Intercettazioni: cosa prevede la nuova legge
Nuovo reato di diffusione fraudolenta di registrazioni e stretta sul controllo a pubblici ufficiali e sull’uso di virus-spia in ambiente familiare.
Dopo il via libera dell’ultimo Consiglio dei Ministri del 2017, cambia la legge sulle intercettazioni. Le modifiche non interessano tanto il fatto di registrare delle conversazioni compromettenti, quanto la possibilità di diffonderle e di trascriverle. Insomma – per dirla con il presidente del Consiglio uscente Paolo Gentiloni – basta con i pettegolezzi di salotto: si deve dare peso soltanto alla registrazione che di peso specifico ne ha.
Il provvedimento entrerà in vigore a metà del 2018. Ma le polemiche non attendono tutto questo tempo: fin da subito si è alzato il coro di proteste (sindacati di magistrati e avvocati in testa) contro una legge che, per alcuni, sa di bavaglio e di censura. Di protezione della «casta», insomma.
Vediamo allora cosa prevede la nuova legge sulle intercettazioni e come viene tutelato il soggetto intercettato.
Indice
Reato di diffusione fraudolenta di registrazioni
La nuova legge sulle intercettazioni introduce il reato di diffusione fraudolenta di registrazioni. Prevede la reclusione fino a 4 anni per chi diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video acquisite in modo fraudolento di incontri privati oppure delle registrazioni (anche queste di nascosto) di conversazioni anche telefoniche o telematiche svolte riservatamente in sua presenza o alle quali partecipa. Il tutto per nuocere qualcuno. In altre parole: se sei presente ad una conversazione compromettente, la registri di nascosto e la diffondi per danneggiare una persona, vai in galera. Ma resti un uomo libero se diffondi registrazioni o riprese conseguenti ad un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di cronaca.
Vietato trascrivere registrazioni irrilevanti
Nella nuova legge sulle intercettazioni viene sottolineato il divieto di trascrivere, anche in modo sommario, delle comunicazioni o conversazioni irrilevanti ai fini delle indagini. Sul verbale apparirà soltanto la data, l’ora e il dispositivo su cui è intervenuta la registrazione.
Verbali e registrazioni saranno conservati in un archivio del pubblico ministero, il quale, entro 5 giorni dalla fine delle operazioni – e, comunque, entro la chiusura dell’inchiesta –, dovrà depositare tutti gli atti contenenti le conversazioni utili ai fini di prova. Il materiale acquisito non è coperto da segreto, il resto delle registrazioni resterà in mano al pubblico ministero e potrà essere distrutto.
Gli atti utili al processo possono essere messi a disposizione degli avvocati dopo che i contenuti saranno stati valutati dal giudice delle indagini preliminari. I difensori possono esaminare il materiale per 10 giorni, salvo proroga concessa nei casi più complicati.
Quando il gip avrà reso noto alle parti le sue ordinanze, i giornalisti potranno chiederne una copia. Tuttavia, saranno liberi di farlo non quando entrerà in vigore la nuova legge sulle intercettazioni (come abbiamo detto, a metà 2018) ma sei mesi più tardi.
Pubblici ministeri e giudici, nel chiedere e nell’ordinare delle misure cautelari, devono riportare in caso di necessità solo i brani essenziali delle intercettazioni.
Il giudice deciderà in camera di consiglio sull’acquisizione delle intercettazioni indicate dalle parti, e potrà ordinare anche lo stralcio delle registrazioni e dei verbali di cui è vietata l’utilizzazione. Solo in caso di necessità, la decisione del giudice verrà presa dopo un’udienza a dovranno partecipare pubblico ministero e avvocati.
I casi in cui è vietato spiare telefonini
Abbiamo già spiegato in questo video come la Polizia può controllare un cellulare. Cosa cambia con la nuova legge sulle intercettazioni? Viene stabilito che l’uso di virus–spia (noti come trojan) è permesso tra persone presenti in ambito familiare, cioè a casa loro, soltanto nell’ambito di un’indagine su criminalità organizzata o terrorismo. In tutti gli altri casi, i trojan sono vietati.
Quando si può intercettare un pubblico ufficiale
Questa norma piacerà di meno ai giornalisti. La nuova legge sulle intercettazioni limita notevolmente la registrazione di conversazioni di pubblici ufficiali. Sono ammesse soltanto in caso di gravi reati contro l’Amministrazione, purché ci siano dei gravi indizi di reato e necessarie alla prosecuzione delle indagini. Per riprendere la frase di Gentiloni: basta con i pettegolezzi.
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