Perché Anci chiama i Comuni a spegnersi per protestare contro il caro bollette

È massiccia l’adesione delle amministrazioni locali alla protesta simbolica indetta da Anci contro il caro bollette, che invita per la sera del 10 febbraio a spegnere l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo significativo per la comunità.
Lampioni spenti
Lampioni spenti Fabrizio Radaelli

Monza spegne la Villa reale, Milano mette al buio Palazzo Marino e Bergamo le mura veneziane. E poi ci sono Concorezzo con la biblioteca, Desio, piazza San Paolo e l’illuminazione del municipio ad Agrate Brianza e una lista lunghissima di comuni in tutta Italia. È massiccia l’adesione delle amministrazioni locali alla protesta simbolica indetta da Anci contro il caro bollette, che invita per la sera del 10 febbraio a spegnere l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo significativo per la comunità.

Nel corso dell’ultima riunione del Consiglio dell’Anci, il presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra è intervenuto evidenziando che “c’è il grande tema dell’equilibrio di parte corrente dei bilanci dei comuni. Oggi messo pesantemente in discussione dagli straordinari incrementi dei costi delle materie prime e dell’energia che, oltre che su famiglie e imprese, si abbattono anche sui Comuni in modo molto pesante. Si pensi soltanto ad esempio all’illuminazione pubblica, agli impianti dei servizi comunali. Su questo va raccolto e l’allarme che viene dai territori e che il Presidente Decaro ha richiamato con un appello a intervenire che, anche come ANCI Lombardia, rivolgeremo con forza ai parlamentari di tutti gli schieramenti ed agli esponenti del Governo”.

Sul tema Andrea Villa, commissario provinciale della Lega brianzola, e Andrea Basilico coordinatore dei sindaci leghisti, hanno detto: “Serve un intervento mirato a sostegno degli enti locali, che sia d’aiuto per le finanze locali che stanno subendo pensati aumenti sul costo delle bollette. I comuni non possono da soli far fronte a questi aumenti assurdi, il rischio è di dover tagliare dei servizi, sempre che sia rimasto qualcosa da tagliare. È un’emergenza da affrontare immediatamente, in quanto molti comuni hanno addirittura difficoltà a chiudere i bilanci di previsione, proprio perché non riescono a trovare le risorse economiche per coprire le previsioni di aumento dei costi, che per un comune sono cifre che girano a 4 o 5 zeri.”