scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia
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notiziario S.i.m.<br />
Pubblicazione semestrale della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> - c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Glacianese 20H - 59100 Prato<br />
ISSN 1121-161X<br />
Anno 30 · n. 2 · luglio-<strong>di</strong>cembre 2012<br />
Supplemento del Bollettino Malacologico vol. 48 n. 2<br />
Redattore capo: Ignazio Sparacio<br />
Coredattori: Antonio Callea, Alessandro Ceregato, Alessandro Margelli, Ermanno Quaggiotto<br />
Direttore responsab<strong>il</strong>e: Paolo Crovato<br />
Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano n. 151 del 26 marzo 1983<br />
Poste Italiane spe<strong>di</strong>zione in A.P. - 70% - Spe<strong>di</strong>zione n. 2/2012<br />
Direzione Commerciale - Napoli<br />
Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> produzione: Prismi srl, Napoli<br />
Grafica e impaginazione: Grafica Elettronica srl, Napoli - Stampa: Arti Grafiche Solimene srl, Casoria (Na)<br />
Napoli 30 novembre 2012
notiziario S.i.m.<br />
Pubblicazione semestrale della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> - c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Galcianese 20H - 59100 Prato<br />
Sommario<br />
Vita sociale<br />
2 In memoriam Sergio Savona<br />
2 Nota redazionale<br />
3 Verbale della riunione del Consiglio Direttivo<br />
tenuta in Montes<strong>il</strong>vano 15 settembre 2012<br />
4 Convocazione Assemblea Or<strong>di</strong>naria dei Soci,<br />
Bologna, 16 marzo 2013<br />
5 Elenco delle pubblicazioni S.I.M. <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i<br />
6 Segnalazioni bibliografiche<br />
Presentazione libri e recensioni<br />
10 Federico A., 2012, Fondali alla ribalta.<br />
Osservazioni dello stato dell’ecosistema marino<br />
dell’isola <strong>di</strong> Capri ed alcune attività in esso svolte,<br />
in particolare, nell’anno internazionale della<br />
bio<strong>di</strong>versità 2010.<br />
A cura <strong>di</strong> P. Crovato<br />
Anno 30 · n. 2 · luglio-<strong>di</strong>cembre 2012<br />
Supplemento del Bollettino Malacologico vol. 48 n. 2<br />
Vita societaria a cura <strong>di</strong> Paolo Crovato e Maurizio Forli<br />
Eventi<br />
11 1° Congresso Internazionale “Insularity and<br />
Bio<strong>di</strong>versity” (Palermo 11-13 maggio 2012)<br />
12 VI Convegno Malacologico Pontino (Sabau<strong>di</strong>a 6-7<br />
ottobre 2012)<br />
13 Incontri d’autore. Centro Caprense Ignazio Cerio<br />
(Capri 29 settembre 2012)<br />
14 Congresso Internazionale <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>. Ponta<br />
Delgada, São Miguel, Isole delle Azzorre,<br />
Portogallo<br />
17 Mostre e Borse 2012<br />
18 Pubblicazioni ricevute<br />
Varie<br />
22 Elenco dei Soci<br />
24 Quote Sociali 2013
Vita sociale<br />
2<br />
in memorian Sergio Savona<br />
20 Settembre 1932 - 01 ottobre 2012<br />
È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa <strong>di</strong><br />
Sergio Savona socio e fi gura storica del Gruppo Malacologico<br />
Livornese ed anche socio della SIM da molti anni.<br />
Un vero amico per tutti noi, con cui <strong>di</strong>videva, ormai da<br />
decenni, la passione per <strong>il</strong> mare e la malacologia.<br />
Ha sempre curato la sua ricca collezione <strong>di</strong> cui era geloso<br />
ma allo stesso tempo <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e con i suoi esemplari<br />
per scambi e confronti. Sempre alla ricerca <strong>di</strong> specie<br />
mancanti, aveva una fi tta corrispondenza con tanti amici<br />
e collezionisti italiani ed esteri.<br />
È con sua grande sod<strong>di</strong>sfazione che portava alle nostre<br />
riunioni qualche pezzo raro ottenuto in cambio o raccolto<br />
personalmente, per con<strong>di</strong>viderne la bellezza e la rarità.<br />
Oltre alle conchiglie aveva anche un interessante raccolta<br />
<strong>di</strong> granchi me<strong>di</strong>terranei che, anni orsono, aveva donato<br />
al Museo <strong>di</strong> Tarcento dove sono tuttora esposti.<br />
Nello scrivere queste poche righe ci tornano alla mente i<br />
tanti momenti passati insieme davanti al computer o al<br />
binoculare affrontando <strong>di</strong>scussioni <strong>di</strong> carattere malacologico.<br />
Rivolgiamo alla famiglia i nostri sentimenti <strong>di</strong> cordoglio<br />
e la nostra affettuosa vicinanza.<br />
Mancherà a tutti noi.<br />
Gruppo Malacologico Livornese<br />
Cari amici soci,<br />
come già avrete notato, <strong>il</strong> sito della SIM è stato completamente rinnovato sia nella sua veste grafi -<br />
ca che nei contenuti, e lo troverete al seguente in<strong>di</strong>rizzo: www.societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />
È un sito più moderno come concezione, ed abbiamo cercato <strong>di</strong> renderlo più gradevole come architettura<br />
e grafi ca.<br />
Abbiamo istituito una galleria dei tipi relativi alle nuove specie pubblicate dal nostro Bollettino<br />
Malacologico con i riferimenti bibliografi ci e la relativa iconografi a, è stata ammodernata la galleria<br />
fotografi ca ed è stata inserita la sistematica dei vari gruppi. Quest’ultima è stata un’impresa<br />
<strong>di</strong>ffi c<strong>il</strong>e e complessa e che potrà anche essere oggetto <strong>di</strong> dubbi e pareri <strong>di</strong>versi. Per quanto riguarda<br />
i Molluschi marini attuali, abbiamo fatto riferimento al CLEMAM e <strong>di</strong> volta in volta verranno<br />
apportate le mo<strong>di</strong>fi che scaturite da lavori pubblicati. Qui chie<strong>di</strong>amo la collaborazione <strong>di</strong> tutti ed<br />
ogni segnalazione riguardante mo<strong>di</strong>fi che alla sistematica, sarà assai gra<strong>di</strong>ta.<br />
Il vecchio Forum è stato completamente abbandonato e ne è stato creato uno <strong>di</strong> nuovo con nuovi<br />
amministratori e nuovi moderatori, tutti a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> chi vorrà intervenire. Invito tutti gli<br />
amici ad iscriversi e partecipare. Purtroppo per motivi tecnici non abbiano potuto conservare i<br />
contenuti del precedente Forum, ma con un po’ <strong>di</strong> buona volontà e pazienza cercheremo <strong>di</strong> arricchirlo<br />
ed implementarlo nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e.<br />
Ora siamo anche su facebook così da aumentare la nostra visib<strong>il</strong>ità, nella speranza <strong>di</strong> incrementare<br />
<strong>il</strong> numero dei Soci e l’interesse per la <strong>Malacologia</strong>.<br />
PA O L O RUSSO
Verbale:<br />
riunione del Consiglio Direttivo della S.i.m.<br />
(montes<strong>il</strong>vano, 15 settembre 2012)<br />
Il giorno 15 settembre 2012 alle ore 15.30, presso <strong>il</strong> Palancongressi<br />
d’Abruzzo in Montes<strong>il</strong>vano (Pe), si è riunito <strong>il</strong><br />
Consiglio Direttivo della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />
per decidere e deliberare sul seguente or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />
1) Operatività S.I.M.<br />
2) Bollettino.<br />
3) <strong>Notiziario</strong> S.I.M.<br />
4) Varie ed eventuali.<br />
Presenzia la seduta, in sostituzione del Presidente Bruno<br />
Dell’Angelo, assente qui rappresentato con delega a<br />
Maurizio Forli, <strong>il</strong> vice presidente Paolo Crovato, con <strong>il</strong><br />
voto unanime dei presenti, <strong>il</strong> quale constata e fa constatare<br />
la presenza dei Consiglieri: Franco Agamennone,<br />
Paolo Crovato, Maurizio Forli, Giuseppe Martucci, Ermanno<br />
Quaggiotto, Walter Renda, Paolo Russo, Ignazio<br />
Sparacio, Morena Tisselli. I seguenti Consiglieri vengono<br />
rappresentati me<strong>di</strong>ante delega: Enzo Campani da<br />
Morena Tisselli, Duraccio da Giuseppe Martucci, Nicola<br />
Maio da Paolo Crovato, Francesco Toscano da Paolo<br />
Russo, Ceregato da Forli Maurizio.<br />
Le predette deleghe vengono allegate al presente verbale<br />
quali parti integranti ed essenziali.<br />
Sono presenti i soci: Bonomolo e Hallgass.<br />
Il Presidente <strong>di</strong>chiara aperta la seduta ed idonea a deliberare<br />
essendo presente la maggioranza dei Consiglieri.<br />
Sempre a norma <strong>di</strong> statuto assume la funzione <strong>di</strong> segretario<br />
<strong>il</strong> consigliere Agamennone.<br />
Sul primo punto posto all’or<strong>di</strong>ne del giorno prende la parola<br />
Agamennone <strong>il</strong> quale <strong>il</strong>lustra ai presenti la situazione<br />
economica e finanziaria della SIM che richiede l’adozione<br />
<strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti urgenti per ridurre le uscite sociali.<br />
Crovato propone <strong>di</strong> variare la veste grafica del notiziario<br />
trovando soluzioni tipografiche che consentano una riduzione<br />
dei costi. Il consiglio accoglie la proposta <strong>di</strong><br />
Crovato.<br />
Sparacio e Crovato propongono <strong>di</strong> stampare <strong>il</strong> prossimo<br />
numero del notiziario in bianco e nero rendendolo <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e<br />
in formato PDF con copertina a colori solo sul<br />
sito sociale. Il consiglio approva all’unanimità la soluzione<br />
proposta.<br />
Le scelte adottate consentiranno <strong>di</strong> economizzare somme<br />
significative che potranno essere reinvestite, in parte,<br />
per migliorare la veste grafica del Bollettino e per pubblicare<br />
supplementi <strong>di</strong> sicuro interesse scientifico.<br />
Sul secondo punto all’or<strong>di</strong>ne del giorno, viene deciso <strong>di</strong><br />
mettere a <strong>di</strong>sposizione degli autori <strong>il</strong> PDF solo dopo<br />
averne inviato copia cartacea ai soci.<br />
Sul terzo punto posto all’or<strong>di</strong>ne del giorno, Sparacio <strong>il</strong>lustra<br />
ai presenti lo stato dei lavori in cantiere, che si presentano<br />
numerosi e qualitativamente sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />
Tra le varie ed eventuali prende la parola Renda che <strong>il</strong>lustra<br />
ai presenti lo stato dell’arte del nuovo sito web,<br />
inoltre comunica e sollecita le principali cariche del CD<br />
ad ut<strong>il</strong>izzare gli in<strong>di</strong>rizzi e-ma<strong>il</strong> del nuovo dominio societario:<br />
presidente@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />
vicepresidente@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />
segreteria@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />
tesoriere@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it<br />
info@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it (ad uso degli amministratori<br />
del sito web e del forum).<br />
Il sito è stato quasi completato, mancano da fare alcune<br />
migliorie su segnalazione <strong>di</strong> alcuni soci; <strong>il</strong> primo ottobre<br />
sarà <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e in rete con <strong>il</strong> relativo link su facebook.<br />
In merito alla sistemazione della biblioteca Sim, prende<br />
la parola Paolo Russo che, su sollecitazione <strong>di</strong> Ceregato,<br />
invita i consiglieri a voler decidere sulla cessione a titolo<br />
permanente della biblioteca a favore dell’Università <strong>di</strong><br />
Bologna, sezione <strong>di</strong> Zoologia. Tale soluzione non pregiu<strong>di</strong>ca<br />
la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> accedere on-line per la visione del<br />
materiale. Il consiglio decide <strong>di</strong> accettare la cessione a<br />
titolo permanente riservandosi <strong>di</strong> chiedere a Ceregato<br />
chiarimenti sulla effettiva fruib<strong>il</strong>ità per i soci SIM e sulle<br />
modalità per la formalizzazione dell’accordo con l’Ente<br />
universitario.<br />
Crovato legge ai presenti una proposta <strong>di</strong> collaborazione<br />
(progetto LIFE) con ricercatori dell’Università <strong>di</strong> Roma<br />
ed altre strutture finalizzata alla segnalazione <strong>di</strong> specie<br />
aliene e invasive. Viene letta una lettera d’intenti che <strong>il</strong><br />
legale rappresentante della SIM dovrebbe firmare. Il<br />
consiglio ritiene che la proposta <strong>di</strong> collaborazione possa<br />
essere accolta senza riserve, attendendo che l’Ente <strong>di</strong> ricerca<br />
fornisca le linee guida ed operative da sottoporre ai<br />
soci che volessero collaborare al progetto.<br />
Non essendoci altro da <strong>di</strong>scutere e deliberare alle ore<br />
16,50 la seduta viene sciolta.<br />
Letto, confermato e sottoscritto<br />
Montes<strong>il</strong>vano, 15 settembre 2012<br />
Il Presidente Il Segretario<br />
Paolo Crovato Franco Agamennone<br />
FIRMATO FIRMATO<br />
IL SOTTOSCRITTO LEGALE RAPPRESENTANTE DI-<br />
CHIARA CHE IL PRESENTE DOCUMENTO È CON-<br />
FORME ALL’ORIGINALE SOTTOSCRITTO E TRA-<br />
SCRITTO SUI LIBRI SOCIALI, AI SENSI E PER GLI EF-<br />
FETTI DEGLI ARTT. 38 E 47 DPR 445/2000.<br />
Vita sociale<br />
3
Vita sociale<br />
4<br />
SOCIETÀ ITALIANA DI MALACOLOGIA (S.I.M.)<br />
c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie,<br />
via Galcianese 20H - 59100 Prato<br />
Convocazione assemblea or<strong>di</strong>naria dei Soci della<br />
<strong>Società</strong> italiana <strong>di</strong> malacologia, Bologna 16.03.2013<br />
L’Assemblea or<strong>di</strong>naria dei soci della SIM si svolgerà nell’aula dell’Istituto <strong>di</strong> Zoologia dell’Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna, Via San Giacomo 9, 40126 Bologna, <strong>il</strong> giorno 16 marzo 2013 alle ore<br />
7,00 in prima convocazione ed alle ore 15,30 dello stesso giorno in seconda convocazione.<br />
Si invitano i soci ad intervenire numerosi all’Assemblea, che avrà <strong>il</strong> seguente Or<strong>di</strong>ne del Giorno:<br />
– Relazione del Presidente.<br />
– Relazione del Segretario.<br />
– Presentazione del b<strong>il</strong>ancio consuntivo dell’esercizio 2012.<br />
– Relazione Revisori dei Conti.<br />
– Approvazione del b<strong>il</strong>ancio 2013.<br />
– Presentazione del b<strong>il</strong>ancio preventivo dell’esercizio 2013 e sua approvazione, relazione del Tesoriere.<br />
– Varie ed eventuali.<br />
I Soci possono farsi rappresentare da un altro Socio con delega scritta. Il numero massimo <strong>di</strong> deleghe<br />
attribuib<strong>il</strong>i ad ogni socio è fi ssato in due.<br />
Cor<strong>di</strong>ali saluti<br />
Il Presidente<br />
Bruno Dell’Angelo<br />
✂<br />
DELEGA<br />
Il Sottoscritto ............................................ socio della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Malacologia</strong>, in regola con <strong>il</strong> versamento della quota sociale 2012, con la presente<br />
delega <strong>il</strong> Sig. .......................................... a rappresentarLo nel corso della<br />
Assemblea Or<strong>di</strong>naria dei Soci convocata in Palermo per <strong>il</strong> giorno 16 marzo 2013<br />
approvando incon<strong>di</strong>zionatamente e preventivamente <strong>il</strong> suo operato fornendone<br />
preventiva ratifi ca.<br />
data ……………… ………………………………………………
Elenco delle pubblicazioni S.i.m. <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i<br />
Distintivo in ottone smaltato € 2,50<br />
Bollettino Malacologico<br />
– annate 1968/1975 e 1978/1992 (ciascuna) € 12,00<br />
– annate 1993 e 1995 (ciascuna) € 15,00<br />
– annate 1965/1967 e 1976/1977 (esaurite,<br />
<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i in fotocopia) (ciascuna) € 15,00<br />
– annate 1994 e 1996 (un fascicolo esaurito,<br />
<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e in fotocopia) (ciascuna) € 18,00<br />
– annate 1971 e 1978(un fascicolo esaurito,<br />
<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e in fotocopia) (ciascuna) € 15,00<br />
– fascicoli singoli annate 1965/1996 (ciascuno) € 5,00<br />
– annate 1997/2007 (ciascuna) (sconto 40%<br />
ai nuovi soci) € 30,00<br />
– fascicoli singoli annate 1997/2007 (ciascuno) € 10,00<br />
– fascicoli singoli: anno ’99 n. 5-12, anno 2001 n. 5-8,<br />
anno ’02 suppl., anno 2006 suppl. (ciascuno) € 20,00<br />
– collezione completa 1965/2001 (in fotocopia<br />
i fascicoli esauriti) € 500,00<br />
Lavori S.I.M. 1-20 (ciascuno) € 10,00<br />
Lavori S.I.M. 21-24 (ciascuno) € 15,00<br />
Diversi fascicoli dei Lavori S.I.M. sono esauriti<br />
Bouchet & Waren, Revision of the Northeast Atlantic<br />
Bathyal and Abyssal:<br />
– Turridae € 16,00<br />
– Neogastropoda exclu<strong>di</strong>ng Turridae € 22,00<br />
– Acli<strong>di</strong>dae, Eulimidae, Epitoniidae esaurito<br />
– Mesogastropoda € 26,00<br />
Il contenuto delle annate del Bollettino Malacologico e dei Lavori SIM è consultab<strong>il</strong>e<br />
on line al seguente in<strong>di</strong>rizzo: http:// www.societaitaliana<strong>di</strong> malacologia.it<br />
Si prega <strong>di</strong> inviare le richieste al segretario:<br />
Maurizio Forli c/o <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie,<br />
via Galcianese 20H, I-59100 Prato oppure tramite e-ma<strong>il</strong>: segretario@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it,<br />
segreteria.sim@libero.it<br />
Il materiale richiesto potrà essere pagato con una delle modalità in<strong>di</strong>cate nella<br />
circolare <strong>di</strong> pag. 24. La spe<strong>di</strong>zione sarà gravata delle spese postali al costo.<br />
Si ricorda ai soci <strong>di</strong> provvedere al pagamento delle<br />
quote sociali 2012 entro <strong>il</strong> mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2012. In<br />
caso contrario, nostro malgrado, sospenderemo l’invio<br />
delle pubblicazioni senza dare alcun preavviso.<br />
Vita sociale<br />
5
Segnalazioni bibliografiche<br />
6<br />
Continuiamo la segnalazione <strong>di</strong> alcuni lavori <strong>di</strong> nostri<br />
soci apparsi su riviste italiane e straniere che trattano i<br />
molluschi marini, terrestri, acquadulcicoli o foss<strong>il</strong>i. Ad<br />
ogni segnalazione viene aggiunta una sintesi del riassunto<br />
riportato dagli Autori, ricordando che non viene<br />
fatta alcuna valutazione critica e che pertanto la responsab<strong>il</strong>ità<br />
del contenuto degli articoli rimane degli Autori.<br />
Molluschi marini<br />
Scarponi D., Della Bella G. & Ceregato A., 2011. The<br />
genus Haedropleura (Neogastropoda, Toxoglossa = Conoidea)<br />
in the Plio-Quaternary of the Me<strong>di</strong>terranean basin.<br />
Zootaxa 2796: 37-55. www.mapress.com/zootaxa/<br />
The Plio-Quaternary representatives of Haedropleura Monterosato<br />
in Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus, 1883 are revised.<br />
Protoconch and teleoconch characters of 84 foss<strong>il</strong> and livecollected<br />
specimens belonging to the genus, mainly from the<br />
Me<strong>di</strong>terranean basin, were quantitatively assessed. The characters<br />
examined allow better delimitation of variab<strong>il</strong>ity in the<br />
genus along with the recognition of eight morphotypes. In particular,<br />
four morphotypes were attributed to known species: H.<br />
septangularis (Montagu), H. bucciniformis (Bellar<strong>di</strong>), H.<br />
contii (Bellar<strong>di</strong>) and H. secalina (Ph<strong>il</strong>ippi), whereas two are<br />
described as new species: H. formosa and H. parva. Another<br />
two morphotypes represented in our material by few, poorly<br />
preserved specimens remain undescribed. We designate three<br />
lectotypes (H. bucciniformis, H. secalina and H. septangularis)<br />
in order to stab<strong>il</strong>ize usage of the names. The Haedropleura<br />
a-<strong>di</strong>versity in the Plio-Quaternary of the Me<strong>di</strong>terranean<br />
basin is also <strong>di</strong>scussed.<br />
[Il genere Haedropleura (Neogastropoda, Toxoglossa = Conoidea)<br />
nel Plio-Quaternario del bacino me<strong>di</strong>terraneo]<br />
Vengono revisionate le specie plio-quaternarie <strong>di</strong> Haedropleura<br />
Monterosato in Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus,<br />
1883. Sono stati valutati, in manier quantitativa, i caratteri<br />
della protoconca e della teleoconca su 84 esemplari foss<strong>il</strong>i<br />
e viventi appartenenti al genere, provenienti principalmente<br />
dal bacino del Me<strong>di</strong>terraneo. I caratteri esaminati<br />
permettono una migliore delimitazione della variab<strong>il</strong>ità<br />
all’interno del genere, insieme al riconoscimento <strong>di</strong><br />
otto morfotipi. In particolare, quattro morfotipi sono stati<br />
attribuiti a specie conosciute: H. septangularis (Montagu),<br />
H. bucciniformis (Bellar<strong>di</strong>), H. contii (Bellar<strong>di</strong>) e H. secalina<br />
(Ph<strong>il</strong>ippi), mentre due sono descritte come nuove specie:<br />
H. formosa e H. parva. Altri due morfotipi rappresentati<br />
nel nostro materiale da pochi esemplari mal conservati,<br />
rimangono non descritti. Designiamo tre lectotipi (H. bucciniformis,<br />
H. secalina e H. septangularis) per stab<strong>il</strong>izzare<br />
l’uso dei nomi. È anche <strong>di</strong>scussa la <strong>di</strong>versità a <strong>di</strong> Haedropleura<br />
nel Plio-Quaternario del bacino me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Dreier A., Stannek L., Blumenberg M., Taviani M., Sigovini<br />
M., Wrede1 C., Thiel V. & Hoppert M., 2012.<br />
Segnalazioni bibliografiche<br />
The fingerprint of chemosymbiosis: origin and preservation<br />
of isotopic biosignatures in the nonseep bivalve Loripes<br />
lacteus compared with Venerupis aurea. FEMS Microbiol.<br />
Ecol. 81: 480-493<br />
Endosymbionts in marine bivalves leave characteristic biosignatures<br />
in their host organisms. Two nonseep bivalve species<br />
collected in Me<strong>di</strong>terranean lagoons, thiotrophic symbiotic Loripes<br />
lacteus and f<strong>il</strong>ter-fee<strong>di</strong>ng nonsymbiotic Venerupis aurea,<br />
were stu<strong>di</strong>ed in deta<strong>il</strong> with respect to generation and presence<br />
of such signatures in living animals, and the preservation<br />
of these signals in subfoss<strong>il</strong> (late Pleistocene) se<strong>di</strong>mentary<br />
shells. Three key enzymes from sulfur oxidation (APS-reductase),<br />
CO2 fixation (RubisCO) and assim<strong>il</strong>ation of nitrogen<br />
[glutamine synthetase (GS)] were detected by immunofluorescence<br />
in the bacterial symbionts of Loripes. In Loripes, major<br />
activity was derived from GS of the symbionts whereas in<br />
Venerupis the host GS is active. In search of geologically stable<br />
biosignatures for thiotrophic chemosymbiosis that might be<br />
suitable to detect such associations in ancient bivalves, we<br />
analyzed the isotopic composition of shell lipids (d13C) and<br />
the bulk organic matrix of the shell (d13C, d15N, d34S). In the<br />
thiotrophic Loripes, d13C values were depleted compared<br />
with the f<strong>il</strong>ter-fee<strong>di</strong>ng Venerupis by as much as 8.5& for in<strong>di</strong>vidual<br />
fatty acids, and 4.4& for bulk organic carbon. Likewise,<br />
bulk d15N and d34S values were more depleted in recent thiotrophic<br />
Loripes. Whereas d34S values were found to be unstable<br />
over time, the combined d15N and d13C values in organic<br />
shell extracts revealed a specific signature for chemosymbiosis<br />
in recent and subfoss<strong>il</strong> specimens.<br />
[Le impronte della chemio simbiosi: origine e preservazione<br />
<strong>di</strong> evidenze isotopiche nel bivalve Loripes lacteus,<br />
non legato ad emissioni <strong>di</strong> idrocarburi, confrontato con<br />
Venerupis aurea.] Gli endosimbionti nei bivalvi marini lasciano<br />
segnali caratteristici nei loro organismi-ospite.<br />
Sono state stu<strong>di</strong>ate in dettaglio due specie <strong>di</strong> bivalvi, non<br />
legati ad emissioni <strong>di</strong> idrocarburi, raccolti nelle lagune<br />
me<strong>di</strong>terranee, <strong>il</strong> simbiotico tiotrofico Loripes lacteus ed <strong>il</strong><br />
f<strong>il</strong>tratore non simbiotico Venerupis aurea. L’oggetto dello<br />
stu<strong>di</strong>o è l’origine e la presenza <strong>di</strong> tali segnali in animali<br />
viventi, e la loro preservazione in conchiglie subfoss<strong>il</strong>i<br />
del Pleistocene superiore. Tre enzimi chiave dell’ossidazione<br />
dello zolfo (APS-reduttasi), della fissazione <strong>di</strong> CO2<br />
(RuBisCO) e dell’assim<strong>il</strong>azione dell’azoto [glutammina<br />
sintetasi (GS)] sono stati rivelati tramite l’immunofluorescenza<br />
dei simbionti batterici <strong>di</strong> Loripes. In Loripes, la<br />
principale attività proviene dalla GS dei simbionti, mentre<br />
in Venerupis è attiva la GS dell’ospite. Allo scopo <strong>di</strong><br />
r<strong>il</strong>evare evidenze geologicamente stab<strong>il</strong>i per la simbiosi<br />
tiotrofica che possano essere adatte a <strong>di</strong>agnosticare tale<br />
associazione in bivalvi antichi, è stata analizzata la composizione<br />
dei lipi<strong>di</strong> della conchiglia (d13C) ed <strong>il</strong> complesso<br />
della matrice organica della conchiglia (d13C,<br />
d15N, d34S). Nel bivalve tiotrofico Loripes, i valori <strong>di</strong><br />
d13C sono impoveriti al f<strong>il</strong>tratore Venerupis fino a 8.5 per
i singoli aci<strong>di</strong> grassi e <strong>di</strong> 4.4 per <strong>il</strong> complesso del carbonio<br />
organico. Sim<strong>il</strong>mente, i valori complessivi <strong>di</strong> d15N e<br />
d34S erano più bassi in conchiglie attuali <strong>di</strong> Loripes. Mentre<br />
i valori <strong>di</strong> d34S si rivelano instab<strong>il</strong>i nel tempo, <strong>il</strong> complesso<br />
d15N e d13C negli estratti organici della conchiglia<br />
è in grado <strong>di</strong> evidenziare la chemiosinbiosi in conchiglie<br />
attuali e subfoss<strong>il</strong>i.<br />
La Marca E.C., M<strong>il</strong>azzo M. & Chemello R., 2011. Gli<br />
effetti del <strong>di</strong>sturbo antropico sulla topografia del reef a<br />
vermeti. Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 54-55.<br />
[The effects of human <strong>di</strong>sturbance on the topography of a vermetid<br />
reef] Intertidal vermetid reefs could be affected by many<br />
human <strong>di</strong>sturbances. Using a microtopography device, the authors<br />
analysed the changes induced by the accessib<strong>il</strong>ity on the<br />
surface topography of the reefs. Human activities seems to be<br />
able to induce a decrease in rugosity and a surface smoothing<br />
on the outer margin of the reef. These effects are proportional<br />
to the accessib<strong>il</strong>ity of the site.<br />
I reefs intercotidali a vermeti possono essere <strong>di</strong>sturbati<br />
da molti fattori antropici. Usando uno strumento <strong>di</strong> microtopografia,<br />
gli autori hanno analizzato i cambiamenti<br />
indotti dalla accessib<strong>il</strong>ità alla topografia superficiale dei<br />
reefs. Sembra che le attività umane siano in grado <strong>di</strong> provocare<br />
una <strong>di</strong>minuzione della rugosità e una levigatura<br />
della superficie sui margini esterni del reef. Questi effetti<br />
sono proporzionali alla accessib<strong>il</strong>ità del sito.<br />
Dedola G.L., Scarpa, Lai T., Mura L., Sanna D., Cossu<br />
P., Cristo B., Curini-Galletti M. & Casu M., 2011.<br />
Standar<strong>di</strong>zation of inter simple sequence repeat technique<br />
to estimate genetic variab<strong>il</strong>ity of Ru<strong>di</strong>tapes decussatus.<br />
Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 246-247.<br />
Ru<strong>di</strong>tapes decussatus (L., 1758) is a bivalve autochthonous<br />
of the Me<strong>di</strong>terranean. We focused on the possible use of the<br />
ISSR technique to investigate its genetic variab<strong>il</strong>lity. We tested<br />
four primers on 15 specimens from three northern Sar<strong>di</strong>nian<br />
sites. We evidenced that i) ISSRs can detect satisfactory<br />
levels of genetic variab<strong>il</strong>ity and ii) produce replicable and eas<strong>il</strong>y<br />
scorable results.<br />
[Standar<strong>di</strong>zzazione della tecnica inter simple sequence repeat<br />
per stu<strong>di</strong>are la variab<strong>il</strong>ità genetica <strong>di</strong> Ru<strong>di</strong>tapes decussatus]<br />
Ru<strong>di</strong>tapes decussatus (L., 1758) è un bivalve autoctono<br />
del Me<strong>di</strong>terraneo. Lo stu<strong>di</strong>o si è focalizzato sul<br />
possib<strong>il</strong>e uso della tecnica ISSR per investigarne la variab<strong>il</strong>ità<br />
genetica. Abbiamo testato quattro primers su 15<br />
campioni provenienti da tre siti della Sardegna settentrionale.<br />
Abbiamo evidenziato che: 1) ISSR può in<strong>di</strong>viduare<br />
livelli sod<strong>di</strong>sfacenti <strong>di</strong> variab<strong>il</strong>ità genetica e 2) produce<br />
risultati replicab<strong>il</strong>i e fac<strong>il</strong>mente registrab<strong>il</strong>i.<br />
Lodola A., Savini D., Mazziotti C. & Occhipinti-Ambrogi<br />
A., 2011. First record of Anadara transversa (Say,<br />
1822) (Bivalvia: Arcidae) in Sar<strong>di</strong>nian waters (NW Tyrrhenian<br />
sea). Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 256-<br />
257.<br />
Anadara transversa (Say, 1822) (Bivalvia: Arcidae). is an<br />
alien bivalve first reported in the Me<strong>di</strong>terranean Sea in the<br />
early 1970 in Turkey. Since then the species has been recorded<br />
in the Aegean Sea and in the Adriatic Sea where it became in-<br />
vasive along the northern coasts. Its fin<strong>di</strong>ng in Olbia harbor<br />
represents the first records of the species for the Sar<strong>di</strong>nian waters<br />
and the westernmost spread of A. transversa within the<br />
Me<strong>di</strong>terranean Sea.<br />
[Prima segnalazione <strong>di</strong> Anadara transversa (Say, 1822) (Bivalvia:<br />
Arcidae) in Sardegna (Mar Tirreno nord-occidentale)]<br />
Anadara transversa (Say, 1822) (Bivalvia: Arcidae) è<br />
un bivalve alieno segnalato per la prima volta nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />
all’inizio degli anni settanta in Turchia. Da allora<br />
la specie è stata repertata nel Mar Egeo e nel Mar<br />
Adriatico, dove è <strong>di</strong>ventata invasiva lungo le coste settentrionali.<br />
Il ritrovamento nel porto <strong>di</strong> Olbia è stato <strong>il</strong><br />
primo della specie nelle acque sarde ed attesta la <strong>di</strong>stribuzione<br />
più occidentale <strong>di</strong> A. transversa nel Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Sanna D., Dedola G.L., F. Scarpa F., Lai T., Cossu P.,<br />
Caronni S., Mura F., Ruiu A., Panzalis P., Cristo B.,<br />
Russino G., Curini-Galletti M., Casu M., 2011. Preliminary<br />
data on the genetic variab<strong>il</strong>ity of the fan mussel<br />
Pinna nob<strong>il</strong>is in the northern Sar<strong>di</strong>nia. Biologia Marina<br />
Me<strong>di</strong>terranea, 18(1): 246-247.<br />
The fan mussel Pinna nob<strong>il</strong>is Linnaeus, l758 is one of the<br />
most endangered Me<strong>di</strong>terranean bivalve. After a reduction of<br />
its <strong>di</strong>stribution as a consequence of anthropic factors, the environmental<br />
politics led to a new demographic increasing of in<strong>di</strong>viduals<br />
in some Me<strong>di</strong>terranean regions. This work aimed to<br />
shed some light on the genetic structure of two new-raised populations<br />
in northern Sar<strong>di</strong>nia.<br />
[Dati preliminari sulla variab<strong>il</strong>ità genetica del mollusco<br />
bivalve Pinna nob<strong>il</strong>is nella Sardegna settentrionale] Pinna<br />
nob<strong>il</strong>is Linnaeus, l758 è uno dei bivalvi me<strong>di</strong>terranei a<br />
maggior rischio <strong>di</strong> estinzione. Dopo la riduzione della<br />
sua <strong>di</strong>stribuzione a causa <strong>di</strong> fattori antropici, le politiche<br />
ambientali hanno permesso un nuovo incremento demografico<br />
in alcune regioni del Me<strong>di</strong>terraneo. Scopo <strong>di</strong><br />
questo lavoro è fare luce sulla struttura genetica <strong>di</strong> due<br />
nuove popolazioni recentemente accresciutesi nella Sardegna<br />
settentrionale.<br />
Bogi C., Karhan S.Ü. & Yokesë M.B., 2012. Osc<strong>il</strong>la gal<strong>il</strong>ae,<br />
a new species of Pyramidellidae (Mollusca, Gastropoda,<br />
Heterobranchia) from the Eastern Me<strong>di</strong>terranean. Iberus,<br />
30(2): 1-6.<br />
The fin<strong>di</strong>ng of some specimens of a small pyramidellid along<br />
the Me<strong>di</strong>terranean coasts of Turkey, Israel and Cyprus, previously<br />
reported off the south-eastern coast of Turkey (Buzzurro<br />
& Greppi, 1996; Buzzurro et a1., 2001) as Hinemoa cylindrica<br />
(de Folin, 1879), induced us to revise this identification.<br />
Hínemoa cylindrica is of Indo-Pacific origin and has been<br />
originally attributed to the genus Jaminea Brown, 1827 (not<br />
Risso, l826). Later, it has been transferred to the genus Hinemoa<br />
Oliver, l915 (Buzzurro et al., 200l). However, some deta<strong>il</strong>s<br />
of its morphology do not agree with the description and<br />
figure of Jaminea cylindrica given by de Folin (1879). For a<br />
more suitable generic placement, we compared the species to<br />
the members of some closely resembling taxa in Pyramidellidae<br />
Gray, 1840 (e.g. Cingulina, A. Adams, l860, Hinemoa<br />
Oliver, 1915, Miralda A. A dams, 1864, Odetta de Folin, l870<br />
and Osc<strong>il</strong>la Adams A., 186l). Its morphological characteristi-<br />
Segnalazioni bibliografiche<br />
7
Segnalazioni bibliografiche<br />
8<br />
cs have led us to assign it to the genus Osc<strong>il</strong>la as a new species.<br />
[Osc<strong>il</strong>la gal<strong>il</strong>ae, una nuova specie <strong>di</strong> Pyramidellidae (Mollusca,<br />
Gastropoda, Heterobranchia) del Me<strong>di</strong>terraneo<br />
orientale] Il ritrovamento <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> piccoli piramidelli<strong>di</strong><br />
lungo le coste me<strong>di</strong>terranee <strong>di</strong> Turchia, Israele<br />
e Cipro, precedentemente segnalati a largo della costa<br />
sud-orientale della Turchia (Buzzurro & Greppi, 1996;<br />
Buzzurro et a1., 2001) come Hinemoa cylindrica (de Folin,<br />
1879), ci ha indotto a rivedere questa identificazione. Hinemoa<br />
cylindrica è originaria dell’Indo-Pacifico ed è stata<br />
originariamente attribuita al genere Jaminea Brown, 1827<br />
(non Risso, l826). In seguito è stata trasferita al genere<br />
Hinemoa Oliver, l915 (Buzzurro et al., 200l). In ogni caso,<br />
alcuni dettagli della sua morfologia non concordano con<br />
la descrizione e la figura <strong>di</strong> Jaminea cylindrica fornite da<br />
de Folin (1879). Per una più adatta collocazione generica<br />
abbiamo confrontato la specie con i membri <strong>di</strong> alcuni taxa<br />
sim<strong>il</strong>i della famiglia Pyramidellidae Gray, 1840 (es.<br />
Cingulina, A. Adams, l860, Hinemoa Oliver, 1915, Miralda<br />
A. Adams, 1864, Odetta de Folin, l870 e Osc<strong>il</strong>la A. Adams,<br />
186l). Le sue caratteristiche morfologiche ci hanno spinto<br />
alla collocazione nel genere Osc<strong>il</strong>la come nuova specie.<br />
Giusti F. & Sbrana C., 2012. Lurifax vitreus Warén &<br />
Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae), a new record<br />
for deep waters of the Tuscan Archipelago (Tyrrhenian<br />
Sea, Italy). Bio<strong>di</strong>versity Journal, 3 (1): 91-92.<br />
We record a fin<strong>di</strong>ng of one perfect adult, one young specimen,<br />
and other two no-well conserved adults of Lurifax vitreus<br />
Warén & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae) coming<br />
from deep waters of Tuscan Archipelago.<br />
Sulla base <strong>di</strong> alcuni esemplari in <strong>di</strong>verso stato <strong>di</strong> conservazione,<br />
viene segnalata la presenza <strong>di</strong> Lurifax vitreus<br />
Warén & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae)<br />
nelle acque profonde dell’Arcipelago Toscano.<br />
Scuderi D., 2012. A new species of Petaloconchus Lea,<br />
1843 from the Me<strong>di</strong>terranean Sea (Mollusca, Gastropoda,<br />
Vermetidae). Bio<strong>di</strong>versity Journal, 2012, 3 (2): 123-128.<br />
Petaloconchus (Macrophragma) laurae n. sp. is a vermetid<br />
here described as new. It is very sim<strong>il</strong>ar in shell characters to<br />
both the species reported for the Me<strong>di</strong>terranean sea, the foss<strong>il</strong><br />
Petaloconchus intortus (Lamarck, 1818) and the recent Petaloconchus<br />
(Macrophragma) glomeratus (Linnaeus,<br />
1758), but the peculiar structure of the internal keels and the<br />
protoconch <strong>di</strong>stinguish the new species from all the congeners;<br />
the external morphology of the soft parts add a new item in the<br />
<strong>di</strong>scrimination of the recent species. The holotype of P. glomeratus<br />
is housed in BMNH and it is here compared with the<br />
new species.<br />
Viene descritto <strong>il</strong> nuovo Vermetide Petaloconchus (Macrophragma)<br />
laurae n. sp. Questa nuova specie presenta<br />
caratteri morfologici sim<strong>il</strong>i ad entrambe le specie segnalate<br />
per <strong>il</strong> mare Me<strong>di</strong>terraneo: <strong>il</strong> foss<strong>il</strong>e Petaloconchus<br />
intortus (Lamarck, 1818) e <strong>il</strong> recente Petaloconchus<br />
(Macrophragma) glomeratus (Linnaeus, 1758), ma la peculiare<br />
struttura delle chiglie interne e quella della<br />
protoconca permettono <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere P. laurae n. sp.<br />
anche da tutte le altre specie congeneri. Inoltre, la mor-<br />
fologia esterna delle parti molli risulta un nuovo elemento<br />
<strong>di</strong>stintivo rispetto alle altre specie recenti.<br />
Micali P. & V<strong>il</strong>lari A., 2012. New report of Neolepton<br />
<strong>di</strong>scriminatum Palazzi et V<strong>il</strong>lari, 2001 for Ustica island<br />
(Bivalvia, Veneroida, Neoleptonidae). Bio<strong>di</strong>versity Journal,<br />
3 (2): 151-152.<br />
A complete specimen and two loose valves of Neolepton <strong>di</strong>scriminatum<br />
Palazzi et V<strong>il</strong>lari, 2001 were found in Ustica<br />
island, at Punta Spalmatore at a depth of about 30 m. Up to<br />
now, this species was known only for the original description,<br />
based on specimens collected inside submarine caves of the coast<br />
near Taormina (North-Eastern Sic<strong>il</strong>y). In the same sample<br />
of shell grit it was encountered also a specimen of Skeneoides<br />
<strong>di</strong>geronimoi La Perna, 1998, a species the description of<br />
which is based on material collected inside a cave of Ustica, on<br />
the opposite side of the island, about four m<strong>il</strong>es away from<br />
Punta Spalmatore.<br />
Un esemplare completo e due valve separate <strong>di</strong> Neolepton<br />
<strong>di</strong>scriminatum Palazzi et V<strong>il</strong>lari, 2001 sono stati<br />
rinvenuti a Ustica, Punta Spalmatore, ad una profon<strong>di</strong>tà<br />
<strong>di</strong> circa 30 m. Fino al momento della pubblicazione<br />
<strong>di</strong> questo lavoro, N. <strong>di</strong>scriminatum era conosciuto<br />
solo per gli esemplari della descrizione originale raccolti<br />
all’interno <strong>di</strong> grotte sottomarine della costa vicino<br />
a Taormina (Sic<strong>il</strong>ia nord-orientale). Nello stesso campione<br />
<strong>di</strong> detrito è stato rinvenuto anche un esemplare<br />
<strong>di</strong> Skeneoides <strong>di</strong>geronimoi La Perna, 1998, una specie la<br />
cui descrizione si basa su materiale raccolto all’interno<br />
<strong>di</strong> una grotta <strong>di</strong> Ustica, sul lato opposto dell’isola, a<br />
circa quattro miglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da Punta Spalmatore.<br />
Molluschi continentali<br />
C<strong>il</strong>ia D.P. & Abbas J., 2012. A new species of Hemiplecta<br />
Albers, 1850 (Gastropoda, Pulmonata, Ariophantidae)<br />
from Sumatra, Indonesia. Bio<strong>di</strong>versity Journal, 3 (2): 137-<br />
144.<br />
The ariophantid Hemiplecta belerang sp. nov. from South<br />
Sumatra is described in this paper. It is compared with its closest<br />
congeners, from which it is geographically and reproductively<br />
isolated.<br />
Viene descritto <strong>il</strong> gasteropode ariofantide Hemiplecta belerang<br />
n. sp. proveniente dalle regioni meri<strong>di</strong>onali<br />
dell’isola <strong>di</strong> Sumatra (Indonesia). Nel lavoro viene effettuata<br />
una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale con le altre specie dello<br />
stesso genere da cui è separato geograficamente.<br />
Giannuzzi-Savelli R., Sparacio I. & Oliva N., 2012.<br />
Nomenclatural observations on the Erctella Monterosato,<br />
1894 species (Gastropoda, Helicidae) from the “Rocca”<br />
of Cefalù (Italy, Sic<strong>il</strong>y). Bio<strong>di</strong>versity Journal, 3 (2): 107-110.<br />
The taxon “cephalae<strong>di</strong>tana” was introduced in 1986 by the<br />
authors to in<strong>di</strong>cate a endemic species from the “Rocca” of Cefalù;<br />
this species was <strong>di</strong>scovered, named, but never described<br />
by E. Pirajno sic<strong>il</strong>ian naturalist (1809-1864). The unusual description<br />
was accepted under Articles 11d and 13a of the ICZN<br />
Code e<strong>di</strong>tion in use at that time, but not to create nomenclatural<br />
uncertainties that would be obviously aggravated by the
possible introduction of other names, <strong>di</strong>fferent from the one<br />
Pirajno wanted to use for this <strong>di</strong>scovery, we proceed here to a<br />
formal (re-)description of the taxon in question.<br />
Il taxon “cephalae<strong>di</strong>tana” fu introdotto nel 1986 dagli autori<br />
<strong>di</strong> questo lavoro per in<strong>di</strong>care una specie endemica<br />
proveniente dalla “Rocca” <strong>di</strong> Cefalù scoperta, e identificata<br />
nella sua collezione con questo nome, dal naturalista<br />
sic<strong>il</strong>iano Enrico Pirajno (1809-1864) che però non<br />
riuscì a descriverla.<br />
La descrizione effettuata nel 1986 fu accettata ai sensi<br />
degli articoli 11d e 13a del Co<strong>di</strong>ce ICZN in uso a quel<br />
tempo, ma per non creare incertezze nomenclaturali,<br />
che sarebbero ovviamente aggravate dalla possib<strong>il</strong>e<br />
introduzione <strong>di</strong> altri nomi <strong>di</strong>versi da quello che <strong>il</strong> Pirajno<br />
voleva usare per questa scoperta, si procede nel<br />
lavoro in oggetto ad una (ri-)descrizione del taxon in<br />
questione.<br />
Molluschi foss<strong>il</strong>i<br />
Pacaud J-M. & Quaggiotto E., 2011. Nouvelles espèces<br />
de Gastéropodes (Mollusca, Gastropoda) de l’Éocène<br />
d’Italie. Partie 1: Neritimorpha. Stu<strong>di</strong> e Ricerche - Associazione<br />
Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”, Montecchio<br />
Maggiore (Vicenza), 18: 21-29.<br />
Quatre espèces nouvelles de gastéropodes de la fam<strong>il</strong>le des Neritidae<br />
et des Neritopsidae de I’Yprésien et du Lutétien (Éocène)<br />
d’Italie sont décrites: P<strong>il</strong>eolus albertii nov. sp., Velatella eocaenica<br />
nov. sp., Cuisenerita dysporista nov. sp. et Neritopsis<br />
carmenae nov. sp. C’est la première occurrence des genres<br />
P<strong>il</strong>eolus et Velatella au Cénozoïque. Neritopsis (s.str.) pulcella<br />
nov. sp. est proposé en remplacement de Neritopsis (s.<br />
str.) parisiensis sensu Merle, 1984 non Deshayes, 1864.<br />
[Nuove specie <strong>di</strong> Gastropo<strong>di</strong> (Mollusca, Gastropoda)<br />
dell’Eocene italiano] Sono descritte quattro nuove specie<br />
<strong>di</strong> gasteropo<strong>di</strong> delle famiglie Neritidae e Neritopsidae<br />
dell’Ypresiano e Luteziano (Eocene) italiano: P<strong>il</strong>eolus albertii<br />
nov. sp., Velatella eocaenica nov. sp., Cuisenerita dysporista<br />
nov. sp. e Neritopsis carmenae nov. sp. Questa è la<br />
prima segnalazione dei generi P<strong>il</strong>eolus e Velatella nel Cenozoico.<br />
Neritopsis (s.str.) pulcella nov. sp. è proposta in<br />
sostituzione <strong>di</strong> Neritopsis (s. str.) parisiensis sensu Merle,<br />
1984 non Deshayes, 1864.<br />
Four new species of the gastropod taxa of the fam<strong>il</strong>y Neritidae<br />
and Neritopsidae in the Ypresian and Lutetian (Eocene) of<br />
Italy are described: P<strong>il</strong>eolus albertii sp. nov., Velatella eocaenica<br />
sp. nov., Cuisenerita dysporista sp. nov. and Neritopsis<br />
carmenae sp. nov. This is the first record of P<strong>il</strong>eolus<br />
and Velatella in Cenozoic. Neritopsis (s.str.) pulcella nov.<br />
sp. is proposed as replacement name for Neritopsis (s. str.)<br />
parisiensis sensu Merle, 1984 non Deshayes, 1864.<br />
Segnalazioni bibliografiche<br />
9
Presentazione libri e recensioni<br />
10<br />
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:<br />
Federico A., 2012, Fondali Alla Ribalta - Osservazioni<br />
sullo stato dell’ecosistema marino dell’Isola <strong>di</strong> Capri ed<br />
alcune attività in esso svolte, in particolare, nell’anno internazionale<br />
della bio<strong>di</strong>versità 2010. Ed. Autorine<strong>di</strong>ti,<br />
Napoli, 552 pp.<br />
Il nostro socio Antonio Federico ancora una volta si è<br />
imbarcato in una avventura e<strong>di</strong>toriale riguardante l’isola<br />
<strong>di</strong> Capri. Egli vi è nato e vi ha sempre <strong>di</strong>morato nutrendo<br />
un affetto “sviscerato” per la sua isola.<br />
E proprio dall’amore che lui nutre per Capri è scaturito<br />
questo libro che dà una sintesi della bio<strong>di</strong>versità presente<br />
sull’isola e nei fondali marini circostanti e contemporaneamente<br />
vuole essere una severa denuncia <strong>di</strong> tutti gli<br />
abusi e <strong>di</strong>struzioni perpetrati nel corso degli anni.<br />
È noto che la ricca bio<strong>di</strong>versità del mare che circonda<br />
l’Isola <strong>di</strong> Capri ha attratto da sempre biologici, e naturalisti<br />
<strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> Mondo, ad iniziare, dal secolo XIX grazie<br />
al Dr. Ignazio Cerio, me<strong>di</strong>co naturalista, <strong>il</strong> quale promosse,<br />
fra le tante sue ricerche storiche e naturalistiche riguardanti<br />
Capri, anche quelle biologiche marine collaborando<br />
con numerosi esperti tra i quali vanno ricordati<br />
Gugliemo Acton, Alfonso Castriota Scanderberg, Allery<br />
<strong>di</strong> Monterosato, Carlo Prauss, Ach<strong>il</strong>le Costa, Anton<br />
Dohrn, Salvatore Lo Bianco, Theodor Eimer, Hugo Heisig,<br />
Francesco Gasco, Paolo Panceri, Raffaello Bellini, Nicola<br />
Tiberi, grazie anche al sostegno economico dell’Industriale<br />
Alfred Krupp che mise a <strong>di</strong>sposizione a tal fine<br />
due sue navi, <strong>il</strong> Maja ed <strong>il</strong> Puritan.<br />
Il libro è ricco <strong>di</strong> immagini (448 foto <strong>di</strong> cui la maggior<br />
parte a colori) che ritraggono scorci <strong>di</strong> paesaggi, la ricchezza<br />
dei fondali marini e i documenti che si sono succeduti<br />
per la salvaguar<strong>di</strong>a degli ambienti.<br />
L’Autore nel descrivere <strong>il</strong> mondo marino <strong>di</strong> Capri e le<br />
relative sue esperienze vissute ha sottolineato come, in<br />
poco tempo, si sta <strong>di</strong>struggendo un patrimonio unico<br />
che avrebbe potuto, se salvaguardato, segnare un nuovo<br />
percorso nell’economia dell’Isola ed evitare che molti<br />
giovani, per trovare lavoro, fossero costretti ad emigrare<br />
non trovando occupazione se non in alta e me<strong>di</strong>a stagione<br />
grazie al maggiore afflusso turistico. La continua pesca<br />
<strong>il</strong>legale a poca <strong>di</strong>stanza dalla riva con cianciolo e la<br />
pesca <strong>di</strong> frodo <strong>di</strong> litodomi, la cementificazione costiera,<br />
Presentazione <strong>di</strong> libri e recensioni<br />
l’inquinamento nei suoi vari e multiformi aspetti, <strong>il</strong> caotico<br />
traffico marittimo e la mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni che<br />
salvaguar<strong>di</strong>no le praterie <strong>di</strong> Posidonia oceanica, stanno <strong>di</strong>struggendo<br />
quelli che furono tra i fondali più ricchi <strong>di</strong><br />
specie animali e vegetali del Mar Me<strong>di</strong>terraneo. La mancanza<br />
<strong>di</strong> aree marine protette, proposte dall’Autore fin<br />
dal 1978, fanno, poi, dell’Isola <strong>di</strong> Capri la grande esclusa<br />
da queste opportunità dei Golfi <strong>di</strong> Napoli e <strong>di</strong> Salerno.<br />
L’autore nel de<strong>di</strong>care <strong>il</strong> libro al mare <strong>di</strong> Capri precisa: <strong>il</strong><br />
grado <strong>di</strong> civ<strong>il</strong>tà e <strong>di</strong> cultura <strong>di</strong> un paese si misura sull’importanza<br />
che viene data alla <strong>di</strong>fesa della vita e dell’ambiente<br />
in cui essa si svolge.<br />
Il libro può essere or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>rettamente all’E<strong>di</strong>tore via<br />
e.ma<strong>il</strong> collegandosi al sito: www.autoriine<strong>di</strong>ti.it<br />
Paolo Crovato
Eventi<br />
1° Congresso internazionale “insularity and Bio<strong>di</strong>versity”<br />
(Palermo 11-13 maggio 2012)<br />
La rivista scientifica Bio<strong>di</strong>versity Journal ha organizzato<br />
<strong>il</strong> 1° Congresso Internazionale “Insularity and Bio<strong>di</strong>versity”<br />
svoltosi a Palermo lo scorso maggio. L’evento, articolato<br />
in tre giorni è cominciato vener<strong>di</strong> 11 Maggio<br />
2012, ore 9.00 presso l’Aula Lanza dell’Orto Botanico con<br />
i saluti ai congressisti da parte del <strong>di</strong>rettore F.M. Raimondo<br />
e del <strong>di</strong>rettore scientifico della rivista organizzatrice<br />
I. Sparacio. Successivamente si è dato ufficialmente<br />
inizio ai lavori con <strong>il</strong> seguente programma rivolto alle<br />
tematiche della bio<strong>di</strong>versità insulare: I Sessione – Gli<br />
strumenti della Pubblica Amministrazione in favore della conservazione<br />
della <strong>di</strong>versità biologica – II Sessione, ore 15.00.<br />
Insularità e <strong>di</strong>versità floristica. Coor<strong>di</strong>natore prof. Francesco<br />
Maria Raimondo, Università <strong>di</strong> Palermo.<br />
Sabato 12 Maggio 2012, Aula Nicolosi, Castello Utveggio,<br />
III Sessione, ore 09.00 – Evoluzione delle specie animali<br />
e insularità, Coor<strong>di</strong>natori dr. Roberto Poggi del Museo<br />
civico <strong>di</strong> storia naturale <strong>di</strong> Genova e prof. G. Sabella, del-<br />
Locan<strong>di</strong>na del congresso “Insularity and Bio<strong>di</strong>versity”.<br />
l’Università <strong>di</strong> Catania. IV Sessione, ore 15.00 – Bio<strong>di</strong>versità<br />
presente e passata della fauna euro-me<strong>di</strong>terranea, Coor<strong>di</strong>natore<br />
prof. Rafael La Perna, Università <strong>di</strong> Bari, coa<strong>di</strong>uvato<br />
dalla vice<strong>di</strong>rettrice della rivista Bio<strong>di</strong>versity Journal<br />
M. Stella Colomba e dal segretario F. Liberto.<br />
Domenica 13 Maggio 2012, a partire dalle ore 09.00 si sono<br />
svolte due escursioni organizzate in parallelo: una tra<br />
i suggestivi paessaggi del Parco Naturale Regionale delle<br />
Madonie con visita al Museo Naturalistico Francesco<br />
Minà Palumbo <strong>di</strong> Castelbuono (Palermo), curata personalmente<br />
dal Direttore del Museo prof. Pietro Mazzola;<br />
l’altra presso la Casamuseo Matteo Sercia a Favignana<br />
(TP).<br />
L’ambiente scientifico sic<strong>il</strong>iano ha partecipato con la presenza<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi assessorati regionali; <strong>il</strong> Parco delle Madonie,<br />
la <strong>Società</strong> Sic<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> Scienze naturali con numerosi<br />
soci e <strong>il</strong> presidente A. Carapezza; l’Orto Botanico<br />
dell’Università <strong>di</strong> Palermo, che ha ospitato la prima giornata<br />
del congresso e ha partecipato con numerosi e qualificati<br />
esponenti. Sono stati presentati 35 lavori che saranno<br />
pubblicati negli atti del congresso come numero<br />
monografico della rivista Bio<strong>di</strong>versity Journal. Sono state<br />
raccolte 184 presenze in rappresentanza del mondo<br />
scientifico italiano ed extra italiano ma al <strong>di</strong> là dei numeri<br />
tutte le sessioni sono state seguite e apprezzate, così<br />
come evidenziato anche dai <strong>di</strong>battiti particolarmente<br />
partecipati.<br />
Sabato si è svolta la riunione del consiglio <strong>di</strong>rettivo della<br />
nostra <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> che ha visto la presenza<br />
del vicepresidente Paolo Crovato, <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore<br />
scientifico Rafael La Perna, i consiglieri P. Russo, Walter<br />
Renda, I. Sparacio.<br />
Diversi i soci e simpatizzanti presenti come A. Halgass,<br />
A. Di Bella, D. C<strong>il</strong>ia, G. Notaristefano, S. Giacobbe, M.<br />
Reina, F. Pusateri, R. Giannuzzi-Savelli, N. Oliva, A. Girgenti,<br />
S. Ventimiglia, D. Scuderi, S. Giglio, R. e A. Viviano,<br />
S. Riggio, G. Belmonte, M. Montes, P. Balistreri, G. e<br />
P. Sartori.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista scientifico, i lavori <strong>di</strong> malacologia presentati<br />
nella IV Sessione, hanno avuto per argomento la<br />
per<strong>di</strong>ta della bio<strong>di</strong>versità delle acque <strong>di</strong> transizione in<br />
Sic<strong>il</strong>ia (S. Giacobbe), alcuni particolari casi <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />
del genere Raphitoma (R. Giannuzzi-Savelli et al.), osservazioni<br />
tassonomiche su rissoi<strong>di</strong> della collezione malacologica<br />
<strong>di</strong> A. Aradas (D. Scuderi), i molluschi terrestri<br />
delle isole minori maltesi (D. C<strong>il</strong>ia), la genetica delle popolazioni<br />
italiane del genere Medora (M.S. Colomba et<br />
al.), la nuova segnalazione <strong>di</strong> un Vallonidae per l’Italia<br />
(Bodon et al.), la bio<strong>di</strong>versità dei molluschi me<strong>di</strong>terranei<br />
Eventi<br />
11
Eventi<br />
12<br />
Chiusura dei lavori del congresso, sabato pomeriggio 12.5.2012, Castello Utveggio.<br />
dal pliocene ai nostri giorni (R. La Perna), i foss<strong>il</strong>i come<br />
testimonianza <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità (C. Di Patti & C. D’Arpa), i<br />
molluschi terrestri della Grotta Conza presso Palermo<br />
(M.T. Spena et al.), nuove osservazioni tassonomiche e<br />
biologiche su un mollusco marino endemico sic<strong>il</strong>iano (A.<br />
Reitano & D. Scuderi).<br />
Nonostante i tempi brevi con cui questo congresso è stato<br />
organizzato, grazie all’impegno <strong>di</strong> tutto lo staff e<strong>di</strong>toriale<br />
BJ (I. Sparacio, M. Stella Colomba, F. Liberto, M.<br />
Bellavista, S. Giglio, A. Reitano), al sostegno <strong>di</strong> numerosi<br />
amici palermitani (N. Oliva, F. Pusateri, R. Giannuzzi Sa-<br />
velli, C. Di Patti, C. D’Arpa, P. Mazzola) e alla presenza<br />
<strong>di</strong> tutti i convenuti, <strong>il</strong> congresso si è svolto nei mo<strong>di</strong> e<br />
tempi previsti, con una numerosa partecipazione, supportato<br />
da un ottimo livello scientifico dei lavori presentati,<br />
in un clima <strong>di</strong> serenità e <strong>di</strong> gradevole partecipazione,<br />
esaltato dalla bellezza dei luoghi che ci hanno ospitato<br />
(Orto Botanico e Monte Pellegrino), punti <strong>di</strong> riferimento<br />
della cultura scientifica naturalistica sic<strong>il</strong>iana ed<br />
emblemi <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità nel mondo.<br />
Paolo Crovato<br />
Vi Convegno malacologico Pontino (Sabau<strong>di</strong>a 6-7 ottobre<br />
2012)<br />
Anche quest’anno, per la sesta volta, si è tenuto a Sabau<strong>di</strong>a<br />
<strong>il</strong> Convegno Malacologico Pontino nei giorni 6 e 7<br />
ottobre, realizzato con <strong>il</strong> contributo della Regione Lazio<br />
e magistralmente organizzato dal <strong>di</strong>rettore del Museo<br />
del Mare e della costa <strong>di</strong> Sabau<strong>di</strong>a prof. Bruno Fumanti.<br />
Nella mattina del 1° giorno ha aperto <strong>il</strong> Convegno la<br />
dott.ssa Daniela Carfagna, Caposettore Responsab<strong>il</strong>e<br />
L.R. 42/97, che ha dato <strong>il</strong> benvenuto agli intervenuti e<br />
posto l’accento sulla importanza della manifestazione.<br />
Il primo intervento è stato <strong>di</strong> Paolo Russo che ci ha intrattenuto<br />
sulle esperienze avute durante <strong>di</strong>verse campagne<br />
malacologiche in Tunisia a Djerba ed alle Isole<br />
Kerkennah, citando le specie caratteristiche dei <strong>di</strong>versi<br />
ambienti e fornendone una ricca iconografia.<br />
Successivamente ci ha intrattenuto Alessandro Hallgass<br />
che ci ha riassunto i risultati ottenuti fin qui con uno stu<strong>di</strong>o<br />
condotto in collaborazione con Angelo Vannozzi sulla<br />
malacofauna terrestre delle isole <strong>di</strong> Ventotene e Palmarola,<br />
evidenziando le varie problematiche incontrate.
Paolo Mariottini, partendo dal ritrovamento <strong>di</strong> due<br />
esemplari <strong>di</strong> Bela atlantidea (Knudsen, 1952) nelle acque<br />
della Sic<strong>il</strong>ia, ci ha anticipato notizie sul lavoro portato<br />
avanti insieme a Carlo Smriglio, S. Calascibetta e A. Di<br />
Giulio che ha consentito <strong>di</strong> ampliare l’areale della specie<br />
nel Me<strong>di</strong>terraneo avendola posta in sinonimia con B. clarae<br />
<strong>di</strong> cui si conoscono alcune stazioni.<br />
Riccardo Giannuzzi Savelli ci ha poi portato a conoscenza<br />
che, unitamente a Francesco Pusateri, sta continuando<br />
a stu<strong>di</strong>are le “coppie” <strong>di</strong> Raphitoma con teleoconca<br />
sim<strong>il</strong>e ma con protoconca <strong>di</strong>versa, nel caso specifico R.<br />
oblunga (Jeffreys, 1876) con protoconca planctotrofica e<br />
R. alleryana (Sulliotti, 1889) con protoconca lecitotrofica.<br />
Nell’ambito <strong>di</strong> questo intervento Marco Oliverio ci ha<br />
spiegato, in modo molto chiaro ed esauriente, <strong>il</strong> fenomeno<br />
della pec<strong>il</strong>ogonia e le strategie seguite dai vari molluschi<br />
per assicurare la continuazione della specie e la sua<br />
<strong>di</strong>ffusione.<br />
Lo stesso Marco Oliverio ci ha parlato degli stu<strong>di</strong> che<br />
insieme a Bruno Amati sta conducendo sulla malacofauna<br />
reperita nelle grotte dell’Isola <strong>di</strong> Salina (Eolie), proiettando<br />
le immagini dei molluschi.<br />
A chiusura degli interventi <strong>il</strong> geologo Angelo Raponi ha<br />
tenuto una relazione intitolata “Il litorale Pontino: se<strong>di</strong>mentazione<br />
marina ed erosione costiera”.<br />
È seguita una sessione <strong>di</strong> riconoscimento delle conchiglie<br />
presentate dagli astanti, anche con l’aus<strong>il</strong>io <strong>di</strong> microscopi,<br />
a cura degli esperti presenti.<br />
Il secondo giorno vi è stato un altro intervento <strong>di</strong> Marco<br />
Oliverio <strong>il</strong> quale ha <strong>il</strong>lustrato un grande progetto mirato<br />
alla creazione <strong>di</strong> una Banca Dati genetica dei Molluschi;<br />
cosa che potrebbe portare a cambiamenti sistematici<br />
molto significativi. Ha inoltre dato qualche anticipazione<br />
su <strong>di</strong> un nuovo lavoro sulle Ocinebrina me<strong>di</strong>terranee.<br />
Ha concluso i lavori la Dott.ssa Nunzia Polito con un interessante<br />
intervento dal titolo “La malacofauna Tirreniana<br />
nella Sic<strong>il</strong>ia occidentale”. Non sono mancati degli<br />
ine<strong>di</strong>ti cenni storici.<br />
S<strong>il</strong>via Alfinito, Paolo Crovato, Paolo Russo<br />
incontri d’autore - Centro Caprense ignazio Cerio (Capri<br />
29 settembre 2012)<br />
Il professore F<strong>il</strong>ippo Barattolo, presidente del Centro Cerio,<br />
ha presentato <strong>il</strong> libro: “Fondali alla ribalta” Osservazioni<br />
sullo stato dell’ecosistema marino dell’Isola <strong>di</strong> Capri<br />
ed alcune attività in esso svolte, in particolare,<br />
nell’anno internazionale della bio<strong>di</strong>versità 2010 – <strong>di</strong> cui<br />
è autore <strong>il</strong> nostro socio Antonio Federico, grande appassionato<br />
<strong>di</strong> mare, fin dal 1978 tra i promotori <strong>di</strong> una Riserva<br />
Marina per Capri e Punta Campanella.<br />
Alla presentazione del volume, nonostante vi fossero<br />
importanti e concomitanti altri eventi a carattere culturale<br />
nell’isola, erano presenti persone realmente interessate<br />
agli argomenti trattati, nonché gli e<strong>di</strong>tori, i fratelli Ciro<br />
e Paolo Olisterno.<br />
A conclusione dell’evento è stata proiettata una sequenza<br />
<strong>di</strong> immagini riguardanti gli argomenti trattati nel libro<br />
che hanno particolarmente affascinato <strong>il</strong> pubblico.<br />
Gianni D’Anna<br />
Fig. 1. Il prof. F. Barattolo e A. Federico (foto E. Serena).<br />
Fig. 2. Parte del pubblico durante la presentazione (foto A. Catuogno)<br />
Eventi<br />
13
Eventi<br />
14<br />
Congresso internazionale <strong>di</strong> malacologia - Ponta Delgada,<br />
São miguel, isole delle azzorre, Portogallo<br />
World Congress of Malacology<br />
Açores, 21-28 July 2013<br />
www.wcm2013.com<br />
The “World Congress of Malacology”<br />
(2013), the emblematic event of UNITAS<br />
MALACOLOGICA (UM), w<strong>il</strong>l be held on the<br />
main campus of the University of the Azores, at<br />
Ponta Delgada, São Miguel, from 21-28 July.<br />
The congress w<strong>il</strong>l also fac<strong>il</strong>itate activities of<br />
its aff<strong>il</strong>iated societies, under the coor<strong>di</strong>nation<br />
of UM; the American Malacological Society<br />
(AMS), The Malacological Society of<br />
London (MSL) and the Sociedad Española de<br />
Malacología (SEM) have already expressed<br />
interest in this association.<br />
Scientific Presentations<br />
The congress is open to all contributions in<br />
the field of malacology and w<strong>il</strong>l host symposia<br />
as well as contributed papers and posters.<br />
Any attendees may submit abstracts for<br />
inclusion in the symposia. All abstracts w<strong>il</strong>l be<br />
submitted to the central programme committee.<br />
Participants are st<strong>il</strong>l welcome to propose<br />
ad<strong>di</strong>tional symposia, but proposals must be<br />
received by 1 December 2013.<br />
Abstracts for poster and oral presentations<br />
w<strong>il</strong>l be submitted via the Congress website -<br />
abstract submissions w<strong>il</strong>l open in November and<br />
the final deadline w<strong>il</strong>l be 30 Apr<strong>il</strong> 2013.<br />
The conference w<strong>il</strong>l start with an “icebreaker”<br />
reception late afternoon on Sunday, 21st. The<br />
scientific presentations w<strong>il</strong>l be organized in<br />
parallel sessions on Monday, Tuesday, Thursday<br />
and Friday. For Wednesday, a choice of leisure<br />
activities, not included in the registration fee,<br />
w<strong>il</strong>l be made ava<strong>il</strong>able by our travel agency,<br />
inclu<strong>di</strong>ng touristic trips around the island, whale<br />
watching, <strong>di</strong>ving and nature walks.<br />
Collecting in the Azores has been recently<br />
legislated. Permits must be acquired at the proper<br />
governmental agency; further information w<strong>il</strong>l be<br />
posted on the Congress webpage. The Congress<br />
does not issue collecting permits. However, we<br />
strongly urge collectors to consider associating<br />
with the Azorean home team for their researches.<br />
Symposia<br />
Living in the extreme: molluscan communities<br />
of chemosynthetic habitats<br />
Verena Tunnicliffe & Anders Warén<br />
verenat@uvic.ca<br />
Tempo and mode in land sna<strong>il</strong> evolution: the<br />
origins and limits of <strong>di</strong>versity<br />
Robert Cameron & Beata Pokryszko<br />
radc@blueyonder.co.uk<br />
Gains and losses of freshwater bivalves and<br />
their consequences for ecosystems (sponsored<br />
by Instituto Português de <strong>Malacologia</strong> – IPM)<br />
Manuel Lopes Lima, Ronaldo Sousa & Joaquim<br />
Reis<br />
lopeslima.ciimar@gma<strong>il</strong>.com<br />
Mollusks in a changing world (sponsored by<br />
the American Malacological Society – AMS)<br />
Peter Marko and Brad Seibe<br />
pmarko@clemson.edu<br />
How <strong>di</strong>d they get here?: (Palaeo)Biogeography<br />
of marine molluscs<br />
Sérgio Áv<strong>il</strong>a, Carlos Marques da S<strong>il</strong>va &<br />
Ricardo Cordeiro<br />
av<strong>il</strong>a@uac.pt<br />
Who are the “Aculifera”?<br />
Julia Sigwart, Christiane Todt & Amélie<br />
Scheltema<br />
j.sigwart@qub.ac.uk<br />
There’s something about Opisthobranchia<br />
Heike Wägele, Terry Gosliner & Jesus Troncoso<br />
troncoso@uvigo.es<br />
Molecular phylogenetics and paleontology<br />
Steffen Kiel & Suzanne W<strong>il</strong>liams<br />
skiel@uni-goettingen.de<br />
Bio<strong>di</strong>versity and evolution of pulmonate taxa<br />
Benoît Dayrat<br />
bdayrat@ucmerced.edu<br />
Mudflat molluscs<br />
Peter Beninger<br />
Peter.Beninger@univ-nantes.fr<br />
www.unitasmalacologica.org<br />
The Evolution of colour polymorphism in<br />
Molluscs<br />
Malgorzata Ozgo<br />
mozgo.biol@interia.pl<br />
Unitas Malacologica Newsletter 3
Logistical deta<strong>il</strong>s<br />
Convenient accommodation w<strong>il</strong>l be ava<strong>il</strong>able<br />
at the university dormitories (about 30 rooms);<br />
priority w<strong>il</strong>l be given to students. The youth<br />
hostel has kindly reserved all rooms for the<br />
occasion, ava<strong>il</strong>able for students only. This<br />
accommodation w<strong>il</strong>l be provided on a first come<br />
first served basis, and w<strong>il</strong>l be handled through<br />
the organization.<br />
Travelling, hotel accommodation and leisure<br />
activities w<strong>il</strong>l be handled by the travel agency<br />
TOP-Atlântico (http://www.tadmc.com) and full<br />
information on package deals can be obtained<br />
can be obtained from helia.pereira@tadmc.<br />
pt. The congress w<strong>il</strong>l not coor<strong>di</strong>nate hotel<br />
accommodation.<br />
Congress registration fees (€) (before / after 30<br />
Apr<strong>il</strong> 2013):<br />
- Full registration, UM-members or members of<br />
aff<strong>il</strong>iated society in good stan<strong>di</strong>ng 220 / 270<br />
- Full registration, non-UM-members 280 / 330<br />
- Student, UM-member or member of aff<strong>il</strong>iated<br />
society in good stan<strong>di</strong>ng 110 / 150<br />
- Student, non-UM-member 160 / 200<br />
Fees include registration, abstract book,<br />
icebreaker, lunches during session days, drinks<br />
and the wine/beer/degustation poster reception.<br />
The congress <strong>di</strong>nner is not included.<br />
Student awards<br />
There w<strong>il</strong>l be several student awards for<br />
oral and poster presentations, inclu<strong>di</strong>ng awards<br />
presented by UM and awards presented by<br />
aff<strong>il</strong>iated societies. The process w<strong>il</strong>l be jointly<br />
coor<strong>di</strong>nated.<br />
Travel grants<br />
UM w<strong>il</strong>l provide a consistent amount of<br />
Travel Grants. Applicants must be a member of<br />
UM or of an aff<strong>il</strong>iated society in good stan<strong>di</strong>ng<br />
UM membership con<strong>di</strong>tion. If not, a three-year<br />
UM membership w<strong>il</strong>l be deduced from the grant.<br />
The maximum amount of any Travel Grant w<strong>il</strong>l<br />
be € 400 for applicants from Central/Western<br />
Europe and North America and € 800 for the<br />
remaining cases.<br />
Application forms w<strong>il</strong>l be sent out with the next<br />
circular and w<strong>il</strong>l be ava<strong>il</strong>able from the WCM 2013<br />
website and the UM website. They can also be<br />
requested when pre-registering (see below).<br />
Information on UM aff<strong>il</strong>iated societies’<br />
grants to their student members w<strong>il</strong>l be made<br />
ava<strong>il</strong>able also through the Congress website, upon<br />
acknowledgement to the organization committee.<br />
More information<br />
The congress website (www.wcm2013.com)<br />
is currently being populated with information and<br />
interactive registration. In the meantime ad<strong>di</strong>tional<br />
info can be obtained at:<br />
WCMAzores2013@uac.pt.<br />
You can also PRE-REGISTER at this e-ma<strong>il</strong><br />
address, or <strong>di</strong>rectly through the webpage, when<br />
ava<strong>il</strong>able, by in<strong>di</strong>cating:<br />
(1) what kind of presentation(s) you would like<br />
to give (NOTE: each participant can only act as<br />
first author of ONE oral presentation and ONE<br />
poster presentation);<br />
(2) what type of registrant you are (UM member,<br />
student UM, non-UM member, student non-UM);<br />
(3) if non-student, whether you intend to stay at<br />
the University dorms + how many persons/room.<br />
NOTE: priority given to students);<br />
(4) if student, which accommodation you<br />
prefer (University dorms/youth hostel+ how many<br />
persons/room);<br />
(5) whether you want to receive a Travel Grant<br />
application form;<br />
(6) whether you need a congress « invitation<br />
» or « acceptance » letter (sometimes needed for<br />
certain grant applications).<br />
Pre-registration IS NOT A FORMAL<br />
BOOKING; it simply implies that you w<strong>il</strong>l be<br />
put on the congress ma<strong>il</strong>ing list, so that you w<strong>il</strong>l<br />
automatically receive the next circulars (via<br />
E-ma<strong>il</strong>, unless explicitly requested otherwise).<br />
The airplane w<strong>il</strong>l be the only means of<br />
transportation to and from the Azores. SATA<br />
(Azorean Airways), sometimes code-sharing with<br />
TAP (Portuguese Airways), is the only company<br />
4 October 2012 Newsletter No. 32<br />
Eventi<br />
15
Eventi<br />
16<br />
flying regularly to/from the Azores. SATA<br />
flies also to/from some other points. We are<br />
proud to announce that SATA is a sponsor of<br />
the WCM Azores 2013! Special opportunities<br />
w<strong>il</strong>l be offered to those who book their ticket<br />
through SATA services. Deta<strong>il</strong>ed information<br />
w<strong>il</strong>l be posted on the Congress webpage. In the<br />
meantime, you may wish to take a look at the<br />
airline’s website,<br />
www.sata.pt<br />
See you soon in Ponta Delgada, São Miguel<br />
Island, Açores!<br />
António de Frias Martins<br />
UM President<br />
frias@uac.pt<br />
Jesús Troncoso and Mark Davies (seated)<br />
test out the excellent meeting rooms in the<br />
University of the Azores<br />
Secretary’s Column<br />
Dear Members<br />
www.unitasmalacologica.org<br />
The principal task for the Secretary in<br />
this semester of 2012 was the assessment of<br />
the Student Research Awards. A total of 14<br />
applications were received from seven countries:<br />
Australia, Belgium, Braz<strong>il</strong>, Ireland, Portugal,<br />
Spain and United States.<br />
Diverse topics in <strong>di</strong>fferent malacological<br />
fields were presented. The final decision was<br />
<strong>di</strong>fficult because the quality of most of the<br />
projects presented was high, but unfortunately<br />
we have resources to give only two awards this<br />
year. You can see the winners below. Many<br />
thanks to all evaluators for their hard and<br />
excellent work.<br />
From this column, I would like to encourage<br />
the students to present their results in 2014.<br />
Why 2014? Because in 2013, the UNITAS<br />
economic efforts, w<strong>il</strong>l be to support the<br />
participation of the students in the congress<br />
of Azores. You can find the information to<br />
apply following this column. The deadline for<br />
submissions w<strong>il</strong>l be 1st February 2013.<br />
The last counc<strong>il</strong> meeting was celebrated<br />
last March in the Azores Islands. All the issues<br />
<strong>di</strong>scussed were in relation to the next congress;<br />
the local team is doing a great job and I’m sure<br />
it w<strong>il</strong>l be an excellent conference. Enjoy rea<strong>di</strong>ng<br />
the first circular and mark the dates in your<br />
schedule.<br />
Jesús Troncoso<br />
UM Secretary<br />
Unitas Malacologica Newsletter 5
mostre e Borse 2013<br />
23-24 febbraio 2013 - Cecina (LI) - ITALIA<br />
20 a Rassegna <strong>di</strong> Minerali e Foss<strong>il</strong>i<br />
Palazzetto dello Sport, Via Napoli, Cecina<br />
Organizzata dal G.M. AUSER e con la partecipazione<br />
del Comune <strong>di</strong> Cecina<br />
Info: Guarguagli Massimo, Via Mercantini 19,<br />
57023 Cecina (LI) Tel. +39.0586.630074<br />
2-3 marzo 2013 - Bologna - ITALIA<br />
18 a Mostra mercato minerali foss<strong>il</strong>i e conchiglie<br />
Parco Dopolavoro Ferroviario, Via Stalingrado 12<br />
Info: Tugnoli Gabriele tgabriele73@gma<strong>il</strong>.com<br />
tel. +39.348.8879874<br />
16-17 marzo 2013 - Paris - FRANCE<br />
25 èmes Rencontres Internationales du Coqu<strong>il</strong>lage<br />
Organisées par l’AFC à l’Espace Charenton<br />
327 rue de Charenton, F-75012 Paris<br />
Reinsegnements et reservations: Perrine Dardart:<br />
perrine.dardart@gma<strong>il</strong>.com<br />
25-27 marzo 2013 - Bologna - ITALIA<br />
41° Bologna Mineral Show - Bijoux Expo 2011<br />
Futurshow Station - Via Gino Cervi 2 - 40033 Casalecchio<br />
<strong>di</strong> Reno (BO)<br />
Organizzata da: Bologna Mineral Service srl, Via XXI ottobre<br />
11/2 - 40055 Castenaso (BO)<br />
Info: Varoli Maurizio, Via Galimberti, 6 - 40134 Bologna,<br />
Tel/FAX +39.051.6148006<br />
www.bolognamineralshow.com,<br />
info@bolognamineralshow.com<br />
giorno da definire apr<strong>il</strong>e 2013 - Napoli - ITALIA<br />
V E<strong>di</strong>zione “Collezionare la natura”<br />
Museo <strong>di</strong> Paleontologia dell’Università <strong>di</strong> Napoli Federico<br />
II<br />
Largo San Marcellino 10 - 80133 Napoli<br />
Organizzata dal Centro Musei delle Scienze Naturali<br />
Info: muspaleo@unina.it<br />
Eventi<br />
20-21 apr<strong>il</strong>e 2013 - Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa (SI) - ITALIA<br />
2 a Geo Elsa Mostra Nazionale <strong>di</strong> Minerali, Foss<strong>il</strong>i e<br />
Conchiglie attuali<br />
Palazzetto dello Sport, Via Liguria 1 - Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa (SI)<br />
Organizzata dal Gr. Paleontologico “C. De Giuli” <strong>di</strong> Castelfiorentino<br />
(FI) - Gr. Mineralogico Senese <strong>di</strong> Siena -<br />
Gruppo Mineralogico e Paleontologico Senese <strong>di</strong> Siena,<br />
con <strong>il</strong> patrocinio del Comune <strong>di</strong> Colle <strong>di</strong> Val d’Elsa<br />
Info: Marco Campani, tel. +39.333.4233706 -<br />
+39.0577.989027 (ora <strong>di</strong> cena)<br />
Andrea Petri, +39.338.2115567<br />
www.geoelsa.it, info@geoelsa.it<br />
11-12 maggio 2013 - Genova - ITALIA<br />
11° Mineralshow (minerali, foss<strong>il</strong>i, gemme, pietre dure)<br />
Magazzini del Cotone - Porto Antico<br />
Organizzata da Webminerals S.A.S., C.P. 24, Serravalle<br />
Scrivia (AL)<br />
Info: Giovanni Signorelli: +39.339.1444973; Gianfranco<br />
Franza: +39.339.6214322; Carlo Guidarini: +39.338.6173830<br />
www.genovamineralshow.com;<br />
genovamineralshow@libero.it<br />
18-19 maggio 2013 - Anvers/Antwerpen - BELGIUM<br />
23 th International Shellshow<br />
Sporthal Schijnpoort - Schijnpoortweg 55-57<br />
Info: Secretariat: Charles Krijnen, Burgemeester Jansenstraat<br />
10,<br />
NL-5037 NC T<strong>il</strong>burg, Nederland,<br />
Tel.: +31.(0)13 4630607<br />
www.bvc-gloriamaris.be<br />
20-21 maggio 2013 - Verona - ITALIA<br />
50ª Verona Minerals Show Geobusiness<br />
Fiera <strong>di</strong> Verona - Verona<br />
Info: Associazione Geologica Mineralogica Veronese<br />
Via F. Bianchini, 5 - 37131 Verona<br />
Tel. +39.045.522492 Fax +39.045.522454<br />
zoist@tin.it<br />
http://www.veronamineralshow.com<br />
Eventi<br />
17
Pubblicazioni ricevute<br />
18<br />
Contenuto delle riviste ricevute in scambio delle nostre pubblicazioni<br />
(a cura <strong>di</strong> Paolo Crovato):<br />
N.B. questo carattere in<strong>di</strong>ca aggiunte chiarificatrici<br />
American Conchologist Quarterly Journal of the Conchologists<br />
of America, Inc. Vol. 40 n. 1, March 2012 (Tutti gli articoli<br />
sono in inglese)<br />
Nieburger E. & Bal<strong>di</strong>nger A.J. Claud-Mantle, Harvard, and<br />
two sinistral chank shells: A tr<strong>il</strong>ling <strong>di</strong>scovery 4<br />
Lee H.G. Partulid sna<strong>il</strong>s, their collectors, and a pro<strong>di</strong>gious dynasty<br />
of French naturalist 10<br />
Vander Ven K. Shrimp boats are a-comin’ - there’s shelling tonight:<br />
A high seas adventure to Truj<strong>il</strong>lo Bay, Honduras 20<br />
Cah<strong>il</strong>l A.E. Studying local adaptation in Crepidula spp. 27<br />
Garcia E.F. Preliminary report on the possible effect of the<br />
Deepwater Horizon o<strong>il</strong> sp<strong>il</strong>l in the Gulf of Mexico on the<br />
molluscan fauna of the surroun<strong>di</strong>ng area 32<br />
Garcia E.F. Noteworthy offshore molluscs from the northcentral<br />
Gulf of Mexico inclu<strong>di</strong>ng geographical extension and<br />
a generic reassignment 34<br />
American Conchologist Quarterly Journal of the Conchologists<br />
of America, Inc. Vol. 40 n. 2, June 2012 (Tutti gli articoli<br />
sono in inglese)<br />
Lee H.G. Sinistral peanut sna<strong>il</strong> and polygirid update. Sequestered<br />
specimens, oversight, irony, and a fa<strong>il</strong>ed strategy with<br />
a happy outcome 4<br />
Johnson S. & J. A report on Gibberulus gibbosus (Rö<strong>di</strong>ng,<br />
1798) 10<br />
Rawlings C. Humbldt squid - cannibalistic k<strong>il</strong>lers or just jumbo<br />
mollusks? Diving amongst “k<strong>il</strong>ler” cephalopods - photographing<br />
the Humboldt squid 14<br />
Hanson D. Alien invaders: Haminoea japonica in North America<br />
and Europe 19<br />
Eichhorst T. A land sna<strong>il</strong> <strong>di</strong>scovered in New Mexico (USA) 20<br />
Archiv Für Molluskenkunde Organ der Deutschen Malakozoologischen<br />
Gesellschaft, Frankfurt am Main, Band 141 (1)<br />
29.06.2012. (Tutti gli articoli sono in inglese tranne quelli dove<br />
in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente)<br />
Breure A.S.H. & Romero P.E. Support and surprise: molecular<br />
phylogeny of the land sna<strong>il</strong> superfam<strong>il</strong>y Orthalicoidea using<br />
a three-locus gene analysis with a <strong>di</strong>vergence time analysis<br />
and ancestral area reconstruction 1<br />
Simone L.R.L. et al. Morphology and biological aspects of<br />
Gundlachia ticaga from S.E. Braz<strong>il</strong> (Gastropoda: Basommatophora:<br />
Ancylidae 21<br />
Reischütz P.L., Štamol V. & Subai P. Description of two new<br />
subspecies od Virpazaria pageti Gittenberger, 1969 from<br />
Croatia (Gastropoda: Pulmonata: Spelaeo<strong>di</strong>scidae) 31<br />
Schnabel T. A foss<strong>il</strong> Tr<strong>il</strong>oba species from Macedonia and its<br />
relationships to the recent species of the genus (Gastropoda:<br />
Pulmonata: Claus<strong>il</strong>iidae) 35<br />
Salvador. B. & Lopes De Simone L.R. New foss<strong>il</strong> pulmonate<br />
Pubblicazioni ricevute<br />
sna<strong>il</strong>s from the Paleocene of Itaboraí Basin, Braz<strong>il</strong> (Pulmonata:<br />
Cerionidae, Strophoche<strong>il</strong>idae, Orthalicidae) 43<br />
K<strong>il</strong>burn R.N. & Stahlschmidt P. Description of two new species<br />
of Dr<strong>il</strong>lia from the Indo-Pacific (Gastropoda: Conoidea:<br />
Dr<strong>il</strong>liidae) 51<br />
Rodriguez P.E. et al. First record of land gastropods of the fam<strong>il</strong>y<br />
Charopidae in the Early to Middle Miocene from Santa<br />
Cruz Province, Southern Patagonia, Argentina (Gastropoda:<br />
Pulmonata: Stylommatophora: Charopidae) 57<br />
Vinarski M.V. et al. The steppe relics: taxonomic study on two<br />
lymnaeid species endemic to the former USSR (Gastropoda:<br />
Pulmonata: Lymnaeidae) 67<br />
Janssen R. & Krylova E.M. Bivalves of the fam<strong>il</strong>y Vesicomydae<br />
from Neogene Me<strong>di</strong>terranean basin (Bivalvia: Vesico mydae)<br />
87<br />
Boeters H.D. & Knebelsberger T. Revision of selected species<br />
of Bythinella Moquin-Tandon, 1856 from Central Europe<br />
using morphology, anatomy and DNA barcodes (Caenogastropoda:<br />
Rissooidea) 115<br />
Arquivos de Zoologia - Museu de Zoologia da Universidade<br />
de São Paulo - Braz<strong>il</strong> Vol. 42 (2-4), 2011 Dezembro 2011<br />
Simone L.R.L. Phylogeny of the Caenogastropoda (Mollusca),<br />
based on comparative morphology(in inglese) 161<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Atti della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Scienze Naturali e del Museo<br />
Civico <strong>di</strong> Storia Naturale in M<strong>il</strong>ano Vol 153 - 2012 Fasc. I,<br />
M<strong>il</strong>ano apr<strong>il</strong>e 2012<br />
Il volume non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea - <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Biologia<br />
Marina - Genova, - 2012<br />
Mannini A. & Relini G. Rapporto Annuale sullo Stato delle<br />
Risorse Biologiche dei Mari Circostanti l’Italia. Anno 2009<br />
1-231<br />
Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea - <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Biologia<br />
Marina - Genova, Vol. 18 (1), 2011 - Atti XLII Congresso SI-<br />
BM - Olbia 23-28 Maggio 2011(gli articoli sono in italiano, tranne<br />
quelli dove in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente)<br />
La Marca E.C., M<strong>il</strong>azzo M. & Chemello R. Gli effetti del <strong>di</strong>sturbo<br />
antropico sulla topografia del reef a vermeti 54<br />
Mereu M. et al. On the growth rings on Histioteuthis bonnellii<br />
(Férussac, 1835) upper beaks (in inglese) 124<br />
Cacciatore F. et al. Come crescono le vongole f<strong>il</strong>ippine in laguna<br />
<strong>di</strong> Venezia 138<br />
Del Prete F. et al. Accrescimento <strong>di</strong> Myt<strong>il</strong>us galloprovincialis<br />
me<strong>di</strong>ante alimentazione con microalghe generate da reflui<br />
140<br />
Mereu M. et al. On the morphometric relationship between<br />
beaks and body size in Histioteuthis bonnellii (Férussac,<br />
1835) (in inglese) 144<br />
Prato E, Portacci G. & Biandolino F. Influence of <strong>di</strong>et on
nutritional quality of Octopus vulgaris: fatty acids composition<br />
(in inglese) 226<br />
Barbieri M. et al. Identificazione me<strong>di</strong>ante DNA barco<strong>di</strong>ng del<br />
mit<strong>il</strong>ide alloctono Xenostrobus securis e nuove segnalazioni<br />
in Me<strong>di</strong>terraneo occidentale 232<br />
Barbieri M. et al. Divergenza genetica tra in<strong>di</strong>vidui marini e<br />
salmastri <strong>di</strong> Myt<strong>il</strong>aster minimus (Mollusca, Bivalvia) 234<br />
Coppa S. et al. Patella ferruginea nell’AMP del Sinis: caratterizzazione<br />
dell’habitat e cause della sua rarefazione 244<br />
Dedola G.L. et al. Standar<strong>di</strong>zation of inter simple sequence<br />
repeat technique to estimate genetic variab<strong>il</strong>ity of Ru<strong>di</strong>tapes<br />
decussatus (in inglese) 246<br />
Lodola A., et al. First record of Anadara transversa (Say, 1822)<br />
(Bivalvia: Arcidae) in Sar<strong>di</strong>nian Waters (NW Tyrrhenian Sea)<br />
(in inglese) 256<br />
Marc]eta T. et al. In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione e in<strong>di</strong>ce gonadosomatico<br />
in bivalvi pectini<strong>di</strong> del nord Adriatico 260<br />
Mura L. et al. Survey of the genetic variab<strong>il</strong>ity of populations<br />
of Ru<strong>di</strong>tapes ph<strong>il</strong>ippinarum from the Gulf of Olbia (N-E Sar<strong>di</strong>nia)<br />
by microsatellites (in inglese) 266<br />
Sanna D. et al. Preliminary data on the genetic variab<strong>il</strong>ity of<br />
the fan mussel Pinna nob<strong>il</strong>is in the northern Sar<strong>di</strong>nia (in inglese)<br />
286<br />
Cannas A. et al. Struttura <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong> vongola verace (Ru<strong>di</strong>tapes<br />
decussates L.) in due lagune costiere della Sardegna 298<br />
Rizzo G. et al. Aspetti fisiologici e riproduttivi in Chamelea<br />
gallina come contributo alla gestione della risorsa nel nord<br />
Adriatico 324<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Bolletí de la Societat d’Història Natural de les Balears Vol. 50<br />
(2007), desembre 2007 Palma de Mallorca (tutti gli articoli sono<br />
in spagnolo o catalano)<br />
Quintana J. About the shell and genital system variab<strong>il</strong>ity in<br />
Iberellus pyrenaicus (Rossmässler, 1839) (= I. minoricensis<br />
(Mittre, 1842)) (Gastropoda: Pulmonata: Helicidae) in Menorca<br />
(Balearic Islands, Western Me<strong>di</strong>terranean). Comparation<br />
with Iberellus balearicus (Zeigler, 1853) and I. tanitianus<br />
Forés & V<strong>il</strong>ella, 1993 (in catalano) 27<br />
Box A. et al. Contribution to the knowledge of the Molluscs<br />
communities associated with Caulerpales meadow in Mallorca<br />
(in catalano) 115<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Bolletí de la Societat d’Història Natural de les Balears Vol. 51<br />
(2008), desembre 2008 Palma de Mallorca (tutti gli articoli sono<br />
in spagnolo o catalano)<br />
Vicens D. Quaternary deposits with marine macrofauna on<br />
the seashore of Pollença bay (Island of Mallorca, western<br />
Me<strong>di</strong>terranean) (in catalano) 61<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Bolletí de la Societat d’Història Natural de les Balears Vol. 52<br />
(2009), desembre 2009 Palma de Mallorca (tutti gli articoli sono<br />
in spagnolo o catalano)<br />
Vicens D. Coastal upper Pleistocene deposits on the Artá Peninsula:<br />
Artá (Mallorca, Balearic Islands, western Me<strong>di</strong>terranean)<br />
(in catalano) 99<br />
Morey B. & Mas G. Preliminary approach to the Neogene from<br />
Santa Eugenia (Mallorca, western Me<strong>di</strong>terranean) (in catalano)<br />
??<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Breviora - Museum of Comparative Zoology Cambridge, n. 529,<br />
530, 531, 31 May 2012, n. 532, 7 September 2012 (in inglese)<br />
I fascicoli non contengono lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Bulletin of the Museum of Comparative Zoology - Harvard<br />
Univ., Cambridge, USA - Vol. 160 n. 4, 14 May 2012<br />
Il fascicolo non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Folia Biologica et Geologica (ex Razprave <strong>di</strong>ssertationes<br />
Classis IV: Historia Naturalis), Vol. 52 - 1-2, Ljubljana 2011<br />
(in sloveno con riassunto in inglese)<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Folia Biologica et Geologica (ex Razprave <strong>di</strong>ssertationes<br />
Classis IV: Historia Naturalis), Vol. 52 - 3, Ljubljana 2011 (in<br />
sloveno con riassunto in inglese)<br />
Mikuž V. & Bartol M. The first find of cuttlefish shell (Sepiidae)<br />
in Miocene beds of Slovenia 5<br />
Il volume non contiene altri lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Gloria Maris - Belgische Vereniging voor Conchyologie Vol.<br />
51 (2-3), 8 Apr<strong>il</strong> 2012 (in inglese)<br />
Herrmann M. & Salisbury R.A. Description of a small new<br />
species of Vex<strong>il</strong>lum (Pusia) (Gastropoda: Costellariidae)<br />
from the Indo-Pacific 25<br />
Wiersma J. & Monsecour D. Dolomena wienekei, a new species<br />
within the Dolomena labiosa (Wood, 1828) complex<br />
(Gastropoda: Strombidae) 36<br />
Verbinnen G.& Buijse J.A. Red Sea Mollusca: Rectification of<br />
the description of Conus w<strong>il</strong>si Delsaerdt, 1998 42<br />
Herrmann M. New species of Vex<strong>il</strong>lum (Pusia) Gastropoda:<br />
Costellariidae) from French Polynesia and the Ph<strong>il</strong>ippines<br />
45<br />
Kovalis M. An <strong>il</strong>lustrated list of the seashells from the Gulf of<br />
Aqaba: Limidae 62<br />
Dekkers A.M. A new genus related to the genus Lambis<br />
Rö<strong>di</strong>ng, 1798 (Gastropoda: Strombidae) from the In<strong>di</strong>an<br />
Ocean 68<br />
Kovalis M. Colour forms of Chama pacifica Broderip, 1835 in<br />
the Gulf of Aqaba, E<strong>il</strong>at 75<br />
Gloria Maris - Belgische Vereniging voor Conchyologie Vol.<br />
51 (4), 9 September 2012 (in inglese)<br />
Dekkers A. On a fourth hybrid specimen between Euprotomus<br />
bulla (Rö<strong>di</strong>ng, 1798) and Euprotomus vomer (Rö<strong>di</strong>ng, 1798)<br />
(Gastropoda: Strombidae) 80<br />
Fraussen K. & Stahlschmidt P. Two new Phaenomenella<br />
(Ga stropoda: Buccinidae) from Vietnam 85<br />
Rolán E. & Swinnen F. A new species of Onoba (Gastropoda,<br />
Rissoidae) from Senegal 93<br />
Wiersma J. & Monsecour D. Rectification of the description of<br />
Dolomena wienekei Wiersma & Monsecour 97<br />
Fraussen K. A new Pollia Gray in Sowerby, 1834 (Gastropoda:<br />
Buccinidae) from French Polynesia 99<br />
Keppel Bay Ti<strong>di</strong>ngs pub. by Keppel Bay Shell Club Inc. Queensland<br />
- Australia Vol. 51 n. 1 March-May 2012 (in inglese)<br />
Coucom E. The Paramoria Genus<br />
Now for the final Genus - Volutoconus<br />
Keppel Bay Ti<strong>di</strong>ngs pub. by Keppel Bay Shell Club Inc. Queensland<br />
- Australia Vol. 51 n. 2 June-August 2012 (in inglese)<br />
Coucom E. The last of the Volute Story<br />
Iberus Revista de la Sociedad Española de Malacología - Vol.<br />
30 (2) Oviedo, julio 2012 - (Tutti gli articoli sono in inglese tranne<br />
quelli dove in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versamente)<br />
Bogi C., Karan S.Ü. & Yokes≤ M.B. Osc<strong>il</strong>la gal<strong>il</strong>ae, a new species<br />
of Pyramidellidae (Mollusca, Gastropoda, Heterobranchia)<br />
from the Eastern Me<strong>di</strong>terranean 1<br />
Pubblicazioni ricevute<br />
19
Pubblicazioni ricevute<br />
20<br />
Holyoak D.T., Holyoak G.A. & Torres Alba J.S. A reassessment<br />
of the species of Truncantellina (Gastropoda: Vertiginidae)<br />
in the Iberian Peninsula and North-westAfrica 7<br />
Rolán E. & Rubio F. A new species and range extension of<br />
Ponderinella (Gastropoda, Tornidae) in West Africa 35<br />
Gofas S. A new species of Bornia (Bivalvia: Galeommatoidea)<br />
from southern Spain 41<br />
Oliver J.D. J.D., Templado J. & Kersting D. Gasterópodos<br />
marinos de las islas Columbretes (Me<strong>di</strong>terráneo occidental)<br />
(in spagnolo) 49<br />
Templado J. & Rolán E. A new species of Phorcus (Vetigastropoda,<br />
Trochidae) from the Cape Verde Islands 89<br />
Lefrere L. et al. Reproductive cycle of Scrobucularia plana (da<br />
Costa, 1778) (Bivalvia: Semelidae) in two Maroccan lagoons:<br />
Khnifiss and Ouali<strong>di</strong>a 97<br />
Antit M. & Azzouna A. Mollusques des m<strong>il</strong>ieux littoraux de<br />
la baie de Tunis (in francese) 107<br />
Noticiario de la Sociedad Española de <strong>Malacologia</strong> n. 57 - Junio<br />
2012 (Tutti gli articoli sono in spagnolo)<br />
Rolán E. & Fernández-Garcés R. Sansonia tuberculata (Gastropoda,<br />
Pickworthiidae) en Cuba: algunos nuevos datos<br />
52<br />
Rolán E. Hastula aciculina (Gastropoda, Terebridae): nuevas<br />
aportaciones 55<br />
Martínez Ortí A. & Pérez Ferrer A. Sobre el hallazgo de<br />
una nueva población en España de Quickella arenaria (Potiez<br />
& Michaud, 1835) 57<br />
Mur<strong>il</strong>lo L. Moluscos terrestres de la islas e islotes del litoral<br />
de la región de Murcia y Mar Menor (sureste de la Península<br />
Ibérica) 62<br />
Larraz Azcarate M.L. & Zuazu F.J. Melanopsis tricarinata<br />
(Bruguière, 1789) (Gastropoda, Melanopsidae) en Navarra<br />
(España) 67<br />
Moreno Robledo J.C. & Barrajón Mínguez A. Primera cita<br />
de Tritonia lineata Alder y Hancock, 1848 (Gastropoda: Tritoniidae)<br />
en Andalucía, sur de la Península Ibérica 75<br />
Moreno Lampreave D & Barrajón Domenech A. Primera<br />
cita de Tritonia cincta (Pruvot. Fol, 1937) (Gastropoda: Opisthobranchia:<br />
Tritoniidae) en Andalucía, sur de la Península<br />
Ibérica 77<br />
Novapex - Trimestriel de La Société Belge de Malacologie -<br />
Vol. 13 (2) 2012, 10 Juin (in inglese)<br />
Rolán E., Fernández-Garcés R. & Redfern C. New records<br />
and description of four new species of the genus Agathotoma<br />
(Gastropoda, Mangeliidae) in the Caribbean 45<br />
Ibarrola T., Rubio F. & Rolán E. Some new information on<br />
Calliotropis ottoi (Ph<strong>il</strong>ippi, 1844) (Vetigastropoda: Seguenzioidea:<br />
Calliotropidae) 63<br />
Wakefield A. A review of the Marginella bicatenata Sowerby,<br />
1914 complex (Gastropoda: Marginellidae) with the description<br />
of a new southeast African Marginella species 69<br />
Houart R. & Colomb J. Description of a new species of Siratus<br />
(Gastropoda: Muricidae) from Guadeloupe, Lesser Ant<strong>il</strong>les<br />
75<br />
Le Béon R. Une nouvelle Marginella (Gastropoda: Marginellidae)<br />
de la côte occidentale d’Afrique (in francese) 79<br />
Tröndlé J. & Letourneux J. Description de Turbo fakaauensis<br />
n. sp. (Mollusca: Gastropoda: Turbinidae) du Pléistocène de<br />
Niau, Tuamotu (Polynésie française) (in francese) 87<br />
Papéis Avulsos De Zoologia - Museu de Zoologia da Universidade<br />
de São Paulo Vol. 51 (24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32,<br />
33), 2010<br />
I fascicoli non contengono lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Phuket Marine Biological Center Research Bulletin no. 71,<br />
2012, Phuket Apr<strong>il</strong> 2012 (in inglese)<br />
Il volume non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
Quaderno <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> e Notizie <strong>di</strong> Storia Naturale della Romagna<br />
- N. 35 - Cesena -Giugno 2012<br />
Il volume non contiene lavori <strong>di</strong> interesse malacologico.<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, Apr<strong>il</strong>, 2012 n. 4 (in inglese)<br />
Kronenberg G. Gibberulus gibbosus (Rö<strong>di</strong>ng, 1798) (Caenogastropoda:<br />
Strombidae) from the Islas Galápagos? 46<br />
Sassi A.P. A few observations of the Seashells of Rapa Nui (Easter<br />
Island) 48<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, May, 2012 n. 5 (in inglese)<br />
Waller D.B. Range extension for Erosaria poraria (Mollusca:<br />
Cypraeidae) 55<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, June, 2012 n. 6 (in inglese)<br />
García E.F. Clathrodr<strong>il</strong>lia phasma (Schwengel, 1940) (Gastropoda:<br />
Dr<strong>il</strong>liidae), in east Florida species reported herein from<br />
three quadrants of the Gulf of Mexico 65<br />
Hewitt S.J. Further surveys of the marine mollusk fauna of the<br />
island of St. Kitts, Leeward Islands, West In<strong>di</strong>es, Part 1 68<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, July, 2012 n. 7 (in inglese)<br />
Forsyth R.G. & W<strong>il</strong>liston P. Terrestrial sna<strong>il</strong>s from an urban<br />
park in Vancouver, British Columbia 77<br />
Hewitt S.J. Relative abundance of marine mollusk shells in the<br />
beach drift on Sanibel Island, Lee County, Florida, USA 81<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, August, 2012 n. 8 (in inglese)<br />
Wiedrick S.G. Comments Tripterotyphis lowei (Gastropoda:<br />
Muricidae: Tripterotyphinae) with new <strong>di</strong>stribution ranges<br />
of the genus from Panamic Province 91<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, August, 2012 n. 8 (in inglese)<br />
Waller D.B. Range extension for Erosaria albuginosa (Mollusca:<br />
Cypraeidae) 99<br />
The Festivus - A Publication of the San Diego Shell Club Vol.<br />
XLIV, October, 2012 n. 10 (in inglese)<br />
Hewitt S.J. A six-hour survey of the marine mollusks of the<br />
Island of Montserrat, Leeward Islands, West In<strong>di</strong>es 107<br />
Triton Journal of the Israel Malacological Society - Jerusalem<br />
- ISRAELE n. 25 March 2012 (Tutti gli articoli sono in inglese)<br />
Shefer S. et al. First records of Mimachlamys sanguinea (Linnaeus,<br />
1758) from the Me<strong>di</strong>terranean Coast of Israel (Bivalvia,<br />
Pectinidae) 1<br />
Heiman E.L. & Mienis H.K. Two forms of Chicoreus corrugatus<br />
(Sowerby, 1841) 1<br />
Heiman E.L. & Mienis H.K. Shells of East Sinai, an <strong>il</strong>lustrated<br />
list. Fam<strong>il</strong>y Mactridae 2<br />
Heiman E.L. & Mienis H.K. Protoconchs of Muricidae. part 2 4<br />
Heiman E.L. & Yerenburg V. The shell shape and spiral structure<br />
of Ergalatax martensi and E. junionae 5<br />
Heiman E.L. More on Cribrarula gaskoini 7<br />
Eastburn M.H. & Heiman E.L. Mauritia mappa from Kwajalein<br />
and the “Atoll effect” 8
Heiman E.L. Diagnostic characteristic of cowry populations 1.<br />
The average shell length 13<br />
Mienis H.K. A revised list of predators of freshwater mollusks<br />
in Israel and Palestine 16<br />
Mienis H.K. New or little known land- and freshwater molluscs<br />
from Israel 1. Xerocrassa shoshanae, a new species from<br />
the Negev 23<br />
Girod A. Terrestrial mollusks from Takarkori (Libyan Sahara)<br />
27<br />
Mienis H.K. et al. A first interception of Otala constantina at a<br />
border crossing Israel (Gastropoda: Helicidae) 31<br />
C<strong>il</strong>ia D.P. A note shells of Pseudotachea splen<strong>di</strong>da (Draparnaud,<br />
1801) in the Maltese Islands (Central Me<strong>di</strong>terranean)<br />
33<br />
Inchaustegui J.M. Are those Mexican slippers? 35<br />
Heiman E.L. Robert Dayle, a researcher and a <strong>di</strong>ver 36<br />
Ve n u s Journal of The Malacological Society of Japan, Vol. 70,<br />
n. 1-4, July 2012, Tokyo (in inglese)<br />
Yamazaki T. & Goshima S. Adaptive <strong>di</strong>fferences in morphology<br />
of the perwinkle Littorina sitkana between two habitats<br />
separated by an artificial structure 1<br />
Kimura T. & Sekiguchi H. Comparison of early life history of<br />
native and exotic myt<strong>il</strong>ids, Musculista senhousia and Xenostrobus<br />
securis, in the brackish Lake Hamana, Japan 11<br />
Mashino K. & Torigoe K. Comparison of anatomical characters<br />
between two subspecies of Trishoplita eumenes 25<br />
Kitamura A., Yamamoto N. & Kobayashi K. Growth of the<br />
submarine cave-dwelling micro-bivalve Car<strong>di</strong>tella iejimensis<br />
41<br />
Nakayama T. A new species of the fam<strong>il</strong>y Epitoniidae in the<br />
Nagai Collection in Wakayama prefectural Museum of Natural<br />
History (II) 46<br />
Minato H. Chamalycaeus takahashii muroharai n. subsp.<br />
(Gastropoda: Cyclophoridae) from a limestone outcrop in<br />
Oita Prefecture, Kyushu, Japan 49<br />
Tomida S. & Kadota M. A new species of Turbo (Marmarostoma)<br />
(Gastropoda: Turbinidae) from the Miocene Yugashima<br />
Group of Izu Peninsula, central Japan 53<br />
Okano G. & Wada T. Size structure and reproduction of violet<br />
shell Janthina prolongata stranded on the coast of Iwamicho<br />
in Tottori Prefecture, southwestern Sea of Japan 58<br />
Xenophora - Bulletin de l’Association Français de Conchyliologie<br />
- N. 138 avr<strong>il</strong>-mai-juin 2012 (tutti i lavori sono in francese)<br />
Jaux G. Le coin du Débutant: Bivalves ou Lamellibranches<br />
(partie 19) Classe: Bivalvia, Sous-classe: Heterodonta, I Ordre:<br />
Veneroida (suite 10), Super-fam<strong>il</strong>le: Tellinoidea, Fam<strong>il</strong>le:<br />
Tellinidae, Sous-Fam<strong>il</strong>le: Tellininae Genres: Tellina, Arcopagia,<br />
Strig<strong>il</strong>la, Tellidora 4<br />
Potier L. Crépuscule lagunaire pour Trunculariopsis duplex (Chronique<br />
lagunaire de M’bo<strong>di</strong>ène, Petite côte sénégalaise) 7<br />
Massemin D. Mollusques terrestres de Guyane Française 8<br />
Garrigues B. Qui es-tu Ca<strong>il</strong>leti 12<br />
Vachon P. Les porcelains d’Indo 18<br />
Marchal L. Fusinus rostratus en Bretagne 19<br />
Robin A. Collecte à Djibouti 22<br />
Sidois J-P. Naticidae de Me<strong>di</strong>terranée - Musée des Coqu<strong>il</strong>lages<br />
de Saint-Jean-Cap-Ferrat 29<br />
Hofmann P. & Vardala-Theodorou E. A short notice on an<br />
exceptionally large specimen of Diodora italica (De France,<br />
1820) from Aegean Sea 32<br />
Pacaud J.M. & Loubry P. Zo<strong>il</strong>a gigas (McCoy, 1867) (Mollusca,<br />
Cypraeidae) le géant du Cénozöique d’Australie 34<br />
Xenophora - Bulletin de l’Association Français de Conchyliologie<br />
- N. 139 ju<strong>il</strong>let-août-septembre 2012 (tutti i lavori sono in<br />
francese)<br />
Jaux G. Le coin du Débutant: Bivalves ou Lamellibranches<br />
(partie 20) Classe: Bivalvia, Sous-classe: Heterodonta, I Ordre:<br />
Veneroida (suite 11), Super-fam<strong>il</strong>le: Tellinoidea (suite),<br />
Fam<strong>il</strong>le: Tellinidae, Sous-Fam<strong>il</strong>le: Macominae, Genres: Macoma,<br />
Gastrana, ecc., Fam<strong>il</strong>le: Semelidae, Genres: Semele,<br />
Abra, Scrobicularia, Theora 4<br />
Wimart-Rousseau D. Voyage aux Iles Marquises 7<br />
Marcellesi D. Retour de vacances en Corse 10<br />
Rolán E. et al. The protoconch and early teleoconch whorls of<br />
the brownish Cerithiopsis (Mollusca, Cerithiopsidae) in the<br />
Caribbean and adjacent regions (in inglese) 11<br />
Vigne F. Le genre Neritopsis, un “foss<strong>il</strong>e vivant” 17<br />
Michard J-F. Cypraea stercoraria star des Cypraeidae de l’Ouest<br />
Afrique 18<br />
Limpalaër L. Coup de projecteur sur les Neritidae. 4 ème partie:<br />
les espèces d’eau douce Atlanto-américaines: Theodoxus,<br />
Clypeolum, Vitta, ecc. 21<br />
Sidois J-P. Les trois Cones de Me<strong>di</strong>terranée - Musée des Coqu<strong>il</strong>lages<br />
de Saint-Jean-Cap-Ferrat 26<br />
Ledon D. & Mouchart J. Les Volutes foss<strong>il</strong>s de France 28<br />
Lauranceau N. Les ancêtres de Xenophora (2 ème partie) 30<br />
Robin A. Nains et géants [foto <strong>di</strong> Cipree] 36<br />
Xenophora - Bulletin de l’Association Français de Conchyliologie<br />
- N. 140 octobre-novembre-décembre 2012 (tutti i lavori<br />
sono in francese)<br />
Jaux G. Le coin du Débutant: Bivalves ou Lamellibranches<br />
(partie 21) Classe: Bivalvia, Sous-classe: Heterodonta, I Ordre:<br />
Veneroida (suite 12), Super-fam<strong>il</strong>le: Tellinoidea (suite<br />
2), Fam<strong>il</strong>le: Psammobiidae, Sous-Fam<strong>il</strong>le: Psammobiinae,<br />
Genres: Asaphis, Orbicularia, ecc., Sous-Fam<strong>il</strong>le: Sanguinolariinae,<br />
Genres: Sanguinolaria, Nuttalia, ecc., Sous-Fam<strong>il</strong>le:<br />
Solecurtinae, Genres: Solecurtus, Azorinus, ecc., Sous-<br />
Fam<strong>il</strong>le: Novaculininae, Genres: Novaculina, ecc. 4<br />
Vulliet T. Mission “Olives” au Vanuatu 7<br />
Lhaumet G. Oliva (Carmione) bulbosa Rö<strong>di</strong>ng, 1798 10<br />
Touitou D & Escoubas P. Casser des cones à Mayotte 12<br />
Gratecap D. & Robin A. Le genre Amalda en Afrique Australe<br />
19<br />
Ledon D. & Mouchart J. Les Volutes foss<strong>il</strong>s de France, 5ème<br />
partie: le genre Eopsephaea 30<br />
Potier L. Camouflage sous roche pour Conus cacao et taslei à<br />
Pointe Sarène, petite côte sénégalaise 33<br />
Potier L. Petits cônes de la “Petite Côte” sénégalaise et de la<br />
presqu’île du Cap vert…et petites question Récurrentes 35<br />
Pubblicazioni ricevute<br />
21
Varie<br />
22<br />
Elenco dei Soci<br />
Gent<strong>il</strong>e Socio,<br />
in uno dei prossimi Notiziari sarà pubblicato l’elenco<br />
dei Soci S.I.M. includendovi i nominativi dei soli soci<br />
italiani che risponderanno al questionario sulla Legge<br />
675/96; perciò tutti coloro che vogliono essere inseriti<br />
nel prossimo elenco dei soci sono pregati <strong>di</strong> comp<strong>il</strong>are i<br />
modelli riportati qui <strong>di</strong> seguito ed inviarli a Crovato per<br />
posta all’in<strong>di</strong>rizzo della S.I.M. oppure <strong>scarica</strong>rli dal sito<br />
Privacy<br />
Varie<br />
della S.I.M. ed inviarli, una volta comp<strong>il</strong>ati, per e-ma<strong>il</strong><br />
a: paolo.crovato@fastwebnet.it<br />
Coloro che hanno già inviato <strong>il</strong> modello non devono rimandarlo,<br />
a meno che non intendano apportare mo<strong>di</strong>fiche<br />
a quanto già segnalato.<br />
Distinti saluti<br />
<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />
c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Galcianese 20H -<br />
59100 Prato<br />
S.I.M. <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />
Il Sottoscritto ......................................................................................................................<br />
Domic<strong>il</strong>iato in (Via/Piazza) ..................................................................................... n. ............<br />
Comune <strong>di</strong> ........................................................... CAP ................. Prov. ............................<br />
Telefono .................................... FAX .....................................<br />
E-ma<strong>il</strong> ....................................................................................<br />
Dichiara <strong>di</strong> aver letto l’informativa <strong>di</strong> cui alla Legge n. 675 del 31/10/1996 e autorizza la <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong><br />
a:<br />
Ut<strong>il</strong>izzare e trattare i propri dati personali quali in<strong>di</strong>rizzo, telefono, E-ma<strong>il</strong> ecc. esclusivamente per la gestione della<br />
<strong>Società</strong> stessa<br />
□ do <strong>il</strong> consenso □ nego <strong>il</strong> consenso<br />
Diffondere, sia con mezzi cartacei che informatici, i propri dati personali, per favorire i contatti personali, lo scambio<br />
<strong>di</strong> notizie e <strong>di</strong> materiale, sia fra i Soci che all’esterno<br />
□ do <strong>il</strong> consenso □ nego <strong>il</strong> consenso<br />
Comunicare i propri dati personali a terzi per l’invio <strong>di</strong> materiale pubblicitario<br />
□ do <strong>il</strong> consenso □ nego <strong>il</strong> consenso<br />
data .................................... Firma ...................................................................
QUESTIONARIO / QUESTIONNAIRE<br />
Premesso che <strong>il</strong> presente questionario è facoltativo, si informano i soci che le risposte pervenute saranno inserite nei<br />
prossimi elenchi dei soci S.I.M. / This questionnaire is not compulsory. The answers w<strong>il</strong>l be included in the next<br />
members’ list of S.I.M.<br />
Temi <strong>di</strong> interesse: / You are interested in:<br />
□ Collezionismo / Collecting □ Stu<strong>di</strong>o scientifico / Scientific study<br />
Fauna attuale: / Recent fauna:<br />
□ Marina / Marine □ Terrestre / Terrestrial □ Dulciacquicola / Fresh water<br />
Fauna foss<strong>il</strong>e: / Foss<strong>il</strong> fauna:<br />
□ Marina / Marine □ Terrestre / Terrestrial □ Dulciacquicola / Fresh water<br />
Aree geografiche: / Geographical areas:<br />
□ <strong>Italiana</strong> / Italian □ Me<strong>di</strong>terranea / Me<strong>di</strong>terranean □ Atlantica / Atlantic<br />
□ Europea / European □ Mon<strong>di</strong>ale / Worldwide<br />
Interessato a scambi: / Interested in exchange:<br />
□ Malacologico / Malacological □ Bibliografico / Bibliographic<br />
Interessato a Cataloghi ed alla Pubblicità: /<br />
Interested in receiving catalogues and advertising:<br />
□ Sì / Yes □ No / No<br />
Varie<br />
23
Varie<br />
24<br />
Quote sociali 2013<br />
2013 dues<br />
(Boll. Malacol. vol. 49(ISSN:0394-7149), six-monthly, and Notiz. S.I.M. vol. 31(ISSN:1121-161X, six-monthly)<br />
Soci sostenitori / Supporter members Italia - Italy € 70,00<br />
Soci or<strong>di</strong>nari* / In<strong>di</strong>vidual members* Italia - Italy € 60,00<br />
Soci giovani (meno <strong>di</strong> 25 anni) / Junior members (under 25) Italia - Italy € 30,00<br />
Enti, Istituti* / Institutions* Italia - Italy € 75,00<br />
Soci sostenitori / Supporter members paesi UE - UE countries € 75,00<br />
Soci or<strong>di</strong>nari* / In<strong>di</strong>vidual members* paesi UE - UE countries € 65,00<br />
Soci giovani (meno <strong>di</strong> 25 anni) / Junior members (under 25) paesi UE - UE countries € 35,00<br />
Enti, Istituti* / Institutions* paesi UE - UE countries € 80,00<br />
Soci sostenitori - Supporter members Estero - Abroad € 85,00<br />
Soci or<strong>di</strong>nari * - In<strong>di</strong>vidual members* Estero - Abroad € 75,00<br />
Soci giovani (meno <strong>di</strong> 25 anni) - Junior members (under 25) Estero - Abroad € 40,00<br />
Enti, Istituti * - Institutions * Estero - Abroad € 85,00<br />
* per i soci or<strong>di</strong>nari ed enti sconto <strong>di</strong> e 10,00 per iscrizioni effettuate entro e non oltre <strong>il</strong> 28.02.13.<br />
* regular and institutional members can apply e 10,00 <strong>di</strong>scount paying within 28.02.13.<br />
Istruzioni per <strong>il</strong> pagamento<br />
Effettuare <strong>il</strong> pagamento sul c/c postale n. 28231207 intestato<br />
alla <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>, c/o Museo <strong>di</strong><br />
Scienze Planetarie, via Galcianese 20H - 59100 Prato,<br />
specificando la causale del pagamento. Nel caso si richieda<br />
fattura inviare or<strong>di</strong>nativo con estremi co<strong>di</strong>ce fiscale<br />
o P. IVA alla Segreteria.<br />
Il conto corrente bancario dell’Associazione è presso la<br />
banca Cariprato Coiano della Banca Popolare <strong>di</strong> Vicenza,<br />
IBAN: IT47 P0572821545445570807190. Vi raccoman<strong>di</strong>amo<br />
<strong>di</strong> specificare <strong>il</strong> motivo dei versamenti.<br />
L’unico in<strong>di</strong>rizzo da ut<strong>il</strong>izzare per la corrispondenza è:<br />
The only address for ma<strong>il</strong>ing is the following:<br />
Remittance Instructions<br />
Varie<br />
Payment should be sent through International Postal Money Order<br />
payable to <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>, c/o Museo <strong>di</strong><br />
Scienze Planetarie, via Galcianese 20H - 59100 Prato or on<br />
our giropost account n. 28231207 (Europe and Japan only). Proforma<br />
invoices on request, please address to Secretary.<br />
Please take notice that the only bank account is at the banca<br />
Cariprato Coiano della Banca Popolare <strong>di</strong> Vicenza IBAN:<br />
IT47 P0572821545445570807190 SWIFT code/BIC:<br />
BPVIIT21445. Please specify motivation of payment. For<br />
Bank charges € 3,00 must be added.<br />
Per gli accor<strong>di</strong> con la Soc. Spagnola <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>, con la Soc. Olandese <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> e con la Soc. Belga, i nostri<br />
soci residenti in Europa, entro <strong>il</strong> 28 febbraio 2013, potranno pagare, solo nel caso che sottoscrivano oltre la S.I.M. almeno<br />
un altro abbonamento alle <strong>Società</strong> sopradette, presso <strong>di</strong> noi le seguenti quote:<br />
S.I.M. (Bollettino Malacologico + <strong>Notiziario</strong> S.I.M.) e 47,00 (per i soci italiani)<br />
S.I.M. (Bollettino Malacologico + <strong>Notiziario</strong> S.I.M.) e 52,00 (per i soci dei paesi UE)<br />
S.E.M. (Iberus + Noticiario) e 35,00<br />
N.M.V. (Spirula) e 26,00<br />
N.M.V. (Basteria) e 48,00<br />
N.M.V. (Basteria + Spirula) e 53,00<br />
N.M.V. (Basteria + Vita Malacologica) e 68,00<br />
N.M.V. (Basteria + Vita Malacologica + Spirula) e 72,00<br />
S.B.M. (Novapex + Vie de la Societé) e 56,00<br />
sOCIeTÀ ITALIAnA DI MALACOLOGIA<br />
c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie, via Galcianese 20H, I-59100 Prato<br />
Forli Maurizio, Segretario: segreteria@societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it, segreteria.sim@libero.it<br />
Crovato Paolo, Vicepresidente: vicepresidente@societa<strong>di</strong>malacologia.it, paolo.crovato@fastwebnet.it<br />
Sito web: http://www.societaitaliana<strong>di</strong>malacologia.it
Nota del redattore capo<br />
Prima <strong>di</strong> iniziare questo nuovo impegno, un grazie doveroso e particolarmente sentito va rivolto al Consiglio Direttivo<br />
che ha proposto e approvato <strong>il</strong> mio incarico. Un grazie e un augurio va anche rivolto a Enzo Campani per <strong>il</strong> contributo<br />
fin qui svolto a favore del nostro <strong>Notiziario</strong>. In un periodo particolarmente <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> nostro massimo impegno<br />
sarà <strong>di</strong> gestire la realizzazione <strong>di</strong> questo notiziario, nel segno della continuità <strong>di</strong> quanto finora realizzato, cercando<br />
<strong>di</strong> migliorarci ancora e <strong>di</strong> rispondere sempre alle molteplici esigenze e aspettative dei nostri soci.<br />
<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 1-2 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />
Il mare <strong>di</strong> San Lorenzo (Bologna)<br />
M. Mauro Brunetti*<br />
Riassunto<br />
Continuando la mia collaborazione con <strong>il</strong> gruppo Trekking<br />
Italia <strong>di</strong> Bologna, dopo un paio <strong>di</strong> serate <strong>di</strong>vulgative<br />
sui foss<strong>il</strong>i, ed una prima escursione nel 2004 (come<br />
passa <strong>il</strong> tempo!), fu organizzata una seconda escursione<br />
a San Lorenzo in Collina (Bologna), venerdì 28 Ottobre<br />
2011, grazie anche all’organizzazione impeccab<strong>il</strong>e del<br />
presidente dell’Associazione bolognese Roberto D’Agostino<br />
che colgo l’occasione per ringraziare. E dunque, <strong>il</strong><br />
venerdì pomeriggio, in una splen<strong>di</strong>da giornata autunnale,<br />
tutto <strong>il</strong> gruppo (14 persone in tutto) partì per una piacevole<br />
camminata iniziando dalla località Mucchio (Fig.<br />
1). Già lungo la carrareccia che porta a San Lorenzo in<br />
Collina, tra lo stupore <strong>di</strong> alcuni partecipanti, ecco spuntare<br />
dal terreno, un frammento <strong>di</strong> Turritella (probab<strong>il</strong>mente<br />
T. spirata). Tra i quattro ed i cinque m<strong>il</strong>ioni d’anni<br />
fa, <strong>il</strong> mare copriva queste terre che sono state formate<br />
con i suoi se<strong>di</strong>menti; l’acqua ed <strong>il</strong> vento, successivamente,<br />
hanno modellato questi depositi marini formando le<br />
Fig. 1. I partecipanti all’escursione presso San Lorenzo (Bologna).<br />
*Via 28 Settembre 1944 n. 2, 40040 Rioveggio (BO),<br />
mbrunetti45@gma<strong>il</strong>.com<br />
Ignazio Sparacio<br />
Contributi<br />
dolci colline sotto i nostri pie<strong>di</strong>. Non è semplice spiegare<br />
questi argomenti ma alla fine tutti i concetti sono stati<br />
chiariti (più o meno). Arrivammo così, nelle vicinanze<br />
della chiesa <strong>di</strong> San Lorenzo in Collina. L’e<strong>di</strong>ficio è stato<br />
sottoposto a numerose ristrutturazioni che si sono succedute<br />
nel tempo a seguito <strong>di</strong> catastrofi naturali e belliche;<br />
in particolare la chiesa fu pesantemente danneggiata<br />
nella prima metà del 1400 durante <strong>il</strong> confronto m<strong>il</strong>itare<br />
che oppose i bolognesi ai m<strong>il</strong>anesi <strong>di</strong> F<strong>il</strong>ippo Maria Visconti<br />
per <strong>il</strong> controllo del vicino Castello <strong>di</strong> Capramozza,<br />
ora scomparso. Nelle vicinanze della chiesa una carrareccia<br />
fiancheggia i calanchi che, in questo punto, appaiono<br />
maestosi (Fig. 2) e qui occorre prestare attenzione<br />
perché risultano ripi<strong>di</strong> e scoscesi. Qualche giorno prima<br />
avevo cercato una via d’accesso ai calanchi facendomi<br />
largo tra le spine delle rose canine e dei rovi, puntuali<br />
presenze <strong>di</strong> ogni mia ricerca paleontologica. E dunque<br />
scendemmo su questa traccia con <strong>il</strong> richiamo <strong>di</strong> un picchio<br />
verde (Picus viri<strong>di</strong>s) che ci dette <strong>il</strong> benvenuto. Tutto<br />
<strong>il</strong> gruppo, chi più lentamente, chi, mosso dalla curiosità,<br />
con maggior foga, si avventurò così verso <strong>il</strong> basso. Nei<br />
giorni precedenti aveva piovuto e quin<strong>di</strong> le con<strong>di</strong>zioni<br />
del terreno risultarono ottimali. I terreni arg<strong>il</strong>losi su cui<br />
camminammo risalgono al periodo finale dello Zancleano<br />
(Pliocene inferiore). In base alla malacofauna rinvenuta,<br />
a quell’epoca <strong>il</strong> mare doveva avere una profon<strong>di</strong>tà<br />
tra i 50 e gli 80 metri. Appena cominciarono ad apparire<br />
le prime conchiglie foss<strong>il</strong>i le reazioni furono <strong>di</strong>verse: chi<br />
si stupì, chi, seppur incredulo, iniziò a raccoglierle (Fig.<br />
3), chi ad<strong>di</strong>rittura ipotizzò che io le avessi portate lì qualche<br />
giorno prima, anche perché alcune conchiglie avevano<br />
mantenuto i colori originali (Cochlis raropunctata). Alla<br />
fine sopraggiunse la curiosità e le domande si moltiplicarono.<br />
Una ragazza <strong>di</strong> Napoli osservò: “sembra <strong>di</strong><br />
camminare in riva al mare”. Non è esattamente così: non<br />
Il mare <strong>di</strong> San Lorenzo (Bologna)<br />
1
Contributi<br />
2<br />
eravamo sulla riva ma sul fondo <strong>di</strong> un mare ormai scomparso<br />
da almeno 4 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> anni ma, in ogni caso l’effetto<br />
era identico. Ricordai a tutti che nei calanchi <strong>di</strong> San<br />
Lorenzo in Collina è stato ritrovato anche lo scheletro <strong>di</strong><br />
una balena ora conservato presso <strong>il</strong> Museo <strong>di</strong> Geologia e<br />
Paleontologia G. Cappellini a Bologna che invito a visitare.<br />
Tutta questa zona è stata stu<strong>di</strong>ata alla fine del 1800<br />
da Ludovico Foresti che qui scoprì <strong>di</strong>verse nuove specie<br />
<strong>di</strong> conchiglie foss<strong>il</strong>i. Feci anche notare ai partecipanti<br />
quali siano i pericoli per i calanchi, tutti dovuti all’azione<br />
dell’uomo. Il primo è causato dalla criminale abitu<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> gettare rifiuti lungo le sue pareti: nonostante i <strong>di</strong>vieti<br />
molti continuano a farlo tant’è che una parte del calanco<br />
somiglia a una <strong>di</strong><strong>scarica</strong>. Il secondo pericolo, forse meno<br />
evidente ma altrettanto insi<strong>di</strong>oso, è dovuto al fenomeno<br />
Fig. 3. In cerca <strong>di</strong> conchiglie foss<strong>il</strong>i.<br />
Fig. 2. I calanchi <strong>di</strong> San Lorenzo (Bologna) in Collina.<br />
del riscaldamento globale. Negli ultimi 30 anni i calanchi<br />
hanno ridotto non poco la loro superficie a causa della<br />
mancanza delle cospicue nevicate invernali che in passato<br />
tenevano in continuo movimento le masse arg<strong>il</strong>lose<br />
imbevendole d’acqua. La vegetazione sta lentamente colonizzando<br />
le pareti arg<strong>il</strong>lose e se questa tendenza non<br />
dovesse cambiare, tra qualche anno resterà ben poco <strong>di</strong><br />
San Lorenzo in Collina. A questo punto, tornammo tutti<br />
verso le auto rimaste a valle. Tutto <strong>il</strong> gruppo era contento<br />
per aver scoperto qualcosa <strong>di</strong> nuovo e affascinante e l’accompagnatore<br />
era sod<strong>di</strong>sfatto per aver potuto con<strong>di</strong>videre<br />
con loro un po’ delle sue conoscenze. Porterò a Roberto<br />
D’Agostino qualche numero arretrato del <strong>Notiziario</strong><br />
S.I.M. da tenere nella biblioteca dell’Associazione<br />
(Via dell’Inferno 20/B, Bologna), nell’eventualità che<br />
qualcuno possa interessarsi alla nostre amate conchiglie,<br />
e, magari, nella speranza <strong>di</strong> poter costituire una sezione<br />
bolognese della S.I.M.
<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 3-10 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />
La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae<br />
(Gastropoda: Pulmonata)<br />
Angelo Vannozzi* & Alessandro Hallgass #<br />
Riassunto<br />
La conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae presenta un<br />
complesso <strong>di</strong> pliche e lamelle che, insieme ad una lamina<br />
calcarea mob<strong>il</strong>e (claus<strong>il</strong>io), formano un efficace sistema<br />
<strong>di</strong> chiusura.<br />
In questa nota viene <strong>il</strong>lustrata la struttura interna della<br />
conchiglia e viene descritto <strong>il</strong> meccanismo <strong>di</strong> funzionamento<br />
del claus<strong>il</strong>io. Inoltre vengono <strong>di</strong>scussi <strong>il</strong> valore<br />
sistematico <strong>di</strong> alcune pliche e lamelle e le possib<strong>il</strong>i funzioni<br />
del sistema <strong>di</strong> chiusura della conchiglia.<br />
La famiglia Claus<strong>il</strong>iidae comprende numerose specie <strong>di</strong>stribuite<br />
prevalentemente nell’estremo oriente dell’Asia,<br />
nelle regioni an<strong>di</strong>ne del Sud America e nella regione paleartica<br />
occidentale (Szekeres, 1984; Nordsieck, 2007). In<br />
Europa <strong>il</strong> massimo <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità per questa famiglia si<br />
osserva nella penisola Balcanica, mentre <strong>il</strong> numero <strong>di</strong><br />
specie <strong>di</strong>minuisce progressivamente andando verso<br />
nord e verso ovest. Secondo la checklist ufficiale della<br />
fauna italiana la famiglia Claus<strong>il</strong>iidae è presente in Italia<br />
con 70 specie e circa 45 sottospecie (Manganelli et al.,<br />
1995, 2000, 2002). D’altra parte, la recente checklist comp<strong>il</strong>ata<br />
da Bank (2011) comprende 66 specie ed oltre 80<br />
sottospecie.<br />
Questa <strong>di</strong>screpanza è in parte dovuta all’esistenza <strong>di</strong> demi<br />
locali dovuti alla scarsa mob<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> questi gasteropo<strong>di</strong><br />
che ha da sempre favorito la proliferazione <strong>di</strong> taxa<br />
sottospecifici <strong>di</strong> incerta vali<strong>di</strong>tà.<br />
Le specie sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole; per le italiane<br />
la lunghezza della conchiglia va da circa 7 mm per<br />
quelle più piccole (genere Balea Gray, 1824) ad oltre 25<br />
mm per le specie più gran<strong>di</strong> (genere Medora H.& A.<br />
Adams 1855, Sic<strong>il</strong>iaria nob<strong>il</strong>is (Pfeiffer, 1848), Sic<strong>il</strong>iaria<br />
crassicostata (Pfeiffer, 1856)). La conchiglia nella famiglia<br />
Claus<strong>il</strong>iidae ha una forma piuttosto costante, allungata,<br />
fusiforme, con avvolgimento nella maggior parte dei casi<br />
sinistrorso e, nella gran parte delle specie, provvista <strong>di</strong><br />
un complesso sistema <strong>di</strong> pliche e lamelle che si sv<strong>il</strong>uppano<br />
nella fase adulta e sono presenti nell’ultimo giro della<br />
conchiglia. Infatti all’interno dell’apertura sono <strong>di</strong> norma<br />
presenti 3 lamelle, mentre posteriormente per traspa-<br />
* Via Pietro de Cristofaro 46, 00136 Roma,<br />
ang.vannozzi@gma<strong>il</strong>.com<br />
# Via della Divina Provvidenza 16, 00166 Roma,<br />
hallgass@hotma<strong>il</strong>.com<br />
renza si possono osservare alcune pliche. La nomenclatura<br />
<strong>di</strong> pliche e lamelle è basata sullo schema <strong>di</strong> Welter-<br />
Schultes (2010), al quale si rimanda per una più completa<br />
trattazione. Convenzionalmente vengono chiamate<br />
lamelle quelle poste sul lato parietale e columellare e pliche<br />
quelle poste nella regione palatale.<br />
Pliche, lamelle, claus<strong>il</strong>io<br />
In Sic<strong>il</strong>iaria paestana (Ph<strong>il</strong>ippi, 1836) osservando l’apertura<br />
frontalmente, si osservano tre lamelle, <strong>di</strong> cui una collocata<br />
nella parte alta dell’apertura (lamella parietale) e<br />
due sulla columella, ovvero la lamella columellare propriamente<br />
detta e la lamella subcolumellare (Fig. 1a).<br />
Posteriormente si possono notare, per trasparenza, una<br />
lunga plica principale <strong>di</strong>sposta parallelamente alla linea<br />
<strong>di</strong> sutura e una plica arcuata chiamata lunella. In Cochlo<strong>di</strong>na<br />
incisa (Küster, 1875) si osservano le stesse lamelle<br />
della specie precedente e posteriormente la plica principale,<br />
mentre al posto della lunella si possono osservare<br />
una serie <strong>di</strong> pliche palatali <strong>di</strong>sposte in senso spirale, <strong>di</strong><br />
cui la più evidente è la plica basale (Fig. 1b). In Leucostigma<br />
can<strong>di</strong>descens (Rossmässler, 1835) sono ben visib<strong>il</strong>i la<br />
lamella superiore e la lamella columellare, mentre la lamella<br />
subcolumellare rimane immersa; posteriormente<br />
si nota che, contrariamente alle specie precedenti, la plica<br />
principale è assente mentre la lunella è bene sv<strong>il</strong>uppata;<br />
inoltre è presente una breve plica palatale (Fig. 1c). La<br />
Fig. 1d mostra un esemplare <strong>di</strong> Balea perversa (Linnaeus,<br />
1758) che, a <strong>di</strong>fferenza delle specie precedenti, non presenta<br />
né pliche né lamelle. L’unico particolare che si nota<br />
è un tubercolo parietale in luogo della lamella superiore;<br />
infatti questa specie rappresenta un caso <strong>di</strong> riduzione<br />
estrema delle strutture normalmente presenti nelle altre<br />
specie della famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Nordsieck, 1982).<br />
Dagli esempi mostrati in Fig. 1 si può intuire come pliche<br />
e lamelle abbiano un considerevole sv<strong>il</strong>uppo interno.<br />
La Fig. 2 mostra esemplari delle stesse specie presenti<br />
in Fig. 1 in cui è stato rimosso l’ultimo quarto <strong>di</strong> giro.<br />
In Sic<strong>il</strong>iaria paestana le lamelle columellare e subcolumellare<br />
sono bene sv<strong>il</strong>uppate all’interno della conchiglia<br />
La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />
3
Contributi<br />
4<br />
Figura 1. a. Sic<strong>il</strong>iaria paestana, promontorio del Circeo (LT); b. Cochlo<strong>di</strong>na incisa, Leonessa, loc. Fuscello (RI); c. Leucostigma can<strong>di</strong>descens,<br />
Civitella (RM); d. Balea perversa, Chiusi della Verna (AR). Scala: 5 mm (a-c); 2.5 mm (d).<br />
Figura 2. Esemplari <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>iidae a cui è stato rimosso l’ultimo quarto <strong>di</strong> giro: a. Sic<strong>il</strong>iaria paestana, promontorio del Circeo (LT); b<br />
Cochlo<strong>di</strong>na incisa, Sutri (VT); c. Leucostigma can<strong>di</strong>descens, Sermoneta (LT).<br />
mentre la lamella parietale si attenua rapidamente entro<br />
<strong>il</strong> primo quarto <strong>di</strong> giro (Fig 2a). A questa si affianca una<br />
lunga lamella spirale che percorre la regione parietale<br />
mantenendosi parallela alla linea <strong>di</strong> sutura. In corrispondenza<br />
della lunella si nota la presenza <strong>di</strong> una lamina calcarea<br />
concava chiamata claus<strong>il</strong>io che ostruisce <strong>il</strong> passaggio.<br />
Il claus<strong>il</strong>io è limitato lateralmente dalla lunella e<br />
dalla lamella subcolumellare, mentre inferiormente si<br />
nota la presenza <strong>di</strong> una breve plica subclaustrale. In Cochlo<strong>di</strong>na<br />
incisa si ha una situazione sim<strong>il</strong>e: si possono notare<br />
infatti la lamella columellare flessuosa e <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io<br />
che presenta una profonda insenatura che gli permette<br />
<strong>di</strong> adattarsi alla forte plica palatale inferiore (Fig. 2b). Inferiormente<br />
<strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io ha la forma <strong>di</strong> un uncino e si inse-
isce tra la plica palatale inferiore e la plica sulcale, mentre<br />
superiormente poggia contro la plica palatale superiore.<br />
In Leucostigma can<strong>di</strong>descens molte delle strutture<br />
presenti nelle due specie precedenti sono mo<strong>di</strong>ficate, vestigiali<br />
o assenti, come ad esempio la lamella spirale e la<br />
plica subclaustrale, mentre la lamella subcolumellare è<br />
d<strong>il</strong>atata inferiormente a formare un appoggio per la base<br />
del claus<strong>il</strong>io (Fig. 2c). Di contro, all’interno della Balea<br />
perversa non sono presenti né pliche, né lamelle, né claus<strong>il</strong>io,<br />
come accade nei giovani delle altre specie <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>iidae,<br />
dai quali si <strong>di</strong>stingue unicamente per <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />
arrotondato della base, per <strong>il</strong> labbro esterno ispessito e,<br />
laddove presente, per <strong>il</strong> tubercolo parietale.<br />
Un’ispezione dell’interno della conchiglia a monte del<br />
claus<strong>il</strong>io permette <strong>di</strong> osservare meglio l’origine e lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
<strong>di</strong> tutte le strutture fin qui menzionate. Pren<strong>di</strong>amo<br />
un esemplare <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria cf. paestana (Fig. 3a, b).<br />
In questo caso la lamella subcolumellare è appena visib<strong>il</strong>e<br />
in visione frontale mentre si apprezza bene o per trasparenza<br />
nella regione periombelicale (Fig. 3c), o inclinando<br />
la conchiglia ed osservando all’interno dell’apertura:<br />
in <strong>di</strong>rezione obliqua, si possono infatti scorgere<br />
anche la base della lunella, molto callosa in questa specie,<br />
e una porzione del claus<strong>il</strong>io (Fig. 3d). Rompendo la<br />
conchiglia circa 1 giro prima dell’apertura si può osservare<br />
che:<br />
1) <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io è collocato tra la lunella e la lamella subco-<br />
Figura 3. Spaccati <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria cf. paestana, Salvitelle (SA).<br />
lumellare (Fig 3e); in particolare si può osservare come <strong>il</strong><br />
claus<strong>il</strong>io e la lamella subcolumellare formino un’unica<br />
superficie che chiude <strong>il</strong> passaggio verso l’interno della<br />
conchiglia;<br />
2) sopra <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si possono notare due lamelle che<br />
hanno origine in quel punto e si estendono verso l’apertura<br />
(Fig. 3f); al centro della regione parietale si trova la<br />
lamella spirale, mentre vicino alla columella inizia la lamella<br />
columellare; nello stesso punto nella regione palatale<br />
si possono notare l’inizio della plica principale e una<br />
breve plica palatale superiore fusa con la lunella;<br />
3) nella parte alta <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io presenta una strozzatura da<br />
cui parte un lungo peduncolo che entra all’interno della<br />
conchiglia; rimuovendo un’ulteriore porzione <strong>di</strong> conchiglia<br />
si vede che <strong>il</strong> peduncolo si va a saldare sulla columella<br />
a circa 1 giro al <strong>di</strong> sopra della lunella (Fig. 3g).<br />
Rompendo la columella al <strong>di</strong> sopra e al <strong>di</strong> sotto dell’attacco<br />
del peduncolo si può estrarre l’intero claus<strong>il</strong>io.<br />
Questo ha la forma <strong>di</strong> un cucchiaio ritorto che forma una<br />
spirale <strong>di</strong> circa un giro (Fig. 3h). Il claus<strong>il</strong>io deriva da una<br />
lamella fortemente mo<strong>di</strong>ficata, dato che è d<strong>il</strong>atata fino<br />
ad occupare quasi tutta la sezione interna della conchiglia<br />
e profondamente smarginata tanto che è unita alla<br />
columella solo per un brevissimo tratto.<br />
Da queste osservazioni si può vedere come <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io,<br />
pur non essendo articolato come ad esempio le valve nei<br />
bivalvi, rappresenta una struttura mob<strong>il</strong>e grazie alla sua<br />
La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />
5
Contributi<br />
6<br />
Figura 4. Spaccati <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria piceata, Focene (RM).<br />
elasticità. Infatti quando l’animale fuoriesce dalla conchiglia,<br />
preme sul claus<strong>il</strong>io che si va a collocare in uno<br />
spazio tra le lamelle, mentre quando l’animale si ritrae, <strong>il</strong><br />
claus<strong>il</strong>io torna elasticamente alla sua posizione <strong>di</strong> riposo<br />
occludendo l’apertura.<br />
La Fig. 4a mostra uno spaccato <strong>di</strong> un esemplare <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria<br />
piceata (Rossmässler, 1836) 1 . Rimuovendo la parte inferiore<br />
della lunella si può vedere come <strong>il</strong> passaggio sia<br />
impe<strong>di</strong>to sia dal claus<strong>il</strong>io sia dalla lamella subcolumellare<br />
(Fig. 4b). Ruotando ulteriormente la conchiglia si può<br />
notare come claus<strong>il</strong>io e lamella columellare abbiano una<br />
forma coincidente (Fig. 4c). Infatti se simuliamo l’uscita<br />
del mollusco, al momento dell’apertura del claus<strong>il</strong>io<br />
questo si va ad inserire nello spazio tra le lamelle columellare<br />
e subcolumellare e viene premuto contro la lamella<br />
columellare (Fig 4d). La posizione <strong>di</strong> apertura del<br />
claus<strong>il</strong>io può essere anche vista in Sic<strong>il</strong>iaria gibbula honii<br />
(O. Boettger, 1879) (Fig. 5); infatti in questa specie <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io<br />
è in posizione relativamente avanzata e si può apprezzare<br />
senza rompere la conchiglia, osservando all’interno<br />
dell’apertura in posizione obliqua.<br />
Da quanto visto si può osservare come la forma della lamella<br />
columellare e del claus<strong>il</strong>io siano strettamente correlate.<br />
Questo fatto rende conto della variab<strong>il</strong>ità della lamella<br />
columellare tra le <strong>di</strong>verse specie che tiene conto<br />
della <strong>di</strong>versa forma del claus<strong>il</strong>io e, in definitiva, della forma<br />
della regione palatale dell’ultimo giro. Secondo Sulikowska-Drozd<br />
(2009) <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si forma successivamente<br />
alla lamella columellare. È però verosim<strong>il</strong>e che da un<br />
certo punto in poi claus<strong>il</strong>io e lamella columellare si sv<strong>il</strong>uppino<br />
insieme interagendo l’uno con l’altro per dare la<br />
1 Sic<strong>il</strong>iaria piceata è tra<strong>di</strong>zionalmente inserita nel genere Delima.<br />
Le <strong>di</strong>fferenze rispetto alle altre specie <strong>di</strong> questo genere e la quasi<br />
identità morfologica ed anatomica con le Sic<strong>il</strong>iaria appenniniche<br />
hanno suggerito, in accordo con Nordsieck (2011), <strong>di</strong> inserire<br />
questa specie nel genere Sic<strong>il</strong>iaria. Nordsieck, pur ut<strong>il</strong>izzando<br />
Sic<strong>il</strong>iaria per le specie centro-meri<strong>di</strong>onali italiane, sottolinea che<br />
questo genere è basato su caratteri deboli e potrebbe essere considerato<br />
sinonimo <strong>di</strong> Charpentieria. Questa opinione è stata recepita<br />
da Bank (2011) che adotta <strong>il</strong> genere Charpentieria sud<strong>di</strong>viso<br />
in numerosi sottogeneri pur mantenendo piceata in Delima.<br />
Figura 5. Sic<strong>il</strong>iaria gibbula honii, Isola <strong>di</strong> Ventotene (LT).<br />
forma finale. Infatti si è visto come <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si debba<br />
adattare sia al prof<strong>il</strong>o interno dell’ultimo giro, sia al lato<br />
interno della lamella columellare. In base a quanto osservato,<br />
anche se <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente descrivib<strong>il</strong>e se non in maniera<br />
qualitativa, la forma della lamella columellare dovrebbe<br />
avere una grande importanza come carattere <strong>di</strong>stintivo<br />
a livello <strong>di</strong> specie. Un esempio è rappresentato dalla<br />
coppia <strong>di</strong> specie Cochlo<strong>di</strong>na laminata (Montagu, 1803) e<br />
Cochlo<strong>di</strong>na incisa (Küster, 1876). La prima è una specie <strong>di</strong><br />
origine centro-europea ed è presente in Italia a quote generalmente<br />
oltre gli 800-1000 m, mentre la seconda è un<br />
endemismo dell’Italia peninsulare e si può trovare dal<br />
livello del mare fino a circa 1000 m <strong>di</strong> quota e a volte si<br />
rinvengono in simpatria (Giusti et al., 1985). Queste due<br />
specie mostrano delle <strong>di</strong>fferenze nella morfolgia della<br />
pap<strong>il</strong>la peniale e vengono solitamente <strong>di</strong>stinte a livello <strong>di</strong><br />
conchiglia per la forte plica sulcale e per la presenza <strong>di</strong><br />
una plica palatale interme<strong>di</strong>a in Cochlo<strong>di</strong>na incisa.<br />
Oltre a questo però si può notare la <strong>di</strong>versa forma della<br />
lamella columellare, spessa e curva in C. laminata, tagliente,<br />
rett<strong>il</strong>inea e troncata vicino al bordo columellare<br />
in C. incisa. Questo carattere è piuttosto costante e osservab<strong>il</strong>e<br />
anche in popolazioni <strong>di</strong>stanti mentre lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
della plica palatale interme<strong>di</strong>a è variab<strong>il</strong>e ed a volte può<br />
essere assente (Fig. 6).
Figura 6. a. Cochlo<strong>di</strong>na incisa; b. Cochlo<strong>di</strong>na laminata, entrambe<br />
provenienti da Leonessa, loc. Fuscello (RI). Scala: 5 mm.<br />
La forma della lamella columellare è anche influenzata<br />
dalla posizione del claus<strong>il</strong>io all’interno dell’apertura; in<br />
specie in cui <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io è posto in posizione remota la<br />
lamella columellare tende ad essere poco o talvolta per<br />
nulla visib<strong>il</strong>e dall’apertura (es. Muticaria melitensis (Gatto,<br />
1892)), mentre al contrario specie in cui <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io è<br />
posto più vicino all’apertura tendono ad avere una lamella<br />
columellare ben visib<strong>il</strong>e (es. Sic<strong>il</strong>iaria gibbula (Rossmässler,<br />
1836)). Si capisce anche perché in Balea perversa<br />
non c’è lamella columellare; infatti non essendoci claus<strong>il</strong>io,<br />
una lamella columellare non avrebbe nessun ruolo.<br />
Non solo, non ci sono tutte le lamelle e le pliche che concorrono<br />
al funzionamento del claus<strong>il</strong>io, e cioè almeno le<br />
lamelle columellare e subcolumellare, la lunella e <strong>il</strong> ramo<br />
interno della plica palatale superiore. Queste infatti insieme<br />
al claus<strong>il</strong>io vanno considerate nel complesso come<br />
facenti parte <strong>di</strong> un’unica struttura e non hanno senso se<br />
prese singolarmente. D’altra parte, è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e attribuire<br />
un significato sistematico ad alcuni caratteri come la lamella<br />
subcolumellare più o meno emersa, dato che <strong>il</strong><br />
tratto vicino al labbro non sembrerebbe avere alcun ruolo<br />
nell’articolazione del claus<strong>il</strong>io. Parimenti non è chiara<br />
la funzione svolta da alcune pliche accessorie come la<br />
plica basale, che in alcune specie può essere più o meno<br />
espressa e mostra un certo grado <strong>di</strong> variab<strong>il</strong>ità tra <strong>di</strong>verse<br />
popolazioni o come <strong>il</strong> ramo anteriore della plica palatale<br />
superiore che mostra una notevole variab<strong>il</strong>ità in<strong>di</strong>viduale<br />
anche all’interno <strong>di</strong> una stessa popolazione. Un<br />
altro esempio si può osservare nel caso delle Sic<strong>il</strong>iaria appenniniche.<br />
In Fig. 7a, b sono mostrati 2 esemplari apparentemente<br />
riconducib<strong>il</strong>i a S. incerta (Küster, 1861) (Fig.<br />
7c), specie limitata alla Sic<strong>il</strong>ia centro-settentrionale, per<br />
via del complesso lunella-plica basale che caratterizza<br />
questa specie (Kobelt, 1876: n. 1740). Se si osserva la lamella<br />
columellare in questi esemplari notiamo che ci sono<br />
delle <strong>di</strong>fferenze in termini <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo e posizione. Al<br />
contrario, se confrontiamo rispettivamente l’esemplare<br />
in Fig. 7a con S. intustructa (Westerlund, 1883) (Fig. 7d) e<br />
l’esemplare in Fig. 7b con S. kobeltiana (Küster, 1876)<br />
(Fig. 7e), ve<strong>di</strong>amo che c’è un buon accordo nella forma<br />
della lamella columellare. D’altra parte sarebbe <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente<br />
giustificab<strong>il</strong>e da un punto <strong>di</strong> vista biogeografico<br />
la presenza <strong>di</strong> popolazioni puntiformi <strong>di</strong> S. incerta<br />
nell’Appennino centro-meri<strong>di</strong>onale.<br />
Ci sono altre pliche e lamelle che hanno una <strong>di</strong>versa funzione.<br />
La lamella spirale e la plica principale, insieme<br />
con le pareti della conchiglia, delimitano un canale <strong>di</strong> sezione<br />
quasi rettangolare che normalmente si estende<br />
dalla regione subito a monte del claus<strong>il</strong>io quasi fino<br />
all’apertura. La funzione <strong>di</strong> questo canale <strong>di</strong> bypass è<br />
probab<strong>il</strong>mente quella <strong>di</strong> mantenere uno scambio gassoso<br />
tra l’interno e l’esterno della conchiglia. Infatti nelle specie<br />
dove esiste <strong>il</strong> canale <strong>di</strong> bypass <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io non copre<br />
tutto lo spazio interno dell’apertura (Figg. 2a, 3f); al contrario<br />
in specie in cui lamella spirale e plica principale<br />
sono ru<strong>di</strong>mentali, <strong>il</strong> canale <strong>di</strong> bypass è estremamente ridotto<br />
o del tutto assente e <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io si estende fino a<br />
chiudere completamente l’apertura (Fig. 2c). Il primo sistema<br />
<strong>di</strong> chiusura viene definito <strong>di</strong> tipo normale (N),<br />
mentre <strong>il</strong> secondo viene definito <strong>di</strong> tipo “Grac<strong>il</strong>iaria” (G)<br />
(Nordsieck, 1982). Il tipo G è derivato dal tipo N per riduzione<br />
<strong>di</strong> alcune pliche e lamelle e si è evoluto in<strong>di</strong>pendentemente<br />
in <strong>di</strong>verse linee f<strong>il</strong>etiche. Anche se tipo N e<br />
tipo G sono piuttosto <strong>di</strong>versi, tuttavia <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> sistema<br />
non è sufficiente a definire un genere; è stato <strong>di</strong>mostrato<br />
infatti che nel genere Albinaria sono presenti sia specie<br />
con sistema <strong>di</strong> tipo N sia specie con sistema <strong>di</strong> tipo G<br />
(Uit de Weerd et al., 2004). Analogamente, <strong>il</strong> rinvenimento<br />
<strong>di</strong> esemplari ibri<strong>di</strong> tra Lampedusa imitatrix (O. Boettger,<br />
1879) e Muticaria macrostoma (Cantraine, 1835), specie<br />
caratterizzate rispettivamente da un sistema <strong>di</strong> tipo<br />
N e <strong>di</strong> tipo G, in<strong>di</strong>cano che queste specie sono presumib<strong>il</strong>mente<br />
congeneriche (Giusti et al., 1995).<br />
Attualmente non c’è una risposta certa e valida in generale<br />
alla funzione svolta dal claus<strong>il</strong>io. Le ipotesi più verosim<strong>il</strong>i<br />
sono la protezione contro i predatori e la protezione<br />
contro l’essiccamento. È possib<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io<br />
svolga, seppur non ottimizzate, entrambe le funzioni.<br />
Con riferimento alle specie italiane si può osservare che:<br />
- <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo N è normalmente presente in specie<br />
che vivono in ambienti riparati, mentre <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo<br />
G è comune in specie che vivono in parete esposta. Tra i<br />
generi italiani che possiedono <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo G si possono<br />
menzionare Leucostigma, Pap<strong>il</strong>lifera e Muticaria; ci<br />
La struttura della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae (Gastropoda: Pulmonata)<br />
7
Contributi<br />
8<br />
Figura 7. a. Sic<strong>il</strong>iaria cf. intustructa, Ponte Bovino (FG); b. Sic<strong>il</strong>iaria cf. kobeltiana, Sorianello (VV); c. Sic<strong>il</strong>iaria incerta, Petralia Soprana<br />
(PA); d. Sic<strong>il</strong>iaria intustructa, topotipo, Balvano (PZ); e. Sic<strong>il</strong>iaria kobeltiana, topotipo, Monte Tiriolo (CZ). Scala: 5 mm.<br />
sono però specie che vivono in ambienti ugualmente<br />
molto esposti che hanno un sistema <strong>di</strong> tipo N (es. Sic<strong>il</strong>iaria<br />
gibbula);<br />
- è piuttosto comune trovare specie <strong>di</strong> lettiera predate; in<br />
Fig. 8 si può vedere un esemplare <strong>di</strong> Cochlo<strong>di</strong>na laminata<br />
in cui <strong>il</strong> penultimo giro è occupato dal pupario <strong>di</strong> un insetto.<br />
Dato che non vi sono fori sulla conchiglia, è probab<strong>il</strong>e<br />
che la larva <strong>di</strong> insetto sia penetrata all’interno della<br />
conchiglia tramite <strong>il</strong> canale <strong>di</strong> bypass, predando <strong>il</strong> mollusco<br />
e impupandosi al suo interno. Una volta completata<br />
la metamorfosi l’insetto sarebbe uscito dalla conchiglia<br />
rompendo <strong>il</strong> claus<strong>il</strong>io che manca sempre in questi casi.<br />
I dati sul possib<strong>il</strong>e predatore sono scarsi; tra i possib<strong>il</strong>i<br />
responsab<strong>il</strong>i <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> predazione si possono annoverare<br />
i rappresentanti della famiglia Scymozidae (Insecta:<br />
Diptera) (Knutson & Vala, 2011). Questo tipo <strong>di</strong><br />
predazione è stato riscontrato oltre in Cochlo<strong>di</strong>na laminata,<br />
anche in Cochlo<strong>di</strong>na incisa e Sic<strong>il</strong>iaria piceata, tutte specie<br />
che presentano un sistema <strong>di</strong> tipo N. Al contrario non<br />
sono noti esemplari <strong>di</strong> Leucostigma can<strong>di</strong>descens, che possiede<br />
un sistema <strong>di</strong> tipo G, predati in modo analogo, per<br />
cui è possib<strong>il</strong>e ipotizzare un ruolo del sistema <strong>di</strong> chiusura<br />
nella <strong>di</strong>fesa contro questo tipo <strong>di</strong> predatore.<br />
Per le specie del genere Albinaria, <strong>di</strong>ffuso in Grecia e coste<br />
occidentali della Turchia, alcune delle quali presenta-<br />
no un sistema <strong>di</strong> tipo G, sono riportati numerosi casi <strong>di</strong><br />
predazione ad opera delle larve <strong>di</strong> Dr<strong>il</strong>us (Coleoptera:<br />
Dr<strong>il</strong>idae) che perforano la conchiglia e penetrano all’interno<br />
dove successivamente si impupano come nel caso<br />
del predatore della Cochlo<strong>di</strong>na laminata (Sch<strong>il</strong>thuizen et<br />
al., 1994; Welter-Schultes, 2000). Questo tipo <strong>di</strong> predazione<br />
non è stato finora documentato con certezza per l’Italia<br />
dato che non sono noti esemplari con fori causati da<br />
larve <strong>di</strong> Dr<strong>il</strong>us. Attualmente è documentato un solo caso<br />
che riguarda un esemplare <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>ia cruciata (Studer,<br />
1820) che presenta un piccolo foro perfettamente circolare<br />
nella parte alta della spira e che sembrerebbe analogo<br />
ai casi riportati da altri autori (Bassi, 2007); tuttavia allo<br />
stato attuale si ignora quale sia <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> questi<br />
piccoli fori e se si tratti effettivamente <strong>di</strong> un predatore<br />
(Sch<strong>il</strong>thuizen et al., 1994; Örstan, 1999). Da queste osservazioni<br />
si può desumere che, sebbene <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> tipo G<br />
offra in linea <strong>di</strong> principio una migliore <strong>di</strong>fesa contro i<br />
predatori, <strong>di</strong> fatto non impe<strong>di</strong>sce che i Claus<strong>il</strong>iidae vengano<br />
predati.<br />
Uit de Weerd et al. (2004) riportano le conclusioni <strong>di</strong> precedenti<br />
stu<strong>di</strong> secondo i quali né la presenza né <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong><br />
claus<strong>il</strong>io sembrano offrire particolari vantaggi contro<br />
l’essiccamento, dato che <strong>il</strong> grosso della protezione avviene<br />
grazie al fatto che <strong>il</strong> mollusco durante l’estivazone
Figura 8. Cochlo<strong>di</strong>na laminata, Chiusi della Verna (AR). In trasparenza<br />
nel penultimo giro si può notare la presenza <strong>di</strong> un pupario<br />
<strong>di</strong> un insetto, in<strong>di</strong>cato dalle frecce. Scala: 5 mm.<br />
sig<strong>il</strong>la la conchiglia facendo aderire l’apertura contro la<br />
roccia con uno spesso strato <strong>di</strong> muco. Questo è confermato<br />
dalla constatazione che esistono specie appartenenti<br />
ad altre famiglie, sprovviste quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una struttura<br />
analoga al claus<strong>il</strong>io, che sono perfettamente adattate<br />
alla vita in parete esposta (ad es. <strong>il</strong> genere Chondrina). Va<br />
però detto che se durante l’estivazione la conchiglia si<br />
staccasse dalla roccia a causa <strong>di</strong> un agente esterno, <strong>il</strong><br />
mollusco si troverebbe privo della protezione assicurata<br />
dalla roccia alla quale si era sig<strong>il</strong>lato. È chiaro quin<strong>di</strong> che<br />
in questo caso ci sarebbe un notevole vantaggio nel possedere<br />
un sistema <strong>di</strong> tipo G, dato che questo permetterebbe<br />
al mollusco una sopravvivenza sicuramente maggiore<br />
rispetto al possedere una conchiglia con sistema <strong>di</strong><br />
tipo N. D’altra parte l’assenza <strong>di</strong> pliche, lamelle e claus<strong>il</strong>io<br />
in Balea perversa risponde ad un’esigenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso<br />
tipo. Infatti in questa specie come in altre congeneri la<br />
scomparsa del sistema <strong>di</strong> chiusura può essere spiegato<br />
con la modalità <strong>di</strong> riproduzione ovovivipara <strong>di</strong> queste<br />
specie, per cui la presenza <strong>di</strong> strutture che riducono lo<br />
spazio interno della conchiglia, unitamente alle ridotte<br />
<strong>di</strong>mensioni, possono costituire un ostacolo per la riproduzione<br />
(Preece & Gittenberger, 2003).<br />
In definitiva <strong>il</strong> complesso <strong>di</strong> pliche e lamelle presenti nella<br />
conchiglia dei Claus<strong>il</strong>iidae, con l’eccezione della lamella<br />
parietale, sono strettamente legate alla presenza<br />
del claus<strong>il</strong>io in modo tale da formare un efficace sistema<br />
<strong>di</strong> chiusura. La forma della lamella columellare, influenzata<br />
dalla forma del claus<strong>il</strong>io e <strong>di</strong> conseguenza dalla forma<br />
dell’ultimo giro della conchiglia in corrispondenza<br />
<strong>di</strong> questo, offre un carattere ut<strong>il</strong>e per la <strong>di</strong>stinzione a livello<br />
specifico.<br />
Ringraziamenti<br />
Si ringrazia V<strong>il</strong>ler Bassi (<strong>Società</strong> Reggiana <strong>di</strong> Scienze Naturali),<br />
per la segnalazione e le informazioni relative<br />
all’esemplare <strong>di</strong> Claus<strong>il</strong>ia cruciata recante un foro da presunta<br />
predazione, Fabio Liberto (Cefalù) per l’invio <strong>di</strong><br />
esemplari <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria incerta e Walter Renda (Amantea)<br />
per l’invio <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>iaria kobeltiana.<br />
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and polytypic species. Archiv für Molluskenkunde, 139:<br />
143-245.<br />
Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle naturali da una sola<br />
conchiglia <strong>di</strong> Pinctada margaritifera (Linnaeus, 1758)<br />
(Bivalvia: Pteriidae)<br />
Gianpiero Piva*<br />
Abstract<br />
The fin<strong>di</strong>ng is signalized at Hurgada on the Red Sea in<br />
Egypt, of a pearl oyster, Pinctada margaritifera (Linnaeus,<br />
1758), with 85 small pearls inside and many half pearls<br />
on the inner surface of both valves.<br />
Le perle naturali si formano come reazione del mollusco<br />
all’inf<strong>il</strong>trazione tra i suoi tessuti molli <strong>di</strong> un qualsiasi ti-<br />
*gppiva@libero.it<br />
Fig. 1. Foto tratta da “La Repubblica.it”.<br />
po <strong>di</strong> corpuscolo estraneo, solitamente organico, come<br />
un parassita od un pezzetto <strong>di</strong> spugna.<br />
Per bloccare l’irritazione che si crea, <strong>il</strong> mollusco genera<br />
una reazione imme<strong>di</strong>ata e prolungata nel tempo secernendo<br />
la preziosa sostanza chiamata nacre o madreperla,<br />
la quale ricopre strato dopo strato <strong>il</strong> corpo estraneo.<br />
La composizione chimica delle perle è la seguente: aragonite<br />
e calcite (CaCO 3 ) (82-92%), conchiolina (4-14%) ed<br />
acqua.<br />
Attualmente, la stragrande maggioranza delle perle sul<br />
mercato è <strong>di</strong> coltura mentre quelle naturali sono estremamente<br />
rare. Il processo che porta alla nascita <strong>di</strong> una<br />
perla <strong>di</strong> coltura ed una naturale è molto sim<strong>il</strong>e ma, nel<br />
primo caso, <strong>il</strong> corpo estraneo che dà origine alla perla<br />
viene introdotto nel mollusco artificialmente dall’uomo.<br />
Solitamente si inserisce nella gonade del mollusco un<br />
nucleo <strong>di</strong> madreperla <strong>di</strong> forma sferica ed un frammento<br />
<strong>di</strong> mantello epiteliale prelevato da un’ostrica cosiddetta<br />
“sacrificale”. Il mantello epiteliale avrà lo scopo <strong>di</strong> avvolgere<br />
<strong>il</strong> nucleo con gli strati <strong>di</strong> madreperla che si formerà<br />
grazie alla secrezione della conchiolina (un insie-
me <strong>di</strong> proteine complesse) ed i cristalli <strong>di</strong> carbonato <strong>di</strong><br />
calcio e aragonite presenti nell’acqua.<br />
Le perle naturali e quelle coltivate devono comunque essere<br />
certificate da istituti gemmologici, quali <strong>il</strong> Gemological<br />
Institute of America (GIA) od <strong>il</strong> Centro Informazione<br />
e Servizi Gemmologici (CISGEM), tramite analisi ra<strong>di</strong>ologiche<br />
o micro-tomografia computerizzata.<br />
Di solito i bivalvi <strong>di</strong> acqua dolce hanno produzioni plurime<br />
<strong>di</strong> perle e anche le ostriche perlifere del genere Pteria<br />
Scopoli, 1777 hanno manifestato, in alcuni casi, questa<br />
capacità. Nelle ostriche perlifere <strong>di</strong> Pinctada Rö<strong>di</strong>ng,<br />
1798 si innesta <strong>di</strong> solito solo un nucleo per ogni ostrica<br />
perlifera e nonostante ciò molti innesti non vanno comunque<br />
a buon fine. Cor<strong>di</strong>ner (1809) afferma che si sono<br />
formate fino a centocinquanta perle nella medesima<br />
ostrica perlifera.<br />
Un notizia più recente, pubblicata sulle pagine on-line <strong>di</strong><br />
molti quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> mondo (ve<strong>di</strong> <strong>il</strong> link: http://<br />
www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/ostrica-record/1.html)<br />
racconta del ritrovamento a Tyro (Libano)<br />
nel 2008, da parte <strong>di</strong> Amal Salha cuoca <strong>di</strong> un ristorante,<br />
<strong>di</strong> un esemplare <strong>di</strong> Pinctada contenente 26 perle<br />
(Fig. 1).<br />
L’unico altro caso documentato è la foto <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ografia<br />
<strong>di</strong> una Pinctada con una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> perle o mezze<br />
perle (la qualità dell’esame ra<strong>di</strong>ografico non permette <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stinguerle) pubblicata da Cavenago & Bignami (1972:<br />
pag. 1125, fig. 901).<br />
Entrambi i casi segnalati riguardano esemplari <strong>di</strong> Pinctada<br />
ra<strong>di</strong>ata (Leach, 1814), una specie con conchiglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />
Fig. 4. idem, valva destra lato interno.<br />
Fig. 2. Pinctada margaritifera.<br />
Fig. 3. idem, valva sinistra lato interno.<br />
mensioni ridotte mentre non sembra aversi alcuna notizia<br />
<strong>di</strong> produzioni plurime da parte delle specie più gran<strong>di</strong><br />
come P. maxima (Jameson, 1901) e P. margaritifera (Linnaeus,<br />
1758).<br />
Kunz & Stevenson (1908: pag. 69) riportano che P. margaritifera<br />
produce percentualmente meno perle delle specie<br />
più piccole e che le due specie erano pescate principalmente<br />
per la madreperla del guscio. Ancora oggi, le Pinctada<br />
più gran<strong>di</strong>, appunto P. maxima e la sottospecie P.<br />
margaritifera cumingii (Reeve, 1857) sono le più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i da<br />
coltivare, con alta percentuale <strong>di</strong> insuccesso per gli innesti.<br />
Esse producono rispettivamente le preziosissime<br />
“perle dei mari del sud” e le “perle nere <strong>di</strong> Tahiti”. Per<br />
Pinctada margaritifera, è stata tentata la coltivazione in<br />
Sudan nella seconda metà del XX secolo, ma senza successo.<br />
Il primo gennaio 1992, a Hurgada, in Egitto sul Mar Rosso,<br />
ho trovato un’ostrica perlifera appartenente alla famiglia<br />
Pteriidae, P. margaritifera, con all’interno 85 piccole<br />
perle e con in più molte perle blister su entrambe le<br />
valve. P. margaritifera è un mollusco bivalve con conchiglia<br />
subequivalve, spessa e pesante, che misura fino a<br />
200 mm; la scultura è lamellosa, <strong>il</strong> colore esterno grigio,<br />
quello interno risulta madreperlaceo br<strong>il</strong>lante con bor<strong>di</strong><br />
grigio-verde. Vive solitamente, in esemplari singoli o<br />
raggruppati in banchi poco numerosi, in prossimità <strong>di</strong><br />
barriere coralline aderendo con <strong>il</strong> bisso ai fondali rocciosi<br />
o ad ammassi corallini. È specie <strong>di</strong>ffusa in tutto <strong>il</strong> Mar<br />
Rosso e Oceano Indo-Pacifico. Jameson (1901) ha descritto<br />
per <strong>il</strong> Mar Rosso la varietà Pinctada margaritifera<br />
erythraeensis, contrad<strong>di</strong>stinta dalla colorazione con raggi<br />
ra<strong>di</strong>ali bianchi, presente anche in esemplari dell’Oceano<br />
Indo-Pacifico.<br />
Le <strong>di</strong>mensioni della conchiglia da me ritrovata sono<br />
170x165x57,7 mm; l’orlo delle valve è andato <strong>di</strong>strutto<br />
per cui, in origine, credo che fosse almeno 20 mm più<br />
grande (Figg. 2-6). Del ritrovamento e dell’estrazione<br />
delle perle ho effettuato un f<strong>il</strong>mato e sono in possesso<br />
della certificazione con ra<strong>di</strong>ografie <strong>di</strong> perle e conchiglia<br />
effettuata del CISGEM – Centro Informazione e Servizi<br />
Gemmologici <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano.<br />
La certificazione riguarda 82 “ovoi<strong>di</strong> irregolari” (complessivamente<br />
ca. 14 carati, corrispondenti a più <strong>di</strong> 55<br />
grani), che sono tuttora in mio possesso, ma in origine<br />
erano 85 in tutto, <strong>di</strong> cui 3 <strong>di</strong>spersi (Fig. 7). Nella certifica-<br />
Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle naturali da una sola conchiglia <strong>di</strong> Pinctada margaritifera (Linnaeus, 1758) (Bivalvia: Pteriidae)<br />
11
Contributi<br />
12<br />
Figg. 5-6. Particolare perle blister valva destra.<br />
zione si parla <strong>di</strong> perle e concrezioni calcaree: sono tali<br />
quelle piccole formazioni che, pur non avendo le sufficienti<br />
stratificazioni tali da definirle vere e proprie perle,<br />
sono comunque composte <strong>di</strong> madreperla, al pari delle<br />
altre formazioni perlifere.<br />
All’epoca, mi ricordo che per le strade <strong>di</strong> Hurgada molti<br />
abitanti del luogo vendevano ai turisti conchiglie e coralli;<br />
io pescavo le ostriche per mangiarle e la Pinctada in<br />
questione fu trovata, insieme a molte altre, in un fondale<br />
tra gli 8 ed i 15 metri tra <strong>il</strong> frangente corallino della costa<br />
ed una serie <strong>di</strong> altre formazioni coralline, affioranti e<br />
non, site a poche centinaia <strong>di</strong> metri dalla costa stessa.<br />
L’area era soggetta a forti correnti <strong>di</strong> marea, l’acqua era<br />
piuttosto torbida con una visib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> pochi metri e le<br />
Pinctada erano solitamente attaccate a formazioni madreporiche<br />
morte.<br />
Già allora non era frequente un ritrovamento come <strong>il</strong><br />
mio, e tutt’ora risulta meritevole <strong>di</strong> segnalazione considerando<br />
come, negli ultimi anni, le perle naturali siano<br />
<strong>di</strong>ventate rarissime.<br />
Fig. 7. Le 82 perle rimaste (foto Mario Borinato).<br />
Inoltre, sono P. ra<strong>di</strong>ata e P. fucata (Gould, 1850), <strong>di</strong> minori<br />
<strong>di</strong>mensioni, quelle più fac<strong>il</strong>mente coltivab<strong>il</strong>i per la produzione<br />
<strong>di</strong> perle anche con l’innesto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un nucleo,<br />
mentre quelle più gran<strong>di</strong> risultano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e coltivazione<br />
anche se si innesta solo un nucleo. P. margaritifera dovrebbe<br />
essere quella che naturalmente produce meno<br />
perle e tra quelle più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente coltivab<strong>il</strong>e.<br />
In conclusione, va detto che <strong>il</strong> valore commerciale (per<br />
ricavare gioielli) delle perle risulta basso, perché, a parte<br />
le blister, piuttosto grosse ma irregolari, le altre sono<br />
molto piccole e <strong>di</strong> scarsa qualità gemmologica, rimanendo,<br />
tuttavia inalterato <strong>il</strong> valore dal punto <strong>di</strong> vista scientifico.<br />
Ringrazio Monica Leonar<strong>di</strong>, collaboratrice del Museo <strong>di</strong><br />
Storia Naturale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, per aver classificato la conchiglia<br />
e per avermi fornito ut<strong>il</strong>i riferimenti bibliografici e<br />
Mario Borinato, fotografo a Montecchio Maggiore in<br />
provincia <strong>di</strong> Vicenza, per la fotografia delle perle.<br />
Bibliografia<br />
Cavenago S. & Bignami M., 1972. Gemmologia. Pietre Preziose,<br />
Perle, Coralli, Avorio. II Voll., 3a Ed. Ulrico Hoepli, M<strong>il</strong>ano,<br />
LVII+1526 pp.<br />
Jameson L.H., 1901. On the Identity and Distribution of the<br />
Mother-of-Pearl Oysters; with a Revision of the Subgenus<br />
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1901 (1): 372-394.<br />
Kunz G. F. & Stevenson C. H., 1908. The Book of the Pearl. The<br />
History, Art, Science, and Industry of the Queen of Gems. The<br />
Century Co., New York, XIX+548 pp. www.amimalakos.<br />
com/argonauta/2011-7-12/<strong>il</strong>librodelleperle.pdf<br />
Cor<strong>di</strong>ner J., 1809. Alcuni dettagli sopra la pesca delle perle.<br />
Estratti dall’opera intitolata A Description of Ceylan del Sig.<br />
Cor<strong>di</strong>ner. Giornale <strong>di</strong> Fisica, Chimica e Storia Naturale, 2: 80-82.<br />
www.archive.org/stream/ giornale<strong>di</strong>fisica02pavi/giornale<strong>di</strong>fisica02pavi_djvu.txt
<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 13-17 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />
Intervista a Vittorio Emanuele Orlando<br />
Giuseppe Viviano*<br />
Riassunto<br />
Vittorio Emanuele Orlando è nato a Palermo nel 1928 e<br />
attualmente vive a Terrasini (Palermo). Ere<strong>di</strong>tò dal padre,<br />
Carlo, stimato ornitologo, quella passione per le scienze<br />
naturali che lo spingerà a realizzare importanti collezioni<br />
e stu<strong>di</strong> in vari settori, con particolare riguardo per l’ornitologia<br />
e la malacologia. Ha ricoperto <strong>di</strong>verse cariche politiche<br />
nel Comune <strong>di</strong> Terrasini, compresa la carica <strong>di</strong> sindaco;<br />
è stato socio, consigliere e vicepresidente della <strong>Società</strong><br />
Sic<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> Scienze Naturali, fondatore e presidente<br />
del Museo Civico <strong>di</strong> Terrasini, Ispettore Onorario dei Beni<br />
Culturali della Regione Sic<strong>il</strong>iana, socio e delegato regionale<br />
per la Sic<strong>il</strong>ia del WWF Italia, socio e consigliere<br />
della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong>. Ha promosso l’istituzione<br />
del biotopo <strong>di</strong> “Capo Rama” e la realizzazione<br />
del Museo Regionale <strong>di</strong> Storia Naturale e Mostra Permanente<br />
del Carretto Sic<strong>il</strong>iano <strong>di</strong> Terrasini. Numerosi i lavori<br />
scientifici pubblicati su riviste specializzate.<br />
Terrasini (Palermo), settembre 2010.<br />
Settembre sfoggiava i suoi colori migliori, quel sabato<br />
mattina, prelu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un autunno che si sarebbe rivelato<br />
tra i più cal<strong>di</strong> degli ultimi decenni.<br />
Fig. 1. Vittorio Emanuele Orlando<br />
nella sua residenza <strong>di</strong><br />
Terrasini.<br />
* peppe.viviano@libero.it<br />
Suono <strong>il</strong> campanello e riempio l’attesa osservando le due<br />
ceramiche sul p<strong>il</strong>astro che sorregge <strong>il</strong> cancello, murate<br />
nei conci <strong>di</strong> calcarenite compatta e brunita dagli anni. Su<br />
quella più in alto si legge “La terra dei fichi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a”,<br />
sull’altra “Lasciate ogni speranza/o voi che entrate/<strong>di</strong><br />
non prender spine/in…corpo…rate”: un simpatico monito<br />
per chiunque osi spingersi oltre <strong>il</strong> vecchio cancello<br />
posto a guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la Carmela a Terrasini. E guardando<br />
oltre le sbarre, nelle aiuole che delimitano <strong>il</strong> viale<br />
d’ingresso, si intuisce la ragione dell’avviso che rimanda<br />
all’Inferno dantesco: piante <strong>di</strong> fichi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a, gran<strong>di</strong> Echinocactus<br />
grusonii, Ferocactus e Cactaceae colonnari. D’improvviso<br />
le pesanti ante ansimano, cigolano, scricchiolano,<br />
tentennano, e lentamente si spalancano tra le brattee<br />
violacee <strong>di</strong> un’esuberante buganv<strong>il</strong>lea. In fondo al viale,<br />
tra i papiri e le maioliche ottocentesche della vasca che fa<br />
da quinta alla v<strong>il</strong>la, con passo incerto, si fa avanti una<br />
figura es<strong>il</strong>e. Dinanzi alla vasca si ferma e accenna un sorriso<br />
benevolo.<br />
Come sta, dottore Orlando?<br />
La stretta <strong>di</strong> mano è quella <strong>di</strong> sempre, un po’ più ossuta<br />
forse, lo sguardo fermo, altero.<br />
Caro mio, come devo stare… come i vecchi! Dalle ginocchia in<br />
su bene, ma dalle ginocchia in giù… una trage<strong>di</strong>a! Sai cosa<br />
Intervista a Vittorio Emanuele Orlando<br />
13
Contributi<br />
14<br />
Fig. 2. Le maioliche <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la Carmela.<br />
<strong>di</strong>ceva Francesco Settepassi? “Il mio problema è al mattino,<br />
quando mi sveglio. Faccio fatica a mettere le mie vecchie ossa<br />
una sull’altra, ma una volta in pie<strong>di</strong> non mi fermo più!”. Vieni,<br />
ci mettiamo in veranda.<br />
La veranda si trova nel retro della v<strong>il</strong>la, nel lato opposto<br />
all’ingresso. Percorriamo un viale, sf<strong>il</strong>ando tra decine <strong>di</strong><br />
vasi <strong>di</strong> terracotta con piante <strong>di</strong> fichi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ogni forma<br />
e <strong>di</strong>mensione, e ci accomo<strong>di</strong>amo sotto un pergolato. Sinuosi<br />
tralci <strong>di</strong> vite americana esibivano foglie che già<br />
viravano all’arancio, all’ocra, al rubino. Tutt’intorno essenze<br />
vegetali esotiche anche in piena terra. Avevo visitato<br />
quel giar<strong>di</strong>no al tempo delle scuole elementari e vi<br />
ero ritornato da adulto; avevo visitato le serre, fotografato<br />
alcune piante, censito le Opuntiae, e ogni volta restavo<br />
affascinato da tanta bellezza e varietà <strong>di</strong> specie. Anche<br />
questa volta provo una certa meraviglia. Il padrone<br />
<strong>di</strong> casa lo intuisce e sussurra: “Sapessi quanto lavoro!”.<br />
Una riflessione intima, che affiora istintiva, piuttosto che<br />
la volontà <strong>di</strong> comunicare qualcosa. Vorrei chiedergli tante<br />
cose, <strong>di</strong> quelle piante, della Sua vita, ma ero lì per un<br />
altro motivo: raccontare la Sua esperienza <strong>di</strong> malacologo.<br />
E così ha inizio una piacevole chiacchierata che descrive<br />
la passione <strong>di</strong> un uomo per <strong>il</strong> mondo delle conchiglie,<br />
nell’impresa ardua <strong>di</strong> definirne l’impronta malacologica.<br />
Signor Vittorio (passo subito alla formula più colloquiale,<br />
abituale), nella Sua vita intensa Lei si è occupato <strong>di</strong><br />
vari settori delle scienze naturali con particolare riguar-<br />
do alla Sic<strong>il</strong>ia, raccogliendo una quantità enorme <strong>di</strong> materiali<br />
e pubblicando molti articoli su riviste specializzate<br />
regionali e nazionali. Quando e come ha scoperto la<br />
vocazione <strong>di</strong> “Naturalista”?<br />
Da giovanissimo. È una passione che mi ha accompagnato per<br />
tutta la vita e che ho coltivato con impegno e vivo interesse.<br />
Mio padre, Carlo, era cacciatore per passione. Col tempo e<br />
l’esperienza è riuscito a specializzarsi in ornitologia, realizzando<br />
una raccolta <strong>di</strong> 5.700 uccelli, montati e in pelle, rappresentativi<br />
dell’avifauna italiana e comprendenti anche specie<br />
rare. Partecipavo spesso alle battute <strong>di</strong> caccia ma non riuscivo<br />
a mettere a segno un colpo. E poi quell’attività non mi interessava,<br />
non mi piaceva sparare. Per questa ragione mio padre mi<br />
prendeva in giro, bonariamente s’intende, e ripeteva che <strong>il</strong> mio<br />
interesse per le scienze naturali era un ripiego legato al fallimento<br />
come cacciatore.<br />
E invece la mia passione era profonda e mi spingeva a saperne<br />
sempre <strong>di</strong> più, a fare attività <strong>di</strong> ricerca e stu<strong>di</strong>o. Alla sua morte,<br />
mi ritrovai ad occuparmi della collezione ornitologica e questo<br />
impegno fece nascere in me l’esigenza <strong>di</strong> realizzare una collezione<br />
tutta mia.<br />
Mi sono occupato <strong>di</strong> insetti, molluschi, mammiferi, uccelli, e<br />
anche <strong>di</strong> archeologia. Quando fui sindaco del paese (Terrasini,<br />
nda), costituii <strong>il</strong> Museo Civico <strong>di</strong> Storia Naturale, allora <strong>di</strong>stinto<br />
in tre sezioni esposte in spazi <strong>di</strong>versi: la sezione naturalistica,<br />
la sezione etnoantropologica e la sezione archeologica<br />
dell’Antiquarium Comunale. Oggi le tre sezioni sono riunite<br />
nel Museo Regionale (Museo Regionale Inter<strong>di</strong>sciplinare<br />
<strong>di</strong> Storia Naturale e Mostra Permanente del Carretto Sic<strong>il</strong>iano<br />
<strong>di</strong> Terrasini, la denominazione esatta, nda) con<br />
sede nel prestigioso Palazzo D’Aumale <strong>di</strong> Terrasini. In quel<br />
museo si conserva un patrimonio culturale dal valore immenso.<br />
C’è la storia geologica dell’isola, la storia dei carretti sic<strong>il</strong>iani,<br />
una raccolta <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> barche in scala; ci sono le collezioni<br />
<strong>di</strong> molti naturalisti, ancore e anfore <strong>di</strong> varie epoca e provenienza<br />
rinvenute nelle acque antistanti <strong>il</strong> paese, e molto altro<br />
ancora. Lo stesso palazzo merita una visita, ma… questa è<br />
un’altra storia.<br />
Anche se i Suoi interessi hanno spaziato dall’ornitologia<br />
all’entomologia, alla botanica, alla biologia, è allo stu<strong>di</strong>o<br />
e alla raccolta delle conchiglie che ha de<strong>di</strong>cato maggior<br />
tempo e attenzione. Da cosa nasce <strong>il</strong> Suo interesse per le<br />
conchiglie? Ricorda come ha cominciato e con quali specie?<br />
Pur interessandomi prevalentemente <strong>di</strong> ornitologia, con la cura<br />
e lo stu<strong>di</strong>o della collezione <strong>di</strong> mio padre, che ho contribuito<br />
a conservare e arricchire <strong>di</strong> specie ed esemplari <strong>di</strong> località <strong>di</strong>verse,<br />
ben presto ho avuto <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> realizzare una mia<br />
raccolta <strong>di</strong> malacologia, che è <strong>di</strong>ventata anch’essa <strong>di</strong> grande<br />
valore scientifico. Anche in questo caso, la collezione è specializzata<br />
nella malacofauna del Me<strong>di</strong>terraneo. All’inizio raccoglievo<br />
le specie che recuperavo dai pescatori e sulle spiagge, o<br />
che mi portavano i miei figli. Specie comuni, dapprima.<br />
Lei ha realizzato una delle più gran<strong>di</strong> collezioni malacologiche<br />
private che siano mai state realizzate in Italia.<br />
Come ci è riuscito?
La mia collezione (continua a chiamarla “mia” anche se la<br />
collezione è stata ceduta alla Regione Sic<strong>il</strong>iana nel 1988,<br />
nda) è formata da oltre 45.000 lotti inventariati, per un numero<br />
<strong>di</strong> specie molto più elevato se si considera che ogni lotto può<br />
contenere anche decine <strong>di</strong> esemplari, e c’è del materiale ancora<br />
da inventariare. La collezione è cresciuta col tempo, la ricerca, i<br />
contatti e gli scambi con altri appassionati, stu<strong>di</strong>osi, associazioni<br />
malacologiche e musei. Una collezione <strong>di</strong> tali proporzioni<br />
nasce da una grande passione e ha richiesto un numero indefinib<strong>il</strong>e<br />
<strong>di</strong> ore <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> ricerca, e anche un notevole investimento<br />
economico. Per molti anni ho condotto ricerche sui li<strong>di</strong><br />
della Sic<strong>il</strong>ia e ho creato rapporti con l’ambiente dei pescatori,<br />
ma ho fatto anche molti scambi per corrispondenza con collezionisti<br />
italiani e <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> mondo. Basti pensare che un anno, mi<br />
pare <strong>il</strong> 1978, riuscii a concludere proficuamente una settantina<br />
<strong>di</strong> scambi! Io inviavo materiale me<strong>di</strong>terraneo e ricevevo materiale<br />
esotico, terrestre o foss<strong>il</strong>e. Oggi sarebbe fac<strong>il</strong>e con internet<br />
e <strong>il</strong> computer. Ma allora! Ci voleva grande impegno, perché si<br />
dovevano scrivere le lettere a mano, e anche gli elenchi con le<br />
conchiglie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i per gli scambi, poi batterle con la macchina<br />
per scrivere, spe<strong>di</strong>rle e aspettare la risposta. Ricordo che una<br />
volta un pacco dal Sudamerica mi giunse un anno dopo la spe<strong>di</strong>zione,<br />
quando avevo perso ogni speranza <strong>di</strong> riceverlo.<br />
Alcuni esemplari li ho acquistati durante i miei viaggi all’estero.<br />
Una volta viaggiavo molto, soprattutto nelle isole. Ho visitato<br />
cinquanta isole, comprese le isole attorno alla Sic<strong>il</strong>ia. Sono<br />
stato alle Galàpagos, alle Canarie, a Cuba, in Madagascar, a<br />
Madeira, in Indonesia… L’ultima su cui ho messo piede qualche<br />
anno fa è l’Isola delle Femmine (alle porte <strong>di</strong> Palermo, nda).<br />
Ogni collezionista prima o poi è costretto a fare i conti<br />
con lo spazio, sempre più ristretto, sempre più prezioso.<br />
Dove conservava le conchiglie man mano aumentavano<br />
<strong>di</strong> numero?<br />
È stato un aspetto che ho considerato fin da subito e che non mi<br />
ha dato particolari problemi. All’inizio tenevo le conchiglie a<br />
Palermo, in un magazzino, poi le ho trasferite nella dependance<br />
<strong>di</strong>etro alla casa (ne in<strong>di</strong>ca la <strong>di</strong>rezione). Ma più che lo<br />
spazio, è sorto presto <strong>il</strong> problema <strong>di</strong> dove riporre le specie organizzate<br />
secondo la sistematica. Una collezione scientifica non<br />
è un’accozzaglia <strong>di</strong> belle cose o una raccolta <strong>di</strong> oggetti variopinti<br />
e strani: è un insieme <strong>di</strong> reperti accompagnati da alcuni<br />
dati essenziali e or<strong>di</strong>nati secondo un’impostazione rigorosa. E<br />
poi si devono rispettare alcuni criteri <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a. I materiali<br />
non devono mescolarsi tra loro e non devono prendere<br />
luce, polvere, umi<strong>di</strong>tà. Per questo ho fatto realizzare arma<strong>di</strong> in<br />
metallo, con ampi cassetti scorrevoli, e vi ho sistemato le conchiglie<br />
dove tuttora si trovano. La collezione è cresciuta rapidamente<br />
e nel tempo vi sono state inglobate le raccolte <strong>di</strong> autorevoli<br />
malacologi italiani (prende da un raccoglitore<br />
l’estratto <strong>di</strong> una pubblicazione 1 e legge i nomi): Bruno<br />
Dell’Angelo, Piero Piani, Stefano Palazzi, Francesco Battaglia<br />
Rizzo, Teodosio De Stefani, Carlo Boni, Manrico Coppini,<br />
Francesco Venezia, Angelo Lugli.<br />
1 A. Catalisano, M. Fiore, P. Iacopelli, V. E. Orlando, M.<br />
Romano, G. Viviano, 2003 (2005). Il Museo Regionale <strong>di</strong> Terrasini<br />
(Palermo). Le collezioni naturalistiche. Museologia Scientifica,<br />
20 (2): 375-390.<br />
Fig. 3. Turbinella pyrum, strumento musicale sacro delle religioni<br />
induista e bud<strong>di</strong>sta. Sul dorso della conchiglia sono incisi una palma<br />
st<strong>il</strong>izzata e motivi geometrici.<br />
Lei ha avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che “tutte le collezioni, anche<br />
le più piccole, hanno qualche particolarità che le rende<br />
preziose e uniche” (com. personale). Quella realizzata da<br />
Lei è una collezione dai gran<strong>di</strong> numeri e non è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e<br />
immaginarne la valenza scientifica, ma se dovesse dare<br />
un giu<strong>di</strong>zio personale, quali <strong>di</strong>rebbe che sono le caratteristiche<br />
che rendono la collezione preziosa e unica?<br />
È vero, ogni collezione ha le sue peculiarità: per area geografica,<br />
storia, qualità, varietà… La collezione realizzata da me è<br />
specializzata in conchiglie del Me<strong>di</strong>terraneo, ma sono ben rappresentate<br />
anche le specie esotiche, terrestri e d’acqua dolce.<br />
Una particolarità che a mio parere la rende unica è l’accostamento<br />
delle specie viventi a quelle foss<strong>il</strong>i, e ciò consente <strong>di</strong> ricavare<br />
dati f<strong>il</strong>ogenetici dai campioni. Quando venivano degli<br />
esperti a visitare la collezione, oltre a mostrare <strong>il</strong> materiale <strong>di</strong><br />
loro interesse, era mia abitu<strong>di</strong>ne aprire <strong>il</strong> cassetto con le Xenophorae<br />
me<strong>di</strong>terranee accanto alle specie foss<strong>il</strong>i del Pliocene e<br />
del Pleistocene.<br />
Nel corso della Sua attività malacologica, ci sono state<br />
famiglie o generi che L’hanno interessata più <strong>di</strong> altri?<br />
Certamente! Anche se ho realizzato una collezione “generalista”,<br />
ho avuto un interesse particolare per la famiglia Cypraeidae<br />
che raggruppa conchiglie dal particolare fascino.<br />
Però questa famiglia non è rappresentata nella collezione<br />
Orlando, se non con pochi e comuni esemplari: qual è<br />
la ragione <strong>di</strong> questa <strong>il</strong>lustre assenza?<br />
La ragione è semplice. Quando cedetti la collezione alla Regione<br />
Sic<strong>il</strong>iana, decisi <strong>di</strong> tenere le Cipree per completare la Famiglia<br />
con le specie – poche! – che ancora mancavano. E per continuare<br />
ad arricchirla <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> varia provenienza.<br />
Quando poi decisi <strong>di</strong> venderla, la Regione Sic<strong>il</strong>iana non mostrò<br />
alcun interesse e quin<strong>di</strong> mi rivolsi al Museo Civico <strong>di</strong> Storia<br />
Naturale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano che richiese l’elenco completo e in breve<br />
tempo concludemmo l’accordo. Fu una bella sod<strong>di</strong>sfazione per<br />
me, anche perché subito dopo l’acquisizione, venne allestita<br />
una mostra tematica. Ancora oggi quelle conchiglie sono esposte<br />
e ben valorizzate.<br />
Intervista a Vittorio Emanuele Orlando<br />
15
Contributi<br />
16<br />
Lei, dott. Orlando, è entrato in contatto con autorevoli<br />
stu<strong>di</strong>osi della malacologia italiana. Oltre a Francesco Settepassi,<br />
che ha già citato, ne ricorda qualcuno in particolare?<br />
(legge alcuni nomi dallo stesso estratto <strong>di</strong> prima)<br />
Teodosio De Stefani, Bruno Dell’Angelo, Stefano Palazzi,<br />
Ignazio Sparacio, e molti altri.<br />
Cosa ha provato quando la collezione, le “Sue conchiglie”,<br />
sono state trasferite dalla v<strong>il</strong>la dove le accu<strong>di</strong>va<br />
paternamente alla sede del Museo?<br />
Da una parte ero contento perché avevo assicurato alla collezione<br />
una collocazione degna del suo valore scientifico, dall’altra<br />
provavo quella sensazione che si prova quando si perde<br />
qualcosa a cui si tiene. Ma un vero trauma non è stato, perché<br />
ho continuato ad occuparmene, e l’ho fatto per molti anni.<br />
Continua ad occuparsi della Sua ex-collezione?<br />
No! (Lo <strong>di</strong>ce con fermezza, rafforzando la negazione con<br />
un movimento del capo all’in<strong>di</strong>etro). E per questo provo<br />
una grande tristezza. Proprio adesso che mi sono ritirato dal<br />
lavoro e potrei de<strong>di</strong>carmi a tempo pieno alle conchiglie! La collezione<br />
ha bisogno <strong>di</strong> essere rior<strong>di</strong>nata. Quando si trovava in<br />
via Cala Rossa (nei locali della ex sezione naturalistica del<br />
Museo Civico <strong>di</strong> Terrasini, nda) me ne occupavo, continuando<br />
a catalogare, rior<strong>di</strong>nare esemplari e immetterli in collezione.<br />
Anche dopo <strong>il</strong> trasferimento nella sede definitiva <strong>di</strong> Palazzo<br />
d’Aumale, ho continuato ad occuparmene come Ispettore Onorario<br />
dei Beni Culturali nominato dalla Regione Sic<strong>il</strong>iana. Avevo<br />
cominciato a rior<strong>di</strong>nare i cassetti, ma poi… [abbassa <strong>il</strong> capo,<br />
tristemente] ho dovuto smettere [intuisco <strong>di</strong> avere toccato<br />
un tasto dolente e passo a un’altra domanda].<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tanti anni dalla decisione <strong>di</strong> vendere la collezione,<br />
ritiene <strong>di</strong> avere fatto la scelta giusta o ha qualche<br />
rimpianto?<br />
No, rimpianti non ne ho. La scelta la trovo giusta perché sono<br />
riuscito a conservare la collezione in Sic<strong>il</strong>ia. Sapessi quante<br />
collezioni - e non solo malacologiche! -, sono andate <strong>di</strong>sperse o<br />
fatte a pezzi, cioè smembrate e vendute in Italia e all’estero!<br />
Fig. 4. Cassetto della collezione malacologica Orlando con specie<br />
tropicali della famiglia Muricidae (Museo Regionale <strong>di</strong> Storia Naturale<br />
e Mostra Permanente del Carretto Sic<strong>il</strong>iano <strong>di</strong> Terrasini).<br />
Anzi, sono riuscito ad assicurare alla Sic<strong>il</strong>ia le collezioni <strong>di</strong><br />
molti malacologi. Però non posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> essere contento, perché<br />
nessuno se ne occupa come si dovrebbe.<br />
Ha tenuto per sé qualche conchiglia, magari un pezzo,<br />
cui è legato affettivamente?<br />
No! [Risponde ancora con fermezza, poi riflette qualche<br />
istante, si alza ed entra in casa. Quando torna, mi mostra<br />
una conchiglia straor<strong>di</strong>naria, a metà tra un reperto naturalistico<br />
e un’opera d’arte, nda]. L’ho comprata in In<strong>di</strong>a, è<br />
una conchiglia sacra e anche uno strumento musicale. Si chiama…<br />
Turbinella pyrum, suggerisco. [L’avevo già vista, quella<br />
conchiglia, esposta in una delle prime mostre allestite<br />
nella nuova sede del museo, realizzata anche con materiali<br />
privati].<br />
Una domanda personale: come hanno visto, i suoi fam<strong>il</strong>iari,<br />
questa passione travolgente per <strong>il</strong> mondo delle conchiglie?<br />
Per molti aspetti l’hanno apprezzata, ma l’hanno pure criticata<br />
per l’impegno finanziario che ha richiesto.<br />
Qualche componente della famiglia Orlando ha seguito<br />
le Sue orme malacologiche?<br />
No.<br />
Cosa consiglierebbe a un giovane che scopre la passione<br />
per la malacologia?<br />
Potrei <strong>di</strong>re molte cose, ma mi limito a suggerire un’impostazione<br />
scientifica sin da subito, <strong>di</strong> scrivere i dati essenziali perché<br />
è fac<strong>il</strong>e <strong>di</strong>menticarsene, e <strong>di</strong> specializzarsi in un Genere o<br />
in una Famiglia, o in un’area geografica. Di visitare i musei,<br />
leggere le riviste specializzate, frequentare gli esperti.<br />
Accade a tutti, prima o poi, <strong>di</strong> fermarsi a riflettere e fare<br />
un b<strong>il</strong>ancio del proprio vissuto. Qual è <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio della<br />
Sua vita <strong>di</strong> “Naturalista” e, in particolare, <strong>di</strong> malacologo?<br />
Il b<strong>il</strong>ancio del mio impegno <strong>di</strong> “Naturalista” è senza dubbio<br />
positivo. Le cose che sono riuscito a fare lo <strong>di</strong>mostrano. All’epoca<br />
in cui sono stato sindaco <strong>di</strong> Terrasini - lo sono stato due<br />
volte, nei primi anni Ottanta e nel 1992 - ho promosso la protezione<br />
del biotopo <strong>di</strong> Capo Rama, poi <strong>di</strong>venuto riserva naturale,<br />
e lavorato per la costituzione <strong>di</strong> un museo civico, oggi<br />
regionale; ho fondato <strong>il</strong> WWF in Sic<strong>il</strong>ia, sono stato socio della<br />
<strong>Società</strong> Sic<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> Scienze Naturali, ricoprendo la carica <strong>di</strong><br />
vicepresidente e consigliere, e consigliere della <strong>Società</strong> Malacologica<br />
<strong>Italiana</strong>. Ho fatto tante cose e ne sono fiero, ma…<br />
Ma…?<br />
Mi rammarica che alla gente non importi nulla.<br />
Il tempo trascorre velocemente tra ricor<strong>di</strong> vecchi oltre
mezzo secolo e nomi che faticano ad affiorare, toni sommessi<br />
e repentine impennate <strong>di</strong> voce. Tra malinconia ed<br />
entusiasmo.<br />
Non era la prima volta che incontravo <strong>il</strong> sig. Vittorio. In<br />
parecchie altre occasioni avevo avuto <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> conversare<br />
lungamente con lui: tra i sentieri della Riserva <strong>di</strong><br />
Capo Rama, mentre parlava delle costruzioni abusive<br />
acquisite al patrimonio comunale all’epoca in cui era sindaco<br />
del paese o effettuavamo osservazioni e raccoglievamo<br />
dati sulla vegetazione esotica; <strong>di</strong>nanzi ai cassetti<br />
della “Sua” collezione, mentre mi <strong>il</strong>lustrava i pregi <strong>di</strong><br />
questo esemplare, le curiosità su quell’altro, gli aneddoti<br />
con cui era venuto in possesso <strong>di</strong> una conchiglia o sull’acquisizione<br />
<strong>di</strong> una raccolta. Di una Charonia lampas, ad<br />
esempio, la più grande della collezione, un giorno mi<br />
raccontò, esemplare alla mano, <strong>di</strong> come ne era venuto in<br />
possesso. Si trovava esposta sul banco <strong>di</strong> un bar nella<br />
<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (2) p. 17-29 luglio-<strong>di</strong>c 2012 novembre 2012<br />
piazza del paese (la Convenzione <strong>di</strong> Washington era <strong>di</strong><br />
là da venire!). Un bell’esemplare <strong>di</strong> provenienza locale:<br />
come resistervi? Manifestò con insistenza l’intenzione <strong>di</strong><br />
comprarla. Al continuo <strong>di</strong>niego della proprietaria, uscì<br />
dal bar, facendovi ritorno poco dopo con un pacchetto,<br />
acquistato nella gioielleria accanto, con una zuccheriera<br />
d’argento con la quale barattò la conchiglia.<br />
Questa volta, però, al termine della piacevole chiacchierata,<br />
ho avuto l’impressione <strong>di</strong> essere stato a un incontro<br />
con la storia; non la Storia che si legge sui libri <strong>di</strong> testo,<br />
che pure ha contribuito a scrivere <strong>il</strong> nonno <strong>di</strong> cui porta <strong>il</strong><br />
nome, ma la piccola Storia, non meno importante, degli<br />
acca<strong>di</strong>menti locali, degli atti amministrativi <strong>di</strong> un piccolo<br />
comune, fatta anche da un uomo caparbio, da un naturalista<br />
eclettico, da un citta<strong>di</strong>no lungimirante, che oggi<br />
si “rammarica che alla gente non importi nulla” <strong>di</strong> quel<br />
che è stato fatto.<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea<br />
Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
Antonio Callea*<br />
Abstract<br />
All 22 recent species of Calliostoma Swainson, 1840, belonging<br />
to subgenus Maurea Oliver, 1926, endemic to<br />
New Zealand waters, are presented.<br />
Riassunto<br />
Vengono presentate tutte le 22 specie attuali <strong>di</strong> Calliostoma<br />
Swainson, 1840, endemiche per le acque neozelandesi,<br />
appartenenti al sottogenere Maurea Oliver, 1926.<br />
Parole chiave<br />
Calliostomatidae, Calliostoma, Maurea, Nuova Zelanda,<br />
endemismo.<br />
Introduzione<br />
Il genere Calliostoma Swainson, 1840 comprende più <strong>di</strong><br />
300 specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole <strong>di</strong>ffuse in tutti i<br />
* Museo Zoologico “La Specola”, sezione del Museo <strong>di</strong> Storia<br />
Naturale dell’Università degli Stu<strong>di</strong>, via Romana 17, 50125 Firenze,<br />
callea.antonio@tiscali.it<br />
mari, in particolare nell’Oceano Atlantico occidentale<br />
(circa un centinaio <strong>di</strong> specie) e nella regione Indo-Pacifica.<br />
Esse vivono dalla regione intertidale fino a circa 3.000<br />
m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, principalmente su substrati rocciosi.<br />
Questo genere è sud<strong>di</strong>viso in numerosi sottogeneri sulla<br />
cui vali<strong>di</strong>tà non tutti gli Autori sono concor<strong>di</strong>. Infatti, nonostante<br />
siano stati inseriti altri caratteri <strong>di</strong>stintivi come<br />
la radula e l’anatomia esterna, molti <strong>di</strong> questi sottogeneri<br />
sono basati principalmente sui caratteri della morfologia<br />
conch<strong>il</strong>iare spesso <strong>di</strong> interpretazione soggettiva. Per questo<br />
motivo, Quinn (1992) nella sua revisione delle specie<br />
dell’Oceano Atlantico occidentale preferisce omettere<br />
l’attribuzione sottogenerica mentre Marshall (1995b) ne<br />
separa alcuni sulla base <strong>di</strong> caratteri presenti sulla scultura<br />
dei primi giri della teleoconca e della radula. Come<br />
afferma lo stesso Autore (Marshall, 1995a; 1995b) è evidente<br />
che questi caratteri da soli non sono sufficienti per<br />
identificare oggettivamente dei raggruppamenti sopraspecifici<br />
(generi e sottogeneri); in tal senso, l’ut<strong>il</strong>izzo della<br />
genetica molecolare potrebbe essere <strong>di</strong> aiuto per la risoluzione<br />
<strong>di</strong> questo problema.<br />
Talvolta alcuni <strong>di</strong> questi sottogeneri sono stati considerati<br />
come generi <strong>di</strong>stinti, come ad esempio Tristichotrochus<br />
Ikebe, 1942 (sinonimo <strong>di</strong> Benthastelena Iredale, 1936),<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
17
Contributi<br />
18<br />
Fautor Iredale, 1924, Kombologion Clench & Turner, 1960 e<br />
Otukaia Ikebe, 1942, soprattutto da parte <strong>di</strong> alcuni Autori<br />
giapponesi (es. Habe, 1964; Kuroda, Habe & Oyama,<br />
1971; Okutani, 1972; Sakurai, 1994).<br />
Anche <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 è stato considerato<br />
genere da alcuni Autori neozelandesi (Powell,<br />
1964; 1979) ma in questa sede si preferisce seguire Marshall<br />
(1995a) nel considerarlo uno dei sottogeneri <strong>di</strong> Calliostoma.<br />
In Nuova Zelanda attualmente sono state segnalate 29<br />
specie <strong>di</strong> Calliostoma appartenenti a cinque sottogeneri:<br />
Ampullotrochus Monterosato, 1890 con C. peregrinum Mar-<br />
Fig. 1. Calliostoma (Maurea) spp. A, D. C. (M.) tigris (Gmelin, 1791), Kaikoura, Isola del Sud, Nuova Zelanda, 9 m, h: 57 mm. B, E. C.<br />
(M.) blacki (Powell, 1950), Sorenson Canyon, Otago Heads, Isola del Sud, Nuova Zelanda 146 m, h: 38,2 mm. C, F. C. (M.) foveauxanum<br />
(Dell, 1950), Nuova Zelanda, h: 43,7 mm. G, J. C. (M.) granti (Powell, 1931), Penisola <strong>di</strong> Banks, Isola del Nord, Nuova Zelanda, 10 m, h:<br />
25,2 mm. H, K. C. (M.) megaloprepes (Tomlin, 1948), esemplare provvisto <strong>di</strong> periostraco, Isola Macquarie, Nuova Zelanda, 150-170 m,<br />
h: 28,6 mm. I, L. C. (M.) osbornei Powell, 1926, Nuova Zelanda, h: 27 mm (collezione Martignoni, foto Bambi).
shall, 1995 e C. xanthos Marshall, 1995; Benthastelena Iredale,<br />
1936 con C. gendalli Marshall, 1979 e C. tosaense (Kuroda<br />
& Habe, 1961), Fautor Iredale, 1924 con C. consobrinum<br />
(Powell, 1958) e C. simplex Schepman, 1908, Otukaia<br />
Ikebe, 1942 con C. alertae Marshall, 1995 e Maurea (22 specie).<br />
Inoltre tre ulteriori specie sono state assegnate da<br />
Marshall (1995b) ad un nuovo genere, Selastele Marshall,<br />
1995: S. onustum (Odhner, 1924), S. kopua (Marshall, 1995)<br />
e S. limatulum (Marshall, 1995). Anche le specie appartenenti<br />
al sottogenere Maurea, così come quasi tutte quelle<br />
<strong>di</strong> Calliostoma e dei Calliostomatidae in generale, sono caratterizzate<br />
da una protoconca fornita <strong>di</strong> una microscultura<br />
particolare, detta “a nido d’ape”, formata da un reticolo<br />
<strong>di</strong> sott<strong>il</strong>i strie che delimitano degli spazi <strong>di</strong> forma<br />
approssimativamente esagonale sim<strong>il</strong>e alle cellette dei<br />
favi. Esistono tuttavia delle eccezioni a questo tipo <strong>di</strong> microscultura<br />
in alcune specie atlantiche: C. torrei Clench &<br />
Aguayo, 1940 (Harasewych & Sedberry, 2006), C. depictum<br />
Dall, 1927, C. adspersum (Ph<strong>il</strong>ippi, 1851) e C. tupinamba<br />
Dornellas, 2012 (Dornellas, 2012).<br />
Al pari <strong>di</strong> quanto riportato da Warén (1990) a proposito<br />
dei cambiamenti a carico delle radule durante l’ontogenesi<br />
delle specie dei calliostomi, anche la morfologia della<br />
conchiglia tende a variare man mano che l’animale si<br />
accresce in <strong>di</strong>mensioni/età, cosicché specie con <strong>di</strong>fferenti<br />
primi giri della teleoconca possono essere superficialmente<br />
sim<strong>il</strong>i alla maturità. Per una accurata identificazione<br />
delle specie è perciò essenziale in<strong>di</strong>viduare e comparare<br />
lo sv<strong>il</strong>uppo dei singoli elementi della scultura dai<br />
primi giri della teleoconca seguendo <strong>il</strong> sistema ut<strong>il</strong>izzato<br />
da Ikebe (1942) e Marshall (1988; 1995a; 1995b). La scultura<br />
spirale delle conchiglie appartenenti al genere Calliostoma<br />
rappresenta la componente sculturale predominante<br />
ed è costituita da cordoni più o meno pronunciati<br />
o più o meno lisci, ma in generale recanti granuli, noduli,<br />
tubercoli o spine <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni varie. Quelli che appaiono<br />
per primi sul giro della teleoconca durante l’ontogenesi<br />
sono detti primari (P), i successivi cordoni spirali<br />
sono in<strong>di</strong>cati come secondari (S) e terziari (T). La lettera<br />
è seguita da un numero che in<strong>di</strong>ca <strong>il</strong> numero del cordone<br />
spirale in base all’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> apparizione sul giro dal più<br />
adapicale (più vicino all’apice) al più abapicale (più lontano<br />
dall’apice): P1 in<strong>di</strong>ca quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> primo cordone primario,<br />
<strong>il</strong> più adapicale, P2, P3, P4 gli altri cordoni che<br />
appaiono man mano che ci si allontana dall’apice, P4 è <strong>il</strong><br />
più periferico e spesso più o meno coperto dal giro successivo<br />
(Fig. 3A). Di solito, in gran parte delle specie dei<br />
calliostomi, i primi giri, convessi, possiedono 4 cordoni<br />
spirali primari ben evidenti e spesso più sv<strong>il</strong>uppati dei<br />
secondari o terziari che compaiono assai frequentemente<br />
per intercalazione. Generalmente sui giri successivi ai<br />
primi, più piatti, i cordoni secondari, quelli presenti più<br />
<strong>di</strong> frequente dopo i primari, sono 3. Durante lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
della conchiglia un cordone può aumentare o <strong>di</strong>minuire<br />
in <strong>di</strong>mensioni e scultura o anche scomparire del tutto.<br />
Il numero, la posizione, le <strong>di</strong>mensioni, la scultura e lo<br />
sv<strong>il</strong>uppo ontogenetico dei cordoni spirali e dello spazio<br />
presente tra <strong>di</strong> essi, soprattutto a livello dei primi giri<br />
della teleoconca, sono altamente costanti a livello intraspecifico<br />
rappresentando perciò dei buoni caratteri per<br />
identificare e separare <strong>di</strong>fferenti specie, anche apparentemente<br />
molto sim<strong>il</strong>i o in<strong>di</strong>stinguib<strong>il</strong>i.<br />
Abbreviazioni ut<strong>il</strong>izzate nel testo:<br />
AIM: Auckland Institute and Museum, Auckland.<br />
BMNH: British Museum on Natural History, Londra.<br />
MNHN: Muséum National d’Histoire Naturelle, Parigi.<br />
MZUF: Museo <strong>di</strong> Storia Naturale, sez. zoologica “La<br />
Specola”, Università degli Stu<strong>di</strong>, Firenze.<br />
NMNZ: National Museum of New Zealand, Wellington.<br />
NMV: National Museum of Victoria, Melbourne.<br />
NZGS: Institute of Geological and Nuclear Sciences, Lower<br />
Hutt.<br />
USNM: United States National Museum, Washington.<br />
ZMUC: Zoologisk Museum, Copenhagen.<br />
OD: designazione originale.<br />
H: olotipo.<br />
h: altezza della conchiglia.<br />
ICZN: International Commition on Zoological Nomenclature.<br />
L: lectotipo.<br />
P1, P2, P3, …: corde spirali primarie (P1 la più adapicale).<br />
Pa: paratipo.<br />
pr: protoconca.<br />
r: radula.<br />
S1, S2, S3, …: corde spirali secondarie (S1 la più adapicale).<br />
w: larghezza della conchiglia.<br />
Sistematica<br />
Famiglia Calliostomatidae Thiele, 1924<br />
Sottofamiglia Calliostomatinae Thiele, 1924<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840<br />
Sottogenere Maurea Oliver, 1926<br />
Maurea Oliver, 1926: 108. Specie tipo (OD): Trochus tigris Gmelin,<br />
1791; Recente, Nuova Zelanda.<br />
Calliotropis Oliver, 1926: 110. Specie tipo (OD): Trochus cunninghami<br />
Gray, 1834 = Trochus selectus D<strong>il</strong>lwyn, 1817; Recente,<br />
Nuova Zelanda.<br />
Calotropis Thiele, 1929: 49. Nomen novum per Calliotropis Oliver<br />
non Seguenza.<br />
Mauriella Oliver, 1926: 109. Specie tipo (OD): Trochus punctulatus<br />
Martyn, 1784; Recente, Nuova Zelanda.<br />
Mucrinops Finlay, 1926: 360. Specie tipo (OD): Ziziphinus spectab<strong>il</strong>is<br />
A. Adams, 1855; Recente, Nuova Zelanda.<br />
Venustas Funlay, 1926: 360. Specie tipo (OD): Trochus tigris Gmelin,<br />
1791; Recente, Nuova Zelanda. Nome rifiutato (ICZN<br />
Opinione 479).<br />
Descrizione originale: “I caratteri <strong>di</strong>stintivi del sottogenere<br />
Maurea sono la columella piegata, quasi verticale,<br />
che forma un angolo <strong>di</strong> circa 100° con <strong>il</strong> labbro esterno,<br />
e la scultura fine. C’è un canale <strong>di</strong>stinto alla base della<br />
columella dove incontra <strong>il</strong> labbro esterno.”<br />
Calliostoma (Maurea) tigris (Gmelin, 1791)<br />
(Fig. 1A, D, Fig. 3B)<br />
Trochus tigris Martyn, 1784: fig. 75. Località tipo: Nuova Zelanda.<br />
Nome rifiutato (ICZN Opinione 479).<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
19
Contributi<br />
20<br />
Fig. 2. Calliostoma (Maurea) spp. A, D. C. (M.) pellucidum (Valenciennes, 1846), Isola Motutakapu, Nuova Zelanda, 73-92 m, h: 38 mm.<br />
B, E. C. (M.) punctulatum (Martyn, 1784), Whangaroa, Isola del Nord, Nuova Zelanda, 12 m, h: 26,7 mm. C, F. C. (M.) selectum (D<strong>il</strong>lwyn,<br />
1817), Baia <strong>di</strong> Tasman, Isola del Sud, Nuova Zelanda, 30 m, h: 34,2 mm. G, I. C. (M.) waikanae Oliver, 1926, Kaikoura, Isola del<br />
Sud, Nuova Zelanda, 92 m, h: 36,6 mm. H, J. C. (M.) waikanae, varietà con scultura ridotta, Waikanae Beach, Isola del Nord, Nuova<br />
Zelanda, h: 32 mm (tutti gli esemplari collezione Martignoni eccetto C. punctulatum, collezione Callea, foto Bambi).<br />
Trochus Tigris Gmelin, 1791: 3585 n. 128 basato su Martyn, 1784:<br />
fig. 75.<br />
Calliostoma (Maurea) tigris; Marshall, 1995a: fig. 127 (pr).<br />
Trochus Granatum Gmelin, 1791: 3584. Località tipo: Oceano<br />
meri<strong>di</strong>onale.<br />
Venustas tigris chathamensis Dell, 1950: 43, figg. 26, 27 (H). Località<br />
tipo: Isola Mangere, Isole Chatham.<br />
Materiale tipo: Martyn, 1784: fig. 75 (Marshall, 1995a);<br />
olotipo NMNZ M.2128 (V. tigris chathamensis).
Località tipo: Nuova Zelanda.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole Three Kings, del<br />
Nord, del Sud, <strong>di</strong> Stewart e Chatham), fino a 211 m, su<br />
substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel Pleistocene (Castlecliffiano).<br />
Descrizione: Conchiglia grande, fino a 100 mm in altezza,<br />
conica, solida ma piuttosto sott<strong>il</strong>e, lucente, senza<br />
ombelico. Spira elevata, acuta, concava superiormente,<br />
leggermente convessa inferiormente, <strong>di</strong> poco più alta<br />
dell’apertura, angolo me<strong>di</strong>o della spira 66-77°. Colore<br />
bianco crema chiaro, con numerose bande o strisce longitu<strong>di</strong>nali,<br />
ondulate, irregolari, piuttosto strette, <strong>di</strong> color<br />
bruno-rossastro più o meno intenso. Protoconca molto<br />
piccola, arrotondata, scultura formata da un reticolo<br />
<strong>di</strong> sott<strong>il</strong>i coste che racchiudono spazi approssimativamente<br />
esagonali (“a nido d’ape”). Teleoconca formata da<br />
10-12 giri, i primi 6 che presentano una <strong>di</strong>stinta spalla<br />
ed aumentano lentamente, i giri seguenti, convessi ed<br />
appiattiti, in rapida crescita, ultimo giro grande, arrotondato<br />
alla periferia, base convessa. Sutura non visib<strong>il</strong>e<br />
sui primi giri, impressa sui successivi. Scultura<br />
costituita da numerose delicate corde spirali finemente<br />
nodulose, 16-20 sul penultimo giro, 18-25 sulla porzione<br />
superiore dell’ultimo giro, base con scultura sim<strong>il</strong>e.<br />
Apertura romboidale, leggermente obliqua, iridescente<br />
e lirata internamente. Labbro esterno fortemente arrotondato<br />
all’incontro con <strong>il</strong> labbro inferiore ampiamente<br />
convesso, aff<strong>il</strong>ato e ispessito all’interno da uno<br />
strato madreperlaceo spesso e largo. Columella arcuata,<br />
obliqua, madreperlacea, con tubercoli smussati alla<br />
base. Labbro interno che si espande molto poco al <strong>di</strong> là<br />
della columella, smalto parietale molto sott<strong>il</strong>e e trasparente<br />
che si espande oltre <strong>il</strong> muro parietale. Opercolo<br />
corneo e circolare, multispirale, con un nucleo centrale.<br />
Dimensioni: h max: 100 mm; w max: 85 mm.<br />
Osservazioni: questa specie comune, la più grande appartenente<br />
alla famiglia Calliostomatidae, è fac<strong>il</strong>mente<br />
riconoscib<strong>il</strong>e per le sue gran<strong>di</strong> conchiglie relativamente<br />
sott<strong>il</strong>i, spira celoconoide ed <strong>il</strong> tipico pattern cromatico<br />
<strong>di</strong> bande assiali giallastre o bruno-rossastre. Vi è un<br />
certo grado <strong>di</strong> variazione nella colorazione sia per intensità<br />
che per pattern. Il marrone varia dal rosso pallido<br />
al rosso intenso, mentre le bande possono essere<br />
così ravvicinate che <strong>il</strong> bianco è presente solamente a<br />
chiazze (olotipo <strong>di</strong> V. tigris chathamensis), oppure possono<br />
essere così lontane che <strong>il</strong> bianco si presenta in bande<br />
strette e continue o larghe e <strong>di</strong>agonali.<br />
Calliostoma (Maurea) antipodense Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) antipodense Marshall, 1995a: 105, figg. 69<br />
(H), 117, 138 (pr Pa).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.80434; paratipi 7 NM-<br />
NZ, 24 USNM.<br />
Località tipo: Leeward Island, Isole degli Antipo<strong>di</strong>, 18-73 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole degli Antipo<strong>di</strong>), 18-<br />
103 m, su substrati rocciosi.<br />
Dimensioni: h max: 37 mm; w max: 29,2 mm.<br />
Osservazioni: questa specie, probab<strong>il</strong>mente endemica<br />
delle Isole degli Antipo<strong>di</strong>, è sim<strong>il</strong>e a C. simulans Marshall,<br />
1994, dalla quale si <strong>di</strong>fferenzia per <strong>il</strong> colore più<br />
intenso, i giri maggiormente convessi, la sutura profondamente<br />
scanalata e l’obsolescenza <strong>di</strong> P1 dopo <strong>il</strong> 5°<br />
giro della teleoconca.<br />
Calliostoma (Maurea) aupourianum Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) aupourianum Marshall, 1995a: 97, figg. 42<br />
(H), 112, 133 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.86731, 6 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Isole dei Tre Re, 252 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole Tre dei Re, Mayor e<br />
East Cape), 102-805 m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie<br />
con coralli, idroi<strong>di</strong>, spugne e gorgonie.<br />
Dimensioni: h max: 8,6 mm; w max: 6 mm.<br />
Osservazioni: la più piccola tra le specie appartenenti al<br />
sottogenere Maurea si <strong>di</strong>fferenzia da C. regale Marshall,<br />
1995 per la comparsa tar<strong>di</strong>va e l’allargamento più lento<br />
dei cordoni spirali secondari, nel possedere un<br />
maggior numero <strong>di</strong> noduli nettamente appuntiti, nelle<br />
<strong>di</strong>mensioni irregolari dei noduli su P2 e nel pattern<br />
cromatico.<br />
Calliostoma (Maurea) benthicola (Dell, 1950)<br />
Venustas benthicola Dell, 1950: 47, fig. 21 (H).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.4728.<br />
Località tipo: 43°21’S, 175°00’E, 95 m (Mernoo Bank, Soglia<br />
delle Chatham).<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Mernoo Bank), 75-129<br />
m, su substrati <strong>di</strong> conchiglie.<br />
Dimensioni: h max: 30,5 mm; w max: 29 mm.<br />
Osservazioni: questa specie, endemica <strong>di</strong> Mernoo Bank,<br />
<strong>di</strong>fferisce da C. granti (Powell, 1931) per i suoi noduli<br />
più deboli ed <strong>il</strong> pattern cromatico, bianco con larghe<br />
bande rossastre sulle corde spirali dopo <strong>il</strong> 5° giro della<br />
teleoconca.<br />
Calliostoma (Maurea) blacki (Powell, 1950)<br />
(Fig. 1B, E, Fig. 3C)<br />
Venustas blacki Powell, 1950: 80, tav. 7, figg. 3, 4 (H).<br />
Calliostoma (Maurea) blacki; Marshall, 1995a: fig. 136 (pr).<br />
Thoristella chathamensis profunda Dell, 1956: 44, tav. 6, fig. 57. Località<br />
tipo: Taiaroa Canyon, Penisola Otago.<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
21
Contributi<br />
22<br />
Fig. 3. Primi giri <strong>di</strong> Calliostoma (Maurea) spp. con dettagli della scultura. A. C. (M.) osbornei con chiavi standard ai numeri delle corde<br />
spirali; P = corde spirali primarie, S = corde spirali secondarie. B. C. (M.) tigris. C. C. (M.) blacki. D. C. (M.) foveauxanum. E. C. (M.)<br />
granti. F. C. (M.) megaloprepes. G. C. (M.) pellucidum. (foto Bambi).<br />
Materiale tipo: olotipo AIM 71168, 1 paratipo AIM; olotipo<br />
NMNZ M.9330 (T. chathamensis profunda).<br />
Località tipo: Otago orientale, 128 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Soglia delle Chatham,<br />
isole del Sud, <strong>di</strong> Stewart, Snares, Auckland, Campbell e<br />
Bounty), 73-549 m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie;<br />
foss<strong>il</strong>e nel Pliocene (Nukumaruano).<br />
Dimensioni: h max: 51 mm; w max: 51 mm.<br />
Osservazioni: Sim<strong>il</strong>e a C. foveauxanum (Dell, 1950), da<br />
cui si <strong>di</strong>fferenzia per gli interspazi spirali trasluci<strong>di</strong>
ianchi o bianco rosati, invece che giallastri, corde spirali<br />
bruno-rossastre con noduli bianchi dopo 1,5 giri<br />
invece che bruno-rossastre uniformi o monocolore su<br />
primi 4 giri, P4 sui primi 5 giri quasi interamente coperto<br />
dai giri successivi ed alternativamente macchiato<br />
<strong>di</strong> marrone-rossiccio e bianco anziché quasi interamente<br />
esposto e bruno-rossastro uniforme, 5° e 6° giro<br />
della teleoconca meno convessi, le <strong>di</strong>mensioni sono<br />
inferiori. C. blacki presenta una grande variab<strong>il</strong>ità nella<br />
morfologia della conchiglia: l’angolo della spira varia da<br />
60° a 91°, i giri possono essere sempre più o meno piatti<br />
con un periferia angolata o <strong>di</strong>ventare convessi con l’accrescersi<br />
della conchiglia cosicché l’ultimo giro risulta<br />
uniformemente arrotondato. Lo spessore della conchiglia<br />
può variare così come esiste una considerevole variazione<br />
nella consistenza delle corde spirali e dei noduli.<br />
Tra tutti questi estremi nella morfologia conch<strong>il</strong>iare<br />
esistono numerose forme <strong>di</strong> passaggio che in<strong>di</strong>cano una<br />
specie altamente polimorfica. Invece, a <strong>di</strong>fferenza che in<br />
C. blacki, la morfologia della conchiglia <strong>di</strong> C. foveauxanum<br />
è estremamente stab<strong>il</strong>e.<br />
Calliostoma (Maurea) eminens Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) eminens Marshall, 1995a: 100, fig. 49 (H).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.84112, 19 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Archway Island, Isole degli Antipo<strong>di</strong>, su<br />
rocce spioventi, 13-15 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole degli Antipo<strong>di</strong>), 12-<br />
123 m, su substrati rocciosi.<br />
Dimensioni: h max: 51 mm; w max: 45 mm.<br />
Osservazioni: C. eminens, probab<strong>il</strong>mente endemica delle<br />
Isole degli Antipo<strong>di</strong>, è specie allopatrica con C. foveauxanum<br />
(Dell, 1950) e C. spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855), dalle<br />
quali si <strong>di</strong>fferenzia per i suoi giri più fortemente<br />
convessi e la sutura più profonda. Si <strong>di</strong>fferenzia inoltre<br />
da C. foveauxanum per avere una scultura basale<br />
più forte e da C. spectab<strong>il</strong>e per avere un aspetto più<br />
leggero.<br />
Calliostoma (Maurea) foveauxanum (Dell, 1950)<br />
(Fig. 1C, F, Fig. 3D)<br />
Venustas foveauxana Dell, 1950: 45, figg. 13-15 (13, 15: H).<br />
Calliostoma (Maurea) foveauxanum; Marshall, 1995a: fig. 135 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.4727, 2 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Foveaux Strait, 53 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Sud, <strong>di</strong> Stewart<br />
e Snares), 75-549 m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie.<br />
Dimensioni: h max: 63 mm; w max: 59 mm.<br />
Osservazioni: somiglia a C. spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855)<br />
da cui <strong>di</strong>fferisce per la scultura più fine con strie spirali<br />
più numerose (20 invece che 13 sull’ultimo giro) e i primi<br />
giri della teleoconca più debolmente cirtoconoi<strong>di</strong>.<br />
Calliostoma (Maurea) gibbsorum Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) gibbsorum Marshall, 1995a: 93, figg. 35 (H),<br />
109, 130 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.35456, 3 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: tra Palmer Rocks e South East Island, Isole<br />
dei Tre Re, 82 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re), 33-805<br />
m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie, con coralli, spugne<br />
e gorgonie.<br />
Dimensioni: h max: 28,5 mm.<br />
Osservazioni: C. gibbsorum, probab<strong>il</strong>mente endemica<br />
delle Isole dei Tre Re, si <strong>di</strong>fferenzia da C. jamiesoni Marshall,<br />
1995 per colore e pattern cromatico, per la scultura<br />
spirale più decisa e più definita e i noduli dopo <strong>il</strong><br />
terzo giro della teleoconca, corde spirali più strette e<br />
numerose sulla base (11 invece che 8-9) e per la forma<br />
dei giri della teleoconca. Differisce da C. granti (Powell,<br />
1931) e C. benthicola per lo sv<strong>il</strong>uppo più rapido<br />
della scultura della teleoconca, i noduli sono più arrotondati,<br />
la scultura assiale, più forte soprattutto sul 4°<br />
e 5° giro, persiste più a lungo. Si <strong>di</strong>fferenzia da C. punctulatum<br />
(Martyn, 1784) per la comparsa precoce e l’allargamento<br />
più rapido delle corde spirali secondarie,<br />
per le coste assiali più forti e più persistenti ed i giri<br />
più debolmente convessi. C. gibbsorum <strong>di</strong>fferisce da C.<br />
osbornei Powell, 1926 per dettagli <strong>di</strong> colore, pattern<br />
cromatico, scultura ed in particolare per la comparsa<br />
più o meno simultanea <strong>di</strong> S2 e S3.<br />
Calliostoma (Maurea) granti (Powell, 1931)<br />
(Fig. 1G, J, Fig. 3E)<br />
Maurea (Mucrinops) granti Powell, 1931: 97, tav. 13, figg. 34, 35 (H).<br />
Calliostoma (Maurea) granti; Marshall, 1995a: fig. 129 (pr).<br />
Maurea (Mucrinops) punctulata ampla Powell, 1939: 229, tav. 50,<br />
fig. 6 (H). Località tipo: Mason’s Bay, Isola <strong>di</strong> Stewart.<br />
Venustas punctulata multigemmata Powell, 1952: 173, tav. 35,<br />
figg. 2, 3 (H). Località tipo: Otago orientale, 91-128 m.<br />
Materiale tipo: olotipo AIM 70449; olotipo AIM 70450<br />
(M. punctulata ampla); olotipo AIM 71185, paratipi 3 AN-<br />
SP, 2 NMV (V. punctulata multigemmata).<br />
Località tipo: sulla costa vicino a Waihi Stream, Hawera,<br />
Pliocene Inferiore.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud,<br />
<strong>di</strong> Stewart, Snares, Auckland, Campbell e Chatham), fi-<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
23
Contributi<br />
24<br />
no a 220 m, su substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel Pliocene<br />
(Waipipiano) e nel Pleistocene (Castlecliffiano).<br />
Dimensioni: h max: 54 mm; w max: 50 mm.<br />
Osservazioni: sim<strong>il</strong>e a C. punctulatum (Martyn, 1784),<br />
ma con coste assiali più robuste che persistono per<br />
uno o due giri in più, sv<strong>il</strong>uppo più rapido <strong>di</strong> S3 che si<br />
allarga somigliando alle corde primarie a<strong>di</strong>acenti, angolo<br />
dei primi giri della spira più stretto, giri della<br />
teleoconca più debolmente convessi (le popolazioni<br />
<strong>di</strong> acque basse) e i lati del piede sono più finemente<br />
pustulosi. Sim<strong>il</strong>e anche a C. osbornei Powell, 1926 da<br />
cui <strong>di</strong>fferisce per l’allargamento più rapido <strong>di</strong> S1 e S2,<br />
l’angolazione debole, ma definita a livello <strong>di</strong> P2 sui<br />
primi giri della spira e le coste assiali più robuste e<br />
numerose soprattutto all’inizio del 4° e del 5° giro. C.<br />
granti rappresenta una specie polimorfica, presentando<br />
una considerevole variab<strong>il</strong>ità nelle <strong>di</strong>mensioni e<br />
nella forma della conchiglia e nel numero e relativa<br />
consistenza delle corde spirali sugli ultimi due giri.<br />
Esemplari <strong>di</strong> acque più superficiali (olotipo <strong>di</strong> M. punctulata<br />
ampla) tendono ad avere conchiglie più spesse e<br />
con pigmentazione più scura con un numero inferiore<br />
<strong>di</strong> corde spirali più sv<strong>il</strong>uppate e fortemente nodulose<br />
mentre esemplari <strong>di</strong> acque più profonde (olotipo<br />
<strong>di</strong> C. granti e V. punctulata multigemmata) tendono a<br />
possedere conchiglie più sott<strong>il</strong>i con colorazione più<br />
chiara (o anche bianca) con un maggior numero <strong>di</strong><br />
corde spirali più sott<strong>il</strong>i e più finemente nodulose. Tra<br />
queste forme estreme esistono numerose forme <strong>di</strong><br />
passaggio.<br />
Calliostoma (Maurea) jamiesoni Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) jamiesoni Marshall, 1995a: 93, figg. 30, 36 (H).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.75141, 26 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Prince’s Rocks, Isole dei Tre Re, 15 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re), 5-128<br />
m, su substrati rocciosi.<br />
Dimensioni: h max: 33 mm; w max: 26 mm.<br />
Osservazioni: questa specie, endemica delle Isole dei Tre<br />
Re, si <strong>di</strong>fferenzia da C. punctulatum (Valenciennes, 1846),<br />
C. granti, C. benthicola e C. osbornei per la colorazione<br />
uniforme della protoconca e dei primi giri della teleoconca,<br />
lo scarso r<strong>il</strong>ievo delle corde spirali, i noduli sui<br />
giri dal 4° al 6° della teleoconca, la spira più fortemente<br />
cirtoconoide e l’ultimo giro più ridotto. Differisce inoltre<br />
da C. punctulatum, C. granti e C. benthicola per la precoce<br />
comparsa e un allargamento più rapido dei cordoni<br />
spirali secondari, specialmente S3 e da C. osbornei<br />
per la comparsa approssimativamente simultanea e la<br />
frequenza piuttosto costante <strong>di</strong> allargamento <strong>di</strong> S2 e S3<br />
e per i giri più fortemente convessi.<br />
Calliostoma (Maurea) maui Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) maui Marshall, 1995a: 106, figg. 70-72 (70:<br />
H).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.87449, 6 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Stretto <strong>di</strong> Cook, 256-274 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Stretto <strong>di</strong> Cook, Soglia<br />
delle Chatham, Isola del Sud nord-orientale), 140-490 m,<br />
su substrati rocciosi.<br />
Dimensioni: h max: 45 m; w max: 48,7 mm.<br />
Osservazioni: C. maui <strong>di</strong>fferisce da C. simulans Marshall,<br />
1994 per le sue corde spirali notevolmente più<br />
sott<strong>il</strong>i sulla spira con noduli più fini e più appuntiti e<br />
per una conchiglia generalmente più conica.<br />
Calliostoma (Maurea) megaloprepes (Tomlin 1948)<br />
(Fig. 1H, K, Fig. 3F)<br />
Maurea (Mucrinops) megaloprepes Tomlin 1948: 225, tav. 2, fig. 1<br />
(H).<br />
Materiale tipo: olotipo BMNH 1951.6.13.38.<br />
Località tipo: Isola Macquarie, 80-120 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isola Macquarie), 79-113<br />
m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie.<br />
Dimensioni: h max: 38 mm; w max: 41,5 mm.<br />
Osservazioni: questa specie, endemica dell’Isola Macquarie,<br />
si <strong>di</strong>stingue per la sua intensa colorazione castana<br />
e l’obsolescenza <strong>di</strong> tutte le corde spirali, tranne<br />
P1 sui lati e sulla base degli ultimi due giri.<br />
Calliostoma (Maurea) osbornei Powell, 1926<br />
(Fig. 1I, L, Fig. 3A)<br />
Calliostoma osbornei Powell, 1926: 591, tav. 103, figg. 1 (Pa), 2<br />
(H).<br />
Calliostoma (Maurea) osbornei; Marshall, 1995a: fig. 131 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo AIM 72037, 2 paratipi AIM.<br />
Località tipo: Cape Barrier, Isola della Gran Barriera, 49<br />
m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re, Isola del<br />
Nord meri<strong>di</strong>onale), fino a 102 m, su substrati rocciosi;<br />
foss<strong>il</strong>e nel Pliocene (Waipipiano).<br />
Dimensioni: h max: 32 mm; w max: 34 mm.<br />
Osservazioni: sim<strong>il</strong>e a C. punctulatum dal quale <strong>di</strong>fferisce<br />
per <strong>il</strong> rapido allargamento <strong>di</strong> S3 e <strong>il</strong> relativamente
lento ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> S1 e S2, i giri più debolmente<br />
convessi, noduli più sv<strong>il</strong>uppati sui primi giri della teleoconca<br />
e la mancanza <strong>di</strong> una angolazione prominente a<br />
livello <strong>di</strong> P2 sui giri dal 3° al 5° della teleoconca. Inoltre<br />
i primi quattro giri sono generalmente arancioni con<br />
corde spirali e noduli bianchi invece <strong>di</strong> essere principalmente<br />
bianchi con corde spirali rossastre o brunogiallastre<br />
e noduli bianchi o alternativamente maculati.<br />
Calliostoma (Maurea) pellucidum (Valenciennes, 1846)<br />
(Fig. 2A, D, Fig. 3G)<br />
Trochus pellucidus Valenciennes, 1846: tav. 4, fig. 2.<br />
Trochus torquatus Anton in Ph<strong>il</strong>ippi, 1849: 126 n. 49; Ph<strong>il</strong>ippi,<br />
1855: 261, tav. 38, fig. 13. Località tipo: sconosciuta.<br />
Calliostoma (Calliotropis) pellucidum spiratum Oliver, 1926: 111.<br />
Località tipo: Spirits Bay.<br />
Venustas pellucida spirata; Dell, 1950: 50, fig. 3.<br />
Materiale tipo: lectotipo MNHN (Marshall, 1995a), paralectotipi<br />
6 MNHN; olotipo NMNZ M.11865 (C. pellucidum<br />
spiratum).<br />
Località tipo: Nuova Zelanda.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud e<br />
<strong>di</strong> Stewart), fino a 187 m, su substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel<br />
Pleistocene.<br />
Dimensions: h max: 48 mm; w max: 47,8 mm.<br />
Osservazioni: C. pellucidum è caratterizzato da maculature<br />
bruno-rossastre sottosuturali e periferiche, forte<br />
scultura della teleoconca, costante comparsa <strong>di</strong> S3 prima<br />
S1 e S2 e P3 sv<strong>il</strong>uppato sui primi giri, la spira è leggermente<br />
celoconoide e 1-1,5 volte più grande<br />
dell’apertura.<br />
Calliostoma (Maurea) penniketi Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) penniketi Marshall, 1995a: 115, figg. 97 (H),<br />
98, 123, 140 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.74817, 11 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Isole dei Tre Re, 55 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re e Ranfurly<br />
Bank), 55-622 m, su substrati duri con conchiglie,<br />
briozoi, coralli, spugne e gorgonie.<br />
Dimensioni: h max: 57 mm; w max: 53 mm (H).<br />
Osservazioni: è strettamente correlato a C. pellucidum e<br />
C. waikanae Oliver, 1926 ai quali somiglia per <strong>di</strong>mensioni,<br />
colore e pattern cromatico e dai quali può essere separato<br />
per i noduli più fini e numerosi e P3 più debole<br />
sui primi giri della spira.<br />
Calliostoma (Maurea) punctulatum (Martyn, 1784)<br />
(Fig. 2B, E, Fig. 4A)<br />
Trochus punctulatus Martyn, 1784: fig. 36.<br />
Calliostoma (Maurea) punctulatum; Marshall, 1995a: fig. 128 (pr).<br />
Trochus <strong>di</strong>aphanus Gmelin, 1791: 3580. Località tipo: Nuova Zelanda.<br />
Turbo gran<strong>di</strong>neus Valenciennes, 1846: tav. 4, figg. 4, 4ab. Località<br />
tipo: Nuova Zelanda.<br />
Calliostoma (Mauriella) punctulatum stewartianum Oliver, 1926:<br />
109, tav. 10, fig. 1 (H). Località tipo: Isola <strong>di</strong> Stewart.<br />
Venustas punctulata urbanior Finlay, 1926: 361, tav. 18, fig. 27 (H).<br />
Località tipo: Fouveaux Strait, 37 m.<br />
Materiale tipo: Martyn, 1784: fig. 36 (Marshall, 1995a);<br />
olotipo NMNZ M.879 (C. punctulatum stewartianum); lectotipo<br />
MNHN (Marshall, 1995a), 1 paralectotipo MNHN<br />
(T. gran<strong>di</strong>neus); olotipo AIM 70824, 1 paratipo AIM (V.<br />
punctulata urbanior).<br />
Località tipo: Nuova Zelanda.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud e<br />
<strong>di</strong> Stewart), fino a 274 m, su substrati rocciosi; foss<strong>il</strong>e nel<br />
Pleistocene (Castlecliffiano).<br />
Dimensioni: h max: 51,5 mm; w max: 47,3 mm.<br />
Osservazioni: questa comune specie è molto variab<strong>il</strong>e in<br />
forma, <strong>di</strong>mensioni, spessore, pattern cromatico e scultura.<br />
La forma più comune dell’Isola del Nord presenta<br />
una spira <strong>di</strong> altezza moderata, corde spirali nodulose ruvide,<br />
circa 6-7 primarie sul penultimo giro, corde interme<strong>di</strong>e<br />
piatte molto deboli ed una colorazione più scura.<br />
La forma più comune dell’Isola del Sud (C. punctulatum<br />
stewartianum e V. punctulata urbanior) invece ha una spira<br />
depressa e 10-12 corde spirali nodulose sul penultimo<br />
giro dovute ad un aumento dello sv<strong>il</strong>uppo delle corde<br />
interme<strong>di</strong>e secondarie e terziarie accoppiato con la riduzione<br />
in spessore delle primarie, la colorazione appare<br />
più chiara. Tra le due forme limite, settentrionale e meri<strong>di</strong>onale,<br />
esiste un mosaico <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> passaggio che rende<br />
vano un loro riconoscimento <strong>di</strong> status sottospecifico.<br />
C. punctulatum è caratterizzato dalla pronunciata angolazione<br />
dei giri a livello <strong>di</strong> P2, da coste assiali relativamente<br />
poco pronunciate e dal lento allargamento <strong>di</strong> S3.<br />
Calliostoma (Maurea) regale Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) regale Marshall, 1995a: 96, figg. 40 (H), 111,<br />
132 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.86730, 15 paratipi NM-<br />
NZ.<br />
Località tipo: Isole dei Tre Re, 153 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Isole dei Tre Re), 53-805<br />
m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie con coralli, idroi<strong>di</strong>,<br />
spugne e gorgonie.<br />
Dimensioni: h max: 12,6 mm; w max: 9,3 mm.<br />
Osservazioni: somiglia a C. osbornei nella forma, <strong>di</strong>fferendo<br />
da quest’ultima specie per <strong>il</strong> colore, <strong>il</strong> pattern<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
25
Contributi<br />
26<br />
Fig. 4. Primi giri <strong>di</strong> Calliostoma (Maurea) spp. con dettagli della scultura. A. C. (M.) punctulatum. B. C. (M.) selectum. C. C. (M.) waikanae.<br />
D. C. (M.) waikanae, varietà con scultura ridotta (foto Bambi).<br />
cromatico, la comparsa <strong>di</strong> S2 e S3 ed <strong>il</strong> lento allargamento<br />
<strong>di</strong> P1 sui primi due giri. È altamente caratteristico<br />
per la presenza <strong>di</strong> sott<strong>il</strong>i strie assiali tra P3 e P4<br />
sui primi giri della teleoconca.<br />
Calliostoma (Maurea) selectum (D<strong>il</strong>lwyn, 1817)<br />
(Fig. 2C, F, Fig. 4B)<br />
Trochus selectus D<strong>il</strong>lwyn, 1817: 801.<br />
Calliostoma (Maurea) selecta; Cernohorsky, 1974: 149, fig. 7 (L).<br />
Trochus cunninghami Gray, 1834: 600, tav. 1, fig. 7. Località tipo:<br />
Nuova Zelanda<br />
Calliostoma carnicolor Preston, 1907: 140, tav. 8, figg. 6, 7. Località<br />
tipo: Celebes (?) [errore, Nuova Zelanda].<br />
Calliostoma (Calliotropis) pagoda Oliver, 1926: 112, tav. 10, fig. 4<br />
(H). Località tipo: Cape Campbell, 37 m.<br />
Venustas cunninghami regifica Finlay, 1927: 485, tav. 24, figg. 9<br />
(H), 10 (Pa). Località tipo: Otago, 55 m.<br />
Zizyphinus articulatus Reeve, 1863: tav. 1, fig. 3. Località tipo:<br />
sconosciuta.<br />
Materiale tipo: lectotipo ZMUC (Marshall, 1995a); olotipo<br />
NMNZ M.1602 (C. pagoda); olotipo BMNH 1987047<br />
(T. cunninghami); olotipo AIM 70823 (V. cunninghami regifica).<br />
Località tipo: Coste della Nuova Zelanda.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud, <strong>di</strong><br />
Stewart e Chatham), fino a 293 m, su substrati sabbiosi o<br />
fangosi con conchiglie o pietre; foss<strong>il</strong>e nel Pliocene (Nukumaruano)<br />
e nel Pleistocene (Castlecliffiano, Hawerano).<br />
Dimensioni: h max: 57 mm; w max: 70 mm.<br />
Osservazioni: questa ben nota specie è caratterizzata<br />
da gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, spira bassa ed ampiamente conica,<br />
giri debolmente ed uniformemente convessi, periferia<br />
angolata o poco arrotondata, base da debolmente<br />
a piuttosto fortemente convessa, coste assiali<br />
deboli sui primi giri della teleoconca, somiglianza tra<br />
P1-P3 su tutta la superficie della conchiglia e la comparsa<br />
tar<strong>di</strong>va delle corde spirali secondarie, in particolare<br />
S3. Gli esemplari meri<strong>di</strong>onali tendono ad avere una<br />
spira conica più stretta rispetto a quelli più settentrionali,<br />
tra la forme a spira più alta e quelle a spira più bassa<br />
esistono varie forme <strong>di</strong> passaggio.<br />
Calliostoma (Maurea) simulans Marshall, 1994<br />
Calliostoma (Maurea) simulans Marshall, 1994: 68, pl. 1, figg. 1-3<br />
(1: H, 2: pr Pa, 3: Pa).<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.87450, 191 paratipi<br />
NMNZ.<br />
Località tipo: Pegasus Canyon, Penisola <strong>di</strong> Banks.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (Challenge Plateau, Stretto<br />
<strong>di</strong> Cook fino alla Penisola <strong>di</strong> Banks, Soglia delle Chatham<br />
e isole Bounty e Campbell), 183-1006 m, su substrati<br />
soffici con conchiglie.<br />
Dimensioni: h max: 52,5 mm; w max: 48,5 mm.
Osservazioni: C. simulans è caratterizzata da conchiglie<br />
piuttosto gran<strong>di</strong>, corde spirali ben sv<strong>il</strong>uppate sulla<br />
spira e giri convessi; si <strong>di</strong>fferenzia da C. blacki, la<br />
specie più affine, nel possedere i primi giri della teleoconca<br />
più fortemente convessi.<br />
Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855)<br />
Ziziphinus spectab<strong>il</strong>is A. Adams, 1855: 37, tav. 27, fig. 7.<br />
Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e; Cernohorsky, 1977: 93, fig. 9 (H).<br />
Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e; Marshall, 1995a: fig. 134 (pr).<br />
Materiale tipo: olotipo BMNH 1968150, 8 paratipi AIM.<br />
Località tipo: Nuova Zelanda.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole Auckland e Campbell),<br />
fino a 146 m, su substrati rocciosi.<br />
Dimensioni: h max: 52,5 mm; w max: 46,8 mm.<br />
Osservazioni: questa specie è caratterizzata da gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni, conchiglie pesanti con scultura pronunciata,<br />
primi giri della spira cirtoconoi<strong>di</strong> e convessi, primi<br />
giri della teleoconca in rapida espansione, ultimi<br />
giri della teleoconca da convessi a quasi piatti e spira<br />
da ampiamente a malapena conica.<br />
Calliostoma (Maurea) turnerarum (Powell, 1964)<br />
Maurea turnerarum Powell, 1964: 11, pl. 3, figg. 1-3 (H).<br />
Materiale tipo: olotipo AIM 71239.<br />
Località tipo: Mayor Island, Baia <strong>di</strong> Plenty, 366 m.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda e Zealand (Isole dei Tre<br />
Re e Isola del Nord), 186-805 m, su substrati fangosi con<br />
conchiglie.<br />
Dimensioni: h max: 47,5 mm; w max: 56,7 mm.<br />
Osservazioni: sim<strong>il</strong>e a C. waikanae Oliver, 1926, se ne<br />
<strong>di</strong>fferenzia per avere una conchiglia più sott<strong>il</strong>e, una<br />
scultura più fine sui giri della teleoconca e pallide<br />
bande ondulate assiali, le più evidenti delle quali sono<br />
screziate <strong>di</strong> un intenso marrone-rossastro o marronegiallastro.<br />
Calliostoma (Maurea) waikanae Oliver, 1926<br />
(Fig. 2G-J, Fig. 4C, D)<br />
Calliostoma (Calliotropis) waikanae Oliver, 1926: 111, tav. 10, fig. 3 (H).<br />
Calliostoma (Maurea) waikanae; Marshall, 1995a: fig. 139 (pr).<br />
Maurea pellucida morioria Powell, 1946: 140, tav. 11, fig. 3. Località<br />
tipo: Owenga Beach, Isole Chatham.<br />
Venustas pellucida forsteriana Dell, 1950: 51, figg. 1 (H), 2 (Pa), 10<br />
(H). Località tipo: Preservation Inlet.<br />
Venustas pellucida haurakiensis Dell, 1950: 53, fig. 6 (H); Marshall,<br />
1995a: fig. 87 (Pa). Località tipo: Golfo <strong>di</strong> Hauraki, 46 m.<br />
Materiale tipo: olotipo NMNZ M.1603; olotipo AIM<br />
71037, 3 paratipi ANSP (M. pellucida morioria); olotipo<br />
NMNZ M.2120 (V. pellucida forsteriana); olotipo NZGS<br />
TM 456, 2 paratipi NZGS (V. pellucida haurakiensis).<br />
Località tipo: Waikanae, Kapiti Island.<br />
Distribuzione: Nuova Zelanda (isole del Nord, del Sud,<br />
<strong>di</strong> Stewart, Snares e Chatham e Mernoo Bank), fino a 549<br />
m, su substrati <strong>di</strong> briozoi/conchiglie; foss<strong>il</strong>e nel Pleistocene<br />
(Castlecliffiano) e forse nel Pliocene (Waipipiano).<br />
Dimensioni: h max: 51 mm; w max: 53 mm.<br />
Osservazioni: molto sim<strong>il</strong>e per forma, <strong>di</strong>mensioni, colore<br />
e pattern cromatico a C. pellucidum, con la quale è<br />
stata spesso confusa o considerata sottospecie (Dell,<br />
1950), mentre alcune forme <strong>di</strong> C. waikanae (Maurea pellucida<br />
morioria Powell, Venustas pellucida forsteriana Dell e<br />
V. pellucida haurakiensis Dell) sono state costantemente<br />
trattate come sottospecie <strong>di</strong> C. pellucidum. Differisce da<br />
quest’ultima specie per la comparsa <strong>di</strong> S1 e S2 prima <strong>di</strong><br />
S3, anziché <strong>il</strong> contrario, la presenza <strong>di</strong> pustole sul lato<br />
del piede e tende a possedere una conchiglia più lievemente<br />
pigmentata, con corde spirali più sott<strong>il</strong>i e più<br />
finemente granulate e P4 in genere è parzialmente o interamente<br />
esposto anziché essere quasi completamente<br />
coperto dal giro successivo. Nelle popolazioni settentrionali<br />
(Isola del Nord, Stretto <strong>di</strong> Cook) esistono due<br />
forme per quanto riguarda la scultura: una con corde<br />
spirali aventi scultura molto pronunciata ed una in cui le<br />
corde ed i noduli tendono ad indebolirsi con l’aumento<br />
delle <strong>di</strong>mensioni della conchiglia, i noduli possono anche<br />
quasi scomparire del tutto (Fig. 2H, J). Tra queste<br />
due forme esistono numerose forme <strong>di</strong> passaggio. Le popolazioni<br />
più meri<strong>di</strong>onali (forma forsteriana) inoltre tendono<br />
a possedere conchiglie con periferia più arrotondata<br />
alla maturità ed un angolo della spira leggermente più<br />
stretto (Fig. 2G, I). Anche in questo caso sono presenti<br />
numerose forme <strong>di</strong> passaggio.<br />
Conclusioni<br />
Sono 22 le specie <strong>di</strong> calliostomi appartenenti al sottogenere<br />
Maurea, tutte ristrette alle acque della Nuova Zelanda:<br />
Calliostoma (Maurea) antipodense Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) aupourianum Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) benthicola (Dell, 1950)<br />
Calliostoma (Maurea) blacki (Powell, 1950)<br />
Calliostoma (Maurea) eminens Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) foveauxanum (Dell, 1950)<br />
Calliostoma (Maurea) gibbsorum Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) granti (Powell, 1931)<br />
Calliostoma (Maurea) jamiesoni Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) maui Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) megaloprepes (Tomlin 1948)<br />
Calliostoma (Maurea) osbornei Powell, 1926<br />
Calliostoma (Maurea) pellucidum (Valenciennes, 1846)<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
27
Contributi<br />
28<br />
Calliostoma (Maurea) penniketi Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) punctulatum (Martyn, 1784)<br />
Calliostoma (Maurea) regale Marshall, 1995<br />
Calliostoma (Maurea) selectum (D<strong>il</strong>lwyn, 1817)<br />
Calliostoma (Maurea) simulans Marshall, 1994<br />
Calliostoma (Maurea) spectab<strong>il</strong>e (A. Adams, 1855)<br />
Calliostoma (Maurea) tigris (Gmelin, 1791)<br />
Calliostoma (Maurea) turnerarum (Powell, 1964)<br />
Calliostoma (Maurea) waikanae Oliver, 1926<br />
Le specie più comuni sono rappresentate da Calliostoma<br />
(Maurea) tigris, Calliostoma (Maurea) punctulatum e Calliostoma<br />
(Maurea) waikanae, ampiamente <strong>di</strong>stribuite nelle<br />
isole del Nord, del Sud, <strong>di</strong> Stewart e Chatham. Altre specie<br />
presentano invece <strong>di</strong>stribuzioni più limitate o ad<strong>di</strong>rittura<br />
puntiformi come Calliostoma (Maurea) benthicola,<br />
endemica <strong>di</strong> Mernoo Bank, Soglia delle Chatham, Calliostoma<br />
(Maurea) jamiesoni endemica delle Isole dei Tre Re<br />
e Calliostoma (Maurea) megaloprepes endemica dell’Isola<br />
Macquarie.<br />
Ad eccezione <strong>di</strong> C. aupourianum e C. regale che non raggiungono<br />
i 20 mm <strong>di</strong> altezza (la prima specie non raggiunge<br />
nemmeno i 10 mm), le altre specie <strong>di</strong> Maurea<br />
possiedono conchiglie con <strong>di</strong>mensioni assai superiori<br />
rispetto alla me<strong>di</strong>a della famiglia, C. tigris, con una altezza<br />
massima <strong>di</strong> 100 mm, rappresenta la più grande<br />
specie appartenente al genere Calliostoma. C. aupourianum<br />
e C. regale si <strong>di</strong>fferenziano inoltre da tutte le altre<br />
specie nel possedere delle conchiglie più sim<strong>il</strong>i a quelle<br />
appartenenti al sottogenere Fautor Iredale, 1924 presenti<br />
non solo in Nuova Zelanda e ad alcune delle piccole<br />
specie pre-plioceniche (altezza non superiore a 20 mm)<br />
come ad esempio C. (Maurea) waiareka (Laws, 1935) del<br />
Kaiatano, Eocene Superiore (Beu & Maxwell, 1990: tav.<br />
7, fig. m).<br />
Ringraziamenti<br />
Si ringraziano gli amici Saulo Bambi (MZUF) per le foto,<br />
Roberto Martignoni per aver fornito gran parte degli<br />
esemplari <strong>di</strong> Maurea e per i preziosi consigli e Maurizio<br />
Forli per <strong>il</strong> prezioso aiuto fornito nell’elaborazione delle<br />
immagini e nella composizione delle figure.<br />
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Zoologica Scripta, 19 (2): 179-187.<br />
Taxa <strong>di</strong> molluschi marini “napoletani” per toponimia<br />
Giuseppe Fasulo*<br />
Riassunto<br />
Il Golfo <strong>di</strong> Napoli è tra le aree del Me<strong>di</strong>terraneo più stu<strong>di</strong>ate<br />
ed investigate per quanto riguarda la malacofauna<br />
marina. Con una “punta” <strong>di</strong> sano campan<strong>il</strong>ismo, ho ricercato<br />
i taxa (in particolare nomi generici e specifici) <strong>di</strong><br />
molluschi marini che riportassero nella loro etimologia<br />
toponimi napoletani.<br />
Sono state in<strong>di</strong>viduate una cinquantina <strong>di</strong> entità sistematiche,<br />
<strong>di</strong> cui 12 specie ritenute valide, le altre considerate<br />
dei sinonimi.<br />
*Via G. Merliani 20, I-80127 Napoli, fasulogiuseppe@hotma<strong>il</strong>.it<br />
Nell’esposizione dei taxa in oggetto si è seguito <strong>il</strong> seguente<br />
schema:<br />
a) <strong>il</strong> toponimo “napoletano” con le corrispondenti denominazioni<br />
latine;<br />
b) <strong>il</strong> taxon in oggetto, se specie valida, contrad<strong>di</strong>stinto<br />
da un asterisco (*);<br />
c) la collocazione sistematica a livello <strong>di</strong> Classe/Sottoclasse/Or<strong>di</strong>ne:<br />
A = Gastropoda/Opisthobranchia/Anaspidea;<br />
AC = Gastropoda/Opisthobranchia/Acochli<strong>di</strong>oi dea;<br />
Genere Calliostoma Swainson, 1840: <strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926 (Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
29
Contributi<br />
30<br />
B = Bivalvia; C=Gastropoda/Opisthobranchia/Cephalaspidea;<br />
G=Gastropoda/Prosobranchia;<br />
GY = Gastropoda/Opisthobranchia/Gymnomorpha;<br />
N = Gastropoda/Opisthobranchia/Nu<strong>di</strong>branchia;<br />
P = Polyplacophora S=Solenogastres; SA=Gastropoda/<br />
Opisthobranchia/Sacoglossa;<br />
T = Gastropoda/Opisthobranchia/Thecosomata.<br />
d) la “località tipica”;<br />
e) se <strong>il</strong> taxon in oggetto è un sinonimo, è in<strong>di</strong>cata la specie<br />
a cui va ricondotto.<br />
NAPOLI Neapolis, is Neapolis, is neapolitanus, a, um<br />
napolitanus, a, um<br />
1) *Amphimenia neapolitana (Thiele, 1889: Proneomenia,<br />
p 429) S<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli”<br />
2) Aplysia neapolitana Delle Chiaje, 1824: (III), p. 7 A<br />
“spiaggia <strong>di</strong> Napoli e Pozzuoli” = Aplysia fasciata<br />
(Poiret, 1789)<br />
3) Aplysiopterus neapolitanus Delle Chiaje, 1830: v. 4,<br />
pp. 17-18, t. 51 n. 5-6 SA<br />
“Pos<strong>il</strong>lipo” = Elysia viri<strong>di</strong>s (Montagu, 1804)<br />
4) *Armina neapolitana (Delle Chiaje, 1824: Pleurophylli<strong>di</strong>a):<br />
(III) pp. 27-28 N<br />
“Napoli”<br />
5) Dolabella neapolitana Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 60,<br />
t. 61 n. 2 A<br />
“Porto <strong>di</strong> Napoli” = Petalifera petalifera (Rang, 1828)<br />
6) Elysia neapolitana Ph<strong>il</strong>ippi, 1844: p. 101 SA<br />
“località tipo non specificata” = Elysia viri<strong>di</strong>s (Montagu,<br />
1804)<br />
7) Flabellina neapolitana Costa A., 1866: pp. 71-72, t. 1<br />
n. 1 N<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Spur<strong>il</strong>la neapolitana (Delle Chiaje,<br />
1844)<br />
8) Lamellidoris neapolitana Schmekel, 1968: p. 117 N<br />
“Procida P.ta Pizzago, Canale <strong>di</strong> Procida” = Onchidoris<br />
neapolitana (Delle Chiaje, 1844)<br />
9) Mactra neapolitana Poli, 1791: p. 67, t. 18 n. 1-3 B<br />
“Pos<strong>il</strong>lipo” = Mactra glauca Born, 1778<br />
10) Mangelia neapolitana Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 134,<br />
v. 6 t. 38 n. 8 e 10 G<br />
“località tipo non specificata” = Mangelia costulata<br />
Risso, 1826<br />
11) Notarchus neapolitanus Delle Chiaje, 1841: v. 2, p.<br />
61, t. 64 n. 2-11 A<br />
“Rada <strong>di</strong> Napoli” = Notarchus punctatus Ph<strong>il</strong>ippi, 1836<br />
12) *Onchidoris neapolitana (Delle Chiaje, 1844: Idalia):<br />
v. 8, p. 8 N<br />
“Napoli”<br />
13) Pectunculus p<strong>il</strong>osus var. neapolitana B. D. D., 1891:<br />
v. 2. p. 202, t. 33 n. 2 B<br />
“Napoli” = Glycymeris glycymeris (Linneo, 1758)<br />
14) Raphitoma neapolitana Nordsieck, 1977: p. 52, t. 16<br />
n. 124-125 G<br />
“Napoli” = Raphitoma pupoides (Monterosato, 1884)<br />
15) *Spur<strong>il</strong>la neapolitana (Delle Chiaje, 1844: Eolis): v. 8,<br />
p. 7 N<br />
“Napoli”<br />
16) Stellaspina neapolitana Rankin, 1979: p. 81-96 AC<br />
“Napoli” = Microhedyle glandulifera (Kowalewsky,<br />
1901)<br />
17) Tiedemannia napolitana van Beneden, 1839: p. 25 T<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Gleba cordata Niebuhr, 1776<br />
18) *Uncimenia neapolitana Nierstrasz, 1903: p. 376, t.<br />
36 n. 48-60 S<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli, 70 m”<br />
PARTHENOPE (Antico nome greco della città <strong>di</strong> Napoli)<br />
Parthenope, es - parthenopeus, a, um - Parthenopeius, a,<br />
um - parthenopeanus, a, um<br />
19) Buccinum inflatum parthenopaeum Settepassi, 1977:<br />
append.t. 6, t. 3, n. 15 G<br />
Foss<strong>il</strong>e - “Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Buccinum humphreysianum<br />
Bennet, 1824<br />
20) Cumingia parthenopaea Tiberi, 1855: pp. 10-12, t. 1<br />
n. 14-18 B<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Poromya granulata (Nyst & Westendorf,<br />
1839)<br />
21) *Cymatium parthenopeum (Salis, 1793: Murex): pp.<br />
370-371, t. 7 n. 4-5 G<br />
“Napoli”<br />
22) Cymatium parthenopus AA.VV. =Cymatium parthenopeum<br />
(Salis, 1793) G<br />
23) Doris parthenopeia Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 21, t.<br />
40 n. 2 N<br />
“località tipo non specificata” = Chromodoris luteorosea<br />
(Rapp, 1827)<br />
24) Parthenope Scacchi, 1833:8 = Galeomma Turton, 1825<br />
B<br />
25) Parthenope formosa Scacchi, 1833: pp. 8 - 10 B<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli” = Galeomma turtoni Sowerby G.B.<br />
in Turton, 1825<br />
26) Parthenopia Oken, 1815: p. 830 = Gastropteron Kosse,<br />
1813 C<br />
27) Pecten opercularis var. parthenopea Praus Franceschini,<br />
1915: p. 7 B<br />
“Golfo <strong>di</strong> Napoli, Capri” = Aequipecten opercularis<br />
(Linneo, 1758)<br />
28) Peronia parthenopeia Delle Chiaje, 1841: v. 2, p. 13, t.<br />
46 n. 6-9 GY<br />
“presso <strong>il</strong> castello Lucullano” = Onchidella celtica<br />
(Cuvier, 1817)<br />
29) Tellina parthenopeana Delle Chiaje, 1830: v. 4, t. 86<br />
n. 35 e 43 B<br />
“Napoli” = Lenti<strong>di</strong>um me<strong>di</strong>terraneum (Costa O.G.,<br />
1829)<br />
30) Tethys parthenopeia Macri, 1816:p. 168, t. 3 N<br />
“punta <strong>di</strong> Pos<strong>il</strong>lipo, la Gaiola” = Tethys fimbria Linneo,<br />
1767<br />
SANTA LUCIA (Rione costiero <strong>di</strong> Napoli) Sancta, ae -<br />
Lucia, ae<br />
31) Murex sanctaeluciae Salis, 1793: pp. 371-372, t. 7 n. 6<br />
G<br />
“Napoli” = Fusinus rostratus (Olivi, 1792)<br />
CASTEL DELL’OVO (L’antico “Castro lucullano”) Castello<br />
sul lungomare <strong>di</strong> Napoli<br />
Lucullanus, a, um
32) Rissoa lucullana var. a cancellata Scacchi, 1836: p.<br />
14 G<br />
“località tipo non specificata” = ? Alvania carinata<br />
(Da Costa, 1778)<br />
33) Rissoa lucullana var. b transverse sulcata Scacchi,<br />
1836: p. 14 G<br />
“località tipo non specificata” = Fossarus ambiguus<br />
(Linneo, 1758)<br />
34) Turbo lucullanus Scacchi, 1833: pp. 24-25 G<br />
“scogli che circondano <strong>il</strong> Castel dell’Uovo” = ? Alvania<br />
carinata (Da Costa, 1778)<br />
35) Turbo lucullanus var. b Scacchi, 1833: 24-25 G<br />
“scogli che circondano <strong>il</strong> Castel dell’Uovo” = Fossarus<br />
ambiguus (Linneo, 1758)<br />
SEBETO Piccolo fiume che scorreva nella città <strong>di</strong> Napoli,<br />
oggi coperto<br />
Sebethos, i - Sebetius, a, um<br />
36) * Bornia sebetia (Costa O.G., 1829: Cyclas): p. 131, t.<br />
2 n. 6 B<br />
“nelle foci del Sebeto”<br />
GAIOLA -Piccola isola <strong>di</strong> fronte alla costa <strong>di</strong> Pos<strong>il</strong>lipo,<br />
la latina “Euplaea” Euplaea, ae<br />
37) Chiton euplaeae Costa O. G., 1829: p. 4, t. 1 n. 3 P<br />
“presso la Caiola” = Callochiton septemvalvis (Montagu,<br />
1803)<br />
POZZUOLI Puteoli, orum puteolanus, a, um<br />
38) Doris puteolana Macri, 1846: pp. 274-277 N<br />
“tra Pozzuoli e Nisida” = ?<br />
CUMA Antica città greca sul litorale flegreo -Cumae,<br />
arum cumanus, a, um<br />
39) Hirtocerithium cumanum Monterosato, 1910: p. 74 G<br />
“laguna <strong>di</strong> Cuma” = Cerithium vulgatum Bruguiere,<br />
1792<br />
40) * Macoma cumana (Costa O. G., 1829: Tellina): pp. 14<br />
e 20, t. 2 n. 7a-7b B<br />
“dal promontorio <strong>di</strong> Miseno fino a Patria, Cuma”<br />
41) Ostrea cumana de Gregorio, 1883: p. 7 B<br />
“Cuma, Lucrino, Fusaro” = Ostrea edulis Linneo,<br />
1758<br />
42) Tapes cateniferus var. cumana Praus Franceschini,<br />
1915: p. 28 B<br />
“Cuma” = Venerupis aurea (Gmelin, 1791)<br />
LAGO FUSARO Laguna salmastra costiera dell’area<br />
flegrea, l’antica “Acherusia Palus” dei Romani Acherusia,<br />
ae Fusarus, i<br />
43) Gibbula umb<strong>il</strong>icaris var. acherusiae Bellini, 1902: p.<br />
24, p. 23 fig. 5 G<br />
“Lago Fusaro” = Gibbula umb<strong>il</strong>icaris (Linneo, 1758)<br />
44) * Haminoea fusari (Alvarez, Garcia & V<strong>il</strong>lani, 1993:<br />
Haminaea): p. 339 C<br />
“Lago Fusaro”<br />
CAPRI Capreae, arum caprensis, e<br />
45) Cerithium rupestre var. caprense Bellini, 1929: p. 41 G<br />
“Capri” = cerithium lividulum Risso, 1826<br />
46) Fissurella graeca var. caprearum Costa A. in Costa<br />
O. G., 1840: p. 71 G<br />
“Capri” = Diodora graeca (Linneo, 1758)<br />
47) Fissurella graeca var. caprensis Bellini, 1929: p. 58<br />
G<br />
“Capri” = Diodora graeca (Linneo, 1758)<br />
48) * Lepidochitona caprearum (Scacchi, 1836: Chiton):<br />
p. 9, nota 9 P<br />
“scogli <strong>di</strong> Capri”<br />
49) Pseudomurex meyendorffi var. caprensis Bellini,<br />
1929: p. 38 G<br />
“Capri” = Corallioph<strong>il</strong>a meyendorffii (Calcara, 1845)<br />
50) * Runcina capreensis Mazzarelli, 1894: p. 1 C<br />
“Capri, imboccatura Grotta Azzurra, -80 m”<br />
ISCHIA L’antica “Inarime” -Inarime, es inarimensis, e<br />
ischitanus, a, um<br />
51) Cassis inarimensis Bellini, 1900: p. 151, fig. 1 G<br />
Foss<strong>il</strong>e - “marna del Monte Epomeo, Ischia” = Semicassis<br />
undulata (Gmelin, 1791)<br />
52) * Flabellina ischitana Hirano & Thompson, 1990: p.<br />
345 N<br />
“Secca delle Formiche tra Ischia e Procida e Lacco<br />
Ameno, Ischia, -35 m”<br />
VESUVIO Vesuvius, ii vesuvianus, a, um<br />
53) Radula vesuviana Bellini, 1904: pp. 14-15 B<br />
Foss<strong>il</strong>e - “arenarie calcaree del Monte Somma” = ?<br />
Limatula gwyni (Sykes, 1903)<br />
Si ringraziano, per l’aus<strong>il</strong>io, nella ricerca bibliografica, i<br />
sigg. Guido Cosenza, Paolo Crovato e Nicola Maio del<br />
Gruppo Malacologico Campano e le sigg.re Carmela<br />
Scotti e Pasqualina Fiorentino della Biblioteca della Stazione<br />
Zoologica “A. Dohrn” <strong>di</strong> Napoli.<br />
Bibliografia<br />
Alvarez L.A., Garcia F.J. & V<strong>il</strong>lani G., 1993. A new me<strong>di</strong>terranean<br />
species of Haminaea Leach, (1820) (Gastropoda: Opisthobranchia:<br />
Cephalaspidea). Journal of Molluscan Stu<strong>di</strong>es, 59:<br />
339-345.<br />
Bellini R., 1900. Due nuovi molluschi foss<strong>il</strong>i dell’isola d’Ischia<br />
e revisione delle specie esistenti nella marna dell’isola stessa.<br />
Bollettino della <strong>Società</strong> Zoologica <strong>Italiana</strong>, s. 2, 1: 149-15.<br />
Bellini R., 1902. I molluschi del Lago Fusaro e del Mar Morto<br />
nei campi flegrei. Bollettino della <strong>Società</strong> dei Naturalisti in Napoli,<br />
16: 20-27.<br />
Bellini R., 1904. Notizie sulle formazioni foss<strong>il</strong>ifere neoceniche<br />
recenti della regione vulcanica napoletana e malacofauna<br />
del Monte Somma. Bollettino della <strong>Società</strong> dei Naturalisti in<br />
Napoli, 17 (1903): 1-16.<br />
Bellini R., 1929. I molluschi del Golfo <strong>di</strong> Napoli (stu<strong>di</strong> precedenti,<br />
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Museo Zoologico della Reale Università <strong>di</strong> Napoli, n.s., 6 (2):<br />
1-87.<br />
Beneden P. J. Van, 1839. Mémoire sur un nouveau genre de<br />
mollusque voisin des Cymbulies du Golfe de Naples. Nouveaux<br />
Mémoires de l’Académie Royale des Sciences et Belles Lettres<br />
de Bruxelles, 12: 21-27, t. 2.<br />
Bucquoy E., Dollfus G. & Dautzenberg P., 1887-1898. Les<br />
Taxa <strong>di</strong> molluschi marini “napoletani” per toponimia<br />
31
Contributi<br />
32<br />
mollusques marins du Rouss<strong>il</strong>lon. Vol. II - Pélécypodes.<br />
J.B.Ba<strong>il</strong>lière & f<strong>il</strong>s, Paris. 884 pp. 99 pls. [pp. 1-24, pls. 1-6,<br />
1887 - pp. 25-60, pls. 7-11, 1888 - pp. 61-112, pls. 12-21, 1889 -<br />
pp. 113-172, pls. 22-29, 1890 - pp. 173-220, pls. 30-37, 1891 -<br />
pp. 221-320, pls. 38-51, 1892 - pp. 321-450, pls. 52-67, 1893 -<br />
pp. 453-540, pls. 68-70, 1895 - pp. 541-620, pls. 79-88, 1896 -<br />
pp. 621-884, pls. 89-99, 1898].<br />
Costa A., 1866. Saggio sui molluschi Eoli<strong>di</strong>dei del Golfo <strong>di</strong> Napoli.<br />
Annuario del Museo Zoologico della Reale Università <strong>di</strong> Napoli,<br />
3 (1863): 59-88, 3 tav.<br />
Costa O. G., 1829. Catalogo sistematico e ragionato de’ Testacei<br />
delle Due Sic<strong>il</strong>ie. Tipografia della Minerva, Napoli. 132 pp., 3<br />
pls.<br />
Costa O. G., 1840. Statistica fisica ed economica dell’isola <strong>di</strong><br />
Capri. Esercitazioni dell’Accademia degli Aspiranti Naturalisti,<br />
2: 1-140.<br />
De Gregorio A., 1883. Stu<strong>di</strong> su talune ostriche viventi e foss<strong>il</strong>i. De<br />
Gregorio, Palermo. 9 pp., 2 tavv.<br />
Delle Chiaje S., 1823-1831. Memorie sulla storia e notomia degli<br />
animali senza vertebre del Regno Di Napoli. 5 vv. + Atlante tavv.<br />
<strong>Società</strong> Tipographica, Napoli. [vol. 1, pp. 1-84, 1823, pp. 85-<br />
124, 1824 - vol. 2, pp. 185-224, 1825, pp. 225-244, 1826 - vol. 3,<br />
pp. 1-232, 1828 - vol. 4, pp. 1-116, 1830, pp. 117-214, 1831 -<br />
Atl. 109 tavv., 1830].<br />
Delle Chiaje S., 1824. Sunto del fascicolo III e IV delle memorie<br />
sulla storia e notomia degli animali Senza vertebre del Regno <strong>di</strong><br />
Napoli. <strong>Società</strong> Tipographica, Napoli. (III) pp. 1-28, (IV) pp.<br />
1-24.<br />
Delle Chiaje S., 1841-1844. Descrizione e notomia degli animali<br />
invertebrati della Sic<strong>il</strong>ia citeriore osservati vivi negli anni 1822-<br />
1830. 8 v. Stab<strong>il</strong>imento Tipografico <strong>di</strong> C. Batelli & Co., Napoli.<br />
[vol. 1, pp. 1-98, 1841 - vol. 2, pp. 146, 1841 - vol. 3, pp.<br />
1-142, 1841 -vol. 4, pp. 1-142, 1841 - vol. 5, pp. 1-165, 1841 -<br />
vol. 6, tavv. 1-86, 1841 - vol. 7, tavv. 87-173, 1841, tavv. 174-<br />
181, 1844 - vol. 8, pp. 1-48, 1844].<br />
Hirano Y.J. & Thompson T.E., 1990. Flabellinid nu<strong>di</strong>branchs<br />
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354.<br />
Macri S., 1816. Osservazioni intorno alla storia naturale <strong>di</strong> tre<br />
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Macri S., 1846. Osservazioni intorno ad una novella specie <strong>di</strong><br />
Doride del nostro mar Tirreno. Ren<strong>di</strong>conto della Real Accademia<br />
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Errata corrige<br />
<strong>Notiziario</strong> Vol. 30, n. 1 del 2012<br />
poli. Memorie della Real Accademia <strong>di</strong> Scienze Fisiche e Matematiche<br />
<strong>di</strong> Napoli, 6 (2): 1-18, 1 tav.<br />
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Oken L., 1815. Okens lehrbuch der Naturgeschichte. 3 (1). Zoologie.<br />
C.B. Regiam, Leipzig. 850 pp.<br />
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Lettere <strong>di</strong> Nicola Tiberi. Stab<strong>il</strong>imento Tipografico del<br />
cav. Gaetano Nob<strong>il</strong>e, Napoli. 16 pp., 2 tavv.<br />
Nel lavoro <strong>di</strong> A. Callea “Il Genere Lindapterys Petuch, 1987 (Gastropoda: Muricidae: Ergalataxinae)” alle pagg. 3 e 11<br />
sono state invertite le figure 1 e 2 per cui la Fig. 1 <strong>di</strong>venta Fig. 2 e viceversa, fermo restando le <strong>di</strong>dascalie che sono<br />
corrette.
Contributi<br />
1 Brunetti M. Mauro Il mare <strong>di</strong> San Lorenzo<br />
(Bologna)<br />
3 Vannozzi A. & Hallgass A. La struttura<br />
della conchiglia nella famiglia Claus<strong>il</strong>iidae<br />
(Gastropoda: Pulmonata)<br />
10 Piva G. Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle<br />
naturali da una sola conchiglia <strong>di</strong> Pinctada<br />
Foto copertina<br />
Cymathium parthenopeum (Von Salis, 1793)<br />
Capri, Cala <strong>di</strong> Matermania<br />
foto Antonio Federico<br />
Sommario<br />
margaritifera (Linnaeus, 1758) (Bivalvia:<br />
Pteriidae)<br />
13 Viviano G. Intervista a Vittorio Emanuele<br />
Orlando<br />
17 Callea A. Genere Calliostoma Swainson, 1840:<br />
<strong>il</strong> sottogenere Maurea Oliver, 1926<br />
(Vetigastropoda: Calliostomatidae)<br />
29 Fasulo G. Taxa <strong>di</strong> molluschi marini<br />
“napoletani” per toponimia