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#LIMESNERD: ANNIVERSARI GEOPOLITICI

Ogni giorno, le ricorrenze che hanno fatto la storia. Con citazioni, carte e articoli per approfondirne l’importanza geopolitica.

Guerra ispano-americana, Chiang Kai-shek, Nobel per la pace: gli anniversari geopolitici del 10 dicembre

Avvenimenti e personaggi che hanno fatto la storia il 10 dicembre.
a cura di Lorenzo Noto
Pubblicato il Aggiornato il
Carta di Laura Canali
Carta di Laura Canali 
Oggi è la Giornata mondiale dei diritti umani, in commemorazione della proclamazione della Dichiarazione universale all'Assemblea dell'Onu il 10 dicembre 1948.


I diritti dell'uomo hanno fatto irruzione nello scenario delle relazioni internazionali con la forza prorompente di un fenomeno etico e politico capace di mobilitazione diffusa ed hanno introdotto grandi novità di sostanza e di metodo di cui i governi, le diplomazie ed i parlamenti devono tener conto.

Il percorso storico che ha preceduto la maturazione del fenomeno, per molti versi caratteristico del nostro tempo, è stato lungo ed accidentato. Dalla rivoluzione francese a quella liberale della metà dell’Ottocento, dal wilsonianesimo alle convenzioni internazionali del XX secolo, soprattutto la Dichiarazione universale del 1948, l’affinamento della concezione filosofica dei diritti delle persone, come individui o come gruppi, nella vita degli Stati si è arricchito quasi parallelamente dell’estensione alla vita internazionale. La formulazione teorica è maturata venendo a coprire campi sempre più ampi dell’attività pubblica, mentre la consapevolezza di poter efficacemente condizionare le decisioni dei governi ha man mano preso il sopravvento sulla mera proposizione e difesa dei princìpi e si è tradotta in azione politica attiva.

Continua a leggere: Diritti umani e politica estera


220 - Il vice cancelliere cinese Cao Pi costringe all'abdicazione l'imperatore Xian della dinastia Han e fonda il Regno Wei, uno dei regimi che controlleranno la Cina nel periodo dei Tre Regni. La data sancisce la fine della dinastia Han iniziata nel 206 a.C.


1508 - Massimiliano I d'Asburgo (Sacro Romano Impero), Ferdinando II di Aragona (Regno di Napoli e Sicilia), Luigi XII di Francia, papa Giulio II insieme ai duchi di Ferrara e Savoia Alfonso I d'Este e Carlo II, al marchese di Mantova Francesco II Gonzaga e al sovrano d'Ungheria Ladislao II, formano a Cambrai una lega contro la Repubblica di Venezia. 


Carta di Laura Canali, 2017
Carta di Laura Canali, 2017 


1521 - Martin Lutero brucia pubblicamente alcuni volumi di diritto canonico nonché la Bolla papale Exsurge Domine emanata da Leone X nel giugno precedente.


1817 - Il Mississippi viene ammesso come 20° Stato dell’Unione.


Carta di Laura Canali
Carta di Laura Canali 


1835 - Rivoluzione texana: l'esercito texano conquista la città di San Antonio dopo due mesi d'assedio alle forze messicane. San Antonio de Béxar era all'epoca la città più popolosa del Texas messicano.


Carta di Laura Canali
Carta di Laura Canali 


1848 - Luigi Napoleone Bonaparte viene eletto Presidente della Repubblica francese.


1852 - Nasce a Catania il diplomatico Antonino Paternò Castello, Marchese di San Giuliano, ministro degli Esteri nel 1905-1906.


Nel 1906, dopo un quinquennio che per la prima volta aveva visto presidente della Sgi un geografo accademico (Dalla Vedova), tornava alla sua guida un altro «politico»: Antonino Paternò Castello marchese di San Giuliano, appena reduce dall’esperienza di ministro degli Esteri nel brevissimo secondo governo Fortis. Per capire appieno il senso dell’elezione di San Giuliano, è utile considerare alcune circostanze che la accompagnano o che, piuttosto, sembrano prepararla. La naturale scadenza della carica presidenziale era il marzo 1905; il presidente in carica, Dalla Vedova, non voleva assolutamente ricandidarsi, ma ragioni «eccezionali», come fu scritto, lo convinsero. Una delle probabili ragioni sarà considerata più avanti, l’altra dovette essere l’indisponibilità di un’immediata alternativa. Ma tutto lascia credere che si stesse già lavorando a una soluzione San Giuliano 5 il quale, guarda caso, solo nel dicembre 1904 si iscrive alla Società, ma già nel marzo 1905 entra nel consiglio direttivo della Sgi. Poi erano venuti gli impegni nel governo Fortis, che però cade nel febbraio 1906. A marzo, Dalla Vedova dichiara di volersi dimettere; ad aprile, San Giuliano viene eletto presidente. Non è difficile leggere in questa sequenza un piano preordinato per riportare la Società in mano al gruppo politico- militare e riaffiancarla attivamente al governo e rimane difficile immaginare che la scelta fosse dovuta ai geografi professionali.

Continua a leggere: San Giuliano e la non geopolitica dei geografi


1898 - Stati Uniti e Regno di Spagna firmano il Trattato di Parigi, che chiude la guerra ispano-americana sancendo il passaggio di Cuba a protettorato Usa e la cessione spagnola di Filippine, Guam e Porto Rico agli Usa.


Atto che per Burgess e molti altri dopo di lui certificava la nascita dell’impero americano: «Le Isole Filippine non hanno alcuna relazione con noi. Il principio di espansione che abbiamo seguito finora è nazionale. L’espansione insita nell’occupazione delle Filippine è espansione da impero mondiale».

Burgess segnalava il pericolo che la formalizzazione di possedimenti coloniali (le Filippine furono ammesse all’indipendenza solo nel 1946) minasse la democrazia americana, fomentasse il militarismo e obbligasse gli Stati Uniti a reggere con la forza popolazioni ostili, come già anticipato dalla Lega anti-imperialista fondata a Boston nel novembre 1898. E poneva la questione cruciale: «Può il governo degli Stati Uniti governare questo territorio a suo piacimento, oppure sotto la Costituzione degli Stati Uniti?». La sua risposta era affermativa. […]

Il dilemma di Burgess è attualissimo. Perché evoca la posta in gioco nell’America di Trump: niente meno che l’identità geopolitica, quindi anche politica, della massima potenza mondiale. Gli Stati Uniti vogliono e possono restare impero, seppure sui generis e non dichiarato in quanto non dotato di colonie formali al di là dei 50 Stati, del Distretto federale e dei 14 territori (di cui 5 abitati: Samoa Americane, Guam, Marianne Settentrionali, Portorico, Isole Vergini Americane)?

Continua a leggere: L'impero non è un affare


1906 - Il presidente Usa Theodore Roosevelt riceve il premio Nobel per la pace per aver fatto da mediatore nella guerra russo-giapponese del 1904-05. Le negoziazioni per il trattato di pace si erano svolte a Portsmouth (New Hampshire, Usa); lì fu ratificato il 5 settembre 1905.


Preoccupazioni che trovarono inquietante conferma nel 1905, quando la Marina giapponese dimostrò d’aver assimilato il principio mahaniano delle basi strategiche e le manovre di Schley. Giunta nello Stretto di Tsushima, la Flotta russa fu interamente distrutta. Il parallelo successo sulla terraferma si consumò al cospetto di un venticinquenne Douglas MacArthur, inviato in Manciuria, a Mukden (Shenyang), per assistere all’assedio e divenuto perenne testimone della nascita dell’impero nipponico, tra le urla di dolore dei russi. Ancora su consiglio di Mahan, Roosevelt si prodigò per limitare le acquisizioni del futuro nemico asiatico. Il presidente americano si propose quale arbitro della successiva conferenza di Portsmouth, mantenendo in vita la Russia zarista e impedendo a Tōkyō di annettere la Siberia e Vladivostok. Sebbene ottenesse il protettorato sulla Corea, il Giappone fu condannato alla propria endemica incongruenza, giacché gli idrocarburi siberiani lo avrebbero probabilmente reso inattaccabile. Tanta acrobazia avrebbe meritato il perpetuo inserimento di Roosevelt tra i grandi tattici della storia, invece gli valse il premio Nobel per la pace. Comunque abbastanza per scatenare in Giappone violente proteste anti-americane, contro l’indebita intromissione del patrizio newyorkese.

Continua a leggere: Stati Uniti e Giappone, destini incrociati

Dettaglio di una carta di Laura Canali
Dettaglio di una carta di Laura Canali 


1919 - Il presidente Usa Woodrow Wilson riceve il premio Nobel per la pace per aver ideato la Società delle Nazioni.


1936 - Edoardo VIII firma a Fort Belvedere l’atto ufficiale di rinuncia al trono d’Inghilterra. Il motivo dell'abdicazione è la promessa di matrimonio con l’americana Wallis Warfield Simpson. Il canone della Chiesa anglicana prevedeva che le persone divorziate non potessero risposarsi fin quando i propri ex coniugi fossero ancora in vita. A Edoardo, in quanto sovrano e capo della Chiesa anglicana, era precluso dunque il matrimonio con la Simpson (divorziata dal precedente marito). Per ovviare al decreto il sovrano decise così di abdicare al trono.


Edoardo VIII, qui duca di Windsor e la duchessa Wallis Simpson, settembre 1939 (Foto da: Keystone/Getty Images)
Edoardo VIII, qui duca di Windsor e la duchessa Wallis Simpson, settembre 1939 (Foto da: Keystone/Getty Images) 


1949 - Chiang Kai-Shek e il resto del partito nazionalista cinese abbandonano la Cina per Taiwan.


Nel corso della storia, la posizione di Taiwan è stata più volte oggetto di controversia: lo fu già nel regno di Zheng con la dinastia cinese Ming, quando - dopo la sconfitta di Nanchino - Zheng Chenggong, prevedendo l’insufficienza degli approvvigionamenti militari e considerando i futuri vantaggi per il commercio marittimo, decise di ritirarsi sull’isola.

La posizione geografica di Taiwan permetteva di contenere l’influsso della dinastia Qing e la conquista della supremazia navale in Estremo Oriente permise di tutelare gli ingenti scambi commerciali. All’epoca, il traffico navale lungo la rotta tra il Nord e il Sud dell’Asia orientale assicurò inoltre grandi profitti, che funsero da principale fonte di finanziamento delle operazioni militari.

Tuttavia, dopo la guerra sino-giapponese del 1894-95 il Giappone occupò Taiwan come trampolino per l’espansione nel Sud del Pacifico, verso le Filippine e l’arcipelago malese. Durante la seconda guerra mondiale, l’Esercito americano – dovendo compiere una scelta tra Taiwan e Luzon in vista di un attacco al Giappone – discusse approfonditamente il valore della prima e ne analizzò il potenziale come punto di sbarco per la Flotta del Pacifico e per i corpi di terra. Successivamente, durante la guerra di Corea (1950-53), il generale MacArthur esaltò Taiwan definendola «portaerei inaffondabile» e si prodigò per sostenerla. Questi avvenimenti storici illustrano l’importanza di Taiwan per la sicurezza dell’Asia orientale.

Continua a leggere: Taiwan val bene una guerra. Asimmetrica


1953 - Il primo ministro britannico Winston Churchill riceve il Premio Nobel per la letteratura. 


Per Winston Churchill, fervente atlantista, fu un clamoroso shock. Sicuro d’aver concordato con Franklin Roosevelt la necessità di occuparsi immediatamente di una segreta questione militare, dopo la conferenza di Jalta scoprì con stupore che lo Stato maggiore Usa aveva ignorato la sua richiesta.

Eppure gli americani erano stati chiari: «We’re going to table the issue». «Metteremo l’argomento sul tavolo», secondo l’interpretazione britannica. L’equivoco e il malumore di Londra proseguirono per alcune ore, finché il primo ministro comprese che nell’accezione statunitense to table significa «mettere da parte», «archiviare». Ovvero, l’esatto contrario.

Per la prima volta a Churchill fu chiaro ciò che nel 1887 Oscar Wilde aveva magistralmente scritto in Il fantasma di Canterville. «America e Inghilterra condividono molte cose, ma non la lingua». Tema notoriamente recuperato nel 1942 da George Bernard Shaw, per cui «i due paesi sono divisi da una lingua comune».

Continua a leggere: Americani e inglesi divisi dalla lingua


1963 - Zanzibar ottiene l’indipendenza dal Regno Unito.


1964 - Martin Luther King Jr. vince il Nobel per la pace per la sua lotta per i diritti civili degli afroamericani.


Martin Luther KIng (Foto: AFP/Getty Images)
Martin Luther KIng (Foto: AFP/Getty Images) 


1978 - Il primo ministro israeliano Menachem Begin e il presidente egiziano Anwar Sadat vincono il premio Nobel per la pace per la firma degli Accordi di Camp David.


Sulle trattative di Camp David hanno anche pesato, agendo come condizionamenti psicologici, tre «precedenti» ritiri israeliani: quello integrale dal Libano meridionale che Israele aveva effettuato il 25 maggio (vale a dire appena poche settimane prima del vertice), richiamandosi esplicitamente alla legalità internazionale e alla risoluzione 425 dell’Onu; l’offerta di un ritiro pressoché totale dal Golan che lo stesso Barak aveva proposto all’anziano presidente Assad durante le trattative di Ginevra svoltesi pochi mesi prima, dal 3 all’11 gennaio 2000; il «precedente» del ritiro integrale dal Sinai che Sadat aveva ottenuto nel 1978 nella stessa residenza di Camp David da un leader della destra israeliana. Inoltre i palestinesi ribattono alle argomentazioni israeliane ricordando che a Tābā (la località egiziana dove dal 22 al 27 gennaio 2001 si svolsero nuove trattative), gli israeliani si spinsero oltre, «migliorando» il loro pacchetto di proposte: non era dunque vero che a Camp David essi avessero offerto il massimo, ed aveva errato Barak a presentare la propria proposta come il massimo limite negoziale.

È probabile che sul fallimento del vertice abbiano giocato anche la diversa personalità e formazione culturale dei due leader, che non riuscirono mai a stabilire un legame diretto: Barak, da buon generale israeliano noto per la sua propensione a decidere a volte in maniera autocratica, avrebbe condotto le trattative secondo un’impostazione del genere «take it or leave it»; Arafat, da leader arabo e protagonista anche dei precedenti negoziati israelo-palestinesi, si attendeva negoziati di una lunghezza proporzionale alla loro complessità.

Continua a leggere: La vera storia di Camp David

Carta di Laura Canali - 2018
Carta di Laura Canali - 2018 


1983 - Raúl Ricardo Alfonsín inizia il mandato da presidente dell'Argentina. Dopo sette anni di dittatura militare viene così ripristinata la democrazia. 


1994 - Il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres e il leader dell’Olp Yasser Arafat vincono il Nobel per la pace per la firma degli Accordi di Oslo.


La “generazione del Muro” con il suo agire disperato certifica una “morte” avvenuta da tempo: quella degli accordi di Oslo-Washington. Con essi crolla definitivamente l’impalcatura parolaia innalzata da una comunità internazionale, in primis dagli Stati Uniti, che ha accompagnato l’inazione politica con la stanca ripetizione che la pace non poteva che fondarsi sulla soluzione “due popoli, due Stati”.

La generazione del Muro ha imparato sulla sua pelle che questa soluzione non esiste.

Spazzata via da una colonizzazione israeliana della Cisgiordania che ha fatto degli insediamenti vere e proprie città (una tra tutte Ariel), disgregando in mille frammenti territoriali l’area dove sarebbe dovuto nascere lo Stato palestinese.

Continua a leggere: Tutta colpa degli accordi di Oslo | Leggi anche: 10 articoli su Israele e Palestina


1996 - Viene promulgata la nuova costituzione sudafricana dal presidente Nelson Mandela.


1999 - Muore Franjo Tuđman, primo presidente della Repubblica di Croazia (1990-1999), tra i protagonisti della dissoluzione della Jugoslavia.


In Croazia si sostiene che la Bosnia-Erzegovina è stata fin dai tempi antichi un territorio croato, e coloro che lo affermano si riferiscono anzitutto alla situazione geopolitica dei tempi di re Tomislav (intorno al 928), quando il territorio croato era compreso fra la Drina, la Drava, il Danubio e il Mare Adriatico, ma non trascurano affatto i quattro anni di esistenza dello Stato indipendente croato. Anzi, in una particolare occasione è stato possibile ascoltare anche una riflessione sulla continuità storica tra lo Stato indipendente croato e gli obiettivi programmatici della Comunità democratica croata (HDZ), al potere nell’attuale Repubblica di Croazia. Più esattamente, parlando in veste di leader del citato partito in occasione della prima assemblea generale della HDZ, il presidente della Croazia Franjo Tudman ha affermato che lo Stato indipendente croato non è stato «un mero prodotto dei collaborazionisti» ma anche «l’espressione delle inclinazioni storiche del popolo croato», alla ricerca di un suo Stato indipendente.

Tale ragionamento della più alta personalità statale e politica croata, ex generale di Tito, ha suscitato nell’opinione democratica, a dirla benevolmente, stupore e severe critiche.

La visione degli ideali nazionalistici croati va anche «oltre» la Bosnia-Erzegovina. Come terre croate dai tempi antichi vengono considerate anche le Bocche di Cattaro e una parte della Vojvodina (oltre allo Srem, anche una parte della Backa).

Continua a leggere: Grande Serbia e grande Croazia, progetti a confronto.


2006 - Muore Augusto Pinochet, dittatore cileno dal 1973 al 1990. 


2009 - Il presidente Usa Barack Obama riceve il Nobel per la pace per aver promosso un "nuovo clima" nelle relazioni internazionali.