Un tempo i bidelli erano un pilastro.
A proposito di bidelli che in Italia sono più numerosi dei carabinieri, voglio ricordare affettuosamente una figura di bidello che nel tempo si è persa. Premesso che i bidelli, in generale, sono persone generose e simpatiche che meritano tutto il rispetto per il lavoro che svolgono, tuttavia la loro funzione nelle scuole è venuta sempre più a scemare.
Negli anni cinquanta frequentavo la scuola elementare di Sommatino, indossavo il grembiule e avevo il maestro unico, che ancora oggi ricordo perchè oltre a insegnarmi a studiare, era un maestro di vita e una autorità alla quale fare riferimento. Nel grande plesso scolastico, “Lombardo Radice” di viale Garibaldi, c’era un solo bidello che si chiamava Giovanni Messina, persona per bene, galantuomo, ligio al dovere e alla famiglia. Svolgeva da solo le seguenti mansioni: custode del plesso scolastico a tempo pieno, elettricista, falegname, idraulico, puliva più di venti aule composte in media da venticinque alunni ciscuna, suonava la campana, puliva le erbacce che crescevano nei bordi dei muri, si recava alla banca e alla posta per effettuare operazioni per conto della direzione didattica, manteneva la disciplina e tutti gli volevamo bene, anzi lo chiamevamo affettuosamente “Zzì Giuvà”! Per noi tutti era come un padre. Era orgoglioso del suo lavoro, un esempio da imitare.
Anche gli insegnanti erano buoni e ligi al proprio lavoro godendo della stima e del rispetto degli studenti. Il rigore e la disciplina erano alla base di tutto. Esempi che oggi, purtroppo, non esistono più. Forse sarebbe meglio tornare al passato quando gli studenti pensavano solo a studiare, i professori ad insegnare, i bidelli a svolgere le mansioni di prima e i genitori a fare i genitori.
ANGELO MORELLO
( da Lettera a La Sicilia)
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