Dieci e lode 5

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Avarizzia Le POESIE DIALETTALI conservano il patrimonio linguistico e culturale delle regioni italiane. Spesso i poeti scrivono piccole storie che contengono una morale, un insegnamento che suscita riflessioni.

Ho conosciuto un vecchio ricco, ma avaro: avaro a un punto tale che guardava li quattrini ne lo specchio pe’ vede raddoppiato er capitale. Allora dice: – Quelli li do via perché faccio la beneficienza; ma questi me li tengo pe’ prudenza... E li ripone ne la scrivania. Trilussa (C. A. Salustri)

Come puoi notare il termine «avarizia» è scritto con due «z». In questo caso non si tratta di un errore grammaticale ma di una componente del dialetto romanesco.

PER COMPRENDERE Rispondi. • La morale della poesia «Avarizzia» è: l’uomo avaro è molto furbo. l’avarizia è un brutto difetto. Sul quaderno, prova a riscrivere in italiano entrambe le poesie dialettali.

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Dopo aver letto entrambe le poesie scrivi sul quaderno che cosa si intende per avarizia e per accidia; poi insieme ai compagni e con l’aiuto dell’insegnante discutine in classe.

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Accidia In un giardino, un vagabonno dorme accucciato per terra, arinnicchiato, che manco se distingueno le forme. Passa una guardia: – Alò! – dice – Cammina! Quello se smucchia e j'arisponne: – Bravo! Me sveji propio a tempo! M'insognavo che stavo a lavorà ne l'officina! Trilussa (C. A. Salustri)


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