La sindrome da crepacuore: cos’è e come riconoscerla

La sindrome da crepacuore: cos’è e come riconoscerla
Ultima modifica 22.04.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Che cos’è
  3. Le cause
  4. I sintomi più comuni
  5. Le cure

Introduzione

"Morire di crepacuore" è un'espressione abbastanza diffusa nel linguaggio comune: in realtà, però, non è solo un modo di dire. La sindrome da crepacuore esiste realmente ed è una malattia cardiaca importante che si sviluppa proprio in seguito a un colpo al cuore, intenso come un forte dispiacere, un grande stress fisico o emotivo, un trauma importante. Chiamata anche sindrome di Tako-Tsubocardiomiopatia da stress, è pericolosa quanto il più conosciuto infarto: presenta, infatti, lo stesso tasso di mortalità.

Che cos’è

La sindrome da crepacuore non è provocata da un'occlusione di una delle arterie coronarie, i vasi sanguigni che portano il sangue al cuore, come l'infarto. In questo caso, non ci sono trombi o coaguli che ostruiscono i vasi e ostacolano la circolazione, al contrario quasi sempre le coronarie risultano stranamente normali alle indagini diagnostiche. Che cosa succede allora? Nella sindrome di Tako-Tsubo si verifica un'improvvisa paralisi di una parte del muscolo cardiaco, più precisamente la parte antero apicale del ventricolo sinistro, cioè la parte anteriore vicino alla punta: essa durante la fase di sistole (ossia di contrazione) arriva addirittura a estroflettersi, di conseguenza il cuore assume la forma del contenitore che i pescatori giapponesi usano per pescare i polipi. Di qui il nome: in giapponese, infatti, questo speciale vaso è detto tsubo e i polipi tako. 

Più colpite le donne

La malattia è molto più frequente nel sesso femminile, specie dopo la menopausa forse perché con la caduta del livello degli estrogeni che si verifica in questa fase della vita viene meno anche l'effetto protettivo che essi esercitano sul sistema cardiocircolatorio (dopo la menopausa il rischio aumenta anche per le altre malattie cardiache). Tuttavia, è bene sapere che la patologia può colpire anche donne in giovane età. Stando ai dati aggiornati, oltre l'80% dei pazienti con sindrome da crepacuore è di sesso femminile e secondo un grande studio internazionale il rapporto donna-uomo è addirittura di 9 a 1.

Le cause

Alla base della sindrome da crepacuore c'è quasi sempre un trauma fisico o psichico, per esempio la perdita di una persona cara, l'incendio della propria abitazione o della propria auto, un intervento chirurgico importante, un incidente, un terremoto. Ma in che modo un evento così stressante può arrivare a fermare il cuore? Il meccanismo è abbastanza complesso ed è collegato alle azioni che lo stress esercita sull'organismo: in pratica, di fronte a una situazione allarmante che la persona non è in grado di gestire, si attivano la corteccia cerebrale e il sistema nervoso autonomo simpatico. Di conseguenza, si assiste a una massiccia liberazione di catecolamine (vengono liberate in quantità fino a 100 volte superiori ai valori normali), in particolare di cortisolo e adrenalina, sostanze che se in eccesso hanno un effetto tossico sul muscolo cardiaco. Inoltre, inducono una vasocostrizione (restringimento del lume dei vasi sanguigni) e un aumento dei battiti del cuore. Occorre sapere che nella parte antero apicale del cuore è presente una grande concentrazione di recettori (delle sorte di "porte") per le catecolamine: ecco perché la paralisi si verifica proprio in quest'area. I recettori vengono saturati di catecolamine, paralizzando quella zona di cuore, che come risultato non si muove più.

I sintomi più comuni

In presenza della sindrome da crepacuore, il muscolo cardiaco pompa una minore quantità di sangue, diminuendo l'irrorazione a organi e tessuti del corpo e causando una serie di danni e conseguenze più o meno seri a seconda della situazione. I sintomi sono molto simili a quelli dell'infarto e sono:

 

In presenza di queste manifestazioni, è importante andare subito al pronto soccorso perché i rischi sono molto elevati: la sindrome di Tako-Tsubo, infatti, non è benigna. Se il paziente ha subito recentemente un trauma deve ricordarsi di dirlo al personale medico, senza vergognarsi: si tratta, infatti, di un'informazione molto utile per la diagnosi. Per indagare la situazione si può  ricorrere poi a esami specifici, come la coronarografia associata a ventricolografia (ecografia dei ventricoli del cuore) e l'ecocardiografia (che si avvale dell'impiego di ultrasuoniper visualizzare l'anatomia del cuore e la sua funzione). È molto importante non confondere la sindrome da crepacuore con l'infarto perché le cure sono diverse.

Le cure

Non esistono terapie specifiche e standardizzate per la sindrome di Tako-Tsubo. In linea di massima, si possono impiegare i farmaci calmanti, che rilassano la persona e riducono il lavoro a carico del cuore, e/o i betabloccanti, che agiscono diminuendo l'eccitabilità, la frequenza e la forza di contrazione del cuore, regolando il battito cardiaco e il consumo di ossigeno. Sono controindicati invece i classici farmaci impiegati contro l'infarto, come l'adrenalina o i trombolitici (che sciolgono i trombi, non presenti nella sindrome di Tako-Tsubo), che potrebbero solo peggiorare la situazione. Se si interviene tempestivamente e se non si somministrano trattamenti scorretti, la persona può riprendersi completamente e il suo cuore può non presentare alcuna cicatrice. Tuttavia, se si verifica un nuovo trauma la malattia può ripresentarsi.