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"Dovevo tutelarmi da Seymandi",
la versione del "cornuto" Segre

Nuovo capitolo del feuilleton dell'estate, rivelato dallo Spiffero. Al coro delle solite suffragette replica: "Non è violenza affermare la verità pubblicamente". Sessismo? "Mia mamma banchiere mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il sesso"

Si arricchisce di un nuovo capitolo il feuilleton dell’estate, protagonisti il finanziere Massimo Segre e la prezzemolina della politica subalpina Cristina Seymandi, i due promessi sposi che, proprio durante il party in cui si sarebbe dovuto annunciare la data del matrimonio (ai primi di ottobre), sono diventati noti in tutta Italia a causa del discorso del banchiere di Torino che davanti agli invitati sbigottiti ha messo fine alla relazione rivelando i presunti tradimenti della compagna. Dopo l’apertura di un’istruttoria da parte del Garante della privacy, Segre ha raccontato in una lettera pubblicata da Dagospia la sua versione, senza risparmiare nuove accuse a Seymandi.

“Non è violenza affermare la verità pubblicamente” ha scritto Segre, sostenendo però di non aver avuto nessun ruolo nella diffusione del video. “Quel discorso mi è costato molto, ma l’ho dovuto fare per tutelarmi – continua il finanziere –. Ciò che ho imparato dalla Signora Seymandi è l’importanza di comunicare. Cercherò di comunicare cose importanti, come la bonifica dall’amianto dell’ex grattacielo Rai che una mia società sta portando avanti nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbanistica, più significative di questa storia da estate italiana, assolutamente da me non voluta né desiderata, trattandosi di informazione che pensavo potesse rimanere confinata a una quarantina di amici. Seymandi è talmente abile nel raccontare una propria visione della realtà che dovevo assolutamente preservare la mia reputazione, il dono più grande lasciatomi dai miei genitori”. C’è chi l’ha nientemeno accusato di “revenge porn” ma lui respinge ogni accusa: “L’unico modo per evitare narrazioni distorte, se non addirittura totalmente fantasiose, consisteva nel prendere l’iniziativa davanti a tutti i suoi amici, prima che potesse raccontare chissà che cosa su di me, se l’avessi lasciata privatamente”. Del resto, fa notare, che alcuni giornali hanno dato credito alla tesi sostenuta dalla stessa Seymandi secondo la quale “anche io sia un traditore seriale”. E alle accuse di sessismo piovutegli addosso dalla solita falange armata (di penna) delle suffragette? “Il problema della parità di genere non mi appartiene. Mia mamma fu la prima presidente donna di una banca quotata in Italia. E mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso”, ricordando la figura di Franca Bruna Segre, per anni al vertice di Banca Intermobiliare, all’epoca soprannominata Mediobanchina, boutique finanziaria prediletta dalle più esclusive famiglie subalpine e non solo (tra cui la famiglia De Benedetti).

La vicenda, rivelata per primo dallo Spiffero, è stata poi ripresa d alcuni giornali e diventata poi virale grazie alla diffusione del video che immortala il discorso di Segre. Video che ha attirato l’attenzione del Garante della privacy, che ora indaga su di lui e sull’autore del video, il quale secondo alcune fonti sarebbe stato precedentemente informato del discorso. Per chiudere l’istruttoria saranno comunque necessari diversi mesi.