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Prepariamoci al peggio: l’innalzamento dei mari potrebbe essere superiore al previsto

Prepariamoci al peggio: l’innalzamento dei mari potrebbe essere superiore al previsto
Senza misure adeguate l’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu) prevede un aumento di un metro nei livelli dei mari entro il 2100. Un nuovo studio dell’Imperial College però avverte: le acque potrebbero salire ben più del previsto, ed è il caso di farsi trovare preparati
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I pericoli legati al riscaldamento globale ormai li conosciamo bene: ondate di calore ed eventi meteo estremi sempre più frequenti, desertificazione, scioglimento dei ghiacci e relativo innalzamento di mari e oceani, solo per citarne alcuni. E per chi considera esagerate le grida di allarme degli scienziati, beh, sappiate che la situazione che ci aspetta potrebbe essere persino peggiore del previsto. Un team di ricercatori dell'Imperial College di Londra, ad esempio, ha analizzato gli scenari previsti dall'Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu) sul fronte dell'innalzamento dei mari, arrivando a una conclusione sconsolante: probabilmente le stime attuali sono sbagliate, e per difetto. Come spiegano nel loro studio, pubblicato sulla rivista One Earth, nel caso (sempre più probabile) di un aumento incontrollato delle temperature, per il 2100 rischiamo di veder salire i livelli medi delle acque del globo di diversi metri. Uno scenario che non stentano a definire "catastrofico".

Attualmente, quello con cui abbiamo a che fare è un innalzamento di circa 20 cm rispetto ai livelli del 1850 (precedenti quindi all'inizio della rivoluzione industriale). Un aumento tutto sommato contenuto, ancora gestibile dalle comunità costiere, ma che rischia di impennarsi rapidamente nei prossimi decenni. L'innalzamento delle acque di mari e oceani - spiegano gli autori dello studio - è infatti legato principalmente a due fenomeni: l'espansione delle molecole dell'acqua, causato direttamente dall'aumento della temperatura, e l'afflusso di acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacci perenni. Fino all'inizio del 21esimo secolo il primo fenomeno è stato preponderante: le temperature medie sono aumentate, le molecole di acqua sono cresciute di dimensioni e il volume totale di mari e oceani è risultato sempre maggiore. Si tratta di semplici leggi fisiche, facili da prevedere per gli scienziati, e con effetti tutto sommato limitati.

Dall'inizi del secolo corrente invece l'afflusso di nuova acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacci polari è diventata la causa principale dell'aumento di altezza di mari e oceani. E purtroppo si tratta di un fenomeno ben più difficile da prevedere, e con effetti potenzialmente più rapidi e catastrofici. "Attualmente centinaia di milioni di persone abitano in regioni costiere suscettibili agli allagamenti, e la frequenza di questi fenomeni diverrà sempre maggiore con l'innalzamento delle acque dei mari", spiega Martin Siegert, uno degli autori dello studio dell'Imperial College. "L'innalzamento che abbiamo sperimentato fino ad oggi è stato in qualche modo mitigato utilizzando barriere frangiflutti e simili accorgimenti, ma siamo impotenti di fronte a ulteriori aumenti del livello delle acque che renderebbero inutili le misure di sicurezza esistenti, Se non faremo di più per contenere il riscaldamento globale, arriveremo presto ad un punto di non ritorno, dove non sarà più possibile proteggere la vita delle persone".

I modelli utilizzati dall'Ipcc per prevedere l'innalzamento delle acque nel corso del prossimo secolo parlano di uno scenario peggiore, in cui le emissioni di CO2 e altri gas serra continuano ad aumentare portando le temperature a crescere di oltre 4 gradi, che porterebbe i mari ad alzarsi tra i 60 centimetri e un metro rispetto al 1950. Stando alle analisi di Siegert e del suo team, si tratta di previsioni poco affidabili, o quanto meno piuttosto conservative. Lo scioglimento dei ghiacci è un fenomeno estremamente complesso, e un aumento delle temperature superiore ai 2 gradi (che sono l'obbiettivo dell'accordo di Parigi sul clima) potrebbe innescare fenomeni impossibili da modellare con le conoscenze attuali, e in grado di accelerare notevolmente l'afflusso di acqua negli oceani.

 

Un indizio - scrivono i ricercatori nello studio - si può trovare nel lontano passato del nostro pianeta. Al termine dell'ultima glaciazione, infatti, i ghiacci si sono sciolti ad un ritmo molto superiore a quello che stiamo osservando in questi anni, determinando un aumento dei livelli dei mari che ha raggiunto anche diversi metri ogni 100 anni. E secondo Siegert, nel corso del prossimo secolo potremmo trovarci ad affrontare qualcosa del genere. Una situazione drammatica, impossibile da prevedere utilizzando i modelli attualmente disponibili. Per questo motivo, la priorità dovrebbe essere quella di migliorare le conoscenze disponibili sulle dinamiche che determinano lo scioglimento dei ghiacci polari. Sperando per il meglio - ovviamente - ma iniziando anche a preparare delle contromisure nel caso in cui la situazione volgesse al peggio. "L'innalzamento dei mari sarà uno dei problemi più complessi che affronteranno le nostre società nei prossimi decenni", sottolinea John Englander, coautore dello studio. "Dobbiamo renderci conto che non possiamo stare con le mani in mano mentre aspettiamo di avere un'idea più chiara di quanto saliranno i livelli delle acque. Dobbiamo avere un piano per affrontare il problema se, e quando, si presenterà".