Dopo gli inizi in teatro con Eleonora Duse, la dolce e simpaticissima Gigetta Morano venne scritturata dallo studio Ambrosio nel 1909 e recitò in film drammatici prima di scoprire il proprio talento comico in Gigetta al reggimento (1910). Fece almeno altri 15 film della serie di "Gigetta", ma recitò anche con Marcel Fabre nella sua serie "Robinet" e con Eleuterio Rodolfi nella serie "Rodolfi". La sua popolarità come attrice comica crebbe grazie al film di Mario Caserini Santarellina (1912), dov'era Mam'zelle Nitouche. Le scatenate comiche a cui prese parte fanno ridere ancora oggi e in ognuna di esse è possibile ammirare la grande ironia e la vivacità di quella che può essere considerata la prima attrice comica cinematografica italiana. L'ultimo film della serie " Gigetta " risale al 1916, ma Gigetta Morano fu attiva nel cinema fino al 1921. Sollecitata da Federico Fellini, ritornò sugli schermi negli anni '50 e '60, facendo delle particine ne I vitelloni (1953) e in Otto e mezzo (1963), oltre che in un paio di film di Luigi De Marchi (La corona di fuoco e La spada della vendetta, entrambi del 1961) e in un episodio de I quattro tassisti (1964), di Giorgio Bianchi. Nel 1985, in occasione di una retrospettiva sui comici del muto italiano, il giornalista Alberto Farassino le fece una videointervista in cui lei, ormai prossima ai cent'anni, rievocava con affetto e serenità i colleghi di un tempo.