Ambiente

Innalzamento mari: sono a rischio 900 milioni di persone

Il nuovo report della World Meteorological Organization rilancia l’allarme sull’aumento del livello degli oceani, a causa della crisi climatica. Un problema che finirà per colpire 1/10 dell’umanità
Credit: Nickolay Lamm/Courtesy Climate Central
Tempo di lettura 3 min lettura
22 febbraio 2023 Aggiornato alle 09:00

Nel corso dei prossimi decenni l’umanità rischierà di osservare e gestire in emergenza uno stravolgimento profondo delle linee costiere, a causa dell’accelerazione dell’innalzamento dei mari e degli oceani.

Questo è il nuovo inquietante scenario descritto dal recente report della World Meteorological Organization (Wmo), che descrive uno dei principali effetti disastrosi della crisi climatica-ambientale, anche nel caso dovessimo riuscire a limitare l’aumento delle temperature globali intorno a 1,5 gradi.

Nell’arco di 80 anni, circa 900 milioni di persone, 1/10 dell’attuale popolazione terrestre, verrebbero colpite dall’innalzamento del livello delle acque, con 250/400 milioni di persone costrette a trovare una nuova casa lontana dalle coste sommerse.

Per il Segretario generale della Nazioni Unite, António Guterres, la situazione è estremamente grave e non c’è più tempo da perdere: «L’innalzamento del livello del mare non è solo una minaccia in sé, ma un moltiplicatore di pericoli. Per le centinaia di milioni di persone che vivono in piccoli Stati insulari in via di sviluppo e in altre basse zone costiere in giro per il mondo, l’innalzamento del livello del mare è un fiume di problemi. Esso minaccia le vite e mette a repentaglio l’accesso all’acqua, al cibo e all’assistenza sanitaria. L’intrusione di acqua salata può decimare posti di lavoro e intere economie in settori chiave come l’agricoltura, la pesca e il turismo. Può danneggiare o distruggere infrastrutture vitali, inclusi sistemi di trasporto, ospedali e scuole, soprattutto se combinata con eventi meteorologici estremi legati alla crisi climatica», ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Secondo il report della Wmo, l’aumento del livello dei mari è raddoppiato dal 1993.

Dal gennaio 2020 è salito di ulteriori 10 mm, conseguendo un nuovo record nel 2022. Gli ultimi 2 anni e mezzo costituiscono il 10% di tutto l’innalzamento delle acque degli ultimi 30 anni.

Il continuo aumento delle temperature globali a causa della crisi climatica-ambientale, con una rotta tracciata verso i 2,4 gradi di aumento nonostante i piani di mitigazione promessi, sta determinando una rapido scioglimento dei ghiacciai, della calotta artica e dell’Antartide, con conseguenze incalcolabili per una larga parte della popolazione terrestre.

Circa metà dell’umanità vive entro i 97 km dalla costa e numerose città potrebbero venire sommerse o danneggiate seriamente nel prossimo futuro.

Metropoli come Lagos, Maputo, Bangkok, Dhaka, Jakarta, Mumbai, Shanghai, Copenhagen, Londra, Los Angeles, New York, Buenos Aires e Santiago sarebbero a rischio. Così come anche nazioni come il Bangladesh, la Cina, l’India e l’Olanda.

La stessa Danimarca sta affrontando il fenomeno in corso: «Certo, questa cosa vale per l’intera nazione. La Danimarca è relativamente pianeggiamente, quindi anche i pochi cambiamenti del livello del mare avranno conseguenze per noi», ha affermato Sebastian Mernild, professore su i cambiamenti climatici alla University of Southern Denmark.

Senza interventi rapidi e decisivi, l’innalzamento darà vita a migrazioni epocali con effetti a catena sull’ordine internazionale. Nell’anno 2022 il numero di profughi ha toccato il record di 100 milioni di persone coinvolte.

Leggi anche
Cambiamento climatico
di Giacomo Talignani 2 min lettura
azioni
di Giacomo Talignani 2 min lettura