SommariaMente n°3

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SommariaMente

Febbraio 20122012 n째3 n째3 Febbraio - Marzo

MAGO AMMOS

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SommariaMente E d i t o r i a l M e n t e F r a n c a M e n t e A t t u a l M e n t e M e d i a t i c a M e n t e U n i v e r s i t a r i a M e n t e E c o n o m i c a M e n t e A r t i s t i c a M e n t e P r o f o n d a m e n t e M e n t e R a d i o f o n i c a M e n t e Te l e v i s i v a M e n t e P o e t i c a M e n t e M u s i c a l M e n t e F a n t a s t i c a M e n t e

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Periodico mensile a diffusione gratuita in corso di registrazione

Redazione Via Bagnulo 108, 80063 Piano di Sorrento (Na) In copertina: Mago Ammos info@sommariamente.it - tel 081.19913191 redazione@sommariamente.it Hanno collaborato: Francesca Arpino, Fara Castellano, Rosa De Martino, Direttore responsabile: Anna Gargiulo, Valentina Maresca, Giovanni Morana, Ilda Pizza, Antonella Marica Esposito Savarese, Biagio Verdicchio Direttore Editoriale Raffaele Somma I collaboratori sono autonomi e non percepiscono compenso Progetto Grafico Qualsiasi collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito Somma Informatica

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EditorialMente di Marica Esposito

IL PRINCIPIO DE “IL GRANDE FRATELLO” APPLICATO ALLA SANITÀ ITALIANA! Premetto che non amo affatto i reality show e che la mia conoscenza relativamente ad essi si limita alla prima edizione del Grande Fratello. Da allora ho sempre pensato, e credo non a torto, che i veri osservati non fossero i ragazzi chiusi nella casa ma i telespettatori che li osservano. Questa affermazione viene supportata dal concreto esempio, seppur ripreso da quella edizione, che quando il buon Taricone indossò gli occhiali a mascherina, riuscì a creare una moda che si diffuse in un battibaleno e che ha strascichi ancora oggi. I ragazzi della casa, quindi, sono di fatto il mezzo con il quale i veri osservati, i telespettatori, vengono studiati dalle agenzie di marketing per delle vere e proprie indagini sociologiche, ed i cui gusti ed acquisti vengono effettivamente indirizzati e manipolati. Il vero Grande Fratello (quello inventato da George Orwell e di cui i giovani non hanno conoscenza) è proprio chi sta dietro le telecamere e crea mode e tendenze, per incrementare le vendite di questo o quel prodotto. Nonostante non gradisca, quindi , questo tipo di show, seppure apprezzi l'astuzia di chi ne ha fatto uno strumento di indagine sociologica, ora, alla luce di una mia recente esperienza con la sanità della Penisola Sorrentina, riesco ad individuare altre potenzialità di questi reality, a me prima ignote, che possono avere anche una valenza educativa. Mi spiego. Rifacendomi agli insegnamenti danteschi della legge del contrappasso, mi è venuta l'idea di proporre un nuovo reality. L'idea è questa: senza infierire realmente sulla salute di medici e infermieri, li obbligherei ad un “soggiorno” presso un ospedale, non in quello in cui si lavora e si è conosciuti, in modo da potergli fare constatare di persona la vita dell'ospedale, dal punto di vista di un malato qualsiasi. 24 ore su 24 in una stanza d'ospedale, osservando ciò che di fatto alla maggior parte dei medici e degli infermieri sfugge. Certamente le differenze nei trattamenti dei pazienti e le storture nei protocolli di lavoro dipendono spesso dalla frustrazione di un lavoro mal pagato rispetto alle responsabilità, da umiliazioni dovute alle promozioni di incompetenti solo per meriti politici, alle beghe tra colleghi, all'avvilimento prodotto dal non sapere se si avrà lo stipendio alla fine del mese. Tutte cause, queste, che metterebbero in crisi i santi! Ma i malati cosa c'entrano in tutto questo? Non hanno forse diritto ad essere assistiti nel migliore dei modi, non essendo oggetto delle piccole bassezze fatte per dispetto del collega che ci ha soffiato la promozione? Ritengo che scegliere una professione come quella del medico o dell'infermiere implica, necessariamente, la capacità di sostenere un forte rapporto umano e di empatia con persone che soffrono, le quali si affidano completamente nelle mani di chi può alleviargli le sofferenze e consentirgli una vita dignitosa. Tutto ciò non è cosa da poco! Non si tratta solo di seguire dei protocolli e di recarsi quotidianamente sul posto di lavoro per la durata del proprio turno. Credo che ciò implichi porre attenzione alle cose che si fanno, aggiornandosi e confrontandosi, senza paura dei raffronti. Le proprie frustrazioni, infine, dovrebbero rimanere chiuse nelle stanze dei medici e non ripercuotersi così violentemente sui pazienti. Magari dieci giorni da “pazienti” potrebbe far venire fuori quella passione, che anni addietro, ha spinto ad intraprendere un lavoro così importante per la società, come quello del medico e dell'infermiere, e che dopo tante vicissitudini e tagli alle spese si è forse sopita!

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FrancaMente di Lello Somma

WORK IN PROGRESS

Abbiamo una nuova sede!!! Ecco perché stiamo uscendo con un unico numero febbraio-marzo! La famiglia di Sommariamente sta crescendo, servivano più spazi per la redazione, più postazioni multimediali per chi lavora alacremente e volontariamente al consolidamento di quella che è ormai una realtà attesa da tanti! Questo numero di SommariaMente è nato non senza difficoltà tra uno scatolone e l'altro, tra cavi elettrici, pezzi di computer e stampanti, tra il server principale che si è bloccato e che ho dovuto risistemare, tra una parete di cartongesso che veniva su e l'elettricista che lavorava. Però ce l'abbiamo fatta! Il numero di SommariaMente lo avete tra le mani e l'ufficio, seppur ancora non in perfetto ordine, funziona a pieno ritmo! In fondo si è trattato soltanto di un trasloco, faticoso ma soltanto un trasloco, che ci ha rallentato nella lavorazione del giornale ma che, però, non ci ha impedito di continuare a volare alto come già il successo dei primi numeri ha confermato, e come si può verificare dal contatore dei contatti del nostro sito internet, e dal gradimento dei gruppi esistenti su Facebook, Myspace e su Twitter. Successi questi che condivido con un team giovane e affiatato e con un direttore entusiasta. Con una squadra che, smessi i panni dei cronisti per qualche settimana, si è prodigata a sistemare e riordinare la nuova sede. Questo numero ha la copertina dedicata a mio padre. Una scelta di cuore, non di opportunità, anche come regalo per il suo compleanno a cifra tonda e per i suoi continui incoraggiamenti. E forse è proprio la magia, che ha sempre intriso la mia vita proprio grazie a mio padre, il segreto del successo di Sommariamente. Qualche mese fa non avevamo neanche l'idea di creare un luogo fisico e virtuale in cui raccontare storie e dare spazio alla nostra quotidianità. Oggi lo facciamo divertendoci. Le storie sono quelle che ci emozionano, che ci lasciano un segno proprio come quelle che quotidianamente alla radio, racconta Ida Di Martino, speaker di Radio Kiss Kiss, che ci ha concesso in esclusiva una bellissima intervista. Storie come quelle che ci raccontano i nostri lettori che ogni tanto ci vengono a trovare in redazione. Storie come quelle a cui danno vita i bambini con la loro fantasia o i subacquei con le loro esperienze nel profondo mare. Storie come quelle che in oltre 40 anni di carriera ci ha raccontato Lucio Dalla. Riascoltando un suo brano vorrei far mio un suo bellissimo pensiero: “Ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”.


AttualMente di Giovanni A. M. Morana - Avvocato

LIBERALIZZAZIONI: VERO O FALSO? Uno degli slogan maggiormente usati dal governo Monti per dimostrare ai Cittadini il suo attivismo è quello della Liberalizzazione del Mercato, indicata quale panacea per giungere alla crescita economica: finalmente, qualcuno ci ha pensato, dico! E prendo il vocabolario e leggo che: “La liberalizzazione è un processo legislativo che consiste, generalmente, nella riduzione di restrizioni precedentemente esistenti.” – Immagino subito che si procederà a liberalizzare il Mercato da tutti quei grandi Poteri, quei grandi Monopoli (energia, telecomunicazioni, televisioni…) quei grandi accentramenti economici che possono condizionare scelte e programmi, anche politici, per attirare sempre più verso di loro le risorse economiche: in parole povere, aumentare la loro ricchezza a scapito e svantaggio degli altri, dei più piccoli, della concorrenza e, quindi, del Cittadino. Penso: ora saranno guai per le Banche, per le Assicurazioni, per le grandi Compagnie che, in ogni settore, in due, tre o quattro si spartiscono tutto il mercato, magari facendo cartello tra loro, per succhiare le poche ultime e residue risorse del Cittadino, inteso solo come consumatore. Invece, si vogliono liberalizzare solo alcune attività o professioni: notai, farmacisti, avvocati e tassisti; strano, proprio come nel 2006 quando, appena eletto il governo di sinistra, fu annunciata una ventata di Liberalizzazioni che avrebbe portato concorrenza e crescita economica: allora Bersani non fece a tempo a nominare i notai, che questa parola sparì misteriosamente dal suo programma; le farmacie ed i tassisti rimasero dov'erano però si riuscì ad eliminare i “minimi” dalle Tariffe degli onorari degli avvocati. E visto che oggi il governo Monti ha eliminato anche i “massimi”, così abrogando interamente le Tariffe degli onorari degli avvocati, vorrei chiarire il problema anche a chi non è addentro alla questione, per due motivi: il primo per ribadire che ci stiamo allontanando dal vero problema della crescita economica e dalle liberalizzazioni dei grandi Poteri e dei grandi Monopoli, il secondo perché parlare di Avvocatura, oggi, significa parlare (dell'agonia) della Giustizia: e, di conseguenza, della volontà politica di mantenerla in vita ovvero di darle il colpo di grazia definitivo! E' necessario che il Cittadino sappia come stanno “veramente” i fatti! Il lavoro dell'avvocato è sempre stato quantificato a mezzo di tariffe elaborate dal Ministero (aggiornate ogni 10 anni circa: le ultime risalgono al 2004!) che, a parte i diritti fissi specifici per ogni tipo di attività svolta, prevedono degli onorari che, in base al valore della causa, possono essere stabiliti dall'avvocato tra un minimo ed un massimo già fissati dal Ministero. Eliminare gli onorari minimi nel 2006 ha consentito alle Assicurazioni, alle Banche, agli Enti pubblici ed a tutti i grandi centri di potere economico che usufruivano del lavoro degli avvocati per un numero altissimo di cause, di poter contrattare delle parcelle più basse degli stessi minimi già fissati dal Ministero, con grande risparmio di denaro. Ma qualcuno ha avuto ridotto il premio assicurativo dell'auto, o la bolletta del gas o dell'elettricità, o la tassa della spazzatura visto il risparmio effettuato sul lavoro degli avvocati? Anzi, molti studi legali, per questa riduzione degli introiti, oltre a ridurre il personale, hanno dovuto aumentare proprio le parcelle al cliente privato, senza potere contrattuale, per sopperire al mancato guadagno e sopportare le spese sempre maggiori del funzionamento della macchina giudiziaria! Come al solito, quindi, la legge ha favorito i potenti e non il Cittadino. Ed oggi, si può parlare di liberalizzazione per una professione che conta già oltre 240.000 operatori in Italia e decine di migliaia se ne aggiungono ogni anno (gli avvocati erano meno di 50.000 nel 1985)? Non vi sono limitazioni all'accesso alle Facoltà di Giurisprudenza, non vi sono limiti di iscrizione agli Albi per l'esercizio della professione, se non l'esame di Stato che, seppur bisognoso di revisione per la sua procedura, costituisce l'unica garanzia per un accesso qualificato. Da un lato si pretende sempre maggiore specializzazione dall'Avvocatura e, dall'altro, si vuole eliminare l'Albo degli Avvocati, il relativo Consiglio dell'Ordine e l'esame di accesso alla professione. In questo modo, secondo le intenzioni, ogni laureato in giurisprudenza potrà iniziare ad esercitare la professione, con un minimo di pratica da iniziare addirittura durante gli studi universitari. La mancanza di programmi e riforme vere, l'enorme aumento dei tributi imposti al Cittadino per ricorrere al Giudice, dimostrano che v'è solo la volontà politica di portare allo sfascio la macchina della Giustizia pubblica per favorire i nuovi Organismi privati: dobbiamo prendere atto che lo Stato sta svendendo uno dei tre Poteri che lo sostengono per non sopportarne le spese, senza tener conto degli irrecuperabili danni che ciò comporterà alla società, alla Democrazia ed al singolo cittadino che sarà abbandonato a se stesso, senza tutela giuridica qualificata. Ma di questo parleremo la prossima volta!


MediaticaMente di Biagio Verdicchio

SELF SHOOTING: QUANDO IL VOYERISMO PUÒ DANNEGGIARE NOI STESSI L'ultima moda che si pratica con facile ingenuità sui social network è il “self shot posting”, consiste nel fotografarsi, spesso non badando alle luci, con inquadrature amatoriali, per poi postare sul proprio profilo la foto in attesa di centinaia di “mi piace” e commenti compiacenti. Sono foto spesso brutte, tecnicamente “mosse”, a volta sfocate ma hanno un qualcosa per taluni di intrigante, legate probabilmente ad uno storico voyeurismo, o alla comunissima morbosità. Certo è che oggi è difficile non imbattersi in “autoscatti” maschili e femminili nei social network. Talvolta sono ragazzine con trucchi che le fanno sembrare maggiorenni, vestite alla moda (spesso il vestito manca), l'immancabile espressione ammiccante per un autoscatto davanti allo specchio del bagno, con il telefonino ben in vista. Queste foto si archiviano nella illimitata memoria della rete e possono restare chiuse nel cassetto per molti anni, poi, vengono alla ribalta complice l'avvenuta notorietà della persona ritratta, e si tramutano in un pericoloso boomerang. È stato il caso della show girl Belen Rodriguez che oggi appare danneggiata da un filmato che la ritrae consenziente durante un amplesso con il suo ex fidanzato. Un video girato alcuni anni fa – quando ancora minorenne – e che, per ricatto, per errore, o frutto di una arguta manovra pubblicitaria, è stato ampiamente diffuso su internet tramite i canali di condivisione. Il rischio per chi lo scarica o divulga, trattandosi di un filmato con una minorenne di età, è un reato. Come recita l'art. 600 ter codice penale: “Chiunque con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga o pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire cinque milioni a lire cento milioni.” Altra vittima è stata la nota attrice americana Scarlett Johansson che ha subito il furto tramite accesso indebito al proprio smartphone, dei suoi autoscatti in cui si è più volte fotografata nuda. Immancabilmente le fotografie, senza il suo consenso, sono state pubblicate in Internet generando un indiscusso danno all'immagine. Contestualmente quasi a voler emulare le “gesta” private di vip e divi mondiali, sono nati dei web social, dove i più giovani inviano i propri autoscatti per godere di quei “15 minuti di notorietà”, come Andy Warhol sosteneva. I rischi dovuti alla scarsa attenzione della propria “identità digitale” sono enormi, considerato che la memoria del web conserverà ogni nostro frammento di vita per un periodo sicuramente più lungo della nostra stessa esistenza. Una “particolare fotografia” pubblicata on line potrà influire sulle scelte di quelle persone con cui ci rapporteremo nel futuro sia per ragioni professionali che per motivi sentimentali; le conseguenza spesso saranno non proporzionate alla superficialità con cui non abbiamo protetto la nostra “immagine digitale” pubblicata sul web. Giustificarsi ribadendo che la foto è anonima serve a poco o a nulla, le tecnologie sono incontrollabili e a breve nuovi algoritmi garantiranno il riconoscimento facciale tramite le immagini presenti sul web, questo introduce un danno alla privacy con enormi conseguenze sulla reputazione di chi, con troppa superficialità ha ceduto alle lusinghe del “self shot”.

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UniversitariaMente di Fara Castellano

UNIVERSITÀ E LAVORO: LA VITA NON SEMPRE FACILE DEI GIOVANI “Studentessa universitaria, triste e solitaria, nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia. E la mattina sei già china sulla scrivania e la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l'affitto te li manda papà….” Cantava Cristicchi in una sua canzone di qualche anno fa. Ma chi sono veramente gli universitari? Ragazzi e ragazze che a prezzo di sacrifici, cercano di costruirsi un futuro migliore? Bamboccioni perditempo che “parcheggiando” all'Università, si sottraggono ai loro doveri? Uomini e donne che vogliono migliorare la loro cultura? O come li ha definiti qualcuno, proprio qualche giorno fa, in alcuni casi, ultraventottenni “sfigati”? Ma prima di analizzare queste questioni, permettetemi di fare qualche considerazione e anche qualche passo indietro… Proprio ieri, in onda su una rete RAI, stavo guardando uno speciale sui moti del “68”, uno squarcio di storia che noi generazioni postume, conosciamo poco, ma del quale siamo stati, comunque, in un modo o nell'altro, anche indirettamente, influenzati. Il“68” nasce come tentativo di democratizzare le strutture della scuola e migliorare la collaborazione tra scuola e società. Sono gli anni di pensatori come don Lorenzo Milani e della sua “Lettera ad una professoressa”, libro scritto in collaborazione con i suoi alunni di Barbiana, nel quale si critica la scuola come sistema ancora fortemente discriminatorio, incapace di abbattere le differenze fra ricchi e poveri. Il movimento studentesco, che si affiancò successivamente anche a quello operaio, chiedeva soprattutto questo: una maggiore uguaglianza e una fine della dittatura “baronale” cioè di una ristretta élite, all'interno degli Atenei. E oggi invece? L'Università è davvero “privilegio” di tutti? La laurea è per tutti una porta aperta verso una professione ambita? Ritornando alle domande iniziali, dobbiamo tener conto che ci sono tantissimi ragazzi che per non pesare sul già debole bilancio familiare, cercano di laurearsi ma al tempo stesso lavorano, magari part-time e per i quali studiare diviene uno sforzo doppio. C'è anche chi, pur non lavorando, intraprende un percorso universitario in modo molto lento e impiegandoci molti anni. Ma prima di esprimere giudizi dovremmo conoscere la storia di questa persona, capire le difficoltà che ha incontrato, vedere quante ore al giorno ha passato sui libri e allora solo allora, si potrà capire il perché del suo ritardo nel conseguimento della laurea. Inoltre, se lo studio rimane un modo per acculturarsi, non sempre quella pergamena, quel pezzo di carta, dietro il quale c'è impegno, adrenalina e palpitazioni durante le sessioni d'esami, ore di lavoro per procurarsi i soldi per le tasse, diviene un titolo spendibile… ad esempio ci sono molti ragazzi che pur avendo una laurea, stanchi di cercare, di aspettare o di continuare ad investire in master, corsi, e stage, preferiscono andare a lavorare, “accontentandosi” per così dire, facendo un mestiere che magari, non è quello che avevano sognato, pur di provare la soddisfazione di un primo, ambito, stipendio. Il mondo degli universitari è, dunque, molto variegato, ma se i percorsi, le modalità e i risultati di ognuno possono essere, giustamente, diversi una certezza per tutti può essere quella di vivere in un mondo dove il mercato del lavoro offre sempre meno certezze e dove un titolo di studio, come la laurea, non è sempre per tutti e che essa non è sempre la porta di accesso verso una professione agognata e un posto lavorativo sicuro per tutti, allo stesso modo. Pile di libri da studiare, ore passate alla scrivania, nel freddo dei mesi invernali o durante l'afa dell'estate, sacrifici, nottate, batticuori e mal di testa possono assumere per tutti gli studenti, che veramente si impegnano, sia in corso che fuoricorso, un unico importante significato: lo studio come momento di crescita personale, di soddisfazione, di affinamento di capacità e di miglioramento culturale a prescindere da quelli che poi saranno i suoi risultati pratici.


EconomicaMente di Ilda Pizza (promotore finanziario CREDEM) tel. 3477720340

GESTIONE DEL PATRIMONIO Nell'ambito di una corretta gestione del patrimonio, la parola d'ordine è "diversificare" : bisogna puntare su più cavalli per centrare quello vincente. E' chiaro che tutto dipende dalle disponibilità dell'investitore. Inutile comprare solo immobili, ci sono troppe tasse , troppe spese di gestione, se li metto a rendita rischio di trovare l'inquilino moroso, etc,; avere solo soldi in banca acquistando titoli di varia natura neanche è soddisfacente, stiamo parlando comunque di "carta", è se vero che mi concede una rendita immediata e chiara, col tempo, a causa dell'inflazione tendono a svalutarsi. Una delle possibilità che oggi sempre più vengono proposte sono i conti online ad alta remunerazione : hanno un'ottimo rendimento e spese di gestione prossime allo zero. L'unica difficoltà è rappresentata dal fatto di non avere un interlocutore con cui parlare (anche se ora alcune banche online stanno aprendo le filiali) e quindi bisogna essere veramente abili utilizzatori del computer. Il grado di affidabilità di queste banche non è inferiore a quelle di credito ordinario e tutte (ma si può verificare eventualmente sul sito del FITD) aderiscono al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Spesso però l'alto rendimento offerto è legato a promozioni

che hanno una scadenza o una durata limitata nel tempo. Se si ha la pazienza e l'abilità di spostare il proprio gruzzoletto tra una banca e l'altra e quindi tra un'offerta e l'altra allora si riuscirà sicuramente a trarre il meglio, ma quella dei conti online è solo una delle possibili buone operazioni, il consiglio è sempre DIVERSIFICARE ed eventualmente farsi consigliare dalla propria banca o dal proprio consulente in base alle proprie caratteristiche.


ArtisticaMente di Marica Esposito

INCONTRO CON...GIUSEPPE SOMMA AI PIÙ CONOSCIUTO CON IL NOME D'ARTE ‘’AMMOS’’ Esempio di una passione che dura tutta una vita, più di cinquant'anni vissuti tra illusioni e giochi di prestigio, tra spettacoli, carte da gioco, monete giganti, foulard colorati, misteriose scatole di legno, fiori di piume e colombe bianche. Instancabile collezionista di libri e giochi di prestigio. Nato e vissuto a Sorrento, paese che ama e da cui non si allontanerebbe mai. Lo incontriamo nel suo negozio nel centro storico di Sorrento, e gli chiediamo subito, incuriositi, come abbia iniziato la sua lunga carriera di artista della magia. Il mago Ammos risponde, con gli occhi pieni di ricordi sempre vividi nel suo cuore e nella sua mente, che ha iniziato all'oratorio di San Nicola a Piano di Sorrento quando aveva 8-10 anni. “Del mio primo spettacolo, durato all'incirca trenta minuti, ricordo che si trattava essenzialmente di giochi di carte che avevo imparato in giro. All'epoca in Piazza Cota c'era un grande mercato ortofrutticolo ed alle spalle dello spazio occupato oggi dal municipio, esisteva una trattoria frequentata da molte persone che da lontano venivano al mercato per vendere i loro prodotti. Alcuni di questi mercanti, a fine pasto, si dilettavano improvvisando dei piccoli giochi di prestigio. Ciò a dimostrazione di quanto questa arte sia trasversale ed incanti i grandi come i piccoli. È lì che ho iniziato ad interessarmi alla magia, ed ho continuato ad esercitarmi nei circoli parrocchiali, che erano i veri ed unici punti di aggregazione per noi ragazzi.” Gli chiediamo, quindi, come questo passatempo sia diventato un vero e proprio lavoro. Mago Ammos, come se fosse al centro di un caleidoscopio di ricordi che lo avvolgono e lo travolgono, continua il suo racconto: “Negli anni Sessanta in Penisola Sorrentina non c'erano veri e propri locali da ballo, come oggi. Noi giovani ci riunivamo ed organizzavamo dei piccoli club autogestiti. In questi circoli c'erano persone dotate di notevole talento nelle più svariate arti come la pittura, la musica, la fotografia, ricordo ad esempio Giovanni Apreda, Enzo Schisano, Glauco Mare e Nino Casola, solo per citarne alcuni. A quel tempo insieme ad un gruppo di amici gestivamo un locale a Sant'Agnello che avevamo chiamato Eden e lì la Domenica

organizzavamo feste con balli e spettacoli.” Gli chiediamo, poi, della sua esperienza lavorativa al Fauno, che a quei tempi non era semplicemente una discoteca, ma ... Mago Ammos immediatamente completa la frase ricominciando il suo racconto: “Negli anni settanta il Fauno, all'epoca gestito dalla famiglia Iannuzzi, ogni sera dal 1 Marzo al 30 Ottobre proponeva uno spettacolo di varietà e folklore. Per quasi due ore si creava una atmosfera unica: oltre al mio spettacolo di magia, vi era un'orchestra di prim'ordine che suonava anche in accompagnamento dal vivo alla tarantella della bravissima Olga e della sua famiglia, oltre che ai cantanti delle classiche canzoni napoletane interpretate con sapienza scenica, ormai inesistente. Si metteva su, dunque, non un semplice spettacolo, ma un vero e proprio racconto di Sorrento tra note, arte e musica, coinvolgendo il pubblico in una esibizione ben congeniata che divertiva e conquistava tutti i presenti. Ogni sera ci esibivamo davanti a un pubblico di centinaia di persone delle nazionalità più diverse mostrando come Sorrento, a quei


tempi, era un centro turistico e culturale di prim'ordine.” Gli chiediamo se fosse difficile allora essere un artista, specialmente in un campo particolare come il suo. Giuseppe Somma prontamente risponde che “Era difficile perché non avevo guide o qualcuno a cui chiedere consigli, perché Sorrento, essendo un piccolo centro, non offriva contatti. Allora mi industriavo scrivendo ad un famoso mago dell'epoca, Mago Bustelli, al quale chiedevo lumi su come comportarmi e sperando di avere qualche dritta su alcuni dei trucchi del suo repertorio. Ma, ahimè, rispettava in pieno la regola ferrea dei maghi … il silenzio assoluto sui propri trucchi! Poi ho iniziato a viaggiare ed a conoscere persone nuove ed interessanti e da questi incontri la mia preparazione artistica ha tratto un sicuro beneficio. Il mio repertorio si è ampliato passando dai classici giochi di prestigio alle grandi illusioni come la levitazione o la Zig- zag, ossia la donna tagliata a pezzi. -Con quali artisti ha lavorato? “Ho avuto il piacere di esibirmi in serate dove erano presenti grandissimi artisti del mondo dello spettacolo come l'indimenticabile Nino Taranto, la cantante Angela Luce, Silvio Noto, attore e presentatore bravissimo, con Pietro de Vico, altro grande attore napoletano che ha lavorato anche con Totò, e con Roberto Murolo, che non ha certo bisogno di presentazioni, e tanti altri ancora. Oltre che nei teatri e nei locali mi sono esibito in Rai ed a TeleSorrento, che allora era un'emittente televisiva molto seguita. – E continua - Il ricordo a cui sono più legato è, però, un'apparizione a Telenapoli nel 1975 dove in una gara ho avuto l'onore di essere accompagnato dal grande mago dell'epoca Chabernot. A questo punto ci viene la curiosità di sapere se c'è stato un momento preciso in cui ha deciso di diventare prestigiatore o se la sua fosse una tradizione di famiglia. Mago Ammos continua il suo racconto appassionato: “In realtà in famiglia non abbiamo mai parlato chiaramente dell'argomento, però mi ricordo che da piccolo, tra le cose di mio nonno scomparso quando avevo all'incirca 4 anni, trovai un vecchio libro che parlava di giochi di prestigio. Solo in seguito alcune persone mi hanno raccontato che mio nonno era un artista e che si divertiva a fare musica, magie e spettacoli di burattini. In famiglia non mi avevano mai detto nulla.” - Ci viene, quindi, il dubbio che la sua famiglia non fosse d'accordo che lei intraprendesse una carriera in questo magico mondo!? “Mio padre non voleva e penso che ciò dipendesse anche dal fatto che suo padre, mio nonno, all'inizio del '900 fosse visto come un personaggio un po' bizzarro proprio per la sua passione per la magia ed i giochi di prestigio. Invece mia madre e mia zia, sua sorella, erano fiere della mia bravura.” - La sua abilità è stata affinata con l'aiuto di qualche maestro? “Più che maestri direi che ho avuto grandi amici. Il mio più grande amico nella magia è Mago Sales, che ha una fondazione omonima ed è stato il primo maestro di Arturo Brachetti, il famoso trasformista. Sales, alias Silvio Mantelli, persona di grande umanità e carisma, è un salesiano piemontese conosciuto più di quarant'anni fa proprio qui, in provincia di Napoli, dove era per venuto per un periodo di studio. Con lui ho sicuramente condiviso l'amore per i giochi di prestigio in questi lunghi anni.” - Ma fare i giochi di prestigio non è stata la sua unica professione, come gestiva questa “doppia vita”, tra arte e quotidianità? “Avendo scelto di avere una famiglia e dei figli, è stato necessario un'attività che desse una sicurezza economica maggiore rispetto a quella che poteva dare una vita basata esclusivamente su un'arte tanto particolare; ho, quindi, gestito per molto tempo un'attività commerciale. In realtà quando si ama così tanto qualcosa, come per me il fare giochi di prestigio, non si smette mai di farla. Capitava qualche volta che intrattenevo i miei clienti e i loro figli con qualche trucchetto. Un vero prestigiatore ha sempre in tasca un pizzico di magia! Devo dire che questa “doppia vita” mi ha aiutato da un lato a comprendere meglio il pubblico, dall'altro ad avere un rapporto più amichevole con le persone che frequentavano il mio negozio.” Ma ci tolga una curiosità, cos'è che caratterizza l'abilità di un mago: i suoi attrezzi o la sua fantasia e passione? “Come in tutte le arti la conoscenza della tecnica è basilare, l'allenamento anche e, inoltre, sono dell'idea che bisogna possedere un'attitudine innata. L'attrezzo è uno strumento, ma è essenziale saperlo usare con maestria ed abilità. La presentazione, poi, come dice il maestro Silvan, è fondamentale.” - Secondo lei quale sarà la sorte di quest'arte, in futuro? “In generale l'avvento della tecnologia cambia anche i confini dell'immaginazione. Oggi è tutto cambiato, si è più


disincantati. Ma nella vita c'è e ci sarà sempre bisogno di un pizzico di magia. Pensi che ho un figlio che, anche senza incitamento da parte mia, ha intrapreso da anni la carriera di prestigiatore. Ci viene, quindi, la forte curiosità di comprendere se ci sia veramente un qualcosa nel DNA che condizioni le persone al di là delle proprie aspettative. Così chiediamo al mago Ammos di presentarci il suo naturale erede nella magia, il figlio Massimo. Con gli occhi pieni di orgoglio Giuseppe Somma ci introduce il figlio che, nonostante non abbia avuto alcuna pressione da parte del padre nel seguire le sue orme, è diventato anch'egli un artista della magia. Gli chiediamo subito come sia nata in lui questa passione e se effettivamente il padre non l'avesse spinto in qualche modo a diventare “Massimo Mago”. “I miei genitori mi hanno sempre spinto a studiare ed, infatti, sono diventato avvocato. Inoltre, per chiaro conflitto generazionale, non volevo assolutamente fare ciò che ha sempre fatto mio padre. A Sorrento ho passato anni a rispondere, quando le persone mi chiamavano “mago” che non ero certo io, ma mio padre. Poi, crescendo con un padre a cui per anni facevo da assistente ed i cui amici avevano nomi come Sales e Milton, era difficile tenere entrambi i piedi nel mondo reale. I miei amici, poi, quando avevo 18 anni, hanno fatto il resto. Infatti mi hanno spinto a fare dei giochi di prestigio per animare le nostre comuni serate. E quando ho iniziato, prendendo di nascosto dei piccoli attrezzi dalla borsa di mio padre, ho scoperto che mi venivano piuttosto naturali.” Gli chiediamo, quindi, se si trattasse di talento innato. Il Massimo Mago ci risponde che, ripensandoci, per il solo fatto di aver visto tanti anni eseguire i giochi di prestigio li aveva in gran parte appresi, anche senza volere. A ciò ha aggiunto: “Credo che per me la magia non sia né una passione né un lavoro, ma è sangue! È ciò che mi viene più naturale e che non faccio per me stesso ma per coloro che mi stanno intorno e che traggono giovamento dalla mia magia!” Ci incuriosisce, a questo punto, cosa differenzi il suo modo di vedere i giochi di prestigio da quello di suo padre. Massimo Mago ci risponde deciso: “Mago Ammos è sostanzialmente innamorato dei giochi di prestigio. Sin da quando noi figli eravamo piccoli ogni minimo spazio della casa era invaso dai suoi trucchi e non c'è stato giorno che non ci abbia consolato o gratificato con i suoi mille giochi. Il mio approccio è diverso: credo che i giochi di prestigio possano essere usati come ludica forma di comunicazione non verbale e per questo affianco, già da tempo, ai classici spettacoli di magia esibizioni in luoghi dove è forte il disagio ed il dolore degli altri. Infatti, mi occupo di clown terapia e supporto medici, operatori sociali e in s egn a nt i ( a n c h e in collaborazione con varie Università) con piccoli g i o c h i d i p re st i g i o e trasformo la classica magia da intrattenimento in quello che mi piace chiamare “social magic”. Il mago Ammos, riprendendo la parola, conclude questa intervista augurandosi che il piccolo nipotino, che porta il suo nome, continui la tradizione di famiglia, ritagliando uno spazio nella sua vita che sia dedicato alla passione per la magia, dato che anche il cognome che porta è Somma, ovvero il contrario di Ammos.

sito web: www.magoammos.it


ProfondaMente di Rosa De Martino - Foto di Antonella Savarese

IL FANTASTICO MONDO SOMMERSO Chi, almeno una volta nella vita, ha sognato di poter vivere nel mare? Chi ha mai immaginato, anche solo una volta, di poter fare una passeggiata sottomarina o di esplorare una grotta sommersa? Il mondo marino, un luogo fantastico e pieno di vita, fa da scenario a quanti di noi hanno deciso di vivere un sogno indescrivibile e di adoperarsi per poter trascorrere qualche ora lontano dalla vita di tutti i giorni e poter sfuggire al frastuono che caratterizza le città in cui viviamo. La irrefrenabile corsa della tecnologia ed un'assidua ricerca hanno riconosciuto all'uomo la possibilità di scendere sott'acqua e di restarvi per un tempo abbastanza lungo per poter ammirare tutte le meraviglie del mondo acquatico. Erogatore, bombola, GAV, computer e muta, con un corso di preparazione diretto ad ottenere il brevetto, ed ecco che il sogno diventa realtà. Una realtà, questa, che purtroppo è poco conosciuta e pubblicizzata nella nostra penisola, nonostante le associazioni e i diving presenti sul territorio e gli innumerevoli siti, di fama mondiale, che noi subacquei abbiamo la fortuna di poter visitare. Quanti conoscono le meraviglie dell'Area Marina Protetta “Punta Campanella”? Quanti sanno dell'esistenza del “Banco di Santa Croce”, un gruppo di secche che si trova a Vico Equense e che è un sito a tutela biologica marina? Il nostro mare offre scenari mozzafiato che si possono ammirare anche dalla terraferma. Ma chi ama fortemente il mondo marino, non si ferma a guardarlo dalla spiaggia o da un belvedere. Osservare il mare come facciamo noi subacquei è un'esperienza unica e sorprendentemente singolare: un invito a vivere a stretto contatto con la Natura, in modo ancor più intenso e profondo. È indescrivibile ciò che si prova quando, durante un'immersione, si incontrano banchi di barracuda o enormi cernie, e poi ancora: castagnole, orate, saraghi, tonni, pesci San Pietro, polpi, scorfani, murene, aragoste, gronchi e gattucci. A volte, diventa quasi una divertente gara col compagno nell'individuare i pesci più belli o quelli che non si incontrano facilmente, tutte le volte che ci si immerge. Non può tacersi, poi, un'altra attività che è possibile svolgere durante l'immersione: la fotografia. Infatti, molti subacquei scendono in mare proprio per fotografare particolari invitanti di questo mondo alternativo al nostro che offre davvero stupendi soggetti e posti incredibili da immortalare e rivedere poi successivamente. Ma l'attività subacquea non è solo questo e, una volta scoperta, per molti diventa un pensiero fisso che accompagna il sub sempre, anche quando non è possibile immergersi. Si tratta di un fantastico pensiero che aiuta a vivere la quotidianità ed a superare gli ostacoli che si presentano nella vita di tutti i giorni. Insomma, pensare al mare è sicuramente un beneficio e pensare di “viverlo” attraverso la subacquea aiuta ancor di più ad affrontare le difficoltà della vita sulla terra. Solo una cosa va chiarita: fare immersione con le bombole non significa pescare. Alcuni fanno ancora confusione e non tutti conoscono il giusto divieto di pesca con le bombole: infatti, in Italia è severamente vietato pescare durante l'immersione con l'ARA (Auto Respiratore ad Aria). Insomma, l'immersione deve essere vista come un'attività che permette all'uomo di avvicinarsi di più al mare, di conoscerlo, di viverlo intensamente, ma anche e soprattutto, di rispettarlo.


RadiofonicaMente di Biagio Verdicchio

IN “TRENO”, SULLE ONDE DELLA RADIO ... IDA DI MARTINO SI RACCONTA “Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati; così tutte le qualità che la pagina stampata ha sottratto al linguaggio ritornano nel buio della radio”.Così si esprimeva Marshall McLuhan, il sociologo canadese, famoso per le sue analisi dei media. E sotto il segno della radio e del suo straordinario ed universale linguaggio che è nata questa bella intervista ad Ida di Martino, la speaker radiofonica di Kiss Kiss Italia, dal lunedì al venerdì on air con il “treno delle 8” e il sabato con “il treno del sabato”, pronta a dare la sveglia a migliaia di ascoltatori. Campana di Cava de' Tirreni, una laurea in lingue e letterature straniere conseguita all'Orientale di Napoli, Ida si racconta a “Sommariamente”: curiosa, sognatrice, tante passioni, dal cinema ai gatti, passando per il Napoli. Ma soprattutto la radio, lo strumento che le permette, tra una canzone e un'altra, di incontrare ogni giorno tanti amici del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport e della politica, che si raccontano poi ai suoi microfoni. E proprio Ida ci lascia - tra gli altri - un ricordo tenero e d affettuoso del grande maestro Lucio Dalla. Alla radio, la sua musica risuonerà sempre... Ida, grazie innanzitutto per dedicarci un po' del tuo tempo e raccontarti ai nostri lettori. Ritorniamo a quella frase di Marshall McLuhan? La radio parla alla nostra mente con una lingua diversa rispetto agli altri media, è un altro mondo, affascinante, intorno al quale si muove un'invisibile vitalità. E come diceva Marshall McLuhan: “ la radio tocca tutti intimamente e personalmente, il suo aspetto più immediato è un'esperienza privata”. Da una laurea in Lingue e Letterature straniere moderne alla radio. Ci racconti questo passo? E' avvenuto tutto per caso. Mi fu chiesto di fare un provino per una radio locale ( Radio Cava Centrale). Avevano notato la mia voce. Ti dirò, l'idea non mi entusiasmava per nulla, ero presa dai miei impegni universitari. Accettai di fare il test, ma….udite udite, non fui presa. Dopo un anno, ci riprovarono e le cose andarono diversamente. Mi sono laureata e nel contempo ho continuato a fare radio fino a ritrovarmi oggi a Kiss Kiss Italia. Viaggi, cinema, gli animali (i gatti in particolare), la letteratura: il mondo di Ida Di Martino è straordinariamente variegato. A quali di questi mondi ti senti in qualche modo più legata? Sono così diversi l'uno dall'altro: tutti contribuiscono a soddisfare quella voglia di conoscenza, quella curiosità che mi porto dietro da bambina. La letteratura mi fa viaggiare con la mente, superare quegli orizzonti che a volte non vediamo nella realtà. il cinema è la mia grande passione. Guardare un film in una sala al buio, interrotto solo da quel fascio di luce blu è per me una sensazione incredibile. Tant'è che preferisco andarci da sola. Non mi piace essere distratta durante la proiezione. Capitolo a parte i gatti. Trovo che siano creature magiche, di una bellezza divina e di una sensibilità sottovalutata da chi pensa che i felini siano animali infedeli e scostanti . Io ne ho uno, Romeo, è il mio adorato pupazzo di peluche. Sa sempre quando è il momento di farmi le coccole. E' il mio angelo. Un'anima “british”, un cuore napoletano. Tutto questo come si “mescola” in quel che fai? E beh, bella domanda. non è facile tenere insieme razionalità, self control e il cuore vulcanico che mi domina e che lascio prevalere molto spesso. L'equilibrio arriva dalle varie situazioni in cui mi trovo, dalle persone….e poi mi aiuta molto vivere a Napoli, una città con tante anime alle quali devi adattarti o ribellarti in continuazione. La passione, però, finisce sempre col prendere il sopravvento e la cosa non mi dispiace. “Amo la radio perché arriva dalla gente” canta Eugenio Finardi. Ida ama la radio perché? Esattamente per lo stesso motivo di cui canta Finardi. E aggiungo che arriva alla gente, dritta al cuore della gente. Oltre a fare la radio, sono anche un'ascoltatrice. Il potere della voce è immenso. chi sa usarla può arrivare ovunque e trasmettere qualsiasi messaggio, offrire spunti di riflessione anche con leggerezza. E non c'è soddisfazione più bella quando ciò accade.


Dal 1999 lavori a Radio Kiss Kiss, attualmente sei alla guida de “Il Treno delle 8”, in una fascia oraria, quella del mattino, che vede sintonizzato il maggior numero di ascoltatori. Che emozione ti fa “svegliare” i radioascoltatori, accompagnarli a scuola, in ufficio, a lavoro? Beh tanta! Ma c'è anche molta responsabilità. Sai bene quanto sia importante cominciare bene la giornata. Ecco, io sento molto tutto questo. Una parola, una notizia o un commento sbagliato nel momento sbagliato possono alterare l'umore di chi ascolta o infastidirlo. Organizzare la mattinata, diventa davvero stimolante. Tanti i personaggi della politica, della cultura, del costume, dello sport che si raccontano ai tuoi microfoni: ci regaleresti qualche curioso aneddoto? Beh, visto che se n'è parlato di recente, purtroppo, Lucio Dalla mi ha regalato belle emozioni. L'ho incontrato varie volte sempre di corsa. Due anni fa è stato mio ospite in studio. Era a Napoli per concerti e dormiva in barca, ancorata a Castellammare di Stabia. Quando l'ho chiamato per invitarlo, ero preparata ad un suo no. E, invece, mi disse che era contento di venire. Non ti dico quanto ci divertimmo. Non perdeva occasione per elogiare la lingua napoletana, la città. La nostra chiacchierata durò più di un'ora e ricordo che ci parlavamo come se fossimo stati vecchi amici. Si sentiva perfettamente a suo agio. Ad un certo punto, si presentò il suo avvocato Eugenio D'Andrea con i suoi bambini. Chiamammo Vincenzo Salemme. E venne fuori un siparietto indimenticabile. Mi ha lasciato tanto: la sua umanità, la sua immensa semplicità, l'ironia, la generosità. Quale il personaggio che ti ha colpito di più, che in qualche modo ti ha –perché no – anche sorpreso? Tanti mi hanno colpito, per un motivo o per un altro. Per esempio Nanni Moretti. Dovevamo sentirci per un'intervista su Caos calmo, il film tratto dal romanzo di Sandro Veronesi. Mi chiamò in redazione e non mi aspettavo di ritrovarmi a parlare con un uomo quasi intimidito. Pensavo fosse antipatico o troppo sicuro di sé così come molte volte appare e, invece, no. E poi come non ricordarsi del mitico Andrea Camilleri, così rassicurante con quel suo vocione e il suo ritmo cadenzato. Appare così sornione ma è un vero vulcano . «Il mio cuore squacquarea per te !!! » potrebbe essere una dichiarazione d'affetto, e non nascondiamo di fartela, invece è il titolo di un libro di Walter De Maggio, tuo collega a Radio Kiss Kiss, a cui hai collaborato: ci racconti quell'esperienza? Divertente, decisamente. E anche impegnativa. Erano gli anni più bui del Napoli. L'arrivo di De Laurentiis portò in città una buona dose di entusiasmo. I tifosi cominciarono a riprendersi e tutta la loro carica veniva fuori dagli sms che inviavano in redazione. Leggendoli, arrivò l'idea di metterli insieme e farne così un libro. La scelta fu piuttosto ardua, dovetti esaminare circa 150 mila messaggi archiviati. Ma quanto mi divertivo. La genialità dei napoletani non aveva e non ha confine. E così confezionammo Il mio cuore squacquarea per te. Credo sia stata la prima pubblicazione del genere in Italia. D'altronde, quale squadra vanta una tifoseria così creativa? Quella dichiarazione d'amore fatta per il Napoli Calcio non può che spingerci a chiedere la Ida tifosa,com'è? Poco femminile ah ah ah….mi spiego. Seguo il calcio da ragazzina, andavo allo stadio con bandiera, sciarpa, bandana. Ora lo frequento poco, non mi piace il clima di tensione che si crea quando arrivano tifosi avversari. Guardo le partite a casa, ma esulto o mi arrabbio ( e qui mi autocensuro) proprio come se fossi allo stadio. Romeo, il mio gatto, deve stare con me. Ormai è un portafortuna, ma ogni volta che il Napoli segna scappa impaurito. E mi fa tanto ridere. Comunque vivo il calcio con molta passione. Grazie di cuore Ida, e ancora mille di questi viaggi alla guida del tuo “treno” ...


TelevisivaMente di Valentina Maresca

“THE VAMPIRE DIARIES”: LA FORZA IDILLIACA DI UN TELEFILM Frequentemente ci si interroga sul decorso che sta vivendo la tv italiana. Sempre più persone si dichiarano insoddisfatte della qualità dei programmi e soprattutto dei film trasmessi sui nostri canali. Migliaia di giovani e non, infatti, tradiscono le nostre reti per quelle americane. Merito di tanti telefilm che stanno irrompendo nel piccolo schermo oltreoceano, con conseguente calo negli ascolti delle serie tv, in Italia dal 2007 ad oggi. Le cause della riduzione dello share vanno identificate innanzitutto nel fatto che gran parte della televisione italiana ripropone morbosamente film e telefilm già visti e stravisti da un pubblico attento. Altro errore, poi, è nelle trame, spesso troppo amorfe, poco brillanti, prive di mera personalità. Una fine simile è toccata, tra gli altri, a “The Vampire Diaries”. Quest'avvincente saga sui vampiri, trasmessa dal 2009 sulla CW, ha ottenuto un successo cospicuo. Ma una volta approdato in Italia, col titolo “Il diario del vampiro” (canale mya di Mediaset Premium), non ha avuto identica fortuna. Le cause sono da ricercare, indubitabilmente, nell'errata programmazione: la prima serie, in effetti, è stata trasmessa in Italia quando ormai l'avevano già vista in tanti. Oggigiorno i giovani sono avvezzi a seguire i telefilm americani direttamente in lingua madre, perché ritenuti molto più allettanti e coinvolgenti. Le emozioni si amplificano diventando molto più autentiche, il nostro ego si annulla completamente per trovare poi rifugio nella mente di chi ci ha coinvolti fino a quel punto, di chi vorremo essere anche solo per un istante. Atmosfera impenetrabile, alone di mistero, suspense. La storia è ambientata a Mystic Falls, misterioso paesino della Virginia. La vita della diciassettenne Elena Gilbert e del fratello minore Jeremy si infrangono bruscamente in seguito ad un incidente nel quale i fratelli perdono entrambi i genitori. Le avversità accrescono, oltremodo, in seguito all'incontro di Elena con Stefan Salvatore, vampiro centenario, il quale, si accorge che questa è la perfetta copia di Katherine , donna che lo vampirizzò nel lontano 1864. L'amore, tra i due divampa in brevissimo tempo, ostacolato da vicende rilevanti che si intrecciano l'una dentro l'altra. In paese, poi, fa ritorno Damon Salvatore, misterioso vampiro e fratello di Stefan. Cinico, ammaliante e spavaldo, il prototipo di “bello e dannato”, anche lui innamorato di Elena, pronto a difenderla dalle avversioni malgrado il suo amore non corrisposto (o almeno così si pensa). Le intricate vicende, hanno spinto i fan americani alla nascita di due gruppi: STELENA che regge l'amore Elena-Stefan e DELENA che supporta, invece, l'amore idilliaco con Damon. In Italia, episodi di questo genere sono ancora isolati e sta proprio qua la differenza. I telefilm devono entrare non solo nella mente, ma anche nell'anima di chi li segue. Solo così diventeremo i protagonisti di una vita parallela che non avremo mai il coraggio di vivere sul serio.


PoeticaMente di Anna Gargiulo

LA VITA FELICITÀ Quando sei felice Tutto sembra sorriderti,la felicità,la gioia, la spensieratezza appaiono sogni reali. L'amore per l'uomo che ami si rafforza ancor di più. Il suo amore per te raggiunge quote altissime. Questo amore così immenso, questo volersi bene profondamente cessa di esistere subisce mutamenti si racchiude in un silenzio profondo quando si litiga. Allora non c'è più comunicazione. Non si crede più in quello che si ha. Non si ha più fiducia. Si smette di amare. Si raggiungono discussioni orribili,che lasciano segni,ferite solo il tempo le può cicatrizzare. Perché noi questa felicità che abbiamo non la viviamo nel vero senso della parola AMORE?

La vita scorre velocemente, giorno dopo giorno, atroci… dolenti… ricordi la percorrono, fugaci soste di gioia, di amore vi appaiono. Solo i ricordi sono ostacoli che determinano, per uno spazio di tempo, voluto, desiderato, da noi uomini “ UNA SOSTA “ in questa vita crudele.

INDIFFERENZA Lacrime… invadono gli occhi scendendo dolcemente sul viso triste provato da tanta indifferenza. Parole… morte in un silenzio terrificante Carezze… stroncate da uno sguardo freddo senza amore. Tutto questo è “INDIFFERENZA”.


MusicalMente

di Lello Somma e Francesca Arpino

CARO AMICO TI SCRIVO… SE IO FOSSI UN ANGELO vivrei per TUTTO IL TEMPO CHE RESTA come milioni di persone a cercare in un istante IL CIELO nelL'ULTIMA LUNA, una STELLA DI MARE SOTTO CASA , la FELICITÀ in una CANZONE. In questa SERA DEI MIRACOLI, con una STELLA nel PARCO DELLA LUNA , DIMMI DIMMI della tua VITA che sfreccia come NUVOLARI. BISOGNA SAPER PERDERE … e NON VERGOGNARSI MAI. Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso che con un po' di trucco e con la mimica puoi diventare un altro ma due occhi che ti guardano, così vicini e veri ti fan scordare le parole, confondono i pensieri CHISSÀ SE LO SAI … è la vita che finisce, da un certo punto in poi le cose cambiano e se ogni istante ci cambia, se ogni cosa è diversa, c'è amore, e resterà nella mia testa. Non vedrai LE RONDINI in PIAZZA GRANDE nell'ANNO CHE VERRÀ In un DISPERATO EROTICO STOMP. COM'È PROFONDO IL MARE, Qui dove il mare luccica e tira forte il vento su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento BALLA BALLA BALLERINO, APRITI IL CUORE, QUALE ALLEGRIA in quella CASA IN RIVA AL MARE, in quell'ITACA dove non si perde neanche un bambino, LÀ dove eravamo LIBERI Noi la vita l'annusiamo in tutti i posti, ma lei passa senza un CIAO E adesso? Il ricordo più grosso è tutto in questo nome che io mi porto addosso CIAO A TE, Lucio


FantasticaMente L'OMICIDIO MISTERIOSO

Il giorno 12 Maggio era un Martedì speciale perché era il giorno libero di Paolo e, quindi, poteva organizzare il suo tempo come meglio voleva. Paolo, allora, andò in un casinò e giocò tutti i suoi soldi a poker e perse. Quindi tornò a casa. Maria, la moglie di Paolo, dopo il lavoro tornò a casa e trovò Paolo morto. Maria chiamò la polizia. Dopo qualche minuto arrivò Matt, l'assistente del commissario Balto, con la sua guardia del corpo Victor accompagnato da Zeus, il cane poliziotto. Quando Balto e gli altri arrivarono, usarono lo studio di Maria come sala per gli interrogatori, però prima cercarono delle impronte e le trovarono: una di Maria, una di Paolo ed altre due di due uomini sconosciuti. Zeus, però, trovò tre importanti indizi: 1)il sangue del killer sulla parete; 2)il coltello (cioè l'arma del delitto); 3)una ciocca di capelli stretti nella mano di Paolo. Balto chiese alla polizia scientifica di analizzare il sangue e il DNA dei capelli nel loro laboratorio. Quando la polizia scientifica ha avuto i risultati delle analisi, le inviarono a Balto. Il commissario, quando ricevette i risultati, scoprì che il killer non era uno solo ma due e, così cominciò le indagini comparando le impronte digitali con gli archivi elettronici. Intanto, Zeus che aveva annusato il sangue che aveva scoperto sulla scena del delitto, riuscì a trovare nei dintorni sia il killer che il complice, e fece capire a Victor che li aveva avvistati. Poi Victor e Zeus li rincorsero; Zeus azzannò il complice e Victor, visto che da ragazzo era campione di corsa(400m)raggiunse subito il killer e lo bloccò, poi Balto lo ammanettò. Il commissario Balto portò il complice al commissariato, e durante l'interrogatorio seppe i loro nomi: il killer si chiama Satana ed il complice Jack. Alla fine dell'interrogatorio li portò in galera. Racconto di Salvarex (10 anni)

IL SEGNO DELL'AMORE La rosa rossa è il segno dell'amore il segno che apre il tuo cuore e svela un sentimento importante e profondo che esiste in tutto il mondo. Questo segno così potente è…. …….l'amore che batte da sempre in ogni cuore.

LA PRIMAVERA La primavera arriverà Il sole dolcemente sorgerà gli uccelli torneranno e tutti dal letargo si sveglieranno ed allegria e giovialità torneranno finalmente,dopo tanto qua. Poesie di Giorgia M. (8 anni)

IL TRAMONTO Tu bel tramonto, che risplendi in mille colori, in mille umori, tu che porti sulle tue spalle amori e rancori, tristezze e speranze, tu che vivi nei sogni e nei pensieri …. più remoti, tu che colori cieli e …… e prati. Oh bel tramonto anche se te ne andrai nei sogni e nei pensieri più dolci, tristi, malinconici e spensierati resterai

Continua la nuova sezione dedicata ai bambini! I genitori, le maestre e gli stessi bambini o ragazzi che vogliono vedere pubblicati i loro capolavori: fiabe, poesie, racconti, fumetti o disegni particolarmente significativi, possono inviarceli all'indirizzo mail: redazione@sommariamente.it Marica Esposito



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