 avrete domani.

I fascisti, appena saputo che Mussolini era a Livorno, si raccolsero, nel~a. sede del Fascio e vi rimasero per rutta la g iornata in attesa di noh~1e. Quando appresero d ell'esito del duello, si recarono col propr io gagliardetto al « PaJace hòtel », ove Mussolini ricevette il ten. Vaccari, segreta~io d el ~ascio~ il nostro corrispondente D avcggia e tutti i componenti d el Dttettor10, ch e gli porset:Q U ~alutq cl.ci fascisti livornesi.

4,4 OPER,A OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

. Mussolini, al quale è stato presentato un grande mazzo di fio ri col nastro tricolore, fu anche invitato questa sera alla sede del Fascio1 ma esli declinò l'invito con una lettera cordialissima invitante i fascisti a n nunziare alla di~ostr~zi?ne di simpatia che avevano in ani mo di .orea: nizzarc. Ma la d1mostraz1one ebbe fuogo egualmente: A1 numeros1ss1m1 fascisti, parlò, tra grandi applausi, l'on. Aldo Finzi. N essun inciden te.

SANDRO GIULIANI

IL VERBALE DEL DUELLO MUSSOLINI-CICCOTTI •

Quest'oggi 27 corrente, com~ conv~nuto, nel posto e riell'ora sta- · biliti,. si sono incontrati i sig noii Pini e O.basino-Renda, colon nello Bassi e on. Finzi, coi loro rappresentati on. Ciccotti cd on. Mussol ini, unitamente a!J'avv. Gheraldi e rispettivi sanitari.

Alle ore 15,30 Jo scontro si e iniziato con le armi ed alle condizioni fi ssate.

Si so no svolti quattord ici assalti condotti con molta vivacità e perfetta correttezza.

Alle ore 16,10 circa, dopo il quattordiceSimo assalto, i medici han no fatto fa constatazione seguente, che hanno voluto rilasciare per iscritto :

« N oi sottoscritti dichiariamo che nello scontro Mussolini. Ciccott i-Scoz.zese, l' oo Ciccotti, dopo quattordici assalti, ha p resentato sintomi gravi di insufficenza cardiaca, esacerbazione di un vizio di cuore p reesistente.

· « In seguito a queste condizioni, noi ci ritiriamo dallo scontro.

« Fi rmati:

(( Dott. ALFONSO RODRIGUEZ

« Dott. AMBROGIO BINDA».

Essendosi in seguito a queste dichiarazioni sospeso lo scontro. i signori on. Finzi e colonnelfo Bassi ha nno pro posto la cont inuazio ne d ello scontro aòche senza i medici , proposta che i sig nori Pini e Cabasino ritennero assolutamente inaccettabile e neppure discuti_bile.

Avendo fatto insistenza sui signo ri medici perché fossero rimasti ugualmente sul lucgo delJo scontrn, essi hanno risposto che si ritiravano ed infatti si allontanatone.

Conseguentemente Io scontro è cessato ed i rappresentanti si sono nuovamente riuniti.

I signori colonnello Bassi e on. Finzi hanno dichiarato di restare col loro primo a disposizione dei rappresentanti dell'on , Ciccotti, i quali osservarono che la loro esibizione non poteva essere presa in con siderazione, non essendo possibile Jo svolgimento di uno scontro in assenza di sanitari, scontro che: sarebbe sei:,za eseinpio nella storia del duello.

APPENDICE: DOCUMENTARIO 435
"' Da li Popolo d'Tllliia, N ." 2)9, 29 ottobre 192 1, VIII.

Data l'eccezionale situazione creatasi, essi dichiararono di proporre· che tutta q uanta la questione fosse deferita all'esame ed al g iudizio conseguente di tre arbitri. . .

A questo punto i signori colonnello Bassi ed on. Finzi fecero notare che l'arma p er Io scontro venne scelta e stabilita dai rappresentanti dell'on. Ciccotti e che lo scontro stesso fu interrotto per causa assolutamente estranea alla volontà· del loro primo e ritennero dichiarare che lo scontro dovesse avere seguito, rifiutandosi quindi di adire alla proposta d'arbitrato dei rappresentanti dell'avversariQ, i quali fecero notare che l'interru2ione non fu dovuta neppure alla volontà d ell'on. Ciccotti, che era pronto a continuare se i m edici, sia quello d ell'on. Ciccotti che 9:uello d ell'on. Mussolini, non avessero abbandonato il terreno e quindi. 1 signori Pini e Cabasino-Rcnda non avessero obbligato a so'fendere lo scontro; scontro che si ritenne inopportuno riprendere senza i giudizio di un arbitrato. E conclusero qumdi insistendo nella loro proposta.

I signori colonnello Bassi e on. Finzì, insistendo invece sulla necessità di continuazione dello scontro, domandarono quanti giorni i rappresentanti avversari chi edessero per addivenirvi, al che fu risposto: : quindici giorni, nella fid uci a che sarebbero stati più che sufficenti per interrogare un giurì d'onore «unilaterale)>. .

A questo punto i signori colonnello Bassi e on. Finzi, ved endo l'imposs ibilità di accordarsi su tendenze opposte, dichiararono per loro conto chiusa la vertenza.

I signori maggiore Pini e Cabasino-Renda dichiararono di ritenere da parte loro non chiusa la vertenza e di adire un giu rì d 'onore.

ALTRE VERTENZE*

Il fascista romano t enente Ulisse Igl iori, decOrato di medag lia d'oro, ha telegrafato al nostro Direttore annunziando l'invio. dei suoi pad rini.

Come è noto, q uesta ulterio re e non ultima vertenza trae orig ine del fatto che Mussolini ha accettato Ja sfida ·di Francesco Ciccotti-Scozzese, dichiarato inde~no di battersi dai padrini dello stesso Igliod, on Costanzo Ciano e Grno Calza-Bini, perché il Ciccotti non aveva sfidato Mussolin i per il vivace attacco ch'e quest'ultimo gli mosse nel Popolo d'Italia del 4 corrente; attacco che il Ciccotti dichiarò d apprima di non aver veduto a tempo debito e per il quale ebbero poi .luogo la sfida del direttore del Paese e lo scontro di Livorno.

Anche il comandante Ciano e G ino Calza-Bini hanno telegrafatO ieri a Mussolini annunziando che, esaurita la vertenza con l'I,gliori, ess.i lo ritengono a loro disposizione,

• Da Il P()p()/o d'I1alia,. N, 260, 30 ottobre 1921, Vlll.

436 OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

•••

Nella g iornata d'icri .e nella notte ci sono arrivati numerosi teiegraJJUni di solidarietà con il nostro Direttore. Sono essi l'espressione di Fasci di Combattimento e sono voci isolate ed ardenti di vecchi e provati amici. .

Lo -spazio ci impedisce di dar posto· alla simpatica manifestazione e però chiediamo scusa a tutti e ringraziamo.

LA VERTENZA MUSSOLINI-IGLIORI COMPOSTA•

ROMA, 9, notte

Avendo i padrini dell'on. M ussolini dichiarato a q uelli dell'or.. Igliori che Mussolini battendosi con Ciccotti non avev; affatto inteso dì disapprovare l'opera di Jgliori nella sua vertenza col Ciccotti, né menomarne in alcun modo fa dignità, Ja vertenz~ Mussolini-Igliori è stata chiusa, ·

* Da Il Popolo d'ItaUa, N, 269, 10 novembre 1921, VIII.

ECHI DEL D UELLO MUSSOLINI-CICCOTTI •

ROMA, 29, n oi/e.

.All'interrogazione dell'on. Mussolini relativa all'assiduo pedinamento cui fu fatto segno all'e poca della vertenza con Ciccotti-Scozzese, il Governo ha risposto nei seg uenti termini :

« ll Governo non ebbe motivo di dare e non dette a ll'autorità di pubblica . sicurezza nessuna particolare istruzione in occasione della vertenza cavalle1esca · fra l'on, interrogante e J"on. Ciccotti-Scozzese. Le autorità di pubblica sicurezza dei luoghi dove S ì riteneva p otesse avvenire il dueIJo, le cui condizioni la pubblica stampa affermava sarebbero state assai gravi, credettero, nella propria diretta competenza, di adottare misure atte a impedire uno .scontro umato, che, secondo il codice penale, costituisce reato. Comunque non è il caso di parlare di limitazione di libertà personale per effetto di misure che l'autorità" ebbe .legittimamente ad assumere nell'intento di una tutela personale e di prevenzione dì una azione· illt'\'."ita.

« Il sottosegreti.rio di Stato Teso •·

• Da Il Popolo d'll11lia, N. 2s,, 30 novembre 1921, VIII

APPENDICE: DOCUMENTAR.IO 437

[UN A CIRCOLARE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL

PART.JTO NAZIONALE FASCISTA]*

A· hlffe· le sezioni del Partito.

A 111//e le squttdre di combattimento.

Corre peì g iornali notizia di una pross ima offensiva del G overno contro il fasci smo, Q uale cçmsistenza ibbia la voce, non ci è dato sapere con esattezza. Se la coerenza costituisse per i governanti norma di condotta, dov remmo escludere una tale eventualità; sono pochi giorni appena che il presidente del Consiglio dei ministri on. Bonomi ricordava alla Came ra dei deputati che nel periodo più difficile del dopoguerra, quando per chiari segni appariva imminentf; all 'orizzonte lo sfacelo del paese, « la società italiana, che non poteva riprendere 1a sua

;~ato, invece riprese animo e Comunque sia per essere, il fascislTlo italiano è pronto a d ifendere il suo diritto di esistenza, di propa~anda, di organi22a2ione; di metodo.

Sezioni del Partito e Squctdre d r combattimento jo-rmc1no u" ;nsieme inscindibile A datare dal giorno 15 dicembre 1921, 1r,1ti gli ùcriu; alle sezioni fanno parie delle Sqtùdre di combattimento-, le quali, come dallo statuto del Partito, Hmo cost;111ife alt111nico scopo di arginare le viol enze degli avversari e di euere in vado di accoffere, a richiesta degli organi dirit:enti, in difesa dei supremi interessi della nazione.

Lo scioglimento delfe Squadre di. combattimento risulterJ. pertant o praticamente ùnPoJJibile se prima il G overno non avrà dichumrt o il Paf'tito Nazionale Fascista fuori della· legge in blocco·.

N o i attendiamo gli :"enti, fedeli alla· Patria e al suo avve nire.

Il sesretario generale

MICHELE BIANCHI

* Da Il Popolo d' Italia, N . 299; 16 dicembre 192 1, V ili.

IN MARGINE ALLA CONFERENZA

MUSSOLINI INTERVISTATO*

CANNES, 9, IJ()fte.

Oggi i l nostro Direttore è stato i ntervistato dal corrispondente da Parigi e da Cannes _ del Chicago Daily News, · signor Hiram Mo derweille, e dal s ignor Giorgio Slocombe, c~:irrispondente del Daily Herald.

* Da li Popofo "d'ltttlia, N. a· , 10 gennaio 1922, IX

438 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
f~;;: i~f°f~~ci a~!i

11 primo è un grande giòrnale borghese di chicago, j} secondo è l'(?r· gano quotidiano ·comunista inglese.

N ell'intervista, Mussolini ha parlato de1ta· situazione internazionale nei risuardi della conferenza di Cannes ed ha spiegato ai due colleghi inglesi che cosa sia lo sr,irito e il metodo di azione del fascismo. Mus· solini ha infine esposto 11 suo pensiero circa le possibili manifestazioni che possono avvenire in sèguito all'eventuale arrivo di Lenin alla conferenza di Genova.

Su quest'ultimo argomento, Mussolini ha fatto delle dichiarazioni àn· che al signor Massimo Bazz, inviato speciale dell'Exceltior di Parigi.

APPENDICE: DOCUMENTA.RIO 439

INDICI

INDICE DEI NOMI A

Absburgo, . Ja dinastia degli, 204, 375, 382, 419.

· Acerbo Giacomo, 25, 4;,

Aaion Pranfaiu, 396.

Agostini, 44.

Alessandri Cesare, 92, 101, 141, 14 2.

Alighieri Dante, 218, 221,

Altomare, 1S4.

Alvisi, 126.

Alvisìo, 141, 142.

Angiolini Francesco, 26.

Aquilante Ernesto, 275.

Arbeiur Zeilung, 329.

Aristovi Giacomo, 356.

Arpinati Leandro,· 86, 89.

A11a/Jo (L'), 18 5.

Avalidze .Giuseppe, 356.

·

B alilli:J (li), 147.

Baratono Adelchi, 9, 11, 92, 141, 142, 192. .

Barnabei Giuseppe, 293.

Bartolotti Giovanni, 12'.

Bassi, il colonnello, 201, 42? , 430, 433, 435, 436

Bastianini Giuseppe, 44, U7, 223, 272.

Bastoni, 317.

Battaglie Sindacali, H.

Battisti Cesare, 3, 40

Bazz Massimo, 439.

Btlotti Bortolo, 22, 23.

Bemporad Enrko, 227, 307, 308, 309, 326, 327, 328.

Beneduce Alberto, 22; 23, 285.

lkntini Genunzio, 189.

Bergainaschi Eugenio, 22.

Bergamini Alberto, 51, 107.

Bergamo Mario, 51, 258, 274, Bergmann, il segretario di Stato, 395.

Btrnard, il prefetto, 384

Ber".er Tagwa(ht, 99,·

Ikrnstein Edoardo, 8.

Berta Giovanni, 3 10, 319.

Btrthelot Philippe, 363.

Besana Enrico, 26.

Bettioelli, 126.

Paici!la, 4B, 426, 428. B

Bacci Giovanni, 422, 424.

Badoglio Pietro, 214.

Baldesi Gino, 8, 44, 72, 422, 424.

Baldini Franco, 2H, 237, 248,· 249, 273, 274.

Baldini Nullo; 71 , 72.

Balestrieri, 317,

Bevione Giuseppe, 240, 242.

Bianchi Michele, 179, 222, 223, 263, 264, 272, 321, 414, 415,· 438

Bianchi Umberto, 367, 368, 369.

Binda Ambrogio, 433, 434, 435.

Bismarck, Otto Von, 374.

Boccardi, 126.

Boero 'G., 187.

Boldori Attilio, 226, 315, 316.

Bobon Piero, 157, 223, 272.

Bombacci Nicola, 12, 6 1, 62, 257, Bonetti Edoardo, 1,7,

3, 25, 26, 28, 33, 34, 49, 89, 92, 93, 94, 96, 98, 99, 109, 110, 111, 114, 115, 116, 134, 1}8, 141, 154, U5, 159, 165, 169, 170, 179, 189, 199, 248, 249, 251, 252, 2n, 210, 2n, 216, 2s s, 2s1, ; 01, 309, 310, 316, 327, 329, 330, 332, 334, 354, 363, 364, 368, 369, 419, 429.
Giuseppe, 26, 157, 427.
(I1)
Avanli!,
Aversa
Azione
2ri• • xvr;

·

Bonomi Ivanoe, 2, 12, 13, ·16, 22, 24, 49, Sl, 54, 61, 64, 65, 66, 71, 122, 123, 156, 172, 198, 227, 242, 243, 28 5, 289, 291, 295, 297, 298, 303, 304, 379, 380, 383, 384, 387, 406, 426, 438.

Borghi Armando, 290.

Bottai Giuseppe, 44, 244, 419, 420.

Bracchi, 317.

Bra22i Ferdinando, i2 5.

Bresciani Italo, 44, 416.

Brezzi, l'ingegner, 4 17.

Briand Aristide, 32, :Hl, 372, 379, 384, 387, 390, 391, 392, 394, 395, 396, 397, '104, 4DS, 406, 407, 408, 409, 410

Bruno T ommaso, 28}.

Bruzzesi Giuseppe, D7.

Buonfanti-Linares, 266, 274.

Buozzi Bruno, 44, 7 1.

Bussi Ar~ando, I 3.

Caba5ino Renda, 202, 429, 432, 435, 436.

Cadorna Luigi, 4, 213, 214,

Calza-Bini Gino, 223, 272, 428, 43 2, 436.

Camerini, il deputato, 64, 66.

Candelori Mario,. 43 1, 432.

Canep a Giuseppe, 393.

Capanni Italo, 216, 222.

Capello Luigi, 214.

Capor ali Ernesto, 422, ·424,

Ca.rad onna Giuseppe, 223, 244, 4Ì7.

Carducci Giosue, 292

Cadi, 126

Cavaciocchi Enrico, 214.

Cavallotti· Felice, 299.

Cavazzoni Stefano, 1,.

Celesia Di Vigliasco Giovanni, ,5, 123, 419.

Ctlvi Antoaio, 367, 368.

Cesarotti G iovanni, 12,.

Chakhabrichvili Jasoo, 356.

Ch.iavolini A lessandro, 274.

Chfotgo Ddi/7 Ntw1, 4 38

Chiesa Eugenio, 423.

Chiurco G . A., V, 413.

Ciano Costanzo, 432, 436.

Cianci Francesco, 126.

Ciccotti-Scozzese Francesco, 3, H3, 165, 201, 202, 239, 4 28, 4 29, 430, 431, 432, 433, 434, 4n, 436, 437.

Cingolani M ario, 423.

Clemenceau Giorgio, 204, 205, 365.

Coda Valentino, 56, 303, 41,.

Coda, la signora, 415.

Colaianni Napoleone, 43.

Colombino Emilio, 44.

Colombo Cristoforo, is,.

Colonna di Cesarò Giova nni Antonio, 77.

Colucci Fede rico, 125.

Comandini Ubaldo, 2'8."

Comu,:iJta (11 ), 273.

Conforti Leoni , 126.

Connaug ht, il d uca di, 121.

Conti Giovanni, 4 23.

CoquinachviH Nico, 356.

Corbino Mario, 22, 23.

Corriere della Sera, 74, 10 1, 118, 119, 134, 150; 151.

Corriere ( !/) D'I1alia, 94.

Corriere (li) Me1'a'11ilt, 213.

Corvasce, 154.

Costa Andrea, 413

Crema, 103. ,

Crispi Francesco, 219.

Crispolti Fili ppo, 188.

Crirfra Sodale, 307, 308, 326, 327, 328.

Croce Ettore, 299.

Curcumi Einesto, tn.

Cunon, of Redlestone George Nathaniel, 384.

Daily Chronide, 120.

Daily H erald, 438.

Daìly New1, 405.

D'Annunzio Gabriele, 13, 220, 292.

D'Aragona Ludovico, 71

Daveggia, il giornaiista, 4 34

De Ga.speri Alcide, 4 23.

Delacroix, il ministro, 379.

Dekroix Carlo, 80.

Della Torre Luigi, 142, 189

Della Torretta Pietro Tommaso, 22, 203, 371, 373, 380, 38 1, 382, 383, 384, 386, 396, 406.

444 INDICE DEI NOMI
e
D ·

De Lucchesi Alberto, 1n.

Dc Nava Giuseppe, 22, 400.

De Nicola Enrico, 12, 297, 421 , 422, 42l, 424.

De Stefani Alberto, 41, D7, 262.

D e Vecchi Cesare Maria, 44, 223, 244, 424.

Dini Dante, 233, 255.

Di Vagno, il deputato, 4, D4, 155, 159. .

Do!di, 3 L7.

Domando la P<1,ola - Il Luned} del « Papo/o d'llalia », 227, 236.

Doumcr Paul, 376, 379, 384.

Dudan Alessandro, 223, 272.

Dugoni Eorico, 289, 293, 299.

Dyers, il generale, 120. E

Einstein Alberto, 297.

Ellero, i l deputato, 2S, 28, 44.

Epitteto, 38.

1!.po,11 (L'), 940191.

Ex.e/Jior, 393, .439 . F

Fabbri Luigi, 29D, 29S.

Faccenda, il capitano, 79.

Faleg nami Ulderico, 126.

Farinacci Roberto, 44, 127, 128, 223, -426, 427, 428.

Fass, 383.

Fedenoni Luigi, 15, 16.

Ferri Enrico, S2, 289, 291, 298.

Pigna Paolo, 125

Finzi Aldo, 201, 202, 430, · 432, 433, 4ll, 436.

Fischer, 365, 395.

Flaudo, il ferrov ie re, 223.

Forumorti, 154.

Foscari, S7.

Fraccaroli Arnaldo, 330.

Francesco, san, 221.

Freddi. Luigi, 420.

Frassati Alfredo, 167.

P,.ombalih'e (li) (Pseudooimo di Benito Mussolini), 33, 189, 250, 275, 3'6.

G

Galli Alessandro, -422, 424 Gandhi, 120.

Garibaldi Giuseppe,·218.

Gasparotto Luigi, 12, 16, 22, 23, 150, 21}, 285, 298. .

Gasti, il questore, 265, 266, 273.

Gattelli Barbato, 147.

Gengiscan, 253.

G erar&hia, 147.

Gheraldi Ugo, 433, 434, 435.

Ghe rardi Enrico, 12S.

Gherardi Mario, 125.

Gherardi Cremonini E mma, 12S.

Giannini, il commendator, 380

Gini, 1s1.

G iolitti Giovanni, 3, 5, 8, 10, 11, 12, 13, 15, 42, 53, 107, 285, 297, 421.

Giordani Giulio, 86, 89, 310.

Giorg i, 125.

Gia,na/e (I/) della Se,a, 252.

Giornale (Il) d'ltali4, 4, 79, 106, 1D7, 108, 133, 144, 42l.

Giraldi, il tipografo, 287.

Girardini Giuseppe, 16, 22, 23

Giuffrida Vincenzo, 22, 23, 28S.

Giuliani Sandro, 435.

Giunta Francesco, 233, 294, 315, 429, 43D.

Gìuriati Giovanni, 25, 43, 44, 424.

Gramsci Antonio, 101.

Grandi Dino, 62, 89, 11 S, 147, 217, 223, 233, 262, 272, 321, 351, 413, 426, 427, 428.

Graziadei Antonio, 3, 8, 9, 289, 421.

Gray Ezio Maria, 326.

Grimm, il deputato, 99.

GroppaH, 317.

Gunaris, 379, 380.

H ajashi, il diplomatico, 379, 384

H arding, 257.

H arvey, il diplomatico, 384.

Hava1, l'agenzia, 396, 409.

Heine Enrico, 256.

Hirsch, il segretario di Stato, 395.

Home Rohcrt, 384.

JNDICE DEI NOMI 445
H

Id1d (L') Nazfrmale, 86, 133, 144.

Jgliori Ulisse, 233, 429, 431, 432, 436, 437.

Iavernizio Carolina, 369.

Ishji, il diplomatico, 379, 384.

1111/ii:t (L'), 188.

Janer Piero, 368.

Jaspar Enrico, 379, ·385

Kemal Pascià, 382.

Krassin Leonid BorissovU, 364, 39 8

Kun Bela, 329, HO, 331.

Macchi Mario, 126.

Machiavelli Niccolò, 75.

Macrelli Ciro, 423.

Maeterlinck Maurizio, 294.

Maffi Fabrizio, 34.

Maffioli Ugo O.sva.Jdo, HO.

Makraradze . Pietro, 356.

Malatesta Errico, 217, 256, 2S7, 2H, 290. .

Mameli Goffredo, 130, 222.

Maometto_ Aly, 120.

Marangoni, il deputatò, 188.

Marine-lii Giovanni, 26, 263.

Marsich Piero, 43, 44, . 59, 1S7, 217, 223, 233, 262, 212, 3n, 416, 426, 427, 428,

Mutin, il diplomatico, 39S.

Marx Carlo, 61.

Mastromattei, 44, 280.

Mastromattto Pasquale, ~26.

Matin {Le), 379, 407.

Matteotti Giacomo, 71, 292, 293, 301.

Labriola Antonio, 366.

I.abriola Artulo, 5, 23, 227, 251, 252, 254, 2:56, 258, 280, 281, 297.

Larnha, 217.

I.andru Berto, 31, 32.

Lanfranconi Luigi, 55.

Lang, il boià, 40.

La Palisse, H6.

Ùtt1ora1o r1 ( Il), 261.

Lazzari Costantino, :H, 99, 115

Ld'èvre, 306.

Lenin (a l secolo Nicolaj Vladim'ic Illit UJjanov), 12, 18, n, 76, 77, 98, 99, 101, -199, 204, 239, 249, 250, 257, 266, 301, 324, 329; 393, 398, 399, 407, 439~

Leone Enrico, 227, 251, 2'2, 253, 256

Leopardi Giacomo, 38, 298.

Levi Della Vida Giorgio, 166, 260,

I.evi Nino, 141, 142

Lloyd Gcorge, 379, 384, 387, 394, 404, 405, 40B, 410.

Loucheur Louis, 30S, 370, 376, 384, 387, 39S, 401.

Loyola, Ign.u..io ~. 197, 248,

Lupi Dario, 157.

Lupi Mario, 1n.

Mattino ([/), 253.

Mattioli Guido, 417

Mattioli Pasqualini Alessandro, 420.

Mauras Charlcs, 396.

Mauri Angelo, 22.

Mazzini Giuseppe, 181, 218, 239, 274 ,

Mazzolani, il deputato, 423

Mazzolini, 317,

Mazzuccato Edmondo, 236,

Meda Filippo, 1 5, 297.

Mellini Domenico, 12S.

M eriano Francesco, 207.

M611aggero (li), 213, H4, 383.

MeuOmo, la signora, 232.

Micheli Giuseppe, 22, 23.

Miglioli Guido, 194.

Mingrino, il deputato, 124, 159, 241, 292, 293,

Misiano Francesco, 28, 43, 357.

Missiroli Muio, 4, 138, 139, 140, 142, 189, 191 , 256.

Misuri Alfredo,. 55.

ModerweHle Hiram, 438.

Modigliani Giuseppe Emanuele, 1), 34, 71, 308, 309.

Mondolfo Rodolfo, 138

Morgari Oddino, 188, 424.

446 INDICE DEI NOM[
K
L

Morning Po!I, 120.

Musatti Elia (Norma), 291, 307, 422, 424.

Milller Giorgio, 287, 288, 29 3, 294, 31,.

Pirrolo (Il) della Sera, 251.

Pietravalle, il deputato, 227.

Pighetti, il deputato, '5, 223, 233.

Pini Cesa.re Guglielmo, 202, 429, 432, 435, 4)6

Pistone, il commissario di Pubblica Sicuren.a, 430, 433.

Poincaré Raimondo, 408 .

Naldi Filippo, 185.

Na~. 323.

Napoleone Bonaparte, 218.

Negri Ada, ·3, 36, 38.

Negri Ugo, 153,

Nietzsche Federico, 269.

Nitti Francesco Saverio, 12 28, 41, 45, 50, 109, 133. n9. 14 2, 144, 165, 166, 167, 168, 172, 220, 241, U6, 285, 296, 297, 301, 302.

Novasconi, 317.

Oberdan Guglielmo, 413.

Olivetti Angefo Oliviero, 276.

Ollandini, 16.

Ordin~ ( L') Nuovo, 98, 114, 146, 273, 290, 308.

Orlando Vittorio Emanuele, 12,' 28'.i.

Osidze Basilio, 356.

Ostinelli Italo, 55.

Oviglio Aldo, 55, 104.

Padovani Aurelio, 44, 427.

Paeu (Il), 41, 124, 144, 165, 166, 191, 201, 202, 227, 239, 260, 275, 332, 428, 429, 431, 432,

Paganini Giuseppe, 127.

Pala:r:ù Mirco, tn.

Fa.sella Umberto, 44, 424.

Passani, 316.

Pecd AJessandro, 125.

Pedroni, i fratelli, 317.

Pdloux Leone, 265.

Petrone Compagni Dino, 44, 157, 169.

Ptrsweranu (La), 134.

Piccoli, il deputato, 154.

Pi"olo (Il), 188.

Polverelli Gaetano, 44, 233, 280, 420, 421, 424.

Popolo (I/) d'Italia; 6, 9, 16, 18, 21, 24, 27, 29, 30, 33, 35, 39, 40, 42, 44, 48, 50, '.12, 54, 55,

Postiglione

l'raJJ# LJd11, 32.

Priori Sigifredo, 125, 127 , Pr-ovin,ia (la) di Ferrara, 147.

Quartieri, l'ingegner, 5. R

Raineri Giovanni, 22, 23, 379, 380, 384, 400,

. JNDICE DEI NOMI 447
N
o
p
56, 58, 60; 68, 70, 72, 75, 78, 83, 84, 88, 91, 93, 95, 97, 99, 102, 105, 108, 111 , t 13, 116, 119, 121, 122, 123, 126, 128, 130, 132, 134, 136, 137, 140, 143, 146, 149, 152, 153, 156, 157, 158, 159, 160, 163, 166, 168, 170, 173, 178, 179, 182, 184, 186, 187, 189, 192, 195, 197, 198, 200, 202, 203, 205, 207, 208, 210, 212, 213, 215, 217, 223, 224, 231, 232, 236, 237, 240, 241, 243, 244, 245, 247, 250, 254, 255, 259, 261, 262,· 263, 264, 266, 269, 270, 272, 273, 275, 276, 279, 282, 284, 286, 288, 294, 302, 304, 306, 309, 311, 314, 316, 317, 318, 319, 320, 322, 325, 326, 3 28, 331, 333, :350, 353, 356, 359, 361, 362, 364, 366, 369, 370, 374, 377, 380, 385, 389, 392, 393, ;99, 40 1, 405, 408, 410, 414, 415, 416, 4 19, 420, 422, 423, 428, 429, 430, 431, 432, 433, 43 5, 436, 437, 438. Pop11laire (Le), 354.
·
Gaetano, 223, 272.
Q

Randi Supremo, 12 5.

Ìlathenau W alter, 305, 365, 372, 373, 376, l9~. l96, 401, 40l, 407, 409, 410.

Ravaglia Remo, 288, 293.

Raveggi, 315.

ReJta ( Il) del Carlino, 2, 10, 84, 227, 232, 334.

R e111er, I'agentia, 117

Ricci, 153.

Rikoff, 18 .

Ris.oJ!a (La), 51.

Riiorgimenlo (Il}, 99

Rocca Massimo, 223, 230, 2H, 272, 321, 3:Sl.

Rocco Alfredo, 303.

Rodinò Giulio, 22, 23, 285.

·Rodriguez Alfonso, 433, 435.

Rol!and Romain, 32.

Roma (1/) , 280.

Romagnoli, 169.

Romanoff, la dinastia dei, 204.

Romussi Carlo, 299.

Rossi Cesare, 26, 115, 416, 424; 427, 428.

R q11a, l'ageru.ia, 34, 249.

Rote Fahne, 329.

Rufus Isaac, poi lord Reading, 120.

Rutler, 199.

Sacco Michele, 203, 354,

Salandra Anton io, 12, 15

Salucci Argan1e , 35.

Salvago-Raggi Giuseppe, 379.

Sansanelli Nicola, 223, 272, 280, 424.

Sardi Alessandro, 55

Sasdelli, 316.

Scalfa, 157. •

Scarabello, il deputato, 154,

Scaravelli, 126.

Scaronì. Silvio, 79.

Scarpa Agostino, 44.

Scheinemann, 199.

Schenk, il deputato, 11.

Schiavi Alessandro, HO.

Schroede r, il segretario di Stato, 395.

S«hi, l'ammiraglio; 6.

Sero/o ( II), B4, 189, 191, 316.

Sera (La), 134.

Serlupi Filippo, 79

Serrati Giacinto Menott~ 101, 110, 114, lU, 141, 142, 146, 217, 258, 290, l07.

Sforza Carlo, 51 12, 16, 43.

Simonctti Pietro, 126.

Sivelli, 31 6.

Slocombe Giorgio, 438.

Soffici Ardengo, 187.

Soleri Marcello. 22, 23 .

Srustcev, ' 199.

Stampa {I.a), 191.

Starace Achille, 46, 233, 419, Steed Wickham, 15 l.

Stefani, l'agenzia, 22, 34, 242, 406,429.

Stinnes Ugo, 77, 305, 372, 3H, 374, 376,

Sturzo Luigi, 52, 193, 194, 256.

Superti, 317.

Tagliaferri Mario, 273, 274.

T alleyrand-Perigord, Charles Maurice de, 253.

1'amaro Attilio, 416.

1'amburini l'ullio, 216.

Tasca di Cutò, il deputato, 27'1.

1aylor Dudley, 404.

Tchatchòua Jaon, 356.

Tempo (I/), 185. ·

Temps, 402, 403, Teruzzi Attilio, 255.

Terzag:hi Michele, 55.

Teso, il sottosegretario 'di Stato, 437.

T heunis Georges, 379, 385, Tilghcr Adriano, 267, 269

Timaceff, il professor, 374.

Timer, 120.

Todua Andrea, 3~.

Tomatze Leonty, 356 .

Torrigiani Domizio, 130

Tonusio, 223.

Tovini, il deputato, 9, 14, D.

Treadelenberg, il· direttore ministeriale, 39,. ·

Treves Claudio, 12, 15, 3-1, 6S, 115, 141 , 142, 307, 308, 326, 327, 328.

Tribuna (1..A), 4, 145, 1'1, 246, Trigari Laura, 125.

448 INDICE DEI NOMI
T

Trotzky (al secolo Leo Oavidovich

Leiba Bronstein), 34, 199, 205.

Tr umbiC Ante, 151.

Trud, 249,

Turati Augusto, V.

Turati Filippo, 3, ·7, 8, 9, 12, 1, , 2', 34, 6 2, 63, 71, 72, 92, 100, 10 1,

13 1, 141, 142, 156, 217, 258, 307, 308, :H3, 326, 327.

T urra Alberto, 126,

Turrin.i , 415 u

Ulisse, 89.

Um<Znirà (L'J NuotJa, 2H, 355.

V e rga n.i Angelo, 41'.i, Vicini Marco . Arturo, 303.

Viggiani Eugenio, 12,. · Vilgrain, 396.

Villelli, 1,3.

Vittorio Emanuele III, 22, 324, 420, 421, .

V oce (la), 51.

Vo.e (La) Repubblicana, 227.

Wahinger, 269

IVe11min11er Ga:r.ette, 372, 373.

Wilfan, il deputato, ·11.

W ilson Wood.row, 117.

Wi rth K. Joseph, 376, 404.

Worowski, il diplomatiCO, 398. lf'/01iiuhe Zeùrmg, 374.

Wrangcl, 205.

Vaccari Luigi, 125.

Vaccari, i l tenente, 434.

Vacirca Vincenzo, 289, 295.

Vanderlip, l'industriale, 77:

Vanzetti Bartolomeo, 203, 354.

Vecchi Ferruccio, 227, 255.

Velia Arturo, 312.

Venezian Felice, 214.

Vene-ziani, il g iornalista, 236.

Zaglio, 317.

Zalewsky, 330.

Zaniboni Tito, 13, 2 5, 28, 41, 44, Zannerini Emilio, 422, 424.

Zibordi Giovanni, ·227, 270, 277, 278, 279.

Zucchi Eliseo, 125.

INDICE DEI NOMJ 449
V
w
z
INDICE Awertenze . DAL PllIMO DISCORSO ALLA CAMERA AL TERZO CONGRESSO NAZIONALE DEI FASCI (22 giugno 1921- li novembre 1921) Nota ..•..... , pag. V Crisi (25 giugno 1921) 5 Due discorsi (26 giugno 1921). 7 Il fascismo di fronte aIJa crisi (27 giugno 1921) . 10 Analisi del voto · (28 giugno 1921) . , , , 15 Segni del tempo (30 giugno 1921) . . . . . 17 Prefazione a<( Barbarie rossa» (terza decade di giugno del 1921) 19 In tema di pace (2 luglio 1921) . 20 Il nuovo governo (5 luglio 1921) 22 la pace e il resto (6 luglio 1921). 25 la scelta (7 luglio 1921) . . . . . . 28 Arabi contro ebrei in Palestina. Nuovi massacri (7 luglio 1921) 30 Tiro a segno (7 luglio 1921) . 31 Mosca-Canossa (8 luglio 1921). , . . . . 34 Poesia e poeti. << Stella mattutina» (9 luglio 192 1) . . . 36 N e ll'anniversario del martirio di Battisti (10 luglio 1921) 40 Fatti nuovi (12 ·luglio 1921) . . . . . . . . . . 41 SuJla pacifica2ione tra fascisti e socialisti (12 luglio 1921) . 43 Parole è fatti (14 luglio 1921). ". . . . . . . . . 47 Posizioni (16 luglio 1921) , . , . . . . . . . 49 Dopo Treviso Un manifesto dei fasci (16 luglio 1921). 51 Postilla (19 luglio 1921) , , . , , , 53 In tema di pacificazione (19 luglio 1921) . 55 Alla svolta (20 luglio 1921) . . . . . 57 Dopo il voto (22 luglio 1921) . . . . . 59 Per i fatti di Suzana (22 luglio 1921) . 6 i' Insufficenze del ministero Bonotru (23 luglio 1921) . 64
4)2 INDICE pag · Disciplina (24 lug lio 1921) , 67 L'appello dei fasci al paese dopo l'eccidio di Sar~ana · (24 tu. g lio 1921) . . . . . . . 69 L'ineluttabile (26 lug lio 1921) . 7 1 « Ritorno al principio)> (27 luglio 1921) 73 Dove impera Lenin (29 luglio 1921) 76 Verso la pacificazione (30 luglio 1921) . . 79 Fatto compiuto (3 agosto 1921) 80 I nuovi orizzonti del fascismo (3 agosto 1921) 84 Alla prova ! () agosto 1921) . . . 87 La culla e il resto (7 agosto 1921) . 89 Gioia prematura ( 10 agosto 1921). 92 Risposta (li agosto 1921) . . . 94 Sintomi ( I 3 agosto 192 I) . 96 Fame e Russia ( 14 agosto 1921) , 98 Ritorni (16 agosto 1921), . . 100 N elle file ! (18 agosto 192 1) 103 L'ora dei sermoni, Risposta al « Giornale d'Italia» (19 agosto 1921) . . . • . . . . . 106 Ghigno di gioia (20 agosto 192 1) . 109 Verso il futuro (2 3 ag osto 1921). . . . 112 In margine aJla crisi fascista. Lo scemo che ride (30 agosto 192 1) 114 Politica adriatica. La lezione di Saseno! (1 settembre 1921). 117 Verso il suolo as iatico . Malabar (4 settembre 1921) . . . 120 Sulla organizzazione futura del fascismo (7 settembre 192 1) . 122 Risposta a un « ultimatum» (9 set tembre 1921) . . . . . 124 Un primo atto di sincerità. Fascisti e socialist i riprovano un eccidio in un comune manifesto (10 settembre 192 1) . . 127. Deviazioni (11 settembre 1921). , , , . 129 Un cap o e tre an ime ( 14 settembre 1921) . 131 Jn tema d i congresso fascista . Una lettera aperta alla commissione esecutiva ( 16 settembre 1921). . . . . . , . . . . 13 3 11 fascio ferrovìeri d i Bolzano a Benito Mussoli ni (16 settembre 1921) . . . . . • . . • . . . • 137 Jt fascismo e M. Missiroli ( 18 settembre 192 1). 138 La politica e i partiti. Cifre e commenti (22 settembre 1921) 141 Sintomi (23 settemb re 1921) 144 Disciplina (25 settembre 1921). . · . 1·47 « Seminatoci di viltà» ( 27 settembre 192 1) 150 Sul cong resso fascista (27 settembre 1921) . 153 D a Sarzana a Modena (28 settembre 192 1) 154
INDICE 453 pag. Il fascismo è g,à un partito (28 settembre 1921) . 1'7 Constatazioni (29 settembre 1921) . 159 Discorso di Modena (29 settembre 1921 ). . 160 Per i caduti di Modena (2 ottobre 192 1) . 163 Il monito ( 4 ottobre 1921) . . . . . 165 A Firenze ( 4 ottobre 1921) . 167 Note politiche (5 ottob« 1921) . . . 169 Richiamo alla ragione (8 ottobre 192 1) . 171 Le linee programmatiche del partito fascista (8 ottobre 1921). 174 Invito ai fa scisti (8 ottobre 1921). . . . . . . 179 Verso il partito. La paura dei nomi (9 ottobre 1921) 180 Altri sintomi ( 12 ottobre 1921) . . . 18 3 Scoperte (14 ottobre 192 1) . . . . 185 Tiro a segno (15 ottobre 192 1) 187 Dopo il concil io ( 16 ottobre 1921) . 190 Popolarismo (20 ottobre 1921) . 19 3 Concordi, ma sinceri! (22 ottobre 1921) 196 Una interrogazione protesta (23 ottobre 1921) 198 Ritorno all'antico (30 ottobre 192 1) 199 Dopo il duelio Mussolini-Ckcotti. Una vivace lettera dell'on. Finzi (30 ottobre \9 21) . . . . 201 Ita lia e Russia (2 novembre 1921) . . . 204 Punti fermi ( 4 novembre 192 1) 206 Ai fascist i milanesi ( 4 nqvembre 192 1) . 208 Popolo ( 5 novembre 1921 ) . 209 A Roma (6 novembre 1921). . . . . 211 li« fa n te ignoto» e (adorna. Adagio, signori! (8 novembre 192 1) 213 Il programma fascista (8 novembre 1921) . . . . . . 21 6 Manifesto alla cittadinanza romana durante il congresso a lt' Augusteo (11 novembre ·1921) . 224 DAL TERZO CONGRESSO NAZIONALE DEI FASCI ALLA CONFERENZA D[ CANNES ( 12 novembre 1921 - 13 gennaio 1922) Nota . . . . . . . . . . . . . . . • • 227 11 partito fas cista (12 novembre 1921) . . . . . 229 Dopo il congresso n azionale fascista ( 12 novembre 1921) . 2 32 La parola a Mussolini. Germogli (1 4-21 novembre 1921) . 236 Francesco Baldini ( 14 novembre 1921 ) . 237 Disciplina (15 novembre 1921). . . . . . . . . . 239
4l4 INDICE pag. Morto e sepolto (15 novemb;e 1921). 241 Gov:erno (16 novembre 1921) 242 Giwtizia, signori! (16 novembre 1921) . 244 Sbornia (16 novembre 1921) . . . 24) Evento logico (17 novembre 1921) . . 246 Tiro a segno (17 ~ovembre 1921) . . . 248 Primo: vivere! (18 novembre 1921). . 251 · Una risposta all'« Avanti!» (18 novembre 1921) . 255 Nel bosco della merlata (19 novembre 1921) . . 256 Risposta al «Paese». Già fatto! (19 novembre 1921) . 260 Organizzazione del partito nazionale fascista (19 novembre 1921) 26i Commento (20 novembre 1921) 264 Un emulo di Gasti (20 novembre 1921). . . . . '265 Nel solco delle grandi filosofie. Relativismo e fascismo {22 novembre 192 1) . . . . . . . . . . . . . 267 Smentita in pien? (22 novembre 1921) . . . . . ,. . , . 270 Il manifesto della nuova direzione del partito nazionale fascista (22 novembre 1921) . . , , , 271 Tiro a segno (23 novCmbre 1921). . . 273 Malafede (24 novembre 1921) , 276 Il Jibro bianco (25 novembre 1921) . , 27 7 Forze e programmi (26 novembre 1921). 280 I fatti di Trieste (26 novembre 1921) . 283 la fusione delle sinistre (27 novembre 1921) . 285 Il buon cadavere" (30 novembre 1921) 287 Per la vera pacificazione (1 dicembre 1921) . 289 Scoperte (3 dicembre 19 21) . ·• . . . 301 T enere a destra (7 dicembre 1921). . . 303 Sintomi (10 dicembre 1921). .· . . . 30l Politica e giornalismo. L'affare Bemporad (13 dicembre 1921) . 307 Responsabilità (14 dicembre 1921) 310 La galleria dd redentori. La<< loro » tragedia (16 dicembre 192 1) 312 Sda~alli (17 aicembre 1921) , 315 Un saluto a Mussolini (17 dicembre 1921), . . ·317 Uno stile (18 dicembre 1921) . . . . . . . 318 Sul programma del par6to (20 dicembre 1921) , 319 Programma (22 dicembre 1921) . . . . . 321 La ga1leria dei redentori. Quando il mito tramonta (23 dicembre 1921) . . . •' . . . . . . . . . . . . . 323 Socialismo e affari. La « Critica Sociale» non risponde e si con: · fessa (23 dicembre 1921) . . . . . . . . . . . 326
INDICE 4)) p1g. Il documento (24 dicembre 1921) 329 A Camera chiusà Nel vicolo cieco (25 dicembre 192 1) 332 Programma e statuti del partito nazionale fasci sta (27 diceml~Q .... ... . .. . . "4 Prefazione al programma (28 d icembre 1921) , 3'1 Tiro a segno (28 dicembre 1921) 354 Consuntivo (29 dicembre 1921). 357 Aspro richiamo (30 dicembre 1921) , 360 La banca italiana di sconto sospende i pagamenti (30 dicembre 1921) . . . . . . . . . 36 2 Il éorvo stupido (31 dicembre 1921) . . . . . . . . . . 363 Esordio (1 gennaio I 922) . . . . . . . . . . . . . 365 Documenti. Dalla banca borghese al consorzio socialista (3 g ennaio 1922) 367 Verso il riassetto europeo Preludi alla conferenza di Cannes (4 gennaio 1922) . . . . . . . . . . . . . 370 Il tempo per chi lavora? ( 6 gennaio 1922) . . . . . . . 375 Alla vigilia della riunione (6 gennaio 1922) 378 Le dichiarazioni del ~archese della Torretta (7 gennaio 1922) 381 La conferenza al lavoro (7 gennaio 1922) 386 le dichiarazioni di Briand (8 genna io 1922) 390 Se Lenin verrà a Genova. L'atteggiamento fascista secondo Mussolini (IO gennaio 1922) . . . . . . . . . . . . . 393 D alla q\lestione delle riparazioni ad un'intesa occidentale (10 gennaio 1922) . . . . . . . . . . . . . . . . . 394 Il lavoro delle commissio ni per le ripa razioni e per il consonio europeo (IO gennaio 1922) . • . . . . . · 400 Patto di garanzia e ripira~ioni (11 gennaio 1922) , 402 Una giornata movimentata (12 gennaio 1922) . 406 Colpi di scena (1 3 gennaio 1922) 409 APPENDICE LBTTSRJ!: Lettera a Dino Grandi (luglio 1921) . 413 Lettera ai fascisti napoletani" (24 agosto 1921) . 413 Lettera a Michele Bianchi (26 agosto _1921) . . 414 Lettera ad Angelo Vergani (27 agosto 1921) . 41, Telegramma alla signora Coda (31 agosto 1921) . 415 Lettera al direttorio d el fascio di Modena (27 settembre 1921) 416 Lettera ad Italo Bresciani (19 ottobre 1921) . . . . • .. . 416
456 I NDICE pag. l ettera ai fascisti milanesi· (29 ottobre 1921) 416 Lettera a Brezzi (17 dicembre 1921) . . . 4 17 ELENCO DELL'ATTIVITÀ 011.ATOIUA Dl:LLA Q'UALB NON lUMAN6 IL TESTO 418 ELENCO DEL MATERIALE GlORNALISTICo ATTRIBUIB ILB A BENITO MUS • SOLINI. , 419 DOCUMENTARIO ; Consultazione (1 luglio 1921) . . . . . . 420 Il consiglio nazionale fascista riunito d'urgenza (22 luglio 1921) 42 2 La riunione decisiva (4 agosto 1921) . . . . 422 Il testo del t rattato (4 agosto 192 1) . . . . 423 Il duce che se ne va ( 19 agosto 1921) 425 Sul convegno di Firenze (3-4 settembre 1921) 426 Un duello (1 3 ottobre 1921) 428 La vertenza Mussolini- Ciccotti-Scozzese ( 14 ottobre 1921). 429 La vertenzà Mussolini - Ciccotti-Scozzese (15 ottobre 1921) . 429 La vertenza Mussolini - Gccotti. Un fan tastico inseguimento in automobile (27 ottobre 1921) . . 430 Il dueJlo Mussolini - Ciccotti si è svolto a Livorno (28 ottobre 1921) . . . ·. . . . . . . . , 43 1 Il verbale del duello Mussolini· Ciccotti {29 ottobre 1921) . 435 Altre vertenze (30 ottobre 1921) . . . . . . . . . . 436 La vertenza Mussolini - Igliori composta (10 novembre 1921) . 4 37 Echi del duello Mussolin i - Ciccotti (30 novembre 1921) . 437 Una circolare del segretario generale del partito nazionale fascista ( 16 dicembre 192 1) . . . . . . . . : . . . . 438 In margine alla conferenza. Musso lini intervistato ( 10 gennaio 1922) 438 Indire dei nomi . 44 1

f/in_ito di Jtampar, il 30 gillg"'o 19n 'flelle O/fitine Grafitbe Prt1U l/i Stianti Sa11r(tJciano V al di PeJit (Pfrenze)

Sono Jtale an,he tirale !00 , opie n,;merate in caria sped11le fu ori commercio

*

Articles inside

[UN A CIRCOLARE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL

1min
pages 452-453

DOCUMENTARIO

32min
pages 434-451

ELENCO DEL MATERIALE GIORNALISTICO ATIRIBUIBILE A BENITO MUSSOLINI

1min
page 433

ELENCO DELL'ATIIVITÀ ORATORIA

1min
page 432

1Ypoloitaliano

4min
pages 428-431

APPENDICE

2min
pages 427-428

COLPI DI SCENA

2min
pages 423-424

UNA GIORNATA MOVIMENTATA

4min
pages 420-422

PATTO ·DI GARANZIA E RIPAR:AZIONI CANNES, 10

6min
pages 416-419

IL LAVORO DELLE COMMISSIONI PER LE RIPARAZIONI

3min
pages 414-415

DALLA QUESTIONE DELLE RIPARAZIONI AD UN 'INTESA OCCIDENTALE

9min
pages 408-413

SE · LENIN VERRA A GENOVA

1min
page 407

LE DICHIARAZIONI DI BRIAND

4min
pages 404-406

LA CONFERENZA AL LAVORO

6min
pages 400-403

ALLA VIGILIA DELLA RIUN IONE

10min
pages 392-399

VERSO IL RIASSETTO EUROPEO

12min
pages 384-391

IL CORVO STUPIDO

11min
pages 377-383

LA BANCA ITALIANA DI. SCONTO SOSPENDE I PAGAMENTI

1min
page 376

CONSUNTIVO

7min
pages 371-375

PREFAZIONE AL PROGRAMMA

8min
pages 365-370

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

31min
pages 348-363

A CAMERA CHIUSA

6min
pages 344-347

SOCIALISMO E... AFFARI

8min
pages 338-343

LA

4min
pages 335-337

SUL PROGRAMMA DEL PARTITO*

5min
pages 331-334

UN SALUTO A MUSSOLINI

1min
pages 329-330

LA GALLERIA DEI REDENTORI

9min
pages 324-328

POLITICA E GIORNALISMO

6min
pages 319-323

PER LA VERA PACIFICAZIONE*

29min
pages 301-318

LA FUSIONE DELLE SINISTRE

4min
pages 297-300

I FATTI DI TRIESTE

1min
pages 295-296

FORZE E PROGRAMMI

4min
pages 292-294

IL LIBRO BIANCO

5min
pages 289-291

IL MANIFESTO DELLA NUOVA DIREZIONE DEL PARTITO N AZIONALE "FASCISTA

6min
pages 283-288

NEL SOLCO DELLE GRANDI FILOSOFIE

5min
pages 277-281

UN EMULO DI GASTI

3min
pages 275-276

[ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA]*

3min
pages 272-274

NEL BOSCO DELLA MERLATA

8min
pages 266-271

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

8min
pages 260-265

SBORNIA

6min
pages 255-259

GIUSTIZIA, SIGNORI !

1min
page 254

MORTO E SEPOLTO

3min
pages 251-253

DISCIPLINA

3min
pages 249-250

LA PAROLA A MUSSOLINI GERMOGLI

3min
pages 244-246

DOPO IL CONGRESSO NAZIONALE FASCISTA*

7min
pages 240-243

IL PARTITO FASCISTA

3min
pages 237-239

DAL TERZO CONGRESSO NAZIONALE DEI FASCI ALLA CONFERENZA DI CANNES

2min
pages 233, 235

MANIFESTO ALLA CITTADINANZA ROMANA DURANTE IL CONGRESSO ALL'AUGUSTEO

1min
page 232

IL PiOGRAMMA FASCISTA*

16min
pages 224-231

IL « FANTE IGNOTO» E (ADORNA

3min
pages 221-223

(Al FASCISTI MILANESI]*

5min
pages 216-220

PUNTI FERMI

3min
pages 214-215

ITALIA E RUSSIA

2min
pages 212-213

DOPO IL DUELLO MUSSOLINJ-CICCOTTI

4min
pages 209-211

RITORN O ALL'ANTICO

3min
pages 207-208

UNA INTERROGAZIONE-PROTESTA

1min
page 206

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI

8min
pages 199-205

SCOPERTE

8min
pages 193-198

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DEI FASCI 181

5min
pages 189-192

INVITO Al FASCISTI

2min
pages 187-188

LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL PARTITO FASCISTA

9min
pages 182-186

RICHIAMO ALLA RAGIONE

4min
pages 179-181

NOTE POLITICHE

1min
pages 177-178

A FIRENZE

1min
pages 175-176

IL MONITO

3min
pages 173-174

[PER I CADUTI DI MODENA] *

2min
pages 171-172

DA SARZANA A MODENA

14min
pages 162-170

SUL CONGRESSO FASCISTA

1min
page 161

« SEMINATORI DI VILTA »

4min
pages 158-160

OPERA OMNIA DI BENITO MU S SOLINI

4min
pages 154-157

LA POLITICA E I PARTITI CIFRE E COMMENTI

7min
pages 149-153

IL FASCISMO E MARIO MISSJROLI

4min
pages 146-148

IL FASCIO FERROV IERI DI BOLZANO A BEN ITO MUSSOLINI

1min
page 145

IN TEMA DI CONGRESSO FASCISTA

5min
pages 141-144

FASCISTI E SOCIALISTI RIPROVANO UN ECCIDIO

7min
pages 135-140

RISPOSTA A UN «ULTIMATUM»

4min
pages 130-132

SULLA ORGANIZZAZIONE FUTURA DEL FASCISMO*

3min
pages 128-129

VERSO IL SUOLO ASIATICO MALABAR

3min
pages 126-127

DAL DISCORSO ALLA CAMERA AL CONGRESSO DE( FASCl 119

1min
page 125

POLITICA ADRIATICA

3min
pages 123-124

IN MARGINE ALLA CRISI FASCISTA

3min
pages 120-122

L'ORA DEI SERMONI

11min
pages 112-119

FAME E RUSSIA

12min
pages 104-111

GIOIA PREMATURA

8min
pages 98-103

LA CULLA E IL RESTO

4min
pages 95-97

1 NUOVI ORIZZONTJ DEL FASCISMO*

6min
pages 90-94

FATTO COMPIUTO .

6min
pages 86-89

VERSO LA PACIFICAZIONE*

1min
page 85

DOVE IMPERA LENIN

4min
pages 82-84

P.rolungate

3min
pages 79-81

L' INELUTTAllILE

2min
pages 77-79

[APPELLO DEI .FASCI AL PAESE DOPO L'ECCIDIO DI SARZANA]

2min
pages 75-76

DISCIPLINA

2min
pages 73-74

INSUFFICENZE DEL MINISTERO BONOM! *

4min
pages 70-72

OPtRA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

6min
pages 66-69

DOPO TREVISO

10min
pages 57-65

PAROLE E FATTI

4min
pages 53-56

[SULLA PACIFICAZIONE TRA FASCISTI E SOCIALISTI] *

7min
pages 49-52

FATTI NUOVI

2min
pages 47-48

[NELL'ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI BATTISTI]

1min
page 46

MOSCA - CANOSSA

8min
pages 40-45

ARABI CONTRO EBREI IN PALESTINA

4min
pages 36-39

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

4min
pages 32-35

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

27min
pages 14-31

DAL PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA

8min
pages 7, 9-13

AVVERTENZE

1min
page 5
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