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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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notiziario S.i.m.<br />

Pubblicazione semestrale della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> - c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Glacianese 20H - 59100 Prato<br />

ISSN 1121-161X<br />

Anno 30 · n. 2 · luglio-<strong>di</strong>cembre 2012<br />

Supplemento del Bollettino Malacologico vol. 48 n. 2<br />

Redattore capo: Ignazio Sparacio<br />

Coredattori: Antonio Callea, Alessandro Ceregato, Alessandro Margelli, Ermanno Quaggiotto<br />

Direttore responsab<strong>il</strong>e: Paolo Crovato<br />

Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano n. 151 del 26 marzo 1983<br />

Poste Italiane spe<strong>di</strong>zione in A.P. - 70% - Spe<strong>di</strong>zione n. 2/2012<br />

Direzione Commerciale - Napoli<br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> produzione: Prismi srl, Napoli<br />

Grafica e impaginazione: Grafica Elettronica srl, Napoli - Stampa: Arti Grafiche Solimene srl, Casoria (Na)<br />

Napoli 30 novembre 2012


notiziario S.i.m.<br />

Pubblicazione semestrale della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> - c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Galcianese 20H - 59100 Prato<br />

Sommario<br />

Vita sociale<br />

2 In memoriam Sergio Savona<br />

2 Nota redazionale<br />

3 Verbale della riunione del Consiglio Direttivo<br />

tenuta in Montes<strong>il</strong>vano 15 settembre 2012<br />

4 Convocazione Assemblea Or<strong>di</strong>naria dei Soci,<br />

Bologna, 16 marzo 2013<br />

5 Elenco delle pubblicazioni S.I.M. <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i<br />

6 Segnalazioni bibliografiche<br />

Presentazione libri e recensioni<br />

10 Federico A., 2012, Fondali alla ribalta.<br />

Osservazioni dello stato dell’ecosistema marino<br />

dell’isola <strong>di</strong> Capri ed alcune attività in esso svolte,<br />

in particolare, nell’anno internazionale della<br />

bio<strong>di</strong>versità 2010.<br />

A cura <strong>di</strong> P. Crovato<br />

Anno 30 · n. 2 · luglio-<strong>di</strong>cembre 2012<br />

Supplemento del Bollettino Malacologico vol. 48 n. 2<br />

Vita societaria a cura <strong>di</strong> Paolo Crovato e Maurizio Forli<br />

Eventi<br />

11 1° Congresso Internazionale “Insularity and<br />

Bio<strong>di</strong>versity” (Palermo 11-13 maggio 2012)<br />

12 VI Convegno Malacologico Pontino (Sabau<strong>di</strong>a 6-7<br />

ottobre 2012)<br />

13 Incontri d’autore. Centro Caprense Ignazio Cerio<br />

(Capri 29 settembre 2012)<br />

14 Congresso Internazionale <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>. Ponta<br />

Delgada, São Miguel, Isole delle Azzorre,<br />

Portogallo<br />

17 Mostre e Borse 2012<br />

18 Pubblicazioni ricevute<br />

Varie<br />

22 Elenco dei Soci<br />

24 Quote Sociali 2013


Vita sociale<br />

2<br />

in memorian Sergio Savona<br />

20 Settembre 1932 - 01 ottobre 2012<br />

È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa <strong>di</strong><br />

Sergio Savona socio e fi gura storica del Gruppo Malacologico<br />

Livornese ed anche socio della SIM da molti anni.<br />

Un vero amico per tutti noi, con cui <strong>di</strong>videva, ormai da<br />

decenni, la passione per <strong>il</strong> mare e la malacologia.<br />

Ha sempre curato la sua ricca collezione <strong>di</strong> cui era geloso<br />

ma allo stesso tempo <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e con i suoi esemplari<br />

per scambi e confronti. Sempre alla ricerca <strong>di</strong> specie<br />

mancanti, aveva una fi tta corrispondenza con tanti amici<br />

e collezionisti italiani ed esteri.<br />

È con sua grande sod<strong>di</strong>sfazione che portava alle nostre<br />

riunioni qualche pezzo raro ottenuto in cambio o raccolto<br />

personalmente, per con<strong>di</strong>viderne la bellezza e la rarità.<br />

Oltre alle conchiglie aveva anche un interessante raccolta<br />

<strong>di</strong> granchi me<strong>di</strong>terranei che, anni orsono, aveva donato<br />

al Museo <strong>di</strong> Tarcento dove sono tuttora esposti.<br />

Nello scrivere queste poche righe ci tornano alla mente i<br />

tanti momenti passati insieme davanti al computer o al<br />

binoculare affrontando <strong>di</strong>scussioni <strong>di</strong> carattere malacologico.<br />

Rivolgiamo alla famiglia i nostri sentimenti <strong>di</strong> cordoglio<br />

e la nostra affettuosa vicinanza.<br />

Mancherà a tutti noi.<br />

Gruppo Malacologico Livornese<br />

Cari amici soci,<br />

come già avrete notato, <strong>il</strong> sito della SIM è stato completamente rinnovato sia nella sua veste grafi -<br />

ca che nei contenuti, e lo troverete al seguente in<strong>di</strong>rizzo: www.societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />

È un sito più moderno come concezione, ed abbiamo cercato <strong>di</strong> renderlo più gradevole come architettura<br />

e grafi ca.<br />

Abbiamo istituito una galleria dei tipi relativi alle nuove specie pubblicate dal nostro Bollettino<br />

Malacologico con i riferimenti bibliografi ci e la relativa iconografi a, è stata ammodernata la galleria<br />

fotografi ca ed è stata inserita la sistematica dei vari gruppi. Quest’ultima è stata un’impresa<br />

<strong>di</strong>ffi c<strong>il</strong>e e complessa e che potrà anche essere oggetto <strong>di</strong> dubbi e pareri <strong>di</strong>versi. Per quanto riguarda<br />

i Molluschi marini attuali, abbiamo fatto riferimento al CLEMAM e <strong>di</strong> volta in volta verranno<br />

apportate le mo<strong>di</strong>fi che scaturite da lavori pubblicati. Qui chie<strong>di</strong>amo la collaborazione <strong>di</strong> tutti ed<br />

ogni segnalazione riguardante mo<strong>di</strong>fi che alla sistematica, sarà assai gra<strong>di</strong>ta.<br />

Il vecchio Forum è stato completamente abbandonato e ne è stato creato uno <strong>di</strong> nuovo con nuovi<br />

amministratori e nuovi moderatori, tutti a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> chi vorrà intervenire. Invito tutti gli<br />

amici ad iscriversi e partecipare. Purtroppo per motivi tecnici non abbiano potuto conservare i<br />

contenuti del precedente Forum, ma con un po’ <strong>di</strong> buona volontà e pazienza cercheremo <strong>di</strong> arricchirlo<br />

ed implementarlo nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e.<br />

Ora siamo anche su facebook così da aumentare la nostra visib<strong>il</strong>ità, nella speranza <strong>di</strong> incrementare<br />

<strong>il</strong> numero dei Soci e l’interesse per la <strong>Malacologia</strong>.<br />

PA O L O RUSSO


Verbale:<br />

riunione del Consiglio Direttivo della S.i.m.<br />

(montes<strong>il</strong>vano, 15 settembre 2012)<br />

Il giorno 15 settembre 2012 alle ore 15.30, presso <strong>il</strong> Palancongressi<br />

d’Abruzzo in Montes<strong>il</strong>vano (Pe), si è riunito <strong>il</strong><br />

Consiglio Direttivo della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />

per decidere e deliberare sul seguente or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />

1) Operatività S.I.M.<br />

2) Bollettino.<br />

3) <strong>Notiziario</strong> S.I.M.<br />

4) Varie ed eventuali.<br />

Presenzia la seduta, in sostituzione del Presidente Bruno<br />

Dell’Angelo, assente qui rappresentato con delega a<br />

Maurizio Forli, <strong>il</strong> vice presidente Paolo Crovato, con <strong>il</strong><br />

voto unanime dei presenti, <strong>il</strong> quale constata e fa constatare<br />

la presenza dei Consiglieri: Franco Agamennone,<br />

Paolo Crovato, Maurizio Forli, Giuseppe Martucci, Ermanno<br />

Quaggiotto, Walter Renda, Paolo Russo, Ignazio<br />

Sparacio, Morena Tisselli. I seguenti Consiglieri vengono<br />

rappresentati me<strong>di</strong>ante delega: Enzo Campani da<br />

Morena Tisselli, Duraccio da Giuseppe Martucci, Nicola<br />

Maio da Paolo Crovato, Francesco Toscano da Paolo<br />

Russo, Ceregato da Forli Maurizio.<br />

Le predette deleghe vengono allegate al presente verbale<br />

quali parti integranti ed essenziali.<br />

Sono presenti i soci: Bonomolo e Hallgass.<br />

Il Presidente <strong>di</strong>chiara aperta la seduta ed idonea a deliberare<br />

essendo presente la maggioranza dei Consiglieri.<br />

Sempre a norma <strong>di</strong> statuto assume la funzione <strong>di</strong> segretario<br />

<strong>il</strong> consigliere Agamennone.<br />

Sul primo punto posto all’or<strong>di</strong>ne del giorno prende la parola<br />

Agamennone <strong>il</strong> quale <strong>il</strong>lustra ai presenti la situazione<br />

economica e finanziaria della SIM che richiede l’adozione<br />

<strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti urgenti per ridurre le uscite sociali.<br />

Crovato propone <strong>di</strong> variare la veste grafica del notiziario<br />

trovando soluzioni tipografiche che consentano una riduzione<br />

dei costi. Il consiglio accoglie la proposta <strong>di</strong><br />

Crovato.<br />

Sparacio e Crovato propongono <strong>di</strong> stampare <strong>il</strong> prossimo<br />

numero del notiziario in bianco e nero rendendolo <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e<br />

in formato PDF con copertina a colori solo sul<br />

sito sociale. Il consiglio approva all’unanimità la soluzione<br />

proposta.<br />

Le scelte adottate consentiranno <strong>di</strong> economizzare somme<br />

significative che potranno essere reinvestite, in parte,<br />

per migliorare la veste grafica del Bollettino e per pubblicare<br />

supplementi <strong>di</strong> sicuro interesse scientifico.<br />

Sul secondo punto all’or<strong>di</strong>ne del giorno, viene deciso <strong>di</strong><br />

mettere a <strong>di</strong>sposizione degli autori <strong>il</strong> PDF solo dopo<br />

averne inviato copia cartacea ai soci.<br />

Sul terzo punto posto all’or<strong>di</strong>ne del giorno, Sparacio <strong>il</strong>lustra<br />

ai presenti lo stato dei lavori in cantiere, che si presentano<br />

numerosi e qualitativamente sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />

Tra le varie ed eventuali prende la parola Renda che <strong>il</strong>lustra<br />

ai presenti lo stato dell’arte del nuovo sito web,<br />

inoltre comunica e sollecita le principali cariche del CD<br />

ad ut<strong>il</strong>izzare gli in<strong>di</strong>rizzi e-ma<strong>il</strong> del nuovo dominio societario:<br />

presidente@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />

vicepresidente@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />

segreteria@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />

tesoriere@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />

info@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it (ad uso degli amministratori<br />

del sito web e del forum).<br />

Il sito è stato quasi completato, mancano da fare alcune<br />

migliorie su segnalazione <strong>di</strong> alcuni soci; <strong>il</strong> primo ottobre<br />

sarà <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e in rete con <strong>il</strong> relativo link su facebook.<br />

In merito alla sistemazione della biblioteca Sim, prende<br />

la parola Paolo Russo che, su sollecitazione <strong>di</strong> Ceregato,<br />

invita i consiglieri a voler decidere sulla cessione a titolo<br />

permanente della biblioteca a favore dell’Università <strong>di</strong><br />

Bologna, sezione <strong>di</strong> Zoologia. Tale soluzione non pregiu<strong>di</strong>ca<br />

la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> accedere on-line per la visione del<br />

materiale. Il consiglio decide <strong>di</strong> accettare la cessione a<br />

titolo permanente riservandosi <strong>di</strong> chiedere a Ceregato<br />

chiarimenti sulla effettiva fruib<strong>il</strong>ità per i soci SIM e sulle<br />

modalità per la formalizzazione dell’accordo con l’Ente<br />

universitario.<br />

Crovato legge ai presenti una proposta <strong>di</strong> collaborazione<br />

(progetto LIFE) con ricercatori dell’Università <strong>di</strong> Roma<br />

ed altre strutture finalizzata alla segnalazione <strong>di</strong> specie<br />

aliene e invasive. Viene letta una lettera d’intenti che <strong>il</strong><br />

legale rappresentante della SIM dovrebbe firmare. Il<br />

consiglio ritiene che la proposta <strong>di</strong> collaborazione possa<br />

essere accolta senza riserve, attendendo che l’Ente <strong>di</strong> ricerca<br />

fornisca le linee guida ed operative da sottoporre ai<br />

soci che volessero collaborare al progetto.<br />

Non essendoci altro da <strong>di</strong>scutere e deliberare alle ore<br />

16,50 la seduta viene sciolta.<br />

Letto, confermato e sottoscritto<br />

Montes<strong>il</strong>vano, 15 settembre 2012<br />

Il Presidente Il Segretario<br />

Paolo Crovato Franco Agamennone<br />

FIRMATO FIRMATO<br />

IL SOTTOSCRITTO LEGALE RAPPRESENTANTE DI-<br />

CHIARA CHE IL PRESENTE DOCUMENTO È CON-<br />

FORME ALL’ORIGINALE SOTTOSCRITTO E TRA-<br />

SCRITTO SUI LIBRI SOCIALI, AI SENSI E PER GLI EF-<br />

FETTI DEGLI ARTT. 38 E 47 DPR 445/2000.<br />

Vita sociale<br />

3


Vita sociale<br />

4<br />

SOCIETÀ ITALIANA DI MALACOLOGIA (S.I.M.)<br />

c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie,<br />

via Galcianese 20H - 59100 Prato<br />

Convocazione assemblea or<strong>di</strong>naria dei Soci della<br />

<strong>Società</strong> italiana <strong>di</strong> malacologia, Bologna 16.03.2013<br />

L’Assemblea or<strong>di</strong>naria dei soci della SIM si svolgerà nell’aula dell’Istituto <strong>di</strong> Zoologia dell’Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna, Via San Giacomo 9, 40126 Bologna, <strong>il</strong> giorno 16 marzo 2013 alle ore<br />

7,00 in prima convocazione ed alle ore 15,30 dello stesso giorno in seconda convocazione.<br />

Si invitano i soci ad intervenire numerosi all’Assemblea, che avrà <strong>il</strong> seguente Or<strong>di</strong>ne del Giorno:<br />

– Relazione del Presidente.<br />

– Relazione del Segretario.<br />

– Presentazione del b<strong>il</strong>ancio consuntivo dell’esercizio 2012.<br />

– Relazione Revisori dei Conti.<br />

– Approvazione del b<strong>il</strong>ancio 2013.<br />

– Presentazione del b<strong>il</strong>ancio preventivo dell’esercizio 2013 e sua approvazione, relazione del Tesoriere.<br />

– Varie ed eventuali.<br />

I Soci possono farsi rappresentare da un altro Socio con delega scritta. Il numero massimo <strong>di</strong> deleghe<br />

attribuib<strong>il</strong>i ad ogni socio è fi ssato in due.<br />

Cor<strong>di</strong>ali saluti<br />

Il Presidente<br />

Bruno Dell’Angelo<br />

✂<br />

DELEGA<br />

Il Sottoscritto ............................................ socio della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Malacologia</strong>, in regola con <strong>il</strong> versamento della quota sociale 2012, con la presente<br />

delega <strong>il</strong> Sig. .......................................... a rappresentarLo nel corso della<br />

Assemblea Or<strong>di</strong>naria dei Soci convocata in Palermo per <strong>il</strong> giorno 16 marzo 2013<br />

approvando incon<strong>di</strong>zionatamente e preventivamente <strong>il</strong> suo operato fornendone<br />

preventiva ratifi ca.<br />

data ……………… ………………………………………………


Elenco delle pubblicazioni S.i.m. <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i<br />

Distintivo in ottone smaltato € 2,50<br />

Bollettino Malacologico<br />

– annate 1968/1975 e 1978/1992 (ciascuna) € 12,00<br />

– annate 1993 e 1995 (ciascuna) € 15,00<br />

– annate 1965/1967 e 1976/1977 (esaurite,<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i in fotocopia) (ciascuna) € 15,00<br />

– annate 1994 e 1996 (un fascicolo esaurito,<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e in fotocopia) (ciascuna) € 18,00<br />

– annate 1971 e 1978(un fascicolo esaurito,<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e in fotocopia) (ciascuna) € 15,00<br />

– fascicoli singoli annate 1965/1996 (ciascuno) € 5,00<br />

– annate 1997/2007 (ciascuna) (sconto 40%<br />

ai nuovi soci) € 30,00<br />

– fascicoli singoli annate 1997/2007 (ciascuno) € 10,00<br />

– fascicoli singoli: anno ’99 n. 5-12, anno 2001 n. 5-8,<br />

anno ’02 suppl., anno 2006 suppl. (ciascuno) € 20,00<br />

– collezione completa 1965/2001 (in fotocopia<br />

i fascicoli esauriti) € 500,00<br />

Lavori S.I.M. 1-20 (ciascuno) € 10,00<br />

Lavori S.I.M. 21-24 (ciascuno) € 15,00<br />

Diversi fascicoli dei Lavori S.I.M. sono esauriti<br />

Bouchet & Waren, Revision of the Northeast Atlantic<br />

Bathyal and Abyssal:<br />

– Turridae € 16,00<br />

– Neogastropoda exclu<strong>di</strong>ng Turridae € 22,00<br />

– Acli<strong>di</strong>dae, Eulimidae, Epitoniidae esaurito<br />

– Mesogastropoda € 26,00<br />

Il contenuto delle annate del Bollettino Malacologico e dei Lavori SIM è consultab<strong>il</strong>e<br />

on line al seguente in<strong>di</strong>rizzo: http:// www.societaitaliana<strong>di</strong> malacologia.it<br />

Si prega <strong>di</strong> inviare le richieste al segretario:<br />

Maurizio Forli c/o <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie,<br />

via Galcianese 20H, I-59100 Prato oppure tramite e-ma<strong>il</strong>: segretario@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it,<br />

segreteria.sim@libero.it<br />

Il materiale richiesto potrà essere pagato con una delle modalità in<strong>di</strong>cate nella<br />

circolare <strong>di</strong> pag. 24. La spe<strong>di</strong>zione sarà gravata delle spese postali al costo.<br />

Si ricorda ai soci <strong>di</strong> provvedere al pagamento delle<br />

quote sociali 2012 entro <strong>il</strong> mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2012. In<br />

caso contrario, nostro malgrado, sospenderemo l’invio<br />

delle pubblicazioni senza dare alcun preavviso.<br />

Vita sociale<br />

5


Segnalazioni bibliografiche<br />

6<br />

Continuiamo la segnalazione <strong>di</strong> alcuni lavori <strong>di</strong> nostri<br />

soci apparsi su riviste italiane e straniere che trattano i<br />

molluschi marini, terrestri, acquadulcicoli o foss<strong>il</strong>i. Ad<br />

ogni segnalazione viene aggiunta una sintesi del riassunto<br />

riportato dagli Autori, ricordando che non viene<br />

fatta alcuna valutazione critica e che pertanto la responsab<strong>il</strong>ità<br />

del contenuto degli articoli rimane degli Autori.<br />

Molluschi marini<br />

Scarponi D., Della Bella G. & Ceregato A., 2011. The<br />

genus Haedropleura (Neogastropoda, Toxoglossa = Conoidea)<br />

in the Plio-Quaternary of the Me<strong>di</strong>terranean basin.<br />

Zootaxa 2796: 37-55. www.mapress.com/zootaxa/<br />

The Plio-Quaternary representatives of Haedropleura Monterosato<br />

in Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus, 1883 are revised.<br />

Protoconch and teleoconch characters of 84 foss<strong>il</strong> and livecollected<br />

specimens belonging to the genus, mainly from the<br />

Me<strong>di</strong>terranean basin, were quantitatively assessed. The characters<br />

examined allow better delimitation of variab<strong>il</strong>ity in the<br />

genus along with the recognition of eight morphotypes. In particular,<br />

four morphotypes were attributed to known species: H.<br />

septangularis (Montagu), H. bucciniformis (Bellar<strong>di</strong>), H.<br />

contii (Bellar<strong>di</strong>) and H. secalina (Ph<strong>il</strong>ippi), whereas two are<br />

described as new species: H. formosa and H. parva. Another<br />

two morphotypes represented in our material by few, poorly<br />

preserved specimens remain undescribed. We designate three<br />

lectotypes (H. bucciniformis, H. secalina and H. septangularis)<br />

in order to stab<strong>il</strong>ize usage of the names. The Haedropleura<br />

a-<strong>di</strong>versity in the Plio-Quaternary of the Me<strong>di</strong>terranean<br />

basin is also <strong>di</strong>scussed.<br />

[Il genere Haedropleura (Neogastropoda, Toxoglossa = Conoidea)<br />

nel Plio-Quaternario del bacino me<strong>di</strong>terraneo]<br />

Vengono revisionate le specie plio-quaternarie <strong>di</strong> Haedropleura<br />

Monterosato in Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus,<br />

1883. Sono stati valutati, in manier quantitativa, i caratteri<br />

della protoconca e della teleoconca su 84 esemplari foss<strong>il</strong>i<br />

e viventi appartenenti al genere, provenienti principalmente<br />

dal bacino del Me<strong>di</strong>terraneo. I caratteri esaminati<br />

permettono una migliore delimitazione della variab<strong>il</strong>ità<br />

all’interno del genere, insieme al riconoscimento <strong>di</strong><br />

otto morfotipi. In particolare, quattro morfotipi sono stati<br />

attribuiti a specie conosciute: H. septangularis (Montagu),<br />

H. bucciniformis (Bellar<strong>di</strong>), H. contii (Bellar<strong>di</strong>) e H. secalina<br />

(Ph<strong>il</strong>ippi), mentre due sono descritte come nuove specie:<br />

H. formosa e H. parva. Altri due morfotipi rappresentati<br />

nel nostro materiale da pochi esemplari mal conservati,<br />

rimangono non descritti. Designiamo tre lectotipi (H. bucciniformis,<br />

H. secalina e H. septangularis) per stab<strong>il</strong>izzare<br />

l’uso dei nomi. È anche <strong>di</strong>scussa la <strong>di</strong>versità a <strong>di</strong> Haedropleura<br />

nel Plio-Quaternario del bacino me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Dreier A., Stannek L., Blumenberg M., Taviani M., Sigovini<br />

M., Wrede1 C., Thiel V. & Hoppert M., 2012.<br />

Segnalazioni bibliografiche<br />

The fingerprint of chemosymbiosis: origin and preservation<br />

of isotopic biosignatures in the nonseep bivalve Loripes<br />

lacteus compared with Venerupis aurea. FEMS Microbiol.<br />

Ecol. 81: 480-493<br />

Endosymbionts in marine bivalves leave characteristic biosignatures<br />

in their host organisms. Two nonseep bivalve species<br />

collected in Me<strong>di</strong>terranean lagoons, thiotrophic symbiotic Loripes<br />

lacteus and f<strong>il</strong>ter-fee<strong>di</strong>ng nonsymbiotic Venerupis aurea,<br />

were stu<strong>di</strong>ed in deta<strong>il</strong> with respect to generation and presence<br />

of such signatures in living animals, and the preservation<br />

of these signals in subfoss<strong>il</strong> (late Pleistocene) se<strong>di</strong>mentary<br />

shells. Three key enzymes from sulfur oxidation (APS-reductase),<br />

CO2 fixation (RubisCO) and assim<strong>il</strong>ation of nitrogen<br />

[glutamine synthetase (GS)] were detected by immunofluorescence<br />

in the bacterial symbionts of Loripes. In Loripes, major<br />

activity was derived from GS of the symbionts whereas in<br />

Venerupis the host GS is active. In search of geologically stable<br />

biosignatures for thiotrophic chemosymbiosis that might be<br />

suitable to detect such associations in ancient bivalves, we<br />

analyzed the isotopic composition of shell lipids (d13C) and<br />

the bulk organic matrix of the shell (d13C, d15N, d34S). In the<br />

thiotrophic Loripes, d13C values were depleted compared<br />

with the f<strong>il</strong>ter-fee<strong>di</strong>ng Venerupis by as much as 8.5& for in<strong>di</strong>vidual<br />

fatty acids, and 4.4& for bulk organic carbon. Likewise,<br />

bulk d15N and d34S values were more depleted in recent thiotrophic<br />

Loripes. Whereas d34S values were found to be unstable<br />

over time, the combined d15N and d13C values in organic<br />

shell extracts revealed a specific signature for chemosymbiosis<br />

in recent and subfoss<strong>il</strong> specimens.<br />

[Le impronte della chemio simbiosi: origine e preservazione<br />

<strong>di</strong> evidenze isotopiche nel bivalve Loripes lacteus,<br />

non legato ad emissioni <strong>di</strong> idrocarburi, confrontato con<br />

Venerupis aurea.] Gli endosimbionti nei bivalvi marini lasciano<br />

segnali caratteristici nei loro organismi-ospite.<br />

Sono state stu<strong>di</strong>ate in dettaglio due specie <strong>di</strong> bivalvi, non<br />

legati ad emissioni <strong>di</strong> idrocarburi, raccolti nelle lagune<br />

me<strong>di</strong>terranee, <strong>il</strong> simbiotico tiotrofico Loripes lacteus ed <strong>il</strong><br />

f<strong>il</strong>tratore non simbiotico Venerupis aurea. L’oggetto dello<br />

stu<strong>di</strong>o è l’origine e la presenza <strong>di</strong> tali segnali in animali<br />

viventi, e la loro preservazione in conchiglie subfoss<strong>il</strong>i<br />

del Pleistocene superiore. Tre enzimi chiave dell’ossidazione<br />

dello zolfo (APS-reduttasi), della fissazione <strong>di</strong> CO2<br />

(RuBisCO) e dell’assim<strong>il</strong>azione dell’azoto [glutammina<br />

sintetasi (GS)] sono stati rivelati tramite l’immunofluorescenza<br />

dei simbionti batterici <strong>di</strong> Loripes. In Loripes, la<br />

principale attività proviene dalla GS dei simbionti, mentre<br />

in Venerupis è attiva la GS dell’ospite. Allo scopo <strong>di</strong><br />

r<strong>il</strong>evare evidenze geologicamente stab<strong>il</strong>i per la simbiosi<br />

tiotrofica che possano essere adatte a <strong>di</strong>agnosticare tale<br />

associazione in bivalvi antichi, è stata analizzata la composizione<br />

dei lipi<strong>di</strong> della conchiglia (d13C) ed <strong>il</strong> complesso<br />

della matrice organica della conchiglia (d13C,<br />

d15N, d34S). Nel bivalve tiotrofico Loripes, i valori <strong>di</strong><br />

d13C sono impoveriti al f<strong>il</strong>tratore Venerupis fino a 8.5 per


i singoli aci<strong>di</strong> grassi e <strong>di</strong> 4.4 per <strong>il</strong> complesso del carbonio<br />

organico. Sim<strong>il</strong>mente, i valori complessivi <strong>di</strong> d15N e<br />

d34S erano più bassi in conchiglie attuali <strong>di</strong> Loripes. Mentre<br />

i valori <strong>di</strong> d34S si rivelano instab<strong>il</strong>i nel tempo, <strong>il</strong> complesso<br />

d15N e d13C negli estratti organici della conchiglia<br />

è in grado <strong>di</strong> evidenziare la chemiosinbiosi in conchiglie<br />

attuali e subfoss<strong>il</strong>i.<br />

La Marca E.C., M<strong>il</strong>azzo M. & Chemello R., 2011. Gli<br />

effetti del <strong>di</strong>sturbo antropico sulla topografia del reef a<br />

vermeti. Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 54-55.<br />

[The effects of human <strong>di</strong>sturbance on the topography of a vermetid<br />

reef] Intertidal vermetid reefs could be affected by many<br />

human <strong>di</strong>sturbances. Using a microtopography device, the authors<br />

analysed the changes induced by the accessib<strong>il</strong>ity on the<br />

surface topography of the reefs. Human activities seems to be<br />

able to induce a decrease in rugosity and a surface smoothing<br />

on the outer margin of the reef. These effects are proportional<br />

to the accessib<strong>il</strong>ity of the site.<br />

I reefs intercotidali a vermeti possono essere <strong>di</strong>sturbati<br />

da molti fattori antropici. Usando uno strumento <strong>di</strong> microtopografia,<br />

gli autori hanno analizzato i cambiamenti<br />

indotti dalla accessib<strong>il</strong>ità alla topografia superficiale dei<br />

reefs. Sembra che le attività umane siano in grado <strong>di</strong> provocare<br />

una <strong>di</strong>minuzione della rugosità e una levigatura<br />

della superficie sui margini esterni del reef. Questi effetti<br />

sono proporzionali alla accessib<strong>il</strong>ità del sito.<br />

Dedola G.L., Scarpa, Lai T., Mura L., Sanna D., Cossu<br />

P., Cristo B., Curini-Galletti M. & Casu M., 2011.<br />

Standar<strong>di</strong>zation of inter simple sequence repeat technique<br />

to estimate genetic variab<strong>il</strong>ity of Ru<strong>di</strong>tapes decussatus.<br />

Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 246-247.<br />

Ru<strong>di</strong>tapes decussatus (L., 1758) is a bivalve autochthonous<br />

of the Me<strong>di</strong>terranean. We focused on the possible use of the<br />

ISSR technique to investigate its genetic variab<strong>il</strong>lity. We tested<br />

four primers on 15 specimens from three northern Sar<strong>di</strong>nian<br />

sites. We evidenced that i) ISSRs can detect satisfactory<br />

levels of genetic variab<strong>il</strong>ity and ii) produce replicable and eas<strong>il</strong>y<br />

scorable results.<br />

[Standar<strong>di</strong>zzazione della tecnica inter simple sequence repeat<br />

per stu<strong>di</strong>are la variab<strong>il</strong>ità genetica <strong>di</strong> Ru<strong>di</strong>tapes decussatus]<br />

Ru<strong>di</strong>tapes decussatus (L., 1758) è un bivalve autoctono<br />

del Me<strong>di</strong>terraneo. Lo stu<strong>di</strong>o si è focalizzato sul<br />

possib<strong>il</strong>e uso della tecnica ISSR per investigarne la variab<strong>il</strong>ità<br />

genetica. Abbiamo testato quattro primers su 15<br />

campioni provenienti da tre siti della Sardegna settentrionale.<br />

Abbiamo evidenziato che: 1) ISSR può in<strong>di</strong>viduare<br />

livelli sod<strong>di</strong>sfacenti <strong>di</strong> variab<strong>il</strong>ità genetica e 2) produce<br />

risultati replicab<strong>il</strong>i e fac<strong>il</strong>mente registrab<strong>il</strong>i.<br />

Lodola A., Savini D., Mazziotti C. & Occhipinti-Ambrogi<br />

A., 2011. First record of Anadara transversa (Say,<br />

1822) (Bivalvia: Arcidae) in Sar<strong>di</strong>nian waters (NW Tyrrhenian<br />

sea). Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 256-<br />

257.<br />

Anadara transversa (Say, 1822) (Bivalvia: Arcidae). is an<br />

alien bivalve first reported in the Me<strong>di</strong>terranean Sea in the<br />

early 1970 in Turkey. Since then the species has been recorded<br />

in the Aegean Sea and in the Adriatic Sea where it became in-<br />

vasive along the northern coasts. Its fin<strong>di</strong>ng in Olbia harbor<br />

represents the first records of the species for the Sar<strong>di</strong>nian waters<br />

and the westernmost spread of A. transversa within the<br />

Me<strong>di</strong>terranean Sea.<br />

[Prima segnalazione <strong>di</strong> Anadara transversa (Say, 1822) (Bivalvia:<br />

Arcidae) in Sardegna (Mar Tirreno nord-occidentale)]<br />

Anadara transversa (Say, 1822) (Bivalvia: Arcidae) è<br />

un bivalve alieno segnalato per la prima volta nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

all’inizio degli anni settanta in Turchia. Da allora<br />

la specie è stata repertata nel Mar Egeo e nel Mar<br />

Adriatico, dove è <strong>di</strong>ventata invasiva lungo le coste settentrionali.<br />

Il ritrovamento nel porto <strong>di</strong> Olbia è stato <strong>il</strong><br />

primo della specie nelle acque sarde ed attesta la <strong>di</strong>stribuzione<br />

più occidentale <strong>di</strong> A. transversa nel Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Sanna D., Dedola G.L., F. Scarpa F., Lai T., Cossu P.,<br />

Caronni S., Mura F., Ruiu A., Panzalis P., Cristo B.,<br />

Russino G., Curini-Galletti M., Casu M., 2011. Preliminary<br />

data on the genetic variab<strong>il</strong>ity of the fan mussel<br />

Pinna nob<strong>il</strong>is in the northern Sar<strong>di</strong>nia. Biologia Marina<br />

Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 246-247.<br />

The fan mussel Pinna nob<strong>il</strong>is Linnaeus, l758 is one of the<br />

most endangered Me<strong>di</strong>terranean bivalve. After a reduction of<br />

its <strong>di</strong>stribution as a consequence of anthropic factors, the environmental<br />

politics led to a new demographic increasing of in<strong>di</strong>viduals<br />

in some Me<strong>di</strong>terranean regions. This work aimed to<br />

shed some light on the genetic structure of two new-raised populations<br />

in northern Sar<strong>di</strong>nia.<br />

[Dati preliminari sulla variab<strong>il</strong>ità genetica del mollusco<br />

bivalve Pinna nob<strong>il</strong>is nella Sardegna settentrionale] Pinna<br />

nob<strong>il</strong>is Linnaeus, l758 è uno dei bivalvi me<strong>di</strong>terranei a<br />

maggior rischio <strong>di</strong> estinzione. Dopo la riduzione della<br />

sua <strong>di</strong>stribuzione a causa <strong>di</strong> fattori antropici, le politiche<br />

ambientali hanno permesso un nuovo incremento demografico<br />

in alcune regioni del Me<strong>di</strong>terraneo. Scopo <strong>di</strong><br />

questo lavoro è fare luce sulla struttura genetica <strong>di</strong> due<br />

nuove popolazioni recentemente accresciutesi nella Sardegna<br />

settentrionale.<br />

Bogi C., Karhan S.Ü. & Yokesë M.B., 2012. Osc<strong>il</strong>la gal<strong>il</strong>ae,<br />

a new species of Pyramidellidae (Mollusca, Gastropoda,<br />

Heterobranchia) from the Eastern Me<strong>di</strong>terranean. Iberus,<br />

30(2): 1-6.<br />

The fin<strong>di</strong>ng of some specimens of a small pyramidellid along<br />

the Me<strong>di</strong>terranean coasts of Turkey, Israel and Cyprus, previously<br />

reported off the south-eastern coast of Turkey (Buzzurro<br />

& Greppi, 1996; Buzzurro et a1., 2001) as Hinemoa cylindrica<br />

(de Folin, 1879), induced us to revise this identification.<br />

Hínemoa cylindrica is of Indo-Pacific origin and has been<br />

originally attributed to the genus Jaminea Brown, 1827 (not<br />

Risso, l826). Later, it has been transferred to the genus Hinemoa<br />

Oliver, l915 (Buzzurro et al., 200l). However, some deta<strong>il</strong>s<br />

of its morphology do not agree with the description and<br />

figure of Jaminea cylindrica given by de Folin (1879). For a<br />

more suitable generic placement, we compared the species to<br />

the members of some closely resembling taxa in Pyramidellidae<br />

Gray, 1840 (e.g. Cingulina, A. Adams, l860, Hinemoa<br />

Oliver, 1915, Miralda A. A dams, 1864, Odetta de Folin, l870<br />

and Osc<strong>il</strong>la Adams A., 186l). Its morphological characteristi-<br />

Segnalazioni bibliografiche<br />

7


Segnalazioni bibliografiche<br />

8<br />

cs have led us to assign it to the genus Osc<strong>il</strong>la as a new species.<br />

[Osc<strong>il</strong>la gal<strong>il</strong>ae, una nuova specie <strong>di</strong> Pyramidellidae (Mollusca,<br />

Gastropoda, Heterobranchia) del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

orientale] Il ritrovamento <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> piccoli piramidelli<strong>di</strong><br />

lungo le coste me<strong>di</strong>terranee <strong>di</strong> Turchia, Israele<br />

e Cipro, precedentemente segnalati a largo della costa<br />

sud-orientale della Turchia (Buzzurro & Greppi, 1996;<br />

Buzzurro et a1., 2001) come Hinemoa cylindrica (de Folin,<br />

1879), ci ha indotto a rivedere questa identificazione. Hinemoa<br />

cylindrica è originaria dell’Indo-Pacifico ed è stata<br />

originariamente attribuita al genere Jaminea Brown, 1827<br />

(non Risso, l826). In seguito è stata trasferita al genere<br />

Hinemoa Oliver, l915 (Buzzurro et al., 200l). In ogni caso,<br />

alcuni dettagli della sua morfologia non concordano con<br />

la descrizione e la figura <strong>di</strong> Jaminea cylindrica fornite da<br />

de Folin (1879). Per una più adatta collocazione generica<br />

abbiamo confrontato la specie con i membri <strong>di</strong> alcuni taxa<br />

sim<strong>il</strong>i della famiglia Pyramidellidae Gray, 1840 (es.<br />

Cingulina, A. Adams, l860, Hinemoa Oliver, 1915, Miralda<br />

A. Adams, 1864, Odetta de Folin, l870 e Osc<strong>il</strong>la A. Adams,<br />

186l). Le sue caratteristiche morfologiche ci hanno spinto<br />

alla collocazione nel genere Osc<strong>il</strong>la come nuova specie.<br />

Giusti F. & Sbrana C., 2012. Lurifax vitreus Warén &<br />

Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae), a new record<br />

for deep waters of the Tuscan Archipelago (Tyrrhenian<br />

Sea, Italy). Bio<strong>di</strong>versity Journal, 3 (1): 91-92.<br />

We record a fin<strong>di</strong>ng of one perfect adult, one young specimen,<br />

and other two no-well conserved adults of Lurifax vitreus<br />

Warén & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae) coming<br />

from deep waters of Tuscan Archipelago.<br />

Sulla base <strong>di</strong> alcuni esemplari in <strong>di</strong>verso stato <strong>di</strong> conservazione,<br />

viene segnalata la presenza <strong>di</strong> Lurifax vitreus<br />

Warén & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae)<br />

nelle acque profonde dell’Arcipelago Toscano.<br />

Scuderi D., 2012. A new species of Petaloconchus Lea,<br />

1843 from the Me<strong>di</strong>terranean Sea (Mollusca, Gastropoda,<br />

Vermetidae). Bio<strong>di</strong>versity Journal, 2012, 3 (2): 123-128.<br />

Petaloconchus (Macrophragma) laurae n. sp. is a vermetid<br />

here described as new. It is very sim<strong>il</strong>ar in shell characters to<br />

both the species reported for the Me<strong>di</strong>terranean sea, the foss<strong>il</strong><br />

Petaloconchus intortus (Lamarck, 1818) and the recent Petaloconchus<br />

(Macrophragma) glomeratus (Linnaeus,<br />

1758), but the peculiar structure of the internal keels and the<br />

protoconch <strong>di</strong>stinguish the new species from all the congeners;<br />

the external morphology of the soft parts add a new item in the<br />

<strong>di</strong>scrimination of the recent species. The holotype of P. glomeratus<br />

is housed in BMNH and it is here compared with the<br />

new species.<br />

Viene descritto <strong>il</strong> nuovo Vermetide Petaloconchus (Macrophragma)<br />

laurae n. sp. Questa nuova specie presenta<br />

caratteri morfologici sim<strong>il</strong>i ad entrambe le specie segnalate<br />

per <strong>il</strong> mare Me<strong>di</strong>terraneo: <strong>il</strong> foss<strong>il</strong>e Petaloconchus<br />

intortus (Lamarck, 1818) e <strong>il</strong> recente Petaloconchus<br />

(Macrophragma) glomeratus (Linnaeus, 1758), ma la peculiare<br />

struttura delle chiglie interne e quella della<br />

protoconca permettono <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere P. laurae n. sp.<br />

anche da tutte le altre specie congeneri. Inoltre, la mor-<br />

fologia esterna delle parti molli risulta un nuovo elemento<br />

<strong>di</strong>stintivo rispetto alle altre specie recenti.<br />

Micali P. & V<strong>il</strong>lari A., 2012. New report of Neolepton<br />

<strong>di</strong>scriminatum Palazzi et V<strong>il</strong>lari, 2001 for Ustica island<br />

(Bivalvia, Veneroida, Neoleptonidae). Bio<strong>di</strong>versity Journal,<br />

3 (2): 151-152.<br />

A complete specimen and two loose valves of Neolepton <strong>di</strong>scriminatum<br />

Palazzi et V<strong>il</strong>lari, 2001 were found in Ustica<br />

island, at Punta Spalmatore at a depth of about 30 m. Up to<br />

now, this species was known only for the original description,<br />

based on specimens collected inside submarine caves of the coast<br />

near Taormina (North-Eastern Sic<strong>il</strong>y). In the same sample<br />

of shell grit it was encountered also a specimen of Skeneoides<br />

<strong>di</strong>geronimoi La Perna, 1998, a species the description of<br />

which is based on material collected inside a cave of Ustica, on<br />

the opposite side of the island, about four m<strong>il</strong>es away from<br />

Punta Spalmatore.<br />

Un esemplare completo e due valve separate <strong>di</strong> Neolepton<br />

<strong>di</strong>scriminatum Palazzi et V<strong>il</strong>lari, 2001 sono stati<br />

rinvenuti a Ustica, Punta Spalmatore, ad una profon<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong> circa 30 m. Fino al momento della pubblicazione<br />

<strong>di</strong> questo lavoro, N. <strong>di</strong>scriminatum era conosciuto<br />

solo per gli esemplari della descrizione originale raccolti<br />

all’interno <strong>di</strong> grotte sottomarine della costa vicino<br />

a Taormina (Sic<strong>il</strong>ia nord-orientale). Nello stesso campione<br />

<strong>di</strong> detrito è stato rinvenuto anche un esemplare<br />

<strong>di</strong> Skeneoides <strong>di</strong>geronimoi La Perna, 1998, una specie la<br />

cui descrizione si basa su materiale raccolto all’interno<br />

<strong>di</strong> una grotta <strong>di</strong> Ustica, sul lato opposto dell’isola, a<br />

circa quattro miglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da Punta Spalmatore.<br />

Molluschi continentali<br />

C<strong>il</strong>ia D.P. & Abbas J., 2012. A new species of Hemiplecta<br />

Albers, 1850 (Gastropoda, Pulmonata, Ariophantidae)<br />

from Sumatra, Indonesia. Bio<strong>di</strong>versity Journal, 3 (2): 137-<br />

144.<br />

The ariophantid Hemiplecta belerang sp. nov. from South<br />

Sumatra is described in this paper. It is compared with its closest<br />

congeners, from which it is geographically and reproductively<br />

isolated.<br />

Viene descritto <strong>il</strong> gasteropode ariofantide Hemiplecta belerang<br />

n. sp. proveniente dalle regioni meri<strong>di</strong>onali<br />

dell’isola <strong>di</strong> Sumatra (Indonesia). Nel lavoro viene effettuata<br />

una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale con le altre specie dello<br />

stesso genere da cui è separato geograficamente.<br />

Giannuzzi-Savelli R., Sparacio I. & Oliva N., 2012.<br />

Nomenclatural observations on the Erctella Monterosato,<br />

1894 species (Gastropoda, Helicidae) from the “Rocca”<br />

of Cefalù (Italy, Sic<strong>il</strong>y). Bio<strong>di</strong>versity Journal, 3 (2): 107-110.<br />

The taxon “cephalae<strong>di</strong>tana” was introduced in 1986 by the<br />

authors to in<strong>di</strong>cate a endemic species from the “Rocca” of Cefalù;<br />

this species was <strong>di</strong>scovered, named, but never described<br />

by E. Pirajno sic<strong>il</strong>ian naturalist (1809-1864). The unusual description<br />

was accepted under Articles 11d and 13a of the ICZN<br />

Code e<strong>di</strong>tion in use at that time, but not to create nomenclatural<br />

uncertainties that would be obviously aggravated by the


possible introduction of other names, <strong>di</strong>fferent from the one<br />

Pirajno wanted to use for this <strong>di</strong>scovery, we proceed here to a<br />

formal (re-)description of the taxon in question.<br />

Il taxon “cephalae<strong>di</strong>tana” fu introdotto nel 1986 dagli autori<br />

<strong>di</strong> questo lavoro per in<strong>di</strong>care una specie endemica<br />

proveniente dalla “Rocca” <strong>di</strong> Cefalù scoperta, e identificata<br />

nella sua collezione con questo nome, dal naturalista<br />

sic<strong>il</strong>iano Enrico Pirajno (1809-1864) che però non<br />

riuscì a descriverla.<br />

La descrizione effettuata nel 1986 fu accettata ai sensi<br />

degli articoli 11d e 13a del Co<strong>di</strong>ce ICZN in uso a quel<br />

tempo, ma per non creare incertezze nomenclaturali,<br />

che sarebbero ovviamente aggravate dalla possib<strong>il</strong>e<br />

introduzione <strong>di</strong> altri nomi <strong>di</strong>versi da quello che <strong>il</strong> Pirajno<br />

voleva usare per questa scoperta, si procede nel<br />

lavoro in oggetto ad una (ri-)descrizione del taxon in<br />

questione.<br />

Molluschi foss<strong>il</strong>i<br />

Pacaud J-M. & Quaggiotto E., 2011. Nouvelles espèces<br />

de Gastéropodes (Mollusca, Gastropoda) de l’Éocène<br />

d’Italie. Partie 1: Neritimorpha. Stu<strong>di</strong> e Ricerche - Associazione<br />

Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”, Montecchio<br />

Maggiore (Vicenza), 18: 21-29.<br />

Quatre espèces nouvelles de gastéropodes de la fam<strong>il</strong>le des Neritidae<br />

et des Neritopsidae de I’Yprésien et du Lutétien (Éocène)<br />

d’Italie sont décrites: P<strong>il</strong>eolus albertii nov. sp., Velatella eocaenica<br />

nov. sp., Cuisenerita dysporista nov. sp. et Neritopsis<br />

carmenae nov. sp. C’est la première occurrence des genres<br />

P<strong>il</strong>eolus et Velatella au Cénozoïque. Neritopsis (s.str.) pulcella<br />

nov. sp. est proposé en remplacement de Neritopsis (s.<br />

str.) parisiensis sensu Merle, 1984 non Deshayes, 1864.<br />

[Nuove specie <strong>di</strong> Gastropo<strong>di</strong> (Mollusca, Gastropoda)<br />

dell’Eocene italiano] Sono descritte quattro nuove specie<br />

<strong>di</strong> gasteropo<strong>di</strong> delle famiglie Neritidae e Neritopsidae<br />

dell’Ypresiano e Luteziano (Eocene) italiano: P<strong>il</strong>eolus albertii<br />

nov. sp., Velatella eocaenica nov. sp., Cuisenerita dysporista<br />

nov. sp. e Neritopsis carmenae nov. sp. Questa è la<br />

prima segnalazione dei generi P<strong>il</strong>eolus e Velatella nel Cenozoico.<br />

Neritopsis (s.str.) pulcella nov. sp. è proposta in<br />

sostituzione <strong>di</strong> Neritopsis (s. str.) parisiensis sensu Merle,<br />

1984 non Deshayes, 1864.<br />

Four new species of the gastropod taxa of the fam<strong>il</strong>y Neritidae<br />

and Neritopsidae in the Ypresian and Lutetian (Eocene) of<br />

Italy are described: P<strong>il</strong>eolus albertii sp. nov., Velatella eocaenica<br />

sp. nov., Cuisenerita dysporista sp. nov. and Neritopsis<br />

carmenae sp. nov. This is the first record of P<strong>il</strong>eolus<br />

and Velatella in Cenozoic. Neritopsis (s.str.) pulcella nov.<br />

sp. is proposed as replacement name for Neritopsis (s. str.)<br />

parisiensis sensu Merle, 1984 non Deshayes, 1864.<br />

Segnalazioni bibliografiche<br />

9


Presentazione libri e recensioni<br />

10<br />

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:<br />

Federico A., 2012, Fondali Alla Ribalta - Osservazioni<br />

sullo stato dell’ecosistema marino dell’Isola <strong>di</strong> Capri ed<br />

alcune attività in esso svolte, in particolare, nell’anno internazionale<br />

della bio<strong>di</strong>versità 2010. Ed. Autorine<strong>di</strong>ti,<br />

Napoli, 552 pp.<br />

Il nostro socio Antonio Federico ancora una volta si è<br />

imbarcato in una avventura e<strong>di</strong>toriale riguardante l’isola<br />

<strong>di</strong> Capri. Egli vi è nato e vi ha sempre <strong>di</strong>morato nutrendo<br />

un affetto “sviscerato” per la sua isola.<br />

E proprio dall’amore che lui nutre per Capri è scaturito<br />

questo libro che dà una sintesi della bio<strong>di</strong>versità presente<br />

sull’isola e nei fondali marini circostanti e contemporaneamente<br />

vuole essere una severa denuncia <strong>di</strong> tutti gli<br />

abusi e <strong>di</strong>struzioni perpetrati nel corso degli anni.<br />

È noto che la ricca bio<strong>di</strong>versità del mare che circonda<br />

l’Isola <strong>di</strong> Capri ha attratto da sempre biologici, e naturalisti<br />

<strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> Mondo, ad iniziare, dal secolo XIX grazie<br />

al Dr. Ignazio Cerio, me<strong>di</strong>co naturalista, <strong>il</strong> quale promosse,<br />

fra le tante sue ricerche storiche e naturalistiche riguardanti<br />

Capri, anche quelle biologiche marine collaborando<br />

con numerosi esperti tra i quali vanno ricordati<br />

Gugliemo Acton, Alfonso Castriota Scanderberg, Allery<br />

<strong>di</strong> Monterosato, Carlo Prauss, Ach<strong>il</strong>le Costa, Anton<br />

Dohrn, Salvatore Lo Bianco, Theodor Eimer, Hugo Heisig,<br />

Francesco Gasco, Paolo Panceri, Raffaello Bellini, Nicola<br />

Tiberi, grazie anche al sostegno economico dell’Industriale<br />

Alfred Krupp che mise a <strong>di</strong>sposizione a tal fine<br />

due sue navi, <strong>il</strong> Maja ed <strong>il</strong> Puritan.<br />

Il libro è ricco <strong>di</strong> immagini (448 foto <strong>di</strong> cui la maggior<br />

parte a colori) che ritraggono scorci <strong>di</strong> paesaggi, la ricchezza<br />

dei fondali marini e i documenti che si sono succeduti<br />

per la salvaguar<strong>di</strong>a degli ambienti.<br />

L’Autore nel descrivere <strong>il</strong> mondo marino <strong>di</strong> Capri e le<br />

relative sue esperienze vissute ha sottolineato come, in<br />

poco tempo, si sta <strong>di</strong>struggendo un patrimonio unico<br />

che avrebbe potuto, se salvaguardato, segnare un nuovo<br />

percorso nell’economia dell’Isola ed evitare che molti<br />

giovani, per trovare lavoro, fossero costretti ad emigrare<br />

non trovando occupazione se non in alta e me<strong>di</strong>a stagione<br />

grazie al maggiore afflusso turistico. La continua pesca<br />

<strong>il</strong>legale a poca <strong>di</strong>stanza dalla riva con cianciolo e la<br />

pesca <strong>di</strong> frodo <strong>di</strong> litodomi, la cementificazione costiera,<br />

Presentazione <strong>di</strong> libri e recensioni<br />

l’inquinamento nei suoi vari e multiformi aspetti, <strong>il</strong> caotico<br />

traffico marittimo e la mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni che<br />

salvaguar<strong>di</strong>no le praterie <strong>di</strong> Posidonia oceanica, stanno <strong>di</strong>struggendo<br />

quelli che furono tra i fondali più ricchi <strong>di</strong><br />

specie animali e vegetali del Mar Me<strong>di</strong>terraneo. La mancanza<br />

<strong>di</strong> aree marine protette, proposte dall’Autore fin<br />

dal 1978, fanno, poi, dell’Isola <strong>di</strong> Capri la grande esclusa<br />

da queste opportunità dei Golfi <strong>di</strong> Napoli e <strong>di</strong> Salerno.<br />

L’autore nel de<strong>di</strong>care <strong>il</strong> libro al mare <strong>di</strong> Capri precisa: <strong>il</strong><br />

grado <strong>di</strong> civ<strong>il</strong>tà e <strong>di</strong> cultura <strong>di</strong> un paese si misura sull’importanza<br />

che viene data alla <strong>di</strong>fesa della vita e dell’ambiente<br />

in cui essa si svolge.<br />

Il libro può essere or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>rettamente all’E<strong>di</strong>tore via<br />

e.ma<strong>il</strong> collegandosi al sito: www.autoriine<strong>di</strong>ti.it<br />

Paolo Crovato


Eventi<br />

1° Congresso internazionale “insularity and Bio<strong>di</strong>versity”<br />

(Palermo 11-13 maggio 2012)<br />

La rivista scientifica Bio<strong>di</strong>versity Journal ha organizzato<br />

<strong>il</strong> 1° Congresso Internazionale “Insularity and Bio<strong>di</strong>versity”<br />

svoltosi a Palermo lo scorso maggio. L’evento, articolato<br />

in tre giorni è cominciato vener<strong>di</strong> 11 Maggio<br />

2012, ore 9.00 presso l’Aula Lanza dell’Orto Botanico con<br />

i saluti ai congressisti da parte del <strong>di</strong>rettore F.M. Raimondo<br />

e del <strong>di</strong>rettore scientifico della rivista organizzatrice<br />

I. Sparacio. Successivamente si è dato ufficialmente<br />

inizio ai lavori con <strong>il</strong> seguente programma rivolto alle<br />

tematiche della bio<strong>di</strong>versità insulare: I Sessione – Gli<br />

strumenti della Pubblica Amministrazione in favore della conservazione<br />

della <strong>di</strong>versità biologica – II Sessione, ore 15.00.<br />

Insularità e <strong>di</strong>versità floristica. Coor<strong>di</strong>natore prof. Francesco<br />

Maria Raimondo, Università <strong>di</strong> Palermo.<br />

Sabato 12 Maggio 2012, Aula Nicolosi, Castello Utveggio,<br />

III Sessione, ore 09.00 – Evoluzione delle specie animali<br />

e insularità, Coor<strong>di</strong>natori dr. Roberto Poggi del Museo<br />

civico <strong>di</strong> storia naturale <strong>di</strong> Genova e prof. G. Sabella, del-<br />

Locan<strong>di</strong>na del congresso “Insularity and Bio<strong>di</strong>versity”.<br />

l’Università <strong>di</strong> Catania. IV Sessione, ore 15.00 – Bio<strong>di</strong>versità<br />

presente e passata della fauna euro-me<strong>di</strong>terranea, Coor<strong>di</strong>natore<br />

prof. Rafael La Perna, Università <strong>di</strong> Bari, coa<strong>di</strong>uvato<br />

dalla vice<strong>di</strong>rettrice della rivista Bio<strong>di</strong>versity Journal<br />

M. Stella Colomba e dal segretario F. Liberto.<br />

Domenica 13 Maggio 2012, a partire dalle ore 09.00 si sono<br />

svolte due escursioni organizzate in parallelo: una tra<br />

i suggestivi paessaggi del Parco Naturale Regionale delle<br />

Madonie con visita al Museo Naturalistico Francesco<br />

Minà Palumbo <strong>di</strong> Castelbuono (Palermo), curata personalmente<br />

dal Direttore del Museo prof. Pietro Mazzola;<br />

l’altra presso la Casamuseo Matteo Sercia a Favignana<br />

(TP).<br />

L’ambiente scientifico sic<strong>il</strong>iano ha partecipato con la presenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi assessorati regionali; <strong>il</strong> Parco delle Madonie,<br />

la <strong>Società</strong> Sic<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> Scienze naturali con numerosi<br />

soci e <strong>il</strong> presidente A. Carapezza; l’Orto Botanico<br />

dell’Università <strong>di</strong> Palermo, che ha ospitato la prima giornata<br />

del congresso e ha partecipato con numerosi e qualificati<br />

esponenti. Sono stati presentati 35 lavori che saranno<br />

pubblicati negli atti del congresso come numero<br />

monografico della rivista Bio<strong>di</strong>versity Journal. Sono state<br />

raccolte 184 presenze in rappresentanza del mondo<br />

scientifico italiano ed extra italiano ma al <strong>di</strong> là dei numeri<br />

tutte le sessioni sono state seguite e apprezzate, così<br />

come evidenziato anche dai <strong>di</strong>battiti particolarmente<br />

partecipati.<br />

Sabato si è svolta la riunione del consiglio <strong>di</strong>rettivo della<br />

nostra <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> che ha visto la presenza<br />

del vicepresidente Paolo Crovato, <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore<br />

scientifico Rafael La Perna, i consiglieri P. Russo, Walter<br />

Renda, I. Sparacio.<br />

Diversi i soci e simpatizzanti presenti come A. Halgass,<br />

A. Di Bella, D. C<strong>il</strong>ia, G. Notaristefano, S. Giacobbe, M.<br />

Reina, F. Pusateri, R. Giannuzzi-Savelli, N. Oliva, A. Girgenti,<br />

S. Ventimiglia, D. Scuderi, S. Giglio, R. e A. Viviano,<br />

S. Riggio, G. Belmonte, M. Montes, P. Balistreri, G. e<br />

P. Sartori.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista scientifico, i lavori <strong>di</strong> malacologia presentati<br />

nella IV Sessione, hanno avuto per argomento la<br />

per<strong>di</strong>ta della bio<strong>di</strong>versità delle acque <strong>di</strong> transizione in<br />

Sic<strong>il</strong>ia (S. Giacobbe), alcuni particolari casi <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />

del genere Raphitoma (R. Giannuzzi-Savelli et al.), osservazioni<br />

tassonomiche su rissoi<strong>di</strong> della collezione malacologica<br />

<strong>di</strong> A. Aradas (D. Scuderi), i molluschi terrestri<br />

delle isole minori maltesi (D. C<strong>il</strong>ia), la genetica delle popolazioni<br />

italiane del genere Medora (M.S. Colomba et<br />

al.), la nuova segnalazione <strong>di</strong> un Vallonidae per l’Italia<br />

(Bodon et al.), la bio<strong>di</strong>versità dei molluschi me<strong>di</strong>terranei<br />

Eventi<br />

11


Eventi<br />

12<br />

Chiusura dei lavori del congresso, sabato pomeriggio 12.5.2012, Castello Utveggio.<br />

dal pliocene ai nostri giorni (R. La Perna), i foss<strong>il</strong>i come<br />

testimonianza <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità (C. Di Patti & C. D’Arpa), i<br />

molluschi terrestri della Grotta Conza presso Palermo<br />

(M.T. Spena et al.), nuove osservazioni tassonomiche e<br />

biologiche su un mollusco marino endemico sic<strong>il</strong>iano (A.<br />

Reitano & D. Scuderi).<br />

Nonostante i tempi brevi con cui questo congresso è stato<br />

organizzato, grazie all’impegno <strong>di</strong> tutto lo staff e<strong>di</strong>toriale<br />

BJ (I. Sparacio, M. Stella Colomba, F. Liberto, M.<br />

Bellavista, S. Giglio, A. Reitano), al sostegno <strong>di</strong> numerosi<br />

amici palermitani (N. Oliva, F. Pusateri, R. Giannuzzi Sa-<br />

velli, C. Di Patti, C. D’Arpa, P. Mazzola) e alla presenza<br />

<strong>di</strong> tutti i convenuti, <strong>il</strong> congresso si è svolto nei mo<strong>di</strong> e<br />

tempi previsti, con una numerosa partecipazione, supportato<br />

da un ottimo livello scientifico dei lavori presentati,<br />

in un clima <strong>di</strong> serenità e <strong>di</strong> gradevole partecipazione,<br />

esaltato dalla bellezza dei luoghi che ci hanno ospitato<br />

(Orto Botanico e Monte Pellegrino), punti <strong>di</strong> riferimento<br />

della cultura scientifica naturalistica sic<strong>il</strong>iana ed<br />

emblemi <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità nel mondo.<br />

Paolo Crovato<br />

Vi Convegno malacologico Pontino (Sabau<strong>di</strong>a 6-7 ottobre<br />

2012)<br />

Anche quest’anno, per la sesta volta, si è tenuto a Sabau<strong>di</strong>a<br />

<strong>il</strong> Convegno Malacologico Pontino nei giorni 6 e 7<br />

ottobre, realizzato con <strong>il</strong> contributo della Regione Lazio<br />

e magistralmente organizzato dal <strong>di</strong>rettore del Museo<br />

del Mare e della costa <strong>di</strong> Sabau<strong>di</strong>a prof. Bruno Fumanti.<br />

Nella mattina del 1° giorno ha aperto <strong>il</strong> Convegno la<br />

dott.ssa Daniela Carfagna, Caposettore Responsab<strong>il</strong>e<br />

L.R. 42/97, che ha dato <strong>il</strong> benvenuto agli intervenuti e<br />

posto l’accento sulla importanza della manifestazione.<br />

Il primo intervento è stato <strong>di</strong> Paolo Russo che ci ha intrattenuto<br />

sulle esperienze avute durante <strong>di</strong>verse campagne<br />

malacologiche in Tunisia a Djerba ed alle Isole<br />

Kerkennah, citando le specie caratteristiche dei <strong>di</strong>versi<br />

ambienti e fornendone una ricca iconografia.<br />

Successivamente ci ha intrattenuto Alessandro Hallgass<br />

che ci ha riassunto i risultati ottenuti fin qui con uno stu<strong>di</strong>o<br />

condotto in collaborazione con Angelo Vannozzi sulla<br />

malacofauna terrestre delle isole <strong>di</strong> Ventotene e Palmarola,<br />

evidenziando le varie problematiche incontrate.


Paolo Mariottini, partendo dal ritrovamento <strong>di</strong> due<br />

esemplari <strong>di</strong> Bela atlantidea (Knudsen, 1952) nelle acque<br />

della Sic<strong>il</strong>ia, ci ha anticipato notizie sul lavoro portato<br />

avanti insieme a Carlo Smriglio, S. Calascibetta e A. Di<br />

Giulio che ha consentito <strong>di</strong> ampliare l’areale della specie<br />

nel Me<strong>di</strong>terraneo avendola posta in sinonimia con B. clarae<br />

<strong>di</strong> cui si conoscono alcune stazioni.<br />

Riccardo Giannuzzi Savelli ci ha poi portato a conoscenza<br />

che, unitamente a Francesco Pusateri, sta continuando<br />

a stu<strong>di</strong>are le “coppie” <strong>di</strong> Raphitoma con teleoconca<br />

sim<strong>il</strong>e ma con protoconca <strong>di</strong>versa, nel caso specifico R.<br />

oblunga (Jeffreys, 1876) con protoconca planctotrofica e<br />

R. alleryana (Sulliotti, 1889) con protoconca lecitotrofica.<br />

Nell’ambito <strong>di</strong> questo intervento Marco Oliverio ci ha<br />

spiegato, in modo molto chiaro ed esauriente, <strong>il</strong> fenomeno<br />

della pec<strong>il</strong>ogonia e le strategie seguite dai vari molluschi<br />

per assicurare la continuazione della specie e la sua<br />

<strong>di</strong>ffusione.<br />

Lo stesso Marco Oliverio ci ha parlato degli stu<strong>di</strong> che<br />

insieme a Bruno Amati sta conducendo sulla malacofauna<br />

reperita nelle grotte dell’Isola <strong>di</strong> Salina (Eolie), proiettando<br />

le immagini dei molluschi.<br />

A chiusura degli interventi <strong>il</strong> geologo Angelo Raponi ha<br />

tenuto una relazione intitolata “Il litorale Pontino: se<strong>di</strong>mentazione<br />

marina ed erosione costiera”.<br />

È seguita una sessione <strong>di</strong> riconoscimento delle conchiglie<br />

presentate dagli astanti, anche con l’aus<strong>il</strong>io <strong>di</strong> microscopi,<br />

a cura degli esperti presenti.<br />

Il secondo giorno vi è stato un altro intervento <strong>di</strong> Marco<br />

Oliverio <strong>il</strong> quale ha <strong>il</strong>lustrato un grande progetto mirato<br />

alla creazione <strong>di</strong> una Banca Dati genetica dei Molluschi;<br />

cosa che potrebbe portare a cambiamenti sistematici<br />

molto significativi. Ha inoltre dato qualche anticipazione<br />

su <strong>di</strong> un nuovo lavoro sulle Ocinebrina me<strong>di</strong>terranee.<br />

Ha concluso i lavori la Dott.ssa Nunzia Polito con un interessante<br />

intervento dal titolo “La malacofauna Tirreniana<br />

nella Sic<strong>il</strong>ia occidentale”. Non sono mancati degli<br />

ine<strong>di</strong>ti cenni storici.<br />

S<strong>il</strong>via Alfinito, Paolo Crovato, Paolo Russo<br />

incontri d’autore - Centro Caprense ignazio Cerio (Capri<br />

29 settembre 2012)<br />

Il professore F<strong>il</strong>ippo Barattolo, presidente del Centro Cerio,<br />

ha presentato <strong>il</strong> libro: “Fondali alla ribalta” Osservazioni<br />

sullo stato dell’ecosistema marino dell’Isola <strong>di</strong> Capri<br />

ed alcune attività in esso svolte, in particolare,<br />

nell’anno internazionale della bio<strong>di</strong>versità 2010 – <strong>di</strong> cui<br />

è autore <strong>il</strong> nostro socio Antonio Federico, grande appassionato<br />

<strong>di</strong> mare, fin dal 1978 tra i promotori <strong>di</strong> una Riserva<br />

Marina per Capri e Punta Campanella.<br />

Alla presentazione del volume, nonostante vi fossero<br />

importanti e concomitanti altri eventi a carattere culturale<br />

nell’isola, erano presenti persone realmente interessate<br />

agli argomenti trattati, nonché gli e<strong>di</strong>tori, i fratelli Ciro<br />

e Paolo Olisterno.<br />

A conclusione dell’evento è stata proiettata una sequenza<br />

<strong>di</strong> immagini riguardanti gli argomenti trattati nel libro<br />

che hanno particolarmente affascinato <strong>il</strong> pubblico.<br />

Gianni D’Anna<br />

Fig. 1. Il prof. F. Barattolo e A. Federico (foto E. Serena).<br />

Fig. 2. Parte del pubblico durante la presentazione (foto A. Catuogno)<br />

Eventi<br />

13


Eventi<br />

14<br />

Congresso internazionale <strong>di</strong> malacologia - Ponta Delgada,<br />

São miguel, isole delle azzorre, Portogallo<br />

World Congress of Malacology<br />

Açores, 21-28 July 2013<br />

www.wcm2013.com<br />

The “World Congress of Malacology”<br />

(2013), the emblematic event of UNITAS<br />

MALACOLOGICA (UM), w<strong>il</strong>l be held on the<br />

main campus of the University of the Azores, at<br />

Ponta Delgada, São Miguel, from 21-28 July.<br />

The congress w<strong>il</strong>l also fac<strong>il</strong>itate activities of<br />

its aff<strong>il</strong>iated societies, under the coor<strong>di</strong>nation<br />

of UM; the American Malacological Society<br />

(AMS), The Malacological Society of<br />

London (MSL) and the Sociedad Española de<br />

Malacología (SEM) have already expressed<br />

interest in this association.<br />

Scientific Presentations<br />

The congress is open to all contributions in<br />

the field of malacology and w<strong>il</strong>l host symposia<br />

as well as contributed papers and posters.<br />

Any attendees may submit abstracts for<br />

inclusion in the symposia. All abstracts w<strong>il</strong>l be<br />

submitted to the central programme committee.<br />

Participants are st<strong>il</strong>l welcome to propose<br />

ad<strong>di</strong>tional symposia, but proposals must be<br />

received by 1 December 2013.<br />

Abstracts for poster and oral presentations<br />

w<strong>il</strong>l be submitted via the Congress website -<br />

abstract submissions w<strong>il</strong>l open in November and<br />

the final deadline w<strong>il</strong>l be 30 Apr<strong>il</strong> 2013.<br />

The conference w<strong>il</strong>l start with an “icebreaker”<br />

reception late afternoon on Sunday, 21st. The<br />

scientific presentations w<strong>il</strong>l be organized in<br />

parallel sessions on Monday, Tuesday, Thursday<br />

and Friday. For Wednesday, a choice of leisure<br />

activities, not included in the registration fee,<br />

w<strong>il</strong>l be made ava<strong>il</strong>able by our travel agency,<br />

inclu<strong>di</strong>ng touristic trips around the island, whale<br />

watching, <strong>di</strong>ving and nature walks.<br />

Collecting in the Azores has been recently<br />

legislated. Permits must be acquired at the proper<br />

governmental agency; further information w<strong>il</strong>l be<br />

posted on the Congress webpage. The Congress<br />

does not issue collecting permits. However, we<br />

strongly urge collectors to consider associating<br />

with the Azorean home team for their researches.<br />

Symposia<br />

Living in the extreme: molluscan communities<br />

of chemosynthetic habitats<br />

Verena Tunnicliffe & Anders Warén<br />

verenat@uvic.ca<br />

Tempo and mode in land sna<strong>il</strong> evolution: the<br />

origins and limits of <strong>di</strong>versity<br />

Robert Cameron & Beata Pokryszko<br />

radc@blueyonder.co.uk<br />

Gains and losses of freshwater bivalves and<br />

their consequences for ecosystems (sponsored<br />

by Instituto Português de <strong>Malacologia</strong> – IPM)<br />

Manuel Lopes Lima, Ronaldo Sousa & Joaquim<br />

Reis<br />

lopeslima.ciimar@gma<strong>il</strong>.com<br />

Mollusks in a changing world (sponsored by<br />

the American Malacological Society – AMS)<br />

Peter Marko and Brad Seibe<br />

pmarko@clemson.edu<br />

How <strong>di</strong>d they get here?: (Palaeo)Biogeography<br />

of marine molluscs<br />

Sérgio Áv<strong>il</strong>a, Carlos Marques da S<strong>il</strong>va &<br />

Ricardo Cordeiro<br />

av<strong>il</strong>a@uac.pt<br />

Who are the “Aculifera”?<br />

Julia Sigwart, Christiane Todt & Amélie<br />

Scheltema<br />

j.sigwart@qub.ac.uk<br />

There’s something about Opisthobranchia<br />

Heike Wägele, Terry Gosliner & Jesus Troncoso<br />

troncoso@uvigo.es<br />

Molecular phylogenetics and paleontology<br />

Steffen Kiel & Suzanne W<strong>il</strong>liams<br />

skiel@uni-goettingen.de<br />

Bio<strong>di</strong>versity and evolution of pulmonate taxa<br />

Benoît Dayrat<br />

bdayrat@ucmerced.edu<br />

Mudflat molluscs<br />

Peter Beninger<br />

Peter.Beninger@univ-nantes.fr<br />

www.unitasmalacologica.org<br />

The Evolution of colour polymorphism in<br />

Molluscs<br />

Malgorzata Ozgo<br />

mozgo.biol@interia.pl<br />

Unitas Malacologica Newsletter 3


Logistical deta<strong>il</strong>s<br />

Convenient accommodation w<strong>il</strong>l be ava<strong>il</strong>able<br />

at the university dormitories (about 30 rooms);<br />

priority w<strong>il</strong>l be given to students. The youth<br />

hostel has kindly reserved all rooms for the<br />

occasion, ava<strong>il</strong>able for students only. This<br />

accommodation w<strong>il</strong>l be provided on a first come<br />

first served basis, and w<strong>il</strong>l be handled through<br />

the organization.<br />

Travelling, hotel accommodation and leisure<br />

activities w<strong>il</strong>l be handled by the travel agency<br />

TOP-Atlântico (http://www.tadmc.com) and full<br />

information on package deals can be obtained<br />

can be obtained from helia.pereira@tadmc.<br />

pt. The congress w<strong>il</strong>l not coor<strong>di</strong>nate hotel<br />

accommodation.<br />

Congress registration fees (€) (before / after 30<br />

Apr<strong>il</strong> 2013):<br />

- Full registration, UM-members or members of<br />

aff<strong>il</strong>iated society in good stan<strong>di</strong>ng 220 / 270<br />

- Full registration, non-UM-members 280 / 330<br />

- Student, UM-member or member of aff<strong>il</strong>iated<br />

society in good stan<strong>di</strong>ng 110 / 150<br />

- Student, non-UM-member 160 / 200<br />

Fees include registration, abstract book,<br />

icebreaker, lunches during session days, drinks<br />

and the wine/beer/degustation poster reception.<br />

The congress <strong>di</strong>nner is not included.<br />

Student awards<br />

There w<strong>il</strong>l be several student awards for<br />

oral and poster presentations, inclu<strong>di</strong>ng awards<br />

presented by UM and awards presented by<br />

aff<strong>il</strong>iated societies. The process w<strong>il</strong>l be jointly<br />

coor<strong>di</strong>nated.<br />

Travel grants<br />

UM w<strong>il</strong>l provide a consistent amount of<br />

Travel Grants. Applicants must be a member of<br />

UM or of an aff<strong>il</strong>iated society in good stan<strong>di</strong>ng<br />

UM membership con<strong>di</strong>tion. If not, a three-year<br />

UM membership w<strong>il</strong>l be deduced from the grant.<br />

The maximum amount of any Travel Grant w<strong>il</strong>l<br />

be € 400 for applicants from Central/Western<br />

Europe and North America and € 800 for the<br />

remaining cases.<br />

Application forms w<strong>il</strong>l be sent out with the next<br />

circular and w<strong>il</strong>l be ava<strong>il</strong>able from the WCM 2013<br />

website and the UM website. They can also be<br />

requested when pre-registering (see below).<br />

Information on UM aff<strong>il</strong>iated societies’<br />

grants to their student members w<strong>il</strong>l be made<br />

ava<strong>il</strong>able also through the Congress website, upon<br />

acknowledgement to the organization committee.<br />

More information<br />

The congress website (www.wcm2013.com)<br />

is currently being populated with information and<br />

interactive registration. In the meantime ad<strong>di</strong>tional<br />

info can be obtained at:<br />

WCMAzores2013@uac.pt.<br />

You can also PRE-REGISTER at this e-ma<strong>il</strong><br />

address, or <strong>di</strong>rectly through the webpage, when<br />

ava<strong>il</strong>able, by in<strong>di</strong>cating:<br />

(1) what kind of presentation(s) you would like<br />

to give (NOTE: each participant can only act as<br />

first author of ONE oral presentation and ONE<br />

poster presentation);<br />

(2) what type of registrant you are (UM member,<br />

student UM, non-UM member, student non-UM);<br />

(3) if non-student, whether you intend to stay at<br />

the University dorms + how many persons/room.<br />

NOTE: priority given to students);<br />

(4) if student, which accommodation you<br />

prefer (University dorms/youth hostel+ how many<br />

persons/room);<br />

(5) whether you want to receive a Travel Grant<br />

application form;<br />

(6) whether you need a congress « invitation<br />

» or « acceptance » letter (sometimes needed for<br />

certain grant applications).<br />

Pre-registration IS NOT A FORMAL<br />

BOOKING; it simply implies that you w<strong>il</strong>l be<br />

put on the congress ma<strong>il</strong>ing list, so that you w<strong>il</strong>l<br />

automatically receive the next circulars (via<br />

E-ma<strong>il</strong>, unless explicitly requested otherwise).<br />

The airplane w<strong>il</strong>l be the only means of<br />

transportation to and from the Azores. SATA<br />

(Azorean Airways), sometimes code-sharing with<br />

TAP (Portuguese Airways), is the only company<br />

4 October 2012 Newsletter No. 32<br />

Eventi<br />

15


Eventi<br />

16<br />

flying regularly to/from the Azores. SATA<br />

flies also to/from some other points. We are<br />

proud to announce that SATA is a sponsor of<br />

the WCM Azores 2013! Special opportunities<br />

w<strong>il</strong>l be offered to those who book their ticket<br />

through SATA services. Deta<strong>il</strong>ed information<br />

w<strong>il</strong>l be posted on the Congress webpage. In the<br />

meantime, you may wish to take a look at the<br />

airline’s website,<br />

www.sata.pt<br />

See you soon in Ponta Delgada, São Miguel<br />

Island, Açores!<br />

António de Frias Martins<br />

UM President<br />

frias@uac.pt<br />

Jesús Troncoso and Mark Davies (seated)<br />

test out the excellent meeting rooms in the<br />

University of the Azores<br />

Secretary’s Column<br />

Dear Members<br />

www.unitasmalacologica.org<br />

The principal task for the Secretary in<br />

this semester of 2012 was the assessment of<br />

the Student Research Awards. A total of 14<br />

applications were received from seven countries:<br />

Australia, Belgium, Braz<strong>il</strong>, Ireland, Portugal,<br />

Spain and United States.<br />

Diverse topics in <strong>di</strong>fferent malacological<br />

fields were presented. The final decision was<br />

<strong>di</strong>fficult because the quality of most of the<br />

projects presented was high, but unfortunately<br />

we have resources to give only two awards this<br />

year. You can see the winners below. Many<br />

thanks to all evaluators for their hard and<br />

excellent work.<br />

From this column, I would like to encourage<br />

the students to present their results in 2014.<br />

Why 2014? Because in 2013, the UNITAS<br />

economic efforts, w<strong>il</strong>l be to support the<br />

participation of the students in the congress<br />

of Azores. You can find the information to<br />

apply following this column. The deadline for<br />

submissions w<strong>il</strong>l be 1st February 2013.<br />

The last counc<strong>il</strong> meeting was celebrated<br />

last March in the Azores Islands. All the issues<br />

<strong>di</strong>scussed were in relation to the next congress;<br />

the local team is doing a great job and I’m sure<br />

it w<strong>il</strong>l be an excellent conference. Enjoy rea<strong>di</strong>ng<br />

the first circular and mark the dates in your<br />

schedule.<br />

Jesús Troncoso<br />

UM Secretary<br />

Unitas Malacologica Newsletter 5


mostre e Borse 2013<br />

23-24 febbraio 2013 - Cecina (LI) - ITALIA<br />

20 a Rassegna <strong>di</strong> Minerali e Foss<strong>il</strong>i<br />

Palazzetto dello Sport, Via Napoli, Cecina<br />

Organizzata dal G.M. AUSER e con la partecipazione<br />

del Comune <strong>di</strong> Cecina<br />

Info: Guarguagli Massimo, Via Mercantini 19,<br />

57023 Cecina (LI) Tel. +39.0586.630074<br />

2-3 marzo 2013 - Bologna - ITALIA<br />

18 a Mostra mercato minerali foss<strong>il</strong>i e conchiglie<br />

Parco Dopolavoro Ferroviario, Via Stalingrado 12<br />

Info: Tugnoli Gabriele tgabriele73@gma<strong>il</strong>.com<br />

tel. +39.348.8879874<br />

16-17 marzo 2013 - Paris - FRANCE<br />

25 èmes Rencontres Internationales du Coqu<strong>il</strong>lage<br />

Organisées par l’AFC à l’Espace Charenton<br />

327 rue de Charenton, F-75012 Paris<br />

Reinsegnements et reservations: Perrine Dardart:<br />

perrine.dardart@gma<strong>il</strong>.com<br />

25-27 marzo 2013 - Bologna - ITALIA<br />

41° Bologna Mineral Show - Bijoux Expo 2011<br />

Futurshow Station - Via Gino Cervi 2 - 40033 Casalecchio<br />

<strong>di</strong> Reno (BO)<br />

Organizzata da: Bologna Mineral Service srl, Via XXI ottobre<br />

11/2 - 40055 Castenaso (BO)<br />

Info: Varoli Maurizio, Via Galimberti, 6 - 40134 Bologna,<br />

Tel/FAX +39.051.6148006<br />

www.bolognamineralshow.com,<br />

info@bolognamineralshow.com<br />

giorno da definire apr<strong>il</strong>e 2013 - Napoli - ITALIA<br />

V E<strong>di</strong>zione “Collezionare la natura”<br />

Museo <strong>di</strong> Paleontologia dell’Università <strong>di</strong> Napoli Federico<br />

II<br />

Largo San Marcellino 10 - 80133 Napoli<br />

Organizzata dal Centro Musei delle Scienze Naturali<br />

Info: muspaleo@unina.it<br />

Eventi<br />

20-21 apr<strong>il</strong>e 2013 - Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa (SI) - ITALIA<br />

2 a Geo Elsa Mostra Nazionale <strong>di</strong> Minerali, Foss<strong>il</strong>i e<br />

Conchiglie attuali<br />

Palazzetto dello Sport, Via Liguria 1 - Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa (SI)<br />

Organizzata dal Gr. Paleontologico “C. De Giuli” <strong>di</strong> Castelfiorentino<br />

(FI) - Gr. Mineralogico Senese <strong>di</strong> Siena -<br />

Gruppo Mineralogico e Paleontologico Senese <strong>di</strong> Siena,<br />

con <strong>il</strong> patrocinio del Comune <strong>di</strong> Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa<br />

Info: Marco Campani, tel. +39.333.4233706 -<br />

+39.0577.989027 (ora <strong>di</strong> cena)<br />

Andrea Petri, +39.338.2115567<br />

www.geoelsa.it, info@geoelsa.it<br />

11-12 maggio 2013 - Genova - ITALIA<br />

11° Mineralshow (minerali, foss<strong>il</strong>i, gemme, pietre dure)<br />

Magazzini del Cotone - Porto Antico<br />

Organizzata da Webminerals S.A.S., C.P. 24, Serravalle<br />

Scrivia (AL)<br />

Info: Giovanni Signorelli: +39.339.1444973; Gianfranco<br />

Franza: +39.339.6214322; Carlo Guidarini: +39.338.6173830<br />

www.genovamineralshow.com;<br />

genovamineralshow@libero.it<br />

18-19 maggio 2013 - Anvers/Antwerpen - BELGIUM<br />

23 th International Shellshow<br />

Sporthal Schijnpoort - Schijnpoortweg 55-57<br />

Info: Secretariat: Charles Krijnen, Burgemeester Jansenstraat<br />

10,<br />

NL-5037 NC T<strong>il</strong>burg, Nederland,<br />

Tel.: +31.(0)13 4630607<br />

www.bvc-gloriamaris.be<br />

20-21 maggio 2013 - Verona - ITALIA<br />

50ª Verona Minerals Show Geobusiness<br />

Fiera <strong>di</strong> Verona - Verona<br />

Info: Associazione Geologica Mineralogica Veronese<br />

Via F. Bianchini, 5 - 37131 Verona<br />

Tel. +39.045.522492 Fax +39.045.522454<br />

zoist@tin.it<br />

http://www.veronamineralshow.com<br />

Eventi<br />

17


Pubblicazioni ricevute<br />

18<br />

Contenuto delle riviste ricevute in scambio delle nostre pubblicazioni<br />

(a cura <strong>di</strong> Paolo Crovato):<br />

N.B. questo carattere in<strong>di</strong>ca aggiunte chiarificatrici<br />

American Conchologist Quarterly Journal of the Conchologists<br />

of America, Inc. Vol. 40 n. 1, March 2012 (Tutti gli articoli<br />

sono in inglese)<br />

Nieburger E. & Bal<strong>di</strong>nger A.J. Claud-Mantle, Harvard, and<br />

two sinistral chank shells: A tr<strong>il</strong>ling <strong>di</strong>scovery 4<br />

Lee H.G. Partulid sna<strong>il</strong>s, their collectors, and a pro<strong>di</strong>gious dynasty<br />

of French naturalist 10<br />

Vander Ven K. Shrimp boats are a-comin’ - there’s shelling tonight:<br />

A high seas adventure to Truj<strong>il</strong>lo Bay, Honduras 20<br />

Cah<strong>il</strong>l A.E. Studying local adaptation in Crepidula spp. 27<br />

Garcia E.F. Preliminary report on the possible effect of the<br />

Deepwater Horizon o<strong>il</strong> sp<strong>il</strong>l in the Gulf of Mexico on the<br />

molluscan fauna of the surroun<strong>di</strong>ng area 32<br />

Garcia E.F. Noteworthy offshore molluscs from the northcentral<br />

Gulf of Mexico inclu<strong>di</strong>ng geographical extension and<br />

a generic reassignment 34<br />

American Conchologist Quarterly Journal of the Conchologists<br />

of America, Inc. Vol. 40 n. 2, June 2012 (Tutti gli articoli<br />

sono in inglese)<br />

Lee H.G. Sinistral peanut sna<strong>il</strong> and polygirid update. Sequestered<br />

specimens, oversight, irony, and a fa<strong>il</strong>ed strategy with<br />

a happy outcome 4<br />

Johnson S. & J. A report on Gibberulus gibbosus (Rö<strong>di</strong>ng,<br />

1798) 10<br />

Rawlings C. Humbldt squid - cannibalistic k<strong>il</strong>lers or just jumbo<br />

mollusks? Diving amongst “k<strong>il</strong>ler” cephalopods - photographing<br />

the Humboldt squid 14<br />

Hanson D. Alien invaders: Haminoea japonica in North America<br />

and Europe 19<br />

Eichhorst T. A land sna<strong>il</strong> <strong>di</strong>scovered in New Mexico (USA) 20<br />

Archiv Für Molluskenkunde Organ der Deutschen Malakozoologischen<br />

Gesellschaft, Frankfurt am Main, Band 141 (1)<br />

29.06.2012. (Tutti gli articoli sono in inglese tranne quelli dove<br />

in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente)<br />

Breure A.S.H. & Romero P.E. Support and surprise: molecular<br />

phylogeny of the land sna<strong>il</strong> superfam<strong>il</strong>y Orthalicoidea using<br />

a three-locus gene analysis with a <strong>di</strong>vergence time analysis<br />

and ancestral area reconstruction 1<br />

Simone L.R.L. et al. Morphology and biological aspects of<br />

Gundlachia ticaga from S.E. Braz<strong>il</strong> (Gastropoda: Basommatophora:<br />

Ancylidae 21<br />

Reischütz P.L., Štamol V. & Subai P. Description of two new<br />

subspecies od Virpazaria pageti Gittenberger, 1969 from<br />

Croatia (Gastropoda: Pulmonata: Spelaeo<strong>di</strong>scidae) 31<br />

Schnabel T. A foss<strong>il</strong> Tr<strong>il</strong>oba species from Macedonia and its<br />

relationships to the recent species of the genus (Gastropoda:<br />

Pulmonata: Claus<strong>il</strong>iidae) 35<br />

Salvador. B. & Lopes De Simone L.R. New foss<strong>il</strong> pulmonate<br />

Pubblicazioni ricevute<br />

sna<strong>il</strong>s from the Paleocene of Itaboraí Basin, Braz<strong>il</strong> (Pulmonata:<br />

Cerionidae, Strophoche<strong>il</strong>idae, Orthalicidae) 43<br />

K<strong>il</strong>burn R.N. & Stahlschmidt P. Description of two new species<br />

of Dr<strong>il</strong>lia from the Indo-Pacific (Gastropoda: Conoidea:<br />

Dr<strong>il</strong>liidae) 51<br />

Rodriguez P.E. et al. First record of land gastropods of the fam<strong>il</strong>y<br />

Charopidae in the Early to Middle Miocene from Santa<br />

Cruz Province, Southern Patagonia, Argentina (Gastropoda:<br />

Pulmonata: Stylommatophora: Charopidae) 57<br />

Vinarski M.V. et al. The steppe relics: taxonomic study on two<br />

lymnaeid species endemic to the former USSR (Gastropoda:<br />

Pulmonata: Lymnaeidae) 67<br />

Janssen R. & Krylova E.M. Bivalves of the fam<strong>il</strong>y Vesicomydae<br />

from Neogene Me<strong>di</strong>terranean basin (Bivalvia: Vesico mydae)<br />

87<br />

Boeters H.D. & Knebelsberger T. Revision of selected species<br />

of Bythinella Moquin-Tandon, 1856 from Central Europe<br />

using morphology, anatomy and DNA barcodes (Caenogastropoda:<br />

Rissooidea) 115<br />

Arquivos de Zoologia - Museu de Zoologia da Universidade<br />

de São Paulo - Braz<strong>il</strong> Vol. 42 (2-4), 2011 Dezembro 2011<br />

Simone L.R.L. Phylogeny of the Caenogastropoda (Mollusca),<br />

based on comparative morphology(in inglese) 161<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Atti della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Scienze Naturali e del Museo<br />

Civico <strong>di</strong> Storia Naturale in M<strong>il</strong>ano Vol 153 - 2012 Fasc. I,<br />

M<strong>il</strong>ano apr<strong>il</strong>e 2012<br />

Il volume non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea - <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Biologia<br />

Marina - Genova, - 2012<br />

Mannini A. & Relini G. Rapporto Annuale sullo Stato delle<br />

Risorse Biologiche dei Mari Circostanti l’Italia. Anno 2009<br />

1-231<br />

Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea - <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Biologia<br />

Marina - Genova, Vol. 18 (1), 2011 - Atti XLII Congresso SI-<br />

BM - Olbia 23-28 Maggio 2011(gli articoli sono in italiano, tranne<br />

quelli dove in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente)<br />

La Marca E.C., M<strong>il</strong>azzo M. & Chemello R. Gli effetti del <strong>di</strong>sturbo<br />

antropico sulla topografia del reef a vermeti 54<br />

Mereu M. et al. On the growth rings on Histioteuthis bonnellii<br />

(Férussac, 1835) upper beaks (in inglese) 124<br />

Cacciatore F. et al. Come crescono le vongole f<strong>il</strong>ippine in laguna<br />

<strong>di</strong> Venezia 138<br />

Del Prete F. et al. Accrescimento <strong>di</strong> Myt<strong>il</strong>us galloprovincialis<br />

me<strong>di</strong>ante alimentazione con microalghe generate da reflui<br />

140<br />

Mereu M. et al. On the morphometric relationship between<br />

beaks and body size in Histioteuthis bonnellii (Férussac,<br />

1835) (in inglese) 144<br />

Prato E, Portacci G. & Biandolino F. Influence of <strong>di</strong>et on


nutritional quality of Octopus vulgaris: fatty acids composition<br />

(in inglese) 226<br />

Barbieri M. et al. Identificazione me<strong>di</strong>ante DNA barco<strong>di</strong>ng del<br />

mit<strong>il</strong>ide alloctono Xenostrobus securis e nuove segnalazioni<br />

in Me<strong>di</strong>terraneo occidentale 232<br />

Barbieri M. et al. Divergenza genetica tra in<strong>di</strong>vidui marini e<br />

salmastri <strong>di</strong> Myt<strong>il</strong>aster minimus (Mollusca, Bivalvia) 234<br />

Coppa S. et al. Patella ferruginea nell’AMP del Sinis: caratterizzazione<br />

dell’habitat e cause della sua rarefazione 244<br />

Dedola G.L. et al. Standar<strong>di</strong>zation of inter simple sequence<br />

repeat technique to estimate genetic variab<strong>il</strong>ity of Ru<strong>di</strong>tapes<br />

decussatus (in inglese) 246<br />

Lodola A., et al. First record of Anadara transversa (Say, 1822)<br />

(Bivalvia: Arcidae) in Sar<strong>di</strong>nian Waters (NW Tyrrhenian Sea)<br />

(in inglese) 256<br />

Marc]eta T. et al. In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione e in<strong>di</strong>ce gonadosomatico<br />

in bivalvi pectini<strong>di</strong> del nord Adriatico 260<br />

Mura L. et al. Survey of the genetic variab<strong>il</strong>ity of populations<br />

of Ru<strong>di</strong>tapes ph<strong>il</strong>ippinarum from the Gulf of Olbia (N-E Sar<strong>di</strong>nia)<br />

by microsatellites (in inglese) 266<br />

Sanna D. et al. Preliminary data on the genetic variab<strong>il</strong>ity of<br />

the fan mussel Pinna nob<strong>il</strong>is in the northern Sar<strong>di</strong>nia (in inglese)<br />

286<br />

Cannas A. et al. Struttura <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong> vongola verace (Ru<strong>di</strong>tapes<br />

decussates L.) in due lagune costiere della Sardegna 298<br />

Rizzo G. et al. Aspetti fisiologici e riproduttivi in Chamelea<br />

gallina come contributo alla gestione della risorsa nel nord<br />

Adriatico 324<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Bolletí de la Societat d’Història Natural de les Balears Vol. 50<br />

(2007), desembre 2007 Palma de Mallorca (tutti gli articoli sono<br />

in spagnolo o catalano)<br />

Quintana J. About the shell and genital system variab<strong>il</strong>ity in<br />

Iberellus pyrenaicus (Rossmässler, 1839) (= I. minoricensis<br />

(Mittre, 1842)) (Gastropoda: Pulmonata: Helicidae) in Menorca<br />

(Balearic Islands, Western Me<strong>di</strong>terranean). Comparation<br />

with Iberellus balearicus (Zeigler, 1853) and I. tanitianus<br />

Forés & V<strong>il</strong>ella, 1993 (in catalano) 27<br />

Box A. et al. Contribution to the knowledge of the Molluscs<br />

communities associated with Caulerpales meadow in Mallorca<br />

(in catalano) 115<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Bolletí de la Societat d’Història Natural de les Balears Vol. 51<br />

(2008), desembre 2008 Palma de Mallorca (tutti gli articoli sono<br />

in spagnolo o catalano)<br />

Vicens D. Quaternary deposits with marine macrofauna on<br />

the seashore of Pollença bay (Island of Mallorca, western<br />

Me<strong>di</strong>terranean) (in catalano) 61<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Bolletí de la Societat d’Història Natural de les Balears Vol. 52<br />

(2009), desembre 2009 Palma de Mallorca (tutti gli articoli sono<br />

in spagnolo o catalano)<br />

Vicens D. Coastal upper Pleistocene deposits on the Artá Peninsula:<br />

Artá (Mallorca, Balearic Islands, western Me<strong>di</strong>terranean)<br />

(in catalano) 99<br />

Morey B. & Mas G. Preliminary approach to the Neogene from<br />

Santa Eugenia (Mallorca, western Me<strong>di</strong>terranean) (in catalano)<br />

??<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Breviora - Museum of Comparative Zoology Cambridge, n. 529,<br />

530, 531, 31 May 2012, n. 532, 7 September 2012 (in inglese)<br />

I fascicoli non contengono lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Bulletin of the Museum of Comparative Zoology - Harvard<br />

Univ., Cambridge, USA - Vol. 160 n. 4, 14 May 2012<br />

Il fascicolo non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Folia Biologica et Geologica (ex Razprave <strong>di</strong>ssertationes<br />

Classis IV: Historia Naturalis), Vol. 52 - 1-2, Ljubljana 2011<br />

(in sloveno con riassunto in inglese)<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Folia Biologica et Geologica (ex Razprave <strong>di</strong>ssertationes<br />

Classis IV: Historia Naturalis), Vol. 52 - 3, Ljubljana 2011 (in<br />

sloveno con riassunto in inglese)<br />

Mikuž V. & Bartol M. The first find of cuttlefish shell (Sepiidae)<br />

in Miocene beds of Slovenia 5<br />

Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Gloria Maris - Belgische Vereniging voor Conchyologie Vol.<br />

51 (2-3), 8 Apr<strong>il</strong> 2012 (in inglese)<br />

Herrmann M. & Salisbury R.A. Description of a small new<br />

species of Vex<strong>il</strong>lum (Pusia) (Gastropoda: Costellariidae)<br />

from the Indo-Pacific 25<br />

Wiersma J. & Monsecour D. Dolomena wienekei, a new species<br />

within the Dolomena labiosa (Wood, 1828) complex<br />

(Gastropoda: Strombidae) 36<br />

Verbinnen G.& Buijse J.A. Red Sea Mollusca: Rectification of<br />

the description of Conus w<strong>il</strong>si Delsaerdt, 1998 42<br />

Herrmann M. New species of Vex<strong>il</strong>lum (Pusia) Gastropoda:<br />

Costellariidae) from French Polynesia and the Ph<strong>il</strong>ippines<br />

45<br />

Kovalis M. An <strong>il</strong>lustrated list of the seashells from the Gulf of<br />

Aqaba: Limidae 62<br />

Dekkers A.M. A new genus related to the genus Lambis<br />

Rö<strong>di</strong>ng, 1798 (Gastropoda: Strombidae) from the In<strong>di</strong>an<br />

Ocean 68<br />

Kovalis M. Colour forms of Chama pacifica Broderip, 1835 in<br />

the Gulf of Aqaba, E<strong>il</strong>at 75<br />

Gloria Maris - Belgische Vereniging voor Conchyologie Vol.<br />

51 (4), 9 September 2012 (in inglese)<br />

Dekkers A. On a fourth hybrid specimen between Euprotomus<br />

bulla (Rö<strong>di</strong>ng, 1798) and Euprotomus vomer (Rö<strong>di</strong>ng, 1798)<br />

(Gastropoda: Strombidae) 80<br />

Fraussen K. & Stahlschmidt P. Two new Phaenomenella<br />

(Ga stropoda: Buccinidae) from Vietnam 85<br />

Rolán E. & Swinnen F. A new species of Onoba (Gastropoda,<br />

Rissoidae) from Senegal 93<br />

Wiersma J. & Monsecour D. Rectification of the description of<br />

Dolomena wienekei Wiersma & Monsecour 97<br />

Fraussen K. A new Pollia Gray in Sowerby, 1834 (Gastropoda:<br />

Buccinidae) from French Polynesia 99<br />

Keppel Bay Ti<strong>di</strong>ngs pub. by Keppel Bay Shell Club Inc. Queensland<br />

- Australia Vol. 51 n. 1 March-May 2012 (in inglese)<br />

Coucom E. The Paramoria Genus<br />

Now for the final Genus - Volutoconus<br />

Keppel Bay Ti<strong>di</strong>ngs pub. by Keppel Bay Shell Club Inc. Queensland<br />

- Australia Vol. 51 n. 2 June-August 2012 (in inglese)<br />

Coucom E. The last of the Volute Story<br />

Iberus Revista de la Sociedad Española de Malacología - Vol.<br />

30 (2) Oviedo, julio 2012 - (Tutti gli articoli sono in inglese tranne<br />

quelli dove in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente)<br />

Bogi C., Karan S.Ü. & Yokes≤ M.B. Osc<strong>il</strong>la gal<strong>il</strong>ae, a new species<br />

of Pyramidellidae (Mollusca, Gastropoda, Heterobranchia)<br />

from the Eastern Me<strong>di</strong>terranean 1<br />

Pubblicazioni ricevute<br />

19


Pubblicazioni ricevute<br />

20<br />

Holyoak D.T., Holyoak G.A. & Torres Alba J.S. A reassessment<br />

of the species of Truncantellina (Gastropoda: Vertiginidae)<br />

in the Iberian Peninsula and North-westAfrica 7<br />

Rolán E. & Rubio F. A new species and range extension of<br />

Ponderinella (Gastropoda, Tornidae) in West Africa 35<br />

Gofas S. A new species of Bornia (Bivalvia: Galeommatoidea)<br />

from southern Spain 41<br />

Oliver J.D. J.D., Templado J. & Kersting D. Gasterópodos<br />

marinos de las islas Columbretes (Me<strong>di</strong>terráneo occidental)<br />

(in spagnolo) 49<br />

Templado J. & Rolán E. A new species of Phorcus (Vetigastropoda,<br />

Trochidae) from the Cape Verde Islands 89<br />

Lefrere L. et al. Reproductive cycle of Scrobucularia plana (da<br />

Costa, 1778) (Bivalvia: Semelidae) in two Maroccan lagoons:<br />

Khnifiss and Ouali<strong>di</strong>a 97<br />

Antit M. & Azzouna A. Mollusques des m<strong>il</strong>ieux littoraux de<br />

la baie de Tunis (in francese) 107<br />

Noticiario de la Sociedad Española de <strong>Malacologia</strong> n. 57 - Junio<br />

2012 (Tutti gli articoli sono in spagnolo)<br />

Rolán E. & Fernández-Garcés R. Sansonia tuberculata (Gastropoda,<br />

Pickworthiidae) en Cuba: algunos nuevos datos<br />

52<br />

Rolán E. Hastula aciculina (Gastropoda, Terebridae): nuevas<br />

aportaciones 55<br />

Martínez Ortí A. & Pérez Ferrer A. Sobre el hallazgo de<br />

una nueva población en España de Quickella arenaria (Potiez<br />

& Michaud, 1835) 57<br />

Mur<strong>il</strong>lo L. Moluscos terrestres de la islas e islotes del litoral<br />

de la región de Murcia y Mar Menor (sureste de la Península<br />

Ibérica) 62<br />

Larraz Azcarate M.L. & Zuazu F.J. Melanopsis tricarinata<br />

(Bruguière, 1789) (Gastropoda, Melanopsidae) en Navarra<br />

(España) 67<br />

Moreno Robledo J.C. & Barrajón Mínguez A. Primera cita<br />

de Tritonia lineata Alder y Hancock, 1848 (Gastropoda: Tritoniidae)<br />

en Andalucía, sur de la Península Ibérica 75<br />

Moreno Lampreave D & Barrajón Domenech A. Primera<br />

cita de Tritonia cincta (Pruvot. Fol, 1937) (Gastropoda: Opisthobranchia:<br />

Tritoniidae) en Andalucía, sur de la Península<br />

Ibérica 77<br />

Novapex - Trimestriel de La Société Belge de Malacologie -<br />

Vol. 13 (2) 2012, 10 Juin (in inglese)<br />

Rolán E., Fernández-Garcés R. & Redfern C. New records<br />

and description of four new species of the genus Agathotoma<br />

(Gastropoda, Mangeliidae) in the Caribbean 45<br />

Ibarrola T., Rubio F. & Rolán E. Some new information on<br />

Calliotropis ottoi (Ph<strong>il</strong>ippi, 1844) (Vetigastropoda: Seguenzioidea:<br />

Calliotropidae) 63<br />

Wakefield A. A review of the Marginella bicatenata Sowerby,<br />

1914 complex (Gastropoda: Marginellidae) with the description<br />

of a new southeast African Marginella species 69<br />

Houart R. & Colomb J. Description of a new species of Siratus<br />

(Gastropoda: Muricidae) from Guadeloupe, Lesser Ant<strong>il</strong>les<br />

75<br />

Le Béon R. Une nouvelle Marginella (Gastropoda: Marginellidae)<br />

de la côte occidentale d’Afrique (in francese) 79<br />

Tröndlé J. & Letourneux J. Description de Turbo fakaauensis<br />

n. sp. (Mollusca: Gastropoda: Turbinidae) du Pléistocène de<br />

Niau, Tuamotu (Polynésie française) (in francese) 87<br />

Papéis Avulsos De Zoologia - Museu de Zoologia da Universidade<br />

de São Paulo Vol. 51 (24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32,<br />

33), 2010<br />

I fascicoli non contengono lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Phuket Marine Biological Center Research Bulletin no. 71,<br />

2012, Phuket Apr<strong>il</strong> 2012 (in inglese)<br />

Il volume non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

Quaderno <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> e Notizie <strong>di</strong> Storia Naturale della Romagna<br />

- N. 35 - Cesena -Giugno 2012<br />

Il volume non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, Apr<strong>il</strong>, 2012 n. 4 (in inglese)<br />

Kronenberg G. Gibberulus gibbosus (Rö<strong>di</strong>ng, 1798) (Caenogastropoda:<br />

Strombidae) from the Islas Galápagos? 46<br />

Sassi A.P. A few observations of the Seashells of Rapa Nui (Easter<br />

Island) 48<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, May, 2012 n. 5 (in inglese)<br />

Waller D.B. Range extension for Erosaria poraria (Mollusca:<br />

Cypraeidae) 55<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, June, 2012 n. 6 (in inglese)<br />

García E.F. Clathrodr<strong>il</strong>lia phasma (Schwengel, 1940) (Gastropoda:<br />

Dr<strong>il</strong>liidae), in east Florida species reported herein from<br />

three quadrants of the Gulf of Mexico 65<br />

Hewitt S.J. Further surveys of the marine mollusk fauna of the<br />

island of St. Kitts, Leeward Islands, West In<strong>di</strong>es, Part 1 68<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, July, 2012 n. 7 (in inglese)<br />

Forsyth R.G. & W<strong>il</strong>liston P. Terrestrial sna<strong>il</strong>s from an urban<br />

park in Vancouver, British Columbia 77<br />

Hewitt S.J. Relative abundance of marine mollusk shells in the<br />

beach drift on Sanibel Island, Lee County, Florida, USA 81<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, August, 2012 n. 8 (in inglese)<br />

Wiedrick S.G. Comments Tripterotyphis lowei (Gastropoda:<br />

Muricidae: Tripterotyphinae) with new <strong>di</strong>stribution ranges<br />

of the genus from Panamic Province 91<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, August, 2012 n. 8 (in inglese)<br />

Waller D.B. Range extension for Erosaria albuginosa (Mollusca:<br />

Cypraeidae) 99<br />

The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />

XLIV, October, 2012 n. 10 (in inglese)<br />

Hewitt S.J. A six-hour survey of the marine mollusks of the<br />

Island of Montserrat, Leeward Islands, West In<strong>di</strong>es 107<br />

Triton Journal of the Israel Malacological Society - Jerusalem<br />

- ISRAELE n. 25 March 2012 (Tutti gli articoli sono in inglese)<br />

Shefer S. et al. First records of Mimachlamys sanguinea (Linnaeus,<br />

1758) from the Me<strong>di</strong>terranean Coast of Israel (Bivalvia,<br />

Pectinidae) 1<br />

Heiman E.L. & Mienis H.K. Two forms of Chicoreus corrugatus<br />

(Sowerby, 1841) 1<br />

Heiman E.L. & Mienis H.K. Shells of East Sinai, an <strong>il</strong>lustrated<br />

list. Fam<strong>il</strong>y Mactridae 2<br />

Heiman E.L. & Mienis H.K. Protoconchs of Muricidae. part 2 4<br />

Heiman E.L. & Yerenburg V. The shell shape and spiral structure<br />

of Ergalatax martensi and E. junionae 5<br />

Heiman E.L. More on Cribrarula gaskoini 7<br />

Eastburn M.H. & Heiman E.L. Mauritia mappa from Kwajalein<br />

and the “Atoll effect” 8


Heiman E.L. Diagnostic characteristic of cowry populations 1.<br />

The average shell length 13<br />

Mienis H.K. A revised list of predators of freshwater mollusks<br />

in Israel and Palestine 16<br />

Mienis H.K. New or little known land- and freshwater molluscs<br />

from Israel 1. Xerocrassa shoshanae, a new species from<br />

the Negev 23<br />

Girod A. Terrestrial mollusks from Takarkori (Libyan Sahara)<br />

27<br />

Mienis H.K. et al. A first interception of Otala constantina at a<br />

border crossing Israel (Gastropoda: Helicidae) 31<br />

C<strong>il</strong>ia D.P. A note shells of Pseudotachea splen<strong>di</strong>da (Draparnaud,<br />

1801) in the Maltese Islands (Central Me<strong>di</strong>terranean)<br />

33<br />

Inchaustegui J.M. Are those Mexican slippers? 35<br />

Heiman E.L. Robert Dayle, a researcher and a <strong>di</strong>ver 36<br />

Ve n u s Journal of The Malacological Society of Japan, Vol. 70,<br />

n. 1-4, July 2012, Tokyo (in inglese)<br />

Yamazaki T. & Goshima S. Adaptive <strong>di</strong>fferences in morphology<br />

of the perwinkle Littorina sitkana between two habitats<br />

separated by an artificial structure 1<br />

Kimura T. & Sekiguchi H. Comparison of early life history of<br />

native and exotic myt<strong>il</strong>ids, Musculista senhousia and Xenostrobus<br />

securis, in the brackish Lake Hamana, Japan 11<br />

Mashino K. & Torigoe K. Comparison of anatomical characters<br />

between two subspecies of Trishoplita eumenes 25<br />

Kitamura A., Yamamoto N. & Kobayashi K. Growth of the<br />

submarine cave-dwelling micro-bivalve Car<strong>di</strong>tella iejimensis<br />

41<br />

Nakayama T. A new species of the fam<strong>il</strong>y Epitoniidae in the<br />

Nagai Collection in Wakayama prefectural Museum of Natural<br />

History (II) 46<br />

Minato H. Chamalycaeus takahashii muroharai n. subsp.<br />

(Gastropoda: Cyclophoridae) from a limestone outcrop in<br />

Oita Prefecture, Kyushu, Japan 49<br />

Tomida S. & Kadota M. A new species of Turbo (Marmarostoma)<br />

(Gastropoda: Turbinidae) from the Miocene Yugashima<br />

Group of Izu Peninsula, central Japan 53<br />

Okano G. & Wada T. Size structure and reproduction of violet<br />

shell Janthina prolongata stranded on the coast of Iwamicho<br />

in Tottori Prefecture, southwestern Sea of Japan 58<br />

Xenophora - Bulletin de l’Association Français de Conchyliologie<br />

- N. 138 avr<strong>il</strong>-mai-juin 2012 (tutti i lavori sono in francese)<br />

Jaux G. Le coin du Débutant: Bivalves ou Lamellibranches<br />

(partie 19) Classe: Bivalvia, Sous-classe: Heterodonta, I Ordre:<br />

Veneroida (suite 10), Super-fam<strong>il</strong>le: Tellinoidea, Fam<strong>il</strong>le:<br />

Tellinidae, Sous-Fam<strong>il</strong>le: Tellininae Genres: Tellina, Arcopagia,<br />

Strig<strong>il</strong>la, Tellidora 4<br />

Potier L. Crépuscule lagunaire pour Trunculariopsis duplex (Chronique<br />

lagunaire de M’bo<strong>di</strong>ène, Petite côte sénégalaise) 7<br />

Massemin D. Mollusques terrestres de Guyane Française 8<br />

Garrigues B. Qui es-tu Ca<strong>il</strong>leti 12<br />

Vachon P. Les porcelains d’Indo 18<br />

Marchal L. Fusinus rostratus en Bretagne 19<br />

Robin A. Collecte à Djibouti 22<br />

Sidois J-P. Naticidae de Me<strong>di</strong>terranée - Musée des Coqu<strong>il</strong>lages<br />

de Saint-Jean-Cap-Ferrat 29<br />

Hofmann P. & Vardala-Theodorou E. A short notice on an<br />

exceptionally large specimen of Diodora italica (De France,<br />

1820) from Aegean Sea 32<br />

Pacaud J.M. & Loubry P. Zo<strong>il</strong>a gigas (McCoy, 1867) (Mollusca,<br />

Cypraeidae) le géant du Cénozöique d’Australie 34<br />

Xenophora - Bulletin de l’Association Français de Conchyliologie<br />

- N. 139 ju<strong>il</strong>let-août-septembre 2012 (tutti i lavori sono in<br />

francese)<br />

Jaux G. Le coin du Débutant: Bivalves ou Lamellibranches<br />

(partie 20) Classe: Bivalvia, Sous-classe: Heterodonta, I Ordre:<br />

Veneroida (suite 11), Super-fam<strong>il</strong>le: Tellinoidea (suite),<br />

Fam<strong>il</strong>le: Tellinidae, Sous-Fam<strong>il</strong>le: Macominae, Genres: Macoma,<br />

Gastrana, ecc., Fam<strong>il</strong>le: Semelidae, Genres: Semele,<br />

Abra, Scrobicularia, Theora 4<br />

Wimart-Rousseau D. Voyage aux Iles Marquises 7<br />

Marcellesi D. Retour de vacances en Corse 10<br />

Rolán E. et al. The protoconch and early teleoconch whorls of<br />

the brownish Cerithiopsis (Mollusca, Cerithiopsidae) in the<br />

Caribbean and adjacent regions (in inglese) 11<br />

Vigne F. Le genre Neritopsis, un “foss<strong>il</strong>e vivant” 17<br />

Michard J-F. Cypraea stercoraria star des Cypraeidae de l’Ouest<br />

Afrique 18<br />

Limpalaër L. Coup de projecteur sur les Neritidae. 4 ème partie:<br />

les espèces d’eau douce Atlanto-américaines: Theodoxus,<br />

Clypeolum, Vitta, ecc. 21<br />

Sidois J-P. Les trois Cones de Me<strong>di</strong>terranée - Musée des Coqu<strong>il</strong>lages<br />

de Saint-Jean-Cap-Ferrat 26<br />

Ledon D. & Mouchart J. Les Volutes foss<strong>il</strong>s de France 28<br />

Lauranceau N. Les ancêtres de Xenophora (2 ème partie) 30<br />

Robin A. Nains et géants [foto <strong>di</strong> Cipree] 36<br />

Xenophora - Bulletin de l’Association Français de Conchyliologie<br />

- N. 140 octobre-novembre-décembre 2012 (tutti i lavori<br />

sono in francese)<br />

Jaux G. Le coin du Débutant: Bivalves ou Lamellibranches<br />

(partie 21) Classe: Bivalvia, Sous-classe: Heterodonta, I Ordre:<br />

Veneroida (suite 12), Super-fam<strong>il</strong>le: Tellinoidea (suite<br />

2), Fam<strong>il</strong>le: Psammobiidae, Sous-Fam<strong>il</strong>le: Psammobiinae,<br />

Genres: Asaphis, Orbicularia, ecc., Sous-Fam<strong>il</strong>le: Sanguinolariinae,<br />

Genres: Sanguinolaria, Nuttalia, ecc., Sous-Fam<strong>il</strong>le:<br />

Solecurtinae, Genres: Solecurtus, Azorinus, ecc., Sous-<br />

Fam<strong>il</strong>le: Novaculininae, Genres: Novaculina, ecc. 4<br />

Vulliet T. Mission “Olives” au Vanuatu 7<br />

Lhaumet G. Oliva (Carmione) bulbosa Rö<strong>di</strong>ng, 1798 10<br />

Touitou D & Escoubas P. Casser des cones à Mayotte 12<br />

Gratecap D. & Robin A. Le genre Amalda en Afrique Australe<br />

19<br />

Ledon D. & Mouchart J. Les Volutes foss<strong>il</strong>s de France, 5ème<br />

partie: le genre Eopsephaea 30<br />

Potier L. Camouflage sous roche pour Conus cacao et taslei à<br />

Pointe Sarène, petite côte sénégalaise 33<br />

Potier L. Petits cônes de la “Petite Côte” sénégalaise et de la<br />

presqu’île du Cap vert…et petites question Récurrentes 35<br />

Pubblicazioni ricevute<br />

21


Varie<br />

22<br />

Elenco dei Soci<br />

Gent<strong>il</strong>e Socio,<br />

in uno dei prossimi Notiziari sarà pubblicato l’elenco<br />

dei Soci S.I.M. includendovi i nominativi dei soli soci<br />

italiani che risponderanno al questionario sulla Legge<br />

675/96; perciò tutti coloro che vogliono essere inseriti<br />

nel prossimo elenco dei soci sono pregati <strong>di</strong> comp<strong>il</strong>are i<br />

modelli riportati qui <strong>di</strong> seguito ed inviarli a Crovato per<br />

posta all’in<strong>di</strong>rizzo della S.I.M. oppure <strong>scarica</strong>rli dal sito<br />

Privacy<br />

Varie<br />

della S.I.M. ed inviarli, una volta comp<strong>il</strong>ati, per e-ma<strong>il</strong><br />

a: paolo.crovato@fastwebnet.it<br />

Coloro che hanno già inviato <strong>il</strong> modello non devono rimandarlo,<br />

a meno che non intendano apportare mo<strong>di</strong>fiche<br />

a quanto già segnalato.<br />

Distinti saluti<br />

<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />

c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Galcianese 20H -<br />

59100 Prato<br />

S.I.M. <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />

Il Sottoscritto ......................................................................................................................<br />

Domic<strong>il</strong>iato in (Via/Piazza) ..................................................................................... n. ............<br />

Comune <strong>di</strong> ........................................................... CAP ................. Prov. ............................<br />

Telefono .................................... FAX .....................................<br />

E-ma<strong>il</strong> ....................................................................................<br />

Dichiara <strong>di</strong> aver letto l’informativa <strong>di</strong> cui alla Legge n. 675 del 31/10/1996 e autorizza la <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />

a:<br />

Ut<strong>il</strong>izzare e trattare i propri dati personali quali in<strong>di</strong>rizzo, telefono, E-ma<strong>il</strong> ecc. esclusivamente per la gestione della<br />

<strong>Società</strong> stessa<br />

□ do <strong>il</strong> consenso □ nego <strong>il</strong> consenso<br />

Diffondere, sia con mezzi cartacei che informatici, i propri dati personali, per favorire i contatti personali, lo scambio<br />

<strong>di</strong> notizie e <strong>di</strong> materiale, sia fra i Soci che all’esterno<br />

□ do <strong>il</strong> consenso □ nego <strong>il</strong> consenso<br />

Comunicare i propri dati personali a terzi per l’invio <strong>di</strong> materiale pubblicitario<br />

□ do <strong>il</strong> consenso □ nego <strong>il</strong> consenso<br />

data .................................... Firma ...................................................................


QUESTIONARIO / QUESTIONNAIRE<br />

Premesso che <strong>il</strong> presente questionario è facoltativo, si informano i soci che le risposte pervenute saranno inserite nei<br />

prossimi elenchi dei soci S.I.M. / This questionnaire is not compulsory. The answers w<strong>il</strong>l be included in the next<br />

members’ list of S.I.M.<br />

Temi <strong>di</strong> interesse: / You are interested in:<br />

□ Collezionismo / Collecting □ Stu<strong>di</strong>o scientifico / Scientific study<br />

Fauna attuale: / Recent fauna:<br />

□ Marina / Marine □ Terrestre / Terrestrial □ Dulciacquicola / Fresh water<br />

Fauna foss<strong>il</strong>e: / Foss<strong>il</strong> fauna:<br />

□ Marina / Marine □ Terrestre / Terrestrial □ Dulciacquicola / Fresh water<br />

Aree geografiche: / Geographical areas:<br />

□ <strong>Italiana</strong> / Italian □ Me<strong>di</strong>terranea / Me<strong>di</strong>terranean □ Atlantica / Atlantic<br />

□ Europea / European □ Mon<strong>di</strong>ale / Worldwide<br />

Interessato a scambi: / Interested in exchange:<br />

□ Malacologico / Malacological □ Bibliografico / Bibliographic<br />

Interessato a Cataloghi ed alla Pubblicità: /<br />

Interested in receiving catalogues and advertising:<br />

□ Sì / Yes □ No / No<br />

Varie<br />

23


Varie<br />

24<br />

Quote sociali 2013<br />

2013 dues<br />

(Boll. Malacol. vol. 49(ISSN:0394-7149), six-monthly, and Notiz. S.I.M. vol. 31(ISSN:1121-161X, six-monthly)<br />

Soci sostenitori / Supporter members Italia - Italy € 70,00<br />

Soci or<strong>di</strong>nari* / In<strong>di</strong>vidual members* Italia - Italy € 60,00<br />

Soci giovani (meno <strong>di</strong> 25 anni) / Junior members (under 25) Italia - Italy € 30,00<br />

Enti, Istituti* / Institutions* Italia - Italy € 75,00<br />

Soci sostenitori / Supporter members paesi UE - UE countries € 75,00<br />

Soci or<strong>di</strong>nari* / In<strong>di</strong>vidual members* paesi UE - UE countries € 65,00<br />

Soci giovani (meno <strong>di</strong> 25 anni) / Junior members (under 25) paesi UE - UE countries € 35,00<br />

Enti, Istituti* / Institutions* paesi UE - UE countries € 80,00<br />

Soci sostenitori - Supporter members Estero - Abroad € 85,00<br />

Soci or<strong>di</strong>nari * - In<strong>di</strong>vidual members* Estero - Abroad € 75,00<br />

Soci giovani (meno <strong>di</strong> 25 anni) - Junior members (under 25) Estero - Abroad € 40,00<br />

Enti, Istituti * - Institutions * Estero - Abroad € 85,00<br />

* per i soci or<strong>di</strong>nari ed enti sconto <strong>di</strong> e 10,00 per iscrizioni effettuate entro e non oltre <strong>il</strong> 28.02.13.<br />

* regular and institutional members can apply e 10,00 <strong>di</strong>scount paying within 28.02.13.<br />

Istruzioni per <strong>il</strong> pagamento<br />

Effettuare <strong>il</strong> pagamento sul c/c postale n. 28231207 intestato<br />

alla <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>, c/o Museo <strong>di</strong><br />

Scienze Planetarie, via Galcianese 20H - 59100 Prato,<br />

specificando la causale del pagamento. Nel caso si richieda<br />

fattura inviare or<strong>di</strong>nativo con estremi co<strong>di</strong>ce fiscale<br />

o P. IVA alla Segreteria.<br />

Il conto corrente bancario dell’Associazione è presso la<br />

banca Cariprato Coiano della Banca Popolare <strong>di</strong> Vicenza,<br />

IBAN: IT47 P0572821545445570807190. Vi raccoman<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong> specificare <strong>il</strong> motivo dei versamenti.<br />

L’unico in<strong>di</strong>rizzo da ut<strong>il</strong>izzare per la corrispondenza è:<br />

The only address for ma<strong>il</strong>ing is the following:<br />

Remittance Instructions<br />

Varie<br />

Payment should be sent through International Postal Money Order<br />

payable to <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>, c/o Museo <strong>di</strong><br />

Scienze Planetarie, via Galcianese 20H - 59100 Prato or on<br />

our giropost account n. 28231207 (Europe and Japan only). Proforma<br />

invoices on request, please address to Secretary.<br />

Please take notice that the only bank account is at the banca<br />

Cariprato Coiano della Banca Popolare <strong>di</strong> Vicenza IBAN:<br />

IT47 P0572821545445570807190 SWIFT code/BIC:<br />

BPVIIT21445. Please specify motivation of payment. For<br />

Bank charges € 3,00 must be added.<br />

Per gli accor<strong>di</strong> con la Soc. Spagnola <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>, con la Soc. Olandese <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> e con la Soc. Belga, i nostri<br />

soci residenti in Europa, entro <strong>il</strong> 28 febbraio 2013, potranno pagare, solo nel caso che sottoscrivano oltre la S.I.M. almeno<br />

un altro abbonamento alle <strong>Società</strong> sopradette, presso <strong>di</strong> noi le seguenti quote:<br />

S.I.M. (Bollettino Malacologico + <strong>Notiziario</strong> S.I.M.) e 47,00 (per i soci italiani)<br />

S.I.M. (Bollettino Malacologico + <strong>Notiziario</strong> S.I.M.) e 52,00 (per i soci dei paesi UE)<br />

S.E.M. (Iberus + Noticiario) e 35,00<br />

N.M.V. (Spirula) e 26,00<br />

N.M.V. (Basteria) e 48,00<br />

N.M.V. (Basteria + Spirula) e 53,00<br />

N.M.V. (Basteria + Vita Malacologica) e 68,00<br />

N.M.V. (Basteria + Vita Malacologica + Spirula) e 72,00<br />

S.B.M. (Novapex + Vie de la Societé) e 56,00<br />

sOCIeTÀ ITALIAnA DI MALACOLOGIA<br />

c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Galcianese 20H, I-59100 Prato<br />

Forli Maurizio, Segretario: segreteria@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it, segreteria.sim@libero.it<br />

Crovato Paolo, Vicepresidente: vicepresidente@societa<strong>di</strong>malacologia.it, paolo.crovato@fastwebnet.it<br />

Sito web: http://www.societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it


Nota del redattore capo<br />

Prima <strong>di</strong> iniziare questo nuovo impegno, un grazie doveroso e particolarmente sentito va rivolto al Consiglio Direttivo<br />

che ha proposto e approvato <strong>il</strong> mio incarico. Un grazie e un augurio va anche rivolto a Enzo Campani per <strong>il</strong> contributo<br />

fin qui svolto a favore del nostro <strong>Notiziario</strong>. In un periodo particolarmente <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> nostro massimo impegno<br />

sarà <strong>di</strong> gestire la realizzazione <strong>di</strong> questo notiziario, nel segno della continuità <strong>di</strong> quanto finora realizzato, cercando<br />

<strong>di</strong> migliorarci ancora e <strong>di</strong> rispondere sempre alle molteplici esigenze e aspettative dei nostri soci.<br />

<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 1-2 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />

Il mare <strong>di</strong> San Lorenzo (Bologna)<br />

M. Mauro Brunetti*<br />

Riassunto<br />

Continuando la mia collaborazione con <strong>il</strong> gruppo Trekking<br />

Italia <strong>di</strong> Bologna, dopo un paio <strong>di</strong> serate <strong>di</strong>vulgative<br />

sui foss<strong>il</strong>i, ed una prima escursione nel 2004 (come<br />

passa <strong>il</strong> tempo!), fu organizzata una seconda escursione<br />

a San Lorenzo in Collina (Bologna), venerdì 28 Ottobre<br />

2011, grazie anche all’organizzazione impeccab<strong>il</strong>e del<br />

presidente dell’Associazione bolognese Roberto D’Agostino<br />

che colgo l’occasione per ringraziare. E dunque, <strong>il</strong><br />

venerdì pomeriggio, in una splen<strong>di</strong>da giornata autunnale,<br />

tutto <strong>il</strong> gruppo (14 persone in tutto) partì per una piacevole<br />

camminata iniziando dalla località Mucchio (Fig.<br />

1). Già lungo la carrareccia che porta a San Lorenzo in<br />

Collina, tra lo stupore <strong>di</strong> alcuni partecipanti, ecco spuntare<br />

dal terreno, un frammento <strong>di</strong> Turritella (probab<strong>il</strong>mente<br />

T. spirata). Tra i quattro ed i cinque m<strong>il</strong>ioni d’anni<br />

fa, <strong>il</strong> mare copriva queste terre che sono state formate<br />

con i suoi se<strong>di</strong>menti; l’acqua ed <strong>il</strong> vento, successivamente,<br />

hanno modellato questi depositi marini formando le<br />

Fig. 1. I partecipanti all’escursione presso San Lorenzo (Bologna).<br />

*Via 28 Settembre 1944 n. 2, 40040 Rioveggio (BO),<br />

mbrunetti45@gma<strong>il</strong>.com<br />

Ignazio Sparacio<br />

Contributi<br />

dolci colline sotto i nostri pie<strong>di</strong>. Non è semplice spiegare<br />

questi argomenti ma alla fine tutti i concetti sono stati<br />

chiariti (più o meno). Arrivammo così, nelle vicinanze<br />

della chiesa <strong>di</strong> San Lorenzo in Collina. L’e<strong>di</strong>ficio è stato<br />

sottoposto a numerose ristrutturazioni che si sono succedute<br />

nel tempo a seguito <strong>di</strong> catastrofi naturali e belliche;<br />

in particolare la chiesa fu pesantemente danneggiata<br />

nella prima metà del 1400 durante <strong>il</strong> confronto m<strong>il</strong>itare<br />

che oppose i bolognesi ai m<strong>il</strong>anesi <strong>di</strong> F<strong>il</strong>ippo Maria Visconti<br />

per <strong>il</strong> controllo del vicino Castello <strong>di</strong> Capramozza,<br />

ora scomparso. Nelle vicinanze della chiesa una carrareccia<br />

fiancheggia i calanchi che, in questo punto, appaiono<br />

maestosi (Fig. 2) e qui occorre prestare attenzione<br />

perché risultano ripi<strong>di</strong> e scoscesi. Qualche giorno prima<br />

avevo cercato una via d’accesso ai calanchi facendomi<br />

largo tra le spine delle rose canine e dei rovi, puntuali<br />

presenze <strong>di</strong> ogni mia ricerca paleontologica. E dunque<br />

scendemmo su questa traccia con <strong>il</strong> richiamo <strong>di</strong> un picchio<br />

verde (Picus viri<strong>di</strong>s) che ci dette <strong>il</strong> benvenuto. Tutto<br />

<strong>il</strong> gruppo, chi più lentamente, chi, mosso dalla curiosità,<br />

con maggior foga, si avventurò così verso <strong>il</strong> basso. Nei<br />

giorni precedenti aveva piovuto e quin<strong>di</strong> le con<strong>di</strong>zioni<br />

del terreno risultarono ottimali. I terreni arg<strong>il</strong>losi su cui<br />

camminammo risalgono al periodo finale dello Zancleano<br />

(Pliocene inferiore). In base alla malacofauna rinvenuta,<br />

a quell’epoca <strong>il</strong> mare doveva avere una profon<strong>di</strong>tà<br />

tra i 50 e gli 80 metri. Appena cominciarono ad apparire<br />

le prime conchiglie foss<strong>il</strong>i le reazioni furono <strong>di</strong>verse: chi<br />

si stupì, chi, seppur incredulo, iniziò a raccoglierle (Fig.<br />

3), chi ad<strong>di</strong>rittura ipotizzò che io le avessi portate lì qualche<br />

giorno prima, anche perché alcune conchiglie avevano<br />

mantenuto i colori originali (Cochlis raropunctata). Alla<br />

fine sopraggiunse la curiosità e le domande si moltiplicarono.<br />

Una ragazza <strong>di</strong> Napoli osservò: “sembra <strong>di</strong><br />

camminare in riva al mare”. Non è esattamente così: non<br />

Il mare <strong>di</strong> San Lorenzo (Bologna)<br />

1


Contributi<br />

2<br />

eravamo sulla riva ma sul fondo <strong>di</strong> un mare ormai scomparso<br />

da almeno 4 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> anni ma, in ogni caso l’effetto<br />

era identico. Ricordai a tutti che nei calanchi <strong>di</strong> San<br />

Lorenzo in Collina è stato ritrovato anche lo scheletro <strong>di</strong><br />

una balena ora conservato presso <strong>il</strong> Museo <strong>di</strong> Geologia e<br />

Paleontologia G. Cappellini a Bologna che invito a visitare.<br />

Tutta questa zona è stata stu<strong>di</strong>ata alla fine del 1800<br />

da Ludovico Foresti che qui scoprì <strong>di</strong>verse nuove specie<br />

<strong>di</strong> conchiglie foss<strong>il</strong>i. Feci anche notare ai partecipanti<br />

quali siano i pericoli per i calanchi, tutti dovuti all’azione<br />

dell’uomo. Il primo è causato dalla criminale abitu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> gettare rifiuti lungo le sue pareti: nonostante i <strong>di</strong>vieti<br />

molti continuano a farlo tant’è che una parte del calanco<br />

somiglia a una <strong>di</strong><strong>scarica</strong>. Il secondo pericolo, forse meno<br />

evidente ma altrettanto insi<strong>di</strong>oso, è dovuto al fenomeno<br />

Fig. 3. In cerca <strong>di</strong> conchiglie foss<strong>il</strong>i.<br />

Fig. 2. I calanchi <strong>di</strong> San Lorenzo (Bologna) in Collina.<br />

del riscaldamento globale. Negli ultimi 30 anni i calanchi<br />

hanno ridotto non poco la loro superficie a causa della<br />

mancanza delle cospicue nevicate invernali che in passato<br />

tenevano in continuo movimento le masse arg<strong>il</strong>lose<br />

imbevendole d’acqua. La vegetazione sta lentamente colonizzando<br />

le pareti arg<strong>il</strong>lose e se questa tendenza non<br />

dovesse cambiare, tra qualche anno resterà ben poco <strong>di</strong><br />

San Lorenzo in Collina. A questo punto, tornammo tutti<br />

verso le auto rimaste a valle. Tutto <strong>il</strong> gruppo era contento<br />

per aver scoperto qualcosa <strong>di</strong> nuovo e affascinante e l’accompagnatore<br />

era sod<strong>di</strong>sfatto per aver potuto con<strong>di</strong>videre<br />

con loro un po’ delle sue conoscenze. Porterò a Roberto<br />

D’Agostino qualche numero arretrato del <strong>Notiziario</strong><br />

S.I.M. da tenere nella biblioteca dell’Associazione<br />

(Via dell’Inferno 20/B, Bologna), nell’eventualità che<br />

qualcuno possa interessarsi alla nostre amate conchiglie,<br />

e, magari, nella speranza <strong>di</strong> poter costituire una sezione<br />

bolognese della S.I.M.


<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 3-10 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />

La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae<br />

(Gastropoda: Pulmonata)<br />

Angelo Vannozzi* & Alessandro Hallgass #<br />

Riassunto<br />

La conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae presenta un<br />

complesso <strong>di</strong> pliche e lamelle che, insieme ad una lamina<br />

calcarea mob<strong>il</strong>e (claus<strong>il</strong>io), formano un efficace sistema<br />

<strong>di</strong> chiusura.<br />

In questa nota viene <strong>il</strong>lustrata la struttura interna della<br />

conchiglia e viene descritto <strong>il</strong> meccanismo <strong>di</strong> funzionamento<br />

del claus<strong>il</strong>io. Inoltre vengono <strong>di</strong>scussi <strong>il</strong> valore<br />

sistematico <strong>di</strong> alcune pliche e lamelle e le possib<strong>il</strong>i funzioni<br />

del sistema <strong>di</strong> chiusura della conchiglia.<br />

La famiglia Claus<strong>il</strong>iidae comprende numerose specie <strong>di</strong>stribuite<br />

prevalentemente nell’estremo oriente dell’Asia,<br />

nelle regioni an<strong>di</strong>ne del Sud America e nella regione paleartica<br />

occidentale (Szekeres, 1984; Nordsieck, 2007). In<br />

Europa <strong>il</strong> massimo <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità per questa famiglia si<br />

osserva nella penisola Balcanica, mentre <strong>il</strong> numero <strong>di</strong><br />

specie <strong>di</strong>minuisce progressivamente andando verso<br />

nord e verso ovest. Secondo la checklist ufficiale della<br />

fauna italiana la famiglia Claus<strong>il</strong>iidae è presente in Italia<br />

con 70 specie e circa 45 sottospecie (Manganelli et al.,<br />

1995, 2000, 2002). D’altra parte, la recente checklist comp<strong>il</strong>ata<br />

da Bank (2011) comprende 66 specie ed oltre 80<br />

sottospecie.<br />

Questa <strong>di</strong>screpanza è in parte dovuta all’esistenza <strong>di</strong> demi<br />

locali dovuti alla scarsa mob<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> questi gasteropo<strong>di</strong><br />

che ha da sempre favorito la proliferazione <strong>di</strong> taxa<br />

sottospecifici <strong>di</strong> incerta vali<strong>di</strong>tà.<br />

Le specie sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole; per le italiane<br />

la lunghezza della conchiglia va da circa 7 mm per<br />

quelle più piccole (genere Balea Gray, 1824) ad oltre 25<br />

mm per le specie più gran<strong>di</strong> (genere Medora H.& A.<br />

Adams 1855, Sic<strong>il</strong>iaria nob<strong>il</strong>is (Pfeiffer, 1848), Sic<strong>il</strong>iaria<br />

crassicostata (Pfeiffer, 1856)). La conchiglia nella famiglia<br />

Claus<strong>il</strong>iidae ha una forma piuttosto costante, allungata,<br />

fusiforme, con avvolgimento nella maggior parte dei casi<br />

sinistrorso e, nella gran parte delle specie, provvista <strong>di</strong><br />

un complesso sistema <strong>di</strong> pliche e lamelle che si sv<strong>il</strong>uppano<br />

nella fase adulta e sono presenti nell’ultimo giro della<br />

conchiglia. Infatti all’interno dell’apertura sono <strong>di</strong> norma<br />

presenti 3 lamelle, mentre posteriormente per traspa-<br />

* Via Pietro de Cristofaro 46, 00136 Roma,<br />

ang.vannozzi@gma<strong>il</strong>.com<br />

# Via della Divina Provvidenza 16, 00166 Roma,<br />

hallgass@hotma<strong>il</strong>.com<br />

renza si possono osservare alcune pliche. La nomenclatura<br />

<strong>di</strong> pliche e lamelle è basata sullo schema <strong>di</strong> Welter-<br />

Schultes (2010), al quale si rimanda per una più completa<br />

trattazione. Convenzionalmente vengono chiamate<br />

lamelle quelle poste sul lato parietale e columellare e pliche<br />

quelle poste nella regione palatale.<br />

Pliche, lamelle, claus<strong>il</strong>io<br />

In Sic<strong>il</strong>iaria paestana (Ph<strong>il</strong>ippi, 1836) osservando l’apertura<br />

frontalmente, si osservano tre lamelle, <strong>di</strong> cui una collocata<br />

nella parte alta dell’apertura (lamella parietale) e<br />

due sulla columella, ovvero la lamella columellare propriamente<br />

detta e la lamella subcolumellare (Fig. 1a).<br />

Posteriormente si possono notare, per trasparenza, una<br />

lunga plica principale <strong>di</strong>sposta parallelamente alla linea<br />

<strong>di</strong> sutura e una plica arcuata chiamata lunella. In Cochlo<strong>di</strong>na<br />

incisa (Küster, 1875) si osservano le stesse lamelle<br />

della specie precedente e posteriormente la plica principale,<br />

mentre al posto della lunella si possono osservare<br />

una serie <strong>di</strong> pliche palatali <strong>di</strong>sposte in senso spirale, <strong>di</strong><br />

cui la più evidente è la plica basale (Fig. 1b). In Leucostigma<br />

can<strong>di</strong>descens (Rossmässler, 1835) sono ben visib<strong>il</strong>i la<br />

lamella superiore e la lamella columellare, mentre la lamella<br />

subcolumellare rimane immersa; posteriormente<br />

si nota che, contrariamente alle specie precedenti, la plica<br />

principale è assente mentre la lunella è bene sv<strong>il</strong>uppata;<br />

inoltre è presente una breve plica palatale (Fig. 1c). La<br />

Fig. 1d mostra un esemplare <strong>di</strong> Balea perversa (Linnaeus,<br />

1758) che, a <strong>di</strong>fferenza delle specie precedenti, non presenta<br />

né pliche né lamelle. L’unico particolare che si nota<br />

è un tubercolo parietale in luogo della lamella superiore;<br />

infatti questa specie rappresenta un caso <strong>di</strong> riduzione<br />

estrema delle strutture normalmente presenti nelle altre<br />

specie della famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Nordsieck, 1982).<br />

Dagli esempi mostrati in Fig. 1 si può intuire come pliche<br />

e lamelle abbiano un considerevole sv<strong>il</strong>uppo interno.<br />

La Fig. 2 mostra esemplari delle stesse specie presenti<br />

in Fig. 1 in cui è stato rimosso l’ultimo quarto <strong>di</strong> giro.<br />

In Sic<strong>il</strong>iaria paestana le lamelle columellare e subcolumellare<br />

sono bene sv<strong>il</strong>uppate all’interno della conchiglia<br />

La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />

3


Contributi<br />

4<br />

Figura 1. a. Sic<strong>il</strong>iaria paestana, promontorio del Circeo (LT); b. Cochlo<strong>di</strong>na incisa, Leonessa, loc. Fuscello (RI); c. Leucostigma can<strong>di</strong>descens,<br />

Civitella (RM); d. Balea perversa, Chiusi della Verna (AR). Scala: 5 mm (a-c); 2.5 mm (d).<br />

Figura 2. Esemplari <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>iidae a cui è stato rimosso l’ultimo quarto <strong>di</strong> giro: a. Sic<strong>il</strong>iaria paestana, promontorio del Circeo (LT); b<br />

Cochlo<strong>di</strong>na incisa, Sutri (VT); c. Leucostigma can<strong>di</strong>descens, Sermoneta (LT).<br />

mentre la lamella parietale si attenua rapidamente entro<br />

<strong>il</strong> primo quarto <strong>di</strong> giro (Fig 2a). A questa si affianca una<br />

lunga lamella spirale che percorre la regione parietale<br />

mantenendosi parallela alla linea <strong>di</strong> sutura. In corrispondenza<br />

della lunella si nota la presenza <strong>di</strong> una lamina calcarea<br />

concava chiamata claus<strong>il</strong>io che ostruisce <strong>il</strong> passaggio.<br />

Il claus<strong>il</strong>io è limitato lateralmente dalla lunella e<br />

dalla lamella subcolumellare, mentre inferiormente si<br />

nota la presenza <strong>di</strong> una breve plica subclaustrale. In Cochlo<strong>di</strong>na<br />

incisa si ha una situazione sim<strong>il</strong>e: si possono notare<br />

infatti la lamella columellare flessuosa e <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io<br />

che presenta una profonda insenatura che gli permette<br />

<strong>di</strong> adattarsi alla forte plica palatale inferiore (Fig. 2b). Inferiormente<br />

<strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io ha la forma <strong>di</strong> un uncino e si inse-


isce tra la plica palatale inferiore e la plica sulcale, mentre<br />

superiormente poggia contro la plica palatale superiore.<br />

In Leucostigma can<strong>di</strong>descens molte delle strutture<br />

presenti nelle due specie precedenti sono mo<strong>di</strong>ficate, vestigiali<br />

o assenti, come ad esempio la lamella spirale e la<br />

plica subclaustrale, mentre la lamella subcolumellare è<br />

d<strong>il</strong>atata inferiormente a formare un appoggio per la base<br />

del claus<strong>il</strong>io (Fig. 2c). Di contro, all’interno della Balea<br />

perversa non sono presenti né pliche, né lamelle, né claus<strong>il</strong>io,<br />

come accade nei giovani delle altre specie <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>iidae,<br />

dai quali si <strong>di</strong>stingue unicamente per <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />

arrotondato della base, per <strong>il</strong> labbro esterno ispessito e,<br />

laddove presente, per <strong>il</strong> tubercolo parietale.<br />

Un’ispezione dell’interno della conchiglia a monte del<br />

claus<strong>il</strong>io permette <strong>di</strong> osservare meglio l’origine e lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

<strong>di</strong> tutte le strutture fin qui menzionate. Pren<strong>di</strong>amo<br />

un esemplare <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria cf. paestana (Fig. 3a, b).<br />

In questo caso la lamella subcolumellare è appena visib<strong>il</strong>e<br />

in visione frontale mentre si apprezza bene o per trasparenza<br />

nella regione periombelicale (Fig. 3c), o inclinando<br />

la conchiglia ed osservando all’interno dell’apertura:<br />

in <strong>di</strong>rezione obliqua, si possono infatti scorgere<br />

anche la base della lunella, molto callosa in questa specie,<br />

e una porzione del claus<strong>il</strong>io (Fig. 3d). Rompendo la<br />

conchiglia circa 1 giro prima dell’apertura si può osservare<br />

che:<br />

1) <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io è collocato tra la lunella e la lamella subco-<br />

Figura 3. Spaccati <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria cf. paestana, Salvitelle (SA).<br />

lumellare (Fig 3e); in particolare si può osservare come <strong>il</strong><br />

claus<strong>il</strong>io e la lamella subcolumellare formino un’unica<br />

superficie che chiude <strong>il</strong> passaggio verso l’interno della<br />

conchiglia;<br />

2) sopra <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si possono notare due lamelle che<br />

hanno origine in quel punto e si estendono verso l’apertura<br />

(Fig. 3f); al centro della regione parietale si trova la<br />

lamella spirale, mentre vicino alla columella inizia la lamella<br />

columellare; nello stesso punto nella regione palatale<br />

si possono notare l’inizio della plica principale e una<br />

breve plica palatale superiore fusa con la lunella;<br />

3) nella parte alta <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io presenta una strozzatura da<br />

cui parte un lungo peduncolo che entra all’interno della<br />

conchiglia; rimuovendo un’ulteriore porzione <strong>di</strong> conchiglia<br />

si vede che <strong>il</strong> peduncolo si va a saldare sulla columella<br />

a circa 1 giro al <strong>di</strong> sopra della lunella (Fig. 3g).<br />

Rompendo la columella al <strong>di</strong> sopra e al <strong>di</strong> sotto dell’attacco<br />

del peduncolo si può estrarre l’intero claus<strong>il</strong>io.<br />

Questo ha la forma <strong>di</strong> un cucchiaio ritorto che forma una<br />

spirale <strong>di</strong> circa un giro (Fig. 3h). Il claus<strong>il</strong>io deriva da una<br />

lamella fortemente mo<strong>di</strong>ficata, dato che è d<strong>il</strong>atata fino<br />

ad occupare quasi tutta la sezione interna della conchiglia<br />

e profondamente smarginata tanto che è unita alla<br />

columella solo per un brevissimo tratto.<br />

Da queste osservazioni si può vedere come <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io,<br />

pur non essendo articolato come ad esempio le valve nei<br />

bivalvi, rappresenta una struttura mob<strong>il</strong>e grazie alla sua<br />

La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />

5


Contributi<br />

6<br />

Figura 4. Spaccati <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria piceata, Focene (RM).<br />

elasticità. Infatti quando l’animale fuoriesce dalla conchiglia,<br />

preme sul claus<strong>il</strong>io che si va a collocare in uno<br />

spazio tra le lamelle, mentre quando l’animale si ritrae, <strong>il</strong><br />

claus<strong>il</strong>io torna elasticamente alla sua posizione <strong>di</strong> riposo<br />

occludendo l’apertura.<br />

La Fig. 4a mostra uno spaccato <strong>di</strong> un esemplare <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria<br />

piceata (Rossmässler, 1836) 1 . Rimuovendo la parte inferiore<br />

della lunella si può vedere come <strong>il</strong> passaggio sia<br />

impe<strong>di</strong>to sia dal claus<strong>il</strong>io sia dalla lamella subcolumellare<br />

(Fig. 4b). Ruotando ulteriormente la conchiglia si può<br />

notare come claus<strong>il</strong>io e lamella columellare abbiano una<br />

forma coincidente (Fig. 4c). Infatti se simuliamo l’uscita<br />

del mollusco, al momento dell’apertura del claus<strong>il</strong>io<br />

questo si va ad inserire nello spazio tra le lamelle columellare<br />

e subcolumellare e viene premuto contro la lamella<br />

columellare (Fig 4d). La posizione <strong>di</strong> apertura del<br />

claus<strong>il</strong>io può essere anche vista in Sic<strong>il</strong>iaria gibbula honii<br />

(O. Boettger, 1879) (Fig. 5); infatti in questa specie <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io<br />

è in posizione relativamente avanzata e si può apprezzare<br />

senza rompere la conchiglia, osservando all’interno<br />

dell’apertura in posizione obliqua.<br />

Da quanto visto si può osservare come la forma della lamella<br />

columellare e del claus<strong>il</strong>io siano strettamente correlate.<br />

Questo fatto rende conto della variab<strong>il</strong>ità della lamella<br />

columellare tra le <strong>di</strong>verse specie che tiene conto<br />

della <strong>di</strong>versa forma del claus<strong>il</strong>io e, in definitiva, della forma<br />

della regione palatale dell’ultimo giro. Secondo Sulikowska-Drozd<br />

(2009) <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si forma successivamente<br />

alla lamella columellare. È però verosim<strong>il</strong>e che da un<br />

certo punto in poi claus<strong>il</strong>io e lamella columellare si sv<strong>il</strong>uppino<br />

insieme interagendo l’uno con l’altro per dare la<br />

1 Sic<strong>il</strong>iaria piceata è tra<strong>di</strong>zionalmente inserita nel genere Delima.<br />

Le <strong>di</strong>fferenze rispetto alle altre specie <strong>di</strong> questo genere e la quasi<br />

identità morfologica ed anatomica con le Sic<strong>il</strong>iaria appenniniche<br />

hanno suggerito, in accordo con Nordsieck (2011), <strong>di</strong> inserire<br />

questa specie nel genere Sic<strong>il</strong>iaria. Nordsieck, pur ut<strong>il</strong>izzando<br />

Sic<strong>il</strong>iaria per le specie centro-meri<strong>di</strong>onali italiane, sottolinea che<br />

questo genere è basato su caratteri deboli e potrebbe essere considerato<br />

sinonimo <strong>di</strong> Charpentieria. Questa opinione è stata recepita<br />

da Bank (2011) che adotta <strong>il</strong> genere Charpentieria sud<strong>di</strong>viso<br />

in numerosi sottogeneri pur mantenendo piceata in Delima.<br />

Figura 5. Sic<strong>il</strong>iaria gibbula honii, Isola <strong>di</strong> Ventotene (LT).<br />

forma finale. Infatti si è visto come <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si debba<br />

adattare sia al prof<strong>il</strong>o interno dell’ultimo giro, sia al lato<br />

interno della lamella columellare. In base a quanto osservato,<br />

anche se <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente descrivib<strong>il</strong>e se non in maniera<br />

qualitativa, la forma della lamella columellare dovrebbe<br />

avere una grande importanza come carattere <strong>di</strong>stintivo<br />

a livello <strong>di</strong> specie. Un esempio è rappresentato dalla<br />

coppia <strong>di</strong> specie Cochlo<strong>di</strong>na laminata (Montagu, 1803) e<br />

Cochlo<strong>di</strong>na incisa (Küster, 1876). La prima è una specie <strong>di</strong><br />

origine centro-europea ed è presente in Italia a quote generalmente<br />

oltre gli 800-1000 m, mentre la seconda è un<br />

endemismo dell’Italia peninsulare e si può trovare dal<br />

livello del mare fino a circa 1000 m <strong>di</strong> quota e a volte si<br />

rinvengono in simpatria (Giusti et al., 1985). Queste due<br />

specie mostrano delle <strong>di</strong>fferenze nella morfolgia della<br />

pap<strong>il</strong>la peniale e vengono solitamente <strong>di</strong>stinte a livello <strong>di</strong><br />

conchiglia per la forte plica sulcale e per la presenza <strong>di</strong><br />

una plica palatale interme<strong>di</strong>a in Cochlo<strong>di</strong>na incisa.<br />

Oltre a questo però si può notare la <strong>di</strong>versa forma della<br />

lamella columellare, spessa e curva in C. laminata, tagliente,<br />

rett<strong>il</strong>inea e troncata vicino al bordo columellare<br />

in C. incisa. Questo carattere è piuttosto costante e osservab<strong>il</strong>e<br />

anche in popolazioni <strong>di</strong>stanti mentre lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

della plica palatale interme<strong>di</strong>a è variab<strong>il</strong>e ed a volte può<br />

essere assente (Fig. 6).


Figura 6. a. Cochlo<strong>di</strong>na incisa; b. Cochlo<strong>di</strong>na laminata, entrambe<br />

provenienti da Leonessa, loc. Fuscello (RI). Scala: 5 mm.<br />

La forma della lamella columellare è anche influenzata<br />

dalla posizione del claus<strong>il</strong>io all’interno dell’apertura; in<br />

specie in cui <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io è posto in posizione remota la<br />

lamella columellare tende ad essere poco o talvolta per<br />

nulla visib<strong>il</strong>e dall’apertura (es. Muticaria melitensis (Gatto,<br />

1892)), mentre al contrario specie in cui <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io è<br />

posto più vicino all’apertura tendono ad avere una lamella<br />

columellare ben visib<strong>il</strong>e (es. Sic<strong>il</strong>iaria gibbula (Rossmässler,<br />

1836)). Si capisce anche perché in Balea perversa<br />

non c’è lamella columellare; infatti non essendoci claus<strong>il</strong>io,<br />

una lamella columellare non avrebbe nessun ruolo.<br />

Non solo, non ci sono tutte le lamelle e le pliche che concorrono<br />

al funzionamento del claus<strong>il</strong>io, e cioè almeno le<br />

lamelle columellare e subcolumellare, la lunella e <strong>il</strong> ramo<br />

interno della plica palatale superiore. Queste infatti insieme<br />

al claus<strong>il</strong>io vanno considerate nel complesso come<br />

facenti parte <strong>di</strong> un’unica struttura e non hanno senso se<br />

prese singolarmente. D’altra parte, è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e attribuire<br />

un significato sistematico ad alcuni caratteri come la lamella<br />

subcolumellare più o meno emersa, dato che <strong>il</strong><br />

tratto vicino al labbro non sembrerebbe avere alcun ruolo<br />

nell’articolazione del claus<strong>il</strong>io. Parimenti non è chiara<br />

la funzione svolta da alcune pliche accessorie come la<br />

plica basale, che in alcune specie può essere più o meno<br />

espressa e mostra un certo grado <strong>di</strong> variab<strong>il</strong>ità tra <strong>di</strong>verse<br />

popolazioni o come <strong>il</strong> ramo anteriore della plica palatale<br />

superiore che mostra una notevole variab<strong>il</strong>ità in<strong>di</strong>viduale<br />

anche all’interno <strong>di</strong> una stessa popolazione. Un<br />

altro esempio si può osservare nel caso delle Sic<strong>il</strong>iaria appenniniche.<br />

In Fig. 7a, b sono mostrati 2 esemplari apparentemente<br />

riconducib<strong>il</strong>i a S. incerta (Küster, 1861) (Fig.<br />

7c), specie limitata alla Sic<strong>il</strong>ia centro-settentrionale, per<br />

via del complesso lunella-plica basale che caratterizza<br />

questa specie (Kobelt, 1876: n. 1740). Se si osserva la lamella<br />

columellare in questi esemplari notiamo che ci sono<br />

delle <strong>di</strong>fferenze in termini <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo e posizione. Al<br />

contrario, se confrontiamo rispettivamente l’esemplare<br />

in Fig. 7a con S. intustructa (Westerlund, 1883) (Fig. 7d) e<br />

l’esemplare in Fig. 7b con S. kobeltiana (Küster, 1876)<br />

(Fig. 7e), ve<strong>di</strong>amo che c’è un buon accordo nella forma<br />

della lamella columellare. D’altra parte sarebbe <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente<br />

giustificab<strong>il</strong>e da un punto <strong>di</strong> vista biogeografico<br />

la presenza <strong>di</strong> popolazioni puntiformi <strong>di</strong> S. incerta<br />

nell’Appennino centro-meri<strong>di</strong>onale.<br />

Ci sono altre pliche e lamelle che hanno una <strong>di</strong>versa funzione.<br />

La lamella spirale e la plica principale, insieme<br />

con le pareti della conchiglia, delimitano un canale <strong>di</strong> sezione<br />

quasi rettangolare che normalmente si estende<br />

dalla regione subito a monte del claus<strong>il</strong>io quasi fino<br />

all’apertura. La funzione <strong>di</strong> questo canale <strong>di</strong> bypass è<br />

probab<strong>il</strong>mente quella <strong>di</strong> mantenere uno scambio gassoso<br />

tra l’interno e l’esterno della conchiglia. Infatti nelle specie<br />

dove esiste <strong>il</strong> canale <strong>di</strong> bypass <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io non copre<br />

tutto lo spazio interno dell’apertura (Figg. 2a, 3f); al contrario<br />

in specie in cui lamella spirale e plica principale<br />

sono ru<strong>di</strong>mentali, <strong>il</strong> canale <strong>di</strong> bypass è estremamente ridotto<br />

o del tutto assente e <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si estende fino a<br />

chiudere completamente l’apertura (Fig. 2c). Il primo sistema<br />

<strong>di</strong> chiusura viene definito <strong>di</strong> tipo normale (N),<br />

mentre <strong>il</strong> secondo viene definito <strong>di</strong> tipo “Grac<strong>il</strong>iaria” (G)<br />

(Nordsieck, 1982). Il tipo G è derivato dal tipo N per riduzione<br />

<strong>di</strong> alcune pliche e lamelle e si è evoluto in<strong>di</strong>pendentemente<br />

in <strong>di</strong>verse linee f<strong>il</strong>etiche. Anche se tipo N e<br />

tipo G sono piuttosto <strong>di</strong>versi, tuttavia <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> sistema<br />

non è sufficiente a definire un genere; è stato <strong>di</strong>mostrato<br />

infatti che nel genere Albinaria sono presenti sia specie<br />

con sistema <strong>di</strong> tipo N sia specie con sistema <strong>di</strong> tipo G<br />

(Uit de Weerd et al., 2004). Analogamente, <strong>il</strong> rinvenimento<br />

<strong>di</strong> esemplari ibri<strong>di</strong> tra Lampedusa imitatrix (O. Boettger,<br />

1879) e Muticaria macrostoma (Cantraine, 1835), specie<br />

caratterizzate rispettivamente da un sistema <strong>di</strong> tipo<br />

N e <strong>di</strong> tipo G, in<strong>di</strong>cano che queste specie sono presumib<strong>il</strong>mente<br />

congeneriche (Giusti et al., 1995).<br />

Attualmente non c’è una risposta certa e valida in generale<br />

alla funzione svolta dal claus<strong>il</strong>io. Le ipotesi più verosim<strong>il</strong>i<br />

sono la protezione contro i predatori e la protezione<br />

contro l’essiccamento. È possib<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io<br />

svolga, seppur non ottimizzate, entrambe le funzioni.<br />

Con riferimento alle specie italiane si può osservare che:<br />

- <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo N è normalmente presente in specie<br />

che vivono in ambienti riparati, mentre <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo<br />

G è comune in specie che vivono in parete esposta. Tra i<br />

generi italiani che possiedono <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo G si possono<br />

menzionare Leucostigma, Pap<strong>il</strong>lifera e Muticaria; ci<br />

La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />

7


Contributi<br />

8<br />

Figura 7. a. Sic<strong>il</strong>iaria cf. intustructa, Ponte Bovino (FG); b. Sic<strong>il</strong>iaria cf. kobeltiana, Sorianello (VV); c. Sic<strong>il</strong>iaria incerta, Petralia Soprana<br />

(PA); d. Sic<strong>il</strong>iaria intustructa, topotipo, Balvano (PZ); e. Sic<strong>il</strong>iaria kobeltiana, topotipo, Monte Tiriolo (CZ). Scala: 5 mm.<br />

sono però specie che vivono in ambienti ugualmente<br />

molto esposti che hanno un sistema <strong>di</strong> tipo N (es. Sic<strong>il</strong>iaria<br />

gibbula);<br />

- è piuttosto comune trovare specie <strong>di</strong> lettiera predate; in<br />

Fig. 8 si può vedere un esemplare <strong>di</strong> Cochlo<strong>di</strong>na laminata<br />

in cui <strong>il</strong> penultimo giro è occupato dal pupario <strong>di</strong> un insetto.<br />

Dato che non vi sono fori sulla conchiglia, è probab<strong>il</strong>e<br />

che la larva <strong>di</strong> insetto sia penetrata all’interno della<br />

conchiglia tramite <strong>il</strong> canale <strong>di</strong> bypass, predando <strong>il</strong> mollusco<br />

e impupandosi al suo interno. Una volta completata<br />

la metamorfosi l’insetto sarebbe uscito dalla conchiglia<br />

rompendo <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io che manca sempre in questi casi.<br />

I dati sul possib<strong>il</strong>e predatore sono scarsi; tra i possib<strong>il</strong>i<br />

responsab<strong>il</strong>i <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> predazione si possono annoverare<br />

i rappresentanti della famiglia Scymozidae (Insecta:<br />

Diptera) (Knutson & Vala, 2011). Questo tipo <strong>di</strong><br />

predazione è stato riscontrato oltre in Cochlo<strong>di</strong>na laminata,<br />

anche in Cochlo<strong>di</strong>na incisa e Sic<strong>il</strong>iaria piceata, tutte specie<br />

che presentano un sistema <strong>di</strong> tipo N. Al contrario non<br />

sono noti esemplari <strong>di</strong> Leucostigma can<strong>di</strong>descens, che possiede<br />

un sistema <strong>di</strong> tipo G, predati in modo analogo, per<br />

cui è possib<strong>il</strong>e ipotizzare un ruolo del sistema <strong>di</strong> chiusura<br />

nella <strong>di</strong>fesa contro questo tipo <strong>di</strong> predatore.<br />

Per le specie del genere Albinaria, <strong>di</strong>ffuso in Grecia e coste<br />

occidentali della Turchia, alcune delle quali presenta-<br />

no un sistema <strong>di</strong> tipo G, sono riportati numerosi casi <strong>di</strong><br />

predazione ad opera delle larve <strong>di</strong> Dr<strong>il</strong>us (Coleoptera:<br />

Dr<strong>il</strong>idae) che perforano la conchiglia e penetrano all’interno<br />

dove successivamente si impupano come nel caso<br />

del predatore della Cochlo<strong>di</strong>na laminata (Sch<strong>il</strong>thuizen et<br />

al., 1994; Welter-Schultes, 2000). Questo tipo <strong>di</strong> predazione<br />

non è stato finora documentato con certezza per l’Italia<br />

dato che non sono noti esemplari con fori causati da<br />

larve <strong>di</strong> Dr<strong>il</strong>us. Attualmente è documentato un solo caso<br />

che riguarda un esemplare <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>ia cruciata (Studer,<br />

1820) che presenta un piccolo foro perfettamente circolare<br />

nella parte alta della spira e che sembrerebbe analogo<br />

ai casi riportati da altri autori (Bassi, 2007); tuttavia allo<br />

stato attuale si ignora quale sia <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> questi<br />

piccoli fori e se si tratti effettivamente <strong>di</strong> un predatore<br />

(Sch<strong>il</strong>thuizen et al., 1994; Örstan, 1999). Da queste osservazioni<br />

si può desumere che, sebbene <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo G<br />

offra in linea <strong>di</strong> principio una migliore <strong>di</strong>fesa contro i<br />

predatori, <strong>di</strong> fatto non impe<strong>di</strong>sce che i Claus<strong>il</strong>iidae vengano<br />

predati.<br />

Uit de Weerd et al. (2004) riportano le conclusioni <strong>di</strong> precedenti<br />

stu<strong>di</strong> secondo i quali né la presenza né <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong><br />

claus<strong>il</strong>io sembrano offrire particolari vantaggi contro<br />

l’essiccamento, dato che <strong>il</strong> grosso della protezione avviene<br />

grazie al fatto che <strong>il</strong> mollusco durante l’estivazone


Figura 8. Cochlo<strong>di</strong>na laminata, Chiusi della Verna (AR). In trasparenza<br />

nel penultimo giro si può notare la presenza <strong>di</strong> un pupario<br />

<strong>di</strong> un insetto, in<strong>di</strong>cato dalle frecce. Scala: 5 mm.<br />

sig<strong>il</strong>la la conchiglia facendo aderire l’apertura contro la<br />

roccia con uno spesso strato <strong>di</strong> muco. Questo è confermato<br />

dalla constatazione che esistono specie appartenenti<br />

ad altre famiglie, sprovviste quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una struttura<br />

analoga al claus<strong>il</strong>io, che sono perfettamente adattate<br />

alla vita in parete esposta (ad es. <strong>il</strong> genere Chondrina). Va<br />

però detto che se durante l’estivazione la conchiglia si<br />

staccasse dalla roccia a causa <strong>di</strong> un agente esterno, <strong>il</strong><br />

mollusco si troverebbe privo della protezione assicurata<br />

dalla roccia alla quale si era sig<strong>il</strong>lato. È chiaro quin<strong>di</strong> che<br />

in questo caso ci sarebbe un notevole vantaggio nel possedere<br />

un sistema <strong>di</strong> tipo G, dato che questo permetterebbe<br />

al mollusco una sopravvivenza sicuramente maggiore<br />

rispetto al possedere una conchiglia con sistema <strong>di</strong><br />

tipo N. D’altra parte l’assenza <strong>di</strong> pliche, lamelle e claus<strong>il</strong>io<br />

in Balea perversa risponde ad un’esigenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso<br />

tipo. Infatti in questa specie come in altre congeneri la<br />

scomparsa del sistema <strong>di</strong> chiusura può essere spiegato<br />

con la modalità <strong>di</strong> riproduzione ovovivipara <strong>di</strong> queste<br />

specie, per cui la presenza <strong>di</strong> strutture che riducono lo<br />

spazio interno della conchiglia, unitamente alle ridotte<br />

<strong>di</strong>mensioni, possono costituire un ostacolo per la riproduzione<br />

(Preece & Gittenberger, 2003).<br />

In definitiva <strong>il</strong> complesso <strong>di</strong> pliche e lamelle presenti nella<br />

conchiglia dei Claus<strong>il</strong>iidae, con l’eccezione della lamella<br />

parietale, sono strettamente legate alla presenza<br />

del claus<strong>il</strong>io in modo tale da formare un efficace sistema<br />

<strong>di</strong> chiusura. La forma della lamella columellare, influenzata<br />

dalla forma del claus<strong>il</strong>io e <strong>di</strong> conseguenza dalla forma<br />

dell’ultimo giro della conchiglia in corrispondenza<br />

<strong>di</strong> questo, offre un carattere ut<strong>il</strong>e per la <strong>di</strong>stinzione a livello<br />

specifico.<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringrazia V<strong>il</strong>ler Bassi (<strong>Società</strong> Reggiana <strong>di</strong> Scienze Naturali),<br />

per la segnalazione e le informazioni relative<br />

all’esemplare <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>ia cruciata recante un foro da presunta<br />

predazione, Fabio Liberto (Cefalù) per l’invio <strong>di</strong><br />

esemplari <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria incerta e Walter Renda (Amantea)<br />

per l’invio <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria kobeltiana.<br />

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Errata e addenda, 2. Bollettino Malacologico, 36: 125-130.<br />

La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />

9


Contributi<br />

10<br />

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adjacent Sic<strong>il</strong>y (except genus Pap<strong>il</strong>lifera Hartmann). Disponib<strong>il</strong>e<br />

all’in<strong>di</strong>rizzo: http://www.hnords.de (accessed<br />

23/9/2011).<br />

Örstan A., 1999. Dr<strong>il</strong>l holes in land sna<strong>il</strong> shells from western<br />

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Sch<strong>il</strong>thuizen M., Kemperman Th. C.M. & Gittenberger E.,<br />

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<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 10-12 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />

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Crete (Greece): presence of geographically variable monotypic<br />

and polytypic species. Archiv für Molluskenkunde, 139:<br />

143-245.<br />

Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle naturali da una sola<br />

conchiglia <strong>di</strong> Pinctada margaritifera (Linnaeus, 1758)<br />

(Bivalvia: Pteriidae)<br />

Gianpiero Piva*<br />

Abstract<br />

The fin<strong>di</strong>ng is signalized at Hurgada on the Red Sea in<br />

Egypt, of a pearl oyster, Pinctada margaritifera (Linnaeus,<br />

1758), with 85 small pearls inside and many half pearls<br />

on the inner surface of both valves.<br />

Le perle naturali si formano come reazione del mollusco<br />

all’inf<strong>il</strong>trazione tra i suoi tessuti molli <strong>di</strong> un qualsiasi ti-<br />

*gppiva@libero.it<br />

Fig. 1. Foto tratta da “La Repubblica.it”.<br />

po <strong>di</strong> corpuscolo estraneo, solitamente organico, come<br />

un parassita od un pezzetto <strong>di</strong> spugna.<br />

Per bloccare l’irritazione che si crea, <strong>il</strong> mollusco genera<br />

una reazione imme<strong>di</strong>ata e prolungata nel tempo secernendo<br />

la preziosa sostanza chiamata nacre o madreperla,<br />

la quale ricopre strato dopo strato <strong>il</strong> corpo estraneo.<br />

La composizione chimica delle perle è la seguente: aragonite<br />

e calcite (CaCO 3 ) (82-92%), conchiolina (4-14%) ed<br />

acqua.<br />

Attualmente, la stragrande maggioranza delle perle sul<br />

mercato è <strong>di</strong> coltura mentre quelle naturali sono estremamente<br />

rare. Il processo che porta alla nascita <strong>di</strong> una<br />

perla <strong>di</strong> coltura ed una naturale è molto sim<strong>il</strong>e ma, nel<br />

primo caso, <strong>il</strong> corpo estraneo che dà origine alla perla<br />

viene introdotto nel mollusco artificialmente dall’uomo.<br />

Solitamente si inserisce nella gonade del mollusco un<br />

nucleo <strong>di</strong> madreperla <strong>di</strong> forma sferica ed un frammento<br />

<strong>di</strong> mantello epiteliale prelevato da un’ostrica cosiddetta<br />

“sacrificale”. Il mantello epiteliale avrà lo scopo <strong>di</strong> avvolgere<br />

<strong>il</strong> nucleo con gli strati <strong>di</strong> madreperla che si formerà<br />

grazie alla secrezione della conchiolina (un insie-


me <strong>di</strong> proteine complesse) ed i cristalli <strong>di</strong> carbonato <strong>di</strong><br />

calcio e aragonite presenti nell’acqua.<br />

Le perle naturali e quelle coltivate devono comunque essere<br />

certificate da istituti gemmologici, quali <strong>il</strong> Gemological<br />

Institute of America (GIA) od <strong>il</strong> Centro Informazione<br />

e Servizi Gemmologici (CISGEM), tramite analisi ra<strong>di</strong>ologiche<br />

o micro-tomografia computerizzata.<br />

Di solito i bivalvi <strong>di</strong> acqua dolce hanno produzioni plurime<br />

<strong>di</strong> perle e anche le ostriche perlifere del genere Pteria<br />

Scopoli, 1777 hanno manifestato, in alcuni casi, questa<br />

capacità. Nelle ostriche perlifere <strong>di</strong> Pinctada Rö<strong>di</strong>ng,<br />

1798 si innesta <strong>di</strong> solito solo un nucleo per ogni ostrica<br />

perlifera e nonostante ciò molti innesti non vanno comunque<br />

a buon fine. Cor<strong>di</strong>ner (1809) afferma che si sono<br />

formate fino a centocinquanta perle nella medesima<br />

ostrica perlifera.<br />

Un notizia più recente, pubblicata sulle pagine on-line <strong>di</strong><br />

molti quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> mondo (ve<strong>di</strong> <strong>il</strong> link: http://<br />

www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/ostrica-record/1.html)<br />

racconta del ritrovamento a Tyro (Libano)<br />

nel 2008, da parte <strong>di</strong> Amal Salha cuoca <strong>di</strong> un ristorante,<br />

<strong>di</strong> un esemplare <strong>di</strong> Pinctada contenente 26 perle<br />

(Fig. 1).<br />

L’unico altro caso documentato è la foto <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ografia<br />

<strong>di</strong> una Pinctada con una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> perle o mezze<br />

perle (la qualità dell’esame ra<strong>di</strong>ografico non permette <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stinguerle) pubblicata da Cavenago & Bignami (1972:<br />

pag. 1125, fig. 901).<br />

Entrambi i casi segnalati riguardano esemplari <strong>di</strong> Pinctada<br />

ra<strong>di</strong>ata (Leach, 1814), una specie con conchiglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />

Fig. 4. idem, valva destra lato interno.<br />

Fig. 2. Pinctada margaritifera.<br />

Fig. 3. idem, valva sinistra lato interno.<br />

mensioni ridotte mentre non sembra aversi alcuna notizia<br />

<strong>di</strong> produzioni plurime da parte delle specie più gran<strong>di</strong><br />

come P. maxima (Jameson, 1901) e P. margaritifera (Linnaeus,<br />

1758).<br />

Kunz & Stevenson (1908: pag. 69) riportano che P. margaritifera<br />

produce percentualmente meno perle delle specie<br />

più piccole e che le due specie erano pescate principalmente<br />

per la madreperla del guscio. Ancora oggi, le Pinctada<br />

più gran<strong>di</strong>, appunto P. maxima e la sottospecie P.<br />

margaritifera cumingii (Reeve, 1857) sono le più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i da<br />

coltivare, con alta percentuale <strong>di</strong> insuccesso per gli innesti.<br />

Esse producono rispettivamente le preziosissime<br />

“perle dei mari del sud” e le “perle nere <strong>di</strong> Tahiti”. Per<br />

Pinctada margaritifera, è stata tentata la coltivazione in<br />

Sudan nella seconda metà del XX secolo, ma senza successo.<br />

Il primo gennaio 1992, a Hurgada, in Egitto sul Mar Rosso,<br />

ho trovato un’ostrica perlifera appartenente alla famiglia<br />

Pteriidae, P. margaritifera, con all’interno 85 piccole<br />

perle e con in più molte perle blister su entrambe le<br />

valve. P. margaritifera è un mollusco bivalve con conchiglia<br />

subequivalve, spessa e pesante, che misura fino a<br />

200 mm; la scultura è lamellosa, <strong>il</strong> colore esterno grigio,<br />

quello interno risulta madreperlaceo br<strong>il</strong>lante con bor<strong>di</strong><br />

grigio-verde. Vive solitamente, in esemplari singoli o<br />

raggruppati in banchi poco numerosi, in prossimità <strong>di</strong><br />

barriere coralline aderendo con <strong>il</strong> bisso ai fondali rocciosi<br />

o ad ammassi corallini. È specie <strong>di</strong>ffusa in tutto <strong>il</strong> Mar<br />

Rosso e Oceano Indo-Pacifico. Jameson (1901) ha descritto<br />

per <strong>il</strong> Mar Rosso la varietà Pinctada margaritifera<br />

erythraeensis, contrad<strong>di</strong>stinta dalla colorazione con raggi<br />

ra<strong>di</strong>ali bianchi, presente anche in esemplari dell’Oceano<br />

Indo-Pacifico.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni della conchiglia da me ritrovata sono<br />

170x165x57,7 mm; l’orlo delle valve è andato <strong>di</strong>strutto<br />

per cui, in origine, credo che fosse almeno 20 mm più<br />

grande (Figg. 2-6). Del ritrovamento e dell’estrazione<br />

delle perle ho effettuato un f<strong>il</strong>mato e sono in possesso<br />

della certificazione con ra<strong>di</strong>ografie <strong>di</strong> perle e conchiglia<br />

effettuata del CISGEM – Centro Informazione e Servizi<br />

Gemmologici <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano.<br />

La certificazione riguarda 82 “ovoi<strong>di</strong> irregolari” (complessivamente<br />

ca. 14 carati, corrispondenti a più <strong>di</strong> 55<br />

grani), che sono tuttora in mio possesso, ma in origine<br />

erano 85 in tutto, <strong>di</strong> cui 3 <strong>di</strong>spersi (Fig. 7). Nella certifica-<br />

Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle naturali da una sola conchiglia <strong>di</strong> Pinctada margaritifera (Linnaeus, 1758) (Bivalvia: Pteriidae)<br />

11


Contributi<br />

12<br />

Figg. 5-6. Particolare perle blister valva destra.<br />

zione si parla <strong>di</strong> perle e concrezioni calcaree: sono tali<br />

quelle piccole formazioni che, pur non avendo le sufficienti<br />

stratificazioni tali da definirle vere e proprie perle,<br />

sono comunque composte <strong>di</strong> madreperla, al pari delle<br />

altre formazioni perlifere.<br />

All’epoca, mi ricordo che per le strade <strong>di</strong> Hurgada molti<br />

abitanti del luogo vendevano ai turisti conchiglie e coralli;<br />

io pescavo le ostriche per mangiarle e la Pinctada in<br />

questione fu trovata, insieme a molte altre, in un fondale<br />

tra gli 8 ed i 15 metri tra <strong>il</strong> frangente corallino della costa<br />

ed una serie <strong>di</strong> altre formazioni coralline, affioranti e<br />

non, site a poche centinaia <strong>di</strong> metri dalla costa stessa.<br />

L’area era soggetta a forti correnti <strong>di</strong> marea, l’acqua era<br />

piuttosto torbida con una visib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> pochi metri e le<br />

Pinctada erano solitamente attaccate a formazioni madreporiche<br />

morte.<br />

Già allora non era frequente un ritrovamento come <strong>il</strong><br />

mio, e tutt’ora risulta meritevole <strong>di</strong> segnalazione considerando<br />

come, negli ultimi anni, le perle naturali siano<br />

<strong>di</strong>ventate rarissime.<br />

Fig. 7. Le 82 perle rimaste (foto Mario Borinato).<br />

Inoltre, sono P. ra<strong>di</strong>ata e P. fucata (Gould, 1850), <strong>di</strong> minori<br />

<strong>di</strong>mensioni, quelle più fac<strong>il</strong>mente coltivab<strong>il</strong>i per la produzione<br />

<strong>di</strong> perle anche con l’innesto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un nucleo,<br />

mentre quelle più gran<strong>di</strong> risultano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e coltivazione<br />

anche se si innesta solo un nucleo. P. margaritifera dovrebbe<br />

essere quella che naturalmente produce meno<br />

perle e tra quelle più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente coltivab<strong>il</strong>e.<br />

In conclusione, va detto che <strong>il</strong> valore commerciale (per<br />

ricavare gioielli) delle perle risulta basso, perché, a parte<br />

le blister, piuttosto grosse ma irregolari, le altre sono<br />

molto piccole e <strong>di</strong> scarsa qualità gemmologica, rimanendo,<br />

tuttavia inalterato <strong>il</strong> valore dal punto <strong>di</strong> vista scientifico.<br />

Ringrazio Monica Leonar<strong>di</strong>, collaboratrice del Museo <strong>di</strong><br />

Storia Naturale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, per aver classificato la conchiglia<br />

e per avermi fornito ut<strong>il</strong>i riferimenti bibliografici e<br />

Mario Borinato, fotografo a Montecchio Maggiore in<br />

provincia <strong>di</strong> Vicenza, per la fotografia delle perle.<br />

Bibliografia<br />

Cavenago S. & Bignami M., 1972. Gemmologia. Pietre Preziose,<br />

Perle, Coralli, Avorio. II Voll., 3a Ed. Ulrico Hoepli, M<strong>il</strong>ano,<br />

LVII+1526 pp.<br />

Jameson L.H., 1901. On the Identity and Distribution of the<br />

Mother-of-Pearl Oysters; with a Revision of the Subgenus<br />

Margaritifera. Procee<strong>di</strong>ngs of the Zoological Society of London,<br />

1901 (1): 372-394.<br />

Kunz G. F. & Stevenson C. H., 1908. The Book of the Pearl. The<br />

History, Art, Science, and Industry of the Queen of Gems. The<br />

Century Co., New York, XIX+548 pp. www.amimalakos.<br />

com/argonauta/2011-7-12/<strong>il</strong>librodelleperle.pdf<br />

Cor<strong>di</strong>ner J., 1809. Alcuni dettagli sopra la pesca delle perle.<br />

Estratti dall’opera intitolata A Description of Ceylan del Sig.<br />

Cor<strong>di</strong>ner. Giornale <strong>di</strong> Fisica, Chimica e Storia Naturale, 2: 80-82.<br />

www.archive.org/stream/ giornale<strong>di</strong>fisica02pavi/giornale<strong>di</strong>fisica02pavi_djvu.txt


<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 13-17 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />

Intervista a Vittorio Emanuele Orlando<br />

Giuseppe Viviano*<br />

Riassunto<br />

Vittorio Emanuele Orlando è nato a Palermo nel 1928 e<br />

attualmente vive a Terrasini (Palermo). Ere<strong>di</strong>tò dal padre,<br />

Carlo, stimato ornitologo, quella passione per le scienze<br />

naturali che lo spingerà a realizzare importanti collezioni<br />

e stu<strong>di</strong> in vari settori, con particolare riguardo per l’ornitologia<br />

e la malacologia. Ha ricoperto <strong>di</strong>verse cariche politiche<br />

nel Comune <strong>di</strong> Terrasini, compresa la carica <strong>di</strong> sindaco;<br />

è stato socio, consigliere e vicepresidente della <strong>Società</strong><br />

Sic<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> Scienze Naturali, fondatore e presidente<br />

del Museo Civico <strong>di</strong> Terrasini, Ispettore Onorario dei Beni<br />

Culturali della Regione Sic<strong>il</strong>iana, socio e delegato regionale<br />

per la Sic<strong>il</strong>ia del WWF Italia, socio e consigliere<br />

della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>. Ha promosso l’istituzione<br />

del biotopo <strong>di</strong> “Capo Rama” e la realizzazione<br />

del Museo Regionale <strong>di</strong> Storia Naturale e Mostra Permanente<br />

del Carretto Sic<strong>il</strong>iano <strong>di</strong> Terrasini. Numerosi i lavori<br />

scientifici pubblicati su riviste specializzate.<br />

Terrasini (Palermo), settembre 2010.<br />

Settembre sfoggiava i suoi colori migliori, quel sabato<br />

mattina, prelu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un autunno che si sarebbe rivelato<br />

tra i più cal<strong>di</strong> degli ultimi decenni.<br />

Fig. 1. Vittorio Emanuele Orlando<br />

nella sua residenza <strong>di</strong><br />

Terrasini.<br />

* peppe.viviano@libero.it<br />

Suono <strong>il</strong> campanello e riempio l’attesa osservando le due<br />

ceramiche sul p<strong>il</strong>astro che sorregge <strong>il</strong> cancello, murate<br />

nei conci <strong>di</strong> calcarenite compatta e brunita dagli anni. Su<br />

quella più in alto si legge “La terra dei fichi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a”,<br />

sull’altra “Lasciate ogni speranza/o voi che entrate/<strong>di</strong><br />

non prender spine/in…corpo…rate”: un simpatico monito<br />

per chiunque osi spingersi oltre <strong>il</strong> vecchio cancello<br />

posto a guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la Carmela a Terrasini. E guardando<br />

oltre le sbarre, nelle aiuole che delimitano <strong>il</strong> viale<br />

d’ingresso, si intuisce la ragione dell’avviso che rimanda<br />

all’Inferno dantesco: piante <strong>di</strong> fichi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a, gran<strong>di</strong> Echinocactus<br />

grusonii, Ferocactus e Cactaceae colonnari. D’improvviso<br />

le pesanti ante ansimano, cigolano, scricchiolano,<br />

tentennano, e lentamente si spalancano tra le brattee<br />

violacee <strong>di</strong> un’esuberante buganv<strong>il</strong>lea. In fondo al viale,<br />

tra i papiri e le maioliche ottocentesche della vasca che fa<br />

da quinta alla v<strong>il</strong>la, con passo incerto, si fa avanti una<br />

figura es<strong>il</strong>e. Dinanzi alla vasca si ferma e accenna un sorriso<br />

benevolo.<br />

Come sta, dottore Orlando?<br />

La stretta <strong>di</strong> mano è quella <strong>di</strong> sempre, un po’ più ossuta<br />

forse, lo sguardo fermo, altero.<br />

Caro mio, come devo stare… come i vecchi! Dalle ginocchia in<br />

su bene, ma dalle ginocchia in giù… una trage<strong>di</strong>a! Sai cosa<br />

Intervista a Vittorio Emanuele Orlando<br />

13


Contributi<br />

14<br />

Fig. 2. Le maioliche <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la Carmela.<br />

<strong>di</strong>ceva Francesco Settepassi? “Il mio problema è al mattino,<br />

quando mi sveglio. Faccio fatica a mettere le mie vecchie ossa<br />

una sull’altra, ma una volta in pie<strong>di</strong> non mi fermo più!”. Vieni,<br />

ci mettiamo in veranda.<br />

La veranda si trova nel retro della v<strong>il</strong>la, nel lato opposto<br />

all’ingresso. Percorriamo un viale, sf<strong>il</strong>ando tra decine <strong>di</strong><br />

vasi <strong>di</strong> terracotta con piante <strong>di</strong> fichi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ogni forma<br />

e <strong>di</strong>mensione, e ci accomo<strong>di</strong>amo sotto un pergolato. Sinuosi<br />

tralci <strong>di</strong> vite americana esibivano foglie che già<br />

viravano all’arancio, all’ocra, al rubino. Tutt’intorno essenze<br />

vegetali esotiche anche in piena terra. Avevo visitato<br />

quel giar<strong>di</strong>no al tempo delle scuole elementari e vi<br />

ero ritornato da adulto; avevo visitato le serre, fotografato<br />

alcune piante, censito le Opuntiae, e ogni volta restavo<br />

affascinato da tanta bellezza e varietà <strong>di</strong> specie. Anche<br />

questa volta provo una certa meraviglia. Il padrone<br />

<strong>di</strong> casa lo intuisce e sussurra: “Sapessi quanto lavoro!”.<br />

Una riflessione intima, che affiora istintiva, piuttosto che<br />

la volontà <strong>di</strong> comunicare qualcosa. Vorrei chiedergli tante<br />

cose, <strong>di</strong> quelle piante, della Sua vita, ma ero lì per un<br />

altro motivo: raccontare la Sua esperienza <strong>di</strong> malacologo.<br />

E così ha inizio una piacevole chiacchierata che descrive<br />

la passione <strong>di</strong> un uomo per <strong>il</strong> mondo delle conchiglie,<br />

nell’impresa ardua <strong>di</strong> definirne l’impronta malacologica.<br />

Signor Vittorio (passo subito alla formula più colloquiale,<br />

abituale), nella Sua vita intensa Lei si è occupato <strong>di</strong><br />

vari settori delle scienze naturali con particolare riguar-<br />

do alla Sic<strong>il</strong>ia, raccogliendo una quantità enorme <strong>di</strong> materiali<br />

e pubblicando molti articoli su riviste specializzate<br />

regionali e nazionali. Quando e come ha scoperto la<br />

vocazione <strong>di</strong> “Naturalista”?<br />

Da giovanissimo. È una passione che mi ha accompagnato per<br />

tutta la vita e che ho coltivato con impegno e vivo interesse.<br />

Mio padre, Carlo, era cacciatore per passione. Col tempo e<br />

l’esperienza è riuscito a specializzarsi in ornitologia, realizzando<br />

una raccolta <strong>di</strong> 5.700 uccelli, montati e in pelle, rappresentativi<br />

dell’avifauna italiana e comprendenti anche specie<br />

rare. Partecipavo spesso alle battute <strong>di</strong> caccia ma non riuscivo<br />

a mettere a segno un colpo. E poi quell’attività non mi interessava,<br />

non mi piaceva sparare. Per questa ragione mio padre mi<br />

prendeva in giro, bonariamente s’intende, e ripeteva che <strong>il</strong> mio<br />

interesse per le scienze naturali era un ripiego legato al fallimento<br />

come cacciatore.<br />

E invece la mia passione era profonda e mi spingeva a saperne<br />

sempre <strong>di</strong> più, a fare attività <strong>di</strong> ricerca e stu<strong>di</strong>o. Alla sua morte,<br />

mi ritrovai ad occuparmi della collezione ornitologica e questo<br />

impegno fece nascere in me l’esigenza <strong>di</strong> realizzare una collezione<br />

tutta mia.<br />

Mi sono occupato <strong>di</strong> insetti, molluschi, mammiferi, uccelli, e<br />

anche <strong>di</strong> archeologia. Quando fui sindaco del paese (Terrasini,<br />

nda), costituii <strong>il</strong> Museo Civico <strong>di</strong> Storia Naturale, allora <strong>di</strong>stinto<br />

in tre sezioni esposte in spazi <strong>di</strong>versi: la sezione naturalistica,<br />

la sezione etnoantropologica e la sezione archeologica<br />

dell’Antiquarium Comunale. Oggi le tre sezioni sono riunite<br />

nel Museo Regionale (Museo Regionale Inter<strong>di</strong>sciplinare<br />

<strong>di</strong> Storia Naturale e Mostra Permanente del Carretto Sic<strong>il</strong>iano<br />

<strong>di</strong> Terrasini, la denominazione esatta, nda) con<br />

sede nel prestigioso Palazzo D’Aumale <strong>di</strong> Terrasini. In quel<br />

museo si conserva un patrimonio culturale dal valore immenso.<br />

C’è la storia geologica dell’isola, la storia dei carretti sic<strong>il</strong>iani,<br />

una raccolta <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> barche in scala; ci sono le collezioni<br />

<strong>di</strong> molti naturalisti, ancore e anfore <strong>di</strong> varie epoca e provenienza<br />

rinvenute nelle acque antistanti <strong>il</strong> paese, e molto altro<br />

ancora. Lo stesso palazzo merita una visita, ma… questa è<br />

un’altra storia.<br />

Anche se i Suoi interessi hanno spaziato dall’ornitologia<br />

all’entomologia, alla botanica, alla biologia, è allo stu<strong>di</strong>o<br />

e alla raccolta delle conchiglie che ha de<strong>di</strong>cato maggior<br />

tempo e attenzione. Da cosa nasce <strong>il</strong> Suo interesse per le<br />

conchiglie? Ricorda come ha cominciato e con quali specie?<br />

Pur interessandomi prevalentemente <strong>di</strong> ornitologia, con la cura<br />

e lo stu<strong>di</strong>o della collezione <strong>di</strong> mio padre, che ho contribuito<br />

a conservare e arricchire <strong>di</strong> specie ed esemplari <strong>di</strong> località <strong>di</strong>verse,<br />

ben presto ho avuto <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> realizzare una mia<br />

raccolta <strong>di</strong> malacologia, che è <strong>di</strong>ventata anch’essa <strong>di</strong> grande<br />

valore scientifico. Anche in questo caso, la collezione è specializzata<br />

nella malacofauna del Me<strong>di</strong>terraneo. All’inizio raccoglievo<br />

le specie che recuperavo dai pescatori e sulle spiagge, o<br />

che mi portavano i miei figli. Specie comuni, dapprima.<br />

Lei ha realizzato una delle più gran<strong>di</strong> collezioni malacologiche<br />

private che siano mai state realizzate in Italia.<br />

Come ci è riuscito?


La mia collezione (continua a chiamarla “mia” anche se la<br />

collezione è stata ceduta alla Regione Sic<strong>il</strong>iana nel 1988,<br />

nda) è formata da oltre 45.000 lotti inventariati, per un numero<br />

<strong>di</strong> specie molto più elevato se si considera che ogni lotto può<br />

contenere anche decine <strong>di</strong> esemplari, e c’è del materiale ancora<br />

da inventariare. La collezione è cresciuta col tempo, la ricerca, i<br />

contatti e gli scambi con altri appassionati, stu<strong>di</strong>osi, associazioni<br />

malacologiche e musei. Una collezione <strong>di</strong> tali proporzioni<br />

nasce da una grande passione e ha richiesto un numero indefinib<strong>il</strong>e<br />

<strong>di</strong> ore <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> ricerca, e anche un notevole investimento<br />

economico. Per molti anni ho condotto ricerche sui li<strong>di</strong><br />

della Sic<strong>il</strong>ia e ho creato rapporti con l’ambiente dei pescatori,<br />

ma ho fatto anche molti scambi per corrispondenza con collezionisti<br />

italiani e <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> mondo. Basti pensare che un anno, mi<br />

pare <strong>il</strong> 1978, riuscii a concludere proficuamente una settantina<br />

<strong>di</strong> scambi! Io inviavo materiale me<strong>di</strong>terraneo e ricevevo materiale<br />

esotico, terrestre o foss<strong>il</strong>e. Oggi sarebbe fac<strong>il</strong>e con internet<br />

e <strong>il</strong> computer. Ma allora! Ci voleva grande impegno, perché si<br />

dovevano scrivere le lettere a mano, e anche gli elenchi con le<br />

conchiglie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i per gli scambi, poi batterle con la macchina<br />

per scrivere, spe<strong>di</strong>rle e aspettare la risposta. Ricordo che una<br />

volta un pacco dal Sudamerica mi giunse un anno dopo la spe<strong>di</strong>zione,<br />

quando avevo perso ogni speranza <strong>di</strong> riceverlo.<br />

Alcuni esemplari li ho acquistati durante i miei viaggi all’estero.<br />

Una volta viaggiavo molto, soprattutto nelle isole. Ho visitato<br />

cinquanta isole, comprese le isole attorno alla Sic<strong>il</strong>ia. Sono<br />

stato alle Galàpagos, alle Canarie, a Cuba, in Madagascar, a<br />

Madeira, in Indonesia… L’ultima su cui ho messo piede qualche<br />

anno fa è l’Isola delle Femmine (alle porte <strong>di</strong> Palermo, nda).<br />

Ogni collezionista prima o poi è costretto a fare i conti<br />

con lo spazio, sempre più ristretto, sempre più prezioso.<br />

Dove conservava le conchiglie man mano aumentavano<br />

<strong>di</strong> numero?<br />

È stato un aspetto che ho considerato fin da subito e che non mi<br />

ha dato particolari problemi. All’inizio tenevo le conchiglie a<br />

Palermo, in un magazzino, poi le ho trasferite nella dependance<br />

<strong>di</strong>etro alla casa (ne in<strong>di</strong>ca la <strong>di</strong>rezione). Ma più che lo<br />

spazio, è sorto presto <strong>il</strong> problema <strong>di</strong> dove riporre le specie organizzate<br />

secondo la sistematica. Una collezione scientifica non<br />

è un’accozzaglia <strong>di</strong> belle cose o una raccolta <strong>di</strong> oggetti variopinti<br />

e strani: è un insieme <strong>di</strong> reperti accompagnati da alcuni<br />

dati essenziali e or<strong>di</strong>nati secondo un’impostazione rigorosa. E<br />

poi si devono rispettare alcuni criteri <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a. I materiali<br />

non devono mescolarsi tra loro e non devono prendere<br />

luce, polvere, umi<strong>di</strong>tà. Per questo ho fatto realizzare arma<strong>di</strong> in<br />

metallo, con ampi cassetti scorrevoli, e vi ho sistemato le conchiglie<br />

dove tuttora si trovano. La collezione è cresciuta rapidamente<br />

e nel tempo vi sono state inglobate le raccolte <strong>di</strong> autorevoli<br />

malacologi italiani (prende da un raccoglitore<br />

l’estratto <strong>di</strong> una pubblicazione 1 e legge i nomi): Bruno<br />

Dell’Angelo, Piero Piani, Stefano Palazzi, Francesco Battaglia<br />

Rizzo, Teodosio De Stefani, Carlo Boni, Manrico Coppini,<br />

Francesco Venezia, Angelo Lugli.<br />

1 A. Catalisano, M. Fiore, P. Iacopelli, V. E. Orlando, M.<br />

Romano, G. Viviano, 2003 (2005). Il Museo Regionale <strong>di</strong> Terrasini<br />

(Palermo). Le collezioni naturalistiche. Museologia Scientifica,<br />

20 (2): 375-390.<br />

Fig. 3. Turbinella pyrum, strumento musicale sacro delle religioni<br />

induista e bud<strong>di</strong>sta. Sul dorso della conchiglia sono incisi una palma<br />

st<strong>il</strong>izzata e motivi geometrici.<br />

Lei ha avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che “tutte le collezioni, anche<br />

le più piccole, hanno qualche particolarità che le rende<br />

preziose e uniche” (com. personale). Quella realizzata da<br />

Lei è una collezione dai gran<strong>di</strong> numeri e non è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e<br />

immaginarne la valenza scientifica, ma se dovesse dare<br />

un giu<strong>di</strong>zio personale, quali <strong>di</strong>rebbe che sono le caratteristiche<br />

che rendono la collezione preziosa e unica?<br />

È vero, ogni collezione ha le sue peculiarità: per area geografica,<br />

storia, qualità, varietà… La collezione realizzata da me è<br />

specializzata in conchiglie del Me<strong>di</strong>terraneo, ma sono ben rappresentate<br />

anche le specie esotiche, terrestri e d’acqua dolce.<br />

Una particolarità che a mio parere la rende unica è l’accostamento<br />

delle specie viventi a quelle foss<strong>il</strong>i, e ciò consente <strong>di</strong> ricavare<br />

dati f<strong>il</strong>ogenetici dai campioni. Quando venivano degli<br />

esperti a visitare la collezione, oltre a mostrare <strong>il</strong> materiale <strong>di</strong><br />

loro interesse, era mia abitu<strong>di</strong>ne aprire <strong>il</strong> cassetto con le Xenophorae<br />

me<strong>di</strong>terranee accanto alle specie foss<strong>il</strong>i del Pliocene e<br />

del Pleistocene.<br />

Nel corso della Sua attività malacologica, ci sono state<br />

famiglie o generi che L’hanno interessata più <strong>di</strong> altri?<br />

Certamente! Anche se ho realizzato una collezione “generalista”,<br />

ho avuto un interesse particolare per la famiglia Cypraeidae<br />

che raggruppa conchiglie dal particolare fascino.<br />

Però questa famiglia non è rappresentata nella collezione<br />

Orlando, se non con pochi e comuni esemplari: qual è<br />

la ragione <strong>di</strong> questa <strong>il</strong>lustre assenza?<br />

La ragione è semplice. Quando cedetti la collezione alla Regione<br />

Sic<strong>il</strong>iana, decisi <strong>di</strong> tenere le Cipree per completare la Famiglia<br />

con le specie – poche! – che ancora mancavano. E per continuare<br />

ad arricchirla <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> varia provenienza.<br />

Quando poi decisi <strong>di</strong> venderla, la Regione Sic<strong>il</strong>iana non mostrò<br />

alcun interesse e quin<strong>di</strong> mi rivolsi al Museo Civico <strong>di</strong> Storia<br />

Naturale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano che richiese l’elenco completo e in breve<br />

tempo concludemmo l’accordo. Fu una bella sod<strong>di</strong>sfazione per<br />

me, anche perché subito dopo l’acquisizione, venne allestita<br />

una mostra tematica. Ancora oggi quelle conchiglie sono esposte<br />

e ben valorizzate.<br />

Intervista a Vittorio Emanuele Orlando<br />

15


Contributi<br />

16<br />

Lei, dott. Orlando, è entrato in contatto con autorevoli<br />

stu<strong>di</strong>osi della malacologia italiana. Oltre a Francesco Settepassi,<br />

che ha già citato, ne ricorda qualcuno in particolare?<br />

(legge alcuni nomi dallo stesso estratto <strong>di</strong> prima)<br />

Teodosio De Stefani, Bruno Dell’Angelo, Stefano Palazzi,<br />

Ignazio Sparacio, e molti altri.<br />

Cosa ha provato quando la collezione, le “Sue conchiglie”,<br />

sono state trasferite dalla v<strong>il</strong>la dove le accu<strong>di</strong>va<br />

paternamente alla sede del Museo?<br />

Da una parte ero contento perché avevo assicurato alla collezione<br />

una collocazione degna del suo valore scientifico, dall’altra<br />

provavo quella sensazione che si prova quando si perde<br />

qualcosa a cui si tiene. Ma un vero trauma non è stato, perché<br />

ho continuato ad occuparmene, e l’ho fatto per molti anni.<br />

Continua ad occuparsi della Sua ex-collezione?<br />

No! (Lo <strong>di</strong>ce con fermezza, rafforzando la negazione con<br />

un movimento del capo all’in<strong>di</strong>etro). E per questo provo<br />

una grande tristezza. Proprio adesso che mi sono ritirato dal<br />

lavoro e potrei de<strong>di</strong>carmi a tempo pieno alle conchiglie! La collezione<br />

ha bisogno <strong>di</strong> essere rior<strong>di</strong>nata. Quando si trovava in<br />

via Cala Rossa (nei locali della ex sezione naturalistica del<br />

Museo Civico <strong>di</strong> Terrasini, nda) me ne occupavo, continuando<br />

a catalogare, rior<strong>di</strong>nare esemplari e immetterli in collezione.<br />

Anche dopo <strong>il</strong> trasferimento nella sede definitiva <strong>di</strong> Palazzo<br />

d’Aumale, ho continuato ad occuparmene come Ispettore Onorario<br />

dei Beni Culturali nominato dalla Regione Sic<strong>il</strong>iana. Avevo<br />

cominciato a rior<strong>di</strong>nare i cassetti, ma poi… [abbassa <strong>il</strong> capo,<br />

tristemente] ho dovuto smettere [intuisco <strong>di</strong> avere toccato<br />

un tasto dolente e passo a un’altra domanda].<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tanti anni dalla decisione <strong>di</strong> vendere la collezione,<br />

ritiene <strong>di</strong> avere fatto la scelta giusta o ha qualche<br />

rimpianto?<br />

No, rimpianti non ne ho. La scelta la trovo giusta perché sono<br />

riuscito a conservare la collezione in Sic<strong>il</strong>ia. Sapessi quante<br />

collezioni - e non solo malacologiche! -, sono andate <strong>di</strong>sperse o<br />

fatte a pezzi, cioè smembrate e vendute in Italia e all’estero!<br />

Fig. 4. Cassetto della collezione malacologica Orlando con specie<br />

tropicali della famiglia Muricidae (Museo Regionale <strong>di</strong> Storia Naturale<br />

e Mostra Permanente del Carretto Sic<strong>il</strong>iano <strong>di</strong> Terrasini).<br />

Anzi, sono riuscito ad assicurare alla Sic<strong>il</strong>ia le collezioni <strong>di</strong><br />

molti malacologi. Però non posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> essere contento, perché<br />

nessuno se ne occupa come si dovrebbe.<br />

Ha tenuto per sé qualche conchiglia, magari un pezzo,<br />

cui è legato affettivamente?<br />

No! [Risponde ancora con fermezza, poi riflette qualche<br />

istante, si alza ed entra in casa. Quando torna, mi mostra<br />

una conchiglia straor<strong>di</strong>naria, a metà tra un reperto naturalistico<br />

e un’opera d’arte, nda]. L’ho comprata in In<strong>di</strong>a, è<br />

una conchiglia sacra e anche uno strumento musicale. Si chiama…<br />

Turbinella pyrum, suggerisco. [L’avevo già vista, quella<br />

conchiglia, esposta in una delle prime mostre allestite<br />

nella nuova sede del museo, realizzata anche con materiali<br />

privati].<br />

Una domanda personale: come hanno visto, i suoi fam<strong>il</strong>iari,<br />

questa passione travolgente per <strong>il</strong> mondo delle conchiglie?<br />

Per molti aspetti l’hanno apprezzata, ma l’hanno pure criticata<br />

per l’impegno finanziario che ha richiesto.<br />

Qualche componente della famiglia Orlando ha seguito<br />

le Sue orme malacologiche?<br />

No.<br />

Cosa consiglierebbe a un giovane che scopre la passione<br />

per la malacologia?<br />

Potrei <strong>di</strong>re molte cose, ma mi limito a suggerire un’impostazione<br />

scientifica sin da subito, <strong>di</strong> scrivere i dati essenziali perché<br />

è fac<strong>il</strong>e <strong>di</strong>menticarsene, e <strong>di</strong> specializzarsi in un Genere o<br />

in una Famiglia, o in un’area geografica. Di visitare i musei,<br />

leggere le riviste specializzate, frequentare gli esperti.<br />

Accade a tutti, prima o poi, <strong>di</strong> fermarsi a riflettere e fare<br />

un b<strong>il</strong>ancio del proprio vissuto. Qual è <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio della<br />

Sua vita <strong>di</strong> “Naturalista” e, in particolare, <strong>di</strong> malacologo?<br />

Il b<strong>il</strong>ancio del mio impegno <strong>di</strong> “Naturalista” è senza dubbio<br />

positivo. Le cose che sono riuscito a fare lo <strong>di</strong>mostrano. All’epoca<br />

in cui sono stato sindaco <strong>di</strong> Terrasini - lo sono stato due<br />

volte, nei primi anni Ottanta e nel 1992 - ho promosso la protezione<br />

del biotopo <strong>di</strong> Capo Rama, poi <strong>di</strong>venuto riserva naturale,<br />

e lavorato per la costituzione <strong>di</strong> un museo civico, oggi<br />

regionale; ho fondato <strong>il</strong> WWF in Sic<strong>il</strong>ia, sono stato socio della<br />

<strong>Società</strong> Sic<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> Scienze Naturali, ricoprendo la carica <strong>di</strong><br />

vicepresidente e consigliere, e consigliere della <strong>Società</strong> Malacologica<br />

<strong>Italiana</strong>. Ho fatto tante cose e ne sono fiero, ma…<br />

Ma…?<br />

Mi rammarica che alla gente non importi nulla.<br />

Il tempo trascorre velocemente tra ricor<strong>di</strong> vecchi oltre


mezzo secolo e nomi che faticano ad affiorare, toni sommessi<br />

e repentine impennate <strong>di</strong> voce. Tra malinconia ed<br />

entusiasmo.<br />

Non era la prima volta che incontravo <strong>il</strong> sig. Vittorio. In<br />

parecchie altre occasioni avevo avuto <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> conversare<br />

lungamente con lui: tra i sentieri della Riserva <strong>di</strong><br />

Capo Rama, mentre parlava delle costruzioni abusive<br />

acquisite al patrimonio comunale all’epoca in cui era sindaco<br />

del paese o effettuavamo osservazioni e raccoglievamo<br />

dati sulla vegetazione esotica; <strong>di</strong>nanzi ai cassetti<br />

della “Sua” collezione, mentre mi <strong>il</strong>lustrava i pregi <strong>di</strong><br />

questo esemplare, le curiosità su quell’altro, gli aneddoti<br />

con cui era venuto in possesso <strong>di</strong> una conchiglia o sull’acquisizione<br />

<strong>di</strong> una raccolta. Di una Charonia lampas, ad<br />

esempio, la più grande della collezione, un giorno mi<br />

raccontò, esemplare alla mano, <strong>di</strong> come ne era venuto in<br />

possesso. Si trovava esposta sul banco <strong>di</strong> un bar nella<br />

<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 17-29 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />

piazza del paese (la Convenzione <strong>di</strong> Washington era <strong>di</strong><br />

là da venire!). Un bell’esemplare <strong>di</strong> provenienza locale:<br />

come resistervi? Manifestò con insistenza l’intenzione <strong>di</strong><br />

comprarla. Al continuo <strong>di</strong>niego della proprietaria, uscì<br />

dal bar, facendovi ritorno poco dopo con un pacchetto,<br />

acquistato nella gioielleria accanto, con una zuccheriera<br />

d’argento con la quale barattò la conchiglia.<br />

Questa volta, però, al termine della piacevole chiacchierata,<br />

ho avuto l’impressione <strong>di</strong> essere stato a un incontro<br />

con la storia; non la Storia che si legge sui libri <strong>di</strong> testo,<br />

che pure ha contribuito a scrivere <strong>il</strong> nonno <strong>di</strong> cui porta <strong>il</strong><br />

nome, ma la piccola Storia, non meno importante, degli<br />

acca<strong>di</strong>menti locali, degli atti amministrativi <strong>di</strong> un piccolo<br />

comune, fatta anche da un uomo caparbio, da un naturalista<br />

eclettico, da un citta<strong>di</strong>no lungimirante, che oggi<br />

si “rammarica che alla gente non importi nulla” <strong>di</strong> quel<br />

che è stato fatto.<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea<br />

Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

Antonio Callea*<br />

Abstract<br />

All 22 recent species of Calliostoma Swainson, 1840, belonging<br />

to subgenus Maurea Oliver, 1926, endemic to<br />

New Zealand waters, are presented.<br />

Riassunto<br />

Vengono presentate tutte le 22 specie attuali <strong>di</strong> Calliostoma<br />

Swainson, 1840, endemiche per le acque neozelandesi,<br />

appartenenti al sottogenere Maurea Oliver, 1926.<br />

Parole chiave<br />

Calliostomatidae, Calliostoma, Maurea, Nuova Zelanda,<br />

endemismo.<br />

Introduzione<br />

Il genere Calliostoma Swainson, 1840 comprende più <strong>di</strong><br />

300 specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole <strong>di</strong>ffuse in tutti i<br />

* Museo Zoologico “La Specola”, sezione del Museo <strong>di</strong> Storia<br />

Naturale dell’Università degli Stu<strong>di</strong>, via Romana 17, 50125 Firenze,<br />

callea.antonio@tiscali.it<br />

mari, in particolare nell’Oceano Atlantico occidentale<br />

(circa un centinaio <strong>di</strong> specie) e nella regione Indo-Pacifica.<br />

Esse vivono dalla regione intertidale fino a circa 3.000<br />

m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, principalmente su substrati rocciosi.<br />

Questo genere è sud<strong>di</strong>viso in numerosi sottogeneri sulla<br />

cui vali<strong>di</strong>tà non tutti gli Autori sono concor<strong>di</strong>. Infatti, nonostante<br />

siano stati inseriti altri caratteri <strong>di</strong>stintivi come<br />

la radula e l’anatomia esterna, molti <strong>di</strong> questi sottogeneri<br />

sono basati principalmente sui caratteri della morfologia<br />

conch<strong>il</strong>iare spesso <strong>di</strong> interpretazione soggettiva. Per questo<br />

motivo, Quinn (1992) nella sua revisione delle specie<br />

dell’Oceano Atlantico occidentale preferisce omettere<br />

l’attribuzione sottogenerica mentre Marshall (1995b) ne<br />

separa alcuni sulla base <strong>di</strong> caratteri presenti sulla scultura<br />

dei primi giri della teleoconca e della radula. Come<br />

afferma lo stesso Autore (Marshall, 1995a; 1995b) è evidente<br />

che questi caratteri da soli non sono sufficienti per<br />

identificare oggettivamente dei raggruppamenti sopraspecifici<br />

(generi e sottogeneri); in tal senso, l’ut<strong>il</strong>izzo della<br />

genetica molecolare potrebbe essere <strong>di</strong> aiuto per la risoluzione<br />

<strong>di</strong> questo problema.<br />

Talvolta alcuni <strong>di</strong> questi sottogeneri sono stati considerati<br />

come generi <strong>di</strong>stinti, come ad esempio Tristichotrochus<br />

Ikebe, 1942 (sinonimo <strong>di</strong> Benthastelena Iredale, 1936),<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

17


Contributi<br />

18<br />

Fautor Iredale, 1924, Kombologion Clench & Turner, 1960 e<br />

Otukaia Ikebe, 1942, soprattutto da parte <strong>di</strong> alcuni Autori<br />

giapponesi (es. Habe, 1964; Kuroda, Habe & Oyama,<br />

1971; Okutani, 1972; Sakurai, 1994).<br />

Anche <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 è stato considerato<br />

genere da alcuni Autori neozelandesi (Powell,<br />

1964; 1979) ma in questa sede si preferisce seguire Marshall<br />

(1995a) nel considerarlo uno dei sottogeneri <strong>di</strong> Calliostoma.<br />

In Nuova Zelanda attualmente sono state segnalate 29<br />

specie <strong>di</strong> Calliostoma appartenenti a cinque sottogeneri:<br />

Ampullotrochus Monterosato, 1890 con C. peregrinum Mar-<br />

Fig. 1. Calliostoma (Maurea) spp. A, D. C. (M.) tigris (Gmelin, 1791), Kaikoura, Isola del Sud, Nuova Zelanda, 9 m, h: 57 mm. B, E. C.<br />

(M.) blacki (Powell, 1950), Sorenson Canyon, Otago Heads, Isola del Sud, Nuova Zelanda 146 m, h: 38,2 mm. C, F. C. (M.) foveauxanum<br />

(Dell, 1950), Nuova Zelanda, h: 43,7 mm. G, J. C. (M.) granti (Powell, 1931), Penisola <strong>di</strong> Banks, Isola del Nord, Nuova Zelanda, 10 m, h:<br />

25,2 mm. H, K. C. (M.) megaloprepes (Tomlin, 1948), esemplare provvisto <strong>di</strong> periostraco, Isola Macquarie, Nuova Zelanda, 150-170 m,<br />

h: 28,6 mm. I, L. C. (M.) osbornei Powell, 1926, Nuova Zelanda, h: 27 mm (collezione Martignoni, foto Bambi).


shall, 1995 e C. xanthos Marshall, 1995; Benthastelena Iredale,<br />

1936 con C. gendalli Marshall, 1979 e C. tosaense (Kuroda<br />

& Habe, 1961), Fautor Iredale, 1924 con C. consobrinum<br />

(Powell, 1958) e C. simplex Schepman, 1908, Otukaia<br />

Ikebe, 1942 con C. alertae Marshall, 1995 e Maurea (22 specie).<br />

Inoltre tre ulteriori specie sono state assegnate da<br />

Marshall (1995b) ad un nuovo genere, Selastele Marshall,<br />

1995: S. onustum (Odhner, 1924), S. kopua (Marshall, 1995)<br />

e S. limatulum (Marshall, 1995). Anche le specie appartenenti<br />

al sottogenere Maurea, così come quasi tutte quelle<br />

<strong>di</strong> Calliostoma e dei Calliostomatidae in generale, sono caratterizzate<br />

da una protoconca fornita <strong>di</strong> una microscultura<br />

particolare, detta “a nido d’ape”, formata da un reticolo<br />

<strong>di</strong> sott<strong>il</strong>i strie che delimitano degli spazi <strong>di</strong> forma<br />

approssimativamente esagonale sim<strong>il</strong>e alle cellette dei<br />

favi. Esistono tuttavia delle eccezioni a questo tipo <strong>di</strong> microscultura<br />

in alcune specie atlantiche: C. torrei Clench &<br />

Aguayo, 1940 (Harasewych & Sedberry, 2006), C. depictum<br />

Dall, 1927, C. adspersum (Ph<strong>il</strong>ippi, 1851) e C. tupinamba<br />

Dornellas, 2012 (Dornellas, 2012).<br />

Al pari <strong>di</strong> quanto riportato da Warén (1990) a proposito<br />

dei cambiamenti a carico delle radule durante l’ontogenesi<br />

delle specie dei calliostomi, anche la morfologia della<br />

conchiglia tende a variare man mano che l’animale si<br />

accresce in <strong>di</strong>mensioni/età, cosicché specie con <strong>di</strong>fferenti<br />

primi giri della teleoconca possono essere superficialmente<br />

sim<strong>il</strong>i alla maturità. Per una accurata identificazione<br />

delle specie è perciò essenziale in<strong>di</strong>viduare e comparare<br />

lo sv<strong>il</strong>uppo dei singoli elementi della scultura dai<br />

primi giri della teleoconca seguendo <strong>il</strong> sistema ut<strong>il</strong>izzato<br />

da Ikebe (1942) e Marshall (1988; 1995a; 1995b). La scultura<br />

spirale delle conchiglie appartenenti al genere Calliostoma<br />

rappresenta la componente sculturale predominante<br />

ed è costituita da cordoni più o meno pronunciati<br />

o più o meno lisci, ma in generale recanti granuli, noduli,<br />

tubercoli o spine <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni varie. Quelli che appaiono<br />

per primi sul giro della teleoconca durante l’ontogenesi<br />

sono detti primari (P), i successivi cordoni spirali<br />

sono in<strong>di</strong>cati come secondari (S) e terziari (T). La lettera<br />

è seguita da un numero che in<strong>di</strong>ca <strong>il</strong> numero del cordone<br />

spirale in base all’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> apparizione sul giro dal più<br />

adapicale (più vicino all’apice) al più abapicale (più lontano<br />

dall’apice): P1 in<strong>di</strong>ca quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> primo cordone primario,<br />

<strong>il</strong> più adapicale, P2, P3, P4 gli altri cordoni che<br />

appaiono man mano che ci si allontana dall’apice, P4 è <strong>il</strong><br />

più periferico e spesso più o meno coperto dal giro successivo<br />

(Fig. 3A). Di solito, in gran parte delle specie dei<br />

calliostomi, i primi giri, convessi, possiedono 4 cordoni<br />

spirali primari ben evidenti e spesso più sv<strong>il</strong>uppati dei<br />

secondari o terziari che compaiono assai frequentemente<br />

per intercalazione. Generalmente sui giri successivi ai<br />

primi, più piatti, i cordoni secondari, quelli presenti più<br />

<strong>di</strong> frequente dopo i primari, sono 3. Durante lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

della conchiglia un cordone può aumentare o <strong>di</strong>minuire<br />

in <strong>di</strong>mensioni e scultura o anche scomparire del tutto.<br />

Il numero, la posizione, le <strong>di</strong>mensioni, la scultura e lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo ontogenetico dei cordoni spirali e dello spazio<br />

presente tra <strong>di</strong> essi, soprattutto a livello dei primi giri<br />

della teleoconca, sono altamente costanti a livello intraspecifico<br />

rappresentando perciò dei buoni caratteri per<br />

identificare e separare <strong>di</strong>fferenti specie, anche apparentemente<br />

molto sim<strong>il</strong>i o in<strong>di</strong>stinguib<strong>il</strong>i.<br />

Abbreviazioni ut<strong>il</strong>izzate nel testo:<br />

AIM: Auckland Institute and Museum, Auckland.<br />

BMNH: British Museum on Natural History, Londra.<br />

MNHN: Muséum National d’Histoire Naturelle, Parigi.<br />

MZUF: Museo <strong>di</strong> Storia Naturale, sez. zoologica “La<br />

Specola”, Università degli Stu<strong>di</strong>, Firenze.<br />

NMNZ: National Museum of New Zealand, Wellington.<br />

NMV: National Museum of Victoria, Melbourne.<br />

NZGS: Institute of Geological and Nuclear Sciences, Lower<br />

Hutt.<br />

USNM: United States National Museum, Washington.<br />

ZMUC: Zoologisk Museum, Copenhagen.<br />

OD: designazione originale.<br />

H: olotipo.<br />

h: altezza della conchiglia.<br />

ICZN: International Commition on Zoological Nomenclature.<br />

L: lectotipo.<br />

P1, P2, P3, …: corde spirali primarie (P1 la più adapicale).<br />

Pa: paratipo.<br />

pr: protoconca.<br />

r: radula.<br />

S1, S2, S3, …: corde spirali secondarie (S1 la più adapicale).<br />

w: larghezza della conchiglia.<br />

Sistematica<br />

Famiglia Calliostomatidae Thiele, 1924<br />

Sottofamiglia Calliostomatinae Thiele, 1924<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840<br />

Sottogenere Maurea Oliver, 1926<br />

Maurea Oliver, 1926: 108. Specie tipo (OD): Trochus tigris Gmelin,<br />

1791; Recente, Nuova Zelanda.<br />

Calliotropis Oliver, 1926: 110. Specie tipo (OD): Trochus cunninghami<br />

Gray, 1834 = Trochus selectus D<strong>il</strong>lwyn, 1817; Recente,<br />

Nuova Zelanda.<br />

Calotropis Thiele, 1929: 49. Nomen novum per Calliotropis Oliver<br />

non Seguenza.<br />

Mauriella Oliver, 1926: 109. Specie tipo (OD): Trochus punctulatus<br />

Martyn, 1784; Recente, Nuova Zelanda.<br />

Mucrinops Finlay, 1926: 360. Specie tipo (OD): Ziziphinus spectab<strong>il</strong>is<br />

A. Adams, 1855; Recente, Nuova Zelanda.<br />

Venustas Funlay, 1926: 360. Specie tipo (OD): Trochus tigris Gmelin,<br />

1791; Recente, Nuova Zelanda. Nome rifiutato (ICZN<br />

Opinione 479).<br />

Descrizione originale: “I caratteri <strong>di</strong>stintivi del sottogenere<br />

Maurea sono la columella piegata, quasi verticale,<br />

che forma un angolo <strong>di</strong> circa 100° con <strong>il</strong> labbro esterno,<br />

e la scultura fine. C’è un canale <strong>di</strong>stinto alla base della<br />

columella dove incontra <strong>il</strong> labbro esterno.”<br />

Calliostoma (Maurea) tigris (Gmelin, 1791)<br />

(Fig. 1A, D, Fig. 3B)<br />

Trochus tigris Martyn, 1784: fig. 75. Località tipo: Nuova Zelanda.<br />

Nome rifiutato (ICZN Opinione 479).<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

19


Contributi<br />

20<br />

Fig. 2. Calliostoma (Maurea) spp. A, D. C. (M.) pellucidum (Valenciennes, 1846), Isola Motutakapu, Nuova Zelanda, 73-92 m, h: 38 mm.<br />

B, E. C. (M.) punctulatum (Martyn, 1784), Whangaroa, Isola del Nord, Nuova Zelanda, 12 m, h: 26,7 mm. C, F. C. (M.) selectum (D<strong>il</strong>lwyn,<br />

1817), Baia <strong>di</strong> Tasman, Isola del Sud, Nuova Zelanda, 30 m, h: 34,2 mm. G, I. C. (M.) waikanae Oliver, 1926, Kaikoura, Isola del<br />

Sud, Nuova Zelanda, 92 m, h: 36,6 mm. H, J. C. (M.) waikanae, varietà con scultura ridotta, Waikanae Beach, Isola del Nord, Nuova<br />

Zelanda, h: 32 mm (tutti gli esemplari collezione Martignoni eccetto C. punctulatum, collezione Callea, foto Bambi).<br />

Trochus Tigris Gmelin, 1791: 3585 n. 128 basato su Martyn, 1784:<br />

fig. 75.<br />

Calliostoma (Maurea) tigris; Marshall, 1995a: fig. 127 (pr).<br />

Trochus Granatum Gmelin, 1791: 3584. Località tipo: Oceano<br />

meri<strong>di</strong>onale.<br />

Venustas tigris chathamensis Dell, 1950: 43, figg. 26, 27 (H). Località<br />

tipo: Isola Mangere, Isole Chatham.<br />

Materiale tipo: Martyn, 1784: fig. 75 (Marshall, 1995a);<br />

olotipo NMNZ M.2128 (V. tigris chathamensis).


Località tipo: Nuova Zelanda.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole Three Kings, del<br />

Nord, del Sud, <strong>di</strong> Stewart e Chatham), fino a 211 m, su<br />

substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel Pleistocene (Castlecliffiano).<br />

Descrizione: Conchiglia grande, fino a 100 mm in altezza,<br />

conica, solida ma piuttosto sott<strong>il</strong>e, lucente, senza<br />

ombelico. Spira elevata, acuta, concava superiormente,<br />

leggermente convessa inferiormente, <strong>di</strong> poco più alta<br />

dell’apertura, angolo me<strong>di</strong>o della spira 66-77°. Colore<br />

bianco crema chiaro, con numerose bande o strisce longitu<strong>di</strong>nali,<br />

ondulate, irregolari, piuttosto strette, <strong>di</strong> color<br />

bruno-rossastro più o meno intenso. Protoconca molto<br />

piccola, arrotondata, scultura formata da un reticolo<br />

<strong>di</strong> sott<strong>il</strong>i coste che racchiudono spazi approssimativamente<br />

esagonali (“a nido d’ape”). Teleoconca formata da<br />

10-12 giri, i primi 6 che presentano una <strong>di</strong>stinta spalla<br />

ed aumentano lentamente, i giri seguenti, convessi ed<br />

appiattiti, in rapida crescita, ultimo giro grande, arrotondato<br />

alla periferia, base convessa. Sutura non visib<strong>il</strong>e<br />

sui primi giri, impressa sui successivi. Scultura<br />

costituita da numerose delicate corde spirali finemente<br />

nodulose, 16-20 sul penultimo giro, 18-25 sulla porzione<br />

superiore dell’ultimo giro, base con scultura sim<strong>il</strong>e.<br />

Apertura romboidale, leggermente obliqua, iridescente<br />

e lirata internamente. Labbro esterno fortemente arrotondato<br />

all’incontro con <strong>il</strong> labbro inferiore ampiamente<br />

convesso, aff<strong>il</strong>ato e ispessito all’interno da uno<br />

strato madreperlaceo spesso e largo. Columella arcuata,<br />

obliqua, madreperlacea, con tubercoli smussati alla<br />

base. Labbro interno che si espande molto poco al <strong>di</strong> là<br />

della columella, smalto parietale molto sott<strong>il</strong>e e trasparente<br />

che si espande oltre <strong>il</strong> muro parietale. Opercolo<br />

corneo e circolare, multispirale, con un nucleo centrale.<br />

Dimensioni: h max: 100 mm; w max: 85 mm.<br />

Osservazioni: questa specie comune, la più grande appartenente<br />

alla famiglia Calliostomatidae, è fac<strong>il</strong>mente<br />

riconoscib<strong>il</strong>e per le sue gran<strong>di</strong> conchiglie relativamente<br />

sott<strong>il</strong>i, spira celoconoide ed <strong>il</strong> tipico pattern cromatico<br />

<strong>di</strong> bande assiali giallastre o bruno-rossastre. Vi è un<br />

certo grado <strong>di</strong> variazione nella colorazione sia per intensità<br />

che per pattern. Il marrone varia dal rosso pallido<br />

al rosso intenso, mentre le bande possono essere<br />

così ravvicinate che <strong>il</strong> bianco è presente solamente a<br />

chiazze (olotipo <strong>di</strong> V. tigris chathamensis), oppure possono<br />

essere così lontane che <strong>il</strong> bianco si presenta in bande<br />

strette e continue o larghe e <strong>di</strong>agonali.<br />

Calliostoma (Maurea) antipodense Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) antipodense Marshall, 1995a: 105, figg. 69<br />

(H), 117, 138 (pr Pa).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.80434; paratipi 7 NM-<br />

NZ, 24 USNM.<br />

Località tipo: Leeward Island, Isole degli Antipo<strong>di</strong>, 18-73 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole degli Antipo<strong>di</strong>), 18-<br />

103 m, su substrati rocciosi.<br />

Dimensioni: h max: 37 mm; w max: 29,2 mm.<br />

Osservazioni: questa specie, probab<strong>il</strong>mente endemica<br />

delle Isole degli Antipo<strong>di</strong>, è sim<strong>il</strong>e a C. simulans Marshall,<br />

1994, dalla quale si <strong>di</strong>fferenzia per <strong>il</strong> colore più<br />

intenso, i giri maggiormente convessi, la sutura profondamente<br />

scanalata e l’obsolescenza <strong>di</strong> P1 dopo <strong>il</strong> 5°<br />

giro della teleoconca.<br />

Calliostoma (Maurea) aupourianum Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) aupourianum Marshall, 1995a: 97, figg. 42<br />

(H), 112, 133 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.86731, 6 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Isole dei Tre Re, 252 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole Tre dei Re, Mayor e<br />

East Cape), 102-805 m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie<br />

con coralli, idroi<strong>di</strong>, spugne e gorgonie.<br />

Dimensioni: h max: 8,6 mm; w max: 6 mm.<br />

Osservazioni: la più piccola tra le specie appartenenti al<br />

sottogenere Maurea si <strong>di</strong>fferenzia da C. regale Marshall,<br />

1995 per la comparsa tar<strong>di</strong>va e l’allargamento più lento<br />

dei cordoni spirali secondari, nel possedere un<br />

maggior numero <strong>di</strong> noduli nettamente appuntiti, nelle<br />

<strong>di</strong>mensioni irregolari dei noduli su P2 e nel pattern<br />

cromatico.<br />

Calliostoma (Maurea) benthicola (Dell, 1950)<br />

Venustas benthicola Dell, 1950: 47, fig. 21 (H).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.4728.<br />

Località tipo: 43°21’S, 175°00’E, 95 m (Mernoo Bank, Soglia<br />

delle Chatham).<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Mernoo Bank), 75-129<br />

m, su substrati <strong>di</strong> conchiglie.<br />

Dimensioni: h max: 30,5 mm; w max: 29 mm.<br />

Osservazioni: questa specie, endemica <strong>di</strong> Mernoo Bank,<br />

<strong>di</strong>fferisce da C. granti (Powell, 1931) per i suoi noduli<br />

più deboli ed <strong>il</strong> pattern cromatico, bianco con larghe<br />

bande rossastre sulle corde spirali dopo <strong>il</strong> 5° giro della<br />

teleoconca.<br />

Calliostoma (Maurea) blacki (Powell, 1950)<br />

(Fig. 1B, E, Fig. 3C)<br />

Venustas blacki Powell, 1950: 80, tav. 7, figg. 3, 4 (H).<br />

Calliostoma (Maurea) blacki; Marshall, 1995a: fig. 136 (pr).<br />

Thoristella chathamensis profunda Dell, 1956: 44, tav. 6, fig. 57. Località<br />

tipo: Taiaroa Canyon, Penisola Otago.<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

21


Contributi<br />

22<br />

Fig. 3. Primi giri <strong>di</strong> Calliostoma (Maurea) spp. con dettagli della scultura. A. C. (M.) osbornei con chiavi standard ai numeri delle corde<br />

spirali; P = corde spirali primarie, S = corde spirali secondarie. B. C. (M.) tigris. C. C. (M.) blacki. D. C. (M.) foveauxanum. E. C. (M.)<br />

granti. F. C. (M.) megaloprepes. G. C. (M.) pellucidum. (foto Bambi).<br />

Materiale tipo: olotipo AIM 71168, 1 paratipo AIM; olotipo<br />

NMNZ M.9330 (T. chathamensis profunda).<br />

Località tipo: Otago orientale, 128 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Soglia delle Chatham,<br />

isole del Sud, <strong>di</strong> Stewart, Snares, Auckland, Campbell e<br />

Bounty), 73-549 m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie;<br />

foss<strong>il</strong>e nel Pliocene (Nukumaruano).<br />

Dimensioni: h max: 51 mm; w max: 51 mm.<br />

Osservazioni: Sim<strong>il</strong>e a C. foveauxanum (Dell, 1950), da<br />

cui si <strong>di</strong>fferenzia per gli interspazi spirali trasluci<strong>di</strong>


ianchi o bianco rosati, invece che giallastri, corde spirali<br />

bruno-rossastre con noduli bianchi dopo 1,5 giri<br />

invece che bruno-rossastre uniformi o monocolore su<br />

primi 4 giri, P4 sui primi 5 giri quasi interamente coperto<br />

dai giri successivi ed alternativamente macchiato<br />

<strong>di</strong> marrone-rossiccio e bianco anziché quasi interamente<br />

esposto e bruno-rossastro uniforme, 5° e 6° giro<br />

della teleoconca meno convessi, le <strong>di</strong>mensioni sono<br />

inferiori. C. blacki presenta una grande variab<strong>il</strong>ità nella<br />

morfologia della conchiglia: l’angolo della spira varia da<br />

60° a 91°, i giri possono essere sempre più o meno piatti<br />

con un periferia angolata o <strong>di</strong>ventare convessi con l’accrescersi<br />

della conchiglia cosicché l’ultimo giro risulta<br />

uniformemente arrotondato. Lo spessore della conchiglia<br />

può variare così come esiste una considerevole variazione<br />

nella consistenza delle corde spirali e dei noduli.<br />

Tra tutti questi estremi nella morfologia conch<strong>il</strong>iare<br />

esistono numerose forme <strong>di</strong> passaggio che in<strong>di</strong>cano una<br />

specie altamente polimorfica. Invece, a <strong>di</strong>fferenza che in<br />

C. blacki, la morfologia della conchiglia <strong>di</strong> C. foveauxanum<br />

è estremamente stab<strong>il</strong>e.<br />

Calliostoma (Maurea) eminens Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) eminens Marshall, 1995a: 100, fig. 49 (H).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.84112, 19 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Archway Island, Isole degli Antipo<strong>di</strong>, su<br />

rocce spioventi, 13-15 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole degli Antipo<strong>di</strong>), 12-<br />

123 m, su substrati rocciosi.<br />

Dimensioni: h max: 51 mm; w max: 45 mm.<br />

Osservazioni: C. eminens, probab<strong>il</strong>mente endemica delle<br />

Isole degli Antipo<strong>di</strong>, è specie allopatrica con C. foveauxanum<br />

(Dell, 1950) e C. spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855), dalle<br />

quali si <strong>di</strong>fferenzia per i suoi giri più fortemente<br />

convessi e la sutura più profonda. Si <strong>di</strong>fferenzia inoltre<br />

da C. foveauxanum per avere una scultura basale<br />

più forte e da C. spectab<strong>il</strong>e per avere un aspetto più<br />

leggero.<br />

Calliostoma (Maurea) foveauxanum (Dell, 1950)<br />

(Fig. 1C, F, Fig. 3D)<br />

Venustas foveauxana Dell, 1950: 45, figg. 13-15 (13, 15: H).<br />

Calliostoma (Maurea) foveauxanum; Marshall, 1995a: fig. 135 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.4727, 2 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Foveaux Strait, 53 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Sud, <strong>di</strong> Stewart<br />

e Snares), 75-549 m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie.<br />

Dimensioni: h max: 63 mm; w max: 59 mm.<br />

Osservazioni: somiglia a C. spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855)<br />

da cui <strong>di</strong>fferisce per la scultura più fine con strie spirali<br />

più numerose (20 invece che 13 sull’ultimo giro) e i primi<br />

giri della teleoconca più debolmente cirtoconoi<strong>di</strong>.<br />

Calliostoma (Maurea) gibbsorum Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) gibbsorum Marshall, 1995a: 93, figg. 35 (H),<br />

109, 130 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.35456, 3 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: tra Palmer Rocks e South East Island, Isole<br />

dei Tre Re, 82 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re), 33-805<br />

m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie, con coralli, spugne<br />

e gorgonie.<br />

Dimensioni: h max: 28,5 mm.<br />

Osservazioni: C. gibbsorum, probab<strong>il</strong>mente endemica<br />

delle Isole dei Tre Re, si <strong>di</strong>fferenzia da C. jamiesoni Marshall,<br />

1995 per colore e pattern cromatico, per la scultura<br />

spirale più decisa e più definita e i noduli dopo <strong>il</strong><br />

terzo giro della teleoconca, corde spirali più strette e<br />

numerose sulla base (11 invece che 8-9) e per la forma<br />

dei giri della teleoconca. Differisce da C. granti (Powell,<br />

1931) e C. benthicola per lo sv<strong>il</strong>uppo più rapido<br />

della scultura della teleoconca, i noduli sono più arrotondati,<br />

la scultura assiale, più forte soprattutto sul 4°<br />

e 5° giro, persiste più a lungo. Si <strong>di</strong>fferenzia da C. punctulatum<br />

(Martyn, 1784) per la comparsa precoce e l’allargamento<br />

più rapido delle corde spirali secondarie,<br />

per le coste assiali più forti e più persistenti ed i giri<br />

più debolmente convessi. C. gibbsorum <strong>di</strong>fferisce da C.<br />

osbornei Powell, 1926 per dettagli <strong>di</strong> colore, pattern<br />

cromatico, scultura ed in particolare per la comparsa<br />

più o meno simultanea <strong>di</strong> S2 e S3.<br />

Calliostoma (Maurea) granti (Powell, 1931)<br />

(Fig. 1G, J, Fig. 3E)<br />

Maurea (Mucrinops) granti Powell, 1931: 97, tav. 13, figg. 34, 35 (H).<br />

Calliostoma (Maurea) granti; Marshall, 1995a: fig. 129 (pr).<br />

Maurea (Mucrinops) punctulata ampla Powell, 1939: 229, tav. 50,<br />

fig. 6 (H). Località tipo: Mason’s Bay, Isola <strong>di</strong> Stewart.<br />

Venustas punctulata multigemmata Powell, 1952: 173, tav. 35,<br />

figg. 2, 3 (H). Località tipo: Otago orientale, 91-128 m.<br />

Materiale tipo: olotipo AIM 70449; olotipo AIM 70450<br />

(M. punctulata ampla); olotipo AIM 71185, paratipi 3 AN-<br />

SP, 2 NMV (V. punctulata multigemmata).<br />

Località tipo: sulla costa vicino a Waihi Stream, Hawera,<br />

Pliocene Inferiore.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud,<br />

<strong>di</strong> Stewart, Snares, Auckland, Campbell e Chatham), fi-<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

23


Contributi<br />

24<br />

no a 220 m, su substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel Pliocene<br />

(Waipipiano) e nel Pleistocene (Castlecliffiano).<br />

Dimensioni: h max: 54 mm; w max: 50 mm.<br />

Osservazioni: sim<strong>il</strong>e a C. punctulatum (Martyn, 1784),<br />

ma con coste assiali più robuste che persistono per<br />

uno o due giri in più, sv<strong>il</strong>uppo più rapido <strong>di</strong> S3 che si<br />

allarga somigliando alle corde primarie a<strong>di</strong>acenti, angolo<br />

dei primi giri della spira più stretto, giri della<br />

teleoconca più debolmente convessi (le popolazioni<br />

<strong>di</strong> acque basse) e i lati del piede sono più finemente<br />

pustulosi. Sim<strong>il</strong>e anche a C. osbornei Powell, 1926 da<br />

cui <strong>di</strong>fferisce per l’allargamento più rapido <strong>di</strong> S1 e S2,<br />

l’angolazione debole, ma definita a livello <strong>di</strong> P2 sui<br />

primi giri della spira e le coste assiali più robuste e<br />

numerose soprattutto all’inizio del 4° e del 5° giro. C.<br />

granti rappresenta una specie polimorfica, presentando<br />

una considerevole variab<strong>il</strong>ità nelle <strong>di</strong>mensioni e<br />

nella forma della conchiglia e nel numero e relativa<br />

consistenza delle corde spirali sugli ultimi due giri.<br />

Esemplari <strong>di</strong> acque più superficiali (olotipo <strong>di</strong> M. punctulata<br />

ampla) tendono ad avere conchiglie più spesse e<br />

con pigmentazione più scura con un numero inferiore<br />

<strong>di</strong> corde spirali più sv<strong>il</strong>uppate e fortemente nodulose<br />

mentre esemplari <strong>di</strong> acque più profonde (olotipo<br />

<strong>di</strong> C. granti e V. punctulata multigemmata) tendono a<br />

possedere conchiglie più sott<strong>il</strong>i con colorazione più<br />

chiara (o anche bianca) con un maggior numero <strong>di</strong><br />

corde spirali più sott<strong>il</strong>i e più finemente nodulose. Tra<br />

queste forme estreme esistono numerose forme <strong>di</strong><br />

passaggio.<br />

Calliostoma (Maurea) jamiesoni Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) jamiesoni Marshall, 1995a: 93, figg. 30, 36 (H).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.75141, 26 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Prince’s Rocks, Isole dei Tre Re, 15 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re), 5-128<br />

m, su substrati rocciosi.<br />

Dimensioni: h max: 33 mm; w max: 26 mm.<br />

Osservazioni: questa specie, endemica delle Isole dei Tre<br />

Re, si <strong>di</strong>fferenzia da C. punctulatum (Valenciennes, 1846),<br />

C. granti, C. benthicola e C. osbornei per la colorazione<br />

uniforme della protoconca e dei primi giri della teleoconca,<br />

lo scarso r<strong>il</strong>ievo delle corde spirali, i noduli sui<br />

giri dal 4° al 6° della teleoconca, la spira più fortemente<br />

cirtoconoide e l’ultimo giro più ridotto. Differisce inoltre<br />

da C. punctulatum, C. granti e C. benthicola per la precoce<br />

comparsa e un allargamento più rapido dei cordoni<br />

spirali secondari, specialmente S3 e da C. osbornei<br />

per la comparsa approssimativamente simultanea e la<br />

frequenza piuttosto costante <strong>di</strong> allargamento <strong>di</strong> S2 e S3<br />

e per i giri più fortemente convessi.<br />

Calliostoma (Maurea) maui Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) maui Marshall, 1995a: 106, figg. 70-72 (70:<br />

H).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.87449, 6 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Stretto <strong>di</strong> Cook, 256-274 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Stretto <strong>di</strong> Cook, Soglia<br />

delle Chatham, Isola del Sud nord-orientale), 140-490 m,<br />

su substrati rocciosi.<br />

Dimensioni: h max: 45 m; w max: 48,7 mm.<br />

Osservazioni: C. maui <strong>di</strong>fferisce da C. simulans Marshall,<br />

1994 per le sue corde spirali notevolmente più<br />

sott<strong>il</strong>i sulla spira con noduli più fini e più appuntiti e<br />

per una conchiglia generalmente più conica.<br />

Calliostoma (Maurea) megaloprepes (Tomlin 1948)<br />

(Fig. 1H, K, Fig. 3F)<br />

Maurea (Mucrinops) megaloprepes Tomlin 1948: 225, tav. 2, fig. 1<br />

(H).<br />

Materiale tipo: olotipo BMNH 1951.6.13.38.<br />

Località tipo: Isola Macquarie, 80-120 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isola Macquarie), 79-113<br />

m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie.<br />

Dimensioni: h max: 38 mm; w max: 41,5 mm.<br />

Osservazioni: questa specie, endemica dell’Isola Macquarie,<br />

si <strong>di</strong>stingue per la sua intensa colorazione castana<br />

e l’obsolescenza <strong>di</strong> tutte le corde spirali, tranne<br />

P1 sui lati e sulla base degli ultimi due giri.<br />

Calliostoma (Maurea) osbornei Powell, 1926<br />

(Fig. 1I, L, Fig. 3A)<br />

Calliostoma osbornei Powell, 1926: 591, tav. 103, figg. 1 (Pa), 2<br />

(H).<br />

Calliostoma (Maurea) osbornei; Marshall, 1995a: fig. 131 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo AIM 72037, 2 paratipi AIM.<br />

Località tipo: Cape Barrier, Isola della Gran Barriera, 49<br />

m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re, Isola del<br />

Nord meri<strong>di</strong>onale), fino a 102 m, su substrati rocciosi;<br />

foss<strong>il</strong>e nel Pliocene (Waipipiano).<br />

Dimensioni: h max: 32 mm; w max: 34 mm.<br />

Osservazioni: sim<strong>il</strong>e a C. punctulatum dal quale <strong>di</strong>fferisce<br />

per <strong>il</strong> rapido allargamento <strong>di</strong> S3 e <strong>il</strong> relativamente


lento ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> S1 e S2, i giri più debolmente<br />

convessi, noduli più sv<strong>il</strong>uppati sui primi giri della teleoconca<br />

e la mancanza <strong>di</strong> una angolazione prominente a<br />

livello <strong>di</strong> P2 sui giri dal 3° al 5° della teleoconca. Inoltre<br />

i primi quattro giri sono generalmente arancioni con<br />

corde spirali e noduli bianchi invece <strong>di</strong> essere principalmente<br />

bianchi con corde spirali rossastre o brunogiallastre<br />

e noduli bianchi o alternativamente maculati.<br />

Calliostoma (Maurea) pellucidum (Valenciennes, 1846)<br />

(Fig. 2A, D, Fig. 3G)<br />

Trochus pellucidus Valenciennes, 1846: tav. 4, fig. 2.<br />

Trochus torquatus Anton in Ph<strong>il</strong>ippi, 1849: 126 n. 49; Ph<strong>il</strong>ippi,<br />

1855: 261, tav. 38, fig. 13. Località tipo: sconosciuta.<br />

Calliostoma (Calliotropis) pellucidum spiratum Oliver, 1926: 111.<br />

Località tipo: Spirits Bay.<br />

Venustas pellucida spirata; Dell, 1950: 50, fig. 3.<br />

Materiale tipo: lectotipo MNHN (Marshall, 1995a), paralectotipi<br />

6 MNHN; olotipo NMNZ M.11865 (C. pellucidum<br />

spiratum).<br />

Località tipo: Nuova Zelanda.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud e<br />

<strong>di</strong> Stewart), fino a 187 m, su substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel<br />

Pleistocene.<br />

Dimensions: h max: 48 mm; w max: 47,8 mm.<br />

Osservazioni: C. pellucidum è caratterizzato da maculature<br />

bruno-rossastre sottosuturali e periferiche, forte<br />

scultura della teleoconca, costante comparsa <strong>di</strong> S3 prima<br />

S1 e S2 e P3 sv<strong>il</strong>uppato sui primi giri, la spira è leggermente<br />

celoconoide e 1-1,5 volte più grande<br />

dell’apertura.<br />

Calliostoma (Maurea) penniketi Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) penniketi Marshall, 1995a: 115, figg. 97 (H),<br />

98, 123, 140 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.74817, 11 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Isole dei Tre Re, 55 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re e Ranfurly<br />

Bank), 55-622 m, su substrati duri con conchiglie,<br />

briozoi, coralli, spugne e gorgonie.<br />

Dimensioni: h max: 57 mm; w max: 53 mm (H).<br />

Osservazioni: è strettamente correlato a C. pellucidum e<br />

C. waikanae Oliver, 1926 ai quali somiglia per <strong>di</strong>mensioni,<br />

colore e pattern cromatico e dai quali può essere separato<br />

per i noduli più fini e numerosi e P3 più debole<br />

sui primi giri della spira.<br />

Calliostoma (Maurea) punctulatum (Martyn, 1784)<br />

(Fig. 2B, E, Fig. 4A)<br />

Trochus punctulatus Martyn, 1784: fig. 36.<br />

Calliostoma (Maurea) punctulatum; Marshall, 1995a: fig. 128 (pr).<br />

Trochus <strong>di</strong>aphanus Gmelin, 1791: 3580. Località tipo: Nuova Zelanda.<br />

Turbo gran<strong>di</strong>neus Valenciennes, 1846: tav. 4, figg. 4, 4ab. Località<br />

tipo: Nuova Zelanda.<br />

Calliostoma (Mauriella) punctulatum stewartianum Oliver, 1926:<br />

109, tav. 10, fig. 1 (H). Località tipo: Isola <strong>di</strong> Stewart.<br />

Venustas punctulata urbanior Finlay, 1926: 361, tav. 18, fig. 27 (H).<br />

Località tipo: Fouveaux Strait, 37 m.<br />

Materiale tipo: Martyn, 1784: fig. 36 (Marshall, 1995a);<br />

olotipo NMNZ M.879 (C. punctulatum stewartianum); lectotipo<br />

MNHN (Marshall, 1995a), 1 paralectotipo MNHN<br />

(T. gran<strong>di</strong>neus); olotipo AIM 70824, 1 paratipo AIM (V.<br />

punctulata urbanior).<br />

Località tipo: Nuova Zelanda.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud e<br />

<strong>di</strong> Stewart), fino a 274 m, su substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel<br />

Pleistocene (Castlecliffiano).<br />

Dimensioni: h max: 51,5 mm; w max: 47,3 mm.<br />

Osservazioni: questa comune specie è molto variab<strong>il</strong>e in<br />

forma, <strong>di</strong>mensioni, spessore, pattern cromatico e scultura.<br />

La forma più comune dell’Isola del Nord presenta<br />

una spira <strong>di</strong> altezza moderata, corde spirali nodulose ruvide,<br />

circa 6-7 primarie sul penultimo giro, corde interme<strong>di</strong>e<br />

piatte molto deboli ed una colorazione più scura.<br />

La forma più comune dell’Isola del Sud (C. punctulatum<br />

stewartianum e V. punctulata urbanior) invece ha una spira<br />

depressa e 10-12 corde spirali nodulose sul penultimo<br />

giro dovute ad un aumento dello sv<strong>il</strong>uppo delle corde<br />

interme<strong>di</strong>e secondarie e terziarie accoppiato con la riduzione<br />

in spessore delle primarie, la colorazione appare<br />

più chiara. Tra le due forme limite, settentrionale e meri<strong>di</strong>onale,<br />

esiste un mosaico <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> passaggio che rende<br />

vano un loro riconoscimento <strong>di</strong> status sottospecifico.<br />

C. punctulatum è caratterizzato dalla pronunciata angolazione<br />

dei giri a livello <strong>di</strong> P2, da coste assiali relativamente<br />

poco pronunciate e dal lento allargamento <strong>di</strong> S3.<br />

Calliostoma (Maurea) regale Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) regale Marshall, 1995a: 96, figg. 40 (H), 111,<br />

132 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.86730, 15 paratipi NM-<br />

NZ.<br />

Località tipo: Isole dei Tre Re, 153 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re), 53-805<br />

m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie con coralli, idroi<strong>di</strong>,<br />

spugne e gorgonie.<br />

Dimensioni: h max: 12,6 mm; w max: 9,3 mm.<br />

Osservazioni: somiglia a C. osbornei nella forma, <strong>di</strong>fferendo<br />

da quest’ultima specie per <strong>il</strong> colore, <strong>il</strong> pattern<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

25


Contributi<br />

26<br />

Fig. 4. Primi giri <strong>di</strong> Calliostoma (Maurea) spp. con dettagli della scultura. A. C. (M.) punctulatum. B. C. (M.) selectum. C. C. (M.) waikanae.<br />

D. C. (M.) waikanae, varietà con scultura ridotta (foto Bambi).<br />

cromatico, la comparsa <strong>di</strong> S2 e S3 ed <strong>il</strong> lento allargamento<br />

<strong>di</strong> P1 sui primi due giri. È altamente caratteristico<br />

per la presenza <strong>di</strong> sott<strong>il</strong>i strie assiali tra P3 e P4<br />

sui primi giri della teleoconca.<br />

Calliostoma (Maurea) selectum (D<strong>il</strong>lwyn, 1817)<br />

(Fig. 2C, F, Fig. 4B)<br />

Trochus selectus D<strong>il</strong>lwyn, 1817: 801.<br />

Calliostoma (Maurea) selecta; Cernohorsky, 1974: 149, fig. 7 (L).<br />

Trochus cunninghami Gray, 1834: 600, tav. 1, fig. 7. Località tipo:<br />

Nuova Zelanda<br />

Calliostoma carnicolor Preston, 1907: 140, tav. 8, figg. 6, 7. Località<br />

tipo: Celebes (?) [errore, Nuova Zelanda].<br />

Calliostoma (Calliotropis) pagoda Oliver, 1926: 112, tav. 10, fig. 4<br />

(H). Località tipo: Cape Campbell, 37 m.<br />

Venustas cunninghami regifica Finlay, 1927: 485, tav. 24, figg. 9<br />

(H), 10 (Pa). Località tipo: Otago, 55 m.<br />

Zizyphinus articulatus Reeve, 1863: tav. 1, fig. 3. Località tipo:<br />

sconosciuta.<br />

Materiale tipo: lectotipo ZMUC (Marshall, 1995a); olotipo<br />

NMNZ M.1602 (C. pagoda); olotipo BMNH 1987047<br />

(T. cunninghami); olotipo AIM 70823 (V. cunninghami regifica).<br />

Località tipo: Coste della Nuova Zelanda.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud, <strong>di</strong><br />

Stewart e Chatham), fino a 293 m, su substrati sabbiosi o<br />

fangosi con conchiglie o pietre; foss<strong>il</strong>e nel Pliocene (Nukumaruano)<br />

e nel Pleistocene (Castlecliffiano, Hawerano).<br />

Dimensioni: h max: 57 mm; w max: 70 mm.<br />

Osservazioni: questa ben nota specie è caratterizzata<br />

da gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, spira bassa ed ampiamente conica,<br />

giri debolmente ed uniformemente convessi, periferia<br />

angolata o poco arrotondata, base da debolmente<br />

a piuttosto fortemente convessa, coste assiali<br />

deboli sui primi giri della teleoconca, somiglianza tra<br />

P1-P3 su tutta la superficie della conchiglia e la comparsa<br />

tar<strong>di</strong>va delle corde spirali secondarie, in particolare<br />

S3. Gli esemplari meri<strong>di</strong>onali tendono ad avere una<br />

spira conica più stretta rispetto a quelli più settentrionali,<br />

tra la forme a spira più alta e quelle a spira più bassa<br />

esistono varie forme <strong>di</strong> passaggio.<br />

Calliostoma (Maurea) simulans Marshall, 1994<br />

Calliostoma (Maurea) simulans Marshall, 1994: 68, pl. 1, figg. 1-3<br />

(1: H, 2: pr Pa, 3: Pa).<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.87450, 191 paratipi<br />

NMNZ.<br />

Località tipo: Pegasus Canyon, Penisola <strong>di</strong> Banks.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (Challenge Plateau, Stretto<br />

<strong>di</strong> Cook fino alla Penisola <strong>di</strong> Banks, Soglia delle Chatham<br />

e isole Bounty e Campbell), 183-1006 m, su substrati<br />

soffici con conchiglie.<br />

Dimensioni: h max: 52,5 mm; w max: 48,5 mm.


Osservazioni: C. simulans è caratterizzata da conchiglie<br />

piuttosto gran<strong>di</strong>, corde spirali ben sv<strong>il</strong>uppate sulla<br />

spira e giri convessi; si <strong>di</strong>fferenzia da C. blacki, la<br />

specie più affine, nel possedere i primi giri della teleoconca<br />

più fortemente convessi.<br />

Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855)<br />

Ziziphinus spectab<strong>il</strong>is A. Adams, 1855: 37, tav. 27, fig. 7.<br />

Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e; Cernohorsky, 1977: 93, fig. 9 (H).<br />

Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e; Marshall, 1995a: fig. 134 (pr).<br />

Materiale tipo: olotipo BMNH 1968150, 8 paratipi AIM.<br />

Località tipo: Nuova Zelanda.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole Auckland e Campbell),<br />

fino a 146 m, su substrati rocciosi.<br />

Dimensioni: h max: 52,5 mm; w max: 46,8 mm.<br />

Osservazioni: questa specie è caratterizzata da gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni, conchiglie pesanti con scultura pronunciata,<br />

primi giri della spira cirtoconoi<strong>di</strong> e convessi, primi<br />

giri della teleoconca in rapida espansione, ultimi<br />

giri della teleoconca da convessi a quasi piatti e spira<br />

da ampiamente a malapena conica.<br />

Calliostoma (Maurea) turnerarum (Powell, 1964)<br />

Maurea turnerarum Powell, 1964: 11, pl. 3, figg. 1-3 (H).<br />

Materiale tipo: olotipo AIM 71239.<br />

Località tipo: Mayor Island, Baia <strong>di</strong> Plenty, 366 m.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda e Zealand (Isole dei Tre<br />

Re e Isola del Nord), 186-805 m, su substrati fangosi con<br />

conchiglie.<br />

Dimensioni: h max: 47,5 mm; w max: 56,7 mm.<br />

Osservazioni: sim<strong>il</strong>e a C. waikanae Oliver, 1926, se ne<br />

<strong>di</strong>fferenzia per avere una conchiglia più sott<strong>il</strong>e, una<br />

scultura più fine sui giri della teleoconca e pallide<br />

bande ondulate assiali, le più evidenti delle quali sono<br />

screziate <strong>di</strong> un intenso marrone-rossastro o marronegiallastro.<br />

Calliostoma (Maurea) waikanae Oliver, 1926<br />

(Fig. 2G-J, Fig. 4C, D)<br />

Calliostoma (Calliotropis) waikanae Oliver, 1926: 111, tav. 10, fig. 3 (H).<br />

Calliostoma (Maurea) waikanae; Marshall, 1995a: fig. 139 (pr).<br />

Maurea pellucida morioria Powell, 1946: 140, tav. 11, fig. 3. Località<br />

tipo: Owenga Beach, Isole Chatham.<br />

Venustas pellucida forsteriana Dell, 1950: 51, figg. 1 (H), 2 (Pa), 10<br />

(H). Località tipo: Preservation Inlet.<br />

Venustas pellucida haurakiensis Dell, 1950: 53, fig. 6 (H); Marshall,<br />

1995a: fig. 87 (Pa). Località tipo: Golfo <strong>di</strong> Hauraki, 46 m.<br />

Materiale tipo: olotipo NMNZ M.1603; olotipo AIM<br />

71037, 3 paratipi ANSP (M. pellucida morioria); olotipo<br />

NMNZ M.2120 (V. pellucida forsteriana); olotipo NZGS<br />

TM 456, 2 paratipi NZGS (V. pellucida haurakiensis).<br />

Località tipo: Waikanae, Kapiti Island.<br />

Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud,<br />

<strong>di</strong> Stewart, Snares e Chatham e Mernoo Bank), fino a 549<br />

m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie; foss<strong>il</strong>e nel Pleistocene<br />

(Castlecliffiano) e forse nel Pliocene (Waipipiano).<br />

Dimensioni: h max: 51 mm; w max: 53 mm.<br />

Osservazioni: molto sim<strong>il</strong>e per forma, <strong>di</strong>mensioni, colore<br />

e pattern cromatico a C. pellucidum, con la quale è<br />

stata spesso confusa o considerata sottospecie (Dell,<br />

1950), mentre alcune forme <strong>di</strong> C. waikanae (Maurea pellucida<br />

morioria Powell, Venustas pellucida forsteriana Dell e<br />

V. pellucida haurakiensis Dell) sono state costantemente<br />

trattate come sottospecie <strong>di</strong> C. pellucidum. Differisce da<br />

quest’ultima specie per la comparsa <strong>di</strong> S1 e S2 prima <strong>di</strong><br />

S3, anziché <strong>il</strong> contrario, la presenza <strong>di</strong> pustole sul lato<br />

del piede e tende a possedere una conchiglia più lievemente<br />

pigmentata, con corde spirali più sott<strong>il</strong>i e più<br />

finemente granulate e P4 in genere è parzialmente o interamente<br />

esposto anziché essere quasi completamente<br />

coperto dal giro successivo. Nelle popolazioni settentrionali<br />

(Isola del Nord, Stretto <strong>di</strong> Cook) esistono due<br />

forme per quanto riguarda la scultura: una con corde<br />

spirali aventi scultura molto pronunciata ed una in cui le<br />

corde ed i noduli tendono ad indebolirsi con l’aumento<br />

delle <strong>di</strong>mensioni della conchiglia, i noduli possono anche<br />

quasi scomparire del tutto (Fig. 2H, J). Tra queste<br />

due forme esistono numerose forme <strong>di</strong> passaggio. Le popolazioni<br />

più meri<strong>di</strong>onali (forma forsteriana) inoltre tendono<br />

a possedere conchiglie con periferia più arrotondata<br />

alla maturità ed un angolo della spira leggermente più<br />

stretto (Fig. 2G, I). Anche in questo caso sono presenti<br />

numerose forme <strong>di</strong> passaggio.<br />

Conclusioni<br />

Sono 22 le specie <strong>di</strong> calliostomi appartenenti al sottogenere<br />

Maurea, tutte ristrette alle acque della Nuova Zelanda:<br />

Calliostoma (Maurea) antipodense Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) aupourianum Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) benthicola (Dell, 1950)<br />

Calliostoma (Maurea) blacki (Powell, 1950)<br />

Calliostoma (Maurea) eminens Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) foveauxanum (Dell, 1950)<br />

Calliostoma (Maurea) gibbsorum Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) granti (Powell, 1931)<br />

Calliostoma (Maurea) jamiesoni Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) maui Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) megaloprepes (Tomlin 1948)<br />

Calliostoma (Maurea) osbornei Powell, 1926<br />

Calliostoma (Maurea) pellucidum (Valenciennes, 1846)<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

27


Contributi<br />

28<br />

Calliostoma (Maurea) penniketi Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) punctulatum (Martyn, 1784)<br />

Calliostoma (Maurea) regale Marshall, 1995<br />

Calliostoma (Maurea) selectum (D<strong>il</strong>lwyn, 1817)<br />

Calliostoma (Maurea) simulans Marshall, 1994<br />

Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855)<br />

Calliostoma (Maurea) tigris (Gmelin, 1791)<br />

Calliostoma (Maurea) turnerarum (Powell, 1964)<br />

Calliostoma (Maurea) waikanae Oliver, 1926<br />

Le specie più comuni sono rappresentate da Calliostoma<br />

(Maurea) tigris, Calliostoma (Maurea) punctulatum e Calliostoma<br />

(Maurea) waikanae, ampiamente <strong>di</strong>stribuite nelle<br />

isole del Nord, del Sud, <strong>di</strong> Stewart e Chatham. Altre specie<br />

presentano invece <strong>di</strong>stribuzioni più limitate o ad<strong>di</strong>rittura<br />

puntiformi come Calliostoma (Maurea) benthicola,<br />

endemica <strong>di</strong> Mernoo Bank, Soglia delle Chatham, Calliostoma<br />

(Maurea) jamiesoni endemica delle Isole dei Tre Re<br />

e Calliostoma (Maurea) megaloprepes endemica dell’Isola<br />

Macquarie.<br />

Ad eccezione <strong>di</strong> C. aupourianum e C. regale che non raggiungono<br />

i 20 mm <strong>di</strong> altezza (la prima specie non raggiunge<br />

nemmeno i 10 mm), le altre specie <strong>di</strong> Maurea<br />

possiedono conchiglie con <strong>di</strong>mensioni assai superiori<br />

rispetto alla me<strong>di</strong>a della famiglia, C. tigris, con una altezza<br />

massima <strong>di</strong> 100 mm, rappresenta la più grande<br />

specie appartenente al genere Calliostoma. C. aupourianum<br />

e C. regale si <strong>di</strong>fferenziano inoltre da tutte le altre<br />

specie nel possedere delle conchiglie più sim<strong>il</strong>i a quelle<br />

appartenenti al sottogenere Fautor Iredale, 1924 presenti<br />

non solo in Nuova Zelanda e ad alcune delle piccole<br />

specie pre-plioceniche (altezza non superiore a 20 mm)<br />

come ad esempio C. (Maurea) waiareka (Laws, 1935) del<br />

Kaiatano, Eocene Superiore (Beu & Maxwell, 1990: tav.<br />

7, fig. m).<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringraziano gli amici Saulo Bambi (MZUF) per le foto,<br />

Roberto Martignoni per aver fornito gran parte degli<br />

esemplari <strong>di</strong> Maurea e per i preziosi consigli e Maurizio<br />

Forli per <strong>il</strong> prezioso aiuto fornito nell’elaborazione delle<br />

immagini e nella composizione delle figure.<br />

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de la marine. Gide and Cie, Paris, 27 tavv.<br />

Waren A., 1990. Ontogenetic changes in the trochoidean (Archaegastropoda)<br />

radula, with some ph<strong>il</strong>ogenetic interpretations.<br />

Zoologica Scripta, 19 (2): 179-187.<br />

Taxa <strong>di</strong> molluschi marini “napoletani” per toponimia<br />

Giuseppe Fasulo*<br />

Riassunto<br />

Il Golfo <strong>di</strong> Napoli è tra le aree del Me<strong>di</strong>terraneo più stu<strong>di</strong>ate<br />

ed investigate per quanto riguarda la malacofauna<br />

marina. Con una “punta” <strong>di</strong> sano campan<strong>il</strong>ismo, ho ricercato<br />

i taxa (in particolare nomi generici e specifici) <strong>di</strong><br />

molluschi marini che riportassero nella loro etimologia<br />

toponimi napoletani.<br />

Sono state in<strong>di</strong>viduate una cinquantina <strong>di</strong> entità sistematiche,<br />

<strong>di</strong> cui 12 specie ritenute valide, le altre considerate<br />

dei sinonimi.<br />

*Via G. Merliani 20, I-80127 Napoli, fasulogiuseppe@hotma<strong>il</strong>.it<br />

Nell’esposizione dei taxa in oggetto si è seguito <strong>il</strong> seguente<br />

schema:<br />

a) <strong>il</strong> toponimo “napoletano” con le corrispondenti denominazioni<br />

latine;<br />

b) <strong>il</strong> taxon in oggetto, se specie valida, contrad<strong>di</strong>stinto<br />

da un asterisco (*);<br />

c) la collocazione sistematica a livello <strong>di</strong> Classe/Sottoclasse/Or<strong>di</strong>ne:<br />

A = Gastropoda/Opisthobranchia/Anaspidea;<br />

AC = Gastropoda/Opisthobranchia/Acochli<strong>di</strong>oi dea;<br />

Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

29


Contributi<br />

30<br />

B = Bivalvia; C=Gastropoda/Opisthobranchia/Cephalaspidea;<br />

G=Gastropoda/Prosobranchia;<br />

GY = Gastropoda/Opisthobranchia/Gymnomorpha;<br />

N = Gastropoda/Opisthobranchia/Nu<strong>di</strong>branchia;<br />

P = Polyplacophora S=Solenogastres; SA=Gastropoda/<br />

Opisthobranchia/Sacoglossa;<br />

T = Gastropoda/Opisthobranchia/Thecosomata.<br />

d) la “località tipica”;<br />

e) se <strong>il</strong> taxon in oggetto è un sinonimo, è in<strong>di</strong>cata la specie<br />

a cui va ricondotto.<br />

NAPOLI Neapolis, is Neapolis, is neapolitanus, a, um<br />

napolitanus, a, um<br />

1) *Amphimenia neapolitana (Thiele, 1889: Proneomenia,<br />

p 429) S<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli”<br />

2) Aplysia neapolitana Delle Chiaje, 1824: (III), p. 7 A<br />

“spiaggia <strong>di</strong> Napoli e Pozzuoli” = Aplysia fasciata<br />

(Poiret, 1789)<br />

3) Aplysiopterus neapolitanus Delle Chiaje, 1830: v. 4,<br />

pp. 17-18, t. 51 n. 5-6 SA<br />

“Pos<strong>il</strong>lipo” = Elysia viri<strong>di</strong>s (Montagu, 1804)<br />

4) *Armina neapolitana (Delle Chiaje, 1824: Pleurophylli<strong>di</strong>a):<br />

(III) pp. 27-28 N<br />

“Napoli”<br />

5) Dolabella neapolitana Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 60,<br />

t. 61 n. 2 A<br />

“Porto <strong>di</strong> Napoli” = Petalifera petalifera (Rang, 1828)<br />

6) Elysia neapolitana Ph<strong>il</strong>ippi, 1844: p. 101 SA<br />

“località tipo non specificata” = Elysia viri<strong>di</strong>s (Montagu,<br />

1804)<br />

7) Flabellina neapolitana Costa A., 1866: pp. 71-72, t. 1<br />

n. 1 N<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Spur<strong>il</strong>la neapolitana (Delle Chiaje,<br />

1844)<br />

8) Lamellidoris neapolitana Schmekel, 1968: p. 117 N<br />

“Procida P.ta Pizzago, Canale <strong>di</strong> Procida” = Onchidoris<br />

neapolitana (Delle Chiaje, 1844)<br />

9) Mactra neapolitana Poli, 1791: p. 67, t. 18 n. 1-3 B<br />

“Pos<strong>il</strong>lipo” = Mactra glauca Born, 1778<br />

10) Mangelia neapolitana Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 134,<br />

v. 6 t. 38 n. 8 e 10 G<br />

“località tipo non specificata” = Mangelia costulata<br />

Risso, 1826<br />

11) Notarchus neapolitanus Delle Chiaje, 1841: v. 2, p.<br />

61, t. 64 n. 2-11 A<br />

“Rada <strong>di</strong> Napoli” = Notarchus punctatus Ph<strong>il</strong>ippi, 1836<br />

12) *Onchidoris neapolitana (Delle Chiaje, 1844: Idalia):<br />

v. 8, p. 8 N<br />

“Napoli”<br />

13) Pectunculus p<strong>il</strong>osus var. neapolitana B. D. D., 1891:<br />

v. 2. p. 202, t. 33 n. 2 B<br />

“Napoli” = Glycymeris glycymeris (Linneo, 1758)<br />

14) Raphitoma neapolitana Nordsieck, 1977: p. 52, t. 16<br />

n. 124-125 G<br />

“Napoli” = Raphitoma pupoides (Monterosato, 1884)<br />

15) *Spur<strong>il</strong>la neapolitana (Delle Chiaje, 1844: Eolis): v. 8,<br />

p. 7 N<br />

“Napoli”<br />

16) Stellaspina neapolitana Rankin, 1979: p. 81-96 AC<br />

“Napoli” = Microhedyle glandulifera (Kowalewsky,<br />

1901)<br />

17) Tiedemannia napolitana van Beneden, 1839: p. 25 T<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Gleba cordata Niebuhr, 1776<br />

18) *Uncimenia neapolitana Nierstrasz, 1903: p. 376, t.<br />

36 n. 48-60 S<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli, 70 m”<br />

PARTHENOPE (Antico nome greco della città <strong>di</strong> Napoli)<br />

Parthenope, es - parthenopeus, a, um - Parthenopeius, a,<br />

um - parthenopeanus, a, um<br />

19) Buccinum inflatum parthenopaeum Settepassi, 1977:<br />

append.t. 6, t. 3, n. 15 G<br />

Foss<strong>il</strong>e - “Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Buccinum humphreysianum<br />

Bennet, 1824<br />

20) Cumingia parthenopaea Tiberi, 1855: pp. 10-12, t. 1<br />

n. 14-18 B<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Poromya granulata (Nyst & Westendorf,<br />

1839)<br />

21) *Cymatium parthenopeum (Salis, 1793: Murex): pp.<br />

370-371, t. 7 n. 4-5 G<br />

“Napoli”<br />

22) Cymatium parthenopus AA.VV. =Cymatium parthenopeum<br />

(Salis, 1793) G<br />

23) Doris parthenopeia Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 21, t.<br />

40 n. 2 N<br />

“località tipo non specificata” = Chromodoris luteorosea<br />

(Rapp, 1827)<br />

24) Parthenope Scacchi, 1833:8 = Galeomma Turton, 1825<br />

B<br />

25) Parthenope formosa Scacchi, 1833: pp. 8 - 10 B<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Galeomma turtoni Sowerby G.B.<br />

in Turton, 1825<br />

26) Parthenopia Oken, 1815: p. 830 = Gastropteron Kosse,<br />

1813 C<br />

27) Pecten opercularis var. parthenopea Praus Franceschini,<br />

1915: p. 7 B<br />

“Golfo <strong>di</strong> Napoli, Capri” = Aequipecten opercularis<br />

(Linneo, 1758)<br />

28) Peronia parthenopeia Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 13, t.<br />

46 n. 6-9 GY<br />

“presso <strong>il</strong> castello Lucullano” = Onchidella celtica<br />

(Cuvier, 1817)<br />

29) Tellina parthenopeana Delle Chiaje, 1830: v. 4, t. 86<br />

n. 35 e 43 B<br />

“Napoli” = Lenti<strong>di</strong>um me<strong>di</strong>terraneum (Costa O.G.,<br />

1829)<br />

30) Tethys parthenopeia Macri, 1816:p. 168, t. 3 N<br />

“punta <strong>di</strong> Pos<strong>il</strong>lipo, la Gaiola” = Tethys fimbria Linneo,<br />

1767<br />

SANTA LUCIA (Rione costiero <strong>di</strong> Napoli) Sancta, ae -<br />

Lucia, ae<br />

31) Murex sanctaeluciae Salis, 1793: pp. 371-372, t. 7 n. 6<br />

G<br />

“Napoli” = Fusinus rostratus (Olivi, 1792)<br />

CASTEL DELL’OVO (L’antico “Castro lucullano”) Castello<br />

sul lungomare <strong>di</strong> Napoli<br />

Lucullanus, a, um


32) Rissoa lucullana var. a cancellata Scacchi, 1836: p.<br />

14 G<br />

“località tipo non specificata” = ? Alvania carinata<br />

(Da Costa, 1778)<br />

33) Rissoa lucullana var. b transverse sulcata Scacchi,<br />

1836: p. 14 G<br />

“località tipo non specificata” = Fossarus ambiguus<br />

(Linneo, 1758)<br />

34) Turbo lucullanus Scacchi, 1833: pp. 24-25 G<br />

“scogli che circondano <strong>il</strong> Castel dell’Uovo” = ? Alvania<br />

carinata (Da Costa, 1778)<br />

35) Turbo lucullanus var. b Scacchi, 1833: 24-25 G<br />

“scogli che circondano <strong>il</strong> Castel dell’Uovo” = Fossarus<br />

ambiguus (Linneo, 1758)<br />

SEBETO Piccolo fiume che scorreva nella città <strong>di</strong> Napoli,<br />

oggi coperto<br />

Sebethos, i - Sebetius, a, um<br />

36) * Bornia sebetia (Costa O.G., 1829: Cyclas): p. 131, t.<br />

2 n. 6 B<br />

“nelle foci del Sebeto”<br />

GAIOLA -Piccola isola <strong>di</strong> fronte alla costa <strong>di</strong> Pos<strong>il</strong>lipo,<br />

la latina “Euplaea” Euplaea, ae<br />

37) Chiton euplaeae Costa O. G., 1829: p. 4, t. 1 n. 3 P<br />

“presso la Caiola” = Callochiton septemvalvis (Montagu,<br />

1803)<br />

POZZUOLI Puteoli, orum puteolanus, a, um<br />

38) Doris puteolana Macri, 1846: pp. 274-277 N<br />

“tra Pozzuoli e Nisida” = ?<br />

CUMA Antica città greca sul litorale flegreo -Cumae,<br />

arum cumanus, a, um<br />

39) Hirtocerithium cumanum Monterosato, 1910: p. 74 G<br />

“laguna <strong>di</strong> Cuma” = Cerithium vulgatum Bruguiere,<br />

1792<br />

40) * Macoma cumana (Costa O. G., 1829: Tellina): pp. 14<br />

e 20, t. 2 n. 7a-7b B<br />

“dal promontorio <strong>di</strong> Miseno fino a Patria, Cuma”<br />

41) Ostrea cumana de Gregorio, 1883: p. 7 B<br />

“Cuma, Lucrino, Fusaro” = Ostrea edulis Linneo,<br />

1758<br />

42) Tapes cateniferus var. cumana Praus Franceschini,<br />

1915: p. 28 B<br />

“Cuma” = Venerupis aurea (Gmelin, 1791)<br />

LAGO FUSARO Laguna salmastra costiera dell’area<br />

flegrea, l’antica “Acherusia Palus” dei Romani Acherusia,<br />

ae Fusarus, i<br />

43) Gibbula umb<strong>il</strong>icaris var. acherusiae Bellini, 1902: p.<br />

24, p. 23 fig. 5 G<br />

“Lago Fusaro” = Gibbula umb<strong>il</strong>icaris (Linneo, 1758)<br />

44) * Haminoea fusari (Alvarez, Garcia & V<strong>il</strong>lani, 1993:<br />

Haminaea): p. 339 C<br />

“Lago Fusaro”<br />

CAPRI Capreae, arum caprensis, e<br />

45) Cerithium rupestre var. caprense Bellini, 1929: p. 41 G<br />

“Capri” = cerithium lividulum Risso, 1826<br />

46) Fissurella graeca var. caprearum Costa A. in Costa<br />

O. G., 1840: p. 71 G<br />

“Capri” = Diodora graeca (Linneo, 1758)<br />

47) Fissurella graeca var. caprensis Bellini, 1929: p. 58<br />

G<br />

“Capri” = Diodora graeca (Linneo, 1758)<br />

48) * Lepidochitona caprearum (Scacchi, 1836: Chiton):<br />

p. 9, nota 9 P<br />

“scogli <strong>di</strong> Capri”<br />

49) Pseudomurex meyendorffi var. caprensis Bellini,<br />

1929: p. 38 G<br />

“Capri” = Corallioph<strong>il</strong>a meyendorffii (Calcara, 1845)<br />

50) * Runcina capreensis Mazzarelli, 1894: p. 1 C<br />

“Capri, imboccatura Grotta Azzurra, -80 m”<br />

ISCHIA L’antica “Inarime” -Inarime, es inarimensis, e<br />

ischitanus, a, um<br />

51) Cassis inarimensis Bellini, 1900: p. 151, fig. 1 G<br />

Foss<strong>il</strong>e - “marna del Monte Epomeo, Ischia” = Semicassis<br />

undulata (Gmelin, 1791)<br />

52) * Flabellina ischitana Hirano & Thompson, 1990: p.<br />

345 N<br />

“Secca delle Formiche tra Ischia e Procida e Lacco<br />

Ameno, Ischia, -35 m”<br />

VESUVIO Vesuvius, ii vesuvianus, a, um<br />

53) Radula vesuviana Bellini, 1904: pp. 14-15 B<br />

Foss<strong>il</strong>e - “arenarie calcaree del Monte Somma” = ?<br />

Limatula gwyni (Sykes, 1903)<br />

Si ringraziano, per l’aus<strong>il</strong>io, nella ricerca bibliografica, i<br />

sigg. Guido Cosenza, Paolo Crovato e Nicola Maio del<br />

Gruppo Malacologico Campano e le sigg.re Carmela<br />

Scotti e Pasqualina Fiorentino della Biblioteca della Stazione<br />

Zoologica “A. Dohrn” <strong>di</strong> Napoli.<br />

Bibliografia<br />

Alvarez L.A., Garcia F.J. & V<strong>il</strong>lani G., 1993. A new me<strong>di</strong>terranean<br />

species of Haminaea Leach, (1820) (Gastropoda: Opisthobranchia:<br />

Cephalaspidea). Journal of Molluscan Stu<strong>di</strong>es, 59:<br />

339-345.<br />

Bellini R., 1900. Due nuovi molluschi foss<strong>il</strong>i dell’isola d’Ischia<br />

e revisione delle specie esistenti nella marna dell’isola stessa.<br />

Bollettino della <strong>Società</strong> Zoologica <strong>Italiana</strong>, s. 2, 1: 149-15.<br />

Bellini R., 1902. I molluschi del Lago Fusaro e del Mar Morto<br />

nei campi flegrei. Bollettino della <strong>Società</strong> dei Naturalisti in Napoli,<br />

16: 20-27.<br />

Bellini R., 1904. Notizie sulle formazioni foss<strong>il</strong>ifere neoceniche<br />

recenti della regione vulcanica napoletana e malacofauna<br />

del Monte Somma. Bollettino della <strong>Società</strong> dei Naturalisti in<br />

Napoli, 17 (1903): 1-16.<br />

Bellini R., 1929. I molluschi del Golfo <strong>di</strong> Napoli (stu<strong>di</strong> precedenti,<br />

l’ambiente, enumerazione e Sinonimia). Annuario del<br />

Museo Zoologico della Reale Università <strong>di</strong> Napoli, n.s., 6 (2):<br />

1-87.<br />

Beneden P. J. Van, 1839. Mémoire sur un nouveau genre de<br />

mollusque voisin des Cymbulies du Golfe de Naples. Nouveaux<br />

Mémoires de l’Académie Royale des Sciences et Belles Lettres<br />

de Bruxelles, 12: 21-27, t. 2.<br />

Bucquoy E., Dollfus G. & Dautzenberg P., 1887-1898. Les<br />

Taxa <strong>di</strong> molluschi marini “napoletani” per toponimia<br />

31


Contributi<br />

32<br />

mollusques marins du Rouss<strong>il</strong>lon. Vol. II - Pélécypodes.<br />

J.B.Ba<strong>il</strong>lière & f<strong>il</strong>s, Paris. 884 pp. 99 pls. [pp. 1-24, pls. 1-6,<br />

1887 - pp. 25-60, pls. 7-11, 1888 - pp. 61-112, pls. 12-21, 1889 -<br />

pp. 113-172, pls. 22-29, 1890 - pp. 173-220, pls. 30-37, 1891 -<br />

pp. 221-320, pls. 38-51, 1892 - pp. 321-450, pls. 52-67, 1893 -<br />

pp. 453-540, pls. 68-70, 1895 - pp. 541-620, pls. 79-88, 1896 -<br />

pp. 621-884, pls. 89-99, 1898].<br />

Costa A., 1866. Saggio sui molluschi Eoli<strong>di</strong>dei del Golfo <strong>di</strong> Napoli.<br />

Annuario del Museo Zoologico della Reale Università <strong>di</strong> Napoli,<br />

3 (1863): 59-88, 3 tav.<br />

Costa O. G., 1829. Catalogo sistematico e ragionato de’ Testacei<br />

delle Due Sic<strong>il</strong>ie. Tipografia della Minerva, Napoli. 132 pp., 3<br />

pls.<br />

Costa O. G., 1840. Statistica fisica ed economica dell’isola <strong>di</strong><br />

Capri. Esercitazioni dell’Accademia degli Aspiranti Naturalisti,<br />

2: 1-140.<br />

De Gregorio A., 1883. Stu<strong>di</strong> su talune ostriche viventi e foss<strong>il</strong>i. De<br />

Gregorio, Palermo. 9 pp., 2 tavv.<br />

Delle Chiaje S., 1823-1831. Memorie sulla storia e notomia degli<br />

animali senza vertebre del Regno Di Napoli. 5 vv. + Atlante tavv.<br />

<strong>Società</strong> Tipographica, Napoli. [vol. 1, pp. 1-84, 1823, pp. 85-<br />

124, 1824 - vol. 2, pp. 185-224, 1825, pp. 225-244, 1826 - vol. 3,<br />

pp. 1-232, 1828 - vol. 4, pp. 1-116, 1830, pp. 117-214, 1831 -<br />

Atl. 109 tavv., 1830].<br />

Delle Chiaje S., 1824. Sunto del fascicolo III e IV delle memorie<br />

sulla storia e notomia degli animali Senza vertebre del Regno <strong>di</strong><br />

Napoli. <strong>Società</strong> Tipographica, Napoli. (III) pp. 1-28, (IV) pp.<br />

1-24.<br />

Delle Chiaje S., 1841-1844. Descrizione e notomia degli animali<br />

invertebrati della Sic<strong>il</strong>ia citeriore osservati vivi negli anni 1822-<br />

1830. 8 v. Stab<strong>il</strong>imento Tipografico <strong>di</strong> C. Batelli & Co., Napoli.<br />

[vol. 1, pp. 1-98, 1841 - vol. 2, pp. 146, 1841 - vol. 3, pp.<br />

1-142, 1841 -vol. 4, pp. 1-142, 1841 - vol. 5, pp. 1-165, 1841 -<br />

vol. 6, tavv. 1-86, 1841 - vol. 7, tavv. 87-173, 1841, tavv. 174-<br />

181, 1844 - vol. 8, pp. 1-48, 1844].<br />

Hirano Y.J. & Thompson T.E., 1990. Flabellinid nu<strong>di</strong>branchs<br />

from the bay of Naples, with a description of a new species,<br />

Flabellina ischitana. Journal of Molluscan Stu<strong>di</strong>es, 56 (3): 345-<br />

354.<br />

Macri S., 1816. Osservazioni intorno alla storia naturale <strong>di</strong> tre<br />

nuove specie <strong>di</strong> Teti<strong>di</strong> del Me<strong>di</strong>terraneo. Ren<strong>di</strong>conto dell’Accademia<br />

delle Scienze <strong>di</strong> Napoli: 157-217.<br />

Macri S., 1846. Osservazioni intorno ad una novella specie <strong>di</strong><br />

Doride del nostro mar Tirreno. Ren<strong>di</strong>conto della Real Accademia<br />

<strong>di</strong> Scienze <strong>di</strong> Napoli, 5: 274-277.<br />

Mazzarelli G., 1894. Ricerche sulle Peltidae del Golfo <strong>di</strong> Na-<br />

Errata corrige<br />

<strong>Notiziario</strong> Vol. 30, n. 1 del 2012<br />

poli. Memorie della Real Accademia <strong>di</strong> Scienze Fisiche e Matematiche<br />

<strong>di</strong> Napoli, 6 (2): 1-18, 1 tav.<br />

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famiglia Cerithiidae. Giornale <strong>di</strong> Scienze Naturali ed Economiche,<br />

Palermo, 28: 65-76.<br />

Nierstrasz H. F., 1903. Neue Solenogastres. Zoologische Jahrbucher.<br />

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C.B. Regiam, Leipzig. 850 pp.<br />

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Tavv. XIII-XXVIII.<br />

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Nervensystem von Mollusken. Zeitschrift fur wissenschaftliche<br />

Zoologie, 49 (3): 385-432.<br />

Tiberi N., 1855. Descrizione <strong>di</strong> alcuni testacei viventi nel Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Lettere <strong>di</strong> Nicola Tiberi. Stab<strong>il</strong>imento Tipografico del<br />

cav. Gaetano Nob<strong>il</strong>e, Napoli. 16 pp., 2 tavv.<br />

Nel lavoro <strong>di</strong> A. Callea “Il Genere Lindapterys Petuch, 1987 (Gastropoda: Muricidae: Ergalataxinae)” alle pagg. 3 e 11<br />

sono state invertite le figure 1 e 2 per cui la Fig. 1 <strong>di</strong>venta Fig. 2 e viceversa, fermo restando le <strong>di</strong>dascalie che sono<br />

corrette.


Contributi<br />

1 Brunetti M. Mauro Il mare <strong>di</strong> San Lorenzo<br />

(Bologna)<br />

3 Vannozzi A. & Hallgass A. La struttura<br />

della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae<br />

(Gastropoda: Pulmonata)<br />

10 Piva G. Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle<br />

naturali da una sola conchiglia <strong>di</strong> Pinctada<br />

Foto copertina<br />

Cymathium parthenopeum (Von Salis, 1793)<br />

Capri, Cala <strong>di</strong> Matermania<br />

foto Antonio Federico<br />

Sommario<br />

margaritifera (Linnaeus, 1758) (Bivalvia:<br />

Pteriidae)<br />

13 Viviano G. Intervista a Vittorio Emanuele<br />

Orlando<br />

17 Callea A. Genere Calliostoma Swainson, 1840:<br />

<strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926<br />

(Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />

29 Fasulo G. Taxa <strong>di</strong> molluschi marini<br />

“napoletani” per toponimia

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