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Qual è il tempo massimo per contestare una fattura?

12 Febbraio 2024 | Autore:
Qual è il tempo massimo per contestare una fattura?

Come deve comportarsi una persona dinanzi a una fattura non dovuta.

Secondo la Cassazione (sent. n. 3581/2024) il debitore che riceve una fattura e non la contesta ma, anzi, la registra in contabilità sta di fatto ammettendo il proprio debito. Questa pronuncia ha fatto sorgere in molti un dubbio: qual è il tempo massimo per contestare una fattura? E che succede se non la si restituisce al mittente? C’è un termine per opporsi e in che modo?

La pronuncia della Suprema Corte potrebbe generare qualche equivoco. È quindi necessario fare alcuni chiarimenti.

Contestare una fattura è obbligatorio?

Chi riceve una fattura non è tenuto a contestarla. Il fatto di non rispondere non implica un’ammissione di debito.

Nel caso deciso dalla Cassazione la situazione era diversa. Intanto il presunto debitore era un imprenditore. Questi poi aveva portato la fattura in contabilità, registrandola. Secondo la Cassazione, la registrazione è un atto ufficiale che può essere considerato una tacita ammissione di debito.

Chi invece non dispone di una apposita contabilità perché non è un imprenditore così come chi non registra la fattura non rischia alcunché se, al ricevimento della fattura non dovuta, non manifesta alcuna forma di dissenso contro la fattura.

Tuttavia è bene sapere che la legge attribuisce al giudice un ampio potere discrezionale, consentendogli di decidere la controversia anche sulla base del comportamento tenuto dalle parti prima e dopo il processo. Egli può cioè trarre elementi di convincimento proprio dall’osservazione dei fatti e delle condotte tenute dal creditore e debitore. Ecco perché, come normalmente farebbe una persona diligente e prudente, dinanzi a una richiesta di pagamento non dovuta è sempre bene replicare e contestare l’esistenza del debito.

C’è un termine per contestare la fattura?

Alla luce del fatto che opporsi a una fattura non è un atto dovuto ma solo consigliabile, non esiste un termine massimo per contestarla.

Bisogna tuttavia tenere conto che, proprio sulla base della sola fattura, il creditore potrebbe rivolgersi al giudice e chiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo, ossia di un ordine di pagamento nei confronti del debitore, senza che quest’ultimo venga “citato” in tribunale. Il debitore riceverà l’ingiunzione del giudice attraverso la notifica dell’ufficiale giudiziario. E di lì potrà scegliere se pagare o se contestarla avviando una causa.

Dunque, chi intende opporsi alla fattura, farà bene a contattare il creditore al più presto, prima cioè che questi avvii le pratiche di recupero credito. Non perché ciò renderebbe più difficile la difesa, ma certamente sarebbe più oneroso, dovendosi poi ricorrere a un avvocato affinché, come detto, presenti opposizione al decreto ingiuntivo. Opposizione che va effettuata entro massimo 40 giorni dalla notifica del decreto stesso.

Dunque, a quel punto, è troppo tardi per scrivere al creditore e contestare la fattura: bisognerà avviare un regolare processo.

Dopo quanto tempo, dalla fattura, arriva il decreto ingiuntivo?

A questo punto risulterà fondamentale, per chi riceve una fattura, comprendere quanto tempo ha il creditore per presentare la fattura stessa al giudice e chiedere il decreto ingiuntivo. In verità i termini sono molto ampi e coincidono con la prescrizione del credito.

La prescrizione, per le obbligazioni derivanti da contratto, è di 10 anni. Per le obbligazioni da pagare periodicamente (un abbonamento di palestra, l’iscrizione a un circolo, una utenza, ecc.) il termine è di 5 anni. Se il creditore però è un professionista come un avvocato, in ingegnere, un medico o un architetto, la prescrizione è solo di 3 anni.

Cosa fare quando si riceve una fattura non dovuta

Dunque ricapitolando: il creditore, dopo aver inviato la fattura al debitore, ha dai 3 ai 10 anni per chiedere un decreto ingiuntivo. Prima che ciò avvenga il debitore farà bene, pur non essendo obbligato, a contestarla scrivendo al creditore e mettendo in evidenza l’errore.

Se il debitore è un imprenditore e registra la fattura in contabilità, il suo comportamento si considera come una tacita ammissione del debito.

Invece, negli altri casi, la mancata contestazione della fattura non può essere un riconoscimento dell’obbligazione ma il comportamento del debitore può essere assunto dal giudice come elemento di convincimento.

Il debitore che non contesta la fattura potrebbe ricevere un decreto ingiuntivo nei termini di prescrizione anzidetti. A quel punto dovrà munirsi necessariamente di un avvocato affinché, entro 40 giorni dal ricevimento del decreto predetto, presenti opposizione allo stesso giudice che lo ha emesso.

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