L’importanza della cooperazione

gamberinipsicologa cooperazione

“Ci siamo trovati impauriti e smarriti (…). Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. (…) ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”

Papa Francesco

Con il termine cooperazione in psicologia sociale intendiamo il “lavorare insieme al raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi”.

In psicologia sociale l’autore che si occupò maggiormente di cooperazione e conflitto fu Sherif. Nel 1954 Sherif e collaboratori elaborarono una teoria riguardante il conflitto e la cooperazione intergruppi. Organizzarono un campo estivo e divisero i bambini partecipanti in due squadre diverse, queste avevano anche la possibilità di partecipare ad attività competitive. Gli autori ebbero modo di osservare come all’interno dei due diversi gruppi, in primo luogo, si crearono delle vere e proprie gerarchie similari a quelle presenti nella nostra società. Inoltre i ragazzi svilupparono un forte attaccamento nei confronti del proprio gruppo e dei propri leader, ma allo stesso tempo sembrava anche aumentare il livello di conflitto con i bambini appartenenti all’altra squadra, quello che possiamo definire come outgroup. Con il passare dei giorni e il susseguirsi delle competizioni, gli autori notarono un importante aumento dell’ostilità tra le due fazioni mentre, nel contempo, cresceva la coesione all’interno di ciascun gruppo. 

I primi tentativi fatti dagli autori per appianare le ostilità (ad esempio facendoli incontrare per mangiare insieme o per vedere un film), si rivelarono fallimentari. Per sanare il conflitto allora gli autori fecero in modo che i due gruppi cooperassero per il perseguimento di un obiettivo sovraordinato, cioè un traguardo impossibile da raggiungere se non con l’impegno congiunto di tutti. Tutto ciò permise effettivamente ai due gruppi di raggiungere gli obiettivi prefissati e di far avvicinare i soggetti appartenenti alle due fazioni.

L’esperimento di Sherif, seppur risalente a quasi 70 anni fa, ci dimostra in modo inequivocabile come, nonostante i conflitti e la competizione possano caratterizzare un piccolo gruppo di bambini così come le grandi società, per evitare che questi si alimentino è necessario che le persone imparino a cooperare per un bene comune superiore. I bambini coinvolti nell’esperimento di Sherif riuscirono a superare i conflitti e le liti generate dalla precedente suddivisione in gruppo, cooperando per un obiettivo comune da raggiungere. Allo stesso modo la popolazione mondiale è chiamata, nonostante i conflitti geopolitici pre-esistenti, a rispettare regole condivise come il distanziamento sociale e la quarantena obbligatoria generati da Covid-19, nel tentativo di raggiungere un obiettivo sovraordinato come la risoluzione della pandemia mondiale.