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BIOCENTRISMO - Associazione Vegetariana Animalista

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<strong>BIOCENTRISMO</strong><br />

L'ALBA DELLA NUOVA CIVILTA' UMANA<br />

L'etica della non violenza<br />

e dell'amore universale<br />

per realizzare un mondo migliore


Noi siamo abituati a considerare gli animali come massa indistinta, non come singole entità.<br />

Diamo valore alle cose in dipendenza dalla distanza da cui le osserviamo. Ma se ci avvicinassimo<br />

anche alle più minute forme di vita scopriremmo che ogni creatura vive nel centro del suo piccolo<br />

universo con le stesse paure, lo stesso attaccamento alla vita e la stessa paura della morte, proprio<br />

come ogni essere umano.<br />

***<br />

Se il bambino, fin dall'infanzia, viene educato ad apprezzare, valorizzare e rispettare ogni<br />

essere vivente, ad accorgersi della bellezza della diversità delle cose, a capire che ogni creatura è in<br />

grado di soffrire se violentata come di gioire se trattata con amore, il bambino non potrà che<br />

sviluppare in se stesso i sentimenti più nobili dell'animo umano che faranno di lui un essere giusto,<br />

sensibile e responsabile anche nei confronti del prossimo.<br />

***<br />

I frutti delle piante sono la parte più nobile e sublime della creazione. L'uomo deve cibarsi<br />

con ciò che gli consente di elevarsi biologicamente e spiritualmente, piuttosto che abbassarsi<br />

mangiando animali. Dobbiamo nutrirci come gli angeli non come i demoni, come gli dei non come i<br />

mostri sanguinari.<br />

***<br />

L'evoluzione della coscienza umana è inevitabile: opporvisi è un delitto.


A tutti coloro<br />

che sperano<br />

in un mondo migliore


L'uomo può mettere in dubbio ogni regola ed ogni dottrina, ma la legge che nessuno potrà mai<br />

annullare o superare (sintesi del pensiero di Dio espresso in ogni grande religione) è "Non fare ad<br />

ALTRI quello che non vorresti ti fosse fatto" (e per "altri" si intende uomini ed animali). Ed è a<br />

questa legge che io mi appello, alla legge della Vita e dell'Amore. E chiunque, Profeta, Santo o<br />

Filosofo che affermi princìpi che si discostano da questa Legge io non riconosco come ispirati da<br />

Dio.<br />

Se il comportamento di un uomo disattende tale Legge, io obietto la norma che è bene<br />

rispettare l'idea altrui: perchè se il modo di vivere degli uomini colpisce me in prima persona,<br />

essendo io la vittima posso anche giustificare e continuare ad amare il mio prossimo; ma quando<br />

colpisce gli animali (che io considero miei fratelli senza capacità di difesa) coinvolgendoli al punto<br />

da torturarli o ucciderli, allora io dico che il "non far del male" per un uomo non può essere una<br />

libera scelta ma un preciso dovere verso la Vita.<br />

FRANCO LIBERO MANCO<br />

Questo libro, - trattato critico alla concezione antropocentrica della vita - (seconda<br />

edizione ampliata da "Lotta all'antropocentrismo") è composto da una serie di articoli, più o meno<br />

in ordine d'argomento, che l'autore ha scritto per giornali, riviste o in occasione di sue conferenze.


Presentazione<br />

Ci accingiamo alla presentazione di questo libro con un pò di timore.<br />

Sapremo essere imparziali? L 'essenza del discorso, la sostanza delle idee ci sono tanto congeniali<br />

che forse la presentazione entusiastica che si è già formata nella nostra mente ne possa essere la<br />

conseguenza?<br />

Ebbene il timore svanisce subito, al primo esame; non la nostra simpatia, non la nostra<br />

condivisione, rendono il discorso di questo Autore così positivo e convincente, ma l'universalità dei<br />

temi trattati e la proposta etica che li risolve in maniera cosi sintonica con la parte migliore ed<br />

incorruttibile del cuore umano, da far dire al lettore "è quello che avrei voluto dire io".<br />

Spaziando per i meandri di problemi di difficile soluzione come la più parte dei problemi<br />

etico-morali, sempre legato al filo d'oro della compassione, egli trova ed indica la strada della<br />

soluzione antica ed eterna del rispetto e dell'amore universali che sciolgono ogni nodo e<br />

nullificano, ancora prima che risolverla, ogni difficoltà,<br />

Non una religione particolare lo porta a questo, non una specifica filosofia, ma una visione<br />

utopica e grandiosa che tutte le unisce fondandole nella consapevolezza di una omonizzazione<br />

portante che mai diventa esclusione delle altre specie, ma, al contrario, si avvale<br />

dell'affratellamento con ogni vivente, con ogni espressione del creato, per costruire l'Uomo.<br />

Se abbiamo definito utopica la visione di Franco Libero Manco, non è stato, certo, per<br />

sottolinearne I'irrealizzabilità, al contrario, ciò che, oggi, non ha ancora "posto", su questa terra, è<br />

proprio quello che le persone come lui stanno costruendo con i loro scritti, le loro parole, il loro<br />

esempio di vita.<br />

U-topos, senza posto, ma ancora per poco, anzi, vediamo chiaro in tutti i segni dei tempi,<br />

che questo posto sta già formandosi e che ospiterà una realtà più bella dell'antico Eden; e, nel<br />

dirlo, non ci sentiamo dei sognatori che lanciano un augurio come il dono di un'illusione, ma dei<br />

positivi realisti che guardano delle floride messi e sanno che vogliono dire pane.<br />

Quei Cieli Nuovi e Terra Nuova che il cattolico osservante e strutturalmente legato alle<br />

Scritture (come il sottoscritto), trova per i Sentieri di Jahvè, questo versatile Autore (egli è, infatti,<br />

abilissimo architetto, poeta profondo e gradevolissimo pittore) li trova in ogni espressione del<br />

Divino.<br />

Nello scorrere delle pagine, sul tema portante del rispetto per tutto ciò che vive, si inserisce<br />

la dinamica vitalissima di una ricostituzione dello Spirito dell'uomo, mediata dal<br />

ridimensionamento dei suoi diritti nell'ambito, ben più ampio, dei suoi inalienabili doveri verso<br />

tutto il creato.<br />

Per la forza espressiva, per la limpida complessità, per la ricreazione, di un'etica antica ma<br />

mai realmente attualizzata, e, soprattutto, per l'altissima "religiosità" che informa di eterno questo<br />

splendido libro, ne consigliamo la lettura, ancor prima che ai filosofi, ai moralisti ed ai teologi, a<br />

tutti quegli uomini che desiderano chiarire, in se stessi, l'immagine dell'Uomo.<br />

BRUNA D'AGUI'


E' innegabile che la tradizione cristiana nel suo insieme non accorda molta attenzione agli<br />

animali. Diverse feste religiose in Italia, oltreché all'estero, culminano addirittura in atti di<br />

crudeltà verso un animale.<br />

In teoria, non mancano dichiarazioni di principio nei Documenti del Magistero, non ultima<br />

la "Sollecitudo rei socialis" di Giovanni Paolo II, che al n.29 afferma: "L 'uomo ha una certa<br />

affinità con le altre creature. E' chiamato ad occuparsi di esse, sottostando alla volontà di Dio, che<br />

egli prescrive limiti nel loro uso e dominio".<br />

Nella pratica, sono pochi i preti che integrano nell'insegnamento religioso il rispetto delle<br />

creature e la bontà verso gli animali. Le chiese cristiane non sono preoccupate, in genere, della<br />

sorte degli animali e della loro uccisione che viene praticata spesso non a norma di legge, ma tra<br />

immense sofferenze.<br />

Ciò provoca una reale incomprensione in chi ama gli animali e (si) allontana sovente dal<br />

Cristianesimo, visto che la maggioranza dei cristiani non prende coscienza del problema, convinti<br />

che gli animali non hanno nulla a che fare con la religione. Questo è un danno per gli animali, per<br />

gli uomini e per la religione.<br />

Viene perciò a proposito questo nuovo lavoro del prof. Franco Libero Manco che<br />

stigmatizza l'illusione di chi, all'interno delle superate gerarchie aristotelico-cartesiane e di un<br />

esagerato antropocentrismo, vuoI considerare solo il bene superiore dell'uomo.<br />

La protezione di questi "nostri fratelli più piccoli", come li chiamava San Francesco, deriva<br />

in tutta coerenza dalle virtù cristiane. Sono sicuro che i cristiani tutti stanno per scoprire questa<br />

dimensione del messaggio evangelico che merita anch'esso la nostra attenzione.<br />

MONS. MARIO CANCIANI


LE COSE IN CUI CREDO<br />

Le popolazioni di religione cattolica non risultano essere sostanzialmente migliori delle<br />

popolazioni di altre religioni e non sono neanche migliori delle popolazioni che neppure hanno una<br />

religione. L'errore, credo, non sia nelle dottrine, ma in coloro che ne sono stati i tutori, che non<br />

hanno saputo far germogliare il Seme dell'Amore in modo da arricchire lo spirito con l'evolversi dei<br />

tempi.<br />

Nulla di ciò che è stato detto può avere valore imperituro, perché nulla è vero in assoluto.<br />

Ogni verità va data al momento giusto e nelle proporzioni dovute.<br />

Credo che Dio sia più grande e più giusto di quanto lo concepisca la cultura antropocentrica.<br />

Credo nel Dio che ha ispirato tutte le religioni, nel Dio che non ha bisogno di alcuna religione per<br />

manifestarsi perché parla al cuore di ogni essere vivente.<br />

Credo nel Dio che ama in ugual misura tutte le sue creature, nel Dio che chiederà conto del<br />

male fatto all'uomo come al più piccolo essere vivente in grado di soffrire. Credo che non debba<br />

essere Dio a perdonare la violenza dell'uomo ma la vittima che la subisce: Dio non può perdonare se<br />

la vittima non è consenziente al perdono.<br />

Credo nel Dio del bene, della giustizia universale, nel Dio tutore della Vita, che vuole<br />

l'evoluzione mentale, morale e spirituale delle sue creature, non nel Dio parziale, antropocentrico<br />

dei cattolici che autorizza e si compiace del massacro giornaliero di milioni di animali innocenti per<br />

il sollazzo della specie umana.<br />

Credo nella coscienza cosmica in grado di concepire l'unicità delle cose, nell'uomo che non<br />

si limita ad arginare gli effetti del Male ma che combatte le cause che lo generano, che risiedono<br />

nella mancanza del senso sacro della vita e nell'incapacità dell'uomo di condividere l'altrui<br />

sofferenza. Credo nel dubbio, nella critica costruttiva perché fa progredire l'uomo più di una fede<br />

senza ragione.<br />

L'AUTORE


LE ORIGINI DEL PENSIERO ANTROPOCENTRICO<br />

Indagando sulle motivazioni che diedero origine al pensiero antropocentrico (per cui l'uomo<br />

si ritiene al centro della creazione con il diritto naturale di disporre a suo piacere degli altri esseri<br />

viventi) ci si chiede se questa mentalità sia nata con l'uomo o se vi siano stati fatti contingenti che lo<br />

hanno portato ad autoattribuirsi tale prerogativa. Di conseguenza ci si chiede perché l'essere umano<br />

ritiene che una sofferenza inflitta ingiustamente ad un uomo sia più grave che se la stessa viene<br />

inflitta ingiustamente ad un cavallo. Perché violentare, sfruttare, imprigionare, torturare un essere<br />

umano viene considerato un fatto esecrabile ed un crimine mentre non lo sono se gli stessi reati<br />

vengono commessi nei riguardi di un vitello? Perché l'uomo si sente legittimato a commettere<br />

azioni delittuose nei confronti di altre creature ma non tollera che siano applicabili su se stesso? E il<br />

fatto di differenziare la gravità dell'offesa a seconda della vittima non è forse il piedistallo di ogni<br />

discriminazione e di ogni razzismo?<br />

Non credo sia possibile avere la certezza di dove, quando e perché sia nata nella mente<br />

dell'uomo la concezione antropocentrica della vita. Né credo che questa visione sia un fatto<br />

geografico dal momento che tutti, o quasi, i popoli della Terra, anche le popolazioni tribali, in modo<br />

più o meno marcato manifestano la convinzione di essere superiori agli animali quando li sfruttano<br />

a loro vantaggio. La presunzione di ritenersi superiori a qualcun altro è tanto assurda quanto<br />

innaturale e perniciosa, specialmente se questo viene fatto proprio da una religione che dice di<br />

professare l'amore, la carità, la giustizia, né tantomeno da una popolazione civile che non ha alcuna<br />

necessità di sopravvivenza per esprimersi in modo crudele nei riguardi delle altre creature.<br />

Il pensiero antropocentrico si può dire nasce con l'ominide ed è andato gradualmente<br />

sviluppandosi a mano a mano che questo si accorgeva di essere l'animale più astuto e quindi il più<br />

forte perché in grado di organizzare imboscate alle sue prede, di armare le proprie mani con il<br />

bastone, di costruirsi rifugi appropriati, di proteggersi il corpo con vestiti. Si sente creatura<br />

privilegiata e siccome con l'uomo nasce anche l'idea di Dio le prime preghiere rivolte alla divinità<br />

(oltre ad invocare la protezione della stessa contro gli elementi naturali e per la buona riuscita della<br />

caccia) furono di lode verso un Creatore così magnanimo nei riguardi della specie umana. Di<br />

conseguenza si convince che gli animali e la natura fossero fatti da Dio per essere messi a<br />

disposizione dell'uomo, come un'immensa dispensa alla quale attingere a piacimento.<br />

Finché i nostri progenitori restarono nella foresta, e cioè fino a circa un milione di anni fa, si<br />

alimentarono secondo la loro natura di animali frugivori. Quando a causa dell'ultima glaciazione<br />

l'uomo dovette spostarsi nella savana, per estrema necessità di sopravvivenza dovette alimentarsi<br />

anche di carne vivendo di sciacallaggio. Poi capì che poteva uccidere direttamente le sue prede<br />

senza aspettare gli avanzi dei felini e si organizzò a predatore. In questo modo violentò<br />

fortissimamente la sua natura pacifica e con gli animali uccise gradualmente anche la sua<br />

sensibilità, la sua innata repulsione alla violenza e al sangue.<br />

L'uomo non essendo strutturato dalla natura per essere un animale aggressivo e violento<br />

(perché privo di artigli e di denti adatti ad azzannare la preda) ma pacifico come i primati e le<br />

scimmie antropoidi, ha attuato con la necessità di dover uccidere gli animali la più rovinosa<br />

disarmonia della sua natura. A differenza degli altri animali predatori la cui violenza è circoscritta a<br />

specifici episodi (anche perché ogni attacco oltre a richiedere un notevole dispendio di energie<br />

mette in pericolo la stessa vita del predatore) non fu lo stesso per l'uomo che essendo ormai ben<br />

organizzato ed armato continuò ad uccidere non più per necessità ma per il piacere del palato<br />

(specialmente dopo che con la scoperta del fuoco rese gustosa l'orripilante pietanza), seppellendo<br />

nella sua coscienza l'orrore della vista del sangue e dell'agonia della sua vittima. Sarebbe come se<br />

oggi il pacifico Panda per sopravvivere fosse costretto ad uccidere conigli e selvaggina varia: certo


violenterebbe la sua natura e pianpiano si trasformerebbe in un animale aggressivo e violento. Però<br />

non essendo strutturato fisiologicamente a mangiare la carne questo alimento inciderebbe in modo<br />

devastante sulla sua natura. Infatti dal momento in cui i nostri progenitori inserirono la carne nella<br />

loro dieta vi fu un calo a picco della lunghezza media della vita, forse addirittura del 50% per poi<br />

tornare a risalire con la scoperta della coltivazione dei vegetali. L'alimento predominante non fu più<br />

la carne ma i cereali, il frumento, i tuberi, la frutta: cioè l'uomo ritornò in parte ad alimentarsi<br />

secondo la sua natura.<br />

Gli animali più miti catturati dall'uomo, ormai non più cacciatore a tempo pieno, furono<br />

rinchiusi in recinti e sfruttati per il loro latte, la loro lana, le loro uova, il lavoro nei campi. La carne<br />

divenne gradualmente un alimento raro perché l'animale era, ovviamente, molto più utile e<br />

redditizio da vivo.<br />

La carne assunse sempre più il valore di uno status simbol, dal momento che soltanto i ricchi<br />

potevano permettersi il lusso di rinunciare ad un capo di bestiame e ad i suoi derivati per farne<br />

bistecche. Avendo poi quasi del tutto dimenticato le sue origini di animale frugivoro, l'uomo per<br />

millenni ha continuato ad ambire questo alimento nonostante la incompatibilità biologica con il suo<br />

organismo.<br />

La moderna tecnologia e la vita nelle metropoli hanno poi dato il colpo fatale al<br />

collegamento naturale dell'uomo con la natura. Oggi che la gente nei supermercati acquista la carne<br />

in confezioni ben sigillate difficilmente associa la bistecca all'animale che appositamente è stato<br />

ucciso.<br />

Delega altri a farlo perché se dovesse ammazzare con le proprie mani l'animale pochi<br />

sarebbero i mangiatori di carne, non avendo cancellato del tutto dalla coscienza umana l'innaturale<br />

atteggiamento di uccidere un animale che è tipico invece dei carnivori.<br />

Quindi quanto più l'uomo si è staccato dalle sue radici naturali per isolarsi nei contesti<br />

urbani, tanto più ha sviluppato in se stesso il concetto antropocentrico della vita ed il disprezzo per<br />

tutto ciò che è diverso dall'uomo. Gli animali non sono più i suoi compagni di viaggio, la natura non<br />

è più la sua casa, ma strumenti da utilizzare e sfruttare a suo vantaggio. Questo concetto trova poi la<br />

sua esatta definizione nella filosofia aristotelica. Aristotele fu il primo a suddividere in classi<br />

gerarchiche la natura collocando al primo posto l'uomo, poi l'animale e quindi la pianta. Aristotele<br />

parlava di anima intellettuale, anima animale e anima vegetale. Bacone più tardi ritenne opportuno<br />

togliere l'anima vegetale e successivamente Cartesio quella animale. Speriamo che a qualcun altro<br />

non venga in mente di eliminare anche quella umana.<br />

II solco di demarcazione tracciato da Aristotele tra l'uomo ed il resto della creazione nel<br />

corso dei secoli divenne sempre più ampio specialmente in virtù di S. Agostino (più tardi di S.<br />

Tommaso, quindi Cartesio ed infine lo stesso Kant) che in modo particolare influenzò il pensiero<br />

cristiano: ciò che sta in basso è fatto per ciò che sta in alto; ciò che è diverso dall'uomo è impuro ed<br />

imperfetto: dunque disprezzare tutto ciò che è inferiore all'uomo è il modo migliore di servire Dio.<br />

E con lo stesso meccanismo con cui Aristotele considera inferiori gli animali, gli ebrei e i negri,<br />

giustifica l'inferiorità della donna rispetto all'uomo, dello schiavo rispetto al suo padrone. Dopo di<br />

ciò l'uomo ha fatto di tutto per potersi distinguere dagli animali, considerandoli la parte reietta della<br />

creazione.<br />

La mentalità antropocentrica la si deve, anche se in parte, attribuire oltre alla cruda legge<br />

della natura che ha inclinato l'essere umano ad emulare gli animali secondo la legge del più forte,<br />

allo schema piramidale del potere che differenziando su strati sovrapposti le classi dei cittadini


sottomette spontaneamente al vertice quelle sottostanti. Ma tale schema è già la conseguenza logica<br />

di una mentalità antropocentrica che si identifica solo con il vertice non la causa da cui ha avuto<br />

origine.<br />

La diffusione del pensiero antropocentrico nel mondo occidentale va massimamente<br />

attribuito alle tre grandi religioni monoteiste: il cristianesimo, I'ebraismo e I'islamismo. In effetti la<br />

Bibbia, da cui traggono origine le tre religioni, evidenzia in modo ossessionante una visione<br />

maschilista ed antropocentrica. Fin dai primi capitoli abbondano i sacrifici di animali immolati a<br />

Dio il quale dimostra di gradire più questi che i pacifici doni della terra offerti ad es. da Caino.<br />

Bisogna avere uno stomaco a prova di rigetto per leggere il levitivo: più che un libro sacro sembra il<br />

manuale del macellaio.<br />

Ma perché questo aspetto quasi maniacale del popolo ebraico contro gli animali considerati<br />

insostituibili capri espiatori di ogni sorta di peccato? Forse Mosè nel tentativo di dare a questo<br />

popolo nomade una maggiore dignità umana (in un tempo in cui era consuetudine, specialmente nei<br />

popoli limitrofi, l'incesto ed il sacrificio umano) l'animale assumeva in se quella natura animalesca<br />

dalla quale l'uomo doveva distaccarsi. Nei sacrifici dunque l'uomo uccide la parte peggiore di se<br />

stesso e oltre ad aggraziarsi la divinità si assicura un saporito pasto a base di carne. Purtroppo lo<br />

scopo iniziale non resta più circoscritto alle esigenze di assurdi contesti storico-sociali.<br />

Le altre grandi religioni, ed in particolare l'Induismo e il Buddismo, in virtù soprattutto dei<br />

testi vedici a cui fanno riferimento, non hanno avuto un'impronta così antropocentrica come le tre<br />

religioni monoteiste. Infatti nell'Induismo e nel Buddismo è pressante l'invito a rispettare gli<br />

animali, condizione essenziale per meritare la salvezza e le vette della spiritualità. I testi induisti e<br />

buddisti ricordano l'identità dell'intima essenza della nostra natura con quella dell'animale. E se oggi<br />

gran parte della popolazione di queste religioni si è allontanata dalla visione della fratellanza<br />

universale per aprirsi a quella antropocentrica è dovuto principalmente agli influssi del pensiero<br />

occidentale che con la sua tecnologia e la sua scienza ha determinato il distacco mentale, fisico e<br />

morale dell'uomo dalla sua famiglia d'origine.<br />

La scienza ha però inflitto alla cultura antropocentrica due grandi umiliazioni: quella<br />

cosmologica di Copernico, per cui la Terra non è al centro dell'universo, e quella biologica di<br />

Darwin che stabilisce la parentela dell'uomo con la scimmia.<br />

Ma perché tuttora persiste in modo così inappellabile l'atteggiamento antropocentrico della<br />

Chiesa cattolica da rifiutare a priori qualunque apertura morale che sposta i confini del rispetto<br />

dall'uomo agli altri esseri viventi? Probabilmente perché in una religione in cui Dio volge il suo<br />

sguardo compiaciuto solo all'uomo al quale sottomette tutte le altre creature e promette la salvezza e<br />

il paradiso senza dover rinunciare ad uno dei piaceri fondamentali della vita, quello del mangiar<br />

carne, cattura un maggior numero di seguaci.<br />

Quanto maggiori sono le promesse e minori i sacrifici richiesti tanto più adepti si trovano<br />

disposti a seguire una dottrina. Daltronde nel tempo lo scopo della Chiesa non è stato tanto quello di<br />

rendere l'uomo migliore quanto quello di perpetuare se stessa. Ma anche perché la Chiesa non ha<br />

mai disprezzato il sostegno economico dei vari centri di potere.<br />

Dal teocentrismo, base dell'antropocentrismo, si è passati all'egocentrismo, cioè<br />

all'assolutizzazione dell'io che viene posto al centro di ogni cosa e per il quale tutto si è disposti a<br />

sacrificare. L'antropocentrismo, sinonimo di specismo, diviene di conseguenza la matrice di ogni<br />

mentalità razzista. E mentre la scienza e la tecnologia avanzano in modo strepitoso e preoccupante


nessuno dei "dotti" si sogna di far avanzare allo stesso modo la sfera morale, come se questa avesse<br />

già raggiunto il suo culmine finale.<br />

Perché l'uomo si sente superiore all'animale? Per tre motivi fondamentali: 1) perché ha<br />

ucciso il rimorso nella sua coscienza e non è in grado di percepire che il dolore delle sole persone<br />

che ama; 2) perché ritiene l'animale privo di un'anima, anche se nessuno è in grado di dimostrare il<br />

contrario ne che questa possa essere di natura differente dalla nostra. E se si vuole far riferimento<br />

alla Creazione secondo la Bibbia, Dio soffiò nelle narici solo dell'uomo, non della donna, per<br />

dotarlo non di anima ma di spirito vivente: motivo di grandi controversie per cui ancora nel<br />

Medioevo si discuteva se la donna avesse o no un'anima; 3) gli animali non avendo l'intelligenza<br />

umana sono creature inferiori, di poco conto, quindi l'uomo ne può fare ciò che vuole, anche perché<br />

così ha stabilito Dio per mezzo dei Profeti che altri hanno sentito parlare.<br />

Ma se è l'intelligenza quella che dà all'uomo prerogative di superiorità come si concilia con<br />

le persone handicappate, le comatose e tutti coloro che non sono in grado di intendere e volere? Lo<br />

stesso Leonardo o Einstein all'età di un anno non avevano pensieri più sublimi di quelli di un cane.<br />

Se la nostra intelligenza è superiore a quella di un animale non si può negare loro questa capacità,<br />

come non si nega all'anatra la capacità di volare solo perché il gabbiano vola meglio. Essere umano<br />

non significa affatto avere attitudini a comportarsi come tale, non è condizione assiomatica.<br />

L'illusione che esistano differenze sostanziali tra gli umani e gli animali viene mantenuta per<br />

il timore che le somiglianze creino l'obbligo civile, morale e legale di accordare loro dei diritti e<br />

quindi di dover rinunciare ai molti benefici derivanti dal loro sfruttamento, così come è successo per<br />

la schiavitù umana. Quando si ammetterà che la differenza è solo quantitativa non avremo più<br />

alcuna giustificazione ad adottare criteri differenti nell'affrontare gli stessi problemi.<br />

A dire di Egesippo, S. Agostino ed altri i primi cristiani erano vegetariani. Infatti sarebbe<br />

difficile immaginare il figlio di Dio uccidere un povero agnellino per divorarne il cadavere. Dopo<br />

che Costantino entrò a pieno titolo nella gestione politica della religione cristiana fu bandito il<br />

precetto del non mangiare carne e nel Concilio di Ankara (325) si disse che il non voler mangiare<br />

carne era un oltraggio al Creatore che ci aveva dato gli animali per mangiarli. Successivamente con<br />

la caccia spietata contro il vescovo Priscilliano (345-385) giustiziato insieme ai suoi seguaci, la<br />

Chiesa pone fine agli sforzi di conservare il vegetarismo nel seno della cristianità. Più tardi la stessa<br />

sorte toccò alla setta dei Catari (1052) sterminati soprattutto perché vegetariani: anche in punto di<br />

morte si rifiutavano di uccidere un pollo. Infine il 14° Canone del Concilio di Braga (561)<br />

introdusse l'obbligo per il clero di nutrirsi di carne pena la scomunica e la destituzione per sospetto<br />

di eresia.<br />

L 'ossessione a spingere la gente a mangiare la carne fa supporre che in quel periodo i<br />

cristiani fossero inclini a rifiutare questa attitudine e infatti S. Girolamo scrive: "Noi capi cristiani<br />

ci asteniamo dal mangiare carne per purezza e misericordia. Mangiare la carne è innaturale e<br />

impuro", ma che la Chiesa voleva abolire ad ogni costo. La stessa affermazione di S. Paolo, lascia<br />

supporre che in quel periodo, il non mangiar carne era un fatto tutt'altro che marginale: "Colui che<br />

mangia di tutto non giudichi colui che non mangia di tutto. Se un cibo scandalizza mio fratello io<br />

non mangerò mai più la carne per non scandalizzare mio fratello".<br />

Stando ai 4 testi canonici Cristo in molte circostanze ha evidenziato una mentalità tipicamente<br />

antropocentrica: vedi l'episodio dei porci e la pesca miracolosa, dell'albero del fico senza frutti ecc.<br />

Stando invece ai testi non ufficiali, (furono scritti ben 49 vangeli sulla vita di Cristo) questi<br />

era sicuramente vegetariano. Ciò deriva oltre che ai vangeli apocrifi, dagli scritti della chiesa


primitiva, dal Vangelo della Pace, dal Vangelo degli Esseni, dagli scritti di Qumran. In ogni caso,<br />

istituendo l'Eucaristia con il pane e il vino Cristo pone indiscutibilmente fine ai sacrifici cruenti.


CONTRADDIZIONI BIBLICHE<br />

E PROBLEMA ANIMALI<br />

Quando si parla di rispetto per gli animali coloro che cercano di giustificare il loro diritto a<br />

mangiare la carne trovano nella Bibbia il supporto alle loro convinzioni sancite da Dio.<br />

I biocentristi vedono la Bibbia un documento non solo incongruente ma la causa stessa della<br />

concezione antropocentrica che autorizza l'uomo ad uccidere gli animali e a violentare la natura.<br />

In molti punti della Bibbia, per bocca dei profeti, emerge un Dio non solo impietoso verso la<br />

condizione degli animali (che mai considera come esseri senzienti dotati di entità specifiche ed in<br />

grado di soffrire come l'uomo) ma un Dio assetato di olocausti per l'espiazione dei peccati umani<br />

che inclina inevitabilmente l'uomo al disprezzo del diverso e all'incapacità di condividere l'altrui<br />

sofferenza. Oltremodo dannoso per la coscienza umana sono i molti comandi, dai profeti attribuiti a<br />

Dio, a sterminare intere popolazioni per estirpare con esse il male che rappresentano.<br />

Leggendo la Bibbia emergono spontanee le seguenti domande:<br />

- la religione deve o no essere conforme alla morale universale? cioè deve servire o no a<br />

rendere l'uomo migliore nell'armonica convivenza con il creato?<br />

- tutto ciò che è nella Bibbia risponde o no alla vera volontà di Dio? tutto ciò che dai profeti<br />

viene attribuito a Dio è realmente la sua parola? E se alcune parti sono state omese o<br />

arbitrariamente aggiunte quali sono quelle autentiche?<br />

- Dio è o no il padre buono, giusto e misericordioso di Gesù Cristo il quale si lascia<br />

crocefiggere senza reagire, pur avendo il potere di farlo, nel supremo rifiuto di ogni violenza?<br />

- il Dio di Giacobbe, Samuele, Davide, è lo stesso Dio di Gesù Cristo?<br />

Vi sono nel Vecchio testamento molte incongruenze non solo di ordine cronologico e<br />

geografico ma sui valori essenziali di ordine morale e spirituale che fanno sorgere dei dubbi sulla<br />

vericidità delle dichiarazioni da alcuni profeti attribuite a Dio. Ne citiamo soltanto alcune.<br />

- I più antichi capitoli della Bibbia risultano scritti intorno all'ottavo sec. a.C. Può essere<br />

veritiera la descrizione di fatti e personaggi avvenuta millenni prima e tramandata per via orale?<br />

- come possono essere attribuiti a Mosè libri che riportano cose avvenute molto tempo dopo<br />

di lui? Dice di aver scritto al di là del Giordano mentre egli non lo ha mai attraversato;<br />

- come mai l'Esodo dice che gli Ebrei rimasero 400 anni in Egitto, mentre facendo il conto<br />

preciso risultano soltanto 205 anni?;<br />

- in che modo il Faraone poté inseguire gli Ebrei con tutta la cavalleria dal momento che con<br />

la 5° piaga d'Egitto, Dio aveva fatto morire tutti i cavalli e tutte le bestie?;<br />

- in DT 14,7 la Legge vieta di mangiare la lepre "perché rumina e non ha il piede fesso"<br />

mentre le lepri hanno il piede fesso e non ruminano. Dio è forse ignorante in zoologia?;


- dov'è la terra promessa più volte sotto giuramento da Dio ad Israele, dove scorre latte e<br />

miele, mentre questo popolo è quasi sempre schiavo dei Fenici, dei Babilonesi, dei Persiani, dei<br />

Siriani, dei Romani ed è tutt'oggi disperso in tutto il mondo?<br />

Riguardo agli innumerevoli olocausti richiesti e graditi da Dio, vedi ad es. Gen 4,4: "...il<br />

Signore gradì Abele e la sua offerta", oppure Is 56,7: "I loro olocausti ed i loro sacrifìci saliranno<br />

graditi sul mio altare" ecc. non vi è forse incongruenza con quanto espresso in Gr 7,22.23 dove si<br />

afferma che "In verità non parlai mai, né diedi comandi sull'olocausto e sul sacrifìcio ai vostri<br />

padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto"? E in Sal 51,18 troviamo ancora: "poiché non<br />

gradisci il sacrifìcio e se offro olocausti non li accetti".<br />

Quando Dio ordina lo sterminio di intere popolazioni, come per es. in Dt 13,16: "Dovrai<br />

passare a fil di spada gli abitanti di quella città, la voterai allo sterminio con quanto<br />

contiene..."oppure in Sa 15,3: "fa dunque, colpisci Amelek e vota allo sterminio quanto gli<br />

appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e<br />

lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini". E ancora in Es 9,5: "Il vostro occhio non perdoni, non<br />

abbiate misericordia; vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio...<br />

riempite di cadaveri i cortili del tempio" ecc. ecc. non è forse lecito dubitare che Questi sia lo stesso<br />

Dio buono e misericordioso riportato in Sal I 36,25 in cui si legge: "Egli dà il cibo ad ogni vivente<br />

perché eterna è la sua misericordia" e ancora: "Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si<br />

espande su tutte le creature?":<br />

- se Dio vuole eliminare dalla faccia della Terra qualcuno perché non scatena gli elementi<br />

naturali, come in Sam 24,16 invece di rendere un uomo complice di omicidio?;<br />

- perché Dio preferisce alle pacifiche offerte dei frutti della terra di Caino il sacrificio<br />

cruento di animali da parte di Abele al punto da scatenare la gelosia di Caino e l'uccisione del<br />

fratello? Gen 4,3;<br />

- come è possibile che Dio autorizzi Noè ad uccidere gli animali per farne cibo se<br />

contestualmente stabilisce con gli stessi la sua eterna alleanza? Gen 9,9;<br />

- come si può conciliare il comando "Non ammazzare" dato da Dio sul monte Sinai a Mosè<br />

mentre questi fa sterminare 3.000 uomini per aver costruito il vitello d'oro? Gen 32,28;<br />

- come può un Dio giusto ed equanime non condannare la schiavitù ma anzi autorizzare un<br />

genitore a vendere la propria figlia come schiava? Gen 21,7;<br />

- dov'è la giustizia di Dio quando predilige un popolo ad un altro, al punto da spingere l'uno<br />

ad invadere l'altro, a sterminare ogni essere vivente e ad impossessarsi delle loro terre?;<br />

- come può Dio benedire le figlie di Lot che ubriacando il padre per unirsi a lui per due notti,<br />

Gen 19,33 mentre il peccato di incesto viene dalle leggi di Mosè punito con la morte? Lev 18,6:<br />

"Nessuno si accosterà ad una sua consanguinea per avere rapporti con lei" e ancora in Dt 27,22:<br />

"Maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre, o figlia di sua madre";<br />

- come può Giacobbe essere considerato uomo di Dio se costringe suo fratello che sta<br />

morendo di fame a cedergli la primogenitura per un piatto di lenticchie, se poi inganna il suo<br />

vecchio padre in punto di morte e dopo ancora inganna suo suocero Labano? E inoltre sposa due<br />

sorelle e va a letto con tutte le serve. Come può Dio benedire questi inganni e queste incontinenze<br />

se contestualmente con la legge di Mosè li considera peccati punibi li con la morte?;


- può essere considerato profeta di Dio Samuele che fa a pezzi il re Agag prigioniero di<br />

Saul? o forse gli uomini di Dio erano esentati dal comando "Non ammazzare?";<br />

- è forse, profeta di Dio Eliseo che fa divorare 40 bambini dagli orsi perché lo avevano<br />

chiamato testa pelata?;<br />

- si fa risalire a Davide addirittura la discendenza del Figlio di Dio. Ma Davide saccheggia<br />

tutto ciò che trova, tra gli altri un ricco di nome Nabal e ne sposa la moglie. Mette a ferro e fuoco<br />

interi villaggi del re Achis suo benefattore e sgozza uomini, donne e bambini affinché non restino<br />

testimoni. E' questi un uomo di Dio?;<br />

- cinque re amorrei tentano di opporsi alle razzie di Giosuè ma vengono sconfitti e ne fa una<br />

carneficina. E come se non bastasse il Signore fa piovere una gran pioggia di pietre sui fuggiaschi<br />

(Gs 10,12) e per impedire che qualcuno scampi al massacro Dio acconsente di fermare il sole.<br />

Giosuè vota allo sterminio molte città, secondo quanto comandato dal Signore, passando a fil di<br />

spada ogni essere vivente, senza lasciare alcun superstite (Gs 10,28). Sterminò 31 re ai quali usurpò<br />

gli stati, sempre per volontà di Dio. E' questi il Dio della misericordia e della giustizia?;<br />

- perché Gesù si esprime in modo antitetico con quanto richiesto da Dio (Dt 20,19) quando<br />

fa seccare un albero di fico perché non vi trova frutti in inverno?;<br />

- come giustificare le azioni di Salomone che pur avendo 700 mogli e 300 concubine<br />

assassina il proprio fratello Adonia che gliene chiede una? Come conciliare questo con il comando<br />

"non ammazzare" e con quello "non desiderare la donna d'altri" sugellato anche in Lv 20,10: "Se<br />

uno commette adulterio con la moglie del prossimo, l'adultero e l'adultera dovranno essere messi a<br />

morte"?<br />

- se un essere umano è biasimato quando pur essendo buono dimostra a volte di essere<br />

crudele, perché questo non dovrebbe essere valido anche nei confronti di Dio? Perché l'uomo<br />

dovrebbe credere che Dio sia soltanto buono mentre dimostra di essere anche crudele? L'uomo non<br />

deve forse nel suo comportamento imitare Dio? Perché la crudeltà di Dio è sempre giustificabile<br />

mentre quella dell'uomo è sempre condannabile?<br />

Molte altre incongruenze bibliche vengono inoltre dal rapporto uomo-animale: Infatti,<br />

mentre da una parte gli animali vengono considerati alla stregua di oggetti al servizio dell'uomo,<br />

dall'altro emerge parallela una considerazione degli stessi da mettere in discussione la visione<br />

antropocentrica. Si riportano le tracce più significative:<br />

- dopo che Dio in Gen 1,26.28 dice "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza", in<br />

Gen 2,18.19 dice: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE.<br />

Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all'uomo per<br />

vedere come le avrebbe chiamate". Quindi l'animale è simile all'uomo come l'uomo è ad immagine<br />

di Dio; quindi anche l'animale è ad immagine di Dio;<br />

- in Gen 1,29.30 troviamo il comando di Dio ad essere vegetariani: "Ecco, io vi do ogni erba<br />

che produce seme e ogni albero da cui è frutto saranno il vostro cibo, mentre agli animali dò la<br />

verde erba dei campi";<br />

- all'uscita dall' Arca in Gen 9,9.17 Dio stabilisce la sua alleanza con Noè, la sua gente e tutti<br />

gli animali sopravvissuti: "...Ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con tutti gli animali che


sono usciti dall'Arca". Come può un padre sancire un patto d'amore con i propri figli autorizzando il<br />

più forte a massacrare il più debole?;<br />

- in Lev 24, 18 Dio, come per l'uccisione di un uomo, infligge la medesima condanna a colui<br />

che uccide un animale: "Chi percuote a morte un capo di bestiame sia messo a morte". In questo il<br />

Signore dà alla vita dell'animale l'identico valore della vita dell'uomo; a conferma di ciò troviamo<br />

che in Eccle 3,18.21 non solo la vita degli uomini viene accomunata a quella degli'animali: "La<br />

sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa, C'è un solo soffio vitale per tutti", ma viene poi<br />

annullata la presunta superiorità umana: "Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie<br />

perché tutto è vanità";<br />

- in Es 23,12 Dio si preoccupa della stanchezza degli animali: "Per sei giorni farai i tuoi<br />

lavori ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano godere quiete il tuo bue, il tuo asino e<br />

ognuna delle tue bestie";<br />

- in Dt 20,19 emerge, sorprendentemente, l'immagine di un Dio compassionevole anche<br />

verso le piante: "Quando cingerai d'assedio una città, non ne distruggerai gli alberi colpendoli con<br />

la scure. L'albero della campagna è forse un uomo per essere coinvolto nell'assedio?" e in;<br />

- Ger 32,27 aggiunge: "Ecco, io sono il Signore di ogni essere vivente";<br />

- in Gb 12,7.10 troviamo la conferma che gli animali al pari dell'uomo sono dotati di anima:<br />

"...Egli ha in mano I'anima di ogni vivente e il soffio di ogni carne umana". E ancora in;<br />

- Sap II, 23.26 troviamo la conferma che non solo negli animali ma in ogni essere vivente è<br />

presente lo spirito INCORRUTTIBILE di Dio: "poiché il tuo apirito incorruttibile è in tutte le<br />

cose";<br />

- in Gb 40,15.29 viene rimarcata l'identica azione creativa dell'uomo e dell'animale: "Ecco<br />

l'ippopotamo che io ho creato al pari di te, mangia l'erba come il bue";<br />

- in Pr 23,20 il Signore considera i mangiatori di carne persone da non imitare: "Non essere<br />

tra quelli che s'inebriano di vino, né tra coloro che sono ghiotti di carne";<br />

- a sugello del compito dell'uomo a tutelare e proteggere le altre creature, troviamo in Sap<br />

8,13-9,2.3: "Con la tua sapienza hai formato l'uomo perché governi sulle creature fatte da te e<br />

governi il mondo con SANTITA' e GIUSTIZIA". E a conferma dell'amore di Dio per ogni creatura<br />

in;<br />

- Sap II, 23.26 troviamo: "poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai<br />

creato";<br />

- ed in Sir 18,12 troviamo la testimonianza di Dio tutt'altro che indifferente alla sorte degli<br />

animali: "La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo, la misericordia del Signore ogni essere<br />

vivente";<br />

- in Ger 12,4 c'è l'accorato lamento del profeta che vede soffrire gli animali e le piante a<br />

causa dell'uomo: "Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l'erba dei campi? Per la<br />

malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono".


Quindi nonostante non vi sia un invito specifico a rispettare e ad amare gli animali come<br />

entità individuali, aventi coscienza propria, vi è nella Bibbia non solo una continua correlazione tra<br />

questi e gli esseri umani ma molto spesso Dio si serve degli animali per indicare all'uomo le virtù<br />

che deve possedere.<br />

La visione tipicamente antropocentrica della Bibbia è probabilmente dovuta alla condizione<br />

civile e spirituale della popolazione ebraica ancora fedifraga, idolatra, malvagia, fratricidia,<br />

incestuosa e quindi non ancora pronta ad aprirsi al rispetto e all'amore anche verso gli animali.<br />

Se si potesse fare una comparazione tra gli effetti positivi e quelli negativi del V.T. sulla<br />

coscienza umana e sul contesto storico-sociale, probabilmente la bilancia penderebbe<br />

inesorabilmente dalla parte negativa. Ma nonostante gli effetti negativi delI'antropocentrismo<br />

biblico sulla cultura ebraica e mussulmana, negli ultimi tempi anche in questi paesi vanno<br />

emergendo movimenti in difesa degli animali, secondo una visione più civile e più conforme alla<br />

cultura dell'amore universale. La perniciosa concezione antropocentrica dovrà presto o tardi<br />

piegarsi all'inarrestabile corso evolutivo della coscienza umana.<br />

Per concludere. Dal momento che la legge di Mosè "Occhio per occhio e dente per dente" è<br />

in antitesi con la legge di Gesù "Porgi l'altra guancia" l'Antico Testamento deve essere considerato<br />

superato in toto o solo in alcune parti? E quali? Un uomo è nel giusto o nell'errore quando per<br />

giustificare il suo diritto a mangiare carne cita Gen 9,3 in cui è scritto: "Quanto si muove e ha vita vi<br />

servirà di cibo " mentre Mosè stesso fa poi un elenco degli animali che possono essere mangiati? E<br />

se quel comando viene considerato valido perché non lo sono anche i seguenti? "Non ti farai idolo<br />

né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo" Es 20,4; oppure "Chi farà un lavoro di sabato sarà<br />

messo a morte" Es 31,16 ecc. ecc.?<br />

Dunque la chiesa cattolica non attinge a tutti gli insegnamenti dei Profeti. Molti aspetti del<br />

V.T. vengono considerati superati dalla legge evangelica. Ma quali?<br />

Infine, le molte incongruenze presenti nella Bibbia, che fanno emergere un Dio buono e<br />

crudele nello stesso tempo (sia con gli uomini che con gli animali) inducono a dubitare non solo<br />

della autenticità dei precetti dai profeti attribuiti a Dio ma che il Dio del V.T. sia il Padre di gesù<br />

Cristo. Pertanto, nella ricerca della vera legge della vita non conviene far riferimento al V.T. oppure<br />

prendere solo ciò che in esso risulta conforme alla morale universale.<br />

Nel Nuovo Testamento vi sono ottimi motivi per ritenere, a differenza della convinzione<br />

comune, che Cristo fosse vegetariano, per i seguenti motivi: in Mt 5,17.19 Cristo afferma di essere<br />

venuto a dare compimento alla Legge. Quindi Cristo, nuovo Adamo, non poteva non essere<br />

conforme al comando di Gen 1,29 ed essere vegetariano. Se si esclude l'episodio riportato<br />

dall'Evangelista Luca nel cap. 24,43 in cui Cristo dopo la resurrezione mangia del pesce per<br />

dimostrare ai presenti di essere vivo (tra l'altro Luca scrive il Vangelo su insegnamento di S. Paolo<br />

il quale non era presente all'evento) in nessuna circostanza Gesù mangia o autorizza altri a mangiare<br />

la carne. D'altronde come potrebbe il figlio di Dio, simbolo d'amore, di mitezza e di misericordia<br />

essere indifferente alla morte violenta di un animale ucciso per il piacere della sua gola? ed in<br />

umanità e sensibilità farsi superare da molti esseri umani del suo tempo e non solo che considerano<br />

il mangiare carne un atto crudele?<br />

Come mai vi è dicotomia tra i vangeli canonici e quelli considerati apocrifi? Nei primi<br />

emerge un atteggiamento di Cristo tipicamente antropocentrico, nei secondi un essere estremamente<br />

sensibile ed attento alla sofferenza degli animali.


Considerando che originariamente furono scritti ben 49 Vangeli, quali tra questi riportano il<br />

vero pensiero di Cristo? Perché solo nei Vangeli apocrifi e nei testi non ufficiali, Cristo è tenero e<br />

compassionevole verso gli animali? Ma anche se questi non fossero nel vero, a beneficio della<br />

sensibilità umana, della coscienza morale e della stessa tutela della creazione, non sarebbe più<br />

opportuno (perché più edificanti, più conformi alla legge della Vita e dell'amore universale) aderire<br />

ai Vangeli apocrifi piuttosto che a quelli canonici? E ancora: Quando due concili si anatemizzano<br />

l'un l'altro, come è avvenuto per ben venti volte, qual'è quello a cui il credente deve far riferimento<br />

con fede?<br />

Di fronte all'impossibilità di conoscere la verità, all'uomo non resta che la voce della sua<br />

coscienza, la luce della sua intelligenza, il suo buon senso, la consapevolezza che Dio non può che<br />

essere Amore (altrimenti non avrebbe dato alle cose la possibilità di esistere, dal momento che<br />

queste non tornano a vantaggio del Creatore) considerando anche il fatto che i testi biblici nel tempo<br />

sono stati trascritti e tradotti migliaia di volte e che l'uomo troppo spesso, per i suoi interessi, si è<br />

servito delle cose di Dio piuttosto che servire Dio.<br />

A conferma di quanto scritto trovo in Ap 4,7 che gli animali, nel giorno del Giudizio non<br />

solo sono presenti in Paradiso ma sono da Dio posti ai vertici della gloria.


IL VEGETARISMO ALLE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO<br />

La visione antropocentrica della dottrina cattolica, che ritiene l'uomo al centro della<br />

creazione con l'assurdo diritto di disporre della vita di ogni altro essere vivente, ha di fatto<br />

legittimato la violenza sugli animali e aperto le porte dei mattatoi dove ogni giorno,<br />

nell'assuefazione di tutti, si consuma, sistematicamente, un olocausto di proporzioni apocalittiche.<br />

Secondo l'insegnamento cattolico Cristo (a differenza di altri grandi Iniziati delle religioni<br />

del mondo) non ha mai chiesto amore e rispetto anche per gli animali. Ma, diversamente da quanto<br />

tramandato ufficialmente dalla chiesa cattolica, dalle testimonianze dei cronisti della prima<br />

tradizione cristiana del calibro di S. Girolamo, S. Benedetto, Tertulliano, Eusebio, Plinio, Papas,<br />

Cipriano, Pantaneo ecc. emerge una filosofia sconosciuta e per certi versi rivoluzionaria: non solo<br />

Cristo e gli Apostoli insegnavano la misericordia ed il rispetto per ogni creatura di Dio ma nel<br />

supremo rifiuto di ogni violenza erano di conseguenza vegetariani. Fatto non insolito se si considera<br />

che in quel tempo molte sette religiose seguivano questo precetto, come gli Ebioniti, i Nazorei, i<br />

Terapeuti, gli Gnostici, i Montanisti ed altri.<br />

Ed in effetti non sorge dal nulla il precetto vegetariano delle confessioni cristiane più<br />

recenti, come la Chiesa Avventista del 7° giorno, i Metodisti, i Trappisti, i Benedettini, il<br />

Movimento Gnostico Universale Cristiano, i Rosacroce, la maggioranza dei monaci francesi ed<br />

altri.<br />

La stessa vita di quasi tutti i santi dimostra inequivocabilmente l'importanza della<br />

compassione universale.<br />

Eusebio afferma che Giacomo rifiutava di mangiare carne di animali e che l'apostolo Matteo<br />

si nutrisse solo di semi, noci e vegetali. Anche Clemente di Alessandria, uno dei più influenti<br />

pensatori della prima chiesa cristiana e Tertulliano erano ferventi sostenitori dell'alimentazione<br />

incruenta.<br />

Nel Clementine Homilis, uno dei più antichi testi cristiani basato sulla predicazione di S.<br />

Pietro, troviamo l'apostolo affermare: "Il consumo innaturale di carne è contaminante quanto la<br />

pagana adorazione dei demoni".<br />

E inoltre. Secondo lo storico Edgar Goospeed è esistito un tempo un "Atto Tommaso" a cui<br />

facevano riferimento le prime sette cristiane in cui si afferma che l'apostolo si asteneva dal<br />

mangiare la carne. Gli atti 24:5 parlano di S. Paolo come di un membro della setta dei Nazorei per i<br />

quali, come per gli Esseni, essere vegetariani era condizione essenziale. Più severi sono i moniti<br />

riportati nell'aramaico "Vangelo della vita Perfetta": in cui vi è una chiara condanna della violenza<br />

verso gli animali: "Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati". Nel Vangelo<br />

dei 12 Apostoli dalla considerazione della gente emerge una figura di Cristo tenera e<br />

compassionevole: "Ecco che quest'uomo ha cura di tutte le creature. Esse sono dunque suoi fratelli<br />

e sorelle. Perché Egli le ama tanto?".<br />

Poi la cristianità gradualmente si allontanò dalle sue origini vegetariane e l'astinenza dal<br />

mangiare carne fu ridotta al solo giorno di venerdì, per essere ulteriormente ridotta con il Concilio<br />

Vaticano II al solo giorno di venerdì santo. Ma gli scritti originali dell'antica chiesa indicano<br />

chiaramente che il consumo di carne non era permesso sino al 4° secolo d.C. cioè fino a quando<br />

l'imperatore Costantino dettò le sue regole eliminando i precetti più austeri e più visibili in<br />

pubblico, come appunto quello del non mangiar carne, al cui piacere i romani non volevano<br />

rinunciare.


Al Concilio di Nicea del 325 d.C. i sacerdoti e politici alterarono radicalmente i documenti<br />

cristiani originali con omissioni ed interpolazioni per renderli accettabili a Costantino che a quei<br />

tempi si opponeva ferocemente alle sacre scritture. Lo scopo era quello di fare accettare la religione<br />

cristiana come culto ufficiale dell'impero romano. Fu nominata una commissione di correttori per<br />

eliminare, con accurata dovizia, nell'interesse dell'ortodossia, tutti quei principi che non ritenevano<br />

di seguire, compreso quello del mangiare carne e del bere bevande forti.<br />

Ma "qualcuno" scampa sempre al massacro e alcuni testi originali sono arrivati sino a noi,<br />

tra questi anche le Pergamene del Mar Morto scoperte nel 194 7, chiaramente a favore del<br />

vegetarismo.<br />

Ma c'è anche il problema delle cattive traduzioni e dell'esatta interpretazione letterale dei<br />

testi antichi. Per esempio, il tanto richiamato miracolo dei pesci e dei pani: sembra che in realtà i<br />

pesci fossero una sorta di polpette, un cibo diffuso ancora oggi, fatto con una pianta marina<br />

conosciuta come la pianta del pesce, più probabile da conservarsi nella cesta fino al tramonto,<br />

piuttosto che il pesce crudo. Infatti nei primi manoscritti del Vangelo si fa riferimento al pesce solo<br />

dal IV secolo in poi, prima di tale periodo per il miracolo si parla di pane e frutta.<br />

Un altro aspetto riguarda l'agnello pasquale. Cristo istituendo l'Eucarestia con il pane e il<br />

vino si sostituì all'agnello proprio per far cessare la sanguinaria tradizione pagana. A conferma di<br />

ciò S. Girolamo scrive: "Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare la carne!'. E<br />

Porfirio, considerato da S. Agostino il più grande dei filosofi, ribadisce: "Gesù ci ha portato il cibo<br />

divino, il cibo carneo è nutrimento per i demoni". Anche Giovanni e Paolo affermano che Gesù ha<br />

sostituito il cibo cruento con quello incruento.<br />

Quindi da un'accurata traduzione dei testi originali e dagli insegnamenti degli apostoli si<br />

evidenzia il fatto che i primi cristiani non solo praticavano il vegetarismo ma che il carattere<br />

misericordioso di Gesù era perfettamente conforme ai princìpi di non violenza universale delle sette<br />

religiose più spirituali del suo tempo.<br />

Novità interessanti circa la vita di Gesù vengono dalle Pergamene del Mar Molio in cui si<br />

legge che l'Angelo disse a Maria: "Tu non mangerai carne nè berrai bevande forti perché il<br />

Bambino sarà consacrato a Dio dal ventre di sua madre".<br />

Negli stessi testi troviamo poi Gesù che predica il rispetto per tutte le creature: "Siate<br />

rispettosi e compassionevoli, non solo verso i vostri simili ma verso tutte le creature poste sotto la<br />

vostra tutela". E ancora: "Sono venuto per porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non<br />

smetterete di offrire e di mangiare carne l'ira divina non si allontanerà da voi", Gesù rimproverava<br />

aspramente i pescatori: "Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi cibi? Lasciate<br />

le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime". Ed infine Gesù condanna duramente anche i<br />

cacciatori avvisandoli che saranno ripagati con la stessa ferocia.<br />

Questa dicotomia, tra il pensiero di Cristo tramandato dalla chiesa cattolica e l'insegnamento<br />

di Gesù che emerge dai documenti non ufficiali (ma che stranamente coincidono nel sentimento<br />

dell'amore da estendere dall'uomo agli animali) porta a due ipotesi:<br />

a) a Cristo interessava solo la condizione umana e non quella, spesso assai peggiore, degli<br />

altri esseri viventi condannati dalla violenza umana ad un olocausto senza fine dal peccato originale<br />

commesso dall'uomo.


Ma questo oltre ad essere ingiusto e spiritualmente limitato sarebbe in contraddizione con lo<br />

stesso S. Paolo che afferma che tutta la creazione è stata redenta dal sangue di Cristo e inoltre<br />

mangiare la carne significherebbe accettare la condizione di decadenza dell'uomo, mentre Cristo,<br />

nuovo Adamo, venuto per ricondurre l'uomo alla dimensione perduta, al piano originale del Padre,<br />

non poteva non essere vegetariano, come furono le prime 10 generazioni da Adamo a Noè secondo<br />

il comando di Genesi 1,29: "Ecco io vi dò ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui frutto<br />

saranno il vostro cibo... ".<br />

Indicativo al tal proposito il pensiero di Gesù in molte circostanze: "A causa della durezza<br />

dei vostri cuori, ma in principio non fu così".<br />

Se S. Girolamo e gli altri cronisti non hanno mentito (che motivo avrebbero avuto?) Cristo<br />

era misericordioso verso gli animali, altrimenti S. Francesco e molti altri santi avrebbero dimostrato<br />

maggiore comprensione e amore verso le creature di Dio che non lo stesso Figlio del Creatore;<br />

b) la seconda ipotesi è quella per cui i testi sacri sono stati alterati come afferma lo stesso S.<br />

Girolamo il quale dice che il permesso dato a Noè di mangiare carne è un'interpolazione dei testi<br />

sacri aggiunta tardivamente in un periodo di basso profilo spirituale, che coincide con il già citato<br />

concilio di Nicea.<br />

Se è vera, come credo sia vera, la seconda ipotesi, coloro che hanno alterato i testi sacri, o<br />

non hanno fatto nulla, in tempi successivi per ricostruire l'autentico insegnamento di Cristo, non<br />

solo hanno vanificato in parte il Suo sacrificio ma si sono macchiati del più grande peccato contro<br />

la verità a danno della creazione e della coscienza umana disumanizzata dall'abitudine e dal<br />

disprezzo della vita e della sofferenza non umana. Di tutto questo i responsabili sicuramente un<br />

giorno dovranno dar conto a Dio.<br />

Ma se Cristo fosse stato indifferente al dolore degli animali e di conseguenza mangiatore di<br />

carne allora mi sento autorizzato a dubitare che fosse il Figlio di Dio, della bontà e della<br />

misericordia, dal momento che altri grandi Iniziati, pur non essendo di origine divina, hanno<br />

dimostrato amore e compassione oltre che per gli uomini anche per gli animali.


IL VEGETARISMO NELLE RELIGIONI DEL MONDO<br />

Più si percorre all'indietro la storia delle religioni e maggiore è il rispetto e la compassione<br />

manifestata per ogni essere vivente. Questo sentimento d'amore universale, questa ricchezza morale<br />

e spirituale è andata gradualmente affievolendosi, specialmente nei paesi occidentali, a causa della<br />

filosofia aristotelica, agostiniana, d'aquiniana, cartesiana ecc. i cui principi antropocentrici se da una<br />

parte hanno posto l'uomo al centro della creazione dall'altra lo hanno staccato dalle sue origini<br />

naturali causando un progressivo disprezzo per tutto ciò che era ed è dissimile all'uomo.<br />

EBRAISMO<br />

Anche se gli ebrei hanno versato più sangue di animali (a scopo alimentare e sacrificale) di<br />

qualsiasi altra razza umana (solo Salomone per la sua investitura fece immolare ben 120.000 pecore<br />

e 22.000 buoi), le regole relative all'alimentazione riguardano esclusivamente gli alimenti a base di<br />

carne. Gli animali consentiti devono essere erbivori e devono avere lo zoccolo fesso. Non è lecito<br />

mangiare la carne con il sangue (anche se questo sembra impossibile dal momento che se si può<br />

drenare il sangue dalle arterie non è possibile eliminarlo dai capillari).<br />

Tra i vari richiami alla compassione verso gli animali vale ricordare: "Non essere tra quelli<br />

che s'inebriano di vino né tra coloro che sono ghiotti di carne" Pr, 23.30. "Fino a quando sarà in<br />

lutto la terra e seccherà tutta l'erba dei campi? Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli<br />

uccelli periscono" Ger, 12.4. A questo c'è da aggiungere che in molte circostanze Dio si serve degli<br />

animali per attuare i suoi programmi di salvezza: I'asina di Balaam, la colomba dell'Arca, il cane di<br />

Tobia, la balena di Giona, i leoni di Daniele ecc.<br />

Ma anche se questo aspetto della Legge sia stato ampiamente disatteso dalla dottrina<br />

ufficiale, la popolazione israelita ha la più alta percentuale di vegetariani nel mondo, con<br />

l'eccezione dell'India. Anche oggi alcuni noti rabbini ed alcuni premi Nobel della cultura ebraica<br />

(come Isac B. Singer e Shuel Y. Agnon) sono convinti assertori dell'alimentazione vegetariana.<br />

ISLAM<br />

Nota è la compassione di Maometto verso la condizione degli animali; significativo è<br />

l'episodio in cui preferì tagliarsi un lembo del mantello, piuttosto che svegliare un gatto, sul quale si<br />

era addormentato. Il profeta vietò l'uso di uccelli per il tiro al bersaglio. Vedendo alcune persone<br />

che tiravano frecce ad un montone ne fu disgustato e disse: "Non usate violenza agli animali<br />

selvatici".<br />

In quel tempo in cui l'incesto tra madre e figlio era consuetudine e la gente usava tagliare<br />

carne da animali vivi, come la gobba e la coda ai cammelli, anche se il profeta preferiva cibi<br />

vegetariani per la popolazione permise l'alimentazione carnea, cercando di adottare la tecnica del<br />

graduale distacco seguita neII'Antico Testamento. Comunque, a coloro che avessero mangiato carne<br />

comandava di lavarsi la bocca prima di mettersi a pregare.<br />

In una tradizione Sufi AlIah disse a Maometto: "Se proprio dovete uccidere, al posto di 40<br />

polli uccidete una capra, al posto di 40 capre uccidete 10 mucche, al posto di 40 mucche uccidete


10 cammelli". Evidente è il valore attribuito alla vita indipendentemente dalla forma e dalla<br />

dimensione corporea della creatura.<br />

Per il profeta infatti gli animali hanno un'anima: parlando del Giudizio egli li cita sovente.<br />

Secondo Maometto gli animali non sono nostri schiavi ma creature che Dio ci ha affidato e delle<br />

quali ci chiederà conto nel giorno del Giudizio. Alcuni discepoli gli chiesero se esistesse una<br />

ricompensa per chi fa del bene agli animali: "Esiste una ricompensa per chi fa del bene a qualunque<br />

essere vivente" rispose.<br />

Alcune sette islamiche, come gli Sciti ed i Sufi, tengono in alta considerazione il<br />

vegetarismo come regola di vita. Una santa sufi, quando si isolava in una foresta a pregare molti<br />

animali le si facevano intorno. Un giorno andò a trovarla un altro sufi ma gli animali scapparono e<br />

questi chiese alla santa il motivo. "Che cosa hai mangiato oggi?" gli chiese: "Aglio fritto e lardo"<br />

rispose. "Ti mangi il loro corpo e vuoi che non scappino?" Altrettanto nota è la storia del cacciatore<br />

che scopre la pietà dall'uccisione di una cerva che allattava il suo cucciolo.<br />

In ogni caso il Corano continuamente richiama alla compassione e alla misericordia per gli<br />

animali.<br />

BUDDISMO<br />

Su due princìpi fondamentali si fonda la filosofia buddista, la saggezza e la compassione.<br />

Per il raggiungimento dell'una e dell'altra è indispensabile essere vegetariani.<br />

Il primo dei precetti buddisti recita: "Non uccidere, anzi tutela ogni forma di vita". L 'unico<br />

testo ritenuto scritto di proprio pugno dal Buddha dice: "Le creature senza piedi hanno il mio<br />

amore, e così lo hanno quelle a due piedi e anche quelle a molti piedi. Possano tutte le creature,<br />

tutte le cose che hanno vita, tutti gli esseri di qualunque specie, non avere mai nulla che possa<br />

danneggiarle. Possa non accadere loro mai nulla di male". Infatti la filosofia del Buddha mirava<br />

all'estinsione della sofferenza di tutti gli esseri viventi.<br />

Dopo la morte del Buddha i discepoli incominciarono a dare maggiore importanza<br />

all'intenzione più che all'azione. I monaci accettarono di mangiare carne a condizione che l'animale<br />

non fosse stato ucciso per loro.<br />

Il vegetarismo era ritenuto da Buddha una pratica essenziale per il risveglio spirituale<br />

dell'individuo. Nella sua lungimiranza profetica disse: "Ci saranno sciocchi che in futuro diranno<br />

che io ho dato il permesso di mangiare carne e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho<br />

permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetto ora e non lo permetterò in alcuna forma, in<br />

alcun modo ed in nessun luogo; è incondizionatamente proibito a tutti".<br />

Uno dei compiti principali della missione del Buddha era proprio la liberazione degli<br />

animali dalla violenza umana. Gosvami, famoso maestro spirituale del XII sec. nella sua Gita<br />

Govinda, in omaggio alle 10 principali incarnazioni di Dio dice: "O mio Signore, o Persona<br />

Suprema. Tutte le glorie a Te. Per la tua grande compassione sei apparso nella forma di Buddha<br />

per condannare i sacrifici di animali raccomandati dai Veda".<br />

Oggi dalla grande famiglia buddista solo i monaci Zen hanno mantenuto inalterata la loro<br />

originale tradizione di vegetariani.


*In Cina ed in Giappone, dove fin dai tempi più antichi esistevano dei veri e propri codici di<br />

corretta alimentazione vegetariana, il consumo di carne, che era considerato negativo e quindi<br />

bandito, cessò del tutto intorno al 5° sec. d.C.. Nei templi e nei monasteri si diffuse l'abitudine di<br />

non mangiare alcun tipo di carne. Certi cibi, specialmente la carne di maiale, si diceva rendessero il<br />

respiro sgradevole agli antenati. Secondo la tradizione Shinto per ottenere la verità suprema era<br />

essenziale consumare cibi puri, cioè vegetariani.<br />

lNDUlSMO<br />

L'induismo oltre ad essere la più antica delle religioni asiatiche è anche il più forte<br />

sostenitore del vegetarismo.<br />

I testi Vedici, scritti in sanscrito circa 3000 anni a.C., contengono migliaia di ingiunzioni<br />

contro il consumo della carne. Un maestro Veda così diceva al suo re: "Se una persona mangia<br />

carne umana, di cavallo o di altri animali, o priva gli altri del latte uccidendo le mucche, o re, se<br />

tale essere malvagio non desiste con altri mezzi, allora non devi esitare a tagliargli la testa" (R.<br />

Veda 10.87.16). E ancora: "Non dovete usare il corpo che vi è stato dato per uccidere le creature di<br />

Dio, siano esse umane, animali o di qualsiasi altra specie" (Yajur Veda 12.32).<br />

Diretti richiami in tal senso vengono da altri maestri. "Le anime nobili, che sono attente a<br />

tutti gli esseri e che proteggono tutti gli animali, sono quelle che veramente hanno intenzioni serie<br />

verso le pratiche spirituali" (Atarva Veda 19.48.5). "Si diventa degni della salvezza quando non si<br />

uccide alcun essere vivente" (Manusmriti,6.60).<br />

Nell'lnduismo particolarmente sentita è la legge dei karma. "Coloro che ignorano il vero<br />

Dharma e, pur essendo ignoranti e malvagi, si ritengono virtuosi uccidendo gli animali senza alcun<br />

rimorso o timore di essere puniti, in seguito, nelle loro vite future, questi peccatori saranno<br />

mangiati dalle stesse creature che hanno ucciso in questo mondo" (Srimad Bhagavatam 11.5.14).<br />

"O governatore del popolo, mio caro re, osserva nel cielo gli animale che hai immolato,<br />

senza compassione e senza misericordia, nell'arena sacrificale. Tutti questi animali stanno<br />

aspettando la tua morte per vendicarsi delle loro ferite. Quando sarai morto ti squarceranno il<br />

corpo con corna di ferro e mangeranno la tua carne" (Srimad Bhagavatam 4.25.7).<br />

Nei testi antichi della tradizione vedica la licenza di mangiare la carne delle vittime<br />

sacrificale era accompagnata dalla frase: "Così come ora io mangio te nella prossima vita tu<br />

mangerai me".<br />

In seguito l'alimentazione vegetariana divenne sempre meno comune soprattutto a causa<br />

delle dominazioni straniere. Tuttavia ancora oggi l'83% della popolazione indiana è induista nella<br />

stragrande maggioranza è vegetariana. I cibi impuri impediscono l'ascesi spirituale: la carne degli<br />

animali uccisi è considerata come la carne dei propri figli e colui che ne mangia è reputato il<br />

peggiore degli uomini. La violenza sugli animali è infatti ritenuta la causa della violenza dell'uomo<br />

verso il suo simile.<br />

I Veda riconoscono l'anima ad ogni creatura dotata della stessa dignità umana, e la stessa<br />

possibilità di raggiungere alti livelli di spiritualità: indipendente dal corpo in cui risiede l'anima, dal<br />

momento che tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali. In quell'ottica i Veda descrivono le


varie incarnazioni di Dio in forme non umane: il cavallo, il cinghiale, la tartaruga, il pesce. Uccidere<br />

questi animali significa rendersi colpevoli verso Dio.<br />

I Veda non condannano soltanto coloro che mangiano la carne, ma chi uccide l'animale, chi<br />

vi partecipa, chi compra la carne, chi la prepara e chi la serve. Solo rispettando tutte le forme di vita<br />

si può rispettare lo spirito che le contiene e l'uomo può raggiungere la vera spiritualità e la vera<br />

saggezza.<br />

L'Ahimsa (il principio della nonviolenza verso tutti gli esseri viventi che ha appunto la sua<br />

origine nei Veda) è tutt'oggi un aspetto centrale di tutte le religioni orientali e ispiratrice delle<br />

grandi iniziative di pace da Gandhi a M.L. King.<br />

Il principio comune a tutte le grandi dottrine religiose e filosofiche "Non fare ad altri ciò che<br />

non vorresti ti fosse fatto" non può prescindere dall'alimentazione vegetariana, pena il subire le<br />

conseguenze del male causato secondo la legge del karma. La 3a legge di Newton "Ad ogni azione<br />

corrisponde una reazione uguale e contraria" estende i suoi effetti dalla materia all'energia vitale<br />

che la pervade, portando alla logica conseguenza che l'uomo non paga solo per il male commesso<br />

verso quelli della sua stessa specie ma anche verso ogni creatura in grado di soffrire.<br />

*L'Ahimsa è il principio fondamentale del Jainismo al quale i fedeli sono rimasti pienamente<br />

conformi per tutta la loro storia.<br />

Il Jainismo, originato da Mahavira nel 600 a.C. circa, oggi conta 4 milioni di fedeli, tutti<br />

strettamente vegetariani. Famosi per i loro ospedali per animali e perché, più rigorosi dei buddisti<br />

nell'applicazione dell'Ahimsa, usano portare bende davanti alla bocca per evitare di ingerire<br />

moscerini.<br />

ZOROASTRISMO<br />

Zaratustra era un fervente sostenitore dell'alimentazione vegetariana. Condannò i sacrifici di<br />

animali ed i banchetti cruenti: "Chi ha cura del suo bestiame e non si nutre delle sue carni<br />

martoriate avrà lo spirito santo e la verità". E ancora: "Colui che uccide un cane uccide la propria<br />

anima". Oggi i Parsi (i seguaci di Zaratustra) che vivono in India, sono per la maggioranza<br />

vegetariani.


LA FILOSOFIA ANIMALISTA NELLA GRECIA ANTICA<br />

Nella cultura della Grecia antica il problema del rispetto per gli animali era molto sentito e<br />

dibattuto. Celso, autore di un'opera "Ricerca intorno agli esseri viventi" sostiene che l'universo non<br />

è fatto solo per l'uomo ma per tutte le creature. Nella Stoa si parla del soffio verde, pneùma, che<br />

permea tutte le cose. Per Platone, per il quale una sola anima passa attraverso una pluralità di corpi<br />

e di vita, la carne deve essere consentita solo ai soldati in guerra.<br />

Empedocle attribuisce anche alle piante, oltre che agli animali, intelligenza e sentimento.<br />

Democrito esalta l'ingegnosità degli animali: i ragni tessitori, i castori costruttori di dighe, ecc.<br />

Secondo Stratone gli animali posseggono facoltà intellettive affini alle nostre. Teofrasto<br />

condannava la tradizione religiosa con i sacrifici di animali, diceva: "I sacrifici cruenti basati<br />

sull'uccisione degli animali sono buoni per i cattivi demoni non per gli dei che aborriscono il<br />

sangue". Senocrate affermava che l'ingiustizia è uguale su qualunque essere vivente viene<br />

perpretata. "Il comando "non uccidere" deve essere esteso dall'uomo ad ogni essere vivente".<br />

Plutarco scrisse un'esauriente opera circa la somiglianza dell'uomo con gli animali e<br />

sull'astensione del cibo a base di carne. Condannava severamente la caccia e gli spettacoli con l'uso<br />

di animali. In quanto all'alimentazione carnea diceva: "Non ci cibiamo di lupi e di leoni uccisi in<br />

nostra difesa, ma di esseri che non ci recano alcun danno, privi di strumenti che possono dilianarci<br />

e tali che la natura sembra averli formati solo per amore della bellezza e della grazia". Ed infine il<br />

grande Pitagora diceva: "O miei simili, non profanate il vostro corpo con cibi peccaminosi. La terra<br />

offre un'abbondante riserva di ricchezze, di cibi innocenti e vi offre banchetti che non comportano<br />

uccisioni o spargimento di sangue. Finché gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno<br />

tra di loro. In verità colui che semina il seme del dolore e della morte non può raccogliere amore e<br />

gioie".<br />

Ma con Aristotele i confini tra i regni, fino a quel tempo mai nettamente delineati, vengono<br />

definitivamente marcati e anche se non attribuisce all'uomo alcuna posizione privilegiata agevola lo<br />

sviluppo del pensiero antropocentrico, raccolto poi da molti padri della cristianità nel tentativo di<br />

favorire un particolare rapporto dell'uomo col Divino. Di conseguenza l'uomo resta sempre più<br />

isolato; staccandosi dalle sue radici naturali perde il senso dell'unicità delle cose e si avvia al<br />

progressivo deprezzamento della Vita. Sarà la coscienza umana disumanizzata e la natura devastata<br />

a pagare gli effetti di un danno apocalittico.


ANTROPOCENTRISMO, SUPERlORITA' UMANA<br />

E VIRTU' DEGLI ANIMALI<br />

Come e perché si è potuto sviluppare il concetto antropocentrico nell'uomo? A mio avviso vi<br />

sono due concezioni fondamentali (che a loro volta si fondono): quella creazionista e quella<br />

evoluzionista. La prima nasce come conseguenza del peccato originale nella cui dimensione l'uomo<br />

non sente più il dovere di rispettare l'antico patto con Dio nei confronti degli animali, a questo si<br />

aggiunge la soggettiva interpretazione dell'ispirazione divina da parte di alcuni Profeti del Vecchio<br />

Testamento, il cui pensiero sembra a volte disattendere l'originale comando di Dio giustificando<br />

l'uccisione degli animali quale sacrificio propiziatorio, vi è poi un'altro aspetto: quello del persistere<br />

di una cultura pagana e sanguinaria, incline a manifestare in ogni modo la sua latente violenza.<br />

Basta pensare alle moderne corride o alla lotta dei galli per accorgersi di quanto sia ancora<br />

persistente il sadismo anche nella coscienza dell'uomo cosìddetto civile. C'è anche da dire che in un<br />

periodo storico di decadenza morale e spirituale, in cui l'uomo stentava ad inserirsi in una logica<br />

sociale, in cui la stessa vita dell'uomo aveva ben poco valore e gli esseri umani si macchiavano<br />

delle azioni più crudeli verso i loro stessi fratelli, in periodi in cui riuscire a badare a se stessi e alla<br />

propria sopravvivenza era già molto difficile, periodi in cui nemmeno agli uomini venivano<br />

riconosciuti i più elementari diritti alla vita, preoccuparsi della condizione degli animali appariva a<br />

dir poco paradossale. Anzi la carne di un animale era fonte di ricchezza perché serviva a sfamare e<br />

quindi a far sopravvivere chi moriva letteralmente di fame.<br />

Mentre sotto l'aspetto razionalistico si può dire che la concezione antropocentrica della vita<br />

si sviluppa come conseguenza a quella difficoltà civile e morale che si trovano a vivere tutte le<br />

popolazioni nella loro fase storica iniziale. Cioè se si considera l'uomo quale prodotto<br />

dell'evoluzione naturale, con in se tutte quelle espressioni tipiche di uno stato intellettivo e morale<br />

ancora legato alla sfera subumana e quindi con il senso dell'aggressione e del dominio, diventa<br />

conseguenziale il suo antropocentrismo. Infatti quando l'uomo per mezzo dell'astuzia riesce ad<br />

imporre alle altre specie animali e al contesto naturale la sua supremazia, a buona ragione si<br />

inorgoglisce perché diviene consapevole di certe capacità non comuni agli altri animali.<br />

Quindi fin dalle origini l'uomo si è sentito diverso e superiore agli animali per il fatto che<br />

egli, a differenza di questi, costruiva palafitte, capanne, trappole, armi ecc. mentre gli animali<br />

restavano nel loro stato iniziale. Il concetto biocentrico della vita infatti è la dimensione della<br />

coscienza umana che ha superato quella fase combattiva ed egocentrica che accompagna<br />

I'evoluzione di ogni specie, praticamente è il momento in cui l'uomo comprende che lo scopo della<br />

creazione non è la specie umana ma la Vita in ogni sua forma e manifestazione e che assurdo<br />

sarebbe concepire tutte le cose allo stesso modo e sul medesimo livello, anzi queste esistono proprio<br />

in virtù della differenza formale e sostanziale delle stesse. Quindi non ci sono esseri superiori o<br />

inferiori, ma diversi l'uno dall'altro, che tra loro si integrano, si compensano al punto che sarebbe<br />

impossibile la vita degli uni senza la presenza degli altri. Infatti se scomparissero tutti gli uccelli dal<br />

globo terrestre ai fini dell'armonia biologica ciò non sarebbe meno grave che se venisse a mancare<br />

l'intera specie umana.<br />

Un'ulteriore contributo allo sviluppo dell'antropocentrismo è stato dato poi dalla scienza e<br />

dalla tecnologia. L'uomo allontanandosi sempre più dall'antica simbiosi con la natura e gli animali,<br />

a causa degli agglomerati urbani, ha finito col dimenticare del tutto la sua parentela con gli animali.<br />

A questa convinzione si aggiunge anche quella che la specie umana è la sola in grado di modificare<br />

radicalmente il suo contesto naturale.


Oggi l'uomo moderno vive quasi esclusivamente tra le opere della sua tecnologia; distratto<br />

dalla frenesia della civiltà metropolitana, avulso dal suo contesto naturale, disumanizzato dalla<br />

scienza e dalla meccanica, ha finito col considerare gli animali come esseri sempre più distaccati ed<br />

estranei alla sua vita, alla sua cultura, alla sua sfera sentimentale. Infatti molti bambini in America<br />

credono che il pollo, che i loro genitori comprano in rosticceria, sia un derivato di prodotti chimici e<br />

lo stesso pensano del latte.<br />

A questo si è aggiunta poi la cultura del carnivorismo che è diventata sinonimo di benessere<br />

materiale mediante il quale l'uomo inconsapevolmente cerca di soddisfare la sua fame ancestrale.<br />

Oggi che il benessere economico lo consente tutti cercano e vogliono mangiare ciò che per millenni<br />

è stato privilegio delle persone facoltose, la carne appunto.<br />

La potenza dell'informazione dei mass media ha poi ulteriormente aggravato la situazione e<br />

dato un duro colpo a quello che è forse l'aspetto più costruttivo dell'uomo: il senso critico delle<br />

cose. Le grandi industrie, di allevamento e di medicinali, le multinazionali interessate al vastissimo<br />

impero dell'alimentazione umana, hanno convinto la gente che per star bene in salute bisogna<br />

mangiare la carne. Ed anche se è stato dimostrato scientificamente che l'alimentazione carnea<br />

danneggia l'organismo umano, perché l'uomo non è stato "programmato" dalla natura per nutrirsi di<br />

cadaveri come gli animali carnivori; anche se è stato dimostrato che con l'aumento del consumo<br />

della carne si sono moltiplicate nel mondo le malattie cardiovascolari, prima causa di morte per<br />

malattia; anche se è stato dimostrato dalla moderna dietologia che per il perfetto equilibrio biopsico-fisico<br />

dell'uomo richiede una quantità molto limitata di proteine le quali sono presenti in tutto<br />

ciò che comunemente mangiamo, la gente continua a consumare la carne degli animali uccisi<br />

incurante sia della sua stessa salute che della sofferenza e della morte che ha dovuto causare a<br />

quella creatura che divora.<br />

Quindi anche affrontando il problema in termini razionalistici non si attenua l'effetto<br />

negativo che ha sempre avuto sulla coscienza umana il concetto di "superiorità" di un essere rispetto<br />

ad un altro. Tale assurda convinzione ha portato per millenni gli uomini a schiavizzare i loro simili<br />

perché ritenuti inferiori, ha portato allo sterminio di intere popolazioni ritenute inferiori perché<br />

appartenenti ad altra razza, ha portato alla suddivisione in caste della società, ha portato alla tratta<br />

degli schiavi in cui nel giro di due secoli sono stati strappati dalle loro terre e condotti in catene in<br />

Europa e in America non meno di 50 milioni di uomini di colore, ci ha portato al maschilismo e alla<br />

condizione di sottimissione della donna da parte dell'uomo; ma l'aspetto più deleterio lo ha subìto la<br />

coscienza umana la quale con I'antropocentrismo è stata abituata all'idea della forza, della<br />

sottomissione del più debole, del fine che giustifica i mezzi, all'indifferenza verso il dolore e la<br />

morte degli altri esseri viventi e di conseguenza è stata abituata all'insensibilità, all'aggressività e<br />

alla violenza anche nei confronti dell'uomo.<br />

Ma ritornando all'aspetto religioso del problema si può dire che l'antropocentrismo si è<br />

sviluppato a causa dell'enorme influenza che ha sempre esercitato sulla massa la cultura religiosa.<br />

Anche se lo scopo intrinseco dei sacerdoti, a mio avviso, era quello di spingere l'uomo ad assurgere<br />

a dignità superiori allontanandolo da un modus vivendi di violenza tipica della naturale espressione<br />

degli animali, perché l'uomo fu fatto ad immagine di Dio, il concetto di superiorità dell'uomo nei<br />

confronti degli animali ha finito col rivelare nel tempo tutti i suoi effetti più nocivi sull'evoluzione<br />

della civiltà e della coscienza umana, cioè ha finito col rendere l'uomo peggiore, incapace di dar<br />

valore alla vita e di condividere l'altrui sofferenza. E questo è il punto cruciale del problema: cioè<br />

SE L'UOMO AVESSE UNA COSCIENZA IN GRADO DI SENTIRE, LA SOFFERENZA DEGLI<br />

ALTRI, DELLA SUA VITTIMA, MAI COMMETTEREBBE DEL MALE NEI CONFRONTI DI<br />

ALCUN ESSERE VIVENTE. E ciò che finora ha precluso lo sviluppo di questi valori interiori è<br />

stata appunto la concezione antropocentrica della vita.


Anche la superstizione ha contribuito all'idea antropocentrica e al disprezzo per gli animali,<br />

specialmente di quelli poco aggraziati. Per millenni si è creduto (e tuttora si crede) che il diavolo<br />

assumesse sembianze animali. Così è subentrata la convizione che un animale più è brutto e più è<br />

capace di arrecare danno all'uomo. Anche ora uccidere un animale non di belle fattezze non fà<br />

sentire in colpa ma quasi autorizzati, mentre se si uccide un animale di bell'aspetto ci dispiace e<br />

siamo più portati a considerare quell'animale capace di soffrire.<br />

Se S. Paolo non si è sbagliato dicendo che Cristo è il primogenito di tutte le creature, gli<br />

animali sono nostri fratelli, Dio ama tutti allo stesso modo e di conseguenza per Lui l'uccisione di<br />

un animale è grave quanto l'uccisione di un uomo. Papa Paolo VI ebbe ad affermare che un giorno<br />

gli animali li avremmo rivisti in Paradiso e il Vangelo di Giovanni sembra confermarlo, infatti in<br />

Ap. 5,13.14 si legge: "Tutte le creature del cielo e della terra, sotto terra e nel mare e tutte le cose<br />

ivi contenute, udii che dicevano: A Colui che siede sul Trono e all'Agnello lode, onore e gloria nei<br />

secoli dei secoli".<br />

E' comunque innegabile che gran parte della concezione antropocentrica sia dovuta alla<br />

cultura cristiana nel mondo, come è innegabile che nelle varie traduzioni, nella successione dei<br />

tempi, i Testi Sacri abbiano subìto mutamenti concettuali dovuti ad interpretazioni soggettive. Per<br />

cui è sempre consigliabile cercare conferme nei testi in lingua originale: in ebraico per l'antico<br />

testamento ed in greco per il nuovo testamento. E siccome I'antropocentrismo mirava ad esaltare<br />

l'uomo era più facile attrarre seguaci con la concezione che Dio abbia creato tutte le cose per<br />

metterle a disposizione dell'uomo piuttosto che far sentire lo stesso fratello dell'animale. Quindi è<br />

semplice capire che le varie traduzioni bibliche abbiano subìto una chiara impronta antropocentrica<br />

e molte espressioni che indicavano guidare, proteggere ecc. sono state tradotte con soggiogare,<br />

piegare ecc.<br />

Questo si è verificato non solo con i Testi dell'Antico Testamento ma anche con il Vangelo<br />

di Gesù Cristo. Infatti a noi è stato sempre presentato un Cristo che mai nulla ha detto in difesa<br />

degli animali ed in questo il suo pensiero sarebbe addirittura riduttivo nei confronti del messaggio<br />

di S. Francesco, perché noi conosciamo solo la versione evangelica accettata dalla Chiesa e dai<br />

ministri del culto e non i testi originali senza traduttori intermediari.<br />

Siccome i Vangeli originali scritti in aramaico si ritengono perduti, si considera come<br />

originale la più antica versione greca dell'evangelista S. Marco scritto circa l'80 d.C. Però esiste un<br />

vangelo, non riconosciuto nel canone della Chiesa cattolica, né in alcuna chiesa cristiana separata,<br />

detto il Vangelo Esseno della Pace e in genere seguito dai teosofi, secondo il quale, Gesù dice:<br />

"Colui che uccide uccide sul fratello. Orbene, la Madre Terra si discosterà da quest'uomo<br />

criminale e lo priverà del suo seno vivificante. Ed i suoi angeli lo eviteranno e quindi Satana<br />

prenderà dimora nel suo corpo. E la carne degli animali abbattuti diventerà la stessa tomba per il<br />

suo corpo. Perché io ve lo dico in verità: colui che uccide uccide se stesso e colui che mangia la<br />

carne degli animali abbattuti mangia un corpo di morte. Non uccidete mai e non mangiate mai la<br />

carne delle vostre innocenti vittime se non volete diventare gli schiavi di Satana".<br />

Poi ancora afferma: "Io vi chiederò di ogni animale ucciso come pure vi chiederò delle<br />

anime di tutti gli uomini uccisi". E prosegue: "Colui che senza motivo uccide un animale senza che<br />

questo lo attacchi, sia per il piacere di uccidere che per procurarsi la sua carne, la sua pelle o le<br />

sue difese, questi commette un atto malvagio perché egli stesso si trasforma in bestia feroce. E per<br />

questo la sua fine rassomiglia a quella delle bestie feroci". E a chiusura del passo vangelico, Gesù<br />

ribadisce: "lo vi dico, non uccidete né uomini né bestie e non distruggete gli alimenti che portate<br />

alla bocca perché se voi mangiate degli alimenti viventi questi vi vivificheranno. Ma se voi uccidete<br />

per ottenere il vostro nutrimento, la carne morta vi ucciderà a sua volta. Perché la vita procede


solamente dalla vita, e dalla morte deriva soltanto la morte. Tutto quanto uccide i vostri alimenti<br />

uccide altresì i vostri corpi, e tutto quanto uccide i vostri corpi uccide parimenti le vostre anime".<br />

Dunque, chi può dire quali sostanziali modifiche siano state apportate ai testi sacri prima che<br />

la definitiva versione fattane da Sisto V e pubblicata da Clemente VIII divenisse con il Concilio di<br />

Trento del 1546, il solo testo ammesso ufficialmente dalla Chiesa Cattolica?<br />

Comunque indipendentemente da quello che altri possono aver detto o stabilito ognuno di<br />

noi, in ogni momento della sua esistenza, è posto davanti alla sua coscienza perché responsabile sia<br />

del proprio destino che degli altri esseri con i quali interagisce nella vita. E l'unico comandamento<br />

valido sotto ogni cielo e per qualsiasi essere umano di ogni religione, tempo e cultura è "NON<br />

FARE AD ALTRI CIO' CHE NON VORRESTI TI FOSSE FATTO". Solo chi mette in pratica<br />

questo principio ama Dio, il prossimo e ogni cosa che ha vita e non solo non contribuisce ad<br />

aumentare la violenza collettiva ma a realizzare un mondo migliore.<br />

Anche se l'uomo vive oggi la condizione di disarmonia dovuta alla colpa originale, è sempre<br />

presente nella coscienza dell'essere umano la legge fondamentale della vita e nel momento in cui<br />

decide di metterla in atto egli ristabilisce l'Antica Alleanza con Dio e con tutti gli altri esseri viventi.<br />

Infatti se egli si nutre di alimenti vivi, cioè di frutta e semi e verdura come il Creatore per lui aveva<br />

stabilito, si nutre secondo le sue vere esigenze biologiche e secondo quello per cui il suo organismo<br />

era stato "programmato" ed in più non causa sofferenza e morte ad alcun essere vivente, quindi non<br />

vive la legge della violenza e della morte ma dell'amore e della vita.<br />

Credo che nessuna legge possa andare a vantaggio o a discapito del Padreterno, ma solo<br />

dell'uomo e degli altri esseri viventi: ogni divieto, ammonizione od invito se rispettato dall'uomo fa<br />

il suo stesso bene ma se trasgredito è causa di disordine sia individuale che collettivo.<br />

L'uomo si ritiene superiore agli animali ma si comporta peggio degli stessi i quali se<br />

aggrediscono è per solo spirito di conservazione o per necessità di sopravvivenza. Ma in che<br />

consiste la superiorità umana! Se è l'intelligenza a rendere un uomo superiore allora un computer<br />

più di un essere umano ha diritto al rispetto e alla vita; anche sul piano evolutivo l'uomo è l'animale<br />

più evoluto solo nella forma fisica. La vera superiorità sta invece nel bene che si può compiere,<br />

nella disposizione a condividere, far propria la condizione dell'altro, nella volontà di un amore più<br />

vasto che non quello limitato a se stessi, ai propri familiari, alla propria razza, alla sola specie<br />

umana, sta nella capacità di capire che nessun essere ha il merito o il demerito di essere stato creato<br />

tale da Dio, sta nella capacità di capire che tutte le cose sono intimamente legate come tessere di un<br />

solo immenso mosaico, anelli della stessa catena, come membra dello stesso organismo al punto che<br />

ogni cosa esiste in virtù dell'esistenza del resto.<br />

Purtroppo nei secoli le chiese cristiane non solo hanno dimostrato indifferenza verso gli<br />

animali ma disprezzo, autorizzando il loro sfruttamento e la loro uccisione, condannando poi chi<br />

avesse dimostrato pietà per gli animali, come se ci fosse stata una latente volontà a rendere l'uomo<br />

peggiore e non migliore secondo gli insegnamenti di Cristo. A parte le armi degli eserciti che i papi<br />

si son trovati più volte a benedire, Pio IX rifiutava di avere a che fare con quelli della protezione<br />

animali. Considerava eretico l'uomo che sentisse doveri verso gli animali. Mentre Pio XII ha<br />

benedetto il tiro al piccione. Tuttora la chiesa giustifica la vivisezione perché ostinatamente<br />

ancorata alla sua concezione antropocentrica e dimostra di essere molto lontana non solo dalla<br />

cultura del vegetarismo ma da quell'amore Cristico che solo in teoria spesso proclama. I0 CREDO<br />

CHE NULLA COME IL VEGETARISMO METTERA' IN CRISI LA DOTTRINA CATTOLICA,<br />

PERCHE' I LAICI E NON I PRETI STANNO DIMOSTRANDO AMORE VERSO TUTTI GLI<br />

ESSERI VIVENTI RENDENDO GIUSTIZIA A DIO. In questo si sta verificando il detto di Cristo:


"I pubblicani e le meretrici vi passeranno avanti", (anche se noi laici non siamo né pubblicani né<br />

meritrici).<br />

C'è però da dire che alcuni papi hanno dimostrato sensibilità verso gli animali.<br />

San Pio V condannò le corride considerandole spettacoli sanguinosi e vergognosi, più degni<br />

dei demoni che degli uomini e Paolo VI non concesse udienza speciale ai toreri.<br />

Giovanni XXIII disse che se per realizzare un suo piano avesse dovuto uccidere una formica<br />

non lo avrebbe mai fatto.<br />

Anche Giovanni Paolo II ha speso due parole in difesa degli animali affermando che mai<br />

l'uomo deve maltrattarli o torturarli perché creature dotate di capacità di soffrire e di sensibilità.<br />

Ma queste ultime voci, a mio avviso, sono più espressioni soggettive (e forse di circostanza)<br />

che dettate da una vera volontà innovatrice. Infatti il singolo prete che volesse discostarsi dalla<br />

dottrina antropocentrica della Chiesa Cattolica o essere vegetariano, sarebbe seriamente ostacolato<br />

nei suoi propositi, ed io mi chiedo: il dovere di chi è a tutela dei valori morali e spirituali non<br />

dovrebbe forse essere quello di favorire lo sviluppo della sensibilità dell'animo e del senso della<br />

giustizia in modo da rendere l'uomo più umano e più mite? E se la Chiesa insegna ad essere<br />

indifferenti alla sofferenza e alla morte degli animali non abitua forse l'uomo ad essere violento e<br />

insensibile anche nei confronti del suo prossimo? E mi sorge il dubbio se la Chiesa voglia o no<br />

rendere gli uomini migliori, se voglia portarli a Dio o alla Chiesa, che a mio avviso non è affatto la<br />

stessa cosa.<br />

In che modo la Chiesa dimostra di essere dalla parte dei più deboli e dei più indifesi? E'<br />

facile risolvere il quesito: basta chiedersi se Cristo approverebbe la vivisezione, la caccia, l'uso delle<br />

pellicce, le corride, il carnivorismo ecc. che la Chiesa approva. lo non ce lo vedo Cristo ad assistere<br />

disinteressato allo squartamento di un animale indifeso, al suo martirio, alla sua agonia, alla sua<br />

morte. E se Cristo ammettesse questa infamia non sarebbe il figlio di Dio ma un falso profeta e il<br />

cristianesimo una falsa religione e di conseguenza si dovrebbe ancora, come gli ebrei, aspettare il<br />

Messia.<br />

C'è poi da considerare l'immensa ingratitudine umana nei confronti degli animali. Da sempre<br />

gli animali sono stati usati e sfruttati dall'uomo sino all'inverosimile per i suoi egoistici interessi<br />

coinvolgendoli in tutti i suoi conflitti sanguinari. L 'asino, il mulo, il cavallo, il bue hanno sempre<br />

aiutato l'uomo nel lavoro dei campi; le mucche gli hanno dato il loro latte, le pecore la loro lana, il<br />

cane la sua protezione, il gatto la sua compagnia ecc. ecc. e l'uomo li ricambia nella maniera più<br />

ingrata e più ignominiosa torturandoli, violentandoli, uccidendoli, trattandoli come fossero oggetti<br />

senza alcuna capacità di soffrire, anche se l'animale, nella sua grande discrezione, nulla o poco ha<br />

chiesto all'uomo.<br />

Ma ritornando alla presunta superiorità dell'uomo. Lo si ritiene forse superiore per le sue<br />

metropoli? per le scoperte scientifiche delle quali non è stato in grado di prevedere gli effetti<br />

negativi? per la costruzione di ordigni nucleari? per gli strumenti di tortura e i campi di sterminio?<br />

L'animale non uccide mai per il piacere di farlo, non uccide i suoi figli con l'aborto, non si droga,<br />

non si prostituisce per denaro, non viviseziona i suoi simili, non li spella per mettersi addosso le<br />

loro pellicce, non devasta la natura. Se l'uomo sapesse di una specie capace di causare il danno che<br />

la specie umana causa alla natura certamente la sterminerebbe.


L'UOMO SAREBBE SUPERIORE SE FOSSE IN GRADO DI COMPIERE TUTTO CIO'<br />

CHE COMPIE UN ALTRO ESSERE DEL QUALE SI RITIENE SUPERIORE, IN CASO<br />

CONTRARIO NON E' SUPERIORE MA DIVERSO.<br />

E' vero, l'uomo è capace di grandi crimini come di azioni sublimi, perché l'intelligenza che<br />

egli possiede è una terribile arma a doppio taglio. Ma mentre l'animale non commette le cose<br />

peggiori dell'uomo compie invece le cose migliori. Infatti, qual è l'azione peggiore che l'uomo abbia<br />

compiuto? Certamente è la strage di innocenti, ebbene questo l'animale non lo ha mai commesso,<br />

mentre se ci chiediamo qual è l'azione che più ha fatto onore all'essere umano diremo che è stato<br />

quando l'uomo ha saputo dare anche la sua vita per il bene dei suoi simili, ma di queste azioni<br />

alcuni animali avrebbero di che insegnare all'essere umano. La storia è piena di episodi in cui<br />

l'abnegazione e il sacrificio di certi animali fanno impallidire i nostri eroi, anche se gli animali non<br />

hanno il motivo della gloria che li spinge a rischiare la propria vita.<br />

E' degli ultimi giorni la notizia di un pastore tedesco che si getta nelle fiamme della casa dei<br />

padroni per salvare un secondo bambino ma nel tentativo purtroppo resta vittima delle fiamme. Un<br />

altro fatto di cronaca ricorda un ragazzo che era con il motorino ed il suo cane. Il ragazzo venne<br />

investito da un'automobile e poi trasportato al pronto soccorso. Il cane restò all'ingresso<br />

dell'ospedale, vicino al motorino, per tre giorni e tre notti, fin che il ragazzo non fu dimesso. E'<br />

recente la notizia che nel mare di Sydney un ragazzo surfista, attaccato da uno squalo, viene salvato<br />

da un branco di delfini. L'elenco potrebbe continuare e al sentimento degli animali si potrebbero<br />

aggiungere gli eccezionali poteri esoterici di questi umili nostri fratelli. Cito alcuni episodi tratti dal<br />

libro di Enzo Baschera dal titolo "I poteri esoterici degli animali e delle piante", per dimostrare (se<br />

mai ce ne fosse bisogno) che gli animali non solo hanno un'anima e capacità di sentimenti ma che<br />

posseggono facoltà percettive che pochi ed eccezionali esseri umani posseggono.<br />

Come, per esempio, il cane del soldato tedesco che, ad Anzio, nel 44, aveva presentito lo<br />

sbarco degli alleati abbaiando disperatamente per molto tempo sulla spiaggia poche ore prima in<br />

direzione del mare; lo scimpanzè che rifiutò di entrare nella capsula spaziale Mercury, nonostante<br />

l'avesse fatto molte volte: sentiva che sarebbe esplosa: i tecnici trovarono poi il guasto che avrebbe<br />

potuto causare l'incidente; il cane del signor Von Klaist a Sanremo abbaiava furiosamente solo<br />

all'uomo che precedentemente era stato condannato per violenza sugli animali; il gatto della signora<br />

Lina Giordani di Verona che percepiva il momento in cui il marito di lei usciva dall'ufficio a 20 Km<br />

di distanza, anche se l'uomo cambiava orario continuamente; la cavalla del fattore John Hardy che<br />

si rifiutò di passare per la strada campestre di ogni giorno avendo percepito la presenza di banditi in<br />

agguato; i cani del monaco dell'Ospizio del Gran S. Bernardo che si rifiutarono di uscire dal rifugio<br />

per la consueta ricognizione: pochi minuti dopo cadde una enorme valanga seppellendo il sentiero<br />

su cui sarebbero passati; prima del terremoto nel Friuli il cane del signor Ugo Pittis era come<br />

impazzito: ululava e guaiva furiosamente; quando fu liberato dalla catena si mise a correre come<br />

stregato andando a grattare a tutte le porte del cortile come per far uscire la gente; Silver, il cane<br />

bastardo di Joe Green, famoso per le sue qualità extrasensoriali, una volta si scagliò contro un<br />

gruppo di ragazzi che consumavano la merenda sotto un albero ai bordi della strada. I ragazzi<br />

scapparono terrorizzati ma dopo pochi minuti un'auto andò a schiantarsi contro la pianta: se ci<br />

fossero stati ancora i ragazzi avrebbe causato una strage; la catastrofe di due piroscafi entrati in<br />

collisione nel 1917 nel porto di Halifax nella nuova Scozia era stato presentito due ore prima dai<br />

gabbiani che come impazziti avevano abbandonato la zona.<br />

Quindi un'estrema sensibilità da parte degli animali in grado addirittura di percepire una<br />

violenza ed un dolore che sta per verificarsi. Infatti nulla è più cieco e più oscurantista che sostenere<br />

che gli animali non siano capaci di soffrire.


Esistono macchinari che misurano l'intensità del dolore e che a nostra onta e vergogna sono<br />

spesso usati dai vivisettori nei confronti degli animali per studiare oltre l'intensità del dolore il<br />

limite entro cui un essere può sopportare un'agonia prima di impazzire. Non solo gli animali<br />

soffrono, ne più ne meno come soffre un uomo, ma è dimostrato che anche le piante esprimono il<br />

loro dolore e addirittura percepiscono in anticipo le intenzioni violente nei loro riguardi. Ad una<br />

pianta di appartamento furono applicati degli elettrodi e quando l'operatore pensò di bruciare una<br />

foglia la lancetta segnalatrice dell'apparecchio sembrava come impazzita. Fu fatto un altro<br />

esperimento analogo. In una stanza furono collocate due piante. Un uomo entrò e mutilò una delle<br />

due. Poi fecero entrare una per volta diverse persone ma quando entrò il "colpevole" la pianta emise<br />

intensissime vibrazioni come di paura.<br />

Ma tornando alle origini si è detto che non era stabilito che l'uomo si alimentasse di carni.<br />

Allora sorge spontanea una domanda: come mai sia la religione ebraica che quella cristianocattolica<br />

ha disatteso l'antico programma di Dio per l'uomo? Perché non ha mai cercato di<br />

ricondurre l'essere umano alla dimensione antecedente il peccato originale secondo il comando di<br />

vegetarismo? A mio avviso la risposta è semplice: una cosa è la meta ma un'altra cosa sono gli<br />

uomini che la perseguono. La chiesa dell'Antico e del Nuovo Testamento ha preso dalla Bibbia ciò<br />

che maggiormente realizzava i suoi scopi temporali, diversamente non si spiegherebbero i tanti<br />

crimini commessi nel corso dei millenni; non si spiegherebbero le tante guerre combattute, le stragi<br />

degli eretici, le sante inquisizioni, la caccia alle streghe, nonostante il monito alla pace e alla<br />

giustizia dei grandi Profeti e l'esplicito messaggio di Cristo alla mitezza, al perdono, all'amore che si<br />

concretizzava nel chiarissimo comandamento "Porgi l'altra guancia". In tutte le sue azioni cruente<br />

sembra che la Chiesa Cattolica abbia causato la morte di almeno 50 milioni di persone. Lo storico<br />

Leckey asseriva: "La chiesa di Roma ha versato sangue innocente più di ogni altra istituzione<br />

umana". A mio avviso la Chiesa Cattolica ha fatto un principio di comodo (così come chiunque<br />

accetterebbe di buon grado l'idea di un padre disposto a perdonare le mancanze dei figli e pagare gli<br />

eventuali danni commessi) della redenzione dei peccati operata da Cristo, anzi ha fatto delle<br />

debolezze umane e dei piaceri della carne il mezzo per non vanificare il sacrificio di Cristo, cioè se<br />

Cristo non è venuto a riscattare solo i peccati passati ma anche quelli futuri diventa quasi lecito<br />

peccare. D’altronde da sempre nella Chiesa vi sono due tipi di uomini: quelli che servono Cristo e<br />

quelli che si servono di Cristo. Purtroppo, puntando tutta la sua attenzione sull'uomo, come centro<br />

della creazione, e sulla conquista dei suoi valori, più umani che spirituali, la Chiesa ha finito<br />

coll'allontanarsi dal piano originale di Dio e col trovare il modo di raccogliere nel tempo una gran<br />

folla di seguaci, perché se al popolo dai quel che ti chiede allora sta certo che questo ti onora.<br />

Quindi non ci poteva essere posto per gli animali nella coscienza cristiana; il suo<br />

atteggiamento nei confronti di questi nostri fratelli è sempre stato di totale indifferenza e di<br />

arrogante superiorità come chi non ha tempo da perdere per futili cose, oltre che di quella<br />

sufficienza tipica dei tronfi padroni nei confronti delle fastidiose esigenze della schiavitù, e poi,<br />

PRIMA DI PREOCCUPARSI DEGLI ANIMALI BISOGNA INTERESSARSI DEGLI UOMINI,<br />

COME SE NON CI SI POTESSE INTERESSARE DELLE DUE COSE, COME SE NON SI<br />

POTESSERO AMARE GLI UNI E GLI ALTRI, COME SE UN ORGANISMO MALATO<br />

POTESSE GUARIRE CURANDONE SOLO UNA PARTE, COME SE SI POTESSE RENDERE<br />

MIGLIORE UN INDIVIDUO AUTORIZZANDOLO A MASSACRARE ESSERI INNOCENTI.<br />

Ma la Chiesa stenta a capire che i problemi degli uomini ci saranno finché gli esseri umani avranno<br />

una coscienza così disumana e insensibile alla sofferenza e alla morte degli altri esseri viventi. La<br />

priorità di un problema rispetto ad un altro è data solo dalla maggior sofferenza subita dalla vittima,<br />

e l'uomo non soffre affatto più degli animali. Il dolore uccide non solo l'uomo. Ricordo la storia di<br />

un cavallo che seguì il feretro del suo padrone, e dopo, salito su di un dirupo si abbandono nel vuoto<br />

cercando la morte.


In questa progressiva disumanizzazione dell'uomo probabilmente in futuro guarderemo agli<br />

animali per ricordare a noi stessi quelle virtù dell'anima che questa arrogante civiltà ha di strutto nei<br />

nostri cuori.


BIBBIA: INFERNO DEGLI ANIMALI<br />

Quando si parla di diritti degli animali, nel tentativo di sensibilizzare l'interlocutore a<br />

considerare la sofferenza delle altre creature e a non mangiare la carne, i più accaniti oppositori<br />

risultano essere gli indottrinati di cultura biblica. Ogni buona argomentazione perde di significato di<br />

fronte a chi non ha alcuna intenzione a rinunciare alle piacevolezze culinarie di un piatto di carne.<br />

Alcuni sanno citare, con sapiente dovizia di particolari, solo i passi della Bibbia in cui trovano<br />

l'autorizzazione di Dio a considerare gli animali a loro uso e consumo. Il Dio della Bibbia diviene la<br />

giustificazione inappellabile ed indiscutibile dell'autorizzazione ad essere crudeli verso gli animali<br />

ed insensibili alla loro sofferenza.<br />

Dalla Bibbia, da sempre, ognuno prende ciò che più gli è utile ad asseverare le proprie<br />

convinzioni. Con l'assioma che la logica di Dio non è la logica umana si è potuto giustificare ogni<br />

crimine facendolo passare per volontà di Dio. Mai fu inventata formula più efficace e micidiale al<br />

servizio dei furbi della fede cieca ed assoluta verso un Dio che "altri" hanno sentito parlare.<br />

Dalle argomentazioni di chi ha una visione antropocentrica della vita emergono controsensi<br />

abissali, difficilmente colmabili, alle seguenti domande:<br />

- dal momento che la Bibbia è nello stesso tempo legge di giustizia e compassione, di<br />

durezza ed inflessibilità, coloro che ne fanno riferimento devono o no mettere in pratica in toto I<br />

SUOI insegnamenti o devono invece porsi in atteggiamento critico e selettivo?<br />

- se è più giusto porsi in modo selettivo verso i testi sacri, quali sono le parti da prendere o<br />

da non prendere come riferimento? E chi lo stabilisce?<br />

- chi ci assicura che i contenuti biblici siano autentici? che riflettano la vera volontà di Dio o<br />

invece non hanno subìto modifiche ed interpolazioni come dice lo stesso S. Girolamo a proposito<br />

del mangiare carne? E se la Bibbia è stata in parte alterata a causa delle molte traduzioni nel corso<br />

dei millenni, magari per compiacere i potenti di turno come accadde con il concilio di Nicea nel 325<br />

durante il regno di Costantino, quali sono le parti autentiche? .<br />

- e se il Dio della Bibbia, per assurdo, esigesse sacrifici umani, come gli antichi dei pagani,<br />

come si dovrebbe comportare il fedele in merito ai presunti dettami di un Dio crudele e<br />

sanguinario?<br />

- i comandamenti e le regole hanno valore immutabile ed imperituro o invece deve essere<br />

considerato il contesto storico sociale-morale dell'uomo? Cioè chi ci dice, se non la realtà tangibile,<br />

se il riferimento a regole dettate in altri tempi per altre genti sia sempre utile all'evoluzione della<br />

coscienza collettiva? Infatti è stato dimostrato che l'indifferenza verso la sofferenza degli animali<br />

dispone l'uomo ad ogni crudeltà anche verso il suo stesso simile.<br />

- il Vecchio Testamento è stato o no superato dal Nuovo? Se lo è stato nessuna<br />

autorizzazione è stata data in proposito all'uccisione degli animali. Se non lo è stato allora bisogna<br />

considerare ancora grave peccato lavorare di sabato, per la donna indossare i pantaloni, per l'uomo<br />

tagliarsi in tondo la barba ai lati del volto; occorre dare le decime ai poveri, consacrare a Dio i<br />

primogeniti, consacrare gli altari con lo spargimento del sangue degli animali immolati, lapidare gli<br />

adulteri, tagliare le mani ai ladri ecc. Da considerare anche il fatto che in nessun caso dio si è<br />

espresso a condanna della schiavitù umana, se si esclude la schiavitù del popolo ebraico a causa<br />

degli egiziani. Lo stesso S. Paolo invita i cristiani schiavi a sottostare ai loro padroni, come alla<br />

donna a sottostare al marito.


Ma la Bibbia potrebbe essere autentica in toto. Potrebbe, dal momento che nessuno ha la<br />

facoltà di dimostrare il contrario. Nessun testo originale è sopravvissuto alla deperibilità del tempo.<br />

Le copie scritte a mano, anch'esse deperibili, furono a loro volta ricopiate. Complessivamente sono<br />

state scritte a mano circa 6000 copie delle scritture ebraiche e non meno di 5000 delle scritture<br />

greche cristiane, senza considerare le traduzioni più recenti delle lingue contemporanee. Anche se<br />

studiosi, da un'analisi comparata dei manoscritti, hanno confermato l'autenticità del messaggio<br />

originario, senza un sostanziale intervento divino è difficile pensare che abbiano valicato indenni i<br />

millenni.<br />

Né le comunità ebraiche e musulmane, né la stessa chiesa cattolica che in passato ha messo<br />

in atto regole in antitesi con il messaggio evangelico (le guerre sante, le inquisizioni, i roghi, lo<br />

schiavismo, la sospensione a divinisi per chi faceva uso di tabacco, la condanna alla pena capitale<br />

per il peccato di eresia, la scomunica per l'adesione al comunismo, per il turpiloquio ecc.) applicano<br />

integralmente la vecchia legge mosaica e ciò che un tempo era considerato immutabile è stato col<br />

tempo sostituito da regole più miti con l'evolversi della coscienza civile e morale.<br />

Tra le cose più crudeli superate dalla civiltà umana, l'uso del mangiar carne rimane, quale<br />

simbolo di una cultura indifferente e crapulona, per i seguenti motivi: la supremazia sull'animale dà<br />

all'uomo un senso di potenza: poter disporre della sua vita lo inebria e allontana da lui l'ipotesi che<br />

anch'egli faccia parte della famiglia animale e che questo possa mettere in pericolo la sua presunta<br />

prerogativa di essere la sola creatura fatta ad immagine di Dio.<br />

Il superamento della lunga fase cruenta dell'uomo nei confronti degli animali avverrà<br />

sicuramente perché sarà considerato: a) un fatto contro la sensibilità e contro la pietà umana; b)<br />

contro la legge dell'amore; c) contro il comandamento "non ammazzare"; d) contro il comando "non<br />

fare agli altri ciò che non vorresti ti fosse fatto"; e) perché in contraddizione con la fede in un Dio<br />

per definizione amore, bontà, giustizia; f) perché il mangiar carne evidenzierà sempre di più i suoi<br />

effetti nocivi sulla salute umana oltre che lo stridente contrasto con i valori di una nuova coscienza<br />

umana finalmente giusta e capace di valorizzare la sacralità della vita in tutte le sue espressioni e<br />

quindi di rispettare l'altrui diritto all'esistenza nella condivisione della sofferenza dei più deboli.<br />

Se gli animali al pari degli esseri umani sono in grado di soffrire e di avere paura della<br />

morte, per quale assurdo motivo Dio dovrebbe aver premura solo della specie umana ed essere<br />

indifferente dello stesso dolore e dello stesso anelito alla vita delle altre sue creature? Può un Dio<br />

buono e giusto preoccuparsi della scalfitura di un'unghia di un uomo e guardare con indifferenza il<br />

massacro giornaliero di milioni di animali innocenti per le delizie culinarie dell'essere umano? Il<br />

delitto più grande dell'uomo verso Dio, io credo, è stato ed è quello di aver fatto credere al mondo<br />

che Dio sia indifferente alla sofferenza degli animali.<br />

Ancora oggi gli schieramenti restano sostanzialmente due: chi sostiene il suo diritto ad<br />

utilizzare gli animali a seconda il piacere e le necessità umane, trincerandosi dietro i dettami<br />

ancestrali di una religione che ha fatto del pensiero antropocentrico il suo cardine teologico, e chi<br />

difende il diritto al rispetto e alla vita degli animali facendo appello alla vera intelligenza umana,<br />

come quella di Pitagora, Porfirio, Leonardo, Einstein ecc. e ad una nuova coscienza protesa verso<br />

realtà più civili e più giuste, come quella di S. Francesco, di Gandhi, di M. Luther King.


ARMONIZZARE LE DIVERSITA'<br />

Non v'è cosa in cui non sia presente la vita. Il pianeta Terra è come una piramide, fatta di<br />

esseri viventi al cui vertice è l'uomo, e alla base è la cosiddetta materia inerte, anch'essa vibrante di<br />

energia. Tra le due estreme posizioni si collocano, senza interruzione, infinite creature intermedie<br />

per differenti livelli evolutivi, al punto che è impossibile stabilire una demarcazione tra il Regno<br />

minerale, vegetale ed animale.<br />

Le cose risultano essere parti di un solo grande organismo, anelli della stessa catena, note di<br />

una medesima sinfonia. E come in un edificio non può mancare non solo una struttura portante ma<br />

un solo mattone senza compromettere, sia pure in parte, la staticità della costruzione, così è per gli<br />

esseri viventi di ogni dimensione. Ogni cosa vive perché interagisce con tutto il resto. La stessa vita<br />

è possibile grazie alla combinazione di elementi eterogenei e al sincronismo delle diversità esistenti<br />

in natura.<br />

Senza la differenza formale e sostanziale delle cose e la combinazione dei più diversi<br />

componenti nulla potrebbe esistere.<br />

Ogni elemento e ogni creatura è un universo a se stante, irripetibile. Quindi nulla è più<br />

illogico che pensare che un altro essere debba "sentire" al nostro stesso modo, essere convinto di ciò<br />

di cui noi siamo convinti, amare ciò che noi amiamo. E' bene invece che ogni cosa sia identica solo<br />

a se stessa affinché senta di essere incompleta se isolata dalla sintonia con tutte le altre; da questo<br />

dunque la spinta a cercarsi e integrarsi, fondersi per poi battere all'unisono come un unico cuore, un<br />

solo organismo che per esprimersi ha bisogno di tutte le membra che lo compongono.<br />

Da sempre le diversità delle cose, invece di essere intesa come ricchezza fortificante<br />

dell'insieme, come sapiente spinta ad amalgamarsi, è stata vista invece come un potenziale nemico<br />

da convertire al proprio modo di essere.<br />

L'intolleranza ideologica, politica, religiosa, personale, ecc. da sempre è stata causa delle più<br />

cruenti battaglie nella storia: ciò ha stroncato, o rallentato, l'evoluzione della specie umana.<br />

Ogni religione, ogni dottrina spirituale o filosofica che sia, crede di possedere la chiave dei<br />

misteri della vita; e per quanto cerchi di combinare in ogni modo possibile tutti gli elementi di cui<br />

dispone, non emerge l'immagine del piano universale delle cose, perché si ostina a cercare la<br />

soluzione solo nell'ambito dei valori contemplati dalla sua dottrina.<br />

Ogni verità come ogni religione è ispirata da Dio, in un preciso momento della storia, per un<br />

determinato popolo bisognoso di guarire da certi mali morali e di essere incamminato verso<br />

dimensioni più evolute, a seconda della sua condizione spirituale e quindi della sua capacità<br />

ricettiva.<br />

Ogni religione è tessera di un solo grande mosaico la cui immagine d'insieme si avrà solo<br />

quando tutte si armonizzeranno nell'intesa, arricchendosi vicendevolmente, prendendo da ognuna<br />

ciò che mira alla conservazione e all'evoluzione di ogni essere vivente, sino a fare una sola ed<br />

universale legge di vita.<br />

Mettere in sintonia le diversità degli esseri, mediante il rispetto e l'amore, questo è il<br />

pensiero espresso dal Dio di ogni religione.


DALLA DIVERSITA' LA VITA<br />

E' necessario lottare per l'unificazione spirituale dei popoli perché tutti gli esseri viventi<br />

sono i diversi organi vitali di un solo grande organismo che per vivere bene ha bisogno<br />

dell'efficienza di ognuno e dell'armonia tra le parti.<br />

L'amore è sintonia, è collaborazione: quando non c'è intesa tra le parti nasce la discordia, la<br />

dispersione.<br />

La guerra, come ogni sorta di violenza è frutto dell'avversione della diversità, di pensiero, di<br />

espressione ecc., eppure è solo la diversità che dà alle cose la possibilità di esistere.<br />

Le cellule (mai uguali tra loro) si associano a formare un tessuto, più tessuti formano un<br />

organo, più organi fanno un apparato, più apparati formano un corpo con una sua funzione vitale, la<br />

cui esistenza dipende, dunque, proprio dall'associazione di più elementi diversi tra loro. Mentre<br />

elementi uguali non avrebbero mai potuto dar vita a quel corpo.<br />

Che accadrebbe se nel mondo vi fossero soltanto abeti, rondini o rocce granitiche?<br />

Infinite sono le circostanze per le quali un uomo ha un suo particolare carattere, tante cause<br />

(sociali, culturali, morali, spirituali, psicologiche ecc.) sono intervenute a formare quella particolare<br />

indole, inclinazione o natura.<br />

Come non è possibile stabilire il momento in cui si separa il giorno dalla notte così è<br />

impossibile stabilire il limite che separa la ragione dalla follia, il coraggio dall'incoscienza, il bene<br />

dal male, il bianco dal nero, perché tra i due opposti estremi vi sono innumerevoli stadi intermedi.<br />

Quali meriti abbiamo noi ad aver avuto un buon bagaglio morale? E quali demeriti hanno gli<br />

altri a non averlo avuto? Ognuno è convinto di essere nel vero nella misura in cui crede giuste le sue<br />

idee, così come noi crediamo nelle nostre.<br />

Il problema non sta nel capire chi di noi ha ragione. non serve che la mente capisca se il<br />

cuore si rifiuta di accettare. Non dobbiamo cercare nuove verità ma mettere in sintonia quelle<br />

esistenti.<br />

Non dobbiamo guardare la diversità come un antagonista da combattere, ma vedere nella<br />

dissomiglianza la bellezza multiforme dell'insieme.<br />

Non vi è cosa nell'universo che sia identica ad un'altra, e se Dio ha così stabilito, il torto non<br />

sta forse in noi che avversiamo la diversità con la presunzione di essere nel vero?<br />

L'accentuata diversità degli individui fa sì che ognuno abbia il suo Dio, purtroppo, e ciò non<br />

sarebbe male se servisse a realizzare il bene del soggetto: ma non vi può essere vera realizzazione<br />

senza la sintonia delle diversità. Finché nel nostro essere non vi saranno tutti gli altri esseri, ognuno<br />

sarà inevitabilmente incompleto. Perché questa è la nostra natura: di essere una sola cosa con tutte<br />

le altre creature.


INTERDIPENDENZA DELLE COSE<br />

E' sorprendente notare come ogni singola cosa interagisca più o meno direttamente con il<br />

resto della creazione, condizionando il contesto in cui vive.<br />

Passeggiando per la strada incontro persone che formano lo scenario della vita; se fossi<br />

uscito da casa pochi istanti prima, o dopo, l'immagine d'insieme sarebbe stata completamente<br />

diversa. Cerco di prendere un autobus; dove incontro persone che mai più rivedrò nella stessa<br />

combinazione. Dialogo con qualcuna di esse che potrà diventare un amico o la compagna della mia<br />

vita e che certo influenzerà il resto della mia esistenza. Mi accorgo che ogni persone e ogni cosa, a<br />

seconda della sua configurazione, della sua disposizione, del modo di comunicare e anche del suo<br />

stesso colore, influisce sulla condizione morale e psicologica di ognuno di noi.<br />

Se fossi solo non conoscerei che me stesso: sono ricco in virtù della presenza degli altri e<br />

delle cose che mi circondano. Ogni persona può influire positivamente o negativamente sulla mia<br />

vita a seconda che sia un elemento armonico con se stesso e quindi con gli altri oppure disarmonico.<br />

Ma in ogni caso tutti in generale, ed ognuno in particolare, contribuiscono al mio arricchimento<br />

interiore per mezzo dell'esperienza dell'incontro. Così come un uomo è tanto più padrone della sua<br />

lingua quanti più vocaboli conosce è anche tanto più ricco quante più esperienze diverse dalla sua<br />

ha potuto sperimentare. Non solo gli esseri umani influiscono nella mia vita ma tutti gli esseri<br />

viventi: infatti a seconda del contesto in cui vivo in me si sviluppa un certo modo di essere.<br />

Ma io non percepisco che parte dell'insieme; quindi l'insieme mi condiziona attraverso il<br />

singolo componente, infatti il tutto è importante perché ha valore il singolo elemento che lo<br />

compone, altrimenti sarebbe come dire che ha valore solo il mucchio di grano non i singoli chicchi,<br />

che ha valore l'umanità non l'individuo, che ha valore la foresta non il singolo albero. Il capo<br />

officina è importante quanto l'operaio perché l'uno senza l'altro non potrebbero essere, il musicista,<br />

ai fini della realizzazione di un brano musicale, è importante quanto il suo strumento, infatti l'uno<br />

senza l'altro non potrebbero attuare lo scopo. Un essere è più o meno importante a seconda della<br />

possibilità che ha di essere sostituito? ma anche in questi termini l'eccezione può esistere solo se<br />

esiste un contesto in cui possa esprimersi.<br />

Quindi a seconda del mio comportamento gli altri si comportano (e viceversa) e si sviluppa<br />

la nostra coscienza e il nostro intelletto. Se io violento o uccido qualcuno stò violentando e<br />

distruggendo ciò che mi arricchisce, in un certo senso stò violentando e distruggendo me stesso, sia<br />

perché nell'azione stò rendendo peggiore la mia coscienza e sia perché nei confronti della vita io<br />

divento un elemento negativo.<br />

Non v'è pensiero o azione che non abbia i suoi effetti universali. Una buona azione, di<br />

altruismo, di bontà, di giustizia ecc. influenza il mio vicino e lo induce a sua volta ad essere più<br />

disposto nei confronti del suo simile; per contro un'azione malvagia, si ripercuote negativamente<br />

non solo sulla vittima ma su tutti generando malcontento, rabbia, autodifesa e quindi disarmonia.<br />

Della interdipendenza dobbiamo quindi renderci conto in modo da predisporre noi stessi non<br />

solo ad apprezzare e valorizzare tutte le cose perché tutte ugualmente importanti, ma armonizzare<br />

noi stessi, il nostro essere interiore, con il resto della creazione e così contribuire al bene e<br />

all'evoluzione di tutte le cose di qui siamo parti inscindibili.<br />

Disponiamoci quindi ad amare e rispettare la diversità delle cose perché proprio per questa<br />

esiste la terra e l'universo.


INCOERENZA UMANA<br />

Di fronte alle tante tragedie umane a molti appare fuori luogo parlare di ecologia, di rispetto<br />

per gli animali e la natura. Ma il problema va al di là di un errato sentimentalismo ristretto alla<br />

cerchia degli ecologisti: risiede nella coscienza degli individui che esprimono la loro condizione<br />

interiore, incline alla violenza anche verso il loro simile, a causa dell'insensibilità e del'indifferenza<br />

verso il dolore e la morte in senso Iato.<br />

L'umanità è dilaniata da guerre di ogni genere, è vero, ma è la coscienza degli uomini a<br />

generarle, a concepirle, a gestirle, la qual coscienza se fosse più umana, più giusta, più evoluta certo<br />

non si esprimerebbe in tal modo.<br />

II rispetto per la vita dell'uomo non è un valore scindibile dal rispetto per la vita delle altre<br />

creature: nell'uomo è carente questo sentimento che se lo nutrisse per gli animali non potrebbe certo<br />

non nutrirlo anche nei confronti del suo simile.<br />

Quale realtà sociale ci si può aspettare dall'uomo capace di distruggere con indifferenza la<br />

strabiliante perfezione di un essere vivente, come quella di un animale, per farne alimenti? Quale<br />

evoluzione può venire dall'uomo che ha come misura se stesso? che non vede che la sua condizione,<br />

non sente che il suo dolore e tutto è in grado di sacrificare per i suoi bisogni e i suoi piaceri<br />

materiali? l'uomo che non sa rinunciare ad un momentaneo piacere di gola per risparmiare ad un<br />

animale, oltre al bene insostituibile della vita, sofferenze, agonia e morte, quale messaggio di<br />

giustizia e di bontà può dare a questa nostra società sempre più priva di valori morali e spirituali?<br />

Nessuno, credo, ucciderebbe il proprio cane, il proprio gatto o il proprio uccello per<br />

mangiarselo, eppure la maggior parte della gente considera leggittimo che questo sia fatto ad altri<br />

identici animali.<br />

Scoraggia non poco l'incoerenza dell'uomo fondata sul famoso detto di Ovidio: ''II meglio<br />

vedo e al peggior m'appiglio". Infatti non v'è persona che di fronte al giusto e logico ragionamento<br />

che uccidere un animale (biologicamente, psicologicamente e sentimentalmente) fatto come l'uomo,<br />

per divorarselo alla fine non condivida l'idea che ciò sia un fatto crudele, ma nonostante tutto<br />

ognuno dimostra che più grande della giustizia, del rispetto, dell'ideale, dell'amore è il piacere della<br />

gola. L'uomo continua a nutrirsi di carne anche davanti alla dimostrazione scientifica che essa non<br />

solo può essere benissimo sostituita da altri prodotti più salutari ed economicamente più<br />

convenienti, ma che è dannosa per la salute umana; ma al dio Piacere nessuno osa opporre<br />

resistenza, neppure coloro che dovrebbero considerarla una debolezza dello spirito, nascondendosi<br />

dietro l'arcaico ed egoistico concetto che così è sempre stato e che gli animali, assurdamente si<br />

crede, siano fatti per l'uomo.<br />

Tutto io posso giustificare dell'uomo, ogni debolezza, ogni vizio, ogni aberrazione, ma<br />

l'indifferenza verso la distruzione di una vita, per un proprio, degradante, piacere è un fatto che<br />

disonora la natura degli uomini, perché la morte è una realtà irrevocabile, e dimostra che l'uomo<br />

non è ancora pronto per un futuro più degno.


IRRESPONSABILITA' UMANA<br />

Da ogni parte si sente viva e presente la necessità di una nuova cultura umana che consenta<br />

all'uomo e al macrosistema ecobiologico di superare indenne la soglia del 2000. I problemi sono<br />

tanti, ma a gestire le sorti del mondo resta la coscienza umana che se priva di valori morali e<br />

spirituali non può certo dar vita ad un mondo migliore.<br />

Il mio essere ecologista nasce dalla consapevolezza che FINCHE' L'UOMO NON SENTE<br />

AMORE E RISPETTO PER OGNI ESSERE VIVENTE NON PUO' SVILUPPARE IN SE<br />

STESSO L'AMORE E IL RISPETTO PER GLI ESSERI UMANI. Un uomo che senza alcun<br />

rimorso uccide gli animali e distrugge la natura non può che essere incline alla violenza anche verso<br />

il suo stesso simile.<br />

lo credo che i problemi dell'uomo non possano risolversi se non contestualmente al suo<br />

intimo sentire.<br />

L 'irresponsabilità umana verso la natura sta per rivelarsi fatale per lo stesso genere umano.<br />

Ed io mi chiedo: PERCHE' L'UOMO UCCIDE SE NON VUOLE ESSERE UCCISO? PERCHE'<br />

TORTURA, SOTTOMETTE, VIOLENTA, IMPRIGIONA ESSERI INNOCENTI SE NON<br />

VUOLE ESSERE TORTURATO, SOTTOMESSO, VIOLENTATO, IMPRIGIONATO?<br />

Quotidianamente col benestare di tutti, si consuma un'ecatombe a danno degli animali e la<br />

natura che davanti a Dio grida giustizia. Forse pochi sanno che 400 milioni di animali vengono<br />

sacrificati ogni anno sui banchi dei vivisettori, a danno della stessa salute pubblica, dal momento<br />

che i risultati non sono trasferibili sull'uomo e l'aumento delle malattie croniche lo conferma. In<br />

Italia, ad ogni stagione venatoria, circa 200 milioni di volatili vengono sterminati con la caccia, da<br />

un folto gruppo di persone in cui ancora persiste distorta la necessità primordiale. Solo di volpi e<br />

visoni nel mondo ogni anno vengono uccisi per le loro pelli 160 milioni di capi. 20 milioni di ettari<br />

di bosco vengono distrutti ogni anno dall'uomo con tutti gli squilibri naturali che ne conseguono.<br />

Ma il dato più impressionante viene dalla mattazione: i dati ufficiali parlano di 20 milioni, solo di<br />

animali di grossa mole per l'ltalia, che ogni anno vengono soppressi per essere dati in pasto alla<br />

specie umana che si considera onnivora mentre la sua natura biologica contrasta con questo tipo di<br />

alimentazione.<br />

lo credo che giusto sarebbe se la natura avesse la possibilità di ribellarsi all'uomo, che per un<br />

solo giorno gli animali potessero capire l'immane ingiustizia di cui sono vittime da milllenni e<br />

attuassero la loro giusta vendetta, facendo subire all'uomo ciò che essi stessi subiscono. Giusto<br />

sarebbe se gli uomini fossero a loro volta macellati per diventare pasto giornaliero, che fossero<br />

uccisi per gioco nella caccia e nelle corride, che fossero spellati per utilizzare le loro pelli, che<br />

fossero vivisezionati, strappati dalle loro famiglie e rinchiusi in gabbie per la vita, perché solo in<br />

questo modo potrebbero capire ciò che causano agli altri viventi ed avere disgusto del loro egoismo,<br />

forse allora tornerebbero ad essere degni di essere uomini.


ASSUEFAZIONI CRUDELI<br />

L'assuefazione alle cose di sempre rende, inavvertitamente, insensibile la coscienza<br />

dell'uomo all'altrui dolore, precludendo all'intero genere umano la necessaria evoluzione verso<br />

dimensioni più luminose e più giuste.<br />

L 'uomo non si chiede se certe sue abitudini siano o no degne del suo essere civile o se<br />

invece non siano ancestrali retaggi che da millenni avrebbe già dovuto superare.<br />

Dall'antica legge biblica l'uomo ha sempre preso e ingigantito ciò che lascia spiraglio alla<br />

sua natura indolente, egoista e sensuale, come: "Occhio per occhio e dente per dente"; "crescete e<br />

moltiplicatevi", oltre la fraintesa licenza di uccidere gli animali, mentre ha cercato di aggirare o<br />

ignorare ogni comando che comporta faticosi impegni morali. Nè si chiede l'uomo se certe regole<br />

non furono dettate da una particolare circostanza storica per un popolo indomito e di "dura cervice",<br />

e quindi non procrastinabili indefinitamente nel tempo ma limitate alla sfera di quella determinata<br />

condizione in attesa di dimensioni spirituali più elevate. Daltronde quelle regole se attuate ancora<br />

oggi vanificano lo stesso messaggio di Cristo tutto proteso alla realizzazione dell'amore universale.<br />

Obbedendo all'arcaica abitudine di cibarsi di carne, come ai tempi della preistoria, oggi<br />

l'uomo (senza un giustificato motivo) conserva tale crudele tradizione perché ormai non sa<br />

rinunciare al piacere di un piatto prelibato, anche se questo costa immane dolore, terrore e morte a<br />

tanti animali innocenti che come lui amano la vita.<br />

Ma l'uomo non si pone il problema dell'altrui sofferenza, non si accorge del suo devastante<br />

egoismo, della sua planetaria ingiustizia: considera le altre creature come oggetti senz'anima<br />

incapaci di soffrire, dei quali può disporre come e quando crede. Non gli importa di sapere se<br />

l'animale che a tavola divora voleva essere ucciso, oppure, se per un istante considera il problema,<br />

ipocritamente ostenta dispiacere per tale sorte toccata alla sfortunata creatura, e con cinica<br />

rassegnazione pensa che diversamente non può essere, perché è convinto che il suo organismo ha<br />

bisogno di quella misera carne per mantenere la sua forma ottimale, anche se l'ottima salute dei<br />

vegetariani conferma il contrario. Siccome l'essere umano non sa ancora amare e rispettare neanche<br />

il suo simile rimanda il rispetto alle altre creature a quando gli uomini si considereranno fratelli,<br />

cioè forse mai. E intanto ogni giorno milioni e milioni di animali vengono immolati sull'altare della<br />

crapula umana; montagne e montagne di pelli, di ossa, di zampe, di occhi, vengono ammucchiati<br />

ogni giorno come stracci consunti e repellenti; fiumi di sangue scorrono ogni giorno da quelle vene<br />

calde e pulsanti che per (così breve) inondarono il cuore di linfa rossa e vitale.<br />

Ma l'uomo tutto sarebbe disposto ad annientare per non rinunciare ad un suo piacere,<br />

essendosi bendato gli occhi per non vedere gli effetti del suo crudele egoismo che a sua insaputa<br />

dilania le coscienze allo stesso modo con cui egli dilania una splendida creatura.<br />

Quanto siamo lontani dall'essere cristiani, da quell'amore proclamato da Cristo nei Vangeli,<br />

da Francesco, da Gandhi! Eppure basterebbe vivere un solo insegnamento per riportare nel mondo il<br />

Paradiso perduto: "Non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto". Purtroppo l'uomo considera<br />

suo prossimo solo chi ha le sue stesse sembianze.


CIECA IPOCRISIA<br />

L 'uomo ebbe da Dio percezioni più vaste e intelligenza più acuta non perché di queste sue<br />

prerogative facesse abuso intensificando i suoi Iati peggiori a danno del creato; non perché<br />

mediante il suo acume sapesse meglio catturare e sottomettere le creature più deboli; ma affinché<br />

per primo attuasse in se la legge dell'annonia e fosse di esempio, guida e punto di riferimento per<br />

tutte le altre creature in via di evoluzione, e per mezzo di quella luce interiore che dovrebbe<br />

distinguerlo, utilizzasse nel bene le qualità della sua anima: non fosse succube dell'istinto e della<br />

passione sensuale ma li finalizzasse in un rapporto di intesa edificante.<br />

Ogni dono è soprattutto una prova in cui l'uomo ha la possibilità di innalzarsi, facendone<br />

buon uso, o di abbassarsi scivolando nell'egoistico impulso primordiale sfruttando ogni cosa a suo<br />

vantaggio.<br />

L'uomo nel tempo ha lasciato evolvere solo la sua parte intellettiva mentre il sentimento del<br />

cuore e la sensibilità della sua anima sono rimaste immutate, causando in se stesso uno scompenso<br />

di natura essenziale.<br />

Dov'è la superiorità della razza umana? sta forse nella scienza o nella tecnologia per mezzo<br />

della quale l'uomo ora è in grado di allevare animali in batteria senza più la necessità di procurarsi il<br />

cibo cacciando nei boschi? o nell'utilizzare sofisticati macchinari per catturare, uccidere o scuoiare<br />

tanti animali nati liberi?<br />

La vita dell'uomo è costellata da ipocrisie che emergono (insieme alle più disparate e povere<br />

giustificazioni) specialmente quando è di fronte al problema dell'eventuale rinuncia ad uno dei<br />

piaceri cui è maggiormente attaccato come quello del mangiar carne.<br />

C'è l'ipocrisia di chi considera la natura a sua disposizione e non esita a distruggere ogni<br />

cosa per un suo tornaconto personale portando ovunque violenza e morte. Se l'uomo uccide le altre<br />

creature avvalorando la legge del più forte, dovrebbe anche accettare di buon grado, e come<br />

naturale, l'eventuale sottomissione ad una razza a lui superiore o ad un uomo più forte di lui.<br />

L'uomo si rifiuta di capire che se fosse più umano verso le altre creature sarebbe più buono e giusto<br />

anche verso la sua stessa specie.<br />

C'è l'ipocrisia di quanti s'impietosiscono davanti al maltrattamento di un animale domestico<br />

e non si curano che la bistecca, che elegantemente servono o mangiano a tavola, è parte del corpo di<br />

uno stesso animale che ad altri hanno demandato il compito di sopprimere. Ma se quell'animale lo<br />

avessero avuto vicino fin dalla nascita, se l'avessero visto crescere, nutrirsi, giocare, dormire; se<br />

l'avessero visto formarsi nel suo manto velloso e nelle sue morbide piume e poi visto sgozzare,<br />

spellare, sbrandellare, ridurre in piccoli pezzi; se avessero sentito le sue urla di terrore, se l'avessero<br />

visto dimenarsi sino all'ultimo anelito nel disperato, quanto inutile tentativo di sfuggire alla morte;<br />

se avessero visto il suo sangue scorrere a rivoli e i suoi occhi buoni e ignari implorare pietà al<br />

carnefice, forse avrebbero rimorso di tanta ingiustizia e rinuncerebbero a cibarsi di quegli arti, di<br />

quel corpo.<br />

C'è l'ipocrisia di chi cerca una scappatoia, per giustificare la propria abitudine a cibarsi di<br />

carne, rammentando che anche Gesù ha mangiato del pesce, ma rifiuta di capire che l'uomo è<br />

proteso verso il superamento di certe condizioni sociali dettate da necessità di sopravvivenza.


C'è l'ipocrisia di quanti dimostrano smisurata attenzione al cane, al gatto o al canarino che<br />

hanno in casa e non li scuote il fatto che altri simili animali subiscano quotidianamente una sorte<br />

crudele.<br />

C'è l'ipocrisia di chi, di fronte al problema del rispetto degli animali, fa l'ipotesi estrema che<br />

anche le piante siano esseri sensibili, come per giustificare la violenza necessaria sulle cose e si<br />

rifiuta di comprendere che ogni evoluzione è graduale e che il punto d'arrivo del genere umano sarà<br />

quello in cui si arriverà a cibarsi di sola frutta e semi per non causare dolore a ciò che ha vita (anche<br />

se questo, ai materialisti, può sembrare utopica speranza).<br />

Può forse un nostro piacere gastronomico giustificare tanto dolore? si crede che un animale<br />

non soffra o non abbia paura di ciò che sta per accadergli? Eppure le urla disperate e quasi umane<br />

dei maiali, dei vitelli e delle mucche sul luogo della immolazione esprimono la loro consapevole<br />

agonia. E allora perché tutto questo? La risposta è semplice: L'UOMO E' INDIFFERENTE AL<br />

DOLORE ALTRUI: ED E' QUESTA LA CAUSA DI OGNI EGOISMO E DI OGNI MISERIA<br />

UMANA.<br />

L'uomo non sa di dover scontare un giorno anche gli errori inconsapevoli; non sa che ogni<br />

grido è accolto da Colui che tutti ama in ugual misura, SPECIALMENTE I PIU' DEBOLI, perché<br />

tutti creati per amore.<br />

Voi che vi chiudete gli occhi per non vedere e gli orecchi per non sentire il cosmico dolore<br />

causato a tante creature innocenti, sappiate che ogni pietra lanciata ricade più pesante e ognuno,<br />

presto o tardi, subisce, per giustizia universale, gli effetti del male che ad altri ha causato. L'errore<br />

dell'uomo è quello di credere che sconterà solo le colpe commesse verso la propria specie.<br />

Voi che allegramente vi nutrite di carne, facendo sterminare le creature di Dio, sappiate di<br />

avere nelle vene il sangue di innumerevoli vittime che come voi anelavano alla vita e avevano paura<br />

della morte. E sappiatelo anche voi macellai, razza cieca e di durissimo cuore; sappiatelo anche voi<br />

cacciatori del duemila dopo Cristo, gente ipocrita e crudele; sappiatelo anche voi vivisettori,<br />

vergogna del genere umano(!)<br />

Se le sue azioni sono nel giusto di nulla un uomo deve temere. Allora io chiedo sia mostrato<br />

al pubblico ciò che avviene nei mattatoi comunali affinché ognuno sappia da dove viene ciò di cui<br />

usa cibarsi. Chiedo sia fatto conoscere l'inferno sotterraneo dei laboratori lager dei vivisettori,<br />

perché ognuno sappia quali atroci torture si celano dietro un prodotto farmaceutico. Chiedo sia fatto<br />

vedere il tragitto che compie una pelliccia di animale prima di arrivare ad essere elegante drappo<br />

ornamentale, così da dar rimorso a quanti l'indossano, per l'inaudita strage necessaria. Chiedo sia<br />

mostrato al pubblico ciò che accade agli animali da circo durante il loro addestramento, non solo la<br />

bugiarda faccia esteriore del variopinto spettacolo.<br />

Questo io chiedo, nella speranza che l'uomo arrivi un giorno a vergognarsi della sua crudele<br />

indifferenza e impari a vedere non solo nell'uomo il suo prossimo ma in tutto ciò che vive: quel<br />

giorno forse ritornerà ancora ad avere le sembianze dell'essere fatto ad immagine e somiglianza di<br />

Dio.


INDIFFERENZA, CANCRO DELL'ANIMA<br />

L'indifferenza verso il dolore altrui è il vero dramma del genere umano, perché rende<br />

insensibili le coscienze a danno della vera evoluzione dell'uomo.<br />

Gli animali per l'uomo non sono che oggetti senz'anima: fatti per essere utilizzati o<br />

trasformati in alimenti. L'uomo usa cibarsi di carne perché così è sempre stato, né si chiede se ciò<br />

sia giusto o se invece tale abitudine non è che il retaggio di una concezione primitiva e crudele.<br />

E che importa all'uomo del dolore di un'altra creatura? dell'agonia e della disperazione che<br />

accompagna la morte di un essere vivente quando sta per essere privato del suo unico e vero bene,<br />

la vita? che gli importa se la creatura che a tavola sta divorando è biologicamente fatta come lui<br />

stesso? che gli importa se la strabiliante perfezione di un organismo viene per sempre annientata, se<br />

molte parti di quel corpo saranno gettate a marcire come letame? che gli importa se quel cuore<br />

cesserà per sempre di pulsare, se quegli occhi non vedranno mai più la luce del giorno, se mai più<br />

quell'agnellino o quel vitello potrà correre sui prati o nutrirsi della verde erba dei campi? che gli<br />

importa di sapere se con la morte tutto l'universo si spegne per sempre per quella creatura che come<br />

l'uomo bramava l'esistenza? che importa alla crudele femmina umana delle sofferenze inaudite delle<br />

decine e decine di splendide creature che vengono sacrificate, (spellate spesso ancora vive ) perché<br />

lei possa avere la tetra e morbida pelliccia? che importa agli ignoranti spettatori circensi se gli<br />

animali impazziscono in strettissime gabbie, se con la frusta, con le scariche elettriche o col digiuno<br />

vengono costretti a ripetere centinaia di volte al giorno innaturali esercizi? che importa all'idiota<br />

cacciatore se stroncherà per sempre il canto o il volo di un uccello, o se invece lo lascerà<br />

agonizzante per giorni nell'erba o se i piccoli resteranno a morire di fame nei nidi?<br />

La sola cosa che conta per l'uomo, miope, sprezzante della vita e del dolore altrui, è l'utile o<br />

il piacevole che gli può venire da qualunque cosa, e al dio del suo egoismo tutto è pronto a<br />

sacrificare, fosse pure l'intero pianeta.<br />

Inorridisco pensando alla devastante ipocrisia dell'uomo che uccide gli animali perchè si<br />

sente superiore mentre si comporta peggio degli stessi i quali se si esprimono con violenza agiscono<br />

sempre per estrema necessità di sopravvivenza.<br />

Inorridisco pensando alla naturalezza con cui l'essere umano usa cibarsi del cuore, del<br />

fegato, del cervello, degli arti di un'altra creatura fatta come lui, che ha il suo stesso sentire.<br />

Se essere fatti ad immagine e somiglianza di Dio significa avere in se la capacità di<br />

condividere la condizione di ogni altro essere vivente, credo che l'uomo ha di che sprofondare dalla<br />

vergogna per essere così paurosamente distante da ciò che per lui Dio aveva stabilito.


MANCANZA DI SENSO CRITICO<br />

La mancanza di senso critico da parte della gente è sempre stata motivo di lutti e rovine per<br />

le popolazioni di ogni tempo.<br />

Per millenni la massa è stata psicologicamente manovrata, spinta in continue guerre<br />

fratricide, schiavizzata, oppressa in nome di ideali che in apparenza erano a beneficio del popolo ma<br />

nella sostanza facevano il tornaconto di certe classi privilegiate odi alcuni scaltri individui.<br />

La gente si rifiuta di pensare con la propria testa: delega ad altri il compito di stabilire ciò<br />

che è giusto e ciò che non lo è, ciò che è bene e ciò che è sbagliato, ma poi di questo paga le<br />

conseguenze.<br />

L'antico popolo azteca, convinto dalla classe dei sacerdoti, immolava 50 mila uomini l'anno<br />

sull'altare di un dio crudele e sanguinario. Più tardi con le sante inquisizioni ben 8 milioni di<br />

individui sono stati arsi vivi, senza che il popolo si ribellasse a tali infamanti pratiche. Se la gente<br />

fosse stata culturalmente più evoluta forse si sarebbe potuto evitare lo sterminio degli ebrei nei<br />

campi nazisti o la stessa tratta degli schiavi con la quale, nel giro di 4 secoli, non meno di 50 milioni<br />

di esseri umani sono stati strappati alle loro case e condotti in catene in Europa e in America.<br />

La mancanza di senso critico si rivela devastante non solo per l'uomo ma per tutta la<br />

creazione: specialmente gli animali ne pagano le dure conseguenze.<br />

L'uomo infatti considera gli animali oggetti fatti per l'alimentazione umana, e così come gli<br />

schiavi venivano considerati incapaci di soffrire o di avere sentimenti perché esseri "inferiori", la<br />

gente non pensa se gli animali al pari dell'uomo soffrono o hanno terrore della morte. Si uccidono<br />

gli animali per gioco così come si schiaccia una noce; si strappano le loro pelli per farne capi di<br />

abbigliamento con la disinvoltura con cui si leva l'involucro ad un pacco; si imprigionano a vita in<br />

strettissime gabbie per esporli in vetrina come si usa fare per un oggetto prezioso; si torturano gli<br />

animali con la vivisezione perché i vivisettori e le in dustrie farmaceutiche hanno convinto la gente<br />

che questo serve alla salute umana, anche se nessun beneficio è mai venuto da simili crudeli<br />

esperimenti. Ma gli esseri umani non danno alcun valore alla sofferenza degli altri esseri viventi.<br />

Giornalmente i mass media ci condizionano il cervello rendendoci indispensabile ciò che è<br />

sempre stato superfluo, stabilendo per noi il tipo di alimentazione, l'abbigliamento da usare, i<br />

medicinali da prendere e perfino gli anticoncezionali più adatti. Ma alla gente non viene il dubbio se<br />

questo torna a suo beneficio oppure fa il tornaconto di coloro che gestiscono il potere.<br />

Pensare con la propria testa sembra sia la cosa più difficile: poi ci si lamenta della<br />

condizione sociale in cui sempre più emerge la terribile realtà che sono altri ad avere in mano non<br />

solo la nostra mente e la nostra coscienza ma la nostra stessa vita.


VIOLENZA SUGLI ANIMALI E MANCANZA<br />

DI AUTODETERMINAZIONE UMANA<br />

La parte più negativa della storia umana e dei rapporti sociali si è sempre espressa mediante<br />

la violenza fisica o ideologico-morale, sfociando poi in contrasti su tutti i livelli sia di coppia che<br />

collettivi.<br />

Ciò che predispone l'uomo alla violenza è senza dubbio l'incapacità di condividere la<br />

sofferenza della sua vittima, l'indifferenza verso il dolore altrui, l'incapacità di immedesimarsi<br />

nell'altrui condizione. Quindi il problema è prettamente di natura morale e dipende oltre dal grado<br />

di civiltà e di evoluzione della coscienza umana dalla capacità della stessa al senso critico delle<br />

cose.<br />

L'uomo viene abituato da millenni alla liceità dello sfruttamento, della sottomissione e<br />

dell'uccisione degli animali, a non sentire pietà alcuna della loro sofferenza, a non sentirsi in colpa<br />

per la loro uccisione. Questa indifferenza verso l'altrui morte rende inevitabilmente insensibili<br />

anche nei confronti della sofferenza e della morte degli esseri umani. In modo inequivocabile<br />

l'antropocentrismo preclude all'uomo l'evoluzione non solo della sua sfera emotiva ma anche<br />

intellettiva: la prima perché tende ad inaridirgli la coscienza, la seconda perché gli impedisce lo<br />

sviluppo del senso critico, ciò che mette in discussione i comportamenti umani, le tradizioni e le<br />

assuefazioni ritenuti giusti solo perché sono comuni e tradizionalmente accettati.<br />

Da sempre infatti la mancanza di autodeterminazione e di senso critico è stato il piedistallo<br />

su cui sono state erette le più feroci dittature che hanno precluso all'uomo la sua evoluzione sociale.<br />

Da sempre è stato detto che gli animali sono stati fatti per essere utilizzati e mangiati dall'uomo.<br />

Non ci si accorge che nelle abitudini e nelle assuefazioni spesso l'uomo inconsapevolmente fa la<br />

volontà di chi detiene il potere, di chi non vuole che la gente sia accorta, preparata, perché<br />

vaglierebbe criticamente il suo operato e gli impedirebbe di essere disonesto. Infatti alimentarsi di<br />

carni non solo non è utile ma è dannoso per la salute e in questo la gente fa a sua stessa insaputa gli<br />

interessi degli allevatori e delle industrie farmaceutiche, sia per i prodotti chimici che vengono<br />

somministrati agli animali e sia per le malattie che generano gli stessi. E' noto infatti che il 60%<br />

delle malattie umane conosciute sono di origine iatrogena: questo vuoI dire che le medicine causano<br />

più malattie di quante non ne guariscano.<br />

Gli animali sono fatti per l'uomo, (secondo una errata opinione comune). Se così avesse<br />

stabilito il Creatore Egli non sarebbe il Dio della giustizia e della vita ma il dio della sofferenza e<br />

della morte, un dio parziale, antropocentrico, che si cura solo di una delle milioni di specie da Lui<br />

create, che è indifferente al planetario dolore dei miliardi di altre creature che sono tali (con la loro<br />

specifica caratteristica e dimensione) non per propria volontà ma per volere di Dio e che spesso<br />

portano un fardello molto più pesante dell'uomo, magari con più dignità.<br />

Ma io credo che Dio sia più grande di quanto la miseria umana riesca a concepirlo. Credo<br />

che Dio ami in ugual misura tutte le sue creature così come un buon padre ama allo stesso modo<br />

tutti i suoi figli; assurdo sarebbe che Dio amasse di più l'uomo perché la creatura più bella o più<br />

intelligente dal momento che è stato Lui stesso a dargli la bellezza o l'intelligenza; forse Dio amerà<br />

di più un essere che dimostri maggior volontà nell'amore, nella ricerca del bene e della giustizia<br />

rispetto a chi consapevolmente si oppone alla vita ma anche in questo caso è relativa la colpa della<br />

singola creatura.


Dunque se le specie esistenti sono tutte ugualmente importanti per le misteriose finalità di<br />

Dio, perché l'uomo ritiene che abbia valore solo la sua vita, che è degna di considerazione solo la<br />

sua sofferenza e non quella identica di un cavallo o di un cane? Probabilmente e semplicemente<br />

perché si ritiene superiore all'animale. Purtroppo vi sono uomini che si ritengono superiori anche a<br />

certi loro simili, magari solo perché appartengono ad un'altra razza, ad un altro credo religioso o<br />

politico. Il razzismo è sempre stato motivo di lutti e rovine per l'intero genere umano.<br />

Alle origini l'uomo con molta probabilità non era un essere violento; avendo gli attributi<br />

tipici dei primati frugivori non uccideva gli animali per mangiare le loro carni, si nutriva invece di<br />

frutta e vegetali allo stesso modo delle scimmie antropoidi. Poi a causa della mancanza di cibo, per<br />

sopravvivere, dovette emulare gli animali carnivori. Ma il suo orgoglio e il suo antropocentrismo si<br />

svilupparono quando si rese conto di essere l'animale più astuto per le sue capacità organizzative a<br />

sostegno di questa sua convinzione si aggiunse più tardi la dottrina delle religioni monoteiste che<br />

presentano al mondo un Dio compiacente della sola specie umana e incurante dei milioni di altre<br />

specie da Egli stesso create.<br />

Per millenni poi l'alimento carneo è stato pietanza dei più facoltosi, mentre il popolo (la cui<br />

ricchezza consisteva proprio in qualche capo di bestiame) mangiava la carne solo quando poteva.<br />

Oggi l'uomo alle soglie del duemila non riesce ancora a liberarsi dalla sua fame ancentrale e<br />

considera indice di benessere e di ricchezza potersi alimentare di carne. Non c'è famiglia<br />

occidentale che non mangi almeno una volta al giorno la carne o derivati di animali. La carne fa<br />

solo male all'uomo, non perché gli animali d'allevamento siano rimpinzati di ogni sorta di<br />

medicinali ma perché è contro la natura umana nutrirsi di cadaveri. L'uomo non è stato "progettato"<br />

per alimentarsi di carne: non avendo lo stomaco adatto a questo tipo di alimento, la carne staziona<br />

negli intestini umani più del necessario causando putredine ed ogni sorta di infezione. Le<br />

conseguenze sono note: aumento delle malattie cardiovascolari e tumorali, prima causa di morte nel<br />

mondo occidentale.<br />

L'uomo considera legittimo sfruttare, violentare, uccidere gli animali in ogni modo ed in<br />

ogni campo ma condanna la violenza perpetrata sull'uomo e tantomeno accetta l'idea di essere egli<br />

stesso la vittima della violenza che usa all'animale. In ogni parte del mondo si cercano i diritti<br />

umani, si lotta per la giustizia, per la pace, per la libertà. Allora perché l'uomo commette<br />

quotidianamente quel male dal quale spera di essere libero?<br />

E' necessario che nell'uomo nasca una nuova coscienza in grado di amare non solo l'uomo<br />

ma ogni essere vivente, di condannare non solo la violenza perpetrata sull'uomo ma su ogni<br />

creatura. La violenza non è più o meno grave a seconda di chi è la vittima: per il fatto che si<br />

contrappone alla vita è un'azione sempre condannabile.<br />

Ogni violenza sull'uomo, come sull'animale o sulla natura, è un reato contro la creazione.<br />

Tagliare la zampa ad un cane non è meno grave del taglio della mano di un uomo: eventualmente<br />

dovremmo chiedere l'opinione al cane il quale certo ci direbbe che la sua vita è la più importante<br />

nell'universo.<br />

L'antropocentrismo ha abituato l'uomo all'indifferenza verso il dolore e la morte altrui:<br />

questo ha impedito all'uomo lo sviluppo della sensibilità dell'animo capace di condividere la sorte<br />

della vittima della sua violenza. Se l'uomo facesse sua la condizione degli altri certo non causerebbe<br />

mai del male a nessun essere vivente; non ci sarebbe più chi violenta, chi ruba, chi uccide, chi<br />

tradisce e chiunque può commettere azioni delittuose.


Senza la nefanda dottrina dell'antropocentrismo probabilmente l'uomo avrebbe già raggiunto<br />

questa simbiosi ideale tra la propria specie e tutti gli animali suoi fratelli. E anche se ciò può<br />

sembrare utopia io sono sicuro che un giorno l'uomo si accorgerà di essere solo virtualmente<br />

diverso e separato dagli altri esseri viventi ma che nella sostanza si è tutti membra dello stesso<br />

corpo.<br />

Il problema del rapporto uomo-animali riguarda tutti, perché chiama in causa la civiltà<br />

umana, il grado di evoluzione delle coscienze. Una società che legalizza la tortura e l'uccisione di<br />

esseri innocenti dimostra di non avere ancora capito la causa della disarmonia collettiva.<br />

L'UOMO USA GIUSTIFICARE IN DUE MODI LE SUE AZIONI CRIMINOSE:<br />

INCOLPANDO LA VITTIMA O RITENENDOLA INCAPACE DI SOFFRIRE.<br />

Credo che un'azione violenta o crudele resti tale qualunque sia l'intenzione o l'esito finale<br />

che essa produce: nessun presunto beneficio può mai compensare il fatto che abbia reso peggiore<br />

l'uomo che la ha compiuta e di conseguenza la stessa umanità che tacitamente la accetta.<br />

Un punto chiarificatore del problema è questo: L'UOMO E' DISSIMILE O NO<br />

DALL'ANIMALE? Se l'uomo violenta ed uccide gli animali perché li ritiene esseri inferiori egli<br />

giustifica la legge del più forte e allora dovrebbe accettare anche la sua eventuale sottomissione a<br />

qualunque individuo o a qualunque razza più forte.<br />

Se sostiene che gli animali non sono in grado di capire allora sarebbe lecito sacrificare gli<br />

imbecilli e tutti coloro che non sono sani di mente, a seconda delle convinzioni personali di ognuno<br />

che considera inferiori gli altri sotto l'aspetto intellettivo, morale, religioso, politico, ecc. e<br />

naturalmente anche coloro che violentano, torturano o uccidono gli animali, perché certamente<br />

dimostrano limitate capacità umane sia sotto l'aspetto intellettivo che morale.


ANIMALI IN CRONACA<br />

Giornalmente gli animali vengono ammazzati senza pietà per imbandire le tavole della<br />

specie umana che si considera "civile" ed eticamente superiore. Vale la pena ricordare qualche<br />

episodio, alle porte del consueto massacro natalizio o pasquale.<br />

Un uomo per liberarsi del suo cane lo portò al largo con la sua barca e dopo avergli legato<br />

una pietra al collo lo scaraventò in acqua. Ma il cane riusciva a riemergere a tratti annaspando<br />

disperatamente. L'uomo lo respinse più volte con il remo e visto che era duro ad affogare si mise in<br />

piedi sul ciglio della barca per assestargli un forte colpo sulla testa; in tale operazione perse<br />

l'equilibrio e cadde in acqua senza saper nuotare. Il cane portò a riva il suo padrone nonostante il<br />

peso che ancora aveva al collo.<br />

Un cacciatore, accompagnato dal suo Setter, una mattina in un bosco fu colto da infarto. Il<br />

cane trascinò l'uomo per 80 metri fin su il ciglio della strada dove a forza di abbaiare riuscì a<br />

fermare un automobilista che caricò l'uomo sulla sua vettura trasportandolo al più vicino ospedale,<br />

dove venne salvato in tempo.<br />

In una campagna un uomo si imbatte in due topi che stranamente camminavano affiancati<br />

tenendo in bocca uno stelo d'erba. Istintivamente l'uomo vibrò ai topi un colpo di bastone<br />

ammazzandone uno. Incuriosito dal fatto che l'altro non fuggiva, lo osservò più attentamente e si<br />

accorse che il topo rimasto vivo era cieco.<br />

Un mulo quando gli fu fatta varcare la soglia della sala da mattazione si fermò come<br />

terrorizzato e cercò di trovare una via di scampo. Accortosi del vano tentativo si avvicinò ansimante<br />

ad una persona occasionale, non addetta ai lavori, e a breve distanza si mise a muggire come per<br />

chiedere aiuto. Ma visto che l'uomo restava indifferente tornò indietro e senza opporre resistenza si<br />

lasciò uccidere.<br />

Un cavallo seguì il corteo per la morte del suo padrone e dopo salito su di un dirupo si<br />

abbandonò nel vuoto.<br />

Quando un branco di struzzi viene attaccato uno di loro si stacca dal gruppo fingendosi<br />

zoppicante, sacrificandosi per salvare i suoi compagni.<br />

Una mucca alla quale fu tolto il suo vitellino da latte per essere condotto al mattatoio, pianse<br />

e si lamentò ininterrottamente per tre giorni e tre notti.<br />

E l'elenco potrebbe continuare. Io credo che se c'è un paradiso i soli a meritarlo veramente<br />

sono gli animali, perché innocenti davanti al male: essi non tradiscono, non sono ipocriti, non sono<br />

malvagi, non rubano, non fanno la guerra, praticamente non hanno i peggiori difetti degli esseri<br />

umani mentre hanno quelle virtù (spesso più sviluppate che negli uomini) che danno a questi il<br />

diritto alla dignità, alla libertà e alla vita. Mentre se c'è un inferno per gli animali è senza dubbio<br />

quello che noi causiamo loro con il nostro spietato egoismo.


CAMPI DI STERMINIO IN TEMPO DI PACE<br />

In questi ultimi decenni si è andata sempre di più sviluppandosi una coscienza animalista in<br />

virtù delle molte associazioni impegnate in difesa dei diritti degli animali a condanna di ogni<br />

violenza su l'uomo, sull'animale e sulla natura. La battaglia, su molti fronti, si estrinseca contro la<br />

vivisezione, la caccia, le pellicce, gli zoo, i circhi equestri ecc. nel tentativo di liberare gli animali<br />

dalla terribile condizione cui sono stati condannati dalla società moderna cosiddetta civile.<br />

Le tematiche portate avanti dai protezionisti (che investono la sfera sociale a livello etico,<br />

scientifico, economico) non sono state associate, a mio avviso, alla parte più drammatica del<br />

problema, la mattazione che resta come l'ultimo ostacolo da abbattere in difesa degli animali. Pochi<br />

sono infatti gli stessi animalisti impegnati in questo settore e pochi coloro che sanno essere coerenti<br />

in questo ideale di giustizia e d'amore per essere di conseguenza vegetariani in modo da dare una<br />

spinta verso l'attuazione di una dieta incruenta ostacolando la tendenza comune della gente a<br />

nutrirsi di cadaveri, e mentre condanna - almeno in teoria, ogni violenza sugli animali accetta come<br />

scontata l'estrema violenza della mattazione perché non sa o non vuole rinunciare al piacere di un<br />

piatto prelibato anche se costa la vita ad un essere vivente biologicamente fatto come l'uomo.<br />

Se la lotta alla violenza della mattazione è rimasta indietro rispetto le lotte alle altre violenze<br />

sugli animali in gran parte dipende dalla poca informazione della gente su l'inferno che sono gli<br />

allevamenti intensivi e la stessa mattazione. Finché la gente sarà tenuta all'oscuro degli effetti<br />

raccapriccianti che precedono l'elegante bistecca a tavola; finché non saranno mostrati gli orrori dei<br />

mattatoi nessuno si sentirà in colpa dell'immane ingiustizia e dei fiumi di sangue che ogni giorno<br />

vengono versati lontani dalla vista delle persone che accettano sia compiuto l'orrore ma non di<br />

vederne gli effetti; si continuerà a scaricare sugli altri questa disumana abitudine alimentare:<br />

I'allevatore alleva animali perché il macellaio ne fa richiesta, il macellaio chiede la carne perché la<br />

gentile signora andrà a comperare la fettina e la gente mangia la carne perché ipocriticamente<br />

sostiene quell'animale è già stato ucciso. E così, sulla pelle di miliardi di animali massacrati ogni<br />

giorno lievitano gli interessi dei grandi allevatori, delle industrie zootecnico-alimentari e delle<br />

industrie chimicofarmaceutiche a danno della salute umana, dal momento che coll'aumento del<br />

consumo della carne sono aumentate le malattie più terribili, come gli infarti, i tumori, il diabete,<br />

I'arteriosclerosi, i disturbi gastrointestinali, gli squilibri mentali ecc. Allo spaventoso crescendo di<br />

orrori, di sofferenze e di morte a danno degli animali, sacrificati sull'altare della crapula e<br />

dell'egoismo umano, (diretta somiglianza dei sangunari riti pagani come dei danteschi gironi<br />

infernali) si associa un crescendo di nuove malattie sempre più incurabili, contestualmente ad una<br />

diminuizione delle capacità immunitarie dell'organismo umano.<br />

Dopo millenni di regime pressoché vegetariano la carne oramai è assurta a status symbol di<br />

benessere economico. Come per placare una fame ancestrale di carne, da sempre esclusiva pietanza<br />

di nobili e signorotti. Oggi la gente del mondo occidentale si ingozza di carne due-tre volte al<br />

giorno, con un consumo medio, solo in Italia, di 80 Kg a testa, mentre il sud muore di fame per<br />

produrre i foraggi che serviranno ad ingrassare le nostre bistecche.<br />

Oggi in Italia si allevano circa 500 milioni di animali all'anno negli allevamenti intensivi, in<br />

cui gli animali vengono fatti riprodurre con fecondazione artificiale. I megallevamenti inquinano il<br />

suolo, le falde acquifere i fiumi, i mari a causa delle deiezioni intrise di fosforo e azoto. Solo nella<br />

Pianura Padana gli allevamenti inquinano quanto una popolazione di 65 milioni di persone.<br />

Nei 15.000 mattatoi presenti nel nostro paese vengono macellati ogni anno 5 milioni di<br />

bovini, 12 milioni di suini, 400 milioni di polli, senza contare gli equini, gli ovini ecc. Praticamente


ogni italiano ha sulla coscienza l'uccisione di almeno 10 animali all'anno, compresi quelli di grossa<br />

mole.<br />

Questa cultura disumanizzante non solo considera lecita I'ecatombe giornaliera di tanti<br />

animali dotati di intelligenza e sensibilità ma non si preoccupa nemmeno di rendere meno dolorosa<br />

la loro uccisione applicando le normative vigenti stabilite dalla legge, che prevedono lo stordimento<br />

degli animali da maceIlazione in modo da evitare stress e sofferenza tramite anestesia. I pochi<br />

mattatoi che mettono in pratica tali direttive sono quelli controllati da associazioni zoofile...<br />

La direttiva CEE che vieta l'impiego di estrogeni negli alimenti per animali è in vigore<br />

dall'88, ma le industrie dei mangimi e dei farmaci hanno aggirato l'ostacolo somministrando<br />

prodotti a base di zinco (che al pari degli estrogeni servono a stimolare l'ormone della crescita) che<br />

nell'uomo causa spossatezza, diarrea, ottundimento dei riflessi, alterazione nei reni e nel pancreas,<br />

depressione, tremori, mancanza di coordinamento muscolare ecc. Non solo, si viene a sapere che<br />

soltanto dopo le proteste e gli allarmi lanciati da ogni direzione per la somministrazione di<br />

betabloccanti ai vitelli importati dai paesi europei, il ministro alla sanità decide di imporre l'obbligo<br />

del controllo del 10% della carne che arriva alle dogane: pensando agli effetti sulla salute umana dei<br />

betabloccanti (potente farmaco che serve a curare i cardiopatici, gli ipertesi) c'è da far accapponare<br />

la pelle pensando a quante fettine a base di questo medicinale sono state consumate dagli ignari<br />

italiani.<br />

Ogni anticamera d'allevamento è una vera e propria farmacia: assieme ad un pappone<br />

schifoso e repellente agli animali viene somministrato ogni tipo di farmaco: cortisonici, antibiotici,<br />

sulfamidici, betabloccanti, vitaminizzanti ecc. che finiscono poi nel metabolismo di chi mangia la<br />

carne. D’altronde non si può pretendere che gli animali costretti a vivere in ambienti innaturali,<br />

costantemente illuminati al neon, tenuti a temperatura costante (per non far consumare le calorie<br />

ingerite), su pavimenti in cemento inclinato per permettere il deflusso dei liquami o, come per i<br />

suini, su assi di legno distanziate che finiscono con lo storcere gli zoccoli agli animali (infatti il 70%<br />

dei suini alla macellazione si presentano storpi) non abbiamo bisogno di essere tenuti in piedi con i<br />

farmaci, anche a causa dello stress che determina l'abbattimento del sistema immunitario<br />

predisponendoli a qualsiasi infezione.<br />

Il concetto che si segue negli allevamenti intensivi è produrre un vitello più grosso possibile,<br />

nel più breve tempo possibile, nel minore spazio possibile. Così gli animali sono costretti a passare<br />

la loro breve e tristissima esistenza in spazi così angusti da non potersi nemmeno girare, sdraiarsi o<br />

leccarsi; solo la testa spunta fuori dal box: gli è consentito solo mangiare e mordere disperatamente<br />

le sbarre metalliche. Certi suini diventano così grassi che muoiono d'infarto ai primi passi.<br />

E' degli ultimi tempi la notizia venuta dall'Inghilterra dove centinaia di bovini (animali<br />

vegetariani) alimentati con farina di carne di pecore infette hanno accusato la "sindrome delle<br />

vacche pazze".<br />

Il vitello da cosiddetta carne bianca, al quale viene espressamente impedito di camminare,<br />

spesso viene tenuto in catena per anni o per tutto il ciclo di produzione se si tratta da bovini da latte<br />

o scrofe da riproduzione. Quest’ultime sono costrette a partorire in continuazione in spazi poco più<br />

grandi del loro volume corporeo. E' assai evidente la sofferenza delle madri di non poter<br />

assecondare la loro natura e preparare un riparo per i piccoli.<br />

Nei capannoni l'atmosfera è lugubre, il fetore stomachevole, le urla dei suini (quasi umane) è<br />

raccapricciante; il sovraffollamento spesso determina la pazzia: si manifestano atti di cannibalismo<br />

ed i suini spesso arrivano a staccare a morsi la coda a qualche loro compagno: problema che gli


allevatori spesso risolvono tagliando la coda ai disgraziati animali piuttosto che concedere loro più<br />

spazio. Grande deve essere la sofferenza per queste creature nate per pascolare libere mangiando la<br />

verde erba dei campi, invece condannate a vita nei campi di concentramento animali.<br />

Gli animali ingrassati al punto giusto vengono trasportati su camion blindati al luogo della<br />

mattazione. Nei lunghissimi viaggi restano per giorni e settimane esposti al gelo più glaciale e al<br />

sole più rovente nelle soste degli scali ferroviari. Molti muoiono per il trauma delle operazioni<br />

sempre violente. Ad alcuni tori che oppongono resistenza vengono spenti gli occhi a coltellate. Il<br />

sovraffollamento nei camion spesso genera terrore: gli animali finiscono coll'accalcarsi e<br />

calpestarsi, alcuni restano uccisi altri storpiati. Due animali su dieci non arrivano vivi a<br />

destinazione. Infine vengono scaricati come pietre e condotti terrorizzati sul luogo della esecuzione,<br />

dove vedono i loro compagni precederli e morire di una morte terribile. Specialmente i vitelli<br />

intuiscono la morte e cercano inutilmente e pateticamente di scappare, mentre i suini emettono urla<br />

strazianti di paura. Come se ce ne fosse bisogno, la sofferenza degli animali è stata provata anche<br />

scientificamente da Mariam Stamp Kawkins, da Harriet Scheifere, da Edvard Evans e da molti altri.<br />

Un tempo i bovini venivano uccisi con un colpo di martello da 20 Kg sulla fronte, ora i<br />

macellai usano la pistola con proiettili captivi che sfondano la scatola cranica, o con una scarica<br />

elettrica a forte amperaggio, 40-60 volts. L'animale viene quindi sgozzato con grossi coltelli, viene<br />

fatto dissanguare, per permettere una buona conservazione della carne e quindi sezionato. Durante<br />

questa operazione spesso il cuore pulsa ancora di vita. Comunque in breve anche l'animale più forte<br />

e gagliardo è trasformato in un ammasso di cose raccapriccianti.<br />

I maiali appena usciti dal box (vedono il cielo e la luce del sole per la prima ed ultima volta)<br />

vengono spinti in un corridoio a grate che finisce nella gabbia dell'esecuzione: quasi sempre<br />

intuiscono ciò che sta per accadergli e fanno di tutto per non imboccare quel funesto corridoio:<br />

l'animale si rifiuta di andare verso la camera della morte: urla, scalcia, punta gli zoccoli, a volte si<br />

guarda intorno come per implorare aiuto, ma quello che lo aspetta è tutt'altro che la liberazione. Una<br />

volta nella gabbia gli viene messa una morsa nelle orecchie e una scarica di corrente fulmina<br />

l'animale che finisce in una vasca bollente per ammorbidire il pelo. Guai se il disgraziato animale<br />

resta vivo: è inimmaginabile l'urlo di terrore. Quindi i maiali sono squartati da una sega elettrica che<br />

li divide in due e seziona la coscia, il lombo, il lardo, la pancetta, la spalla, la coppa, il guanciale, la<br />

testa. II sangue raccolto in enormi contenitori una volta veniva utilizzato per fare il sanguinaccio<br />

(tipo di salsiccia da molti considerata una prelibatezza) oggi essiccato in polvere viene utilizzato<br />

come concime o mangime nel settore zootecnico.<br />

La cosiddetta "vitella" è la carne del cucciolo di vitello ucciso prima dello svezzamento. Una<br />

volta venivano condotti al mercato ai primi giorni di vita e uccisi al momento in modo<br />

improvvisato. Oggi si fanno crescere fino a 15 settimane, impedendo loro di mangiare erba per<br />

avere le carni più tenere e bianche. l vitellini trascorrono la loro breve esistenza in piccoli box dove<br />

vengono continuamente ingozzati tramite un tubo. l vitellini vengono tenuti anemici perché la carne<br />

possa essere rosa. Per farli mangiare di più vengono tenuti senz'acqua: cercano di dissetarsi<br />

mangiando. l vitellini portati via al 3° o 4° giorno di vita sentono il bisogno della madre, di<br />

succhiare, ma possono solo bere da un secchio di plastica.<br />

Per gli animali di piccola mole, polli, conigli, tacchini ecc. la macellazione è più sbrigativa.<br />

A testa in giù, i poveri pennuti, vengono appesi ad una catena mobile che li trasporta verso la<br />

macchina ghigliottina che mozza loro la testa mediante una lama girevole. Talvolta si usa<br />

schiacciare la testa dei volatili con una grossa pinza. Poi avviene il dissanguamento, lo spiumaggio,<br />

I'eviscerazione, il lavaggio e infine la confezione.


Oggi in Italia si pratica anche il rito ebraico-musulmano (sia per la presenza nel nostro paese<br />

di gente orientale, sia perché molta carne viene esportata in quei paesi). Gli ebrei secondo la loro<br />

religioni, possono mangiare solo carne di animali con zoccolo biforcute i musulmani, che escludono<br />

il suino, pesci solo senza scaglie. Però hanno l'ipocrita delicatezza di non uccidere la madre nello<br />

stesso giorno del figlio, di non catturare i pulcini se la madre vola nelle vicinanze del nido né di<br />

attaccare l'asino allo stesso gioco del bue, perché farebbe doppia fatica.<br />

Il metodo usato per la macellazione è detto "sechità" che consiste nel taglio netto della<br />

trachea, dei giugulari e dell'esofago con coltelli affilatissimi. Quindi l'animale viene capovolto con<br />

speciali organi per il completo dissanguamento (il sangue viene considerato impuro).<br />

Non meno crudele è la sorte dei pulcini che fin dal primo giorno di vita vengono messi in<br />

enormi capannoni illuminati a giorno 24 ore su 24. Non vedranno mai la luce del sole se non per<br />

essere uccisi. All'aria ammorbata dai loro escrementi un pollo ha lo spazio a vita grande quanto una<br />

mattonella di 20 centimetri di lato.<br />

Gabbie a perdita d'occhio su 3-4 file sovrapposte da dove cadono attraverso i fili di ferro, di<br />

cui sono fatte la basi, i liquami degli animali soprastanti. Lo stress causa spesso la pazzia degli<br />

animali e quando sono ammucchiati assieme si aggrediscono sino a ferirsi mortalmente. Il problema<br />

dei frequenti episodi di cannibalismo gli allevatori lo risolvono tagliando il becco dell'animale<br />

pennuto.<br />

Le galline ovaiole sono tenute in un tale stato di stress che molte si lasciano morire d'inedia<br />

o finiscono schiacciate o storpiate dalla calca delle loro compagne. Le più fortunate muoiono subito,<br />

le altre verranno uccise appena terminato il ciclo produttivo per essere trasformate in pasticcio di<br />

carne o brodo di pollo. Una volta nati i pulcini vengono scelti velocemente: i malformati e i non<br />

maturi vengono scartati come mele guaste e gettati in contenitori dove saranno frullati per farne una<br />

poltiglia che sarà utilizzata come alimento nel settore zootecnico o come concime.<br />

Tristemente noto è il fois-gras. Le palme delle oche vengono inchiodate ai tavolacci. Nel<br />

collo dell'animale viene infilato un tubo dal quale viene ininterrottamente somministrato un pastone<br />

da ingrasso. Il fegato a poco a poco si spappola e diventa quella "squisitezza" che tanto piace a certi<br />

raffinati palati.<br />

L'allevamento tradizionale non è meno crudele di quello industriale. In molte località<br />

italiane è ancora in voga il taglio della corna, delle orecchie, la castrazione, il marchio a fuoco,<br />

sempre la separazione dei figli dalle madri.<br />

Oltre alla macellazione industriale si pratica un po’ dovunque quella clandestina, locale,<br />

familiare: gli animali vengono uccisi, senza la minima anestesia, da gente improvvisata.<br />

Nei dintorni di Modena viene tutt'ora praticato il barbaro metodo del bastone conficcato<br />

nella bocca dell'animale fino a sfondare lo stomaco e gli intestini; in una sorta di impalamento alla<br />

rovescia.<br />

A Napoli nei mercati rionali capretti e agnellini vengono uccisi sul posto dal venditore<br />

mediante tagli imprecisi con coltellacci poco affilati. Nel sud quando un bovino sgozzato è duro a<br />

morire gli viene versata dell'acqua bollente nelle orecchie (punto debole dei mammiferi) che muore<br />

nei più atroci dolori.


Nel sud-est asiatico, nelle Filippine, in Corea, cani e gatti vengono venduti al mercato la cui<br />

carne è considerata una prelibatezza. A migliaia gli animali vengono ammazzati sommariamente,<br />

bolliti o arrostiti spesso ancora vivi o impiccati per rendere più saporite le carni. Con le pelli<br />

verranno poi confezionate le pellicce gae-wolf.<br />

Non è meno atroce la sorte che tocca agli animali marini. I pesci pescati con le reti muoiono<br />

per asfissia dopo ore di lenta e spasimante agonia, mentre dimenandosi cercano inutilmente di<br />

riconquistare il mare. Altrettanto crudele è la morte dei pesci pescati all'amo, paragonabile ad un<br />

grosso arpione che si infila nella bocca di un uomo sino a sfondargli il cervello. Ma la morte più<br />

terribile tocca alle aragoste, bollite ancora vive, e alle piccole lumache uccise a centinaia per<br />

confezionare una sola pietanza.<br />

Budda annovera tra i mestieri più infami quello di macellaio, di cacciatore, di allevatore di<br />

animali, di pescatore. Pitagora affermava che quelli che uccidono gli animali o mangiano la carne<br />

sono più inclini a massacrare anche i propri animali. B. Schaw diceva che è ipocrisia lamentarsi<br />

della violenza o della guerra se poi si uccidono gli animali per farne pietanza. Leonardo asseriva:<br />

"Coloro che non rispettano la vita non la meritano". Platone tollerava l'alimentazione carnea solo ai<br />

soldati. S. Girolamo asseriva: "Dopo che Cristo è venuto non è più permesso mangiare carne" e<br />

Porfirio aggiunge: "Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento per demoni".<br />

Mentre il profeta Isaia dice: "Colui chi uccide un bue è come colui che uccide un uomo".<br />

Dal 1950 ad oggi il consumo di carne è aumentato del 122%. Ma ogni violenza ha sempre le<br />

sue ripercussioni, infatti con I'aumento del consumo di carne sono aumentate nel mondo le malattie<br />

più terribili: di queste malattie sono maggiormente colpite le popolazioni che fanno maggior uso di<br />

carne, per contro le popolazioni a regime vegetariano, o quasi, sono immuni alle stesse malattie. Le<br />

infezioni intestinali dovute alla carne sono all'ordine del giorno: 30.000 casi di salmonellosi in<br />

Inghilterra e 80.000 di enterite in Germania sono solo i dati più noti degli ultimi tempi.<br />

Per quanto riguarda gli effetti della carne sull'organismo umano, oltre quelli già descritti ed<br />

altri tristemente noti, c'è da dire che la carne ha legami con il cancro alla mammella e al colon, che<br />

il nitrito di sodio aggiunto alla carne in scatola forma le nitrosammine sostanze mutagene e<br />

cancerogene, che gli eschimesi che si nutrono quasi esclusivamente di carne e pesce hanno vita<br />

media di 27 anni e che il loro quoziente intellettivo è tra i più scarsi, che l'uso eccessivo di pesce ha<br />

favorito l'insorgere della lebbra in molte zone dell'Asia.<br />

Non meno grave e allarmante è l'aspetto economico della dieta carnea. Occorrono 16 Kg di<br />

proteine vegetali per produrre 1 Kg di proteine animali. Un capo di bestiame consuma derrate<br />

alimentari quanto 12 persone. Con il costo di un Kg di carne oggi si possono comperare 2 Kg di<br />

pasta, 2 Kg di pane, 2 Kg di verdure, 2 Kg di insalata e un litro di olio. In USA il cibo vegetale<br />

consumato per gli animali di allevamento sfamerebbe 500 milioni di persone. Se l'Europa si nutrisse<br />

di vegetali potrebbe sfamare una popolazione 54 volte superiore e gli U.S. una popolazione 150<br />

volte superiore, praticamente se tutti i terreni coltivabili del mondo venissero coltivati per produrre<br />

cibo vegetale si potrebbe sfamare una popolazione di 25 miliardi di persone, con la logica<br />

conseguenza che sarebbe debellata la fame nel Terzo mondo. Un terreno, che adibito a pascolo da<br />

una tonnellata di carne bovina, se coltivato a legumi darebbe 20 tonnellate di cibo ancora più ricco<br />

di proteine. E infine c'è da considerare che il settore zootecnico ha un passivo annuo sulla nostra<br />

bilancia agroalimentare di 10-12 mila miliardi, a fronte di una scarsissima fonte occupazionale.<br />

La spaventosa indifferenza dell'uomo verso l'uccisione degli animali, considerati cose da<br />

trasformare in pietanze, e che si estende, come abbiamo visto, ai cuccioli preferiti per le loro tenere<br />

carni, fa emergere una considerazione sull'ipocrita malvagità umana. Se eccezionalmente, un felino


(per sua natura predatore e carnivoro) uccide un bambino per mangiarselo l'animale viene<br />

considerato un mostro crudele e insensibile verso una creatura inerme, allora quell'animale deve<br />

essere sterminato. Ma se è l'uomo ad uccidere un cucciolo, come di fatto avviene sistematicamente,<br />

viene considerato un fatto normale, non condannabile dalla morale comune. Praticamente sono state<br />

invertite le parti: dall'animale, nella sua natura semplice ed istintiva, si pretende ragionevolezza,<br />

sensibilità e rispetto verso gli esseri umani, mentre l'uomo, cosiddetto civile, cristiano, filosofo,<br />

poeta, è legittimato a compiere qualsiasi delitto nei confronti di esseri indifesi, senza per questo<br />

sentirsi in colpa verso la giustizia e verso la Vita.<br />

Don Mario Canciani afferma che le popolazioni più crudeli verso gli animali sono quelle di<br />

cultura ebraico-cattolica, nonostante vi siano molte chiare indicazioni nell'Antico Testamento a<br />

rispettare questi nostri fratelli di viaggio.<br />

Se la storia non è che lo specchio fedele della condizione morale e spirituale della gente, le<br />

violenze, le ingiustizie, le guerre non sono che la diretta conseguenza della condizione della<br />

coscienza umana abituata, dalla cultura antropocentrica, a convivere ogni giorno con gli orrori<br />

apocalittici dei fiumi di sangue che vengono versati nei mattatoi per imbandire le tavole dell'essere<br />

fatto ad "immagine e somiglianza di Dio". Si rivela profetica l'affermazione di Hermann: "Finché vi<br />

saranno i mattatoi vi saranno i campi di battaglia".


MACCHINE ANIMALI<br />

Negli ultimi anni il consumo della carne va registrando un sensibile calo a causa della<br />

denunciata dannosità che produce nell'organismo umano, per l'ingente quantità di farmaci<br />

anabolizzanti somministrati agli animali per immunizarli dalle varie malattie, farli ingrassare più in<br />

fretta e farli avere la carne del colore desiderato: medicinali che entrano inevitabilmente nel<br />

metabolismo di chi fa uso di questa orribile pietanza.<br />

La battaglia contro la produzione industriale portata avanti con lo slogan "macchine animali"<br />

svilupperà, di conseguenza, la richiesta di carne biologica, cioè prodotta da animali liberi di<br />

pascolare secondo natura. Se da una parte gli animali (ugualmente condannati a morte dall'egoismo<br />

e dall'ignoranza umana) avranno, se non altro, la possibilità di trascorrere la loro breve esistenza<br />

senza soffrire la restrizione della prigione a vita e di una innaturale alimentazione, dall'altra vi sarà<br />

un probabile incremento della richiesta di tale alimento considerato non più nocivo per la salute<br />

umana.<br />

I grandi allevatori convertiranno i loro lager in distese terriere adatte alle nuove esigenze in<br />

modo che tutti possano continuare a mangiare gli animali con le carte in regola della dietologia<br />

ufficiale. Gran parte dei terreni, ora coltivati a vegetali, saranno adibiti a pascolo e nel giro di pochi<br />

anni andranno ad ingrandire l'area delle terre aride, con le ben note conseguenze dell'inquinamento<br />

delle falde acquifere, delle piogge acide dovute alle deiezioni degli animali ecc.<br />

A mio avviso il problema è un altro su cui noi animalisti dovremmo puntare l'attenzione: la<br />

carne fa male non perché gli animali vengono imbottiti da farmaci ma perché l'alimento carneo non<br />

è adatto all'alimentazione umana (anche se lo fosse sarebbe eticamente condannabile) dal momento<br />

che l'uomo non è stato programmato dalla natura per nutrirsi di cadaveri ma di alimenti vivi, cioè di<br />

frutta, semi e verdura come i primati e le scimmie antropoidi alla cui specie appartiene.<br />

Gli animali che in natura mangiano la carne sono dotati di un apparato digerente differente<br />

dal nostro, adatto al transito e all'espulsione rapida dei residui carnei. L'uomo avendo un canale<br />

intestinale 4 volte più lungo dei carnivori, adatto al lento transito delle fibre vegetali, la carne che<br />

ingerisce (sostanza in via di putrefazione) staziona per un tempo molto più lungo del dovuto<br />

sviluppando di conseguenza ogni sorta di infezioni. Infatti le popolazioni che consumano più carne<br />

sono quelle maggiormente flagellate dalle malattie gastrointestinali e non solo. Gli Stati Uniti che<br />

detengono il primato del maggior consumo di carne procapite hanno la più bassa percentuale di vita<br />

media di tutti i paesi industrializzati, pur avendo il più sofisticato apparato sanitario del mondo ed<br />

uno dei climi più temperati. Per contro certe popolazioni, pur avendo un clima severissimo, in virtù<br />

di una dieta povera di carne hanno un indice di vita media tra il più alto del mondo, come gli<br />

Hunzakuts pakistani, i russi caucasici, gli indiani dello Yucatan, gli indiani Toda ecc. la cui vita<br />

media supera i cento anni.<br />

Ma anche se la consapevolezza della dannosità della carne porterà sicuramente ad una<br />

progressiva diminuzione del consumo di tale prodotto I'universalizzazione della dieta vegetariana<br />

resta per ora meta da raggiungere, frutto di una nuova coscienza umana che sta maturando a livello<br />

planetario.<br />

Il senso di giustizia, la solidarietà e l'etica universale portata avanti dalla rivoluzione<br />

culturale animalista e che trova i suoi massimi esponenti in Leonardo, Tolstoi, Gandhi ecc.<br />

consentirà all'umanità di compiere il grande salto di qualità, non in virtù di un concetto egoistico<br />

che "la carne fa male" ma della nuova capacità della coscienza umana di rispettare il valore della<br />

vita e di condividere l'altrui sofferenza.


Noi sicuramente non vedremo i risultati di questa nostra battaglia, il concretizzarsi di questa<br />

nuova stupenda dimensione, ma siamo orgogliosi di aver posto le basi di una civiltà più degna<br />

dell'attuale basata sull'amore e sulla fratellanza universale.


ANIMALISMO E OPINIONI ALTRUI<br />

Le regole democratiche vogliono che siano rispettate le opinioni degli altri e siccome noi<br />

animalisti condanniamo chi legittimizza l'uccisione degli animali, anche a scopo alimentare, spesso<br />

siamo tacciati di intolleranza verso le scelte degli altri oltre che di incoerenza nei confronti del<br />

senso di giustizia e di civiltà che anima la nostra causa.<br />

Noi dunque dovremmo rispettare quelle convinzioni (che tra l'altro sono il motivo delle<br />

nostre battaglie) anche quando queste giustificano l'estrema violenza sull'animale, che noi<br />

consideriamo nostro prossimo, mentre la stessa logica non viene applicata quando, giustamente, si<br />

condanna un uomo per aver usato violenza verso quelli della sua stessa specie.<br />

La critica agli ideali animalisti a mio avviso è un latente quanto patetico tentativo di<br />

scagionare la propria coscienza quando, posta davanti ad una palese ingiustizia, accusa sensi di<br />

colpa per un'errata interpretazione della vita e per l'assurdo rifiuto a rinunciare ad una abitudine<br />

crudele giustificata solo dal piacere della gola.<br />

lo credo che come il male vada condannato e il bene esaltato, così le opinioni della gente<br />

siano degne di biasimo o di lode a seconda che si schierino in difesa della violenza e della morte o<br />

della giustizia e della vita. Tutte le opinioni sono degne di considerazione e di rispetto solo se non si<br />

oppongono alla Vita, altrimenti tutto diviene lecito, come la storia insegna, e la violenza sugli<br />

animali gradualmente si estende sugli esseri umani.<br />

In realtà siamo noi animalisti a subire la violenza più dolorosa e sistematica, non solo da<br />

parte di coloro che mangiano la carne dei nostri fratelli animali o che per vanità indossano le loro<br />

pellicce, ma da parte della cultura ufficiale che per mezzo dei mass media e della TV di Stato<br />

offende continuamente il nostro sentimento d'amore propinandoci giornalmente immagini di<br />

animali appena massacrati o ancora agonizzanti (come i pesci) o che stanno per subire la pena<br />

capitale in una macabra esaltazione di un'inciviltà degradante e diseducativa: il tutto con l'assoluta<br />

mancanza di rispetto non solo verso le sventurate vittime ma verso quanti non considerano affatto<br />

gli animali oggetti ad uso e consumo dell'uomo ma esseri senzienti col nostro stesso disperato<br />

bisogno di esistere.<br />

Voi non avete alcun diritto di violentare la nostra coscienza con immagini dolorose quanto<br />

raccapriccianti; non vi è lecito propugnare una cultura di sangue e di morte, che rende l'uomo<br />

peggiore perché lo abitua a giustificare il suo più tremendo genocidio.<br />

Vi è qualcosa di peggio della dittatura, della demagogia, dell'egoismo, della malvagità: è di<br />

abituare l'uomo all'indifferenza e al disprezzo dell'altrui dolore e morte.<br />

Un giorno ci stupiremo di essere stati così ciechi, stolti e retrivi nei confronti dell'edificante<br />

concezione biocentrica della vita rispetto alla tirannia dell'antropocentrismo.<br />

Un giorno capiremo che l'etica universale dell'animalismo, cioè il sentimento di rispetto e<br />

d'amore esteso dall'uomo ad ogni essere vivente, è l'anello mancante alle dottrine religiose e<br />

filosofiche affinché l'uomo possa avere l'esatta visione della realtà ed una coscienza in grado di<br />

realizzare un mondo migliore. Un giorno capiremo che anche l'uomo ritenuto più saggio ha le mani<br />

sporche di sangue se non è vegetariano.<br />

Ognuno interroghi se stesso per sapere quante creature vivono o sono state uccise a causa<br />

della sua condotta e delle sue opinioni.


NECESSITA' DI SUPERARE ANTICHE CONCEZIONI<br />

Per millenni si è creduto che la Terra fosse il centro dell'Universo, che l'Universo fosse di<br />

contorno al pianeta Terra e che la creazione fosse in funzione della specie umana.<br />

Ora anche se è stato dimostrato da molti secoli che il nostro pianeta non è affatto il fulcro<br />

dell'universo, il concetto antropocentrico della vita resta per gran parte della gente la quale continua<br />

a ritenere che Dio abbia creato tutte le cose per metterle a disposizione dell'uomo.<br />

Ma a parte le motivazioni storico-sociali-religiose che hanno contribuito allo sviluppo della<br />

nefanda dottrina antropocentrica, nulla di ciò che è stato detto può avere valore imperituro, deve<br />

invece svilupparsi con l'evolversi della coscienza e dello spirito umano in modo da ampliare nel<br />

tempo la sfera dei sentimenti e dell'intelligenza dell'uomo e così renderlo capace di amare non solo<br />

se stesso, i suoi parenti, la gente del suo paese e quelli della sua razza ma ogni essere vivente, ogni<br />

cosa che ha vita.<br />

Infatti se la legge dell'Antico Testamento dovesse essere ancora valida integralmente il<br />

comando "crescete e moltiplicatevi" porterebbe la specie umana al collasso delle sue capacità<br />

demografiche; non solo: dovremmo far circoncidere i nostri figli, consacrare il primogenito a Dio,<br />

considerare reo di morte non solo chi uccide e chi commette adulterio ma anche chi lavora di<br />

sabato. La legge dice pure che il 7° anno la terra deve essere lasciata incolta affinché se ne servano i<br />

poveri, che gli altari vanno consacrati con lo spargimento di sangue degli animali immolati, che la<br />

donna che indossa indumenti da uomo (e viceversa) è abominio, insomma una legge che contempla,<br />

tra l'altro, la condizione di schiavitù dell'uomo ecc.<br />

Ma l'uomo è proiettato verso dimensioni superiori e nulla può impedire (salvo guerre e<br />

degenerazioni esistenziali) la sua evoluzione civile e morale. Un tempo certi privilegi erano<br />

esclusiva prerogativa dei regnanti, poi furono estesi alla corte, successivamente a certe caste, quindi<br />

a quelli appartenenti alla stessa razza ed infine, con la democrazia, si è capito che tutti gli uomini<br />

sono uguali davanti alla vita e che tutti hanno gli stessi diritti, anche se ancora oggi in molte parti<br />

del mondo si lotta per i diritti umani a causa del razzismo il quale (ed è inevitabile perché<br />

nell'ordine naturale delle cose) sarà presto frantumato dal senso della giustizia che accompagna ogni<br />

evoluzione civile. Ma la giustizia può forse essere per sempre limitata alla sola specie umana?<br />

L'uomo non potrà mai essere in pace con se stesso e con gli altri e raggiungere la sua vera<br />

dimensione sociale se continuerà a considerare legittimo il giornaliero massacro di animali<br />

innocenti: una coscienza capace di giustificare tale ingiustizia non è pronta a realizzare un mondo<br />

migliore.<br />

Se Dio avesse stabilito per legge naturale che l'uomo impunemente potesse violentare,<br />

sfruttare, torturare, uccidere gli altri esseri viventi senza tema alcuna di infrangere la legge della<br />

giustizia e della vita, sarebbe un Dio insensibile alle sofferenze delle sue stesse creature o impotente<br />

a nutrire gli uomini senza spargimento di sangue.<br />

Anche se alle origini l'antropocentrismo è servito a dare all'uomo la spinta per allontanarsi<br />

da un modo di vivere simile a quello degli animali selvatici, col passare del tempo ha rivelato tutti i<br />

suoi effetti deleteri sullo sviluppo della coscienza umana.<br />

Infatti nei primordi l'uomo uccideva un animale perché costretto da necessità di<br />

sopravvivenza, oggi mangia la carne solo per variare il gusto delle pietanze e senza alcun rispetto<br />

per la vittima del suo ventre, della sua indifferenza e della sua ignoranza. Milioni di animali<br />

vengono uccisi ogni giorno e impacchettati con la noncuranza con cui si confeziona una scatola di


fagioli. Nonostante abbia a disposizione un'infinità di altri beni alimentari l'uomo mangia il corpo<br />

degli altri esseri viventi senza pensare alla morte e all'agonia che è costata a quella creatura a cui è<br />

stata tolta per sempre l'unica sua ricchezza terrena, la vita.<br />

L'antropocentrismo ci ha portato ad una cultura sempre più disumana perché ha abituato<br />

l'uomo all'insensibilità e all'indifferenza verso la condizione di dolore non solo degli animali ma<br />

degli stessi esseri umani: l'indifferenza è agli antipodi dell'amore che si esprime nella volontà di<br />

condividere e di sentire l'altro come parte di se stessi.<br />

L'antropocentrismo ci ha portato all'infamante e crudele pratica della visisezione con la<br />

quale per scopi sadici e lucrosi, vengono sacrificati montagne di animali innocenti a danno sia della<br />

salute umana che dell'evoluzione della vera scienza medica ma solo a vantaggio dei vivisettori e<br />

delle industrie farmaceutiche; ci ha portato alla cultura delle pellicce in cui, per soddisfare la rozza<br />

vanità di una sola persona vengono sacrificate anche 80 splendide creature; ci ha portato al crudele<br />

gioco del tiro al piccione, della caccia a causa della quale moltissime specie di animali si sono<br />

ormai estinte per sempre dalla faccia del pianeta; ci ha portato al disumano divertimento delle<br />

corride in cui in un solo anno solo in Spagna 10 mila giovani tori vengono barbaramente trucidati<br />

per divertire un pubblico assetato di sangue e di violenza; ci ha portato alle sagre degli animali delle<br />

infinite feste patronali che si celebrano in gran parte del mondo occidentale, ci ha portato<br />

all'ecatombe giornaliera di animali nei mattatoi, nelle tonnare, alla soppressione sistematica dei cani<br />

nei canili comunali, alla segregazione a vita, fino alla pazzia, degli animali negli zoo e nei circhi<br />

equestri; ci ha portato all'avvelenamento dell'acqua, della terra, dell'aria, dei mari; ma gli effetti più<br />

devastanti dell'antropocentrismo sono sulla coscienza umana e sulla mente dell'uomo: abituando i<br />

bambini a non dar valore ad ogni forma di vita, a non curarsi della sofferenza e della morte degli<br />

altri esseri viventi, in essi non si sviluppa la sfera del sentimento, dell'amore, della condivisione e il<br />

loro animo resta incapace di rispetto, insensibile, egoista anche verso le necessità degli esseri<br />

umani.<br />

L'errore più grande che l'adulto possa compiere (ed anche il delitto più grosso) nei confronti<br />

dei bambini è limitare la loro sfera d'amore al solo essere umano e indicare loro gli animali come<br />

esseri cattivi pronti a mangiarli o a punirli. A parte che ciò è una menzogna e come tale sempre<br />

negativa ai fini dell'educazione del bambino, la loro anima resterà mutilata nelle sue più nobili<br />

espressioni ed il bambino non sarà capace di amare gli altri come se stesso perché diffidente e<br />

pauroso specie di fronte alle differenze di razza e costume; sarà incapace di accettare l'idea e di<br />

capire che tutti gli esseri viventi sono uguali davanti alla vita perché tutti ugualmente importanti ai<br />

fini dell'armonia universale perché tutti parti e membra di un solo grande organismo; incapace di<br />

capire che proprio in virtù della diversità multiforme delle cose esiste la vita, la terra, il cosmo, che<br />

non è più o meno importante un essere, o ha più o meno diritto al rispetto e alla vita, a seconda della<br />

sua bellezza o della sua intelligenza perché nessuna creatura ha il merito o il demerito di essere tale<br />

fisicamente o intellettualmente, né è la quantità degli esseri a renderli più o meno importanti perché<br />

altrimenti avrebbe valore la comunità non il singolo componente. La vita di per se stessa è sacra<br />

perché il bene più grande di ogni creatura, mentre la morte è un fatto irrevocabile che spegne per<br />

sempre l'universo negli occhi e nel cuore della vittima.<br />

L'errore sta nel credere che alcune specie o alcune creature abbiano più di altre diritto al<br />

rispetto e alla vita, cioè nel credere che un serpente o un topo sia legittimo e doveroso ucciderlo<br />

perché brutto, pericoloso o poco intelligente. Non si pensa però che i rettili sono un anello della<br />

catena biologica della vita importante quanto l'anello della specie umana, né che per il serpente o<br />

per il topo la loro vita è più importante magari non solo di quella dell'uomo ma di tutte le altre<br />

specie messe assieme.


Anche se è vero che esiste una scala di valori non c'è differenza alcuna tra la vita di un<br />

cavallo e quella di un uomo perché è la capacità di soffrire e la vita in se stessa che accomunano<br />

tutte le cose e stabiliscono per l'uomo la legge di non fare ad altri ciò che non si vorrebbe per noi: la<br />

gioia come il dolore, la vita come la morte sono realtà universali.<br />

Dalla violenza mai viene un bene, per questo non è mai giustificabile se commessa<br />

dall'uomo il quale ha la possibilità e la capacità di trovare soluzioni non violente per ogni<br />

circostanza. MA SE SI ABITUA L'UOMO ALL'INDIFFERENZA VERSO IL DOLORE DEGLI<br />

ANIMALI LO SI DISPONE ALLA VIOLENZA COME REGOLA DI VITA.<br />

E' necessario che l'uomo sia educato non al rispetto della vita dell'uomo ma della vita in<br />

senso Iato; al rifiuto della violenza non sull'uomo ma su ogni essere vivente; spronato a condividere<br />

la condizione non della propria specie ma di ogni creatura.<br />

LA REALIZZAZIONE DI UN MONDO MIGLIORE E' POSSIBILE SOLO SE<br />

MIGLIORE SARA' LA COSCIENZA DI COLORO CHE LO COMPONGONO, una coscienza<br />

capace di condannare qualsiasi tipo di violenza sull'uomo, sull'animale, sulla natura, capace di<br />

condividere l'altrui condizione e partecipare all'intimo sentire di ogni cosa; capace di comprendere<br />

che, anche se in modi diversi, tutti gli esseri viventi come l'uomo amano la vita, soffrono ed hanno<br />

paura della morte.<br />

Condividere significa immedesimarsi nell'altro, capire le sue necessità, la sua paura di fronte<br />

al pericolo, alla minaccia della fame, della prigionia, della morte. Se l'uomo riuscisse a condividere<br />

fino a percepire la sofferenza dell'altro, come se fosse una parte di se stesso che viene ferita o<br />

mutilata, mai causerebbe sofferenza o morte ad alcun essere vivente e di conseguenza nemmeno<br />

all'essere umano.<br />

La legge dell'amore e della vita, la sola che può dare all'uomo la sua vera e giusta<br />

dimensione, si esprime esclusivamente attraverso la sensibilità dell'animo e la bontà di un cuore<br />

intelligente.<br />

Amare significa volere per l'altro lo stesso bene che si vuole per se stessi; significa<br />

desiderare che viva secondo la sua natura, che sia felice; ed è felice solo chi è libero, chi può essere<br />

artefice della propria esistenza.


UNIFICARE LE FORZE ECOLOGICHE<br />

Credo sia paradossale che nell'ambito delle associazioni protezioniste vi siano<br />

differenziazioni ideologiche e che tuttora non si riscontri una vera volontà comune di unificare le<br />

varie forze impegnate nello stesso obiettivo. A mio avviso è come cercare di portare a riva la stessa<br />

barca spingendola verso opposte direzioni.<br />

La nostra battaglia (che è una nuova realtà culturale) può essere vinta solo se metteremo in<br />

sintonia le nostre singole valenze per troppo tempo isolate e, nella forma, spesso divergenti.<br />

C'è assoluta necessità di coerenza, di chiarezza, di linearità sia a livello di associazioni che<br />

di singoli rappresentanti: ogni errore, ogni malaugurato compromesso non fa che indeboliore la<br />

nostra causa e dar forza agli oppositori. L'unificazione delle forze ci darebbe la possibilità di<br />

coinvolgere i tantissimi potenziali ecologisti che ora purtroppo si limitano ad assistere dall'esterno<br />

ai risvolti di questo processo evolutivo riversando il loro interesse solo sui propri animali domestici,<br />

o sugli animali come specie in estinzione, incuranti della sorte di tanti animali simili che<br />

giornalmente vengono torturati o uccisi.<br />

Quindi SE LA COERENZA E' DETERMINANTE IN UNA CAUSA, NOI NON<br />

POSSIAMO CHE ESSERE VEGETARIANI, PERCHE' NON POSSIAMO INVOCARE<br />

PROTEZIONE E GIUSTIZIA PER GLI ANIMALI SE POI CE LI MANGIAMO A TAVOLA.<br />

Così come ogni associazione non può limitare l'azione nel suo specifico campo curando gli effetti di<br />

questa cultura antropocentrica, deve essere invece fulcro generatore di una nuova cultura, più<br />

umana, più giusta, di amore e rispetto per la vita in senso lato. E' assurdo sperare vi siano sostanziali<br />

mutamenti nei riguardi degli animali se non cambia la coscienza degli individui e non viene<br />

debellata la concezione antropocentrica della vita. Una buona legge tutelerebbe gli animali, è vero,<br />

ma dato che questi non possono protestare se la gente resta egoista, insensibile e malvagia li<br />

maltratterà e li ucciderà ogni qual volta potrà sfuggire ad un controllo.<br />

Imporre una legge non significa risolvere un problema; è necessaria la persuasione e questa<br />

può avvenire solo mediante una nuova cultura. E' chiaro che questa è un'impresa difficile e<br />

disperata, perché rendere gli uomini migliori, specialmente più sensibili, significa risolvere tutti i<br />

problemi ora conosciuti. Questo equivarrebbe a scardinare i sistemi culturali fin qui perseguiti e da<br />

sempre voluti da coloro che gestiscono la cultura delle masse e che da questo stato di cose traggono<br />

vantaggi.<br />

Noi dobbiamo essere gente scomoda, che non si scoraggia di fronte alle delusioni, solo così<br />

abbiamo la speranza di farci sentire in questa lotta impari. Dobbiamo incentivare nella gente il<br />

senso critico delle cose, una più acuta intelligenza, un più vasto sentire.<br />

Si sa che ogni potere si è sempre instaurato sulla ignoranza della gente, voluta e<br />

incrementata con mezzi politici perché gli sfruttatori sanno che quando il popolo diviene<br />

consapevole della realtà delle cose allora si ribella ed essi non possono più spadroneggiare.<br />

E' necessario quindi debellare le cause che generano ta cultura antropocentrica, che da<br />

sempre incide in modo determinante sulla formazione delle coscienze: non limitarsi solo a curare gli<br />

effetti che la stessa produce.<br />

La cultura antropocentrica è in gran parte dovuta alla Chiesa Cattolica che inculca nei<br />

bambini, fin dai primi anni di vita, l'idea che Dio ha messo tutte le cose a disposizione dell'uomo;<br />

questo fa in modo che nell'essere umano non possa svilupparsi la giusta sensibitità dell'animo da


consentire la vera ed integrale evoluzione, così l'uomo resta incline alla violenza non solo verso gli<br />

animali e la natura ma anche verso i suoi stessi simili.<br />

E' necessario dunque operare affinché si comprenda che la sofferenza e la morte, come la<br />

gioia e la vita, sono realtà comuni a tutti gli esseri viventi e che non sono più o meno gravi o<br />

importanti a seconda della specie o della singola creatura interessata. La vita di ogni essere vivente<br />

è il bene terreno più grande e più prezioso che possiede. Per un topolino la sua vita è importante<br />

quanto per un uomo è importante ta sua.<br />

Quindi è necessaria un'inversione di cultura, senza aspettare o sperare che siano coloro che<br />

sono al vertice a darci l'esempio perché non lo daranno mai essendo a discapito dei loro interessi.<br />

All'uomo deve essere insegnata la non viotenza in senso lato, così come l'amore e il rispetto per la<br />

vita in senso lato, non limitato alla sola specie umana.<br />

Non basterebbe un libro intero per elencare i crimini commessi dall'uomo a danno della<br />

creazione. Ma non possiamo limitarci a difendere solo alcune specie, (anche se ciò è sacrosanto e<br />

meglio di niente ed è ciò che da decenni noi animalisti stiamo facendo) è necessario intervenire<br />

sulle cause che determinano tali azioni, cioè sulla coscienza umana che è indispensabile, sia meno<br />

crudele, meno egoista. Questo purtroppo nessuno s'impegna seriamente a perseguire.<br />

Tutti sanno che se l'uomo fosse più onesto e sensibile, più giusto ed umano non vi sarebbero<br />

più guerre o violenze di sorta; ma nessuno fa niente per migliorare l'uomo. Si disperdono le energie<br />

più vitali per curare i mali dell'uomo ma nulla si fa per prevenirli.<br />

II sentimento è una componente essenziale per la formazione delle coscienze, infatti coloro<br />

che hanno fatto del bene all'umanità erano ricchi di sentimento e di sensibilità d'animo; per contro<br />

coloro che ne sono stati privi hanno portato il mondo alla rovina.<br />

Gli antropocentristi, coloro che osteggiano la nostra causa, sostengono i seguenti princìpi: 1)<br />

"Gli animali sono fatti per I'uomo". Se così fosse, se così avesse stabilito il Padreterno Egli non<br />

sarebbe il Dio dell'Amore, della Giustizia e della Vita ma il Dio della sofferenza e della morte,<br />

questo porterebbe a due alternative: o Dio è impietoso o è impotente di fronte alla necessità di<br />

nutrire gli esseri umani in modo incruento. 2) "Gli animali non hanno un'anima". Anche in questo<br />

modo si dimostrerebbe l'impotenza di Dio a dare un paradiso anche alle altre creature. Ma anche se<br />

la gente fosse consapevole che pure gli animali hanno un'anima questo non impedirebbe il loro<br />

giornaliero massacro. Il 3° quesito è relativo alla violenza tra gli animali. L'uomo giustifica la sua<br />

violenza a danno degli animali perché - dice - anch'essi tra loro si usano violenza. Cioè l'uomo<br />

uccide gli animali perché di questi si sente superiore ma si comporta peggio degli stessi. A questo<br />

punto bisogna scegliere: o anche l'uomo è un'animale e quindi si giustifica la violenza in senso lato,<br />

disponendosi ad accettare di buon grado qualunque sopruso che gli può venire da chi è più forte di<br />

lui, oppure è superiore agli animali e quindi non può essere giustificato il suo comportamento "da<br />

essere inferiore".<br />

Gli animali si aggrediscono perché non hanno alternativa per sopravvivere, non così è per<br />

l'uomo che ha la facoltà di capire che non è affatto necessario né giusto uccidere, causare sofferenza<br />

e morte ad un'altro essere vivente per soddisfare il piacere della gola, dal momento che il<br />

sostentamento umano può essere benissimo assicurato mediante sostanze vegetali, come la realtà<br />

dei vegetariani conferma.<br />

C'è da dire, infine, che gli animali, a differenza dell'uomo, non sono mai crudeli, non<br />

commettono mai il male per il gusto di farlo, non fanno la guerra, non si drogano, non abortiscono,


non hanno dunque i Iati peggiori dell'uomo pur essendo forse diversamente intelligenti; ma non è<br />

l'intelligenza speculativa, bensì il sentimento a dare ad un essere la sua vera grandezza.


CARNIVORISMO E SUPERIORITA' UMANA<br />

Mi sconcerta il carnivorismo dell'uomo, mi sconcerta il fatto che l'uomo consideri naturale<br />

nutrirsi di esseri viventi e che non si senta colpevole uccidendolo o facendo uccidere un animale per<br />

soddisfare il piacere della sua gola.<br />

Una macelleria in cui sono appese le misere parti sezionate di vari animali mi inorridisce: mi<br />

sembra di sentire le urla di terrore e l'agonia di quelle sventurate creature; ma più ancora mi<br />

inorridisce il fatto che l'uomo consideri normale tutto questo, che esseri (fatti come lui e che come<br />

lui amano la vita) debbano soccombere quotidianamente per essere trasformati in pietanze per il suo<br />

stomaco.<br />

A che serve che l'uomo abbia maggiore intelligenza se questa lo rende più crudele degli<br />

animali che egli considera inferiori? A che serve che meglio sappia distinguere il bene dal male se<br />

poi è così indifferente di fronte al dolore e alla morte di tante creature innocenti? Dov'è la<br />

superiorità umana? Se l'uomo è superiore agli animali, come egli stesso asserisce, come può<br />

compiere le azioni che negli animali condanna? e se invece non lo è allora egli dimostra di essere<br />

più crudele di ogni altra creatura, perché la specie umana è la sola che uccide per il solo piacere di<br />

farlo con la caccia, o quando sacrifica orribilmente splendidi animali per strappar loro il morbido<br />

manto, o quando li tormenta per gioco nelle arene.<br />

E' questa la civiltà dell'essere fatto ad immagine di Dio? Si dice che è la legge della natura in<br />

cui il più debole soccombe sempre al più forte. Allora giusto sarebbe considerare legittimo ogni<br />

sopruso, ogni violenza: la -supremazia di un popolo su di un altro, la guerra, il razzismo ecc.<br />

Ma l'uomo giustamente si ribella a questa assurda realtà vissuta nei confronti del suo simile,<br />

mentre la considera naturale applicata sulle specie più deboli, perché non hanno la capacità di<br />

rivendicare il loro diritto alla vita.<br />

Di fronte alla inumana realtà carnivora e dello sfruttamento degli animali da parte dell'uomo,<br />

i più sensibili si limitano a riconoscere che uccidere gli animali per mangiarseli, o usarli per fare<br />

esperimenti, è crudele, ma siccome l'organismo umano ha bisogno di proteine, e gli esperimenti<br />

bisogna pur farli, allora la soluzione più accettabile resta quella del non abuso, sia<br />

dell'alimentazione carnea che della pratica vivisettoria.<br />

Ed è inutile poi dimostrare scientificamente che l'organismo umano non ha alcun bisogno di<br />

nutrirsi di carne, che vi sono prodotti più ricchi di proteine, più vitali e meno costosi, come è inutile<br />

provare che la vivisezione oltre ad essere crudele è soprattutto dannosa per la salute dell'uomo per il<br />

semplice fatto che i risultati di tali metodi non sono trasferibili sull'essere umano, e gli effetti<br />

devastanti di molti prodotti derivati da tali pratiche è storia inconfutabile; come è inutile dire che<br />

troppi interessi girano nella sfera delle industrie della carne, che troppi miliardi interessano le case<br />

farmaceutiche perché si possa sperare in un risanamento morale dal vertice. Troppo spesso la<br />

scaltrezza e l'egoismo di pochi (sfruttando il disinteresse e l'ignoranza dei molti) riesce a fagocitare<br />

la mente e la coscienza collettiva, il resto è storia.


VEGETARISMO: RIVOLUZIONE D'AMORE<br />

La portata della rivoluzione etico-culturale dell'animalismo credo sia più grande di quanto<br />

noi stessi riusciamo a concepirla. L'ideale di giustizia e di CONDIVISIONE che ci muove va oltre il<br />

comune sentimento dell'amore il quale, anche nelle sue più nobili intenzioni, cela sempre<br />

un'inconsapevole egoismo: l'uomo aiuta quelli della sua specie perché in fondo spera, a sua volta, di<br />

essere aiutato. L'amore verso gli animali è evulso da qualsiasi interesse personale: non ci si aspetta<br />

ricompensa o gratitudine, ne tanto meno premi ultraterreni: ciò che ci spinge è l'amore verso la<br />

VITA, il desiderio di bene, di pace e di giustizia che vorremmo estendere dall'uomo ad ogni essere<br />

vivente in grado di soffrire.<br />

Per questo l'animalismo ha in sé i germi della vera grandezza umana in cui l'uomo ritorna<br />

(secondo il piano originale di Dio) ad essere tutore, cooperatore e guida delle creature più deboli.<br />

Ma la nostra rivoluzione è appena all'alba e su di noi grava l'onere della sua attuazione:<br />

ognuno è chiamato a vivere coerentemente ed in prima persona l'ideale di umanità e di giustizia al<br />

fine di essere punto di riferimento etico-sociale, di dialogo e di forza nonviolenta. Ciò che occorre è<br />

scuotere le coscienze dal torpore e dall'indifferenza, risvegliare e rinvigorire la parte migliore<br />

dell'animo umano, la sua capacità d'amare. Occorre anteporre alla logica passiva e noncurante il<br />

dubbio della critica più costruttiva. La terribile realtà che subiscono gli animali a causa dell'uomo<br />

deve essere sprono a sempre più determinati propositi.<br />

Limitarsi ad arginare gli effetti di un male serve a poco se non si debellano le cause che lo<br />

generano. E' la coscienza della gente a fare la storia, per questo è necessario intervenire sulla sfera<br />

dei sentimenti, parlando al cuore più che alla mente. E' necessario promuovere programmi di<br />

cultura e di sensibilizzazione a vasto raggio con lo scopo di rendere la coscienza umana più giusta e<br />

più sensibile, più capace di condividere l'altrui condizione, più consapevole dell'unicità delle cose e<br />

dell'intrinseca somiglianza di tutti gli esseri viventi; programmi in grado di portare, specialmente le<br />

nuove generazioni, a considerare grave la violenza sull'animale quanto quella sull'uomo in modo<br />

che non vi sia più distinzione tra la sofferenza dell'animale e la sofferenza umana, tra la vita<br />

dell'animale e la vita dell'uomo.<br />

Solo da una nuova cultura di valorizzazione della VITA e da una capacità di<br />

CONDIVISIONE può nascere una coscienza umana in grado di realizzare un mondo migliore. Per<br />

questo è necessario non solo combattere la paura (e spesso l'assurdo disprezzo) degli esseri viventi<br />

che solo nella forma sono dissimili dall'uomo, ma valorizzare le diversità formali e sostanziali come<br />

ciò che integra l'uomo e lo arricchisce. L'uomo è stato abituato a vedere negli animali la parte<br />

negativa della creazione, il male nascosto che ognuno porta dentro: annientando l'animale egli<br />

s'illuide di liberarsi della sua parte peggiore; è stato abituato a considerare il "diverso" un nemico da<br />

combattere, del quale diffidare: tutto ciò che non è umano va dominato perchè minaccioso, deforme<br />

e ciò che è deforme è sempre all'opposto del tipo di bellezza voluta dagli schemi convenzionali<br />

degli ottusi e dei malvagi.<br />

Il disprezzo per la diversità è stato nefasto non solo per gli animali ma anche per molti esseri<br />

umani: a causa del colore della loro pelle o per l'appartenenza ad altre etnie, per secoli sono stati<br />

considerati esseri inferiori negando perfino loro la capacità di soffrire o di avere sentimenti. Lo<br />

specismo della mentalità antropocentrica ha preparato il terreno per ogni sorta di razzismo.<br />

Ogni violenza e ogni guerra fratricida trova nell'aggressore, incapace di condividere la<br />

sofferenza della sua vittima, l'arma più micidiale per ogni atto criminoso. L'antropocentrismo,<br />

abituando la gente a non considerare il dolore e la morte degli esseri non umani, ha predisposto


l'uomo alla violenza verso quelli della sua stessa specie. E ora, tutti ne paghiamo le terribili<br />

conseguenze per la mancanza di pace, di giustizia, di comprensione, vittime inconsapevoli della<br />

nostra stessa violenza e della mancanza di senso critico.<br />

Si può costruire un mondo migliore con le mani sporche del sangue dei milioni di animali<br />

innocenti ogni giorno sacrificati dall'egoismo umano? Può una sofferenza perdersi nel nulla e non<br />

avere le sue ripercussioni sulla condotta comune? La violenza sugli animali è reale e drammatica<br />

quanto e forse più la violenza perpetrata sull'uomo, perché quest'ultimo può, per certi versi, essere<br />

corresponsabile di una determinata situazione sociale, l'animale no: egli è innocente davanti alla<br />

vita perchè non gli è dato di scegliere, anche se ha capacità di sofferenza e di sentimenti simili<br />

all'uomo.<br />

L'uomo delega ad altri il compito di mettere in atto la sua latente violenza per sfuggire agli<br />

attacchi dei suoi sensi di colpa e l'indifferenza finisce col diventare legge di vita. Gran parte dei<br />

piaceri umani costano sangue e morte agli animali: nulla di più terribile e di più degradante che<br />

godere sull'altrui sofferenza. E' questa la creatura fatta ad immagine di Dio? Eppure l'uomo riesce a<br />

ridere pur sapendo che a causa sua un'altro essere cesserà per sempre di far parte dell'universo dei<br />

viventi.<br />

Se Dio ama tutte le sue creature (altrimenti non avrebbe dato loro la possibilità di esistere) il<br />

modo di concepire l'amore degli animalisti, cioè di coloro che oltre agli esseri umani sanno amare e<br />

rispettare anche le altre creature, senza dubbio è il più vicino al modo di amare di Dio.


VEGETARISMO ED EVOLUZIONE UMANA<br />

Il vegetarismo non è soltanto una dieta alimentare incruenta ma un nuovo modo di concepire<br />

la vita nella sua interezza più qualificante; è il frutto di una coscienza maturata nell'amore, nel<br />

rispetto per ogni essere vivente e nel rifiuto di ogni violenza che si oppone alla libertà e al diritto di<br />

esistere di ogni creatura.<br />

Il vegetarismo rispecchia chiaramente la condizione etica, civile e spirituale di un individuo<br />

e quindi di un popolo: è punto di partenza dell'essere umano, per sua natura fruttariano, e punto di<br />

arrivo dell'uomo che riconquista la sua dimensione paradisiaca perduta in armonia con tutti gli altri<br />

esseri.<br />

L'uomo dei primordi, inizialmente frugivoro, perchè discendente dalla famiglia dei primati,<br />

si trasforma gradualmente in onnivoro per necessità di sopravvivenza a causa delle glaciazioni e del<br />

suo trasferimento dalla foresta nella savana. Storicamente l'uomo attraversa la selva della violenza,<br />

della legge del più forte e del fine che giustifica i mezzi e prima di approdare ad uno stadio di<br />

giustizia sociale e di democrazia, passano sulla sua coscienza le guerre, le persecuzioni, i roghi, il<br />

razzismo, lo schiavismo e da una posizione iniziale politicamente verticistica in cui in un solo<br />

individuo, nel capo, erano concentrati tutti i privilegi e le prerogative, si passa gradualmente ad<br />

estendere i diritti democratici a tutti i cittadini esseri umani.<br />

A questo punto sboccia la cultura del vegetarismo che propugna l'estensione del diritto al<br />

rispetto, alla dignità, alla libertà e alla vita dall'uomo alle altre creature senzienti in una visione<br />

globale delle cose legate insieme dal medesimo destino macrobiologico. Una dimensione a cui<br />

approderà inevitabilmente il genere umano spinto per legge naturale verso l'evoluzione del suo<br />

livello etico-culturale in virtù del quale sarà abolita non solo la violenza tra gli esseri umani ma la<br />

sopraffazione dell'uomo nei confronti degli animali. Verrà il tempo in cui si avvererà la biblica frase<br />

"Il leone pascolerà con l'agnello e il bambino metterà incolume la sua mano nel nido dell'aspide".<br />

Alcuni profeti del vecchio Testamento già presagivano l'ampliarsi di tale sentimento come<br />

logica conseguenza e condizione necessaria alla realizzazione del Regno di Dio. Isaia arriva a<br />

paragonare l'uccisione di un bue a quella di un uomo e Geremia ha l'ordine da parte di Dio di porsi<br />

sulla porta del tempio per persuadere coloro che entrano a non sacrificare animali. Tale nuovo senso<br />

di giustizia non poteva non coinvolgere i primi cristiani che a dire di S. Agostino e di S. Girolamo<br />

erano vegetariani, ed in particolare Pietro, Giacomo, Giovanni e Stefano.<br />

Verrà pure il tempo in cui le grandi religioni integreranno le rispettive dottrine e ognuna si<br />

arricchirà della parte più edificante dell'altra. La religione cattolica si aprirà all'amore verso gli<br />

animali mettendo in atto la legge già implicata nello Zoroastrismo, nel Buddismo, nell'Induismo.<br />

Zaratustra proibì il sacrificio di animali affermando "Chi ha cura degli animali senza nutrirsi delle<br />

loro carni martoriate avrà lo Spirito santo e la Verità".<br />

Mentre Budda annoverava tra i mestieri più degradanti quello di macellaio, di allevatore di<br />

animali da macello, di cacciatore e di pescatore. L'lnduismo, che ha sempre dato grande importanza<br />

agli animali, concepisce Dio come il Padre di tutte le creature in cui gli animali sono considerati<br />

fratelli e sorelle dell'uomo, che hanno un'anima come quella umana. Visione che conduce di<br />

conseguenza al vegetarismo, anche in virtù della legge karmica mediante la quale ogni azione<br />

malvagia si paga fino ad essere vittime della stessa violenza: gli spiriti s'incarnano negli animali per<br />

riscattare la colpa subendo la medesima violenza.


In tempi più recenti Francesco d'Assisi interpreta pienamente lo spirito della nuova<br />

dimensione umana aperta verso la fratellanza universale non solo nei confronti degli uomini e degli<br />

animali ma verso gli esseri inanimati: "sorella acqua, sorella pietra...". Messaggio incarnato in un<br />

contesto sociale più vasto da Gandhi che formula in "Tutto ciò che vive è il tuo prossimo" la sua<br />

dottrina d'amore e di nonviolenza. Gandhi sostiene che il rispetto per gli animali è il dono<br />

dell'lnduismo all'umanità e anche se di estrazione induista non rivendica il primato della sua<br />

religione anzi afferma di essere cristiano, buddista e musulmano nella stessa misura in cui si sente<br />

induista. Dando risalto al rispetto dovuto agli animali, quali vittime della violenza umana, arriva a<br />

dichiarare che tra tutti i crimini commessi dall'uomo quello della vivisezione è il più nero.<br />

Il pensiero di molti grandi filosofi ha precorso i tempi in merito alla nascente cultura<br />

animalista, anche se questa, come tutte le grandi rivoluzioni esistenziali, dovrà subire il processo<br />

dell'opposizione, per poi passare alla tolleranza dell'idea ed infine all'accettazione.<br />

Tra i primi filosofi, sostenitori dell'etica vegetariana, si annovera Aristotele, Lucrezio,<br />

Leonardo, Marc'Aurelio, Moro, Orazio, Origene, Ovidio, Platone, Pascal, Plutarco, Plinio, Spencer,<br />

Tagore e molti altri. In particolare Lutero asseriva che il dolore degli animali sarebbe stato redento<br />

nel Regno di Dio; Calvino che le altre creature avrebbero accompagnato l'uomo nella gloria; Volter<br />

più volte si trovò ad esprimere la sua indignazione per il fatto che i sentimenti venivano riconosciuti<br />

agli uomini e negati agli animali; Kant affermava che tutti gli esseri viventi sono fini e non mezzi;<br />

mentre per G. Benthan il problema non era se gli animali potevano ragionare o parlare ma se erano<br />

in grado di soffrire e aggiungeva: "Possa venire il giorno in cui agli animali siano restituiti quei<br />

diritti che non avrebbero potuto essere strappati loro se non dai tiranni"; Shophenauer diceva che<br />

gli animali sono dotati di volontà e che la pietà verso di essi è la più valida garanzia del buon<br />

comportamento umano; e infine Schweitzer, convinto assertore della sacralità di ogni vita, chiama<br />

l'uomo al massimo rispetto.<br />

Anche sotto l'aspetto scientifico l'amore ed il rispetto per gli animali è chiaro traguardo di<br />

un'economia più benefica e lungimirante. Finalmente l'uomo si sta accorgendo che la scienza<br />

medica sporca di sangue non può essere di aiuto all'umanità, anzi si rivela dannosa per la stessa<br />

salute umana. La vivisezione ha ormai i giorni contati dal momento che assiste imponente al suo<br />

fallimento metodo logico per l'impossibilità di trasferire sull'uomo i risultati sperimentati<br />

sull'animale, come resta confermato dal proliferare delle malattie più terribili. La scienza avulsa dal<br />

sentimento umano ha generato mostri in camice bianco. Ma la coltura di cellule umane e<br />

l'osservazione diretta della malattia sull'uomo (perorata da tutti i grandi medici di ogni tempo e<br />

paese) consentirà alla scienza medica e alla coscienza umana di attuare la sua giusta evoluzione.<br />

Ma l'aspetto più evidente e notevole della diretta corrispondenza tra vegetarismo ed<br />

evoluzione umana è sicuramente quello etico, che supera gli stereotipi della mentalità arcaica e<br />

cruenta dell'antropocentrismo, causa diretta di specismo e di ogni forma di discriminazione razziale.<br />

La visione biocentrica, che dà l'esatta visione della realtà biodinamica, nell'integrazione sinergica di<br />

tutte le specie e di tutti i componenti del tutto armonico, integra e valorizza non solo la vita a livello<br />

macroscopico ma riqualifica la singola vita per il suo intrinseco ed irripetibile valore, come entità<br />

che in se racchiude i meccanismi dell'intero universo.<br />

Tra i benefici, non ultimi, del vegetarismo, come emerso da studi encefalografici, il<br />

controllo delle onde cerebrali connesse con il rilassamento neuromuscolare che porta, come<br />

conseguenza, allo sviluppo della sensibilità umana, alla coscienza etica, alla nonviolenza e alla<br />

meditazione. Di questo la chiesa cattolica, ed in particolare il mondo clericale dovrebbe tenere<br />

debito conto, anche perché la dieta carnea, incitando nell'uomo gli istinti peggiori, ostacola lo<br />

sviluppo della sfera spirituale.


VEGETARISMO: BAROMETRO DELLA CIVILTA' UMANA<br />

La scomoda e provocante tematica animalista scatena puntualmente la reazione dei non<br />

vegetariani che, a difesa delle loro abitudini alimentari, tirano in ballo il solito sconfortante concetto<br />

che l'uomo ha sempre mangiato la carne, che in natura il più debole soccombe al più forte, che non<br />

dovremmo mangiare l'insalata (perchè anche le piante esseri viventi capaci di soffrire) e,<br />

naturalmente, neppure indossare scarpe o cinte di cuoio ecc. Concetti in cui si cerca di giustificare<br />

la violenza sugli animali da parte dell'uomo per il semplice fatto che "così è sempre stato", che è<br />

come dire: è inutile lottare contro la guerra, la criminalità, le rapine, i furti ecc. perché ci sono<br />

sempre stati, negando in questo modo la spinta naturale di tutte le cose verso la loro evoluzione.<br />

Senza contare che uno è libero di giustificare la violenza in cui egli stesso è la vittima non quando a<br />

subirne le conseguenze sono gli altri.<br />

Ma gli oppositori all'etica animalista anche di fronte alla coerenza di molti vegetariani che<br />

vivono integralmente il loro ideale rifiutano ugualmente di cambiare regime alimentare, perchè<br />

dovrebbero rinunciare alle piacevolezze culinarie della carne: in realtà è proprio questo il nocciolo<br />

del problema.<br />

Purtroppo pochissimi sono coloro che sanno accettare le innovazioni positive di una<br />

rivoluzione etico-esistenziale, ed in questo caso l'estensione del diritto al rispetto, alla libertà e<br />

all'esistenza dall'uomo agli animali; a considerare moralmente e civilmente più giusta e qualificante<br />

la cultura vegetariana rispetto alla cruenta concezione antropocentrica; pochi sono anche coloro che<br />

(pur considerando crudele uccidere un animale per divorarlo) dimostrano volontà ad approfondire il<br />

problema anche in vista della conclamata dannosità della carne sull'organismo umano. In realtà<br />

coloro che giustificano il carnivorismo legittimizzano la violenza come regola di vita.<br />

Ma anche se non sarà facile cambiare una mentalità arcaica che dura ormai da millenni;<br />

anche se siamo consapevoli che la nostra battaglia culturale è solo agli albori e che non si può<br />

giungere al suo compimento finale senza percorrere tutte le tappe della coscienza umana; che il<br />

vegetarismo integrale è il risultato finale di una condizione civile maturata nel senso della<br />

condivisione e nel rispetto del sacro valore della vita, sicuramente presto o tardi tutto il genere<br />

umano approderà alla dieta incruenta per motivi etici, salutistici ed economici. I dati statistici<br />

confortano le nostre aspettative: già un milione e mezzo di italiani hanno abbandonato la dieta<br />

carnea e per I'Inghilterra si prevede che nel giro di pochi anni la maggioranza della popolazione<br />

sarà vegetariana.<br />

Ma non c'è da stupirsi se molti sono ancora coloro che osteggiano la cultura della<br />

nonviolenza. Anche Cristo quando invitò ad amare i propri nemici da molti fu considerato folle.<br />

Il vegetarismo come nessun'altra filosofia rispecchia la capacità dell'uomo di mettere in atto<br />

la legge dell'amore e della condivisione mediante la volontà dell'individuo a compiere un sacrificio<br />

nella rinuncia di un piacere a beneficio dei valori dello spirito. Infatti il vegetarismo è accettato e<br />

vissuto, più o meno nella sua interezza, a seconda del livello spirituale di ognuno. C'è chi rinuncia<br />

alla carne e ai suoi derivati (i veganiani), chi rinuncia solo alla carne e al pesce (i vegetariani) e chi,<br />

pur essendo vegetariano, non riesce, purtroppo, a rinunciare ad una morbida quanto macabra<br />

pelliccia: ognuno aderisce alla legge dell'amore e della giustizia universale in base alla sua capacità<br />

di condividere il dramma degli animali e di tradurre in azione la sua spinta interiore.<br />

Ma proiettando in un lontano futuro il compimento del nostro ideale, non sarà affatto<br />

impossibile non solo rinunciare definitivamente all'alimento carneo e ai suoi derivati e quindi non


causare violenza ad alcun essere vivente, ma aiutare gli animali a superare la fase della loro ingiusta<br />

condanna alla violenza naturale.<br />

Partendo dal fatto che l'essere umano in qualità di creatura capostipite ha l'obbligo morale di<br />

aiutare gli altri esseri viventi nella loro evoluzione integrale, così come il fratello maggiore ha<br />

l'obbligo di aiutare i fratelli più piccoli, dal momento che il Regno di Dio non potrebbe attuarsi se<br />

limitato alla sola specie umana, allo stesso modo in cui ora l'uomo interviene ad arginare gli effetti<br />

violenti della natura o aiuta un animale in pericolo, potrà e dovrà intervenire per proteggere gli<br />

animali più deboli dall'estrema violenza da parte degli animali predatori, ma anche aiutare<br />

quest'ultimi (se non altro quelli più vicini all'uomo) a superare la loro fase cruenta.<br />

La cosa non è affatto impossibile, anche se è una speranza che appartiene al futuro; cioè<br />

quando l'uomo avrà realizzato la vera pace e la vera giustizia tra tutti gli esseri umani e sentirà il<br />

dovere di estendere concretamente la sua azione a protezione dei più deboli dall'uomo agli altri<br />

esseri viventi e in questo caso anche agli animali erbovori condannati ad una orribile morte da parte<br />

dei carnivori, egli potrà tutelare la loro vita, per esempio, facendo in modo che gli animali carnivori<br />

mangino il corpo di animali morti naturalmente e siccome la dieta influisce notevolmente sull'indole<br />

degli esseri viventi, contestualmente al pasto carneo potrebbero essere somministrate anche<br />

sostanze vegetali e chissà che col tempo non possa avverarsi la profezia di Isaia "Il leone pascolerà<br />

con l'agnello...".<br />

Ma gli interlocutori del cavillo mentre sono pronti a considerare ingiusto costringere il leone<br />

a modificare il suo regime alimentare, non considerano ingiusta la violenza assai più grande subìta<br />

dalla gazella sbranata dal felino.<br />

Allo stesso modo l'uomo potrà e dovrà aiutare gli animali erbivori a compiere anch'essi un<br />

passo verso la loro necessaria evoluzione, dal momento che le piante e l'erba, di cui essi si nutrono,<br />

soffrono se recise. Tali animali potrebbero nutrirsi (come in gran parte succede anche oggi) di erba<br />

e foglie secche ugualmente ricche di sostanze nutritive, approvvigionando tali alimenti nel periodo<br />

più opportuno.<br />

Tutto questo è una violenza all'ordine naturale delle cose? è un voler arbitrariamente<br />

cambiare le regole della vita? è voler intervenire sugli istinti e sulle funzioni? A mio avviso è<br />

semplicemente il giusto e sacrosanto diritto dell'uomo di proteggere gli animali più deboli da quelli<br />

violenti a costo di cambiare il loro regime alimentare. Daltronde una vita vale ben un pasto<br />

alternativo.<br />

E ancora allo stesso modo l'uomo potrà e dovrà risolvere il problema dei piccoli animali,<br />

insetti, formiche ecc. Per esempio costruendo le case o le strade nel periodo in cui l'erba è secca;<br />

organizzando opportuni percorsi nei prati in modo che passando non si finisca con lo schiacciare le<br />

formiche ecc.<br />

E i contadini che tagliano l'erba per liberare il terreno dai parassiti? credo che, per quanto<br />

riguarda i vegetali, è meglio non farli germogliare che tagliarli. Basterebbe cospargere i terreni con<br />

adeguati composti che nutrano la terra impedendo all'erba di spuntare.<br />

Quindi le soluzioni ci sarebbero e come ai non animalisti possono sembrare assurde<br />

proiezioni future a noi sembrano reali e realizzabili sia perché un gran numero di ecologisti già le<br />

mettono in pratica e sia perché sono conseguenza logica ed inevitabile dell'evoluzione civile e<br />

morale della coscienza umana protesa verso la realizzazione di un mondo ideale senza più la<br />

violenza tra gli abitatori del pianeta Terra.


* * *<br />

CHI MANGIA LA CARNE NON AMA LA VITA PERCHE'<br />

SI NUTRE DI VIOLENZA, DI SANGUE E DI MORTE<br />

Una società che legittimizza il massacro degli animali per il piacere della gola umana, che<br />

nega ad esseri senzienti il diritto all'esistenza, che abitua a disprezzare la sofferenza e la morte dei<br />

più deboli è lontana dall'abolire le guerre, le violenze, le malattie e dall'avere una coscienza in grado<br />

di concepire un mondo di pace, di giustizia e d'amore.<br />

NULLA COME LA VIVISEZIONE GRIDA VENDETTA DAVANTI A DIO.<br />

SOLO L'INFERNO E' PARAGONABILE<br />

ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE<br />

Chi pratica la vivisezione è potenzialmente capace di commettere qualsiasi delitto.<br />

LA CACCIA E' IL DIVERTIMENTO PIU' DISUMANO<br />

E DISTRUTTIVO DELL'UOMO COSIDDETTO CIVILE.<br />

Chi, senza rimorsi, distrugge la vita di un animale innocente non può che essere incline alla<br />

violenza anche verso gli esseri umani.<br />

INDOSSARE LE PELLICCE SIGNIFICA SPOGLIARSI<br />

DELLA PROPRIA UMANITA' PER VESTIRSI<br />

DELLA PIU' SPAVENTOSA INGIUSTIZIA.<br />

L 'indifferenza verso il dolore altrui è il vero cancro dell'animo umano.<br />

LA CORRIDA E' LO SPETTACOLO PIU' DEGRADANTE<br />

E DISEDUCATIVO CONCEPITO PER DAR SFOGO<br />

AGLI ISTINTI PIU' CRUDELI DELL'UOMO.<br />

Il male si alimenta non dalla violenza dei pochi ma dall'indifferenza dei molti.<br />

LA PESCA E' IL DOLORE PIU' GRANDE E MENO<br />

CLAMOROSO DELLA CREAZIONE.<br />

Quando l'uomo avrà una coscienza in grado di sentire il dolore della sua vittima sarà<br />

incapace di far del male ad alcun essere vivente.<br />

GLI ZOO SONO LE SOLE GALERE IN CUI TUTTI


I CONDANNATI SONO INNOCENTI.<br />

Finché un animale sarà schiavizzato, sfruttato, recluso, nessun uomo sarà libero.<br />

NEI CIRCHI EQUESTRI GLI ANIMALI VENGONO<br />

MORTIFICATI FINO ALL'ANNIENTAMENTO DELLA<br />

LORO VOLONTA' PER DIVERTIRE UN PUBBLICO<br />

DI GENTE VUOTA E SUPERFICIALE.<br />

La mancanza di senso critico è sempre stato il piedistallo delle più feroci tirannie.


IL CATTIVO ESEMPIO<br />

Mentre la legge afferma che l'individuo è libero di esprimere il suo pensiero, salvo apologia<br />

di reato, calunnie, ecc. stabilisce che è lecito tutto ciò che non nuoce al proprio simile. Quel che è<br />

da approfondire è ciò che realmente nuoce all'individuo al di là degli effetti palesi.<br />

La legge punisce l'espressione finale di una condotta rea non chi ha generato le cause che<br />

hanno indotto l'individuo a comportarsi in un determinato modo. Questo è un problema antico ma<br />

da sempre l'uomo viene colpevolizzato per le scelte che dipendono dal suo libero arbitrio, mentre<br />

non si colpevolizzano quanti hanno potuto, con la loro cattiva condotta, influire sulle sue scelte<br />

sbagliate.<br />

Oggi in tutti i modi l'uomo viene sollecitato dai mass media, dalla cultura materialista e<br />

consumista, a non essere certo uomo virtuoso: cioè l'uomo viene spinto a compiere azioni che se<br />

non sarà capace di contenere entro certi limiti sarà giudicato un debole, un incapace, un vizioso, un<br />

corrotto e cosi via, come appunto succede per la propaganda di alcolici, della pornografia,<br />

dell'alimentazione, degli oggetti lussuosi ecc.<br />

Ma, a parte la cultura, che è un fatto contingente, chiunque dà cattivo esempio di vita, a mio<br />

avviso, contribuisce alla degenerazione collettiva.<br />

Dà cattivo esempio chi si nutre delle carni di animali perché trasmette ad altri la liceità della<br />

violenza e della soppressione del più debole per soddisfare il piacere della gola; dà cattivo esempio<br />

chi indossa le pelli degli animali perché afferma che altri esseri possono essere uccisi per la<br />

stupidità e la vanità umana; dà cattivo esempio di vita chi va a caccia perché diviene fautore della<br />

violenza e della morte; dà cattivo esempio chi assiste alle corride perché dà il suo contributo<br />

affinché quell'animale venga torturato ed ucciso; dà cattivo esempio chi va allo zoo o ai circhi<br />

equestri a vedere gli animali in gabbia perchè è per i visitatori che quegli animali sono stati<br />

condannati alla prigione a vita; dà cattivo esempio di vita non solo chi sperimenta sugli animali ma<br />

chi tacitamente tollera simile crudele pratica che abitua le coscienze all'insensibilità e<br />

all'indifferenza verso il dolore e la morte altrui, e infine dà cattivo esempio l'egoista perchè<br />

indifferente alle esigenze del prossimo.<br />

Per tutto questo credo sia necessario individuare tutto ciò che può incidere negativamente<br />

non solo sull'espressione individuale e sociale dell'uomo ma tutto ciò che preclude lo sviluppo delle<br />

qualità morali, sociali e spirituali dell'individuo.


LA LEGGE DELL'AMORE<br />

E' provato che quando l'uomo vive la legge dell'amore, del rispetto del suo simile e di ogni<br />

cosa che ha vita, quando cerca il bene, l'armonia e la giustizia, proteso verso un'ideale spirituale,<br />

l'uomo realizza benefici fisici, psichici e morali non solo a livello individuale ma anche in senso<br />

collettivo.<br />

Quando vige tale legge nell'intimo di un uomo, di una famiglia, di una comunità, gli uomini<br />

tra loro collaborano in modo costruttivo, le loro energie si fondono in sintonia, diventano una sola<br />

forza e insieme costruiscono a beneficio di tutti.<br />

Per contro la legge fondata sulla natura istintuale dell'uomo, sulla forza, sull'imposizione,<br />

sull'egoismo, genera paura anche nel vincitore perché sa di non poter essere sempre il più forte e<br />

che deve aspettarsi la ripercussione della sua stessa legge.<br />

La legge violenta della natura è giustificabile finché la creatura non è in grado di<br />

differenziare il bene dal male, finché non diviene consapevole che non è necessario imporre il<br />

proprio dominio per garantire la sua stessa sopravvivenza e il suo bene.<br />

In questo si differenzia l'uomo dall'animale: dalla capacità di sapersi organizzare, per<br />

migliorare la propria condizione esistenziale, senza dover fare ad altri ciò che non vorrebbe si<br />

facesse a se stessi, e di fare agli altri quel che si vorrebbe che gli altri facessero a noi stessi.<br />

Amare Dio significa amare la legge che Dio rappresenta, la quale aiuta l'essere verso il suo<br />

cammino più edificante.<br />

Chiunque viva secondo giustizia, segua la legge dell'onestà e del rispetto altrui, questi senza<br />

saperlo vive la legge dello spirito; ma se disconosce totalmente, anche negli schemi convenzionali,<br />

la legge dell'amore proclamata da Dio, nega a Dio ciò che è di Dio e preclude a se stesso la sua<br />

parte migliore.


INTELLETTO E SENTIMENTO<br />

La specie umana potrebbe essere di qualche millennio più evoluta se non avesse stroncato la<br />

sua evoluzione in continue ed assurde guerre fratricide. Il buon senso, la pacifica convivenza, la<br />

collaborazione tra i popoli è meta ancora da raggiungere.<br />

Le motivazioni per cui l'uomo risulta essere tendenzialmente incline alla lotta vanno<br />

sicuramente ricercate nelle due componenti essenziali della sua natura: intelletto e sentimento.<br />

Mentre il primo, nella successione dei tempi, per motivi di sopravvivenza, si è potuto nell'uomo<br />

sviluppare, la sfera del sentimento si può dire sia rimasta allo stato larvale, causando una specie di<br />

scompenso nell'intima essenza dell'umano.<br />

Per millenni scienza e religione hanno creduto di risolvere gli ancestrali problemi dell'uomo<br />

in modo separato, spesso ostacolandosi a vicenda, e il dogmatismo della fede contrapposto allo<br />

scetticismo della logica non ha fatto altro che ostacolare lo sviluppo delle due entità ugualmente<br />

reali e presenti nell'individuo.<br />

Oggi l'uomo, quasi libero da arcaici tabù, non accetta più per fede ciò che la sua ragione non<br />

comprende, ma si rifiuta di accettare l'idea che il tutto sia riconducibile ad una fredda logica<br />

consequenziale. Infatti la scienza avulsa dalla sfera sentimentale disumanizza l'uomo e genera una<br />

civiltà distruttrice, così come la parte del sentimento, priva della ricchezza della logica, preclude<br />

all'uomo lo sviluppo delle sue qualità intellettive, indispensabili ai fini della sua vera ed integrale<br />

evoluzione.<br />

All'uomo della preistoria, che lottava per la sopravvivenza, non si poteva chiedere la<br />

sensibilità dell'animo: il senso del rispetto era circoscritto alla sua cerchia familiare o alla gente<br />

della sua tribù. Nella successione dei tempi i grandi uomini di spirito hanno cercato di allargare la<br />

sfera del rispetto a tutti gli esseri umani. Ma la coscienza degli individui tuttora stenta a liberarsi del<br />

primordiale egoismo, dalla diffidenza e da quella spinta interiore incline ad attuare il sopravvento lì<br />

dove le possibilità glielo consentono.<br />

Oggi è necessario che la fede scenda dal suo piedistallo, comprenda che è finito il tempo in<br />

cui era già tanto chiedere all'uomo di credere senza capirne il motivo. E' necessario che la fede si<br />

apra alla scienza e che la scienza si trasformi in legge d'amore. Solo in questo modo potrà nascere<br />

l'uomo nuovo per un'umanità migliore la quale più che mai ha bisogno di uomini intelligenti ma che<br />

siano fondamentalmente buoni, umani, sensibili e giusti.<br />

Nulla di più assurdo che continuare ad impedire agli uomini di capire le motivazioni del loro<br />

sentimento, come è altrettanto assurdo credere che la sfera interiore dell'uomo si esaurisca nella sua<br />

parte intellettiva. Nella storia, dove è prevalsa la ragione, mai disgiunta dalla saggezza del cuore e<br />

quindi dal sentimento, gli uomini hanno costruito la pace ed il progresso, ma nel momento in cui è<br />

prevalso l'istinto, I'egoistico calcolo del vantaggio, la gente ha pagato col sangue l'avidità degli<br />

uomini più astuti.


CONSIDERAZIONI MORALI, TEOLOGICHE, SPIRITUALI<br />

SULL' ABITUDINE DI CIBARSI DI CARNE.<br />

Come può il Dio dell'amore (Colui che per amore crea tutte le cose) curarsi solo della specie<br />

umana ed essere indifferente alla sofferenza e alla morte delle altre creature? Questo contrasterebbe<br />

con il concetto di Dio-Amore e porterebbe alla logica conseguenza: o è un Dio crudele o è un Dio<br />

impotente di fronte alla necessità di trovare soluzioni incruenti. Né può un Dio-Amore permettere<br />

che una creatura paghi le conseguenze degli errori ancestrali di un'altra.<br />

Ogni cosa vive per se stessa e paga per se stessa, essendo alle origni scintille divine,<br />

precipitare per libera scelta in questa o in altre dimensioni, a seconda della individuale<br />

trasgressione, ed ora tutte in via di risalita, nei differenti ed innumerevoli stadi evolutivi dello<br />

spirito.<br />

I Ministri del Dio dell'Amore non dovrebbero forse accettare di buon grado, e anzi<br />

sostenere, tutto ciò che amplia la sfera della carità, anche se non fosse stato esplicitamente<br />

dichiarato nella Legge, a causa delle contingenze storiche e delle limitate capacità ricettive dei<br />

cuori, delle menti e degli spiriti del tempo?<br />

Per non rinunciare al piacere del palato (anche se ciò viene considerato un vizio) alcuni<br />

sacerdoti affermano che Cristo non ha detto nulla in proposito di vegetarismo e che Egli stesso<br />

mangiava il pesce. Ma anche se così fosse a differenza di tanti sacerdoti Cristo era povero ed essi<br />

forse non lo sono, era mite ed essi forse non lo sono, era puro ed essi forse non lo sono.<br />

Cristo era Dio ed era Uomo, ciò vuoI dire che in Lui vi era la parte della Divinità e la parte<br />

relativa della sua umanità, quest'ultima sintesi delle condizioni ambientali e dei retaggi genetici,<br />

nella cui sfera può aver dato maggior importanza a ciò che, come uomo, più gli stava a cuore,<br />

trascurando quindi alcuni aspetti della globalità della Vita. Ma se così non fosse:<br />

come poteva dire Cristo ciò che non sarebbe stato capito ne tantomeno accettato? Come ogni<br />

frutto ha bisogno del suo tempo per maturare così ogni verità va rivelata al tempo giusto e nelle<br />

proporzioni dovute, essendo questa come le medicine: se non somministrate nelle giuste dosi e nel<br />

tempo appropriato danno effetti contrari a quelli sperati. Che senso avrebbe avuto se, per esempio,<br />

Cristo avesse parlato della bomba atomica?<br />

Che l'uomo soffra a causa delle sue colpe e della sua primordiale caduta ciò è comprensibile,<br />

ma che l'animale subisca le stesse pene dell'essere umano, o anche peggio, senza la speranza di un<br />

premio ultraterreno (secondo il concetto antropocentrico del cristianesimo ufficiale, come se Dio<br />

non avesse il potere di dare il paradiso anche agli animali) e senza alcuna colpa se non quella di<br />

essere stati creati diversi dall'uomo, ciò è inaccettabile dal buon senso e dalla legge dell'amore.<br />

Nessun motivo giustifica l'uso di cibarsi di carne, se non il piacere della gola. Ma il piacere<br />

non è forse condannato dalla legge dello spirito perché inclina l'uomo al vizio e la materialismo? Il<br />

corpo umano non ha bisogno di nutrirsi di alimenti carnei; la buona salute dei vegetariani lo<br />

conferma.<br />

Non è vero che gli animali sono fatti per l'uomo. L'abitudine di cibarsi di carne, è<br />

conseguenza della "caduta" e quindi è espressione di uno stato peccaminoso. Infatti in principio Dio<br />

stabilì che l'uomo doveva nutrirsi di frutti e di semi mentre dava agli animali ogni erba dei campi.


Nutrirsi di carne significa accettare la condizione post-peccato come quella ottimale e<br />

definitiva per l'uomo e rifiutare la visuale di un ritorno alla originale dimensione perduta. Ma anche<br />

se così non fosse:<br />

ogni legge morale e spirituale, deve necessariamente ampliarsi nel tempo col progredire<br />

dello spirito umano e delle capacità ricettive della mente, altrimenti non vi potrebbe mai essere<br />

evoluzione.<br />

Se Cristo fosse venuto duemila anni prima del suo tempo avrebbe detto (o chiesto) cose<br />

diverse da quelle di duemila anni dopo; se tornasse oggi, perfezionando le antiche, certamente<br />

direbbe cose nuove. Daltronde sarebbe stato assurdo che Dio avesse imposto agli uomini della<br />

preistoria ciò che era giusto esigere dagli stessi a distanza di millenni. E noi oggi consideriamo<br />

forse ancora valide le norme morali, etiche o spirituali del nostro medioevo? Sarebbe quanto più<br />

stagnante potesse capitare nella storia evolutiva di un popolo.<br />

L'uso di cibarsi di carne abitua l'uomo alla violenza e alla soppressione del più debole,<br />

inclina le coscienze all'indifferenza e all'insensibilità verso il dolore altrui, sviluppa nell'uomo gli<br />

istinti peggiori e lo spinge all'aggressione e alla violenza anche verso il suo stesso simile.<br />

II carnivorismo non è giustificabile neppure sotto l'aspetto economico per il fatto che per<br />

allevare un animale vengono consumate maggiori sostanze di quelle che si ricavano dal nutrimento<br />

delle sue carni.<br />

La dissertazione tra le due opposte tendenze, porta a trarre le seguenti considerazioni:<br />

tra frammenti di tesi originali, interpretazioni personali, trascrizioni linguistiche ecc. tutto<br />

sembra possa essere messo in discussione, così come tutto appare relativo: perchè ognuno è<br />

convinto di essere nel vero a seconda della sua evoluzione interiore; e siccome la verità ha valore<br />

soggettivo, l'uomo resta solo davanti alla sua coscienza, con la voce di Dio che in ogni lingua gli<br />

ripete: "Non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto".


L'AMORE E LA GIUSTIZIA DI DIO<br />

Come potrebbe il dio dell'amore e della giustizia, del bene e della vita aver cura solo di una<br />

delle tantissime specie da Lui create (quella umana) e non tener conto della condizione di<br />

sofferenza di ogni altro essere vivente? Perchè mai Dio dovrebbe prediligere solo alcune sue<br />

creature se tutte da Lui create per amore? Potrebbe forse il Creatore dire ad una sua creatura: "Ti<br />

amo di più perchè sei più bella, più intelligente o più forte" se è Lui stesso a dargli la bellezza,<br />

l'intelligenza o la forza?<br />

Quale giustizia sarebbe la sua se considerasse solo il dolore che l'uomo subisce da parte del<br />

suo simile e non considerasse l'identica offesa che l'uomo causa al mondo animale? Soffre la pianta<br />

per le intemperie quando è mutilata o recisa. Soffre l'animale nell'inesorabile lotta per la<br />

sopravvivenza, nella paura, nella solitudine degli accidenti naturali, nel distacco della morte<br />

corporea quasi sempre violenta. Sarebbe forse giusto che tutto ciò per Dio non avesse alcun valore?<br />

che avesse concesso ad innumerevoli creature di esistere per alcuni giorni, mesi o anni, in un<br />

continuo alternarsi di sofferenza e non sofferenza, da tempo immemorabile, per essere solo di<br />

cornice alla specie umana?<br />

Perché mai agli occhi di Dio dovrebbe aver valore solo il sacrificio dell'uomo e non un<br />

identico fardello portato da molti animali spesso più buoni, più miti, più generosi, più leali e<br />

pazienti dello stesso uomo? Anzi, più l'uomo è spiritualmente maturo e più sa combattere il dolore,<br />

perché ne comprende la causa: infatti grande è la sofferenza per chi non ne conosce la motivazione,<br />

perché non sa di una realtà ultraterrena e intuisce nel valore del presente l'unica sua ricchezza.<br />

Quale onnipotenza sarebbe la Sua se non potesse dare un paradiso a tutte le creature a cui ha<br />

dato la vita? E quale misericordia sarebbe la Sua se permettesse che un cavallo, un bue o un cane,<br />

dopo un'intera vita di costrizioni e violenze da parte dell'uomo, dopo la loro morte corporea<br />

dovessero dissolversi nel nulla?<br />

Ogni cosa vive per se stessa, non in funzione dell'uomo. Il Dio dell'amore non può<br />

permettere che una creatura paghi le conseguenze e gli errori di un'altra. Se tale concetto non é<br />

ammissibile per un essere umano può forse essere valido per Dio?<br />

Non vi è creatura che non paghi il suo tributo di dolore nella vita o che non viva per lo<br />

stesso scopo dell'uomo: quello di ritornare a Dio dopo l'esilio terreno mediante la sua evoluzione<br />

essenziale.<br />

Più di ogni altra esperienza il dolore consente alla creatura di acquisire maturità e<br />

intelligenza e di imprimere nel suo essere i fatti della vita in modo che possa fuggire il male e<br />

cercare il suo stesso bene; ma nella legge della causa-effetto chiunque genera dolore io credo subirà<br />

gli effetti della sua violenza. Non vi è pensiero o azione che non abbia i suoi effetti universali,<br />

essendo tutte le cose anelli di una stessa catena.<br />

Il nostro Dio non è un Dio parziale, antropocentrico, benigno solo con la specie umana: ma<br />

un Dio che conosce ed ama ogni sua creatura.<br />

La vera grandezza dell'uomo viene dalla decisione consapevole di amare e rispettare ogni<br />

essere vivente come parte del suo stesso corpo.


GLI ANIMALI NEI DIRlTTI DELL'UOMO<br />

Partendo dalla considerazione che tutte le cose esistenti interagiscono tra loro, al punto che<br />

ogni essere vive proprio in virtù della presenza di ogni altra creatura, si dimostra che ogni specie<br />

animale e vegetale presente sul pianeta Terra, non solo ha la stessa importanza della specie umana<br />

per l'equilibrio naturale dell'insieme, ma anche il medesimo diritto alla vita. Il paradosso nasce dal<br />

fatto che la creatura più intelligente non solo non cerca di favorire e conservare l'armonia naturale e<br />

biologica ma contribuisce, più di tutte le altre specie messe assieme, ad alterare e distruggere, a suo<br />

stesso danno, il delicato equilibrio tra le cose.<br />

II problema del rispetto per gli animali è un problema di rispetto per la vita in senso lato, ma<br />

soprattutto è un problema di evoluzione della coscienza umana. Se "amare" significa "condividere"<br />

agli antipodi dell'amore è l'egoismo che è sinonimo di indifferenza e insensibilità verso la medesima<br />

condizione di altri esseri viventi.<br />

A mano a mano che i popoli si sono evoluti hanno compreso che la civiltà, il progresso e la<br />

democrazia si attuavano mediante il rispetto della dignità e dei diritti sociali concessi sempre a più<br />

vaste maggioranze, sino ad abolire la schiavitù, il razzismo ecc. perché i re, i soldati, i servi erano<br />

innanzitutto uomini e come tali con l'identico diritto di fronte alla vita.<br />

Ora questa apertura di rispetto e di diritto non può limitarsi solo alla specie umana, deve<br />

essere invece estesa a tutti gli animali, specialmente quelli più vicini all'uomo che lo hanno aiutato<br />

nei millenni di storia, per il fatto, ed è scientificamente provato, che gli animali allo stesso modo<br />

dell'uomo hanno sentimenti intelligenza, soffrono, amano la vita, hanno paura della morte. Questi<br />

animali non possono non avere il rispetto e i diritti che l'uomo concede ai suoi simili se intende<br />

avere dagli animali la collaborazione che da questi ha sempre preteso e usurpato finora con la forza<br />

e la violenza (e per collaborazione intendo l'esclusiva ricchezza della loro presenza).<br />

La naturale sottomissione degli animali da parte dell'uomo, il loro maltrattamento, la loro<br />

stessa uccisione, I'antropocentrismo che si esprime mediante la non considerazione della sofferenza<br />

degli stessi, per ignoranza, o per mancanza di senso critico delle idee propinateci da millenni e delle<br />

assuefazioni indotte dalle tradizioni, a mio avviso è soltanto l'effetto di una causa che risiede nella<br />

coscienza dell'individuo, nella sua condizione intellettuale, morale e spirituale.<br />

Quando l'uomo saprà dare agli animali gli stessi diritti che dà ad un altro uomo allora<br />

dimostrerà alla storia d'aver compreso lo scopo della sua vera funzione equilibratrice dell'ordine<br />

naturale e attuerà un passo decisivo verso la sua evoluzione integrale, perché avrà compreso<br />

finalmente che tra la dimensione dell'uomo che vive uccidendo altri esseri viventi e quella<br />

dell'amore e del rispetto per ogni forma di vita quest'ultima senza dubbio la più degna, la più giusta,<br />

la più umana, la più edificante.


QUALI ANIMALI HANNO DIRITTO AL RISPETTO?<br />

In una società in cui a fatica emerge il protezionismo, nasce il problema di quali animali<br />

siano da considerare degni di rispetto. II cane e il gatto, essendo per antonomasia gli animali più<br />

vicini all'uomo (ma soprattutto perché le loro carni non sono considerate commestibili) sono i primi<br />

a beneficiare di quei diritti che l'uomo ha concesso loro il privilegio di avere ma che ogni essere ha,<br />

per natura, davanti alla vita.<br />

Lo stesso cavallo, del quale però sono considerate ottime le carni, già sfugge alla logica del<br />

privilegio del diritto alla vita.<br />

Con la mente distorta dall'antropocentrismo l'uomo ha stabilito una graduatoria su quali<br />

animali siano meritevoli di protezione, in dipendenza alla loro bellezza, alla loro intelligenza e alla<br />

loro capacità di percepire la sofferenza e la morte. Se questo concetto dovesse essere esteso al<br />

genere umano ben pochi si salverebbero.<br />

A mio avviso non si tratta di stabilire se un coniglio sia capace di soffrire più di una scimmia<br />

per concedergli il privilegio di vivere, ma se un uomo consapevolmente può arrogarsi il diritto di<br />

togliere la vita, causare sofferenza e morte ad un'altra creatura senza macchiarsi di crudeltà nei<br />

confronti della creazione; ne può essere la quantità dei componenti di una specie a dar maggiore o<br />

minore valore ai singoli partecipanti, altrimenti sarebbe come dire che il valore di ogni uomo è<br />

inversamente proporzionale al numero delle persone.<br />

Se fosse la sensibilità al dolore a dare maggior diritto alla vita, molto probabilmente l'uomo<br />

non occuperebbe il primo posto; se fosse l'intelligenza certo un robot più dell'uomo avrebbe diritto<br />

all'esistenza e al rispetto.<br />

Il problema a mio avviso è essenzialmente di natura etica, come tale è indicatore del grado<br />

di civiltà e di sensibilità raggiunto dalla coscienza collettiva. Nessuna specie, infatti, ha il merito di<br />

essere più forte o il demerito di essere più debole. Ma arrivare a dar valore alla vita, mediante la<br />

capacità di condividere l'altrui condizione, rispettando ed amando la bellezza multiforme delle cose,<br />

questo dà al mondo una cultura più umana, più giusta e più degna dell'attuale e quindi la capacità di<br />

rifiutare la violenza come principio su qualunque essere e in qualunque forma si manifesti.<br />

Solo questo, a mio avviso, può far compiere all'uomo il passo decisivo verso quella<br />

dimensione umana da sempre ricercata ma che l'indifferenza verso il dolore altrui ha finora precluso<br />

al genere umano.


IL PESCE GROSSO MANGIA QUELLO PICCOLO<br />

La causa di noi protezionisti per una nuova coscienza umana in difesa degli animali suscita,<br />

com'era prevedibile, degli oppositori come per fortuna anche dei sostenitori. D'altronde se la stessa<br />

causa di Cristo fu ferocemente avversata c'è da aspettarsi di peggio.<br />

Le motivazioni più frequenti che vengono sostenute, a mio avviso da gente insensibile,<br />

egoista e di limitate percezioni intellettuali, sono le seguenti:<br />

"Gli animali sono fatti per I'uomo" (rifacendosi alla nostra religione essenzialmente<br />

antropocentrica).<br />

Tale assurdo concetto non trova conferma in alcun testo originale, per cui risulta evidente<br />

che si tratta di una interpretazione di comodo fatta da gente e per gente più incline alla indifferenza<br />

e al materialismo che ai veri valori dello spirito.<br />

"Io mangio la carne e nonfaccio male a nessuno". Io dico che chi dà cattivo esempio di vita,<br />

giustificando la violenza e la morte, è diffusore di menzogna ed è un vero criminale.<br />

"Il pesce grosso mangia quello piccolo". In questo si ammette che l'uomo è un animale. L<br />

'uomo deve prendere dalla natura ciò che lo innalza non ciò che lo fa stagnare nella primordiale<br />

legge della sopravvivenza e del più forte, che l'uomo considera valida solo se applicata su gli altri.<br />

"Anche le piante quando sono strappate soffrono; non dovremmo neppure nutrirci di<br />

vegetali!". L'uomo non è onnivoro ne tantomeno carnivoro ma frugivoro avendo i caratteri tipici di<br />

questa specie. Quando la coscienza dell'uomo sarà talmente sensibile ed evoluta da condividere la<br />

sofferenza di qualsiasi essere vivente, l'uomo approderà alla sua sua vera dimensione che è quella<br />

dell'essere fruttariano. La tappa intermedia è quella di essere vegetariano, ed io, che sono tale da<br />

alcuni decenni, vivo benissimo.<br />

Credo che finché l'uomo non considererà reato l'uccisione di un qualunque essere vivente;<br />

finché vi saranno i mattatoi, le tonnare, gli istituti di sperimentazione animale, le concerie, le<br />

corride, l'essere umano sarà potenzialmente incline alla violenza e alla guerra. E la realtà che<br />

viviamo lo conferma.


SCUOTERE LE COSCIENZE<br />

Chi come me spera in un mondo migliore, senza più egoismi, ingiustizie, violenze né<br />

sull'uomo, né sugli animali, né sulla natura, è stanco della falsa politica di quanti si limitano a<br />

criticare l'andazzo comune e nulla fanno per migliorare le cose; stanco di quanti si scandalizzano<br />

per le cose che vengono dette e non si indignano per le cose che si fanno; stanco di quanti si<br />

rifugiano nel loro perbenismo anteponendo alla critica costruttiva l'ipocrita discrezione, del tatto e<br />

della gentilezza, del rispetto dell'altrui discutibile modo di essere, convinti che questo sia il<br />

comportamento più saggio e civile da seguire; stanco delle dolci e vuote parole delle dottrine<br />

filosofiche e letterarie che lasciano le cose come stanno, anzi giustificano il compromesso di chi,<br />

nonostante tutto, riesce a trarre vantaggi da questa situazione.<br />

Amare il prossimo significa volere il suo bene, aiutarlo ad essere migliore, renderlo più<br />

umano; ma quando la dolcezza dell'amore non scuote le coscienze più dure allora è necessario<br />

l'asprezza del rimprovero se ciò serve a ravvederle. La discrezione è sinonimo di quietismo e questo<br />

è figlio dell'indifferenza: di tutti i mali il peggiore. Meglio far sentire colpevole chi erra se questo<br />

può giovare alla sua anima, piuttosto che lasciarlo nell'errore. Giusto è solo ciò che innalza la<br />

coscienza, il resto è vacuità, inutilità, e ciò che è inutile spesso è dannoso. IL MALE SI<br />

ALlMENTA NON DALLA VIOLENZA DEI POCHI MA DALLA TIEPIDEZZA DEI MOLTI.<br />

Molta gente ama in modo sbagliato credendo che amare significhi rispettare l'altrui modo di<br />

essere. E' facile amare in questo modo, non si rischia di perdere gli amici. E intanto chi era<br />

nell'errore continua ad essere vizioso, adultero, bestemmiatore, violento, perché nessuno lo ha<br />

aiutato a capire in modo che potesse scongiurare in tempo le sue possibili deviazioni, che sempre<br />

sono a danno di altri almeno per il cattivo esempio che diffondono. Chi ama è severo come è severo<br />

un buon padre nei confronti dei figli perché li vuole retti, giusti, onesti. Quando poi un certo modo<br />

di concepire la vita va a discapito mortale di altre creature, come succede per gli animali che l'uomo<br />

considera legittime pietanze, allora a mio avviso il rispetto per l'altrui convinzione è un tacito nulla<br />

osta per l'uccisione di quell'essere vivente.<br />

Chi cerca il bene e la giustizia non può scendere a compromessi con la società degli ipocriti,<br />

dei sepolcri imbiancati e deve gridare a chiara voce il suo disappunto, anche a costo di pagarne le<br />

conseguenze. Conoscere un male e non combatterlo significa tollerarlo ed essere potenzialmente<br />

come coloro che lo generano.<br />

Quelli che lottano per un mondo migliore sono gente scomoda, che dà fastidio: per questo<br />

Cristo fu eliminato. Noi abbiamo paura non solo di rischiare la vita ma di esporci all'altrui giudizio.<br />

Non abbiamo alcun diritto di giudicare il comportamento degli altri? rimproverarli o<br />

scuotere le coscienze in errore? E che diritto ha la gente di disumanizzare il mondo con il suo<br />

egoismo, il SUO materialismo, la sua indifferenza nei confronti dei più deboli? Essi feriscono me<br />

con il loro oscurantismo ed io ferisco loro con il mio rimprovero. Mi sentirei in colpa del contrario,<br />

se restassi indifferente verso l'ingiustizia subìta dalle vittime che l'abissale ipocrisia della gente<br />

miete di continuo. E che mi importa perdere l'amicizia o la stima degli stolti: se sono tali è meglio<br />

perderli; l'importante è aver fatto il proprio dovere davanti a Dio e aver dimostrato la propria<br />

disapprovazione per un certo modo di essere. Ognuno è libero di comportarsi come crede? Ma fino<br />

a che punto il comportamento degli altri non incide dolorosamente sulla mia intima esistenza?<br />

Ebbene, io posso anche giustificare l'idiozia, l'edonismo, la superficialità ma la convinzione che sia<br />

lecito causare ad un altro essere vivente sofferenza e morte, per proprio piacere e sollazzo, per<br />

indifferenza o disprezzo verso l'altrui vita, questo per me è inaccettabile. Sento il dovere morale e<br />

spirituale di gridare la mia disapprovazione e la mia condanna verso gli ipocriti perché se fosse il


loro cane o il loro gatto ad essere ammazzato e cucinato tanto per far variare la pietanza agli<br />

imbecilli, certo troverebbero la forza di dire a questa società quel che si merita.<br />

E che mi importa se del mio dire la gente resta turbata o infastidita? Andrei a piedi alla<br />

Mecca pur di salvare la vita ad un solo essere vivente, ad un solo animale.<br />

Ed è solo questo solo ciò che conta.


"NON AMMAZZARE"<br />

"Nella proclamazione delle leggi dello Spirito", da sempre i Profeti, i Santi e Cristo stesso,<br />

hanno dovuto adattare l'universalità del messaggio all'incapacità degli uomini di comprendere le<br />

cose oltre il ristretto senso letterale.<br />

Mosè chiedeva ciò che a stento gli uomini del suo tempo riuscivano a seguire; ne poteva dire<br />

ciò che sarebbe stato poi detto da S. Paolo, o S. Paolo parlare il linguaggio di Gandhi perché non<br />

sarebbero stati capiti e tantomeno accettati. Gesù si aggancia alla antica Legge, la perfeziona e la<br />

amplia nella misura in cui può essere assimilabile e di sprone ad una sempre maggiore evoluzione<br />

dell'uomo, sapendo di non poter chiedere oltre per non ottenere l'effetto contrario.<br />

Ma lo spirito dell'uomo deve evolversi; sviluppare ciò che è implicito (anche se non<br />

apertamente dichiarato) nella stessa Legge e che magari Cristo celò a causa del nostro<br />

oscurantismo. Spetta poi alla nostra volontà far germogliare in noi il Seme della Parola affinché il<br />

messaggio dell'Amore si dilati sino ad inglobare nel programma della realizzazione del Regno di<br />

Dio non solo l'uomo ma tutte le creature esistenti, e capire finalmente che se un tempo il messaggio<br />

era rivolto essenzialmente all'uomo, era già tanto chiedere a questi amore per i suoi amici; capire<br />

finalmente che se duemila anni fa Gesù mangiava il pesce, la sua risposta oggi sarebbe la stessa di<br />

un tempo: "causa della durezza dei vostri cuori".<br />

Al tempo di Mosè gli uomini avevano un solo fondamentale Comandamento: "Ama il<br />

Signore Dio tuo con tutto te stesso". Qualche millennio dopo, Cristo amplia la Legge aggiungendo<br />

un secondo grande comandamento, già implicito nel primo (dal momento che non si può amare Dio<br />

senza amare il prossimo): "Amerai il prossimo tuo come te stesso". E anche se la pianta della Legge<br />

è sempre la stessa, e nella sua essenza definitiva, inevitabilmente deve svilupparsi di generazione in<br />

generazione. Quale potrebbe essere il terzo grande Comandamento implicito nel secondo? Cristo<br />

non poteva dire, come duemila anni dopo disse Gandhi: "tutto ciò che vive è il tuo prossimo",<br />

perché gli uomini del tempo non erano pronti ad accettare una così grande verità. E Gandhi per<br />

ispirazione divina, aggiunge alla Legge il terzo grande Comandamento.<br />

Quando Dio diede a Mosè i dieci Comandamenti, nel quinto disse: "Non ammazzare". Non<br />

disse "non ammazzare gli uomini", ma "non ammazzare". La malvagità degli uomini ha poi ristretto<br />

questo comandamento alla sola specie umana sentendola assurdamente superiore e crudelmente<br />

libera di disporre anche della vita delle altre creature. E se poi Dio chiedeva il sacrificio di un<br />

animale nonostante il divieto "non ammazzare" era per farci capire che solo per mezzo<br />

"deII'immolazione" per l'ideale superiore possiamo realizzare noi stessi. Cristo stesso confermò poi<br />

che non erano questi i sacrifici che Dio gradiva, ma quelli della contrinzione del cuore, della<br />

penitenza, della rinuncia, del digiuno.<br />

Ma, l'uomo continua a credere che quanto esiste è a sua disposizione, compresa la vita degli<br />

altri esseri viventi, e pur essendo più malvagio, più violento e dannoso per la natura e tutto ciò che<br />

vive, più ribelle e ingrato verso il suo stesso Creatore, continua a sentirsi superiore a tante creature<br />

che nella loro docile natura più rispondono al piano della vita e forse più dell'uomo sono degne di<br />

esistere. E se essere fatti a somiglianza del Creatore non è riferito alla forma fisica ma alla capacità<br />

di amare la vita e di rispondere discretamente al piano dell'esistenza senza causare volutamente il<br />

male, credo che in una farfalla più che nell'uomo si rispecchia l'immagine di Dio. E chi si<br />

scandalizza, sentendosi superiore, ricade in quella nefanda esaltazione che sta portando il pianeta<br />

Terra sulla via di una catastrofe naturale.


L'INFERNO DEGLI ANIMALI SIAMO NOI<br />

Mi addolora constatare che nella patria di S. Francesco, culla del diritto e della cristianità,<br />

tanti animali vengano giornalmente sacrificati sui banchi della vivisezione in nome di una scienza<br />

medica che invece di aiutarci si rivela dannosa per la saIute pubblica e solo a vantaggio dei<br />

vivisettori e di una vasta sfera speculativa.<br />

Mi addolora la mia impotenza di fronte a questo terribile olocausto che inonda la Terra col<br />

sangue di tante vittime innocenti a vergogna del genere umano; ma se avessi il potere di influire<br />

sull'amministrazione delle cose del mondo cercherei di impedire ad ogni costo che indifesi cuccioli<br />

di foca vengano massacrati a colpi di bastone (per le loro morbide pellicce) e scuoiati ancora vivi<br />

sotto gli occhi delle loro madri; cercherei di impedire che splendide creature vengano strappate al<br />

loro habitat naturale e poi addestrate a frustate nei circhi per essere sollazzo ad un pubblico<br />

volutamente e comodamente ignaro: cercherei di impedire che nei canili municipali tanti cani,<br />

vigliaccamente abbandonati, vengano ogni giorno uccisi col gas, a randellate o con uno spunzone in<br />

testa; cercherei di impedire che nei laboratori di sperimentazione animali di ogni tipo vengano<br />

tagliati in pezzi e tenuti in vita agonizzanti con gli organi interni allo scoperto dopo aver reciso loro<br />

le corde vocali per non far sentire le strazianti grida; cercherei di impedire che nelle arene giovani<br />

tori vengano barbaramente tormentati e poi uccisi, con offensivo orgoglio, per divertire un pubblico<br />

crudele e incivile; cercherei di impedire che animali destinati ai mattatoi vengano trasportati,<br />

inverosimilmente stipati, su autocarri per giorni al freddo, affamati, assetati, terrorizzati e poi<br />

scaricati come pietre per essere inviati a crudelissima morte; cercherei di impedire il vergognoso<br />

sport del tiro al piccione... Se potessi, cercherei di impedire tutto questo perché nulla lo giustifica,<br />

anzi degrada il genere umano perché rende peggiori le coscienze abituando gli uomini<br />

all'insensibilità verso il dolore altrui. Ma coloro che hanno il potere d'interferire sulla gestione delle<br />

sorti degli esseri viventi, come fanno ad avere sonni tranquilli sapendo che un loro intervento<br />

salverebbe da sicura sofferenza e morte milioni di nostri fratelli minori, come appunto S. Francesco<br />

chiamava gli animali? E' questa la creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio? No, non può<br />

essere tale chi compie un simile scempio verso la Vita o chi tacitamente lo consente.<br />

Se esiste un inferno per gli animali, è certo quello che l'uomo procura loro col suo crudele<br />

egoismo.<br />

lo credo, come Gandhi, ch'è nostro prossimo tutto ciò che vive. Pertanto gli uomini<br />

sbagliano se credono di dover dar conto a Dio solo del male commesso verso la propria specie.


LA GRANDE ASSENTE<br />

Mai come in questi ultimi decenni la natura è stata violentata dall'uomo e gli animali hanno<br />

subìto massacri più sistematici fino a portare nel giro di tre secoli centinaia di specie all'estinsione.<br />

La natura è in profondo stato di agonia: 50 mila ettari di bosco al giorno vengono distrutti; la<br />

carne degli allevamenti intensivi causa malattie anche tumorali; i farmaci di sintesi causano più<br />

malattie di quante non ne curino; le colture trattate con pesticidi avvelenano più che nutrire la<br />

popolazione ecc. ecc. Ma questa inquietante realtà non sembra preoccupare la Chiesa cattolica,<br />

grande assente tra le forze sociali in difesa della natura, che continua ad autorizzare l'uomo a<br />

"soggiocare la terra" secondo l'arcaica interpretazione dei testi sacri, concentrando le sue attenzioni<br />

sull'essere umano, convinta che i problemi dell'uomo debbano risolversi indipendentemente dal suo<br />

contesto naturale, che i valori etici e spirituali possano prescindere dal senso di giustizia universale,<br />

che il diritto di esistere degli altri esseri viventi sia in antitesi con la dignità umana.<br />

La Chiesa cattolica sembra per niente preoccupata degli effetti devastanti della cultura<br />

antropocentrica sulla natura e sulla coscienza umana e non sembra per niente scossa neppure dal<br />

fatto che siano i laici e non il clero a sentire la responsabilità del patrimonio della creazione da Dio<br />

affidato all'uomo affinché fosse saggio amministratore della vita e delle risorse naturali, e<br />

nonostante abbia per istituzione il compito di tutelare i valori etici dell'uomo sono i laici a<br />

dimostrare maggior senso di solidarietà verso gli animali ingiustamente condannati dall'uomo ad un<br />

genocidio senza appello.<br />

La maggioranza dei preti (compresi, assurdamente, i francescani) difende con forza il diritto<br />

dell'uomo a sfruttare la natura e, soprattutto a mangiare la carne degli animali, che il Santo di Assisi<br />

chiamava suoi fratelli più piccoli, dimostrando non solo disprezzo per l'altrui sofferenza ma una<br />

sensibilità assai più limitata di qualunque animalista che chiede rispetto e amore non solo per<br />

l'uomo ma per ogni essere vivente.<br />

E proprio a causa dell'impossibilità di un dialogo costruttivo, oltre che dalla incoerenza di<br />

una fede verso un Dio buono e magnanimo solo con l'essere umano, gli animalisti (convinti<br />

assertori dell'evoluzione dello spirito umano) si sono progressivamente allontanati dalla sfera<br />

cattolica alla ricerca di un Dio più giusto e più paterno verso le sue stesse creature.<br />

Noi animalisti siamo sempre di più convinti che la nostra realtà sia più autentica e più<br />

edificante della realtà dei cattolici: noi crediamo nel Dio di tutti gli esseri viventi, essi credono nel<br />

Dio del solo essere umano; noi crediamo nella religione di tutte le religioni essi credono in una<br />

religione antropocentrica i cui effetti negativi continuano a manifestarsi non solo sulla coscienza<br />

umana, resa sempre più insensibile verso la sofferenza degli animali e di conseguenza verso il<br />

dolore dello stesso essere umano, ma verso la condizione della natura il cui dissesto rischia oramai<br />

di compromettere la stessa vita sul pianeta Terra.


CRISTIANESIMO E CULTURA ANTROPOCENTRICA<br />

Nulla, io ritengo più urgente e necessario che lottare contro l'imperare della cultura<br />

antropocentrica, che autorizza l'uomo a perpetrare i più efferati delitti, nei confronti degli animali e<br />

della natura, senza per questo sentirsi colpevole, alimentando la sua coscienza di un sentimento di<br />

insensibilità e indifferenza verso il dolore e la morte, non solo verso esseri di altre specie, ma nei<br />

riguardi della specie umana.<br />

Il danno peggiore che viene da tale cultura è l'aver dato al mondo l'immagine di un Dio<br />

parziale ed ingiusto. Buono e magnanimo solo nei confronti dell'uomo, premuroso solo della<br />

condizione umana, ma indifferente al dolore di un identico fardello portato da miliardi di altre sue<br />

creature. Se ogni cosa non vive per se stessa, e per lo stesso scopo dell'uomo, ma in funzione di<br />

questo come purtroppo da sempre ci hanno insegnato a credere, Dio ha stabilito come legge naturale<br />

quella della violenza, della sopraffazione e della morte, allora il nostro è un Dio impotente a trovare<br />

soluzioni incruenti per assicurare la sopravvivenza delle sue creature oppure è un Dio impietoso e<br />

crudele. Ma se sono i falsi profeti ad aver denigrato la vera immagine di Dio, allora essi si sono<br />

macchiati del più grande crimine verso il genere umano perché hanno reso falsa testimonianza di<br />

Dio ed hanno reso insensibili e crudeli le coscienze degli uomini.<br />

Se nessun essere è tale per sua libera scelta, tutte le creature sono uguali davanti a Dio,<br />

altrimenti la vita è un'imposizione e le creature meno fortunate avrebbero da obiettare la loro stessa<br />

creazione verso un Dio inequanime ed antropocentrico, che non è il Dio dell'amore e della vita, il<br />

Dio dei grandi profeti, il Dio di Gesù Cristo.<br />

Si scandalizzano gli ipocriti ad ammettere che Dio è in tutte le cose, che Egli è anche in un<br />

piccolo insetto: se non si è vergognato di farlo tale perchè mai dovrebbe vergognarsi di essere in<br />

Lui? Dio non solo è in ogni essere vivente ma ogni creatura è parte stessa di Dio: così io credo<br />

fermamente.<br />

Falsi sono coloro che affermano che tutto ciò che vive è, per volontà del Creatore messo a<br />

disposizione dell'uomo, per suo uso e consumo. Come può essere gradita al Dio della Bontà e della<br />

Misericordia la sofferenza e la morte di una sua creatura? di un essere che come l'uomo ama la vita<br />

ed ha paura della morte? Se così fosse io cesserei di amare il Dio che amo, perché ciò avalla la<br />

legge del più forte, della violenza, del fine che giustifica i mezzi: non la legge della pietà e della<br />

mitezza che Cristo stesso è venuto ad istituire.<br />

E se anche gli antichi testi biblici sono costellati da sacrifici cruenti di animali, involutivo<br />

sarebbe per l'uomo ritenere ancora valida una concezione scaturita da necessità primordiali.<br />

Mai si comprenderanno abbastanza gli effetti nefasti che ha sulla coscienza dell'uomo la<br />

cultura antropocentrica. Con essa infatti l'uomo crede che un'aquila, un delfino o un elefante non<br />

hanno il suo stesso diritto di esistere; che un vitello, un agnello o un cavallo non soffrono allo stesso<br />

modo dell'uomo, che un cane, un gatto o una scimmia non hanno il suo etsso sentire e quindi, egli<br />

crede, può disporre di essi come fossero oggetti senz'anima, incapaci di sentimenti e di dolore;<br />

perché così è sempre stato: così ha voluto la stirpe degli ipocriti, coloro che da millenni gestiscono<br />

la coscienza degli individui, facendo credere al mondo che Dio è buono perché ama l'essere umano,<br />

come se Egli fosse incapace di amare alla stessa misura tutte le altre sue creature, o come se nel suo<br />

Paradiso non ci fosse posto per tutti gli esseri da Lui creati. E mentre l'evoluzione della coscienza<br />

dell'uomo è ferma all'era primordiale, per la sua dissolutezza l'uomo ha già superato le soglie del<br />

3000.


Ma un atto crudele non cessa di essere tale, anche se si valicano i secoli ed i millenni. E<br />

quando l'uomo continua a macchiarsi di sangue innocente, senza più il giustificato motivo della sua<br />

sopravvivenza, è segno che la sua anima è insensibile al dolore e alla morte, in senso lato del<br />

termine: infatti già si assiste agli effetti di tale degradante dimensione: ognuno è un'isola a se stante<br />

in cui appena sente il suo stesso dolore e altro non vede che la sua sola condizione perché così gli è<br />

stato inculcato: "Uccidi quel vitello perché devo mangiare; abbatti quell'uccello perché son buone<br />

le sue carni; cattura quel pesce perché è un'ottima pietanza; taglia quell'albero perché mi serve il<br />

suo tronco", come se il dolore e il desiderio di vivere fossero sentimenti presenti solo nell'essere<br />

umano.<br />

Ma la malvagità e l'ignoranza degli uomini non conosce vergogna e confini. Pur di avere<br />

maggiori guadagni l'uomo non esita a far apparire, nei programmi pubblicitari, animali di ogni<br />

specie che con gioia vanno a morire pur di essere pasto prelibato a questo essere servo del ventre e<br />

della goia, e ad insinuare maggiormente nella coscienza del popolo l'idea che l'animale non è altro<br />

che una cosa come tutte le altre, fatte da Dio e messa a disposizione dell'uomo. C'è poi chi benedice,<br />

prima del pasto, simile mense che costano sangue, agonia e terrore a innumerevoli vittime<br />

innocenti, ringraziando Dio per essere stato così buono e generoso nei loro riguardi.<br />

Questo è il regno degli ipocriti, ed è di questo che Cristo poté dire: "Di te non resterà pietra<br />

su pietra".


INCOERENZA DEI CATTOLICI<br />

I cattolici mentre proclamano l'umiltà usano disprezzare tutto ciò che considerano inferiore<br />

all'uomo. In teoria accettano l'idea che Dio sia un padre buono e paterno, magnanimo con le sue<br />

creature, ma nella sostanza non sopportano l'idea che Egli possa amare un vitellino al pari dell'uomo<br />

e siccome essi non sono capaci di tale amore negano pure a Dio questa possibilità.<br />

Mentre i cattolici si schierano in difesa della vita e della giustizia essi stessi offendono la<br />

vita e sono causa di ingiustizia quando, con noncuranza si recano in macelleria a comperare i pezzi<br />

di un povero animale che, a causa loro, ha subìto l'estrema ingiustizia della privazione della vita, o<br />

quando le donne assistono alla messa domenicale con addosso le pelli di molti animali sacrificati<br />

per la loro vanità.<br />

Chi ha autorizzato i cattolici a differenziare vita da vita e sofferenza da sofferenza? Non si<br />

può amare Dio e disprezzare l'opera della sua creazione. Anche un mite agnellino condotto al<br />

macello è opera di Dio; anche un animale orrendamente mutilato sui banchi dei vivisettori è opera<br />

di Dio; anche un cucciolo di foca spellato per fare da pelliccia ad una signora stupida e crudele è<br />

opera di Dio; anche un pesce che subisce l'agonia per soffocamento o dilianato da un'arpione è<br />

opera di Dio; anche un passerotto abbattuto a fucilate lasciando i piccoli a morire nel loro nido è<br />

opera di Dio; anche un leopardo che impazzisce dietro le gabbie di uno zoo è opera di Dio e la<br />

differenza tra l'uomo e l'animale è che l'uomo liberamente sceglie di compiere il male, di essere<br />

malvagio, egoista, ipocrita, traditore, e uccide anche per il piacere di uccidere mentre l'animale non<br />

solo non ha tradito il patto con Dio, non si è macchiato di deicidio, di stragi, ma ha sempre aiutato<br />

l'uomo nel corso dei millenni condividendo solo i momenti peggiori ed in cambio ha solo avuto<br />

disprezzo, ingratitudine, sofferenza a causa del suo assurdo rifiuto a negare all'animale quella<br />

capacità fisiche, ragionative e sentimentali indispensabili affinché gli fosse utile in tutti i settori in<br />

cui lo ha ingiustamente sfruttato per i suoi fini egoistici.


LA CHIESA CONDANNA IL PACIFISMO<br />

Nonostante le aspettative degli animalisti la Chiesa cattolica risulta essere sempre più chiusa<br />

e refrattaria non solo alle nuove esigenze etico-spirituali ma verso un'apertura dottrinale di quei<br />

valori di giustizia sociale universalmente riconosciuti. Ultimamente un suo alto prelato in un<br />

meeting nella città di Rimini ha chiaramente evidenziato posizioni a condanna del pacifismo,<br />

dell'ecumenismo, del dialogo, della nonviolenza, del rispetto per la natura (che certamente non<br />

sarebbero state condivise da Cristo) e che fanno nascere spontanee alcune considerazioni:<br />

dal momento che Cristo è stato il primo pacifista a mettere in atto la legge della nonviolenza<br />

e che questa rivoluzione in quest'ultimo secolo ha liberato più gente dalla sottomissione che non la<br />

Chiesa cattolica in duemila anni di storia; dal momento che il pacifismo ha contribuito in modo<br />

determinante a scongiurare violenze e guerre fratricide oltre che a mettere in crisi sistemi<br />

dittatoriali; dal momento che I'ecumenismo è la speranza di un'umanità unita sotto la bandiera di un<br />

solo parlamento mondiale; dal momento che il rispetto e l'amore per la natura serve a conservare<br />

l'ordine della creazione in pericolo, a rendere l'uomo più sensibile e giusto non solo verso gli<br />

animali ma nei confronti della specie umana; dal momento che le diversità formali e culturali sono<br />

intese dalla cultura ecologico-pacifista come ricchezze morali, spirituali e intellettuali da integrare<br />

al servizio del bene collettivo; dal momento che il Cardinale in questione vede in tutto questo<br />

l'azione dell'anticristo viene spontaneo chiedersi se l'anticristo si trovi da questa o dall'altra parte<br />

della barricata pacifista.<br />

E ancora alcune domande:<br />

dal momento che la Chiesa cattolica è preposta alla tutela e allo sviluppo dei valori morali e<br />

spirituali (che possono scaturire solo da una coscienza umana in grado di valorizzare la vita, di<br />

amare e rispettare non solo l'uomo ma ogni essere vivente), perché rifiuta di avvalorare l'etica<br />

universale del movimento ecologico-pacifista che darebbe all'uomo una più vasta e profonda dignità<br />

civile e spirituale? Perché la Chiesa cattolica rifiuta di farsi forza trainante in questa nuova esigenza<br />

dello spirito e lascia che siano i laici, e non i preti, a chiedere amore, rispetto e giustizia per gli<br />

animali ingiustamerite violentati e uccisi dall'uomo, dal momento che questo non può che rendere<br />

l'uomo migliore ed elevarlo moralmente? Perché la Chiesa cattolica resta ancorata al concetto<br />

antropocentrico, scientificamente e moralmente errato, anacronistico e deviante, oltre che essere<br />

stato il terreno più fertile per ogni sorta di razzismo e di specismo e dal momento che predispone<br />

l'uomo a convivere con l'idea dello sfruttamento e della sopraffazione dei più deboli e di renderlo<br />

insensibile alla sofferenza anche umana?<br />

Comunque è chiaro che l'alto prelato intuisce il concreto pericolo di un ulteriore<br />

assottigliarsi delle file cattoliche (già 1000 suore l'anno lasciano i voti) a vantaggio della cultura<br />

ecoligico-pacifista nella quale le ultime generazioni hanno trovato quella autentica ricchezza di<br />

valori direttamente riscontrabili sul piano sociale e a livello planetario, che la Chiesa, purtroppo,<br />

non sembra in grado di dare a causa della sua arida chiusura antropocentrica che gli fa considerare<br />

"male " tutto ciò che non è "targato" Chiesa Cattolica.


QUALCOSA NON FUNZIONA NELLA RELIGIONE<br />

Se duemila anni di cattolicesimo non sono riusciti a mutare la coscienza degli uomini, nè<br />

tanto meno ad eliminare le guerre, gli omicidi, i crimini, le violenze ed ora i sequestri di persona,<br />

forse qualcosa non funziona nella religione cattolica, come nelle altre grandi religioni che da<br />

sempre si sono assunte l'onere dello sviluppo dei valori morali dell'uomo. Nè la colpa è da attribuire<br />

tutta al cattivo uso che l'uomo fa del suo libero arbitrio.<br />

La grande rivoluzione socio-morale annunciata dai Testi Sacri non si è verificata e non è<br />

mutato il corso della storia. Il popolo eletto non vive la pace del Regno promesso. Le popolazioni di<br />

ceppo ebraico non sono sostanzialmente migliori di quelle che seguono altre religioni o di quelle<br />

che magari nemmeno credono in Dio.<br />

La Chiesa Cattolica non solo non raccoglie i frutti del seme messianico, perché non è stata<br />

capace di far germogliare l'albero dell'Amore, ma intiepidendo il messaggio forte, chiaro e lineare<br />

di Cristo ha in parte vanificato il suo sacrificio. La Chiesa non ha cercato tanto di rendere gli uomini<br />

intrinsecamente migliori, più sensibili, più umani, più giusti, quanto di consolidare il potere<br />

cattolico. Specialmente nei confronti del regno animale i preti hanno dimostrato la più profonda<br />

avversione. Non solo non hanno cercato di ampliare la sfera dell'amore dall'uomo ad ogni essere<br />

vivente ma hanno imposto l'indifferenza e la durezza di cuore a quei pochi cristiani che<br />

dimostravano naturale pietà verso le vittime dell'antropocentrismo.<br />

I discorsi dei preti durante I'omelia domenicale non convincono, non scuotono, non<br />

slanciano, non infervoriscono, ma adagiano, rassegnano, giustificano. I preti si limitano a narrare gli<br />

eventi messianici come fossero una splendida favola vissuta duemila anni orsono dal Figlio di Dio,<br />

senza mai cercare veramente una trasposizione temporale dei contenuti, perché Cristo è visto come<br />

un'entità staccata, irraggiungibile, inimitabile: alla perfezione del Figlio di Dio contrappongono la<br />

miseria dell'imperfezione umana.<br />

L'uomo per salvarsi dall'inferno e guadagnarsi il paradiso deve sentirsi una nullità,<br />

bisognoso dell'intervento divino perchè incapace di salvarsi da solo. Col pretesto che l'uomo è<br />

debole e imperfetto si è trovato il modo di giustificare tutte le sue bassezze e le sue debolezze. Guai<br />

se l'uomo non si sente peccatore e imperfetto, rischia di vanificare lo stesso sacrificio di Cristo per<br />

mezzo del quale si riscattano i peccati passati e quelli che commetteremo in futuro. C'è la<br />

consolazione che tutto venga perdonato: basta confessarsi e chiedere perdono nontanto alla vittima<br />

della nostra violenza ma a Dio. Come se Dio potesse perdonare la sofferenza o la morte di una sua<br />

creatura se la stessa non fosse conseziente al perdono.<br />

I discorsi dei preti non vanno mai al nocciolo del problema (che è quello della necessaria<br />

conversione della coscienza e del cuore di ognuno, cioè della modifica del proprio modo di essere,<br />

di pensare, di agire); essi non dicono mai chiaramente che per essere cristiani bisogna essere come<br />

Cristo, cioè miti, casti, tolleranti, poveri mettendo in pratica i tre aspetti fondamentali del suo<br />

insegnamento:<br />

1) il sacrificio di se stessi per il bene del prossimo;<br />

2) la fede in Dio;<br />

3) l'attuazione della legge dell'amore.


La gente ormai è convinta che per essere cristiani, vivere correttamente su questa terra e<br />

guadagnarsi il paradiso nell'altra vita, basta andare a messa la domenica, prendere la comunione e<br />

credere che Cristo è il Salvatore. E così dopo la messa ognuno resta interiormente com'era prima (se<br />

non peggio, quando si aggiunge alla mediocre condizione della propria esistenza quella dell'errore<br />

di sentirsi a posto con la propria coscienza).<br />

Credo che i preti abbiano fatto della religione più bella e più edificante una dottrina per<br />

gente ipocrita ed accidiosa: la dottrina del compromesso tra valori spirituali e piaceri materiali, tra<br />

ricchezze e povertà, tra virtù e vizio, tra mitezza e intransigenza. I preti non sanno gestire la<br />

coscienza della gente perchè non sanno gestire la propria coscienza. Non possono chiedere sacrifici<br />

e rinunce perché essi per primi dovrebbero dare l'esempio. E anche se Cristo diceva che non si<br />

possono servire due padroni essi continuamente giustificano e cercano il compromesso tra il potere<br />

e l'umiltà, tra il lusso e l'astinenza, tra il sacrificio e l'agio. Ma questa non è la Chiesa voluta da<br />

Cristo, la Chiesa dei poveri ma dei ricchi, non dei deboli ma dei forti, non degli ultimi ma dei primi,<br />

non dei remissivi ma degli agguerriti.<br />

Se poi ci riferiamo agli esseri viventi non umani e senza menzionare un passato di cui ci<br />

sarebbe soltanto da vergognarsi, ce lo vedete Cristo ad andare vestito con lussuosi abiti e corone di<br />

gemme? a scannare un vitellino o un agnellino per dilettarsi il palato con le sue misere carni ed<br />

andare a caccia e sparare ad un tenero capriolo, un coniglietto o un uccellino? Ce lo vedete a<br />

squartare un cane o un gatto vivo per studiare il suo apparato digerente? Eppure tutto questo non<br />

solo i cattolici lo fanno ma, gli stessi preti lo hanno fatto o lo fanno: gente che non centra nulla con<br />

l'immagine di Cristo eppure si sente cristiano, perché la Chiesa ha insegnato all'uomo che per essere<br />

virtuosi basta non far del male agli esseri umani, credere che Cristo è il Figlio di Dio, prendere i<br />

sacramenti e fare l'elemosina.<br />

L'errore e il peccato più grave della Chiesa Cattolica, a mio avviso, è di aver dato al mondo<br />

l'idea di un Dio crudele e sanguinario; e in questo i cattolici non adorano il vero Dio, il Dio del bene<br />

e della vita, ma un mostro insensibile alla sofferenza di tutto il creato preoccupato solo della sorte<br />

dell'uomo, la creatura migliore della sua opera della quale si compiace, cioè un Dio megalomane.<br />

La religione cattolica è adatta a gente che ha bisogno di sentirsi superiore alle altre creature non<br />

umane, di gente che non cerca tanto di superare i propri limiti quanto di giustificarli, adatta a gente<br />

talmente ipocrita che si è inventata il paradiso per continuare a godere anche nell'altra vita e così<br />

fregare non solo il prossimo su questa terra ma anche il Padreterno nell'aldilà. Però in questo modo<br />

la Chiesa ha fatto un gran numero di fedeli, perchè in fondo, non costa poi molto essere cattolici,<br />

anzi è pure piacevole incontrarsi a messa la domenica mattina in cui si ha l'opportunità di sfoggiare<br />

l'ultimo vestito o una lussuosa pelliccia di visone.<br />

Io dico che chi non cerca di essere come Cristo non può definirsi cristiano e che essere<br />

cattolici non vuoI dire affatto essere cristiani. Io dico che il paradiso non è un luogo ma una<br />

condizione interiore raggiunta dal proprio cuore e dalla propria anima. Io dico che il paradiso e<br />

l'inferno sono già dentro di noi e che non ci può essere paradiso per coloro che vivono per se stessi.<br />

lo dico che come non basta andare a messa la domenica o pregare per essere cristiani, non basta non<br />

far del male per evitare l'inferno (se esiste). lo rido di tutte le dottrine e di tutte le filosofie che<br />

cercano di definire Dio e la sua legge. La sola legge che per me ha valore è quella del "Non causare<br />

sofferenze e morte ad alcun essere vivente", "Fai del bene ad ogni creatura" e "Cerca di essere<br />

ogni giorno migliore". Il resto è demagogia, è raggiro e, come diceva Cristo, il dippiù viene dal<br />

Maligno.


DOMANDE ALLA CHIESA CATTOLICA<br />

Di fronte al progressivo emergere di una nuova coscienza sociale, più giusta e più sensibile<br />

verso la condizione degli animali, le forze ecologico-animaliste unite nella battaglia per il rispetto e<br />

la valorizzazione della vita di ogni essere vivente, presentano agli esponenti della chiesa Cattolica le<br />

seguenti istanze:<br />

1) Dal momento che la Chiesa Cattolica è preposta al bene morale e spirituale del'uomo (il<br />

quale bene può venire solo da una coscienza umana in grado di amare e rispettare non solo l'essere<br />

umano ma ogni creatura vivente, di condividere la condizione e la sofferenza dei più deboli), perché<br />

rifiuta di accettare l'etica universale che darebbe all'uomo una più vasta e profonda dignità<br />

spirituale?<br />

2) Perché la Chiesa Cattolica rifiuta di farsi forza trainante in questa nuova esigenza dello<br />

spirito e lascia che i laici, e non i preti, a chiedere amore, giustizia per le creature di Dio,<br />

ingiustamente violentate e uccise dall'uomo, dal momento che questa esigenza non può che rendere<br />

l'uomo migliore ed elevarlo civilmente e spiritualmente?<br />

3) Perché la Chiesa Cattolica rifiuta di estendere il sacro diritto (dato da Dio ad ogni essere<br />

vivente) al rispetto, alla dignità, alla libertà e all'esistenza dall'uomo agli animali, dal momento che<br />

questi come noi (anche se indifferenti livelli) sono dotati di intelligenza, di sentimenti, di capacità di<br />

soffrire e di avere paura della morte, nonché di avere come l'uomo la strabiliante possibilità di<br />

essere generatori di vita?<br />

4) Perché la Chiesa Cattolica resta ancorata al concetto antropocentrico, scientificamente e<br />

moralmente errato; anacronistico e deviante, oltre che essere stato il terreno più fertile per ogni sorta<br />

di razzismo e di specismo e dal momento che predispone l'uomo a convivere con l'idea dello<br />

sfruttamento e della sopraffazione delle creature non umane e di renderlo insensibile della<br />

sofferenza anche degli uomini?<br />

5) Perché la Chiesa Cattolica ha disatteso il comando di Dio ad essere vegetariani espresso<br />

chiaramente in Gen. 1.29: "Ecco, lo vi dò ogni erba che produce seme e ogni albero in cui è frutto<br />

saranno il vostro cibo..." e consente che i preti (che dovrebbero essere esempio di virtù e di<br />

temperanza) mangino la carne del corpo straziato degli animali mentre potrebbero, come i<br />

vegetariani che godono ottima salute, nutrirsi di sostanze vegetali?<br />

6) Perché la Chiesa Cattolica limita il comando "Non ammazzare" il "Non fare ad altri<br />

quello che non vorresti ti fosse fatto" e "Ama il prossimo tuo come te stesso" al solo essere umano,<br />

dal momento che Dio non ha specificato in tal merito lasciando alla coscienza umana i margini della<br />

sua interpretazione?<br />

7) Perché la Chiesa Cattolica non si chiede se la violenza che Essa consente a danno degli<br />

animali sarebbe accettata da Cristo e se Cristo oggi non sarebbe vegetariano?<br />

8) Perché la Chiesa Cattolica, che combatte la fame nel mondo, non considera che per<br />

produrre 1 Kg di carne si consumano circa 15 Kg di derrate alimentari e che se l'umanità adottasse<br />

la dieta vegetariana potrebbe sfamare una popolazione 7 volte maggiore dell'attuale con la<br />

conseguenza che potrebbe essere eliminata la fame nel mondo?<br />

9) Perché la Chiesa Cattolica non condanna l'orrenda pratica della vivisezione che oltre a<br />

disumanizzare l'uomo e a massacrare inutilmente miliardi di animali innocenti non serve che a


itardare il vero progresso medico-scientifico a danno della coscienza umana e della salute del<br />

corpo?<br />

10) Perché la Chiesa Cattolica non condanna l'uso delle pellicce dal momento che tale moda<br />

non fa che inclinare l'uomo al materialismo, all'edonismo e al disprezzo del dolore e della vita degli<br />

altri esseri viventi?<br />

11) Perché la Chiesa Cattolica consente e spesso benedice le moltissime feste patronali,<br />

specialmente in Spagna, durante le quali la gente in "onore" dei Santi, della Madonna e di Gesù<br />

Cristo, si abbandona alle più spregevoli violenze sugli animali, dal momento che Cristo ha<br />

proclamato l'amore, la mitezza, la bontà e che i Santi sono stati suoi fedeli testimoni?<br />

12) Perché la Chiesa Cattolica non condanna la caccia e la pesca che sono causa di<br />

sofferenza e di morte terribile per miliardi di creature innocenti, dal momento che predispone anche<br />

l'uomo alla violenza e lo legittimizza alla distruzione del creato?<br />

13) Perché la Chiesa Cattolica nega il possesso dell'anima agli animali oltre la speranza per<br />

loro di una realtà ultraterrena?<br />

Tutti coloro che credono nella vita, nell'evoluzione civile, morale e spirituale dell'uomo,<br />

nell'amore, nella giustizia e nella fratellanza universale, aspettano che la Chiesa cattolica si<br />

pronunci su questi quesiti e dimostri l'eredità e i frutti dell'insegnamento del Figlio di Dio.


LETTERA Al RAPPRESENTANTI DELLA CHIESA CATTOLICA<br />

Credo che il Dio della vita non può che amare d'identico amore ogni sua creatura e aborrire<br />

tutto ciò che causa sofferenza e morte; che ogni legge morale e spirituale deve necessariamente<br />

ampliarsi e perfezionarsi, nei suoi contenuti essenziali, con l'evolversi della coscienza collettiva dei<br />

popoli, e ciò che un tempo era tollerabile, perché dettato da particolari contingenze storiche o<br />

etniche, può oggi non essere più giustificabile: come I'assuefazione dell'uomo a cibarsi di carne e il<br />

considerare gli animali creature a sua disposizione.<br />

Credo che lo spirito che dà vita a tutte le cose non si estingue col perire del corpo fisico e<br />

che ritorna a Colui che l'ha creato.<br />

Credo che la gioia, il dolore, la vita e la morte siano realtà che hanno lo stesso valore per<br />

tutte le creature, e che se l'uomo saprà amare e rispettare i suoi fratelli minori, sarà anche più buono<br />

e giusto verso la sua stessa specie.<br />

Credo sia tempo che l'uomo torni al disegno originario del Padre, in cui, in qualità di<br />

creatura capostipite, protegga e guidi nel bene ogni creatura più debole, verso un piano di armonia<br />

universale.<br />

Credo che il Dio dell'Amore e della Vita non può considerare leggittima la soppressione di<br />

un animale da parte dell'uomo quando il sostentamento di quest'ultimo può essere assicurato<br />

mediante sostanze vegetali, e anche se le piante sono anch'esse creature dotate di sensibilità e<br />

anelano alla vita, credo che l'essere così vegetariani, sia una condizione intermedia a quella finale in<br />

cui l'uomo si ciberà soltanto di frutti e di ogni cosa che non causa sofferenza o morte ad alcun<br />

essere che vive.<br />

Nulla più giustifica l'abitudine dell'uomo a cibarsi di carne se non I'insano piacere della gola.<br />

E può forse essere giustificato il dolore che si causa a tante miti e nobili creature dal gusto del<br />

palato?<br />

La Bibbia è costellata di inviti al rispetto e all'amore per l'animale e spesso è rimarcata la<br />

condizione di inseparabile comunanza al medesimo destino con l'uomo, perché certo, se anche una<br />

sola parte di un unico organismo è malata o sofferente tutto il resto è in pericolo. Ma l'uomo crede<br />

di poter guarire la condizione umana curando o interessandosi di una sola parte di questa: Cioè del<br />

genere umano. E da millenni perpetua un immane olocausto a danno delle creature più deboli che<br />

non possono manifestare il loro planetario dolore. Tale Consapevole, o inconsapevole, violenza<br />

preclude all'uomo stesso la sua vera evoluzione spirituale perché rende il suo cuore sempre più<br />

insensibile all'altrui dolore, disprezzando tutto ciò che non gli assomiglia.<br />

Fin dai tempi più antichi, per mezzo dei Profeti, Dio ha per similitudine, associato alle virtù<br />

più nobili dell'animo umano, il nome di molti animali al punto che alcuni Suoi piani sarebbero stati<br />

forse impossibili senza di essi. Come la colomba dell'Arca; la cerva di Abramo; i corvi di Elia; il<br />

cane di Tobia; l'asina di Balaam; i leoni di Davide; la balena di Giona; l'agnello della Pasqua<br />

ebraica; la colomba dello Spirito Santo; l'asinello del giorno delle Palme, della fuga in Egitto, della<br />

stalla dove nacque Gesù ecc. ecc., tutti animali che l'uomo con noncuranza sfrutta per i suoi fini<br />

egoistici e sopprime per divorarne le carni.<br />

Io faccio appello a coloro che sono a tutela dei valori umani e dello spirito, di farsi difensori<br />

delle creature diverse dall'uomo, per scongiurar loro sofferenza e morte e possano avere quel<br />

rispetto e quella dignità che Dio ha loro concesso fin dalla creazione.


Si afferma che Dio per l'uomo ha creato tutte le cose, ma come si può credere che lo<br />

sconfinato universo, con le sue infinite galassie, con i suoi incalcolabili pianeti e i miliardi di<br />

miliardi di creature che vivono solo sul pianeta Terra (sul suolo, sotto il suolo, nel mare, nell'aria e<br />

che già vivevano milioni di anni prima la comparsa stessa dell'uomo) siano state fatte, esistano solo<br />

in funzione delle specie umana?! Come si può credere che il cavallo, il leone, l'aquila, il delfino ecc.<br />

ecc. siano stati creati per diletto dell'uomo e che dopo la morte fisica questi scompaiano per sempre<br />

dalla sfera della Vita?! Ciò non contrasta, forse, con il concetto di un Dio d'amore, da Cristo stesso<br />

proclamato al Mondo?<br />

Per giustificare la violenza dell'uomo nei riguardi dei suoi fratelli minori (gli animali) si<br />

sostiene che tutte le creature, tra loro, si usano violenza. Questo, forse, non dovrebbe giustificare<br />

anche la guerra tra gli umani? E questo non denigra, forse, l'onnipotenza di Dio che dalla violenza<br />

umana non aveva bisogno per garantire l'ordine naturale? La lotta tra le cose non è, forse, la<br />

condizione in cui caddero le stesse dopo la ribellione dell'uomo a Dio? E l'uomo non deve forse<br />

cercare di vivere lo stato di grazia antecedente il Peccato stesso?<br />

Essendo l'uomo la creatura più intelligente e forse spiritualmente più evoluta, dovrebbe<br />

usare queste sue prerogative non per comportarsi come l'animale (che considera inferiore) o peggio<br />

dello stesso (il quale uccide solo per nutrirsi o perché messo in pericolo) ma affinché metta le sue<br />

qualità al servizio del bene e dell'armonia di tutte le cose.<br />

Per giustificare la propria mancanza di volontà a rinunciare al piacere di cibarsi di carne, si<br />

rammenta che anche cristo mangiava il pesce, che lo stesso S. Francesco invitava i suoi frati a<br />

nutrirsi di tutto ciò che sarebbe stato loro posto davanti.<br />

lo credo che c'è un tempo per ogni cosa, che non si possono raccogliere i frutti di un albero<br />

prima che questi siano maturi. Se oggi, a duemila anni dalla venuta di Cristo, il mondo occidentale,<br />

pur nella sua opulenza e ricchezza, non è in grado di accettare questa sì nobile tesi (che l'uomo<br />

consideri come suo prossimo non solo il suo simile, ma tutto ciò che ha vita) come poteva Cristo<br />

chiedere questo venti secoli or sono a gente che si domandava se era giusto o no lapidare<br />

un'adultera?<br />

Come il cibo per il corpo va somministrato nelle proporzioni dovute a mano a mano che il<br />

fisico diventa adulto, così la verità va data all'uomo al tempo in cui il suo spirito è in grado di<br />

assimilarla e farne buon uso.<br />

lo credo che chiunque si nutre di carne ha indirettamente causato sofferenza, agonia e morte<br />

all'animale di cui si sta cibando, anche se ad altri ha demandato l'inumano compito di abbattere. La<br />

legge dell'amore è già agli antipodi di ogni violenza, di ogni egoismo, di ogni insensibilità verso il<br />

dolore altrui.<br />

Dio, essendo Amore, per amore ha creato tutte le cose, affinché queste vivano nel bene e<br />

nella gioia, non nella paura e nel dolore. Quindi, chiunque tormenta e distrugge l'opera del Creatore<br />

non può certo essere da Dio ben accetto.<br />

La legge mosaica, fatta per uomini appena affacciati alla sfera della socialità, non può essere<br />

valida per uomini che, hanno alle spalle il bagaglio della cultura cristiana, con la sua miriade di<br />

Santi e Profeti.<br />

Tra la condizione esistenziale degli onnivori e quella dei vegetariani (che sono tali per amore<br />

verso la Vita nel rispetto di ogni creatura), il vero cristiano, esponente di carità e pietà, non può non


iconoscere quest'ultima come superiore a quella di coloro che con indifferenza e senza alcuna<br />

necessità di sopravvivenza opprimono una creatura (in tutto simile all'uomo) per divorarla.<br />

L'uomo di spirito non deve forse seguire la via della rinuncia di ogni piacere umano? E<br />

anche se l'essere vegetariani è da molti preti considerato una scelta personale, una specie di fioretto,<br />

se questo rende lo spirito più alto non dovrebbero forse tutti i sacerdoti far proprio ciò che<br />

maggiormente avvicina a Dio? La consapevolezza poi che il loro esempio spingerebbe un numero<br />

incalcolabile di persone a non uccidere più giornalmente milioni e milioni di creature innocenti, non<br />

dovrebbe questo essere un indomabile incentivo ad essere i paladini della gioia e della vita?<br />

Si afferma che Cristo non era vegetariano: anche se questo non è accertato. Come poteva<br />

essere tale in tempi in cui l'uomo lottava per la sua sopravvivenza fisica a causa della fame? Lui ha<br />

seminato la legge dell'Amore: sta a noi, per nostra sensibilità e merito, raccogliere ciò che<br />

esplicitamente non fù dichiarato a causa della nostra "dura cervice", ma che è insito nella sua legge<br />

di vita.<br />

Se i sacerdoti di Cristo fossero vegetariani per amore delle creature di Dio, questo non<br />

aumenterebbe forse la bellezza spirituale della stessa Chiesa Cattolica?<br />

Si dice che in un mondo in cui gli uomini non rispettano neppure i loro simili non si può<br />

chiedere amore per gli animali. Questa tesi è certo reversibile: cioè quando gli uomini impareranno<br />

ad amare creature prive di egoismo e di malvagità premeditata saranno certo in grado di amare<br />

anche i loro fratelli umani.<br />

Non tutti i sacerdoti, è vero, possono accettare certi sacrifici o certe rinunce; ma quando<br />

questa non-rinuncia stronca per sempre la vita ad una creatura, dopo averle causato sofferenza ed<br />

agonia, allora forse non è più una semplice scelta personale, non può essere considerato un fioretto<br />

quello di non commettere violenza: ma un preciso dovere morale e spirituale per coloro ai quali il<br />

mondo guarda come ai fautori della giustizia e della bontà.<br />

Forse oggi Cristo non sarebbe vegetariano? Forse il Dio della pietà e della vita si lascerebbe<br />

superare in sensibilità da un misero essere umano che dice: Non è giusto uccidere un animale; è<br />

bene che l'uomo si nutra di ciò che non causa sofferenza e morte ad altre creature. Forse Cristo non<br />

approverebbe e non farebbe sua una simile causa? Se oggi gli si chiedesse perché duemila anni fa<br />

ha mangiato il pesce, forse risponderebbe allo stesso modo in cui rispose ai farisei quando gli<br />

chiesero se per Lui, come per Mosè, per certi motivi era giusto ripudiare la propria moglie: "A<br />

causa della durezza dei vostri cuori; ma oggi Io vi dico che chiunque causa sofferenza o morte alla<br />

più piccola creatura di Dio commette fratricidio".<br />

Coloro che amano nutrirsi di carne, e che troppa importanza danno alla salute del loro corpo,<br />

cercano l'alibi nella errata convinzione che l'organismo umano ha bisogno di proteine animali per<br />

essere in forma e vivere bene. Ma l'esperienza dei vegetariani confuta tale asserzione, i quali<br />

godono di ottima salute e spesso sono immuni da certe malattie alle quali gli onnivori sono soggetti.<br />

E la scienza medica oggi è in grado di confermare questa tesi.<br />

Faccio mia la muta tragedia di ogni essere vivente violentato o ucciso dall'uomo, e presento<br />

al mondo cattolico la più accorata istanza affinché si faccia difensore delle creature più deboli e<br />

renda giustizia, non solo agli animali e alla natura tutta, MA A QUANTI COME ME DA QUESTA<br />

REALTA' SONO TORMENTATI; affinché lotti per fermare questo immane olocausto, che è onta e<br />

vergogna della creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio, che da sempre perpetua a danno<br />

dei suoi fratelli più piccoli.


Ogni anno sono sacrificati sui banchi della vivisezione (in modo non concepibile da mente<br />

sana) centinaia di milioni di animali: se potessero parlare gli animali che saranno sacrificati il<br />

prossimo anno; se potessero parlare i milioni e milioni di miti e buoni vitelli, agnelli, cavalli ecc.<br />

ecc. che ogni giorno vengono soppressi nei mattatoi comunali dopo il terrore e la paura; se<br />

potessero parlare tutte quelle splendide creature alle quali sarà strappato il morbido vello o il<br />

robusto manto protettivo, dopo indicibile agonia; se potessero parlare tutti gli uccelli che saranno<br />

abbattuti dall'uomo nel crudele gioco della caccia; se potessero parlare tutti quegli animali che dalla<br />

libertà del loro ambiente naturale saranno strappati e costretti a durissima disciplina, per essere<br />

sollazzo all'uomo nei circhi equestri e negli zoo; se potessero parlare, tutte queste creature prima<br />

che venga consumato per sempre il loro estremo ed incomprensibile sacrificio, certamente avremmo<br />

giusto rimorso delle nostre colpe e forse capiremmo anche il danno che questo arreca all'evoluzione<br />

della nostra coscienza. Forse Cristo approverebbe simili orrori? Dio non ascolta solo il grido<br />

dell'uomo, ma di ogni cuore che pena, di ogni creatura che soffre. E non è forse cosa grande,<br />

immensa, il sapere che la buona volontà dell'uomo possa impedire angoscia e tormento a tante<br />

creature? E non è forse questa auspicabile e tanto agognata realtà più splendente, più vicina e più<br />

gradita a Dio che non l'attuale cultura antropocentrica che considera gli animali come oggetti<br />

senz'anima, senza capacità di sentimenti e di sofferenza e senza alcun diritto alla vita? Non è forse<br />

più alto e più nobile il proclamare la fratellanza universale, che il limitarsi al non-abuso degli<br />

animali e di ogni sorta di creatura vivente? Allora perché non promuovere e sostenere tale causa che<br />

darebbe all'essere umano nuove e più alte dignità spirituali? A voi preti una risposta che in qualche<br />

modo cerchi di giustificare il vostro disprezzo e l'indifferenza verso la sofferenza e la morte di tutto<br />

ciò che è nella forma fisica è diverso dall'uomo.


I PRETI FANNO L'ORECCHIO DA MERCANTE<br />

Il 10 gennaio 91 il Papa, sicuramente illuminato dallo Spirito Santo, dichiarò<br />

inequivocabilmente, citando il Salmo sull'azione creatrice di Dio, che uomini ed animali sono<br />

accomunati dallo stesso Spirito immortale. Dichiarazione che fece sussultare di entusiasmo gli<br />

animalisti perché finalmente si apriva una breccia nel monolitico concetto antropocentrico che<br />

caratterizza la cultura cattolica e faceva segnare una data storica nell'evoluzione etica e civile del<br />

mondo occidentale, spaventosamente retrivo nel considerare gli altri esseri viventi degni di rispetto<br />

e di diritto alla vita.<br />

Ma nonostante le aspettattive, purtroppo i dubbi su una nuova presa di coscienza del mondo<br />

clericale restano confermati, dal momento che nulla è cambiato, specialmente nel campo di regime<br />

alimentare e le dichiarazioni del Papa sono rimaste lettera morta.<br />

Inutilmente abbiamo atteso segnali di apertura verso il superamento di una "cultura"<br />

storicamente e spiritualmente anacronistica e che il clero incominciasse a dissociarsi dalla tacita e<br />

compiacente violenza che sistematicamente viene perpetrata su tutte le creature non umane,<br />

specialmente con la mattazione, quale metodo di disumana abitudine alimentare che trova<br />

giustificazione solo nel degradante piacere della gola.<br />

Inutilmente abbiamo atteso che la Chiesa si decidesse a schierarsi in difesa delle creature più<br />

deboli e della Vita, della giustizia e dell'amore universale, dal momento che Essa è depositaria di<br />

tali valori ma che purtroppo limita, assurdamente, alla sola specie umana.<br />

Ma la Chiesa ha ben altro a cui pensare che al problema degli animali che (tra l'altro) è essa<br />

stessa a generare col suo viscerale antropocentrismo: come se l'uomo non potesse amare gli uni e gli<br />

altri, come se la sofferenza e il desiderio di esistere fossero prerogative della sola specie umana. Il<br />

motivo è sicuramente un'altro. Il mondo cattolico non vuole rinunciare all'irrazionale pretesa di<br />

considerare l'uomo fulcro della creazione, col distruttivo privilegio di poter disporre della vita e<br />

dello sfruttamento degli animali. Più forte della realtà, della giustizia e dell'amore è la manìa di<br />

grandezza e il piacere del palato.<br />

Nascono spontanee alcune domande: le dichiarazioni del Papa, del capo supremo della<br />

chiesa cattolica, devono o no essere considerate disposizioni che i vescovi e i parroci sono tenuti ad<br />

adottare? E se queste sono state disattese, è il Papa o il suo clero a dettar legge nel mondo cattolico?<br />

Dopo dichiarazioni così importanti sicuramente il Papa, coerente col suo messaggio, adotterà una<br />

dieta incruenta; cioè il Papa è vegetariano o la chiesa è approdata in una posizione antropocentrica<br />

assai più grave e dannosa in cui viene legittimata l'uccisione degli animali anche se dotati di<br />

un'anima come l'uomo?<br />

Purtroppo non è la prima volta che la Chiesa disattende le disposizioni dei suoi pontefici in<br />

merito al rispetto dovuto agli animali. Il Papa S. Pio V nel 1567 condannò severissimamente le<br />

corride, considerandole spettacoli per demoni, minacciando di scomunica chiunque vi avesse<br />

partecipato e negando sepoltura in terra consacrata ai toreri che perdevano la vita nell'arena. Ma<br />

anche questa bolla restò lettera morta al punto che oggi nella "cattolicissima" Spagna è stata<br />

inaugurata un'università di tauromachia gestita addirittura da pii frati francescani, ad onta e<br />

sacrilegio del Santo di Assisi.<br />

Quindi i cattolici sono in balìa dei preti e non sotto la guida del Papa che, nelle sue<br />

disposizioni, dovrebbe essere illuminato dallo Spirito Santo. Speriamo bene!


Comunque, nonostante tutto noi continuiamo a sperare che un giorno la Chiesa Cattolica<br />

possa accorgersi del suo grande errore, del danno che causa all'evoluzione della coscienza umana la<br />

sua posizione antropocentrica; siamo sicuri che la Chiesa prima o poi ascolterà la voce dello Spirito<br />

Santo e che saprà individuare nel rispetto e nel valore della vita di ogni essere vivente la tessera<br />

mancante al grande mosaico per la realizzazione del Regno di Dio.


MOTIVAZIONI ETICHE, SCIENTIFICHE<br />

E RELIGIOSE DEL RISPETTO PER GLI ANIMALI<br />

Ciò che condiziona e determina la storia umana, dei rapporti sociali, di relazione, è senza<br />

dubbio la coscienza che, a seconda del suo sentire, fa esprimere l'uomo in modo positivo o negativo<br />

nei confronti del prossimo. L'aspetto più edificante della sensibilità della coscienza umana è la<br />

capacità di condividere l'altrui condizione sino a far propria, a volte, la gioia o la sofferenza<br />

dell'altro. Questo, diciamo, è ciò che ha spinto i grandi uomini di spirito a dare anche la propria vita<br />

per il bene collettivo.<br />

Se l'uomo causa del male ad un altro essere vivente è perché non percepisce la sofferenza di<br />

colui al quale ha arrecato l'offesa. L'indifferenza, figlia dell'egoismo, oltre a precludere all'uomo la<br />

capacità di dare alla vita il suo giusto ed immenso valore, è il vero cancro del genere umano.<br />

Ma anche se tutti siamo convinti che di uomini giusti ed onesti ha bisogno l'umanità per<br />

migliorare la sua condizione sociale, nessuno fa in modo che specialmente nelle nuove generazioni<br />

sbocci quel sentimento dell'animo capace di dar valore alla vita in senso lato in modo da aborrire<br />

tutto ciò che è disarmonia e violenza.<br />

Il problema del rapporto tra l'uomo e gli animali non riguarda solo i protezionisti, solo<br />

coloro che sono preposti alla salvaguardia e allo sviluppo dei valori morali e del senso civico della<br />

vita, ma tutti indistintamente perché chiama in causa il senso di giustizia della coscienza umana.<br />

L'antropocentrismo che ha inculcato l'idea della centralità dell'essere umano nella creazione,<br />

dimostra tutto il suo disprezzo non solo verso ciò che è dissimile dall'uomo ma verso la vita in<br />

senso lato al punto da precludere la naturale evoluzione dello spirito umano. L'antropocentrismo<br />

sfocia poi nello specismo e questo, di conseguenza, negli effetti più devastanti del razzismo.<br />

Nessuna violenza è mai giustificabile perché se dalla violenza venisse un bene tutto<br />

diverrebbe lecito, e sappiamo che in virtù della legge del più forte e del fine che giustifica i mezzi<br />

l'umanità si è macchiata dei più efferati delitti. La violenza in qualunque modo si manifesti e su<br />

qualsiasi essere vivente è un fatto solo da condannare, da combattere fino ad abolirla.<br />

Perché la stessa violenza commessa sugli animali non è accettabile se attuata sull'uomo?<br />

Coloro che affermano che gli animali sono diversi dall'uomo dovrebbero poterlo dimostrare. Noi<br />

diciamo che un essere che ha un cervello, un cuore, gli occhi, che mangia, dorme, gioca, soffre, ha<br />

paura, si riproduce come l'uomo, non è dissimile dall'uomo ma è suo fratello. Qualunque sia il<br />

risultato di una violenza sugli animali mai può compensare il fatto che abbia reso peggiore l'uomo<br />

rendendo peggiore la sua coscienza, la sua anima, perché lo ha reso più insensibile, più ingiusto e<br />

crudele anche nei confronti del suo simile.<br />

E che cosa c'è di peggio nella vita di un uomo insensibile all'altrui sofferenza?<br />

Anche se le naturali motivazioni dell'antropocentrismo miravano ad allontanare l'uomo da<br />

un certo comportamento, tipico dell'aggressione e della lotta degli animali in cerca di cibo ed in<br />

difesa della loro sopravvivenza, col tempo ha manifestato tutti i suoi effetti deleteri sulla coscienza<br />

umana, sino a disumanizzare sempre di più l'uomo nei confronti sia dell'uomo che degli animali;<br />

infatti l'antropocentrismo ci ha portato alla crudele pratica della vivisezione, ci ha portato alla<br />

cultura delle pellicce e soprattutto del carnivorismo grave danno non solo dei valori spirituali ma<br />

della stessa salute umana. Ogni anno nei soli Stati Uniti vengono abbattuti 134 milioni di


mammiferi e 3 miliardi di volatili per essere dati in pasto alla specie umana. E ci si dice che tutto<br />

questo è giusto, anzi che l'uomo ha il dovere di servirsi degli animali a suo piacere. Coloro che<br />

sostengono questa tesi (e tra questi purtroppo non mancano molti rappresentanti della chiesa<br />

cattolica) oltre a rendere l'uomo peggiore danno al mondo l'idea di un Dio crudele e<br />

antropocentrico, magnanimo solo con la specie umana e indifferente all'agonia dei milioni di altre<br />

specie da Egli stesso create, magari più miti e più buone dell'uomo. Ma a differenza di costoro<br />

(CHE COMBATTONO CONTRO LA NOSTRA SPERANZA DI UNA COSCIENZA UMANA<br />

CAPACE DI AMARE IN EGUAL MISURA OGNI ESSERE VIVENTE) noi diciamo che i Dio<br />

condanna la sofferenza e la morte e che ama ogni creatura come se fosse l'unica esistente.<br />

Essi credono che questa fratellanza universale con gli animali e con ogni essere vivente<br />

possa far perdere all'uomo le sue presunte prerogative naturali di creatura superiore, e non sanno a<br />

quale vera grandezza essi assurdamente si oppongono: non sanno amare anche gli animali e negano<br />

anche a Dio questa possibilità, negano I'equanimità di Dio, la Sua stessa potenza. Affermando che<br />

gli animali non hanno l'anima dimostrando che Dio è ingiusto nei loro confronti o incapace di dare<br />

loro anche una realtà ultraterrena. Essi dicono che ad immagine di Dio è solo l'uomo, noi diciamo<br />

che ogni cosa che ha vita è fatta a somiglianza di Dio.<br />

Essi dicono che è lecito per l'uomo uccidere un animale per mangiare il suo corpo, noi<br />

diciamo che è un atto crudele, che la vita appartiene a Colui che è il dato re della vita; noi diciamo<br />

che mangiare un altro essere vivente appartiene ai primordi, che l'uomo non è stato fatto per nutrirsi<br />

di cadaveri ma di alimenti vivi, cioè di ogni sorta di frutta, semi e verdura, perché questa è la legge<br />

dell'amore e della vita, quella per cui non si causa a nessun essere vivente sofferenza e morte.<br />

Essi vogliono che l'uomo ami e rispetti solo l'uomo e disprezzi gli animali e la natura, noi<br />

diciamo che la violenza chiama violenza E CHE I MALI DELL'UOMO DIPENDONO DAL<br />

SANGUE DELLE SUE VITTIME INNOCENTI. Noi diciamo che l'uomo deve amare non solo<br />

l'uomo ma tutte le cose perché tutte ugualmente importanti ai fini dell'armonia cosmica biologica e<br />

perché tutte hanno il medesimo diritto alla vita. Essi dicono che la creazione è in funzione<br />

dell'uomo, noi diciamo che ogni cosa vive per non servire un'altra ma per se stessa e per il<br />

medesimo scopo dell'uomo. Noi diciamo che FINCHE' ALL'UOMO SARA' INSEGNATO AD<br />

AMARE SOLTANTO LA SPECIE UMANA, LA SUA RAZZA, LA SUA NAZIONE, LA SUA<br />

COMUNITA', NON POTRA' AVERE UNA COSCIENZA IN GRADO DI REALIZZARE UN<br />

MONDO MIGLIORE NE' DI AMARE VERAMENTE ANCHE IL PROSSIMO SUO.<br />

Essi dicono che ha valore solo la vita dell'uomo, che è grave solo la sofferenza o la morte<br />

degli esseri umani, anche se gli animali al pari dell'uomo amano la vita, soffrono ed hanno paura<br />

della morte, anche se mai l'animale a differenza dell'uomo è crudele, mai compie il male per il gusto<br />

di farlo, per contro l'animale ha spesso dato anche la sua vita per l'uomo. Noi diciamo che la vita di<br />

ogni essere vivente non solo è la cosa più preziosa ma l'unica ricchezza terrena che possiede e che<br />

per un qualsiasi animale la sua vita è importante quanto per noi la nostra.<br />

Noi quindi con certe persone, che sostengono ostinatamente la dottrina antropocentrica, non<br />

siamo d'accordo. E come Cristo diciamo che non si possono servire due padroni e che o l'una o<br />

l'altra parte non è nel vero, né serve Dio.<br />

Noi chiediamo che gli animali nostri fratelli siano considerati non oggetti senza capacità di<br />

soffrire, di nutrire sentimenti, ma soggetti e come tali aventi come l'uomo diritto al rispetto e alla<br />

vita.


In questa nostra battaglia di amore e rispetto verso gli animali chiediamo per l'uomo dignità<br />

superiore, chiediamo che l'uomo, in virtù della sua intelligenza e delle sue capacità organizzative, si<br />

ponga in difesa dei più deboli, così come il fratello maggiore ha il dovere di porsi a tutela dei suoi<br />

fratelli più piccoli e non usi le sue prerogative naturali per sottomettere, violentare o uccidere gli<br />

altri esseri viventi che hanno la "colpa" di essere solo nella forma dissimili dall'uomo.<br />

Noi lottiamo affinchè sia superata la dottrina antropocentrica che da millenni abitua l'uomo<br />

al sangue e alla violenza, allo sfruttamento, alla sottomissione e all'uccisione del più debole e al<br />

disprezzo di tutto ciò che è diverso dall'uomo. Noi lottiamo affinché germogli nel cuore della gente<br />

la legge dell'amore, della vita, cioè una nuova coscienza umana più giusta, più sensibile e più<br />

fraterna. Per questo chiediamo sia inserito nei programmi didattici di ogni scuola come materia<br />

fondamentale l'etica del rapporto tra l'uomo e gli altri esseri viventi, al fine di sensibilizzare<br />

specialmente le nuove generazioni all'amore e al rispetto per ogni forma di vita.<br />

La nostra causa è vincente, è inevitabile che così sia perché nell'ordine evolutivo delle cose.<br />

Ma prima che possa avverarsi il detto di Leonardo: "Verrà il tempo in cui l'uccisione di un animale<br />

sarà considerata alla stessa stregua dell'uccisione di un uomo", quanti miliardi di animali dovranno<br />

essere ancora sacrificati sull'altare dell'ignoranza e della crudeltà umana? Ma noi siamo sulla buona<br />

strada e un bel pezzo l'abbiamo già percorso. La vittoria sarà tanto più vicina quanto più non solo<br />

faremo sentire a tutti la nostra voce ma quanto più riusciremo a superare i diversi assurdi<br />

personalismi che precludono la fusione delle nostre (potenzialmente) ingenti forze a disposizione.<br />

Dovremmo vergognarci di questo perché mentre noi disquisiamo su futili cavilli di carettere<br />

ideologico i nostri fratelli animali continuano a morire torturati, violentati, uccisi e con essi è la<br />

nostra coscienza che viene continuamente torturata, violentata, uccisa.<br />

Auguri dunque a tutti noi senza mai scoraggiarci perché la nostra battaglia è tra le più<br />

nobilie merita anche grandi sacrifici.


RELIGIONE E COSCIENZA MORALE<br />

Nel progetto di insegnamento a scuola dell'Etica Universale, per lo sviluppo dei valori<br />

morali nella coscienza umana, la domanda che a molti sorge spontanea è se a questo compito non è<br />

già preposta la religione ufficiale con la cosìddetta "ora di religione".<br />

Con questo articolo si vuole rispondere al perché la religione non può risolvere in tempi<br />

ragionevoli i problemi esistenziali dell'uomo e consentire il superamento della già lunga fase storica<br />

dell'ingiustizia sociale, della miseria, della guerra.<br />

Lo scopo della religione, in genere, non è quello di formare gli uomini per la terra ma per il<br />

cielo; non è quello di organizzare un contesto sociale che funzioni in tutti i suoi aspetti ma quello di<br />

salvare le anime per la vita ultraterrena.<br />

La religione è un fatto di fede e la fede è solo un'aspetto dell'entità umana che ha bisogno di<br />

soddisfare i suoi tre componenti fondamentali: corpo, mente e spirito. Curando uno solo di questi<br />

aspetti si genera una sorta di scompenso nell'intima natura dell'uomo precludendogli (salvo<br />

eccezioni) la possibilità di realizzare la propria armonica e positiva completezza, con evidenti effetti<br />

sulla componente sociale.<br />

La religiorie cattolica, disprezzando il mondo fisico e guardando con sospetto (e spesso<br />

osteggiando) lo sviluppo della sfera intellettuale e deduttiva dell'uomo, si arrocca nella dimensione<br />

spirituale come la sola sufficiente ed in grado di dare una risposta agli eterni dilemmi della vita,<br />

anche se a volte la realtà pratica cozza in modo inconfutabile con certe posizioni che anche un<br />

bambino intuirebbe come errate.<br />

La religione, sclerotizzata nel suo immutabile pragmatismo, è dottrinalmente parziale nella<br />

visione oggettiva della vita, perchè rigidamente vincolata al pensiero del suo fondatore che<br />

rispecchia una realtà storico-sociale adatta alle popolazioni del tempo ma non idonea alle esigenze<br />

dello spirito umano in continua evoluzione delle generazioni che si susseguono. Nè l'inviato di Dio<br />

poteva avallare il senso relativo delle cose perché l'uomo avrebbe finito coll'alterare e magari<br />

cambiare totalmente il significato del suo pensiero. Infatti, se Gesù si incarnasse oggi certamente<br />

non direbbe le stesse cose e il suo messaggio d'amore sarebbe più ampio che non quello limitato alla<br />

sola specie umana. Quindi l'errore non sta nella religione ma nell'uomo incapace di far germogliare<br />

nel tempo il seme del messaggio in modo che il fine non sia la Legge ma l'uomo e la religione non<br />

sia per i morti ma per i vivi. Diversamente è facile constatare come le popolazioni fortemente<br />

religiose non siano affatto migliori di altre che magari nemmeno hanno una religione ufficiale e<br />

come nonostante la millenaria e giornaliera pratica religiosa nulla o poco è cambiata la coscienza<br />

umana. Sono i fatti quelli che contano e gli alberi si riconoscono dai frutti. L'umanità continua a<br />

macchiarsi oggi degli stessi crimini di cui si macchiava ieri. E se non c'è stata, forse, una tendenza<br />

peggiorativa in senso individuale è solo in virtù di un più elevato benessere economico. Questo vuoI<br />

dire che qualcosa non funziona anche nella religione come metodo educativo.<br />

Le religioni ufficiali allo stato attuale non sono in grado di liberare l'umanità dai suoi eterni<br />

problemi: vi sono altri aspetti della natura dell'uomo che la religione trascura (ed è questa la causa<br />

del suo parziale fallimento) e che invece dovrebbe curare con lo stesso impegno con cui cura la<br />

sfera spirituale, cioè l'armonia del corpo fisico-biologico e lo sviluppo deII'intelIigenza critica e<br />

positiva.<br />

L'uomo ha bisogno di capire le cose in cui gli si chiede di credere. L'assioma del dogma,<br />

dell'imponderabile, del mistero stroncano l'indagine conoscitiva insita nella natura umana; il


iconoscersi impotenti nullità spegne l'orgoglio della dignità umana; demandare a Dio la risoluzione<br />

dei problemi sociali preclude lo sviluppo delle capacità creative, del senso critico delle cose e della<br />

storia, quindi non aiuta l'uomo a risollevarsi dalla sua condizione.<br />

Le popolazioni sono tanto più facilmente manovrabili quanto più sono ignoranti. Più l'uomo<br />

si sente in balìa degli eventi e più ha bisogno dei dottori del corpo e dello spirito. Con la pretesa che<br />

l'uomo è incapace di auto-determinare la propria esistenza per millenni gli si è imposto il suo stesso<br />

bene, spesso mandando al rogo coloro che vi si opponevano, con la scusante che questo serviva a<br />

salvare la loro anima. Quando la salvezza spirituale passa necessariamente attraverso intermediari si<br />

finisce col dare a Dio la funzione del burocrate.<br />

Ogni religione, come ogni dottrina politico-social-filosofica che non ha una visione<br />

universale delle cose e della vita, oltre ad essere anacronistica ed involutiva per la cultura<br />

occidentale del duemila, è di per se stessa motivo di discordia per gli uomini. Ed anche se in teoria<br />

ogni religione afferma di cercare l'ecumenismo in realtà cerca il suo trionfo sulle altre dottrine,<br />

perché ognuna ha la pretesa di essere la sola depositaria della verità, della salvezza. L'universalismo<br />

ritiene che ogni popolo ha avuto da Dio (Padre equanime di tutte le creature) la religione più adatta<br />

alla sua lenta ascesa evolutiva; ritiene che la religione debba cercare lo sviluppo integrale,<br />

simbiotico e sincronico della sfera fisica, mentale e spirituale dell'entità umana, perché solo il<br />

perfetto equilibrio psico-fisico-morale può dare all'uomo la capacità di realizzare un mondo<br />

migliore.<br />

Se sacrificandosi per l'umanità Gesù dimostra l'amore di Dio verso gli uomini, dall'altra il<br />

perdono delle colpe non sprona l'uomo a risollevarsi dalla sua condizione di eterno errante.<br />

Ma se l'uomo fa del bene o del male al prossimo (animali compresi) per far piacere a Dio o<br />

per scongiurare un possibile castigo, non per la creatura in se stessa o semplicemente perché così è<br />

giusto, l'essere umano non apprezzerà mai le cose per il loro singolo e intrinseco valore.<br />

Se da una parte la religione, (dico religione non pensiero cristiano) può essere terreno ai<br />

disarmonici impulsi istintuali, vari sono i danni che a livello sociale le si possono attribuire. La<br />

religione infatti è in gran parte responsabile anche del mancato sviluppo della sensibilità e della<br />

pietà dell'animo umano a causa della concezione antropocentrica cui sono permeate le dottrine di<br />

ceppo ebraico: giustificando lo sfruttamento, la violenza e l'uccisione delle creature non umane ha<br />

reso insensibile l'uomo anche verso il suo stesso simile. Il filosofo Orazio affermava: "La violenza<br />

sugli animali è il tirocinio per ogni crudeltà anche nei confronti dell'uomo".<br />

La cultura animalista nel sostenere che la legge dell'amore e del rispetto deve essere estesa<br />

ANCHE agli animali, secondo il principio Gandhiano: "Tutto ciò che vive è il tuo prossimo",<br />

dimostra una visione spirituale più vasta e profonda e sicuramente più vicina al modo di amare di<br />

Dio. Il falso e deviante privilegio dell'uomo di disporre della vita e della morte delle altre creature è<br />

stato ed è la causa più tremenda e sotterranea della disumanizzazione dell'uomo. Come può l'uomo<br />

far progredire la sua coscienza se mangiando la carne giornalmente si nutre di ingiustizia, di<br />

violenza, di sangue e di morte?<br />

C'è anche da dire che in tutte le innovazioni sociali e culturali la religione ha il suo tremendo<br />

primato negativo: arriva sempre in ritardo, poi cerca di rimediare battendosi il petto per gli errori<br />

commessi in passato. Tra tutti i movimenti a carattere umanitario la chiesa cattolica non avverte la<br />

drammaticità planetaria dello squilibrio ecobiologico, non solo non cerca di dare il suo fattibile<br />

contributo per riparare il riparabile, ma, interprete fedele di quei comandi biblici utili alla sua<br />

politica, ancora proclama l'invito a "soggiogare la terra" una terra ormai in coma irreversibile,


anche a causa della bomba demografica inconsapevolmenre innestata 5.000 anni fa con un altro<br />

lungimirante comando "Crescete e moltiplicatevi..." Gen. 1,28.<br />

Gli effetti negativi a lunga sacadenza di alcuni o molti aspetti delle religioni di ceppo<br />

ebraico richiederebbe una reinterpretazione dei Testi in chiave moderna, col pericolo abbastanza<br />

dirompente di dover accettare il fatto che NULLA DI CIO' CHE VIENE DETTO PUO' AVERE<br />

VALORE IMPERITURO, cioè che tutto è sempre relativo ai luoghi e ai tempi in cui avvengono i<br />

fatti storici, ma più di ogni altra cosa dovrebbe accettare come vera la legge fisica della<br />

causa/effetto, per la quale ognuno paga per le sue colpe o è premiato per i suoi meriti, in questa o<br />

nell'altra vita non in virtù del perdono acquisito per mezzo degli intermediari, ma dalla buona<br />

volontà individuale e della paterna magnanimità di Dio.


A SCUOLA LE VIRTU' MORALI<br />

Qualunque ingiustizia, qualunque sopruso o violenza, dal più piccolo furto all'oltraggio,<br />

qualunque crimine, dall'omicidio alla più orrenda strage di cui si può macchiare l'essere umano,<br />

scaturisce dalla sua coscienza insensibile ed incapace di condividere la condizione e la sofferenza<br />

della sua vittima.<br />

E' la coscienza degli uomini a fare la storia, la qual coscienza si esprime a seconda del suo<br />

grado di evoluzione civile, morale e spirituale. Se la coscienza umana fosse più giusta, più onesta,<br />

più fraterna nei confronti del prossimo, più disposta, più tollerante non farebbe mai del male a<br />

nessuno perché sarebbe come se lo facesse a se stessa.<br />

A nulla serva cambiare i sistemi, i meccanismi politici, economici, culturali se non cambia la<br />

coscienza di coloro che li gestiscono. In ogni battaglia, dalla più semplice alla più cruenta, (l'essere<br />

umano cerca libertà e benessere economico. Ma se per assurdo ogni individuo oggi avesse da che<br />

vivere da nababbo, domani l'umanità sarebbe nella stessa condizione di oggi, se non peggio, a causa<br />

dell'egoismo che vanifica tutte le palingènesi umane.<br />

Per migliorare l'umanità e superare la lunga fase storica delle ingiustizie sociali, le<br />

discriminazioni razziali, le violenze morali, fisiche e psicologiche, le guerre più assurde e<br />

distruttrici, le partitocrazie, le demagogie, la criminalità organizzata, la mafia, tangentopoli, ecc.<br />

occorre una sola cosa, semplice quanto difficile da ottenere: rendere migliore la coscienza degli<br />

uomini.<br />

L'ostacolo da superare, grande quanto tutte le montagne messe assieme, viene dai<br />

meccanismi consolidati del potere, programmati per conservare questo stato di cose. Più un popolo<br />

è ignorante e più è facilmente manovrabile. La mancanza di senso critico, la paura e l'ignoranza<br />

sono sempre state il piedistallo di tutte le più feroci tirannie.<br />

Infatti, se l'uomo fosse migliore, se fosse in grado di autodeterminare la propria esistenza, se<br />

non avesse più la necessità di difendersi dall'egoismo dei suoi simili, non avrebbe più bisogno di<br />

tutti gli organismi preposti alla tutela del diritto e della legalità. Non avrebbero più motivo di<br />

esistere i corpi militarizzati, la polizia, i carabinieri, la finanza, i penitenziari, i tribunali, le industrie<br />

belliche e nemmeno i preti ed i medici dal momento che questi esistono per il fatto che l'uomo è<br />

malato nel corpo e nello spirito.<br />

A scuola si insegna di tutto, sotto l'aspetto tecnico, economico, scientifico, letterario ecc.<br />

eccetto ciò che serve a rendere la coscienza umana capace di gestire positivamente le sue<br />

conoscienze. Da ogni individuo componente la società lo Stato pretende le virtù dell'onestà e della<br />

giustizia che mai si è preoccupato di trasmettere ai suoi cittadini. Ma le virtù morali non si<br />

improvvisano: per fortuna nulla è più plasmabile dell'animo umano.<br />

Noi possiamo fare ben poco, con il nostro esempio quotidiano: piccole goccie in un oceano.<br />

La nostra sola speranza è chti i valori morali siano insegnati a scuola con lo stesso impego con cui<br />

vengono insegnate le altre discipline scolastiche. Solo questo può far crescere nell'animo umano<br />

delle nuove generazioni la legge della condivisione e della fratellanza universale. Solo da una nuova<br />

cultura improntata sulla prevenzione del male e sulla volontà di neutralizzare le cause che lo<br />

generano (non di arginare gli effetti), da una nuova didattica non più epidermica e nozionistica al<br />

servizio sotterraneo del potere, può nascere una nuova coscienza umana in grado di realizzare un<br />

mondo migliore.


UNA NUOVA COSCIENZA UMANA<br />

STA CRESCENDO NELLA SFERA SOCIALE<br />

E CULTURALE: L'ETICA DI UNA POLITICA<br />

CHE CONSIDERA NON SOLO GLI ESSERI UMANI<br />

PROTAGONISTI DEL MACRO SISTEMA NATURALE<br />

MA ANCHE GLI ANIMALI: TUTTI GLI ESSERI VIVENTI<br />

CHE FORMANO INSCINDIBILMENTE<br />

LO SCENARIO DELLA VITA. QUESTA NUOVA<br />

DIMENSIONE SOCIALE (DI VALORIZZAZIONE<br />

ED INTEGRAZIONE DELLE DIFFERENZE FORMALI<br />

E SOSTANZIALI) CONSENTlRA' ALL'UOMO<br />

DI REALIZZARE UNA SOCIETA' NELLA QUALE<br />

GLI ESSERI UMANI SARANNO FINALMENTE IN GRADO<br />

DI RISPETTARE LE RECIPROCHE NECESSITA'<br />

ESISTENZIALI, SUPERANDO LA FASE STORICA<br />

DELLA VIOLENZA E DELLA SOPRAFFAZIONE<br />

CHE DA SEMPRE HA RALLENTATO E SPESSO<br />

PRECLUSO L'EVOLUZIONE MORALE E SPIRITUALE.<br />

A COLORO CHE CREDONO<br />

NEI VALORI MORALI DELLA VITA<br />

E CONSIDERANO NECESSARIO E REALIZZABILE<br />

UN MONDO MIGLIORE<br />

Dato che una mentalità di pace e di giustizia (per la quale noi lottiamo in favore dell'UOMO<br />

E DI OGNI ESSERE VIVENTE) è possibile mediante una visione biocentrica della vita, che dia<br />

l'esatta dimensione del reale.


Dato che l'antropocentrismo ha sviluppato nell'uomo la liceità dello sfruttamento, della<br />

sopraffazione del più debole ed abitua i bambini a non considerare la sofferenza delle altre<br />

creature, a non dar valore alla vita degli altri esseri viventi, mutilando in essi non solo il<br />

sentimento di pietà e di solidarietà nei confronti dell'uomo, ma li predispone alla criminalità<br />

ed alla violenza come regola di vita.<br />

Dato che la vera civiltà si fonda sul principio comune a tutte le grandi religioni e a tutte la<br />

dottrine morali del "non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto" e che il compito<br />

fondamentale dell'uomo, quale creatura capostipite, dovrebbe essere quello di proteggere, tutelare e<br />

guidare sulla via dell'evoluzione le altre creature, non di sottometterle, violentarle o ucciderle.<br />

Dato che l'uomo ha bisogno della presenza degli animali dal momento che ogni specie è<br />

tessera dello stesso mosaico biologico, membra del medesimo organismo al punto che una sola<br />

parte di esso può perire o essere danneggiato senza compromettere l'insieme.<br />

Dato che la violenza, in qualunque modo si manifesti e su qualsiasi creatura è sempre un<br />

fatto esecrabile, non solo perché offende la Vita e il suo Creatore, ma perché rende peggiore l'uomo,<br />

avvalora la legge del più forte e del fine che giustifica i mezzi.<br />

Dato che la vera superiorità dell'essere si fonda sull'amore, sulla giustizia, sulla<br />

condivisione, non sul dominio e sullo sfruttamento e che il male si genera più dall'indifferenza dei<br />

molti che dalla violenza dei pochi.<br />

Dato che un mondo migliore è possibile solo se migliori saranno le coscienze di coloro che<br />

lo compongono, cioè più umane, più giuste e più sensibili.<br />

Dato che la legge morale, spirituale e civile deve necessariamente ampliairsi e perfezionarsi<br />

con l'evolvere della coscienza umana e che ciò che un tempo poteva essere tollerabile perché dettato<br />

da particolari contingenze storico-sociali può oggi non essere più giustificabile.<br />

Dato che è più giusto e moralmente più qualificante proclamare la fratellanza con gli animali<br />

che limitarsi al non abuso.<br />

Dato che gli animali hanno dimostrato sofferenza, intelligenza, percezioni sensoriali e<br />

premonitorie, capacità di sentimenti e spirito di abnegazione spesso superiori agli stessi esseri<br />

umani e che queste sono le qualità per cui si ritiene che l'uomo abbia diritto al rispetto, alla dignità,<br />

alla libertà e alla vita.<br />

Dato che ogni violenza umana scaturisce dall'incapacità dell'uomo di condividere l'altrui<br />

condizione e di sentire la sofferenza della sua vittima e che l'indifferenza verso il dolore e la morte<br />

degli altri esseri viventi inclina l'uomo all'insensibilità verso il dolore e la morte degli stessi esseri<br />

umani.<br />

Dato che i più grandi uomini di pensiero di tutti i tempi, di scienza e di spiritualità hanno<br />

sostenuto non solo la giustezza del rispetto e dell'amore verso gli animali ma la necessità dell'etica<br />

vegetariana.<br />

Dato che l'uomo non ha gli attributi tipici degli animali onnivori ma dei primati fruttariani,<br />

come le scimmie antropoidi alla cui specie appartiene e che l'alimentazione camea risulta<br />

scientificamente nociva per l'organismo umano, perché oltre a render più aggressivo e violento<br />

l'uomo, lo inclina alle malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo occidentale.


Dato che gli esperimenti effettuati sugli animali hanno ritardato il vero progresso medicoscientifico,<br />

a danno della salute umana e delle risorse comuni.<br />

Dato che la vivisezione non è servita che a disumanizzare l'uomo e a sacrificare miliardi di<br />

creature innocenti a solo vantaggio delle industrie chimico-farmaceutiche e degli istituti di<br />

sperimentazione.<br />

Dato che sugli animali vengono sperimentati oltre ai medicinali, armi belliche, prodotti di<br />

bellezza, detersivi, ecc.<br />

Dato che vi sono in commercio più di 150 mila diversi tipi farmaci mentre ne basterebbero<br />

solo 300 per combattere le principali malattie e che il 60% delle malattie conosciute sono di origine<br />

iatrogena, che i farmaci causano più malattie di quante non ne curino, e che ogni anno vengono<br />

ritirati dal mercato almeno 3.000 diversi farmaci dopo che sono stati sperimentati gli effetti negativi<br />

sull'essere umano.<br />

Dato che nessun risultato sperimentale può essere trasferito dall'animale all'uomo (a causa<br />

delle differenze enzimatiche, organiche, psichiche, metaboliche, biologiche, genetiche, ormonali,<br />

DNA) e che qualunque presunto vantaggio non potrebbe mai compensare il fatto d'aver reso<br />

peggiore l'uomo che lo ha compiuto e la società che lo accetta.<br />

Dato che vi sono metodi scientifici, che nulla hanno a che vedere con la sperimentazione<br />

animale, e che sono più rapidi, meno costosi e -al contrario della vivisezione- assolutamente<br />

attendibili, come la coltura di cellule umane, la ricerca computerizzata e la biologia molecolare.<br />

Dato che le pellicce di animali, che abituano l'uomo al materialismo, alla indifferenza<br />

dell'altrui dolore e morte, possono essere sostituite con capi sintetici, altrettanto caldi e meno<br />

costosi, ma di uguale bellezza estetica.<br />

Dato che la caccia, che abitua l'uomo alla violenza ed alla distruzione di un patrimonio<br />

comune, può essere sostituita col tiro al piattello.<br />

Dato che gli zoo, che giustificano nell'uomo lo specismo e l'indifferenza alla pazzia degli<br />

animali reclusi, possono essere sostituiti con i documentari che presentano la natura nella sua verà<br />

realtà.<br />

Dato che i circhi possono ottenere il "tutto esaurito" con magnifici numeri di acrobati,<br />

giocolieri e clowns, senza far ricorso ad umilianti e diseducativi esercizi contro natura imposti ad<br />

animali stressati dalle violenze e dalle catene.<br />

Dato che la pesca rende indifferente l'uomo all'atroce agonia per soffocamento o<br />

dilaniamento di un numero incalcolabile di esseri senzienti.<br />

Dato tutto questo, chiedo a chi leggerà questo libro di farsi sostenitore dell'etica universale<br />

biocentrica, di difendere la legge dell'Amore e della Vita, per costruire una nuova coscienza umana<br />

in grado di amare non solo l'uomo ma ogni essere vivente, in grado di rifiutare e condannare non<br />

solo la violenza sull'uomo ma sull'animale e sulla natura e di lottare contro il concetto<br />

antropocentrico della vita, che è causa di ogni violenza e di ogni guerra fratricida.


Chiedo di riconoscere gli animali SOGGETTI INDIPENDENTI dall'uomo e come tali<br />

aventi diritto al rispetto, alla dignità, alla libertà e alla vita e quindi che non siano più considerati<br />

OGGETTI ad uso e consumo dell'uomo.<br />

Chiedo di considerare GRAVE ogni sofferenza inflitta ad un animale e di non fare più<br />

distinzione tra la sofferenza dell'animale e quella umana e di conseguenza che il reato di violenza<br />

sia considerato non a seconda della specie ma della capacità di soffrire della creatura.<br />

Chiedo di ritenere perseguibile di reato di biocidio chiunque, per proprio interesse, per<br />

crudeltà o per indifferenza verso l'altrui dolore, causi sofferenza e morte (eccetto per eutanasia<br />

indolore motivata da sofferenze atroci dell'animale) a tutti gli animali che per loro natura non<br />

possono arrecare danno o pericolo agli esseri umani, se sfamati, se non infastiditi o terrorizzati, se<br />

non abbandonati, se non incatenati, se lasciati vivere nel loro ambiente naturale.<br />

Chiedo di sostenere la necessità della dieta vegetariana, quale prima tangibile dimostrazione<br />

d'amore e di rispetto verso gli animali; di condannare l'orrore degli allevamenti intensivi e della<br />

mattazione.<br />

Chiedo la condanna della caccia che inclina l'uomo alla violenza e alla guerra; la condanna<br />

della pesca perché crudele e disumana; la condanna delle corride, l'uso degli animali nei circhi<br />

equestri, la condanna degli zoo, delle feste patronali in cui si violentano gli animali, del palio di<br />

Siena. Chiedo pertanto di promuovere strutture sociali non solo in funzione dell'uomo ma anche<br />

degli animali, nostri compagni di vita.


OLOCAUSTO SENZA FINE<br />

L'essere fatto "ad immagine e somiglianza di Dio" da millenni perpetra, a danno del mondo<br />

animale, un olocausto di Proporzioni apocalittiche che non trova paragoni nei danteschi gironi<br />

infernali.<br />

Nulla rivela tutta la bassezza e tutta la crudeltà umanà: come il devastante rapporto<br />

dell'uomo nei confronti del Creato; nessun orrore è paragonabile alla mattazione; niente grida<br />

vendetta a Dio come la sperimentazione animale; nulla è più oscurantista e retrivo, per la coscienza<br />

umana, della concezione antropocentrica della vita.<br />

Non v'è agonia, sevizia, ingiustizia che l'uomo non abbia inflitto all'animale. Quelle carni<br />

martoriate che urlano, implorano, maledicono non trovano un Dio capace di liberarle dalla cieca<br />

malvagità umana.<br />

E mentre l'uomo cerca la vita stupidamente si ingozza di morte; mentre anela alla gioia si<br />

nutre di terrore; mentre invoca la pace vive di una guerra quotidiana e senza fine; mentre parla di<br />

giustizia e d'amore fiumi di sangue sgorgano dalle sue mani, montagne di ossa si accumulano ai<br />

margini dei suoi insediamenti urbani.<br />

Ed oggi, come da millenni, animali di ogni specie, con un corpo avente le stesse funzioni<br />

umane, gli stessi arti, gli stessi occhi, gli stessi polmoni, lo stesso cuore, il medesimo cervello, a<br />

migliaia, a milioni, a miliardi, considerati alla stregua di un oggetto, vengono: affamati, assiderati,<br />

arroventati nei tir, smembrati, squartati, spezzettati nei mattatoi, crocefissi, sventrati, sezionati negli<br />

stabulari, spellati, scorticati, scuoiati nelle concerie, arpionati, asfissiati, dilaniati nei mari,<br />

spappolati, mutilati, accecati nei boschi, incarcerati, snaturati, ridicolizzati negli zoo, frustati,<br />

incatenati, bastonati nei circhi equestri, abbanadonati, schiacciati, sbriciolati sulle strade, arsi vivi,<br />

castrati, smembrati nelle orge delle feste patronali.<br />

Di tutto questo ognuno di noi è indiretto responsabile, ma la giustizia di Dio pende<br />

inesorabile su coloro che pur avendo il dovere di infondere nella coscienza umana il sacro valore<br />

della vita, il senso della fratellanza universale, la similitudine tra sofferenza umana e sofferenza<br />

animale, hanno agevolato l'ignoranza, l'indifferenza, la violenza, in modo che l'angoscia umana<br />

potesse giustificare la presenza di chi gestisce il potere.


LA PASSIONE DI CRISTO E GLI ANIMALI<br />

Nessuna sofferenza, come quella di un animale, vittima dell'egoismo umano, mi ricorda la<br />

passione e la morte di Cristo.<br />

Nell'ingratitudine verso il cane abbandonato ad una sorte ingiusta e crudele io vedo la<br />

cosmica solitudine del Cristo.<br />

Nell'agonia degli animali nei vagoni blindati, arsi dal sole rovente e sospinti come<br />

marciume, io vedo Cristo sulla via del Golgota.<br />

Nel mite agnellino venduto per pochi soldi al macellaio io vedo il tradimento di Giuda e poi<br />

Pilato placare la folla avida di sangue nel consegnare Cristo nelle mani dei carnefici.<br />

Nel possente cavallo fiaccato dal pungolo scoccante della frusta e dai sordidi colpi del<br />

bastone io vedo Cristo sotto il peso lacerante della croce.<br />

Nella smorfia di dolore di una scimmia con gli elettrodi conficcati nel cervello, negli occhi<br />

sbalorditi di un gatto inchiodato sui banchi di uno stabulario, nelle membra contratte di una cavia<br />

con l'addome aperto da una lama io vedo il Cristo morto sulla croce.<br />

Nell'uomo del peccato originale, di arrogata figliolanza divina, vedo il disprezzo del dolore<br />

causato a creature indifese, ma nella semplicità del cuore degli animali io vedo quell'amore<br />

incondizionato invocato da Cristo per ogni essere vivente.<br />

Nessuna esperienza umana, come quella di un animale, mi ricorda la nascita e la morte di<br />

Cristo: forse perché nacque tra un bue e un asinello e morì, come muore un animale, senza<br />

possibilità di essere aiutato.<br />

Ma i preti dicono che il Paradiso non è per gli animali, vittime innocenti e capaci di amare,<br />

ma per l'uomo spergiuro e deicida, artefice dell'inferno cui ogni giorno condanna i suoi fratelli<br />

animali.


IL TUO PENSIERO E IL MIO<br />

C'è una profonda differenza tra il tuo pensiero ed il mio: il tuo pensiero è il figlio maturo<br />

della cultura cattolico-scientista, il mio è il frutto acerbo della coscienza universale biocentrista.<br />

Il tuo pensiero è dogma antico, è tradizione, segue la legge dei morti, delle mummie, il mio<br />

pensiero è nuovo, non ha paradisi da conquistare o inferni che lo minacciano e la sola legge che lo<br />

governa è: "Non far del male ad alcun essere vivente".<br />

Il tuo pensiero è cristiano, induista, taoista, nel mio pensiero c'è una sola bandiera, una sola<br />

patria, un solo Dio padre equanime di tutte le creature e ispiratore delle grandi "Dottrine".<br />

Il tuo pensiero trova le sue ragioni nell'utile e nell'immediatezza, il mio vive della bellezza<br />

multiforme della Vita e soffre per ogni fiore reciso.<br />

Nel tuo pensiero c'è la giustificazione delle cose in cui credi, nel mio c'è lo sforzo di<br />

uniformarsi a ciò che è giusto, anche se gli costa fatica e solitudine.<br />

Tu credi nei sistemi politici e nei meccanismi economici, io credo nel cuore dell'uomo e<br />

nelle possibilità della sua anima.<br />

Il tuo pensiero è la forza della maggioranza democratica, appartiene al presente, il mio è il<br />

sogno isolato degli umili che da millenni appartengono al giorno che sta per sbocciare.<br />

Il tuo pensiero ti induce a cercare la ricchezza ed il potere, il mio mi spinge a superare i miei<br />

limiti per rendere ogni giorno migliore la mia coscienza.<br />

Il tuo pensiero ti permette di adottare la legge del più forte, quando non sei tu a far parte dei<br />

più deboli, il mio pensiero non mi consente di giustificare le mie scelte quando non tornano a<br />

beneficio della Verità e della Vita.<br />

Tu credi che solo l'uomo abbia un'anima immortale, io credo che un solo spirito anima tutti i<br />

viventi e che ogni creatura è conosciuta ed amata da Dio come se fosse l'unica esistente.<br />

Tu credi che solo la vita e la sofferenza dell'uomo hanno un valore oggettivo, io credo che<br />

ogni vita ed ogni dolore sono uguali davanti al Creatore.<br />

Tu consideri come tuo prossimo solo quelli della tua stessa specie, e a volte nemmeno tutti,<br />

io vedo il mio prossimo in ogni cosa che ha vita.<br />

Tu credi che gli animali siano al servizio degli uomini, io credo che ogni cosa vive per se<br />

stessa non in funzione di un'altra e che se Dio fosse indifferente alla sofferenza delle sue stesse<br />

creature non sarebbe il dio dell'amore e della vita ma della sofferenza e della morte.<br />

Tu ritieni lecito sfruttare la natura, sperimentare sugli animali, io credo che un crimine non<br />

si valuta a seconda della vittima e non cessa di essere tale anche se da ciò se ne deduce un<br />

vantaggio.<br />

Tu mangi la carne perché pensi di essere onnivoro e non vuoi rinunciare al piacere di un<br />

piatto prelibato, anche se sai che questo causa sofferenza e morte a creature innocenti che come te


amano la vita, soffrono ed hanno terrore della morte, io credo che il male dell'universo ha sede nel<br />

cuore dell'uomo, si nutre dell'egoismo giustificato e dell'indifferenza verso chi soffre.<br />

Tu hai il tuo pensiero ed io ho iI mio. Non crediamo nelle stesse cose e sicuramente neppure<br />

nello stesso Dio.


DICIOTTO BUONI MOTIVI PER NON MANGIARE LA CARNE<br />

1) PERCHE' gli animali non sono cose da mangiare ma esseri senzienti con la nostra stessa<br />

capacità di soffrire, di amare la vita e di avere terrore della morte. (Se gli animali non fossero in<br />

grado di soffrire o non avessero paura della morte non fuggirebbero terrorizzati davanti al<br />

predatore).<br />

2) PERCHE' la carne non è un alimento adatto all'essere umano strutturato anatomicamente<br />

per nutrirsi di frutta, semi e vegetali come i primati alla cui specie appartiene. (Se l'uomo fosse un<br />

animale onnivoro avrebbe gli attributi adatti ad inseguire e dilaniare la preda, oltre che l'apparato<br />

digerente tipico degli animali che mangiano la carne.<br />

3) PERCHE' la carne, alimento cadaverico, contiene putrescina, istamina, ammoniaca, oltre<br />

ai molti medicinali somministrati agli animali come sulfamidici, antibiotici, cortisoni ecc. che<br />

entrano nel metabolismo di chi mangia la carne causando un gran numero di malattie anche<br />

tumorali. (Se fosse necessario per l'uomo mangiare la carne non si spiegherebbe l'ottima salute e la<br />

longevità di tutte le persone vegetariane).<br />

4) PERCHE' la carne, elemento estraneo per il nostro organismo, abbassa le difese<br />

immunitarie lasciandoci inermi di fronte a qualsiasi infezione batterica o virale. Ad ogni pasto a<br />

base di carne il nostro organismo ha un dispendio di energia pari a 5 Km di corsa.<br />

5) PERCHE' un'alimentazione sbagliata abbrevia la vita di un individuo: è come far<br />

viaggiare a gasolio un'automobile progettata per essere alimentata a benzina. (Se l'essere umano si<br />

alimentasse secondo la sua natura vivrebbe, come le altre specie animali, 7 volte il tempo del suo<br />

sviluppo, cioè circa 130 anni, età raggiunta sola dalle popolazioni vegetariane).<br />

6) PERCHE' gli allevamenti intensivi inquinano il suolo, le falde acquifere, l'aria, oltre ad<br />

essere causa principale di disboscamento: un hamburgher costa 5 mq. di foresta amazzonica. (Un<br />

manzo consuma derrate alimentari quanto 12 persone e beve 3200 litri di acqua per ogni Kg di<br />

carne).<br />

7) PERCHE' i campi di concentramento e di sterminio non possono essere condannati e<br />

maledetti solo se le vittime sono esseri umani e giustificati e benedetti se invece i condannati sono<br />

gli animali. (La lunga sofferenza degli animali negli innaturali allevamenti e l'agonia dei trasporti si<br />

concludono negli orrori dei mattatoi da dove esce il cibo maledetto).<br />

8) PERCHE' la carne scatena nell'uomo l'istinto dell'aggressività e della violenza, della<br />

sopraffazione del più debole, oltre l'angoscia, l'inquietudine, l'instabilità psichica. (Finché l'uomo si<br />

alimenterà come gli animali feroci non può che avere la natura degli animali predatori).<br />

9) PERCHE' mangiare la carne è un'azione crudele: allo stesso modo di una razza che<br />

sentendosi superiore allevasse noi e i nostri figli a scopo alimentare. (Se all'uomo non importa la<br />

sofferenza degli animali perché dovrebbe importare agli Angeli la sofferenza degli uomini?).<br />

10) PERCHE' l'alimentazione carnea incide in modo più pesante e dispendioso sulle finanze<br />

individuali, familiari e collettive. (Con il costo di un Kg di carne si può acquistare un quantitativo di<br />

sostanze vegetali 10 volte superiore).<br />

11) PERCHE' solo con l'alimentazione vegetariana è possibile sfamare tutta la popolazione<br />

mondiale e scongiurare tensioni internazionali che nascono da gravi crisi alimentari. (I terreni


coltivati a prodotti vegetali anziché a pascolo producono un quantitativo alimentare 15-20 volte<br />

superiore).<br />

12) PERCHE' rifiutando la carne ci si dispone a vivere secondo la legge dell'amore<br />

universale enunciata dai grandi Iniziati e dai grandi uomini di spirito e di pensiero di ogni tempo e<br />

paese che hanno esteso il concetto di "prossimo" ed il comando "non fare ad altri ciò che non<br />

vorresti ti fosse fatto" dall'uomo ad ogni essere vivente.<br />

13) PERCHE' gli animali più forti, più resistenti alle fatiche, più longevi, più prolifici, più<br />

miti sono vegetariani: l'elefante, il toro, il rinoceronte, il bufalo, il cavallo, il bue ecc. (La loro forza<br />

sconfessa la teoria che sono le proteine della carne a dar vigore: da dove le prenderebbero questi<br />

animali per formare le loro possenti masse muscolari?).<br />

14) PERCHE' l'alimentazione vegetariana dispone l'essere umano alla mitezza, alla serenità,<br />

alla conciliazione, alla tolleranza, al benessere psicofisico, quindi alla pace. (L'uomo è ciò che<br />

mangia. Se si nutre di violenza e di morte non può che subire, secondo la legge della causa-effetto,<br />

violenza e morte).<br />

15) PERCHE' con l'alimentazione vegetariana l'uomo ritorna al piano originale di Dio per<br />

l'uomo prima del Peccato, secondo il comando di Genesi 1.29: "Ecco, Io vi dò ogni erba che<br />

produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo". (Se Dio avesse autorizzato<br />

l'uomo a mangiare la carne trascurando la sofferenza delle vittime sarebbe stato un dio ingiusto e<br />

crudele, dal momento che l'uomo può benissimo sostentarsi senza spargimento di sangue).<br />

16) PERCHE' la realizzazione del Regno di Dio passa necessariamente attraverso la pace<br />

instaurata tra gli esseri umani e tra questi e tutte le altre creature. (Se l'uomo arrivasse ad abolire<br />

ogni violenza tra i suoi simili ma continuasse a torturare gli animali, a sfruttarli, a massacrarli nei<br />

mattatoi, la terra continuerebbe ad essere un inferno per gli animali e l'inferno e il paradiso non<br />

possono convivere nello stesso luogo. Finché l'uomo avrà una coscienza in grado di giustificare la<br />

mattazione non è pronto a realizzare il Regno di Dio).<br />

17) PERCHE' l'indifferenza verso il dolore degli animali ed il conseguente disprezzo della<br />

loro vita abitua l'uomo a convivere con l'idea della violenza e della sopraffazione del più debole<br />

rendendolo insensibile e crudele anche nei confronti del suo stesso simile. (Se fossi tu ad essere<br />

torturato o mutilato da qualcuno che non esita anche ad ucciderti per non rinunciare ad un suo<br />

piacere, certo non accetteresti di buon grado la legge del più forte).<br />

18) PERCHE' se si accetta come regola di vita la legge del pesce grosso che mangia quello<br />

più piccolo allora occorre anche accettare il sopruso dei prepotenti, le ingiustizie dei disonesti, la<br />

violenza dei criminali, l'oppressione degli invasori. (Solo dal rispetto del sacro valore della vita e<br />

dalla capacità di condividere l'altrui sofferenza può nascere una nuova coscienza umana in grado di<br />

realizzare un mondo migliore).


I TRE MALI FONDAMENTALI DELL'UOMO<br />

Il vegetarismo è una componente fondamentale della cultura universalista, anzi si può dire<br />

che l'universalismo passa necessariamente attraverso l'alimentazione e l'etica vegetariana.<br />

Il vegetarismo si prefigge (con ambizione) di ristabilire l'equilibrio fisico, mentale e<br />

spirituale dell'essere umano intervenendo sulle cause che determinano i tre mali fondamentali<br />

dell'uomo: il male fisico, che genera la malattia del corpo, il male mentale che genera ansia,<br />

inquietudine, paura ecc., il male spirituale che genera egoismo, aggressività, violenza,<br />

competizione, insensibilità, incapacità di condividere l'altrui sofferenza.<br />

Queste tre cause sono tra loro inscindibilmente legate.<br />

La causa della malattia del corpo va ricercata nel modo errato di alimentarsi e di vivere che<br />

favorisce l'accumulo di tossine nell'organismo in quantità superiore rispetto a quelle che è capace di<br />

smaltire: le difese immunitarie non più in grado di difenderlo lasciano pericolosi varchi a qualunque<br />

tipo di patologia.<br />

Quanto più l'uomo si avvicina alla sua dieta ideale, la dieta fruttariana, unitamente ad un<br />

contesto naturale più salubre, tanto più diviene immune dalle malattie e tanto più si allunga la sua<br />

vita.<br />

La causa delle malattie psicologiche, come tutti i problemi legati alla mente dell'individuo, è<br />

riconducibile a fattori esterni o interni dell'individuo: cioè traumi causati da altri o scelte errate<br />

causate dallo stesso soggetto. Ma se la mente dell'individuo è stabile ed equitibrata i fattori esterni<br />

raramente sono in grado di condizionare il suo equilibrio. La soluzione va quindi ricercata<br />

all'interno del soggetto. Ognuno è vittima della propria natura? Se pensa in modo disarmonico la<br />

colpa è dei suoi neuroni? Anche se un uomo risulta predisposto da caratteri genetici a squilibri<br />

mentali è dimostrato che una corretta alimentazione è in grado di mettere ordine nella sua mente.<br />

Questo è avvalorato dall'affermazione (mai smentita da alcuno) di Giovenale "Mens sana in<br />

corpore sano".<br />

Se la mente è sana perché il corpo è sano la sfera spirituale ed emotiva dell'individuo non<br />

può che, di conseguenza, essere armonica. E' scientificamente dimostrabile che l'alimentazione<br />

vegetariana induce il soggetto, in virtù della serotonina (neurotrasmettitore sintetizzato dal<br />

triptofano) al rilassamento neuromuscolare, alla socievolezza, alla serenità, alla gioia, alla<br />

tolleranza, alla mitezza, alla meditazione.<br />

Per contro l'alimento carneo, in virtù del fatto che fa aumentare i livelli dell'amminoacido<br />

tirosina e leucina e l'accumulo nel cervello di dopamina ed adrenalina (che sono i neurotrasmettitori<br />

dell'intolleranza e dell'aggressività) induce il soggetto alla violenza, alla competizione, alla<br />

sopraffazione e quindi all'indifferenza verso la sofferenza altrui.<br />

La visione universalista dei grandi personaggi della storia non si è potuta finora affermare a<br />

causa della poca autodeterminazione e dello scarso senso critico della gente che ha sempre delegato<br />

ai medici la salute del corpo ed ai preti la salvezza dell'anima. Quando l'uomo gestisce in proprio la<br />

sua salute fisica, mentale e spirituale diviene artefice del suo stesso destino.


<strong>BIOCENTRISMO</strong>:<br />

CULTURA DELL'AMORE UNIVERSALE<br />

Se ogni civiltà si attua in virtù del superamento delle discriminazioni e delle antinomie,<br />

nessuna filosofia, come quella animalista, porta a compimento il progresso integrale dell'uomo<br />

finora precluso dalla concezione specista e dalla visione antropocentrica della vita.<br />

La civiltà umana tende inevitabilmente verso l'etica universale della filosofia biocentrica: è<br />

nell'ordine naturale delle cose protese al superamento della lunga fase storica della violenza tra gli<br />

esseri umani e tra questi ed il resto del creato.<br />

La filosofia biocentrica, in virtù della sua visione olistica, va oltre ogni dottrina ed ogni<br />

principio morale che limita il suo interesse e la sua sfera d'azione alla sola specie umana. Nessuna<br />

dottrina, come quella biocentrica, valorizza le differenze formali e sostanziali del macrocosmo<br />

componente la Vita e concretizza il sentimento del Padre Creatore verso ogni essere vivente,<br />

ponendo le basi per la realizzazione del Regno di Dio e l'attuazione della pacifica convivenza tra<br />

tutti i viventi. Il sentimento dell'amore universale della coscienza biocentrica è sicuramente quello<br />

più vicino al modo di amare di Dio.<br />

II sentiero della giustizia di Zoroastro, la via della compassione del Buddha, la nonviolenza<br />

totale del Giainismo, la fratellanza universale dei Veda, la ricerca della purificazione del Tao<br />

attraverso l'alimentazione incruenta, trovano perfetta attuazione nella visione sincretista del<br />

biocentrismo.<br />

Il sentimento di condivisione della cultura biocentrica, nella valorizzazione della sacralità<br />

della vita in tutte le sue multiformi espressioni, trova il suo perfetto compimento negli individui<br />

della specie umana, come la sola forza in grado di liberare l'essere umano dall'egoismo,<br />

dall'indifferenza e dall'insensibilità verso le altrui necessità vitali. Inoltre, la conseguente<br />

alimentazione incruenta del biocentrismo restituirà all'uomo la sua salute mentale e fisica,<br />

sconfiggendo le molte malattie, anche tumorali, dovute all'innaturale e dannosa alimentazione<br />

carnea.<br />

La concezione antropocentrica, in gran parte responsabile della disumanizzazione della<br />

coscienza umana col suo tendenziale disprezzo verso tutto ciò che non è essere umano, è<br />

inevitabilmente condannata dall'evoluzione antropologica e biologica a cedere alla cultura della<br />

Vita del biocentrismo.<br />

Tutto ciò che è parziale, settoriale, limitante, che non tiene conto dell'interdipendenza<br />

universale delle cose e che non estrinseca in modo sferico il principio del "non uccidere", sarà, in un<br />

futuro, considerato anacronistico, involutivo, retrogrado, come ciò che si oppone alla vita e<br />

all'evoluzione integrale dell'uomo.<br />

In futuro, speriamo non troppo lontano, l'ingiustizia, la violenza, il crimine non sarà più o<br />

meno grave a seconda della specie a cui appartiene la vittima. Gli animali, le piante non avranno più<br />

valore in rapporto all'utile umano, ma ogni cosa sarà considerata fine a se stessa, per il suo<br />

intrinseco valore.<br />

Tutto ciò che vive ed è in grado di soffrire, sarà considerato soggetto di diritto, non per<br />

imposizione della legge, ma perché la coscienza collettiva avrà incarnato il principio, comune a<br />

tutte le grandi dottrine, del "non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto".


ANIMALISMO E INCOERENZA UMANA<br />

Nulla come la legge del rispetto per gli animali mette in evidenza l'incoerenza umana.<br />

Pochi sono coloro che alla vicinanza di un bel cane o un bel gatto, o di qualunque altro<br />

animale considerato bello per le sue fattezze fisiche, per il suo manto o i suoi colori, non si lasciano<br />

andare ad un sorriso di compiacenza od anche una carezza. Pochi non s'inteneriscono (forse eccetto<br />

i cacciatori) alla vista di un uccellino, un pulcino o un coniglietto. Qualunque persona civile si<br />

schiera in difesa di un animale maltrattato. Eppure anche le persone più sensibili, nella stragrande<br />

maggioranza dei casi, cadono nell'assurda contraddizione di essere la causa della ingiustizia<br />

suprema dell'uccisione degli stessi animali che difendono quando mangiano la carne.<br />

C'è chi inorridisce davanti ad uno scappellotto dato ad un animale impertinente e poi si<br />

delizia con una bella bistecca alla fiorentina. C'è chi porta il ranocchio ferito dal veterinario e a cena<br />

divora un bel pollo arrosto.<br />

C'è chi nutre per il suo gatto un amore quasi filiale, eppure considera normale mangiare la<br />

carne, magari di coniglio. C'è chi darebbe anche la sua vita per il suo cane e considera necessaria<br />

l'orrenda pratica della vivisezione.<br />

C'è chi lotta contro l'ingiustizia sociale, contro la fame nel mondo, contro le discriminazioni,<br />

contro la violenza sui più deboli e a casa consuma pacatamente a tavola il corpo straziato di un<br />

animale che oltre ad aver subìto l'inferno di una vita in un allevamento intensivo ha patito l'agonia<br />

della macellazione.<br />

Ci sono poi alcune donne, all'apparenza d'abbene, quelle che non farebbero del male ad una<br />

mosca e che inorridiscono alla vista del sangue, che sfoggiano pellicce che sono un vero e proprio<br />

massacro di animali, oltre una bestemmia contro la povertà e contro la vita.<br />

C'è poi la donna attenta e premurosa verso il suo bambino, pronta a dare anche il suo sangue<br />

per scongiurargli qualunque pur minima sofferenza, la madre a cui solo l'idea di perdere il suo<br />

piccolo la fa impazzire di dolore, eppure, con la serenità di chi è convinta di fare cosa buona e<br />

giusta, mangia la carne di vitello, cioè del cucciolo della mucca strappato a pochi mesi alla madre<br />

per essere ucciso e dato in pasto agli umani.<br />

C'è chi crea movimenti politici sbraitando contro le ingiustizie degli altri e da buon<br />

cacciatore si sollazza facendo strage di uccelletti. C'è chi si esalta in clamori di piazza per aver<br />

guarito un volatile ferito o per aver dato la libertà ad una tartaruga e magari a pranzo mangia una<br />

bella frittura di pesce, incurante della sofferenza che per lui hanno subìto gli animali che ingurgita.<br />

C'è chi predica l'amore, la bontà, la misericordia ma non ritiene di estendere questi<br />

sentimenti alle creature che uccise e ridotte a pezzi deliziano la sua tavola.<br />

Insomma, una società che, a mio avviso, vive sotto l'imperare del famoso detto di Ovidio ''II<br />

meglio vedo e al peggior m'appiglio".<br />

Credo che nessuno ha il diritto di chiedere rispetto e legalità, o di protestare contro<br />

l'ingiustizia ed il sopruso se egli stesso, quotidianamente, avido di piacere ed indifferente all'altrui<br />

sofferenza e morte, consente o causa azioni per le quali dovrebbe vergognarsi.


ANALOGIE COMPORTAMENTALI TRA L'UOMO E L'ANIMALE<br />

L'etologia e la neurofisiologia comparata dimostrano che i modi di esprimersi dell'uomo non<br />

sono caratteristiche esclusive della specie umana ma che queste sono invece comuni a tutte le specie<br />

animali.<br />

Gli animali sono curiosi quando esplorano accuratamente il nuovo ambiente; hanno paura,<br />

specialmente gli animali erbivori, quando fuggono terrorizzati alla vista del predatore (il<br />

Cercopiteco fa la sentinella e avvisa con grida differenti a seconda del predatore avvistato); sanno<br />

essere furbi quando mimetizzano il nido per ingannare il predatore; sanno essere altruisti, come gli<br />

elefanti che adottano il piccolo aiutandolo a rialzarsi quando cade o spingendolo nelle salite o come<br />

i delfini che aiutano i compagni malati a reggersi a galla.<br />

Tutti i mammiferi e gli animali a sangue caldo usano giocare specialmente da cuccioli. Gli<br />

animali sanno anche mentire, in particolar modo gli uccelli ed i primati: spesso qualche esemplare<br />

di questi ultimi vedendosi accerchiato urla fingendo di aver avvistato un predatore in modo da<br />

generare distrazione e così fuggire; gli animali rubano, come l'aquila che sottrae la preda ad altri<br />

animali o i pinguini che rubano i ciottoli del nido accanto; gli animali hanno consapevolezza; sanno<br />

d'aver fatto una cosa sbagliata e si nascondono; sanno fingere: l'uccello Occhione si finge ferito ad<br />

un'ala per attrarre su di se l'attenzione del predatore e salvare i nidiacei; sanno organizzarsi: i lupi<br />

prima di una battuta di caccia si consultano distribuendosi i compiti. Il Picchio muratore<br />

rimpicciolisce l'entrata del nido dello Stornello in modo che ci possa passare solo lui; accusano<br />

sensi di colpa: la scimmia dopo una relazione extraconiugale si nasconde e dopo torna a fare le<br />

moine al marito; sanno usare il raziocinio: la scimmia antropoide a caccia di termiti percorre<br />

chilometri per trovare il bastone più adatto per lunghezza, robustezza e flessibilità, altrettanto<br />

quando va alla ricerca di una pianta medicinale; ed infine gli animali sono dotati di senso estetico<br />

quando dipingono, quando decorano i nidi ed i giardini in modo cromatico, disponendo le cose con<br />

cura e guardandole da lontano.


ANIMALI, UOMINI ED EXTRATERRESTRI<br />

Supponiamo che gli extraterrestri, di cui ogni tanto qualcuno denuncia l'avvistamento,<br />

esistano davvero, siano esseri antropofagi e stiano progettando di invadere la Terra per fare di noi le<br />

loro scorte alimentari. Supponiamo che ci considerino esseri inferiori e che in virtù di armi micidiali<br />

in grado di annientare la nostra volontà, ci schiavizzino, ci sottomettano, ci costringano a riprodurci<br />

per mangiare la carne più tenera dei bambini e bere il latte delle nostre donne.<br />

Supponiamo che ci rinchiudano, spesso per tutta la vita, nei loro laboratori per sperimentare<br />

su di noi le loro armi ed i loro medicinali, accecandoci, mutilandoci, bruciandoci vivi.<br />

Supponiamo che un loro svago preferito sia una sorta di caccia al terrestre; supponiamo che<br />

indossare pelle umana sia da loro considerato un prestigio e ci allevassero in gabbie per strapparci<br />

di dosso la pelle e spesso, ancora vivi, ci lasciassero agonizzare nella loro più assoluta indifferenza.<br />

Supponiamo che contro questi esseri, in grado di neutralizzare qualunque nostro proposito,<br />

l'umano non abbia alcuna possibilità di reazione. Supponiamo la mostruosa condizione dell'inferno<br />

cui sarebbe condannato l'essere umano se questo per assurdo dovesse verificarsi e guardiamoci<br />

intorno perché è proprio ciò che noi umani, fatti ad immagine di Dio, facciamo giornalmente ai<br />

nostri fratelli animali.


I DANNI DELL'ALIMENTAZIONE CARNEA<br />

Dopo millenni di regime pressocché vegetariano, in cui la gente aveva la possibilità di<br />

mangiare la carne solo in casi eccezionali, l'umanità occidentale è passata ad un consumo annuo di<br />

90 Kg di carne procapite. Nel giro di 40 anni il consumo della carne è decuplicato, mentre quello<br />

dei grassi animali è addirittura aumentato del 125%.<br />

Con l'aumento del consumo della carne sono aumentate le malattie più gravi, specialmente<br />

le cardiovascolari e le tumorali. Dal 1900 ad oggi i morti per cancro in Italia sono quadruplicati<br />

(dati ISTAT). Il 40% dei tumori conosciuti è attribuibile alla cattiva alimentazione, il resto<br />

all'nquinamento, ai prodotti chimicofarmaceutici, allo stress. E' ormai universalmente risaputo che il<br />

rischio di contrarre una malattia tumorale è direttamente proporzionale al consumo di grassi<br />

animali.<br />

La carne, povera di carboidrati, vitamine, sali minerali e fibre, è un alimento altamente<br />

acido: la parte basica di cui ha bisogno il nostro organismo la sottrae alle ossa; da qui l'insorgere di<br />

artriti, artrosi, reumatismi, dolori articolari.<br />

Con l'assunzione della carne i germi patogeni nel nostro intestino aumentano da 2.000 a<br />

65.000 al millimetro cubo mentre la flora intestinale diminuisce notevolmente.<br />

La carne oggi contiene grassi saturi in quantità 30 volte maggiore rispetto la carne della<br />

vecchia pastorizia. I grassi animali si depositano sulle pareti delle arterie indurendole e<br />

predisponendo il soggetto a cardiopatie e arteriosclerosi. La carne insomma è come la droga: poca<br />

fa poco male, molta fa molto male.<br />

Gli animali d'allevamento utilizzati per l'alimentazione sono spesso affetti da turbecolosi,<br />

afta epizoica, cancro, mastiti ecc. L'Unione Europea ha ultimamente finanziato una ricerca sulla<br />

igienicità della carne di pollo: più di un pollo su quattro è risultato effetto da salmonella e due su tre<br />

da campylobacte pylor (batterio che può provocare diarrea, vomito, dolori addominali, ulcera<br />

gastrica ecc.). Inoltre un pollo su 4 aveva un'elevatissima carica di germi.<br />

Ma oltre a quanto già detto la carne contiene le tossine della sofferenza, dell'angoscia<br />

dell'animale durante la macellazione (adrenalina, acido lattico ecc.). Nel canale intestinale delle<br />

mucche vi è un batterio che nell'atto della macellazione si diffonde per tutto il corpo dell'animale:<br />

questo può provocare ulcera gastrica che spesso degenera in tumore.<br />

In particolare gli alimenti che maggiormente favoriscono le malattie tumorali sono: tutti<br />

quelli che contengono grassi animali, salumi, salsicce, wursthel, carni in scatola, burro e panna. Il<br />

nitrito di sodio aggiunto nelle carni in scatola per impedirne la putrefazione genera le nitrosammine,<br />

sostanze dichiaratamente mutagene e cancerogene.<br />

La carne, incapace di stimolare la necessaria mobilità intestinale, causa stitichezza. Un<br />

prolungamento della sosta delle feci nell'intestino favorisce l'assorbimento delle tossine da parte<br />

dell'oganismo. La quantità di feci evacuata giornalmente da una persona carnivora è di 50 70<br />

grammi, quella di un vegetariano arriva a 500 grammi al giorno.<br />

Ostinarsi a mangiare la carne equivale a pretendere che una macchina progettata per<br />

funzionare a benzina la si faccia viaggiare a gasolio: le conseguenze sul motore sono facilmente<br />

immaginabili: disfunzioni e poca durata, cioè malattie e morte prematura.


Gli animali più forti, più longevi, più miti e più prolifici sono vegetariani, come il toro,<br />

l'elefante, il coniglio ecc. Il gorilla 3 volte più grosso dell'uomo è 30 volte più forte. Il leone,<br />

animale per eccellenza carnivoro, dorme 20 ore al giorno, mentre l'orangutang, vegetariano, ne<br />

dorme soltanto 6. Ad un gruppo di scimmie antropoidi, notoriamente vegetariane, in un esperimento<br />

fu dato da mangiare loro anche della carne: in breve accusarono le stesse malattie della specie<br />

umana.<br />

La tanto paventata necessità proteica nella dieta umana è quanto di più infondato vi sia in<br />

materia di nutrizione. Nel giro di un secolo il quantitativo di proteine ritenuto necessario<br />

giornalmente per una persona è passato da 1,5 a 0,75 grammi per peso corporeo pro die; tale<br />

quantitativo nel 1957 è stato ulteriormente ridotto a 0,50 gr, mentre gli igienisti ritengono siano<br />

sufficienti 0,35 gr, sempre per peso corporeo pro die.<br />

Furono chiamate "nobili" quelle proteine animali che in un esperimento effettuato sui ratti<br />

facevano crescere più in fretta gli animali, anche se i ratti hanno un fabbisogno proteico 7-8 volte<br />

maggiore a quello umano.<br />

Le proteine in eccesso non si accumulano, come gli zuccheri, ma si trasformano in grassi<br />

affaticando fegato, reni e cuore, con le conseguenze che ne derivano. Inoltre, le troppe proteine, di<br />

qualunque tipo esse siano, producono acidi urici che spesso sono la causa dell'insorgere di<br />

osteoporosi perché ostacolano l'assorbimento del calcio per la struttura ossea. Da considerare,<br />

infine, che i depositi di proteine nel cervello, in forma di amiloide, sono la causa maggiore<br />

dell'arteriosclerosi cerebrale.<br />

Le tossine del degrato proteico si chiamano purine. Gli alimenti più ricchi di puri ne sono le<br />

animelle, il fegato, le interiora. Il brodo di manzo, di pollo, estratti di carne di tutti i tipi, sono il<br />

risultato della disintegrazione dei tessuti: hanno la medesima composizione chimica dell'urina.<br />

Se le proteine dei vegetali possono essere carenti di alcuni aminoacidi essenziali basta<br />

combinarle con il riso o la pasta (il che succede quasi sempre) per avere tutti gli aminoacidi di cui<br />

ha bisogno il nostro organismo, senza avere gli effetti dannosi delle proteine animali. I legumi, ed in<br />

particolare la soia, oltre ad avere una percentuale proteica molto più elevata di qualunque tipo di<br />

carne (quasi il doppio) ha il pregio di inibire la formazione di tumori maligni alla prostata, al seno,<br />

al cervello, mentre il latte di soia abbassa il livello di colesterolo nel sangue e protegge dalle<br />

malattie cardiovascolari. Proprietà antitumorali hanno anche i cavoli, i broccoletti e le fibre in<br />

genere. Mai alcun medico potrà dichiarare che un qualunque tipo di carne, di pesce o derivati<br />

animali abbia potere antitumorale, per il semplice fatto che sono proprio questi la causa del male<br />

che dovrebbero combattere.<br />

Al pari della carne e del pesce i latticini ed i formaggi sono dannosi per il nostro organismo.<br />

La carne di pesce contiene metalli pesanti dovuti agli scarichi industriali nel mare: mercurio,<br />

cadmio, piombo ecc. Nel 1952 in Giappone morirono 77 persone e altre 360 rimasero invalide per<br />

aver mangiato pesce ricco di mercurio.


BENEFICI E VANTAGGI DELL'ALIMENTAZIONE VEGETARIANA<br />

Gli alimenti, in base alle loro qualità energetiche, sono stati suddivisi in tre categorie. Al<br />

primo posto sta la frutta (alimento vivo) al secondo posto i cereali, i vegetali ecc. al terzo posto, con<br />

vibrazioni quasi nulle, stanno i cosìddetti cibi morti, come la carne di ogni tipo, i dolci, i liquori.<br />

Solo la frutta risulta essere l'alimento dotato, per eccellenza, di tutte le proprietà biologiche e<br />

vitali adatte all'alimentazione umana. La nostra dieta è tanto più vicina alla nutrizione ideale quanto<br />

maggiore è il quantitativo di frutta che consumiamo. Infatti, l'essere umano non può vivere<br />

alimentandosi solo di carne, solo di cereali o solo di verdure, mentre può vivere, in ottima salute,<br />

per tutta la sua esistenza, nutrendosi solo di frutta.<br />

A differenza della carne la frutta ed i vegetali, per il loro alto contenuto di vitamine, sali<br />

minerali e fibre, che rinforzano notevolmente le difese immunitarie, ostacolano l'insorgere di molte<br />

malattie anche tumorali.<br />

La constatazione che il 70% del globo terrestre è ricoperto di acqua, che il corpo umano è al<br />

70% fatto di acqua proprio come la frutta, fa capire che la dieta vegetariana è la più confacente alle<br />

esigenze del nostro organismo.<br />

La dieta vegetariana ristabilisce l'equilibrio psicofisico-spirituale, consente maggiore lucidità<br />

mentale e più capacità di concentrazione. Da studi elettroencefalografici risulta che l'alimentazione<br />

vegetariana, a differenza dell'alimentazione carnea che incita all'aggressività e alla violenza, fa<br />

aumentare le onde alfa del cervello connesse con il rilassamento neuromuscolare: questo favorisce<br />

lo sviluppo di una mentalità di pace, una maggiore sensibilità della coscienza, una apertura ai valori<br />

dello spirito, una maggiore inclinazione alla mitezza, alla tolleranza, alla condivisione, per i<br />

seguenti motivi. Uno degli aminoacidi più importanti è il triptofano, fornito in modo consistente<br />

dagli alimenti vegetali, che nel nostro cervello si converte in serotonina. La serotonina è considerata<br />

il neurotrasmettitore della gioia, del gioco, della serenità. Infatti favorisce la solidarietà, la calma<br />

interiore, il sonno, la socievolezza, agevola il superamento dell'ansia, della depressione, del<br />

desiderio sfrenato di dolci.<br />

Anche i cibi carnei contengono triptofano, ma essi stimolano due neurotrasmettitori: la<br />

dopamina e la norepinefrina che inclinano alla lotta, all'ansia, alla tensione. Con il triptofano della<br />

carne aumentano pure due aminoacidi: la leucina e la tirosina in misura maggiore rispetto il<br />

triptofano, provocando una riduzione della quantità di serotonina che giunge al cervello.<br />

La dieta vegetariana rende i bambini immuni soprattutto alle malattie respiratorie. Molto<br />

difficilmente un bambino vegetariano si ammalerà di raffreddore o influenza.<br />

I bambini sono naturalmente e spontaneamente vegetariani: quando hanno fame non<br />

rivolgono mai la loro attenzione alla carne ma sicuramente alla frutta. Sono i genitori che<br />

costringono ed abituano i bambini a mangiare la carne iniziando con gli omogeneizzati; questi,<br />

come nella droga, generano una sorta di dipendenza, a vantaggio degli allevatori e dei macellai, non<br />

certo della salute del bambino o dell'economia della famiglia.<br />

La dieta vegetariana nelle donne riduce il rischio di ictus cerebrale del 54% (in virtù della<br />

vit. C ed E presenti nella frutta e nei vegetali che inibiscono I'ossidazione delle molecole), di<br />

contrarre tumore alla mammella, all'ovaia, alla cervice, ai polmoni, allo stomaco, al colon, alla<br />

vescica, al pancreas, all'esofago, alla bocca, alla laringe; mentre negli uomini riduce del 30% il<br />

rischio di infarto.


Mentre l'alimentazione carnea dà una spinta energetica che si esaurisce in breve tempo,<br />

l'alimentazione vegetariana consente un rendimento energetico costante: una resistenza alla fatica<br />

doppia, rispetto a chi si nutre anche di carne, ed una capacità di ripresa in un tempo 5 volte<br />

inferiore. La lunga schiera di personaggi primatisti in ogni disciplina sportiva conferma questo dato.<br />

Negli sportivi l'alimentazione vegetariana consente: una muscolare persistente e senza<br />

grasso, livelli di energia più alti e maggiore resistenza agli esercizi, ridotta irritabilità e maggiore<br />

tranquillità psichica, prolungata longevità (si può raggiungere la forma psicofisica più ottimale<br />

anche a 50 anni) l'atleta non subisce mai gli effetti dell'esaurimento del glicogeno in virtù dei<br />

carboidrati che assume, poiché gli alimenti vegetariani lasciano pochissime tossine residue, sono<br />

più semplici da bruciare, la digestione è più rapida e produce meno gas.<br />

La resistenza alle malattie da parte dei vegetariani è un dato di fatto, come la longevità<br />

comprovata dei molti personaggi storici che per motivi etici e salutistici hanno adottato questa dieta,<br />

come Pitagora, Leonardo, Einstein ecc.<br />

La stessa testimonianza, di assenza di malattie, può essere confermata da chiunque è<br />

coerentemente vegetariano. Altri benefici dell'alimentazione vegetariana sono evidenti a livello<br />

epidermico: chi adotta questa dieta assisterà ad una graduale depurazione cellulare: la pelle<br />

diventerà più liscia, più luminosa e priva di acne.<br />

Infondato è, nella dieta vegetariana, lo spauracchio della mancanza di vit. BI2 dal momento<br />

che questa è prodotta da ogni organismo per il fattore intrinseco e che ogni individuo sano ha una<br />

riserva di almeno 5 anni: basti pensare che un milligrammo di vit. B 12 soddisfa le esigenze<br />

chimico-metaboliche per 2-3 anni. Invece è proprio la putrefazione dei cibi carnei nello stomaco ciò<br />

che impedisce la formazione di tale vitamina.<br />

Per ciò che riguarda il contenuto di ferro va detto che l'assunzione di questo minerale è<br />

dovuto alla presenza di vit. C della quale sono ricchi i vegetali, legumi e frutta, che rappresenta<br />

l'alimento basilare dei vegetariani, non certo dei carnivori.<br />

Gli oligoalimenti di cui sono ricchi i vegetali, per le funzioni biologiche e le reazioni<br />

metaboliche, fortificano il sistema immunitario e costituiscono una potente azione protettiva anche<br />

contro il cancro.


STATO, SCUOLA E COSCIENZA MORALE<br />

Lo Stato spende innumerevoli energie per prevenire o reprimere il crimine o la violenza, per<br />

mantenere l'ordine pubblico, per garantire la legalità. La politica dei sistemi è imperniata a sanare<br />

questa o quella piaga, a spianare questa o quella divergenza, senza mai lottare contro le cause che<br />

generano i problemi e senza voler capire che non serve curare una ferita se non si neutralizza la<br />

causa dell'infezione.<br />

A scuola si insegna di tutto, sotto l'aspetto tecnico, economico, scientifico, letterario ecc.<br />

eccetto ciò che serve a rendere l'uomo capace di gestire positivamente le sue conoscienze.<br />

Da ogni individuo componente la società lo Stato pretende le virtù dell'onestà e della<br />

giustizia che mai si è preoccupato di trasmettere ai suoi cittadini. L'insegnamento delle virtù morali<br />

si ritiene sia un compito che spetta alle famiglie, senza pensare che i genitori non possono<br />

trasmettere ai figli valori che essi stessi non posseggono.<br />

Non basta dire ad un uomo che deve essere onesto, che deve amare e rispettare il prossimo<br />

se non gli si dà la possibilità di sviluppare in se stesso queste virtù. E non basta neppure una legge a<br />

modificare la coscienza degli uomini: è necessario un programma maturo e capillare imperniato<br />

sulla guida e sullo sviluppo della sfera sentimentale ed emotiva. Ogni sforzo dello Stato deve<br />

puntare a migliorare l'uomo che fa i sistemi, non a migliorare i sistemi sperando che questi possano<br />

migliorare l'uomo.<br />

Noi vogliamo porre le basi per lo sviluppo di una nuova coscienza umana in grado di<br />

ripudiare ogni violenza ed ogni ingiustizia e di realizzare un mondo migliore, mediante l'Etica<br />

Universale del Biocentrismo. Questa filosofia d'amore, che valorizza la sacralità della vita in tutte<br />

le sue manifestazioni, che punta alla sensibilizzazione del cuore e la comunione di tutti gli esseri,<br />

trae le sue origini dal pensiero dei grandi uomini di spirito, i pilastri della morale e della civiltà<br />

umana: Krisnha, Budda, Pitagora, Gesù, Leonardo, Gandhi ecc. e pone al centro della creazione non<br />

l'uomo ma la Vita, come valore assoluto, improfanabile, di ogni essere vivente.<br />

Il Biocentrismo, che supera l'attuale disumanizzante cultura antropocentrica, cerca la<br />

risoluzione di due quesiti fondamentali: migliorare la coscienza dell'uomo e liberarlo dalle malattie.<br />

L'attuazione del primo quesito passa attraverso la responsabilizzazione di ogni nucleo familiare che<br />

fa proprio il destino collettivo, impegnandosi a costruire giornalmente la coscienza umana delle<br />

nuove generazioni.<br />

Ogni famiglia deve essere scuola di virtù, di civiltà, di rettitudine per i figli. I genitori<br />

devono essere di esempio forte e coerente, devono saper insegnare ai propri figli la disciplina, il<br />

valore dell'onestà, la legge dell'equilibrio, la generosità, la prudenza, la mitezza, la moderazione, la<br />

saggezza.<br />

Ma il compito fondamentale spetta alla scuola che deve porre al centro della sua attività<br />

didattica la formazione della coscienza dell'alunno, lo sviluppo delle virtù morali dell'animo umano,<br />

l'apertura ad una mentalità di pace, di collaborazione.<br />

A scuola lo sviluppo dei valori morali deve essere il fulcro intorno al quale far ruotare ogni<br />

altra disciplina, perché solo questa ricchezza, questa cultura può consentire all'umanità di vivere in<br />

pace e di progredire nel bene.


Ogni materia non deve più essere fine a se stessa, ma il mezzo attraverso cui ogni individuo<br />

deve poter dimostrare la sua maturità interiore in funzione del bene collettivo, al fine di innalzare la<br />

coscienza umana e servire la causa della solidarietà universale.<br />

La scuola deve favorire la sintonia delle diversità, l'armonia delle forze costruttrici:<br />

eliminando ogni settarismo deve evidenziare ciò che unisce e fortifica, per sconfiggere ciò che<br />

separa e disgrega. La scuola deve essere madre di virtù morali; deve dare ai discenti il senso della<br />

fratellanza universale, dell'abnegazione per il bene comune, della fede negli ideali edificanti.<br />

La scuola deve fare in modo che le differenti religioni, filosofie, movimenti umanitari e tutto<br />

ciò che mira ad innalzare la coscienza umana, uniscano le loro valenze a formare un'unica catena<br />

per il trionfo del Bene. Bene è ciò che favorisce la gioia e l'armonia. Male è tutto ciò che causa<br />

sofferenza e si oppone alla Vita.<br />

La diversità non deve più essere intesa come un nemico da combattere o da convertire al<br />

proprio credo, ma come una nuova fiaccola da aggiungere alla luce della civiltà in cammino. Ogni<br />

dottrina è nel vero nella misura in cui unifica gli aspetti sostanziali delle cose per metterli al servizio<br />

della Vita.<br />

Quindi, lo Stato deve impegnarsi affinché, per mezzo della scuola, si attui il superamento di<br />

tutte le antinomie, flagello di ogni civiltà. Solo da una nuova cultura improntata sulla prevenzione<br />

del male, intesa a neutralizzare le cause che lo generano e da una nuova didattica capace di rendere<br />

l'uomo più giusto, più buono e sensibile, più responsabile del destino collettivo, più armonico e<br />

positivo verso se stesso e verso il suo contesto naturale, è possibile realizzare un mondo migliore.


UNIVERSALISMO ED ETICA VEGETARIANA:<br />

BASI IMPRESCINDIBILI PER UN MONDO MIGLIORE<br />

I diritti umani sono stati una graduale e sofferta conquista delle masse nel corso dei millenni<br />

in cui il popolo ha chiesto quanto ha potuto ed il potere ha concesso quanto indispensabile.<br />

A che serve condannare il razzismo, le discriminazioni etniche, culturali, religiose, le<br />

antinomie se non si va alle origini del fenomeno, a ciò che consente all'uomo di esprimersi in<br />

termini antagonistici nei confronti del diverso? Quel che manca è la cultura della valorizzazione<br />

delle differenze formali e sostanziali delle cose come ciò che consente alla stessa vita di esistere e di<br />

perpetuarsi nel cosmo. L'unità è sterile. Fecondo è solo il dualismo, l'integrazione, il sincretismo, la<br />

visione globale dell'insieme. Lungimirante e degno di sostegno è solo ciò che cerca l'arricchimento<br />

nella sinergia delle forze concordi.<br />

Che senso ha dire I'uomo innanzitutto? non è forse quello che si è detto e fatto finora? E le<br />

tristi ed allarmanti conseguenze sono ben note. Che senso ha dire "è più importante il cuore, il<br />

fegato o i reni"? Tutte le parti di un organismo sono necessarie per la sua esistenza ed il suo<br />

funzionamento al punto che se una sola parte di esso viene ferita tutto l'organismo è in pericolo di<br />

vita. Dire "la Vita innanzitutto" questo ha senso, dire "ogni cosa ha il suo sacro, irripetibile ed<br />

intrinseco valore" questo ha un senso.<br />

Nulla vi è di più inutile e demagogico che limitarsi a dire che l'uomo deve essere più giusto<br />

verso il suo simile, più onesto, più rispettoso della legge. Se non gli si danno i presupposti per<br />

poterlo fare è come sperare che una tartaruga incominci a saltare come una gazzella solo perché le<br />

si dice di farlo. Come si può ancora pensare, dopo 5.000 anni di storia, che sia il sistema l'artefice<br />

del bene e del male e non l'uomo che lo fa e lo gestisce?<br />

Ci lamentiamo dei politici, dimenticando che essi non sono che una fetta del popolo, con le<br />

stesse virtù ed i medesimi difetti. Ci lamentiamo dei giovani, dimenticando che essi non sono che il<br />

frutto della generazione che li precede e che ogni albero dà sempre i suoi frutti.<br />

I politici, i tecnici, i sindacati sono categorie indispensabili per il funzionamento di uno<br />

Stato civile e democratico, ma essi devono essere innanzitutto uomini, ricchi di virtù morali e<br />

spirituali, con una apertura mentale ed una coscienza morale da renderli capaci di anteporre ai<br />

vantaggi personali il bene della collettività. Ma queste qualità interiori non si improvvisano, non si<br />

ottengono solo invocandole: esse sono il frutto di un'educazione capillare, costante ed incisiva da<br />

parte dello Stato laico che cerca veramente il bene e l'evoluzione di ogni componente del popolo.<br />

Qualunque teoria che trascura la causa del problema, come qualunque terapia che trascura la<br />

causa del male è destinata a fallire: è come se si spegnesse il segnale d'allarme di una casa che<br />

brucia pensando di risolvere il problema.<br />

Se i politici, i magistrati, i rappresentanti dello Stato oppure il singolo cittadino non fanno il<br />

proprio dovere di chi è la colpa? del sistema che non impedisce loro, con la forza della giustizia, di<br />

agire in modo corretto verso la società oppure della condizione morale e soggettiva di ognuno?<br />

Nessuno vuole la guerra, eppure dall'ultimo conflitto mondiale sono state combattute oltre<br />

120 guerre. Come mai? Sono molte e complesse le cause di una guerra. Ma io dico che le guerre<br />

nascono nel cuore dell'uomo e che le guerre ci saranno finché ci sarà gente disposta ad uccidere. E'<br />

facile dire che bisogna difendersi dall'aggressore. Difficile è concepire una cultura che pone al


primo posto la formazione della coscienza morale, civile e spirituale di ogni singolo membro della<br />

nazione e dell'umanità intera.<br />

Invocare la forza per far rispettare l'ordine e la giustizia nella nazione o tra le nazioni è solo<br />

una terapia sintomatologica e come tale non è mai servita (e la storia lo dimostra) a neutralizzare la<br />

causa che genera il male. La giustizia, la solidarietà, il senso civico sono il frutto di una coscienza<br />

matura ed evoluta, sono valori legati all'intima evoluzione mentale, morale e spirituale di un<br />

individuo e l'evoluzione non può mai essere imposta, altrimenti sarebbe come dire che la libertà è<br />

una condizione talmente giusta che è necessario imporla.<br />

L'umanità è governata dalle multinazionali petrolifere, del l'alimentazione, della chimica,<br />

della farmaceutica, dall'industria delle armi, che traggono i loro ingentissimi guadagni dall'attuale<br />

stato sociale. Se gli uomini fossero giusti, equilibrati e saggi cosa farebbero gli eserciti, le industrie<br />

belliche, i corpi di polizia, i tribunali? Se gli uomini fossero buoni e fraterni a che servirebbero i<br />

preti e tutti gli organismi che traggono sussistenza dal fatto che l'uomo ha bisogno dei dottori dello<br />

spirito? Se la gente godesse ottima salute vivendo in modo sano ed alimentandosi in modo corretto,<br />

che farebbero i medici, gli ospedali, gli istituti di ricerca, i farmacisti ecc. ?<br />

E' un'illusione pensare che cambiando il sistema ed il modo di far politica secondo l'ottica<br />

della nostra giustizia le cose possono finalmente risolversi. Tutti i rappresentanti politici che ora<br />

sono al governo avevano i nostri stessi buoni propositi. Come mai sono degenerati? perché noi<br />

dovremmo riuscire dove loro non sono riusciti? Noi sapremmo essere talmente onesti ed<br />

incorruttibili da non degenerare ed essere i primi nella storia dell'uomo ad aver avuto il dono<br />

sovrumano da incarnare l'ideale sociale? Se non sono riusciti Cristo, Gandhi, Martin Luter King e<br />

tanti altri grandi a mutare il corso della storia (se non a raddrizzare relativamente la condizione<br />

sociale) per quale speciale motivo dovremmo riuscire noi? Che cosa diciamo noi di nuovo che non<br />

sia già stato detto in passato o che non sia invocato oggi da ogni gruppo socio-culturale, da ogni<br />

associazione, da ogni movimento umanitario, da ogni partito di base? Non chiediamo forse tutti la<br />

stessa cosa? e cioè giustizia, libertà, benessere economico, solidarietà, pace? Perfino i tecnici e gli<br />

economisti chiedono le stesse cose.<br />

Perché i vari Giordano Bruno, Savonarola ecc. non sono riusciti che in parte a riformare il<br />

costume religioso, civile ed etico dello Stato? La stessa grande rivoluzione di Cristo non è forse<br />

rimasta circoscritta ad una pur vasta frangia della coscienza umana? Perché l'uomo nonostante le<br />

grandi religioni è rimasto fondamentalmente ingiusto, egoista e violento? Sicuramente senza i<br />

grandi Iniziati, i pilastri della morale e della spiritualità del mondo ancor più nero e delittuoso<br />

sarebbe stato il corso della storia. Ma qualcosa non ha funzionato e la colpa non può essere sempre<br />

attribuibile al libero arbitrio dell'uomo. A mio avviso qualcosa è mancato anche nel pensiero dei<br />

grandi, perché i tempi non erano maturi: è mancata la visione globale, universale ed olistica<br />

della realtà dei viventi, il capire che ogni localizzata malattia di un sistema è la conseguenza di<br />

un male diffuso, la capacità di considerare in modo simultaneo la terapia mentale, emotiva e<br />

spirituale dell'essere umano. L'errore di credere possibile risolvere gli eterni problemi esistenziali<br />

dell'uomo intervenendo solo su una o su due delle tre componenti dell'entità umana è paragonabile<br />

al fallimento della medicina allopatica che cerca di curare un male diffuso intervenendo localmente<br />

e sugli effetti.<br />

Ogni nazione è diversa da un'altra, ogni popolo è diverso da un'altro, ogni gruppo, ogni<br />

persona, ogni essere vivente, perfino ogni molecola pare sia diversa da un'altra. Tutte queste cose<br />

insieme formano un solo essere vivente, uno sconfinato universo di creature legate da stretta<br />

parentela biologica, chimica ed energetica. Tutte hanno in comune lo stesso cielo, lo stesso sole che<br />

le riscalda, la stessa acqua che le disseta, la stessa terra che le sostiene, lo stesso spirito che le


vivifica. Tutte sono animate dal desiderio di esistere, tutte sono capaci di soffrire, di avere paura<br />

della morte. Tutte mangiano, dormono, si riproducono. Follia è pensare che una sola tra le milioni<br />

di specie viventi abbia per diritto naturale o divino la supremazia sulle altre, il diritto di disporre<br />

della vita di ogni altra creatura e dell'ordine naturale delle cose.<br />

La sola, vera e grande rivoluzione esistenziale è quella che cerca la costruzione di una nuova<br />

coscienza umana andando alle cause che generano il male e la disarmonia collettiva. Questo<br />

compito, erroneamente affidato finora alla religione, deve essere invece il programma dominante<br />

dello Stato laico attraverso ogni istituto scolastico di ogni ordine e grado. Ogni disciplina didattica<br />

prima di essere nozionistica deve favorire lo sviluppo dei valori della coscienza umana al fine di<br />

servire la causa della solidarietà universale. La scuola deve educare il popolo ad aborrire la guerra,<br />

la violenza, la competizione, l'ingiustizia, la corruzione, la disonestà individuale. La scuola deve<br />

incentivare nei giovani il senso critico delle cose e della storia in una visione universale della vita;<br />

deve perorare il superamento delle antinomie, delle barriere ideologiche, favorendo il sincretismo<br />

delle culture, delle etnie, l'integrazione delle grandi religioni, la creazione di un Parlamento<br />

mondiale e di una Milizia internazionale che tutelino la sovranità di ogni popolo sotto una sola<br />

bandiera, di una sola patria, di una sola lingua, di una sola moneta, di un solo Dio.<br />

Vale la pena riportare questo aneddoto. Su di un foglio di carta era l'immagine di un uomo,<br />

dall'altro lato era stampato il planisfero. Strappato in molti pezzi alcuni cercavano a fatica di<br />

rircostruire l'immagine del pianeta finché qualcuno si accorse che era molto più semplice<br />

ricomporre la figura umana.<br />

Quali sono i mali peggiori dell'uomo. La guerra, l'ingiustizia sociale, la violenza, il<br />

disordine, la miseria, la disoccupazione. Ebbene. Chi è l'artefice di queste cose. L'uomo. Perché si<br />

comporta in modo negativo nei confronti della vita? Perché è avido, egoista, indifferente all'altrui<br />

sofferenza e pur di avere denaro, successo, potere, piacere non esita a calpestare i diritti del<br />

prossimo o ad appropriarsi di ciò che non gli appartiene. Ebbene, se i guerrafondai, gli arrivisti, i<br />

megalomani, gli avidi, gli assassini, i ladri, i disonesti, i corruttori avessero una coscienza umana<br />

più giusta e sensibile tutto questo non succederebbe. Ciò che fa esprimere l'uomo in modo<br />

costruttivo o negativo è la ricchezza o la carenza di virtù morali del suo animo.<br />

Quali sono le cose più importanti della vita? La vita, dirà qualcuno, la salute, il benessere<br />

economico. Ebbene. Se tutti fossimo sani come pesci e ricchi come Agnelli la situazione sociale<br />

non cambierebbe perché l'uomo sarebbe ugualmente insoddisfatto ed infelice a causa della sua<br />

incompletezza interiore. Come la medicina olistica considera ogni aspetto componente l'individuo<br />

bisognoso di cure così per realizzare l'entità uomo è necessario considerare simultaneamente il suo<br />

benessere fisico, il suo equilibrio mentale e la sua evoluzione spirituale. Se una sola di queste<br />

componenti dovesse essere carente o mancante si genera nell'individuo una sorta di scompenso<br />

nell'intimo della sua natura rendendolo incapace di essere armonico nei confronti di se stesso, del<br />

prossimo e della vita in generale.<br />

L'attuale condotta umana è purtroppo il risultato della supremazia della componente fisica e<br />

intellettuale su quella emotiva e spirituale. La prevalenza della prima genera edonismo,<br />

materialismo, superficialità; la prevalenza della seconda genera mostri per la guerra; la prevalenza<br />

della terza genera uomini in attese ultraterrene. Ma l'equilibrio armonico delle tre componenti è ciò<br />

che fa dell'uomo un essere umano, positivo con se stesso e costruttivo nei confronti del prossimo.<br />

L'errore fondamentale dell'uomo, causa di infinite sventure, gestito e voluto da chi nel tempo<br />

ha detenuto il potere e condizionato la cultura delle masse, è quello di aver demandato ad altri il<br />

proprio bene fisico, mentale e spirituale. La nuova cultura universalista chiama direttamente in


causa il soggetto che deve riappropriarsi del suo benessere esistenziale e quindi del suo stesso<br />

destino. La parola d'ordine è CONSAPEVOLEZZA, AUTODETERMINAZIONE E SENSO<br />

CRITICO. Nell'ottica olistica della vita la componente fondamentale per lo sviluppo ed il<br />

raggiungimento dell'equilibrio dei tre aspetti vitali dell'entità uomo è la cultura del biocentrismo,<br />

senza la quale non è possibile per l'uomo riappropriarsi della propria salute fisica, del proprio<br />

equilibrio mentale e della propria sfera morale. Quindi il bene individuale e collettivo, a stretto e a<br />

vasto raggio, a breve e a lunga scadenza, passa necessariamente attraverso l'alimentazione e l'etica<br />

universale del vegetarismo.


I LIVELLI D ELL 'ESSERE VEGETARIANO<br />

C'è chi crede di essere vegetariano solo perché non mangia la carne (e spesso solo quella<br />

rossa) e magari mangia il pesce, come se questo non fosse carne a tutti gli effetti. Succede spesso di<br />

incontrare gente che quando un vegetariano dice di non mangiare né animali né derivati trasècoli<br />

chiedendo "E che cosa mangia"? come se escludendo questo tipo di alimenti restasse da mangiare<br />

solo insalata. Succede pure che molti vegetariani, pur motivati da una scelta etica, continuino a<br />

consumare uova, formaggi e latte. Importante è a mio avviso chiarire i vari aspetti dell'essere<br />

vegetariani.<br />

Non può ritenersi vegetariano chi sceglie di non mangiare la carne per motivi salutistici: è<br />

uno che segue una dieta alimentare priva di carne consapevole che questa è dannosa per l'organismo<br />

umano. Si è vegetariani solo per amore o non si è affatto vegetariani. Non si sceglie di essere<br />

vegetariani per salvaguardare la propria salute (questo diventa conseguenziale ad una scelta<br />

positiva) ma quella degli animali e della propria anima.<br />

Essere vegetariani è una filosofia di vita: è vivere secondo il principio "non fare agli altri<br />

ciò che non vorresti ti fosse fatto" nel rispetto della sacralità della vita; significa alimentarsi secondo<br />

la nostra natura di esseri fruttariani; significa avere il senso critico delle cose e della storia e lottare<br />

per un contesto naturale non più inquinato, avvelenato, depredato, invivibile; significa lottare per la<br />

salvaguardia degli equilibri eco-biologici per non mettere in pericolo la stessa Vita sul pianeta.<br />

Essere vegetariani significa porsi dalla parte dei più deboli e dei più indifesi, principalmente<br />

gli animali, da millenni schiacciati dalla tirannide umana. Significa capire che la speranza di un<br />

mondo migliore passa inevitabilmente ed imprescindibilmente attraverso il rifiuto di mangiare la<br />

carne.<br />

Vi sono differenti livelli di essere vegetariani, ai quali ognuno aderisce a seconda della sua<br />

condizione spirituale e della sua volontà a seguire quel che è giusto piuttosto che quel che piace. I<br />

vegetariani, dunque, sono coloro che rifiutano di mangiare la carne, compresa quella di pesce;<br />

mentre i vegetaliani (o vegan) non mangiano neppure i derivati, cioè uova, formaggi e latte.


IL PESCE ALIMENTO PUTRESCIBILE<br />

Alcuni stentano a considerare il pesce come un animale, anche se molti pesci, ed in<br />

particolare il delfino ed il polpo, hanno un'intelligenza molto più sviluppata di tanti animali<br />

terricoli. Raramente si pensa all'agonia del pesce, alla sua terribile morte per asfissia, oppure perchè<br />

dilaniato da un'arpione. Basta guardare le enormi chiazze di sangue sul blù degli oceani a casua<br />

delle tonnare, o il raccapricciante dimenarsi dei pesci nelle reti per rendersi conto di quanta<br />

ingiustizia, e quanta sofferenza si cela dietro una pietanza a base di pesce.<br />

L'alimento pesce è tra le sostanze più putrescibili esistenti in natura. Basta esporlo al sole<br />

per poche ore, oppure avvicinarsi ad una pescheria per rendersi conto del fetore: ed è ciò che si<br />

sviluppa negli intestini di chi mangia questi alimenti.


L'UOVO: ALIMENTO INCOMPATIBILE<br />

Altrettanto fetore si sviluppa da un uovo aperto e lasciato al sole per poche ore:<br />

contrariamente a quanto avviene per la frutta che per giorni e settimane conserva inalterato il suo<br />

aspetto invitante ed il suo profumo.<br />

L'uovo è un alimento incompatibile con l'organismo umano, sia perché può essere veicolo di<br />

varie malattie, come la salmonella o le tossine degli staffilococchi e sia perché potenzialmente in<br />

grado di sviluppare una vita (quindi inaccettabile sotto l'aspetto etico). Ma anche sotto l'aspetto<br />

igienico è facile intuire che l'uovo non è adatto alla alimentazione umana. Considerate da dove<br />

viene fuori l'uovo della gallina e giudicate se può essere messo sulla vostra tavola. La gallina vive<br />

perloppiù nella più totale sporcizia: si nutre di tutto, dai vermi agli stessi escrementi. I nitrati, per<br />

esempio, che derivano dalla deiezione degli animali di allevamento, sono nocivi perché nel corpo<br />

umano possono trasformarsi in nitriti, sostanze potenzialmente cancerogene.<br />

L'uovo è il derivato di un animale psichicamente, emotivamente e spiritualmente non<br />

compatibile con l'essere umano. Non è affatto necessario mangiare le uova, anche perché ricche di<br />

colesterolo, come non è assolutissimamente necessario mangiare formaggi, pesce o carne: l'ottima<br />

salute dei vegetariani lo conferma.


FORMAGGI E LATTE VACCINO<br />

Anche i formaggi ed il latte vaccino non sono adatti all'alimentazione umana, per due motivi<br />

fondamentali: quello etico e quello salutistico. Il latte la mucca lo produce per il suo vitellino, non<br />

per gli esseri umani. Le mucche, per essere rese continuamente lattifere, vengono sottoposte a<br />

continue gestazioni, quasi sempre a seguito di inseminazione artificiale. A causa dello stress di una<br />

vita innaturale che causa l'abbattimento delle loro difese immunitarie, agli animali vengono<br />

somministrati forti dosi di farmaci: zinco, anemizzanti, somatropine, betabloccanti, ormoni<br />

antibiotici, sulfamidici ecc. che entrano nel metabolismo di chi mangia la carne, il formaggio e beve<br />

il latte. Ogni fettina di carne è una vera e propria farmacia ambulante.<br />

AI vitellino che nasce non viene dato il latte della madre ma un pappone stomachevole<br />

adatto a favorire la rapida crescita dell'animale, tenuto volutamente anemico per fargli avere la<br />

carne più bianca e più tenera nel più breve tempo possibile. Il latte che per natura spetterebbe al<br />

vitellino è quello che consumano gli esseri umani. L'uomo è il solo animale in natura che continua a<br />

prendere il latte dopo lo svezzamento, anche se dopo i primi tre anni di vita perde gli enzimi, la<br />

rennina e la lattasi, preposti alla digestione del latte.<br />

Il latte della mucca è adatto al vitello che raddoppia il suo peso corporeo in due mesi, mentre<br />

il bambino lo raddoppia in sei mesi. Essendo troppo ricco di proteine, 3,6% (adatto a costruire il<br />

possente apparato scheletrico del vitello) rispetto al latte umano che contiene l'1,4% non è adatto<br />

all'alimentazione del bambino. I bambini nutriti con latte vaccino hanno maggiori possibilità, da<br />

grandi, di sviluppare il diabete, a causa delle proteine complesse che si trovano nel latte vaccino.<br />

Per contro il bambino allattato da una madre vegetariana è molto più protetto alle malattie rispetto<br />

al latte di una donna carnivora, perché più ricco di acido linoleico.<br />

Il latte vaccino è ricco di colesterolo, privo di fibre e di vitamine, inoltre è povero di lecitina,<br />

sostanza che nutre il cervello: va bene per il vitello che ha un cervello più piccolo di quello<br />

dell'uomo.<br />

Il calcio contenuto nei latticini non è ben utilizzabile dall'organismo umano a causa<br />

dell'eccesso di proteine in esso contenute, del colesterolo e dei grassi saturi. L'apporto di calcio<br />

necessario al nostro organismo viene dalla frutta fresca, frutta secca, verdure, cereali: ricchi non<br />

solo di calcio ma di vitamine, minerali, antiossidanti ed altre sostanze protettive.<br />

Il latte vaccino è adatto all'apparato digerente del vitello composto da 4 stomachi; inoltre<br />

contiene una percentuale di caseina 3 volte superiore a quella umana, per favorire lo sviluppo della<br />

struttura ossea del vitello. La caseina, che coagula nel nostro stomaco aderendo alle pareti interne<br />

dell'intestino impedendo l'assorbimento delle sostanze nutritive, viene utilizzata come base per una<br />

delle più potenti colle per il legno.<br />

Il latte è responsabile della formazione di muco nel nostro organismo; questo favorisce le<br />

cardiopatie, le artriti, le allergie, le emicranie, l'obesità. Tre quarti di tutte le allergie e metà dei<br />

problemi digestivi dei bambini sono causati dal latte vaccino. L'alimento più adatto al bambino,<br />

dopo il suo svezzamento, il solo veramente compatibile con le sue esigenze organiche, è la frutta<br />

fresca e matura. Solo questa ha le medesime caratteristiche chimico-nutrizionali del latte materno,<br />

la stessa percentuale di proteine. Forzando il bambino a mangiare la carne o a bere il latte vaccino si<br />

violenta la sua natura e si crea nel bambino una dipendenza da questo dannoso alimento cadaverico.<br />

Purtroppo raramente i genitori sanno trovare il coraggio del senso critico per sfuggire alla logica<br />

delle onnipotenti multinazionali dell'alimentazione. Raramente sanno intuire il meccanismo<br />

infernale dei baroni della medicina e delle industrie chimico-farmaceutiche, che non è certo quello


di guarire la gente ma quello di perpetuare la malattia, perché solo questa dà sostentamento ad un<br />

esercito sconfinato di persone.<br />

Per far cagliare il latte c'è bisogno di un enzima, la chimosina, che si trova nello stomaco dei<br />

vitelli da latte. Quindi per disporre del caglio è necessario uccidere i vitelli.<br />

Il troppo calcio contenuto nei prodotti animali, associato alle proteine, aumenta la calciuria e<br />

ne riduce la fissazione del tessuto osseo. C'è chi dice che se non si uccidessero gli animali questi si<br />

moltiplicherebbero a dismisura. E' falso, dal momento che più si alleva e più si massacra.<br />

La gente mangia i latticini per il calcio in essi contenuto, mentre il calcio presente nel loro<br />

organismo viene utilizzato per neutralizzare gli effetti negativi dei latticini. Infatti, l'eccesso di<br />

proteine animali ostacola l'assorbimento del calcio nelle ossa. C'è da dire che di eccessi di proteine<br />

si può anche morire mentre non è mai stata registrata in Occidente alcuna malattia dovuta a carenze<br />

proteiche.<br />

Le mucche non bevono il latte. Perché gli uomini lo fanno? Mangiare latticini è come<br />

succhiare il latte ad una mucca. Vi pare una cosa sensata?


PROTEINE E AMMINOACIDI<br />

Le proteine non si formano mangiando proteine, altrimenti per essere più muscolosi<br />

occorrerebbe mangiare i muscoli degli animali (anzi meglio quelli umani) e per essere più<br />

intelligenti mangiare il cervello di altri esseri viventi. In realtà gli amminoacidi che servono a<br />

costruire le proteine specifiche per il nostro organismo non dipendono in alcun modo dal tipo di<br />

alimentazione ingerita, anzi da questa non conservano alcuna caratteristica. Non solo ogni specie ha<br />

le sue proteine specifiche ma anche ogni individuo. In ogni corpo umano vi sono circa 1600 diversi<br />

tipi di proteine. In ogni parte componente la pianta (radici, fusto, foglie, frutti) si riscontrano<br />

differenti tipi di proteine e, come se ce ne fosse bisogno, è stata anche dimostrata scientificamente<br />

I'isovalenza tra le proteine vegetali e quelle animali. Però il nostro organismo non è fatto per<br />

digerire le proteine complesse della carne ma quelle semplici dei vegetali.


ALIMENTAZIONE CRUDISTA<br />

Tra i vegetariani molte persone scelgono di alimentarsi solo con cibi crudi: i cosìddetti<br />

crudisti. In realtà il cibo cotto è un'invenzione dell'uomo per rendere commestibili alimenti non<br />

adatti all'alimentazione umana. La cottura uccide gli alimenti, distrugge più della metà del loro<br />

valore nutritivo: oltre 54° vengono distrutti gli enzimi e oltre 60° la cottura produce elementi di<br />

scomposizione che danno origine a sostanze mutagene e cancerogene. I cibi tostati o cotti alla<br />

griglia, sviluppano per piroscissione sostanze che in laboratorio vengono usate per produrre tumori<br />

artificiali -le parti carbonizzate contengono una elevata percentuale di idrocarburi policiclici,<br />

sostanze altamente cancerogene- un chilogrammo di carne cotta alla griglia contiene la stessa<br />

quantità di benzopirene quanto 600 sigarette. Inoltre qualunque cibo cotto ingerito genera<br />

leucocitosi, cioè un temporaneo ed anomalo aumento di globuli bianchi nel sangue.<br />

Ogni cibo che per essere reso commestibile deve essere cotto non è adatto alla nostra<br />

alimentazione. I cibi compatibili con la nostra salute devono essere attraenti, profumati e maturati al<br />

sole: agli antipodi di un orripilante, puzzolente e sanguinolento pezzo di carne.<br />

Nel seguire la dieta vegetariana non si tratta di sapere cosa mangiare ma cosa NON<br />

mangiare: basta escludere animali e derivati e mangiare tutto il resto compatibile con la nostra<br />

natura di animali frugivori-fruttariani.<br />

Il crudista, nel rispetto di ogni forma di vita, giustamente si astiene dal mangiare la pianta<br />

perché anche questa, quando recisa, in grado di accusare sofferenza. E' lecito mangiare il frutto<br />

della pianta non la pianta e per frutto si intende ogni prodotto della pianta, compresi i semi, i<br />

cereali, le leguminose, tutti i tipi di frutti e in più i peperoni, le melanzane, le zucchine, i pomodori,<br />

le noci, le mandorle ecc. ecc. Giustamente diceva Pitagora: "Scegli ciò che è migliore, l'abitudine te<br />

lo renderà gradevole".<br />

Dal momento che anche le piante soffrono, c'è chi dice che il vegetariano per nutrirsi uccide<br />

molte piante. Invece è proprio vero il contrario. E' stato calcolato che occorrono 1000 tonnellate di<br />

erba per nutrire 27 milioni di cavallette, che a loro volta servono a nutrire 90 mila rane e queste a<br />

nutrire 300 salmoni. E' chiaro che mangiare 300 salmoni equivale distruggere 90 mila rane, 27<br />

milioni di cavallette e mille tonnellate di erba, quindi un numero incalcolabile di piante.


IL MIELE, SCORTA DELLE API<br />

Il miele non è un prodotto adatto agli esseri umani più del latte vaccino e delle uova. Quante<br />

altre specie consumano cibo vomitato e predigerito, prodotto da e per i bisogni di altre specie? Tra<br />

l'altro non è mai stata dimostrata alcuna sua particolare proprietà medicinale. Inoltre c'è da dire che<br />

un ape per mettere insieme un chilogrammo di miele deve compiere circa centomila voli. Vi pare<br />

giusto rubare le scorte di un animale così minuscolo messe assieme con tanta fatica?


ALIMENTI INCOMPATIBILI<br />

Utile e quantomai necessario sarebbe, per una corretta alimentazione, non mischiare cibi tra<br />

loro incompatibili per tempo di digestione: questo causa fermentazione nell'intestino e quindi<br />

acidosi. E' opportuno mangiare tutti i cibi vegetariani necessari al nostro organismo, ma pochi alla<br />

volta, meglio ancora sarebbe uno alla volta.<br />

Sono i frutti freschi ed i vegetali quelli che potenziano le nostre difese immunitarie e ci<br />

proteggono dalla malattie. Gli alimenti notoriamente imputati come responsabili di favorire<br />

l'insorgere di tumori sono tutti gli alimenti a base di carne, specialmente gli insaccati; per contro gli<br />

alimenti notoriamente conosciuti che proteggono dal cancro sono tutti vegetali.


GENESI DELLA MALATTIA<br />

La malattia è lo stato di disordine di un organismo dovuto a tosssiemia. Qualunque<br />

organismo nel vivere produce scarti metabolici, cioè tossine. Quando a causa di un cattivo modo di<br />

vivere, dovuta sia alla cattiva alimentazione, che all'aria e all'acqua inquinata, oltre allo stress<br />

psicofisico e alla depressione, l'organismo non è più in grado di smaltire le tossine in eccesso<br />

attraverso le vie naturali e le concentra nell'organo più debole del corpo che si ammala.<br />

L'organismo attraverso la malattia cerca di riconquistare l'armonia perduta, cioè la salute che<br />

è sempre la simbiosi tra le forze della mente, del corpo e dello spirito.<br />

Bisognerebbe vivere in modo da non ammalarsi mai. Ma se dovesse succedere la cosa<br />

migliore è quella di curarsi con metodi naturali o meglio ancora attraverso il digiuno. Rispettando<br />

un periodo più o meno lungo di astinenza dal cibo, bevendo solo acqua pura, si riescono a debellare<br />

anche malattie considerate incurabili, per un meccanismo molto semplice. Quando l'organismo è<br />

sottoposto allo stress della mancanza di alimenti per sopravvivere assorbe ogni elemento estraneo e<br />

superfluo presente nel suo interno: grassi, pus, cellule morte, cisti, tumori ecc. attuando una vera e<br />

propria depurazione organica. La pelle liscia e gli occhi luminosi di chi digiuna indicano<br />

chiaramente i benefici di tale terapia che tra l'altro è tra le pratiche di guarigione più antiche messe<br />

in atto da ogni grande maestro spirituale di ogni tempo e paese.<br />

Ma oltre il digiuno terapeutico auspicabile sarebbe per tutti, come metodo preventivo,<br />

digiunare almeno un giorno al mese.<br />

Il diguno costringe l'organismo a nutrirsi dei propri scarti, ad espellere le scorie metaboliche<br />

ossidanti, a svuotare il canale intestinale liberandolo dalle tossine e dai batteri putrefatti, a<br />

ripristinare le funzioni degli organi, a favorire la disintegrazione e l'assorbimento dei grassi e delle<br />

proteine nocive, dei tessuti malati, degli ascessi e dei tumori; favorisce la rigenerazione cellulare, il<br />

ringiovanimento della pelle e dei tessuti, ristabilisce l'equilibrio della propria sfera emozionale,<br />

psicologica e spirituale, accentua gli aspetti positivi della coscienza, fortifica l'attenzione, la<br />

concentrazione, la memoria, la logica, l'intuito, la sensibilità, I'introspezione, sviluppa la tolleranza,<br />

la mitezza, la comprensione verso il prossimo. La messa a riposo dell'organismo consente la<br />

purificazione del fegato, dei reni, dello stomaco, dell'intestino, del pancreas. Praticamente la<br />

digiunoterapia non è solo una pratica per guarire anche da malattie considerate incurabili ma la<br />

rigenerazione di se stessi a livello integrale.


ESPERIMENTI VEGETARIANI DI MASSA<br />

Durante il 1° Conflitto Mondiale, poiché il blocco Alleato impediva alla Danimarca di<br />

approvigionarsi, la popolazione danese fu costretta a vivere un periodo di forzato regime<br />

vegetariano. Un anno dopo il tasso di mortalità era sceso a livelli mai raggiunti prima, del 34%.<br />

Nel 2° Conflitto Mondiale la stessa sorte toccò alla Norvegia occupata dalle truppe di Hitler.<br />

Il governo fu obbligato a ridurre fino ad eliminare le disponibilità di carne per i cittadini. La<br />

medesima esperienza toccò alla Gran Bretagna e alla Svizzera. Anche in questi paesi fu registrato<br />

un notevole aumento della saIute e della vita delle persone grazie all'esperimento vegetariano.<br />

Quindi chi nonostante tutto non volesse rinunciare al piacere della carne allora deve essere anche<br />

disposto a rinunciare ad almeno 15 anni della sua vita e a pagarne le conseguenze convivendo<br />

almeno per 20 anni con molte malattie. Il cervo che vive e si nutre secondo natura saltella fino<br />

all'ultimo giorno della sua vita. Quando sente l'apprestarsi della morte, senza l'agonia e senza il<br />

calvario che subiscono generalmente gli esseri umani, si apparta e, tranquillamente cessa di vivere.<br />

L'alimento carneo viene interpretato dal nostro organismo come un elemento estraneo,<br />

aggressore. Questo fa concentrare le nostre difese immunitarie nell'apparato digerente lasciando<br />

sguarnite le altre parti dell'organismo che divengono facile prede di ogni attacco virale o batterico.<br />

Nelle vecchie scritture Indù vi è un passo in cui è detto che in epoca lontana certe caste<br />

inferiori cominciarono a nutrirsi di carne. Prima di allora esistevano 2 malattie, dopo ne<br />

scoppiarono 78.<br />

I vegetali non solo contengono meno prodotti chimici della carne ma per il loro alto<br />

contenuto di fibra ed acqua qualunque sostanza chimica rimane poco tempo nel nostro organismo.<br />

Nelle carni invece i pesticidi vanno a concentrarsi in misura 10 volte superiore che non nei vegetali.<br />

Se le proteine vegetali mancano di alcuni amminoacidi cosìddetti essenziali basta<br />

semplicemente combinarle con le proteine dei legumi. Non è affatto un vantaggio mangiare un solo<br />

cibo già completo di tutti gli amminoacidi. E' più utile invece integrare con gli alimenti i diversi<br />

valori nutritivi. Può tornare utile rammentare che non vi sono amminoacidi essenziali che gli<br />

animali non ricavino dai vegetali.


L'UOMO NON E' UN ANIMALE ONNIVORO<br />

Se la carne fosse stata un alimento necessario alla sussistenza della specie umana questa si<br />

sarebbe estinta fin dai primordi, essendo l'essere umano sprovvisto di qualunque attributo naturale<br />

adatto ad inseguire, azzannare, e dilaniare una preda. Non è vero che l'uomo sia un animale<br />

onnivoro, lo confermano studi di anatomia comparata: si considera tale per abitudine acquisita.<br />

Quali sono gli animali ritenuti onnivori? le formiche, gli uccelli, gli orsi, i maiali? Ebbene, l'uomo è<br />

forse fatto come questi animali?<br />

L'85% delle terre coltivabili in Inghilterra vengono utilizzate per produrre cibo per gli<br />

animali d'allevamento. Negli ultimi 50 anni nel mondo si sono verificate circa 40 carestie. In 35 di<br />

queste il cibo è stato sottratto a chi moriva di fame per essere dato agli animali d'allevamento dei<br />

paesi occidentali. I cereali necessari a produrre un hamburgher sarebbero sufficienti a nutrire 40<br />

bambini per un giorno -se ne deduce che ogni persona che mangia la carne costringe altre nove, in<br />

qualche parte del mondo, a digiunare -.<br />

lo non credo che Cristo abbia mangiato il pesce, ne tantomeno la carne, ma se lo avesse fatto<br />

sarei giustificato a dubitare che fosse il figlio di Dio. Credo che Dio sia venuto a salvare, a dare la<br />

vita, non a uccidere. Due sono quindi le ipotesi: o Cristo era vegetariano e quindi i Testi sacri sono<br />

stati manomessi, oppure ha ritenuto di non chiedere ciò che ancora oggi la maggioranza della gente<br />

non è disposta ad accettare.<br />

Il nostro apparato dentale è tipico degli animali fruttariani: adatto a mordere e triturare la<br />

frutta. I nostri denti canini sono della stessa lunghezza e conformazione di quelli incisivi con i quali<br />

è impossibile per l'uomo azzannare e strappare brandelli di carne cruda. La presenza e lo sviluppo<br />

dei denti canini non dimostra la natura carnivora di un animale. L'ippopotamo, il cavallo, le<br />

scimmie ecc. hanno denti canini ben sviluppati, ma non sono affatto animali carnivori.


PERCHE' ESISTONO GLI ANIMALI CARNIVORI?<br />

Non vi è nulla di più crudele e di più terribile che assistere allo spettacolo di un animale che<br />

uccide e divora un'altro animale. Se questo fosse stato voluto da dio non sarebbe certo il Dio della<br />

Vita e della misericordia ma un mostro sanguinario.<br />

Ma perché esistono gli animali carnivori? Per rispondere a questa domanda parto dal<br />

presupposto che Dio sia un padre giusto ed equanime, che non impone neppure l'esistenza alle sue<br />

creature, ne il loro appartenere a questa o quella specie, altrimenti la vita non sarebbe un dono ma<br />

una condanna, una imposizione e Dio non sarebbe buono ma ingiusto.<br />

Credo che la vita sia un mezzo, il solo, attraverso cui la creatura ha la possibilità di attuare la<br />

sua evoluzione integrale e raggiungere i più alti livelli di autoconsapevolezza e spiritualità. Non è<br />

Dio ad imporre la legge del più forte in natura ne la stessa conformazione fisica agli animali: il<br />

coccodrillo obiettando la sua poca bellezza dimostrerebbe l'ingiustizia di Dio nei suoi riguardi. Il<br />

corpo fisico non è che l'espressione tangibile del contenuto essenziale che anima ogni creatura e<br />

questo dipende esclusivamente dalla dimensione spirituale del soggetto il quale può esprimersi<br />

soltanto attraverso quella particolare entità fisica.<br />

Non è la forma fisica a dare alle creature il loro carattere naturale, al contrario è il loro<br />

contenuto energetico che si concretizza in quella particolare forma fisica, la più conforme ad attuare<br />

il suo piano evolutivo. Ciò che anima una tigre non potrebbe esprimersi attraverso il corpo di un<br />

vitello. Quindi non è Dio ad aver creato gli animali carnivori. La forma fisica di ogni entità<br />

materiale come di ogni essere vivente riflette perfettamente il suo contenuto spirituale il quale esiste<br />

da sempre ed ora, nel contesto naturale, cerca di riconquistare, attraverso l'evoluzione, la sua<br />

primigenia dimensione spirituale.<br />

Ma perché gli esseri devono necessariamente alimentarsi per esistere? Non poteva Dio<br />

creare una dimensione naturale in cui le creature potessero vivere senza il dramma di doversi<br />

procacciare il cibo e quindi dover uccidere o essere uccisi? Nella mia logica vi sono due possibili<br />

ipotesi: attraverso la necessità di doversi alimentare, per non soffrire la fame, per sfuggire alla<br />

morte e per non rendere vana la stessa creazione, la creatura affina sempre di più le sue facoltà<br />

intuitive, la sua astuzia, la sua autodeterminazione. La preda cercando di salvarsi dal suo predatore<br />

acquisisce esperienza e intelligenza: questo è il vero scopo della sua esistenza, ciò che gli consente<br />

di evolversi.<br />

Il processo evolutivo di ogni essere vivente si attua nel passaggio a successivi stadi<br />

evolutivi, da re incarnazione in reincarnazione. Ogni essere vivente nutrendosi con una qualunque<br />

sostanza entra in simbiosi con questa: assorbe il suo livello evolutivo e consente alla creatura<br />

ingerita di entrare a far parte della sua dimensione. Questa infatti, in una prossima vita avrà la<br />

possibilità di reincarnarsi in uno stadio più evoluto. Il "meccanismo" che consente alle creature di<br />

elevarsi non può che essere Dio stesso. Ma la vita di un qualunque animale, diciamo di una gallina,<br />

ha, per i biocentristi lo stesso valore della vita di un uomo? Credo che il valore intrinseco di ogni<br />

vita vada considerato in relazione al grado di percezione della sofferenza da parte di una creatura ed<br />

in base al dolore ed allo squilibrio che quella morte può generare nel suo gruppo familiare e nel suo<br />

contesto sociale.


FOLLIE INVOLUTIVE<br />

E' bastato chiamarli negri, ebrei, infedeli, eretici, animali, per poterli sterminare senza colpe<br />

con tutti i crismi e la benedizione della Chiesa. Giustamente diceva Rousseau: "Quando si vuole<br />

negare i diritti a qualcuno basta ignorare quei bisogni".<br />

L'espressione usata per indicare la condizione degli schiavi nel linguaggio giuridico greco<br />

era andropodòn, che vuoI dire "animale umano", strumento parlante.<br />

Quando nel 1832 fu oganizzata a Boston la prima società antischiavista gli organizzatori<br />

furono accusati di pensare ai negri mentre i bianchi pativano la fame. Lo schiavismo non doveva<br />

essere abolito perché dava lavoro ai bianchi con le navi negriere, le catene, le fruste.<br />

Alla metà del secolo scorso la Corte Suprema Statunitense rifiutò di concedere lo status di<br />

persona agli schiavi negri.<br />

Durante la notte di S. Bartolomeo, per ordine del papa Gregorio XIII furono assassinati<br />

60.000 eretici (donne, vecchi e bambini). Il pontefice fece suonare a festa le campane in piena notte<br />

e coniare una medaglia per ricordare il fausto evento.<br />

Il papa Niccolò V nella sua bolla "Divino amore communiti" del 1452 legittimava la<br />

schiavitù autorizzando il re portoghese a conquistare i paesi infedeli, a cacciare i loro abitanti, a<br />

sottometterli, a soggiogarli ad una schiavitù eterna.<br />

"Quando un ideale umano diviene superiore all'ideale religioso quella religione è<br />

perduta". (Pierre De Chardin)<br />

"Ritengo che una morale religiosa debba essere più esigente di una morale civile. Quando<br />

si verifica il contrario c'è qualcosa che non và". (V. Hugò)


IL PENSIERO DEI GRANDI VEGETARIANI<br />

"Verrà il tempo in cui l'uccisione di un animale sarà considerata alla stessa stregua<br />

dell'uccisione di un uomo". (Leonardo da Vinci)<br />

"Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche, Credo che il<br />

vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell'umanità". (Einstein)<br />

"Finché gli uomini continueranno ad uccidere gli animali essi non cesseranno nemmeno di<br />

uccidersi tra loro. Il mondo animale si vendica dell'umanità forzandola nelle guerre a divenire<br />

carnefice di se stessa". (Max De Saxe)<br />

"II vegetarismo non è soltanto una lotta contro la barbarie ma il primo gradino di un<br />

progresso spirituale". (L. Tolstoi)<br />

"In nome di tutto ciò che è sacro nelle vostre speranze per il genere umano, esorto quelli<br />

che amano la felicità e la verità a fare ragionevole esperimento del sistema vegetariano". (Shelley)<br />

"Finché gli uomini si ciberanno come le tigri essi manterranno la natura della tigre". (A.<br />

Kingsford)<br />

"Vuoi essere simile alla natura degli dei? sii misericordioso con gli animali: la dolce<br />

misericordia è il vero segno della nobiltà". (W. Shakespeare)<br />

"La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento<br />

dell'uomo". (Shophenauer)<br />

"La vita di ogni essere vivente è sacra e bisogna avere il massimo rispetto". (Shweitzer)<br />

"Possa venire il tempo in cui agli animali saranno restituiti quei diritti che non avrebbero<br />

potuto essere strappati loro se non dai tiranni". (O. Bentham)<br />

"Ogni animale sgozzato irradia sentimenti di orrore e di odio saturando la nostra<br />

atmosfera: dannose vibrazioni si ripercuotono specialmente sui bambini. Sensazioni di terrore<br />

fluttuano nell'aria e moltissimi bambini ne sono presi dalla paura senza causa apparente. Non<br />

comprendono che l'agitazione proviene dall'atmosfera in cui vivono satura di sentimenti ostili<br />

provenienti dalle creature immolate". (C. W. Leadbeater)<br />

"Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati; meno vagoni<br />

blindati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto<br />

l'abitudine ai furgoni dove gli animali agonizzano senza cibo e senza acqua diretti al macello". (M.<br />

Yourcenar)<br />

"Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno<br />

fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se astenuati dalle fatiche, questa è la più bella<br />

virtù del forte verso il debole". (Garibaldi)<br />

"Fintantoche l'uomo continuerà a distruggere senza sosta tutte le forme di vita, che egli<br />

considera inferiori, non saprà mai cos'è la salute e non troverà mai la vera pace". (Pitagora)


"Uccidere gli animali per nutrirsi del loro sangue e delle loro carni è una delle più<br />

deplorevoli e vergognose infermità della condizione umana. Questo nutrimento contiene in sé i<br />

princìpi irritanti e putridi che agitano il sangue e abbreviano la vita dell'uomo". (Lamartine)<br />

"La carne non è un alimento adatto all'essere umano. Il nostro errore è di comportarci<br />

come gli animali inferiori, pensando di essere superiori". (Gandhi)<br />

"L'uomo mangia a sazietà cibi macchiati dalle stragi di animali rendendosi molto più feroce<br />

delle fiere selvagge. Il sangue e le carni sono cibi per il lupo ed il serpente, non per gli esseri<br />

umani". (Plutarco)<br />

"Chi si astiene dal mangiare la carne martoriata degli animali uccisi avrà lo spirito santo e<br />

la verità". (Zoroastro)<br />

"Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare carni". (S. Girolamo)<br />

"Gesù ci ha portato il cibo divino. Il cibo carneo è nutrimento per demoni". (Porfirio )<br />

"Quando un ideale umano diviene superiore all'ideale religioso, quella religione è perduta".<br />

(Pierre De Chardin)<br />

"Verrà il tempo in cui gli uomini aborriranno il consumo di carne come noi ora aborriamo i<br />

cannibali". (Lamartine)<br />

"Quando I'uomo si interessa del tutto è più attento ai problemi di una parte di esso",<br />

(Porfirio)<br />

* * *<br />

Finché vi saranno i mattatoi e gli stabulari vi saranno i crimini e le malattie umane.<br />

Finché non cambierà il cuore dell'uomo non verrà il regno di Dio.<br />

Nessun progetto di Pace, nessuna speranza di giustizia, nessun vero progresso civile e<br />

morale è possibile se prima non cambia il cuore della gente.<br />

Finché ogni Stato non s'impegnerà a curare la formazione della coscienza morale dei<br />

cittadini non vi potrà essere un mondo migliore.<br />

La vera religione è solo quella che professa un Dio padre equanime di tutte le creature, che<br />

custodisce la creazione e mira a rendere compassionevole la coscienza degli uomini.<br />

Se il padre di una moltitudine di figli ama e predilige solo il primogenito al punto da<br />

autorizzare questo a sottomettere, sfruttare, violentare, massacrare e divorare i suoi fratelli più<br />

piccoli, sperare poi che questo abbia una coscienza umana giusta e sensibile, in grado di<br />

esprimersi nel rispetto del prossimo di cercare, la solidarietà e la pace è pura illusione.


IL PRETESTO DEL RISPETTO DELLE OPINIONI ALTRUI<br />

Quando le argomentazioni dei vegetariani mettono in difficoltà dialettica le persone che non<br />

vogliono in alcun modo rinunciare al piacere della carne, alcuni usano incolpare i vegetariani di non<br />

rispettare le scelte altrui. A mio avviso meritano rispetto solo le opinioni che non si esprimono in<br />

modo lesivo nei confronti di qualunque creatura in grado di soffrire. Altrimenti sarebbe giusto<br />

rispettare l'idea di chi legittimizza la schiavità, il razzismo ecc. oppure le opinioni del criminale che<br />

vede nel prossimo un mezzo da sfruttare ad ogni costo.<br />

Cristo non ha mai giustificato le idee e le posizioni di chi si approfittava dei deboli, ne ha<br />

mai invitato alcuno a rispettare le idee altrui, anzi ha spesso rimproverato e minacciato di castigo<br />

divino coloro che perseveravano nel male. Quindi certe scelte dell'uomo, nella sua dimensione di<br />

imperfezione, non sono affatto né giustificabili né rispettabili quando non coincidono con il<br />

comando: "Non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto".<br />

Rispettare le idee di coloro che ritengono giusto mangiare la carne significa giustificare un<br />

falso diritto, distorto dalla mentalità antropocentrica.<br />

Infatti se in gioco fosse invece la vita di una persona a noi cara per essere data in pasto ai<br />

leoni, sicuramente non saremmo così concilianti nel sostenere il diritto e il valore delle altrui<br />

opinioni.<br />

Noi non possiamo impedire alla gente di uccidere gli animali e mangiare le loro carni, di<br />

sperimentare su di essi, di andare a caccia, a pesca, o di sfruttare gli animali in ogni modo (perché lo<br />

Stato lo consente) ma non possiamo esimerci dal condannare ciò che è ingiusto e crudele, ciò che<br />

causa sofferenza e morte e che si oppone alla vita.<br />

Se dal dibattito ne esce vincitore il mangiatore di carne un animale sarà ucciso e dilaniato,<br />

ma se è il vegetariano ad uscire vincitore quell'animale continuerà a vivere in pace, in libertà<br />

secondo la sua natura. La differenza fondamentale sta dunque in una battaglia antitetica tra la<br />

sofferenza e la morte rivendicata dai carnivori e la gioia e la vita perorata dai biocentristi.


GLI ESTREMISMI DEGLI ANIMALISTI<br />

E' facile condannare gli estremismi degli animalisti quando le vittime sono gli altri; è come<br />

lamentarsi di essere infastiditi dalle urla di dolore di chi stiamo torturando. William Garrison,<br />

portavoce del movimento di liberazione della schiavitù in America intorno al 1830, a proposito di<br />

critiche mosse al suo rigore così disse: "Sarò duro come la verità e incorruttibile come la giustizia.<br />

A questo riguardo non desidero pensare, parlare o scrivere con moderazione. Non dite ad un uomo<br />

la cui casa è in fiamme di dare l'allarme con moderazione o di essere moderato nel salvare la<br />

moglie dalle mani del suo stupratore o alla madre di liberare con calma il suo bambino dal fuoco<br />

in cui è caduto. Io non sarò moderato in alcun modo in questa causa. Sono nel giusto. Non sarò<br />

evasivo, non scuserò, non ritratterò di un millimetro. E sarò ascoltato".


SENTENZA FINALE<br />

A conclusione dei fatti e delle denunce riportate in questo mio libro, in cui viene messa sotto<br />

accusa la coscienza umana ed i centri di potere che per mezzo della cultura antropocentrica<br />

gestiscono, a loro vantaggio, la malattia fisica, mentale e spirituale della gente, io, in nome della<br />

Vita, della Civiltà e dell'Evoluzione dello spirito umano, emetto la mia sentenza e la mia condanna:<br />

-a ccuso di genocidio tutti coloro che hanno causato sofferenze e morte agli animali, per loro<br />

vantaggio, per loro piacere o per mero sadismo e li condanno a compensare le vittime dei loro<br />

crimini attraverso una vita dedita alle opere di bene verso ogni creatura;<br />

-accuso tutti coloro che, propagandato l'alimentazione carnea hanno ammalato ed ucciso il<br />

genere umano, li condanno ad accudire ogni ammalato, a divulgare la compassione universale ed a<br />

cibarsi di carne cruda come i felini;<br />

-condanno tutti coloro che hanno devastato l'ambiente naturale, che hanno inquinato l'aria, la<br />

terra a vivere nella desolazione del deserto per mille anni o fino a quando non avranno ricostruito<br />

l'ambiente e disinquinata ogni parte del globo;<br />

-accuso i fautori dell'antropocentrismo di perpetrata involuzione e di opera di preclusione<br />

alla civiltà dell'amore e della condivisione; di essere responsabili della disumanizzazione della<br />

coscienza umana e quindi della maggioranza dei delitti commessi dall'uomo e per questo li<br />

condanno alla proscrizione eterna dal consorsio degli uomini;<br />

-accuso altresì la Chiesa Cattolica di specismo e la condanno a proclamare l'universale<br />

fratellanza biologica e l'identità dell'anima tra l'uomo e gli animali; la condanno altresì a considerare<br />

come "prossimo" anche gli animali e ad estendere il comando "non ammazzare" dall'uomo ad ogni<br />

essere senziente;<br />

-in particolare, condanno i preti, per aver disprezzato tutto ciò che è diverso dall'uomo a<br />

vivere in un mondo fatto solo di essen umani;<br />

-per non aver educato la gente all'onestà, alla giustizia e alla pace; condanno i politici, i<br />

ricchi ed i potenti, alla povertà, al l'umiltà e all'anonimato;<br />

-per aver tradito il giuramento di Ippocrate, condanno i medici a vivere in una popolazione<br />

senza malati da curare;<br />

-condanno i vivisettori, se non pentiti dei loro crimini, agli stessi esperimenti praticati sugli<br />

esseri umani o sugli animali;<br />

-condanno i macellai alla perenne lordura del sangue ed i pescatori al fetore del pesce morto;<br />

-condanno i cacciatori e gli armaioli a vivere nel terrore di essere a loro volta cacciati;<br />

-condanno i pellicciai e coloro che hanno indossato pelli di animali ad un corpo<br />

perennemente coperto da una lunga peluria;<br />

-condanno i mangiatori di carne e tutti coloro che hanno sfruttato, imprigionato o seviziato<br />

gli animali ad essere giudicati, nel giorno del Giudizio, dalle stesse creature alle quali hanno causato<br />

sofferenza e morte;


-ed infine, dal momento che anche la persona più "santa" se mangiatrice di carne ha le mani<br />

sporche di sangue, ASSOLVO solo le persone giuste e compassionevoli, purché vegetariane per<br />

amore.<br />

DOPODICHE'. I campi d'allevamento, le arene per le corride, le piste dei palii, le aree degli<br />

zoo, siano divelti; i mattatoi, gli stabulari, le concerie, le armerie siano rase al suolo dalla nuova<br />

civiltà e su questi luoghi sia cosparso sale e perenne ricordo dell'infamia umana nella sua lunga<br />

notte di follia.


Cerco un Dio migliore di quello<br />

che mi hanno fatto conoscere i preti<br />

un Dio più buono, più giusto e più paterno<br />

di tutti gli Dei conosciuti.<br />

Cerco un Dio capace di immolarsi<br />

non solo per l'uomo (vittima del suo stesso male)<br />

ma per gli animali<br />

perenne olocausto dell'egoismo umano.<br />

Cerco un Dio che sia il Dio di tutti i viventi<br />

non solo della privilegiata minoranza umana<br />

POESIE<br />

ALLA RICERCA DI UN DIO MIGLIORE<br />

un Dio che sancisce l'obbligo imperituro per l'uomo<br />

di essere protettore e guidà'delle creature più deboli.<br />

Cerco un Dio che consideri grave l'offesa ad un re<br />

quanto quella commessa alla più piccola<br />

delle sue creature<br />

un Dio capace di soffrire per la mutilazione di una pianta<br />

e addolorarsi per la recisione di un fiore.<br />

Cerco un Dio che ascolta<br />

più la muta imprecazione di un animale braccato<br />

che le lodi di un uomo satollo


un Dio in grado di dare un Paradiso<br />

agli scorpioni, alle meduse, ai pipistrelli<br />

e ad ogni creatura che ha sofferto<br />

una sola volta nella vita.<br />

Cerco un Dio che sia disposto ad amarmi<br />

con la stessa intensità con cui ama una formica<br />

perché solo il Dio che ama d'identico amore<br />

tutte le cose da Lui create<br />

è il Dio della vita<br />

e merita di essere amato come l'Unico Dio.<br />

Uomo, tu che con orgoglio vanti il privilegio<br />

di essere la creatura prediletta del Creatore,<br />

tu che hai terrore della sofferenza<br />

e che ricorri al medico<br />

per ogni piccola ferita<br />

ma autorizzi la tortura di tanti animali<br />

con la vivisezione.<br />

Tu che daresti tutte le tue ricchezze<br />

pur di allungare di un solo giorno la tua vita<br />

ma deleghi il massacro giornaliero<br />

di tanti animali innocenti<br />

per mangiare le loro carni martoriate.<br />

Tu che hai tanta premura per l'integrità<br />

dei tuoi bambini<br />

INCOERENZA ABISSALE


e lasci che decine di cuccioli di foca<br />

siano spellati ancora vivi<br />

per fartene un drappo ornamentale.<br />

Tu cheti ribelli alla più piccola ingiustizia<br />

ma permetti I'igiustizia più grande<br />

su gli animali marini<br />

giustificando la pesca e le tonnare.<br />

Tu che parli d'amore<br />

e t'impietosisci alla vista di un coniglietto<br />

ma legittimi la caccia che lascia i piccoli<br />

a morire nei nidi e nelle tane.<br />

Tu che parli di altruismo e di rispetto<br />

che combatti per la tua indipendenza<br />

ma consenti che tante creature<br />

siano private per sempre della loro libertà<br />

per la tua curiosità e il tuo egoismo.<br />

Tu che dici di avere orrore della violenza<br />

ma consenti o paghi per assistere<br />

alle orge di sangue nelle arene.<br />

Tu che dici di amare la verità e la franchezza<br />

abbi il coraggio di guardare gli effetti<br />

della tua devastante incoerenza<br />

i fiumi di sangue ed il terrore<br />

cui hai condannato i tuoi fratelli animali,<br />

abbi la dignità di riconoscerti<br />

peggiore delle altre creature


senza più nasconderti ipocritamente<br />

dietro le tue false abitudini.<br />

Guarda in faccia la tua coscienza e chiediti;<br />

"Sono veramente fatto ad immagine di Dio?".<br />

Signore, se Tu senti la sofferenza<br />

di un agnello, un vitello o un cavallo<br />

quando viene sgozzato e ridotto in brandelli<br />

per essere divorato dagli umani;<br />

se Tu senti la sofferenza<br />

di una scimmia, di un cane o di un gatto<br />

quando viene torturato e ucciso<br />

sui banchi dei vivisettori<br />

per egoistici e lucrosi interessi;<br />

se Tu senti la sofferenza<br />

di un fagiano, di un passero o di uno storno<br />

quando viene abbattuto o mutilato a fucilate<br />

per il sollazzo di gente crudele;<br />

se Tu senti la sofferenza<br />

dei cuccioli di foca<br />

quando vengono massacrati a bastonate<br />

sotto gli occhi terrorizzati delle madri<br />

e spellati ancora vivi<br />

per la vanità di gente impietosa;<br />

se Tu senti la sofferenza<br />

PREGHIERA DELL 'ECOLOGISTA


di tutti gli animali che per gioco<br />

vengono dall'uomo seviziati<br />

privati della loro libertà<br />

o costretti ad innaturali esercizi<br />

per divertire un pubblico<br />

assetato di sangue e di violenza;<br />

se Tu senti la sofferenza<br />

della natura devastata dall'uomo<br />

a causa della durezza del suo cuore<br />

allora Tu sei un Padre giusto e pietoso<br />

e certo condanni quest'infamia<br />

della quale un giorno ad ognuno chiederai conto;<br />

ma se Tu non senti il dolore delle tue creature<br />

se giustifichi la violenza dell'uomo verso il creato<br />

se ti è cara solo la vita e la gioia degli esseri umani<br />

allora Tu non si il Dio dell'Amore e della Giustizia<br />

ma il Dio della sofferenza e della morte<br />

e tutte le cose sono abbandonate a se stesse<br />

e la Creazione è ormai senza speranza.<br />

Tutte le cose sono un essere solo<br />

e nulla può essere violentato o ucciso<br />

senza alterare l'armonia dell'insieme.<br />

Ogni violenza coinvolge e modifica l'universo.<br />

Finché non sarà condivisa la sofferenza<br />

FINCHE'...


ognuno porterà da solo la sua croce.<br />

Finché un animale sarà abbandonato<br />

nessuno sfuggirà alla solitudine.<br />

Finché un animale sarà recluso<br />

nessun uomo sarà libero.<br />

Finché si indosseranno le pellicce<br />

l'uomo sarà inerme di fronte al male.<br />

Finché vi sarà la vivisezione<br />

esisterà l'inferno.<br />

Finché vi saranno i mattatoi<br />

vi saranno le guerre.<br />

Finché si mangerà la carne<br />

nessuno sarà innocente davanti alla vita.<br />

Finché gli animali non saranno considerati<br />

nostri fratelli non si potrà realizzare il regno di Dio.<br />

lo parlerò d'amore alle pietre rupestri,<br />

alla terra tumefatta dei campi<br />

alle acque che sciabordano i lidi.<br />

Parlerò d'amore<br />

al fuoco crepitante delle stelle,<br />

alle minute gocce di rugiada;<br />

alla notte che sprofonda<br />

negli abissi del nulla<br />

e al giorno che sboccia<br />

IO PARLERO' D'AMORE


dal palpito solare.<br />

lo parlerò d'amore all'uomo,<br />

agli animali selvatici,<br />

agli alberi dei viali,<br />

all'erba multiforme dei sentieri.<br />

Parlerò d'amore alle tempeste, alle eclissi lunari,<br />

all'ebbrezza del vento a primavera.<br />

lo griderò ad ogni cosa<br />

il mio sogno d'amore<br />

finché ci sarà un luogo sconosciuto<br />

e se nessuno vorrà ascoltarmi canterò da solo a Dio<br />

il mio poema alla Vita.<br />

Non è remoto il tempo degli olocausti<br />

quando in ogni egoismo<br />

dorme una nuova Mathausen.<br />

Mi sono madri, sorelle e figli<br />

quelli che piangono senza colpa<br />

tra le bombe irlandesi o tra le Tundre,<br />

tra le favelas del Brasile o in Palestina.<br />

LA NOTTE DELLA FOLLIA<br />

Assisto impotente e attonito all'oltraggio perpetrato<br />

ogni giorno contro la Vita<br />

ed un brivido agghiacciante mi pervade.<br />

Che cos'è questa lunga notte<br />

che ci ottune?


che plana funesta e minacciosa<br />

in attesa dell'esito finale?<br />

Più di ogni cosa sogno la sua distanza<br />

creare tra noi baratri abissali.<br />

Contro le ombre accenderò mille lanterne<br />

e scaglierò il mio stormo di meteore.<br />

L'atroce sorriso dei fantasmi<br />

apre ferite nella carne<br />

profonde come crepe telluriche<br />

e ciò che era informe, sopito,<br />

ora riaffiora<br />

alla conquista di terre desolate di metallo<br />

dove confluiscono integralismi<br />

in vorticosaagonia<br />

tra sciami di coltelli fiammeggianti.<br />

Sospiri, imprecazioni o gemiti<br />

salgono dagli orogenetici Balcani?<br />

e la battaglia più dura<br />

è sempre quella ancora da combattere.<br />

Per anni ho vagato senza sosta<br />

cercando l'antidoto alla follia umana.<br />

Ho sentito il lezzo ed il fragore<br />

di ogni inferno delirante del potere.<br />

Ho dormito tra il muschio ed i cartoni<br />

dei clandestini venuti d'oltremare.<br />

Ho navigato tra le dune


tra i ruderi sommersi e i telescopi<br />

e ho visto mari senza sponde<br />

e ho conosciuto terre senza cieli.<br />

Ho visto turbini di fuoco furibondo<br />

e tempeste siderali piegare come canne<br />

le superbe vette del Tibet.<br />

Ho visto campi sterminati di membra informi<br />

al tuono crepitante dei vulcani nucleari.<br />

Ho sentito l'esile pianto delle vergini<br />

sacrificate all'alba della vita al dio straniero.<br />

Ho conosciuto i fiori aduno ad uno<br />

ed ho atteso il sole<br />

nel petto delle scolopendre rupestri.<br />

Ho visto le foreste arse, spettrali<br />

dove bruciano coi nidi dei fringuelli<br />

i canti mai vissuti dei pulcini<br />

ed i voli ancora da spiccare.<br />

Ho visto morire l'altezzosa giraffa,<br />

l'agile mangusta, la granitica conchiglia<br />

e infrangersi, matidi di sangue<br />

gli ampi drappeggi dei falchi dell'Antartide.<br />

Lo spavaldo galoppo dei puledri e delle zebre<br />

si è infranto come cristallo<br />

colpito da una fionda<br />

e i possenti giganti degli oceani ridotti<br />

a minuscole efflorescenze puntiformi.


Ma ho anche visto,<br />

nel vuoto incontenibile dell'anima<br />

spiragli di più nuovi universi palpitanti.<br />

Ho visto l'alba stemperarsi<br />

a passi lenti<br />

come cerbiatta sfiancata da una corsa<br />

davanti al predatore<br />

e l'impeto vendicativo della natura vilipesa<br />

placarsi esausto in un lieve silenzio<br />

avvolto d'autunno.<br />

Ed ora, nel dubbio fluttuante<br />

della sua anima assopita<br />

dorme indifferente e crudele<br />

il mondo sul mio cuore.<br />

Mentre dormivi il tuo sonno tranquillo<br />

nelle notti immense dell'esilio invernale<br />

ho sentito il tuo pianto inabissarsi<br />

sotto i colpi impietosi dei bastoni.<br />

Ho visto le distese di sangue<br />

sulle nevi abbaglianti in Groenlandia<br />

e la morte gridare il suo trionfo sulla vita.<br />

o notte, nella notte in cui l'anima<br />

sprofonda nell'oblìo<br />

concedimi il potere<br />

PARLAMI D'AMORE O NOTTE


che placa le tempeste della follia<br />

che strappa l'orgoglio<br />

della fratellanza negata.<br />

Dimmi che la vita non è solo dolore.<br />

Dimmi che l'amore avrà il sopravvento<br />

sugli uragani del disprezzo<br />

e per te innalzerò un tempio nel mio cuore.<br />

Stanotte, solo per stanotte<br />

dammi l'illusione dell'egoismo disperso<br />

dal lavacro di un'onda redentrice.<br />

Non parlarmi delle fosse comuni nel Kosovo<br />

o dei corpi mutilati dalla lebbra.<br />

Parlami di te o notte<br />

della tua volta silente di cristallo<br />

dei tuoi occhi incandescenti<br />

che cercano invano di celarti.<br />

Parlami dei cuccioli che giocano a rincorrersi<br />

sotto lo sguardo attento delle madri.<br />

Parlami della terra<br />

mentre sposa il seme della vita<br />

e della luna incastonata contro il cielo<br />

nelle notti sfavillanti dell'estate.<br />

Parlami degli oceani, vasti, profondi<br />

e delle sue onde striate da candidi ricami.<br />

Parlami della memoria dell'acqua<br />

mentre finemente si adagia


su sterminati campi di ginepri.<br />

Raccontami dell'alba<br />

mentre l'ombra notturna si addolcisce<br />

alle prime carezze del mattino<br />

e del sole che indugia al tramonto<br />

nei suoi vortici ardenti prima di eclissarsi.<br />

Parlami delle folle di farfalle<br />

che danzano sui fiori rutilanti<br />

e dei colori dei prati che sfumano<br />

nella dolce penombra della sera.<br />

Dimmi del volo radente e rapido dei passeri<br />

sull'erba che s'agita tranquilla<br />

in larghe onde sinuose.<br />

Parlami di questo o notte<br />

del sogno più antico della vita.<br />

Stanotte, solo per stanotte, o notte<br />

menti a te stessa e parlami d'amore.<br />

A quanta parte della mia vita ho rinunciato<br />

pensando ad un passato che non torna<br />

e nell'attesa di un futuro che non arriva.<br />

Ho tradito il presente nell'attesa del domani.<br />

Ho dilapidato l'oggi nella nostalgia di ieri.<br />

Ho peccato mille volte contro la vita<br />

dissipando la ricchezza del presente.<br />

IL TEMPO TRADITO


Non ho vissuto nel momento in cui vivevo.<br />

Non ho percepito interamente l'attimo<br />

il suono, l'intimo vibrare delle cose.<br />

Percepivo la grandezza dell'oceano<br />

non il valore delle sue singole gocce.<br />

Ammiravo la bellezza del prato<br />

non il singolo filo d'erba che lo compone.<br />

Stordito dal desiderio<br />

di fare cento cose in una sola<br />

non capivo che più sublime dell'opera finale<br />

è lo sforzo per la sua realizzazione<br />

ch'è più bella della meta<br />

è il percorso che si compie per raggiungerla.<br />

Che la potenza della grande montagna<br />

sta nel minuscolo frammento della roccia.<br />

Poi un giorno all'improvviso<br />

l'ansia martellante delle cose<br />

lasciò un varco nella mia più intima natura.<br />

II tempo tornò a scorrere più nuovo<br />

più dolce, più pacato<br />

e vidi per la prima volta<br />

nel valore di ogni singolo istante<br />

la sola cosa che veramente mi appartiene.<br />

Quando il mio cuore arso dai grandi ideali<br />

ALLA CONQUISTA DEI GRANDI IDEALI


dall'alto del suo piedistallo<br />

lanciò al dubbio la sua ultima sfida<br />

come meteora partì alla conquista del vero<br />

annunciando a tutti la sua vittoria finale.<br />

Ma nel viaggio incontrò<br />

ostacoli oscuri ed imprevisti<br />

ed a lungo vagò seguendo più sentieri<br />

finché esausto si fermò<br />

sul ciglio di una valle<br />

immersa in una nebbia sottile.<br />

Vide nuvole gravide di pioggia<br />

sferzate da venti vorti6osi<br />

e la luce tagliente del sole<br />

che a tratti danzava<br />

sul respiro minaccioso delle onde.<br />

Vide il corvo planare avido<br />

sulla radura accigliata<br />

e le stelle più grandi cadere dal cielo<br />

come lacrime roventi.<br />

Uddi la risata del fulmine<br />

il grido della tempesta<br />

e poi in fondo<br />

una voce più lieve gli disse:<br />

se tu cerchi l'essenza delle cose<br />

per superare l'angoscia esistenziale r<br />

icordati che ogni costruzione


implica una distruzione:<br />

demolisci dunque l'antico castello<br />

se vuoi percorrere il sentiero della Luce.<br />

Se mai tu fossi illuso<br />

di possedere verità universali<br />

allora ti dico che è tempo di naufragi.<br />

La vera conoscenza viene<br />

dalle lotte di ogni istante<br />

e dalla volontà di essere<br />

ogni giorno migliori.<br />

Ciò che occorre<br />

è guardare al cuore delle cose.<br />

E quando avrai superato i limiti<br />

della tua antica natura<br />

in cima al monte scoprirai<br />

la vera solitudine.<br />

Ma allora chi altri potrebbe contenere<br />

se non il cielo<br />

la grandezza della tua anima?<br />

Non vi è nulla di identico nell'universo.<br />

Nessun palpito, nessun respiro<br />

è uguàle al precedente<br />

ne a quello che verrà dopo.<br />

Ogni foglia come ogni Arcangelo<br />

ETERNO PRESENTE


è unica nella,. sua intima bellezza.<br />

Ogni uomo è un re<br />

ogni donna una regina.<br />

Tra il sogno, la gioia e la speranza<br />

ogni essere vive il suo eterno presente<br />

a volte sovrano incontrastato del suo cuore<br />

spesso arteficie del suo stesso cammino.<br />

Ogni atto nel bene<br />

effonde d'intorno i suoi effetti fecondi<br />

e completa l'opera di Dio-Creatore.<br />

Se il mondo ti chiama<br />

sii generoso, dona te stesso.<br />

Se l'anima ha sete d'amore<br />

sorridi e vai incontro alla vita.<br />

La morte non esiste<br />

perché la vita è un sogno<br />

e il risveglio è dolce<br />

nella casa del Padre.<br />

Ora io vivo la vera vita<br />

nella gioia della Luce<br />

libera dalla prigionia del corpo<br />

e da ogni ansia legata alla materia.<br />

Il distacco è doloroso per chi resta<br />

ma sapere che chi amiamo è felice<br />

MESSAGGIO PER TE


ende meno doloroso il silenzio.<br />

E anche se non puoi vedermi o sentirmi<br />

perché i sensi umani non possono percepire<br />

il mondo dello spirito<br />

io ti sono vicina come non mai.<br />

e gioisco di ogni cosa che ti rende felice.<br />

Solo il tuo dolore può offuscare<br />

la mia gioia.<br />

Vivi con amore il tuo presente<br />

e sii lieta di ogni cosa buona e sincera.<br />

Se tu conoscessi la mia realtà<br />

non piangeresti per la mia scomparsa<br />

ma saresti felice sapendo che io lo sono.<br />

E voi sareste gente cristiana<br />

capace di passare<br />

dalle parole ai fatti?<br />

che sa costruire qualcosa di decente<br />

per dare un senso<br />

alla propria inutile vita?<br />

le vostre menti<br />

sono ottenebrate dalla grettezza<br />

e i vostri occhi<br />

pesanti come àncore di navi.<br />

Il Sahara a mezzogiorno<br />

GENTE DA POCO


è più accogliente di voi<br />

e i ghiacciai dell'Antartide<br />

hanno un cuore più cardo del vostro.<br />

Un orso affamato<br />

è più innocuo di voi<br />

e Giuda da voi avrebbe tutto da imparare.<br />

Non ce la fate a guardare<br />

dentro l'evidenza delle cose<br />

più in alto del vostro cranio<br />

più in là del vostro orizzonte<br />

e quando incontrate qualcuno<br />

migliore di voi<br />

lo crocefiggete.<br />

Simili a scrofe grufolanti<br />

vi rotolate nello sterco<br />

dei vostri singoli uragani<br />

di egoismo e ipocrisia.<br />

Voi non avete che un dio:<br />

il vostro stomaco<br />

e il vostro apparato riproduttivo.<br />

Ma quelli che non vogliono<br />

migliorare se stessi<br />

meglio sarebbe sterminarli subito.<br />

Ci sarà pure qualcuno tra voi<br />

degno di salvarsi in virtù del quale<br />

non invocare su tutti un'ecatombe?


Provate ad essere umani<br />

se potete<br />

ad odiare il nemico<br />

che fa di voi degli omiciattoli.<br />

Provate a smetterla di giustificarvi<br />

e di accettarvi per quello che siete.<br />

Imparate a disprezzare voi stessi<br />

e forse non sarete ad immagine di Dio<br />

ma almeno sembrereste degli uomini.<br />

Se, non avessi remore morali<br />

fuoco e fiamme vomiterei<br />

su coloro che fanno soffrire gli innocenti<br />

sui responsabili del male e del dolore.<br />

Se fossi immune dai sensi di colpa<br />

eliminerei i mangiatori di carne<br />

come gente che non merita la vita.<br />

Se non credessi nella legge dell'amore<br />

invocherei la maledizione di Dio<br />

su coloro che tormentano gli animali<br />

annienterei coloro<br />

che godono su ciò che ad altri<br />

è costato sangue e dolore.<br />

Su coloro che pur avendo il potere<br />

non fanno nulla contro la miseria<br />

ANATEMA


un anno di tormento chiederei<br />

per ogni giorno di ingiusta agonia.<br />

Per i responsabili della morte<br />

per fame e malattia<br />

l'inferno eterno chiederei<br />

e la proscrizione dall'universo della vita.<br />

Ma io sono un uomo di Pace<br />

e spero che gli indifferenti<br />

gli egoisti, i crudeli<br />

possano comprendere il loro orrore<br />

struggersi nel pentimento del male fatto<br />

e passare il resto della loro esistenza<br />

a ricompensare con opere di bene<br />

ogni creatura che ingiustamente<br />

hanno fatto soffrire.<br />

L 'amore è il sogno<br />

dell'illusione più reale<br />

e l'utopia dell'equilibrio<br />

più effimero.<br />

E' la saggezza<br />

della follia più costruttiva<br />

ed è la ragione<br />

del delirio più riflessivo.<br />

L'amore è la pace<br />

L'AMORE E'...


del dolore più gioioso<br />

ed è il sollievo<br />

delle discordanze più conformi.<br />

E' catena<br />

che avvince e conforta<br />

ed è libertà<br />

che opprima e dispera.<br />

IL SIMBOLISMO NELLA BIBBIA<br />

Lo scopo di questo libro è quello di combattere la cultura antropocentrica dovuta<br />

essenzialmente alle religioni di ceppo ebraico. Nei primi capitoli si è parlato delle contraddizioni<br />

bibliche, in questo ultimo si vuole evidenziare anche le incongruenze delle presunte simbologie. In<br />

particolare vediamo che la creazione nella Genesi viene scandita dai giorni, anche quando il sole<br />

non era ancora stato creato. In Gen. 2,4b (dimenticando Gen. 1,2 in cui è scritto "La terra produca<br />

germogli, erbe che producano seme ed alberi dafrutto..." troviamo: "Quando il Signore Dio fece la<br />

terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba era spuntata" e,<br />

dimenticando anche di aver creato l'uomo (Gen. 1,26: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e<br />

somiglianza..." il Profeta dice: "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò<br />

nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente". E ancora, in Gen. 1,27 è scritto<br />

che "Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò"; ma<br />

nel passo successivo, Gen. 2,18 forse dimenticandosi di averlo già fatto, troviamo: "Non è bene che<br />

l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Poi, il serpente, per aver sedotto Eva,<br />

viene condannato a camminare sul ventre: prima aveva forse le zampe? può darsi, ma allora non era<br />

un serpente. E alla donna, Gen. 3,16, non dice avrai dolori e gravidanze, ma moltiplicherò i tuoi<br />

dolori e le tue gravidanze: la donna dunque anche prima del Peccato soffriva e partoriva?<br />

Adamo ed Eva furono o no la prima coppia da cui discende tutto il genere umano? Caino si<br />

allontana dal luogo nativo, si unisce a sua moglie la quale partorisce Enoch, Gen.4, 17. Poi, se gli<br />

anni della vita di Adamo, 930, e quelli di Noè (a 500 anni questi generò Sem) sono indicativi, è<br />

attendibile il calcolo del tempo trascorso? Dio si pente di aver fatto l'uomo, Gen. 6,6, e per punirlo<br />

stermina insieme a lui tutti gli esseri viventi. Su comando di Dio poi Noè fa entrare nell'Arca 2<br />

animali d'ogni specie: nemmeno un transatlantico potrebbe ospitare le decine di milioni di specie<br />

esistenti e nemmeno una provincia potrebbe sfamarli per 150 giorni, il tempo in cui la Terra è<br />

rimasta inondata dalle acque. E ancora. Gli animali erbivori potevano nutrirsi di erba, Gen. 1,29,<br />

avendo morfologia anatomica adatta allo scopo, ma gli animali carnivori come si nutrivano prima<br />

del Peccato dell'uomo dal momento che essi erano, e sono, strutturati anatomicamente per mangiare<br />

la carne e non l'erba come gli erbivori? Per giustificare le incongruenze bibliche si è soliti dire che<br />

molte cose riportate nel Vecchio Testamento sono simboliche. Ma dove finisce il simbolismo e<br />

dove inizia la realtà dei fatti descritti? I dettami di cui molta parte dell'umanità trae le sue<br />

motivazioni antropocentriche risultano incongruenti e quindi inattendibili.


Se cerchi la verità nelle cose, usa il buon senso, ascolta la voce della tua coscienza, segui<br />

il tuo cuore e troverai DIO.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

-H.M. SCHELTON: Nutrizione superiore -Ed. Igiene Naturale<br />

-S. ROSEN: Il Vegetarismo e le religioni del mondo -Ed.Gruppo Futura<br />

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-Dr SOLE IL: Guarire -Ed. Sarva<br />

-B.S. PRABHUPADA: Cibo per la pace -Cultura Vedica -P. CROCE: Vivisezione o scienza -Ed.<br />

Mov.Naz. UNA -B. D'AGUI': Gli animali nella dimensione divina -T. SalIustiana RM<br />

-M. SALUSTRI: Fon,damenti dell'alimentazione vegetariana Ed. Giannone<br />

-R. BASCHERA: I poteri esoterici degli animali e delle piante -Oscar Mondadori<br />

-B. NASCINBEN: Ed Egli si sostituì all'Agnello -Ed. ZEPHYR RM<br />

-H. RUESCH: Imperatrice nuda -Ed. Garzanti<br />

-E. BIANCHI: Uomini e animali -Ed. Qiqajon<br />

-G. ALBERT: Dieta parca e salute -Hoepli<br />

-l. OSWALD: Il grido della natura -Ed. Cosmopolis<br />

-P. SINGER: In difesa degli animali -Ed. Lucarini<br />

-A. ARRIGONI: I diritti degli animali Ed. Cosmopolis -G. ZANGA: Filosofia del vegetarianesimo<br />

-Ed. L'età dell'Acquario<br />

-A. CAPITINI: Vita religiosa -Ed. L. Cappelli<br />

-M. PERSIO: Etica e specie<br />

-H. MAURO FOX: La personalità degli animali -Ed. Univ. Economica<br />

-M. CANCIANI: Nell'Arca di Noè -Ed. Carroccio<br />

-l. PRIEUR: Gli animali hanno un'anima. Ed. Mediterranee<br />

-A. HERZEN: Gli animali martiri<br />

-C. W. LEADBEATER: Vegetarismo ed occultismo -Ed.Giannone


-G. DITADI: I filosofi e gli animali -Isonomia Editrice

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