«A noi interessa il movimento come veicolo del pensiero». (RENATO PIGLIACAMPO, Parole nel movimento) |
Alcuni studi hanno dimostrato che nellessere umano la lateralizzazione esiste sin dai tempi più remoti. Nelluomo preistorico la lateralizzazione riguarda prevalentemente lemisfero sinistro che, come è noto, muove ed attiva la parte destra del corpo umano. Lemicorpo destro, infatti, riceve in efferenza tutti gli impulsi nervosi che si generano nellemisfero sinistro, dal quale partono i fasci nervosi che si incrociano con quelli provenienti dallemisfero destro allaltezza del midollo spinale, per mezzo di alcune strutture nervose dette decussazioni, innervando la parte opposta del corpo umano. Riassumendo, lemisfero sinistro innerva la parte destra del nostro corpo, mentre dallemisfero destro si generano gli impulsi che raggiungono l'emicorpo sinistro.
Nel neonato possiamo notare che, sin dai primi giorni di vita, la marcia automatica avviene, in prevalenza, con lavanzamento del piede destro. Lo stesso si verifica per la rotazione del capo. Ma questi primi movimenti indicano soltanto un abbozzo di quelle che possono essere considerate soltanto alcune tendenze al destrismo. Si dovrà attendere ancora un po di tempo affinché si definiscano tutti gli elementi atti a chiarire se il bambino sarà un "destrimane" o un "mancino". Non è ancora chiara la dinamica su cui si basa la prevalenza di un emisfero cerebrale (quello dominante, di solito il sinistro) rispetto allaltro emisfero.
Secondo gli studi condotti da Frankell la scelta dellarto dominante è correlata con i fattori genetici, per cui una persona mancina potrà constatare sempre la presenza di un mancino nellambito della propria parentela (ascendenti o collaterali). Pertanto, il destrismo ed il mancinismo sono delle qualità innate, in quanto intimamente connesse con il corredo genetico.
«Tale affermazione deve essere tuttavia attenuata con due rilievi: da una parte questa dominanza è labile, perché può essere modificata sotto leffetto dellinfluenza sociale, in particolare nel mancino o sotto linfluenza di cause patologiche; dallaltra parte, insieme a soggetti mancini e destri omogenei, esiste una categoria di soggetti che, a parte ogni errore educativo, sembrano non avere dominanza emisferica omogenea e nei quali le diverse funzioni in rapporto con la lateralità sono ripartite bilateralmente, la qualcosa pone qualche problema» (Jean LE BOULCH, Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a sei anni, trad. Renata Facheris Ranucci, Roma, Armando, 2008, ristampa, pag. 114).
Per lateralità si intende luso abituale e consueto di un emicorpo (una metà del corpo) in cui prevale la dominanza assiale occhio-mano-piede rispetto allaltro emicorpo, al quale sono demandate le funzioni di natura complementare.
Gesell afferma che, altre teorie, non del tutto dimostrate, sostengono che la dominanza di un arto può dipendere dalla maturità cerebrale, ovvero da una maggiore irrorazione sanguigna nellemisfero sinistro (dominante), dalla posizione fetale oppure dalla influenza sociale.
Più che altro, molti studi hanno evidenziato le conseguenze negative, che derivano dalla repressione sociale verso quelle manifestazioni in cui è evidente una tendenza al mancinismo, troppo a lungo mortificato dalla pedagogia.
Per quanto riguarda la dominanza manuale, è opinione prevalente che non si manifesterà prima dei 7-8 mesi, cè chi sostiene che ciò avvenga entro il 10° mese di vita, ma il perfezionamento definitivo avverrà in tempi successivi. Alcuni autori, come Halverson, sostengono che la prevalenza della mano destra si stabilizzi ad un anno di vita, mentre altri, come Gesell, affermano che la lateralità manuale si consolida intorno ai 18-24 mesi di vita. Di fronte a questo ventaglio di teorie, lunica cosa certa è che nel periodo in cui una mano manifesta la propria dominanza, laltra diventa complementare, cioè di supporto a quella dominante.
Nonostante ciò, è bene precisare che la funzione complementare non è delegata a svolgere i «compiti di serie B», piuttosto, si deve riconoscere che nellemisfero destro (solitamente quello subdominante) diverse attività sono rappresentate in maniera diffusa e globale, mentre nellemisfero sinistro (generalmente quello dominante) tali funzioni sono più focalizzate e specializzate.
La dominanza di un emisfero cerebrale (generalmente il sinistro per i destrimani) si instaura progressivamente nel bambino, fino ad estendersi a tutto un emicorpo, passando inizialmente dalla mano a tutto larto superiore, per svilupparsi nellemitronco, quindi nellarto inferiore, stabilizzandosi in tutto un emicorpo, giungendo alla lateralizzazione, cioè al controllo nervoso dei due emicorpi distinti e governati dai due emisferi cerebrali. Lemisfero sinistro invierà gli impulsi allemicorpo destro, mentre lemisfero destro sarà deputato a governare lemicorpo sinistro.
Negli arti inferiori la dominanza si manifesta intorno ai primi 3 anni, ma, secondo Gesell, si dovrà attendere circa il quinto anno di vita, per assistere ai movimenti di lateralità del bambino nella torsione del tronco durante i lanci.
Alla soglia degli 8 anni, secondo Wallon, nel bambino inizia il processo della doppia lateralizzazione, che consiste nellacquisizione delle funzioni che rendono stabile lazione di "appoggio" e "stacco", per quanto riguarda larto inferiore complementare, mentre nellarto inferiore dominante tali funzioni si sviluppano nei movimenti di "attacco" e "slancio". Tutto ciò grazie alla maturazione sia di un valido equilibrio in movimento, sia della lateralizzazione, che raggiungono un controllo completo verso i 12 anni di età.
Lo stato di salute dellemisfero dominante è di fondamentale importanza, non solo per lutilizzo dellarto dominante e di tutto un emicorpo, ma anche per larticolazione della parola, specialmente nei soggetti afasici, nei quali si riscontra unanomalia nel funzionamento dellemisfero prioritario.
A circa due anni compare la lateralizzazione del linguaggio, prevalentemente nellemisfero sinistro. A tal proposito la neurologia ha accertato che, nella maggior parte delle persone, lemisfero sinistro svolge, tra laltro, le funzioni che riguardano il linguaggio, la logica, il calcolo e lanalisi; mentre lemisfero destro è quello che provvede alla percezione della spazialità, della musicalità, della creatività e della sintesi. Naturalmente ambedue gli emisferi svolgono le loro attività in maniera complementare, comunicando attraverso il corpo calloso, ovvero lunica via di collegamento, interposta tra i due emisferi, costituita da circa 2 milioni di fibre nervose.
Alcuni studi ed osservazioni in merito, hanno rilevato che non esiste una dominanza assoluta dellemisfero sinistro, ma che i due emisferi sono ambedue dominanti in relazione alle funzioni da svolgere. Pertanto le loro competenze sono «parzialmente diverse e complementari».
«Quando leggiamo, scriviamo o intavoliamo una discussione la dominanza è riservata allemisfero sinistro; al contrario quando disegniamo o guardiamo unimmagine sarà lemisfero destro ad avere la dominanza su quello sinistro. Il cervello non va comunque inteso come scisso in due parti a se stanti: Cervello poeta e cervello ingegnere ... sono strettamente connessi tra loro, caratterizzati da un continuo scambio di informazioni e messi in comunicazione da un grosso fascio di fibre nervose, il corpo calloso che permette al cervello di integrare le elaborazioni delle varie aree» (Mauro MORRETTA, Maria Grazia DE FRANCISCI, Il codice dellapprendimento, Tricase (LE), Youcanprint Self-Publishing, 2013, prima edizione digitale).