Chi sono io?

Dalla più remota antichità ad oggi il richiamo di conoscere chi siamo veramente si ripercuote di generazione in generazione e non vi è civiltà che non abbia lasciato simili accenni.
“Realizza te stesso” (1)
“Sei la misura di tutte le cose” (2)
“Impara a diventar ciò che tu sei” (3)
“Conosci te stesso” (4)
“Nessuno può conoscere Dio se non ha prima conosciuto se stesso” (5)
“Che io ti conosca, Dio, e mi conosca” (6)
“Uomo conosci te stesso, poiché il più grande dei tesori è seppellito dentro di te” (7)



Una vecchia storia sulla creazione, narra che dopo il paradiso, le stelle, la terra, l'aria, le acque, il cielo e le creature sulla terra e in mare, Dio creò l'umanità. Quando il primo uomo si svegliò e si rese conto del mondo per la prima volta, si guardò intorno e vide i laghi e i fiumi, le montagne e le foreste, i pesci, il volo degli uccelli e le grandi mandrie di animali. E rimase in silenzio. Guardò verso il cielo, il sole e la luna, il nero dello spazio con i suoi milioni di stelle. E rimase in silenzio. Poi guardò Dio. E rimase in silenzio. Quando fu consapevole di tutto quello che lo circondava e del Signore stesso, il primo uomo sulla terra si guardò e chiese: "Chi sono io?".
Non considerò gli animali o le stelle chiedendo cosa fossero, non domandò dove si trovasse e nemmeno chiese a Dio chi fosse. La sua prima parola, il suo primo pensiero, la sua prima curiosità furono quelli di conoscere la propria identità.
Questa è la domanda che guida l'essere umano e tutto quello che fa e vuole, è inerente a questo tema. La gente desidera la felicità e la pace ed istintivamente sa che l'acquisizione della felicità e della pace nasce dalla risposta alla domanda "Chi sono io?".
Questo interrogativo ci accompagna sempre, ovunque andiamo e qualunque cosa facciamo. Viviamo per scoprire chi siamo, anche se quasi sempre non ne siamo consapevoli.
Nel momento in cui portiamo questo quesito alla coscienza, esso inizia a lavorare profondamente in noi. Allora ci rendiamo conto dell'inconsistenza delle nostre certezze, delle nostre convinzioni; ciò che crediamo di essere non è ciò che siamo. Maschere, personalità, modi di apparire... veli che scompaiono man mano che procediamo chiedendoci: "Chi sono io?".

Esistono tre tipi di “Io”:
- quello che pensiamo di essere;
- come ci vedono gli altri;
- chi siamo realmente. (8)

Quello che pensiamo o immaginiamo di essere è, in pratica, una visione falsa di noi stessi, che si gonfia con la lode e si sgonfia con la critica; poi c’è il ruolo rivestito, una struttura grazie alla quale gli altri ci vedono e si relazionano con noi ed infine, abbiamo l’Io Reale, “quello che siamo realmente”, l’Atman, il Sé.

Cercare se stessi è un bisogno evolutivo, una esigenza che diventa sempre più impellente e ci spinge a trovare la strada.

Poni a te stesso la domanda “Chi sono io”?
Io non sono il corpo, io non sono la mente, io non sono l'intelletto. Io sono il Sé.
L'indagine sul Sé è la sola via per raggiungere l'Unità. (9)

E alla fine della strada giungiamo a noi stessi: un lungo e complicato viaggio che si conclude al punto di partenza: Noi.

Alla fine scopriamo che il cercatore è ciò che stavamo cercando… State cercando la vostra vera natura. Ciò che cercate è ciò che siete, non ciò che diverrete. Ciò che siete è la risposta e la sorgente della domanda, e in questo risiede il suo potere di trasformazione; esso è realtà, un fatto attualmente presente. Cercare di diventare qualcuno è puramente concettuale, è un ideale, non ha realtà e potere effettivo. Alla fine il ricercatore scoprirà che egli è ciò che cerca, e ciò che cerca è la sorgente dell'indagine. (10)

  1. Pitagora
  2. Protagora
  3. Pindaro
  4. Socrate
  5. Filocalia
  6. S. Agostino
  7. Blavatsky
  8. Sathya Sai
  9. Sathya Sai, Colloqui
  10. Jean Klein, “Io sono”

Carla Gabbani

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it