Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS

Condividi

La nostra associazione di promozione sociale, promossa da persone facenti parte del Movimento dei Focolari, è nata a Roma nel 1991 e si impegna da sempre nella promozione di progetti solidali, innovativi e di integrazione sociale, oltre che nella formazione ambientale e di sviluppo della cultura civica ed etica.

Con l’entrata in vigore della riforma del Terzo Settore, abbiamo aggiornato il nostro Statuto per perseguire finalità di interesse generale. Operiamo a livello non solo nazionale ma anche internazionale, con raccolte fondi con cui interveniamo in Italia, Africa, India, Sud America e altre regioni del mondo, ottenendo risultati significativi.

In Italia collaboriamo con istituzioni e altre organizzazioni del terzo settore per sensibilizzare la comunità e affrontare problemi attuali attraverso raccolte fondi, seminari, conferenze, workshop e progetti di solidarietà.

La nostra missione è quella di aiutare le persone più fragili attraverso azioni filantropiche e di supporto reciproco, creando reti di solidarietà per affrontare le sfide del presente

Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS

Via C. Spinola, 18 – ROMA C.F. 96165390582

nuoveviemondounito@gmail.com

Per maggior informazioni, vai al sito:

https://nuoveviemondounito.it

image_pdfimage_print
Condividi

Giornata per l’Europa 2024 a Roma

Condividi

Il mio impegno di cittadino europeo nelle sfide della società

 “E’ il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme”! (Davide Sassoli)

Quanto cittadini e comunità italiane sono protagonisti della democrazia Europea? Un segnale non certo positivo il continuo calo dell’afflusso alle consultazioni elettorali europee. Ora siamo davanti ad un bivio: questo protagonismo diventa cruciale. E’ quanto è emerso dall’indirizzo di saluto dei rappresentanti delle istituzioni europee, il dott. Fabrizio Spada, il dott. Vito Borrelli e dalla relazione del giornalista Claudio Sardo, intervenuti all’evento promosso per la Giornata dell’Europa 2024 a Roma il 10 maggio dal comitato romano della rete europea “Insieme per l’Europa”.

Sullo sfondo dell’inquietante panorama internazionale, Sardo ha posto in luce con forza questa responsabilità. Non ha taciuto di fronte a quella che ha definito “crudele volontà di potenza”, “violazione del diritto internazionale”, manifestate dai conflitti in corso a est e a sud dell’Europa. Ed ha ricordato che, dopo “aver conosciuto l’abisso” e “toccato con mano la volontà di potenza, la follia razzista e la smania distruttrice nel secondo conflitto mondiale, “è da una promessa di pace scambiata tra i popoli, che è fiorita l’Europa”. Un’Europa che “è più dell’Unione Europea, più dell’Euro, è una civiltà, un grande patrimonio etico e sociale”. Di qui l’urgenza di una “democrazia che sia strettamente connessa al grado di giustizia e di libertà, fattori che dipendono anche dalla coscienza dei cittadini, dal modo di vivere della comunità, dai valori di solidarietà che insieme – comunità e cittadini – esprimono”, divenendo “artefici del proprio futuro”.

E sono proprio i giovani che, davanti a un pubblico vivamente partecipe, hanno testimoniato questo impegno fattivo. Come Giulia Cavalea che si è presentata quale “Ambasciatrice dell’Unione Europea” nelle scuole medie. Un’iniziativa lanciata in nome di Antonio Megalizzi, giovane giornalista appassionato di Europa, vittima dell’attentato a Strasburgo del 2018. Un sogno il suo portato avanti da giovani grazie a una fondazione che porta il suo nome, “nata per rispondere con amore all’odio terrorista”.

Quanto fondamentale sia la formazione europea delle giovani generazioni è stata testimoniata anche da un’insegnante, Paola Aloi e da due giovani del liceo Augusto di Roma. Citiamo solo la partecipazione al Festival del Mediterraneo (Marsiglia, settembre scorso), in dialogo con coetanei di culture, lingue, religioni diverse. Un viaggio che, a detta dei giovani, ha lasciato un ricordo profondo che ha inciso nella loro vita. Un’esperienza eloquente di fronte ad un Mediterraneo che richiama il dramma degli immigrati su cui il relatore ha avuto parole forti: “L’accoglienza e la solidarietà – aveva ribadito –  sono sentimenti europei, mentre alzare i muri e respingere senza umanità costituiscono uno snaturamento di noi stessi”.

Un’apertura che si direbbe connaturale ai giovani che più di tutti percepiscono quanto “i popoli sono ormai continentali”, come aveva detto Sardo in conclusione, auspicando “che prosperi la vocazione e il carisma di unità in nuove forme creative”.  Lo ha testimoniato un’altra giovane, Fabiola Marotti che ha assunto il ruolo di “ambasciatrice del Mondo Unito”, iniziativa nata dalla ong New Humanity del Movimento dei Focolari, aprendo un ampio panorama dell’alleanza dei giovani con l’Unione Europea. Citiamo solo il progetto interamente finanziato dalle istituzioni europee: il “Corpo europeo di Solidarietà e Servizio Civile in Europa.

Fabiola aveva citato un passaggio di David Sassoli da lei intervistato tre anni fa: “i progetti politici vivono anche di spiritualità”.

L’evento di Roma ha avuto una profonda nota di spiritualità nella seconda parte che ha visto il pubblico trasferirsi nella storica chiesa contigua, dedicata a S. Maria in Campitelli. Qui è venuto in luce il volto ecumenico di Insieme per l’Europa, reso visibile lì davanti all’altare dai rappresentanti delle Chiese ortodosse, anglicana, cattolica, luterana, riformata, metodista, battista, evangeliche indipendenti e Esercito della Salvezza.

A detta di molti, si è sperimentato fraternità, comunione illuminate dalla riflessione affidata al teologo ortodosso Vladimir Laiba sul mistero dell’essere costituiti “molti in un solo Corpo” dal comune battesimo. Nella preghiera, per voce dei laici è stato invocato l’aiuto dell’Alto per attuare obiettivi comuni: vita, famiglia, creato, fratellanza, solidarietà con i poveri e gli emarginati, l’unità tra le Chiese, le radici cristiane dell’Europa, la giustizia. E la pace.

Emozionante, sullo sfondo di quanto si sta vivendo in Terra Santa, il Padre nostro in ebraico, eseguito dalla cantante lirica Lisa Daniele, e poco prima, il brano al pianoforte che esprimeva una preghiera araba, suonato da Mirna Okzan, giovane siriana. Particolarmente toccante lo scambio tra i presenti di un piccolo pane, un significativo gesto di pace che manifestava l’unità. Quell’unità che deve abbracciare tutta l’Europa perché, come ha ancora detto Sardo, è “l’unica possibilità per consentire alla nostra civiltà di reggere l’urto e la velocità delle trasformazioni”.

Carla Cotignoli

https://www.focolaritalia.it/events/giornata-delleuropa-a-roma-il-10-maggio-2024/

image_pdfimage_print
Condividi

Emergenza inondazioni in Brasile

Foto: ©GIULIAN SERAFIM
Condividi

Le forti piogge che stanno sferzando il sud del Brasile dai primi giorni di maggio 2024 hanno causato pesanti inondazioni e frane in 425 comuni dello stato di Rio Grande do Sul, colpendo direttamente 1,5 milioni di persone e, per il momento, causando 108 morti e quasi 130 dispersi. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale, 232.675 persone sono ancora sfollate dalle loro case, di cui 65.573 sono accolte in rifugi.

Foto: ©Ricardo Stuckert

La situazione più preoccupante è nell’area metropolitana di Porto Alegre, dove intere città e quartieri sono sott’acqua da venerdì 2 maggio, con problemi di approvvigionamento idrico e interruzioni di corrente. Secondo le previsioni meteorologiche, nei prossimi giorni sono attese forti piogge che aggraveranno ulteriormente la situazione di questo disastro naturale

Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari ha avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno della popolazione dello Stato di Rio Grande del Sud, Brasile, attraverso  Azione per un Mondo Unito ETS (AMU) e Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN).

I contributi versati verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN in coordinamento con il Movimento dei Focolare in Brasile per far arrivare alle popolazioni colpite dalle forti inondazioni aiuti di prima necessità per l’alimentazione, le cure mediche, la casa.

SI PUO’ DONARE ONLINE:

AMU: https://www.amu-it.eu/campagne/emergenza-inondazioni-in-brasile/
AFN: https://afnonlus.org/#donaora

O anche attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ETS (AMU)
IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX

CausaleEmergenza inondazioni in Brasile

Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali.
I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus.

FONTE: https://www.focolare.org/2024/05/11/emergenza-inondazioni-in-brasile/

ARTICOLO CITTA’ NUOVA

image_pdfimage_print
Condividi

“Progetto carceri” in Italia

Condividi

La presenza di Città Nuova tra i detenuti: progetto carceri

Negli ultimi anni la rivista Città Nuova ha promosso una “rete carceri”, un gruppo spontaneo di persone attive in vario modo in quest’ambito, che si ritrova via zoom con una certa periodicità. Si condividono esperienze, difficoltà, progetti, prospettive. Per non sen- tirsi soli nel prendersi cura di quest’umanità ferita. Dagli adulti ai più giovani. Nei prossimi mesi partirà infatti anche un progetto per gli istituti penali minorili con la rivista bimestrale fatta dai ragazzi per i ragazzi Teens.

La rivista Città Nuova raggiunge numerosi istituti penitenziari in tutta Italia e accompagna diversi progetti, grazie alla generosità di tanti lettori. Così, tenuti da volontari, sono nati gruppi di lettura che offrono ai carcerati la possibilità di dialogare, riflettere, raccontarsi; oppure utilizzare la rivista per imparare l’italiano; o ancora per fare da ponte con istituzioni, studenti e cittadini grazie ad eventi aperti alla città, legati a concorsi letterari e artistici.

 

Da circa due anni, poi, alla rivista si è aggiunto un libro speciale: Liberi di cadere, liberi di volare, di Fernando Muraca. Sono tante le carceri italiane cui è stato possibile fare questo dono e gli istituti dove l’autore è stato chiamato per incontrare i detenuti. Momenti intensi in cui tanti hanno ritrovato sé stessi e il senso della propria vita.

 

 

 

Cartina dalla Rivista Città Nuova

Per maggior informazioni:

Aurora Nicosia anicosia@cittanuova.it

Vedi: https://www.cittanuova.it

 

image_pdfimage_print
Condividi

“Volontariato e Servizio Civile in Europa”. Per l’Europa della solidarietà, della cittadinanza attiva e della pace

Condividi

10 OBIETTIVI PER UN IMPEGNO COMUNE:

POTENZIARE IL VOLONTARIATO E IL SERVIZIO CIVILE IN EUROPA

L’appello della società civile alle forze politiche e ai candidati alle prossime elezioni europee per sostenere il Corpo Europeo di Solidarietà (CES) e operare nello spirito del Servizio Civile Universale

• Garantire il diritto di ogni europeo a partecipare ad attività di volontariato e/o di servizio civile in tutti i Paesi dell’Unione come “diritto di cittadinanza europea”, nella prospettiva di un unico Servizio Civile Europeo da realizzare senza disperdere le esperienze e le specificità dei Servizi Civili Nazionali già esistenti

• Favorire il reciproco riconoscimento tra gli Stati Membri dello status giuridico di volontario

Raddoppiare il budget del CES (da 1,030 ad almeno 2 mld) nel prossimo settennio di programmazione finanziaria, consentendo di ampliare significativamente l’attuale numero di 270mila partecipanti previsti fino al 2027

• proporre alla Commissione europea di predisporre un Libro Verde sui sistemi di volontariato e/o di servizio civile nazionale

• rendere sempre più accessibile l’esperienza del CES a giovani svantaggiati e lavorare in sinergia con le Agenzie giovani e il programma Erasmus +

• sostenere la raccomandazione del Parlamento Europeo per l’istituzione di un Corpo civile europeo di pace, valorizzando le esperienze già in atto in alcuni Stati membri, ( come ad es. le esperienze in corso in Ucraina e la sperimentazione avviata in Italia dal 2017 sui Corpi Civili di Pace).

Sono alcuni dei 10 punti dellAppello promosso da Movimento Europeo-Italia e New Humanity International NGO (Movimento dei Focolari), per la loro storica attenzione alla costruzione di un’Europa della solidarietà, della cittadinanza attiva e della pace, in collaborazione con la rete di Insieme per l’Europa, con 300 associazioni di diverse confessioni cristiane. Scaturisce dal convegno organizzato a Bruxelles il 24 ottobre 2023, nella sede del Parlamento Europeo, a cui sono intervenuti: Europarlamentari di diversi Gruppi politici, la Commissione e il Nunzio Apostolico presso l’Unione Europea. Hanno contribuito al dibattito le reti europee del volontariato, il Forum dei giovani, associazioni e testimonianze di Servizio Civile e del Corpo Europeo di Solidarietà. Tutti concordi nel ritenere il volontariato e il servizio civile un tratto rilevante dell’anima dell’Unione che pone la solidarietà come uno dei suoi principi fondamentali, in grado di dare sostanza alla visione del “Nuovo Umanesimo Europeo” indicato da Papa Francesco che considera i giovani protagonisti e in prima linea nella costruzione di una società migliore. Il volontariato è una “risorsa preziosa”, ha affermato il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella il 3 febbraio 2024 in occasione della cerimonia di apertura di Trento capitale europea del volontariato, “un pilastro anche della nostra civiltà europea”.

Per aderire all’appello:

movimentoeuropeo@gmail.combrussels@new-humanity.org

Leggi qui sotto l’appello:

Appello-ai-candidati-7-maggio-2024-Italiano

Comunicato Stampa 8 maggio 2024

https://www.instagram.com/p/C6rIKQ7oL29/

https://twitter.com/NewHumanityNGO/status/1787888555122987389

 

image_pdfimage_print
Condividi

Primo Maggio di Loppiano 2024: il realismo dei giovani operatori di pace

Foto ©Joaco Masera
Condividi

Centinaia di giovani a Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI) nella giornata del 1° maggio, per scoprire le strade, i volti, le storie, le iniziative di chi, quotidianamente, lavora per diffondere la cultura della pace nel mondo dell’economia, della politica, dell’associazionismo, della ricerca, dell’arte.

La pioggia caduta durante l’intera giornata del 1° maggio, Festa dei Lavoratori, non ha ostacolato gli oltre 600 giovani e accompagnatori, che hanno raggiunto, da varie parti d’Italia, Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI), cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, in occasione di “Paths Towards Peace” (Percorsi verso la pace), la 52esima edizione del Primo Maggio di Loppiano. A questi vanno aggiunti i 200 giovani coinvolti nell’organizzazione della giornata, di varie nazionalità, che, assieme, hanno dato vita ad un programma ricco, fatto di spazi di conoscenza, approfondimento e confronto, di laboratori artistici e di spettacolo.

A far da sfondo alla giornata, l’attuale contesto di crisi, con le circa 60 guerre che infiammano il mondo, dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’America. «A volte, noi giovani ci sentiamo davvero impotenti – spiega Angela, del Mozambico, conduttrice della giornata assieme a Francesco, italiano –. Ma qui, oggi abbiamo avuto l’opportunità di fermarci, di riflettere, e di riflettere insieme, sui percorsi verso la pace che vogliamo percorrere e che ci chiamano a farlo partendo da noi stessi, dalle nostre città, dai contesti in cui viviamo».

Leggi tutto sul sito di Loppiano

Articolo di Paolo Loriga 

Leggi anche articolo su Città Nuova 

https://www.focolaritalia.it/events/1-maggio-loppiano-2024/

Foto ©Joaco Masera

 

image_pdfimage_print
Condividi

8xmille alla Chiesa cattolica

https://www.8xmille.it
Condividi

Quando firmi per l’ 8xmille.it alla Chiesa cattolica sostieni ogni giorno chi davvero ne ha bisogno: coloro che non hanno una casa, non hanno da mangiare o non hanno un’istruzione, ma anche semplicemente chi non ha una persona con cui parlare. Dare una mano agli altri è molto più semplice di quello che pensi, basta una firma: https://www.8xmille.it/cose-8xmille/

Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione del lancio della campagna 8xmille volta a sottolineare l’importanza di firmare a favore della Chiesa cattolica.

Riteniamo importante che, insieme alla promozione del 5xmille, ricordare la possibilità di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica. La destinazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica e del 5xmille sono perfettamente compatibili (e non alternativi) e non comportano nessun aggravio fiscale per il contribuente. 

La collaborazione tra il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, le Diocesi e le aggregazioni laicali vuole essere, in questa direzione, un segno di aiuto reciproco per maturare, anche a livello economico, una responsabilità ecclesiale maggiore, consapevoli che proprio la trasparenza nell’uso dei bene e il loro saggio utilizzo pastorale è una irrinunciabile testimonianza evangelica.

Quest’anno sarà possibile firmare fino al 15 ottobre.

Dipende da noi scegliere sempre il bene, fatto di concretezza e di atti di amore come
sostenere la nostra Chiesa destinandole l’8xmille. Non costa nulla, ma può valere tanto per molte situazioni di emarginazione e fragilità. Senza questo gesto concreto le prime porte che rischierebbero di chiudersi sono quelle delle Caritas parrocchiali, dei centri di ascolto, dei doposcuola, dei dormitori, di quella miriade di attività solidali e di welfare che anche grazie all’8xmille sono alimentate e sostenute. Ma pensiamo pure al patrimonio artistico di cui le nostre comunità sono custodi e garanti, o alle nuove chiese che spesso, nelle periferie più degradate del nostro Paese, sono veri e propri polmoni di socialità e di cultura. Infine, da non trascurare l’apporto spirituale, morale e civile degli oltre 32.000 sacerdoti che annunciano il Vangelo, celebrano l’Eucaristia, educano i ragazzi, offrono assistenza spirituale e concreta alle famiglie in difficoltà, agli ammalati, agli anziani soli, ai poveri e agli emarginati. Senza l’8xmille tutti questi gesti d’amore verrebbero a mancare, rendendo la nostra vita e quella del nostro Paese più povera. Ricordiamoci di firmare e facciamoci noi stessi promotori di questo gesto concreto e semplice.

8×1000, il motore portante dei progetti di carità

image_pdfimage_print
Condividi

Giubileo 2025: “Pellegrini di speranza”

Condividi

“Pellegrini di speranza”, sarà un grande evento che coinvolgerà la Chiesa Cattolica durante tutto l’anno 2025.

Che cos’è il Giubileo? E’ soprattutto un’esperienza di Dio, della sua misericordia e tenerezza, sperimentate nel perdono e nella riconciliazione, e una testimonianza di pace e fraternità visibile e coinvolgente.

I segni del Giubileo. Ci sono atti concreti che distinguono il Giubileo da altri avvenimenti: il pellegrinaggio a Roma, il passaggio della porta santa, la visita alle tombe di Pietro e Paolo, la preghiera del Credo, la festa e l’incontro con il Papa.

Il Dicastero per l’Evangelizzazione, a cui il Santo Padre ha affidato l’organizzazione di tutto l’anno giubilare, ha creato un sito www.iubilaeum2025.va dove di possono trovare le descrizioni, la storia, i risvolti culturali, il calendario e altre informazioni utili sugli eventi del 2025, che coinvolgeranno diverse categorie di persone.

La Chiesa Cattolica e le varie Chiese celebreranno altri importanti eventi di portata ecumenica nell’anno 2025 come i 1.700 anni del Concilio di Nicea e la celebrazione della Pasqua nella stessa data per tutti.

image_pdfimage_print
Condividi

Vita della Parola. Tra storie&testimonianze: Luisa e Oreste

Condividi
Vita della Parola
Vita della Parola. Tra storie&testimonianze: Luisa e Oreste
Loading
/

“Noi sentiamo la necessità che la Parola di Dio diventi il nostro stile di vita – cisì scrive Chiara Lubich – ora – continua –  c’è anche chi studia con impegno e successo e fa dell’esegesi. Ma lo Spirito ci spinge sempre e soparttutto a VIVERE la Parola…(in mezzo al frastuono del mondo moderno, potenziato dai mass-media che spesso inquinano l’atmosfera) le persone imparano così a riempire le loro ore di discorsi celesti attuando quanto Paolo chiedeva: cercate le cose di Lassù.

Nei mesi scorsi ho conosciuto Luisa e Oreste, eravamo a tavola, un giorno mi hanno raccontato la loro avventura di famiglia…dal terreno franoso dei primi tempi, alla  decisione di costruire la loro casa sulla roccia della Parola  “uscendo” “aprendo le porte di casa””collegandosi con altre famiglie. Ascoltiamo Luisa e Oreste.

SIGLA d’apertura
canzone “Apri le vele” di Daniele Ricci
voce di Silvana Tresoldi Liksi

CANZONE Gen Rosso “Semina la pace” https://www.youtube.com/watch?v=-iMKU8kJV4A

SIGLA di chiusura
canzone “Apri le vele” di Daniele Ricci
voce di Silvana Tresoldi Liksi

Condividi

Chiara Lubich: “Gocce di luce”. Trento, 10 giugno 2001 – terza parte

Condividi
Gocce di Luce
Chiara Lubich: "Gocce di luce". Trento, 10 giugno 2001 - terza parte
Loading
/

Una trasmissione a cura di Maffino Redi Maghenzani. Collaborazione tecnica: Pasquale Bernardi Trasmesso dalla cittadella di Loppiano.

In collaborazione con il Centro Chiara Lubich ed il Centro Santa Chiara audiovisivi.

Trento, città natale di Chiara e del Movimento dei focolari. E precisamente  era il 10 giugno del 2001. Questa volta per Chiara è un ritorno ufficiale nella sua città e il lungo soggiorno è ricco di incontri e riconoscimenti, ma il momento culmine, carico di ricordi, emozioni, gioia, è l’incontro con i suoi concittadini (4000 persone) nel Palazzo dello sport. Qui Chiara tiene uno storico discorso dal titolo “Chi beve l’acqua pensa alla sorgente“  praticamente racconta ai suoi concittadini la sua avventura spirituale.

Terza parte

Canzone del Gen Rosso: “L’amore vince tutto” https://youtu.be/1OzGqA7ZQN0

 

 

Discorsi in ambito civile ed ecclesiale (Opere di Chiara Lubich – 10)

 

 

 

 

Condividi

Parola di Vita Maggio 2024. Podcast

Condividi
Parole di Vita
Parola di Vita Maggio 2024. Podcast
Loading
/
Condividi

Maggio 2024

Condividi

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1 Gv 4,8).

La prima lettera di Giovanni si rivolge ai cristiani di una comunità dell’Asia Minore per incoraggiarli a ripristinare la comunione tra loro, poiché sono divisi da dottrine diverse.

L’autore li esorta a tenere presente ciò che è stato proclamato “fin dal principio” della predicazione cristiana e ripete ciò che i primi discepoli hanno visto, udito e toccato con mano nella convivenza con il Signore, affinché anche questa comunità possa essere in comunione con loro e, quindi, anche con Gesù e con il Padre (1).

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Per ricordare l’essenza della rivelazione ricevuta, l’autore sottolinea che, in Gesù, Dio ci ha amato per primo, assumendo fino in fondo l’esistenza umana con tutti i suoi limiti e le sue debolezze.

Sulla croce, Gesù ha condiviso e sperimentato sulla sua pelle la nostra separazione dal Padre. Dando tutto sé stesso l’ha risanata con un amore senza limiti né condizioni. Ci ha dimostrato cos’è l’amore che ci aveva insegnato con le parole e con la vita.

Dall’esempio di Gesù si comprende che amare davvero implica coraggio, fatica e il rischio di dover affrontare avversità e sofferenze. Ma chi ama così partecipa alla vita di Dio e sperimenta la Sua libertà e la gioia di chi si dona.

Amando come Gesù ci ha amati, ci liberiamo dall’egoismo che chiude le porte alla comunione con i fratelli e con Dio e possiamo sperimentarla.

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Conoscere Dio, colui che ci ha creati e che conosce noi e la verità più profonda di tutte le cose, è da sempre un anelito, magari inconscio, del cuore umano.

Se Lui è amore, amando come Lui possiamo intravedere qualcosa di questa verità. Possiamo crescere nella conoscenza di Dio perché viviamo essenzialmente la Sua vita e camminiamo alla Sua luce.

E ciò si compie pienamente quando l’amore è reciproco. Se ci amiamo l’un l’altro, infatti, «Dio rimane in noi» (2). Avviene un po’ come quando i due poli elettrici si toccano e la luce si accende, illuminando quanto ci circonda.

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Testimoniare che Dio è amore, afferma Chiara Lubich, è «la grande rivoluzione che siamo chiamati ad offrire oggi al mondo moderno, in estrema tensione», così «come i primi cristiani la presentavano al mondo pagano di allora» (3).

Come farlo? Come vivere questo amore che viene da Dio? Imparando da Suo Figlio a metterlo in pratica, in particolare «[…] nel servizio ai fratelli, specie quelli che ci stanno accanto, cominciando dalle piccole cose, dai servizi più umili. Ci sforzeremo, ad imitazione di Gesù, di amarli per primi, nel distacco da noi stessi ed abbracciando tutte le croci, piccole o grandi, che tutto questo può comportare. In tale modo non tarderemo ad arrivare anche noi a quella esperienza di Dio, a quella comunione con Lui, a quella pienezza di luce, di pace e di gioia interiore, a cui vuole portarci Gesù» (4).

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Santa visita spesso una residenza per anziani, un ambiente cattolico. «Un giorno, con Roberta, incontra Aldo, un uomo alto, molto colto, ricco. Aldo guarda le due giovani con sguardo cupo: “Ma perché venite qui? Che volete da noi? Lasciateci morire in pace!” Santa non si perde d’animo e gli dice: “Siamo qui per lei, per vivere qualche ora insieme, conoscerci, diventare amici”. […] Ritornano altre volte. Roberta racconta: “Quell’uomo era particolarmente chiuso, molto abbattuto. Non credeva in Dio. Santa è stata l’unica che è riuscita a entrare nel suo cuore, con tanta delicatezza, ascoltandolo per ore”». Pregava per lui, e una volta gli ha regalato un rosario, che lui ha accettato. «Santa viene poi a sapere che Aldo è morto nominandola. Il dolore per la sua morte è attenuato dal fatto che è morto serenamente, tenendo fra le mani il rosario che un giorno gli aveva regalato» (5).

A cura di Silvano Malini e del team della Parola di Vita

_________________________________________________________________

1 Cf. 1 Gv 1,1-3.
2 Cf. 1 Gv 4,12.
3 C. Lubich. Conversazioni, a cura di M. Vandeleene (Opere di Chiara Lubich 8/1); Città Nuova, Roma 2019, p. 142.
4 C. Lubich, Parola di Vita di maggio 1991, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5),
Città Nuova, Roma 2017, p. 477.
5 P. Lubrano, Un volo sempre più alto. La vita di Santa Scorese, Città Nuova, Roma 2003, pp. 83-84,107.

image_pdfimage_print
Condividi

Genfest Italia 2024, insieme per prendersi cura

Condividi

Gli appuntamenti e le iniziative in Italia dei giovani dei Focolari

di Aurelio Molè

Alcuni dei momenti più belli della nostra vita li abbiamo vissuti nei Genfest. Ognuno può sfogliare il proprio personale album di ricordi. Nel mio, uno dei miei momenti clou, ma non solo, è stato il Genfest del 1990. Il muro di Berlino, sembrava fino ad allora una barriera impossibile da rimuovere, eppure si sgretolò in pochi minuti nel novembre del 1989. Un mondo più unito si faceva storia concreta. Le frontiere si aprirono e, per la prima volta, era possibile incontrare centinaia di giovani dell’Est Europa. Dalla ex Yugoslavia fino alla Lituania. Dei popoli e dei giovani bellissimi, ancora incontaminati dal consumismo Occidentale, con cui era possibile sperimentare una unità di cuori palpabile. Nel 1990 San Giovanni Paolo II al Palaeur di Roma disse che il mondo unito «è la grande attesa degli uomini d’oggi, la speranza e, nello stesso tempo, la grande sfida del futuro» perché «è la via della pace». Parole quanto mai attuali in un mondo che vive una terza guerra mondiale a pezzi.

Il Genfest, deriva da gen “generazione nuova”, il settore giovanile dei Focolari, e da fest, festival. Nasce nel 1973 a Loppiano, una piccola cittadella dei Focolari vicino Firenze, quando non erano ancora state ideate le Giornate mondiali della gioventù e si ripete ogni sei anni radunando centinaia di migliaia di giovani dai cinque continenti per condividere attraverso esperienze, canti, coreografie, interventi la propria passione per la fraternità universale. L’ultima edizione si è svolta nel 2018 nelle Filippine, la prossima sarà in Brasile dal 12 al 24 luglio 2024 dal titolo “Insieme per prendersi cura” per costruire un mondo di fraternità al di là delle differenze culturali, etniche e religiose prendendosi cura del pianeta e delle persone, soprattutto le più vulnerabili. Si snoderà in tre fasi: volontariato, un evento centrale e la creazione di comunity per continuare a costruire un mondo più unito nel proprio territorio.

In Brasile, ad Aparecida, sono attesi seimila giovani e una diretta streaming in 120 Paesi, ma non tutti potranno partecipare. In Italia sarà possibile vivere una sorta di staffetta. Si comincia dalla Toscana. Dal 12 al 21 luglio si vive dapprima con le mani in pasta in una settimana di volontariato locale diffuso in città della Toscana come Firenze, Prato, Massa, Pistoia, Grosseto, Lucca e Pisa. In collaborazione con associazioni, parrocchie, case di accoglienza e nella cornice più ampia del Progetto Milonga “Embrace Humanity che da anni si occupa di volontariato internazionale.  Lo sguardo sarà rivolto a persone migranti che mettono a rischio la propria vita in cerca di speranza; a chi è costretto a vivere nella disumanità di una guerra; a chi è povero e affamato; a chi è escluso e emarginato dalla vita sociale o, discriminato per la sua appartenenza etnica, per l’identità di genere, perché persona con disabilità mentale o fisica; di chi è prigioniero di una dipendenza, di chi è anziano e solo. Non si tratta solo di azioni ma anche di formazione ai fenomeni e temi e di condivisione nella fase finale che avverrà a Loppiano dal 19 al 21 luglio. Tre giorni vissuti insieme con persone provenienti da varie regioni d’Italia e qualche Paese europeo. Sono previsti collegamenti in diretta con il Genfest internazionale del Brasile e la creazione di community per aree tematiche per formare dei gruppi in base agli interessi che potranno continuare le loro azioni sul territorio perché il Genfest non è solo un evento, ma un processo generativo che si spera continuo nel tempo.

«In Toscana – commenta Nadia Xodo, una delle organizzatrici – abbiamo notato un risveglio nelle comunità, un coinvolgimento con l’organizzazione di cene solidali, nell’ ospitare i giovani presenti nelle loro città, e una nuova coscienza nel prendere cura del proprio territorio».

Il modello è “Una città non basta” proposto da Chiara Lubich in cui invita a prendere le misure della città per cercare i poveri, gli abbandonati, gli orfani, i carcerati per non lasciare nessuno solo e dare sempre «una parola, un sorriso, il vostro tempo, i vostri beni» e condividere ogni cosa «momenti di gioia e di vittoria, di dolore e di fallimento, perché la luce non si spenga». «Ma “una città non basta”: sì, con Dio, una città è troppo poco. Egli è colui che ha fatto le stelle, che guida i destini dei secoli e con Lui si può mirare più lontano, alla patria di tutti, al mondo. Ogni nostro respiro sia per questo, per questo ogni nostro gesto, per questo il riposo e il cammino. Alla fine, facciamo in modo di non doverci pentire di aver amato troppo poco».

Dopo la Toscana, la Calabria che prenderà il testimone per tutto il Sud Italia coinvolgendo la Sicilia, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Sardegna e persone dalla Palestina, dall’Egitto per gettare ponti di fraternità sulle sponde del Mediterraneo. Tre gruppi sono al lavoro da tutte le regioni per il programma dal 26 al 30 luglio per un percorso immersivo e pratico di conoscenza della cultura della pace, della fraternità e della solidarietà. Le tre fasi del Genfest del Brasile saranno declinate anche il Calabria. La mattina del 27 luglio apertura a Lamezia terme (CZ) per andare in profondità su quello che è il primo “ambiente” dove viviamo, e cioè noi stessi, la nostra identità, chi siamo, verso dove andiamo e come prendersi cura di sé. Sono previsti anche collegamenti con il Genfest internazionale del Brasile e con gruppi di giovani in Ungheria e Giordania. Il pomeriggio si continua con la vita, con l’amore concreto, «con i muscoli», l’ascolto, la vicinanza: incontri con comunità di recupero, accoglienza di persone ai margini della società, di minori stranieri non accompagnati e ambiente con la pulizia delle spiagge, visite ad azienda agricole controcorrente che rifiutano di pagare il pizzo. Al tramonto è tempo di festa con una cena e una serata artistica nella piazza di Curinga (CZ) in collaborazione con la Proloco del Comune. La mattina del 28 luglio ci si sposta a Isola di Capo Rizzuto (KR) per approfondire con esperti il tema “Mediterraneo. Un caleidoscopio di crisi, sfide, opportunità”.  Sulla spiaggia di Cutro, nel pomeriggio, si ricorderà la tragedia del naufragio dei migranti con una Messa, l’incontro di alcuni protagonisti del tragico evento e un flash mob. Senza tralasciare la conoscenza delle bellezze culturali e naturali di Isola di Capo Rizzuto. La giornata conclusiva del 29 luglio sarà il giorno della creazione di community per continuare ad agire nel proprio territorio in base ai propri interessi, di tirare le conclusioni e di chiudere il Genfest con una grande festa sul lungomare di Lamezia terme aperto a tutti con cantanti, esperienze, testimoni, interventi.

«I protagonisti e gli ideatori sono i giovani – chiosa Gabriella Zoncapè, tra le organizzatrici –, ma gli adulti dei Focolari sono di supporto per la parte logistica. Si è avviato un processo di comunione, partecipazione, fraternità non solo all’interno dei Focolari, ma con associazioni, movimenti ecclesiali, scuole, comuni, diocesi». Il Genfest è già iniziato!

Per iscrizioni al Genfest in Calabria: https://linktr.ee/GenFest24

Instagram: Genfest_ Calabria2024

Email: genfest.italia@gmail.com

Iscrizioni al Genfest Toscana a questo link

Info: giovanifocolaritoscana@gmail.com

image_pdfimage_print
Condividi

Aprile 2024: Congressi gen3 Italia Albania

Congresso al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo
Condividi
SOGNA RAGAZZO SOGNA

Metti insieme quasi 600 ragazzi e adolescenti dai 9 ai 18 anni di tutte le regioni italiane con una dirompente voglia di vivere; circa centocinquanta adulti appassionati e creativi, che provano a lavorare per mesi in rete, e un tema intrigante come l’essere oggetto di una precisa scelta, di Qualcuno che ti dice: “Dai, adesso – se vuoi – vieni con me …” Una miscela di vitalità e gioia, un programma, anzi due, avvincente e vario con attività interattive, giochi collaborativi, musica, sport. Ma anche approfondimenti preparati con i ragazzi stessi e momenti sacri, nel cuore della Settimana Santa.

È questo il “Congresso gen3” per l’Italia che ha visto a Castel Gandolfo dal 27 al 31 marzo una inaspettata partecipazione, tanto che ha costretto gli organizzatori a rivedere al rialzo il primo numero previsto. C’è voglia di esserci, di stare insieme.

Due congressi, in realtà, in cui i ragazzi si sono distinti per fasce d’età: gli JUNIOR (9-13 anni) e i SENIOR (14-18). Ogni giorno una parola, leit motiv delle ore da vivere: Spalancare, Rispondere, Scegliere: non poco! Altrettanti atteggiamenti, davanti alla chiamata di Gesù che invita prima di tutto a superare l’indifferenza. Ma a quell’età, il cuore va subito oltre!

Gli Junior, con l’aiuto di un… mago, sono entrati con la semplicità e la gioiosità tipica della loro età a capire che… c’è un “libretto di istruzioni” che in ogni circostanza e situazione ti può far da guida a realizzare per davvero, senza cadere in inganni, il tuo sogno: è il Vangelo! Per i Senior l’aiuto di esperti, un percorso alla scoperta di sé stessi. Per tutti tante proposte come il grande gioco/esperienza FAME ZERO ispirato all’Agenda 2030, dialoghi in piccoli gruppi, un Talent Show e l’attesissimo concerto degli As One hanno mostrato la grinta e le potenzialità di queste giovani generazioni che ci credono: “Ogni istante della vita è una scelta, una strada in salita… Ci vuole coraggio!” cantano infatti nell’ultimo brano da loro stessi composto in parole e musica.

Un coraggio che è diventato adesione personale, quando in cappella, a partire dal giovedì sera, ragazzi e adolescenti hanno sfilato in gruppetti o singolarmente per apporre liberamente la loro firma su un grande tabellone messo in modo significativo sotto la croce: “Amarci come lui ci ha amato… CI STAI?”

Le lunghe ore dei viaggi di ritorno hanno solo momentaneamente placato i nostri, mentre da un punto all’altro dell’Italia rimbalzavano sulle chat espressioni di gioia e di impegno, la voglia di rimanere in contatto: ci stiamo tutti… qui, in Calabria, in Piemonte, in Veneto, in Sicilia… ovunque!

“Sogna ragazzo, sogna, quando sale il vento nelle vie del cuore…”

Anche Vecchioni sembra avesse colto nel segno…

INTERVISTA AD ANDREINA – ASSISTENTE ACCOMPAGNATRICE

  • Andreina, che effetto ti ha fatto arrivare al Congresso dopo aver collaborato alla preparazione’?

L’aria era effervescente: “gen3 & soda” direi … Anche noi accompagnatori eravamo trascinati dal gusto di vivere con i ragazzi e di aver lavorato con loro e per loro cercando di intuire le loro istanze e le sfide che vivono … Confesso che, arrivata al Centro Mariapoli,  ho sentito un tuffo al cuore … Con gli animatori, avevamo lavorato tanto, in tanti, dai mille angoli della penisola, perlopiù in videochiamate, ed ora c’eravamo sul serio. Sentivamo tutti che c’era stato un intenso percorso comune.

  • Spiegati meglio:che cosa vi accomunava così strettamente?

Abbiamo imparato la fiducia. Fiducia nel futuro, nella possibilità di poter ancora dire/fare qualcosa di significativo, fiducia nei nostri ragazzi e adolescenti e nella loro chiamata al carisma dell’’unità, fiducia tra noi, gli uni degli altri. E poi abbiamo riscoperto la passione. Quella che si nutre di reciprocità, del modo in cui si guarda alla vita. Quella che ci fa credere in ciò che si decide liberamente e gioiosamente di fare. Come, nel nostro caso, occuparsi del Congresso e/o regolarmente dei ragazzi.

  • Quello che descrivi è un bellissimo ‘paesaggio’ da guardare ma qual è l’esperienza che ci sta sotto?

La cosa più significativa è stata aver fatto esperienza di corresponsabilità orizzontale insieme al TeamGen3 Italia.  Infatti  tra noi non è emersa una struttura o qualche personalità più decisionale o dominante ma, a tutti i livelli,  una rete che è stata determinante per superare le difficoltà.

Infatti non avevamo esperienza di eventi per grandi numeri, non ci conoscevamo, non potevamo vederci di persona. Questa complessità avrebbe potuto far saltare tutto … o quantomeno complicarlo ma  … non è accaduto. La linea del programma – definita insieme all’inizio – è rimasta coerente ed anzi si è arricchita notevolmente di spunti inediti, attuali e creativi … Gli ‘ingranaggi’ nonostante gli incidenti di percorso … hanno funzionato!

Credo proprio che questa bella rete sia stata intreccciata da ‘Qualcuno’ che si è ‘immerso’nella rete con noi…!!

  • Se non sbaglio, avete puntato molto sui ‘testimoni’ su storie ‘vere’ da raccontare… ci dici qualcosa della Living Library ?

Sì, è stata una modalità di testimonianza: una ventina di living books: di persone-storia ” che hanno accettato con curiosità e gratitudine la proposta ed hanno sviluppato i loro ‘capitoli’ con originalità e convinzione. Hanno delineato possibili risposte del carisma dell’unità negli ambiti della politica, dell’ecologia, dello sport, nel sociale. Hanno incontrato i ragazzi in piccoli gruppi in modo da poter dialogare: uno scenografo, un frate, un medico, una giovane coppia con bimbi piccoli, una vocal coach, un imprenditore che si spende per migranti e rifugiati, l’iniziatore di un progetto mondiale per la Pace, un testimone dei primi passi del Movimento gen … e tanti altri … tutta gente che è ciò che è in questo momento, perché da ragazzi hanno iniziato –proprio come i gen3 di oggi – con in cuore in grande sogno, l’amicizia solida e sincera con altri e una chiamata, condivisa ma personalissima che ha riempito di senso e di valori le loro vite.

Personalmente, conoscere e dialogare con queste persone ha fatto nascere in me  un pensiero: Il nostro Movimento – da alcuni punti di vista – può anche attraversare un momento difficile riguardo a governance, struttura, rapporti, priorità …. ma credo che persone come queste abbiano il potere di salvare tutti noi: un dono, un vero dono!

E chissà da cosa nasce cosa… è emerso il desiderio di sviluppare l’esperienza con i ragazzi magari attraverso la creazione di un talent multi artistico e musicale o un Supercongresso in nuova formula o  un evento all’interno del progetto ‘Villaggio per la terra’ della città di Roma e…chissà …

  • Andreina, qualcosa per finire…

Non posso che ringraziare tutti … Credo sia stata un’esperienza generativa di altre: ha corroborato di nuova fiducia e passione la nostra vita anche come assistenti, ha innescato relazioni che ci fanno camminare verso il futuro con una nuova luce negli occhi, con nuovo coraggio e vitalità. Un assistente ricordava l’ormai famoso proverbio africano: “Per educare un bambino ci vuole un villaggio …” Ecco, forse abbiamo fatto esperienza di un “villaggio dell’unità” … un grande villaggio!

Andreina e Umberta

image_pdfimage_print
Condividi

Vedere il tutto dal punto di vista dell’anello più debole

Foto di AkshayaPatra Foundation da Pixabay
Condividi

Mi è capitato di ascoltare l’esperienza di una comunità che raccontava il processo non facile e anche abbastanza lungo per prendere una decisione sul come aiutare una famiglia di immigrati.

Le idee di ognuno non coincidevano con le idee dell’altro. Era una situazione che creava anche qualche difficoltà nei rapporti. Ma il fatto di voler cercare la volontà di Dio mantenendo l’unità, unito al consiglio di una persona che invitava a vedere il tutto dal punto di vista dell’anello più debole della catena (in questo caso i bambini), ha portato la luce necessaria per arrivare ad un consenso.

In questo tempo di sinodalità, ascoltare questa storia mi è parso illuminante e di grande aiuto per capire che vale sempre la pena di cercare l’unità, anche quando sembra difficile.

Matteo

image_pdfimage_print
Condividi

La festa del Genstella (1974-2024): 50 anni insieme

Condividi

Un concerto a Lamezia Terme (CZ) ripercorre la storia di un complesso musicale nato nel solco del Movimento Gen

di Aurelio Molè

Si può raccontare una vita, spiegare una melodia, trasmettere l’emozione di una amicizia, comunicare l’esperienza della presenza di Dio tra gli uomini? La reunion del complesso musicale Genstella ci ha provato, in occasione del suo cinquantesimo, al Teatro Grandinetti a Lamezia Terme lo scorso 23 marzo davanti a 600 persone.

Correva l’anno ’74, in piena contestazione giovanile, con bande armate di terroristi rossi e neri che imperversavano nel Belpaese, l’impennata dei prezzi con l’inflazione al 20%, gli attentati di piazza della Loggia e dell’Italicus che alimentavano la strategia della tensione, il referendum sul divorzio e, allo stesso tempo cresceva, nel solco del Vangelo, del comandamento dell’unità e dell’amore scambievole, il carisma del Movimento dei Focolari. La musica era il veicolo, come oggi i Social, per narrare la propria esperienza nel mondo giovanile e non solo. C’era la passione per la musica, il mettere in gioco i propri talenti, la forza del gruppo per poter donare l’incredibile scoperta di un Dio vicino e innamorato dell’uomo, il rapporto di amicizia che ne scaturiva, la profonda partecipazione gli uni alla vita dell’altro.

Il Genstella nasce a Reggio Calabria da un gruppo di giovani attratti dalla musica e dalla spiritualità del Movimento Gen, cioè Generazione nuova. Il nome “Stella” lo attribuì direttamente la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich che in una missiva scriveva: «È così che (per la fede) nacque una posterità numerosa come le stelle del cielo». La band crebbe, maturò, si affermò coinvolgendo 120 giovani tra cantanti, musicisti, mimi, tecnici. In 50 anni sono più di 250 gli spettacoli, 200 mila le persone che hanno partecipato, 70 mila i chilometri percorsi tra Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Lazio, Polonia, quattro le audiocassette, due le compilation incise su CD. Incontri reali, personali, nei luoghi più impensati, in grandi città e nelle periferie esistenziali e geografiche del nostro Paese. Spettacoli divulgati senza Social, cellulari, mezzi di comunicazione di massa, ma con il passaparola, l’entusiasmo e la convinzione di avere qualcosa da dire e che valeva di più accendere un fiammifero piuttosto che imprecare contro il buio.

Una citazione particolare merita lo spettacolo di Gibellina, nella Valle del Belice, distrutta dal terremoto del 1967, davanti alle baracche di 2 mila terremotati attentissimi. Sui loro volti dipinti il terrore, la paura e la speranza del messaggio cristiano in cuori sensibili perché provati dalla sofferenza. Tra le esperienze più toccanti i due concerti svolti a Gela (CL) e nel carcere di Noto (SR) perché inseriti in contesti in cui, la criminalità organizzata, esercita la sua azione vessatoria sul territorio in modo costante e violento.

Poteva sembrare ingenuo, idealistico, ma l’esperienza era autentica come quando si fa una nuova scoperta. Non importa che si sia inventato solo un grammo di penicillina, ma che si possa moltiplicare per guarire i mali del mondo. O almeno per fare la propria parte per un mondo più unito.

Lo stesso spirito di fratellanza si è respirato sul palco di Lamezia Terme dove si sono alternati i componenti del Genstella tra storie, ricordi, aneddoti divertenti, avventure e brani musicali del loro repertorio. Un concerto che sa di un piccolo miracolo per essere riusciti a mettere insieme 40 persone provenienti da 20 città diverse, che hanno fatto le prove del concerto solo tramite una piattaforma online e che sono riusciti a coinvolgere la platea per più di due ore di spettacolo con il loro entusiasmo e la condivisione di quell’essenziale che è invisibile agli occhi, ma che si respirava tra loro. La commozione era palese nell’esplosione finale con il brano “Resta qui con noi” cantato da tutti. Non sono mancate le profonde esperienze di vita, come quella di Salvatore Ignaccolo che da oltre 30 anni vive come focolarino in Africa e di don Piero Catalano, un sacerdote focolarino che si è speso per i bambini abbandonati, per i malati di AIDS e per il recupero di molti giovani dalla dipendenza della droga.

È stato possibile seguire l’evento anche online e sono molti i riscontri positivi arrivati al Genstella. «Anche a 1.000 km di distanza è arrivato l’amore di tutti voi. È stata una festa bellissima per donare a tutti l’unità che scaturisce dall’amore scambievole che mi ha fatto partecipe della famiglia del Genstella». «Non è la fine di una storia, perché nella vita di ogni giorno dobbiamo continuare a realizzare l’Ideale che ci ha preso il cuore». «Tempo fa, in una situazione molto dolorosa in casa, senza la fiamma che avete acceso in me e che mi ha legato all’amore di Dio, non so che fine avrei fatto. Grazie!». «La sera parlando con mio figlio e i suoi amici quattordicenni, li ho visti con negli occhi una luce diversa». «La musica e i testi sono stati per l’anima carezze di persone rinnovate dall’Amore ricevuto e donato». Tra i presenti anche il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi: «Sono felicemente sorpreso – ha commentato – da questa comunicazione gioiosa del Vangelo. Ci sono state parole di pace, da costruire nel nostro piccolo. I temi dell’amore, della fraternità, dell’amicizia ci hanno trascinato con la forza della musica, in modo empatico e coinvolgente per diventare tutti come il Genstella cantori della pace».

Un bell’incoraggiamento e un passaggio di testimone per i giovani di oggi in vista del Genfest che si svolgerà in Brasile dal 12 al 24 luglio 2024. (qui il link). Il Genfest si svolgerà non solo in Brasile ma anche con dei collegamenti in diverse parti del mondo: uno dei punti sarà proprio a Lamezia Terme (qui le varie informazioni).

image_pdfimage_print
Condividi

In ricordo di Daniela Zanetta

Immagine dalla Pagina Facebook Daniela Zanetta I segreti del cuore
Condividi

38° ANNIVERSARIO DELLA PARTENZA PER IL CIELO DI DANIELA ZANETTA: 14 APRILE 2024

Si è da poco celebrato l’anniversario della partenza per il Cielo di Daniela Zanetta, la giovane di Maggiora dichiarata “venerabile” dalla Chiesa: esattamente 38 anni dal momento in cui ha lasciato il suo corpo terreno, piagato sin dalla nascita da una rarissima malattia – l’epidermolisi bollosa distrofica -, per nascere a nuova vita.

Chiara Bonetti, presidente del Comitato, precisa: “Sin da subito ma anche e soprattutto in questi ultimi anni, giungono a Lucia, la madre di Daniela, o ai contatti del nostro Comitato, attestazioni di grazie chieste e ricevute, testimonianze particolarmente toccanti di come, nel silenzio dei cuori, la ‘nostra’ Danielina operi conversioni, guarigioni del corpo e dei cuori. Già dal 2021 abbiamo raccolto in viva voce i ricordi e il vissuto di chi l’ha conosciuta sia a scuola, sia in parrocchia, sia con le Gen del Movimento dei Focolari (testimonianze che si possono ascoltare sul sito https://danielazanetta.webnode.it/ e sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/groups/137911955121/?ref=share). Ora vorremmo poter far altrettanto con chi si è sentito ‘toccato’ in modo particolare, attraverso la meditazione e la preghiera, dalla forza spirituale della ‘venerabile’. Per questo lanciamo un appello: chiunque abbia ricevuto una grazia per intercessione di Daniela, può contattarci e scriverci agli indirizzi sopra citati. In attesa di un miracolo che possa dare slancio alla Causa di beatificazione, tali attestazioni sono quanto mai preziose”.

Lucia Zanetta aggiunge: “Di recente mi è arrivata dal Nuovo Continente una lettera, piena di affetto e gratitudine, per quanto Daniela ha operato nel cuore della persona che ha scritto e che ha conservato di lei un fervido ricordo. Capita sovente anche di trovare biglietti con richiesta di intercessioni o con un ringraziamento presso la sua tomba, mentre continua incessante la visita da parte di singoli o di gruppi di preghiera o di giovani degli oratori alla sua cameretta, dove si respira aria di Cielo, perché lì, ogni venerdì, negli ultimi anni, Daniela era solita stare in adorazione per tre ore davanti al Santissimo”.

Il Comitato prosegue nella sua opera di diffusione della figura e dell’esperienza della “venerabile” con pubblicazioni come “Inno alla vita”, (il libro illustrato pensato per i più giovani ed edito dalla Velar) e attraverso i suoi scritti, raccolti nel libro “I segreti del cuore”, edito da Città Nuova.

image_pdfimage_print
Condividi

Maria Orsola Bussone: “Quanto è bello amare Dio”

Maria Orsola Bussone
Condividi

Maria Orsola Bussone è il frutto maturo di una comunità parrocchiale: una ragazza come tante altre, che incontra Dio e si butta a testimoniare la bellezza di amarlo, pienamente impegnata insieme alla sua comunità, aperta al mondo. All’età di 16 anni viene chiamata in modo improvviso da Dio all’altra vita. Si è iniziato nel 1996 il processo di beatificazione e nel 2015 è stata dichiarata venerabile.

«Sarei disposta a dare la vita perché i giovani capiscano quanto è bello amare Dio». Questa la frase detta un giorno da una sedicenne al suo parroco, parole che san Giovanni Paolo II ha ripreso nel 1988, parlando a Torino a sessantamila giovani, indicandola come modello per fare della propria vita un dono.

Questa ragazza è Maria Orsola Bussone, nata il 2 ottobre 1954 a Vallo Torinese in una famiglia unita e serena: il papà Umberto, artigiano nell’officina in proprio, la mamma Luigina, sarta, e il fratello Giorgio, di tre anni più giovane, con cui condividerà per tutta la vita un profondo rapporto spirituale.

Tappe decisive

Maria Orsola Bussone

L’esperienza in famiglia sarà per Maria Orsola la prima palestra di vita cristiana, ma durante il periodo delle scuole medie due eventi particolari segneranno il suo cammino spirituale.

Il primo è il ritiro predicato, nell’aprile 1966, dal suo parroco, su “La gloria di Dio”. Questo messaggio la affascina profondamente, tanto che diventa per lei un motto costante e motivo della sua vita: «Tutto per dare gloria a Dio», anche nelle cose più piccole.

Appunta sul suo diario: «Domenica mattina ero tutta indaffarata per prepararmi ad andare all’incontro; a un certo punto però mi sono accorta che non stavo facendo le cose per Dio, ho cercato allora di fare le cose bene, affinché anche il vestirmi e il prepararmi servisse a dare gloria a Dio» (12.10.1969).

L’altro momento – sempre su invito del parroco – è il primo Congresso del Movimento parrocchiale del Movimento dei Focolari nel giugno 1967 a Rocca di Papa (Roma). Maria Orsola vi partecipa insieme alla sua famiglia e ad altre 44 persone di Vallo Torinese.

L’impatto con la spiritualità dei Focolari suscita in parrocchia un cammino di rinnovamento personale e comunitario che concorre efficacemente ad attuare le novità del Concilio Vaticano II e gli indirizzi pastorali dei vescovi.

La parrocchia si apre a un più concreto e intenso impegno di apostolato nei contatti con altre comunità parrocchiali, con gruppi giovanili, incontri con sacerdoti, seminari, comunità religiose e diocesane.

Costruita dalla comunione

«Io penso che in una spiritualità del futuro l’elemento della comunione spirituale fraterna, di una spiritualità vissuta insieme, possa giocare un ruolo più determinante, e che lentamente ma decisamente si debba proseguire lungo questa strada» (1). Questa intuizione del teologo Karl Rahner spicca evidente nel cammino che Maria Orsola ha intrapreso a contatto con gli amici della sua parrocchia e un gruppo di coetanei.

Insieme alla sua famiglia e alla sua comunità, è come un terreno fertile nel far proprio il carisma dell’unità da cui trae aiuto per dare un’anima alle attività della parrocchia, nella ricerca costante, gioiosa ed entusiasta di costruire la Chiesa comunione.

Non si spiegherebbe Maria Orsola senza l’inserimento attivo ed evangelico nella sua comunità parrocchiale e il coinvolgimento in più ampie esperienze ecclesiali, anche a livello internazionale. L’aver incontrato all’età di tredici anni un carisma nuovo nella Chiesa, una spiritualità comunitaria, collettiva, le ha permesso di entrare nel cuore del Vangelo più profondamente e di esserne rinnovata.

Intervistata sulla comunità parrocchiale afferma: «A noi giovani serve, e molto, perché sentiamo l’esigenza di avere una famiglia in cui tutti si vogliono bene e capiscano i nostri problemi. Non parlo della famiglia naturale, chiaro: parlo di una famiglia spirituale dove le nostre difficoltà trovino risposta, aiutandoci a vicenda a vivere la Parola di Vita e ad amare Gesù crocifisso e abbandonato».

Testimoniare e portare Dio

È in questa realtà di parrocchia che nascono diversi gruppi con lo scopo di aiutarsi a vivere il Vangelo e per crescere in quell’amore reciproco che fa sperimentare la presenza di Gesù tra due o più uniti nel suo nome (cf. Mt 18, 20). Per fare esperienza di quest’unità, è necessario un buon allenamento.

«Ho voluto buttarmi – scrive Maria Orsola sul suo diario – e lasciar perdere completamente i giudizi e le cose del passato riguardanti noi ragazze, cioè ho detto: devo vederle nuove, quindi non le ho mai conosciute e di conseguenza non conosco i loro difetti o le loro virtù, so solamente che sono persone che vogliono amare Dio» (12.10.1969).

Nell’aprile del 1968, a Rocca di Papa, Maria Orsola partecipa al 1° Congresso europeo del Movimento Gen. Il messaggio di Chiara Lubich la tocca profondamente. Sente il bisogno di ringraziarla e di consegnarle il suo programma di vita: «Ho capito che la chiave della gioia è la croce, è Gesù Abbandonato. Sai Chiara, voglio amare, amare, amare sempre, per prima, senza aspettarmi nulla, voglio lasciarmi adoperare da Dio come vuole lui e voglio fare tutta la mia parte, perché quella è l’unica cosa che vale nella vita e perché tutti i giovani conoscano che cos’è la vera felicità e amino Dio».

Scoprire l’amore di Gesù fino a sperimentare l’abbandono del Padre le dona uno sguardo universale che spalanca il suo cuore al desiderio costante di testimoniarlo e di portarlo agli altri, specialmente ai giovani.

Per lei la missione del cristiano è «dare Dio agli altri» e lo fa diventare suo programma di vita da realizzare con l’esempio, con la parola, con lo scambio epistolare e attraverso le varie attività parrocchiali.

Un campo particolare d’impegno è il complesso musicale, di cui Maria Orsola fa parte come voce solista. Scrive all’amica Maria: «Noi con il complesso continuiamo a gironzolare e ad andare in diversi posti per portare, per donare agli altri quel Dio Amore che abbiamo scoperto e cerchiamo di vivere» (10.4.1969).

E ancora: «Quando abbiamo cantato “Resta con noi” e precisamente: “Ti porteremo ai nostri fratelli lungo le strade”, ho capito che niente doveva più fermarmi, neanche il rispetto umano, quindi anche portarlo in classe tra i compagni e non aver paura di essere giudicata, perché se noi doniamo loro Dio puro, così com’è, non contraffatto, un giorno ci ringrazieranno di aver fatto conoscere loro questo “TUTTO”» (Diario, 10.12.1969).

In mezzo alla normalità

Maria Orsola è una ragazza come tutte le altre, ama la musica, lo sport, il mare, la montagna, gli amici, si innamora, ha i suoi momenti tristi, si arrabbia, cade, ma la familiarità con Dio la aiuta sempre a non arrendersi agli sbagli e a rialzarsi ricominciando con nuovo slancio.

Ne scrive all’amica Enrica: «Certamente è difficile ricominciare, però basta avere un po’ di fede in Dio Amore, cioè nell’amore che Dio nutre continuamente per noi. Perché anche se noi sbagliamo, anche se non amiamo Dio per giorni e giorni, anche se siamo dei vigliacchi, delle meschine creature, Dio ci ama in modo straordinario» (5.4.1970).

«Ma posso ricominciare», è quanto disse nel tardo pomeriggio del 10 luglio 1970 all’in contro sulla Parola di Vita con gli altri giovani e ragazzi presenti al campo-scuola della parrocchia a Treporti (Venezia). Si era accorta, infatti, di non aver amato troppo.

Poche ore dopo, la fulmina la scarica elettrica di un phon difettoso mentre si asciuga i capelli per poi partecipare alla messa. Ha 16 anni.

Nel maggio 1996 prende il via la fase diocesana della causa di beatificazione. In quell’occasione l’arcivescovo di Torino, il card. Saldarini, esalta la modernità, la normalità, la fedeltà e l’esemplarità gioiosa di questa giovane, affermando tra l’altro:

«Maria Orsola, se verrà proclamata beata, sarà uno degli esempi preclari, e credo importanti, specialmente per il nostro tempo, di santità parrocchiale». 19 anni dopo, il 18 marzo 2015, viene dichiarata venerabile da papa Francesco.

Santificarsi in una parrocchia

Maria Orsola testimonia che è possibile santificarsi nella realtà di una parrocchia animata da una forte spiritualità, eredità raccolta non solo dai suoi coetanei di allora, ma che ancor oggi continua nei volti e nei cuori di tanti, mettendo insieme trasversalmente generazioni di adulti e giovani con gli stessi ideali.

«Seguire l’esempio di Maria Orsola è facile e impegnativo allo stesso tempo. Il programma lei l’aveva scritto su quel foglietto trovato accanto al suo lettino in campeggio, in quell’ultima estate quaggiù. Tre punti, tre passi verso l’Alto, altrettanti scalini verso il Cielo: Vedere Gesù negli altri, dare Dio agli altri, fare la volontà di Dio. Non è un testamento. È un programma di viaggio per raggiungere il Paradiso. La santità passa anche da qui. Anche per una ragazzina di sedici anni, innamorata della vita» (2)

Claudio Malfati

1 K. Rahner, Elementi di spiritualità nella Chiesa del futuro, in Problemi e prospettive di spiritualità, a cura di T. Goffi – B. Secondin, Queriniana, Brescia 1983, pp. 440-441.
2 Gianni Bianco, Evviva la vita, San Paolo, Torino 2006, p. 193.

Articolo tratto dalla rivista Ekklesia n.22 – 2024/1

image_pdfimage_print
Condividi

Festival delle relazioni 2024: verso una nuova comunità

Condividi

Dal 2019 un gruppo di persone appartenenti al Movimento dei Focolari, in collaborazione con il Gruppo editoriale Città Nuova, propone una serie di incontri di riflessione e dialogo su tematiche emergenti allo scopo di offrire un contributo alla realizzazione di una società “nuova” che trova le proprie radici nel riconoscimento dei valori di ogni persona, nella cura reciproca, capace di tessere relazioni di reciprocità alle quali tanto anela l’animo umano.

Percorsi formativi che trovano casa nel Festival delle relazioni giunto quest’anno alla sesta edizione dal titolo: Verso una nuova comunità – Rilanciamo nuovi sguardi a partire dalle domande e dalle sfide del nostro tempo.

Come per ogni edizione, la ricerca delle tematiche avviene dietro il lavoro di confronto, rapporti personali nella comunità locale per l’individuazione dei temi da mettere a fuoco. Il comitato scientifico (composto da persone qualificate e dal direttore della casa Editrice Città Nuova) raccoglie le proposte, le osservazioni e i suggerimenti, in merito a contenuti e tempi, dando così corpo al percorso del Festival.

Il focus di questa edizione, come si evince dal titolo, è orientato a dare continuità al percorso iniziato lo scorso anno. Si è voluto rimettere in evidenza le sfide che il tempo presente vive per guardarle con occhi nuovi e identificarne gli aspetti generativi di “buone relazioni”, di piccole oasi di pace.

Leggi tutto su FLEST

image_pdfimage_print
Condividi

A Ragusa il “Laboratorio civico di sussidiarietà politica”.

Condividi

Ragusa, L’Associazione “Co-Governance – Laboratorio civico di sussidiarietà politica” si è presentata ufficialmente alla città. Nell’aula del consiglio cittadini e amministratori avviano una nuova esperienza di dialogo e di partecipazione propositiva in attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà.

L’aula del consiglio comunale di Ragusa ha ospitato sabato 6 aprile 2024 la presentazione ufficiale del laboratorio civico di sussidiarietà politica Co – Governance. L’iniziativa, partita da un gruppo di cittadini che hanno costituito un’associazione, punta a costituire spazi di dialogo tra cittadini e istituzioni.

L’obiettivo – reso noto dai promotori – è “stabilire con le istituzioni locali, con gli organi di rappresentanza, elettivi, di governo e di amministrazione attiva, nonché con il mondo politico nella sua pluralità, un rapporto di collaborazione, attiva e responsabile, che manifesti e certifichi la possibilità nella vita pubblica della città di fare “sistema” e di farne un luogo generativo di comunità, di coesione e di sviluppo, di futuro”.

L’incontro, promosso in collaborazione con l’amministrazione comunale di Ragusa (giunta e consiglio comunale) è stato introdotto dal presidente del consiglio comunale, Fabrizio Ilardo, dal sindaco Giuseppe Cassì e dal presidente dell’associazione Co Governance di Ragusa, Alfio Di Pietro.

Al tavolo dei relatori c’erano il politologo Antonio Maria Baggio e l’economista Gianpietro Parolin, entrambi docenti dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano.

L’intervento di Antonio Maria Baggio su “Coscienza politica erronea nei cittadini e negli operatori, sviluppo di processi valutativi veritieri ed efficaci” ha messo l’accento sulle difficoltà dei cittadini di valutare nella maniera opportuna le scelte degli amministratori, i metodi e i fini, ciò che crea un gap nel rapporto di vero dialogo e di collaborazione attiva tra cittadini e istituzioni. “Nell’ambito della politica – ha detto Baggio – in maniera simile a quanto avviene nella morale, può formarsi nelle persone che vi sono impegnate una ‘coscienza erronea’, che produce abitualmente giudizi errati, basati su convinzioni acritiche o in processi di pensiero viziati. Una vera apertura agli altri aiuta ad incontrare la realtà, spesso diversa da quella dettata dal pregiudizio”.

Gianpietro Parolin ha puntato l’attenzione sulla relazione virtuosa fra partecipazione e rendicontazione. Sono due elementi necessari per stabilire un giusto rapporto tra cittadini e istituzioni, rilevando come sia necessario che i primi abbiano accesso alle informazioni reali. E ha parlato del “dovere dei decisori di rendere conto delle loro scelte, delle azioni politiche e di rispondere delle conseguenze di esse”, “riconoscendo alla collettività il diritto di essere informata di tali decisioni, di criticarle e di avere risposte”. Oggi c’è spesso “informazione” (pubblicazione dei dati e dei documenti sui siti dell’amministrazione pubblica), ma ciò non mette automaticamente i cittadini nella possibilità di poter verificare e valutare. Per creare una relazione virtuosa – afferma Parolin – “la partecipazione si nutre di informazione verificabile, affidabile, comprensibile. Sono due beni comuni che si alimentano reciprocamente. A partire dai dati di realtà possiamo costruire rappresentazioni condivise sulla nostra vita civile”.

Giancarlo Bellina, co-presidente del Movimento politico per l’unità (MppU) della Sicilia, ha preso parte al seminario con un intervento programmato. Bellina ha portato la testimonianza di una esperienza di partecipazione propositiva, un laboratorio di Co-Governance promosso dal MppU a livello regionale, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro di giovani, imprenditori, funzionari e amministratori pubblici, docenti, terzo settore e cittadini, per analizzare la questione atavica della incapacità della Sicilia di usufruire adeguatamente dei finanziamenti comunitari per lo sviluppo e la realizzazione di investimenti infrastrutturali, di cui la nostra isola avrebbe avuto bisogno. Ha snocciolato i dati dell’emigrazione giovanile negli ultimi anni ed evidenziato che “tutto questo si sarebbe potuto evitare se la Sicilia avesse valorizzato e speso i fondi comunitari in investimenti e opere infrastrutturali, che avrebbero svolto funzione di volano per rilanciare l’economia e l’occupazione in Sicilia”. I risultati che di questo “laboratorio” sono stati presentati al Governo regionale e ai deputati regionali il 6 luglio scorso, presso la Sala PierSanti Mattarella dell’ARS.

Nel dibattito che è seguito sono intervenuti Liboria Di Baudo, del movimento “Idea e Azione” di Palermo, l’assessore Giorgio Massari, i consiglieri comunali Marco Antoci, Mario Chiavola e Gianni Iurato, l’avvocato Giuseppe Gambuzza.

Il sindaco Giuseppe Cassì, che ha introdotto e concluso i lavori, nel complimentarsi per l’iniziativa dell’evento e per il suo alto livello, ha rilevato l’importanza della sfida della partecipazione attiva dei cittadini che “Co-Governance”, il “Laboratorio civico di sussidiarietà politica” sorto a Ragusa, può offrire, sottolineando la necessità di una collaborazione per “un nuovo modo di perseguire l’interesse generale”.

Alfio Di Pietro, presidente di Co Governance Ragusa, ha sottolineato il giudizio positivo e l’apprezzamento che l’iniziativa dell’evento ha riscosso. A partire da questo evento – ha detto – si apre una fase impegnativa nella quale l’Associazione è chiamata ad offrire ai cittadini e alle Istituzioni una prova di coerenza e di concretezza  sul terreno della pratica attuazione del principio costituzionale di “sussidiarietà” che, nel suo significato sostanziale e nella sua traduzione pratica, intende essere espressione di una cittadinanza nuova nel perseguimento dell’interesse generale, ovvero di una “cittadinanza amministrativa”.

Francesca Cabibbo

Info e contatti: sito internet: Co-governancerg.it – mail: info@co-governancerg.it – cell. 3381577238

Francesca Cabibbo

image_pdfimage_print
Condividi

Formato famiglia a Loppiano: “Un fantastico weekend”!

Condividi

Il weekend era molto atteso, l’argomento interessante e molto coinvolgente, il relatore conosciuto e molto stimato per la sua competenza. E’ cosi che 47 famiglie (139 persone, di cui 46 bambini) si sono ritrovate a Loppiano dal 23 al 24 marzo 2024 con il dott. Ezio Aceti, psicologo dell’età evolutiva, per affrontare il tema dell’educazione 0-12 anni e preadolescenza.

Le famiglie provenivamo da varie città di Italia, e tra queste un nutrito numero di giovani Famiglie Nuove di Torino che ha invitato altre famiglie amiche. Un breve saluto iniziale ed il lancio del dado dell’amore hanno aperto i “lavori” e invitato i presenti a porsi in atteggiamento di “amare tutti”, invito ripreso da Ezio Aceti quale garanzia perché quei due giorni fossero un tempo sereno e proficuo per tutti, e questa proposta ha creato da subito un clima di ascolto reciproco profondo.

Il sabato ci si è concentrati sull’ “Educare in un mondo che cambia” e sull’educazione nella fascia 0-12 anni; con una relazione di Ezio Aceti, confronto in gruppi, e poi un ricco dialogo in plenaria. La domenica mattina Ezio Aceti ha trattato un altro tema “caldo” per i presenti: “Adolescenti oggi: fragilità e risorse” e poi tante domande e riflessioni insieme sull’essere genitori oggi di un adolescente. Ezio Aceti si è dato disponibile anche per colloqui personali che hanno sottolineato il “sentirsi in famiglia”, dato a tanti la possibilità di confrontarsi sullo specifico della loro esperienza e ricevere preziosi consigli personalizzati.

Anche bambini e ragazzi hanno seguito attività specifiche per loro: i ragazzi oltre i 6 anni sabato hanno trascorso il pomeriggio con Gabriel, ballerino e attore, che attraverso alcuni esercizi corporei ha fatto prendere ai ragazzi consapevolezza degli spazi  intorno a sé, oppure abbinare una musica a un animale: un vero divertimento è stato immaginarsi pesci che nuotano nelle profondità del mare attraversando un lungo tubo di stoffa.

Anche la domenica mattina per i ragazzi è stata ricca di spunti e scoperte: hanno fatto un percorso naturalistico-sensoriale nella natura di Loppiano accompagnati da un guida professionista, e scoperto  rumori, odori, vita del bosco, della campagna e percezione di sé a contatto con la natura. Tutti entusiasti! I più piccoli (0-5 anni) hanno svolto attività varie di gioco a seconda dell’età in modo da regalare ai genitori uno spazio tutto per loro, in tranquillità. Il sabato sera è stata offerta a tutti la possibilità di partecipare allo spettacolo organizzato per la Cittadella dagli artisti dell’AIR (Artisti in Rete) con un piacevole viaggio tra canzoni, danze e interpretazioni.

Il prossimo week end Formato Famiglia sarà il 20-21 aprile prossimi e il tema sarà: “Aspetti della disabilità in famiglia: figli, anziani… nuove prospettive”.

Il team Formato famiglia di marzo:

Enrico, Daniela, Ezio, Vanilla, Claudio, Federica, Gianni, Vanna, Paolo, Barbara, Santina e Pier Luigi

 

image_pdfimage_print
Condividi

Pasqua 2024: auguri di pace!

Condividi

PASQUA 2024: SI ALZINO LE BANDIERE BIANCHE!
ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI CATTOLICI INSIEME PER UN AUGURIO DI PACE

Nel drammatico contesto internazionale, segnato da terrorismo e guerre fratricide, le ACLI, l’AGESCI, l’Azione Cattolica Italiana, la Comunità Papa Giovanni XXIII, il Movimento dei Focolari Italia e Pax Christi dedicano, comunitariamente, alla Pace gli auguri per la Santa Pasqua 2024.

La pace è l’urgenza del Risorto. La pace è la nostra priorità, oggi che la fraternità stessa è messa in discussione, come ha ricordato il Card. Matteo Zuppi al Consiglio permanente della CEI lo scorso 18 marzo. Non possiamo accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti. Ripudiarla significa arrestarne la progressione. A cominciare dall’aumento sconsiderato della produzione di armi, a discapito di vere politiche di sviluppo. Osare la pace significa scegliere politiche di disarmo, nucleare e non. Osare la pace significa difendere la Legge 185/90 che oggi rischia di essere svuotata.

Come Papa Francesco siamo consapevoli che “per accogliere Dio e la sua pace non si può stare fermi, non si può stare comodi aspettando che le cose migliorino. Bisogna alzarsi, cogliere le occasioni di grazia, andare, rischiare. Bisogna rischiare”. Occorre ribadire ancora una volta l’immoralità di fabbricare e detenere armi nucleari e perciò imploriamo l’adesione dell’Italia al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.

La via della pace passa per il dialogo politico e sociale, non per le armi. Costruiamo Pace, scegliamo politiche di disarmo. Italia, ripensaci!

Auguri di Pace

image_pdfimage_print
Condividi

Chiara D’Urbano nella APP di CN

Condividi

A disposizione dei lettori la raccolta di alcuni articoli di Chiara D’Urbano su “Omosessualità e vocazione”, apparsi negli anni scorsi nella rubrica sul sito www.cittanuova.it

Care lettrici e lettori, amiche e amici di Città Nuova,

una sorpresa vi aspetta nella nostra APP Città Nuova edicola. Una volta al mese, orientativamente verso il 15, offriremo l’approfondimento di un tema di attualità, attraverso la raccolta di alcuni articoli già usciti sulla rivista e sul sito, oppure attraverso alcuni nuovi articoli a tema.

Questo mese trovate sulla APP la raccolta di alcuni articoli di Chiara D’Urbano, usciti sul tema “Omosessualità e vocazione” nella sua rubrica sul sito www.cittanuova.it. La raccolta è a disposizione sulla APP gratuitamente, quindi può essere l’occasione per far conoscere la APP e quindi Città Nuova ad amici e conoscenti.

Naturalmente anche sul sito www.cittanuova.it lo sfogliatore vi permette di vedere e ascoltare gli articoli della rivista, come nella APP.

Vi do un’altra anticipazione: dal primo aprile nella APP e nello sfogliatore troverete, come sempre, il nuovo numero di Città Nuova. Questa volta all’interno c’è un articolo di Margaret Karram(presidente del Movimento dei Focolari), che lei stessa ha voluto leggere come dono per chi usa la APP CN edicola e lo sfogliatore.

Buona lettura e buon ascolto di Città Nuova.

Fonte Città Nuova

APP di Città Nuova

 

image_pdfimage_print
Condividi

La sfida del “per sempre”: esperienze dal Corso per Fidanzati a Loppiano

Condividi

Dal 7 al 10 marzo, le Famiglie Nuove dell’Italia hanno accolto a Loppiano 44 coppie provenienti da tutta Italia e anche da diverse nazioni che partecipavano al corso per fidanzati intitolato: “Chiamati all’Infinito – essere 1 rimanendo 2”. Il “per sempre” è stato il tema di fondo dell’incontro.

La sfida, raccolta dai fidanzati, è stata di immaginare il “per sempre” come scenario del loro stare insieme, anche in vista, per alcuni, del matrimonio cristiano che si sarebbe celebrato entro l’anno.

I temi affrontati, presentati da esperti, sacerdoti e psicologi, coppie di sposi e fidanzati, sono stati i più vari: dalla comunicazione nella coppia al sapersi perdonare; dall’affettività alla sessualità, dalla vocazione al sacramento del matrimonio.

Molto apprezzata la metodologia che comprendeva dinamiche di coppia e di gruppo, che hanno permesso di esprimersi attraverso giochi, disegni e musica.

Vibrante e costruttivo il confronto tra le coppie e con il team che ha curato il programma. La sfida dopo questo congresso, ha dichiarato una coppia, sarà potersi ritagliare momenti come quelli vissuti a Loppiano nel quotidiano. A proposito della cittadella, i partecipanti hanno segnalato come essa sia la sede ideale per corsi come questo.

La pace e la serenità che vi si respirano diventano elemento costitutivo dell’esperienza. «L’energia e l’amore donati da Loppiano – hanno affermato le coppie – sono sempre magici. E grazie a questo corso ne abbiamo avuto una prova concreta».

Ma passiamo la parola ai protagonisti: … sono stati giorni in cui abbiamo ascoltato testimonianze di coppie di sposi, di famiglie, hanno fatto luce su ogni ambito riguardante la relazione di coppia. In ognuna delle esperienze di coppia ascoltate, con il mio fidanzato ci siamo resi conto di aver ritrovato un “pezzo” di noi, del nostro vissuto, fatto di condivisione, comunione profonda, ma anche di tutte quelle difficoltà comuni ad ogni relazione affettiva. Durante il corso è venuto fuori anche quanto sia tutt’altro che facile mettere a nudo la propria anima, mostrare a chiunque, anche al proprio partner, fragilità e punti deboli.

Ed ancora: …questa esperienza condivisa a Loppiano è stata ricca e formante. Giorni intensi e impegnativi, soprattutto emotivamente. Fondamentale è stata l’occasione di potersi dedicare alla coppia con quei tempi che non avremmo mai trovato nella normale quotidianità, dedicarsi per intere giornate alla riflessione sia personale che condivisa ci ha fatto riscoprire e ci ha confermati nel sentimento d’amore che portiamo avanti da ben dieci anni da fidanzati verso l’esperienza del Sacramento del matrimonio.

 … E’ stato molto importante vedere come ogni coppia nella sua diversità è in grado di trovare una risposta propria e unica alle sfide della vita. Ora sappiamo che, come tutti, possiamo anche noi trovare assieme le nostre risposte.

“Beneaugurante” il messaggio lasciato da una coppia che dice: …siamo tornati a casa pieni di energia, Amore e con tanta voglia di sposarci e vivere per sempre insieme. Con alcune coppie siamo rimaste in contatto con la promessa di incontrarci presto e spesso perché ci siamo trovati subito in sintonia e perché vogliamo condividere insieme questo strepitoso cammino che stiamo percorrendo.

Tanti stimoli utili per la prossima edizione: maggior attenzione al tema dell’economia e degli stili di vita, dedicare più momenti al dialogo di coppia e in gruppo, nella consapevolezza che un corso di 4 giorni può dare gli strumenti: la sfida, come ha dichiarato una coppia, è ritagliarci questi momenti nella nostra quotidianità.

image_pdfimage_print
Condividi