scacchista

Il significato di psicomotricità

di Giovanni Lestini



(2) Dominanza emisferica e lateralizzazione



«A noi interessa il movimento
come veicolo del pensiero».
(RENATO PIGLIACAMPO, Parole nel movimento)

Corteccia motrice e tratto corticospinale con decussazione Alcuni studi hanno dimostrato che nell’essere umano la lateralizzazione esiste sin dai tempi più remoti. Nell’uomo preistorico la lateralizzazione riguarda prevalentemente l’emisfero sinistro che, come è noto, muove ed attiva la parte destra del corpo umano. L’emicorpo destro, infatti, riceve in efferenza tutti gli impulsi nervosi che si generano nell’emisfero sinistro, dal quale partono i fasci nervosi che si incrociano con quelli provenienti dall’emisfero destro all’altezza del midollo spinale, per mezzo di alcune strutture nervose dette decussazioni, innervando la parte opposta del corpo umano. Riassumendo, l’emisfero sinistro innerva la parte destra del nostro corpo, mentre dall’emisfero destro si generano gli impulsi che raggiungono l'emicorpo sinistro.

Inizio manualità Nel neonato possiamo notare che, sin dai primi giorni di vita, la marcia automatica avviene, in prevalenza, con l’avanzamento del piede destro. Lo stesso si verifica per la rotazione del capo. Ma questi primi movimenti indicano soltanto un abbozzo di quelle che possono essere considerate soltanto alcune tendenze al destrismo. Si dovrà attendere ancora un po’ di tempo affinché si definiscano tutti gli elementi atti a chiarire se il bambino sarà un "destrimane" o un "mancino". Non è ancora chiara la dinamica su cui si basa la prevalenza di un emisfero cerebrale (quello dominante, di solito il sinistro) rispetto all’altro emisfero.
Secondo gli studi condotti da Frankell la scelta dell’arto dominante è correlata con i fattori genetici, per cui una persona mancina potrà constatare sempre la presenza di un mancino nell’ambito della propria parentela (ascendenti o collaterali). Pertanto, il destrismo ed il mancinismo sono delle qualità innate, in quanto intimamente connesse con il corredo genetico.
«Tale affermazione deve essere tuttavia attenuata con due rilievi: da una parte questa dominanza è labile, perché può essere modificata sotto l’effetto dell’influenza sociale, in particolare nel mancino o sotto l’influenza di cause patologiche; dall’altra parte, insieme a soggetti mancini e destri omogenei, esiste una categoria di soggetti che, a parte ogni errore educativo, sembrano non avere dominanza emisferica omogenea e nei quali le diverse funzioni in rapporto con la lateralità sono ripartite bilateralmente, la qualcosa pone qualche problema» (Jean LE BOULCH, Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a sei anni, trad. Renata Facheris Ranucci, Roma, Armando, 2008, ristampa, pag. 114).
Per lateralità si intende l’uso abituale e consueto di un emicorpo (una metà del corpo) in cui prevale la dominanza assiale occhio-mano-piede rispetto all’altro emicorpo, al quale sono demandate le funzioni di natura complementare.
Gesell afferma che, altre teorie, non del tutto dimostrate, sostengono che la dominanza di un arto può dipendere dalla maturità cerebrale, ovvero da una maggiore irrorazione sanguigna nell’emisfero sinistro (dominante), dalla posizione fetale oppure dalla influenza sociale.
Più che altro, molti studi hanno evidenziato le conseguenze negative, che derivano dalla repressione sociale verso quelle manifestazioni in cui è evidente una tendenza al mancinismo, troppo a lungo mortificato dalla pedagogia.
bambini che prendono gli oggetti Per quanto riguarda la dominanza manuale, è opinione prevalente che non si manifesterà prima dei 7-8 mesi, c’è chi sostiene che ciò avvenga entro il 10° mese di vita, ma il perfezionamento definitivo avverrà in tempi successivi. Alcuni autori, come Halverson, sostengono che la prevalenza della mano destra si stabilizzi ad un anno di vita, mentre altri, come Gesell, affermano che la lateralità manuale si consolida intorno ai 18-24 mesi di vita. Di fronte a questo ventaglio di teorie, l’unica cosa certa è che nel periodo in cui una mano manifesta la propria dominanza, l’altra diventa complementare, cioè di supporto a quella dominante.
scrittura Nonostante ciò, è bene precisare che la funzione complementare non è delegata a svolgere i «compiti di serie B», piuttosto, si deve riconoscere che nell’emisfero destro (solitamente quello subdominante) diverse attività sono rappresentate in maniera diffusa e globale, mentre nell’emisfero sinistro (generalmente quello dominante) tali funzioni sono più focalizzate e specializzate.
La dominanza di un emisfero cerebrale (generalmente il sinistro per i destrimani) si instaura progressivamente nel bambino, fino ad estendersi a tutto un emicorpo, passando inizialmente dalla mano a tutto l’arto superiore, per svilupparsi nell’emitronco, quindi nell’arto inferiore, stabilizzandosi in tutto un emicorpo, giungendo alla lateralizzazione, cioè al controllo nervoso dei due emicorpi distinti e governati dai due emisferi cerebrali. L’emisfero sinistro invierà gli impulsi all’emicorpo destro, mentre l’emisfero destro sarà deputato a governare l’emicorpo sinistro.
bambino che sale le scale Negli arti inferiori la dominanza si manifesta intorno ai primi 3 anni, ma, secondo Gesell, si dovrà attendere circa il quinto anno di vita, per assistere ai movimenti di lateralità del bambino nella torsione del tronco durante i lanci.
Alla soglia degli 8 anni, secondo Wallon, nel bambino inizia il processo della doppia lateralizzazione, che consiste nell’acquisizione delle funzioni che rendono stabile l’azione di "appoggio" e "stacco", per quanto riguarda l’arto inferiore complementare, mentre nell’arto inferiore dominante tali funzioni si sviluppano nei movimenti di "attacco" e "slancio". Tutto ciò grazie alla maturazione sia di un valido equilibrio in movimento, sia della lateralizzazione, che raggiungono un controllo completo verso i 12 anni di età.
lancio Lo stato di salute dell’emisfero dominante è di fondamentale importanza, non solo per l’utilizzo dell’arto dominante e di tutto un emicorpo, ma anche per l’articolazione della parola, specialmente nei soggetti afasici, nei quali si riscontra un’anomalia nel funzionamento dell’emisfero prioritario.
A circa due anni compare la lateralizzazione del linguaggio, prevalentemente nell’emisfero sinistro. A tal proposito la neurologia ha accertato che, nella maggior parte delle persone, l’emisfero sinistro svolge, tra l’altro, le funzioni che riguardano il linguaggio, la logica, il calcolo e l’analisi; mentre l’emisfero destro è quello che provvede alla percezione della spazialità, della musicalità, della creatività e della sintesi. Naturalmente ambedue gli emisferi svolgono le loro attività in maniera complementare, comunicando attraverso il corpo calloso, ovvero l’unica via di collegamento, interposta tra i due emisferi, costituita da circa 2 milioni di fibre nervose.

Alcuni studi ed osservazioni in merito, hanno rilevato che non esiste una dominanza assoluta dell’emisfero sinistro, ma che i due emisferi sono ambedue dominanti in relazione alle funzioni da svolgere. Pertanto le loro competenze sono «parzialmente diverse e complementari».
«Quando leggiamo, scriviamo o intavoliamo una discussione la dominanza è riservata all’emisfero sinistro; al contrario quando disegniamo o guardiamo un’immagine sarà l’emisfero destro ad avere la dominanza su quello sinistro. Il cervello non va comunque inteso come scisso in due parti a se stanti: Cervello poeta e cervello ingegnere ... sono strettamente connessi tra loro, caratterizzati da un continuo scambio di informazioni e messi in comunicazione da un grosso fascio di fibre nervose, il corpo calloso che permette al cervello di integrare le elaborazioni delle varie aree» (Mauro MORRETTA, Maria Grazia DE FRANCISCI, Il codice dell’apprendimento, Tricase (LE), Youcanprint Self-Publishing, 2013, prima edizione digitale).

(segue...)

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