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FIBULA

1932
di Massimo Pallottino
FIBULA. - Nome latino della spilla di sicurezza (in gr. , , ) adoperato dagli
archeologi come termine tecnico per designare questo elemento del vestiario antico frequentissimo fra
i materiali di scavo. La fibula formata di due parti essenziali: la spilla (ardiglione) e il corpo
protettivo che la tiene ferma alla stoffa (arco). Le due parti sono unite da un lato (capo) e si
ricongiungono all'altro lato della fibula, quando essa chiusa (piede o staffa).
Le forme e gli ornati degli elementi fondamentali variano pressoch all'infinito; ma soprattutto dalla
conformazione dell'arco, riconosciamo alcuni tipi principali, congiunti fra loro per genesi evolutiva, la
cui presenza si localizza a luoghi e periodi determinati o abbraccia una lunga serie di culture. La
successione di tipi di fibule, raggruppati a loro volta in pi amp cicli tipologici, costituisce per gli
studiosi una delle pi sicure guide di classificazione attraverso i meandri della protostoria, e
caratterizza in modo preciso l'evolversi della civilt antica nel mondo occidentale, dall'et del bronzo
fino oltre i tardi tempi imperiali.
La fibula dapprima esclusivamente di bronzo; poi anche di ferro, d'argento, d'argento dorato,
d'oro, spesso lavorato finemente. Molti esemplari appaiono adorni con ambra, osso, pasta vitrea,
corallo (pi raro), e in et imperiale anche con gemme e pietre preziose. La lunghezza della fibula
varia all'incirca fra i 2 e i 50 cm.; ma assai di rado supera i 20 cm.
Nell'antichit preistorica e storica dell'Occidente, l'uso della spilla di sicurezza appare
universale. Essa allacciava sulle spalle e sul petto le vesti di pelle e di stoffa; e per ci che noi
sappiamo, fu adoperata dai Greci con il chitone arcaico, il peplo, la clamide, la claina, dai Romani con
la palla, il sagum e il paludamentum militare. Privi di fibule erano invece l'himation e il chitone greco
di et classica, la tebenna etrusca e la toga. I ricchi esemplari romani furono considerati come veri
gioielli, oggetti di dono e di onorificenza; nel basso impero anche come insegne del potere. possibile
che alcune tra le fibule pi grandi servissero a reggere tende o cortine.
Accanto alla fibula vera e propria, di forma generalmente allungata, si trovano in Grecia e a
Roma fermagli dei tipi pi var, nei quali l'arco scompare, ed sostituito da un corpo per lo pi
circolare, decorato o adorno di gemme. Del tutto distinta va poi la fibbia da cintura, anch'essa detta in
latino fibula (v. fibbia).
Fibule dell'et del bronzo (Ciclo dell'arco di violino). - Ignorata dai popoli mediterranei fino al
II millennio a. C., la fibula nasce dalla semplice spilla per una evoluzione lenta, di cui ci dato
cogliere i punti salienti. L'uso di forare la spilla, per passarvi attraverso un filo intrecciato che ne
garantiva l'aderenza alla stoffa, appare frequente in Egitto, in Palestina, in Siria, a Cipro, a Troia, nei
paesi danubiani, nell'Italia settentrionale, in Germania (fig. 5, n. 1). La trasformazione dello spago
originale in filo metallico rigido, passato attraverso la cruna della spilla e ripiegato all'estremit per
fermare la punta, d origine a un primo tipo di fibula con elementi distaccati, detta protofibula (fig. 5,
n. 2). Tale evoluzione ha luogo nel corso del II millennio, e a quel che sembra soltanto in Europa;
mentre la protofibula appare largamente in uso nell'et del bronzo d'oltralpe ed suscettibile di uno
sviluppo. Ma la vera e propria fibula non si ha se non quando il nuovo elemento filiforme, trasformato
in arco, viene a formare un sol pezzo con la spilla, cui per lo pi si congiunge attraverso un
avvolgimento a spirale (fig. 5, n. 3). Quest'ultimo passo attestato assai per tempo nell'Italia
settentrionale, donde forse la fibula si sparse, largamente evolvendosi, per l'intero bacino
mediterraneo. Per quanto diverse fra loro nei tipi e negli esemplari, le fibule dell'et del bronzo
ricordano tutte pi o meno direttamente la loro origine (spilla forata e filo) offrendo un profilo, con
arco parallelo all'ardiglione, che ricorda l'arco del violino, dal quale l'intero ciclo prende nome.
Nei depositi dell'et del bronzo italiana presente soltanto qualche raro esemplare di
protofibula; di cui tuttavia non dimostrata la priorit cronologica rispetto alla fibula. Questa appare
direttamente, nelle terramare e in Sicilia (seconda met del II millennio), con la sua forma primitiva
pi semplice ad arco di violino (fig. 5, n. 3). L'arco consta di un filo eneo semplice, attortigliato
(ricordo del filo intrecciato originale) o ingrossato lateralmente in due punti; mentre in qualche
esemplare si dilata e appiattisce a forma di foglia o losanga. La staffa, cui si adatta la punta
dell'ardiglione, pu essere formata da un semplice ripiegamento all'estremit dell'arco, da pi curve
terminanti in una spirale, ovvero da un dischetto piegato.
Oltre che in Italia, la fibula ad arco di violino appare nella valle danubiana, in Bosnia, in Grecia
(ultimi strati micenei), a Creta, a Cipro. I pi autorevoli cultori della scienza paleoetnologica pongono
il centro di diffusione nell'Italia settentrionale o nei Balcani, mentre oggi ripresa da taluni l'ipstesi
della nascita della fibula in ambiente miceneo. Necessit tecniche, come quella di una maggiore

solidit ed elasticit, provocarono, ancora nell'ambito della civilt del bronzo italiana, un'evoluzione
della fibula in due diversi sensi. Da un lato l'arco si alza, trasformandosi da arco di violino in arco
semplice sempre a forma di filo attorcigliato o graffito (fig. 5, n. 7). Da un altro lato si moltiplicano le
spirali, spezzando la linea diritta dell'arco di violino; e s'ingrandisce il dischetto della staffa (fig. 5, n.
10). Nascono cos i prototipi ad arco semplice e ad arco spezzato, i cui cicli si sviluppano
parallelamente nella successiva et del ferro.
In Germania e in Scandinavia, dove la fibula con elementi uniti ignorata durante tutta l'et del
bronzo, persiste la protofibula con lungo e vario sviluppo. Dalla forma pi semplice, vicina ancora alla
spilla con filo intrecciato (fig. 5, n. 2), si passa ai tipi complessi con doppia spirale all'estremit
dell'elemento filiforme, o allargato a nastro (fig. 5, n. 4) o a losanga, e con il capo della spilla
trasformato in T o in doppia croce. Talvolta le due spirali assumono grandi proporzioni e si mutano in
dischi convessi decorati a rilievo. Sul finire dell'et del bronzo appare nell'Europa centrale, e
particolarmente nella valle danubiana, la fibula vera e propria, che si riconnette al ciclo dell'arco di
violino, ma subisce una notevole evoluzione locale. Ingrossandosi il dischetto spiraliforme alla staffa,
l'arco stesso s'intreccia orizzontalmente in successive spirali della forma pi varia (fig. 5, n. 5). Forse
sotto l'influsso della protofibula nordica a doppia spirale, si ha in seguito l'apparizione della fibula a
spirali o a occhiali, che tipica del primo periodo dell'et del ferro ungherese. Essa consiste di un arco
filiforme formante due (talvolta quattro) grandi spirali, dal centro delle quali esce l'ardiglione e
l'uncino della staffa (fig. 5, n. 6).
Fibule dell'et del ferro e classiche (cicli dell'arco semplice e spezzato). - Tutte le forme di
fibule che appaiono nell'et del ferro (X-VI sec.) in Italia si sviluppano dai due tipi con arco semplice
e con arco spezzato. La fibula ad arco semplice, predominante nel settentrione, d origine alle
forme ad arco ingrossato liscio o graffito, a sanguisuga (fig. 5, n. 8) (grosso arco graffito, nodoso e
rivestito con dischi di metallo e d'ambra), a navicella (grosso arco liscio o graffito, vuoto internamente
e aperto verso l'ardiglione), talvolta adorne di protomi animalesche o di ochine, e finalmente ad arco
piatto (foliate). In qualche esemplare funge da areo il corpo di un animale (leone, cane, ecc.). Notevole
il tipo nordico con pendagli in forma di catenelle e spirali. La fibula ad arco spezzato, con dischetto
alla staffa, produce le fibule cosiddette a disco, con corpo di varia forma e grande disco al piede (fig.
5, n. 11). Esse sono frequenti nei primi tempi dell'et del ferro, limitate quasi esclusivamente all'Italia
centrale e meridionale; ma riappaiono, in oro e riccamente adorne, durante il periodo orientalizzante
(sec. VII). Dalla fibula ad arco spezzato nasce anche la fibula ad arco serpeggiante o a drago, varia nei
particolari, spesso munita di rigonfiamenti simmetrici, apici, cornette, e per lo pi con lunga staffa
protettiva, in forma di cassetta (fig. 5, n. 12). Di questo tipo, come delle fibule a navicellae a disco, si
hanno splendidi esemplari d'oro, lavorati, nelle tombe orientalizzanti dell'Etruria e del Lazio (figg. 1 e
2). da notare che, almeno per un determinato periodo, le fibule a drago con lunga staffa sembrano
proprie dei corredi maschili, mentre le fibulea sanguisuga e a navicella appaiono prevalentemente in
tombe femminili. Nel materiale dell'et del ferro italiana incontriamo alcune forme isolate che, per il
capo dell'ardiglione in forma di spilla o per il distacco dei due elementi, sembrano ricollegarsi alle
protofibule di ambiente oltramontano. Non rare sono anche fibule a doppia e quadrupla spirale di tipo
danubiano. In cambio molti tipi di fibule italiche appaiono nel materiale della prima et del ferro
germanica (Hallstatt) v. anche ferro, civilt del.
Dalla fibula ad arco semplice, frequente nella cerchia egea in periodo submiceneo, deriva la
fibula greca a larga staffa. Essa consiste di un arco, per lo pi con grossi rigonfiamenti simmetrici,
munito al piede verticalmente di una laminetta quadrata o quadrangolare, il cui lato inferiore forma la
staffa per l'ardiglione (fig. 5, n. 13). Questo tipo predomina nel periodo geometrico sul continente e
nelle isole. La laminetta della staffa appare talvolta decorata a graffito, nello stile detto del Dipylon.
Altri tipi di fibule s'incontrano in Grecia e in Oriente: come la forma con arco piatto, posto
verticalmente e graffito, propria della Beozia, e la fibula a grosso arco e doppio ingrossamento laterale
(tipo che ricorda l'aspetto di un'elettrocalamita) frequente in Asia Minore e in Siria. Notevole anche la
fibula a grosso arco rigonfio e spezzato, con profilo triangolare, scoperta a Cipro, in Egitto e
nell'Oriente semitico. Esemplari di tipo italico e danubiano appaiono sporadicamente in Grecia. Con le
fibule a doppia e quadrupla spirale si ricollegano i fermagli classici a bottoni e a palmette, usati per
reggere il peplo, come attestano i monumenti figurati.
La diminuita frequenza della fibula nei depositi posteriori al sec. V si spiega con la moda del
chitone in Grecia, della tebenna e della toga in Italia. La forma di fibula predominante in questo
periodo quella con arco semplice, doppio, triplo o ingrossato, con larga e lunga staffa, terminante in
una punta a bottone o in una protome umana o animalesca (fig. 5, n. 14). Nelle necropoli italiche
s'incontrano anche esemplari d'oro, con maggiori varianti e adorni d'avorio e d'ambra scolpita.

Frequente nel settentrione la fibula detta della Certosa, con arco pi alto verso il capo, e terminante
in un bottone rilevato alla staffa (fig. 5, n. 15). Con questo tipo si ricollegano le prime fibule con capo
in forma di balestra (fig. 5, n. 16), non frequenti in Italia e forse introdotte dalle invasioni dei Galli.
Fibule di et romana (ciclo del capo a balestra). - La fibula a balestra, destinata a soppiantare ogni altra
forma, estendendosi per tutta l'Europa nei primi secoli della nostra era, nasce verosimilmente in
ambiente settentrionale all'inizio della seconda et del ferro (La Tne), circa il sec. V a. C. Essa
caratterizzata dal capo con un grande numero di avvolgimenti a spirale, indipendenti dall'arco e
sorretti da un secondo arco orizzontale, perpendicolare all'ardiglione (fig. 5, n. 16 e segg.). Il tipo
generale della fibula dapprima quello detto della Certosa; ma in seguito la punta della staffa si
ripiega verso l'arco, formando la fibula con profilo a S o a scorpione (fig. 5, n. 16). Un ulteriore
sviluppo dato dal ricongiungersi della punta con l'arco (fig. 5, n. 17), fino a formare una lamina
triangolare forata o piena (fig. 5, n. 18). La fibula a balestra, adorna di pietre e coralli nelle necropoli
galliche, si estende largamente per tutta l'Europa settentrionale e centrale; ma non frequente in Italia
prima dell'et imperiale.
Tornata in voga con i costumi militari e barbarici durante il secolo I d. C., la fibula romana si
distingue per una variet quasi individuale di forme e di ornamenti. Accanto a tipi che si ricollegano ai
cicli italici pi antichi (arco semplice e lunga staffa), spesso muniti di grossi pendagli sferici,
incontriamo fibule in forma di animali, di vasi, a sandalo, a bipenne, a pinzette, ecc. Gli esemplari
sono per lo pi di materiale prezioso e finemente lavorati. Ma il tipo predominante in tutto l'impero
la fibula a balestra con staffa in forma di lamina triangolare piena o forata, quale appariva nell'ultima
evoluzione del tipo gallico di La Tne (fig. 5, n. 18). Successivi sviluppi di questa fibula si hanno
durante i secoli dell'impero, soprattutto nei suoi centri periferici; mentre il capo a balestra, perduta la
sua funzione tecnica, si trasforma in un semplice elemento trasversale, perpendicolare all'ardiglione.
Tra le forme pi significative citiamo la fibula con un disco intermedio, a grosso arco e coda svasata
(fig. 5, n. 19), e la fibula a croce latina, con bottoni alle estremit del capo e dell'elemento trasversale
(fig. 4 e fig. 5, n. 20). Frequentissimo in epoca imperiale l'uso di fermagli preziosi: notevoli
soprattutto i tipi a bulla e a medaglione, con figure d'imperatori e di Roma.
Le fibule barbariche riflettono in gran parte i tipi provinciali del basso impero; ma con
maggiore ricchezza di forme e di ornamenti. Oltre ai tipi a croce latina e a T, con la caratteristica
decorazione trita degli oggetti barbarici, frequenti nei depositi franchi di et merovingia, burgundi e
alamanni, incontriamo per tutta l'Europa fibule in forma di aquile, di api e d'altri animali, a fermagli, a
scudo, a medaglione, a ottagono, ad S. Un centro di sviluppo per le fibule barbariche sembra essere
stato la Russia meridionale, in rapporto con Bisanzio e con la Persia. Dall'Oriente verosimilmente
proviene il tipo a capo semicircolare, spesso con bottoni o protomi a raggiera, detto gotico (fig. 5 n.
21). Alla cerchia bizantina appartengono le fibule a bottone con tre o pi pendagli, adorne di perle, e i
fermagli a medaglione con semplici ornati o figure.
Bibl.: Mancano quasi del tutto lavori monografici sull'argomento. S. Reinach, Fibula in
Daremberg e Saglio, Dictionnaire des Antiquits gr. et rom., II, Parigi 1896; R. Bertz, F. v. Duhn, G.
Karo, P. Thomsen, B. Meissner, Fibel in Ebert, Reallexicon der Vorgeschichte, III, Berlino 1925; O.
Montelius, La civilisation primitive en Italie, I, Stoccaolma 1895, p. 1 segg., tavv. I-XXI; O.
Montelius, Die vorklassische Chronologie Italiens, Stoccolma 1912, p. 208 segg.; Chr.
Blinkenberg, Fibules grecques et orientales, Copenaghen 19226; H. Leclerq, Fibule, in Cabrol, Dict.
d'arch. chrt. et de liturgie, IV, Parigi 1923.
Enciclopedia Italiana Treccani.

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