giri di poltrone

Artémis: si dimette la ceo Patricia Barbizet, una delle "most powerful women" francesi

Patricia Barbizet - inserita due anni fa da Fortune tra le 50 donne più potenti in area Emea - lascia dopo 25 anni l'incarico di ceo di Artémis, holding della famiglia Pinault e maggiore azionista di Kering, di cui si è parlato nei giorni scorsi come possibile acquirente della maison Courrèges.

 

La manager 62enne, le cui dimissioni saranno effettive dal 31 gennaio, sarebbe pronta a lanciarsi in un suo nuovo progetto, di cui per il momento non si conoscono i dettagli.

 

Come si legge su lefigaro.fr, Patricia Barbizet «è considerata una delle donne più influenti del capitalismo francese». Fra le sue numerose attività spiccano l'appartenenza al cda del gruppo industriale Bouygues dal 2005 al 2012 e la presidenza del comitato investimenti del Fonds Stratégique d'Investissement dal 2008 al 2013.

 

Il suo posto verrà occupato ad interim da François-Henri Pinault, numero uno di Kering e già chairman di Artémis, a cui fanno capo anche la casa d'aste Christie's - di cui la stessa Barbizet è stata eletta a.d. tre anni fa - e le vigne Château Latour.

 

Barbizet manterrà comunque la poltrona di vicepresidente del board of director di Kering e sarà uno degli amministratori di Artémis.

 

Essendo stata reclutata nel 1989, dopo un'esperienza in Renault, come cfo della Financière Pinault (di cui è diventata ceo nel 2004) da François Pinault, si può a ragione affermare che la top executive abbia seguito passo passo la costruzione di un impero.

 

Artémis è infatti partita nel 1990 con un focus prevalentemente sulla distribuzione - considerata oggi non più strategica, come dimostra la cessione della partecipazione del 24% in Fnac Darty - ed è cresciuta nel settore lusso a colpi di acquisizioni e investimenti, soprattutto dopo che Pinault ha ceduto nel 2003 il passo al figlio François-Henri.

 

Proprio François-Henri Pinault, nel corso di una recente intervista a Le Figaro, ha ribadito la centralità dell'alto di gamma per Kering, di cui Artémis detiene il 40,9%. In quest'ottica non sarebbe poi così strano che fosse vera la notizia in base alla quale il gruppo, o la stessa Artémis - che a giugno è entrata nel capitale di Giambattista Valli - potrebbe impossessarsi del 100% dell'iconica maison Courrèges.

 

Un'indiscrezione emersa in modo decisamente insolito al recente Vogue Fashion Festival, durante il quale Coqueline Courrèges, vedova di André Courrèges, ha interrotto bruscamente l'intervento di François-Henri Pinault, dicendo che disapprovava quello che Kering aveva fatto con Balenciaga e che si augurava che non succedesse lo stesso con Courrèges.

 

Il tutto brandendo un cartello double-face, con il logo di Balenciaga da un lato e una foto di donne seminude dall'altro.

 

Quello di Coqueline è stato un semplice sfogo o c'è del vero nell'ipotesi di Courrèges come imminente new entry nel portafoglio di Kering/Artémis? La risposta ancora non c'è, ma secondo fonti bene informate non è un'ipotesi da scartare, anche perché già due anni fa si parlava già di un'acquisizione del 30% del marchio da parte di Artémis, che pare sia effettivamente andata a buon fine.

 

Ma François Le Mènahèze, presidente di Courrèges, ha gettato acqua sul fuoco, affermando che la priorità attuale del brand non è la cessione. Per esempio, un annuncio che tarda a venire è quello della nuova direzione creativa, dopo che in primavera si è interrotto il sodalizio con il duo stilistico formato da Jacques Bungert e Frédéric Torloting (nella foto, Patricia Barbizet immortalata da Didier Goupy).

 

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