Memorie sulla storia e notomia degli animali senza vertebre del ...

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HARVARD UNIVERSITY. 

LIBRARY 

MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOGY 

(naviraAt4- cAlLac 'MJl/tOAAj^ 

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JAMES BROWN. 

OF WATEBTOWN. 

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APR 5 1923

MEMORIE 

DEGLI AIMMALI SENZ4 VERTEBRE 

DEL PEGNO DI NAPOLI. 

VOLUME III.

MEMORIE 

SULLA STOKIA E NOTOMIA 

DEGLI ANIMALI SENZA VERTEBRE 

DEL REGNO DI NAPOLI 

SCRITTE DA 

STEFANO DELLE GHIAIE 

Professore aggiunto alla cattedra di anatomia patologica della re- 

1t> 

.uùi- 

Al me 

Aurea Tyrrhenas compellat Nesis ad oras , 

Et mihi purpureis offerì corallia ramis. 

GiANNETTASius , Halieut , Lib. Vili. 

Mr- :Y 

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CAM BRIOSE. MA USA

ALLA 

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V:. 

FRANCESCO I. 

RE DEL REGNO 

DELLE DUE SICILIE , DI GERUSALEMME EC. EC. 

Sire, 

XJenefizio segnalatissimo fu certamente 

quello concedutomi dal cuor magnanimo 

e generoso di V, M. di poter fre-

giare dell'Augusto suo Nome i due primi 

Volumi delle rnie Memorie su la sto- 

ria e notomia degli animali senza inertebre 

del Regno di Napoli: e non me- 

no singolare e distinto dee dirsi l'altro, 

quello cioè di aver io potuto apporre ad 

una delle produzioni più belle de' nostri 

mari V onorevole titolo di Cassiopea 

Borbonica. 

Questi tratti per me gloriosi della 

sua Sovrana Clemenza , oltre all' aver 

Fenduti sempre più vivi nell'animo mio 

i sentimenti di divozione e di ricono- 

scenza verso la M V. , mi han confor- 

tato eziandio a |)erseverare in siffatti 

studi, ed hanno avvalorato nel mio spi-

ito quel genio , che altrimenti sarebbe- 

si , se non ispento del tutto , d' assai 

certo illanguidito. 

Se le mie ricerche adunque, diret- 

te ad illustrare i prodotti patrii, ed esa- 

minare una porzione de' subaquei dominii 

di V. M. , han meritata P unanime 

approvazione de' dotti di Europa , pel 

favore di quel patrocinio, onde la M. V. 

si è compiaciuta onorarle 3 era debito 

di giustizia , che avvisatomi di pubbli- 

care il terzo Volume delle mentovate 

Memorie, lo intitolassi eziandio allo stes- 

so Re magnifico e protettore. 

E lo scorgere le mie fatiche accol- 

te SI gentilmente dal favorevole suffragio

de'piCi distinti scienziati esteri, mi è anche 

di dolce e potente stimolo ad implora- 

re la continuazione dell' alta protezione 

di y. M. , e di quel generoso incorag- 

giamento , che tanto contribuisce al- 

l' onor delle lettere ed al risultamento fe- 

lice de' lavori dell' umano ingegno. 

Sono col più profondo rispetto 

Napoli , — novembre 1828. 

Di V. R. M. 

Umilissimo e fedelissimo suddito 

Jtefano delio 0/uate.

]P1IBI?^21(D11S 

Oo;V ragione Plinio affermò che la Natura non 

jnostravasi mai più straordinaria , quanto nelle sue 

picciole ed abbiette produzioni j e eh' ella non erasi 

mai i>eduta più potente e più attiva , quanto ne' suoi 

menomi elementi. Cosicché saggiameìite sostenne non 

doversi affatto dalle masse giudicare tanto della sO' 

vrd-umana potenza di Colui , donde elleno tratta 

avevano la origine , che della importanza loro nel- 

V elenco delle scientifiche discipline. 

Tutti di fatto convengono che la contemplazio- 

ne delle naturali produzioni di qualunque sorte sieno 

, e prificipalmente le patrie , in ogni istante presenta 

all' uomo dì lettere meravigliosi spettacoli da 

eccitargli per esse passione vivissima. Per V unico 

amor delle medesime veggonsi correre gli scienziatifino 

all' estremità dell' univer'so , dimenticare i loro paren-

(II ) 

ti e gli amici più cari , dispreizare gli agì ed i co- 

modi della vita , sagT^ìficare le fortune loro pe pro- 

gressi delle scienze^ ed intrepidamente affrontare la 

viorte ora in mezzo a mari , ora nelle viscere della 

terra , ora tra inaccessibili dirupi , ed ora sulle info- 

cate e fumanti vette de' volcani. 

Faga è certamente , non che istruttiva la con- 

siderazione della lunga catena degli esseri animali , 

e deliziosa ancor ne è la disamina , se dall' im- 

percettibile molecola progressivamente risalir vogliasi 

fino al capo d' opera della creazione. E sebbene da ta- 

luni ricerche sijfaite scioccamente credansi meri oggetti 

di scientifica curiosità'^ pure in progresso di tempo si 

troveranno feconde di conseguenze importanti. Atte- 

soché nulla v' ha in Natura , che sia perfettamen- 

te isolato -.^ 

ne 

vi è notizia senza uso , né fatto sen- 

za applicazioni e senza rapporti. Le cose e le cono- 

scenze hanno talora con altre anche eterogenee le af- 

finità occulte , che si sviluppano dalla industria o 

dal caso (i). 

Quindi é che ^ non ascendo trascurato di conoscere 

gli esseri invertebrati , che popolano le nostre suba- 

quee T'egioni e d' indagarne la fabbrica , son riuscito a 

coìitinuai'e le mie antiche ricerche , che ora fo di pub- 

blica ragione con questo volume. E siccome la massima 

j)arie delle stesse versa su le indagini anato- 

(i) Vcggasi : Alibert Rapp. de la Medie, avec les se. 

phys. p. 43.

(Ili) 

miche , ìe quali neppure possonsi qui sotto vedute 

sommarie annunziare j così è che ne accenno i soli 

articoli zoologici in siffatto lavoro trattati , che si 

riducono a' seguenti : 

I. La esposizione anatomica delle Pennatole , 

del Corallo e della Gorgonia non sarà alcerlo super- 

fiua per coloro che amano i progressi della notomia 

comparativa. 

W. Lo studio delle Cellepore , Millepore , Cel- 

iane e Codonite non rimonta oltre la metà del seco- 

lo passato , e lume maggiore pare che io abbia por- 

tato sulla fabbrica de' loro microscopici abitatori -, 

non trascurando di descrivere come nuove la Celle- 

PORA Ronchi , Macry , Folineae , personata , imbrica- 

ta , ed urceolata j la Millepora miniata j e la Co- 

DONYTEs infunclibulum. 

III. Le idee che finora posseggonsi intorno la 

organizzazione de' Pirosomi , de' Berve , delle Glebe 

e delle Salpe, alle quali ho aggiunto la Salpa cyanea , 

non sono troppo bene assodate, ed in qualche punto 

trovansi esse in opposizione perfetta colle attuali ricerche. 

Ulteriori e più ampli conienti zootomici meritavano 

ìe mie precedenti Memorie su le Oloturie, Attinie ed 

Asterie , di cui ho creduto novelle la Holothuria 

Iriquelra, e la Taenia echinorhynca, che ho rinvenu- 

to nelV addomine dell' H. fusus ; V Actinia Rondeletii j 

e V Asterias Ferussacii e Cuvieri. 

IV. Son pochi lustri che le Ascidie composte 

hanno richiamato l' attenzione de' naturalisti , la cui

( IV ) 

fabbrica abbisognava di più estesi rischian'menii, oltre le 

specie nuove ^ ch'eranvi a descriiêre^ vale a dire: il Bo- 

TRYLLUS elongatus, il Polyclinum septosiim e vesiculosum, 

Z'Aplydium areolalura , z7 Didermum roseum, e Z'Encoe- 

LiUM roseum. Dippiù sono state sì incerte e moltiplici le 

opinioni degli autori in riguardo alle Spugne , cJie 

giustamente Erasmo scrisse di esser d' uopo passare 

la spunga sa una parte della storia di siffatte naturali 

produzioni dagli autori compilata e pj'in cip almen- 

te in riguardo alla loro irritabilità. Ed io pubblico per 

nuove la Spokgia setulosa , maculata , rosea , miniata 

reticularis , subplicata , cellulosa , fisiulosa , infiala 

triangularis , Imperati e dicliotoma. 

V. La Planaria siphunculus , lutea e tuberculata 

, la descrizione zoologica ed anatomica di mol' 

te specie di Doridi e Tetidi^ ed un esteso ragguaglio 

su il Pleurobranco e'I Pleurobranchidio sformano V in~ 

teressante oggetto di questa Memoria. 

VI. L'intrigato studio degli AnelUdi ., 

che 

, 

al 

presente sembrano costituire il genio prediletto de'sguit- 

tinatori delle cose naturali , non ha reso affatto infrut- 

tuose le mie ricerche , le quali mi hanno offerto del- 

le specie in edite ., 

come ZaNEREis partenopeia, Bertoloni, 

Ocienii , Otto , Ranzani , Tiedemanni , Rudolph! , Blain- 

villii, Edwardsii e sextentaculata-, la Folta punclata, ocu- 

lata e geniculata j la Nais proboscidea ^ il Lumbrinerus Ro- 

land! , coccineus , Saint-Hilaire , nesidensis e fdigerus ^ 

non che Z'Amphitrite Olfersii, nesidensis, neapolitana , 

ilexuosa, Tondi e Meckelii.

V 

VII. Olivier y Home , Savigny e Carus hanno trat- 

tato delle Ascidie , ed io vi ho solamente a^munio 

parecchie illustrazioni sulla loro fabbrica ; sperando 

che sieno esse meritevoli del compatimento di questi 

sommi uomini. 

Vili. Le conchiglie univalvi già conosciute op- 

pure nuove , ma non comprese nel terzo volume del- 

l' Opera su' Testacei del cav. l'oli da me continuata 

fin dal 1826, e che man mano andrò fra noi rinvenendo 

, saranno fatte di pubblico dritto in partico- 

lari Supplementi , siccome è appunto quello registrato 

neW attuale Memoria , ove credo divulgare per non 

descritti finora il Murex Folineae , Metaxà , e Sa- 

vignjus ; la Serpula fimbriata e nodulosa ; ed al- 

tresì la Sabella euplaeana , Lucullana e denudata. 

Me felice ove, con queste qualunque siano osservazioni 

fornite della sola ingenuità, abbia avuto 

la fortuna di oggiugnere qualche linea all' immar- 

cescibile libro della naturale che co' miei scarsità- 

lenti e co' ristretti miei mezzi abbia tra noi in qual- 

che modo contribuito a' progressi delle scienze na- 

turali !

VI 

Elenco delle opere degli autori, che hanno scrit- 

to su GLI ANIMALI INVERTEBRATI , E CHE SONO STATI 

CITATI IN QUESTE MEMORIE. 

P A R T E I. 

A 

Abild. , ABiLDGAARDT ( Pietro-Cristiano ) Prof, 

a Copenbaghen. 

Continuazione della Zoologia Danica cZ/Muller. 

Acad. DE COPEN. , Memoires de la Societé d' hi- 

sloire nalurelle , et de VAcadem. Rojale des scien- 

ces de Copenhague. 

AcAD. DES. se. , Acadeniie des sciences de Paris. 

Dal 1700 fino al 1790 si è pubblicato uii volume di 

Memorie all' anno. 

A COSTA , MENDEz DA COSTA ( Emmanuclc ) natura- 

lista portogliese, Stabilito iu Londra. 

Historia natiiralis Tesiaceoruni Britanniae. Lon- 

dra 1778, voi 1 infoi. 

AcT, Caes leop.-car. NAT. cuR. , Acta acade- 

miae Leopoldo- Carolinae naturae curiosorum.Bonnae 

voi. 5 in 4 fig- 

Adans. , ADANSON ( Micliclc ) Accadcmico delle 

scienze di Parigi. 

Histoire nalurelle des coquillages da Senegal. 

Paris 1775, voi. 1 in 4. 

Alb. , ALBiNus ( Bernardo-Sigefroy ) celebre prof, 

di Anatomia a Leyda. 

Annotaiiones Academicae. Leyde 1754-17G8 , 

fascicoli in 8. 

8

Ael., aelianus. 

VII 

IDe natura animalium lib. XVII, c//m 7iotis di- 

pcrsoruni et Gronovii. Loncl. 1644 > ^^ 4- 

Aldr. , ALDRovANDo (Ulissc) Protcssore neiriini- 

versila di Bologna. 

Opera omnia, Lib. de Zoophylis. 

An. du mus. , Annales da ìnuseum d'histoìre na- 

iiirelle des Paris , voi. 20 in ^. Questi sono stali con- 

tiuuali col titolo di 

Mem. du mus. , Memoires du JMuseujn d'histoìre 

naturelle de Paris , an. 181 5. 

Argenv. , ARGENViLLE ( Antoiiio Giiiseppc ). 

L' his taire naturelle èclaircie dans une des ses 

principales partiee.La conchjologie in 4, 1.^ edit., Paris 

1742; 2^ ed. augnienteè de la Zooinorphose par 

FAVANNE , voi. 2, au. lySo. 

ArIST. , ARISTOTELES. 

Historia aninialiurn , libri decem. 

AscAN. , AscANius ( Pietro ) Professore a Co- 

penhaguen. 

Ada Stoclcolm. 

AcT. Stockm. , 

AuD. , AUDuiN ( Giovanili Vittorio) sotto Biblio- 

tecario dell' Istituto di Francia. 

Explication sommaire des planches du grand 

ouvrage sur V Egypte : animaux sans vertebrcs. Le 

ligure però appartengono a savigny. 

B 

Bast. , BASTER ( Giobbe ) Medico in Harlcni. 

Opuscula subseciva, voi. i et 2. Marlenii i7G4> 

cMyGD , in 4.

BaRR. , 

BARRELIERI. 

vili 

Icones planlarnm j)er Gaìliam observataruni 

cura et studio a. de jussieu. Paris l'ji/tin foì. Jìg. 

Bert. , BERTOLONi ( Antonio ) rinomatissimo Pro- 

fessore a Bologna. 

Specimen Zoophytorum portus Lunae. Pisa 1810. 

Besl. , BESLER ( Michclc Roberto) Medico a No- 

rimberga. 

Rariora Musei Besleriani , infoi. 1716. 

Blainv. , BLAiNviLLE ( Enrico Ducrotay de) Pro- 

fessore alla facoltà delle scienze di Parigi. 

JSuIletin des sciences. -Journal de Physique.-Ar- 

ticles dans le JDictionnaires des sciences naiurelles. 

1720. 

Boerh., boeriiaave (Ermanno) celeberrimo medico. 

Index plantaruni horti Ijiigduno-hatavi. Leyde 

BoiiADSCH ( G. Batista ) Professore a Praga. 

De guibusdani aninialibus marinis. Dresdae , 

1761 , 1 voi. in 4. 

BoMMÉ. (Leonardo) Medico zelandese. 

romano. 

Alenioires de la società de Flessingue. 

BoNAN. , BONANNi ( Filippo ) profcssorc al Collegio 

liecreatio mentis et oculi in obsert>atione ani- 

Tualiuni testaceorum. 

Borl. , borlase (Guglielmo) Parroco inglese, 

Ilistoire naturellede Cornovaillcs. Oxford j \']^^ 

voi. in foL Jig. 

BoRN ( cav. Ignazio ) Direttore del Museo di sto- 

ria naturale di Vienna. 

,

IX 

Testacea Musei Caesarei Vindohonensis. Vieri- 

nae 1780, voi. 1 in fol. fig. 

Bory , BORY-SAINT-VINCENT. 

Voyage aux quatre principales Isles d' Afrigue 

— Redacteur du Dictionnaire cJassigue d'histoire 

ìialurelle , voi. 16 in 8. fig. 

Dose (Luigi) Socio dell'Accad, delle scienze di Parigi. 

Histoire naturelle des Vers , des Coguilles et 

dea Crustacés. Paris 1802, voi. 6. in 1^. fig. 

Memoires dans les Actes de la Società d'histoire 

naturelle , et dans le Bulletin des sciences. 

BRERA ( L. V.) celebre clinico di Padova. 

Lezioni medico-pratiche sopra i vermi umani. 

Crema 1802 , in 4 fig. 

Memoriefisico-mediche su' vermi umani. Crema 

1 8 1 j , in 4. fig. 

Br. , Browne ( Patrizio ) Medico irlandese stabilito 

nella Giammaica. 

The civiland Naturai history of lamaica. London 

1766, voi. 1 in fol. fig. 

r Brug. , Bruguiere (Giovanni Guglielmo ) Medi- 

co di Montpellier. 

Encyclopedie mèthodigue , art. Vers. tom. VII, 

P' 1 et 11. Paris 1792 avec voi. 4 des figures. 

Bull, des se. Bulletin des sciences par la Su- 

cieté philomatigue. Si pubblica dal 1791 in avanti. 

Carus ( cav. Carlo Gustavo ) Archiatro di S. M. 

il Re di Sassonia. 

Tahulae illustrantes anatomiam comparatam. 

Leips. 1826, fase. 1 et a fol. fig.

X 

lileniorla sulla circolazione delle Larve desi' in- 

setti. Lipsia i82y. 

Developpemeni des Ascidies , 

C 

avec planches. 

Cavol., Cavolini (Filippo) naturalista a Napoli. 

Memorie per servire alla storia de' Polipi ma- 

rini. Napoli 1780, voi. 1 in 4 f/g. 

Chemn., chemnitz ( GiovanuiGironimo ) di Magdc- 

burgo. 

Coutinuatorc delia Conchyliolome di :martini. 

Cloquet (Ippolito) Aggiunto alla facoltà medica 

di Parigi, 

Faune des medecins , ou histoire des animau.v 

et des leurs produits. lÀvr. 1-27. '^ 

fig. 

CoLUMN. , CoLUMNA ( Fabio ) Nobile napolitano 

della famiglia Colonna. 

De Purpura. - udquatiliam et lerrestriunialiquot 

n7iimalium aliarunique naturalium rerum observa- 

tiones. JVeapoIl , 1616 , ^/^ 4. fig. 

Cuv. , cuviER ( Giorgio-Leopoldo ) Principe degli 

Zootomisti del secolo XIX, Consigliere di stato e se- 

gretario perpetuo dcH'Accademia delle scienze di Parigi- 

Legons d' Anatonde comparèe recuillies et pu- 

hlièes par dumeril et duvernoy. Paris i8oo-i8o5 , 

voi. 5 in 8. 

Memoires pour servir a F histoire et a V ylnato- 

jnie des Molluscjues. Paris 181G, voi. 1 in 4. fig. 

Règne animai distribué d'' aprcs son organisation. 

Paris 1817 , voi, 4 in 8.

XI 

D 

Delle ghiaie. (Stefano) Prof, aggiunto alla Cat- 

tedra di Anatomia Patologica della Pregia Università 

degli Studi. 

Sunto di alcuni animali senza vertebre del Re- 

gno di Napoli. An, 1824 in 8. 

JElmintografia umana. Napoli 1826, in S. ^g. 

Testacea utriusque Siciliae eorumcjue hisioria et 

anatome tabulis aeneis illustrata. Tom. Ili, Pars al- 

tera. Neapoli 1828, et Parniae , fol. fig. 

DlCT. d'hIST. NAT. , DICT. CLAS., e/ DlCT. DESSO. NAT. 

Dictionnaire nouveau d"/ustorie naturelle. Paris, 

in 36 voi. 

Dictionnaire des sciences naturelles publié par 

les ProfesseursduJardin duRoi. Paris 1816, voi. 60. 

Dictionnaire classigue des sciences naturelles. 

Paris 1822 , voi. i6 in 8 fìg. 

DiCQ. , DiCQUEMARE (abate Giacomo Francesco) 

Naturalista di Ildvre. 

Menicires dans les Transactions philosophiques 

et le Journal de Physique. 

Donati (Vitaliano) Medico di Padova. 

Histoire naturelle de la mer Adriatique. Venisc, 

1760 , voi. \ in 4 Jig. 

Draparn. , drai'arnaud ( Giacomo-Filippo-Piaimondo) 

Professore a Montpellier. 

Histoire naturelle des Mollusques lerrestres et 

fluviatiles de la France. Paris i8o5 , in 4. 

Dutrochet ( N. ) Medico di Francia. 

Memoircs dans les Annalcs da Museuni.

XII 

Desm. , DESMARETS ( Gusliclino-Gaetano ) Profes- 

sore di Zoologia in Alfort. 

turellle , 

Articoli nel : jVouucuu Dictionnaire d'hlstoìre na- 

BuUelin de sciences et Journal des JMines, 

et de la Socielè philoniatigue. 

DuM. , DUMERiL ( Cosluozo ) Professore della fa- 

coltà medica di Parigi. 

2Vailò eleinentaire d'hisloire naturelle. Paris , 

1807, voi. 2, 2.'' edif. 

Ellis ( Giovanni ) 

E 

Negoziante di Londra. 

Essai sur les Corallines. .Ltondres 17 55, in ^fig- 

Ell. , et soLANDER Naturai history of viany cu- 

rious and uncommon Zoopliytes. Londres , 1789, 

voi 1 in 4. 

Memoires divers dans les Transaciions philo- 

sophiques , voi. XLTÎII et L. 

£sp. , ESPER ( Eugenio-Giovauni-Cristofaro) Pro- 

fessore ad Erlanga. 

Zoophytes ( Die PJlanzenthiere ). Nuremberg 

1791 , voi. 4 in 4 fìg. 

F 

O. FAB, , BABRicius (Ottone) Parroco in Danimarca. 

Fauna Groenlandaca.Copenhague 1790,^0/. im8. 

Feruss.,ferussac (Giovanni Daiidebart barone de) 

Histoire naturelle generale et particuliere des 

mollusques terrestres et jluviatiles , Ub. 2 in fol. fìg. 

Tableaux systematiques des animau.v mollus- 

ques clussós en familles naturelles suivis d' un Pro- 

dronie general. Paris 1821 in 4.

XIII 

JBuUetin des scìences naturelles. 

FoRSK. , FORSKAiiL ( Pietro ) discepolo di Linneo, 

JDescripllones animaliutn, e/ uae in itinere Orien- 

tali ohservavil. Copenliague 1775 , in 4' 

Icones rerum naturaliani cjuas in itinere Orien- 

tali depingi curauit. Copenliague 177G, in 4. 

G 

Gesn. , GESNER ( Conrado ) Medico di Zurigo. 

Historia animalium voi. 2 in foL : 

libus. Franco]urti 1620. 

de ^guati- 

GiNAN. , GiNANNi ( contc Giuscppc) Piavcnnate. 

Opere postume. Venezia 1767 , voi. 2, in fol. Jig. 

Gmel. , GAiELiN ( Giovan-Federigo ) Professore a 

Gottinga. 

LiNNAEi Sysiema Naturae toni. 1 pars VI. Goi- 

iingae 1792. 

GoEz. , GoETz ( Giovanni-Agusto-Efframo ) 

Histoire nalurelle des vers intestinaux. JBIan- 

kenhourg 1782, voi 1 in 4. 

GuALT., Gualtieri (Nicola) Medico Fiorentino. 

Index Testaceoruni conchylioruni quae adser- 

vanlur in AI. Gualtieri. Florentiae , 1742 in fol.fi g. 

GuNN. , GUNNER ( Giovauni-Ernesto ) Vescovo a 

Drontheiiii. 

Memoires insérés parmi ceux de le Societé de 

Dronthaeim et de Copenliague. 

Gaert. , GAERTNER ( Giuseppe) Professofc a Wur- 

lemberg. 

Memorie inserite nelle Transazioni filosofiche, e 

nella Miscellanea zoologica di ì-allas.

XIV 

H 

Home (cav. Evcrard ) celebre chirurgo in Londra. 

IjOclures on cnmparatiue anatomy.Liondres, 1814 

voi. 2 in 4. 

Imperato ( Ferrante ) Napolitano. 

Storia naturale. Napoli MDIC , fol. Jìg. 

JouRN. DE PHYS., Joum. de Pliysique par rozier 

et LAMETHBRiE Profcssorc al Collegio di Francia. 

K 

Kl. , KLEIN ( Giacomo-Teodoro ) Segretario del 

Sonato di Danzica. 

Naturalis dispositio Echinodermatuni , 1754- 

Knorr (Giorgio-Wolgang) Incisore di Norimberga. 

JJeliciae naliirae selcctae. Nurinb. 1-60-1772 , 

voi. G in 4 frg. 

liAM. , LAMARCK 

L 

( G. Battista ) Professore al Mu- 

sco di storia naturale di Parigi. 

SjstejJie des animaux sans vertebres. Paris i8oi, 

voi. 1 in 8. 

Hisloire des animaux sans vertebres. Paris 

i8i5 , voi. 7 in 8. 

Lamx. ,LAM0UR0ux ( S. V. F. ) Profcssorc a Cacn. 

.Essai sur les genres de la Jamille des Thalas- 

slophjtes non articuìcs. Paris 1810. 

IlisLorie des Polypiers corralligenes Jlexibles , 

vulgairement nommés Zioojìhytes. Caen , 181G in 8. 

Leacii ( William-Elior ) Conservatore del Mu- 

seo britannico. 

Continuation des Melauges de Zoologie de Shaw.

XV 

Malacostraca podoj)htalma Britanniae. London, 

i8i5-i8i6 , in 4. 

Lesueur ( Carlo-Alessandro ) di Haiira. 

Oòserpalions zoologiqites dans le Bulletin des 

Sciences. 

Pro^ramnie d' un grande ouvrage sur les Meduses. 

Trovasi negli annali del Museo. 

LiNCK ( Giovanni Enrico ) Medico di Lipsia. 

De Siellisjnarinis llher singularis. Leipsig, iy33, 

voi 1 in fol. fig. 

L., LiNN. , LiNNAEus (cav. Carlo) Professore in Upsal 

ed Archiatro del Re di Svezia. 

Systema naturae , edit. X et XII. 

^moenitaies acadeniicae , voi 10, 

LlN. SOC. , LINN. TRANS. 

Transactions de la Societè Linnéenne de Lon- 

dres , 1791 et années suivantes. 

List. , lister ( Martino ) Medico della Regina 

Anna d' Inghilterra. 

Historia sive Synopsis niethodica Conchylioruni. 

London, i685 voi. 1 in fol. fig. 

De Cochleis marinis, terreslribus et fluviatilibus. 

Londres , 1678 in 8 fig. 

M 

Magri ( Saverio ) Professore di Materia medica 

nella Regia Università di Napoli. 

Nuove osservazioni sul Polmone marino degl^ 

antichi. Napoli 1778. 

Memorie sulle Tetidi ed allri MolluscJd del 

Cratere napolitano.

lierlino. 

XVI 

Martini (Fcderigo-Enrico-Gugliclmo) Medico di 

Cabinet systematiguè de Coguilles. Nuremberg, 

voi. 5 in 4 fìg. 

Meck. , MECKEL ( Giovanni-Fedcrico ) celebre Pro- 

fessore d'Anatomia in Halla. 

Materiali per VAnatomia comparata ( in tede- 

sco). Lipsia 1808. 

Annotazioni alla Noiomia comparativa di cvvieb.. 

Uè Pleurobranchaea novo moUuscorum genere. 

Halae , \%io fig. 

Mem. soc. d'hist. NAT. DE PAH., Memoìres de la 

societè d'histoire naturelle de Paris , voi. 4 in 8 parti. 

MoLL ( Giovanni Paolo Carlo ) 

Eschara ex zoophytorum seu Phjtozoorum or- 

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T 

Thomas (P. ) Medico di Montpellier. 

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TiLEsius ( W. G. ) Naturalista alemanno. 

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TouRN. , TouRNEFOfiT ( Pitton ) Professore a Parigi. 

Institutiones rei herbariae. Paris 1700 , voi. 3 

in 4 fìg.

( I ) 

MEMORIA r. 

su LE PeNNATOLE , LE LoBOLARlE , IL CoRALLO , 

E LA GorgoniA. 

Capitolo 1. — Pejinatoìe. 

Le Pennatole , giustamente rassomigliate alla pen- 

na da scrivere da cui lian tratto il nome , offrono uno 

stipite centrale quasiché rotondo ed a' due estremi ristret- 

to , avendo dal suo terzo superiore in poi si a dritta che a 

sinistra una serie di pinne compresse, archeggiate, embri- 

ciate, distiche, sul principio e fine decrescenti, le qua- 

li nel margine superiore hanno i bulbetti con polipi , es- 

sendo ognuno di questi fornito di otto tentacoli pennati, 

che circondano la bocca. Esse hanno però stretto rappor- 

to con gli animali raggianti e soprattutto con le Attinie j 

ed al più agli Alcioni polipiferi possonsi ravvicinare , 

anziché al resto della sezione di questo genere giusta 

r opinione di Pallas, La loro struttura come pure il 

numero delle specie in un modo lodevole si è princi- 

piato a studiare sul finire dello scorso secolo. E sebbe- 

ne il celebre Albino , il chiarissimo Cuvier ed il dottis- 

simo Blainville ne avessero indagata la fabbrica j pure non 

saranno sicuramente inutili le poche nozioni che ora ne 

espongo; dappoiché non mi lusingo affatto di avere inte- 

ramente esaurito il presente argomento , servendomi per 

altro di sprone , onde completarlo con ricerche intra- 

prese in mare stesso pria , che se ne alterino le fat- 

tezze ed i coloriti.

(2 ) 

§. I. P. spinosa. 

Descrizione. Lo stipite centrale apparisce ristretto 

in sopra , e giù vedesi ricurvo ed a poco a poco ingros- 

sato abbastanza da farlo contraddistinguere coli' espres- 

sione di bulboso sino a che non principiano le pinne 

laterali, osservandosi nel seguito man mano assottiglia- 

to. Nò conviene tacere che la descritta conformazione 

•è più regolare tostochè simigliante Pennatola sia con- 

servala nello spirito di vino , che tenuta nell' acqua ma- 

rina tuttavia vivente. Allora l'intero stipite non solo rav- 

visasi più espaso , ma prende una forma diversa in ri- 

guardo al bulbo ed alla curva della base , la quale ol- 

tremodo si raddrizza ed assottiglia , egualmente che 

avviene alla rughe longitudinali, che veggonsi in tutta 

la sua superficie. 

Le pinne hanno il margine inferiore retto e breve , 

e'I superiore ricurvo ingrossato e sj)inoso. Una duplice 

serie di spine vedesi in questo ultimo , vale a dire la 

prima rùaggiore, e la seconda minore collocata tra gl'in- 

tervalli delle spine più grandi, e siffatte spinuzze formalo 

una specie di separazione a'poli[)i marginali, quan- 

tunque più sotto altri n' esistessero. 

Il cofso di questa Pennatola è celerissimo , come 

J)ure ne è gaia la oonlemplazioue per le svariate 

tinte , di cui -è adonna, e sojMaltutto pel cangiante colore 

delle pinne. Molto più cresce sillatto spettacolo, ove pon- 

gasi attenzione alla fosforescenza, eli' ella presenta in tem- 

po di notte. Non è tanto frequente nella nostra rada.

(3) 

§. II. P. bìgia. 

Non vi trovo altra specifica dififerenza dalla prece- 

dente che una maggiore lunghezza dello stipite centrale^ 

minore larghezza delle pinne laterah , e quindi più ri- 

stretto numero di spine marginali grandi , che sono qua- 

si a fascetti. In tutto il resto le è analoga. 

5. III. P. rossa. 

Descrizioìie. Lo stipite centrale negli estremi as- 

sottigliato e con due particolari aperture , donde sotto 

le forti sue contrazioni escono entrambe le punte dell'as- 

se interno legnoso , è appena ruvido al tatto j ma nel 

sito, in cui nascono le pinne laterali, ed inferiormente of- 

fre una quantità di piccole punte scabre, le quali osser- 

vate colla lente appariscono a guisa di calicetti spinosi, 

alcuni de' quali anche cacciano i polipi. Per la intera lun- 

ghezza della parte mediana ne manca, ed evvi in cam- 

bio una linea bianca con leggiero solco. Le pinne al numero 

di 37-40 sono ovali e compresse, avendo nel margine con- 

vesso i polipi racchiusi in un sacco dentato, eh' è al- 

l'esterno protetto da' calicetti spinosi. Il colore di que- 

sta Pennatola è rosso, che nelle spine emola il rubino. 

In essa più di ogni altra specie di questo genere si ve- 

rifica la rassomiglianza colla penna da scrivere. Nulla 

posso dire della sua fosforescenza , attesoché non mi è 

riuscito di vederla a mare in tempo di notte. Dall' au- 

tunno alla primavera è facile di essere presa colle reti.

(4) 

§. IV. P. fosforea. 

Pel numero delle pinne laterali che sono 21 , per 

la deficienza della linea longitudinale bianca della fac- 

cia inferiore dello stipite , pel colore rosso più fosco 

ed in fine per la sua costante picciolezza , diflerisce 

l'attuale dalla precedente Pennatola, che a me pare esser- 

ne semplice varietà. 

§. V. Anatomia. 

Fattasi la sezione longitudinale nella inferiore estre- 

mità delle Pennatole , si vede che dall'esterno si pas- 

sa in un comune atrio , il quale nella P. grisea co- 

munica con cinque grandi cavità, vale a dire la cen- 

trale più ampia destinata a contenere l'asse legnoso 

cilindrico, assottigliato sopra e sotto, dritto nello sta- 

to di vita e ricurvato dopo la morte , il quale nel 

suo terzo inferiore ofl're una protuberanza circolare. Sif- 

fatto asse di color giallastro assai duro e levigato risulta 

da fibre meno stivate e disposte a zone concentriche, 

avendo più somiglianza coi vegetabili compatti come 

l'ebano, che con le ossa: avvertendosi che fresco olez- 

za di rancido , e bruciato spande odore analogo alla 

sostanza cornea , di cui ha la somiglianza solamente 

nelle sue estremità. Due membrane muscolari con fi- 

bre oblique a doppia spira , o sia una da sinistra a 

desti a e 1' altra in senso opposto , da sopra in sotto 

lo fissano all' interne pareti dello stipite , il quale nel

(5) 

la P. fosphorea e ruhra ha la parte mediana rettango- 

lare. E quando l'acqua marina penetra in questa cen- 

trale laguna , dilatandone le pareli , svolge le due spi- 

re muscolari aderenti all' asse mediano pietroso al dir 

di Cuvier , dal cui continuo e spirale svolgimento di- 

pende la figura cilindrica, ne raddrizza le fibre, e quin- 

di rende oltremodo dilatato lo stipite e soprattutto le 

base , che in realtà comparisce bulbosa nella P. spino- 

sa e grisea. Oltre la membrana esterna sottile ricoperta 

di spinuzze, che possousi appena ergere nella P. riibra^ 

evvi sottoposto uno strato di fibre longitudinali , alle 

quali seguono de' lacerti muscolari a traverso nella P. 

fosphorea e spinosa formando delle lamine a pettine , 

nei cui spazi nelle P. grisea e rubra osservansi de' fori 

comunicantino con gli antri acquosi. 

L' interno di ogni pinna di tratto in tratto presen- 

ta de' lacerti traversali, che sono vera continuazione di 

que' poc' anzi descritti. Ed un maggiore esame meritano 

le pinne della P. spinosa e grisea in riguardo alla di- 

sposizione delle spine e de' loro attacchi. Cadauna spi- 

na è racchiusa in una guaina , la quale è continuata 

co' lacerti fibrosi dello stipite , che la tirano in giù , 

avvertendosi però che le spine piccole ne occupano la 

sola metà superiore, nel mentre che le grandi si esten- 

dono per la intera sua lunghezza, giugnendo fino a' la- 

certi. Ogni spina ha la figura tetragona appuntata , e 

tra ciascuna guaina esistono de' traversali tendinucci. 

In ultimo tutte le cavità interne sono vestite da delica- 

tissima tunica mocciosa , donde separasi un umore gial-

(6) 

lastro di odore rancido e nauseoso , che è misto all' a- 

cqua marina, che vi penetra. 

Passiamo ora alla disamina de' polij)i vari di numero 

in ogni Pennalola , dappoiché spesso ne occupano 

non solo il margine sujieriore , formandovi unica serie, 

ma eziandio è questa talora duplicata-, e neWal?. spinosa 

e Josphorea veggonsi altresì delle pinnette so])rannumera- 

rie nel mezzo dello stipite , oppure in parecchi punti di 

esso. Ove quelli si contemplino svolti hanno l' appa- 

renza di un fiore ottopetalo pennato, fornito di bocca nel 

mezzo conducente nel cavo degli alimenti , che ridu- 

cesi al semplice stomaco ^ ed in giù hanno l' esterno invo- 

glio emolante un calice dentato , che è frapposto alle 

spinette solitarie nella P. grìsea e spinosa , a fascietti 

più tenui e rosse nella P. fosphorea e 7'nòra. 

Quindi vi si dimpegnano tante parziali digestioni per 

quanti sono i polipctli, dissentendo in conseguenza dal 

chiarissimo Cuvier che ve ne ammette una sola per tutti: 

w II faut donc qu' il n' y ait pour eux tous qu' une seule 

volonlé , comrne il n' y a qu' une seule digestion.w Qualo- 

ra i polipetti sieno tocchi da qualclie corpo estraneo o 

pure da animaletti non solo corrugano i tentacoli , ma 

da particolari muscoli sono questi tirati talmente in giù, 

che i denti del calice si avvicinano tra loro da perfettauien- 

te occultarli. Ed evvi dippiù che siccome hanno una sjie- 

cie di cavo speciale a loro adattato , così vi si ritirano, 

ed air esterno rimangono le sole spine , che formano 

loro guarentigia maggiore. Questa somma previdenza del-

( 7 ) 

la natura preserva gli stessi di esser vittima di altri ani- 

maletti. 

Inoltre massima è la semplicità di tali esseri, i quali 

mentre hanno una vita particolare ne' bulbetti polipiferi 

indipendente dall' altra generale nello stipite , e mol- 

to più nelle pinne ove albergano , mancano di qualsia- 

si apparato vascolare bene sviluppato , giacche vi opino 

una circolazione sanguigna simile alle Attinie, o sia che 

sulle* pareti dello stomaco serpeggino de' piccoli vasi, 

donde si assorbono i sughi nutritìzi , distribuiti pel resto 

dell'economia animale di cadaun poUpetto, e soprattut- 

to nell'interno de' tentacoli pennati, ove a parer mio 

eseguasi la respirazione , che fassi ancora per la intera 

superficie del loro corpo , pel quale debbonsi sicura- 

mente prolungare verso giù i vasi sanguigni. Ed ho ferma 

opinione che ogni polipetto prepara minor quantità 

di particelle nutritizie per la sua special economia , che 

per quella dello stipite, che massima copia ne abbisogna 

sì per gli strati muscolari oltremodo sviluppati, che pel 

deposito delle molecole zoofitofite necessarie alle genesi 

ed all' accrescimento zonale dell' asse legnoso. La 

ricerca di tali fenomeni richiama tutta l'attenzione degli 

zootomisti. 

Essendovi poi una deficienza assoluta di organi ge- 

neratori maschili , soltanto le ovaie variamente disposte 

si osservano. In fatti nella V.fosphorea Qrubra sono esse 

a grappoletti rinchiusi in particolare ovidotto, cui aderi- 

scono le uova rosse orbicolari compresse ed umbilicate 

nel centro, le quali sono situate tra gli spazi, che nelle

(8) 

pinne rimangono i lacerti muscolari, e sotto la compres- 

sione le ho veduto uscire per la base de'bulbetti polipi- 

feri ed anche penetrare nel cavo dello stipite, e farsi quin- 

di strada sì pel suo forame superiore che per l'inferio- 

re. Una disposizione diversa rimarcasi nelle ovaie della 

P. spinosa e grisea , che a guisa di ventaglio son col- 

locate nel principio della pagina inferiore di ogni pinna , 

osservandosi chiaramente che tra ogni raggio dello stes- 

sa esce l'ovidotto, che sbocca alla radice dei bulbetti polipi- 

feri ^ non essendo cosa difficile di vedere le uova a forma 

di pero uscire per V apertura dello stipite. Dalle os- 

servazioni di Ellis , cui ascrivesi Lamarck , sapevasi 

soltanto che le Pennatole producevano delle vescichette, 

nelle quali trovavansi de' bottoni oviformi, che se ne se- 

paravano onde sviluppare novelle Pennatole. Queste ve- 

scichette scompariscono tostochè la gemme, che conlene- 

vano se ne erano distaccate. Né ho potuto vedere nella 

P. fosphorc.a e ruhra , clie le ho esaminato replicate 

volte viventi gli otto corj)i neri avanti i tentacoli. 

, 

Ho ( voi. II pa^. aSg , ) dimostrato la esistenza 

e la necessità del mio sistema acquoso negli invertebra- 

ti 5 resta al presente di esaminarlo nelle Pennatole. Si 

è detto che le due estremità dello stipite sieuo bucate 

ed entrambe offrano un atrio comune , dal quale nella 

P. grisea e spinosa partono cinque rotondi e longi- 

tudinali canaletti , i quali mercè aquedotti traversali 

comunicano con tre altre serie decrescenti di canali. 

Ma oltre di ciò cadauna pinna è nell' interno vota e 

comunicante col cavo generale dello stipite. Anzi per-

(9) 

che le loro pareti alquanto tenui non fossero troppo 

distese , e quindi crepate dall' acqua marina , vi si veg- 

gono de' lacerti traversali , il cui circolo per le interne 

vie delle Pennatole è della massima importanza. Impe- 

rocché a tenore che riempionsi di acqua tutti i loro 

canali , così se ne aumenta la mole per poter nuo- 

tare. 'Dippiù contratti e rilasclat' i lacerti delle pin- 

ne , che fanno l'officio di remi , si coopera pure al loro 

moto progressivo. E rilasciandosi le fibre delle lamine 

muscolari dell'asse centrale , le due sue punte assottiglia- 

te si raddrizzano in certo modo, e servono a fendere le 

onde a fin di renderle più celeri al corso. Quindi avvie- 

ne, che eseguendosi tutte le divisate mozioni derivanti più 

dalle contrazioni e da' rilasciamenti de' suoi lacerti , che 

dall' a/ione de' polipi , i quali peraltro vi possono com- 

binar le forze pel moto comune j succede uno svariato 

cangiamento de'punti colorati del loro corpo, e special- 

mente in quello della P. grisea e spinosa. 

§. VI. Pennatulae descnptìo. 

Corpus liberum carnosum , penniforme , inferne 

nudum, superne pinnatum axe osseo sufl'uUum. Pinnae 

distichae , patentes , coraplanatae , 

plicatae , 

margine 

superiori dentatae , polypiferae. Polypi tentaculis ra- 

diatis. 

1. P. spinosa. — P. spinosa. 

Stirpe carnosa bulbosa , rachi doiso Jaevi ; plnnis latis im- 

bricalis rcplicalis margine polypiferis spinosisque. 

3

( 10) 

RoNDELET Aqual. p. I2g. 

Penna marina. 1o>ston Exang. ìib. IV, tab . XX. 

Seba Mus. ioni. Ili, lab. XI , /. 8. 

Albino Annot. acadeni. i 

, p. 'j'y , tao. Vl^Jig. i-a. 

BoHADscu Anim. marin. p. 109, tab. IX^^Jig. i-3. 

SoLANDER et Ellis Corali, p. 62, n. 3. 

LiKN. cur Gmelin Sjst. Nat. toni. I, p. VI, pag. 

3863 , 7ì. I . 

EsPER Sappi, a, irti^. I. 

Lamarck liist. cles anim. sans veri. toni. II , /;. 27 , n. 4. 

2. P. grjsea — lì. hiîa. 

Stirpe carnosa bulbosa , laclii dorso clongala lacvi ; pinnis 

brevissimis , limbo poljpifcris ac spinosis. 

EspER Suppl . 1 , tab. I. 

Lamarck Hist. des anim. sansvert. tom. Il , p. l\i"^,n. 3. 

Blainville Dict. des se. nat. tom. XXXVill , p. 36o. 

In sinu puteolano^ et neapolitano crateri rarissime 

obviam veniunt. 

3. P. rul)ra. — P. j'ossa. 

Stirpe Icreti carnosa longiuscula; racbi subliis scabra linea, 

sulcoque alba exarata ; piuuis clongatis compressis imbricalis mar- 

gine superiori polypiferis , calyculis esterne spinoso-imbricalis. 

Ges.xer Nomencl. p- 2^3. 

Penna marina saguinei coloris. Aldrovaxd. Zuoph. lib. IV, 

tab. XVIII, /-. 36. 

loNSTON Exang. lib. IV, tab. XX. 

GiNANNi Adriat. tab- LV ., 

Jig. ii4- 

McnUila alala minor. Plancii. Conch. e. i3 ., 

ED. 

Seba Mus. tom. Ili, tab. Ylyjìg. r. 

tab.\lll 

, f/g. 

Penna rosea. Boiiadscii Anim. mar. tab. Vili , ^g. 5. 

Pinna pfnnacea- Poktopp. Dan. atl. , tab XXX , ./?g". i-3.

( II ) 

P. marina rubra. Albino Jnnot. acad. i , lab. VTjTfg'. 3-5 

Fucus pcnnam referens. Shaw. Jfr. app- p- 5. 

Petiv. pi. ital. I , fg. 5 fi. 

Pennatula britannica. ELLiset Solander Corali, p. VI , n. i. 

LiNN. ciir. Gmeli.\. Sfst. Nat- p- VI, pag. 3864, n. 2. 

EsPER Suppl. a , tab. III. 

Lamarck Hìsi. des anim. sans vert. tom. II, p. 4a6, n- 2. 

CuviER Regn. anim. tom, IV, pag. 84. 

Blainville Dici, des se nat. tom. XXXVIII, pag. 36o. 

Risso Pvod. de JSìce tom. V , pag. 356. 

4. P. fosphorea. ~ P. fosforescente o -piccina. 

Stirpe carnosa brevi , racbi dorso scabriuscula , pinnis mar- 

gine calyculato-spinoso ac poljpifero 

L^N^f. cur. Gjielin. Sjst. Nat. p. VI, pag. 3864, 72.4. 

Pallas Elcììch. Zooph. pag. 368, n. 2i5. 

P. italica. SoLAKDER et Ellis Corali, pag. 61, n. 2. 

BouADSCH Jnim. mar. pag. 101, tab. W\l /fig i-3. 

EspER Suppl. 3 , tab. II. 

P. granulosa. Lamarck Anim. sans. vert- tom. II, pag. 

4 -6 , il . 2 . 

Ineunte autumno aeque ac praecedens Pennatula 

nostro mari frequenter occurrit. 

§. VII. Spiegazione della Tavola XXXI (1). 

Fig. 1 Pennatola spinosa , 4 P. grìsea , 7 P. 

mira designata per la faccia inferiore, ove osservansi la 

(1) Neil' antecedente volume è corso uno sbaglio 

tipografico nella numerazione delle tavole 29 e 3o ^ 

dappoiché si è segnata la tav. 29 col num. 28 rad- 

doppiato , e la iav. 3o col 29. Questa menda conve- 

niva farsi per dar ragione del numerosi apposto in 

questa ultima tavola.

( 12 ) 

linea bianca a , le boccuccie Z» e? , ed i polipelti ce delle 

pinne; giacché la P . fospliorea i5 guardasi per la parie 

supcriore , egualmente che le due prime Pennatole cor- 

redale della sola boccuccia inferiore fg. L' asse legno- 

so vedesi uscito fuori Io stipite ncWdi P .fosphorea i /z, per 

la cui chiara dimostrazione si è ingrandita la estremità 

della P. fosphorea i6 n. Il succennato asse legnoso in 

questa i i ò appena quadrilatero nel mezzo ni , come 

meglio ravvisasi dal pezzetto delincatone nella Fig.iS, 

e mediante una membrana muscolosa aderisce a' lati 

ui tutta la lunghezza della cavità centrale dello stij3Ìte 

delle Pennatole, e presso il vóto delle pinne /vvv. Kella 

P. spinosa r asse legnoso rotondo 20 presenta una spe- 

cie di nodo o, ed ha due lamine muscolose^/), che in 

senso contrario vi si ravvolgono a spira , e legansi jioi ai 

Iati delle pareti dello stipite. Qui veggonsi j)ure i fori 

de' due canali longitudinali qq , que' di alcuni altri ss 

che vi sono in comunicazione , i lacerti lamellosi t a 

traverso della seconda tunica muscolare, ed i longitudi- 

nali V. Gli stessi due strati , vale a dire l'interno u e 

r esterno x , oltre la cute con piccole spiuuzze y, dimo- 

strausi nella Fig. 8. 

Sezionato traversalmente Io stipite della P. rubra , 

presso 1' apertura inferiore osservasene l' interna ca- 

vità divisa in due vóti od antri acquosi , che cre- 

scono (li numeio j)oco ]iiù in sopra 19 a l> e e ^ tran- 

ne il silo occupalo dall'asse legnoso ci. In questa mede- 

sima Figura guardansi ingranditi i calicetti sj)inosi^ della 

faccia inferiore dello stipite, que' delle pinne con qual-

(i3) 

che polipo ^ , ed i lacerti muscolosi traversali dell'inter- 

no di esse frapposti alle uova / , di cui uno si è in- 

grandito IO. I descritti antri acquosi hanno una disposi- 

zione quasi analoga nella P. spinosa e gmca (Flg. 9). 

i3 Polipo della P. rubra co' tentacoli pennati 

Z, suo calice m all'esterno spinoso. 17 Polipo avente 

la bocca cinta da' tentacoli , pp 12 e qq 14 sono gli 

abitatori delle P. spinosa e grìsea, alcuni de' quali stan- 

no ritirali nelle proprie casucce rr. Ss rappresentano le 

ovaie, nelle quali tolta la tunica esterna della pinna ap- 

parisce l'ovidotto î, che sbocca alla base di ogni polipo. 

Un gruppo di uova in forma di pero della P. spiìiosa 

apparisce in 3 , attesoché in 5 non solo si osservano una 

serie di uova orbicolari ?/ , e le spine piccole racchiu- 

se da particolare membrana , ma eziandio le 3 gradi ^. 

E tra ogni guaina havvi una filiera di tendinucci tra- 

versali, come si vede nella P. spinosa 2. 

Capitolo II. — Loholarie. 

§. I. Descrizione. 

I. Nozioni gcìieriche. Il nome Alcionio dato dagli 

antichi a queste produzioni è molto vago , attesoché 

con esso volevano far conoscere le sostanze molli , orbi- 

colari , e di dubbiosa natura, analoghe alle spugne, che 

marcano il limite tra il regno animale e 'l vegetabile. 

È frequentemente accaduto che lo zelo ed i talenti dei 

naturalisti siano spesso rimasti infruttuosi per certe spe-

( 14 ) 

eie di ricerche , clie sono figlie del caso e dell' azzardo, 

siccome gli Alcioni a chiare note ce lo dimostrano. In 

questi ultimi tempi si è però meglio distribuito siffatto 

genere, e Lamarck fiancheggiato dalle scoperte anatomi- 

che di Cuvier e Spix per VA. exos e loòatnni , delle 

ricerche diSavigny, Desmarets e Le Sueur su'Botrilli e 

le Ascidie aggregale , non che di quelle di Lumouroux 

su alcuni Talassiofiti erroneamente creduti di pertinenza 

animale, ha diviso il genere Alcyonium di Linneo in 

varie sezioni j essendosi da lui stabilite su V assenza o 

la presenza dei polipi , cui appartiene quella che de- 

scrivo sotto il titolo di Lobolaria. Ha essa per generica 

distinzione un corpo comune surto da una 

base attaccata agli scogli , ramificato in cima a guisa 

di albero , nella cui superficie sono in t)articolaii ricet- 

tacoli allogati i polipetti con otto pennati tentacoli. 

2. L. palmata. Da un disco carnoso abbastanza 

allungato elevasi uno stipite cilindrico , il quale , a 

norma che cresce in su , diminuisce di diametro e 

separasi in rami , che a rado si suddividono in altri , 

avendo 1' apparenza delle dita della mano. Per tutta la 

loro soprafiaccia fino alla cima si osservano i bulbetti 

polipiferi 5 di color roseo più carico ne' rami , ed assai 

più dello stipite. Giugno all' altezza di mezzo piede 

circa. Rarissime volte è svelta dalla propria dimora e 

gittata dalle tempeste marine sul lido di Miseno. 

3. L, spiiiolosa. L'esterna sujierficic del suo stipite 

fino alla uscita de' rami è coperta da sjìinuzze bianche 

assottigliate nelle due estremità , e fbrsi in tempo di vi-

(i5) 

ta capaci di movimento e quindi di piccola erezione 

come quelle della P. rubila. Il resto dello stesso 

ed i rami brevissimi, non che rotondati, ne mancano 

adatto. Ogni rametto ha cinque divisioni , aven- 

te cadauna un polipetto , che ritirato nel proprio sac- 

co resta maggiormente protetto da un orlo spinoso , se- 

parato in otto fascetti di spine , i quali tostochè siensi 

spiegali i tentacoli alternano con i medesimi. Il colore 

di simigliante Lobolaria è rosso scuro ne' ramicelli , e 

gialliccio nello stipite. Cresce come V altra assai profon- 

damente su gli scogli , e non si alza più di un terzo 

di palmo napolitano. 

§. II. Anatomia. 

Tutta la superficie cutanea della L. palmata e spi- 

nulosa osservasi scabra al tatto , meno però verso le 

ramificazioni , che appariscono alquanto rugose a lungo. 

Lo stipite di questa ultima specie ravvisasi tutto tessu- 

to di spinuzze bianche alla due estremità assottigliate : 

quale particolarità esiste eziandio nella circonferenza dei 

calicetti polipiferi protetti da un orlo spinoso e ramifi- 

cato in otto fascetti di spinuccie^ giacché quelli della Z^. 

palmata offrono otto denti. I polipi per nulla differisco- 

no da que' delle Pennatole , vale a dire presentano lo 

stesso numero di tentacoli pennati , i quali circondano la 

bocca, che termina nello stomaco. Vari gruppi rotondi di 

uova giallastre ho rinvenuto nelle pertinenze de' calicetti, 

in cui son racchiusi i polipi \ ma siccome lo spirito

( '6) 

(li vino le aveva già trasformate , così meriteranno ulte- 

riore e più attento esame. Per la circolazione sanguigna 

e pel respiramento ini rimetto al capitolo precedente, 

E nota abbastanza la somma ampliazione , di che 

son capaci gli sti])iti di tali esseri quando stanno in mare, 

alla quale , tostochè ne siano cacciati , segue massimo 

corrugamento. Ciò è dovuto air acqua marina che pe- 

netra nell'interne vie de' medesimi. Di l'alto il mercurio 

introdottovi , qualora si diriga verso le loro diramazioni, 

esce per la base de' polipetti 5 nel mentre che spinto 

in giù ha 1' uscita pel perimetro ampliato dello stipite, 

donde sgorga a guisa di pioggia raggiante. Sezionati a 

tal uopo sì quest'ultimo, che le ramificazioni, ajipari- 

scono in amendue una quantità di aie circolari situate 

a lungo, essendo maggiori nel centro e nelle superiori 

estremità, mediante de' traversali canaletti comunicanti- 

no con altre minori , le quali rendonsi poi più rare 

nelle adjacenze dello stipite. Sì lunghe lacune son 

vestite da une tunica mocciosa , la quale osservasi più 

delicata verso l' estreme ramificazioni , ed offre d' al- 

tronde nella base di detto Alcionio una perfetta incro- 

stazione calcarea , che maggiormente appalesasi tra il 

tessuto carnoso. Questa particolarità unita a quella del- 

la forma de' polipi lo avvicina , contro l' avviso di Pal- 

las e Bruguiere, alle Pennatole ^ nelle quali le moleco-- 

le calcari formano l'asse centrale, e qui si limitano ad 

incrostare le interiori pareti delle lacune acquose. E , 

se quelle esternamente offrono delle spinuzze, la L. spi- 

nulosa n' è benanche provveduta.

( »7 ) 

§. III. Lohularìa. 

Corpus commune , carFiosum , supra basim elevatum 

, raro caule brevi sufFultum , simplex aut varie lo- 

batuni 5 superficies polypis sparsis obsita. PoZyyî penitus 

retractiles , cylindrici , extus octo-striati j tentacula octo 

pedinata. 

gelo. 

L. palmata. —. 

L, 

mano di ladro o dita di An- 

Coriacea , stipitata , superne ramoso-palmata ; ramulis sub- 

compressis ; cellulis prominulis papilliforraibus. 

Alcyonium palnaatum. Pallas Elench. Zooph. p. 3/\g , 

n. 2o3. 

Manus marina. Rondel. ydquat. — Gesner Pise. p. i55. 

Fungus amanita marinus. Barrel. /con. 12q3, n.i et 1294. 

Fucus manum referens, Tournef. Inst. bot. , p. 5q6. 

Manus latronis aut leprosi. Marsil. ffist. mar. , tao. XI, 

n. 74-75 ; et tab. XXXVIII, XXXTX. 

Penna ramosa. Bohadech Jnim. mar. p. ii4, tab. IX , 

fs- 6,7. 

Planch, Jet. senens. 2, p. 222, tab. ^lll^Jìg. 6-8. 

Petiver pi. ital.y tab. l^Jìg. 28. 

Ginanni Jdriat. p. 45 , tab. i5o. 

A. exos. LiNN. cur. Gmel. Sfst. JVat. p. 38ii , n. a, 

ScHOEFF. Poi. Fiori/. 1755 , tab. III. 

Spallanzani Journ. de Pìijs. toni. XXVII! p. r88. 

Bruguiere Ene. méth. ., voi. VII, p. 21. 

Bosc Hist. des vers. tom. Ili, p. i3o. 

Bertoloni Dee. Ili , /?. 97 , n. i.

( i8) 

EspER Suppl. 2, tal. II. 

Lamarck Hist. des /tnim. sans vert- voi. II,p. 4r4,«. a. 

Lamouroux Poljp. Corallig. p. 336, ?i. 463. 

Bisso Produci, de Nice iom. V, p. 363. 

Latitai cum sequente profundo in pelago scopu- 

lisque affixuni. 

2. spinulosa. — L. spinosa. 

Stipile tcreti infcnie simplici , spinulis oLtecto ; superius 

ramulis digitato-qiiinatis; poljpis spiiiisrjue circumdatis. Nobis. 

Capitolo III. — Corallo. 

§• I. Descrizione. 

Uno dei più belli e preziosi ornamenlì del regno 

di Netlnno , il quale dai greci fu chiamato Korallion 

o sia abbellimento del mare , è la produzione di cui 

fassi ora brevissima istoria. Finché le lettere furono e- 

sclusivamente coltivate da' monaci, poco interesse si pose 

nelle scienze naturali j e per conseguenza del Corallo 

nulla si conobbe di rilevante. Talché sap])iamo che nei 

tempi antichi oltre Teofrasto , ne parlò Plinio ed Ovi- 

dio 5 elle ne trasse paragone per esprimere la durezza 

acquistata da' corpi col passare del tempo. Guysonius 

lo classificò tra le sostanze minerali, Boccone lo credet- 

te analogo alle Gorgonio , e Tournefort trasportato 

da sommo entusiasmo per le produzioni di Flora, al cui 

sguardo anche le pietre vegetavono , lo figurò tra i fio- 

ri con corolla ad otto petali cigliati. Errore che fu an-

( '9) 

che ripetuto dal Marslli finché non fosse stato da Peys- 

sonnel considerato abitazione di piccoli viventi. In pro- 

segnimento Reaumur , Jussieu , Donati , Ellis, Linneo, 

Pallas e SoLinder cercarono di assegnargli un posto nel- 

la classe degli esseri animali j ma al solo Cavolini la 

scienza è debitrice delle piìi curiose ed esatte disami- 

ne 5 che abbiansene potuto finora intraprendere. Né deb- 

basi tacere che Lamarck , Lamouroux , Bosc , Cuvier 

e Blainville abbiano eziandio e luminosamente percor- 

sa la carriera medesima. 

Il Corallo nasce attaccato non a raro sopra Indivi- 

dui della sua stessa specie , agli scogli o pure ad 

altre produzioni marine , che talora perfettamente in- 

crosta. Alza il suo tronco privo di qualsiasi articola- 

, 

zione più o meno dritto , e man mano ramificasi , non 

, 

oltrepassando la lunghezza di un piede. I rami nella cima 

sempre rotondati ora sono eretti ed altre fiate ricurvansi 

giù, diramansi in svariato modo, e spesso co' com- 

pagni s'innestano. E siccome l'influenza del raggio so- 

lare , essendo più perpendicolare , penetra fino alla sua 

dimoras, omministrandogli maggiore calore pel suo celere 

sviluppo j così per acquistare una determinata grandezza 

ha bisogna di 8 anni alla profondità di 3o braccia , e di 4o 

anni a quella di i5o. La sua propagazione nel cratere 

nostro fassi ne' mesi più calorosi in distanza di sei miglia 

dal lido, e propriamente nelle pertinenze di Vico Equense. 

Si è osservato che esso varia a seconda de' siti , crescen- 

do inoltre più sollecitamente nella parte occidentale, che 

nella orientale presso il promontorio di Sorrento. I ma-

( 20 ) 

rinai della Torre del Greco poco lontana dall' antico 

Ercolano per strapparlo dal mare si servono di im 

paio di travicelli lunghi palmi tre , incrociati , avendo 

in punta due grossi stracci di rete e nel centro un 

sasso , onde su gli scogli , o per 1' arenoso e limaccioso 

fondo trascinandosi , raccoglier ne potessero i pezzi già 

rotti. 

§. II. anatomia , analisi chimica ed uso. 

« Il Corallo, dice Imperato (Storia Nat. /iZ». XXVII, 

cap.2 ), sta naturalmente sopravestito di una sottilissima 

tunica crostosa , che lo copre mentre egli è rozzo sotto 

l'apparenza di vivace colore rosso, che poi se gli leva dal 

pulimento w. Quindi tolta la suddetta tunica esterna appa- 

risce il sottoposto tessuto fibro-parenchiinatoso , il quale 

ha tante lagune per quanti sono i tubercoli poljìileri , 

che sono perfetta continuazione ed allungamento di esso. 

Offre le fibre longitudinali variamente intrecciate , ne' 

cui spazi od aie raccogliesi una sostanza separabile colla 

soluzione nitrosa , che col tempo lo converte in gelati- 

na. Oltre gli esposti invogli evvene il terzo detto peri- 

scheletro , che più dappresso ricopre il fusto ed i rami 

del Corallo , ad opra di cui le molecole calcari alla 

parte ossea somministransi pei suoi annuali e concentrici 

accrescimenti. 

Qualora siensi spiegati gli otto raggianti e pennati 

tentacoli di color bianco-roseo punteggiato agevolmen- 

te vedesi nel centro la bocca , situata nell' apice della 

proboscide capace di allungarsi e restringersi , donde

( .1) 

verso giù continuasi l' esofago terminante nello stomaco. 

Fattasi una traversale sezione alle ramificazioni del tron- 

co del Corallo sarà agevole osservare che ogni solco 

scolpito nella sua faccia esterna sia all' intutto riempiu- 

to da un canale pregno di granelli giallicci , 

i quali a 

me sembrano le uova , avendo presso ciascun polipo 

l'uscita. Per questa medesima strada e pe' pori cu- 

tanei entra l'acqua marina, la quale circola per l'in- 

terno de' solchi o canaletti scolpiti nella superficie del 

suo scheletro. Lo spirito di vino mi aveva alterato i 

vasi liufaiici , che dalla base di ogni polipo davano il 

nutrimento e vita al resto degli strati cutanei , quando 

doveva descriverli. 

Vogel ha fatto l' analisi chimica di questo zoofito, 

in cui ha rinvenuto: acido carbonico 27,50, calce 5o, 

5o *, 

magnesia 3,oo j ossido rosso di ferro 1,005 acqua 

6,00 ^ residui animali o,5o 5 solfato di calce o,5o j e 

qualche traccia d' idroclorato di soda. Egli inoltra 

opina che il principio colorante del Corallo sia dovuto 

all' ossido di ferro , anziché ad una sostanza organica, 

come altresì da questo stesso debbanseqe ripetere le 

facoltà medicamentose. 

La terapeutica si è ormai dismessa delle varie sue 

preparazioni , ed al più oggi trovasi anche a raro j^re- 

scritto come dentrificio o pure in qualità di assorben- 

te. E se Orfeo col suono della sua cetra ne ha esagerato 

le lodi-, se Teofrasto e Plinio ne parlarono come 

oggetto di lusso , e di sommo prezzo j se i Romani , essendo 

a' nostri dì tuttavia in voga , lo credettero amu-

(") 

lelo (i) sufficiente a guarire i mali de' fanciulli ed a 

preservargli dal fascino (2) j quali pregi non ha esso ac- 

quistato con la moda ed il capriccio delle donne ? Gli 

stessi barbari , vale a dire i ]Musulmani e gli Algerini 

lo tengono in pregio , credendo con cattivi auspici fare 

scendere al sepolcro il corpo de' loro più cari amici sen- 

za una corona di coralli. Quale abbellimento non fornisce 

al collo delle Circassie, e soprattutto dell' adusta Africana ? 

]Nè il lusso europeo di forma sempre cangiante trascura 

di far tesoro di sì galante prodotto , costruendone dia- 

demi , pettinesse , collane e braccialetti dagli artefici con 

più o meno galanteria lavorati : arte che nel suol par- 

tenopeo ha toccato quasiché la metà , costitunedo una 

delle più perfette manifatture, di cui lodasi la industria 

napolilana. 

§. III. CoraUli descriptlo. 

Poìypariuìn fixum , dendroideum , inarliculatum , 

rigidum. Axis caulescens, ramosus , lapideus, solidus, 

ad superficiem striatus. Crusla corticalis in vivo niol- 

lis , carnosa , polypifera ^ in sicco indurata , porosa ^ 

cellulae sparsae •, tentacnla Sciliata. 

C ru bruni. — Corallo. 

(i) Collo sLispcnsuiii pellit de ventre tlolorcru. 

(2) Fulmina , tyj)honas tenipestatesque repellit, 

Umbras daemonicas, ac Thessala monslra repellit. 

Cloquet , Faun, des med. tom. IV , p. aaa.

( 23 ) 

Ramoso-dicholoma , carne miniacea lubrica , vasculosa ; ocu- 

ìis Svalvibus conicis subhiantihus sparsis, polipos albidos 8ten- 

taculatos bifariam cirratos exserentibus , osse lapideo ruberrinio 

exlus striato et foveolato. 

Lamouroux Polrp. Corallig. p. 4^6; et Dict. class, des 

se. nat. toni. VII, p. 44°* 

Isis nobilis. LiNN. Sjst. Nat. p. 1288, n. 6. 

Gorgonia preliosa. Soland. et Ellis Corali, p.90, fflè.XIII, 

J^§' 3.4. 

G. nobilis. Gmelin Sjst. Nat. p. 38o5 , n. 33. 

Pallas Elench. zooph, p. 2-^3 , n. 142. 

BoNANNi Mas. Kirch. p. a65, t. 284 ^ n. 1. 

Tournee. Inst. p. 5^2 , t. 33g. 

Marsili Hist. mar. p. 108, tab. 22-29. 

Donati Adriat. p. ô ., t. b. 

Knorr Delie, t. k ., n. 1-2 ;

Capitolo IV. — Gorgonia verrucosa. 

§. I. Descrizione. 

Gli antichi furono troppo discordi sul nome da 

assegnarsi a questo zoofilo , e lo stesso Imperato nep- 

pur ne conobbe la vera natura, essendo stato da Boerhaa- 

ve chiamato Tiiano-ceratofito. Boccone e Lobelio Io 

riunirono alle Coralline , ed il Plinio del Nord ne fon- 

dò il genere Gorgonla. Era dovuto al nostro CavolinI 

di esaminar la forma e la interna struttura de' suoi po- 

lipi 5 i quali sono perfettamente analoghi a que' del Corallo. 

Convìensi ormai esser esso rappresentato da un 

polipaio fisso ed a forma di albero ramificato , fornito 

di asse centrale incrostato da polpa egualmente viva, in 

cui albergano gli animaletti. 

Da uno stipite perpendicolare alla terra , abbastanza 

crasso , quasiché flessuoso , rotondato , nericcio , ed 

appena striato , hanno origine spesse volte da un solo 

lato le primarie ramificazioni: le quali, serbando iden- 

tica costanza nel divedersi per lo più in due, ed assotti- 

gliate negli estremi , compongono un grazioso cespuglio 

emolante presso a poco un ventaglio, e perciò oda' nostri 

marinai appellato palma marina. Nella grotta del Lazza- 

retto di Nisita, in cui non mai o pure fievol raggio so- 

lare penetra , vive in gran copia questa Gorgonia , fa- 

cendo pompa del più elegante colore di minio , che ne 

tinge la corteccia piena di polipetti di un rosso più

( ^5) 

sbiadato. Bastano soltanto poclie ore tenuta fuori ac- 

qua por renderla bianco-gialliccia , e carica di verru- 

che, in cui sonosi rannicchiali gli animaletti abbastanza 

sensibili ad una luce più vivace di quella a loro ordinaria. 

Cresce ella su qualsiasi corpo che in mare e nel soprad- 

detto luogo possa ritrovarsi. Mi è riuscito di graziosa 

spettacolo la contemplazione di una cavernosa pietra to- 

facea , cui aderiva sì una Spugna già morta e macerata, 

che un individuo ben grande di Gorgonia. Aveva chie- 

sta talmente espasa la polpa corticale della base del suo 

asse , che non solo era giunta a ricoprire maggior par- 

te delle piccole caverne della anzidetta pietra , ma cra- 

si eziandio diflusa ed Internata In quasi tutte le aje o 

lorarai della succennata Spugna , essendo poi al modo 

istesso dei rami e del suo stipite ricca di polipetti, 


MI diffondo poco nella descrizione degli otto 

tentacoli con denti laterali , i quali alternativamente 

s'mternano co' compagni, e cosi in parallela situazione 

SI chiudono e dentro II bulbetti ritirano. Il sacco mem- 

branoso che in giù vi si prolunga , e dentro cui gia- 

ce l'esofago e lo stomaco , è In perfetta continuazio- 

ne delie pareti del bulbo , che sta allogato nella polpa 

carnosa. Questa risulta da un tessuto spugnoso , facile 

ad essere inzuppato di acqua , emolante la cute , co- 

perto da una membranuccla esteriore e da un' altra 

interna, che si adatta all'asse centrale, facendovi I' of- 

ficio di perischeletro. Oltre l'esposto vedesl nell'Iute- 

4

( ^c ) 

riore faccia cutanea una serie di vasi pieni di umore 

Lianchiccio finiti ne' tentacoli , visibili anche ad occhio 

nudo nelle vene della cute , ed alternante con analoga 

filiera di canali ripieni di uova anche presso i me- 

desimi terminati , dove hanno V uscita , e che li re- 

puto simiH agli organi genitali delle Attinie e delle Ma- 

drepore. Cavolini aveva già osservato non solo che le 

Gorgonie fecondino di primavera , ma ancora la variabue 

figura 5 che son capaci di presentare i suoi sacchetti 

evi feri , vedendosi ovali, ovati, rotondi e bislunghi^ i 

quali risultano da una membrana contrattile abbastan- 

za , e da acinetti seminiferi. 

Egli con socratica pazienza ne indagò la rigenera- 

zione della polpa esterna, la facilità ad innestarsi, la 

continuazione dei propri offici privata di asse centrale, 

e '1 modo di sviluppo che la natura impiega per la ge- 

nesi di quest' ultimo , che lo paragono all' osso di Ija- 

lena , risultante da varie e sucessive zone ossee, aventi 

nel centro un asse biancastro, che forse sarà la sua 

stessa polpa per cause esteriori incrostata da sfoglie os- 

see, e quindi cliiusavi dentro j siccome avviene pe' corpi 

estranei rinvenuti nel centro del tronco de' vegetabili 

dicotiledoni. Quali articoli , perchè sono di ovvia co- 

noscenza , mi dispensano di farne ulteriore menzione j 

se non che credo a vieppiù convalidare qualcheduno tra 

questi indugio alquanto nel presente argomento. 

Ilo spesse volte osservato che, quando la succennata 

polpa si estende su' corpi marini, non solo presenta le so- 

lite venature , ma pure i bottoni polipiferi e quindi gli 

ovidotti alternanti e paralleli a' vasi nutrienti. E siccome

da questi reputo separarsi gli elementi calcarei dello sti- 

pite , cui mercè il perischeletro vi s' incrostano ^ così era 

regolare che in tali cutanei prolungamenti avesse dovuto 

quello eseguirsi, e perciò accadervene il deposito. I miei 

raziocini furono sempre coronati dal fatto , dappoiché 

tra i corpi incrostanti e la cute rinvenni una laminetta 

ossea di eguale lunghezza e forma , ma di più fosco 

colore. Che anzi da unaGorgonia fornita di simile par- 

ticolarità colla punta di una lancetta sollevai la prefata 

polpa, onde raderne la lamina ossosa j indi vi applicai 

la cute un pò raggrinîta , ma con i polipetti , e tuffai 

nell' acqua il sassolino , cui quella aderiva , essendo le- 

gato ad una corda , che inchiodai alle pareti della 

grotta del suindicato Lazzaretto. Dopo un mese visitai 

di bel nuovo il sassolino colla Gorgonia , ed alzatane 

la cute , ravvisai esservi già avvenuto il deposito delle 

molecole calcari sotto l'aspetto di esile sfoglia ossea. 

§. III. Gorgoniae descriptio. 

Polyparium fìxum , dendroideum , axe centrali cru- 

staque corticiformi compositura. Axis , basi explanata 

fixaque, caulescens , ramosus , substriatus, solidus , cor- 

neus, flexilis. Crwsâ corticalis axem raraosque vestiens, 

in vivo mollis, carnosa, polypiferaj in sicco spongiosa , 

porosa , friabilis : oscula cellularum ad superficiem in- 

sculpta , vel prominula. Teniacula 8 ad poliporum 

osculum. 

G. verrucosa. — G. verrucosa , o Palma marina.

( =8 ) 

Laxe-ramosa , flubcllata ; ramis tcrelibus , flexuosis , proli- 

fcris, \errucosis ; carne rubra. 

Lilhophylon marinimi. Gesner Lnp. fig. alfJ. i35, ctiS;. 

Corallina alba. Loiìel Hisl. p. 65o. 

Fuco vestito. Imperato St07\ Nat. p. 653. 

Coralloides granulosa alba. J. Bauviiìì. llist. plant.ini, JIg. 

et pcìg. 8o(j. 

Ceratopbyton flabelliforme. Raj. Sfn. png. Sa. 

LiTHOPHYTUM album noJosum. Tourn. Instit. i, li. 

Sloane Jam. et Jet. angl. voi. XLIV , n. l\n^ ., tab. II. 

Titano-ccralbopbytum. Boerhaav. Ind. hort.Lugdunob. p.'], 

n. 4-5. 

LiNN. dir. Gmelin Sjst. Nat. p. 38o3 , n. 8. 

Pallas Elench. Zooph. p. 196 , n. 126. 

Solande R et Ellis Corali, p. 89 , ?i. i/j. 

Marsili /lisi. mar. p. 91-104, tîb. 16, 18 , 21. 

Seea Mas. tom. Ili , tal. CVI , n. 3. 

Knorr Delie. I , tal). A , V , /. i. 

GiNANNi Adriat. lora. I , p. i4 , t^-b. VII , /! ao , 21. 

Cavolim Polip. mar. Mcm. I et II , tab. 1 , l\. 

Esper Sappi. II, tab. \l.,fig. mala. 

Bertoloni Dee. Ili, p. 93, n. 2. 

Lamouroux Hist. des Poljp. Corali. , />. /\ii. 

Lamarck Hist. des anim. sàiis vert. tom. Il, p. 3i5, n. 12. 

Risso Prod. de Niee tom. V, /'rtg^. 3a^. 

Habitat in Nesidis locis oLscuiis vegelabilis instar 

radicata , corium rubrum axim corncum indurans ^ va- 

ginis intra tentacula purpurascentia ac viva ova exeren- 

tibus ^ bas porro Gorgonias evulsas liberasque acque vì- 

vere , mutilalas redintcgrari , portiunculis multiplicari 

e.xossatas rigenerare, mixtas inseri , inversasque restituì, 

Cavolini docuerunt observationes.

( 29 ) 

MEMORIA II. 

Ricerche shile Cellepore , Millepore , Cellarte 

E CoDONITE 

Capitolo I. — Cellepore. 

5. I. Nozioni generali. 

Fabricio , Cavolini e Gmelia hanno i primi tratta- 

to delle Cellepore 5 determinandoue i caratteri, che in 

seguito furono vieppiù ampliati da Lamarck e da La- 

mouroux. Blainville secondo la forma de' polipi le ha 

divise in subfitoidée , agglomerate , ed incrostanti. Sif- 

fatte produzioni , che sono gli alberghi di minutissimi 

polipi, veggonsi in forma quasi membranosa, pietrosa 

o crostacea , fragilissime , e risultanti da una o più la- 

mine di cellette. Hanno esse grande approssimazione con 

le Flustre e le Millepore j e sono di tale picciolezza che 

sfuggono all' occhio dell' osservatore , avendo spesso 

r apparenza di macchie o di depositi calcari di figura 

presso a poco circolare , ed essendo a guisa di squame 

attaccate ad ogni sorta di produzione marina e soprat- 

tutto vegetabile. 

La scienza non possiede altra positiva notizia sul 

conto de' loro abitatori , che quella pubblicata da Ca- 

rolini su la C. spongites e hyalina., e da Spallanzani per 

la Flusira italica. La piccolezza di detti animali, la diffi- 

coltà di vederli usciti fuori le proprie abitazioni, e la poca 

trasparenza di queste , qualora vogliasene contemplare

(3o) 

un pezzetto al microscopio ^ sono state di massimo osta- 

colo a farne sinora acquistare una conoscenza esatta. 

In fatti bisogna confessare che tutte le volte che io abbia 

voluto esaminarla le mie indagini sono quasi sempre ri- 

maste infruttuose. La C. Macry intanto comechè suf- 

ficientemente traslucida permette di osservarne l' abi- 

tatore , il quale non differisce da quello descritto dal 

Cavolini. 

L'apertura di ciascuna Celletta presenta una specie 

di opercolo cornecr, che perfettamente la chiude. E qua- 

lora sia essa a metà aperta vi si veggono ne' lati due 

punti neri posti in mezzo di altrettanti semicerchi bian- 

chi , essendo uno l'orificio della bocca e l'altro quello 

dell'ano, e che dal Cavolini furono conosciuti col- 

1' espressione ad occhio di uccello. La bocca che puos- 

si allungare a foggia di proboscide giace nel centro di 

un disco sfrangiato in dodici lunghi tentacoli, i quali sono 

diflicilissimi a ravvisarsi e dotati di massima contrat- 

tilità, 

L' esofago , come tutto il rimanente del corpo , 

è racchiuso in un sacco membranoso, il quale osservato 

al microscopio vedesi oscillare ed istantaneamente am- 

pliare e restringere. Continua il corso verso il fondo della 

celletta per formare lo stomaco , donde superiormen- 

te è prolungato l'intestino fino all'ano, e che deve di 

necessità nell' opposto lato giugnere a livello della boc- 

ca in unione della quale rajìpresenta i due occhi di uc- 

cello poc'anzi nominati. Ciò posto vedesi bene che 

1 opercolo nell' anteriore e nosterior sua [)arte deve es-

( 3i ) 

sere mobile , aflÌDchè 1' animale a suo beli' agio possa 

aprirlo per metà a dritta e sinistra, o sia a seconda che 

vuole introdurre gli alimenti od evacuare le feccie. 

Nelle adiacenze dello stomaco sicuramente alberga 

r ovaia , che sotto la forma di liquido giallo si appa- 

lesa 5 ed a tal riguardo mi uniformo perfettamente al 

seguente avviso di Gavolini , vale adire: jj poiché este- 

riormente alle Millepore non ho mai veduto alcun sac- 

chetto , che potesse essere l'ovario, debbo pensare che 

esso sia nel fondo del corpo degli organi, siccome ab- 

biam veduto della Gorgonia e della Madrepora. 5j L'espo- 

sta idea è benanche sostenuta dall' osservare la genesi 

de* nicchi , i quali se appartengono a Cellepore di una 

lamina dimostrano con chiarezza che , essendosi ingros- 

sate le uova , 

gli animali di ogni cella han dovuto nei 

primordiali periodi vitali somministrare i sughi nutritizii 

a' rispettivi embrioni , che ingranditi hanno distrutti i 

genitori e le loro casuccie, onde far crescere le proprie. 

E nelle Cellepore a più sfogli è di curiosa contem- 

plazione la serie sopraccrescente delle lamine di cellette, 

che a mio avviso possonsi rassomigliare agli annuali ac- 

crescimenti a strati de' vegetabili a due cotiledoni. Dippiù 

se le ovaie avessero un esteriore ovidotto , le uova sa- 

rebbero facilmente portate via dall' acqua marina, e rare 

volte si vedrebbe lo sviluppo di una nuova su la vec- 

chia Cellepora : ciocché non ho mai osservato in con- 

trario avvenire, jì Si spande , dice Cavolini , la C. 

spongìtes come per tanti rami , e frattanto il pedale o 

sia la base suole morire. Alle volte novelle Cellepore alla

( 32 ) 

prima soprnnnascono e sulla distruzione di quella ve- 

getano. . . . L'animale (soggiunge egli saviamente per la 

C. hyalina fianclieggiato dall' opinione di Loefflingio 

e Pallas sul conto della Flustra pilosa ), siccome in 

sopra si avanza e ne' rami si dilata , così muore in 

basso e lo scheletro scusa succo rimane. « 

§. II. Descrizioni speciali. 

1 C. Tnuricata. Cellette gialliccie , depresse , alter- 

ne 5 scabre al latto , coperte di spinuzze e con aper- 

tura semilunare. Abljonda su' fuchi. 

2. C. Melohesia. Cellette emisferiche più o meno 

elevale da una comune crosta calcarea , bucale nel cen- 

tro , donde esce un polipo a lunghi tentacoli. Questa 

specie fu già conosciuta e delineata da Ferrante Impe- 

rato col nome di Mosco pietroso ( Stor. nat. p. 734? 

Jig. 2), perchè a guisa di fungo incrosta la Zonaria 

squamaria. Non è raro di vederla a guisa di macchia 

rosso-sbiadata coprire varie produzioni marine , avendo 

identica forma di cellette. Lamouroux ne fece il ge- 

nere Melohesia.) cui riportò la M. pustnlosa, e farinacea 

le quali sono per me la stessa specie. Anzi nell' o- 

pera su 1' Egitto ( iav. VI , 

/". 3 ) , si è dessa con- 

traddistinta col titolo di Melobesia verrucosa, essendovi 

però sbaglio nella citazione colla Codonytes Ed- 

wardsii. 

3. C. orci'oZaâ. Cellette ovale rigonfiate a conforma- 

zione di orcinolo , punteggiate , disposte quasi a pen-

(33 ) 

tagono , con apertura lineare allungata e fornita di lab- 

bro. Non è tanto facile a trovarsi. 

4 C. spongife. Cellette rettilinee depresse, scabrose, 

con apertura terminale rotonda, a più serie soprapposte di 

lamine rosso-fosche, emolanti la spoglia di serpe, e spesso 

avendo delle protuberanze coniche forate. Incrosta tut- 

t i corpi marini, le pietre, e precisamente la Zostera 

oceanica. I nostri marinai la chiamano cresco. E mol- 

to affine alla C. pumicosa. 

5 C. trasparente. Cellette ovali ognuna embriciata 

su l'altra, con aj)erture rotondate. Se ne osserva una 

varietà con piccoli tubercoli , ed un' altra tutta bianca. 

INasce attaccata alle radici dell' Alâ vetraria , e sulle 

pietre. 

6 C. perlacea. Diflferisce dalla precedente , colla 

quale ha di comune sì l'animale che il luogo natale, per 

la disposizione delle cellette , che sono smaltate da tu- 

bercoli bianchi , e per 1' apertura. Questa specie ha la 

varietà coli' apertura terminale allargata ed interna- 

mente dentata , o pure con orlo calloso ed un poco 

prolungato giù. 

7 C. di Bosscl. Cellette ovali, trasparenti a pentagono 

, con apertura rotonda terminale, e cadauna di 

esse circondata da una serie di forametti. Nasce su le 

frondi di Lattuga marina. 

8 C. di Macri. Cellette alterne giallastre , tuber- 

colate poste a pentagono e con apertura semilunare 

chiusa da opercolo corneo , che sembra avere iL punto 

fisso a dritta e sinistra. Cresce su le pietre diNisita. 

5

9 

( 34 ) 

C. embriciata. Cellette simmetricamente situa- 

te a pentagono compresse, con apertura ovale e risultanti 

da piccole squamette ossee disposte ad embrice. Cresce 

attaccata ai profondi scogli di Cuma. 

10 C. labbrata. Cellette ovali alterne, con apertu- 

ra quasi terminale e col labbro superiore a volta , 

prolungato dell'inferiore. Trovasi aderente alle Ostriche, 

e se ne rinviene una varietà fornita di cresta conica e 

cartilaginosa. 

j)iù 

11 C. di Larrey (i). Cellette gialliccie trasparenti 

disposte in linea retta ed embriciate , quasi coniche 

con pieghe laterali , ed apertura labbrata mversa. Abi- 

ta su r Ulva linza. 

1 2 C. mascherata. Cellette schiacciate , calcari , di- 

sposte in forma pentagona con il labbro superiore solcato, 

il palato depresso e con una fdiera di fossette nel pe- 

rimetro. Trovasi su 1' Ulva crispa. 

i3 C. Ronchi. Cellette embriciate , distinte , messe 

in linea retta, ristrette ne' due eslr(;mi , ricurve in ci- 

(i) Siccome Savigny a molle Cellepore ha im- 

posto i nomi de' suoi illustri colleghi nella spedizione 

di Egitto , guati Jìirono Larrey , Dubois, D elisie , 

JDesgenette ec. , così alcune di quelle , che io ho cre- 

dulo nuove , sono state da me dedicate ai nostri 

chiarissimi professori Cav. Banchi , Macj'l e Foli- 

nea. Possan essi gradire il tenue omaggio di un cuo- 

re rispettoso e riconoscente !

(35) 

ma , e con apertura circolare nel mezzo. Incrosta a più 

strati vari testacei. 

14 C. rostrata. Cellette compresse pietrose scabre, 

poco distinte e con apertura a quattro denti triangolari , 

de' quali il superiore è sommamente prolungato in giù. 

Intonica i corpi marini solidi. 

i5 C. tubercolata. Cellette ovate a pentagono con 

apertura marginale avente sopra un tubercolo acumi- 

nato a quattro faccie. Varia con forame rotondo , e 

cresce sul Fuco linifolio. 

16 C. cigliata. Cellette gialliccie ovali situate 

in forma pentagona con 4"7 rigidi peli posti nell' orlo 

dell'apertura circolare, corredata di opercolo con gam- 

bo. L comune su le pietre del nostro littorale. 

17 C. di Folinea. Cellette pietrose a foggia di 

orciuolo con apertura terminale ellittica cinta da sei ri- 

gidi peli ed un dente, disposte a pentagoni, e ne' lati 

fornite di un prolungamento acuto ed a canaletto. Rin- 

viensi su gli scogli di Vico Equense. 

18 C. coronata. Cellette ovate rigonfiate, embri- 

ciate, fornite a' lati di due tubercoli con spine articolate 

ed apertura piccola cinta da peli. Abita con la precedente. 

IO C. ovoidea. Cellette in grupjìi circolari, a gui- 

sa di uovo, con aj)ertura rotonda, e di consistenza pie- 

trosa. Cresce su vari fuchi. 

20 C. Magnevillana. Cellette ovate a giuppi circola- 

ri con apertura terminale, ed esternamente tutte bucale. 

Trovasi sul Ceramiiun i>crtìcillatum, ed a me pare che 

per la condizione de' fori nella sua esterna superficie

dlmoslra il loro ravvicinamento allo Millepore e Cel- 

larie. Ed è pur degno di osservazione che mentre dal 

suo interno esce la proboscide conica allungata dell'ani- 

male, da' pori delle superficie gialliccia esteriore sorgo- 

no altri animalucci. 

Cellepora. Polyparium sublapideum , intus porosum 

, in crustam expansuni , aut surrectum et fronde- 

scens ^ froudibus complanatis , lobatis vel ramosis , sub- 

convolutis j externa superficie ex cellulis uno strato coa- 

litis contexta. Ccllulae urceolatae , ventricosae , sub- 

membranaceae , exserentes , confusae : ore constricto. 

* Apertura oibiculari. 

1. C. melobesia. — C. melohesia. 

Incrustans , cellulis ciassis, com|)actis, conicis apice pertusis, 

glabris. Noeis. 

Melobesia membranacea , pustulala , farinosa et verrucala. 

Lamouroux Polyp. Coi'allig. pag. 3i5, tao. %.ll,Jig. a, 3. 

CodonjtesEihvardsii. SxMGny Poljp. d'Egjpt. «om.XXXllI, 

tab. VI , Jìg. 1. 

Risso Prod. de Nice tom. V, p. 34i. 

2. C. hyalina. — C. trasparente. 

Reptans , cellulis ovato-oblongis diapbauis , ore opcrculato, 

O. Fabr. Fn. Groenl. p. 3l\5 , ji. 44^- 

Cavolini Poìfp. mar. Meni. Ili, pag. 242, tab. IX, y. 8,9. 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3792, n. G. 

Rose Hist. des vers , tom. HI, p. 122. 

EsPER Zooph. tom. I , tab. I. 

Lamarck Illst. des aiiim. sans veri- tom. II, p. it3, n. 8. 

BoRY Dict. class, d' hist. nat. tom. III , p. 3o8 , n. 3. 

3. C. sj)ongites. — C. spougìta , Crnsco. 

Basi ir.ciuslaiis , explanationibus e crusta surgentibus tuba-

( 37 ) 

loso-turbinalis , ramosis , varie coalescentibus ; cellulis serialis , 

osculo suhoiLiculari. 

0. Fabric. Fn. Gronel . p. 4^4 > ^- 4^9' 

]Millcpora spongites. Solander el Ellis Corali, p, i3a. 

Adarce. Mercato Metalloth. n. 112. 

Poriis auguinus. Imperato Stor. nat. p. 63a. 

Gualtieri Jnd- Testac. post tab. LXX. 

Lapis spongiae. Besl. Mas. tab. XXVUI. 

B0NANN1 Mns. Kircli. tab. XI , fig. K. 

Eschara spongites. Pallas Elencìi. Zooph. p. 45. 

Cavolini Polip. mar. Mem. I, tab. HI,/. 16-18. 

LiNN. cur. Gmel. Sjst- nat. p. 3ygi , n. 2. 

Esper Zooph. voi. I , tah. III. 

De Moll. Eschar. tab. l^fig. 3. 

Lamouroux Gen. polyp. p. 2 , tab. XLI, ^g. 3. 

Lamarck Hist. des anini. sans vert. toni. Il, p. l'ja, n. 7. 

BoRY Dict. clas. d' Hist. nat. tom. III , p. 3o8 , n. 2. 

Risso Prod. de Nice tom. V, p. 337. 

4» C. perlacea. — C. perlacea. 

Incrustans, cellulis suLcjlindraccis ore marginato, tubercu- 

to-perlaceis. Nouis. 

a ) Apertura denticulato-cyalhiformi. 

5. C. Kosselii. — C. di Rossel. 

Cellulis ilamellatis lijalinis , ovatis , transverse sulcato-ru- 

gosis , foris circunidalis. 

Flustra Rosselli. Savìgny Poljp d' Egypt. tom. XXXIII , 

p- 69 , tab- X , fìg. II, 

6. C. imbricata, — C. emhriciata. 

Incrustans, lapidea, 1 lamellata , cellulis romboideo-stjaamo- 

sis imbricatis. Nobis. 

7. C. Coronata. — C. coronata. 

Cellulis ovatis venlricosis , lateribus tuberculo conico spinu- 

loso. Obs. Spinae ad oris aperluram tres baud sex , uti Savigjjy 

( Poljrp. d' Egj-pt. ) delineavit.

(38) 

8. C. Ronchi. — C. di Ronchi. 

Iiicruslans , alamellata ; cellulis ovatis subcompressis , api- 

ce inciirvalis , imLricalisve. Nobis. 

9. C. tuberculala. — C. tubercolata. 

Cellulis venlricosis pone apicem tuberculo 4fIuetro. Nobis. 

10. C. ciliata. •— C. cigliata. 

Ciustacea , lapidesccns , cellulis ore ciliato , 4"7 spinosis. 

O. Fabr. Fn. G/'oenl. p. 434» "• 44 1« 

Eschara crustacea. Pallas Elench, Zooph. p. 38, n. 6. 

LiXN. cur. Gmel. Sjsl. Nat. p. 3^92, n. 5. 

Bosc Hist, des vers tom. Ili , ya. laa. 

Lamouroux Polyp. corallig. pag. 93. 

Obs. Eius animai operculo orbicuLri peltato pedunculatoque 

praedilum est. 

11. C. ovoidea. — C. ovoidea. 

Incrustans , cellulis ovoideis subventricosis clislinctis. 

Lamouroux Poljp. Corallig. pag. Sg, tab. l, Jìg. i aB. 

Savigny Poljp. d' Egjpt. tom. XXIII, p, 65, lab. Vili, 

fS' ''' 

12. C. Magnevillana. — C. di Magneville. 

Cellulis distinclis aggregatis, ventricosis , parietibus compa- 

clis , exlerne serialim peitusis. 

Lamouroux Poìyp. corali, pag. 89 , tab. I , fig. 3 et B. 

e ) Cellulis esterne oblique sulcalis. 

** Apertura s

( 39 ) 

*•* Apertura Fingente. 

i5. C. labiata. — C. labbrata. 

Cellulis ovoideis imbricalis. 

Lamouroux Polyp. coralUg. p. 89, tab. Ì^Jìg. 2 a BCD. 

16. C. Larrey. — C. di Larrey. 

Cellulis resupinatis byalinis basi conica plicata. 

Savigny Polyp. d' Egfpt. tom. XXIII, p. QG^ tab. Vili 

fìg. 5. 

17. C. personata. — C. mascherata. 

Cellulis palalo depresso , perimetro pertuso. NoBis. 

*'** Apertura dentata. 

18. C. rostrata. — C. a rostro. 

Cellulis continuis coniplaiialis, ore denlibus quatuor quorum 

superior longe rostralus. Nobis. 

19. C. Folineae. — C. di Folinea. 

Cellulis urceolatis depressis, latcribus crista canaliculato-acuta 

praeditis, ore elliptico monodentato-spinuloso. Nobis. 

***** Apertura lineari. 

20. C. urceolata. — C. orciuolata. 

Cellulis ovalo-ventricosis punctatis distinclis. Nobis. 

Celleporae descriptae ia neapolitano laetissimo cre- 

scunt litore: et fucis , lapidibus , lignique frustulis ad- 

haeieat.

Capitolo II. 

(4o ) 

— Millcpora. 

Questo polipaio , non è aCfatto distinto dalla forma 

della sua massa , ma dalla natura delle cellette, 

osservandosi a foggia di lamine incrostanti, fogliacee ed 

arborescenti , o pure sotto 1' aspetto di ramificazioni 

fitoidée. Linneo vi aveva riunito molte specie dai moder- 

ni giustamente separate ^ restando tra le Millepore i 

polipai pietrosi con pori perpendicolari al loro as- 

se centrale , e ravvisabili specialmente verso i rami 

superiori. Da ogni foro quasi sempre orbicolare , ed 

appena prominente , internamente continuasi un cana- 

le , che finisce in particolare celletta scolpita nel 

centro del litofito, in cui n'esiste un numero affatto 

corrispondente a' pori. L' animale delle Millepore e so- 

prattutto della seguente fu rozzamente conosciuto da 

Donati , ed indi con accuratezza delineato dal Cavo- 

lini , che lo dimostrò analogo e quello delle Cellepo- 

re. E siccome i polipetti , che animano questo schele- 

tro , pria fecondano e poi terminano di vivere ^ così 

verso la radice morendo se ne chiudono i pori da ma- 

terie estranee ed anche calcari, restandogli lo sviluppo 

in su per l' ingrandimento delle uova. 

1. M. troncata. Da un tronco comune e semplice 

nascono de' rami sempre divisi in due, ed indi man mano 

in altre biforcazioni si separano, costituendo un grazioso 

e rosso cespuglio, verso le esterne ramificazioni intorno in- 

torno pertugiato, cilindrico, e con pori a serie longitudi-

(4») 

nali e disposti In modo che sei pori ne circondano un set- 

timo centrale. È da notarsi che nella sommità de' rami 

esistono le cellette a pareti distinte e trasparenti , dove 

albergano i polipi , e messe intorno un asse mediano 

al numero di 8-10. 

Guardalo un pezzo di questa Millepora sottacqua è 

curiosa l'uscita de' tentacoli de' suoi ospiti, che tutti av- 

vicinati e paralleli spuntano da ogni foro, fuori di cui 

SI espandono a foggia d' imbuto, avendo nel centro l' ori- 

fizio della bocca con 1' esofago continuato in giù verso 

la base del corpo , che sta attaccato al fondo di ca- 

dauna casuccia , la quale, riiirandovisi il polipo, rimane 

del tutto chiusa da coperchietto (1), sostenuto da 

pedicello attaccato al suo corpo, che sta elevato quando il 

tubo de' tentacoli esce, essendo quello necessario perchè le 

piccole Nereidi non se ne pascolassero. Il colorito di 

questi viventi è porporino, tranne i tentacoli che sono 

rosso-sbiadati , ma sempre meno di quello della ra- 

dice dello scheletro osseo. Ingannerei i miei cortesi let- 

tori se asserissi loro di aver potuto conoscere più mi- 

nutamente la struttura di sì esili viventi, pe' quali mi 

rimetto a quello che dissi delle Cellepore in riguardo al- 

lo sviluppo delle loro uova, e quindi sull' accrescimen- 

to de' rami dello scheletro. Pescasi assai profondamente 

(i) Dal dottor Cascio-Cortese di Drapanì ho ri- 

cevuto un pezzo di Millepora che in seguito descri- 

verò , la quale anche aveva i fori chiusi da un co- 

perchietto quasi corneo. 

6

( 42 ) 

tra gli scogli del luogo dello Jola. 

2. M, corno di cervo. È ramificala costantemen- 

te in due , compressa, scabra, rossa, in ogui punto prov- 

veduta di fori quasi circolari, ed avendo una lamina 

parallela sulla quale poggiano le secondarie divisioni 

delle cellette. Non l'ho veduta vivente. 

3. M. ììiiniacea. Cresce su le Alghe in piccole 

laminette rosse avvicinate ed emolanti i bottoni delle 

gemme delle pianlc appena sviluppate. Esaminatone uà 

pezzetto con lente apparisce tulio coperto di minuli e 

rotondi fo rollini. 

4» M. coriacea. Incrosta vari corpi marini come 

una lamina lapidea fornita di forirotondi ed irrei?olarmenle 

sparsi. E alquanto comune presso di noi. 

5. 31. Dilata. Prende la conformazione di una mas- 

sa pietrosa di figura ovata e con cellette a fori semicir- 

colari. L' ho rinvenuta alla Caiola. 

MiLLEPORA. PolypariuTìi lapideum , intus solidum, 

polymorphum , ramosum aut frondesccns , poris simpll- 

cibus non lamellosis terelnalum. Pori cylindrici , ut 

plurimum minimi , interdum non j)erspicui , axi vel 

explanationibus polyparii jierpendiculares. 

M. truncala. — M. troncata., Corallo falso. 

Ramosa , dithotoma ; rainis Icrctibus Iniiicalis ; poiis 5un- 

cialiLus opeiculatis. 

l- fé 

Stroem. yéct. Haun. toni. X, tab. IX , /. io. 

Pallas Etench. Zooph. p. 349 5 ". i53. 

SoLANDER et ElLIS Coiall- p. ll[I ^ TI. l8 , iClÒ. XXIII ,

( 43 ) 

Donati Jdriat. p. 55 , tab. VII. 

Mjriozoum. Jet. Jngl. 5'] , tab. XVll^^g. i-8. 

Madrepora truncata. Ginanni Op. post. toni. II 

, p. 8 , 

tab. l,fg. 3. 

Madrepora piscatorum. Marsili I/ist. maris p. i45 , lab. 

XXXII , n. i54. 

Pianta hirsuta forma Corallii. Besl. Mus. Lochn . tab. 

XXIII. 

Cavolini Polfp. mar. Meni. I et III, tab. HI,/. 9, i»» 

21 ; tab. IX , /; 7. 

LiNN, ciir. Gmel. S/st. Nat. p. 3'j83 , n. 5. 

Lamarck ///5^. f/e.y Anim. sans vert. toin. II, p. 202, 

7i. 5. 

Risso Proci, de Nice toni. V , p. 347. 

Blainville Z)/c^. des se. nat. tom. XXXI, p. 82. 

2. M. cervi cornis. — M. corno di cervo. 

Ramosissima subcompressa , ramis angustis , poris promiuu- 

lis lubulosis. 

Porus cervinus. Imperato Stor. nat. p. 8ao. 

SoLAMDER et Ellis Corali, p. iS/j , n- 8. 

Pallas Elench. Zooph. p. aSa , ìi. i55. 

Marsili Hisl. mar. p- 14'!) , tab. XXXII , /. iSa. 

BoNANNi Mus. luì eh. tab. CCLXXXVI , n. i3. 

Ginanni Op. post. tom. Il, tab. \ .,Jìg. 

BoRLAs. Cornwal. tab. XXIV ., 

fig. 7. 

LiKN. CUT. Gmel. Syst. Nat. p. 3784 , n. 7. 

Lamarck Hist. des An. sans veri. tom. II, p. 2o4, n. i3. 

Risso Prod. de Nice tom- V , p. 34g. 

3. M. miniacea. — 31. miniata. 

Minima , sublobata , poris cicbris minutis punctata. 

M. rubra. Solander et Ellis Corali, p. iSj , n. 12. 

M. pumila. Pallas Elench. Zooph. p. 261 , n. i54- 

il\.

(44) 

Madrepora ramosa. Broww Hist. lam. p. 891 , n. i. 

LiNN, cur. Gmel. Syst. Nat. p. 3r84 , "• 6- 

EsPF.R Zooph. voi. I , tab. XVII. 

Lamarck Ilisl. (Ics /Jìiìììi. sciìis veri. tom. 11, p, 202, v. 8. 

4. M. coriacea. — 31. coriacea. 

Semiorbicularis , 

rarius porosa. 

Pallas Elench. Zooph. p. 268 , «. 162. 

IMuscus lapidosus. Imperato Stor. nat. p. 840. 

Shaw ^fr. cipp. p. 47 1 inb. c\. fig. 

_fig. i. 

BoNANNi Mas. Kirch. tab. CCLXXXIX ., 

16. 

LiNN. cur, Gmel. Sjsl. Nat. p. 378S , «. aS. 

Cavolini Polipi mar. Meni. III , p. 268 , tab. IX, f. i5. 

5. M. ovata. — M. ovata. 

Slipile ovato , poris semilunarilms. rsoms, 

Nostro mari Milleporaruni species enumeratae fre- 

quenter occurrunt. 

Capitolo III. — Celiarla. 

Questa razza di zoofiti , clie abbisognava di accor- 

ti osservatori, onde essere distinta da' vegetabih*, richiamò 

tutta l'attenzione di Ellis per esaminarne il vero 

andamento. E lo slesso gran Linneo clie ne lece in gran 

parte tesoro non separò le Cellarie , da Pallas e Bra- 

guiere chiamale Cellularie, dalle Serlolarie. In Tatti dif- 

ferenza marcata esiste tra amendue , avendo quelle lo 

stipite delle prime articolazioni nella maggior parte 

composto di segmenti, nel mentre quello delle Sertolarie 

è tuboloso continuato , avendo gli abitatori di queste

( 45 ) 

sempre comunicazione con la sostanza animata racchiu- 

sa nei tubo de* rami principali. Ma del presente genere 

ulteriori divisioni ha fatto Lamouroux , vale a dire in 

Cabarea e Crisia. Le Cellarie intanto hanno per distin- 

tivo carattere un polipaio fitoideo cartilaginco-pietioso 

cilindricc», ramificato, e con casuccie sparse su tutta la so- 

prafl'accia di esse. INiuno scrittore parla della forma e strut- 

tura de' loro ospiti , i quali sono stati da me veduti 

con massima j)azienza nulla specie seguente, avendo ras- 

somiglianza perfetta con quello delle Millepore. Un sac- 

co muscolare , in cui esiste 1' ovaia e io stomaco con- 

tinuato in su coir esofago , caccia la proboscide al- 

lungata , mollo contrattile e cinta da una corona di 12 

sottili tentacoli. 

1. C. cereo. Da una comune ed orizzontale cep- 

pala attaccata agli scogli nascono alcuni rami jirimarii 

dritti ed altri ricurvi , vedendosi questi e quelli cac- 

ciare in giù delicati fili tuljolosi e sottili eniolauti le 

radicelle de' vegetabili. Le ramificazioni per lo più 

sorgono a verticillo o sia a tre da uno stesso punto , 

ed ognuna nell' uscita si restringe in un corneo pedi- 

cello , terminando troncata da quattro cellette : la cui 

disposizione è quasi circolarmente alterna , essendo 

cadauna rigonfiata un poco , ben distinta dalle compa- 

gne , tutta punteggiata e con apertura circolare al- 

quanto sollevata ed appena ricurva. Riesce di facile 

osservazione la genesi dello sviluppo suo in lunghezza 

e la divisione de' ramicelli. Muorendo nella corrispondente 

casuccia il proprio polipo per la deficienza de' sughi nu-

(46) 

tritizi, che s' Invertiscono per V accrescimento delle uova. 

La nuova celletta esce per V apertura della vecchia, do- 

ve è obbligata di restringersi , ed allora si araplia quan- 

do ne sia perfettamente uscita. Il colore di questa Cel- 

laria è giallo , e pescasi nell' isolotto della Caiola. 

2, Da' marinai d'Ischia lio ricevuto de' pezzetti di 

una Cellaria che parmi avere molta somiglianza con la 

Seriularia fndescens ( EUis Corali, lab. VI , ) o con 

la Tiibularia ramea di Pallas. Essa è rappresentata da 

uno stipite l'amoso sul quale si veggono talune cellette 

prominenti e continuate co' suoi canali interni, e forni- 

to di ramicelli alterni distici, ritorti nel principio, i qua- 

li son fatti da tre o quattro tubi a fascetti paralleli. 

Cellaria. Polyparium phytoideum surculis ra- 

mosis , tubulosis subarlicnialis , corneis , nitidis , la- 

pidescenlibus. Cellulae seriales, vel concatenatae , ad- 

natae , plus minusve incrustatae ad superficiem poly- 

parii. 

1. C. ceroides — C. cereo. 

Ramosa articulata ; arliculis subcylindricis , celhilis apice 

subprorninulis. 

Sul.vndkh et Ellis Corali, p. aS , lab. V , Jig. h B 

C D E. 

Seriularia ceroides. Linn. cur. Cmeun Sjst. Nat. ]>. 3862 , 

71. 75 : ci S- opiintioidcs , p . 3863 Bruguieue Eric, me ih. toni. 

, tì. 

'J'j. 

VII, p. /\3S , 11. 3. 

Lamarck Hist. des aiiiin. sans veri. toni. II, /7. i35,». "ì. 

C. opuntioides. Pallas Eletich. Zooph, /^. 61 , 7/. 20. 

Lamouroux Polyp. CoralUg. p. 127 , n, 237.

(47 ) 

Salicorniaria ceroides. Cuvier Régn. anim. iom.lV, p. y5. 

Risso Prod. de Nice tom. V, p. Zi'] , n. 23. 

Habitat in saxis Euplaeae 

Capitolo IV. — Coàonita. 

Il carattere di questo genere consiste in piccoli polipai 

non aderenti, orbicolari , appianati come una mo- 

neta, e per lo più da una sola faccia porosi. Qui parmi 

trovar posto le due specie che ne descrivo , la prima 

delle quali fu denominata da Cavolini Millepora car- 

duncuìiis. Questi ne descrisse 1' animale simile alle Cel- 

lepore , cui per verità ha tutta l'analogìa. Per (juante 

fossero state le mie diligenze non ho potuto mai veder- 

lo uscito fuori i suoi nicchi. 

1 . C. cardoncello. Molti pezzi triangolari a guisa 

di raggi si elevano da una lamina orbicolare delicatis- 

sima , rimanendo quelli uno spazietto centrale con esi- 

li pertugi , avendone una serie longitudinale, che si con- 

tinua talora fino al perimetro del disco quasi sempre 

ripiegato e privo di cellette , che vi si veggono distrutte. 

Osservata la inferior faccia di questo, rilevasi nel centro 

con cui attaccasi a' fuchi , il nocciuolo di una spirale di- 

sposizione di cellette , ognuna delle quali contiene il 

proprio polipo contratto , che fa uscire i tentacoli per 

ciascuno forellino del piano inclinato de' pezzi triangola- 

ri. Se ne trovano parecchie varietà, tra quali è da no- 

tarsi quella senza triangoli convessa e bucata, e l'al- 

tra con lamine triangolari assai elevate , nei cui spazii

(48) 

.sistono i pori. II suo colore è ceruleo sbiadato , oppu- 

re biancastro. L comune nel nostro cratere. Chi sa che 

la Fungìa leniicularis e F. agaricoides di Risso ( Op. 

cit. tom. Y ^ p. ^^^ •) 

fig- 52 e 53 ) non spettino a 

questa specie , di cui non si era tenuto conto da' mo- 

derni naturalisti , che 1' hanno eretta in genere nuovo 

senza citare il suo primo descrittore. 

2. C. imbutiforme. Una duplice serie concentrica 

di cellette imbutilbrnn si dispone sul disco , le qua!?, 

offrono il breve cannello dell' imbuto rivolto verso la parte 

centrale, e l'apertura riguardante il perimetro di quello j 

talché la seconda filiera di cellette concentrica è sotto- 

posta alla prima, ed amendue rappresentano una dispo- 

sizione raggiante. Il suo colorito è quasi violetto , e 1' ho 

trovata aderente ad un sasso gitlato sul lido di Marc 

chiano , ma senza animali. 

CoDONYTES. Polyparixim orbiculare, lapideum, pla- 

no-convexum , superno in disco porosum. Pori minimi 

vel cellulae radiatim dispositae. 

1. C. cardunculus. — C. cardonceìlo. 

Disco spiralibus celhilis ; laminibus trigono-p_y ramidalibiis , 

tuLiilis scriatim disposilis. 

Millcpora caiduncul'is. Cavolixi Polipi mar. Meni. I , p. 

7^ , tab. Ili ,fig. 19 , 20. 

LiNN. cur. Gmel. Syst. Nat. p. 3790 , n. 34- 

Mclobesia radiata. SavignyPo/;'/?. d' Egypt. fo/n.XXlII,^. 69, 

tab. yi.fig. 3. 

Habitat ubique in 77z«ri nostro, Carr/»/ florem quo- 

ti a iiui lodo rcferens.

(49 ) 

2. C. infundibulum. — C. imbutiforme. 

Cellulis Jnfundibulirormibus duplici serie ac concentrice in 

disco Jamellifonni dispositis. Nobis. 

Invenitur scopulis affixa. 

Spiegazione delle Tavole. 

Tavola XXXII. 

Fìg. I 

. Lobularia palmata , in cui si veggono i 

polipelti usciti fuori del loro ricettacolo aa, il quale è chiu- 

so in h b. 1 Uno di questi si è ingrandito di diametro 

per meglio conoscerne la conformazione delle lacinie pen- 

nate h , la bocca e, e'I sacco dove racchiudonsl i suoi 

organi d. Sezionali per traverso sì il pezzo superiore 

8, che l'altro inferiore 9 dello stipite , appalesansi 

le lacune de' canali acquosi, che sono più stretti in que- 

st'ultimo ossia verso la base , in cui sono incrostati 

di sostanza quasi calcarea e mercè aquedotti ee f ter- 

minano nel perimetro della sua base ampliata. Dippiù 

se ne è ingrandito un pezzetto col microscopio io, per- 

chè si vegga la sostanza da cui è composto , le lacune 

e la lamina calcarea , che internamente le intonica. 

3. L. spinulosa nella sua inferiore superficie co- 

perta da spinuzze bianche strettamente tessute , di cui 

una si è ingrandita 1 1, essendo poi quella superiormente 

provveduta de' polipetli , cinque de' quali finiscono in 

un gambo comune hb , siccome rilevasi dalla Fig. 4, 

giacché le lacinie pennate s r de' medesimi ( Fi». 5,6 ) 

7

( 5o ) 

sono guarentite da un orlo spinoso A 7i terminato in ot- 

to fascetti di spine lii , e clic in 7 

si è delineato più 

grande. 12 Polyclinuni sepiosiim ^ i3 P. saUirnìuni e 1^ 

Aplydinm arcolatiim^ appartenendo al secondo il ricetta- 

colo globoso-allungato fornito dell'apertura a, donde esco- 

no le uova, e per la quale entra 1' acqua marina, facendosi 

strada ne' canali hh, tra quali esiste la bocca e 1' ano del- 

le piccole Ascidie. Di queste si è ingrandito un gruppo 

16 spettante all' ^. areolatam, onde far conoscere il 

ricettacolo proprio a cadauna A , la cui ovaia a b si 

continua fino al fondo , prolungandosene in su 1' ovi- 

dotto e aperto tra lo stomaco cZ e 1' intestino e. 

18 Pyrosoma gigantea , clie in k oflVe l'apertura 

comune per l' entrata dell' acqua , la quale fassi strada 

19 i pel canaletto ^y di cadauna papilla , avendo a' la- 

ti r orifizio della bocca l e quella dell' ano m , veden- 

dosi in giù lo stomaco n , col fegato o , come meglio 

rilevasi in 20. 21 Beroe ovatus con le due apertu- 

re anteriore p e posteriore q, le serie di francie due la- 

terali 7*5 , e le superiori tw. una delie stesse si è in- 

grandita 22. 23 Spongìa angulosa? e 25 S. seiulosa 

co' respeltivi pezzi accresciuti di diametro 2^ e 2G. 

Tavola XXXIII. 

Fìg. 1. Coralliiun ruhjmm vestito dalla sua pol- 

pa carnosa , da cui escono i polipetti , i quali si os- 

servano chiusi ne' propri ricettacoli h ( Fig' 2 ) , 

ove appariscono pure i solchi scolpiti sidla esterna fac-

( ^» ) 

eia a dello scheletro. 3 Rappreseota le varie forme dei 

sacchetti oviferi , uno de' quali si è rotto per la uscita 

delle uova e. 

4- GoT'gonia verrucosa di mediocre grandezza canea 

di polipetti 5 vedendosi uno di questi 5 ingran- 

dito per la chiara conoscenza dei tentacoliyj della bocca 

(52 ) 

Tavola XXXIV. 

I Cellepora hyalina , 2 una di esse ingrandita a, 

altra guardata per la parte inferiore con 1' animale h , 

il cui opercolo è e con 1' orifizio della bocca e?, e l'ano 

e : 3 lo stesso cavato dalla propria abitazione, essendo- 

ne la bocca/', la massa de' visceri g, 1' ano h, e se n' è poi 

ingrandita la proboscide co' tentacoli /. 4 ^' perlacea^ 5 

sua varietà e 6 ceiletta ingrandita di questa ni e di aU 

tra varietà/. 7,8 C. Rossclii; g,io C. Macry -^ 11,12 

C. ìmbincata \ i3,i4 C. labiata-^ i5,i6 C. Lar- 

rey -^ 

175^8 

^' personata \ 19520 C. Ronchi-^ '2.ìî-2 

C. Tostrata j 28,24 C tuberculaia; 25,26 C. ciliata , 

di cui 27 mostra la varietà 28 con opercolo pedunco- 

lato o" 20, 3o C. Fulineac -^ 

3 

1,82 C. coronata'^ ^3 

ovoìdea\ 34 C. magnevUlana ^ e in 35 se ne ve- 

de una ingrandita p ed un' altra colla proboscide q 

dell' animale.

(53 ) 

MEMORIA HI. 

Su IL PlROSOMA , IL BerOE , LA SalPA , E LA GlEBA : 

NON CHE SUPPLEMENTO I. ALLE OLOTURIE , AtTINIE ED 

Asterie. 

CAPITOLO 1. — Pìrosoma. 

La sua scoperta non rimonta oltre i principj del 

secolo corrente. Peron ne diede la prima descrizione, che 

in seguito è stata in gran parte migliorata da Le Sueur e 

Savigny. Esso è costituito da una massa comune libera, 

galleggiante, cilindrica, cristallina, aperta da un solo estremo, 

chiusa dall'altro, ed affatto coperto di papille coni- 

che. Richiama tutta V attenzione de' naturalisti lo splendor 

luminoso (i) , donde ha ricevuto il nome, di cui 

la notte sfavilla in seno alle acque, offrendo il più ga- 

io , brillante ed istantaneo colore rosso vivo all' ap- 

prossimarsi l'aurora, che gradatamente passa al ran- 

ciato , al bleu-azzurro, ed al verdastro. 

( 1 ) L' acqua marina deve questa proprietàfosforica 

alla presenza de' corpuscoli luminosi estranei alla sua 

natura, e fosforescenti come i Lampiri sino alla morte, 

Rigaiul l'attribuì a' polipi sferoidali diafani -, 

Niewland 

ad animaluzzi provenienti della materia prolifica dei 

pesci; e Dicquemaire ad animali sferici. Forster la 

fa dipendere da tre cagioni , vale a dire da' crosta-

( 54 ) 

Descrizione del P. gigantea ) Corpo cilindrico , 

quasi eguale nella intera sua lunghezza di un piede cir- 

ca , tranne anleriormenle più ampliato e fornito di aper- 

tura, essendo posteriormente più ristretto. Le papille sono 

coniche , abbastanza lunghe, assottigliate in cima, e di- 

sposte senza alcun ordine. Il suo colore è azzurro che 

cangiasi in cristallino , quando è vicino a morire. La 

sua fosforescenza è troppo nota a' nostri marinai , che 

lo chiamano candeliere di mare. Verso il termine dell' 

inverno si pesca colle reti nel nostro cratere. K me 

pare che ad esso debbansi riportare le altre due specie 

P. atlantica ed elegnns fondate su caratteri molto in- 

costanti e figli della grandezza, non che della forma e 

disposizione delle papille , nello stesso individuo a se- 

conda de' vari moti tropj)o variabili. 

Anatomia. Osservata con lente ogni papilla, quan- 

do r animale sia in vita , chiaramente rilevasi che ha 

nell' apice un forame meno visibile degli altri due esi- 

stenti ne' suoi lati , o sia quello della bocca e dell' ano. 

Quali parti maggior rilievo acquistano contemplate al 

microscopio , con cui apparisce il tragitto dell' esofago 

coi , dalla elettricità e, dalla formazione del fosforo. 

Finalmente Humboldt l' attribuisce a//a Nereis noctilu^ 

ca , Suriray alla N. miliaris, Bancks a' crostacei ., 

ed Anderson aW Ou'iscws fiilgens (Ferussac, Bull, dcs 

se. nat.., Zoolog. sett. i825, p, i3i ). A mepare che 

dipenda dallo sviluppo esclusivo della luce fosforica 

e da certi animali.

( 55 ) 

poco allungato , finito nello stomaco , e non così 

flessuoso come l'intestino. Anzi presso la convessità 

di quello esiste un gruppo di glandulette di color car- 

minio , le quali più rare veggonsi su V esofago , ed 

a me pare che sieno le uova , avendo per la situa- 

zione molta analogia con qualche Ascidia semplice. I 

descritti organi possono essere ritirati nella interna e lon- 

gitudinale cavità del Pirosoma, ove escono fuori le re- 

speltive nicchie, in tal modo agevolandosene l'esame. 

Il mentovato cavo riempiuto di mercurio offre 

de' canali conici , ognun de' quali separatamente sboc- 

ca nelle punte delle papille, cosicché l'acqua marina 

entrata per l'apertura principale del corpo, corrugan- 

dosi la specie di orlo sfinterico , a poco a poco è ob- 

bligata di zampillare per le papille, eli' essendone qua- 

si deficienti veggonsi appianate. Le pareti del corpo so- 

no abbastanza doppie, ed offrono un tessuto gelatinoso 

cristallino , che fra poche ore spappolasi in sostanza 

mucosa, ed è perfettamente privo di qualunque apparato 

vescicolare cromofero necessario alla sua notturna fosfo- 

recenza , che penso in gran parte dipendere dalle contra- 

zioni del tubo intestinale che diverse refrazioni e rifles- 

sioni di luce somministra in grazia dell' ovaia, che gli è 

aderente. 

Non vi ho ravvisato altra traccia di lacerti mu- 

scolari che nella base dei particolari canali delle pa- 

pille-, ma son persuaso che le medesime si estendono 

per tutta la lunghezza loro , essendo meno visibili in 

quella del corpo intero. Così puossi concepire il celere mo-

( 56 ) 

to e progressivo sì di tutta la sua massa e di ciascuna 

papilla , che le contrazioni di amendue. Queste poche 

notizie desunte dall' anatomia parmi che sieno in gran 

parte discrepanti dalle idee, che pria ne aveva acquistato 

colla lettura delle dotte opere spettanti ai benemeriti 

scrittori oltramontani, che mi han preceduto. Ed ho fermo 

proponimento di rivenire con novelle ricerche su 

questo importante articolo di notomia comparata. 

Pyrosoma. Corpus aggregatum , liberum , cylindri- 

cuni , gelatinosum , intus cavum, apertura unica , exter- 

ne tuberculis praeditum. Tuhercula foro terminali prò 

aquae cgressu , ac dextrorsum ore et sinistrorsum ano 

communita. 

P. gigantea. — P. gigante, Buomrno. 

Tuberculis conicis confertis iuiLrJcalis , a[iicc 3foratis. 

Le Suelr Bullctt. des se. mai i8i5, tab. I,y". i-3, 5-i3; 

Journ . de Phys. min i8i5,y. i 3, 5-i3. 

Peron Voya^. lab. penult. 

Savigny Aniin. saiis vert. tom. II. Meni. pag. 2ot , iab. 

IV , /. , 7 tab. XXI et XXIII. 

Lamauck Hist. des aniin. sans veri, tom, IM^ p. iii,7i. 3. 

CuviER Regn. aniin. tom. Il, p. 5oo. 

Bisso Prod. de JSice tom. IV , p. 284. 

Blainville Dici, des se. nat- fase . VII , 

Capitolo li. — Beroe. 

y". G. 

Le nozioni, che finora se ne hanno, sono troppo 

incomplete j e splaccnii che dopo tante indagini per 

av^rpe qualche indivìduo ben conservalo, neppure sia

( 5^7 ) ^ 

riuscito a soddisfare i miei desideri. E cerio però che 

del genere Beioe e Callianire siamo molto lungi di pos- 

sedere esatte idee. A me pare che i suoi generici ca- 

ratteri si riducano ad un corpo più o meno allunga- 

to , cilindrico , gelatinoso , trasparente , fornito di coste 

cigliate , con apertura anteriore labbrata e posteriore 

circolare apjiena lobata. Credo inoltre che le sue diverse 

specie , che oggigiorno senza dubbio si ammettono , 

mercè più attente disamine potransi ridurre ad una 

specie sola 5 poiché il B. ovatiis è rotto a metà , la 

Callianira Iriploptera rappresenta quest' ultimo spacca- 

to, ed il B. pileus e novemcostalus un individuo più o 

men piccolo e contratto. Del resto le sue specie si potreb- 

bero fondare sul numero delle coste, sebbene io le ab- 

bia qui tutte riunite , finché non se ne daranno esatte 

descrizioni. 

Il B. ovaio è in tutta la superficie sua corredato di 

otto coste cigliate , delle quali quattro sono laterali , 

due superiori ed altrettante inferiori , simmetricamente 

nate dall' orlo rilevato della bocca , e finite nogl' incavi 

de' lobi dell' ano. Ogni costa risulta da una fascia di 

fibre longitudinali, in cui sono impiantati mercé musco- 

letti orbicolari taluni dentini ricurvi ed equidistanti , avendo 

gli stessi un movimento assai rapido e vermicolare. Or 

mentre le fibre descritte sostengono questi ultimi, servo- 

no altresì a regolare i moti di contrazione e di rilasciamento 

dell'intero corpo, da fargli acquistare la forma ovata, 

circolare, allungata ec. j e son esse clie, rotte in parte 

o disfatte per causa qualunque le divisate fascette mu- 

8

( 58 ) 

scolari , rimangono poi aderenti e pendule dal resto del 

corpo. 

Ha inoltre due canali sanguigni qua e là ra- 

Jiiificati , che con direzione parallela partono dall' ano 

e si dirigono verso la bocca , presso la quale esiste 

anche un forame nel perimetro corredato di altri ra- 

micelli vascolosi , e che parmi analogo al forame del- 

l' ovidotto di alcune Oloturie. La sostanza del corpo 

ii gelatinosa , color di rosa pallida , ma piena di fol- 

licoletti rossi, cosicché apparisce interamente punteggiata. 

Le coste poi sono cerulee e le ciglia offrono a pezzi 

interrotti tutt' i colori dell'arco baleno. I marinai che lo 

pescarono nel mese di agosto in Ischia mi assicuraro- 

no di aver loro mostrato , come a me fecero vedere 

le sole coste e le ciglie , la più bella e variata fosfo- 

rescenza, chiamandolo perciò Ruommo farinaio o fuo- 

cheggiante. E tal (enomeno era tanto più vago e va- 

riante, per quanto irregolari e rapidi n' erano i movimen- 

ti. Forskahl assicura che non se lo potè proccurare in- 

tero , ma che vi ravvisò un color vivo di fuoco , che 

passava da un'estremità all'altra ( Descr. Anim. p. 

Ili, n. 29 a ). Per la bocca entrava l' acqua, che usci- 

va dall' ano , nel quale cavo esister debbono i visceri 

analoghi fors'C alle Sal[)e , cui per la esterna conforma- 

zione moltissimo somiglia. 

Beroe. Corpus liberum, teres, hyalinum, gclalino- 

sum. Costae lungitudinales ciliatae. Apertura labiata an- 

lice et orbicularis postice. 

B. ovatus. — B. ovato, Ruommo fiammeggiante.

(%) 

Corpore cylindrico elongato costis odo parallelis denlicu- 

lalo-ciliatis. 

B. ovatus, B, cjlindricus, B. pileus, ei Callianira triploptera? 

Lamarck Ilist. des anim. sans veri. tom. II, ?i. i 

pag. 466; p. 470 , n. 1,2, 3. 

Medusa Beroe, Volvox Beroe, ef V. bicaudatus. Linn, Sysf 

Nat. ed. X et XII, p. 1824, n. i,a. 

M, ovata et M. pileus. Baster Op. subsec. tom. Ili, 

p. 123 , tab. XIV, /o-. 5,6,7. 

MuLLER Zoolog. Dan. prod. p. 282 , n. 1816. 

M. infundibulum. Gmel. Sjst. Nat. pag. 3i5-^, n. i3, 14. 

Brown lamalc, p. 384, t^^- XLIIl , J". a. 

B, ovalus , B. pileus, B. hexagonus et B. novemcostatus. 

Brvgvieke Ene. meth. tom. VII, p. i6f) , /rti^». XC, 

Peron et Le Sceur Fojag 1 , tab . XXXI 

, /. i, 

B. pileus et B. elongatus. Risso Prod. de Nìce tom. V, 

pag. 3o3 ,72. 1,2. 

CuviER Regn. Anim. tom. IV, p. 5a. 

Blaixville Z?/ci. des se. nat. tom. XXXIX, fase. VII, 

./%• 6. 

Capitolo HI. — Salpa 

Ti' infaticabile e sventurato Forskahl è stato que- 

gli, che ha più di ogni altro naturalista lavorato sul genere 

Salpa, cui hansi da riportare le Talie di Brown, e che 

Bruguiere per giustissime considerazioni ha denominato 

Bifore 5 attesoché siffatti animali hanno due aperture , 

r anteriore labbrata in cui esiste la bocca , e la poste- 

riore quasi circolare, nella quale termina l' ano. La forma

( 6o ) 

del corpo eziandio varia , ma puossi con sicurezza affer- 

mare non discostarsi troppo dalla cilindrica. Le Salpe, quan- 

tunque possano cangiar sito , pure a raro si trovano 

isolate, amando sempre di starsene avvicinate in grup- 

pi mediante alcune fovee ovali , che a' lati del corpo pos- 

seggono , ad opra delle quali si attaccano fra loro o 

ad altri oggetti. Mi lijuito per ora a descriverne qual- 

cbeduna , riserbandomi di completarne a miglior tempo 

le ricerche anatomiche fatte sulla S. maxima, 

intorno alle quali la zootomia possiede non disprege- 

voli disamine appartenenti al celebre Cin ier e Savigny , 

oltre l'articolo inserito dal chiarissimo de Fcrussac 

nel suo classico Bull, des se. nat. voi. VI , p. laS. 

I . S . cerulea. Ho molto esitato se avessi dovuto ri- 

portarla alla S. pinnata , o pure erigerla in nuova spe- 

cie. Attesoché reputo eguale servizio reso alla scienza 

di bene determinare i caratteri delle specie dubbiose , 

che stabilirne altri con individui novelli. D'altronde 

leggendo la descrizione di quella fatta da Bruguiere 

e ricavata da Forskahl , che nulla ha ommesso nella 

sua specifica descrizione , mi sono determinato a repu- 

tamela diversa , e dubito soltanto che non sia la varietà 

della S. pinnata da esso lui veduta. In qualunque mo- 

do eccone la descrizione. 

Ha ella il corpo cilindrico decrescente verso l' ano, che 

termina molto ristretto, ed il labbro inferiore si ripiega 

in dentro a foggia di valvula. Poco lungi dall' ano esi- 

ste un nocciuolo ovato , che è poco distante da una 

produzione allungala , compressa , e con traversali

( 6; ) 

rughe, che in altre specie si è creduta essere la pinna. 

A' lati del corpo e propriamente nella parte media- 

na si ravvisano due serie di fovee , la prima su- 

periore di tre e la seconda inferiore di dujilice nu- 

mero. Tutto il corpo è color ceruleo sbiadato e tra- 

sparente , ma più carica è tale tinta nella bocca , 

nell'ano , nelle pertinenze degli acetaboli, ed assai più 

nella pinna, e nel nocciuolo Esaminata quella col micro- 

scopio vidi che ogni sua ruga traversale risultava da due 

borsette ovali terminate in un comune canaletto con 

esteriore apertura , e la cui natura sarà meglio decife- 

rata nella specie seguente. 

Questa Salpa aiuta il nostro porto nel mese di 

marzo ed aprile, ma sempre a gregge 5 ed ora separa- 

ta, ed altre volte mercè gli acetaboli unita alle compa- 

gne. Il suo moto è celere , riempiendosi e votandosi 

di acqua ( voi. II , p. 269 ) 

: essendo facile di ve- 

dere la sistole e diastole del suo cuore di figura roin- 

boidea. IVon è fosforescente in tempo di notte , tran- 

ne per gli animaletti infusori , che trovansi nell' acqua 

marina , clie introduce e caccia dal corpo. 

2. S . Democrailca. OllVe il corpo cristallino come 

un otre, posteriormente terminato da otto spine di- 

suguali , essendo disposte le due brevi ed altrettante 

lunghissime a' lati, e le quattro corte dietro. Per la poca 

apparenza delle spine piccole se ne fece una specie 

nuova da Otto e Risso col nome di ^S". spinosa. In 

tutta la superficie esterna è fornita di picciolissirni pun- 

tini rilevati , che son più visibili nelle sjnne allunga-

(CO 

te. Le esteriori pareti del suo corpo hanno delle fibre 

longitudinali abbastanza rare , ed altre in forma di fa- 

scia fibrosa piegate ne' lati a zig-zag in modo , che ca- 

dauna flessione abbia un acetabolo ovale. Un vase lon- 

gitudinale avente alcune fibre spirali si prolunga dall' an-» 

teriore verso la posteriore parte del corpo , ove s' in- 

troduce nel nocciuolo , che pel colorito verdiccio e per 

la sostanza granellosa costituisce il fegato , da cui esce 

r intestino retto. Ad uno de' lati di quello evvi un' al- 

tra sostanza bianchiccia analoga al testicolo di cert' 

molluschi. 

Mirabile cosa pertanto mi ha presentato al micro- 

scopio la sj)ira posta intorno il fegato , e soprattutto 

nel principio risulta dalla riunione di otricelli ovali , 

nel termine impiccioliti e duplicati. Ed ognuno de' me- 

desimi vieppiù contemplato patentemente scorgesi esse- 

re il suo feto , siccome apparisce dalle figure a tal 

uopo diligentemente delineate. Quali embrioni , quan- 

do sonosi ingranditi, si distaccano dal comune pedicel- 

lo , restando tuttavia uniti per gli acetaboli , i quali 

nella Salpa attuale son costituiti dagli angoli , che fbr- 

mansi dalle fascie a zig-zag. In tale modo resta pro- 

vato : 1 ) che non ne sia più sconosciuta la generazione, 

siccome scrisse Bosc ( Op. cit. p. > 77 )^ 2 ) essere vere le 

tre maniere di riunione descritte dal benemerito Forskahl, 

cioè intorno al centro comune , a lungo ed a traver- 

so ^ e 3 ) rimane sanzionata con fatti l' asserzione di Cu- 

vier { Regjt. anime iom. II, p. ^g6 ), che detti ani-

( 63 ) 

mali per molto tempo restino uniti come se fossero tut- 

tavia dentro 1' ovaia. 

Salpa. Corpus liberum natans , oblongum, ad 

latera planulatum , gelatinosum , pelluciJum , intus ca- 

vitate longitudinali utraque extremitate aperta percur- 

sum. Aperlura major alabiata valvulifera , altera ro- 

tundata nuda. Os in cavo interiori versus illam , anus 

prope istarn. 

1. S. democratica. — ^S". 

democratica. 

Pimclata , fasciala , aculeis pone octo , anlrorsum truncata , 

nucleo opaco , raiius eius loco circulo inultirudiato. 

FoRSK. Fu. Mgjpt. p. ii3 , tab. XXXVI , /, G. 

LiNN. dir. Gmelin Sjst. Nat, p. Siìq , ji. 3. 

Bruguiere Enc. inétli. toni. VH , p, i'^4 » "• 3 , lab. 

LXXIV,/. 9. 

Lamarck Flist. des anìni. sans vert. toin. \\\^p. ii6, ?j. 3. 

S. spinosa. Corpus subcorupressum , ovale, antica parie coar- 

ctatuni , truncatum , ore medio rotiindo ; postica parte spinosum 

seu cornulum , et ili aciem transversani cornubus iiitermediam de- 

pressani : spinis binis longioribus reclis ; aliis extcrioriliiis , obli- 

«}ue positis , minoriJjus ; quinta et sexla deniqtie inferiorib us re- 

curvis , sub ipso nucleo lulescenle ; aiius non terminalis , sed 

superus in fine dorsi , forniam rimulae transversae exhibens. Spi- 

nae sex acque ac raargo corporis anlerior et poslerior spinulis mi- 

nimis asperae. Otto Nov. Jet. Jcad. Leop.-Car. toni. XI, 

p. 3o3 , «. IO , tab. XLII .,Jlg. I. 

Risso Vi od. de Nice toin. IV, p. 285 , n. 'jî, 

jEstiva tempestate apud nos facillime occurrit. 

2. S. cyanea. — S. cerulea. 

Ore 2labialo personatoque, corporc cjlindrico liyalino- cjaneo, 

postice attenuato: apertura circulari, lateribus acctabuiorum du-

( 64 ) 

pllci serie ; nucleo hepalico et ovaiio in appenJicem dextiorsura 

positis. NoBis, 

Mari nostro ineunte vere gregatim vivit. 

Capitolo IV. — Gleha, 

Circa la fine di marzo ò frequente ad osservarsi que- 

sta produzione cristallina , sulle prime poco discernibile 

per la somma sua trasparenza , agilissima nel muoversi 

in mille modi , facile a cangiar forma da un mo- 

mento air altro , vedendosi ora ovata , or ovale , ed 

altre fiate ellittica. E nella superficie superiore con- 

vessa , in dietro semicircolare o pure con leggera pun- 

ta , avanti troncata , ed inferiormente offre una incava- 

tura dentata con solco semicircolare ne' lati, per altro non 

tanto visibile. Se ne incontra gran numero, ma senjpre 

ognuna isolata dalle altre. Bruguiere V ha il primo de- 

lineata , ed il cliiarissimo Olio ne ha posteriormente 

parlalo e dimostrato la esistenza, che pria non credevasi 

vera. Aj)pena toccata mostra evidente contrazione , ed 

il suo movimento è poco sensibile. Io non ho trovalo 

alcuna traccia di canale degli alimenti e degli acini 

glandulosi descritti dal prclodato Professore. Credo però 

che la sua nutrizione abliia luogo per imbeviinento 

de' pori cutanei, attesa la totale deficienza di ogni spe- 

cie di vasi. 

Gleba. Corpus gelatinosum , hyalinum , orbicula- 

to-cuneiforme ^ margine superne obtuso , convexo , in- 

leriora versus augustato j superflciebus binis coiìcavis.

( 65 ) 

G. exelsa. — Zolla incisa^ Tremolillo di mare. 

Corpore ovato convcxo , inferne fovea margine denticulalo- 

inciso , postice acuto , anlerius semicirculari retuso. 

natant. 

Bruguiere Enc. inéth. tab. LXXXIX , Jìg. 5 fi. 

Otto Nov. Jet. Acad. ]Sat. cuv. Leop.-Cav. toni. XI , 

p. 3o9 , tab. XLII , y. 3. 

Nostro mari inliabitat : et concatenatae uii Salpae 

Capitolo VI. — Oloturia. 

Ho dalla pag. 82-108 del voi. I.° di questa opera 

alla men trista possibile maniera sviluppato la fabbrica 

delle Oloturie , perciò nulla ora mi rimane ad aggiu- 

gnere per le attuali specie. Quasi contemporaneamente 

a me due sommi anatomici , Tiedmann e Blainville , 

han pure trattato di detti animali , ma le loro produ- 

zioni non mi sono ancora passate sott' occhio. Nel voi. 

XXI, p. 3 14 del Dizionario delle scienze naturali 

rilevo che il succennato scrittore alemanno abbiavi 

rinvenuto le glandule salivari , da Blainville e da me 

non ritrovate : e chi sa che esse non sieno i corpi che io 

descrissi per organi genitali posti presso l'esofago. Que- 

gli inoltre asserisce di essere le Oloturie ermafrodite , 

reputando i filetti situati nelle pertinenze della cloa- 

ca, in molte specie deficienti, organi maschili. 

J. O. attaccaticcia. Nella pag. 184 del suddet- 

to I.° volume ho parlato della presente Oloturia , alla 

quale mi sembra appartenere il Doliolum descritto nel 

9

(66) 

tomo XT, p. 3i3 degli yltli dell' Accademia Leopoldo-Carolina. 

Senza avere molti individui del succen- 

nato ecliinodermo non puossi certamente conoscere ta- 

le errore 5 il quale consiste nella facilità, che te appar- 

tiene, di sommamente contrarsi ed in varie parti del suo 

corpo intorno intorno corrugarsi^ cosicché quivi avvengono 

le rotture in diversi pezzi emolanti un bariletto, e per 

molte ore benanche contrattili. Le sue papille cutanee 

subito si attaccano a' corpi adiacenti. È rara nel nostro 

mare, e vi si trova verso ottobre. 

3. O. a ^ faccie. Corpo levigato rosso-fosco e rare 

volte con macchie nericcie , a qu ittro faccie , ne' cui 

angoli escono due filiere di papille tubolose. La bocca 

è circondata da dieci tentacoli ramosi , quasi pennati 

e maccliiali di giallo-fosco. L' ano è cinto da papille acu- 

minate. Pescasi di està presso Miseno ed Ischia , dove 

arriva da' siti caldi. Sezionata la sua cute coriacea 

poco doppia si rinviene la tunica interna , che pro- 

tegge i visceri. La sola diversità , che vi noto dalle 

altre Oloturie si è, che l'albero respiratorio bifurcato se- 

condo il solito ha i rametti pennati , ed ognuno finito 

in lunghi tubi. La corona de' denti risulta da dieci 

eguali pezzi fra loro articolati , ed ognuno di questi 

poi ne ha quattro altri in serie decrescente fra essi uni- 

ti ed aderenti ad una della duplice divisione, che fanno i 

cinque muscoli longitudinali. Il canale intestinale e mol- 

to lungo e non si caccia per l' ano. L'ovaia è gialla, 

a pacchetti, il cui ovidotto si apre nell'atrio della bocca, 

ma pria di finirvi incontra il corpo maschile lunghetto e

(67 ) 

simile a quello della H. Sanctorl. L' ampolla Po- 

liana ha mediocre grandezza e le vescichette Folineane 

sono assai lunghe. 

3. O. a hotticella. Corpo cilindrico, ristrettone' due 

estremi , rosso-cupo , con macchie più fosche come le 

papille tubolose fornite di apice bianco , disposte in cin- 

que fascie longitudinah , ognuna di due filiere. Tentacoli 

otto, talora nove e qualche volta dieci, ramificati e fi- 

niti in molle vescichette. Bocca con proboscide, che fa- 

cilmente si allunga, ed ano ristretto. Le pareti del corpo 

sono molto crasse e callose , avendo la superficie 

esteriore delle papille appena discernibili colla lente. Ha 

i denti al numero di dieci , vale a dire cinque gran- 

di ed altrettanti piccoli frapposti ed articolati con quelli 

: essendone i primi bilo]:)ali, ed i secondi triangolari. H 

membro genitale è lunghetto, flessuoso e pieno di sostan- 

za quasi ossea, che parmi analoga a quella contenuta nel 

sacco delle Asterie ( voi. II, p. 3o6 a ). 

4. O.fuso. Corpo cilindrico ricoperto di papille gial- 

le coniche con lubolino bianco elevato nel centro, aspro 

al tatto , giallo-fosco punteggiato di nero. Tentacoli die- 

ci alternativamente ramificati , terminati intorno intor- 

no da piccole vescichette, macchiati di bianco e di 

giallo-rossiccio. Ha i denti grandi semitriangolari articola- 

ti. Nelle vicinanze della cloaca aveva taluni corpicini 

ricurvi pieni di materia granosa. Conviene pel resto 

con la H. Coìunmae , di cui ho veduto un individuo 

( forse sua varietà o nuova specie ) a cute scabra , 

in grazia di piccole papille munite in cima di una stel-

( 68 ) 

luccia spinoselta. Ho trovalo vari enlozoi attaccati al 

suo albero respiratorio (]). 1/ IL impatiens ha pure la 

cute scabrosa. 

5. O. affacele. Ila venti tentacoli come la //. maxima 

e r H. Saiictori, cui somiglia per lo colorito, e 

le papille coniche dorsali e le tuboloso del ventre. Da 

amendue differisce , avendo non solo il corpo trian- 

golare , ma è questo presso 1' ano terminato da una 

copjiia di papille molto allungate e contrattili. A ca- 

gione della descritta forma è chiamata pagnotlella dai 

marinai. In tenjpo di autunno è facile di pescarsi nel- 

le pertinenze di Capii e d'Ischia, La sua fabbrica interna 

è identica a quella dell'IT. 6"a/2Cô/-i, osservandovisi del- 

le traccie di vasi biliari, e la stessa materia filamentosa 

biancastra di questa ultima , che esamiuala al microsco- 

pio aj)parve fatta da lunghi tubolini , i (piali si svol- 

gevano in filetti spirali. Le uova sono circolari ed umbi- 

licate nel centro. Non è tanto sensibile al toccamento 

da evacuare le intestina. 

6. O. pennello. Il sospetto che Blainville sulla 

specie attuale ha avuto di essere un apparato dentario 

di Oloturia e quindi di cancellarla, come ha fatto, dal 

numero delle specie, è troppo giusto j imperocché io 

(i) Tenia echinorinca. Corpo ajticolato , ovato a 

lancia , hlanco , prohoscìd?. lunga e papillosa j Jihre 

longitaclinali avi>icinate ed intersecate con fascie tra- 

Tersali a spira Jlessuosa'^ canale degli alimenti ver- 

diccio.

prima del prelodato professore credeva lo stesso non sa- 

pendone r animale, che per la scienza è ora di nuo*ô ac- 

quisto. Ha esso il corpo bianco fatto da pareti poco doppie, 

con })a])ille tubolose da per ogni parte, ed alquanto afl'olla- 

te. È la bocca circondata da dodici tentacoli ramosi e sot- 

t'^mente pennati, de' quali otto appariscono più grandi dei 

rimanenti quattro. 1 denti sono dieci, i piccoli di figura 

triangolare divisi in parte superiore acuta ed inferiore inci- 

sa in duej ed i grandi risultanti da un pezzo superio- 

re quasi rettangolare dalla punta sino presso la base 

diviso , dove si articolano con un altro pezzo a mezza 

luna, connesso con uno de' prolungamenti del dente 

ir'nore , essendo ognuno di quattro pezzetti ossei. 

È degno di rilievo che il canale degli alimenti di- 

sposto cerne tutte le Oloturie , ma senza essere espul- 

so fuori r addome, è circa otto in dieci volte più 

lungo del corpo , di cui fa parte. L' albero respiratorio e 

1' ovaia, il cui ovidotto si apre dentro V atrio della bocca, 

differiscono pel solo colorito bleu dalle altre specie di 

questo medesimo genere di echinodermi. Ne esiste una 

varietà bleu con particolarità nella sola corona de' den- 

ti a maggior numero di pezzi , che hanno soprattutto i 

prolungamenti terminati da sottili ametti , a' quali at- 

taccasi una delle biforcature di ogni muscolo longitu- 

dinale. 

HOLOTHURIA ( voi. I , /?. IIO ). 

1. H. inhaerens. — O. aderente. 

Tenlaculis duodenis 4dentatis subdigitalisque ; corpore 6fa- 

liam Hneato, papillis conicis punctato , muricatoque.

( 70 ) 

Fislulaiia rcciprocans. Forskaul Fn. Aegjyt. p. iii^ tao. 

XXXVIII, / A. 

MiLLtR Zool. Dan. fase. I , /;. loy , 71. 49 , tab. XXXI, 

/• 1-7- 

LiNN. cur. Gmel. Syst. Nat. p. 3i4i, n. 14. 

Brugl'iere E/iC. me'th, tab. LXXXVII , /. i-Zj. 

Lamarck Hist. des anim. saris vert. toni- IH, p. 74, n.6. 

CuviER Régn. anim. tom. IV , p. a3. 

Blainville Dici, des se. nat. toni- XXI, p. 317. 

Ad hanc speciem mila pertinere videtur II. ( Fistularia 

Lam. p. 7G , 7z. 5 ) digitata ( Act. Soc. Lix.v. voi. 

XI, p. a2 , tab. IV , y. 6; Muller Zool. Dan. tab. 

XXXI, /. 1-4 ). 

Apud nos rarissime occurrit. 

2. H. penicilhis. — O. pennello. 

Teiitaculis duodenis frondosis inaequalibus , corpore papil- 

lis luLiilosis. 

INluLLER Zool. Dan. I, p. 36, «. 11 , tab. X , 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3il\i , n. ì-i. 

/. 4- 

Bruguiere Ene. métli. tab. LXXXVI , f. 4. 

Lamarck Hist. des Anim, sans vert. tom. Ili , p. 74 » 

72. 10. 

Obs. Scrjplores nuper memorali de h^c specie dentariam 

thecam solumniodo videruut , et perperam pio integro animante 

al) iisdcm habitam. 

3. H. fusus (1) — O. fuso. 

Tenlaculis denis frondoso-pinna'is , corpore inuricafop.ipil- 

]oso. 

(1) Taenia ECiiiNORHYNCA. Corporc avticulato antieerostel- 

lo Jìlijormi .^ 

collo 

echi?iato , articulis brevissìmis, posllce re- 

taso. NoEis. — Habitat in abdomine supradictae llololliuriae.

( r ) 

MuLLER Zool. Dan. 1, p. 3'j , n. 12, tab. X , 

LiNN. CUT. Gmelin Sjst. Nat. p. 3i4i , «• i3. 

f. 5,6. 

Bruguiebe £'«c. mc'th. tab. LXXXVII , y. 5,6. 

Lamarck Hist. des Anim. sans veri. tom. Ili , p. 'j4> 

11. 5 

CuviER Piegn . anim. tom. IV, p. 10. 

Blvinville Dict. des se. nat. tom. XXI, p. oig. 

4. H. Doliolum. — O. hoUicella. 

Tentaculis 8-10 frondoso-racemosis , corpore 5faiiam papil- 

loso -(ulnilnso. 

Acliiiia doliolum. Pallvs Mise, zool.p.îy tab. IXe^X. 

Bruguiere Elie. méih. tab. LXXXVI ,f. 6-8. 

Blainville Dict. dei se. nat. toni. XXI, p. 317. 

5. H. tetra(juetra. — O. a lyfaccie. . 

Tpiitaculis deiiis foridosis , corpore tetraquetro , angulis pa- 

pilloso-lii])iilosis serie duplici. 

Jii Doris tetraqiielra. Pallas ISlov . Ad. 

polit, toni. II , p. aS'y , tiib. V , 

/'. 22. 

Academ. Petm- 

LiNiî. ciir. Gmelin Sjst. Nat. pag. 3ig6, n. 18. 

6. H. trìquetra. — O. a Sfaccie. 

Tentaculis viginli , apice pcltalo-incisis , corpore Iriquetro , 

papillis supra conicis , subtus lujjulosis , poòtice binis eloiigalis. 

KoBis. 

Haec species la pithecusano , reliquae neapolila- 

no mari piscantur. 

Capitolo V. — Attìnie. 

1. A. ranclata (^vol. II, p. l^3S). Corpo spcàso 

conCormato a botte, con fascie longitudinali raticlate al- 

ternate con altre bianche , rugoso a traverso -, tentaco- 

li fibrosi a lungo di molte serie aflbllati, verdi con estre-

(70 

mità rossa e Lucala ^ piede non molto allargato. È ra-» 

ra nel nostro littorale, e due soli individui ne ho finora 

veduti. Per la fabljrica non differisce dalle altre specie 

del suo genere. 

2 A. di Rondelezio. Questo celebre medico e na- 

turalista ha molto chiaramente descritta la presente specie 

, che io stesso (voi II, p. 24^) aveva confuso colf A 

cjjoeta , attesoché da niuno erasi mai citata la sua IV 

specie di ortica marina. Essa ha il corpo lungo mezzo 

piede circa ed assai largo , molte serie di tentacoli gial- 

lo-rosei , la bocca ovale a due lobi, dalla quale escono 

i canalini rosei dell' ovaia. La superficie del corpo è bianca 

con fuscie longitudinali rosso-fosche , o jnire gialliccie. 

Presso la periferia del piede esiste una duplice fdiera 

circolare a parallela di tubercoH violetti con boccuccia 

bianca nel centro. Pescasi a Jjastante profondità e rare volte 

nel nostro littorale , essendo sempre tenacemente attac- 

cata al Mwex hrandaris come V Iia figurata Rondelet. 

Sezionatane la cute , si vede che oi^ni tubercolo 

è formato da sostanza glandulosa di figura romboidale 

, e collocata tra' lacerti fibrosi del corpo in un mo- 

do inestrigabile fra essi intrecciati, e pe' quali con par 

rallela direzione si prolungono i vasi sanguigni rossic- 

ci. Evvi dip[)iù che nella sua varietà gialliccia presso le 

jiertinenze delle boccuccie de' tubercoli si aprono i dutto- 

liui della stessa sostanza glandulosa gialla e risultante 

da fascie longitudinali alternanti con vasi sangtiigni pa- 

ralleli bleu e bianchi. Dall'esposto s'intende la ragio- 

ne dell' arrostimento e del bruciore , che alle mie mar

( 73 ) 

ni produsse V umore , che gemè col toccamento di 

detta Attinia. E chi sa che le succennate boccuccie non 

dessero uscita anche all' acqua marina , non avendomene 

potuto assicurare con iniezione di mercurio at- 

tesa la sua sómma contrattilità. 

3. yl. carciniopado. Ha il corpo bianco con mac- 

chie porporine quadrate, il quale inferiormente si espan- 

de su le conchiglie , e superiormente termina con den- 

ticelli. I tentacoli sono a molte serie, rosei, essendone 

coccinee le ovaie ( voi. II , p. 242 ). 

l\. A. trasparente ( voi. II, p. 233 e 243 ). 

Senza moltiplicare le specie a cagione di piccole diver- 

sità sono costretto di parlare di uaa sua distinta varie- 

tà. E questa di color verde gialliccio con fascie longitudi- 

nali più sbiadate , quale colorito si osserva pure nel- 

1' apice de' tentacoli. 

Actinia ( ro/. II ^ p. 241 )• 

1. A. auraniiaca. — A. ranciata. 

Corpore vittis longiludinalibus albis aurantiacis altcrnanlibus, 

tentaculis laete virentibus multiseriatis confertis , extremitate ru- 

Lris. NoBis. 

Rarissime nostro litore cum retibus capitar. 

2. A. Rondeletii. — A. dì Rondelet. 

Corpore albo et rubro , vel albo-hiteo subfasciato , tentacu- 

ìis rubellis biseriatis , pedis basi tuberculis pertusis duplici se- 

rie praedilo. Nobis, 

Urtica IV species. Rondelet de Pise lib . XVII, ca/7. et 

Jìg. 18, de qua ita inquit : Quartum urlicarum genus id 

erit , quod instar llolotbuiiuruni testis alieiiis aduascitiir et ma- 

io

( 74 ) 

ximc purpuris. Pars estcrior dura est et rigidiuscula , spissior- 

qiie quam in aliis urticis , cirros Lrcvissimos in amhilii habet , 

ex intcrioribus eius partibus filum lonûru deducitur purpureo 

colore l;iin iucundo , tamque florido iiilbctum , ut cuna pretioso 

purpiirae succo cerlet. Verisimile est liane urticam purpurae ad- 

haerenlem a cane Hcrculis demorsam fuisse , quae tara excelien- 

ti suavique colore rictum denlesque canis illeverit , ut ncgarit 

puclla quam dcpcribal Hercules forc uuquatn cura optali compo- 

tcm , nisi piius eo coloreni ini'ectaiu vesteni dedissct. Inde pur- 

puree colorem invcnlum fuisse. Etenim si nioituani purpuram 

dcnlibus arripuit canis , iani una cum vita succus ille evolarat, 

si vivam , ea undique ita munita est, tum lesta clavata, tum 

capitis operculo , ut undique ab omnibus iniuriis tuta sit. 

Gesner De j4quat. lib. IV, p. io3g,Jìg. 3. 

Actiniae descriptae plus minusve in neapolis cra- 

teri inveaiunlur. 

Capitolo VII. — Asteria (^vol. II, p. 287-315). 

1 A. squamata. Ha il disco circolare coperto di 

squame rotonde embriciate, da cui partono cinque rag- 

gi , 

i quali ne) principio offrono due sqaametle semi- 

circolari bianche a diflerenza di quelle del resto , che 

sono giallo-verdiccie, di figura rettangolare col margine 

anteriore rotondato, attesoché nelle inferiori vi manca, 

avendo a' lati sei disuguali e mobili spinuzze , anziché 

quattro al dire di Lamarck. La faccia inferiore del di- 

sco è pure squamoso-embriciata con bocca dentato-j)en- 

tagona. 

2. A. echinata. Disco orbicolare e quasi a cinque

_ ( 75 ) 

lobi rotondali , supenormenle fornito di picciollssirae 

5pine e eli un forame centrale. I raggi se ne distaccano 

alternativamente a' lobi , le cui squarauccle superiori ed 

appena embriciate sono a scudo, essendo da altre laterali 

squamette coperto il resto del raggio. A' lati di ognu- 

na di esse sono articolate sei spine lunghe, essendo- 

ne le superiori men corte delle inferiori : e queste ed 

i j)iedi assottigliati In cima sperlmentansi aspre al tat- 

to, ciocché colla lente si dimostra dipendere da va- 

rie punte rilevate. Il colore della presente Asteria è ver- 

de ceruleo , ma con molta costanza si osserva a' lati 

di ogni quinta squametta una tinta rossa nelle spine 

e ne' piedi. Col seccamento tutte le spine, non esclu- 

se quelle del disco , le quali anche sono mobili , veg- 

gonsi traslucide. 

3. ^. tricoloTâta. Disco pentagono quasi a cuore, 

spinosetto , nericcio, col corpo lablrlntifero a solchi e 

margini flessuosi presso uno de' cinque angoli, essendo 

questo il primo esempio di sua esistenza nelle Ofiure 

( Dict. des se. nat. torti. Ili , p. iS

( 76 ) 

altrettante piccole per ogni laterale squauiuccia, e come 

i jìiedi analoghe alla specie precedente. 

4. yl. peiitaôna. Disco adatto pentagono a spinuzze 

talmente lolle e scure che ne rendono appena visibile 

il foro centrale , essendo di verdiccio , fosco e roseo- 

fosco colorite, e questa ultima è la tinta delle squa- 

melte a tre lobi semiembriciate , la quinta delle quali 

osservasi molto più oscura : particolarità che rimarcasi 

eziandio nelle squamette della inferior faccia de' raggi. 

Le spine sono gialliccie , convenendo con (pielle delle 

due Asterie precedenti per lo numero , la lunghezza 

e la scabrosità. 

5. A. di Feriissac. Disco spinosetto orbicolare a 

cinque lobi frapposti a' quali escono i raggi con squa- 

mette bislunghe a due lobi , un pò embriciate , a' lati 

di ognuna si articolano nove spine scabrose, essendo- 

ne le tre superiori e le laterali eguali fra loro , ma più 

lunghe delle altre tre inferiori. Sì tutte queste , i pie- 

di moricati e sottili in punta , che la maggior jjarte del- 

la sqnanie, ofìVono un colore verde allegro. È però da 

notarsi che il principio di ogni raggio ha due squamet- 

te ellltticlie gialle, come pure la parte centrale di parec- 

chie altre successive di esse da rappresentare una 

striscia ovale : dippiù ogni terza squametta di seguito 

è color di rubino. 

6. A. di Olivier. Disco cilestro-cupo , 

circolare a 

cinque lobi , nel cui centro evvi un gruppo di spinuc- 

cie nerastre da farlo comparire bucato , le quali si con- 

tinuano in altre linee ricurve verso i lati de' lobi sino al-

e 77 ) 

1' incominciameli to delle squamette de' raggi, che sono 

bislunghe, verdiccie, a tre lobi poco profondi con orlo 

bianco, cui succede una linea verde-fosca da farle comparire 

non embriciate^ essendone le spine disuguali al numero 

di nove e dello stesso colorito, che è poi rosso ne' piedi. 

Oss. ) Tutte le descritte Ofiure , 

1' ultima coppia 

delle quali porta il nome di due dottissimi scienzia- 

ti francesi , che formano il decoro delia odierna lette- 

ratura , si trovano negli scogli della Caiolà , tranne la 

prima che in unione dell' ^. Tenorii abita tra' sassi 

del Molo di questa Capitale. E sul conto della stessa 

da me descritta ( voi. II , p. 3i5) debbo aggiugne- 

re alcune particolarità , che in proseguimento vi ho 

osservato. Ella varia pel disco circolare con quattro e cin- 

que raggi talora diseguali : essendo rare volte lobato 

con cinque , sei e sette raggi. Inoltre qualche fiata 

ogni terza squama di questi è verde più fosco , e le 

spine laterali sono al numero di quattro. 

Asteria ( Ophiura , voi. II, p. 358 ). 

1. A. squamata. — A- squamosa. 

Disco orbiciilari laeviusculo ; dorso radioruni squamis latis 

imbricato ; spinis latitudine radii brevioribus ad lalera 4'^'''is. 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. toni. II , p. 51^5 , 

72 . 1 I . 

MuLLER Zoolog. Danica , torti . Ili, p. ag , tab. XCIX , 

/• 1.2. 

Brughiere Enc. niélh. 

Risso Prod. de Nice > 

tab. CXXIV a, , f. 3. 

toni. V, p. 272 , n- i3. 

Savigny Coquill. d' Egjpt. toni. XXIII , 

y. 4. 

/?. 8 , tab* II,

(78) 

Blainville Dlct. des se. nat. tom. XXXVI, pag. a 12, 

2. A. echinata. — A. echinata. 

Disco sujìcrne echinalo suljorbiculuri , medio pertuso ; spi- 

nis ciassis , patcnliljus ad latera Gfariis , luliludine radii longio- 

ribus , 

articulalisquc. 

RoNDELET Zooph. cap. XVI, p. \iZ. 

Stella granulosa. Linck De Steli- , p. 5o, tab . XXVI 

, 72. 

43 : llosiila scolopendroidcs p. 62, tcib. cil. , f. ^2. 

IBruguiere Enc. mélh- tab. CXXIII , y. a,3 ; tab. seq. y 

/• 6,7. 

jin A. aculcala ? Link. Sjst. JSat. p. VI , p. 3i66, 

n. 12. 

jin Sloane Jamaic. tom. Il , p. 2l\.\.,Jìg. 8,g 

An A. nigra ? Muller Zoolog. Dan. tom. Ili , p. 20, 

tab. xeni ,/. 1-4. 

LiNN. cur. Gmel. Sjst. JSat. p. VI, p. 3i68, n. 35. 

Lamarck fJist. (ics anim sans vei-t. tom. II , p. O-p, 11. 6. 

O. aurora. Risso Ffod . de JSice tom. V ,p. 2^3, n. i5. 

Blainville Dict. des se. nat. , tom. XXXVl,^. 212. 

3. A. iricolof. — A. tricolorala. 

RadiJs cjuinquc arliculatis ad lalcra pcclinatis : denliLus sca- 

bris j disco hispido , pentagono, labjiiutliifeio. 

Muller Zoolog. Dan. tom. Ili , />. 28, tab. XCVIf 

Gfariis 

/• ^5. 

Lamarck Ilist, des anim. sans vert. tom. II , p. 546, 

n. ***. 

O. spinulosa. Risso Prod- de Niee tom. V, p. 2'y3 , n. 

16, tab. VI , /. 3o. 

4. A. pentagona. — A. pcjitagona. 

Disco regalali pentagono ; radiis ad lalera hispidis ; spinis 

Brl'guiere Ene . meiìi. tab. CXXIII , _/*. 4>^- 

La.ìi\kck Ilist . des Anim. sans vert. tom. ìl^p.b^Q^n. ".

( 79 ) 

Blainmlle Dict. des se. nat, iom. XXXVI, p, ai5. 

3. A. Ferussacii. — ^. di Ferussac. 

Disco orbiculari Slohalo , radiis sijaamulis irabricatis aloba- 

tis ; spiiuilis longissimis gfariis. Nobis. 

6. A. Cuvieiii. — ^. di Cuvier. 

Disco orbiciil.iri siibSlobato , radii squatnulis subimbricatis 

31obalisve , spinis gHiiiis inaequalibus. Noeis. 

Habilant grogatlni in saxis euplaeiaìiis. 

Obs. ) J. Tenorii ( voi. II, p. SSg, n. i4 ) variai di- 

sco lobfito , et radiis 4 75 spiniilis quatuor. 

Commiinis cum A. squamata in scopulissubmarinis 

huius civilalis loco vulgo dicto : Molo, 

Spiegazione delle Tavole, 

Tavola XXXIV. 

Fig. 1 A. squamata delineata per la faccia su- 

periore , essendone 2 la inferiore coli' apertura della 

bocca e, 3 una squama dorsale de' suoi raggi , e 4 

le spine laterali col piede d. 5 A. echinata che nella 

centro del disco superiore ha un foro , osservandosi iu 

6 un pezzo ingrandito del suo raggio per conoscere 

le spine e 'l piede e , in 7 le squame superiori , e 

8 le inferiori. 9 A. iricolor, io sue squametle , ed 11 

tubercolo labirintifero o cercbrite di Fianco. 12 A. Fe- 

russacii, i3 squame dorsali del suo raggio, e 1 4 spine 

de' lati col piede/. i5 A. pentagono., 16 squame dor- 

sali del suo raggio. 17 A, Cuvìerii , 18 squame del

(8o) 

raggio , e 20 un pezzo di spina ingrandito , che in g- 

fa conoscere V acetabolo. 

Tavola XXXV. 

Fig. I Hololhuria pcnicillus , essendone 2 a il 

dente maggiore e h il minore , attesoché 3 rappresenta 

la porzione della corona dentaria della sua varietà. 5 

II. tetraquetra , della quale si è tagliato un pezzo per 

dimostrarne la forma e le vescichette Folineane e , 

che terminano nelle papille tubolose. L' albero respira-r 

torio di essa 6 caccia i rami pennati C. La disposizione 

de' suoi denti ravvisasi in 7. H. DoIiolumSj i cui den- 

ti grandi e ed i piccoli y apj)ariscono in 9. H. fimis 

Ji, suoi denti 12, Tenia i3 che si ritrova attaccata al 

suo albero respiratorio, la proboscide della quale vedesi i4 

h , egualmente che le fibre longitudinali del corpo i e 

le zone spirali j. i5 Pezzo di cute di una varietà del- 

la H. Columnae. 16 H. iriquetra coli' apertura del- 

l' ovidotto l e i due cirri posteriori m. 17 Parte del 

suo corpo con papille dorsali n coniche , e ventrali o 

tubolose. 

18 Actinia Rondeletli colla filiera di tubercoli fo- 

rati rr , della quale sono 23 un tentacolo ingrandito , 

ig pezzo di cute jier farne conoscere la sostanza glaudu- 

losa p de' tubercoli e 1' intreccio delle fibre cutanee 

q. 20 Vasi longitudinali, che nella /^^^•. 19 appartengono 

alla sua varietà 5S colla sostanza glandiilosa a fascie longitudinali 

vz>^ il cui umore esce per l'apertura/. 22 Uo-

(8i ) 

va dell' A. hyaìina , e sua varietà 24. A. carcinìo- 

pados 23. 

Planaria siphunculus iG che si è delineata per la fac- 

cia inferiore , ove rimarcasi la tromba u della bocca e 

l'ano V. 28 P. luteola; 29 P. iuberculata , vedendosi 

n\ 3i una sua papilla ingrandita, ed in 3 o a; la massa 

de' visceri , e l' ano y che inferiormente ha un tubo- 

lino. 

11

( 80 

MEMORIA IV. 

ASCIDIE COMPOSTE E SpUGNE. 

Parte I. Ascidie composte. 

Capitolo I. — Botrìllo. 

Sono stato da noi (^pog. i^ ) 

già annunziate le 

divisioni che i moderni zoologisti lian flitto dell' esteso 

genere Alcionio di Gnielin , tra le quali si numerano 

i Botrilli con altri sottogencri analoglii posteriormen- 

te scoperti , avendo con quello rapporto pel solo 

attacco su' macigni , o pure sopra i talassiofiti. Sif- 

fatte produzioni furono però rozzamente conosciute da 

Schlosser , Linneo , Pallas e da Ellis , ed allogate tra gli 

Alcioni. Ma in seguito con migliori caratteri sono slate il- 

lustrate da Gaertner , die n'esaminò pure la organizzazio- 

ne 5 e da Rcnier die vieppiù contribuì a richiamarvi l' at- 

tenzione degli zoologisti , essendosi da Bruguiere credute 

di struttura analoga a' polipi delle Madrepore. Oggigior- 

no su tale organizzazione sonosi dati più ampli comen- 

ti da Desmarets , Le Sueur , Savigny , ed abbracciati 

da Cuvier , Bosc , Lamouroux e Lamarck. 

Delibo però confessare che le idee pubblicate da 

questi sommi uomini intorno la fabbrica de' Botrilli non 

siano troppo consentanee a' fatti , figli di un' osserva- 

zione anche superficiale. E vaglia il vero l'opinione di

( 83 ) 

Savigny , che li considera simili alle Ascidie composte , 

non può essere meglio fondata : attesoché diderenza 

lievissima a prima giunta si osserva tra amendue que- 

sti gruppi di esseri , i quali in certo numero si riu- 

niscono in fihera o pure a stella ^ avendo ognuno di 

forma costantemente ovale un'apertura rotonda maggio- 

te 5 poco distante da un'altra minore. Oltre di che talune 

loro specie sono circondate da altri suoi piccolissimi indi- 

dui, che ne rappresentano gli embrioni. Che anzi si sosten- 

ne che cadauno gruppo stellato di Botrilli avesse dovuto 

reputarsi un solo vivente con bocca ed ano, credendosene 

i raggi tentacoli o succiatoi. Oggi intanto , nel mentre si è 

rettificata questa idea, credesi pur tuttavia, che nella ca- 

vità corrispondente all' apertura maggiore mettano foce 

i tubi intestinali di tutti gli .animaletti del perimetro. 

Quindi si è detto che , irritatane una bocca , si con- 

tragga il corrispondente animale , e se ciò accada nel 

centro, i Botrilli corrugansi tutti. 

L' interpetrazione di tale fenomeno dipende dalla 

contrattilità della intera polpa , che somministra ricettacolo 

a detti viventi , la quale toccata in un punto imman- 

tinente si contrae da per ogni dove, e quindi anche gli 

animaletti , che vi ospitano. Essendo mio scopo e do- 

vere di descrivere quello che ho osservato , posso assicura- 

re, che alle due aperture de'Botrilli per lo più con orlo ri- 

levato cioè alla grande corrisponda la bocca , ed all'altra 

più piccola l'ano. In qualche specie a pareti trasparenti 

dalla prima è prolungato un canale, che indi a poco si am- 

plia , il quale finisce nell'intestino. JNè questo è circondato

(84) 

dalle uova, che dal microscopio non mi son state di- 

mostrate. Le credo pertanto costituite da' puntini sparsi 

in tutta la sua massa gelatinosa. Quindi conchiudo che 

ciascun sacco ovale de' Botrilli sia un polipo a se e ben 

distinto da' compagni , co' quali non ha alcuna immedia- 

ta relazione. Saggiamente scrive Lamarck che il sacco 

ai ogni animaletto , ampliandosi e restringendosi , favori- 

sca r entrata e la uscita dell' acqua , la quale pe' pori 

s interna nel resto della sostanza gelatinosa. 

§. I. Policiclo. 

1 . P. di Ronier. Una serie di otricelli maggiori 

che circonda la minore, ed amendne di forma ovata, 

costituisce questa specie. Se ne trova una varietà a minor 

numero di otricelli maggiori circondali da una filiera 

di minori , e con punti neri su. 

1 . P. allungato. Ha tutt' i caratteri del preceden- 

te tranne la figura, l'apertura con orlo gialliccio, e la 

disposizione irregolare degli otricelli. 

§. II. Botrillo. 

1 . B. dorato. Otricelli ovati disposti a guisa di 

foglia pennata sopra una sostanza gialla più fosca , 

forniti di bocca solitaria, e di ano cinto da altri otrel- 

li, e da una macchia ellittica nell'estremo ristretto. 

2. B. rosaceo. Non solo pel colore , ma per la 

disposizione degli otricelli senza ordine , distinguesi

( 85 ) 

dall' antecedente. L' ano è pure a stella e più visibile 

della bocca. 

3. B. stellato. Otricelli ovati con ano e bocca , 

e talora in due serie stellate. Incrosta a guisa di mac- 

chia V ,U. lactuca. 

4. B. di Leach. Otri ovati disposti quasi circolarmente 

a due serie, l'esterna delle quali ha gli anima- 

li più piccoli in maggior numero , e color rosso scre- 

ziati di nero : bocca ed ano con orlo rilevato e ro- 

seo. Varia a serie unica , essendo bigio o pure rosso- 

punteggiato. 

5. B. ciglialo . Differisce dal B. rosaceo per la 

disposizione degli otrellì rosso di minio con bocca 

ed ano circondati da altri esili animaletti , che fiin- 

no comparir quelli cigliati. 

6. B. niveo Sopra una polpa gelatinosa bianca sono 

disposti in serie unica ellittica gli otricelli bianchissimi 

con bocca ed ano allargati più de' precedenti , da' qua- 

li diversifica per lo sito, in cui dimora privo dell'ac- 

cesso de' raggi solari (i). 

(1) Le specie di Boirilli qui sopra descritte , qua- 

lora non si volesse attendere a' loro particolari e di' 

versi colori , potrebbonsi ridurre ad un numerô mol- 

to più limitato.

( 86) 

§. HI. Distoma. 

Apparisce in masse allargate risultanti da molti 

otricelli 5 cadauno a due particolari aperture. 

D. vaiaoloso. Molti gruppi di otricelli ellittici , 

jìoco elevati , rossi , con due forami rotondi ad orlo 

rosso più sbiadato , contraddistinguono questa j)roduzio- 

ne. A prima giunta mi sembrava essere V Ascidia pa- 

pillosa nel suo primordiale sviluppo , ma meglio os- 

servatala ne differisce abliastanza. Sezionata la sua 

tunica esterna si vede al jìrimo orifizio corrispondere la 

Locca ed al secondo l'ano, avendo lo stomaco alquan- 

to rigonfiato. E comune in tutto il nostro littorale. 

Gaertner e Pallas hanno i primi descritto queste 

masse di piccole Ascidie , ma Savigny ha ricliiamato 

tutta la sua attenzione in esse e su altre produzioni 

di simigliante natura. È soltanto a dolersi che le ricer- 

che di lui sono state portate troppo oltre con lo stabili- 

mento de' seguenti generi, i quali riescono di stentata ri- 

cognizione pe'loro vacillanti e talora insussistenti carat- 

teri. Le sue descrizioni anatomiche sono state abba- 

stanza superiori alle mie ricerche , perchè avessi potuto 

vedere quanto egli vi ha descritto. Ed a tal pro- 

posilo mi uniformo interamente al savio avviso di 

Cuvier che crede superflui per la scienza i generi fon- 

dati da Savigny, clie io ( non so con quanta ragionevolez- 

za) ho qui rip>iitalo,i quali potrebbonsi riunire al solo

( 87 ) 

Pollclino , che abbraccerebbe le masse a molti ani- 

maletii co' rispettivi talami. 

Capitolo II. — Polìclino. 

§. I. Policlino, 

Neil' Interno di una massa gelatinosa sono collo- 

cati gli animalucci, ognuno de' quali è fornito di boc- 

ca, con l'ano e l'ovaia corredata di ovidotto, circondan- 

do una cavità centrale aperta alla superficie esteriore. 

1 . P. saturriio. Massa gelatinosa comune roseo- 

sbiadata , dante ricetto a molte Ascidiette circolarmente 

disposte intorno una specie di ricettacolo globoso a pareti 

cartilaginee , avendo su il collo allargato in un 

disco orbicolare angoloso ed aperto nel centro. 

2. P. con separazioni. La sostanza gelatinosa rossa 

di questa specie ha le divisioni quasi a pentagoni più o me- 

no allungati , nel centro di cadauno di essi esiste un forame 

circolare conducente nel cavo, intorno al quale di- 

spongonsi gli animalucci provveduti di bocca e di ano. Mancando 

finora la descrizione dell' A. i?'emulmn Sav. ( Asc 

compos. d' Egypt. iah. I, f. 6), così credo che dallo 

stesso sia diverso , dappoiché la figura citata poco 

vi somiglia. 

Anatomia. La struttura degli animali di queste due 

specie è simile a quella degli Aplidii. Le ovaie del P. sa- 

turnium finiscono in un cavo orciuolato , terminante in 

collo ampio e bucato nel centro , donde escono non

( 88) 

solo le uova , ma penetra V acqua marina , la quale 

s'infiltra nella sua sostanza pei canaletti raggianti, che 

ivi si trovano. Esistendo delle separazioni a 5-6 faccie 

nel P. scptosum con centrale foro abbastanza largo 

così r acqua di mare penetra nell' interno della sua 

polpa. Ed anche in detta cavità sboccano le ovaie 

de' polipi , che vi fanno corona. 

3. P. stellato. È molto fondata la opinione di La- 

mouroux che scrisse di avere questa produzione qual- 

che rapporto con le Ascidie. Infatti è lo stesso costi- 

tuito da un ricettacolo quasi rettangolare , piano giù 

onde attaccarsi a' corpi marini , e convesso su in cui 

ha tre aperture fra loro poco distanti , ed in tutta 

la superficie sono disposte a serie le boccuccie delle 

Ascidie. Il colorito suo è bigio con macchie bian- 

castre. Ho dubbio che esso non sia affatto diverso 

dal P. siellato , cui lo riporto per mancanza di esat- 

ta conoscenza di questo ultimo , tranne quello che ne 

dice Gmelin. 

Dalle aperture indicate che son forsi cigliate si pene- 

tra nell'interno della sua sostanza o meglio in un' ampia 

cavità di tratto in tratto fornita di lacerti muscolosi abba- 

stanza validi 5 mercè i quali tanto la lamina superiore, che 

la inferiore od orizzontale di detto ricettacolo , sono tra 

esse legate , onde penetrando per un'apertura l' acqua , 

possa poi per le altre due liberamente uscire. Avvertasi 

inoltre che le piccole Ascidie sono collocate nella spessezza 

ed anzi nel reticolo del solo pezzo superiore. Dippiù 

tutta la superficie interna ed esterna del corpo descrit-

( 89 ) 

to ed i mentovati lacerti appariscono vestiti da granellosa 

e sottilissima tunica. Non ho potuto con tanta esattez- 

za esaminare i viventi sì di questa , che della specie 

seguente *, attesoché mi furono da' pescatori recate nel- 

lo stato di morte e di corrugamento , ed ho solamen- 

te riconosciuto il sacco in cui erano quelli racchiusi , e 

jier quanto mi parve contenendo l' esofago collo sto- 

maco. 

4- P' papilloso. Ha di comune col precedente le 

picciole Ascidie che sono affollate, ma ne differisce pel 

colore piombino , per le tre aperture circolari della ca- 

vità interna , per la figura ovale piano-convessa. Attac- 

casi agli scogli. Ha mai forse analogia col B. conglo- 

merato di Gaertner? Non oso deciderlo. 

5.P. nodoso. Questo zoofito fu conosciuto da Impe- 

ralo col titolo di Alcionio foTaininoso (î>ol. n.ip. 374 )? 

che Gmelin in seguito denominò Spongia nodosa. Esso è 

comunissimo nelle pertinenze di Posilipo, ed a seconda del- 

la profondità del sito , che occupa , presenta una forma 

diversa. In fatti quando i marinai lo strappano dai ma- 

cigni poco sommersi e di età non molta remota , ve- 

desi di figura reniforme, alquanto convesso, levigatis- 

simo , di color fosco o carnicino con ramificazioni stel- 

late dendritiche , nel centro delle quali credo essere 

le aperture delle Ascidie \ ma di ciò non sono ancora 

sicuro , attesa la loro picciolezza. Nel suo arco minore 

apresi per lo più un canale largo quanto il cannello 

di piuma di oca , che continua il tragitto dentro la sua 

sostanza, ove manda de' rami verso la periferia. Ed in 

12

( 90 ) 

queste ramificazioni magtîormente si veggono i follicoli 

delle piccole Ascidie. La intera sua massa , la quale 

spesse volte acquista bastante dimensione , vedesi for- 

mata da molti pezzi reniformi svilup[)ati V uno in filza 

dell'altro, e ne' punti di uscita rappresenta quasi un 

restringimento, onde è che fu della S. nodosa ed A.foraminoso. 

Risulta inoltre da un tessuto corticale du- 

ro e dotalo di contrattilità marcatissima , e dalla 

polpa centrale anche compatta , poco porosa e qua- 

siché cartilaginea. Tagliato sparge odore graveolente e 

nascoso. Forma esso il cibo prediletto de' Pleurobran- 

chi e del Pleurobranchidio. 

^. li. Aplidio. 

E' fatto da una massa gelatinosa , a lobi , pie- 

na di polipi con bocca circolare senza denti e con 

ano distinto. Un tempo faceva parte degli Alcio- 

ni , e giustamente da Savigny ne è stato separato. 

Dovendo riportarvi altre specie , che sono provve- 

dute degli stessi animali e di particolari aperture , per 

le quali V acqua marina entra nello s])azio , che ri- 

mangono le pareti del suo corpo , sono obbligato di 

lame due sezioni. 

1. A. lobato. Incrosta gli scogli del nostro cratere 

e gli fa comparire di color violetto. I polipi vi si sol- 

levano alquanto, ma ajjpena che si agita una porzio- 

ne della sostanza comune , facile a contrarsi , subito 

si corrugano gli animaletti, che vi ospitano ; avendo

(90 

ognuno una particolare casuccia , la bocca che finisce 

in un sacco ampliato , dal quale nasce l' intestino , e 

l'ovaia prolungata in giù, ove sboccano le uova riuni- 

te in corpicini ovali , onde uscire per l' ovidotto. Tutte 

le descritte parti sono racchiuse da comune integumen- 

to a pareti incrostate di sostanza pietrosa , che da EUis 

non si potè ben determinare , avendo egli avuto nel 

resto della sua struttura idee erronee , che non sono 

state affatto corrette da' moderni ( Enc. mètli p. 26 ). 

2. A. Arcolaio. Massa gelatinosa quasi rotonda , 

rosso-fosca , contrattile al toccarsi , sulla sua faccia este- 

riore apparisce la bocca e 1' ano delle Ascidie , che 

a doppia filiera dispongonvisi , formando delle aie po- 

liformi. Quasi tutte le Ascidie composte , come pu- 

re le semplici , olezzano di gas idrogeno solforato. E forsi 

questo il Distoma Tuhrum o specie diversa ? Qualora 

lo fosse vieppiù conformerebbe la poca costanza de' ca- 

ratteri delle Ascidie composte. 

Anatomia. La sostanza polposa di tutte e due le 

descritte specie è affatto identica , giacché il tessuto , che 

la compone , offre una quantità di cellette facili ad essere 

penetrate dall' acqua marina , che ne produce la espan- 

sione. I polipi vi si trovano racchiusi dentro uno speciale 

sacco , in cui sono mantenuti e ritirati dalla membra- 

na , che in sé contiene le ovaie piene di uova gialliccie 

e molto visibili nell' epoca della maturità , uscendone 

pel proprio e comune canaletto nell' A. areolatum po- 

sto tra lo stomaco e l' intestino. Questo è verdastro,

(90 

più o meno flessuoso , nel mentre che quello è rosso , 

rigonfiato e nel principio fornito di tubetto. 

§. III. Didermo. 

Ha una massa crostacea a due integumenti , uno 

inferiore e 1' altro superiore , sul quale si veggono le 

aperture dentate degli animaletti posti tra le succennate 

tuniche e senza vesciche gemmifere , tranne i granelli 

di tutta la massa. Savigny ha il primo trattalo di que- 

sta produzione , che Lamarck ha detto Didermo. 

1. D. roseo. Ha la sostanza rosina che attaccasi 

agli scogli con apertura di quattro a sei denti bianchi. 

2. Z). bianco. IMassa gelatinosa cinerea con aper- 

tura a dieci e più denti. 

§. IV. Enculip. 

Differisce dal genere precedente per la sola aper- 

tura circolare priva di denti , che appartiene agli ani- 

maletti. 

1 . E. ospiziolo. Sostanza coriacea con ajìerture 

de' polipi fornite di fascia circolare. 

2. E. quasi gelatinoso. Masse bleu con orlo de' 

polipi bianco e rilevato. Spesso si vede a polipi tubo- 

losi , che sono racchiusi tra la membrana superiore 

ed inferiore , e senza orlo bianco nella bocca. 

3. E. roseo. Sostanza risultante da molti anima- 

letti globosi , distinti e piccini.

(93) 

Capitolo III. — Descrizione sistematica 

delle Asciale composte. 

%. I. BOTUYLLUS. 

Animalia utriculata ia communi ac gelatinoso re- 

ceptaculo sislentia : ore et ano praedita. 

* PoLvcrcLus , Lam.— jinimaUa bifonila , in massam communcm , gclalinosam , crassain , 

coBvexani li\ainqiic oggrcgaUj sup

( 94 ) 

Savigny Mem. sur les Anim. sans veri. p. gS , n. i 

lab. XX, /. 3. 

5. B. stellalus — B. siellato. 

Animnlculorum slellis siinplicibus , plunbns sparsis. 

Alcyonium carnosum. Sculosser Jngl. voi. XLIX, p. ii , 

n. 6i , p. 449 fig. 

A. Schlosseri. Pallas Elench. Zooph. p. 355 , n. io8. 

Gaertner apud Pallas Spicil. zool. fase. X , p. 37 , lab. 

IV,/ 1-5. 

SoLANDER et Ellis Nat. hist. zooph. p. 177. 

BoRLACE Cornwal. p. 264 , tab. XXV , y". 1,2. 

LiNN. cur. Gmelin Syst. JVat. p. 38i2 , n. 6. 

Brugciére Enc. mèth. tom. VII, p. 180, n. i. 

Le sueur et Desmarets Bull, des se. mai i8i5 , p. 74 1 

tab. I,y. 14-19 • Journ. de phjs. iuin i8i5 , /. i4*9' 

n. 1 . 

Lamarck Hist. des Anim. sans veri. tom. III, p- loS , 

SAVIG^Y Mcm. sur les Anim. sans veri. j>. 203 , ». 4 1 

tab. IV , /. 5 ; et tab- XXI. 

CuviER Reg. anim. tom. II , p. 499- 

B. Leachii B. di Leach. 

Animalculis ovalis conceiilrice disposilis, iiigio-rubellis , ore 

aiioque marginatis. 

Savignv Mem. sur les Anim. sans veri. p. 199 , n. 1 , 

tab. \y ,fg. 6 ; tab. XX , /. 4. 

7. B. ciliatus — B. cigliato. 

Uliiculis rdlnis aliis ininoribus circumtlalis. JSobis. 

8. B. niveus — B. nìveo. 

Animalculorum iili iciilis ovatis ore ampio praeditis ac massi 

gelatinosa albcscentibus. Nobis. 

••* DisTOMijs, Lam. — Jnimalia biforaU , scgrfg.aa. inassam crustaccam , siibcoiiac«iu . 

siipcrfi'ic vi'iiuicis adspcrsam lial'ilautia. yerruciie liiforalac. 

B. variolosus. — B. vaiuoloso. 

,

(95) 

Cruslaceus , papillis sparsis biosculatis rubris. 

G.\ERTNEa in Litter, ad Pallasicm. 

Alcyoniiitn ascidioides. Pallas Spicil. zool, fase, X, ip. 

4o , tab. ly yfg- 7 a A. 

n. ij. 

n. I . 

Planch. apud Risso p. 1 13 , 28 , io B. 

LiMN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 38i6, n, 24. 

A. distomum. Bruguiere Enc. méth, toni. VII , p. 2Z , 

Bosc tìist. des vers toni. Ili , p. iSa. 

Lamouroux Polyp. corali, pag. 353. 

Lamarck Hist. des atiim. sans veri. toni. Ili , p. loj , 

CuviER Reg. anini. toni. II, p. 5oi. 

An Savigny Meni, sur les anini. sans vert. , toni. II , 

p. 177 , n. I , tab. Ili , /. 1 ; lab. Xlll. 

Risso Prod. de Nice toni. IV , p, 378. 

Scopulis marinisque corporibus aJhaerent. 

§. II PoLYCLYNUM 

Ascidiae vel utriculi in subslantiani gelatinosam , 

saepe foraminosam ac lunicalam immersa. 

* PoirciYNuM, Lara.— Ammalia aggregata , biforala ; in massani gelalinosrim im- 

meria ; pleraqiie systemata stelliformìa sistentia circa foiamen maiosculuin ..tnlr^le 

radiantU. Os et anus simplici foro prieilita. 

I. P. saturnium. — P. saturnio. 

Corpore gclalinoso roseolo , receptacula globoso-urccoiata , 

dentato-perliisa ovulis farla , anirualculis radiantibus. 

Savigny Ascid. comp. d' Egjpt. toni. XXIII , p. ab" , lab.l , 

Jig. I ; Anini. sans vert. Meni. Il , p- 190 , tab. XIII. 

Risso Prod. de Nice lom. V , p. 279. 

P. septosum. — P. a separazioni.

(96) 

Corporc gelatinoso purpurascentc areolis subpenlagonis ani- 

inalculis foro centrali circumdantibus. Nobis. 

Scopulis submarinis ambo adhaerent. 

3. P. stellatum. — P. stellato. 

Massa suLrcctangulari piaiio-convexa , incruslanle alhesceute, 

osculis ternis ciliato-slellatis , intus cavo-lacertosa , superna Asci- 

diarum orificiis seriatim dispositis pracdila. 

Àn Alcyonium stellalum. Bommé Ad. LUissing, III, pag. 

3o6 , /?-. S A B. 

LiNN. cur Gmelin Syst. Nat. p. 38i6 , n. ay. 

Lamouroux Polyp. corali, p. 353. 

4- P. vesiculoSLira. — P. vescieoloso. 

Massa elliplica superne vesiculosa convexa , osculis rotun- 

dis- NoBis. 

5. P, nodosum. — P. nodoso. 

Durum cartilagiueum , foraminoso-nodosum , laevissinaum ; 

s^risco-rubello colore. 

Alcyonium foratninosum. Imperato Storia natur. p. ^33 , 

fg- 5. 

Spongia nodosa. Royen Proci, h. Lugd. 522. 

S. rubcns. Pallas Elenca, zooph. p. 38g , n. a3f?. 

Sloane lam. cut. p. 'j , hist. 1 , p. 63 , tab. XXIII , 

IMercato Metalloth. nrm. VI, cap. 8 , p. io6. 

Seba Mas. tom. Ili , iab. XCVI , fìg. 2. 

LiNN. cur Gmel. Sjst. Nat. p. 38ai , n. 11. 

Bosc Hist. des vers tom. Ili , p. i/fi. 

S. arborescens : ramosa , rigida , lenuissime porosa ; ramis 

subcompressis , apice p;d(nafo-digitatis , foraminibus sparsis sub- 

serii.lis. Lamarck h'ist. des anìm. satis veri. tom. 11, p. 3-74, 

ìì. 120.

( 97 ) 

S. digitala. EsPER Zooph. Sup. I, lab. I. ( spec. iunius ) : 

et S. lobata voL II, iab. XLVl. 

Lamouroux Poljp. covali, p. 65 , n. 120. 

Jn A. Imperati ? Risso Prorf. ê iV/ce /om. V , p. 38 1. 

Mare nostrum accolunt. 

••AptiDiuM, Lani. — Anìmalìa aggregata in substantia communi lobata convexa 

corporibus fixa. Os circulaie. 

A. lobatum — ^. polmonario , A. lobato. 

Obovatura pulposum atro-rubrum. 

Pulmo marinus Rondeletii alter. Rai Syiiop. p. 3i , n. 3. 

Alcyoniuni pulmonaria. Solander et Ellis Covali, p. 

lyò , il. 2. 

Pallas Elench, zooph. , num, 209. 

Ellis Corali, p. 82 , tab. XVII. /. b B. 

A. ficus. LiNN. cur. Gmeun Sjsl. nat. p. 38i3 , ?i. io 

( exclusis sjnonymis Imperati , Bauhini , Mercati Marsili , et 

Risso , quae ad Spongiam Jlciformem perlinent ). 

Bruguiere Eric. meth. toni. VII , p. iS , n. i4- 

A. ficifornie. Esper Swppl. II, tab. XX , y. l\. 

A. siiblobalum. Lamarck Tlist. des anim. sans veri. toni. 

II , p. 95. 

Lamouroux Polfp. Cerai, p. 349. 

Savigny Metn. p. i83 , n. 2 , tab. III ,^g- 4 > ^^^' XVI,y. r 

Risso Prod. de Nice iom. IV , p. 278. 

2. A. areolatum. —A. Pomodoro di mare. 

Corpore gelatinoso orbiculari rubro , punctis roseo-fuscis bi- 

seriatis areolato. Nobis. 

**• DiDERMuM , Lam — ^nj'maZj'a apertuia unica denticulata ( 4-10 ) 

erustae coinmunis habitantia. 

1. D. roseura — D. rosaceo. 

intcr laminas 

Osculis 4-6 , denticulis praeditis in superficie roseae erustae 

patulis. NoBis. 

2. D. candidum D. bianco. 

i3

( 98 ) 

Osculis dentatìs ; crusta albescente. 

tab. 

Didemnum. Savigny Meni. 

XX , /. 1. 

p. icf^ , n. i , tab. IV, y; 3 ; 

poiituni. 

Habitat cura antecedenti in neapolitanis saxis. 

****Ehcosliuh, liita.^Corpus geUtiaosum aainialculis ore orbicalari integro coui- 

1. E. hospitiolum. •— £*. ospi'ziolo. 

Animalculis ore vittato- depresso. 

Savigny Mem. tab. IV , /. 4; tab. XX , /. 2. 

2. E. subgelalinosum — E, quasi gelatinoso. 

Animalculis ore margine exerlo. 

Lamarck Hist. des ydnim. sans veri. toni. H , p. y6, «. i. 

3. E roseum. — E. roseo. 

Animalculis vesiculato-inflalis dislinctis , ore simplici. Nobis. 

Habitant ubique in mari nostro. 

Capitolo IV. — Zoanta. 

E costituito da uno stipite serpeggiante su' corpi 

marini, cui tenacemente aderisce, e dal quale a deter- 

minate distanze si elevano i corpi polipiformi simili 

alle Attinie, cilindrici, divisi in dieci solchi , che nel- 

r apice finiscono in cinque pezzi bilobati , aderenti ad 

un diaframma avente nel centro l'orificio della bocca. 

Z. di Eìlis. Ogni polipo è capace di prendere 

molte conCormazioni a seconda dello stato di espansione o 

d' irritasnento, da cui è il medesimo affetto. Talora acqui- 

sta la forma cilindrica , altre volte a clava , ed altre fiate 

apparisce globoso. Non vi è dubbio alcuno che ogni po- 

lipo abbia una vita propria , ed un' altra generale nel 

comune sostegno. Fino a' tempi di Lamarck se ne igno-

( 99 ) 

rava la sUultura, scrivendo : w Ne connalssant leur or- 

ganisation inlerieuie , leur rang est encore un problème 

pour moi ». Ecco quel poco che vi ho potuto co- 

noscere. Cadauno polipetto ha l'integumento coriaceo, 

in cui è racchiuso il tubo" degli alimenti verso il fon- 

do un poco ampliato e cinto da sostanza granosa. Per 

la bocca introduce V acqua marina , che la rigonfiare 

i polipetti , donde forse diffondesi anche nello stipite. 

ZoANTHA. Corpus camosum , cylindricum , repens 

e quo surgunt polypi. Os terminale. 

Z. Ellisii — Z. di Ellisio. 

Polypis cjlindricis tubaeformibus e stipite tereli-prolifcro. 

Actinia sociata. Ellis Act. ang, toni. LVII , tab. XIX , 

/• » , ^. 

SoLANDER et Ellis. Corali, png, 5 , tab. /, /. i , a. 

Hydra sociata. Linn. cur. Gmel. Syst. Nat. p. 5S6S ^n. g. 

Bruguieue Enc. meth. inb. LXX , _/". i. 

Lamarck /list, des aniin. sans veri. tom. II , pag. €>5 

, 

n. 1. 

Zoanthus. Cuvier Regn. anim. tom, IV , pag. 53. 

Adhaeret lapidibus ac testaceis neapoìitani raaris. 

Spiegazione della Tavola. Jj 

Fig. 1. Zoantha Ellisii, 2 suo polipo, che in 

3 offre la bocca a , da cui 4 discende il canale degli 

alimenti b a perpendicolo situato nel cavo del suo cor- 

po , avendo in e V ovaia. 5 Botryllus aureus fornito di 

bocca d e dì ano e , non che di macchia ovale /I B. rosa- 

ceus col suo polipo ingrandito 8. Polycyclus Renieri io

( 100 ) 

con uno de' suoi animaletti più grande g* e la varietà 9. 

P. clongatiis 11 , B. slellatus 12, del quale si osser- 

va i3 la bocca A, e 1' ano i. B. Leachil 14 con due 

varietà i5 , e 16 j B. ciliatiis 17, B. niveiis 18. 

Fig. 20 Aplidium lohaium con gli animaletti riti- 

rati nella sua polpa, de' quali in 19 osservasi la boc- 

ca 772 , r ovidotto o colle uova chiuso dalla tunica pp. 

1 1 Didermum roseuni , essendone la varietà coli' aper- 

tura r a sei denti. 

Encoelium roseum 11 , 

subgelalinosnm 23 e 25 , 

giacché in 24 si è tolta la membrana superiore per 

lare vedere il corpo de' polipetti. D.candidum 26, ePo- 

lyclìnum nodosum 27 sezionato in gran parte nella fac- 

cia superiore , dove si vede V apertura a col suo ca- 

nale bh ramificato nell' interno della sostanza , oltre al- 

cuni foUicoletti ce , che ne sono forsi gli animali. P. ve- 

siculosuTìi 28 e 29 P. steliaium , iìì cui si è aperta la 

interiore cavità reticolato-lacertosa ee, e se n' è ingran- 

dito un polipetto 3i. 

Parte II . 

— Spugne. 

Capitolo 1. — Idee preliminari 

Sono slate tante e sì incerte le opinioni degli scrit- 

tori su la natura e la descrizione delle varie e numerose 

specie di Spugne , che giustamente scrisse Erasmo, 

criticando Plutarco il quale aveva copiato Aristotile ed 

Ebano, che bisognava passare la Spunga su una parte

( 10, ) 

della storia di siffatte naturali produzioni dagli autori 

compilala. Né a giorni nostri la scienza hassi da loda- 

re delle nozioni, che ne han promulgato i moderni, i 

quali ripetono tuttavia il pensare degli antichi , alcu- 

ni de' quali riguardavano le Spugne come animali , etl 

altri quali esseri misti , essendo abitazioni di piccoli polipi 

, ed intermedie tra il regno animale e '1 vegetabile. E 

senza fare la numerazione di tutti gli scrittori basta ci- 

tare il gran Linneo, sulla cui autorità giurò Forskahl , 

che nelle prime edizioni dal suo Sistema Natiirae le 

riunì alle piante , e non è gran tempo che Targioni Toz- 

zetti e Spallanzani abbiano sostenuto la medesima idea , 

che questi perfettamente abbandonò negli ultimi tempi 

di sua vita. 

Peyssonnel e Tranibley nello scorso secolo con pruove 

irrefragabili dichiararono doversi registrare le Spugne tra' 

Polipi, almeno per la maniera di vivere, giusta quan- 

to Nieremberg nel i635 aveva pubblicato ; ma non si 

sapeva decidere intorno la sua forma e natura animale. 

E se Aristotile vi conobbe un moto di contrazione e 

di dilatamento, al nostro Imperato poi è dovutala este- 

sa descrizione delia sistole e diastole appartenente al- 

le Spugne sottacqua viventi. Quale fenomeno , perchè 

sfuggito al celebre Peron , non avrebbesi perciò dovuto 

mettere in dubbio da qualche moderno naturalista. 

w Hanno le Spugne virtù motiva intrinseca ( scrive 

Imperato) di restringersi e dilatarsi corrispondente alla 

proprietcà della loro materia : onde jìcrcosse dalle tem- 

peste o comunque altrimenti toccate, si ristringono nelle

( Joa ) 

sue radici , e più gagliardamente abbracciano il luogo 

ove stanno affisse . . . L proprio di questa spugnosità 

il facilmente restringersi , e ristretta ritornar nell' esser 

suo , e r esser bevacissima dell' umore , qual ristretta 

poi facilmente ributta. Ma nella mucagine è propria- 

mente il senso e la vita con la virtù di potersi ritira- 

re in sé stessa j pcrlochè diciamo che dei due suoi 

movimenti l'uno sia propria della vitalità e l'altro del- 

la materia : e che le Spugne vive solamente possano 

da sé stesse restringersi , ma il dilatarsi dal ristretto è 

comune anco alle prive di vita ed alla lanosità man- 

data dalla mucagine ( Op. cit. , cap. VII , ;?. 727. ) w. 

Cavolini che apprezzò la veracità di tali osserva- 

zioni e che avrebbe dovuto vieppiù confermarle e col- 

la sua perspicacia contribuire a porre termine a tan- 

te quistionl , fu molto lungi dal toccare la mela. Infatti 

egli, dopo alcuni sperimenti, i quali non troppo vi bi- 

sognavano, ingenuamente confessa di non avervi veduto 

ritiramento sensibile all' occliio ^ e che solo quando 

toccava le pareti de' forami che comprimeva , questi 

allungandosi per causa dello stiramento , gli mostravano 

im moto , sebbene piccolissimo, di reciproco stringimen- 

to. E finalmente conchiude » non perchè il fenomeno 

del sentimento sia stato debolissimo , dovremo inferio- 

re che la Spugna debba essere un vegetabile , quando 

la fabbrica del suo corpo manifestamente la dichiara 

animale ( Op. cit. , p. a6g ) n. 

lo non intendo affatto detrarre merito od ingenui- 

tà a questo mio illustre concittadino , ma sono d' al-

(103) 

Ironde obbligato di riferire (juello, che ne ho osserva- 

to. Credo però che il Cavolini abbia poco atteso iii 

(jueste ricerche, dappoiché l'Alcionio foraminoso d' Im- 

perato ( ^S". nodosa L. ) non solamente ha una marca- 

tissima contrattilità da lui per altro oscuramente avvertita 

, ma dalle mie ricerche risulta essere desso un' A- 

scidia composta o meglio un corpo j che ravvicina que- 

sto ultimo gruppo di viventi agli Alcioni. 

Avendo fatto da' marinai prendere i sassi con spu- 

gna aderentevi e ri[)Osli in un cato ^ ho veduto che es- 

sa era coperta da un tessuto a maglie quasi raggian- 

ti , e di tratto in tratto provveduto di fori. Quando ella 

sia sottacqua, se ne vede il moto espansivo per questo 

liquido che vi s' introduce , il quale , tostochè quella 

sia con stecclietto irritata , bentosto si evacua : e tal 

semplicissima operazione è sufliciente a dimostrarne la 

irritabilità. Ma evvi dippiù, che strappata la Spugna 

dagli scogli, e tenendola in mano al secco , fa cono- 

scere un movimento di corrugazione , che si appalesa 

colla restrizione delle maglie del di lei corticale tessuto, 

e molto più neirim])icciolito lume de' forami primari, 

cui internamente corrispondono i secondari. A norma 

che continuasi ad irritai lo si corruga esso e tl- 

nanclie il sottoposto sclieletro cartilaginoso areolare , 

da produrre in ogni aia o maglia sua leggiero infossa- 

mento. 

Io ripongo perciò in detto tessuto tutta la forza 

vitale delle Spugne , il quale da per ogni dove ne copre la 

massa risultante da laminette, più compatte, oscura-

( »o4) 

mcnle irritabili , formando molte aie ben distinte , ma 

a pareti comuni 5 crescendo a norma che la polpa 

esteriore si espande , di cui ne costituisce lo schele- 

tro. Che anzi verso la base delle Spugne, o sia nel pun- 

to di loro adesione agli scogli , è questo più duro , e 

pare che i suoi strati superiori , perchè in immediato 

contatto con la sostanza corticale , sieno più partecipi 

delle vitali sue ])roprIetà. Ciò mi fa credere esistere 

nelle medesime un modo di svilupparsi analogo alle pian- 

te a due cotiledoni. In fatti le nicchie del loro tessuto 

cartilaginoso, che è composto di fibre delicatissime va- 

riamente intrecciate , ne' cui spazi depositasi la materia 

moccio-terrosa di Olivi , risultano dalle maglie della pol- 

pa corticale , cui per la forma e disposizione perfetta- 

mente somigliano. E quella porzione delle Spugne , che 

ne manca , puossi reputare già morta. Dippiù essa per 

necessità esister deve in tutte le specie, sebbene non fos- 

se all' occhio visibile a cagione della sua esile tessitura. 

E siccome le fibre primarie di questa hanno un 

centro dove di tratto in tratto si riuniscono , così tali 

pa[)ille forsi nel contemplarsi le Spugne secche furono da 

taluni autori creduti Polipi. Or mentre sifìfatta idea è 

totalmente erronea, e die rimane col fatto smentita 5 pu- 

re io reputo la divisata polpa analoga a quella del- 

la Gorgonia e del Corallo : e molto più per la facilità 

a riprodursi fra pochi giorni, siccome vide Cavolini e giusta 

(pianto ancora io ho osservato , togliendola dello sche- 

letro corneo , che vi si rigenera sotto forma di tenue 

s;elatina di odor graveolento , a colori varii ma subito

( io5 ) 

alterabili , e facile a dissiparsi colla macerazione ; rima- 

nendo a nudo lo scheletro si per conservarsi ne' Gabinet- 

ti, che per infiniti usi economici e farmaceutici. Gli anti- 

chi conobbero abbastanza che strappata degli scogli ha 

la proprietà di rifarsi delle perdite col farne ivi sboc- 

ciare altro individuo. È nota pure la sua tenacità 

ad attacarsi a quelli ^ ed in certe isole della Grecia 

i giovanetti e le donzelle pria di passare a nozze 

debbono, dar pruova di abilità nella pesca delle Spu- 

gne : tale e tanto ne è lunga e pericolosa la pesca- 

gione. 

Con quanta ragionevolezza Cavolini asserì che le 

Spugne assorbissero il nutrimento pe' pori cutanei , al- 

trettanto poi andò lungi dal vero , volendo criticare il 

Plinio del Nord , il quale scrisse che i forami delle stes- 

se non servano affatto pel respiramento dell'acqua: che an- 

zi a detto uso io aggiungo la proprietà di somministrarle 

eziandio i principi nutritizi consistenti in molecole orga- 

niche mistevi , ed abbisognando sempre delle nuove 

mediante novella acqua. Quale operazione nelle specie, 

che ne mancano , adempiesi da' pori cutanei. Credo inol- 

tre che la propagazione loro non avvenga affatto per 

uova , di cui sono essenzialmente sfornite , e per con- 

seguente giustificano le idee di alcuni scrittori che le 

reputano intermedie tra le piante e gli animali. 

Secondo Hattschett la Spugna comune componesi 

di gelatina , e di una specie di tessuto membranoso 

avente tutta la proprietà dell' albumina coagolabile. Ul- 

timamente Fife vi ha rinvenuto lo ioide , che ne giusti- 

i4

( loG ) 

fica le proprietà mediche nelle scrofole e nel hroncoce- 

le , in cui ne ho sempre osservato de' buoni effetti , 

prima abbrustolata ed indi postane la polvere sotto 

lingua. Talora ridotta in pezzi , ma senza farla ma- 

cerare , si da come vermicida : virtù che io credo 

insita allo ioide , che trovasi iu essa ed in tutte le pian- 

te marine. Nella Iconografia ed uso degli animali me- 

dicinali tratterò a lungo di detto articolo , riserbando- 

mi qui dir qualche cosa su 1' uso economico e meccani- 

co della stessa. Marziale così scrive della Spugna comune 

: 

Hacc libi sorte dalur lergendis Spongia meiisis 

Utilis , expresso quiim levis imbre tunict. 

Macquart con molta sensatezza scrisse che non bi- 

sogna mai fare usare la medesima Spugna a più persone, 

onde non comunicare loro qualche contagio. In fatti può es- 

sa divenire il veicolo di propagazione de' mali cutanei , 

quantunque fosse stata precedentemente ben lavata. Per 

la facoltà che possiede d' Imbeversi di acqua Dale la col- 

locò tra le sostanze velenose , qualora fosse stata in- 

trodotta nello stomaco, dove enormemente si gonfia pe' su- 

ghi , che naturalmente vi piovono. Si usa pure in forma 

di pessario e talora ha giovato a frenare le emor- 

ragie impregnata di sostanze astringenti. Quale servizio 

non presta a' cerusici e negli amfiteatri anatomici ? Pas- 

siamo intanto alla parte più spinosa di detti esseri , 

quale è la specifica loro conoscenza. » L' articolo delle 

Spugne ( scrive saggiamente Olivi ) mi parve sempre 

uno dei più difficili a dilucidarsi e per quanto ne riguarda

( 107 ) 

la natura ed economia organica, e per quanto appartiene 

alla sistematica distribuzione delle loro specie ( Op. 

cit. p. 265 ). 

Capitolo II. — Descrizioni speciali. 

1 S. comune. Trovasi in masse quasi globose, del- 

la grandezza di testa umana , pesanti , coperte di cro- 

sta molle di colore piombino, con papille rotonde promi- 

nenti , 

donde intorno intorno partono delle fibre raggianti 

rilevate e reticolate mercè talune altre più tenui , spesso 

corredate di forami orbicolari , nel cui centro ne cor- 

rispondono altri minori , che trasportano 1' acqua nel 

suo tessuto areolare a pareti comuni elastiche , vestite 

della stessa crosta esteriore , che insensibilmente vi si 

continua. 

2 •S'. jina. Osservasi dello stesso colorito della pre- 

cedente , ed in mare sembra esserne una varietà pel 

colore piombino più sbiadato. La sua mole neppure 

giugne alla metà dell' antecedente , da cui poi differisce 

pel tessuto delicato , e per le aie picciole ed assai 

avvicinate. Credo inoltre che la S. lacinulosa e la S. 

usitatissima di Lamarck non siano la stessa cosa, atte- 

soché questo celebre scienziato non avrà certamente po- 

tuto esaminarle viventi. In tali produzioni le varietà 

arrivano a dismisura , e non vi è cautela bastante per 

non commettere sbagli , di cui io medesimo non mi 

reputo esente. Le su indicate Spugne pescansi nel no- 

stro littorale per uso domestico , ma per toglier loro

( io8 ) 

r odore graveolente che spargono , e metterne le aie a 

portata di meglio imbeversi di acqua , bisogna che si 

facciano macerare in questa , da doversi spesso rinno- 

vare , onde non s' infradici col ristagno della polpa su- 

perficiale da cui è co])erta , e che colla macerazione a 

jioco a poco va via. Le osservazioni generali poc'an- 

zi descritte sono state da Cavolini e da me intraprese 

su queste due specie di Spugne. 

3 S. 7'ossastra. Corpo papilloso ellittico, rossiccio, 

di tratto in tratto ristretto in vari lobi , ognuno con 

apertura circolare denticolata , e molto prominente. 

4 S. angolosa. Emola in gran parte una piramide 

con base allargata , la cui mercè comunica colle 

compagne ed attaccasi a' corpi marini^ è di sostanza car- 

tilaginea , e dalla punta in giù intorno intorno scen- 

dono delle lamine flessuose, le quali di tratto in tratto 

offrono un angolo con forame terminale e cigliato. Per evi- 

tare le novità la riporto alla S. angulosa , sebbene ab- 

bia pure analogia colla S. rimosa di Lamarck. 

5 S. setolosa. Corpo l'eniforme gialliccio con 

quattro in cinque aperture circolari , avendo un re- 

ticolo a maglie maggiori racchiudendone delle minori 

anche circoscritte da esili ramificazioni , da' cui spazi 

flevansi delle papille coniche in cima bucate e con fa- 

scetto di rigide setolette al numero di una a quattro. 

6 S . macchiata. Come una lamina irregolare e sot- 

tilmente porosa gialliccia cospersa di macchie bianche 

copre gli scogli del nostro littorale. 

7 S. rosea. Si eleva alquanto da' macigni suba-

( log ) 

quei , che a guisa di spuma roslna variamente ondeg- 

giante non a rado apparisce nel nostro porto. 

8 S. miniata. Massa emisferica ovale, porosa rosso 

dì carminio e facile ad imbeversi di acqua. 

9 S. reticolare. A foggia di macchie circolari fosche 

attaccasi ai corpi marini , avendo superiormente 

un reticolo di fibre bianchissime. 

10 S. quasi piegata. Molte laminette parallele, 

le une in parte soprapposte alle altre , costituisco- 

no il corpo di questa Spugna di colore giallo cedri- 

no , che forse la ravvicina alla S. sulphurea di Risso. 

1 S. cerulea. Massa di forma non determinata 

poco elevata , porosa , incrostante i corpi marini, ed 

essendo di color cilestro cupo. 

12 S. cellulosa. Corpo alquanto elevato dagli sco- 

gli , fornito di vari lobi acuminato-dentali , e con fo- 

rami intermedi circolari ed ampli. E di colore carnici- 

no , non che di tessuto elastico e rigido. 

1 S. fistolosa. Elevasi da' corpi marini a foggia 

di cannello conico assai ristretto ed aperto in punta , a 

superficie con sottili solchi longitudinali , bianca , e 

ad a cavità unica. Se ne trova spesso una varietà cor- 

redata di piccole spine all' esterno. 

i4 S. rigonfiata. Vedesi in forma ovata, o pure 

sferica, aderente alle piante marine, corredata di aj)ertu- 

ra circolare nel centro superiore , di produzioni spino- 

se triangolari gialle in tutta la sopraflaccia esterna bian- 

ca , a pareti coriacee, che circoscrivono una sola cavità. 

Risso con ragionevolezza ha formato un genere nuovo sì

(no) 

della Spancia flciformis di Poiret col nome di Sycon , 

che del suo S. Humboldtii , il quale in unione della 

nostra S. Jìstulosa ne costituirebbero quattro distinte 

specie. 

i5 S. porporina. Sta fissa alle ])ielre di mare me- 

diante una larga base , donde s' innalzano molti coni 

paralleli distinti ed aperti nella cima. La sua sostanza è 

molto delicata con pori esilissimi , essendo di colore 

porpureo assai vago , il quale col seccarsi in gran par- 

te conservasi. 

iG S. cìlindracea. E di forma cilindrica porosis- 

sima , di sostanza delicatamente tessuta di peli , e di 

tratto in tratto fornita di qualche papilla conica con 

largo foro nell' apice. Quasi eretta attacasi agli sco- 

gli , essendovene una varietà color rosso sbiadato , che 

serpeggia ramificandosi in diverso modo su' corpi marini. 

17 S. triangolare. Per la sua parte inferiore mol- 

to ristretta è fissata a' corpi marini subaquei, dalla qua- 

le a guisa di ventaglio espaso si elevano delle lamine 

abbastanza crasse poco porose , che offrono l' orlo per- 

fettameute troncato e con denti. Ha il colorito verde 

gialliccio, e sembra dimostrare il passaggio degli Alcio- 

ni alle Spugne. 

18 S. d' Imperato. Da una lamina coriacea abba- 

stanza estesa , la quale aderisce agli scogli o pure a' le- 

gni fradici subaquei , in direzione perpendicolare od in- 

clinata elevansi de' cannelli quasiché cilindrici ed aper-s 

ti nell' apice. La sua sostanza non è molto doj)pia , 

cedevole , e di colore giallo-fosco. Evvene però una va-

( '11 ) 

rietà cavernosa nello strato orizzontale, che è più cras- 

so , ma i cannelli sono più corti , ed è di color ver- 

de. Il nostro Imperato ( Op. ciL , p. 729 e 782, jf?^. 

2 ) così descrive questa Spugna : « Tra li detti Alcio- 

ni vi ù il molle simile a materia di Spongia infranta, 

che cede nel toccare , coverta di velo , da cui sorgono 

altri germogli di velo in modo di giunchi , di grosszza 

di penna di oca e concavi ^ nella quale parte si vede 

intessimento riquadrato di lili sottili nel modo di varo 

velo w. 

19 S. quasi dicotoma. Il suo fusto cilindrico 

e giallo alzasi da baso comune, avendo in cima molti 

rami semplici o distici , verdicci ed appena porosi. 

Spongia. Polyparium polymorphum , fixum , mol- 

le , gelatinosum in vivo irritabile j exsiccatione tenax , 

flexile , porosissimum. Axis: fibrae inoumerae, corneae, 

flexibiles, reticulatim contextae. Crusta : gelatina viva 

fibras et cellulas vestiens , fugacissima , in polypario e 

mari emerso partim clapsa evanida. 

1. S. communis. — S. comune od ordinaria. 

Sessilis subUubinata , rotundata , superne plano- convexa , 

mollis tennx , supeificic reliculata , polis raagnis. 

BeLON. et RONDELET p. i33. 

Gesner Jquat. lib. IV , p, 1066. 

Imperato Stor. nat. p. 127. 

TouRN. Jnst. I, h. p. 575. 

S. officinalis. Muller Zool. Dan. prod. 1087. 

Pallas Elench. zooph. p. 887 , «. 234. 

S. multiformis. Solano, et Ellis Corali- p. i83, a. 1. 

Elus Jet. Jgl. LV , p. 288 , tab. X , /. DE.

(11.) 

Cavolini Polipi marini Metn. Ili , p. 266. 

Link. ciir. Gmelin Syst. nat. p. 3820, n. S. v 

Olivi Zool. adr. p. 265. 

Lamouroux Poljp. corali, p. 20. 

Lamarck Hist. des anini. sans vert. toni. II , p. 353 , 

n. I . 

CuviER Begn. anim. tom. IV , p, 88. 

Blainville Dict. des se. nat. tom. XV, p. io5. 

Savigny Zooph. d' Egyp. tab. II , fig. 4- 

Risso Prod. de Nice tom. V , p. 36g. 

Cloquet Faun. des med. tom. II , tab. XVII , /. a ; 

tom. V , p, 76. 

2. S. usitatissinia. — S. fina. 

Turbinata tenax , mollis , porosissima , foraminibus in ca- 

vitate subseriatis. 

Lamarck Ann. du Mus. tom. XX , 

p. 383 , n. 45: et n. 

2 ( cum syn. )? Hist. des anim. sans vert. tom. II , 

p. 363 , n. 45. 

Lamouroux Poljp. corali, p. 4». 

RoNDELET , de Zooph. pag. i34 , de hac Spugnae specie 

Ita scribit : » 

Secundum genus est densum, quod parvas adrnodum fistu- 

las habet , et teaue quod ad crassitudinem corporis altinet et 

molle : tantumque mollitudine differì a primo genere , quantum 

slupa crassissima asperrimaque a delicatissimo et tenuissimo 

lino >3* 

3. S. rubra. — S, rossastra. 

Tenax , simplex , oboscure rubra , subrotunda , tuberculiì 

elevatis , poris aequalibus. 

LiNN. cur. Gmelin Syst. Nat. p. SBig, n. 19. 

Bosc Hist. des vers tom. III, p. \[\i. 

Lamouroux Poljp. corali, p. 33. 

Sayigny Zooph. d' Egjpt. tab. I ., Jìg. 

l\.

( n3) 

4. S. angulosa. — S. angolosa. 

Erecta , pyramidalis , cartilaginosa , angulis flexuoso-poro- 

sis , aperluris rotundis ciliatis. 

Lamarck Ann. du Mus. tom. XX , p. 876 , ìi. 23 : Hl- 

st. des anim. sans vert. tom. II , p. 338 , fi, 23 : et 

An S. limosa columnaris ? n. 25 

LàMouRoux Poljp. corali, p. 5i et 5ì. 

5. S. setulosa. — S. setolosa. 

Ovato-reniforrais , luteola, reticulala , papillis conicis setulo- 

sis ; poris orbicularibus sparsis. Nobis. 

6. S. maculata. — S. macchiata. 

Tenuis , porosa , coriacea , luteo-fusca , raaculis albescenti- 

bus irregularibus fucata. Nobis. 

7. S. rosea. — S. resina. 

Ovaiis , tenuissime porosa. Nobis. 

8. S. miniata. — S. miniacea. 

Ovata, coccinnea , cellulis minimis. NoBis. 

9. S. reticularìs. — S. reticolare. 

Orbicularis , coriacea , fusca , fibris reticulatis , albescenti- 

bus. NoBis. 

Nobis. 

10. S. subpllcata. — S. quasi piegata. 

Laminibus flavis , poris minimis sparsis , imbricato-plicalis. 

11. S. caerulea. — S, cerulea. 

Crustacea , depressa , mollissima , caerulescens ; superficie 

interna foraminulis minimis constructa. 

Risso Prod. de Nice tom. V , p. Z'^Z, 

12. S. cellulosa. — S. cellulosa. 

Superficie denticulata , lobis acuminatis , foramiaibus am- 

plis. Nobis. 

i3. S. fistulosa. — S. fistolosa. 

i5

Tubulis conicis , solitariis , apice lecurvalis perlusis, exlcr- 

ne striatis. Nobis. 

a ) Superficie tnuricata. 

i4' S. infiala. — S. rigonfiata. 

Vesiculis ovatis vel hcmisphaericis , solitariis , rauricatis , 

unilocularibus , apice foro circulari praedilis. Nobis. 

Jn Savigny Zooph. d' Egjpt. tal. II,/. 6? 

i5. S. purpurea. — S. porporina. 

Plurilol)a, tenera, porosissima, purpurea, loLis conicis di- 

stinctis , apice aperlis. 

Risso Prod. de JSice tom. V, p. 376, 

16. S. cylindracea. — S. cilindrica. 

Erecta , carnea , intus cava , fragilissima et porosissima ; 

ramis cylindracels fistulosis , exlus tubulosis. 

GiNANM Adriat. 43 , 92. 

Olivi Zool. adriat. pag. 264. 

Risso Prod. de Nice tom. V , p. 3^5. 

1> ) Ramulis repenliLus. 

17. S. triangularis. — S» triangolare. 

Massa triangularis venlilabriformis , margine cristalo denticu- 

lato , poris miniinis sparsa , lutea. Nobis. 

18. S. Imperati. — S. d' Imperato. 

Tubulis elongalis apice foraminosis , aggregatis , e massa lu- 

teo-fusca coriacea borizontaii surgentibus. Nobis. 

e) Lamina horizontali spugnosa virescente foraminosa , tubulis 

brevissimis. 

ig. S. subdichotoma. — S. quasi dicotoma. 

Stipite tcreti lutescenle , ramis subdicbotomis virentibus , 

cylindracels, Nobis. 

liaLitant. 

Neapolitano lilore Spongiac inox descriptae in

( li5) 

Capitolo III. — Tetia. 

Lamarck ha stabilito questo genere a spese degli 

Alcioni pel carattere, che le Tetie hanno , consistente nel- 

le fibre raggianti dirette verso la loro crosta cellulifera 

esteriore , cui erroneamente cjuegli attribuisce i polipi. 

2\ lincurio. E simile per la forma e lo colorito 

all' arancio. Offre un puuto più rilevato nelle papille 

della superficie esteriore , ad opra di cui si attacca agli 

scogli. Tra ognuna di queste, che è sollevata e circolare 

con esili pelucci la cui mercè avverte 1' impressione de- 

gli 

oggetti esterni, esistono gli orifizii de' canali acquosi 

dispersi nell' interno della sua sostanza. Molti autori hanno 

creduto essere un polipaio, i cui animali fossero le descritte 

papille pelose, le quali per verità tosto che si contragga 

la intera massa di questo zoofito, che pria si vedevano 

rialzate e coi peli spiegali , si corrugano egualmente 

che i forami frappostivi. È però di curioso spettacolo 

la introduzione e la uscita dell' acqua marina circolante 

per un sistema di canali, che or ora si descriverà: fa- 

cendo conoscere in tutta la Telia un moto patentissimo 

di amplìazione e di corrugamento. 

Anatomia. Sezionato per metà questo zoofito si 

appalesa il suo nocciuolo osseo centrale e globoso , dal 

cui contorno in direzione raggiante nascono le laminette 

triangolari compresse e ricurve, le quali colla parte lar- 

ga finiscono in cadauna papilla. La sostanza interme- 

dia alle medesime è fatta da fibre come pagliuccc, for-

(ii6) 

mando un tessuto spugnoso di color fosco, nel quale pas- 

sano i canali acquosi coaninicauti con altri vasi traver- 

sali e concentrici al nocciuolo osseo {voi. Il, p.2']3). 

Quindi si comprende la ragione della mole ampliata , 

che questo animale ha in mare , paragonata a quella , 

cui riducesi dopo qualche tempo cavato dal suo luo- 

go natale. 

Tetiiva. Polypariura tuberosum , subglobosum , 

inlus fdjrosissimum ^ fdjris lamellaribus a nucleo orbi- 

culari centrali in papillas corticales desinentihus ac ra- 

diantibus j oscula rolunda numerosissima prò aquae 

circuitu. 

T. Lyncurium. — Arancio o portogallo marino. 

Globosa , superficie verucoso-papillosa , forarainuiosaque. 

Alcjones. Marsili Hist. mar. p. 82, tab. XIV, «, 72-73. 

T. sphaerica. Donati Adriat. p. 60,64, ^^^- ^j"- ' ^^ ^• 

Acyonium flavum. Planck. Conchyl. II , ;^. 44 > ^PPli, 

p. 114 ; Act. seri. voi. II, p. 218, tab. Vili, 

/. t. 

A. aurantium. Pallas Elench. Zooph. , n. aio. 

A. lyncurium. Linn. cur. Gjìzlin Sjst. Nat. p. 38r3,n. 7. 

Bruguiere Enc. niélh. toni. VII , p. 24, n. 12. 

Olivi ZooL Jdriat. p. 238. 

EspER Zooph. Suppl. II, tab. XIX, /. 3, 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. toni. II, p. 386,M.b. 

Risso Prod. de Nice toni. V , p. 363. 

a ) Fibris radiantibus arcualis. 

Donati Adriat. p. 62, tab. X. 

EsPER Zooph. Suppl. II, tab. XIX, /. ^^5. 

Lamarck. Ann. du Mas. torn. I, p. 71 , n. 5. 

Apud nos frequenter occurrit.

( U7 ) 

Spiegazione della Tavola XXXVll. 

Fig. 1 Tuhularia annulata. Pherusa tuhulosa 

2 , e suo pezzo ingrandito 3. Cornularìa rugosa 4 col- 

le ramificazioni radicali a , 5 tubo ingrandito. Encoe- 

lium hospitiolum 12. 

Spongia maculata 6 , rosea 7 , miniata 8, re- 

ticularis 9, suhplicata 10, caerulea 11 , cellulosa i3, 

Jìstulosa 1 4 e var. , muricaia 1 5 , inflata 1 6 e 17, 

purpurea ig , cylindracea 20 e var. 21 , triangula- 

ris 22 , Imperati 28 e var. 18, essendone la crassez- 

za del suo tessuto spugnoso orizzontale a , subdicho' 

toma 24.

( ii8) 

MEMORIA V. 

Planarie , Doridi , Tetidi , Pleurobranchi 

E Pleurobranchidio. 

Capitolo I. — Planarie. 

Lamarck giustamente sospetta che le Planarie non 

spettino agli Anellidi. Io che le ho osservate viventi 

posso assicurare la veracità della sua fondata opinione, 

che rimane vieppiù illustrata da una loro specie , che ne 

descrivo molto analoga alle Fillidie ^ e spero che la 

anatomia delle medesime voglia corrispondere alle 

mie asserzioni. Hanno esse il corpo piano-convesso, di 

figura ovale talora con taluni punti neri anteriormente, 

che ne sono gli occhi. 

1. P. sìfoncino. Per la sola dimora marina parrai 

che diversifichi, dalla P. punctata di Muller. Ha 

il corpo quasiché prismatico , inferiormente piano , su 

alquanto convesso , innanzi rotondato , ed in dietro 

assottigliato. Il suo colorito è giallo e foltamente pun- 

teggiato di nero , tranne il dorso e lunghessa la linea 

inferiore del piede, nel principio del quale caccia una 

lunga e conica proboscide, e poco oltre la di lui me- 

tà offre il forame dell' ano. 

2. P. giallìccia. Ila il corj)0 compresso , assotti- 

gliato ne' due estremi, giallo con strisce bianchiccie

(119) 

presso a poco raggiami verso il suo perimetro , ed aven- 

do la massa de' visceri cerulea nel mezzo, 

3. P. tubercolata. Se MuUcr non fosse stato un 

osservatore attento ed esatto nella delineazione degli 

animali da lui descritti , sarebbe rimasto sempre nel 

mio animo il sospetto, che questa /'Za«a/'ia forse avreb- 

be potuto essere la cornuta del medesimo naturalista. 

Ma la ispezione delle figure e la sua descrizione mi fanno 

essere abbastanza sincerato su tale articolo. Mi resta so- 

lo il dubbio che non sia ella identica alla P. Brocchi di 

Risso ( Op. cit. tom. V , p. 264 ) 5 attesoché per 

alcuni caratteri della sua descrizione vi somiglia e per 

altri ne difterisce. È sommamente a dolersi eh' egli non 

abbia dato le figure di tutte le sue specie pretese nuo- 

ve , onde solidamente arricchire la zoologia , anziché 

produrvi confusione maggiore. 

La suddetta Planaria è molto larga e compressa , 

di figura ovata , o sia ristretta posteriormente , roton- 

data e sinuosa avanti, dove elevansi due laminette emo- 

lanti i tentacoli con duplice filiera di punti bianchi , 

essendovi frapposto un corpo triangolare, donde prolun- 

gasi una linea bianca mediana e dorsale sino alla co- 

da. La superior faccia del corpo è coperta di tuberco- 

li surmontati da un cirro bianco. È d' avvertirsi inol- 

tre che il corpo è fosco tranne il suo perimetro, in cui 

offre una linea bianca. La faccia inferiore poi ne è pia- 

na , cerulea e fa trasparire la massa del fegato di vari 

lobi bianchiccie l'orifizio dell'ano, cui è vicina un'al- 

tra apertura.

( I20 ) 

Planaria ( voi. l , p. 70 ). 

1. P. siphunculus. — * P. sifoncino. 

Corpore elongato superius convexo, inferne plano, luteo ni- 

gro-punctato ; linea longitudinali lutea. Nobis. 

Nobis. 

2. P. lutea. — P. gialla. 

Corpore ovali plauulato , luteo, lineis coeruleis radiantibus. 

3. P. tuberculata. — P. tuhercolata. 

Tentaculis auriforinibus , corpore superne fusco , tuberculis 

apice papillis albis , linea marginali et mediana alba, subtus pla- 

no-caerulesccnte. Nobis. 

Habitant inter Algas Castri LucuUi. 

Capitolo II. — Doridi. 

%, I. Idee generiche. 

Le prime notizie di questo genere di animali spet- 

tano al nostro Fabio Colonna, che a tenore de' suoi 

tempi ne delineo una specie da lui appellata Lepre 

marina ed in seguito da Aldrovando e lonston copiata. 

Lo stesso Linneo nella edizione X del suo Systema 

Naturac, tacendo quello che ne avevano detto i suoi prede- 

cessori, parlò della sola Doris verrucosa riportata da Sebaj 

ma nella XII edizione descrisse la D. Argo osservata 

da Bohadsch, e corresse i caratteri del suddetto genere cir- 

ca r errore in cui era caduto, prendendo l' ano per la boc- 

ca. Indi il suo comentatore Gmelin senza troppa filoso- 

fìa ne accrebbe il numero , non trascurando quelle del 

nostro C;ivolini. Dobbiamo però al celebre Ciivier la

( 121 ) 

disamina esatta di molte specie nuove , e la riforma 

giustissima apportata a siffatta famiglia di viventi 

che indi è stata da tutti i naturalisti abbracciata. Egli 

in fatti la divide in Doride, Policera Tritonia , Bolide, 

Cavolina , Glauco e Tergipe. Dall' estratto che Ferussac 

ha pubblicato della Memoria del prof. Rapp ne appa- 

risce il numero molto accresciuto , e forsi con caratte- 

ri , che non possonsi abbracciare da coloro , che co- 

noscono i moltiplici cambiamenti di forme e colori dai 

molluschi presentati nello stato di vita , e che si tro- 

vano nel caso di contemplarli vivi. 

Le Doridi hanno il corpo convesso con una mem- 

brana superiore allargata detta pallio e parallela al pie- 

de , che è piano e anteriormente con solco ^ la bocca 

a guisa di tromba , fornita di due tentacoli , uscendo 

tra questo e quello ; l' ano posteriormente circondato da 

branchie lamellose-pennate , ed amendue racchiusi in 

una specie di cavità j due fovee nel dorso pei tentacoli su- 

periori , ed al lato dritto il foro degli organi della gene- 

razione. Le Eolidi ed in conseguenza le Cavoline ne diffe- 

riscono pei tentacoli superiori privi di ricettacoli , 

per la deficienza delle branchie pennate e per l' aper- 

tura dell' ano poco lungi da quella degli organi ge- 

nitali. 

Appartiene ad esse un bulbo muscoloso interna- 

mente corredato di laminetta dentaria , oltre le ru- 

ghe cartilaginee situate nella sua apertura , l' esofa- 

go terminato nello stomaco , donde principia l' intesti- 

no aperto nel cavo branchiale , ma non vi esiste al- 

16

( 122 ) 

ciin forame a fianco ove avrelibe dovuto melter ca- 

po il canale delle due glandule epatiche, clie a ine 

sembrano essere il principio delle salivari egualmen- 

te che la sua vescichetta z e descritte da Cuvier ( Op. 

cit. , p. 8, i5 e i'] ) fig. 17 ). 11 fegato a cono ro- 

vesciato è fatto da molti lobi , all' esterno coperti 

dall' ovaia, e dante attacco alle glandule salivari sottili 

giù e crasse su , i cui dutti si aprono alla base del 

bulbo esofageo. Il canale epatico con molti rami , clie 

finiscono in quattro primarii forami , finisce dentro lo 

stomaco. 

Sul bulbo dell' esofago esiste un gruppo glandulo- 

so conosciuto da Cuvier (Ôp.cit. p. 1 5), donde par- 

te lo speciale vase aperto dentro 1' atrio della bocca e 

sopra la teca dentaria. A me pare che il suo umore 

favorisca la masticazione , quantunrpie non siasene fi- 

nora conosciuto r uso. Il cervello è slmile a quello 

de' gasteropodi: e ne' suoi lati ha due punti nericci glo- 

bosi ognuno corredato di gambetto , i quali ne costi- 

tuiscono gli occhi finora ignoti a' naturalisti, che adem- 

piono al loro ufficio allungandosi ed internandosi tra le 

maglie diradate del tessuto cutaneo. I nervi partono 

dal cervello , numerandosene quattro in sei pe' lati , 

due firjiscono alle base del bulbo co' rispettivi gan- 

glietti , ed altrettanti si dirigono sino alla cavità delle 

branchie. 

Gli organi delle generazione spettanti alle Doridi 

si riducono al membro genitale lungo e sottile racchiu- 

so in un astuccio allungato , traversalmente fibroso e

(.23) 

col proprio muscoletto : a fianco allo stesso è collocalo 

il canaletto della borsa di Swammerdam , indi la ma- 

trice , cui sbocca T ovidotto arcualo-compresso , risul- 

tante da infinite laminette flessuose traversali , e da un 

corpo ovale composto di molti acinetti. 

I visceri descritti raccliiudonsi in una tunica pe- 

ritoneale molto resistente. Le pareti del loro corpo so- 

no fibrose, avendo i lacerti per lo più paralleli interse- 

cati da altri traversali. È da notarsi che il bulbo eso- 

fageo in uno de' lati sia provveduto di tre muscoli com- 

pressi , che nascono dalla parte anteriore ed inferiore 

del corpo , e finiscono formando un mezzo cerchio car- 

noso presso lo stesso bulbo •, 

e che la cavità branchia- 

le sia tirata nell'interno dell' addomine da molte fibre 

raggianti , che vi si distribuiscono , o pure da sei la- 

minette muscolose. 

Gli antri per la circolazione acquosa nelle interne 

vie addominali e del piede sono costituiti da un cana- 

le ellittico , cui mettono foce altri più piccoli. Dalle 

branchie partono le vene , che portono il sangue nel- 

r orecchietta e quindi nel ventricolo del cuore , da 

cui ha origine 1' arteria aorta j ma più ampi cementi sul 

colo sanguigno non solo di questa razza di molluschi 

ma di quelli riuniti nella presente Memoria , saranno 

da me dati nel successivo volume di questa opera.

( 124 ) 

%. II. Doride argo. 

Descrizione. A conto de' suoi tentacoli superiori biso- 

gna avvertire, che i medesimi non sempre osservansi al- 

lungati. Essi escono da' propri ricettacoli , che sono 

circolari , con orlo un paio di linee rilevato , ed inter- 

namente di colore scarlatto, e lisci ^ avendo un pe- 

dicello rotondo nel mezzo con molti globetti , soste- 

nuto da un cono traversalmente striato, nell' apice for- 

nito di cerchio bianco e con puntino negro nel centro. 

Quando i suddetti tentacoli sonosi raccorciati , il che 

accade per le loro fibre longitudinali , offrono i detti 

globettini abbastanza rilevati e prominenti -, motivo per 

cui Bohadsch gli credette occhi , de' quali 1' animale 

esternamente sembra del tutto mancare. Non debbo 

peraltro negare che i medesimi sono sensibilissimi ad 

ogni menomo toccamento , ma non raccorciansi , qua- 

lora siano tocchi da corpo qualsiasi ^ e che la descri- 

zione loro fatta da Bohadsch sia esattissima , tuttoché 

la denominazione specifica di questa Doride non esprima 

l'idea de' cento occhi di Argo. 

Il suddetto animale è allungato , convesso nel dor- 

so , assottigliato ne' lati e rotondato sì avanti che 

dietro. Il suo margine è distaccato dal piede mercè un 

largo e profondo solco j ed offre il contorno quinci e 

quindi or più ora men rotondato. Per le varie mosse , 

che il mollusco attuale è capace di fare , presenta ta- 

lora la figura ovata, e talvolta la ovato-allungata. 11 co-

(/25) 

lorito del dorso è scarlatto fosco, ed Interaineate è coper- 

to di pìccole papille affollatissime. L inoltre dissemina- 

to di macchie bianche rotonde e picciole soprattutto sul- 

le ramificazioni delle branchie , e che sono più nume- 

rose di talune maggiori bislunghe precisamente nel mar- 

gine del corpo , e di altre disposte a forma dendritica 

nel mezzo del lato destro e sinistro , essendo qual- 

che volta non tanto visibili (i). La superficie del dor- 

so al tatto sentesi scabra , per alcune leggiere promi- 

nenze aspre e visibili colla lente, le quali appartengono 

alla membrana esterna delle papille accennate. 

Presso la coda lunghessa la linea mediana del cor- 

po esiste il cavo branchiale, i cui orli appena lobati 

si rialzano alquanto , donde liberamente escono le 

branchie che vi sono allogate, formando un solo grup- 

po nello stato di contrazione : finita la quale paten- 

temeute veggonsi fatte da due tronchi principali diretti 

uno a destra e V altro a sinistra , e che indi tornansi 

a dividere in rami superiori ed inferiori , ciascuno 

de' quali continua a ramificarsi. Da entrambi i lati del- 

la prima , seconda e terza biforcazione nascono de' va- 

si graziosamente pennati. Spesso però vi ò qualche va- 

(i) Osservando con lente siffatte macchie , fui 

sorpreso di riconoscervi nn aggregato di piccoli vi- 

venti emisferici con apertura appena increspata , cir- 

colare , bianchi, aspri al tatto, che colla base ade^- 

rivano su le partì annunziate , e V uno distinto dal' 

r altro.

ielà in riguardo alla esposta ramificazione , ravvisan- 

doseue qualcheduna di meno. In mezzo alla primaria 

separazione delle branchie e dalla banda della coda , 

ove esse formano un semi-cerchio , trovasi il termine 

dell'intestino retto, conico, rilevato, e con un'incre- 

spatura bianchiccia nel contorno. 

La proboscide sia nello stato di allungamento , che 

in quello di contrazione, non oltrepassa il margine an- 

teriore del corpo. Essa è simile a quella delle patelle , 

avendo a' lati due tentacoli assottigliati, che benanche si 

estendono e ritirano. Il piede ò piano, allargato nella pe- 

riferia, avanti solcato, dove scorgesi inciso e con una li- 

nea bianchiccia. Tra il pallio e '1 medesimo evvi intorno 

intorno un solco bastantemente largo. 11 colorito 

della parie inferiore del corpo di questa Doride è ros- 

so macchiato di giallo-fosco soltanto nel solco indicato, 

nel margine del piede , ed in una porzione del pallio. 

E per dare un'idea chiara della condiinazione de' colo- 

ri annunziati , credo a proposito somigliarli alla lamina 

interiore del perigonio del LìUuni hulhìfcrum. 

Analomìa. Sezionala la proboscide , a[)parisce 

r interno del bulbo muscoloso col corpo bilobato su , 

cui aderisce la lamina della lingua , che offre i denti 

disposti in serie parallele , ognuna delle quali ha questi 

talmente avvicinali che sendjrano duplici. Hanno 

essi r apice ricurvo , ed un muscoletto circolare nella 

base, onde legarsi alla membrana della lingua. L'esofago 

« cilindrico rossiccio , che termina nello stomaco rosso- 

fosco, rigonfiato come una cornamusa , e presso l' estre-

( 127 ) 

ino opposto principia 1' intestino. La gianduia salivare 

accessoria ha il proprio canaletto, e risulta da. molti aci- 

netti scarlatto e eia taluni verdicci. Le glandule saliva- 

ri rosse , incominciano dal fegato come un corpicino ro- 

tondo , indi sottili e poi man mano s' ingrandiscono 

per finire al principio dell' esofago, dove apronsi i loro 

condotti. Il fegato è a lobi rosso-foschi, con profonda 

fessura nel punto di riunione de' primari dutti epatici , 

che shoccano presso il cardia. 

Le ovaie rosso scarlatto coprono tutta la mas- 

sa del fegato, il cui ovidotto giallo e flessuoso si apre 

nel principio della matrice rossa, e risultante da molte 

laminette gelatinose e flessuose^ le quali , tostochè sia 

quella indurata dallo spirito di vino , possonsi facilmente 

svolgere. Il testicolo le è contiguo, ed aj)parisce di fi- 

gura ovale e composto di sostanza granellosa rossa, che 

vi si apre egualmente che il condt)tto di una borsa 

ovata rossiccia e ben diversa da quella di Swammerdam 

, che giace poco appresso , ma che sbocca 

in un canale giallo fatto da fibre traversali all' esterno, 

ed internamente ha le rughe con due serie di tubercoli 

cartilaginei conici, a [)iù strati soprapposti, uncinati in 

cima, ovG sono più compatti, essendo di analoga strut- 

tura dello stiletto cristallino deWa ffelix pomatia. Del- 

la medesima fabbrica muscolosa rilevasi la guaina del 

membro genitale lungo , assottigliato nell' estremità, ru- 

goso e crasso nella radice, e corredato del respettivo 

muscoletto aderente alle pareti addominali , ad opra di 

cui quello rientra nel proprio astuccio , e n' esce poi

(28) 

per la contrazione delle fibre di questo ultimo. Fi- 

nalmente evvi un corpo glanduloso ovale, il cui canaletto 

mette foce nella cavità della guaina del merabro geni- 

tale , e chi sa che non gema dell' umore necessario per 

umettarlo. 

L' accoppiamento delle Doridi operasi nel seguen- 

te modo. Due individui della D. Argo avevano sfo- 

derato il rispettivo membro genitale , e per introdur- 

lo nelle corrispondenti vagine presentavano la testa di 

uno rivolta verso la coda del compagno e viceversa. 

Sono di opinione che V apice di siffatto membro sia 

irritato da' denti cartilaginei esposti. E le uova sue 

globose ed alquanto compresse sono dall' ovidotto tra- 

sportate nella matrice ed invischiate di sostanza gra- 

nosa trasparente e gelatinosa del corpo , che le sta 

vicino, e che parrai esserne il tt-sticolo. Dopo che sieno 

restati gli embrioni per qualche tempo nella vagina , 

adattandosi perfettamente nel suo cavo, di cui prendono la 

forma , e cospersi ancora dall' umore filamentoso della 

borsa di Swammerdam, non che di quello dell' altra ana- 

loga, n' escono fuori a guisa di placentari cilindrici, che 

depositansi sopra gli scogli. Della esposta sessuale ope- 

razione mi sono infinite volte assicurato, e non ho tra- 

scurato di far delincare un pezzo del placcntario accen- 

nato , che ho rinvenuto dentro o fuori la vagina di 

detta Doride , e quasi identico a quello disegnato nel- 

la Tavola XVII, figura 17.

( 129 ) 

§. II. D. verrucosa. 

E forse questa la specie figurata da Colonna e Se- 

ha e di cui almeno per approssimazione ha trattato Lin- 

neo. È comunlssima nel nostro golfo , avendo il cor- 

po su con papille rotonde e prominenti circondate da 

altre più piccole , i tentacoli superiori ovali giallicci 

fatti da molte pieghe traversali , uscendo dal proprio 

ricettacolo fornito neir orlo di tre papille ovali compres- 

se. Il margine della cavità branchiale ha una filiera di 

tubercoli ovali col rispettivo pedicello. L' ano è cinto da 

16 branchie a laminette pennate semplici cerulee, che 

a' lati sono triangolari, e la cui arteria circonda T ano. 

Il colorito del dorso è cllestro oscuro, ed il piede come 

pure la proboscide sono giallastri. L'esofago finisce 

nello stomaco , ed al principio dell' intestino sbocca- 

no i canali del fegato verde-fosco coperto dall' ovaia 

gialliccia , che vi sta ramificata , e le cui uova sono 

globose. 

§. III. D. tubercolata. 

I tentacoli inferiori sono quasi tubolosi e poco 

lunghi, avendo una fovea nel centroj ed i superiori of- 

frono delle pieghe traversali nell' apice, e cinque tuber- 

coli neir orlo del loro astuccio. Dal tentacolo destro 

prolungasi una lamina sino all' orifizio degli organi del- 

la generazione. 

17

(,3o) 

Essa più delle altre Doridi ha sviluppali i due mu- 

scoli adduttori. I denti della lingua sono molto acumi- 

nati e ricurvi , e presso la base del loro margine con- 

vesso ne cacciano un altro più piccolo. Lo stomaco ha 

neir interno molte pieghe longitudinali , e nel suo ter- 

mine principia V intestino in opposizione dei quattro 

primari orifizii de' canali epatici, ed ognuno di questi ne 

olire quattro in cinque altri, che variamente ramificati si 

distribuiscono ne' lobi del fegato, il cui tessuto spu- 

gnoso è composto da acinettl. Dall' atrio degli organi ge- 

nitali fatto di valido tessuto fibroso colla interna tunica 

rugosa si va a dritta tanto nella matrice gialliccia, a la- 

minette flessuose e con molti granelli bianchi dispersi 

nella sua sostanza gelatinosa , che nel testicolo ellittico 

a parecchi lobi granosi rossicci j ed a sinistra poi pene- 

trasi nella guaina del membro genitale , e nel canaletto 

della borsa di Swaramerdam. 

§. IV. D. lestugginaria. 

Ha il dorso terra d' ombra chiara , le cui mac- 

chie dorsali talune rotonde ed altre ovali sono più fo- 

sche e risultanti da vari follicoletti avvicinati. La por- 

zione inferiore del pallio è pure di tale tinta , ma con 

macchie picciole. Il resto del corpo è gialliccio. 1 tentacoli 

suj)eriori e gì' inferiori sono come que' della D. Ar^ 

go , e le branchie bipennate. Nulla vi è di rimarche- 

vole nella fabbrica interna. La descrizione della D. gran-

( i3i ) 

difiora di Rapp mi fa sospettare che appartenga a que- 

sta specie. 

§. V. D. limbata. 

Ha il corpo ovale, bleu-nero ondeggiato, tranne nel 

margine di tutte le sue diverse parti egualmente die del- 

l' astuccio de' tentacoli superiori con pieghe a traverso , il 

quale presenta una linea giallo-rancia. Le branchie sono 

quasi trepeunalillde nericcie. Con molta ragionevolezza 

Cuvier dice avere essa tutta la rassomiglianza alle Aplisi« 

e principalmente all' A. fasciata. Parrai un suo pic- 

colo individuo la D. virescens di Risso , ed una sua 

lievissima varietà la D. gracilis di Rapp j 

giacché il 

carattere specifico della D. limbata loro non manca 

affatto, quale è la fascia giallo-rancia. È degno di co- 

noscersi che il bulbo esofageo sia senza denti , in luo- 

go dei quali 1' orifizio della bocca ha tre produzioni 

triangolari carnose , che in forma di fascie continuansi 

nell' interno dell' esofago e dello stomaco , ove offre pu- 

re delle rughe traversali. La gianduia salivare accesso- 

ria è molto ramificata. La massa epatica , 

i cui dutti 

sboccano nell' intestino , è allungata poco larga e con 

una striscia di ovaia , la quale nel suo principio appa- 

risce divisa in vari lobi ovali , cadauno con particolare 

vasellino terminato nel comune ovidotto. Nel canale del- 

la borsa di Swammerdam apresi quello di altra borsi- 

cina. L' apparato muscoloso sì delle pareti addominali 

che di talune parti mostrasi poco sviluppato. Gli occhi

( ^32 ) 

erano molto grandi. Nel resto appena differisce della 

D. Argo ed in un solo individuo non ho potuto ve- 

dere di più. 

§. VI. D. peregrina. 

Credo che a pochi naturalisti , i quali hanno visi- 

tato le nostre marittime contrade , sia riuscito di osser- 

vare la Doride attuale. Cavolini Tha prolissamente de- 

scritta e con molto giudizio fin da' suoi tempi ne co- 

nobbe l'anello di concatenazione colle Tetidi , avendola 

poi Bruguiere eretta in genere nuovo detto Cavolina. 

Rompendo i massi tufacei del littorale di Cuma rinvenni 

in appositi nicchi questa Doride nel piccolo somigliante 

affatto all' Istrice. Ha il corpo ovale posteriormente acu- 

minato , la proboscide conica, i tentacoli inferiori più 

corti de'suj)eriori assottigliati, ed egualmente che il dor- 

so dell' animale erano carnicini. A' suoi lati sono col- 

locati i cirri al numero di dieci ed anche di più. 

Guardatili attentamente ne appariscono attaccati sei ad un 

gambo comune compresso , nella maggior parte rosso- 

loschi, tranne la cima che è bianca, ed affatto granulosi. 

Tra il terzo e quarto ordine di cirri dì dritta vedesi 

una elevazione rossa violacea , che è il sito del cuo- 

re e degli organi generatori , il cui membro è identico 

a quello delle altre specie. Posta in vasi pieni di acqua 

marina vi si rileva il piede piano e'I paUio molto 

largo : come pure a tenore de' suoi movimenti i cir- 

ri descritti si ravvisano inclinati e diretti ora avanti ed

( i33) 

ora dietro , e spesso scrinano la direzione perpendi- 

colare. La sua anatomia ò riserbata pel quarto volume 

di questi lavori. 

Doris. Corpus repens , interdum natans , oLlongum 

, planulato-convexum pallio undique clnctum. P/'O- 

hoscis antice. Tentacula quatuor ^ duo supra corpus 

antrorsum intra foramina aut lubos retractllia , aliaque 

ad OS. Anus posterius in dorso , branchiis exerlis , la- 

ciniato-fimbriatis , stellatlm cinctus. Apertura genera- 

tionis ad latus dextrum. 

i. D. Argo. — D. Argo, Patella rossa. 

Corpore ovalo-oLlongo , jjlanulato , laevi ; tentaculis siipc- 

rioribus elevatis apice subverrucosis. 

Argo. BoHADSCu Aiiim. mar. p. 65, tab. V , y. /^^^. 

D. Argo. LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat, p. Sic^ , n. /\. 

Brugoiere Enc. niéth. tab. LXXXII , y^. i8, 19. 

D. Argiis. Lamarck Hist. des anini. sans vert. ioni. VI , 

p. 3i I , n. 2. 

CuviER Regn. aniin. toni. II , p. 3f)o ; Mem. sur Ics 

Moli. p. 3. 

Blainville Dict, des se, nat. toni. XIII, p. /\Si ,,fasc. 

n,/. 9. 

D. Argus et pseudo-Argus. Rapp Bull, des se. nat. toni. 

XIV, p. i36 : Nov. Jet. Acad. Nat. cur. toni. XIII, 

p. a.'' p. i53 ,fig- 1,2. 

2. D. verrucosa. — D. verrucosa. 

Corpore ovato-oblongo , convexo , verrucoso ; tentaculis su- 

perioribus Irasverse laraellosis e tubulis 3lamellatis exserentibus ; 

brancbiis simplicibus stellatim pinnatis. 

An Lepus marinus ? Columna Ecphr. tab. XXII, f. 'j^Ò . 

Mitella verrucosa. Seba Mus. tom. II, tab. LXI , /. 5.

( i34 ) 

D. verrucosa? Linn. cur. Gmelin Syst. JSat. p. 3io3 , 

n. X ( syn. exclus. ). 

CuviER Blem. sur les Moli. p. 5 , tab. I , /. ^,6: Regn. 

anim. torti. II , p. 390. 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. tom, VI, p. 3ii, 

n. 3. 

Blainville Dict. des se. nat. toni. XIII , p. 449- 

3. D. tuberculata. — D. tubercolata. 

Corpore ovali-oblongo , supra tuLerculis parvis raaiora cir- 

cumdantibus ; velo marginato angustiusculo , tentaculis intra U- 

mellas quinque. 

D. obvelata ? Linjj. cur. Gmel. SfSt. Nat. p. 3io3,?i. i. 

Planch. de Conch. p. io5 , tab. V , y. g, h. 

CuviER Meni, sur les Moli. p. 23 , tab. H , /• 4- 

Lamarck Hist. des Anim. sans vert. tom. Yl -, 

n. 5. 

Rapp Bull, des se. nat. tom. XIII , p. \'iy. 

4' D. lestudiiiaria. — D. testugginaria. 

p- 

3ii , 

Corpore ovaio, supra convexo, tubercuiato; maculis ovalibus 

irrcgularibusque miniiuis punctalis obscure fuscis. 

Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 33 , tab. II ,/. i5. 

5. D. limbata. — D. con margine giallo-rancio. 

Corpore ovali , dorso convexiusculo , fuscoinarmorato, lim- 

bo luleo-aurantiaco cincto ; tentaculis clevalis transverse plicatis , 

apice puncto praedilis. 

CuviER Mcm. sur les Moli. p. 21, tab. II,/. 3: Regn. 

anim. tom. II , p. 3c)o. 

Lamarck /Jist. des Anim. sans vert. tom. VI , p. 3ii , 

n. 4. 

Savigny Moli, d' Egjpt. tab. l,Jìg. i. 

Blainville Diet. des se. nat. tom. XIII, p. ^02. 

îsio Journal de Phjs. LXXXVII, p. 36y : 

D. rire-

( i35 ) 

scens. Prod. de Nice toni. IV, lab. II, /.ii ( spec. 

iun, ). 

Otto apud Rissum Prod. de JSlce 8,9. 

EoLis, Lam.-Corpus oblongutn', repens , postice attenuato-ovatum , su- 

pra convexiusculum , subtus planum ; velo nullo. Caput breve, tentaculis 4-6 

instruclum. Branchiae exsertae per lamìuas squamiforrues, papillas aut cirros , 

in dorso serialiru dispositae. Orificia generationis et anus ad latus dextrum. 

6. D. peregrina. — D. peregrina. 

Corpore roseo albescente , cirrorum fuscorum extremitate al- 

ba in dorso seriebiis ^-11 , ci'rris Gdactj'lis. 

Cavolini Polipi mar. Meni. IH, p. igo , tab. VII,/. 3. 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3io5, n. 16. 

Cavolina peregrina. Bruguiere Eric. méth. tab. LXXXV, 

/. 4. 

CuviER Meni, sur les Moli. p. 3 : Regn. aniin. tom. II , 

p. 395. 

Eolis peregrina. Lamarck Hist. des anim. sans Kêrt. tom. 

VI , p. 3o3 , n. 5. 

Blainville Dict. des se. nat. tom. XIII , fase. XLVIII, 

fS' 9- 

Eolidia peregrina. Risso Prod. de JSice tom. IV , p. 07. 

Descriptae Dorides iu scopulos neapolitani a e pu- 

teolani maris habitaut. 

Spiegazione della Tavola XXXVILl. 

F/g. i Doris j4rgo , di cui sono a il cavo bran- 

chiale , h r ano , e il tentacolo superiore e ^ le mac- 

chielle bianche , che e sonosi ingrandite con le papille 

cutanee 17 tZ, una di quelle è più ampliata ig. La det- 

ta Doride 2 è sezionata per la parte inferiore , ove ne 

appariscono il bulbo muscoloso e co^ tentacoli inferiori

( i36 ) 

ne' lati, il piede avanti inciso /*, il membro genitale g, 

il bulbo esofageo 7i co' suoi gangli, la fascia del cer- 

vello poco giù, l' esofago y e le glandule salivari i, lo 

stomaco Ar, l'intestino Z, il fegato to ricoperto dall'ova- 

ia , il cui ovidotto n finisce nella vagina , dove comunica 

la matrice o, il testicolo p, la borsa di 

dam 1' 

q , altra r col tubo fibroso b aperto 

B per osservarne i tubercoli , uno di essi 

Swammer- 

( Fig. 5 ) 

ingrandito 

6 , la guaina s e'ì muscolo adduttore del membro genitale 

t , un corpo glanduloso acessorio v eli' è in 5 a in- 

grandito , la gianduia u, i muscoli depressori del bulbo 

esofageo xoc fei denti 20. Placentario 12 , ed uovo 

di essa separato i3, 

D. iestudinarla 8, vej-rucosa i4 con la branchia 

ingrandita 23, le uova 24 e l'ovaia 11^ e peregrina iG 

col pezzo dello sue branchie dorsali 11.21 D. iuher culata 

e 3 suoi muscoli aa abduttori del bulbo esofageo, canale ta- 

gliato B delia gianduia salivare accessoria, situazione della 

lingua Z», glandule salivari ed delle quali una si aperta, 

stomaco sezionato e, aperture de' canali epatici maggiori 

ff, tessuto del fegato g ed intestino h. 24 D. limhata sua 

• bocca 7 a, cervello con gli occhi ne' lati ce e Fig. 4 iii- 

granditi , gianduia salivare accessoria h col suo dutto , 

esofago rf, stomaco aperto e, ovaia ^ coli' ovidotto g, 

porzione della (pale h continuasi sul fegato y, testico- 

lo A:, matrice Z, vescica di Swammerdam ni ed al- 

tra più piccola n. Anello vascoloso branchiale i5 del- 

la D. tahcrculatd , essendosene delineala una laminetta 

branchiale 18 ed i denti 10, uno de' medesimi è disegnato

( i37 ) _ 

separatamente 9, vedendosene poi in 21 i tentacoli su- 

periori l, gl'inferiori /, la piega clie finisce nell' orificio 

7* 

, dell' atrio A' degli organi generatori vale a dire la 

matrice m con uova , il testicolo n , il membro ma- 

schile o con merabranuccia p^ 

la borsa di Swammerdara 

q \ come pure vi si dimostrano i nniscoli corrugatori 

del cavo branchiale rr , del piede ss , e del bulbo eso- 

fageo tt e l'antro acquoso maggiore vv co' minori uu. 

Capitolo III. — Tclide. 

\. I. Descrizione. 

Le due seguenti specie di Tetidi, non tanto rare 

nel nostro golfo , e che dal solo Colonna e Bohadsch 

sono state alla meglio osservate e descritte quasiché 

viventi , giustamente meritarono le illustrazioni di Cu- 

vier , che fece conoscere quanta mai fosse stata la confusione 

sparsavi dal Linneo e da suo comentatore Gme- 

lin, E quantunque lo zootomista francese non le aves- 

se vedute vive , pure le figure che ne ha dato su gli 

individui morti della T. leporina ricevuti da Delaroche 

sono abbastanza esatte : né quel grande uomo ha potu- 

to fare a meno d' invitare i naturalisti , che abbiano 

la fortuna di osservarle in vita, ad esaminare se la T. 

lepo7'ina sia la stessa o diversa dalla T. fimbria , e 

stabilirne i caratteri distintivi specifici, attesoché egli è 

stato di opinione essere amendue una specie sola. Il 

nostro dotto prof. Macil ha benanche trattato delle Te- 

18

( .38 ) 

lidi se non prima , almeno contemporaneamente a Cu- 

vier : e , conoscendone aj)pieno la inesattezza de' ca- 

ratteri stabiliti da Gmelin , descrisse la T. cornigera, po- 

lyphylla e -parthenopea , corredandole di esattissime 

figure. 

Le Tetidi hanno il corpo ovale allungato con pal- 

lio semicircolare cirroso , che occulta la tromba della 

bocca , e che restringesi verso il dorso da costituire il 

collo , sul quale veggonsi due alette col respettivo ten- 

tacolo conico. Il dorso ha due serie di branchie coni- 

che assottigliate e da una sola parte ramificate , alter- 

nando le piccole colle grandi. Il piede è piano , ro- 

tondato avanti , ed assottigliato dietro. 

1 . T. fimbria. Questo ammirabile mollusco nella 

parte anteriore del corpo ha una specie di pallio se- 

micircolare , ed appena lobato nel contorno , e prov- 

veduto di una serie ben ordinata di cirri , che si rag- 

grinzano oltremodo sotto 1' azione dello spirito di vino 

e spesso se ne distaccano. Poche linee lungi dal con- 

torno superiore del palilo ve ne sono alcuni solitari ; 

essendo esso bianchiccio sopra e sotto , ove ha una 

macchia nericcia grande a sinistra, e più piccola a dritta. 

Guardato nello stato di vita , ed anche dopo qual- 

che giorno 5 che sia stato serbato nello spirito di vi- 

no 5 è circa mezzo dito doppio , trasparente , e for- 

nito dì granelli bianclii ^ ma elasso questo tempo le fi- 

bre che lo compongono si restringono , restando della 

doppiezza di un foglio di carta , ed i suddetti tuberco- 

letli cartilaginei acuminati perfettamente scomparisco-

( '39 ) 

no. Ecco il motivo per lo quale non erano stati de- 

scritti 5 ed il mentovato pallio credevasi doppio come 

velo principalmente nel margine esteriore ; atteso- 

ché verso il centro conserva in gran parte la pristina 

crassezza. 

Nel principio del collo e nella parte superiore 

son poste due alette di figura runcinata , avendo la 

base alquanto crassa, e'i margine sottile, increspato e 

colla punta rivoltata verso la compagna , che ne di- 

sia un dito o più. Nella loro parte anteriore ho tro- 

vato la fossetta di cui parla Cuvier , donde esco- 

no i tentacoli ovali e con pieghe embriciate. Queste 

alette a mio giudizio servono anche all' animale per 

nuotare. 

II collo incomincia dal loro termine ed è di colo- 

rito bruno-rossiccio , e pieno di foUicoletti dipendenti 

dall'epidermide. Il dorso si restringe di diametro, 

sinché finisce nella coda dell' animale oltremodo assot- 

tigliata , avendo la figura del triangolo isoscele. 

Anche la sua doppiezza diminuisce , che è sul 

principio di un dito per finire di una linea : nella par- 

te destra del dorso , e presso il terzo cirro esiste il 

forame del membro genitale ed un paio di bnee do- 

po evvi quello della vulva. Ambidue hanno una la- 

rainetta membranacea a contorno increspato , ed al- 

quanto prominente. TI forame dell' ano è posto sul dor- 

so , poco distante da quello della vulva. I cirri stanno 

situati nel margine superiore destro e sinistro del dorso , 

essendo di grandezza variabile , taluni lunghi e gran-

( >4o) 

di ed altri piccioli corti , con la base larghetta , l' api- 

ce ristretto ricurvato in dietro. Ad essa pare che cor- 

risj)onda la Lepre marina maggiore di Fabio Colonna. 

Il piede è di figura ovale , cioè rotondato e lar- 

go anteriormente ed attenuato in dietro. Quella por- 

zione che se ne osserva a' lati del dorso pian piano vassi 

ad assottigliare verso i mar"ini forniti di esile mem- 

branetta con tenui incisioni rotondate. Di più nella 

faccia esterna e superiore ha una infinità di follico- 

li ovali, lucidi, ed abbastanza aftollali. La sua faccia 

inferiore onninamente piana , nel d' avanti mirasi pro- 

lungata un mezzo pollice oltre la sua aderenza col 

dorso. È provveduta delle stesse vescichette, situate 

nelle maglie del suo tessuto fibroso , che visibilmente 

trasparisce a traverso 1' epidermide. Dalla punta del 

piede sino al di là della metà della sua lunghezza 

si ravvisa una striscia bianca , che offre i mentovati 

otricelli oltremodo avvicinati e j)ieni di umore a me 

totalmente ignoto. Il colorito generale del corpo di 

questa Teiide è bianco , eccettuato il di sopra del 

pallio c'\ perimetro del piede che sono bianco-rossicci, 

essendone poi il dorso rosso-bruniccio. 

2. T. leporina. La forma del suo corpo è presso 

a poco simile a quella della specie precedente, da cui 

differisce pe' seguenti marcatissimi caratteri. L' orlo del 

pallio cirroso ha una fascia bleu-violetta tanto su col 

margine interno irregolare risultante da molti acinetti , 

e nel cui centro simmetricamente elevasi un cirro cor- 

to e giallo , e lutti al numero di i4 circa j che giù 

con orlo esteriore giallo dorato , e di tratto in tratto con

( i40 

fascelti di cirri giallicci ma nell'apice blandii. La stes- 

sa fascia bleu-violelta all' esterno con orlo giallo rav- 

visasi sulle alette ovali ed è continuata anche nella fo- 

vea de' tentacoli giallo-rossicci traversalmente piegati. 

I cirri branchiali cilindrici e grandi nella base ed 

assottigliati in cima sono diciotto per ogni lato , ed al- 

ternando i grandi co' piccoli , dal margine concavo dei 

quah escono le pinne alterne , bifurcate e gialle. Que- 

sti cirri a piacere dell'animale sì veggono ora allunga- 

ti ed altre fiate spirali. Nel loro spazio intermedio esi- 

stono le fovee ovali con papilla nel centro bucata per l'at- 

tacco dei Fenicuri. Il resto del corpo è giallo con ve- 

scichette rossiccie rotonde sul dorso , ed ovali giallic- 

cie a' lati: le quali sotto i moti del mollusco presenta- 

no il cangiamento di più colori. Ad essi attribuisco il 

bruciore che cagionano toccandosi j e T odore che spargo- 

no slmile alle Apllslc. Il membro genitale apparisce 

ensiforme 5 rugoso, con due denti triangolari nel mar- 

gine convesso , rotondo e violetto nel suo principio. 

Se gli esposti caratteri non fossero sufficienti a 

distinguere questa Tetide dall' altra , a senso mio ne 

costituisce uno specifico e singolarissimo quello dell' in- 

serzione de' Fenicuri , i quali variano non solo pel co- 

lorito , ma pure per la forma e divisione dell' estremi- 

tà del corpo. Finché la Tetide è viva questi epizoi 

VI restano aderenti , avendo un continuo moto di on- 

dulazione, ed essendo pure partecipi delle contrazioni 

e del rilasciamento del suo piede j ma tostochè essa 

muore, i detti ospiti se ne distaccano a poco a poco , o

( 14=* ) 

sia pria i maggiori e poi i minori, continuando a vive- 

re per qualche tempo dentro 1' acqua marina ," ed 

, anche 

quando a mare per altre cagioni se ne separassero , 

neppure possono proseguire a vivere. 


L' intero apparato digestivo e 'l fegato fu conosciu- 

to da Rondelet che scrive: « Intus cerebri nigri parum est, 

gulam excipit ventricuhis, ex quo oritur intestlnuni instar 

capreolorum vilis convolutum. In medio substantia quaedam 

est fungosa , succum fuscum continens , fortasse 

/xivKwv est atramento suo w. A me è sembrato non esi- 

stere il canale che Cuvier descrive nella sostanza epa- 

tica, ed aperto presso l'ano, in cui non ovvi alcun fo- 

rame. E questo sommo uomo ha potuto ingannarsi 

per la ragione che le Tetidl anche viventi avvicinano 

in modo le pareti dell' orifizio dell' ano, da farvi vede- 

re due aperture. 

La bocca formata da due pezzi rotondali , è po- 

sta sotto il pallio. Una tromba carnosa , ed inter- 

namente piena di papille quasi piramidali , si con- 

tinua nell'interno dell' addome , in cui costituisce l'eso- 

fago, che nel principio è alquanto largo e corto. Ter- 

mina in uno stoniaco carnoso , il quale restriugesi un 

poco per ampliarsi di bel nuovo a culo di sacco verso 

la banda destra del cavo addominale. A questo seguo 

il tubo intestinale assai breve , che , descrivendo una 

^nrva alquanto flessuosa , termina nell' ano.

( 43 ) 

Le Tetidi mancano di denti, che sono rimpiazza- 

ti dalle papille descritte ed aiutate dal tessuto musco- 

loso esofageo assai valido. Essendo stritolati in parte i 

cibi , debbono attraversare un anello carnoso ben ri- 

levato stretto e benanche fornito di papille , che gli 

ammaccano impedendone il regresso. Indi si fauno stra- 

da nel primo stomaco con molte rughe a larainette , 

ove mediante fortissimi lacerti carnosi a lungo ed a 

traverso, e mercè una membrana cartilaginosa , che quel- 

le ricopre , si compie la digestione favorita dalla sa- 

liva , che vi si versa da' canali delle glandule scia- 

livari oltremodo ramificate, mettendovi foce con apertu- 

re quasi ovali. Il secondo stomaco internamente ha le 

rughe longitudinali derivanti dalla membrana moc- 

ciosa e continuate* con quelle dell* intestino , la cui 

struttura è identica agli altri molluschi. 

Il fegato esternamente ò coperto dall' ovaia, e divi- 

so in lobetti. Questo organo occupa la metà inferiore 

del cavo dell' addomine , ed i particolari condotti epa- 

tici si riuniscono in uno più grande, che perla scissu- 

ra epatica termina alquanto ampliato nell' interno del- 

lo stomaco poco più sopra de' forami delle glandule sa- 

livari. 

Gli organi genitali delle Tetidi poco diversificano 

da que' delle Aplisie , a conto delle quali esposi la 

mia opinione confermata dal fatto circa la denomina- 

zione e l' ufficio di siffatte parti- Il membro generatore 

esce fuori del suo ricettacolo per la propria contrazio- 

ne di tessuto , e vi rientra pel raccorciamento del

( i44 ) 

particolare muscoletto dal fondo dell' addome attacca- 

to all' estremità del suo astuccio. Nella stessa cavità , 

che gli dà 1' uscita , si apre un picciolo , lungo e 

serpentino canaletto provegnente da un corpo roseo e 

di sostanza filamentosa, che è appunto il testicolo. Os- 

servato con lente apparisce fatto da vari gruppi di va- 

sellini flessuosi , che finiscono in canaletto comune aper- 

to nell' apice del membro genitale. Poco più sotto 

esiste l'orifizio della vulva, ove imboccasi il canale della 

borsa di Swammerdam. La vagina intanto più o me- 

no rugosa finisce nella matrice^ ed è della medesima na- 

tura fibro-gelatinosa delle Lepri di mare , in fascie 

spirali disposta e contigua ad altro corpo granelloso. 

Si è detto che l' ovaia , composta di molte glandu- 

lette giallicie con canaletto comune , vesta la faccia 

esterna del fegato su la di- lui superficie esterna a grap- 

poli graziosamente dispersa j e che un tortuoso e lun- 

ghissimo ovidotto conduca le uova nell' interno della 

matrice. 

La cavità addominale di figura triangolare prin- 

cipia dalla parte anteriore del piede e termina poco 

]uù in qua della coda. È vestita da sottile membra- 

na , dalla quale escono le laminette allargate tanto nel 

punto in cui si attaccano a' lati dell' ovaia , che a quei 

del suddetto cavo. Il piede e V addomine sono forma- 

ti da un reticolo muscoloso , risultante da lacerti lì- 

brosi longitudinali , traversali ed obliqui , continuali 

nelle ali , nel pallio e nel piede , lasciando il libero

( i45 ) 

accesso all'acqua , che vi si raccoglie (i), siccome ho 

fatto conoscere nel voi. II p. 2G5 j ed il mercurio 

iniettatovi è uscito infiltrandosi pe' lacerti del piede e 

quindi pe' suoi margini, donde assorbiscesi l'acqua. 

Il cervello è situato sul principio dell' esofago , 

avendo la figura rettangolare. È formato da una specie 

di sacco ricolmo in parte di granelli ovali giallicci, 

due di essi bianchi mediani , ed a' cui lati non solo 

giacciono gli occhi , ma pure escono sei nervi principa- 

li : il primo de' quali bifurcato dirigesi al pallio , il 

secondo all' aletta tentacolare , il terzo e quarto a' lati 

del corpo o pure agli organi generatori, l'ultimo poi 

discende verso il termine dell' addomine dando filetti 

a' lacerti muscolosi sino alle pertinenze del duodeno , 

dove forma ingrossamento gangliforme. 

È curioso indagare la maniera con cui i Fenicuri 

si nutriscono. Ed è per me fondata opinione che por- 

zione di nutrimento è loro somministrato da que' punti 

dell' orificio della bocca , mercè de' quali sono in contat- 

to colle fovee della T. leporina , cosicché soltanto una pic- 

cola parte de' suoi principi! nutritizi è distribuita a' Fe- 

nicuri. Ma questi a senso mio dall' acqua marina cir- 

colante nell' addomine della Teti , e che per le boc- 

cuccie delle fovee passa nello stomaco di sì ammirabi- 

(i) Il chiarissimo Olfers mi asserì avervi trova- 

to alcuni piccoli entozoi , che io non sono siato Jeli-' 

ce abbastanza per vederveli. 

19

( i46 ) 

li epizoi , in grazia delle molecole organiche , e de' pic- 

cioli viventi che vi nuotano , e quindi dal ventricolo 

digeriti e ne' vasi della circolazione linfatica trasporta- 

ti (^vol. I. p. 61 ), ritraggono quasi tutta la loro nu- 

trizione. 

Thethys. Corpus carnosum , semi-pellucidum , 

oblongum , postice attenualum , antice pallio semicir- 

culari cirroso , caput obtegente. TentacuUs duobus 

conico-plicatis e fovea peculiari exserentibus in la- 

minas aliformes iucavatas. Branchiae dorsales cirro- 

so-ramosae biseriatae. , magnae mlnlmls alternantes. Ori- 

fida generationis dextrorsum , ac ani in dorso posila. 

1. T. leporina. — T. leporina. 

Pallio margine violaceo , foveis prò Phoenicurorum insertio- 

ne Inter cirros dorsales. 

RoNDELKT De Pise. cop. XIII , p. 5aG , Jig. 2 , 3. 

Lepus marinus. Columna Aquat. obs. p. 2'j , tab. XXVI, 

Jìg' 3 , 4. 

Fimbria. Bohadsch Anim. mar. p. 54 , tab. V , /. 1,2. 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3i36 , «, i. 

Bruguiere Enc. mèth. tab. LXXXI , Jìg. 3 , 4. 

Thelhys. Cuvier Mem. sur les Moli. pag. 1-1 4 cum tab : 

T. Fimbria, lìègne anim. torti. II, p. 3g2. 

Lamarck Hist. des anim. sans vcrt. toni. VI , p. 3o8. 

Thelis parlUenopeia ci polyphylla. Macry Aiti dell' Accad. 

delle se. toni. II, p. a.*, tab. Ili - V. 

^S- 9- 

Risso Prod. de JSiee tom. IV , pag. 35. 

Blainville Z?/6;. des se. nat. tom. 53, fase. XLVIII, 

2. T. fimbria. T. fimbria.

( i47 ) 

Pallio margine albo inferne liiuc inde maculis duabus 

fuscis. 

Jn Lepus marinus maior ? Columna j4quat. obs p. a4 ? 

lab. XXII , /. 5 , 6. 

n. 2. 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat, p. SiS; , n. a. 

BnuGuiEnE £«£?. mètk. tao. XXXI , ^g-. i , 2. 

Lamarck Z^/5^ f/e5 ani/», sans veri. toni. VI , p. 3o8 , 

T. cornigera. Macry jltti della R. Accad. delle se. iotn. 

II , p. 2 , lab. I e< II. 

Oii'. Prima alferaque Thethydis species inqralum spargunt 

odoreiu, respirationique iiocuuin ; aeque ac manibus contrecta- 

tae pruritum ac ruborem excitant.Hac de re cel. Rondeletius(f?e 

III. Lep. marini spec. ) sic scribit : « Odore est valde ingrato 

et pisculento , nauseam movet , splendore diutius inspectantibus 

dolorera oculorum capitisque adfert , id quod in me ipso sum ex- 

perlus ( Op. cit. p. 5a7. ) ». 

Promiscue vivunt in neapolitaìio crateri vernali 

praesertim tempestate. 

Spiegazione della Tavola XXKIX. 

Fig. 1 Thethys leporina di grandezza naturale e 

delineata vivente , in cui appariscono le alette a ed i ten- 

tacoli b , uno de' quali si è ingrandito Fig. 5 , V ano e , il 

membro genitale d colla sua aletta e , i cirri o branchie 

maggiori ^ e le minori g , le fovee hh per 1' attacco del 

Phoenicurus varius , il quale vi esiste soltanto in ii, 

1 T. fimbria disegnata per la faccia inferiore do- 

ve osservasi il bulbo esofageo l , il piede /ra e la stri- 

scia glandulosa n. 3 Macchie del margine superiore

( >48 ) 

del piede a e del pallio h j vedendosi quelle ingrandi- 

te in 4« 

7. Faccia interna de' lobi della bocca a della T. 

Jìnibria , sfintere esofageo h , cervello e avendo a' la- 

ti gli occhi che sonosi separati 6 , ed indi i nervi 

tra quali distinguonsi i simpatici dd con piccolo gan- 

glio. Esofago aperto in cui apparisce la tunica moccio- 

sa con jìieghe e e la sottoposta muscolosa r. Stoma- 

co jTcoll' apertura / del canale epatico g-, e quella h di 

una delle glandide salivari j. Secondo stomaco A: , in- 

testino Z, fegato 77277Ì ricoperto dall' ovaia coli' ovidotto 

reciso ;z, essendo aderente mediante legamenti 00 alle 

pareti addominali reticolate , e dalla parte superiore 

aperte pp. 

8. Borsa del membro genitale a , suo muscolo h 

e testicolo e, il quale rappresentasi ingrandito io per 

dimostrare i giri f del 

r apice dello stesso g- 

canale spermatico terminato nel- 

, vescica di Swammerdarra 7i 

vagina i, matrice j , ovidotto k tagliato , che in 9 

dimostrasi anche sezionato m col canalino " , ove finisco- 

no le uova o. 

1 1 Pezzo di cute del suo pallio per dimostrare tanto 

1 tubercoletti conici cartilaginei , che il reticolo esago- 

nale de' vasi arteriosi, che vi sono distribuiti. 12 Por- 

zione delle pareti interiori del Fenicuro fibrose e con 

uova.

( i49) 

Capitolo IV' — Plmrohranco. 

§. I. Notizie sloriche e generali. 

Il celebre Cuvier è stato il primo a far conoscere 

questo grazioso genere di molluschi , sebbene la Lepre 

marina descritta da Forskahl fosse eziandio una spe- 

cie di Pleurobranco. In seguito il dottissimo Meckel , 

Laroche , Lesueurs hanno anche contribuito ad au- 

mentarne le specie. A me però sembra che la conchiglia 

non debbasi avere per suo carattere generico costante, ed 

al più potrebbe essa Hìrlo dividere in due sezioni a te- 

nore della sua presenza o mancanza , ])eraltro avvicinan- 

dosi esso di molto alla famiglia delle Aplisie. 

Presenta il Pleurobranco due tentacoli scanalati , al- 

la cui radice giacciono gli occhi, un largo velo tra il pie- 

de e '1 pallio , da sotto il quale estendesi la proboscide , 

una lunga branchia pennata a dritta, nella cui parte su- 

periore mediana esiste l' orificio dell' ano , e nell' ante- 

riore pria quello della generazione e poi l' altro della 

gianduia branchiale. 

§. II. Descrizioni speciali. 

I. P. tuhercolalo. Ha il piede gialliccio ellittico e 

anteriormente con solco. Il pallio è della stessa figura 

tranne avanti ove ha una incisione semilunare per 

la uscita de' tentacoli e gli occhi neri. Ha due serie 

longitudinali di tubercoli conici maggiori, oltre i mino- 

•

( »5o) 

ri e senza alcun ordine disposti. Un reticolo vascoloso 

rosso-fosco circonda la base di quelli e di questi. Il 

velo soprastante alla proboscide è quasi triangolare. Il 

membro genitale somiglia alla carruba coli' apice assot- 

tigliato come un cirro , ed a' cui lati si prolungano due 

alette , che circondano pure 1' orifìzio comune ad esso 

ed alla matrice. L' apertura dell* ano è prossima ai fo- 

rami degli antri acquosi. La branchia è lunga ed ha 

de' rigonfiamenti alterni per la inserzione delle bran- 

chiette bipennate. 

E degno di conoscersi che la cute del pallio è 

aspra al tatto e guardata con lente vi appariscono , come 

quella della specie seguente , molti peduncoletti divisi 

nella cima in quattro spinuzze a croce e puntute. Que- 

sta particolarità è stata notata da Risso nel P. stellatus 

(^ Proci, de JS'ice ioni. IV, p. [^\ )j il quale, giusta la 

sua asserzione , ne differisce per la sola conchiglia. Sono 

molti anni, che ne vidi una varietà rosso-rancia col 

descritto reticolo de' tubercoli bianco. L facile di pe- 

scarsi in autunno e di està colle reti oppure cou le 

nasse. 

P. di Forsckahl. Ha lutto il corpo rosso-fosco come 

il tartaro di botte , tranne 1' orlo delle alette del membro 

genitale e '1 cirro o sia termine del canale spermatico che 

sono bianchi , il mantello o pallio tubercolato ed aspro 

simile a quello della specie antecedente , dalla quale 

differisce per la incisione e pe' lobi anteriori del pal- 

lio. L altresì sfornito di conchiglia , essendo alquan- 

to raro.

( i5. ) 

§. III. Annlotnia. 

Nel sezionare il mantello del Pleurobranco apparisce 

una cavità ovale, per quanto abbia potuto conoscere per- 

fettamente chiusa , la quale è fatta da un sacco fibroso 

aderente alla faccia inferiore del pallio, ed alla parte supe- 

riore della cavità addominale. L'interno suo è vestito dal- 

la tunica sierosa , e contiene un umore rosso, di cui non 

conosco l'uso e la uscita •, quantunque 

lo sospettassi ana- 

logo a quello cacciato dalle Aplisie per intorbidare 

r acqua marina. La base de' tubercoli del pallio è 

cinta da reticolo glanduloso pieno di molti acinetti ros- 

sicci , avendo ognuno di quelli la figura esagona. 

DipjMÙ escono dal perimetro interiore di cadauno 

esagono de' vasi quasi paralleli o pure raggianti e ri- 

pieni delle stesse glandulette. Sappiasi ancora che ver- 

so la parte anteriore dritta dell' accennata cavità , e 

coperta da particolare tunica, esiste una gianduia con- 

glomerata rosso-gialliccia j della quale non ho accom- 

pagnato il canale escretorio , e che ha qualche so- 

migUanza , se non dì officio , almeno di struttura e sito 

con quella delle Aplisie ( voi. I , /?. 56 ). Sollevalo 

il velo soprastante alla proboscide alquanto prolun- 

gata compariscono due traversali e giallo-dorate squa- 

mette , poche linee lunghe e larghe , le quali vedute 

al microscopio appariscono attaccate ad una mem- 

brana fibrosa , essendo cadauna esagona e allungata , 

simmetricamente colle compagne connessa , e rilevata in

( i50 

mezzo a punta di diamante con sei l'accie finite a' ri- 

spettivi lati dell'esagono descritto. Osservansi nel bul- 

bo muscoloso i due lobi coperti dalla lingua simile a 

quella delle Doridi , a molte filiere di denti pira- 

midali, uncinati , cartilaginei e giallo-dorati. 

L' esofago La molte rughe longitudinali e paralle- 

le, le quali continuano nello stomaco e per l'intero tubo 

intestinale, essendo prodotte dalla membrana mocciosa j 

attesoché la fibrosa esteriore nel ventricolo ha delle 

fibre traversali molto valide , e quasi tendinee. Nel duo- 

deno apronsi i due canali del fegato maggiori , e dalla 

cui massa quasi reniforme partono i minori , essendo 

in unione dello stomaco e dell' ovaia , fra' quali sta situa- 

to , mercè varie lamine tendinose triangolari legato al- 

le pareti addominali. L' ovaia , il fegato, lo stomaco e 

1' esofago sono vestili dal delicato reticolo tuboloso delle 

glandule salivari, le quali finiscono in comune canale me- 

diano , che ascende fino alla bocca , ed apresi avanti e so- 

pra le di lei già indicate squamette. Per mancanza di 

sufficiente numero di Plcurobranchi freschi non ho po- 

tuto verificare la esistenza della particolarità , che siffatte 

glandule mostrano nel Pleurobranchidio j e per lo stes- 

so motivo ne trasando l' esame dell' apparato circolante. 

L' ovaia , che giù copre in parte il fegato , sembra 

divisa in due lobi variamente coloriti o sia uno giallo 

dorato , e 1' altro carnicino. Amendue compongonsi di 

molti acinetti , che al microscopio osservansi angoloso- 

compiessi e risultanti da infiniti granelli. L' ovidotto 

flessuoso finisce nella matrice. Il cervello è rettangola-

( i53 ) 

re , giallo e granelloso , il quale caccia in su due nervi 

pel ganglio esofageo , altri a'iati per gli organi genitali, 

per gli tentacoli , 

gli occhi e le parti adiacenti, e due 

di essi giù, i quali riuniti al nervo' traversale, costitui- 

scono uno spazio trigono pel tragitto dell'esofago e del 

canale salivare , avendo negli angoli alla base un gan- 

glio , da cui nascono quattro nervi, uno de' quali forma 

il simpatico. 

I bulbi degli occhi mediante un piccolo fascetto 

di fibre traversali si attaccano con tre muscoletti due 

laterali ed uno medio a' lacerti delle pareti addomina- 

li, i quali risultano da fibre a lungo esteriori , da 

medie, da oblique da dritta a sinistra e viceversa, e da 

altre interiori traverse. Più a' lati dell'addome, ossia 

dalla coda se ne prolungono taluni , che si allargono avan- 

ti il ])iede e circondano a foggia di plessi spiegati V aper- 

tura della proboscide. 

L' antro acquoso ellittico maggiore comunicante 

co' forami descritti §. II è posto nella sostanza del piede. 

Da esso ne partono altri dispersi tra i lacerti mu- 

scolosi. E degno di osservazione che tutt' i visceri sono 

circondati dal peritoneo , che a guisa di sacco li con- 

tiene : e ciò per la ragione che V acqua rigonfiando il 

cavo addominale non possa alterarne il sito e distur- 

barne gli ofllzi j afl&nchè , avendo i lacerti muscolosi 

varie duezionì , nel contrarsi non venissero troppo ed 

immediatamente a comprimerli. 

Pleurobranchus. Corpus repeus ovato-ellipticum 

superne pallio subtusqne pede praeditum , unde cana- 

20

( i54 ) 

lis ad peripbaeriara corporis. Branchìae dextrorsum. 

Os anticum proboscideum velo obtectuin. Tcntacida i 

cylindrica , rugosa canaliculata , in longum fissa : Oculi 

ad eorum radiccm. Apertura genitalium , et ani ad 

branchiarum vicinia. 

Testa nulla. 

P. tuberculatus. — P. tubercolato. 

Corporc luteo , dorso tubciculis maxirais exagonis , seria- 

liin dispositis ne mcdianis , miuimisque marginalibus. 

Meckel Mat. d" Anat. coinp. ioni. I, tab. V ,y. SS-ô. 

CuviER Régn. aniin, toni. Il , p. 396. 

Lamarck Hist. des. anini. saiis vurt. toni. M , 

Blainville Dict. des se. nat. toni. XLII , /;. 072. 

2, P. Forskahli. — P. di Forskahl. 

p. 33g. 

Corpoi'e alro-rubello tuLcrculis maximis miuimisque prae- 

tlito , pallio aulico semilunari inciso bilobato , postico retuso." 

NOBIS. 

Ali Lcpus raarinus? Forskahl Fn. arab. tab. XXVIII, 

Nostro crateri infrequenter occurrunt. 

Capitolo V. — Pìeurohranchidìo. 

Descrizione. Il cbiarissirno prof. Meckel è stato il 

primo a conoscere questo animale del nostro mare , e nel 

181 3 fu annunziato al pubblico da Leve col titolo di 

Pleurohranchaea. A primo aspetto pare una specie del 

genere precedente , ma meglio esaminato e pei caratte- 

ri esteriori e per la fabbrica interna , resta ognuno per- 

suaso della sua differenza. In fatti ha esso una probo-

scide allungata , 

( i55 ) 

il palilo anteriormente esteso verso dritta 

e sinistra in due tentacoli come orecchia , ed essendo 

più stretto del piede , il quale avanti ha un solco ed 

in dietro finisce acuminato. Altri due tentacoli a cana- 

letto sono collocati sul dorso , alla radice de' quali 

traspariscono gli occhi finora non conosciuti. Le bran- 

chie risultano da un vase longitudinale, a' cui lati s' in- 

seriscono le laralnette triangolari ricurve : nel resto con- 

viene co' Pleurobranchi. 

Il P. di Meckel ha inoltre la superficie del corpo 

biancastra con follicoletti giallo-foschi. Il piede è pia- 

no quasi ceruleo e colla solita striscia glandulosa , la qua- 

le dopo la morte apparisce un poco piegata , e sul cui 

dorso presenta un tubercolo , donde introduce e cac- 

cia l'acqua marina. Il margine anteriore del pallio so- 

prastante alla proboscide è appena dentato. 

Anatomìa. Il bulbo esofageo ha de' muscoli ne- 

cessari pel movimento suo e per quello della lingua. 

Que' del primo sono i seguenti: — i. Dilatatori ) 

il su- 

periore nasce da' lati dell' addomi ne presso la probosci- 

de e finisce nel bulbo indicato poco più sopra del 

termine dell' inferiore , che è più lungo e viene dal 

principio del cavo addominale : amendue dilatano I' ori- 

fizio della bocca j — 

2. Adduttori^ al numero di tre nastri 

carnosi nati dell' orlo della proboscide ed allargati si diri- 

gono alla parte anteriore del bul!)o , che è tirato in dentro 

— ^ 3. Abduttori) il primo con molte laminette 

reticolate nasce dalla base del bulbo e finisce nell' ori-

( i56 ) 

fizlo della bocca , e il secondo nasce dalla metà del 

suddetto bulbo e termina sul precedente , ed il terzo 

come una linguetta ha origine dalla base e parte su- 

periore del bulbo e aderisce alle pertinenze della boc- 

ca. Entrambi Io fanno uscire infuori. 1\. Costrittori^ 

il superiore con fibre traversali è posto nel principio 

del bulbo , il secondo a lacerti longitudinali ò situato 

sotto il precedente e forma porzione dello strato infe- 

riore del bulbo , alla cui base osservasi il terzo costrit- 

tore che a guisa di piccola fascia lo cinge. 

Alla lingua appartengono due dilatatori che formano 

i lobi del bulbo con fibre quasi ellittiche parallele e 

nel loro interno sono allogati i pezzi ossei descritti nel 

Pleurobranchio. Questi esaminati con lente veggonsi due 

linee crassi , levigati , e fatti da fibre a strati traver- 

salmente soprapposti , che dallo spirito di vino sono 

facilmente separati. 

Anche da validi lacerti ricurvi e jiaralleli risultano 

i costrittori. In fine gli elevatori nascono due dalla 

metà superiore del bulbo e terminano presso la sua 

base costeggiando il principio dell' esofago , e 'l ter- 

zo riceve delle fdjre nate dalla base del medesimo che 

poi si vanno a riunire sulla guaina della lingua. 

Manca delle squametle che i Pleurobranchi hanno 

prima della lingua , i cui denti ne difl'eriscono per la 

j)arlicolarità che sono cilindrici dritti , lunghi e nella 

base ne cacciano un altro più piccolo. L' esofago finisce 

nello stomaco ampliato e quasi analogo a quello delle

( ^5? ) 

Doridi , che di nuovo vestringesi nel duodeno , ove 

apronsi i due canali epatici maggiori. Il reticolo del- 

le glandule salivari è lo stesso , ma oltre il vaso me- 

diano ha eziandio a dritta e sinistra due altri canali, che 

hanno origine dalle glandule accennate , costeggiando 

il primo già descritto ed in compagnia del quale , pas- 

sando sotto il cervello , sopra il bulbo esofageo diveu- 

tano poi fusiformi , ed indi s' internano Ira' muscoli di 

questo ultimo e si aprono a' lati della bocca. 

Nel forame esteriore degli organi della generazione 

comunica il membro genitale cilindrico voto nell' inter- 

no e capace di rovesciarsi in fuori , avendo una papilla fo- 

rata, che è la boccuccia del canale deferente lunghissimo , 

cilindrico , attaccato al fondo della borsa fibrosa del 

suddetto membro , ed essendo da sottile membranuc- 

cia ravvolto a spira. Guardata questa attentamente al 

microscopio vedesi risultare, egualmente che quella dei 

Pleurobranchi , da' vasi longitudinali grandi comunican- 

ti con altri vasellini traversali reticolati , ai lati dei 

primi esistendo de' globetti glandulosi. È quindi facile 

il comprendere che da questi separasi un umor proprio, 

che da' canali grandi si scarica dentro il vaso deferen- 

te , la cui cavità ne rimane umettata e forse concorre 

esso all' opra della fecondazione. 

Ora dall'esposto chiaro n'emerge che il membro 

genitale , per la coutrattibtà di tessuto e della sua guai- 

na , esca dal proprio ricettacolo prolungando il canale 

deferente j essendo poi amendue ritirati nella respettiva 

guaina e quindi nell' addomine dal muscoletto , che quella

( i58 ) 

offre attaccalo alle pareti di questa cavità. La vagina è 

fibrosa all'esterno e rugosa nell' interno : avendo presso 

il suo termine a dritta un corto canale , in cui apresi 

tanto la borsa di Swammerdam , che il vase del testi- 

colo di figura globosa e diviso in molti canalini lun- 

ghetti , pieni di sostanza granosa e presso a poco ana- 

loghi alle vescichette moltifide delle Elici. Ha poi a 

sinistra la matrice ed un piccolo corpo orbicolare ac- 

cessorio, che non parmi avere comunicazione coli' ovi- 

dotto , in essa separatamente sboccando. Nel principio 

delle branchie esiste V apertura labbrata della gianduia 

conglomerata , i cui grappoli finiscono nel comune ca- 

naletto per la uscita dell' umore particolare. 

Il suo sistema nervoso poco diversifica da quello 

de'Pleurobranchi , siccome puossi rilevare dalle figu- 

re : se non che sul termine del nervo ottico esiste 

r occhio ellittico con piccolo pedicello, terminando quello 

nel tentacolo superiore. Dai ganglietti esofagei nascono 

due nervicciuoli serpeggianti su 1' esofago sino allo stomaco 

j come altresì vi esistono altrettanti simpatici uno 

a dritta e l'altro a sinistra. Introdotto il mercurio den- 

tro il cavo addominale , sotto la compressione è usci- 

to zampillando per l' apice del tubercolo della coda 

allo stesso modo , che mi avvenne perl'^. neapolitana. 

Quindi l'acqua si fa strada nel tessuto lacertoso del piede 

e ne dirada le maglie , che risultano da' plessi mu- 

scolosi a lungo , obliqui da dritta a sinistra e viceversa , 

e ne' lati traversali : tutti poi verso la coda si decus- 

sano , formando due fasce fibrose maggiori risultanti da

e i59 ) 

minori , le quali con molti nastri allargati circonda- 

no ì' orifizio della proboscide. È d' avvertirsi ancora che 

dalle fascie laterali destre partono dello fibre per la 

vagina , per la borsa del membro generatore, e pe' ten- 

tacoli , e nel dorso se ne veggono altre circolari. 

Pleurobrakchidium. Corpus repens , ovale ^ pes am- 

plus, pallioque magis expansus 5 teniacula 4 auriformia ; 

oculi ad radicem tentaculorum superiora m. Branchiae 

lamellosae et foramina genitalium antice uti in Pleuro- 

brancliis. 

P. MeckeliL — P. di Meckel. 

Corpoi-e luteo fusco reticulato-papilloso , puncfalo ; pede cx- 

tremo superiore tuherculo conico pertuso , subtus plano caeru- 

lescente. 

Pleurobranchaea Meckelii. Leve De novo mollusc cren 

Blainville Malacol. p. 471, tab. XLIII , /. 3 : Dict. 

des se. nat. tom. XLII , p. 376. 

Des Hayes Dict. class. cV hist. nat. tom. XIV, p. 54. 

Communissimum apud nos. 


Tavola XL, 

Fig. 1 Pleurohranchus iuherculatiis , dì cui sono a 

gli occhi posti alla radice de' tentacoli , h il piano carnoso 

messo tra il pallio tubercolato e ed il piede d 

avanti solcato , il membro genitale e con due alette

( i6o ) 

ff ^ alle quali segue \ apertura della gianduia g presso 

le branchie h , i fori degli antri acquosi / e T ano j , 

che per vedersi è stato necessario sollevare una por- 

zione marginale di pallio A' , un tubercolo del quale 

aspro al tatto è 8 , dipendente da spinuccie stellate 4 

che vi sono attaccate. 

a Antro acquoso maggiore aa , in cui osservansi i 

fori de' minori hh ^ che nel centro superiore presenta la 

cavità giacente sotto il pallio e ripiena di umore ros- 

so , ed ove trovasi la gianduia d. Pezzo della lamina 

cartilaginosa della bocca accresciuto di diametro 5 , e 

della lingua 7, i cui denti ingranditi esistono in 12. Re- 

ticolo muscoloso delle pareti addominali 3 «, dalla cui 

parte anteriore nascono i muscoletti retraltori ccc dei 

bulbi degli occhi {Fi^. io), dalle laterali i corrugatori del 

piede h , cervello d co' nervi che ne derivano pe' lati 

e pel bulbo ^ attesoché in giù appariscono que' che formano 

lo spazio trigono per T anello esofageo , co' due 

gangli ee , donde nascono i nervi pe' visceri, e'I piccolo 

ganglio simpatico y, 

e le sue uova 16. 

1 1 Pleurohranellidium Meckelii con i tentaco- 

li superiori i e gli inferiori /, uno degli occhi s viep- 

più ingranditi i4 e )5, la guaina del membro genita- 

le A e questo medesimo uscitone fuori t , le branchie 

l

( i6i ) 

calcaree del bulbo esofageo , denti 9 

testicolo 17 aumentali di diametro. 

Tavola XLI. 

e porzione del 

Fig. I Pterotrachea ìophira disegnata vivente col 

cirro a e la laminetta sotto la carena della conchi- 

glia b , orifizio dell' ano e , degli organi genitali e , sito 

del cuore d. 

1 Pezzo di sua cute con una papilla e ed un pun- 

tino ingrandito d. 3 Vaso seminale. 

4 Atrio e della bocca del P. tuherculatus ^f on- 

fizio del condotto k della gianduia salivare m , lamina 

cartilaginosa dentaria g, 

cotiledoni h del bulbo musco- 

loso ed esofago aperto i , stomaco l , fegato n e 

suoi legamenti 

testino 0.5, 

rrr , ovaia q , ovidotto reciso p , in- 

6 e 7 muscoli dilatatori AD , abduttori 

B è e , adduttori aa, e costrittori d e/ del bulbo esofageo j 

non che dilatatori , in gg mezzo a' quali esiste la cavità h 

ove stanno le lamine calcari , k costrittori ed elevatori 

ai della lingua. 

8 Membro genitale e colla sua laminetta, essendo- 

sene- ingrandito un pezzo 10 C per far conoscere gli 

acinetti che apronsi nei vasi rr , sua guaina a col re- 

spettivo muscolo è , e sacco dove quello termina d , 

ed aperto nel forame comune e della generazione. Va- 

gina ^ e di lei fibre f, matrice h , ovidotto i e suo 

corpo accessorio Z, vescica di Swammerdam », vase sper- 

matico k e testicolo m. Cervello o che su dà duener- 

21

( i60 

vi pel ganglielto esofageo p, da cui escono i nervi P ed al- 

tri per r esofago q , pe' lati Ut e gli ottici con gli oc- 

chi rr terminati nel corrugatore de' lentacoli ss superio- 

ri , in giù pei gangli simpatici maggiori vv col ner- 

vo anastomotico traversale x , ed i simpatici minori yy. 

Condotto Z del reticolo delle glandule salivari , cui 

hanno origine altri due datti zz con rigonfiamento Y 

presso la bocca. Gianduia B col proprio canale aperto 

avanti le branchie A. 9 Esagono vascoloso-glandulare 

del P. tuherculatus , dove appariscono le spinuccie a 

stellate , 

gì' intrecci de' vasi b comunicanti coli' esagono 

d^ oltre le glaudulette disperse nella sua aia. 11 P. 

Forskhali.

\ 

Capitolo \. — 

( i63) 

MEMORIA VI. 

Su GLI Anellidi 

Parte li. 

Nereidi ( voi. II, p. 389 ). 

Il numero di Nereidi che oggigiorno si va descrivendo 

è infinito , rendendosene perciò lo studio somma- 

mente difficoltoso. Ho molto ammirato T articolo che il 

prof. Blainville ne ha recentemente scritto nel voi. 

XXXIV , p. 408-455 del Dict. des se. nat. 5 ma non 

ho vergogna di confessare che sono stato troppo mfelice 

di trarne il necessario profitto pel presente mio 

lavoro , sul quale imploro la indulgenza di que' dotti 

che mi onorano di benigno compatimento , nella disami- 

na delle specie di Nereidi e di altri Anellidi , che ora 

pubblico. Incumbeva a me di essere scrupoloso nella 

delineazione di sì piccoli oggetti , come spetta a loro 

di correggere gli errori , che involontariamente vi ab- 

bia potuto coramettere. 

1 N. di Bertolonì. Ha cinque disuguali ed as- 

sottigliati tentacoli , il mediano degli stessi è più lungo 

de' laterali tra quali giacciono gli occhi. La bocca vi è 

sottoposta , ed ha due lobi rotondati ne' lati. Il primo 

paio di anelli presenta due corti cirri semplici laterali, ma

( i64 ) 

i successivi poi offrono i ]>Iedi con pachelli di seto- 

le , su' quali elcvansi le Liancbic cilindriclie e per- 

feltaraenle spirali , avendo nella base ed anteriormente 

una macchia nera. Il colore del corpo, che pian pia- 

no si assottiglia e termina in due esili cirri , è carnici- 

no , essendo rossi il canale vascoloso dorsale e le bran- 

chie. Le due mascelle superiori di figura conica inversa 

sono unite nella base, articolandovisi in su quattro denti 

appena ricurvi , attesoché le inferiori sono triangolari 

macchiate di bianco nel solo contorno , avendo la par- 

te centrale nera. Si scava la casa nelle pietre tufacee 

del nostro littorale. 

2 N. paT'tenopea. Dalla sola Eunice gigantesca è sor- 

passala in grandezza. Alla base della testa attaccansi tre 

corti tentacoli , avanti i quali giacciono gli occhi. Nei 

lati del sesto anello in poi escono i piedi setolosi for- 

niti giù di fovea ovale , terminati a becco di flauto , 

avendo su la branchia spatolato-lamellosa. Il corpo po- 

steriormente s' impicciolisce negli anelli , ma è privo di 

cirri terminali. La sua tinta è gialla tranne il margine 

delle branchie , che è fosco , nel mezzo delle quali 

trasparisce la venuzza branchiale. Questa Nereide , po- 

chi istanti pria della morte, trasuda un umore nericcio 

dalla periferia del corpo e soprattutto dalle lamine bran- 

chiali , che mi tinse le mani. Nel mese di agosto fu 

pescata co* rastelli fuori il nostro porlo. 

Anatomia. Il suo bulbo esofageo è legato alle pa- 

reti del corpo mediante varii muscoletti , i quali con- 

traendosi allargano 1' atrio della bocca. Le due raascel-

( i65 ) 

le Inferiori hanno la forma di una sciabla turca avvici- 

nate solamente avanti , e le superiori risultano da pa- 

recchi pezzi : vale a dire uno inferiore assottigliato giù, 

che poi allargatosi in sopra finisce nel lato interno den- 

tato , a questo seguono altri due pezzi più corti e den- 

tali , indi un altro uncinato soltanto avendo i denti del 

lato dritto con ulteriori pezzi accessori. Tutti' i descritti 

denti sono legati alle fibre del bulbo muscoloso, che 

per la masticazione differentemente li muove. L' eso- 

fago è stretto , lunghissmo e rugoso nell' interno j e 

lo stomaco risulta da molti successivi e traversali rigon- 

fiamenti , i quali finiscono nel principio dell* intestino 

che ne è privo. 

Fiancheggiano il canale intestinale duo corpi cilin- 

drici pieni di glandulette gialliccie, esternamente forni- 

ti di ramificazioni vascolari , e che si prolungano fino 

air esofago, nel cui bulbo terminano. Per mancanza di 

altri individui di questa specie non ho potuto con cer- 

tezza determinare se siano glandule salivari, come opino , o 

pure ovaie. L' aorla, che cammina sul dorso, in ogni anello 

a dritta e sinistra comunica colle due arterie laterali , 

alle quali appartengono le vescichette o siano i cuori , e 

donde partono le ramificazioni , che vanno a' lati del corpo, 

e le altre parallele che si dirigono al canale degli ali- 

menti , sul quale n' esistono alcune sommamente divise, 

nell' estremità offrendo infinite ampolline globose. In op- 

posizione deir aorta esce la vena cava , la quale benan- 

che comunica co' due vasi laterali nel mezzo di ca- 

dauno anello , a dritta e sinistra cacciando un canale

( i66 ) 

sulle prime ramificato sopra un corpo glanduloso gial- 

liccio , indi sul muscolo adduttore delle laminette 

branchiali , ove va a dividersi dalla base fino alla estre- 

mità. Il cervello offre un ganglio ovale, dove si anasto- 

inizzano i nervi ventrali-, formando un anello, in cui 

terminano i nervi dorsali. 

3 N. (li Tiedemann. Ha quattro occhi, due de' qua- 

li sono poco visibili , due antenne ed altrettanti cirri tenta- 

colari. Il corpo è giallo-fosco con una linea tra- 

versale gialla posta in mezzo di altra nerastra maggiore 

in corrispondenza de' cirri branchiali blandii , sotto i 

quali appena sporgono fuori i piedi con molte seto- 

lette. 

4 N. di Rudolphi. Ha quattro occhi, gli anterio- 

ri situati alla base de' cirri tentacolari semi-monilifor- 

mi , essendone perfettamente tali le due sottoposte an- 

tenne. Nel terzo anello escono solo i piedi lunghi e se- 

tolosi , ed i successivi hanno in sopra il cirro bran- 

chiale a clava e bianchiccio. Il colore del corpo è ce- 

ruleo ed evvene una varietà carnicina. I denti tra- 

spariscono a traverso le pareti addominali , vedendo- 

sene gli uncini superiori e le mascelle inferiori semitrian- 

golari. 

5 N. di Ochen. Ha quattro occhi distinti e po- 

sti a' lati de' due cirri tentacolari , e le antenne di egual 

numero. Sopra ogni piede setoloso esce una laminetta 

branchiale ovale , avendo in mezzo una ramificazione 

provegnente dall' aorta. Il corpo è roseo con macchia fo-

( i67 ) 

sca nel mezzo, corrispondendo a' rigonfiamenti del tubo 

degli alimenti. 

6. N. di Otto, h mancante di occhi , avendo 

otto cirri tentacolari disuguali , due antenne , ed una 

laminetta branchiale a lancia su ogni piede setoloso. Il 

corpo è verde interrotto negli anelli da due mac- 

chie triangolari biancastre , nel cui mezzo ne giace altra 

traversale bianca : interruzione che manifestasi anche 

neir aorta. Gli ultimi aueUi presso la coda cirrosa man- 

cano di laminette e di piedi , essendovi le sole setole. 

Ha inoltre due mascelle od uncini semilunari dentate 

a sega nel margine interno , e nel rovesciarsi il bulbo 

esofageo apjDariscono due corone di tu])ercoli rotondi 

cartilaginosi, gli uni poco distanti dagli altri e con va- 

rie serie di essi frapposti alle mentovate corone. 

7 N. di Blaimnlle. Ha due antenne ed altrettan- 

ti occhi a' cui lati giace eguale numero di cirri tenta- 

colari per ogni banda. La bocca presenta due lobi ovati. 

Il corpo è lunghissimo , nel principio roseo e nel resto ce- 

ruleo. Tutti gli anelli hanno i piedi setolosi , ed i se- 

guenti dal sesto in poi offrono su il cirro branchiale gial- 

liccio , cilindrico e molto allungato. Traspariscono a 

traverso le pareti addominali del dorso si 1' arteria aorta 

che le due vesciche ovali di ogni articolazione. È dif- 

ficile di cacciarla intera dalla casa, che si scava negli 

scogli tufacei. 

8 N. di Ranzani. È provveduta di quattro occhi , 

di due corte antenne, e di due coppie di cirri tentacolari. 

Dal quarto anello principiano i piedi setolosi non molto

( i68 ) ^ 

prolungati , avendo sopra due laminelte ovate branchiali 

e sotto un lungo cirro. 11 corpo giallo-verdastro ter- 

mina con un paio di cirri bianchi. Ha due uncini os- 

sei nella bocca. 

9 N. dì Edwards. Ha due occhi , altrettante 

antenne , e quattro cirri tentacolari. Ogni anello naan- 

ca di lamine branchiali , ed in cadauno lato presenta 

due corti piedi setolosi , vale a dire uno sopra e 1' al- 

tro sotto. Il colorito del corpo è giallo , ma ciaschedu- 

no anello ha una macchia quasi ellittica in mezzo alla 

quale n'esiste altra esagona nericcia.- Le sue uova sono 

orbicolari ed ombilicate. 

10 N, a sei tentacoli. Ha il corpo verde com- 

presso , la proboscide con sei cirri tentacolari per ogni 

lato , ed i piedi setolosi. 

Capitolo II. — Anfitrite. 

Questo genere da molti naturalisti è stato confuso 

colle Sabelle e Terebelle , avendo per verità molta ana- 

logia soprattutto con le prime : dalle quali differisce 

non tanto pel guscio coriaceo che a quelle appartiene , 

dappoiché talune sue specie anche lo hanno di arena 

o pure scolpitosi dentro il tufo j ma pel gruppo di 

tentacoli filiformi allungati posti sopra la bocca, e per 

tre branchie ramose situate a' lati de' primi anelli del 

loro corpo. 

1 A, di Olfers. Cirri bianchi , branchie dritte da 

una parte sola ramificate , le prime maggiori delle sue-

( i69 ) 

cessive , anelli con fascetti di setole senza vestigio alcuno 

di piede. Il corpo è molto allungato giallo j ma 

per gran tratto del dorso è bianco , e nel ventre ha 

una linea biancastra mediana , a' cui lati esce per cia- 

scheduno anello una fovea ovata bianca con orli rileva- 

li e giallo-foschi. 

2 A. di Nisita. Cirri giallicci , branchie da un solo 

Iato ramose rosse , corpo giallo , grande in proporzione 

della sua lunghezza con piedi setolosi. Ha una varietà 

che differisce dalla precedente per lo colore verde , per 

le branchie giallo-rossiccie e pel corpo più assottigliato. 

3 A. napolitana. Cirri gialli , branchie a dritta e si- 

nistra ramose coccinee , corpo quasi a clava poste- 

riormente assottigliato , piedi setolosi , rosso e nel 

principio del dorso fornito di una macchia ad j^ rove- 

sciato. 

4 A. flessuosa. Cirri rosini, branchie rosse flessuo- 

so-ramose , corpo rosso-fosco con piedi setolosi. 

5 A. di Tondi. Cirri e branchie flessuose ramose 

gialliccie, corpo verde pistacchio e sul principio giallo, 

piedi setolosi. 

6 A. di Meckel. Cirri e branchie a dritta e si- 

nistra ramose gialliccie , corpo roseo con macchie bian- 

che quasi perlacee , piedi con setolette gialle , fovee 

bislunghe con aia bianca nella parte ventrale degli anel- 

li. Tutte queste specie di Anfitriti si fabbricano i gu- 

sci con frammenti di paglia ed arena, o pure s'in- 

cavano i nicchi dentro le pietre tufacee del nostro 

cratere. 

22

( I70 ) 

Capitolo III. — Naiadi ( voi. II, p. 404 ). 

N. prohascidea. Testa con lunga proboscide, corpo 

giallastro ad anelli avvicinati senza piedi , ma di tratto 

in tratto in luogo di questi caccia un lungo cirro. 

Capitolo IV. — Lomhrici o Lomirineri. 

1 L.di Rolando. Testa quasi proboscidea , coda as- 

sottigliala in due cirri , anelli aventi un cirro vescicoloso 

dicotomo, ovale, rosso ne' lati del corpo e co' piedi se- 

tolosi. Il suo colore ù carnicino. È forsi un' Arida di 

Savigny. 

2 L. coccinco. Testa corta rotondala , anelli pres- 

so a poco orbicolari , piedi setolosi con cirro gialliccio 

su, nell'atto che l'intero corpo è rosso. Lo mascelle 

inferiori sono bianche ovali insieme riunite e rotondate 

innanzi , le superiori hanno due distinti pezzi uncinati, 

cui seguono le due grandi nel margine inferiore denta- 

to a sega assottigliato , e giù si vanno ad attenuare ed 

insieme articolandosi. Abita negli scogli della costiera di 

Posilipo. 

3 L. di Saint-Hilaire. Testa con due occhi , anelli 

del corpo cinerino nel loro principio forniti di lineette ne- 

riccie. Le mascelle inferiori sono quasi semi-romboidee , 

le superiori per ogni lato risultano da tre denti unci- 

nati distinti, l'ultimo de' quali in giù finisce assotti-

( 171 ) 

gìiato , e i due uncini veggonsi nel margine concavo 

dentati. 

4 L. nisitense. Testa bianca con macchie gialle , 

e due ocelli neri fomiti di zona bianca , corpo finito 

in due cirri, giallo fosco screziato di bianco e con stri- 

scia cerulea quasi longitudinale, i cui due primi anelli 

sono privi di piedi, che esistono ce' successivi e ter- 

minalo cadauno da un paio di corti cirri , avendo in 

mezzo le setolelte j essi e le descritte loro parti sono 

bianchi. Le mascelle per poco differiscono da quelle 

della specie antecedente. Abita ne' buchi della grotta del 

Lazzaretto di Nisita. 

5 L. Jilìgero. Corpo tetragono , rosso con anelli 

forniti di due ordini di piedi setolosi per ogni lato. Dal 

primo de' quali o sia dorsale esce un lungo cirro gial- 

lo e spirale , che manca verso gli ultimi anelli. Tro- 

vasi alla Panatica di S. Lucia. 

Oss. Qui parmi che possa trovar posto un altro 

grazioso Anellido della nostra rada detto Centopiede 

da' marinai , e che per mancanza di ulteriori e più esat- 

te osservazioni non ho fatto delineare. Il medesimo ha 

la testa assottigliata sotto la quale giace la bocca , e 'l 

resto del corpo verso la coda si va benanche a restrin- 

gere e finisce in due cirri. È di colore verde tranne nei 

cirri branchiali che sono rossi , allungati verso i lati 

del corpo. Ogni anello dorsale di questo ha un cir- 

ro a dritta e l' altro a sinistra , da' quali si conlinua- 

uo due creste arcuate e pettinate , alle quali segue 

il piede con tre setolette. Ma tale e tanta è la ce-

( »72 ) 

lerità con cui si muovono i cirri ed i pettini setolosi 

che è riuscito difficile al disegnatore esperto per altro 

nella delineazione di simiglianti animaletti di acquistar- 

ne esatta idea. Neil' aorta sboccano i canali delle ve- 

scichette sanguigne emisferiche , e da essa esce lìn 

ramo a dritta e sinistra che si anastomizza colle arte- 

rie laterali, ed indi si ramifica ne' pettini e termina nei 

cirri. 

Capitolo V. — Polla ( voi. II , p. ^06 ). 

1 P. punteggiata. A' lati del lobo trigono supe- 

riore alla bocca veggonsi varii punti neri simili agli 

occhi. II corpo è appena triangolare avanti , ma po- 

steriormente restringesi , ed ha gli anelli poco visibili. 

Dippiù sopra è convesso giallo-fosco , e sotto è piano 

carnicino: dalla bocca caccia una proboscide tubolo- 

sa rossiccia. Trovasi nella grotta della Caiola. 

2 P. oculata. Emola la grossezza di grosso crino 

di cavallo , essendo di colore carminio. Guardata con 

lente apparisce fornita di rughe longitudinali, di 16 oc- 

chi , cioè otto per ciascuna banda , e di bocca. Avvi- 

ticchiasi alle Sertolarie ed a' Fuchi delle pertinenze di 

Nisita. 

3 P. cilestra. Ha il corpo molto lungo, largo avan- 

ti ed assottigliato verso dietro , appena anelloso , ce- 

ruleo-fosco , il quale col toccarsi sentesi aspro al tat- 

to , ma la lente non mi ha dimostrato affatto la pre- 

senza di tubercoli all' uopo destinati. Bisogna roni-

( ^73) 

pere le pietre tufacee per osservarla , in cui si scava la 

nicchia. 

4 P. articolata. A prima giunta sembra analoga 

al Lumbricus tuhicola. Ma da un solo individuo quasi 

intero , che se ne pescò senza veste nelle vicinanze di 

Polipo, non posso con fondatezza asserirlo.il suo corpo 

è verde fosco , cilindrico e composto di pezzi arti- 

colati in determinate distanze, e con orlo bianco nel 

punto di loro unione. 

Capitolo VI. — Spio ( voi. II , p. 4o3 ). 

S. Jilicorno. Per non essere troppo amante delle 

innovazioni ho trasandato di erigere in una specie nuo- 

va questo Auellido , che si avvicina molto alle Nereidi, 

ma il suo guscio anche è corneo , appena ricurvo e del- 

la consistenza e grandezza del cannello di penna da 

scrivere , approssimandosi al Dentalium translacidum di 

Deshayes. L' animale che vi abita ha cinque tentacoli , 

esistendo ne' due laterali di questi gli occhi. I piedi hanno 

due piccoli lobi , dal mezzo de' quali escono le setolette, 

e su ognuno di essi nasce un cirro. Il corpo è giallo 

avendo il nervo dorsale cinto da due vasi rossi longi- 

tudinali e '\ ventre ne' lati di ogni anello ha un picco- 

lo pettine setoloso. Ritiratosi nel suo guscio, ne traspa- 

riscono gli occhi e tutte le sue parti. L' ho rinvenuto 

presso gli scogli di Cuma.

( '74) 

Capitolo VII. — Climene. 

Savigny è stato il fondatore di questo genere di 

Anellidi , di cui conoscasi una specie sola detta Clymene 

amphistoma , la quale abita in un tubo arenaceo 

assottigliato, ed aperto soltanto nell' estremo anteriore 

e più grande. Nel centro di un cono rovesciato , e den- 

tato nel perimetro, esiste l'orificio della bocca. Il corpo 

ha molti anelli ben distinti e quasi strangolati. I piedi , 

che a volontà dell' animale escono ed entrano nell' in- 

terno del corpo e dal sesto in poi non solo sembra- 

no duplici , e provveduti di lunghe e gialle setolet- 

te j ma nel ventre osservansi pure de' pettini setolosi 

uncinati. Il colore di questo Anellide è carnicino , aven- 

do un vase rosso longitudinale da cui partono le arte- 

rie pe' piedi , che fanno 1' officio di branchie. 

Capitolo Vili. — Descrizione tecnica degli 

Anellidi di questa 11^ Parte, 

Nereis ( voi. II , p. 423 ). 

* Leodige , Lam. 

1 N. Bertoloni. — N. di Bertoloni. 

Corporc tereti carneo , poslice cirroso , capite bilobato ; 

pedibus setulosis, brancbiis cylindricis convolutis , coccineistjue ; 

macula nigra ad corum basini coranmnitis. Kobis.

( 175 ) 

' ** Ltsidice , Lain. 

Maxillae septem : tres in ordine destro , quatuor in sinistro : inferioribus 

simplicissimis. Antennae tres breves , inaequales , inarticulatae : exterioribus 

duabus nullis. Caput penitus delectum , fronte rotundata. OcuU duo distincti. 

Cirri tentaculares semper nulli. Branchiae ignolae. 

2 N. parthenopeia. N. partenopea^ esca gialla. 

Corpore subcompresso lutescente maximo antice annulis sira- 

plicibus , postice attenuato absque cirris ; branchiis spalulato- 

lamellosis margine fusco ; pedibus subtus fovea ovali ac setulis 

rigidis praedilis. Nobis. 

*** Phyllodoce ? Lani. 3 Nereiphylla , Blainv. 

Proloscis crassa clavaeforinis , orificio tenlaculis parvis , ordine unico. 

Maxillae nullae. Antenna inipar nulla : intermediis externisque brevibus , 

subbiarticulatis. Cirri tentaculares subulati , inaequales : paribus octo. Cirri 

aki compressi , venosi , foliiformes , non retractiles. 

3 N. Ockenii. — N. dì Ocken. 

Capite oculis quatuor ; corpore roseo , postice bicirralo ; 

pedibus laminibus branchialibus ovalibus compressis lutescenti- 

bus , pedibus fasciculis selulosis. Nobis. 

4 N. Otto. — N. di Otto. 

Corpore viridescente lineolis albis transversalibus fucato , ocu- 

lis nullis ; pedibus setulosis branchiis lamellaeformibus compres- 

sis ovalibus. NoBis. 

ciunt. 

Obs. Maxillae tum in hac cum praecedenti specie non defi- 

5 N. Ranzani. — N. di Ranzani. 

Capite oculis quatuor , antennis geminis , maxillis uncinatis 

a, cirris tentacularibus hac illac quatuor ; annulis pedibus setulo- 

sis supra laminibus branchialibus oyatis duabus , sublusque cir- 

ro elongato. Nobis.

( 176) 

**'•* Syllis, Lam. 

Proboscis bilobata divisa. Oculi 2-4. Maxillae ut ia Leodicibus. Cirri 

tentaculares simplices vel moniliforraes. 

6 N. Tiedemann. — N. dì Tiedemann. 

Capite oculis binis totidcmque vix conspicuis , teutaculis 

geminis , corpore luteo- viridescente; anulis vittis transversis fuscis 

linea lutea mediana praeditis , branchiis cirrosis cylindiaceis lon- 

gis supra pedes setulosos minime exertos. Nobis. 

7 N. Rudolph!. — N. di Rudolphia?ia. 

Corpore caemleo , postice acirroso ; capite oculis quatuor , 

tolidemque tentaculis monilifonnibus ; pedibus setulosis , cirris 

branchialibus cylindricis elongatis. Nobis. 

Var; corpore carneo. 

8 N. Blainvillil. — N. di Blainville, 

Capite bilobo , oculis binis, antennis quatuor; corpore lou- 

gissimo lutcolo posterius cupreo ; annulis dorso niaculis tribus 

rubris , cirris brancbiallbus albis , pedibus setulosis. Nobis. 

*'" Neputys ( voi. II , p. 424 J. 

9 N. Edwardsii. — N. di Edwards. 

Capite oculis antennisqùe binis , cirris tenlacularibus qua- 

tuor ; corpore luteo maculis romboideis raedianis fuscis ; anulis 

ad latera pedibus geminatis setulosis praeditis. Nobis. 

10 N. sexlentaculata. — N. seitentacolata.- 

Capite proboscidea , tentaculis sex unoquoque Jatere ; corpo- 

re viridescente compresso , pedibus setulosis. Nobis. 

Nereides descriptae in cryptis , foraminibusque 

propriis neapolilani littorls hospitant. 

Spio ( voi. II, pag. 4^5 ). 

S. filicornis. — S, JlUcorne. 

Capite oculis binis , otentaculato ; corpore luteo in tubulo

( »77 ) 

corneo anserinum calamum adacquante incluso , pedibus selulo* 

sis cirro branchiali praeditis. 

O. Fabr. Seri. Schr. naturf. VI , p. 194 , tab. XVI , 

fig. 1-3. 

LiNN. cur. Gmelin Syst. Nat. p. 3tio, n, 2. 

Lamarck Hist. des anim. sans veri. tom. V , f;. Sig , 

num. 2. 

Nereis filicoinis. Blainville Dict. desse, nat. tom. XXXIV, 

p. 449. 

Rarissime Invenitur nostro litore. 

Nais ( voi, II, p. 427 ). 

N. probosciclea. — N. prohoscidea. 

Corpore aniico attenuato proboscidis instar, lutescente , anu« 

alo , cirris laternlibus longis solitariis. Nobis. 

An N. {.roboscidea? Link. cwr. Gmelin Syst. Nat. p. 3l2r , 

n. 3 cum sjnonjmis. 

Habitat in Spongiarum foraminibus, 

PoLiA ( voi. II, p. 4*^7 )• 

1. P. punctata. — P. punteggiata. 

Capile trigono puiiclis niji;iÌ3, l;it(Mahbus ; co! pori; luteo-fu- 

3C0 , i)lnno-ronvexo finuiato. NoBis. 

2. P, oculata. — P. oculata. 

Capite oculis bine inde ceto ; corpore miiiiaceo , filitbrmi 

elonfâto , longituditialiler rugoso , anlice subciavato compresso. 

NOBJS. 

3. P. geniciilata. — P. articolala. 

Corpore Icrcii posiice attenualo, viridi-fiiscn , genicidi^: ex- 

treniiiale allii'scentibus. JNobis. 

Occurrunt ad Nesidis vicinia. 

23

( '78) 

LUMBRICUS ( voi. II , p. 428 ). 

LujtBRiNERUs , 

Blainv. 

Corpus articulatum tubeiciilis l)ifurcis sclulosis. 

* Oculis nullis. 

1. L. Roland! — L. di Rolando. 

Capile proboscideo , corpore aiticulato postice bicirroso , 

pedibus setulosis, superne branchiis dichotomis vesiculoso-ovali- 

bus. NOBIS. 

2. L. coccineus. — L,. coccineo. 

Capite elliptico , articulis coarctatis, pedibus setulosis super- 

ne cirro simplici luteo brancbiali. Nobis. 

** Oculis Liuis. 

5. L. Saint-Hilaire. — L. Saint-Hilaire. 

Capite cUiptico , corpore cinereo articulato, dorso transver- 

sim lineolalo ; pedibus setulosis. Nobis. 

6. L. nesidensis. — L. nisilense. 

Capite semi-elliptico oculis viltà alba circuiari ; corpore 

luteo-fusco punctis albescentibus ; pedibui' acirrato-setulosis. 

NoBis. 

6. L. filigerus. —'L.Jiliêro. 

Corpore telraquetro rubro articulato , exlremilalibus acumi- 

natis ; anulis anlcrioribus cirro brancbiali lulesccnle longissimo 

spirali communitis, poslicis nullis; pedibus setulosis ad latera, 

duplici serie disposilis. Nobis. 

/• '• 

Cirrhinère filigère. Blainville Dict.des se. nat.fasc. LVII, 

Habitant ubique in parthenopei aequore.

( 179 ) 

Clymene. Corpus cylindricum subnodosum , late- 

ribus mamillis seliferls. Os antice in fundo turbinati 

infundibuli margine denticulati positum ^ anus postice 

transversini fissus. Tuhulus arenaceis frustulis composi- 

tus , flcxuosus unica parte patulus. 

C. aniphistoma — € . amjistoma. 

Corporc ruliescente , aniilis ad latera papillis selulosis du- 

plici ordine digestis , subtusque peclinis arcuatis setosisquc prae- 

ditis. 

Savigny Jnn. d' Egjpt. tab. I. 

Lamarck Hist. des anitn. sans vert. toni. V , p. 34». 

Blainville Dict. des se. nat. fase. LV , f. a. 

adhereniem. 

Reperi frequentissime Oslreae Jacohaede LiNi\. 

Amphitrite. Corpus cylindricum annulalum po- 

sterius altenuatuni : utrinque mamillis set/iferis serie 

unica. Branchiae anticae filiformes supra oris apertii- 

ram , et laterales tres ramosae interdum coccineae. Tu- 

buìus vel arenaceus vel in lapidibus insculptas. 

1. A. Olfersii. — A. di Olfers. 

Gorpore tereti iongissimo rubro, in dorsi iiiedietate aeque ac 

linea longitudinali ventrali albo; branchiis anlerioribus siraplici- 

bus , lateralibus unica parie ramosis coccineis ; selis fasciculatis 

rigidis , foveis ovalibus in ventre. Nobis. 

2. A. nesidensis. A. di Nisita. 

Gorpore lutescente antice ingrassalo, pedibus sctulosis , bran 

cliiis lateralibus coccineis subdichotomis. Nobis. 

yar. Gorpore viride. 

3. A. neapolitana. — A. napolitana. :

( i8o ) 

Corpore carneo , aiitice clavato ; Lrancliiis lateraliLus eoe- 

cineis ramoso-pinnalis ; pedibus selulosis. Nobis. 

A. flexuosa. — ^. Jlessuosa. 

Corpore luleo Fusco; branchiis lateralibus flexuosis. Nobis. 

5. A. Tondi — A. di Tondi. 

Corpore anlice flavicante , postice laete virente ; branchiis 

lateralibus luleis subramosis. Nobis. 

A . Meckelii. — J. di Meckel. 

Corpore cocciaeo maculis albis perlaceis picto ; branchiis 

lateralibus ramoso-ijinnalis ; pedibus fovea elliptica ad eoruin ba- 

sin , apice setis luteis fasciculalis. Nobis. 

A. Tondi et Meckelii in tubulos arenaceo-palea- 

ceos, reliquae in apposita foraniina reperi. 

Spiegazione delle Tavole 

Tavola XLII. 

T'ig' 1 Nais prohoscldea. Lumhricus Rulandi 2 

ed un suo anello ingrandito 19 con due branchie bifide 

a sul dorso, coccineus 3 colla di lui testa ingrandita 10 

e denti i5, Saint-Hilaire 4 colla testa 1 1 ed i denti 

iG, nesidcnsis 5 e sua testa 9. Neiêis Ockenii 6 col 

respellivo anello accresciuto di diametro 22 in cui ap- 

pariscono le arterie branchiali a , Otto 7 con la testa 

i 2 , le mascelle 17 Z> i tubercoli cartilaginei della pro- 

boscide e, un anello 20 e la coda 21 , Blaimnllii 8 e 

fûo anello aS , Tiedemanni i4 e sua testa i3. Sa- 

bella denudata 18, Liicullana 23 uscita dal guscio, nel-

( i8. ) 

1' orificio del quale deposita il placentario circolare 

di uova e , uno de' suoi cirri ingiaadilo è a , i quali 

si dispongono a ventaglio 24 

Tavola XLIir. 

Fig. 1 Amphitrite Olfersii e suo anello 6 per os- 

servarne inferiormente le fovee aa, nesidensis 3 e 3 , nea- 

poìitana 4 ^fiexuosa 5. Polla punctata 7 guardata da 

sopra e da sotto 1 1 col sifone b , oculata 8 , caeru- 

lescens 9 , geniculata 10, Nereis Edviâràsii 12 con 

due suoi anelli 20 forniti di piedi superiori e ed infe- 

riori e?, Rudolphi i3 e sua varietà carnicina i4 la cui 

testa osservasi in 19 , sexlenlaculata 16 con cirro in- 

grandito a. Uova dell' Holothuria tubulòsa i5, di te- 

stacei 21 e 23 , non che uno di essi separato ed in- 

grandito 22 e 24. Vibrj marini 17 18. 

Tavola XLIV. 

Fig. \ Polla oculata ingrandita per farne vedere 

gli occhi. 2 N. parthenopeia 7 eg piede g con le se- 

tolette, la fovea ovale /e la lamina branchiale i, 3 suo 

bulbo muscoloso corredato de' muscoli che lo muovo- 

no e aperto colle mascelle in sito, che sono poi sepa- 

rate in 4 cioè le superiori ce e le inferiori b , glandu- 

le salivari dd , un pezzo di esse 10 accresciuto di dia- 

metro , esofago e , stomaco f. Aorta l comunicante 

coir arteria laterale m , cui appartengono le vescichette

( l82 ) 

n , le ramificazioni pe' lati del corpo o e pel tubo in- 

teslinale p ed ii. Vena cava 6^, vene laterali rr e 

branchiale y , corpo glanduloso x , e muscolo addut- 

tore z delle lam inette branchiali. Anello nervoso 8 col 

cervello e in cui finiscono i nervi ventrali 5, avendo in 

ogni anello la fascia < , ed i nervi dorsali v. N. Ber- 

toloni 12, sua testa ingrandita i3 co' cirri branchiali 

a spira a , mascelle 14 superiori e i5 inferiori.

(i83) 

MEMORIA VII 

ASCIDIE SEMPLICI. 

Capitolo I. — Storia. 

Niuno scrittore ha meglio del celebre Cuvier de- 

lineato il quadro storico di questi esseri. E stata sua 

cura di rilevarne non solo la primordiale origine rimontando 

fino a' tempi di Aristotile, ma ha riunito ciocché 

gli autori successivamente ne hanno opinato. E 

nel mentre che Linneo e Gmelin non furono trop- 

po esatti nello stabilirne i caratteri , neppure possiamo 

tanto lodarci de' lavori posteriormente ad essi pubblica- 

ti j attesoché , se é difficile di determinarli nello stato 

di vita delle Ascidie , molto maggiormente poi riu- 

scirà difficoltosa la conoscenza delle loro specie da 

vari autori descritte su individui alterati e posti in a- 

cquavile. 

Le specie di Ascidie riconosciute da Bruguiere e 

Lamarck hanno tuttavia bisogno di essere vieppiù scru- 

tinate , giacché scrive saviamente Cuvier che la forma 

esteriore essendone soggetta ed infinite variazioni , of- 

frendo elleno altresì poche differenze marcate , ed il loro 

colore non conservandosi dopo la morte , il qnale poi in 

vita diversifica a tenore dell'età e del sito natale j è ma- 

lagevole a distinguerle con una certa fondatezza , qua-

( i84 ) 

lora non ricorrasi alla loro struttura, che sino a* suoi 

tempi era stata esaminata con troppa superficialità. Ma 

piacesse a Dio che i voti di si grande zootomista potes- 

sero condurre all' adempimento di cosiffatto e difficile 

scopo 5 che le anatomiche nozioni fossero più generalmen- 

te sparse tra' naturalisti ; e che in realtà queste avesse- 

ro la facoltà da farci pervenire all'intento. In fatti re- 

puto cosa delta più teoreticamente che desunta da' fatti 

la norma , che vorrebbesi adottare stabilita sul nume- 

ro de* tentacoli posti nell'interno del loro orifizio bran- 

chiale : quandoché ai più esperti notomisti riesce difficol- 

tosa la indagine de' medesimi e della fabbrica inleroa 

delle Ascidie , che ò tuttavia poco avanzata. 

I lavori del cav. Home e le ricerche del barone 

Cuvier su tal razza di animali pubblicate nelle diverse 

loro opere racchiudono quanto sia mai necessario a 

farci acquistare un' idea della loro struttura. Posterior- 

mente Savigny se ne è pure occupalo con somma scru- 

[)olosità , e 'l cav. Carus colla sua solita esattezza uoa 

ha trascurato di pubblicare duo tavole , in cui ne ha 

esposto le più minute particelle. Inoltre dal Bol- 

lettino di Forussnc rilevo l'annunzio delle osservazioni 

anatomiclie fatte da ì\Iac-Leay sul gruppo di detti tu- 

nicati , niii nulla posso dirne di positivo. A me pare 

che la sciorina abbia bisogno di ulteriori perquisizioni , 

alcune delle quali spero che no!i siano state da me tra- 

scurate: e di\ osse rileverassi a|)pieno quanta sia mai l'ana- 

logia lurt) colle Oloturie già proLloniaticamenle auuutir 

ziata da Lauisrck.

Capitolo I. — Descrizioni speciali. 

Le Ascidie rappresentano un sacco ovale con due 

esteriori aperture una più alta dell' altra , essendo per 

la base radicate su gli scogli , oppure su altri corpi 

marini. 

1 A. microcosmo. È variabile nella figura del suo 

corpo , ma la reniforme è la più comune che presenta. 

Supera in grandezza tutte le Ascidie del nostro littorale , 

essendo all' esterno piena di molte produzioni marine 

animali e vegetabili j onde è che a ragione Redi e Ca- 

vier la reputarono piccolo mondo. E fosca la faccia 

esterna del suo integumento cartilaginoso, essendo bianc a 

argentina nell'interno j ma le estremità delle due aper- 

ture sono rosee con quattro tubercoli cartilaginosi bian- 

castri. Non si mangia come la specie seguente per la 

quantità di taluni corpi e de' vasi sanguigni gialli , che 

riescono irritanti. 

2. A. fosca. Offre Infinite rugosità ed elevatezze 

nelle parete esterna giallo-fosca del corpo , che è im- 

merso fra le crepacele degli scogli , od attaccato a* rottami 

di conchiglie. Ma ne è singolare la compatezza car- 

tilaginosa e puossi anche asserire pietrosa dell' esterno 

suo integumento. Presenta inoltre le due aperture una 

superiore e l' altra inferiore rosse e fibrose nell' inter- 

no con linee parallele biancastre. Le descrizioni dell' -^. 

rustica date da vari naturalisti pare che sieno applica* 

bili alla specie attuale , sul di cui conto mi appiglio

( ,8G ) 

alla figura del celebre Cuvicr , .nserbanJo per quella 

la figura di Braguiere. Costituisce il cibo prediletto del- 

la maggior parte della nostra popolazione. 

3. A. prugno, E presso a poco simile ad una 

prugna per la forma e grandezza. L' integumento este- 

riore è levigato coriaceo e bianco ondeggiato di rosine. 

L' orifizio brancbiale ha delle linee raggianti violacee , 

e r addominale offre una corona di puntini rossi. At- 

taccasi a'fijchi. 

4- A. intestinale. Ha il corpo allungato cilindri- 

co , la cui base è più ristretta e dividesi in varie ra- 

mificazioni , collo quali aderisce agli scogli , oppure ai 

pezzi di legno giltati in mare. 11 tubo branchiale e 

1' addominale si veggono abbastanza lunghi con linee 

bianche longitudinali sul principio. Attesoché nel punto 

di attacco col sacco muscoloso offrono nell'orifizio delle 

branchie otto macchiette ranciate a guisa di triangolo in- 

verso, e sei altre anche circolarmente disposte nell'aper- 

tura addominale. Presso la base ha un gruppo di cir- 

ri gelatinosi , tra' quali ho pure trovato delle piccole 

Ascidie , che se ne sviluppavano : osservazione già fatta 

da Boliadsch, e che dà ragione della riunione di più in- 

dividui di questa medesima specie. Il più delle volte 

VI ho rinvenuto delle incrostazioni di qualche Ascidia 

composta o di Botrilli. Il suo colorito è bianco-giallic- 

cio , trasparendo a traverso degl' integumenti la massa 

de' visceri. Spesso se ne incontrano individui verdastri 

( A. viridescens ) , o pure bianchi gelatinosi e sepa-

( i87 ) 

rati ( A. gelatinosa ). È comunisslma presso di noi , 

ma non si mangia affatto. 

5. A. rustica. Corpo globoso , aspro al tatto , 

rosso-fosco con le due aperture elevate , dentate e con 

orlo roseo , integumento esterno poco crasso. Questa 

specie non devesi confondere per la denominazione con 

VA. rustica^ che a me pare essere VA. phusca , od 

almeno vi è una certa confusione di citazioni fra gli 

autori , tantoppiù che quella non si mangia come questa. 

6. A. mammillare. Corpo ovale gelatinoso blau- 

co-carnicino , con tubercoli spinosetti come 1' Hiru- 

do murìcata , avendo gli orifìzi branchiale ed addomi- 

nale dentati. 

7. A. papillosa. Corpo ovale allungato rosso-gial- 

lastro , nella base ramificato , onde attaccarsi per lo più 

sulle radici della Zostera oceanica , il tubo superiore ter- 

minale è diviso in ^-5 lobi quasi triangolari , che ne 

chiudono l'apertura nel margine pelosa;, l'inferiore è a 

destra e nella metà del corpo con apertura labbrata cor- 

redata di setole dorate e globose .nell' apice. La su- 

perficie del corpo è scabrosa al tatto , ed osservata 

con lente risulta da papille coniche con spinuzza ter- 

minale. 

8. A. venosa. Nasce sempre in gruppi tutti bi- 

torzoluti , ed ogni prominenza apparisce color giallo- 

fosco sparsa di ramoscelli vascolosi, L' orifìcio branchiale 

è fornito di lobetti , che sono in minor nume- 

ro e più piccoli di quelli spettanti all' apertura addo- 

minale.

( ^88) 

Capitolo IL — Anatomia. 

a ) Integumenti esteriori. La levigatezza, che essi pre- 

sentano neir^. venosa , prunwn ed ìntestinalis che è 

alquanto trasparente, non è al certo da paragonarsi alhi 

scabrosità dell' A. papillosa , j'iistica e molto me- 

no alle rughe e prominenze dell' A. microcosmus e 

phusca. La parete esterna del corpo è di tessuto ge- 

latinoso molto crasso nell'^. prunmn e venosa , dove 

apparisce in realtà un poco venosa. Ma la durezza 

quasi pietrosa di detto tessuto è perfettamente esclusiva 

dell' /4. phusca , microcosmus e papillosa. Non 

è da credersi la resistenza, che incontra il più aguz- 

zo coltello sparando la prima di queste ultime Ascidie. 

L'invoglio in esame è quello, che ne guarentisce i vi- 

sceri dalle esterne ingiurie, quando il loro otre si corruga, 

essendo impossibile di recarli nocumento alcuno: e, volen- 

dole sezionare, non riesce di tanta facilità la separazione 

del primo dal sottoposto integumento. È questo ultimo 

delicato , trasparente , presso a poco peritoneale. Sul 

medesimo si osservano de' fili di comunicazione col sac- 

co del corpo , che sonosi presi per nervi da qualche 

notomista , che forse non avrà avuto la fortuna di spa- 

rarle viventi. L' A. venosa , phusca e microcosmus ne 

ianno ampia testimonianza , e soprattutto nella prima la 

ramilicazione venosa di colore giallo-fosca rendesi al 

sommo visibile , e decide assolutamente dal loro ca- 

rattere vascolare , anziché nervoso.

( i89 ) 

La tunica muscolare , che ne sostiene i moti di 

contrazione interna , e che a guisa di sacco racchiude i 

visceri , è fatta da due o tre strati fibrosi variamente 

disposti. Questi neW A. microcosmus hanno delle fi- 

bre circolari divise a nastri , che ne formano tutto 

r otre. Sopra la medesima osservasi una fascia che da 

dritta passa a sinistra , decussandosi nella parte ante- 

riore e posteriore , oltre gli strati fibrosi che a guisa del 

numero arabo 8 rovesciato ©^ ne circondano ambi gli 

orificli sino alla loro metà j offrendo delle fibre circo- 

lari , alle quali ne è sottoposto uno strato a lungo 

terminato da sfintere , dentro cui ritirasi un tubo car- 

tilaginoso , che vedesi pure nell' apertura addominale e 

branchiale sì àoiV A. papillosa^ che della A. phusca a 

microcosmus. 

Una struttura analoga si ravvisa nell'^. phiisca : se 

non che presso il tubo del suo orifizio branchiale veggonsi 

delle fibre traversali , di cui è interamente corredato 

r altro canale , nel mentre che il resto del sacco in esame 

ha delle fibre a lacerti longitudinali. L' A. papil- 

losa , cui somiglia V A. venosa , le ha oblique da 

dritta a sinistra e decussate con quelle di sinistra a 

dritta , ed altre longitudinali ben distinte parallele , e 

quasi a laminette. \ì A. intestinalis offre la medesima 

direzione e quantità di strati fibrosi , che sono con- 

formati a nastri. Tra la tunica esterna del loro corpo e 

la muscolare o pure la peritoneale non vi è in tutte le 

specie di Ascidie la stessa aderenza , osservandosene ta- 

lune , che ivi hanno una specie di cavità umettata di

( »9o ) 

umor sieroso : e nell' A. venosa e papillosa nel fon- 

do a guisa e? infondibolo si prolungano per adattarsi 

in una corrispondente fovea appartenente alla tunica 

cartilaginosa. 

b) Organi digestivi. Dall' orifizio addominale si passa 

nell'interno del cavo carnoso or ora esaminato, che for- 

masi dalla diradazione delle fibre parallele a lungo del 

tubo esposto, nel cui principio ed internamente corrisponde 

una piega circolare, che adempie all'incarico di valvula. 

Nella cavità dell'addome si vede il sacco branchiale però 

chiuso mediante lacerti fibrosi di tratto in tratto ad es- 

so attaccato^ nel suo fondo esiste il canale intestinale 

ajierto verso la radice di detto tubo , e risultante da 

un corto esofago con bocca circolare nell' A. papillo- 

sa ,, quasi trilobata x\e\\' A. micT'ocosmus , breve e piccolo 

nell* A. intestinalis , grande e lungo nell' A. 

phusca. 

Lo stomaco è molto ampio ed esternamente piegato 

nell' A. intestinalis , circondato dal fegato nell' A. 

microcrosmus , papillosa , rustica e venosa: quali pieghe 

si osservano internamente molto più larghe nell' A. ve- 

llosa e papillosa , meno rilevate nell' A. microcosmus 

e son poco visibili nell'^. phusca. Fra esse nella li- 

nea mediana si ravvisa un solco nelle testé descritte spe- 

cie , ma nella j)enultima Ascidia vi è una ramifica- 

zione come sutura. Il fegato risulta da vari lobi gialli 

• edrini con acinetti ovali più foschi nell' Ascidia or 

nominata, quasi orbicolari nell'^. papillosa , ovali bis- 

lunghi ricurvi e distinti nell'^. microcosmus e venosa, e

( '91 ) 

_ 

poco discernibili nell' A. intestinalis. Con varie aper- 

ture ellittiche od irregolari i datti epatici si aprono nel- 

1' interno dello stomaco fra le suddette laminetto , 

ma nell' A. phusca i canali biliari a vari lobi fi- 

niscono in due più grandi, e questi poi con apertura 

unica. 

II tubo intestinale dal fegato descrive una curva 

che sale verso su del cavo addominale per aprirsi 

presso V orificio annunzialo e molto sopra a quello della 

bocca nell' A. intestinalis e papillosa \ attesoché di- 

scende e passa sotto l'esofago noVC A. inicrocosmas , e 

serba quasi la stessa direzione nell' A. phusca. Oltre 

la tunica mocciosa Interna ha nell' esterno uno strato 

granelloso nella maggior parte delle Ascidie , che ne 

rende le pareti glandulose e più doppie. 

e ) Apparato generatore . L' ovaia è come una clava 

inversa nell'y^. intestinalis aderente a sinistra del cana- 

le digestivo con l'ovidotto aperto sopra l' ano, avendo le 

uova orbicolarl ed umbilicate|, e da esso appena si discosta 

quella dell'^. venosa^ essendo queste soltanto poco più 

piccole ed ovate. Due distinte ovaie hanno sì VA.papillosa 

ognuna delle stesse si assottiglia ne' due estremi aperti per 

la uscita delle uova gialle ed orbicolarl , che l' A. phusca , 

nella quale ciascuna della coppia di ovaie si rigonfia in 

vari lobi pennati pieni di uova circolari rosine ed appe- 

na umbilicate , ed apronsl entrambe col proprio ovidotto 

presso r orifìzio addominale. Dicasi lo stesso per V A. 

rustica colle uova coccinee , ed ogni ovaia è molto ra- 

mificata. Dippiù quelle dell' -i^. papillosa sono riunite

( 19^ ) 

in grappoletli pendenti da un vaselllno comune. Cia- 

scheduno uovo contemplato al microscopio ò rappresen- 

tato da una vescica trasparente nel centro , o sia nel 

sito in cui vedesi ombilicata , e piena di piccioli uo- 

vicini. 

Il testicolo nell' A. intestinalis principia con di- 

verse ramificazioni ricolme di umore bianco granelloso , e 

finisce nel canale spermatico , costeggiando l'ovidotto for- 

nito di apertura resina , e risultante da un ammasso di 

glandulette , che al microscopio non differiscono da' tu- 

bercoli bianchi àcW Actinia Cari^ e posta sopra quella 

di questo ultimo. Nelle altre Ascidie vedesene il dutto 

spermatico situato sul canale degli alimenti , ed aperto 

presso r ano , essendo cerulea nelF A. phusca. 

d ) Apparecchio respiratorio. Vnnó^ìdi dall'orifizio su- 

periore o branchiale , dal quale pel tubo , che vi è sottopo- 

sto, si passa in un sacco ovato ampio e libero inferior- 

mente, che riempie in gran parte la cavità addominale, ed 

alle cui pareti si attacca mercè vari legamenti. Esso è co- 

strutto nel seguente modo, cioè offre una sottile tuni- 

ca su cui adattasi un reticolo con fibre maggiori a lun- 

go decussate con altre minori a traverso j e le aie ri- 

sultanti da amendue sono eziandio finamente reticolate, 

avendo il sacco branchiale nell' A. microcosmus delle 

pieghe longitudinali. L'acqua per l'indicato orifizio pe- 

netra nel sacco testò descritto già rilasciato nel suo tes- 

suto fibroso j e , dopo di averlo riempiuto , nel contrar- 

si è obbligata di uscirne dalla medesima strada , per 

la quale vi era entrata.

( '93 ) 

Sappiasi inoltre che il mentovato liquido con identi- 

co artefizio dal foro inferiore penetra pure nella cavità 

addominale e ne riempie lo spazio, che vi rimane tan- 

to il succennato sacco, che i visceri in essa alberganti. Quin- 

di chiaro n' emerge che le Ascidie compresse, oppure os- 

servate vive in mare , facciano scorgere due correnti di 

acqua , sembrando che per V orifìzio superiore entras- 

se e per l' inferiore uscisse. Era anche questa la mia 

opinione e parve fiancheggiata dalla iniezione di mer- 

curio , il quale rompendo il sacco branchiale usci 

dall' estremo opposto a quello , donde lo aveva intro- 

dotto. Ma l' osservazione attenta ha smentito siffatto 

pensamento , talché bisogna conchiudere che de' due zampilli 

di acqua rigettati dalle Ascidie , ne appartenga uno 

al sacco branchiale e l'altro al cavo addominale senza 

esservi nello stato naturale la menoma comunicazione 

fra loro. 

e) Sistema circolante. Fino all'epoca in cui scrivo , 

e per quanto siami riuscito di riscontrare le opere de- 

gli autori , che di questi esseri hanno trattato, un esame 

più minuto di quello che ho fatto sul circolo san- 

guigno delle Ascidie assolutamente mancava. Ed io nep- 

pure mi lodo del presente lavoro , che proccurerò di 

estendere vieppiù ed esaurire ciocché concernere possa 

1' articolo circolazione, che esamino pria xìqW A. papil- 

losa ed indi nelle altre. 

Il cuore , che sembra poco differire dall' ampolla 

Poliana degli Echinodermi , ha la figura di un Y maiu- 

scolo rovesciato con tunica fibrosa , essendo situato tra il 

25

( '94 ) 

fegato , Io stomaco e 'l fondo dell'ovaia sinistra. Le sue pa- 

reti sono fibrose valide e trasparenti, cosicché nel sangue 

di color bianco nuotono due corpi globosi biancastri 

forniti di filamento e dotati di massima mobilità , so- 

prattutto durante le oscillazioni della parete cardia- 

ca. Essi furono conosciuti da Dicquemare nel cuore 

dell' A. viridescens. Le due corna od aste dell' X 

possonsi paragonare ad uno abbozzo di orecchiette , 

le quali scaricano nel ventricolo del cuore rappre- 

sentato dall' asta superiore il sangue delle vene cave , 

che vi riuniscono sì la sinistra costituita dalla stomati- 

ca , e])atica ed ovaria , che la dritta , in cui sbocca 

l' ovaria , 

1' enteroidea ce. 

Dall'apice del ventricolo del cuore ha origine l'aor- 

ta , che sulle prime ha l'apparenza di un solco profon- 

do, la quale risale verso l'orifizio branchiale: ma però 

offre una curiosissima particolarità, di comunicare con due 

altri vasi anastomizzati a' suoi lati, somministrando a' me- 

desimi taluni vasellini ricurvi e quasi graj)polosi. Cosicché 

di tratto in tratto da quelli partono le arterie traversali più 

o meno dritte ramificate e disperse sul sacco branchiale , e 

tutti e tre poi danno origine all' anello vascoloso bran- 

chiale maggiore , dal quale nascono molti vasellini 

affollati e ])aralleli , alcuni di essi diretti su fra la 

tunica mocciosa fino alla bocca , ed in disjjosizione 

raggiante vanno ad ariastomizzaisi coli' anello bran- 

chiale minore e quasiché in direzione delle stesse 

branchie. Queste hanno la respettiva arteria che cam- 

mina nel loro mezzo e ramificata ne' lati fino all' api-

( '95 ) 

ce. Dal medesimo anello maggiore e fra V uscita delle 

branchie parte infinito numero di arterie longitudinali 

tra esse avvicinate e parallele, situate negli spazi de' la- 

certi longitudinali , ed avendo comunicazione co' cor- 

pi adiposi ovati , creduti dagli autori necessari a som- 

ministrare i principi nutritivi , e che io paragono agli 

otricelli Folineani degli Echinodermi. Dallo stesso anel- 

lo provengono eziandio le arterie pel sacco branchiale 

forse disposte a reticolo. 

Dall'orifizio branchiale sino a quello dell' addome, 

e precisamente dal teste citato anello ha origine un tu- 

bercolo globoso rosino e gelatinoso, il quale ha un'ar- 

teria semilunare con gli estrerai in dentro ricurvati , e 

dal suo mezzo si continua un canale costeggiato da al- 

tri due prò vegnenti dal medesimo anello , q che poco 

dopo vi si anastomizzano, e finisce bifurcato circon- 

dando l'orifizio addominale, ove estremamente sparpaglia- 

si. Si noti pure che 1' iniezione di mercurio non solo 

mi ha fatto conoscere l' esposio andamento del circo- 

lo sanguigno , ma mi ha pure dimostrato che sianvi 

delle valvule sì negli orifi/ii delle orecchiette che in 

quello del ventricolo del cuore , onde refluir non vi 

possa il sangue introdotto nell' aorta , o risalire nelle 

vene cave. 

L*^. pkusca ha le branchie rosse da un solo la- 

to bipennale , le grandi alterne colle piccole , e tutte 

finiscono nell'anello branchiale superiore rosino , da cui 

partono i raggi vascolosi maggiori oltre i minori ad es- 

si frapposti, che terminano nell'anello branchiale infe-

( «96 ) 

riore flessuoso giallo , ove sbocca V aorta primaria e le 

secondarie , ed in opposizione a questa nasce il tuber- 

colo con vase spirale terminante ne' due canali , che su- 

bito si uniscono in uno, e bifurcato circonda l'orifi- 

zio addominale. Dal secondo anello hanno origine le 

arterie reticolate dd sacco branchiale. Il cuore non sono 

Slato felice a vederlo. 

I corpi adiposi sono rossicci , più o meno rami- 

ficati e jiieni di sostanza granosa. Fanno parte del sistema 

sanguigno come gue' della specie precedente. Le 

branchie dell' A. microcosmus differiscono da quelle 

dell' ^. papillosa per la sola circostanza di essere le 

grandi alternate colle piccole. Il secondo anello branchia- 

le è pure flessuoso , il vaso posto sopra il tubercolo ha la 

figura degli occhiali ed è rossiccio egualmente , che 

r aorta. Il resto dell'apparato circolante è giallo , come 

lo sono i corpi pretesi adiposi , che osservansi in massima 

copia e divisi in vari lobi. Ingannerei i miei cor- 

tesi lettori se asserissi di aver trovato nelle Ascidie il 

menomo filetto nervoso , ad onta che la mia atten- 

zione e le ricerche fossero state scrupolose abbastanza. 

AsciDiA — Corpus basi affixum tunica membranacea 

vel coriacea aut cartilaginea praeditum , utriculum ir- 

regularem ovatum, clavatum vel cylindricum repraesentans 

j foraminibus duobus saepe inae({ualibus , quorum 

altero humiliore. 

I . A phusca — A. fosca , Carnume. 

Ovalis luteo- fusca , cartilaginea voi lapidea , laeviuscula , 

tubuloiutn osculis rubris , intus strialis albesccntibus.

( »97 ) 

An Tetliya Rondel. de Pise. Lib. II , cap, XXI , Jìg. 

An Alcjouium phusca ? ForskìVhl Fu. Arab, p. 129. 

tao. XVII, /^v D. 

MuLLER Zool. Dan. lab. XV , ^g. i-5. 

An A. rustica. Linn. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3ia5 , 

n. 5. 

n. 1 

CuviER Meni, sur les Moli. p. 29 , tab. 1 , /. 7-9. 

Lawarck Ilist. des anim. sans vert. tom. Ili , p. i23 , 

Cinthia rustica. Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 274. 

Blainville Dict. desse. nat. tom. Ili , p. ic)({. 

2. A. mamillaris — A. mammillare. 

Sessilis brevis , alba , corpore tuberculis subspinulosis , ori- 

ficiis denticulatis, 

n, 276. 

Pallas Spicil. zool. fase. X , p. 24» i*^^' ^ t /• *^' 

Linn, cur. Gmelin Syst. Nat. p. 'òiì'j ^ n. i5. 

Bruguiere Enc. meth. p. i4o » "• ^ j ^^^- LXII , /. r. 

Lamarck Nist. des anim. sans vert. tom. Ili , p. X23 , 

An Phallusia cristata ? Risso Prod. de Nice tom. IV , 

Blainville Dict. des se. nat. tom. IM ^ p. \q^. 

3. A. prunum A. prugno. 

Ovata , laevis , hyalina ; sacculo albo , apertura superiore 

lineis violaceis , alteraque laterali rubro-punctata. 

n. 7. 

Bruguiere Enc. meth. p. i5i , «. 82 , tab. LXVI , /. i-3. 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. tom. Ili , p. 124 , 

4. A. microcosmus A. microcosmo. Borsone. 

Subreniformis irregularis , sacculo cartilagineo extus fusco 

rugoso , osculis rubris papiUis qûatuor albescentibus , intus 

slriatis.

( 198 ) 

Microcosmus. Redi Oper. tom. Ili , lab. XXII. 

Mentiila informis. Planck. Conch. p. 109, app. tab.Wl. 

Ascidia sulcata. Coquee. Bull, dcs se. i avr. 179^ I 1 i. 

CuviER Mem. sur les Moli. p. 20 , tnb. l , f. 

1 : B.egne 

aiiim, toni. II , p. 498- 

Lamarck Uist. des anim. sans vevt. tom. Ili , p. i a4 • 

n. 9. 

Carus Nov- Ac\.. Jcad. Nat. cur. toni. XI p. ».*, /;. 

415-436 , tnb. XXXVI. 

rubris. 

5. A. rustica ^. rustica. 

Suhglobosa scabriuscula , sacculo labro oiifìciis dentati 

A. scabra, aspersa. Muller Zool. dan. tnb. LXV, /". a3. 

Bruguieee Enc. metli. p. i4i 1 «44 5 i"^^- LXII , 

6. A. venosa — A. venosa^ Pigna di mare. 

/". 79. 

Oblonga eretta, mamillis magnis confcrtis, sacculo carlila- 

gineo crasso , extus ochroleuco inlusque albo. 

Mentula. Rondel. de Pise. Lib. II. p. i2C)Jìg. 

Muller Zool. dan. I , p. 29 , tab. XXV, 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3ia4, «. 8? 

Bruguiere Enc. méth. p. i49 » "• 26 ., 

tab. 

LXV ,y. 4-6. 

A. mamillata. Cuvier Mem. sur les Moli. p. 21 , tab. 

III, y. ,. 

Lamarck /list, des anim. sans veri. toni. Ili , 

/:>. 

a5 , 

n. 12 et 14. 

An P. artica ? Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 176. 

7. A papillosa — A. papillosa^ Limone di mare. 

Ovalis erecla , sacculo coriaceo rubro-lutescente scabro, pa- 

piilis conicis apice acuto. 

Telliyum coriaceura. Bohadsch Anim, mar.p, i3o, tab. X, 

/• '.

n, i3, 

( '99 ) 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3ia3 , n. i. 

Brdguiere Enc. mèth. p .i4'^,tab. LXII , yi io. 

CuviER Meni, sur les Moli. p. 19, tab. Il , f. i. 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. tom. Ili , p. laB , 

C. papillosa. Savigny Meni, sur les anim. sans vert. 

tom. II, p. 148 , tab. V. 

mare. 

Blainville Dict. des se. nat. tom. Ili , p. iqS. 

Risso Prod. de Nice tom. IV , p. ì

( 200 ) 

Spiegazione delle Tavole 

Tavola XLV. 

Fig. 1 . Liimhricus filigerus , la cui bocca si vede 

in « 4 > Don che la figura tetragona del corpo , es- 

sendone contrassegnata da ce la duplice serie di piedi 

colle setolette e da ci uno de' cirri. Amphilnte Tondi 

3 e Mechelii io , uno de' suoi piedi ii colla fovea h. 

Clymene amphistoma 3 e Spio filocornis 6 con un anel- 

lo del corpo ingrandito, avendo entrambi il guscio e/". 

Nereis Ranzani 8 , e sua coda 9. Disloma variolosum 

12. 

Ascidia pT'unum i3 , mamillaris \^ ^ intestina- 

lis i5, la quale fa trasparire i suoi visceri , radicandosi 

su gli scogli in a , ed avendo taluni cirri h. La sua 

tunica muscolosa co' lacerti obliqui e d e longitudina- 

li e , fornita di puntini rossi nelle due aj)erture , rap- 

presentasi da 22. 16 Esofago della stessa^, stomaco g' 

intestino h , testicolo i col vaso deferente j , che nelr 

apertura ha una corona di acinetti rossi k , ovaia l , 

ovidotto m , orecchiette nn e ventricolo o del cuore. 

Uova sue 19, dell' ^. venosa 26 e miste alla sostanza 

epatica l'j ,phusca 18, microcosmus 27. 20 Stomaco a 

aperto dell' A. venosa e '1 resto del tubo intestinale. 

21 A. phusca priva dell'integumento coriaceo. 23 A. 

microcosmus , la quale 24 ha la tunica h che è posta 

fra la veste esterna e la muscolosa : tubi cartilaginosi

( 201 ) 

c e che appartengono alle due aperture capaci di uscir- 

ne e rientrarvi. 25 j4. rustica. 

Tavola XLVI. 

Fìg. I Ascidia papillosa sezionata per farne co- 

noscere l'atrio delle branchie a, nel quale son queste 

ultime situate hb ., 

il tubercolo globoso e, le vescichette 

Folineane dd , la disposizione ee raggiante e come 

sfintere delle fibre della tunica muscolare intorno il fo- 

rame addominale y, 

l'apertura della bocca coli' esofa- 

go g , il fegato A , ed il canale degli alimenti y'j aven- 

do a dritta il vaso spermatico iì , il cuore A: e le due 

ovaie lì. 

1 A. pJiusca che dimostra in a il forame addo- 

minale con la forma pentagona che prende il tubo car- 

tilaginoso , oltre le fibre muscolari h raggianti , che da 

esso dlrigonsi al suo sfintere e , tubo intestinale ee ri- 

coperto dal vaso spermatico , avendo in giù i canali bi- 

liari y con i lobetli epatici nel perimetro ^ , ovaie /ìA ^ 

otricelli folineani z7, ed arteria aorta j che termina presso 

r anello h delle branchie Z , donde ha origine il tuber- 

colo 72. 3 A. venosa aperta per osservare la crassez- 

za aa del suo primo integumento , nella cui faccia in- 

terna esistono le ramificazioni vascolose gialliccie b , il 

sacco muscoloso che fa trasparire quello delle bran- 

chie e , le quali son disegnate in A , il fegato dei' ovaja 

coir ovidotto e. 8 Sezionato 1' invoglio esteriore del- 

26

( 202 ) 

r A. papillosa ne apparisce il sacco muscoloso e e 

quello delle brancliie f. 

16 A. microcosmus , di cui sono a è le branchie 

grandi e piccole , il sacco branchiale intero solamente 

da e a. d , essendosi nel resto reciso per far conoscere 

i vasi ee , la bocca f, il fegato g ( con pezzo ingran- 

dito 17), che circonda lo stomaco , il canale degli ali- 

menti/i col vaso spermatico , la valvula i del tubo carti- 

laginoso dell'orifizio addominale, l'arteria aorta/ co' corpi 

adiposi II analoghi agli otricelli Folineani , il tubercolo 

n colla vena m. i4 Stomaco sezionalo dell' A. papil- 

losa con le laminette e fra le quali sboccano i datti ])i- 

liari e ed una linea mediana d , che in 1 1 appartiene 

all' ^. microcosmus. 

i3 Circolazione sanguigna dell' ^, papillosa , va- 

le a dire a sito del ventricolo del cuore in cui si rav- 

visa il corpo globoso nuotante nel sangue , bb orec- 

chiette , ce vene cave colle respettive ramificazioni , d 

aorta fornita de' due canali ee , i quali sonosi ingrandi- 

ti 1 2 ove appariscono i vasi grappolosi J\ arterie bran- 

chiali traverse gg e forsi h reticolate , anello bran- 

chiale maggiore /, vasi di comunicazione k tra questo 

e '1 minore z, branchie II, arterie longitudinali m, 

otricelli Folineani nn , tubercolo o col vaso p che bi- 

furcato circonda l' orifizio addominale. 

La Fig. 10 poi àìmoslra. V aovtSL a deW A. phusc a, 

le arterie branchiali reticolale h e traversali e , 1' anello 

branchiale maggiore d e '[ minore e , le arterie di comuni- 

cazione fra amendue f, le branchie grandi e piccole

( 2o3 ) 

^h essendosi recise le altre i, il tubercolo k e la tu- 

nica peritoneale l cui aderisce il reticolo branchiale m. 

9 Sacco muscoloso dell' A. rustica donde traspariscono 

le uova e, e di cui i5 presenta l'ovaia^con molte 

ramificazioni vascolose g. 18 Spongia rubra, 19 Te- 

thya Lyncurìum aperta per metà , dove veggonsi l'asse 

osseo centrale ì colle laminetteyy^le aperture II degli antri 

acquosi nn , la spugnosità della sua sostanza 00 , e la forma 

delle papille n esterne. Sull' A. intestinalis spesso ho 

trovato due specie di Ascidie composte 4^7? essendo 

wn pezzo ingrandito della prima 5 , e della seconda 6. 

Tavola XLVII. 

Fig, i Hrdra verticillata , 2 suo polipo Ingrandito 

con la corona di tentacoli h , il canale dagli alimenti 

che trasparisce e a traverso del sacco , avendo la pro- 

boscide fornita di bocca muricata a. 

3 Sigar'etns Adansonii che offre in e il sito del 

pallio che copre la conchiglia ( Helix haliotoidea ) 

4 S. nejitoideus nel quale è da notarsi il cirro 

z, il solco del piede 7,e'l luogo /'occupato dalla con- 

chiglia ( H. nej'itoidea ) delineata da sopra 6 e da 

sotto 7. 

Gleba excisa guardata j)er la faccia superiore 9 

ed inferiore 8. Salpa 12 cyanca , suoi acetaboli m supe- 

riori, « inferiori , o placentari© ed uno di questo ingran- 

dito 17. S. i3 Democratica disegnata per la faccia su- 

periore ed inferiore \l\ e i5 col placentaiio spirale p

( 2o4 ) 

in j)OSÌzione naturale j aumentato diametro 16, fascie a 

zig-zag q , ano r. i3 Firola hyalina col fegato e le 

branchie a , il vaso spermatico e. Ascidia papillosa 

22 e pezzo di sua cute ingrandito 23. 

Lamina cartilaginosa della bocca chiusa 10 ed 

a])ertura 11 , denti ig. Cuore 18 5 colle branchie e 

sua appendice , fegato u , ovaia v , intestino retto x 

col gruppo glandoloso che poco ne è lontano , matri- 

ce z , che si è ingrandita 20 col respettivo ovidotto a. 

21 Porzione del cavo addominale per farne vedere i 

lacerti muscolosi y posti sopra 1' antro acquoso che 

termina chiuso Y.

( 205 ) 

MEMORIA Vili 

I.° Supplemento a' Testacei univalvi 

DELLE DUE SlCILIE. 

Capitolo I. — Descrizioni. 

^. I. Cono. 

C. Siciliano. Conchìgliuzza gialliccia perlacea , aven- 

do nel dorso quattro macchie triangolari di fondo ne- 

ro misto al rosso e giallo. La maggiore rappresenta 

benissimo la Sicilia colle isole adiacenti , e nel ventre 

siffatte macchie non serbano una figura regolare tranne 

quella di un Q a disposizione invertita. Ha l^mS gi- 

ri , r apertura lineare allargata verso l' apice con quat- 

ro pieghe nel labbro interno , essendone giù T esterno 

un poco ravvolto. Fu pescata tra 1' arena della 

Caiola. 

§. II. Bulla. 

B. ampolla. Il suo animale ha poca dissomiglian- 

za da quello della B. Columnae , essendone perfetta- 

mente simile la forma e 'l sito degli occhi , non che 

il colore del corpo. I tre pezzi ossei prismatici e ricur-

( 206 ) 

vi dello stomaco , sono piegati a scalini , ed avvici- 

nandosi ne chiudono perfettamente il cavo. 

^. III. Ciprea, 

C. pidocchio. Il suo animale ha i tentacoli assot- 

tigliati con occhi neri forniti di macchietta bianca nel 

centro ^ il piede è come quello della C. pyriim senza 

opercolo , di colore giallo bruciato 

', i lobi del pallio 

sono gialli , rugosi con puntini perlacei j ed il membro 

genitale è lungo ed acuminato. 

§. IV. Voluta. 

1 J^. striata. Piccola conchiglia gialliccia coperta 

di epidermide fatta da strati di peli corrispondenti alle 

strie parallele avvicinate gialle e più fosche di quella , e 

decussate colle pieghe longitudinali ed un poco obH- 

que. Ha sei giri e spesso anche di più , che ne forma- 

no la spira alquanto prolungata ed acuta. Offre inoltre 

1' apertura lineare stretta intera e col margine interno al- 

quanto ingrossato. Talora presenta una fascia bianca in 

mezzo del primo giro della spira. TI suo animale ò gialla- 

stro punteggiato di bianco con tentacoli forniti di occhi 

neri e grandi , avendo il piede avanti troncato e po- 

steriormente acuto. L stata pescata a Pozzuoli. 

2 f^. dì Dargelas. È media tra le Tornatelle e 

!« Limnee. Conchiglia ovale colla spira a sei giri , il 

primo de' quali sempre maggiore de' rimanenti , leviga-

( 207 ) 

ta , striata a lungo con profondo solco sul dorso , co- 

lumella fornita di un solo dente , apertura semiluna- 

re allungata , internamente levigata. Il suo primo gi- 

ro è giallo-fosco , ed i rimanenti tendono al ceruleo 

sbiadato. 

L^ animale ha due tentacoli rugosi , brevi , ne- 

ricci con occhi alla loro interiore radice , la probo- 

scide conica , fosca , rugosa j ed il piede giallo sbia- 

dato , assottigliato posteriormente , sfornito di opercolo. 

Trovasi sopra i fuchi della costiera di Posilipo. 

3 V' mercatoria var. Senza alcuna dubbiezza as- 

serisco che la Planaxìs iorulosa di Risso almeno dal- 

la figura, che cpesti ne ha pubblicato, sia la conchiglia, 

di cui fo parola , avendo una fascia bianca nel mezzo 

de' giri della spira. È di colore violetto egualmente che 

il suo animale corredato di opercolo violaceo con mar- 

gine giallastro. 

4 V. gialla. Il suo mollusco di colore giallo-fo- 

sco ha una lunga proboscide colla teca dentaria come 

negli altri molluschi , i tentacoli sono quasi troncati e 

bianchi in cima , avendo gli occhi esternamente e nella 

loro metà, il piede è assottigliato dietro, stretto, con 

opercolo corneo ovale obliquo , e '1 sifone a canaletto. 

Trovasi a Nisita. 

§. V. Buccino. 

1 B. di Desmarets. Conchiglia gialliccia con li- 

nee traversali parallele rilevate e più fosche , spira con

( 208 ) 

6-8 giri , apertura bianca. L'animale ha 1' opercolo ellit- 

tico a strie concentriche posto sul piede corneo mac- 

chiato di bleu, avanti semilunare, dietro ajìjiena bi- 

furcato , e nel resto sondglia a quello de' Buccini 

seguenti. Vive alla Caiola su le ceppaie dell' Alga ve- 

traria. E da riflettersi che la disamila fatta senza trop- 

pa attenzione ddl B. riparium e 'l testé descritto por- 

terebbe a far conchiudere essere i medesimi una specie 

stessa : attesoché il piede del primo difl'erisce per le so- 

le macchie rosse su, essendo sotto biancastro, e per 

l'opercolo ovale. Ma oltre l'abito esterno delle presen- 

te conchiglia ho avuto cura di figurare una sua va- 

rietà co' cordoncini traversali o sieno linee meno rilevate 

e color di rubino come quelle del B. Dcsma- 

reis, il quale non offre il margine del labbro esterno 

nell'interno dentato o striato. 

2 B. piccino var. Alle diversità di questa conchi- 

glia altronde riportate aggiungo 1' attuale , che ha gli 

anfratti quasi piegati a lungo , giallo-fosca con fascie ce- 

rulee punteggiate di nero. L' animale presenta il piede un 

poco bifurcato avanti e posteriormente con due cirri , es- 

sendo giù bucato (i). L'opercolo corneo è ellittico, i 

tentacoli sono assottigliati , e nella loro metà esterna han- 

r 

(i) £ osservazione quasi costante che i Bucci- 

ni col piede fornito posteriormente di cirri sia nella 

faccia inferiore provveduto di forame per V ingresso 

dell' acqua marina dentro V addome.

e 209 ) 

no gli occhi j il sifone è molto lungo. L ad esso per- 

icUamente analogo l'abitatore del B. pygmaeum^ Ici- 

crymalc e vitlatum , il cui opercolo è da un solo la- 

to dentato e più fosco nel centro. 

3 B. cuj'nicolo? Spira della conchiglia a sei giri li- 

sci ma gli ultimi appena rugosi , color verde-gialliccio con 

linee longitudinali flessuose gialle e parallele, labbro deslro 

ripiegato e '1 sinistro appena striato a traverso , amendue 

color violetto. Il sifone lungo e l* opercolo corneo ovale a 

a strie concentriche , e da una parte sola dentato , sono 

verdi. Il piede vedesi bianco con macchie verdastre. 

Qualora vi muoia 1' animale e sia poi stritolato dal- 

la sabbia , ove è rigettato da' flutti marini , acqui- 

sta il colore dapprima fosco , ed indi analogo a quello 

del B. olivacewn^ che vi conviene pel mollusco egual- 

mente che il B. vittaiian. 

4 B. Neriteo. Quando è vivente ha il colore verdastro 

con linee flessuose giallo-rossiccie , privo di epi- 

dermide, levlgatissimo, con la spira nelT apice rilevata 

acuta e bianca , non che coli' apertura rosso-fosca. L'ani- 

male offre due tentacoli esternamente provveduti di occhi 

neri e piccoli. La proboscide è molto allungata ru- 

gosa. Il piede anteriormente appena bifurcato ha un 

solco , ne' lati due cirri , ed egual numero di questi 

in dietro con opercolo ovato a strie concentriche e 

da una sola parte dentato. Il memljro genitale è rugo- 

so a traverso , acuminato e molto lungo. Il colorito 

del corpo è bianchiccio con macchie cerulee affollate. 

La faccia inferiore del piede è violacea con orlo bian- 

27

( 210 ) 

CO. La sua struttura è analoga a quella degli altri 

Buccini. 

§. VI. Murice. 

i M. lavato. Conchiglia con spira a sei girale , 

fornita di pieghe longitudinali , cui s'intersecano delle 

linee traversali parallele , essendo le grandi alterne col- 

le piccole. L' apertura è violetta , col labbro esteriore 

corredato internamente di una serie di denti conici ben 

distinti , il labbro interno è su appena umbilicato : 

questo e'I com{)agno si uniscono, formando un canale 

pel passaggio del sifone dell' animale. Il colorito della 

conchiglia è verde-fosco per l' epidermide a vari strati 

di peli che la copre. Se ne incontra una varietà col 

descritto canaletto più lungo, e con una zona biancastra, 

che scorre per mezzo delle girate. L' animale è bianco 

macchiato di giallo , il cui opercolo corneo è ovale ri- 

curvo e striato. Il piede avanti finisce troncato con 

angoli a' lati più allungati. Abita sugli scogli del Molo 

di questa Capitale immersi nel fango. 

2 M. erinaceo. Conchiglia bianca oppure fosca 

con spira a giri fornita di pieghe oblique parallele, in ognu- 

na delle quali si ravvisa V accrescimento successivo del- 

la suddetta conchiglia ch'esce da sotto il precedente, 

il quale vi rimane addossato , ed alla cui prominenza 

corrispondono i rialti e quindi i solchi che vi si alter- 

nano , ed amendue in direzione traversale. Il margine 

d el labbro sinistro è internamente piegato in perfetta 

I

(2iO 

corrispondenza de^ siiccennati rialti e solchi , il labbro 

sinistro è levigato ed appena umbillcato. L'animale è 

gialliccio col piede avanti inciso e quasi bifurcalo , in 

dietro fornito di opercolo corneo giallo , a spire con- 

centriche , ovale un po' ricurvo all' esterno, e giù bucato j 

sifone lunghetto. 

5 M. di Folìnea. Conchiglia giallo-fosca con spi- 

ra a 5-6 girate , corredata di pieghe longitudinali de- 

cussate con linee rilevate color rubino o coste traverse, 

col labbro esteriore solcato. Abita su le ceppaie di 

Caldina oceanica, e'I suo mollusco è identico a quel- 

lo del 31. erinaceus. 

6 M. mammillato. Ognuno de' dieci giri della 

spira ha circa tre serie traverse parallele di elevatezze 

quasi coniche alternanti con egual numero di solchi 

poco profondi , ne' quali n' esiste altra più piccola. È 

frequente nella nostra arena. 

7 M. di Massena var. Conchiglia rosso-fosca , 

compatta, con spira a sei giri , il primo di questi più 

obliquamente piegato de' successivi con coste traversali 

le maggiori alternate colle minori , avendo il labbro 

esterno fornito di una serie di denti. Abita nelle per- 

tinenze di Posilipo , e'I suo animale per nulla differi- 

sce dagli altri Murici. La varietà che ne ho fatto fi- 

gurare manca de' denti nel margine del labbro esterno. 

8 M. di Meiaxa. Conchiglia giallastra piccola , qua- 

siché cilindrica in tuttala lunghezza de' 9- io giri della sua 

spira , ognuno di questi ha circa quattro coste traverse ap- 

pena tubercolate. Pescasi insieme co' precedenti Muricetti.

( 212.) 

9 ^f. dì Savigny. Grazioso testaceo delle adiacenze 

«Iella Caiola , levigato , compatto , rosso-cupo , corre- 

dato in ogni giro di due serie di globetli color di ru- 

bino, che ne hanno in mezzo un' altra più piccola. 

L' apertura e appena solcata , col canaletto perfettamente 

chiuso. E giallo il suo vivente con due sottili tentacoli for- 

niti di occhi , il cui piede è assottigliato e con opercolo 

corneo quasi orbicolare. Ho spesso incontrato una va- 

rietà di questa conchiglia consistente sì nella grandez- 

za de' globelti , che nel color fosco screziato di nero 

del corpo del mollusco. 

^. VII. Turbine. 

I T. lamelloso. Lamarclc nel descrivere il Z'.^ca- 

ìaris trascura di citarvi una varietà conosciuta da Pal- 

las sotto il titolo di T. prìncipalis , ed ho dubbio fon- 

dato che allo stesso non si riferisca la Scalarla jìiurica- 

ia di Risso che è una piccola e minuta conchiglia bian- 

ca , trasparente , a spire con otto giri alquanto di- 

stanti , ognuno embriciato da laminette semitriangolarl 

con angolo acuto e rilevato, nella base fornite di mar- 

gine e dirette da dritta verso sinistra. L' ho ricevuta 

da Trapani attaccata ad un pezzo di scoglio con Co- 

ralli. 

2 T. di Léman. A prima giunta sembra una Ne- 

nia , ma attentamente esaminato ha molta analogia 

coXiclostomi. L'apertura è rosso-fosca semilunare, chiusa

( 2;3 ) 

tla opercolo corneo poco diverso da quello del T. ele- 

gans per le strie , vale a dire le "fibre si ricurvano a 

guisa di corno di Ammone in uno de' lati con centro 

un poco umbilicato. Questa concliigliuzza , che trovasi 

tra le crepaccie de' sassi appena inondati dal mare di 

Posilipo , ha il colore bianco-gialliccio con leggiera 

fascia violetta , e che passa al violetto quando sia stata 

stritolata dalla sabbia. Il primo de' 4 gii'i della spira è 

naggiore di lutti i rimanenti e molto rigonfiato. Il mol- 

lusco che vi abita è simile a quello de' Turbini , avendo 

due tentacoli con gli occhi a' lati , la proboscide di 

nn rosso cupo , il piede verdastro e sotto gialliccio. 

3 T. di Bisso. Grazioso piccolo e frequente te- 

staceo del nostro littorale , che varia non poco ne' co- 

loriti ed alquanto nella forma. La conchiglia ha 8-10 

giri con leggere pieghe longitudinali , che si decussano 

con serie di puntini rosso- violacei. Il colore è bianco, 

che spesso tende al verdiccio perlaceo con riflessi iri- 

dati , ma il labbro dell'apertura semilunare è violetto. 

L' animale è gialliccio punteggiato di bianco soprattut- 

to ne' lunghi tentacoli forniti di occhi neri , avendo 

il piede con opercolo. Dai lati di questo, che avanti è 

molto prolungato sinuoso e troncato , si continua un sol- 

co giallo , che poco al di là dell' opercolo si riunisce 

a triangolo, donde nasce un lungo cirro. La probosci- 

de è bilobata e gialla. 

4 T. spilla. Differisce dalla precedente non solo 

per la picciolezza e lo colore derivante da una pati- 

na piombina e lucida , ma pel maggior numero de' giri

della spira assai allungata ed un poco compressa , e 

per r apertura con margine allargata. 

5 7'. dì Bory. Conchiglia con spira a sette giri 

molto solida e crassa in paragone della sua piccolezza, 

con pieghe longitudinali parallele che si decussano con 

linee rilevate , rosse e scorrenti per tutte le sue gira- 

te : l' apertura è macchiata di rosso ed internamente 

striata. 

G T. Freminvìlleo . Conchigliuzza giallastra com- 

patta colla spira a sei giri poco distinti , nell' apice cor- 

redati di filze di globetti gialli posti in serie paral- 

lele e traversali. L' apertura è dentata striata e bian- 

ca. Mi sembrano sue varietà V Ahania mamillaia ed 

europaea di Risso , le quali hanno di particolare una 

zona bianca che scorre per le girate della spira. L' ani- 

male è analogo a quello delle Rissoe , ma privo di 

opercolo e di cirro. 

§. Vili. Nerita. 

iV. f??fZ>Jia. Conchigliuccia semiglobosa levigata quasi 

trasparente , color violetto con fascie bianche oblique 

parallele ed un poco angolate , le quali sul lab- 

bro superiore veggonsi disposte in tre serie triangolari^ 

il labbro inferiore bianco è piano levigato intero^ spira 

a tre giri poco prominenti. L' ho ricevuta da Sicilia , 

ove impiegasi per comporne fiori artificiali.

(2i5) 

§. IX. Elice. 

1 E. litiorina. Microscopica conchiglia della co- 

stiera di Posilipo , che appartiene a questo genere , 

sembrandomi essere simile alla Littorina disegnata nel- 

nell' opera sull'Egitto tav. Ili f. 16. È tutta gialla 

trasparente, a spira con quattro giri, che sono cerulei 

in una sua varietà fornita pure di fascia bianca, 

2 E. aliotidea. Conchiglia fragile sottile, amplia- 

ta piana anteriormente , e rivolta verso la testa del 

mollusco , posteriormente offrendo T abbozzo di spira 

ad una sola girata, e donde vanno a finire le fibre el- 

littiche e yiarallele. La suddetta conchiglia trovasi nel- 

la duplicatura del pallio dell'animale. L questo corredato 

di proboscide , tentacoli , occhi e piede come 

quello della specie precedente , avendo il membro geni- 

tale a carubba situato a dritta del cavo branchiale. 

Fu pescata al Castello dell' uovo. 

11 barone Cuvier ne ha fatto l' anatomia e vi ha 

trovato 1' esofago , la lingua e le glandule salivari più 

grandi di quelle degli altri molluschi gasteropodi co' quali 

conviene per lo stomaco , lo fegato , gli organi genitali 

e pel sistema circolante , conchiudendo : « en un mot 

pour faire du Sigaret un Buccin , il suffirait que les 

tours de sa coquille , nioins inégaux , se prolongeassent 

en une spirale plus aiguew. 

3 E. neritoide. Conchiglia solida bianca interme-

(.16) 

tlia fra 1' Elice , la Neiita e 1' Allolide , allungata , bian- 

ca , con r apertura ovale , la spira a due girate , quasi 

fibrosa a traverso , ricoperta da sottile pellicola od epi- 

dermide, la esterna gialliccia e la interna perlacea. 

La proboscide ò lunga rugosa , fornita di due 

acuminali tentacoli , nella base provveduti di occhi. 

Il pallio nasconde nel suo interno la conchiglia , che 

air esterno ne trasparisce , prolungandosi esso mol- 

lo ne' lati , giacche anteriormente è inciso in due pez- 

zi 5 nel centro de' quali esiste un mediano lungo ed acu- 

minato cirro, che è inserito nel principio del canaletto 

o sifone conducente nel cavo branchiale. Il piede poi 

avanti è semicircolare con solco, restringendosi a' lati , 

onde impiccolito finire assottigliato in dietro. A drit- 

ta del cavo branchiale vedesi pria V orifizio dell' ano 

poco lungi dal quale esiste un gruppo di glandu- 

lelte , di cui ignoro 1' officio , ed indi V apertura del- 

la matrice tubolosa , nel cui fondo ristretto termina 

r ovidotto ramificato ed immerso nella sostanza del 

fegato. A sinistra della prefata cavità apparisce il 

cuore , e nella sua orecchietta sbocca la vena delle bran- 

chie da una sola parte pennate e provvedute di ap- 

pendice ovale. 

L'interno della bocca è incrostato da una lamina 

cartilaginosa divisa in due lobi, ed il bulbo muscolo- 

so offre la lingua con una filiera laterale di denti un- 

cinali olire un'altra triangolare mediana. E da farsi ri- 

marcare il suo antro acquoso medio e longitudinale, che 

presenta de* muscoli traversali , onde restringere le cu-

( 217 ) 

vita addominale e la sua , che prolungasi in un lungo 

canale terminante nella coda. Un solo individuo ho 

avuto la fortuna di sezionarne , per cui non posso dif- 

fondermi in ulteriori ragguagli anatomici. Trovasi rara- 

mente in Miseno. 

§. X. Serpola. 

1 S. imbutiforme. Una serie d' imbuti calcarei ) 

posti gli uni dentro gli altri da formarne una filza co- 

stituisce queste specie di Serpola rara tra noi e serpeg- 

giante su gli scogli marini. Ogni imbuto ha le strisce 

longitudinali intersecate con le traversali non tanto ri- 

levate, e '1 margine è fornito di orlo internamente den- 

tato. L'animale, che non ho potuto esaminare vivente , 

vi si chiude mercè un opercolo stellato , ed a norma 

che esso ingrandiscasi fabbrica dei nuovi imbuti , che 

obliterano in gran parte i vecchi. 

2 S. torulosa. Nasce attaccata agli scogli e sul- 

le prime osservasi a guisa di una linea bianca appe- 

na flessuosa e compressa. A norma che si sviluppa 

nella sua lamina superiore innalzasi una serie crescente 

di tubercoli rotondi aderentivi, dall'ultimo dei quali pro- 

lungasi un tubo per l' uscita dell' animale , e ne' loro 

lati poi apparisce il margine di tale Serpola. A secon- 

da che il suo abitatore cresce , chiudesi il cavo di 

ogni tubercolo e se ne stringe il foro anteriore, onde 

il tubo descritto possa ampliarsi e produrre il nuovo 

per abitarvi 1' animale. La S. nodosa di Risso ( Op. 

28 

»^

(.18) 

cìt. toni. IV, jD. 4o3 ) per la sola denominazione po- 

trebbe somigliarvi , ma la sua descrizione data dallo 

stesso autore fa conoscere esserne difl'eienlissima. 

1^'' 3 S. sfrangiala. Sulle prime mi parve la S. ecJii- 

y.' \,^ nata.) ma guardata con attenzione è da essa diversis- 

"vTx^ sima. Il di lei tubo appena ricurvato è rotondo , avendo 

nella sua lunghezza sette laminelte quasi parallele , 

da ognuna delle quali in determinate distanze nasce 

una lamina mezzo ovata ricurva alquanto , e da una 

parte sola incisa in 5-7 laciniette. Aderisce agli scogli 

inondali. 

§. XI, SaljcUa. 

1 S. Lucullana. A guisa di ceppala nascono vari 

tubi coriacei , dentro ognuno de' quali evvi il proprio ani- 

male con una corona di cirri branchiali, nascendo tutti da 

due pezzi carnosi come ventaglio, che hanno nel cen- 

tro r orifizio della bocca. Ciascheduno cirro è trigono , 

spirale, fornito di tratto in tratto di lobi opposti ovali , 

uscendone fra' i medesimi altri più piccoli cilindrici. Il 

colore de' cirri è gialliccio , ma i lobi sono più foschi e 

nella loro origine hanno due punii neri. I piedi sono 

abbastanza prolungali con selolette. È da notarsi di 

averne rinvenuto vari gusci vóti , il cui orifizio aveva 

un })lacentario circolare di uova. Per la struttura è simi- 

le alla S. ventilahrum {l'est, iitr. Sic. iom. lU,p.[2.''). 

Trovasi aderenle a' macigni del nostro littorale e spe- 

cialmente nel Castello dell' uovo.

'"' 

( 2»9 ) 

1 S. nuda. Cirri branchiali drilli da una sola 

parte pennati , corpo giallastro con piedi setolosi. Abi- 

ta per lo più denti o i buchi delle Spugne e di vari 

Alcioni. 

L 3 S. eupleana. Tubo fabbricato di globetli arenacei 

cilindrico , inferiormente ricurvato a guisa di co 5 

resto elevasi in direzione perpendicolare. L' animale ha 

i due pettini branchiali con pinne da un solo lato sfran- 

giate biancastre fornite di macchie gialle , che nell' insieme 

di tutta la loro serie appariscono in due semicer- 

chi concentrici ^ e caccia inoltre due opercoli provve- 

duti del corrispondente pedicello , ad ognuno di que- 

sto appartiene un cono ossoso inverso provveduto 

di una corona di denti piccoli ricurvi ed esterni , e di 

altri lunghi uncinati ed interni. Nel resto è simile alle 

altre specie. Rinviensi alla Caiola. 

Càp. II. — Testaceorum utrìusque Siciliae Voi. IH 

Partìs alterae Mantissa 1. 

5. I. CoNUS. 

C. siculus. — C . Siciliano. 

e 'I 

Testa turbinata albolutesceute glaberrima , macuUs Iriangu- 

laiibus fuscis ac rubentibus ; spirae anfractibus l\b ; apertura linea- 

ri , apice ampliata; labro esteriori inferne vii intropresso , inte- 

riori superne 4phcato. Nobis,

( 220 ) 

§. II. Voluta. 

* Mangelia , Lcach et Risto. — Testa longe turriculata ; sutura pro- 

iunda ; apertura elongata. 

1 V. striolata. — p^. striata. 

Testa glaberrima , nitidissima ; anfractubus septem ; cosfis 

transveisis valde dislantibus , arcuatis , convcxis ; interstitiis 

striis exiguis longitudinalibus sculplis; epidermide lutea pilosa. 

M. striolata. Risso Proci, de Nice toni. IV , pag. aai , 

iab. Vili,/. 101. 

** ToRNATELLA , Lam 

12. V. Dargelasl. — V. di Dargelas. 

Testa parva lutescente , longitudinaliter striata , spirae ati- 

fraclibus sex , poslremis caerulescentibus ; columella uniplicata , 

s. dente unico praedita. 

T. Dargelasi. Bastkrot Mem. Soc, d" hist. nat. tom. Il 

2. par. , p. 25, tab, 1.,/. 19. 

§. III. BUCCINUM. 

PlAn Axis, Risso — Testa conica , elevata , sutura plus minusve distincta ; 

peritrema ad dexteram denticulatum ; emargiiialio siphonis obtusa ; opercu- 

Jutn corneum. 

1 B. Desmaretsianum. — B. di Desniareis. 

Testa anfractibus costis transversis , lineis longitudinalibus 

coniunctis nodosis , sutura profunda ; apertura pallidiore. 

P. Desmarestiana. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. i ^6, 

tab. Vili,/. io5. 

2 B. corniculum. — B. cornicolo. 

Testa parva , conica , luteo-viridescenle lineis flexuosis

( 221 ) 

subflavis ; anfractubus sex postremis rugulosis ; apertura obso- 

lete striata. 

Gualtieri Ind. Testac. tab. XLIII , Jig. N. 

An B. corniculatum ? Lamarck Hist. des anim, sans veri, 

iom. VII, pag. 374, n. 43. 

Oliti Zool. adr, pag. i44- 

§. IV. MUREX. 

* Fusus , 

Lani. 

1 M. lavatus. M. lavato. 

Testa longitudinaliter plicata , transverse rugosa , rugis sca- 

bris : labro dextro plicato , cauda saepe cylindrica , fistulosa. 

Buccinum lavatura. Brander , ^^g^. 3, 4- 

F. lavatus. Basterot Meni. Soc. d' hist. nai. tom. 1 , 2. P. 

p. 62 , tab. Ili , /. 21 : Jn Murex sublavatus ? p. 69 , tab. Ili, 

/. a3. 

M. excisus. Defrance Collect. 

Buccinum defossum. Pilkington Trans. Linn. Soc. tom. 

VII , tab. XI, /. 2. 

2. M. erinaceus. M. erinaceo. 

Testa ovata subfusiformi , transversim sulcato-rugosa , qua- 

drifariam ad septemfariam varicosa, albido-fulva , vel fuscescente, 

varicibus valde elevatis ; rugarum interstitiis imbricato-squa- 

mosis. 

Gualtieri Ind. Testac. tab. XLIX , /. H. 

Linn. cur. Gmelin Syst. Nat. p. 353o , n. 19 

cussatus , p. 35^7 , n. 7. 

Pennant Brit. Zool. tom. IV , tab. LXXVI , / 95. 

Knorr Fergn. tom. IV , tab. XXIII , /. 3. 

BoRN Test. Mas. Findob. tab. XI , /. 3 , 4. 

: M. de

TI. 48. 

( 222 ) 

Ari Fa VANNE Conch. tab. XXXVII , f. C i ? 

Martini Conch. tom. Ili , tab. CX , y. 1026-28. 

Bruguiere Enc. mcth. tab. CDXXI , y. i a b e. 

Lamarck Hi si. des anim. sans veri. tom. VII , p, 172 , 

^rt Savigny Coquill. cV Egypt. tom. XXII, p. 175, tab. 

IV , /. 22 ? 

3 M. Folineae. — M. di Folinea. 

Testa lutco-fuscescente, longiludinaliter plicata , coslis trans- 

TCrsis parallelis elevatisque exarata ; spirae anfractubus 5-G ; 

apertura sulcala. Nobis. 

'* Anna , Risso— Testa elongala conica ; sutura profimda , apertura an- 

gusta', undulata ; peritrema ad dexteram perfcctum, iucrassatum. 

4 M. Massenae. — M. di Masseria. 

Testa in longum oblique plicata costis transvcrsis decussata, 

spirae anfractubus 6 ; labio esteriori denticulato. 

A. Massena. Risso Prod. de Nice tom. IV, p- 214,^^6. 

V,/. 68. 

a ) Testa spira elongala , apertura sulcata. 

*'* Cerithium , Lam. 

5 M. inaniillatus. — Mammcllato 

Testa anfractibus io , lincis tnbus tnamillatis coiupositis , 

sulcis alternanlibus -, 

apertura 

margine denticulato. 

C. mamillatum. Risso Prod. de Nice tom. IV , pag. i58, 

tab. IV ,f. 55. 

6 M. Metaxa. — M. di Metaxa. 

Testa turrita subcylindracea , lutescente ; spirae anfractubus 

9-10 , distiiictis ; coslis qualuor mamilialis transversc dispositis. 

7 M. Savlgnyas. —' 

M. 

di Savigny. 

Testa conico-elongata , compacta , rubro-fusca ; apertura

(2^3) 

intus sulcala ; canaliculo clauso ; spirae anfraclubiis tuberculo- 

rum seriebus tribus transverse digcslis. Noeis. 

/• 4. 

Savigny Coquill. d' Egfpt. 

§. V. Turbo. 

* ScALARU , 

toni. XXll^p. J73. tab. IV, 

Lam. 

1 T. lamellosus. — T. lamelloso. 

Testa turrita , imperforata alba ; costis tenuibus , la- 

melliforraibus dciiticulatis , anfraclubus laevibus , contiguis. 

T. principabs. Pallas Spicil. zool. fase. 'S.., tab. Ili, f.S^G. 

T. scalaris a) Linn. cur. Gmelin Sfst. Nat. p. 36o3 , 

n. 62. 

Lamarck Hist. des auim. sans veri. ioni. VI, 2. P. , p. 

ii'j , n. 1, 

An S. muricata ? Risso Prod. de N/ce toni. IV , p. ii3 : 

T. rauricalus , Joiivn. des mines , An, i8i3. 

** Cyclostoma. 

2 T. Lémani. — T. di Léniaìi. 

Testa brevi albcscenle , villa caerulea , ultimo anfractu 

globoso ; peristomale continuo crasso. 

Basterot Meni. Soc. d' Hist. nat, ioni. 1,2, P. , p. 3i, 

iab. IV, /. 9. 

An T. caerulescens. Lamarck Uist, des anini. sans vert. 

tom. VII , p. 49 , n. 32. 

An T. saxalilis. Olivi Zool. adr. p. 171 , tab. V, 

f. 

Z a b e. 

***RissoA, Freni.— leito turi- i culata acumioata, sutura profunda , aper- 

tura semilunari vel ovali. 

3 T. Rissoanus. — T. di Risso. 

Testa glaberrima albo-violaceo , anfractubus dccem violaceo 

seriatim punclatis , subplicatis , basilari costulis glabris , aper- 

turae margine violaceo.

e 2^4) 

R. violacea. Risso Proci, de Nice toni. IV , p, 120 , 

tao. V,/. 58. 

Desmarets apud RissuM 8, 5, i. 

4 T. acicula. — T. spilla. 

Testa tcnuissima , nitida plumbea epidermide tecta ; an- 

fractubus II , aperlurae margine expanso. 

R, acicula. Risso Prod. de Nice toni. IV ,tab. V , y. 60. 

Desmarets 7 , 11 , i , 3. 

*•* Alvania, Leach et Risso-^Testa conica, sutura profundaj apertura 

ovali acuta dextrorsum. 

5 T. Boryus — 1\ di Bory, 

Testa opaca glabra; anfractubus septem (extremis tribus ma- 

millatis ) striis longitudinalibus et costis transversis approximatis, 

retem efformantibus. 

/. l32. 

A.Borya. Risso Prod. de Nice torn. IV, /;. i4o, tab. IX , 

6 T. Freminvilleus. — T. di Freminville. 

Testa conica , opaca ; anfractubus septera tuberculis globo- 

so-seriatim ac transverse dispositis. 

A. Fieminvillea. Risso Prod. de Nice tatti. IV , p. iî , 

tab. IX , /. n8 ; A. mamillata p. 145,/. 128. 

a ) Viltà alba praedita. 

A. europaea. Risso Op. cit. p- \ù^%^f. 116. 

§. VI. Nerita. 

Neritina , 

Lam. 

N. dubia. — "N . dìibhiosa. 

Testa semi-globosa , glabra , violacea , zonis albescentibus ; 

apertura alba , labio edentulo. 

Chemn. Cotich. toiti. V, tab. CXCIII , y". aoi6-ao. 

LiNN. cur. Gmelin Sjst, Nat, p. 8678 , ti. 34.

p. 184. 

( 225 ) 

Lamarck Hist, des anim. saiis vert. tom. VI i n 

Ohs. Daliitanler liane spcciem Ime retuli : an polius ad N. Boetic.imLam. 

, vel ad N. flluviatilem var. d Gmelin ( Ciiemn. Conch. lab. 

CXXIV , /. io3o , 1081 ) perliiiere deLeat ? 

§. VII. Helix. 

1 H. littorina. — E. Uttorina. 

Testa minima succinea , spirne anfraclubus qualuor. 

AuDouiN Coquill.cVEgjpt.tom. XXII, y. 170, tàb.lll^ 

f. 16, ,8 e^ 'A- 

; ' 

19. 

SiGARETUs Lam. , — Testa subauriformis , suborbiculata ; lahio brevi 

sp.ralner mtorto. Apertura integra , dilatata , rotundato-oblonga , mardaibus 

disjunctis. 

° ^ 

2 H. haliotoldea. — E. Aliotìàea, Sigareto. 

Testa auriformi, dorso depressa , transversim undulato-slria- 

ta , albida ; spira refusissima , apertura valde dilatata ; urabili- 

co tecto. 

Gualtieri Ind. Testac. lab. LXIX,/^. F, 

Sigaret. Adanson Coqiiill. du Seiieg. tab. II , /. 2. 

LiNN, ciir. Gmelin Sjst. Nat. p. 3663 , n. ibi. 

Martini Conch. tom. I, tab. XVI , / i5i ^ ,5^, 

Chemn. Conch. tom. X , tab. CLXV , / 1598-99. 

CuviER Mem. sur les Moli. p. 4 , tab. I /. 1-8, 

, 

Megn. Jnim. tom. Il , p. 445. 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. tom. VI p 2 ^ 

> Z'- 

» 

p. 208, n. 1. 

Sigaretus Adansonii. Gray Spicil. zool. Fase. II , art. a. 

S. haliotoideus. Risso Prod. de Nice tom. IV , p. ^Si. 

3 H. neritoidea. — E. neritoidea. 

Testa subauriformi albescente solida , fibrosa , epidermide 

obtecta , apertura ovali , spira compacla subprominula umbilico 

semitecto.

( 326 ) 

Gualtieri Ind. Testac. tab. LXIV , ^g-. I, 

An H. neritoidea ? Linn. cur. Gmelin Syst. Nat. p. 

3665 , n. i5o. 

CuviER Mem. sur les Moli. p. 4- 

Sigarctus concavus. Lamarck Hist. des anim. sans \'ert. 

toni. VI, p. 2.*, p. 2o8 , 11. 2. 

An S. stomatellus ? Risso Prod. de Nice tom. IV , 

p. aSi. 

S. Iialiotoidea. Sw. Gray Spicil zool. Fase. II , art. 2. 

§. Vili. Serpdla 

1 S. infundibuluin. — S. imbutiforme. 

Testa conica , striis transversis et longitudiualibiis exarala , 

repente ac in gyros contorta , infundibulis fastuosis Gonfiata. 

Martin Besch. beri. Naturf. II, p. 357, i^^b . XII, 

LiNN. cur. Gmelin Sjst. Nat. p. 3745 , ii- -^8. 

Lamarck Hist. des anim. sans vert. tom. V, p. 364- 

2 S. torulosa. — S. torulosa. 

Testa repente , complanata , alba , superne tuberculis glo- 

bosis nodulosisque catenatis , ore tubuloso. Noeis. 

3 S. fimbriata. — S. sfrangiata. 

Testa tcreti repente 7angulari , costellis semi-ovatis unica 

ex parte fimbriatis. Nobis. 

§. IX Sabella. 

1 S. Lucullana. — S . Lucullana. 

Tubulis coriaceis transversc rugosis inferno coalilis. Nobis. 

S. euplaeana. — S. cupleana.

( 227 ) 

Testa granulis arenaceis fabref'acta , cjlindracea , inferno 

dupliciter intorta. Nobis. 

Testacea mox descripta illani neapolltani crateris 

colunt oram prope porticus Herculenses positam ad Bajas 

ac Misenum iisque protensam. 


Tav. XLVIIl. 

I Voluta mercatoria var. , Biiccinum i riparium^ 

Desmarestia7ium 4 e var. 3 , pygmaeum var. 5 , 6 e 

7 corniculum , 9 neritaeum, coi cirri aa e'I mem- 

bro genitale h del suo mollusco j ed 8 metà della lin- 

gua di quello del B. tyrrhenum. 10 e 11 Turbo Rissoanus 

, 12 acicula var. , i3 e i4 Lémani ^ A i5 

e 16 lajnellosus. 17 e 18 Nerita duhia, 19 Serpula 

fimhriata e suo pezzo per farne conoscere V uscita del- 

le sette lamine da un solo lato sfrangiate 20. 

Sahella euplaeana 21 eh* offre la particolarità 

di avere due opercoli ossei ce , essendosi uno de' 

medesimi accresciuto di diametro 22. CocLonytes 23 

e 25 infundihuliun con due imbuti più grandi 26, 

24 C. cardunculus e di maggior diametro 37 co' 

triangoletti bucati ee , che corrispondono alle cellette 

visibili nella sua faccia inferiore 28 f. 29 Millepora 

miniata e 3o pezzo di essa ampliato. 3i Tubulcnîa rameal 

e suo rametto delineato più in grande 32. Cella- 

ria ceroides 33 , pezzo di essa ingrandito 34 co' polipi a ,

( 228 ) 

ed uno di questo sì è separato 35 per dimostrarvi i 

quattro vóti delle cellette h. 

Tav. XLIX. 

Fig. 1-3 Conus siculus. /^-6 Voluta striata ^ -j -(^ 

Dargelasì. Murex lavatus io e ii , Folineae ì-i~\^\ 

erinaceus i5 e i6, 18-19 Masscnae var. , 36-28 mdmillatus 

, 2g-3i Metaxà ^ 32-34 Srwignyus. Turbo 

io-li Boryus , 23-24 Freminvillcus . Helix 

liltorina 

36-38. Serpula torulosa 35 , injundihulum lô , sua 

apertura chiusa dall'opercolo 39, che si è disegnato se- 

paratamente a.

( 229 ) 

INDICE DEL VOLUME III. 

Dedica a S. M. il Re pag. V. 

Prefazione VI. — Elenco delle opere citate si in 

questo che ne' tomi precedenti XII. 

Memoria I — Su le Pennatole , le Lobularie , il 

Corallo e la Gorgonia. 

Gap. I Pennatole. %. I P. spinosa p. 2... §. Il P. bigia 

e §. Ili P. rossa 3... §. IV P. ibsforica ^... ^- V Anatomia 

5-8. . . §. VI P. spinosa , grisea , rubra , fosforea 9-1 r . . , 

Spiegazione della (avola XXXI 13 — Gap. Il Lobolaria. ^. I 

L. palmata e spinolosa 14. • S- H Anatomia i5... §. JII De- 

scriptio L- palniatae et spinulosae 18 — Gap. Ili Corallo. §. I 

Descrizione 19. . . ^. Il Anatomia ed 

—• Corallit descìiptio 22 Gap. IV 

analisi chimica 20. . . §. UE 

Gorgonia verrucosa. %. l 

Descrizione a4 , . . §. II Anatomia 25... §. Ili descriptio 27. 

Memoria II — Ricerche sulle Cellepore, Millepore 

, Celiarle e Codonile. 

Gap. I Cellepore.^. I Nozioni generali 29. 

. .§. II Descrizioni 

speciali; Cbllepora muricata , melohesia , orciolata 32.. 

spongile, trasparente , perlacea , di Rossel , Macrì 33 . . . embriciata 

, labbrata , di Larrey , mascherata , di Ronchi 34 • . . ro- 

strata , tubercolata , ci^^liata , di Folinea , coronala , ovoidea , 

Magnevillana 35 . . . Cellepora melobesla , liyalina , spongites 

36 . . .perlacea , Rosselii , imbricata , coronata Z'j . . . . Ron- 

chi , tuberculaia , ciliata , ovoidea , Magnevillana , Macrj , 

muricata 38. . . labiata , Larrey , personata , Folineat , urceolata 

39 — Gap. II Millbpora troncata 4o • • • Gorno «li 

cervo , miniala , coriacea , ovata ^1 . . . M. truncata , Cervicornis 

, miniacea l\ò . . . coriacea , ovata 44 — Gap. Ili Cellaria 

cereo (\5 . . . Tubularia ramea , Celiarla ceroides 46 

Gap. IV CoDONiTA Gardonccllo • • • 47 imbutiforme. Codoiiy-

( 23o ) 

ics carduncuìus , infirn dibuiuni 4^ • • . Spiegazione delle Tav. 

XXXII 49 , XXXIil 5o... XXXIV 02. 

Memoria III — Su il Pirosoma , il Beroe , la Salpa 

e la Gleba : non che Supplemento 1 .° alle Oloturie, 

ed Asterie. 

Attinie , 

Gap. I PinosoMA gigantesco 54 . . . Pyrosoma gignntea 

56. . . — Gap. Il Beroe ovato 5y... Beroe ovatus 58 — Gap. 

HI Salpa cerulea 60. . . Democratica 6i . . . . Salpa Democratica 

, cjanea 63 — Gap. IV Gleba 64. . .excisa 65 — Gap. V 

Oloturia attaccaticcia, a quattro f'accie 66. . . botticella, l'uso 

6'j . . . a 3 faccia , pennello 68. . . Holotlmria inhaerens , peni- 

cilliis ^fusus ( Taenia echinorhynca) 'jo. ..Doliolum^ tetraquetra 

^ triquetra 71 — Gap. VI Attinia ranciala, di Rondeleziu 

72,.. Carciniopado, trasparente "jZ .. .Actinia auranliaca^ Ron- 

deletii 73 — Gap. VII Asteuia squamila, echinata '^4* • •*''^'^''" 

lorata 'jb... pentagona , di Ferussac , di Cuvier 'j6. . .Asterias 

Tenorii , squamata , echinata , t ricolor , pentagona , Ferus- 

saciif Cuvieri 79.. Spiegazione delle Tavole XXXIV e XXXV 80. 

Memoria IV — Ascidie composte e Spugne 

Tajr.teI A s cidi e. Gap. I Botrillo 182.. .§.1 Policiclo di 

Renicr , allungato , §. II B. dorato , rosaceo 'òf\. . . stellato , di 

Leacli , ciglialo , niveo 85 ... ^. III Distoma vaiuoloso 86 — 

Gap. II PoLicLiNo. ^- I P. saturnio , con separazioni , anatomia 

87 ... stellato 88. .. papilloso , nodoso 89... §. II Aplidio 

lobato 90. . . areolato , anatomia 91 . . . §. Ili Didermo roseo , 

bianco, i^. IV Encelio ospiziale quasi gelatinoso , , roseo 92 — 

Gap. Ili Descrizione delle Ascidie composte. %. I Botrjl- 

lus Renieri , elongatus gemmeus , , rosaceus g3 . . . stellatus , 

Leachii ^ cilialus , 7ìii>eiis , variolosus Cf\. . .^. II PoljcUnum 

saturnium ., septosuni 95... stelUitum , vesiculosuni ., nodosuin 

96. . .Aplidiuni lobalum , areolatum, Didermum roseum , candidnm 

gn . , .Encoelinm hospitiolum , roseum— Gap- IV Zoonta 

di Ellis g8...Zoantha EUisii , Spiegazione della Tav. XXXVl 9^. 

Parte lì Spugne. Gap. I Idee preliminari 100 — 

Gap. II Descrizioni speciali. S. comune, fina io7...rossu- 

•stra , angolosa, setolosa , macchiala 108. . .reticolare , (juasi pie- 

gata , cerulea , cellulosa , fistolosa , rigonfiata 109 ... porpori-

( 23i ) 

na , cilindracca , triangolare, d' Imperato, quasi dicoloma no. . . 

Spongìa communis , usitatissìma , rubra iii. . .anoulosa ^ se- 

iiilosa , maculata , rosea , miniata , reticularis , supplicata , 

caerulea , cellulosa , Jìslulosa 1 1 3 ... injlata , purpurea , cjlindracea 

, triatigularis , Imperati, subdichotoma \i/\ — Gap. 

JII Tetia Lincurio , anatomia ii5 .... Tethya Ljncurium 

1 16. . .Spiegazione delle Tav. XXXVI 117. 

Lranchi , 

Memoria V — Planarie , Doridi , Tetidi , Pleuro- 

Pleurobranchidio. 

Gap. I Planaria sifoncino , gialliccia , tubercolata 118. . . 

Planaria sipìiunculus , lutea, iuberculata — Gap. II Doridi. 

^. I Idee generiche i?.o. . . §. II D. Argo iìl\. . . ^. II verrucosa 

e III tubercolata 129 . . . §• IV Icstugginaria ^ V. limbata 

i3i . . . ^. VI peregrina 102. . . Doiis argo , verrucosa i33. . . 

iuberculata, tesludinaria , limbat.a , peregrina i34... Spiegazione 

della Tav. XXXVIII i35.— Gap. HI Tsr/DB. ^. I Descrizione 

137... fimbria i38. . .leporina i4o. . .anatomia 142... 

Tethjs leporina , fimbria 146. . .Spiegazione della Tav. XXXIX 

1^7 — Gap. IV Plevrobranco , notizie storiche , P. tubercolato 

149... di Forskahl i5o... anatomia i5r ... Pleurobranchus 

tuberculatus , Forskahli i54 — Gap. V Plevrorran- 

CHiDio di Meckel , anatomia ì5S ... PIeuivbranelli diuìii Mec- 

KELii , Spiegazione della Tav. XL iBq. . .XLI 161. 

Memoria VI — Su gli Auellidi : Parte li. 

Gap. I Nereide di Bertoloni i63... partenopea, anatomia 

164. . .di Ticdemann , Rudolphi , Ocken 166. . . Otto , Blain- 

a sei tentacoli — Gap, II JIn- 

Edwards, ville , Ranzani 167 . . . 

FjTRJTE di Olfers 168... di Nisita , napolilana , flessuosa, di 

Tondi , di Meckel 169— Gap. Naiade proLoscidea-- Gap. IV. 

Lombrico di Rolando, coccineo , di Sainl-Hilaire l'ô, . . nisi-< 

tente , Aligero 171 — Gap. V Polia punteggiata , oculata , ci- 

lestra 172 articolala — Gap. VI Spjo filicorno 1^3 •- 

Gap. vii Olimene anfìstoma — Gap. Vili Descrizione tecnica 

DEGLI ANBLLiDi DI QUESTA 11.^ Parte. Nereìs Berto- 

loni i'j4... parthenopeia , Ockenii , Otto, Ranzani 175 .. 

Tiedemanni ., Piudolphi , Blainvillii, Edtrardsii, sexlentacu- 

lata. Spio Jìlicornis ij6. .Jâis proboscidea. Polia punctata . 

oculata ^ geniculata 177... Lumbricus Rolandi , coccinens ,

(2Ò2) 

ampia- 

Cljmene Sainl-Ililaire , ììesidensis ^ Jìligcrus \'jS. . . 

stoma. j4niphitrUe Olfersii , nesidensis ^ neapoliiana 179... 

fh'xuosa , 2ôndi^ Meckclii. Spici/yzione delle 

180 XLTll e XLIV ,81. 

Memoria VII — Ascidie semplici. 

Tavole XLIl , 

Gap. I Storia i83 — Gap. II Descuiziosi speciali. A. 

microcosmo, fosca 1 85 ,. .prugno , inlcstinale 18G... nistica , 

papillosa , rnmiinellare pîpillosa , , venosa 187— Gap. II Jsa- 

TOMiA ., iiUegiHiienti esteriori 188. . .organi cligeslivi 190.. A|>parato 

generatore 191 . . .Apparecchio respiratorio 191. . .Sistema 

rircolante 193. . . Àscidia phiisca 196. . . mamillavis pruimni , , 

micvocosmus 197... rustica venosa, papillosa tgS . . . inteslinalis 

199 — Spiegazione delle Tavole XLV200. . ,XLVI aoi... 

XLVII 2o3. 

Memoria Vili — I.° Supplemento a' Testacei uni- 

valvi delle due Sicilie. 

Gap.I Desciìizioni. Cono siciliano; Bvlla ampolla 2c5... 

Ciprea pidocchio; Tôlvta striata , di Dargelas 2o6...mercatoria 

var. , gialla; Buccino di Desmarets 207. . .piccino o pigmeo 

i'ar.2o8...cornicolo? neriteo 20Q... Murice lavalo , erinaceo 210... 

di Folinea , mammellato , di Massena var.^ di Metaxà aia... di 

Savigny ; Turbine lamelloso , di Léman 2 12... di Risso, spilla 

2i3...cli Bory , Freminvilleo ; Nerita dubbia 214. • -Elice lil- 

torina , aliotoidea , ncritoide :ìi5 . . . Serpola imbutiforme, to- 

rulosa 217 ... sfrangiata ; Sasella Lucullana 218 .... nuda , 

euplcana -- Gap. lì Testaceorvm utr. Sic. vol. III. P. alterae 

Mantissa I. Comes siculus 219 ... fôluta striolata , 

Dargelasi. Bucciniim , Desmaretsianum , cornicidum 220 . . . 

Murex la\>atus , erinaceus 221... FoUneae , Massenae , Metaxà., 

SavigìJjiis 222... Turbo lameltosus , Lem ani , Rissoanus 

228 .... acicula , Boryus , Frcminvilleus. ISeì-ita dubia 

224. . . Helix littorina , haliotoidea , neritoidea aaS . . . 

Serpula injundibulum , torulosa , fimbriata. Sabella Lucullana 

,' euplaeana 226 .... Spiegazione della Tavola XLVIII 

S17... XLIX 228.

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