BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

Performance itinerante in cuffia | durata 120 min | in italiano

punto di partenza: Via Cesare Cesariano, 8 Milano


Una mappa di parole e suoni, un disegno di luoghi e storie, un percorso audio a misura di cittadino, che attraversa Milano e unisce Parco Sempione a Villapizzone, Lambrate ai Navigli, Paolo Sarpi a Rimembranze di Greco. In ogni luogo la cronaca e la storia di Milano incrociano le storie personali dei cittadini, così in una strada una targa ricorda uno scienziato mentre al civico 2 una ragazza entra nella casa che segna l’inizio della sua storia nella città; una piazza diventa un campo da calcio dove si gioca una partita tra vecchi e nuovi abitanti; una canzone ricorda un concerto annullato all’ultimo minuto e un titolo di giornale rimbalza tra gli anni della contestazione e l’omicidio nell’albergo proprio accanto a quel locale dove tutte le mattine si faceva colazione ai tempi dell’Università.

Sono luoghi di crescita e di trasformazione, di memoria e proiezioni di futuro quelli che il pubblico è chiamato ad attraversare: alcuni solo evocati, altri realmente toccati dal percorso a piedi che il pubblico è chiamato a seguire. Lungo la strada incontri inaspettati, soste improvvise e cambiamenti di percorso: un viaggio per Milano allo stesso tempo collettivo e individuale, dove perdersi tra passato, presente e futuro diventa un modo per scoprire quello che non sapevamo di conoscere.

La performance è realizzata in seguito a un laboratorio teatrale cominciato a Living Moneta e proseguito a ZONA K.
“BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini” – ispirato al progetto dello Staatsschauspiel di Dresda – è uno spazio aperto al confronto per trasformare le riflessioni, le urgenze e le domande dei cittadini in linguaggio artistico e trovare così nuove forme di partecipazione attiva

Un progetto di ZONA K Performer, autori/autrici dei testi Massimo Amati, Eleonora Bedon, Emilia Bella, Francesco Cecinato, Francesca Gerli, Maria Teresa Gimelli, Paolo Grulla, Fabio Lastella, Elena Lerra, Cristina Pecchillo Veronese, Sara Pennati, Daniela Petrillo, Irmtraut Tonndorf Drammaturgia e regia Federica Di Rosa Organizzazione e aiuto regia Leda Peccatori Editing audio Davide Stecconi Laboratorio a Living Moneta/Associazione Porta Moneta a cura di Miriam Selima Fieno, Nicola Di Chio Laboratorio a ZONA K a cura di Federica Di Ros con Leda Peccatori Si ringrazia LibrOsteria, Ristorante Pizzeria Mediterraneo, Giardini In transito Lea Garofalo

Foto da Pexel: Francesco Ungaro

Con pièce di:

foto di Thies Ratzke

Chiara Bersani e Marco D’Agostin 

Coreografi e danzatori italiani, una con disabilità e l’altro no, esplorano insieme la nozione di “corpo politico” da più di dieci anni. Per Paesaggi condivisi offrono al pubblico un picnic inconsueto, nel quale il paesaggio è tanto condiviso quanto inaccessibile. Clicca sulla foto per approfondire.

El Conde de Torrefiel

Il collettivo spagnolo composto da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert mette solitamente in scena spettacoli in cui dialogano testi e “tableaux vivants”, ponendo la lettura al centro del dispositivo. Per Paesaggi condivisi il duo propone ai partecipanti un paesaggio “sottotitolato”: su uno schermo led immerso nell’ambiente naturale scorre un testo che gli spettatori sono invitati a leggere collettivamente – insieme al paesaggio circostante – per analizzare, decostruire e reinterpretare le nostre rappresentazioni della natura. Clicca sulla foto per approfondire.

foto di Bruno Simao

Sofia Dias e Vítor Roriz  

Dal 2006, il duo di artisti e coreografi portoghesi ha sviluppato un linguaggio coreografico che combina movimento, linguaggio e suono. Per Paesaggi condivisi il duo ha creato una composizione sonora che guida e coordina due gruppi di spettatori attraverso la foresta, in una specie di pas de deux che mette in discussione i legami tra uomo e natura. Testi, canzoni e paesaggi sonori danno forma a una nuova geometria dello spazio da condividere con gli altri partecipanti. Clicca sulla foto per approfondire.

foto di Luca Del Pia

Antonio Tagliarini
Autore, regista e performer.
I primi amori, e di conseguenza la sua formazione, sono la danza contemporanea e la performing art, che segnano profondamente il rapporto dell’artista con l’arte scenica. Comincia poi a studiare e approfondire l’arte più strettamente teatrale.
È autore e interprete di diversi spettacoli e performance che presenta in festival italiani e internazionali.

Begüm Erciyas e Daniel Kötter

Begüm Erciyas, artista turco-belga, e Daniel Kötter, regista tedesco, creano mondi intimi, ibridi e sfaccettati con l’aiuto di diversi media e tecnologie. In Paesaggi condivisi propongono ai partecipanti di indossare visori VR per immergersi in un paesaggio svuotato di ogni presenza umana e lasciato alla mercé dello sfruttamento economico. Gli spettatori diventano invisibili gli uni agli altri e fanno un’esperienza intima e collettiva al contempo. Clicca sulla foto per approfondire.

foto di Mv Kummer

Stefan Kaegi (Rimini Protokoll)  

Regista svizzero del collettivo tedesco Rimini Protokoll, crea solitamente progetti inusuali per lo spazio urbano. In Paesaggi condivisi invita i partecipanti a sdraiarsi sotto gli alberi, con il viso rivolto verso le chiome: una conversazione registrata da ascoltare in cuffia li guiderà in un’esperienza sonora immersiva che inverte le prospettive. Clicca sulla foto per approfondire.

foto di Sergio Bertani

Riccardo Tabilio

Autore teatrale, regista e sound designer, lavora con realtà affermate del teatro partecipato e documentario in Italia e all’estero. È autore di molti spettacoli performativi di Kepler-452 (Lapsus Urbano; Consegne; Gli Altri; Album), ha scritto per registi come Silvio Peroni (QAnon Revolution) e per Rimini Protokoll e ZONA K nel progetto Fase Nove. Collabora tra gli altri con 4704, Karakorum Teatro, Teatro della Cooperativa. Nel 2021 il suo Leviatano è stato vincitore del premio NDN di Idra.

foto di Michael Chiu

Ari Benjamin Meyers 

Compositore e artista americano che vive a Berlino, nel suo lavoro esplora la natura performativa e socio-politica della musica insieme a musicisti di ogni estrazione e provenienza. Per Paesaggi condivisi  ha accolto la sfida di comporre per il territorio. Le sue composizioni musicali, interpretate da artisti locali, accompagnano l’intero cammino disegnando vibranti cartografie sonore dello spazio. Clicca sulla foto per approfondire.

Émilie Rousset 

Regista francese, indaga e raccoglie archivi e materiale documentario che elabora nelle sue opere teatrali, nelle sue installazioni e nei suoi film. Per Paesaggi condivisi ha raccolto le parole di esperti – un avvocato ambientalista, un agricoltore, un tecnico bio-acustico - che saranno portate al pubblico da alcuni performer e una macchina agricola, invitandolo ad esplorare i legami tra scienza, tecnologia, economia e paesaggio. Clicca sulla foto per approfondire.

RITORA A PAESAGGI CONDIVISI

foto copertina ©CHLOE COHEN

Ant Hampton/Time Based Editions (GB/DE)

esperienza individuale | durata 80 min
disponibile in italiano, inglese, francese e olandese

in collaborazione e c/o Casa degli Artisti Milano
Via Tommaso da Cazzaniga, Corso Garibaldi, 89/A

LA FRUIZIONE DELL’AUDIO AVVIENE DAL PROPRIO SMARTPHONE,
PRESENTARSI CON CARICA AL MASSIMO E MUNITI DELLE PROPRIE CUFFIE


Ant Hampton presenta il primo di una nuova serie di “libri dal vivo” – Time Based Editions – in cui fotografie e audio conducono in un viaggio attraverso le pagine intrecciando Storia, autobiografia, letteratura e un’indagine urgente sulle atrocità nascoste perpetuate ai margini dell’Europa.

Borderline Visible inizia come un récit de voyage, un viaggio da Losanna a Smirne intrapreso da due artisti e amici. In Grecia, problemi di salute costringono una di loro a fermarsi, mentre l’altro prosegue verso la Turchia, restando improvvisamente solo. La narrazione si trasforma in una psico-geografia commovente e travagliata. Passando dal “noi” all’”io”, dal presente al passato, dal personale al politico, Ant Hampton tenta di dare valore e significato alle rovine fin troppo umane dell’ambizione, della storia e del linguaggio. L’attento processo di ricomposizione, porta gradualmente alla luce una costellazione complessa di storia ebraica, fine dell’Impero Ottomano e diaspore sefardite, voci, terremoti, turismo e migrazioni forzate, salute mentale e demenza, rondoni, rondini e La terra desolata di TS Eliot.


Che differenza c’è tra viverlo collettivamente e farlo da soli?

In parte è la stessa differenza che c’è tra vedere un film a casa o al cinema con altri. Soprattutto quando, come in questo caso, il materiale e la storia arrivano a un punto in cui la testimonianza collettiva si sente necessaria.
Ma con un “libro dal vivo” di Time Based Editions non stiamo semplicemente guardando un film.
Diventiamo consapevoli del movimento che ci circonda: un’eco coreografica del nostro stesso sfogliare le pagine; dita che tracciano linee insieme, un libro che viene capovolto in sicrono con gli altri.
Con questa consapevolezza la nostra attenzione si distoglie dall’immagine e dalla rappresentazione per concentrarsi sul libro come oggetto materiale e sul nostro rapporto incarnato con esso.
A volte la richiesta di “chiudere gli occhi” non è presente nella versione collettiva. Al contrario, la luce può affievolirsi o scomparire del tutto, lasciandoci momentaneamente con i libri nell’oscurità mentre il suono continua.

Di Ant Hampton Feedback David Bergé Progettazione del libro Roland Brauchli Basato su un progetto ideato con Rita Pauls Music Perila, Oren Ambarchi Grazie a Pieter Ampe, Giorgos Antoniou, Sae Bosco e Samos Volunteers, Yannick Christian, Hani Dunia, Effi & Amir, Tim Etchells, Katy Fallon, Martin Hampton, Britt Hatzius, Leo Kay, LAPS, Camille Louis, Eva Neklyaeva, Beyhan Onur, Anelka Tavares, Prodromos Tsinikoris, Giulia de Vecchi, Anny Y

I crediti delle varie versioni sono consultabili alla pagina https://timebasededitions.com/Product-page

TIME BASED EDITIONS è un marchio di Photographic Expanded Publishing Athens creato con il supporto di The Resonance Foundation (Los Angeles) Bimeras (Istanbul / Berlin) Théâtre Vidy (Lausanne) Sostegno alla ricerca e ai prototipi Lita House of Production and Kundura Stage (Istanbul) National Theatre of Northern Greece (Thessaloniki).

Più info su  www.timebasededitions.com / instagram: @time_based_editions

Foto di Doc Lab

Ant Hampton è un artista tedesco-britannico che crea performance basate sulla tensione tra fotogrammi fissi e interpretazioni variabili. Da più di 20 anni sviluppa situazioni che riuniscono diversi artisti per creare performance inaspettate. Già nel 1999 invitava artisti, ogni volta diversi e spesso “non professionisti”, a seguire istruzioni in pubblico senza alcuna preparazione preventiva. Successivamente, questo approccio si espanse fino a includere il pubblico stesso, un filone di lavoro che divenne noto come Autoteatro. Oggi sono 10 gli spettacoli della serie Autoteatro in tournée nel mondo, in oltre 60 versioni linguistiche diverse. Ant Hampton collabora spesso con altri artisti tra cui Tim Etchells, Christophe Meierhans, Britt Hatzius, Gert-Jan Stam, Ivana Müller, Anna Rispoli e Rita Pauls.

In collaborazione con

Con l’animale di Numero23Prod – Massimo Furlan and Claire de Ribaupierre 

In residenza dal 28 novembre all’8 dicembre 2023


La loro ricerca artistica pone l’attenzione sulle relazioni tra la natura e i suoi abitanti: chi sono i protagonisti, come interagiscono, come si influenzano a vicenda ed evolvono nello stesso tempo e nello stesso luogo. La raccolta delle testimonianze si trasformerà in un testo teatrale.

Oggi ci accorgiamo sempre più spesso che stiamo trascurando le conoscenze ancestrali, basate su un equilibrio tra ciò che prendiamo dalla natura e ciò che le lasciamo il tempo di ricostituire. Se non conosciamo più l’ambiente, lo stiamo trascurando e se ne prendiamo troppo, lo stiamo distruggendo. Senza la conoscenza dell’intelligenza di ciò che ci circonda, distruggiamo noi stessi.

Unancha di Ismael Pacheco Condoy

In residenza dal 24 ottobre al 5 novembre 2023


Un progetto musicale multidisciplinare che intende sperimentare e creare un primo live audio-visivo.

Le sperimentazioni toccano il tema del futurismo indigeno o futurismo andino.

Oltre ogni limite, ovvero del vivere quotidiano di Teatro dei Borgia

In residenza dal 15 al 22 settembre 2023


“Un limite, un confine o una frontiera sono delle linee reali o simboliche in cui contatto e conflitto si avvicendano, oppure coesistono.
Dove il confine divide? E dove, invece, unisce? Un confine può essere politico e rappresentare uno strumento di esercizio del potere; oppure simbolico, con l’intento di escludere. Ma quando il confine si fa inclusivo?”
Questo lavoro intende indagare la volontà di andare a vedere cosa c’è oltre, al di là di un confine, di studiare da un punto di vista storico e antropologico quali sono le situazioni in cui il confine, da essere schierato, diventa neutrale. Un progetto interdisciplinare di formazione, ricerca e produzione artistica focalizzato sul dialogo e lo scambio tra Pratiche e Saperi, teso alla scoperta di punti di congiunzione tra teatro d’arte, sociologia, antropologia, politica e alterità.

Walking Landscape di Moni Wespi

In residenza nei periodi 5 giugno + 2 – 6 luglio + 14 – 20 dicembre 2023


Walking Landscapes è il nuovo progetto che Moni Wespi intende esplorare insieme nel programma di residenza a ZONA K. 

Moni prosegue la ricerca, iniziata nel 2014 con il progetto Moving Portraits, sul rapporto tra l’umano e il paesaggio, sulle nostre identità e l’ambiente che ci circonda e sulla lentezza, sul concetto di rallentamento attraverso la pratica del micromovimento. Walking Landscapes vuole essere un’opera site specific e partecipata, rivolta a un quartiere e i suoi cittadini: con stampe fotografiche su stoffa Moni Wespi realizzerà costumi che riproducano porzioni degli spazi urbani scelti.

Un progetto di Moni Wespi in collaborazione con Noemi Bresciani, Marco De Meo e Fiorenza Auriemma

Direzioni possibili di Silvia Rigon

In residenza dal 2 al 14 maggio + 18 maggio 2023
Restituzione pubblica 18 maggio 2023


Si tratta di una residenza di ricerca incentrata su cosa significhi direzione artistica.

Durante il periodo di studio si vuole esplorare il rapporto tra curatela e direzione artistica attraverso il confronto con figure che ricoprono o hanno ricoperto il ruolo. La finalità è esplorare quali sono le possibilità, le direzioni e le forme che il settore dello spettacolo dal vivo potrà prendere in futuro con un’attenzione particolare ai rapporti con gli altri Paesi dell’Unione Europea e del mondo.

Nel concreto l’artista in residenza organizza delle videoconferenze pubbliche con alcune figure significative attivando un confronto attivo e ragionato che abbraccia varie sfaccettature del ruolo.

DANIELA di Giulia Scotti

In residenza dal 27 febbraio al 12 marzo + 30 settembre 2023


Ho iniziato a scrivere questo testo a febbraio del 2021, l’ho finito a dicembre dello stesso anno.
All’inizio credevo di stare scrivendo la sceneggiatura per un fumetto perché l’anno prima avevo disegnato e scritto il mio primo fumetto e mi era stato detto che era un buon lavoro e che avrei dovuto iniziare a pensare ad una nuova storia.

Ho iniziato a scrivere questo testo, per scene, come faccio sempre.
Non mi sono imposta una forma, perciò le scene sono venute lunghe, molto scritte. Quando sono arrivata alla fine del testo, non sapevo cosa fosse: era troppo scritto per essere un fumetto, troppo corto per essere un romanzo, troppo narrativo per essere una drammaturgia. Ad oggi non escludo nessuno di questi esiti.

testo e regia Giulia Scotti consulenza Alessandra Ventrella 

Tolja Djokovic (IT)

performance

c/o case private

in collaborazione con STANZE


A più voci (quaderno proibito) è un progetto che pone al centro la relazione tra la scrittura e la creatività femminile con il tema della casa e del lavoro domestico. Tolja Djokovic risponde così a una richiesta di Periferico Festival di Modena sulla possibilità di innescare un percorso di co-creazione partendo dalla condivisione di una riflessione sull’arte e sulla vita delle donne di oggi. Tre diventano le coordinate del lavoro: la prima riguarda una ricerca sulle fonti letterarie: scrittrici che hanno parlato della loro scrittura come “domestica” cioè donne che hanno portato avanti la loro pratica creativa barcamenandosi con il lavoro casalingo, e autrici che hanno messo a tema la relazione tra casa e creatività. La seconda coordinata fondamentale è il coinvolgimento di comunità di donne non professioniste del teatro, che hanno voglia di partecipare a una creazione teatrale. La terza coordinata riguarda i luoghi della performance: case private che diventano l’occasione per generare un incontro tra chi vi abita, chi ha scritto e chi guarda. 

A più voci (quaderno proibito) prende la forma di una mini-serie e si struttura in cinque episodi interconnessi e autoconclusivi intorno alla scrittura delle donne, al tema della casa, del lavoro domestico e della creatività. 

Dopo un debutto a Periferico Festival a ottobre, il progetto arriva a Milano con il coinvolgimento di un gruppo di donne della città.

Un progetto di Tolja Djokovic  Con la partecipazione di un gruppo di donne di Modena e Milano Produzione di E production, Periferico festival, ZONA K

Tolja Djokovic è cresciuta a Roma ma vive a Milano. Laureata in Filologia e letteratura italiana con una tesi di ricerca sulla lettura ad alta voce del testo poetico, lavora in teatro come attrice e autrice dal 2009. Nel 2018 partecipa al Corso di Perfezionamento Dramaturg internazionale della Scuola di Teatro Iolanda Gazzarro di ERT. Nel 2019 fonda la compagnia tostacarusa per cui è drammturga e regista. Nel 2021 partecipa alla scrittura di Per la città dolente, produzione Teatro Metastasio, con la regia di Roberto Latini. Nel 2022 è presente alla Biennale Teatro di Venezia con il testo En Abyme con la regia di Fabiana Iacozzilli. Nel 2023 vince il 57esimo Premio Riccione per il Teatro con il testo Lucia camminava.

Giulia Scotti (IT)

spettacolo | durata 60 min.

c/o ZONA K, ingresso gratuito consentito previo tesseramento 2024


“Nella mia famiglia ci sono storie che non vengono raccontate nella convinzione che quello che non si dice non si saprà mai. Della storia di mia zia nessuno ha mai detto niente a me e a mio fratello, quello che sapevamo era che mio padre aveva tre sorelle e che adesso noi abbiamo due zie e che pertanto una delle tre non era più viva, Daniela. Non ho ricordi di lei da viva, ne di noi due insieme. C’è una sua fotografia, quella sì la ricordo, non mi è mai piaciuta, è un po’ sgranata, un po’ anonima, e la faccia di mia zia è gialla, o almeno così mi sembrava quando la guardavo da bambina. E’ la foto che si consegna agli amici e ai parenti il giorno del funerale. Quando è morta nessuno me lo ha detto. Ho un’immagine di quel pomeriggio. Sto camminando per la casa, mi fermo davanti al bagno dei miei genitori, ho come un presentimento. La porta è semi aperta, io guardo dentro: c’è mio padre, in piedi, con le braccia lunghe, tese, appoggiate al lavandino, sta piangendo, piange disperato, trema, si scuote, ma senza fare rumore. Ricordo di essermi preoccupata perché non avevo mai visto mio padre piangere. Sono cresciuta e non ci ho più pensato: mia zia era morta e la morte fa venire tristezza, per questo, immaginavo, nessuno ne parlava mai. Poi un giorno, avevo venticinque anni, mio padre è venuto da me e mi ha raccontato la storia di Daniela. Lo ha fatto senza fermarsi, senza omettere niente, come se aspettasse quel momento da tutta la vita. Questa è la storia di mia zia come l’ho saputa da mio papà, è la storia di un uomo che vuole salvare sua sorella dalla morte ma non ci riesce.
Quasi tutto è vero, alcuni pezzi sono inventati.” Giulia Scotti

Vincitore del Premio “Tuttoteatro.com” Dante Cappelletti 2023
Menzione speciale bando Odiolestate 2023

testo e regia Giulia Scotti collaborazione al progetto Andrea Pizzalis consulenza Alessandra Ventrella con Giulia Scotti disegno luci Elena Vastano suono Lemmo coproduzione INDEX, tuttoteatro.com residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia, Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), Olinda/TeatroLaCucina in collaborazione con mare culturale urbano, Ex Asilo Filangieri produzione, organizzazione, amministrazione Valentina Bertolino, Silvia Parlani, Grazia Sgueglia comunicazione Francesco Di Stefano
Si ringraziano Antonio Tagliarini, Fabiana Iacozzilli, Francesco Alberici per averci creduto per primi. Un ringraziamento particolare a Daria Deflorian per il sostegno al progetto

Foto a cura dell’artista

Giulia Scotti si diploma come attrice presso Grock – Scuola di Teatro. Partecipa come attrice a diversi spettacoli, di cui l’ultimo Elogio della vita a rovescio con la regia di Daria Deflorian; oltre alla pratica teatrale esplora diversi medium espressivi, fino ad avvicinarsi al fumetto. Nel 2018 viene selezionata per il progetto europeo Artists@Work. Nasce Fermata Rogoredo, breve storia a fumetti esposta durante il festival di Internazionale a Ferrara, ed. 2018. Nel 2020 con il suo fumetto d’esordio Tutto quello che non ho dimenticato vince il primo premio, assegnato dallo scrittore Paolo Cognetti, del Milano Pitch per la sezione libri di narrativa adulti. Nel 2019 fonda, insieme ad un collettivo di attrici e attori, l’associazione Praxis, che lavora proponendo una commistione tra le arti performative, la disciplina antropologica e i metodi di ricerca sociale. Quello che non c’è è il progetto personale attualmente in lavorazione. 

Diana Anselmo e Sara Pranovi (IT)

performance in italiano e in LIS  | durata 50 min

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024
In collaborazione con Danae Festival


Je Vous Aime è una lecture-performance che tratta di un corto, cortissimo così, da durare appena un secondo: è il 1891, quattro anni prima della prima dei Lumière. Georges Demenÿ inventa un apparecchio che per la prima volta riesce a proiettare una debole immagine in movimento: il suo stesso volto che pronuncia le parole «Je vous aime». Si tratta del primo video di sempre che, tecnicamente parlando, porterà all’invenzione del cinematografo prima e del cinema poi.

Partendo dalla Storia, sempre frutto di una minuziosa scelta tra ciò che può essere conservato e ciò che no, e dall’Archivio, dispositivo al servizio di un certo sistema di potere, la performance pone in luce l’anti-storia, ovvero «coloro di cui la Storia non tiene conto»; svelando così come quel primo video fosse finalizzato ad insegnare la lettura labiale a dei ragazzi Sordi – dopo che venne per legge impedito loro di segnare. Tale fu il verdetto del Congresso di Milano, le cui conseguenze si riversano ancora nelle Sorde e nelle Sordi di oggi. In Italia, la LIS torna ad essere riconosciuta come vera lingua solo a maggio 2021: 141 anni dopo.

Je vous Aime è dunque un’azione scenica performativa multimediale che si dipana fra storytelling verbale, slides, video-testimonianze in Lingua Italiana dei Segni (LIS) e Visual Sign (forma poetica delle lingue dei segni) con lo scopo di parlare di audismo, fonocentrismo e linguicismo, e di riscrivere la «letteratura dei padroni».

performer Diana Anselmo e Sara Pranovi regia Diana Anselmo video testimonianze Paolo Girardi, Leonarda Catalano, Mario Minucci, Maurizio Anselmo, Anna Folchi, Vincenza Giuranna, Diana Vantini, Matteo Pedrazzi realizzata col sostegno di IntercettAzioni – Centro di residenza artistica della Lombardia

Foto di Sara Meliti

Diana Anselmo è performer Sordo, attivista ed essere umano improvvisato.
Bilingue LIS e italiano, esordisce con la sua prima performance “Autoritratto in 3 atti” (2021), tutt’ora presentata in vari festival italiani e internazionali. All’estero esordisce a Berlino con “Le Sacre du Printemps (2022)” di Xavier Le Roy. È tra i fondatori di Al.Di.Qua. Artists, prima associazione in Europa di e per artist* con disabilità.

Sara Pranovi è interprete LIS con competenze specifiche nel mondo performativo.In scena ha tradotto in LIS numerosi spettacoli: al fianco di Marta Cuscunà (Corvidae, Sguardi di Specie) e di Irene Serini (Abracadabra), ma ha anche interpretato in lingua dei segni le opere “Abbracci” di Teatro Telaio, “I Danni del Pomodoro” di Teatro d’Emergenza, “Escargot” di Teatro del Piccione, “Il Tenace Soldatino di Piombo” di Teatro delle Apparizioni e “Pornodrama 2.0” di Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino.

Guinea Pigs (IT)

EXTRA FOCUS

spettacolo  | durata 80 min

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024


Una fiction teatrale sui diritti di cittadinanza che racconta il passaggio dall’adolescenza all’età adulta di una ragazza di seconda generazione alle prese con la costruzione dell’identità, il conflitto con la famiglia e il rapporto con le proprie origini, e gli ostacoli causati dai diritti di cittadinanza mancati nella vita scolastica e nel mondo dello sport. La storia si concentra su un momento cardine della vita della protagonista: il compimento dei 18 anni e la vede fare i conti con i desideri, le aspettative e le rinunce che questo “traguardo” porta nella sua esistenza. Lo spettacolo parla di scuola, di rapporto tra generazioni, di educazione, di privilegi acquisiti per nascita e di diritti mancati per legge. I personaggi adolescenti sono interpretati da ragazze e ragazzi incontrati lungo il percorso di produzione, mentre attori e attrici adulti rappresentano la famiglia e la comunità educante.

Lo spettacolo arriva a conclusione di tre anni di lavoro del Laboratorio d’Arte Performativa Guinea Pigs con gruppi di persone adolescenti a Milano e in Lombardia. Ogni aspetto del lavoro di creazione è pensato, scritto in collaborazione e dialogo con il gruppo di lavoro: un processo di creazione collettivo e transgenerazionale dove ogni soggetto coinvolto trova uno spazio di racconto, azione e rappresentazione. L’Italia è relativa vuole essere anche l’occasione per ragionare sul privilegio inconsapevole che riguarda buona parte della popolazione già italiana e per interrogarsi pubblicamente su qual è la società che stiamo immaginando o stiamo decidendo consapevolmente di non immaginare.

uno spettacolo di Giulia Tollis e Riccardo Mallus con Letizia Bravi, Ivna Lamart, Marco De Francesca e un cast di adolescenti in via di definizione drammaturgia Giulia Tollis regia Riccardo Mallus e Mohamed Boughanmi Rengifo video Julian Soardi con la collaborazione di Ilenia Mia Carrozzo, Giovanni Di Ponziano, Anna Simon Hanna una produzione Laboratorio d’Arte Performativa Guinea Pigs con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, e di ZONA K, Industria Scenica, Residenza artistica multidisciplinare Ilinxarium, Casa degli Artisti (Milano), Compagnia Carnevale, Centro Culturale Barrio’s

Il Laboratorio d’Arte Performativa Guinea Pigs si occupa di creare spettacoli, installazioni, eventi, esperienze culturali in spazi teatrali e in contesti sociali urbani. Opera per la diffusione della cultura dell’inclusione, della parità di genere, della comunicazione intergenerazionale, del dialogo interculturale condividendo anche percorsi di formazione artistica con persone non professioniste in Lombardia e in Emilia Romagna. Fanno parte del Laboratorio d’Arte Performativa Guinea Pigs: Letizia Bravi (attrice, direttrice artistica di festival e attivista), Giulia Tollis (drammaturga e docente della Civica Scuola Paolo Grassi di Milano), Marco De Francesca (attore, curatore e architetto) e Riccardo Mallus (regista e docente della Civica Scuola Paolo Grassi di Milano).

Atti di Guerra, il primo spettacolo, debutta nel 2016 al Festival Primavera dei Teatri e ottiene il Premio Giuria Giornalisti @ Giovani Realtà del Teatro, il Premio Miglior Performance Teatrale @ Festival Young Station e arriva in finale al Premio Cassino Off per il Teatro Civile. Lo spettacolo affronta le tematiche del bullismo e della violenza di genere. Le produzioni teatrali che seguono sono: Casca la terra dell’autore salentino Fabio Chiriatti, co-prodotto nel 2017 con il Teatro Out Off di Milano e con il contributo del bando Siae Sillumina, affronta la costruzione dell’identità nelle relazioni personali e professionali;  #nuovipoveri, realizzato nel 2020, grazie al sostegno di Zona K e di Next – laboratorio delle idee, ed. 2019/2020 e di Teatro delle Moire,  un’indagine sviluppata con gli strumenti del teatro e della video-arte intorno alla percezione dei concetti di ricchezza e povertà. Lo spettacolo è tra i 6 spettacoli finalisti del premio In-Box 2022 e vince il premio In-Box Generation 2022.

Tra i progetti in essere: In lotta con la realtà, installazioni e performance people e site specific, con la collaborazione dello scultore Anelo1997, in workinprogress presso Casa degli Artisti di Milano nell’ambito del programma Residenza Koinótes e le performance urbane dal titolo #italiadovesei che coinvolgono un gruppo di adolescenti, in qualità di performer e co-autrici e co-autori, in azioni pubbliche nei parchi e nei giardini della città di Milano e attivano momenti di incontro e di confronto sui temi dei diritti alla cittadinanza. www.guineapigs.it

Massimo Furlan / Claire De Ribaupierre (CH)

spettacolo  | durata 70 min | in italiano

c/o Parco delle Cave


Con l’animale è la seconda parte della “Trilogia delle contaminazioni”, un progetto in cui Massimo Furlan e Claire de Ribaupierre si interrogano sui rapporti che abbiamo con la natura e i suoi abitanti, per comprendere come è costituito un ambiente: chi sono i protagonisti, come interagiscono, si evolvono contestualmente e costantemente. Comprendere cosa ci unisce, cosa abbiamo tutti in comune. Come costruiamo equilibri o causiamo squilibri, come creiamo alleanze o rotture, come conviviamo.

Lo spettacolo Con l’animale prende avvio da interviste a persone che hanno un rapporto speciale con il mondo selvatico: guardie della fauna selvatica, guardiacaccia, pescatori, cacciatori locali, teorici dell’ecologia e filosofi. Le storie raccontate riflettono la ricchezza di conoscenze e di legami con gli animali. Fiumi e foreste si rivelano ambienti ricchi di contaminazioni, condensando alcuni dei paradossi del nostro tempo. Gli artisti si interrogano sulle loro abitudini e attrezzature e ascoltano le loro storie, aneddoti ed esperienze. I loro legami con la natura sono al centro della maggior parte delle questioni che riguardano il nostro rapporto con gli animali e la natura: le loro azioni e le loro pratiche combinano tradizione e questioni contemporanee, esigenze necessarie (regolazione della popolazione, alimentazione umana, ecc.) e passatempi domenicali, comprensione intima degli animali nei loro ambienti e domande sull’intervento umano negli ecosistemi naturali.

Oggi, sempre di più, stiamo trascurando la conoscenza ancestrale basata sull’equilibrio tra ciò che prendiamo dalla natura e ciò che le diamo il tempo di ricostituirsi. Non conoscere più l’ambiente significa trascurarlo, trarne eccessivo vantaggio significa distruggerlo. Senza la conoscenza dell’intelligenza di ciò che ci circonda, ci distruggiamo.

un progetto di Massimo Furlan e Claire de Ribaupierre regia Massimo Furlan drammaturgia Claire de Ribaupierre con Tommaso Banfi, Vanni Bruscaglioni, Fabio Fiochi, Paolo Nicolini, Andrea Reversi, Pablo Vallin direzione tecnica Jérôme Vernez luci Etienne Gache suono Aurélien Chouzenoux amministrazione e produzione Noémie Doutreleau tournée e produzione Jérôme Pique produzione Numero23Prod. coproduzione Théâtre Vidy-Lausanne (CH) ; Les 2 scènes, Besançon (FR) con il sostegno di Far Festival, Nyon
Ville de Lausanne, Etat de Vaud, Pro Helvetia – Fondation Suisse pour la Cultura, Loterie Romande, Fondation Leenaards, Fondation Ernst Goehner, Percento culturale Migros.

Questa performance è sostenuta dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg Francia-Svizzera nell’ambito del progetto progetto CDuLaB.

Foto di PierreNydegger

Dopo la formazione all’Ecole des Beaux-Arts di Losanna, lo scenografo e artista visivo svizzero Massimo Furlan ha lavorato con diverse compagnie di danza e teatro. Nel 2003 ha fondato la sua compagnia dedicata alle arti dello spettacolo, Numéro23Prod, per interrogare l’atto della rappresentazione al di fuori dei confini dei generi. Le sue molteplici performance, essenzialmente articolate intorno all’umorismo e al contrasto, mettono in discussione le manifestazioni popolari, la nozione di squadra e i temi dell’immagine, della durata, dell’infanzia, della memoria e del gioco. Nel 1988 Furlan ha ottenuto un riconoscimento della fondazione romanda Irène Reymond e nel 2001 un Prix culturel vaudois jeunes créateurs beaux-arts. Nel 2014 riceve il Premio Culturale Svizzero del Teatro. I suoi lavori sono stati presentati nei teatri e festival di tutt’Europa.

Dal 2023 Claire de Ribaupierre è la drammaturga delle creazioni di Massimo Furlan. Laureata in Letteratura conduce ricerche nei campi dell’antropologia e delle immagini e della letteratura contemporanee.

FOCUS #3 · ROTTE

“La rotta va stabilita prima della navigazione e poi verificata strada facendo, passo dopo passo. Si tratta di avere une direzione che orienti il percorso. Così, da secoli, tendiamo a muoverci. Partiamo avendo una meta e un cammino. Vale per i nostri spostamenti, per la ricerca (il “metodo” viene da lì) come per ogni cammino di verità o direzione della cura di sé.

Oggi, piuttosto, abbiamo spesso l’impressione che qualcosa si sia rotto. Nei grandi cammini storici dell’umanità, nelle sensate esperienze o negli orientati percorsi sopra e dentro la propria anima, qualcosa si è interrotto. Queste rotture spesso ci interrogano, quando non arrivano a inquietarci, angosciarsi o anche disperarci.

Eppure, le rotture ci permettono anche di scoprire qualcosa che la direzione e il cammino di verità lasciavano nascosto. Presi com’eravamo dal senso, dal significato e dalla direzione del nostro procedere, ci dimenticavamo quel che nel tragitto ci accadeva, passo dopo passo, e quel che a ogni passo andava cancellandosi perché inevitabilmente lasciato indietro, scartato, (de)caduto.”…

Leggi l’editoriale completo di Matteo Bonazzi

PROGRAMMA

25 + 26 ottobre c/o ZONA K
Diana Anselmo e Sara Pranovi (IT)

8 + 9 novembre c/o ZONA K
Simon Senn (CH)

14 + 15 novembre c/o Teatro La Cucina
Berlin (BE)

4 – 6 dicembre c/o ZONA K
Giulia Scotti (IT)

13 + 14 dicembre c/o case private
Tolja Djokovic (IT)

Foto di Cesura – Design Nel Studio di Leonardo Mazzi

FOCUS #1 · TRANSITI

“Transiti, passaggi. Passaggi, confini. Confini, transiti. Il cerchio si chiude ed è un cerchio antichissimo, che riunisce l’atavico migrare dell’uomo rispetto all’autodeterminarsi delle popolazioni dentro un territorio, in qualche modo l’accaparrarsi una geografia, il costruire una mappa proprietaria su un bene comune.”…

Leggi l’editoriale completo di Angelo Miotto
[giornalista, documentarista, podcaster. Fondatore e direttore di Q Code Mag]


PROGRAMMA

8 + 9 marzo c/o ZONA K
Faustin Linyekula / Mamu Tshi (RDC/CH)

22 + 23 marzo c/o ZONA K
Lina Majdalanie e Rabih Mroué (LB/GE)

24 marzo c/o ZONA K
Lina Majdalanie e Rabih Mroué (LB/GE)

4 + 5 aprile c/o ZONA K
Zoë Demoustier / Ultima Vez (BE)

16 + 17 maggio c/o ZONA K
Ant Hampton (GB/CH)

Foto di Cesura – Design Nel Studio di Leonardo Mazzi

FOCUS #2 · TERRITORI

“Che strana condizione stiamo vivendo. La Terra reclama la nostra attenzione, la crisi climatica chiede di prenderci finalmente cura del nostro Pianeta, proprio quando ci sembrava di poterne prescindere. Alcuni (pochissimi super ricchi), progettando di trasferirsi altrove, colonizzando altri Pianeti o trasferendo la propria residenza su razzi spaziali in orbita lontano da qui. Altri (sempre di più), ritagliandosi un proprio recinto, all’interno di confini sempre più incerti quanto più ritenuti naturali, tradizionali, ereditati: noi dentro e gli altri fuori. Moltissimi (quanti miliardi?) alloggiando per molto del proprio tempo in spazi digitali, secondo codici e regole di natura topologica e non metrica. Tutti costruiamo territori esclusivi, case fatte a nostra misura, “particolari soluzioni abitative”, potremmo chiamarle nel linguaggio sciatto degli agenti immobiliari. Dunque, territori artificiali, che non esistono in natura, nostre proiezioni fantasmatiche. Con una particolarità mica da poco però: per essere abitabili questi territori hanno bisogno delle risorse estratte dal territorio comune che è la Terra: l’energia, il cibo, la manodopera, la tecnologia, i metalli, l’ossigeno, l’acqua…”

Leggi l’editoriale completo di Claudio Calvaresi

PROGRAMMA

8 + 9 e 15 + 16 giugno c/o Parco delle Groane
Caroline Barneaud, Stefan Kaegi (CH/GE)

22 + 23 giugno
ZONAK presenta
BÜRGERBHÜNE

10 + 11 settembre
Be Flat (BE)

20 + 21 settembre
Moni Wespi (CH/BE)

11 + 12 ottobre c/o SPAZI NATURALI
Massimo Furlan, Claire De Ribaupierre (CH)

Foto di Cesura – Design Nel Studio di Leonardo Mazzi

GEOGRAFIE

…”Oggi, nel tempo della iper-umanità, dell’antropocene che ha modificato irreversibilmente atmosfere e temperature, indagare le geografie del mondo e dell’anima significa attraversare le scelte dei popoli e di chi li domina e il concetto stesso di democrazia, la sua dimensione utopica, la tentazione di considerarla desueta. Significa interrogare, questionare, criticare, ringraziare o maledire l’umanità stessa, che nello spazio costruisce e dà nomi ai luoghi, progetta l’armonia o incuba il dominio e la distruzione. Le geografie che guardiamo, infine, ci mettono proprio davanti a un bivio: ci ricordano che niente è dato, e ogni terra promessa giusta è solo frutto di scelta e decisione.”

Leggi l’editoriale completo di Jacopo Tondelli, giornalista e scrittore, co-fondatore e direttore di Gli Stati Generali.


marzo – maggio 2024

FOCUS #1 · TRANSITI

8 + 9 marzo c/o ZONA K
Faustin Linyekula / Mamu Tshi (RDC/CH)

22 + 23 marzo c/o ZONA K
Lina Majdalanie e Rabih Mroué (LB/GE)

24 marzo c/o ZONA K
Lina Majdalanie e Rabih Mroué (LB/GE)

4 + 5 aprile c/o ZONA K
Zoë Demoustier / Ultima Vez (BE)

16 + 17 maggio c/o ZONA K
Ant Hampton (GB/CH)


giugno – settembre 2024

FOCUS #2 · TERRITORI

8 e 9 + 15 e 16 giugno
Caroline Barneaud, Stefan Kaegi (CH/GE)

10 + 11 settembre c/o spazi urbani
Be Flat (BE)

11 + 12 ottobre
Massimo Furlan, Claire De Ribaupierre (CH)

ottobre 2024

EXTRA FOCUS

4 – 6 ottobre c/o ZONA K
Guinea Pigs (IT)

ottobre – dicembre 2024

FOCUS #3 · ROTTE

25 + 26 ottobre c/o ZONA K 
Diana Anselmo E Sara Pranovi (IT)

8 + 9 novembre c/o ZONA K 
Simon Senn (CH)

14 – 15 novembre c/o Teatro La Cucina
Berlin (BE)

4 – 6 dicembre c/o ZONA K
Giulia Scotti (IT)

13 + 14 dicembre c/o case private
Tolja Djokovic (IT)

Le immagini del manifesto e materiali della stagione 2024 sono di Cesura, un collettivo fotografico indipendente il cui lavoro si concentra sul documentario fotografico autoriale. Nasce con il desiderio di essere una forza nuova ed autonoma nel panorama internazionale della fotografia, Cesura ha fondato anche una propria casa editrice indipendente e un laboratorio di stampa. Le sue pubblicazioni hanno ricevuto nel corso degli anni innumerevoli premi e riconoscimenti.
Alessandro Sala si occupa di temi sociali e questioni ambientali, ha seguito con particolare attenzione la crisi migratoria nel Mediterraneo concentrandosi sul processo di accoglienza dei richiedenti asilo. Nel 2022 vince la borsa ministeriale PAC con il progetto DIORAMI, un racconto di 8 meraviglie botaniche siciliane esposte all’Orto Botanico di Palermo.

Grafica: Neo Studio di Leonardo Mazzi.

Berlin (BE)

performance  | durata 110 min
in inglese con sottotitoli in italiano

c/o Teatro La Cucina / Olinda onlus via Ippocrate 45, Milano


Herbert è il nome di un uomo. L’altro si chiama Friedrich. Sono seduti nel parco Tiergarten, proprio nel centro di Berlino. È la città da cui la compagnia ha preso il nome e l’ultima della serie di ritratti di città immaginifiche del ciclo Holocene. Come spesso accade con BERLIN, che opera all’intersezione tra teatro e documentario cinematografico, vediamo i due uomini non dal vivo, ma su un grande schermo di proiezione.

In Europa, Berlino è considerata la città più severa perché unisce il pensare al passato e il pensare al futuro. Nel solco narrativo degli altri capitoli del ciclo, i BERLIN affrontano la complessa storia bellica della città concentrandosi su una storia più piccola, quella di Friedrich Mohr. Da giovane, Mohr fu direttore d’orchestra – “il roadie dell’orchestra” – dei Berliner Philharmoniker, finanziati dal Ministero della Propaganda di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, e rimase l’unica orchestra a suonare a Berlino nel 1945 mentre i bombardamenti alleati razziavano la città e l’Armata Rossa si avvicinava.

The making of Berlin – con la musica dei fiati eseguita dal vivo sul palco – offre uno sguardo senza filtri al processo di creazione di Berlino ma, soprattutto, ci offre la testimonianza di uno di quei “non coraggiosi” che non si sono opposti quando i loro colleghi e amici musicisti furono espulsi dall’orchestra perché ebrei.

La regista teatrale e cinematografica Fien Leysen riprende il processo di creazione per un documentario dietro le quinte. Le sue riprese finiscono anche nello spettacolo. Nel corso dello spettacolo si scopre gradualmente che la storia di Mohr è piena di inesattezze e che sembra voler ripristinare l’irreparabile. Fino a che punto si può spingere la verità quando si cerca un’espiazione?

Regia Yves Degryse Con (sul palco) Yves Degryse, Fien Leysen, Sam Loncke (alternato), Geert De Vleesschauwer, Marjolein Demey, Bregt Janssens, Koen Goossens (alternato) Rozanne Descheemaeker, Matea Majic, Diechje Minne, Jonathan van der Beek (alternato) con (film) Friedrich Mohr, Martin Wuttke, Stefan Lennert, Werner Buchholz, Alisa Tomina, Krijn Thijs, Chantal Pattyn, Symfonisch Orkest Opera Ballet Vlaanderen, Alejo Pérez, Yves Degryse, Caroline Große, Michael Becker, Claire Hoofwijk, Alejandro Urrutia, Marek Burák, Marvyn Pettina, Farnaz Emamverdi, Team BERLIN: Jane Seynaeve, Eveline Martens, Jessica Ridderhof, Geert De Vleesschauwer, Sam Loncke, Manu Siebens, Kurt Lannoye, Team Opera Ballet Vlaanderen: Jan Vandenhouwe, Lise Thomas, Eva Knapen, Christophe De Tremerie Video e video editing Geert De Vleesschauwer, Fien Leysen, Yves Degryse Stage video editing Maria Feenstra Riprese con il drone Yorick Leusink, Solon Lutz Filmati dietro le quinte Fien Leysen Scenografia Manu Siebens Construzione del set Manu Siebens, Ina Peeters, Rex Tee, Joris Festjens Scenografia e set cinematografico Jessica Ridderhof, Klaartje Vermeulen, Ruth Lodder, Ina Peeters Musica e  mixaggio Peter Van Laerhoven Musica live Rozanne Descheemaeker, Matea Majic, Diechje Minne, Jonathan van der Beek (alternato) Musica del film Peter Van Laerhoven, Tim Coenen, Symfonisch Orkest Opera Ballet Vlaanderen olv Alejo Pérez Mixaggio orchestra Maarten Buyl Sound design e mixaggio Arnold Bastiaanse Registrazione suoni Bas De Caluwé, Maarten Moesen, Bart Vandebril Coordinatore tecnico Manu Siebens, Geert De Vleesschauwer, Marjolein Demey Responsabile produzione Jessica Ridderhof Supporto alla produzione Germany Daniela Schwabe, Gordon Schirmer Ricerca Wagner Clem Robyns, Piet De Volder Stage di ricerca Annika Serong Fotografia Koen Broos, Gordon Schirmer Coordinatore tecnico BERLIN Marjolein Demey Assistente di produzione Jane Seynaeve Produzione BERLIN Coproduzione DE SINGEL (Antwerp, BE), le CENTQUATRE-PARIS (FR), Opera Ballet Vlaanderen (BE), VIERNULVIER (Ghent, BE), C-TAKT (Limburg, BE), Theaterfestival Boulevard (Den Bosch, NL), Berliner Festspiele (DE) Con il supporto del Flemish Government, Sabam for Culture, Tax Shelter of the Belgian federal government via Flanders Tax Shelter

Foto di Koen Broos

Fondatori di BERLIN nel 2003, Bart Baele, Caroline Rochlitz e Yves Degryse decisero di non scegliere un genere in particolare, ma di avventurarsi nel regno del documentario e lasciare che fossero i luoghi delle loro incursioni a guidare la loro ispirazione. Questa filosofia ha dato vita a due cicli progettuali: Holocene (l’attuale era geologica) dove il punto di partenza è sempre una città o un altro luogo del pianeta, e Horror Vacui (paura del vuoto) nel quale storie vere e toccanti vengono delicatamente districate attorno ad una tavola. Il ciclo Holocene comprende Jerusalem, Iqaluit, Bonanza, Moscow e Zvizdal. I primi tre episodi di Horror Vacui sono invece Tagfish, Land’s end e Perhaps all the dragons. I BERLIN sono tuttora al lavoro su entrambi i cicli. The Making of Berlin è l’ultimo capitolo di Holocene. La compagnia ha lavorato in 27 paesi diversi negli ultimi anni, all’interno di vari circuiti: dai teatri agli spazi espositivi, dai festival alle location speciali.

Simon Senn (CH)

spettacolo  | durata 60 min

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024


In questa conferenza digitale che funge da dimostrazione e confessione, Simon Senn, videografo e artista visivo ginevrino, dimostra come il mondo virtuale e il mondo reale non siano sempre in opposizione, rivelando gli inaspettati intrecci tra tecnologia, rappresentazione, genere e legge. L’esperienza di Simon Senn è iniziata quando ha acquistato online la replica digitale di un corpo femminile e l’ha portata in vita con dei sensori facilmente acquistabili e ha scoperto cosa si prova ad “avere” un corpo femminile – almeno attraverso gli occhiali 3D. L’esperienza è stata straordinaria. Chi è questa donna? Può fare tutto ciò che vuole con questo corpo digitale? E la nuova e piacevole sensualità che questa forma virtuale gli offre? Simon Senn è riuscito a rintracciare la giovane donna e a iniziare una discussione con lei (che continua ancora oggi), dove insieme indagano su questo terzo corpo digitale che esiste tra loro. Arielle fa ora parte del progetto ed è presente in scena.

Simon Senn ha deciso di consultare uno psicologo e di esplorare le sue sensazioni di “disturbo di genere”, che continuano a sorprenderlo: forse soffre di “dismorfia da Snapchat”, la malattia psicologica clinicamente dichiarata tra coloro che desiderano trasformarsi per assomigliare alla loro immagine online.

Ideazione e regia Simon Senn Con Simon Senn, Arielle F. e un corpo virtuale Produzione Compagnie Simon Senn Coproduzione Théâtre Vidy-Lausanne – Le Grütli, Centre de production et de diffusion des Arts vivants – Théâtre du Loup Distribuzione e tour Théâtre Vidy-Lausanne Con il sostegno di Porosus – Pro Helvetia – Fondation Ernst Göhner – Pour-cent culturel Migros – Loterie Romande

Foto da simonsenn.com

Simon Senn, nato nel 1986, è un videographer e visual artist con base a Ginevra. Ha conseguito un Bachelor of Fine Arts presso lo HEAD di Ginevra (Haute école d’art et de design) e un Master presso il Goldsmiths College di Londra. A prima vista, il lavoro di Simon Senn può far pensare che egli sia un artista socialmente impegnato che si ribella contro un certo tipo di ingiustizie. Invece, uno sguardo attento rivela un approccio più ambiguo. Anche se le sue opere si basano sulla realtà (fino a un certo punto), vi è sempre uno strato di finzione che si interpone. I suoi lavori sono stati presentati alla Liverpool Biennial, all’Institute of Contemporary Arts di Londra e al Kunstmuseum di Berna. Ha vinto numerosi premi tra cui lo Swiss Performance Art Award, lo Swiss Art Award e il Kiefer Hablitzel Award.

Be Flat (BE)

performance acrobatica  | durata 60 min

c/o Zona Portello


In Follow Me due “acrobati urbani” interpretano lo spazio pubblico. Il duo invita a diventare parte dei followers e a scoprire la città in un modo unico. Le strade del quartiere si trasformano in un palcoscenico con le facciate come sfondo, il selciato come tappeto da ballo e il traffico come paesaggio sonoro. Follow Me è la prima produzione di Be Flat (creazione 2017-2018). Una performance acrobatica che viene riscritta per ogni luogo. Un processo di adattamento continuo in cui l’ambiente è il fattore determinante.

Be Flat è una compagnia circense con sede a Gand in Belgio, fondata da Ward Mortier e Thomas Decaesstecker. La compagnia è nota per il suo mix unico di circo acrobatico e sport urbani.

Come residenti dell’ambiente urbano sono affascinati dallo spazio pubblico. La città è un organismo vivente in costante mutamento. Come utilizziamo questo spazio comune? Chi siamo nelle strade delle città di oggi?

registi / artisti circensi Ward Mortier, Thomas Decaesstecker consulenza drammaturgica Craig Weston punto di vista esterno Sander De Cuyper con il sostegno di Vlaamse gemeenschap coproduzione Miramiro partner Circuscentrum, Centre des Arts scéniques, Centre des Arts de la Rue, Latitude 50, Circusplaneet, Circus in beweging e Ell Circo d’ell Fuego

Foto di Yngwie Scheerlinck.

Thomas Decaesstecker (Tervuren 1989) e Ward Mortier (Gand 1993) si sono incontrati per la prima volta ad un raduno di freerunning nel 2008. La condivisione di una comune passione per la musica e il movimento negli anni successivi li ha portati a un’amicizia unica e solida. Ward ha studiato il palo cinese combinato con la danza acrobatica all’ESAC (Ecole Supérieure des Arts du Cirque, Bruxelles). Thomas ha seguito la formazione come acrobata e artista della verticale a Santiago, Cile, presso la Escuela De Artes Circenses Del Circo Del Mundo. Grazie ai loro reciproci interessi, combinati con le loro specializzazioni ed esperienze individuali, hanno acquisito un’ampia gamma di competenze che esprimono in diversi contesti e situazioni.

Ant Hampton/Time Based Editions (GB/DE)

esperienza collettiva | durata 80 min | in italiano

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024
in collaborazione con Ateatro

A fine replica di giovedì 16 maggio si terrà l’incontro con l’autore aperto al pubblico a cura di Ateatro.

Il libro e la lettura sono cambiati e continuano a cambiare. L’avvento del digitale, la riscoperta dell’oralità e della dimensione audio, le forme di arte partecipata stanno moltiplicando “i modi per leggere” in modalità inedite e innovative, e al tempo stesso antiche. Emergono forme ibride, performative, multimediali, transmediali… Queste trasformazioni si riflettono sul libro come oggetto fisico e sulle biblioteche  come luoghi di incontro e di esperienze.

A partire dall’esperienza di Borderline Visible discuteranno di questi temi l’autore Ant Hampton e Stefano Parise, Direttore Area Biblioteche del Comune di Milano, moderati dal docente ed esperto di teatro e editoria Oliviero Ponte di Pino.


“Borderline Visible è probabilmente l’opera più poetica del DocLab di quest’anno, ma in tutta la sua semplicità è anche la più toccante”. – NRC Handelsblad

“Un quadro psico-geografico estremamente coinvolgente, costantemente arricchito dallo spirito di ricerca di Hampton e dalla sua rabbia politica affilata come un rasoio.”- Marijn Lems, Theaterkrant

Vincitore del premio IDFA (International Documentary Festival Amsterdam) 2023 DocLab per le tecnologie creative.


Ant Hampton presenta il primo di una nuova serie di “libri dal vivo” – Time Based Editions – in cui fotografie e audio conducono in un viaggio attraverso le pagine intrecciando Storia, autobiografia, letteratura e un’indagine urgente sulle atrocità nascoste perpetuate ai margini dell’Europa.

Borderline Visible inizia come un récit de voyage, un viaggio da Losanna a Smirne intrapreso da due artisti e amici. In Grecia, problemi di salute costringono una di loro a fermarsi, mentre l’altro prosegue verso la Turchia, restando improvvisamente solo. La narrazione si trasforma in una psico-geografia commovente e travagliata. Passando dal “noi” all’”io”, dal presente al passato, dal personale al politico, Ant Hampton tenta di dare valore e significato alle rovine fin troppo umane dell’ambizione, della storia e del linguaggio. L’attento processo di ricomposizione, porta gradualmente alla luce una costellazione complessa di storia ebraica, fine dell’Impero Ottomano e diaspore sefardite, voci, terremoti, turismo e migrazioni forzate, salute mentale e demenza, rondoni, rondini e La terra desolata di TS Eliot.

Nell’esperienza collettiva gli spettatori sono invitati a partecipare a questo viaggio insieme, sfogliando avanti e indietro le pagine del libro, capovolgendolo, confrontandone le immagini, chiudendo e aprendo gli occhi, tracciando linee sulle mappe con un dito, guidati da una traccia audio che combina narrazione, musica, registrazioni sul campo e istruzioni per attraversare il libro.


Dopo i due appuntamenti collettivi, Borderline Visible resterà a disposizione degli spettatori per la fruizione individuale in lingua italiana, inglese, francese e olandese dal 18 al 26 maggio (lunedì escluso) ore 15.30 e 17.30 presso Casa degli Artisti Milano. Biglietti presto disponibili.


Di Ant Hampton Feedback David Bergé Progettazione del libro Roland Brauchli Basato su un progetto ideato con Rita Pauls Music Perila, Oren Ambarchi Grazie a Pieter Ampe, Giorgos Antoniou, Sae Bosco e Samos Volunteers, Yannick Christian, Hani Dunia, Effi & Amir, Tim Etchells, Katy Fallon, Martin Hampton, Britt Hatzius, Leo Kay, LAPS, Camille Louis, Eva Neklyaeva, Beyhan Onur, Anelka Tavares, Prodromos Tsinikoris, Giulia de Vecchi, Anny Y

VERSIONE ITALIANA Traduzione Valentina Kastlunger Editing Valentina Picariello Voce Astrid Casali Registrazione Luca Ciffo Montaggio e suono Ant Hampton Un ringraziamento a Flora Pitrolo per aver riletto e corretto la traduzione Prodotta da Quarantasettezeroquattro, Teatro Bastardo e ZONA K

TIME BASED EDITIONS è un marchio di Photographic Expanded Publishing Athens creato con il supporto di The Resonance Foundation (Los Angeles) Bimeras (Istanbul / Berlin) Théâtre Vidy (Lausanne) Sostegno alla ricerca e ai prototipi Lita House of Production and Kundura Stage (Istanbul) National Theatre of Northern Greece (Thessaloniki).

Più info su  www.timebasededitions.com / instagram: @time_based_editions

Foto di Doc Lab

Ant Hampton è un artista tedesco-britannico che crea performance basate sulla tensione tra fotogrammi fissi e interpretazioni variabili. Da più di 20 anni sviluppa situazioni che riuniscono diversi artisti per creare performance inaspettate. Già nel 1999 invitava artisti, ogni volta diversi e spesso “non professionisti”, a seguire istruzioni in pubblico senza alcuna preparazione preventiva. Successivamente, questo approccio si espanse fino a includere il pubblico stesso, un filone di lavoro che divenne noto come Autoteatro. Oggi sono 10 gli spettacoli della serie Autoteatro in tournée nel mondo, in oltre 60 versioni linguistiche diverse. Ant Hampton collabora spesso con altri artisti tra cui Tim Etchells, Christophe Meierhans, Britt Hatzius, Gert-Jan Stam, Ivana Müller, Anna Rispoli e Rita Pauls.

Zoë Demoustier / Ultima Vez (BE)

danza | durata 60 min
in inglese con sottotitoli in italiano

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024

PROMO 4 APRILE: ingresso € 5,00 + tessera € 2,00
prenotazione su biglietti@zonak.it


A fine replica di venerdì 5 aprile si terrà l’incontro “Il gesto politico di un corpo-archivio
Il corpo-archivio e il gesto come strumenti di un’indagine sulla violenza, al centro del lavoro di Zoë Demoustier, sono temi che appartengono anche ad altre esperienze della danza contemporanea.

Una delle più significative è quella di Arkadi Zaides e del suo “Archive”, in cui il corpo del danzatore interpreta la prossemica della guerra, chiamando in causa lo sguardo dello spettatore.
A queste intersezioni è dedicato l’incontro con Zoë Demoustier, moderato da Camilla Lietti e Francesca Serrazanetti (Stratagemmi).


Unfolding an Archive (Spiegare un archivio) è un assolo di danza in cui Zoë svela l’archivio di immagini di suo padre che ha lavorato come giornalista di guerra per più di 25 anni. La ricerca di una relazione con l’immaginario degli eventi mondiali con cui è cresciuta è come un movimento da lontano e da vicino. In un tentativo di ricostruzione, riporta in vita l’archivio e smonta i meccanismi nascosti dietro le immagini raccolte. Questo assolo è considerato il suo debutto in cui ha trovato il suo linguaggio che combina danza contemporanea, mimo corporeo e lavoro documentaristico.

Oltre al noto lavoro di Wim Vandekeybus, Ultima Vez sostiene strutturalmente nuovi talenti artistici attraverso la produzione di opere di nuovi creatori, con il nome Ulti’Mates. Ciò avviene in una stretta interazione di diversi partner a Bruxelles e nelle Fiandre, a livello nazionale e internazionale e con l’aiuto della rete internazionale di Ultima Vez.

Unfolding an Archive è il secondo lavoro di Zoë Demoustier supportato dalla compagnia belga.

Coreografia e performance Zoë Demoustier Musica dal vivo Willem Lenaerts Sound concept Willem Lenaerts & Rint Mennes Disegno luci Harry Cole Luci e assistenza tecnica Pieter Kint Intervista e montaggio Yelena Schmitz Design e costumi Annemie Boonen Ricerca Annemie Boonen & Willem Lenaerts Drammaturgia Elowise Vandenbroecke Coaching Danielle van Vree Archivio video e audio Daniel Demoustier Co-produzione STUK Con il supporto della città di Leuven, 30CC, Platform In De Maak Residenze STUK, Ultima Vez, Vlaams Cultuurhuis de Brakke Grond, Voetvolk Atelier Rubigny Grazie a Shila Anaraki, Oihana Azpillaga, Jonas Beerts, Anna Bentivegna, Stijn De Cauwer, Elliot Dehaspe, Dirk De Lathauwer, Lahja Demoustier, Misha Demoustier, Hannes Dereere, Josine De Roover, Pieter Desmet, Klaas De Somer, Willem Malfliet, Hildegard De Vuyst, Silke Huysmans, Karen Joosten, Koen Theys, Maarten Van Cauwenberghe, Gerlinde Van Puymbroeck, Veerle Van Schoelant, Niek Vanoosterweyck, Bart Vanvoorden, Remo Verdickt, Cas-co Leuven, Dag van de Dans, Danstuin.

Foto di TomHerbots

Zoë Demoustier (1995) è una performer e coreografa. Il corpo è sempre il punto di partenza delle sue performance visive. A partire dal movimento, crea collegamenti con temi attuali e impegnati e crea lavori coreografici documentari. Zoë ha realizzato diversi spettacoli e ha lavorato come performer e assistente con Kabinet K, Michiel Vandevelde, Alma Söderberg/Manyone, Iris Bouche/Opera Ballet Vlaanderen, David Weber Krebs e Marcelo Evelin. Nel 2021 è stata ambasciatrice di Dag van de Dans, nell’ambito del quale ha creato i creatori di danza di domani in collaborazione con De Zendelingen. Dal 2022 collabora come coreografa con Ultima Vez.

Lina Saneh e Rabih Mroué (LB/DE)

installazione video | versione originale tradotta in italiano
+ incontro con la compagnia

c/o ZONA K, ingresso gratuito consentito previo tesseramento 2024,
prenotazione consigliata, posti limitati


Un’installazione video sul tema del collezionismo. Nel corso degli anni si collezionano molte spesso cose senza sapere perché o cosa farne. Finché un giorno, le controlli e inizi a guardarle correttamente. Cerchi di capire perché ti piacciono o perché non ti interessano più. Mentre guardi la tua collezione, potresti permettere ai ricordi di tornare e potresti provare a pronunciarli, mescolando le tue storie con quelle immaginate. Lina Saneh e Rabih Mroué tentano proprio questo nella loro serie Second Look. Nella rilettura della loro raccolta di fotografie, epoche diverse si incontrano e trascinano sia gli interpreti che le immagini interpretate in un vortice contraddittorio.


Segue un talk con Lina Saneh e Rabih Mroué, a cura di Maddalena Giovannelli e Alessandro Iachino (Stratagemmi). A partire dal numero dal 43 della rivista Stratagemmi, dedicato interamente all’opera di Majdalanie e Mroué, la conversazione metterà al centro le modalità con cui memoria, traumi ed esperienze della migrazione agiscano sulla scena.


scritto e diretto da Lina Majdalanie & Rabih Mroué voce fuori campo Francesca Bracchino e Marcello Spinetta animazione Sarmad Louis musica Abdalla El-Masri, Charbel Habr, Matef e HoRa’ Mim montaggio Rabih Mroué, Sarmad Louis suono Rafi Mrad correzioni fotografiche Randa Mansour
Commissionato e prodotto da steirischer herbst ’20

Lina Saneh e Rabih Mroué sono nati a Beirut nel 1966 ma risiedono a Berlino. Lavorano generalmente insieme, pur portando avanti anche progetti personali. Rabih Mroué ha sviluppato una pratica artistica versatile in cui assume, spesso contemporaneamente, le funzioni di attore, regista e drammaturgo, con una peculiare capacità di fotografare il contemporaneo. Dal 1990 insieme a Lina Saneh ha realizzato performance che confondono i confini tra le discipline in una fusione poetica di teatro, installazioni, performance art e video. Insieme presentano opere che riflettono direttamente le realtà sociali e politiche del loro paese, mentre approfondiscono le questioni e le contraddizioni alla base della società libanese.

AUDIO KIDS
Viaggio sonoro alla scoperta di Milano e dei suoi luoghi della cultura.

Il progetto | Mappe

3 scuole della periferia milanese, 3 importanti istituzioni culturali, 250 bambine e bambini di terza e quarta della scuola primaria. 
Si parte per un viaggio lungo un anno e mezzo alla scoperta di musei e teatri e degli oggetti che li abitano e li rappresentano: oggetti quotidiani diventati “famosi” ed esposti nel Museo del Design di Triennale Milano, oggetti che viaggiano per il mondo – conservati nei depositi del Mudec Museo delle Culture – oggetti per costruire uno spettacolo, che vivono dietro le quinte del Teatro Franco Parenti
I bambini dell’ICS Ilaria Alpi, dell’IC Vittorio Locchi e dell’IC Rinnovata Pizzigoni saranno i primi a sperimentare questo percorso, che porterà alla realizzazione di 3 audioguide per raccontare i luoghi dal punto di vista dei bambini. 

Gli oggetti | Identità e incontri

I luoghi della cultura diventano spazi di apprendimento attivo, di educazione estetica e sensoriale, dove formarsi e imparare attraverso il gioco e il divertimento. 
L’identità di un luogo è creata dagli elementi che lo compongono, dalla loro storia, dalle suggestioni che creano, dalle atmosfere che evocano. Non solo conservazione e memoria quindi, ma contatto diretto, relazione, dettagli che rendono un luogo quel luogo: per questo proprio gli oggetti saranno il filo conduttore di questa esperienza culturale. 

Le tappe | Itinerari di viaggio

VISITE GUIDATE
A ogni scuola è assegnato un luogo da esplorare. Le classi coinvolte saranno accompagnate all’interno degli spazi di Triennale Milano, Mudec e Teatro Franco Parenti con visite guidate costruite su misura. I luoghi della cultura ritornano bambini, cercando di ripensarsi attraverso lo sguardo dei più piccoli, di rendersi accessibili e trovare così un nuovo modo di raccontarsi. Può nascere così un dialogo tra luogo e bambino, uno con la sua  storia e la sua esperienza, l’altro con le sue domande e il suo punto di vista . 

LABORATORI
I laboratori di creazione partecipata nelle scuolesaranno condotti da operatori teatrali che guideranno i bambini alla produzione di contenuti attraverso una metodologia attiva, un lavoro sull’espressività vocale e fisica, l’invenzione di azioni performative.

AUDIOGUIDE
Un team composto da drammaturgo, sound designer e attori lavorerà alla creazione di una cornice narrativa e sonora all’interno della quale verranno inseriti i contributi dei bambini: saranno così realizzate tre audioguide, una per ogni luogo della cultura, costruite come format replicabili per progetti futuri.

PERFORMANCE
La prima presentazione delle audioguide prevede la realizzazione di azioni performative di bambine e bambini all’interno dei luoghi raccontati, e sarà aperta alle altre classi delle scuole coinvolte nel progetto e agli adulti di riferimento. Il pubblico non dovrà solo ascoltare ma anche rispondere, agire, farsi interprete dei contenuti. Le audioguide resteranno a disposizione di musei e teatri, per essere in futuro ascoltate da altri bambini e adulti.

MOSTRA
Un intervento mirato alla condivisione degli strumenti per creare all’interno delle scuole- con materiali di recupero – una mostra di oggetti che raccontino i temi esplorati e inventare il proprio luogo della cultura.

Il racconto | Appunti di viaggio

Che voce hanno gli oggetti? Che storie raccontano?
Cosa succede durante un laboratorio a scuola? Come vengono coinvolti e formati gli insegnanti? Come si costruisce l’audioguida? E la performance? 
Su ZK BLOG racconteremo periodicamente tutte le tappe del progetto attraverso la voce dei protagonisti: le bambine e i bambini coinvolte/i, gli operatori teatrali, le/gli insegnanti, le guide dei musei e del teatro.


Un progetto di ZONA K realizzato in collaborazione con Mudec – Museo delle Culture di Milano, Teatro Franco Parenti/Associazione Pier Lombardo e Triennale Milano con il contributo di Fondazione Cariplo.

Faustin Linyekula / Mamu Tshi (RDC/CH)

danza | durata 50 min
in francese con sottotitoli in italiano

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024


Tutto nasce da un incontro al teatro di Vidy tra una premiata danzatrice di krump – danza cruda, intensa, liberatoria – e un noto coreografo. Lei è Amandine Ngindu (nome d’arte Mamu Tshi), lui Faustin Linyekula. Entrambi hanno origini congolesi. Insieme decidono di recarsi nel Kasai, regione centrale del Congo per incontrare una parte della famiglia di Amandine e per scoprire un Congo che lui non conosce. Questo spettacolo è stato creato durante il viaggio di ritorno. Un diario di viaggio che racconta una terra a cui sono entrambi legati ma che conoscono parzialmente. L’uno trasmette all’altro una parte della propria storia e della propria identità.

Faustin Linyekula guida quindi Mamu Tshi attraverso il Congo, un paese che non ha mai smesso di interrogare, come un Virgilio che accompagna il poeta Dante nel suo viaggio iniziatico. Mamu Tshi accoglie Faustin Linyekula nella sua famiglia e nella sua cultura. Entrambi compiono un ulteriore passo nella loro ricerca, avvicinandosi a loro stessi.

Con Mamu Tshi (Amandine Tshijanu Ngindu) Ideazione e coreografia Faustin Linyekula, Mamu Tshi (Amandine Tshijanu Ngindu) Assistente alla regia Angélique Tahé Musica Twin Traxamus, Groupe folklorique Atandele (Kananga, RDC) Voci registrate Kaku Musambi Papa Ngindu Papa Mako Griot Tshimina Video Faustin Linyekula Zima Tukala Ringraziamenti a Zia Pauline Bibomba e tutta la famiglia a Kanyuka, RDC, Zima Tukala (yo moko oyebi), Victor Bafuafua, Sylvie Makela e il Salon Tribus Urbaines Regia generale Veronique Kespi Direttore delle luci Farid Deghou Boussad Direttore del suono Luc Grandjean  Direttore di scena Christian Wilmart Produzione Anouk Luthier Produzione Théâtre Vidy-Lausanne con il sostegno di Studios Kabako (Kisangani, RDC) Sostegno Arts and Humanities Division, New York University Abu Dhabi

foto di Sarah Imsand

Mamu Tshi è nata in Congo che ha lasciato alla nascita per Losanna dove oggi vive e lavora. Attratta molto presto dalla danza urbana, oggi fa parte dell’élite mondiale del krump: nel 2020 e nel 2021 ha ricevuto il titolo di “ballerina dell’anno” in questa disciplina. La danza freestyle, potente, espressiva e liberatoria, fa parte del movimento della street dance ed è considerata, tra l’altro, una risposta artistica all’oppressione sistematica di alcuni gruppi e alla frustrazione che ne deriva. Le “battaglie”, influenzate dall’hip-hop e piene di energia, sono generalmente disputate in spazi pubblici da diverse crew. Mamu Tshi ha frequentato a lungo le danze urbane prima di esibirsi per la prima volta nel 2019 al Théâtre Sévelin 36 nell’ambito di “Quarts d’Heure” – una piattaforma per giovani coreografi. Lo stesso teatro l’ha poi invitata a sviluppare il suo assoloWomb: Entrailles come “artista associata” per una creazione nella primavera del 2023. Con il suo spettacolo L’Héritière, Mamu Tshi completa anche il trio internazionale Portraits in Otherness commissionato dalla Akram Khan Company per la tournée in Svizzera (Steps festival). Parallelamente, con il collettivo “Swiss Krump Movement” e i Warriorz, pionieri del krump in Svizzera, trasmette questa cultura organizzando corsi di formazione e altri eventi comunitari. La mancanza di risorse l’ha portata ad avviare un progetto per includere le culture e le pratiche artistiche degli ambienti urbani e sotterranei nel panorama culturale svizzero, CAaUSE, entre d’Arts Alternatif et Urbain Suisse Émergent. Al Vidy è assistente alla coreografia e interprete di Sous influence di Nina Negri nel 2021 e nel 2024 interpreta Mamu Tshi, Portrait pour Amandine in collaborazione con Faustin Linyekula.

Danzatore, coreografo e regista, Faustin Linyekula vive e lavora a Kisangani (Repubblica Democratica del Congo). Dopo una formazione letteraria e teatrale a Kisangani, nel 1993 si è trasferito a Nairobi e nel 1997 ha co-fondato la prima compagnia di danza contemporanea in Kenya, la compagnia Gàara. Tornato a Kinshasa nel giugno 2001, ha creato una struttura per la danza e il teatro visivo, un luogo di scambio, ricerca e creazione: Studios Kabako. Con la sua compagnia, Linyekula è autore di oltre quindici spettacoli che sono stati presentati sui maggiori palcoscenici e festival in Europa, Nord e Sud America, Australia e Africa. Tra le sue collaborazioni figurano una produzione per la Comédie Française (Bérénice, 2009), una creazione per il Ballet de Lorraine (La Création du monde 1923-2012, 2012), un assolo per un ballerino del Balletto Nazionale del Portogallo. Linyekula ha anche immaginato spettacoli per musei: il MOMA di New York (2012), il MUCEM di Marsiglia (2016), il Metropolitan Museum (2017) o il Royal Museum for Central Africa di Tervuren (2018). Insegna regolarmente in Africa e negli Stati Uniti. Dal 2007, il lavoro e l’approccio di Linyekula hanno sede nella città di Kisangani, dove Kabako Studios sostiene la formazione, la produzione e la diffusione di giovani artisti congolesi nel campo delle arti performative, ma anche del video e della musica. Nel 2014, Linyekula e Kabako Studios hanno ricevuto il primo premio dalla fondazione americana CurryStone per il lavoro sviluppato a Kisangani e in particolare nel comune di Lubunga con le diverse comunità. Nel 2016, nell’ambito della biennale Artista Na Cidade, Linyekula è stato artista associato della città di Lisbona, da cui ha ricevuto la medaglia al merito artistico. Da settembre 2018 e per tre stagioni, è stato associato al Manège – Scène nationale de Reims in Francia. Nel 2019 è stato artista associato dell’Holland Festival di Amsterdam. Presso Vidy ha presentato nel 2019 Congo, un trio per cantante, attore e danzatore basato sull’omonimo libro di Éric Vuillard. La serie di film di giovani artisti africani Lettres du continent, che ha progettato con Virginie Dupray durante la pandemia del 2020, è stata presentata da Vidy nell’autunno del 2020. Nel 21/22 ha condotto il ciclo Imaginaires des futurs possibles con la drammaturga Claire de Ribaupierre, un’iniziativa che riunisce artisti, scienziati e spettatori proposta da Vidy e dal Centro di sostenibilità dell’Università di Losanna. Nel 2024 presenta Mamu Tshi, Portrait pour Amandine.

Lina Saneh e Rabih Mroué (LB/DE)

spettacolo | durata 75 min
in francese con sottotitoli in italiano

c/o ZONA K, ingresso consentito previo tesseramento 2024


Beirut 2006: poco dopo l’attacco israeliano contro il Libano, tutti i libanesi sono invitati a partecipare a due grandi manifestazioni di piazza contrapposte. I quartieri e i palazzi si svuotano, gli abitanti sono andati a manifestare. In un condominio deserto due persone si incontrano: un ex militante della sinistra che ha difficoltà ad adattarsi alla realtà sociale e politica attuale di un Libano polarizzato tra gli estremismi fondamentalisti e ultra-capitalisti, e una casalinga stressata dai problemi familiari, economici, sociali e religiosi. Un dialogo tra teatro, foto, video, politica, finzione e realtà.

Lina Saneh e Rabih Mroué proseguono la loro ricerca intorno alle nozioni di rappresentazione, di gioco, di finzione e realtà, e circa i loro rapporti con l’arte e la rappresentazione.  In questo spettacolo non ricorrono più a un fatto di cronaca o all’uso di documenti, ma prendono in prestito dal cinema un film/documentario storico in cui il Fascismo e la visita di Hitler a Mussolini fanno da sfondo, inserendosi nella finzione narrata nei ruoli di personaggi come Lina e Rabih per meglio confrontarsi con la situazione libanese e le sue complessità, oltre che con il teatro stesso.

Ideazione, testo e regia Lina Saneh e Rabih Mroué Traduzione Masha Refka Scenografia Samar Maakaroun Musica Charbel Haber Colonna sonora Lina Saneh, Rabih Mroué, Sarmad Louis Direzione della fotografia Sarmad Louis jeu pour la bande-image Rabih Mroué, Lina Saneh Invitata speciale Mona Mroué Assistente alla regia e produttrice esecutiva Petra Serhal Costumi Zeina Saab de Melero Trucco Stéphanie Aznarez Aiuto produzione Ashkal Alwan (Beyrouth) Con Lina Saneh, Charbel Haber, Rabih Mroué

Regista, performer e drammaturga, Lina Majdalanie è un’artista libanese che vive a Berlino. Il suo lavoro comprende: Hartaqāt (2023), Second Look (serie video, 2020), Sunny Sunday (2020), Borborygmus (2019), Do I Know you? (2017), A Drop of Sweat (2015), 33 rpm and a few seconds (2012), Photo-Romance (2009), Appendice (2007), I Had A Dream, Mom (vidéo, 2006), Biokhraphia (2002), e altri…
Ha curato diversi eventi al Mousonturm-Francoforte (2016 e 2023), alla HAU-Berlino (2017), alla Kunsthalle-Mulhouse (2015) e al Tanzquartier-Vienna (2009). È stata borsista presso il Centro Internazionale di Ricerca “Interweaving Performance Cultures”/FU di Berlino (2009-2010) e membro dell’Home Workspace Curricular Committee-Ashkal Alwan (Beirut 2010-2014). Nell’aprile 2015 ha scelto lo pseudonimo di Lina Saneh.

Rabih Mroué, nato a Beirut e attualmente residente a Berlino, è regista teatrale, attore, artista visivo e drammaturgo. È redattore di The Drama Review /TDR (New York) e cofondatore del Beirut Art Center (BAC). È stato borsista presso il Centro Internazionale di Ricerca: Interweaving Performance Cultures/FU/Berlino dal 2013 al 2014. È stato regista teatrale al Münchner Kammerspiele dal 2015 al 2019.
Tra le sue opere ricordiamo: Hartaqāt (2023), Sunny Sunday (2020), Borborygmus (2019), So Little time (2016), Ode to Joy (2015), Riding on a cloud, (2013), 33 RPM and a Few Seconds (2012), Photo-Romance (2009), The Inhabitants of images (2008), Who’s Afraid of Representation (2005), Looking for a Missing Employee (2003), Biokhraphia (2002), Three Posters (2000) e altri…

INTERSPAZIO progetto di ricerca collettiva tra pratiche, teorie e percorsi artistici

Per candidarti compila QUESTO FORM entro e non oltre il 5 marzo 2024.


INTERSPAZIO è una call pubblica aperta ad artiste e artisti multidisciplinari, con particolare attenzione ai linguaggi del performativo e del corpo, che desiderano intraprendere un percorso di ricerca collettiva condiviso con curatori delle organizzazioni promotrici, sul tema “pubblico” nella sua articolazione plastica e multifaccia.

Pubblico è inteso nella sua vasta accezione, come spazio ma anche come statuto, come funzione politica e come un gruppo di persone che scavalca l’atto di fruire e si costituisce invece come aggregato temporaneo: una ridefinizione che interessa artiste e artisti e curatori e curatrici che si confrontano con la chiamata a trasformare propri metodi e pratiche per approdare a nuove forme di mediazione e relazione con il contesto pre- sente e con quello invisibile o assente.

Il progetto si articola lungo il corso del 2024 nell’ambito delle programmazioni curate dalle cinque realtà promotrici della call: festival ORLANDO (Bergamo, maggio), LAVANDERIA A VAPORE (Collegno – Torino, maggio), INVISIBLE CITIES (Gorizia, settembre), INTERCETTAZIONI – Centro di Residenza Artistica della Lombardia / ZONA K (Milano, ottobre), PERIFERICO FESTIVAL (Modena, ottobre).


CHI SIAMO

INTERSPAZIO coinvolge le seguenti realtà e curatori/curatrici: Mauro Danesi, Elisabetta Consonni e Emma Mainetti Festival Orlando (BG), Chiara Organtini, Carlotta Pedrazzoli e Anna Estdahl Lavanderia a Vapore (Collegno, TO), Alessandro Cattunar, Miriam Paschini e Gioele Peressini In\Visible Cities – Contaminazioni digitali (Gorizia e Friuli Venezia Giulia), Valentina Kastlunger e Valentina Picariello IntercettAzioni / ZONA K (MI), Federica Rocchi e Serena Terranova Collettivo Amigdala – Periferico Festival (MO).

La rete è composta da organizzazioni che operano attivamente nella ricerca, produzione e circuitazione nell’ambito delle arti performative e che da anni si mettono in relazione con lo spazio pubblico, promuovendo lo sviluppo di linguaggi artistici relazionali e pratiche partecipative, in una dinamica che amplia il concetto di “spazio pubblico” da elemento urbanistico e geografico a un più ampio ecosistema politico, sociale e culturale, nella sfera analogica e digitale.

PERCHÈ

Da anni le organizzazioni ingaggiate nel progetto, hanno sperimentato nello spazio pubblico in cerca di nuove narrazioni politiche e relazioni con persone e comunità.

A partire da queste sperimentazioni empiriche, abbiamo surfato con enormi trasformazioni nelle dinamiche relazionali e nelle narrazioni e sentiamo il bisogno di uno spazio tempo di riflessione in cui mappare e mettere a fuoco queste trasformazioni.

Cosa significa, oggi, “spazio pubblico” e in che modo le arti possono interrogarsi sulla disambiguazione di questo concetto? Se siamo infatti abituati ad associare l’idea di “spazio pubblico” alla città e alla sua morfologia urbana, esiste tuttavia uno “spazio pubblico” non geografico ma relazionale, un “luogo in comune” che talvolta le arti performative sono in grado di evocare – se non di costruire materialmente – tra le persone, istituendo forme di convivenza temporanee ed effimere ma anche innovative e sorprendenti.

Interspazio è quindi un percorso di ricerca che indagherà l’arte come spazio pubblico e i linguaggi artistici come luoghi in grado di generare una convergenza di moltitudini.

Essendo troppo spesso intrappolati in ritmi operativi frenetici e senza sosta, abbiamo voluto creare uno spazio di respiro in cui riflettere sul nostro agire, sospendere il giudizio e riprendere fiato imparando dallo scambio reciproco di visioni ed esperienze, aprendo una breccia di autoformazione su queste enormi trasformazioni che investono la realtà attuale e le nostre professioni.

Interspazio vuole essere un momento di sospensione al di fuori delle logiche produttive, uno spazio di ricerca in cui intrecciare pratiche, teorie e percorsi artistici e in cui mettere in gioco dinamiche di complicità, appartenenza, conflitto, affezione, partecipazione.

Interspazio metterà in dialogo traiettorie di ricerca che hanno come focus i processi trasformativi del sociale, operando una connessione tra politica e immaginazione in una forma di protesta non muscolare rispetto al sistema dominante.

CHE COSA È

Interspazio è un percorso pilota articolato come un atelier di ricerca nomade in 5 tappe, una ricetta che mette in atto un processo collaborativo testando e mescolando saperi e metodi dei partecipanti in modo orizzontale, ossigenando le visioni in un continuo scambio con contesti e territori ospitanti, cercando di ridefinire un vocabolario e nuove possibili pratiche di mediazione.

Interspazio propone per il 2024, un percorso di ricerca, formazione e sperimentazione artistica che si comporrà di due RESIDENZE COLLETTIVE (Lavanderia a Vapore e IntercettAzioni / ZONA K) di tre ATELIER (Orlando, Periferico e In\Visible Cities) e destinate ad artist* che operano nei vari ambiti della creazione contemporanea e che coinvolgeranno anche gli operatori delle organizzazioni promotrici, dando vita ad un gruppo di lavoro trasversale.

Le RESIDENZE COLLETTIVE sono spazi di ricerca e sperimentazione della durata di 5 giorni, mentre gli ATELIER, ospitati nel contesto di festival, sono momenti più brevi durante i quali mettere in tensione le ricerche sviluppate nel corso delle RESIDENZE in pratiche condivise.

Il laboratorio si svilupperà attraverso metodi alternativi di apprendimento. le artiste e gli artisti partecipanti, assieme ai referenti delle realtà proponenti, costituiranno una comunità di apprendimento i cui i principali ingredienti siano lo scambio reciproco, la sperimentazione, il peer learning perché ognuno espanda la propria ricerca e pratica moltiplicandola nella relazione con gli altri. Il laboratorio metterà in campo diversi formati e modalità di lavoro: da discussioni collettive a sessioni di ricerca individuali o condivise, dallo scambio di pratiche all’ospitalità di esperte ed esperti di diversi ambiti e discipline.

Al gruppo dei partecipanti sarà chiesto di immaginare e guidare il proprio percorso di ricerca partecipando attivamente ai contenuti e ai formati che si sperimenteranno.

L’obiettivo del processo non è sviluppare un proprio lavoro ma condividere una domanda di ricerca comune a tutto il gruppo provando a rispondere insieme, mettendo a sistema pratiche e visioni di cui ognuno è portatore e che si svilupperanno nell’incontro.

Fuori dall’obbligo di produrre esiti, obiettivo della ricerca è maturare possibili modalità di mediazione utili al comparto artistico, dalle creazioni alle istituzioni: trovare potenziali approcci e strumenti per posizionarsi in un reale complesso e in continua trasformazione.

LA CALL

DESTINATARI
La call è indirizzata a individuare tre artiste e artisti interessati e interessate ad indagare il tema proposto e a contribuire al processo collettivo di ricerca partecipando all’intero percorso (tutte e cinque le tappe, per un totale di 19 giorni).

La call è rivolta a persone che portino esperienze, sguardi e prospettive complementari, con il desiderio di mettersi in gioco proponendo metodologie, approcci teorici e pratici. Artiste e artisti che pongano al centro dei propri percorsi di ricerca e creazione la riflessione sul corpo, sulla drammaturgia, sulla partecipazione nella sfera pubblica e digitale, sull’ibridazione tra linguaggi.

CONDIZIONI
Alle partecipanti e ai partecipanti sarà garantito un cachet di 3.500 euro (più iva ove applicabile) comprensivo di viaggio e vitto. L’alloggio è a carico degli organizzatori per tutte le giornate previste dal calendario di progetto. Il cachet sarà corrisposto dietro presentazione di fattura, che può essere emessa sia dagli artisti e dalle artiste coinvolte che da un’organizzazione di riferimento ma non da persona fisica.

DATE
La call è aperta dal 5 febbraio al 5 marzo 2024.
Entro il 18 marzo verranno comunicati nomi delle e dei partecipanti e verrà organizzato un momento online di conoscenza reciproca e allineamento sul progetto e sugli appuntamenti.

Le date del laboratorio nomade sono così organizzate:

11 e 12 maggio: primo ATELIER al festival ORLANDO, Bergamo
13 – 17 maggio: prima RESIDENZA presso LAVANDERIA A VAPORE, Collegno (TO)
4 – 8 settembre: secondo ATELIER al festival IN\VISIBLE CITIES, Gorizia
16 – 22 settembre: seconda RESIDENZA presso INTERCETTAZIONI / ZONA K, Milano
10 – 20 ottobre: terzo ATELIER al festival PERIFERICO, Modena

COME CANDIDARSI
Per candidarsi è necessario compilare QUESTO FORM entro e non oltre il 5 marzo 2024.

INFORMAZIONI
interspazio2024@gmail.com


INTERSPAZIO è una proposta di

Generazione gLocale
Focus via Padova

Causa pioggia, la perfomance si svolgerà
in Via Russo, 23 nella palestra della scuola,
vicino al parco Trotter

performance in cuffia 
c/o Parco Trotter – Milano
ingresso via Giacosa, zona ex piscine


Posti limitati – Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria
 biglietti@zonak.it – 393.8767162 


Un gruppo di adolescenti di via Padova.
Una voce in cuffia che guida il Pubblico.
Una performance urbana e partecipata in cuffia, specchio della società globale di oggi.

In quale contesto viviamo? Siamo a Milano in via Padova, in un barrio di Lima o tra le strade di Marrakesh? C’è un confine che divide la nostra provenienza? O è soltanto una questione generazionale?
Generazione gLocale è un format di teatro partecipativo che racconta le nuove generazioni superando pregiudizi e stereotipi. 

Dal 2017 ad oggi ha visto la sua realizzazione in diverse città italiane coinvolgendo adolescenti nel ruolo di Protagonisti.

Il percorso del laboratorio fatto durante questi ultimi mesi al Parco Trotter si conclude con una performance che tenta di restituire una sorta di identikit delle nuove generazioni con l’intento di attivare un dialogo, e al contempo uno scontro, tra il mondo degli Adolescenti e il mondo degli Adulti.

Una preziosa occasione per “vedere e raccontare” senza pregiudizio chi abita ogni giorno in Via Padova, come i nostri Protagonisti. 

produzione ZONA K (Milano), creazione collettiva Studenti e Studentesse dell’IC Casa del Sole – Milano, drammaturgia e regia Andrea Ciommiento, assistenza alla regia Leda Peccatori, coordinamento progettuale Federica Di Rosa, coordinamento pedagogico Anna Doneda (Project for People)progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, in collaborazione con Lapsus e Terzo Paesaggio

Residenze Digitali 2024

La quinta edizione del bando delle Residenze Digitali, un progetto del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte), il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine di Cagliari e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia, seleziona 4 progetti che verranno seguiti durante il 2024 dalle strutture partner e dai tutor Anna Maria Monteverdi, Federica Patti, Laura Gemini e Marcello Cualbu.

Al termine del percorso, nel mese di novembre 2024, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

RESIDENZE DIGITALI 2024

5^ edizione

ISCRIVITI E PARTECIPA

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte), il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine di Cagliari e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia, lanciano il presente bando per la selezione di n° 4 progetti di Residenza Digitale da svilupparsi nel corso dell’anno 2024. 

L’intento è quello di stimolare le artiste e gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale, come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale. 

Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicando le modalità di fruizione e interazione da parte dello spettatore. Il progetto può anche prevedere la compresenza di una dimensione dal vivo che affianchi quella digitale, che però deve restare prevalente. Le artiste e gli artisti partecipanti dovranno anche specificare se può risultare utile l’eventuale concessione di un periodo di residenza dal vivo, negli spazi gestiti dai partner dell’azione, o durante il periodo di ricerca (per registrazioni di materiali video, o altro), o nel periodo finale di allestimento. In ogni caso, tutti i progetti devono prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di novembre 2024.

Ciascuna delle 4 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 4.500 euro + iva + messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di residenza in presenza. Il compenso sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura. 

I promotori del presente bando hanno individuato in Marcello Cualbu, Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti, quattro esperti nell’ambito della creazione digitale che, insieme con i curatori del progetto, saranno i tutor degli artisti durante lo sviluppo dei loro progetti.

I lavori vincitori potranno avvalersi anche di altri contributi produttivi forniti da ulteriori soggetti dello spettacolo, ovvero non si richiede loro alcun vincolo di esclusiva per ciò che riguarda la produzione che resta nell’assoluta disponibilità gestionale degli artisti. 

Le artiste e gli artisti interessati a partecipare alla selezione dovranno entrare nel portale www.ilsonar.it e selezionare le pagine relative a bando Residenze Digitali e compilare i campi richiesti dal modulo di partecipazione online. Verranno richiesti loro: 

1) una presentazione dell’artista o della compagnia (massimo 1.000 battute);

2) una descrizione del progetto di Residenza Digitale che si intende realizzare, indicando anche se sono necessari uno o più periodi di residenza dal vivo presso gli spazi gestiti dai partner dell’azione (massimo 2.000 battute);

3) l’indicazione di un partner tecnico (programmatore, webmaster, fornitore di specifico know-how) che supporti le necessità dell’opera;

4) un allegato di tipo non testuale che possa illustrare le modalità di realizzazione on-line previste e/o immaginate (video, audio, pdf, PowerPoint), che potrà essere caricato come allegato o fornito come link esterno.

I materiali sopra descritti dovranno essere caricati online entro le ore dodici (mezzogiorno) di giovedì 22 febbraio 2024.

È possibile che gli organizzatori invitino alcuni degli artisti a un colloquio conoscitivo, da realizzarsi in videoconferenza, nel periodo 25-29 marzo, con i candidati che avranno superato la prima fase della selezione. 

All’atto di invio dei propri materiali, gli artisti e le compagnie accettano implicitamente tutte le norme contenute nel presente bando.Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte), il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine di Cagliari e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia, vogliono sviluppare un dialogo sempre più ampio e fruttuoso tra spettacolo dal vivo e pensiero creativo applicato allo spazio digitale, esplorando un’opportunità di creazione che apre nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete di fruizione dello spettacolo dal vivo.

Generazione gLocale – Focus Diritti

spettacolo multimediale dal vivo con cuffie audio WiFi | durata 50 min.

c/o Liceo Clemente Rebora
Via Beatrice d’Este, 28 – RHO (MILANO)

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Per prenotazioni scrivere a biglietti@zonak.it  


Una scuola.
Un gruppo di adolescenti di Rho.
Una voce in cuffia che guida il Pubblico.

Generazione gLocale è un format di teatro partecipativo che racconta le nuove generazioni superando pregiudizi e stereotipi. Dal 2017 ad oggi ha visto la sua realizzazione in diverse città italiane coinvolgendo adolescenti nel ruolo di Protagonisti.

In questi ultimi mesi, durante i laboratori a Rho, siamo partiti da domande di cui non sapevamo già le risposte. Ci siamo chiesti, per esempio, quali sono i diritti che ci appartengono per davvero. Nel nostro quaderno degli appunti abbiamo iniziato a scriverne alcuni: diritto alla cura, diritto alla scuola, diritto alla ribellione, diritto al futuro…

Così abbiamo adottato storie che parlano di noi, dei luoghi che attraversiamo ogni giorno, di desideri e paure comuni. Abbiamo provato a mettere insieme i pezzi costruendo un racconto multimediale dal vivo interamente realizzato con le nostre voci e le nostre azioni.

E tu, quale diritto vorresti adottare?

produzione ZONA K (Milano), creazione collettiva Classe 4AC del Liceo Rebora di Rho (Milano), con Tommaso Amboldi, Pietro Carabelli Pietro, Elizabeth Colaiemma, Elisa Cozzi, Simone Garavaglia, Giulia Girometta, Beatrice Giudici, Francesca Gorla, Sara Lualdi, Anna Manfredini, Sofia Muliari, Francesca Oropallo, Giulia Ragusa, Martina Ranieri, Elena Sardelli, Martina Trovato, drammaturgia e regia Andrea Ciommiento, assistenza alla regia Leda Peccatori, referente scuola Ylenia Marotta, coordinamento didattico Federica Di Rosa, con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, in collaborazione con Lapsus e Terzo Paesaggio

Open Call per “CON L’ANIMALE”

NUMERO23PROD. // MASSIMO FURLAN

Con l’animale
Un progetto teatrale di Massimo Furlan & Claire de Ribaupierre

Per il progetto teatrale Con l’animale, gli artisti svizzeri Massimo Furlan & Claire de Ribaupierre sono alla ricerca di racconti, aneddoti e testimonianze di appassionati e praticanti di caccia e pesca, da affiancare a interviste ad antropologi, filosofi e scienziati e a specialisti della fauna selvatica sul tema di queste pratiche.

La loro ricerca artistica pone l’attenzione sulle relazioni tra la natura e i suoi abitanti: chi sono i protagonisti, come interagiscono, come si influenzano a vicenda ed evolvono nello stesso tempo e nello stesso luogo. La raccolta delle testimonianze si trasformerà in un testo teatrale.

Oggi ci accorgiamo sempre più spesso che stiamo trascurando le conoscenze ancestrali, basate su un equilibrio tra ciò che prendiamo dalla natura e ciò che le lasciamo il tempo di ricostituire. Se non conosciamo più l’ambiente, lo stiamo trascurando e se ne prendiamo troppo, lo stiamo distruggendo. Senza la conoscenza dell’intelligenza di ciò che ci circonda, distruggiamo noi stessi.

Si cercano aneddoti, piccoli racconti di giornate di pesca e di caccia. Luoghi, fiumi, laghi, correnti, criteri per trovare i pesci, quale vegetazione, quale altitudine, quale ora del giorno. Boschi, foreste, pianure, montagne, la luce, le tracce, gli odori, la temperatura per il cacciatore. Aspettare la preda, in solitudine e in silenzio. La pazienza. Il rapporto con il tempo. Come accadono le cose piccole, infinitesimali, i microeventi che costituiscono forme di attenzione: la precisione del gesto, l’ascolto, la presenza di segni nell’acqua o nei boschetti, la conoscenza del terreno, la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, la qualità della luce. E poi le abitudini e le traiettorie di pesci e selvaggina: la molteplicità delle specie, il loro comportamento, la loro intelligenza, le loro tecniche.


Gli artisti Massimo Furlan & Claire de Ribaupierre sono disponibili

a incontri in presenze nel periodo 28 novembre – 6 dicembre 2023.

Per informazioni e disponibilità, contattare stagione@zonak.it


Massimo Furlan, regista
Massimo Furlan è nato a Losanna nel 1965 da genitori italiani. Dopo aver studiato alla scuola cantonale d’arte di Losanna, lavora nel suo studio, espone regolarmente i suoi dipinti e disegni in varie gallerie e lavora come scenografo. Nel 2003 ha fondato la compagnia Numero23Prod e ha iniziato a sviluppare lavori teatrali e performativi. All’inizio, il suo lavoro si ispira ai suoi ricordi d’infanzia: parte dalla sua storia personale per poi toccare la memoria collettiva di un’intera generazione. Rivisita modelli, sogni e aneddoti che hanno avuto un impatto particolare su di lui e la cui intensità provoca ancora oggi sorpresa e una certa esultanza. Si tratta di progetti come Gran Canyon Solitude (2003), (storia d’amore) Superman (2004), Palo Alto (2006) e Les filles et les garçons (2007). Nei suoi progetti scenici, invita danzatori e altri performer sul palcoscenico per creare quelle che lui chiama immagini lunghe: scatti in sequenza che ricordano il cinema e l’installazione. Continua questa ricerca con You can speak, you are an animal (2009), Schiller Thriller (2011), Giacomo (2012), Un Jour (2014). Accanto ai suoi progetti teatrali, si dedica anche alla performance art, rimettendo in scena partite mitiche della storia del calcio negli stadi di tutta Europa (dal 2000), correndo sulla pista dell’aeroporto internazionale di Ginevra per il Festival de la Bâtie del 2004 nell’aeroporto internazionale e correndo nel tunnel del Grand Saint-Bernard che collega Svizzera e Italia, per Tunnel nel 2015. Ha inoltre interpretato tutti i concorrenti dell’Eurovision Song Contest del 1973 per il Festival di Avignone nel 2010.

Dal 2008 in poi, con la sua drammaturga Claire de Ribaupierre, inventa protocolli e dispositivi unici per la parola, nell’ambito di progetti come Chanteur plutôt qu’acteur (2008), Les Héros de la pensée (2012-2018), Après la fin, le Congrès (2015), Le Concours européen de la chanson philosophique (2019) che portano in scena pensatori.

Nel 2017 il lavoro si è aperto a una dimensione documentaristica, coinvolgendo attori non professionisti, abitanti dei villaggi dei Paesi Baschi per il progetto Hospitalités nel 2017 e lavoratori migranti per Les Italiens nel 2019. Questo approccio, che solleva la questione di chi è in scena e di chi racconta la storia, continua con progetti come Avec l’animal (2022), Les feux (2023) e Dans la terre (2024), che interrogano i gesti e il saper fare. Un altro aspetto del suo lavoro consiste nel portare gli spettatori di notte su treni, autobus e battelli, alla scoperta di paesaggi urbani o selvaggi, attraverso la contemplazione, la musica e la camminata, come una lunga ripresa cinematografica itinerante: così Girls change places (2004), The Wind in the Wood (2016), Nocturne, (2017), Travelling (2017), Factory (2017), Dans la forêt (2020). Massimo Furlan ha ricevuto il Premio svizzero per il teatro nel 2012 e il suo lavoro è sostenuto da un accordo congiunto tra la Città di Losanna, il Cantone di Vaud e Pro Helvetia, la Fondazione svizzera per la cultura.

Claire de Ribaupierre, drammaturga

Claire de Ribaupierre è nata a Losanna nel 1968, ha studiato letteratura e ha conseguito un dottorato in letteratura contemporanea. Svolge ricerche nei campi dell’antropologia, delle immagini e della letteratura. Ha pubblicato Le roman généalogique. Claude Simon et Georges Perec (2002), e ha curato diverse opere collettive sulla questione del lutto e del fantasma (Le corps évanoui, les images subites, 1999), sulla figura dell’idiota (2004) e sulla questione dell’aneddoto (2007). Nell’ottobre 2012, con il Centre d’art de Neuchâtel, ha pubblicato Les Héros de la pensée, un libro che ripercorre le 26 ore di spettacolo e 11 canzoni filosofiche (2019) per il progetto European Philosophical Song Contest. Dal 2003 lavora alle produzioni di Massimo Furlan, prima come interprete e poi come drammaturga.

È stata collaboratrice scientifica e docente presso l’École cantonale d’art du Valais e la Haute École d’art et de design di Ginevra, e ha organizzato diversi incontri in luoghi d’arte che riuniscono artisti e teorici intorno a un tema specifico (aneddoto, archivio, animale, incidente, eccesso, ecc.). Dal 2008 al 2010 ha lavorato come ricercatrice sostenuta dal Fondo Nazionale Svizzero sulle pratiche artistiche dell’archivio e su un progetto sulle pratiche di improvvisazione con diverse scuole d’arte, teatro e musica. Attualmente insegna metodologia, drammaturgia e antropologia presso La Manufacture – Haute école des arts de la scène, nell’ambito del programma di Bachelor in teatro e danza.

Foto ©far° Nyon2022 – Arya Dil

ZONA K

videoinstallazione
partecipazione gratuita
c/o Il D!alma – cantiere creativo urbano
Via Claudio Monteverdi, 117 –
La Spezia


Dopo il debutto al Teatro degli Impavidi di Sarzana nel 2022, ZONA K propone in forma installativa l’importante lavoro di indagine e coinvolgimento di persone comuni realizzato con la produzione Non siamo niente, saremo tutto.

Interviste, filmati, audio che fotografano un oggi lavorativo complesso, fatto di forti gap generazionali, di aspettative mancate, di realizzazioni, di voglia di partecipare. Un archivio online del mondo del lavoro oggi, partito dalle testimonianze dei primi lavoratori di La Spezia e Sarzana coinvolti e in continua crescita per ogni piazza che lo spettacolo tocca.

Un percorso immersivo in una delle questioni più urgenti per il presente e il futuro di tutti.

un progetto di ZONA K a cura di Fabio Cherstich contenuti e regia dell’omonimo spettacolo Alessandro Renda editing e visual effect video Francesco Tedde e Alessandro Tedde (Antropotopia)
Il progetto è realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea

AA.VV.

RESTITUZIONI DEI PROGETTI SOSTENUTI DAL BANDO DELLE RESIDENZE DIGITALI:
Mara Oscar Cassiani, Malte & Collettivo Ønar, Martin Romeo, Simone Verduci/Ariella Vidach

Per informazioni e acquisto biglietti (3 euro) consultare il sito www.residenzedigitali.it. All’atto dell’acquisto lo spettatore riceverà tutte le informazioni necessarie. 


Si rinnova, per il quarto anno consecutivo, l’appuntamento con la Settimana delle Residenze Digitali, progettualità artistiche sperimentali, che trovano nello spazio digitale il loro habitat ideale.

La settimana si svolgerà dal 22 al 26 novembre e prevede le restituzioni dei progetti selezionati attraverso la quarta edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

Il programma della settimana

22 – 26 novembre dalle 16.30 alle 18.00, di CITIZENS di SIMONE VERDUCI / ARIELLA VIDACH, progetto di arte performativa e partecipativa immaginato per lo spazio virtuale che ripercorre la definizione di eterotopia enunciata dal filosofo Michele Foucault, usata per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. Il corpo dello spettatore è il motore di questo attraversamento. Conversazioni in corso, corpi danzanti, la preghiera in una chiesa, la confusione di un mercato affollato, sono solo alcune delle situazioni che gli utenti possono incontrare durante il loro percorso, oltre alla possibilità di interagire tra loro. Le situazioni agite da rappresentazioni virtuali sono le controparti umane. La scelta del percorso influenzerà direttamente l’evolversi degli eventi, la trama e il modo in cui lo spettatore si relazionerà all’esperienza. Le musiche sono di Franco Conte.

Simone Verduci è creative technologist e new media artist. La sua ricerca è incentrata sullo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie per l’arte e il design, con uno sguardo sempre attento al contemporaneo e alla multidisciplinarietà.
Ariella Vidach si forma a New York negli anni Ottanta, dove ha modo di approfondire il lavoro con i protagonisti della danza postmoderna americana. Torna a Milano nel 1990 e nel 1996 fonda la Compagnia di danza Ariella Vidach – AiEP, con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Nel 2017 AiEP riceve il “Premio Speciale” nei Premi della danza svizzera per la ricerca e l’innovazione del linguaggio.

Giovedì 23 e venerdì 24 è il momento di AI LOVE, GHOSTS AND UNCANNY VALLEYS <3 di MARA OSCAR CASSIANI. Il lavoro può essere fruito in versione online giovedì 23 dalle 11 alle 12.30 e in versione ibrida, online e in presenza alla Lavanderia a Vapore di Collegno (To), venerdì 24/11 dalle 11 alle 12.30 – in presenza replica riservata alle scuole- e dalle 19 alle 20 – durata fra i 10 e i 30 minuti).

Possiamo innamorarci di una Ai (intelligenza artificiale) e poi decidere di lasciarla? Amici virtuali, avatar che posseggono profili Instagram e ci danno consigli, Ai che diventano i partner nella vita affettiva. In molti modi, sembra la relazione perfetta, perché si potrebbe sempre fare affidamento sul compagno di intelligenza artificiale, sempre disponibile a fornire compagnia e comprensione. Mentre aumentano le relazioni reali sparite in preda al ghosting (la scomparsa di qualcuno senza spiegazioni), le relazioni con le Ai crescono. I corpi, che sembrano spesso semi coscienti con un dispositivo in mano, vivono una seconda vita emotiva e reale sulle piattaforme social e Ai. Le Ai colmano i vuoti degli umani che infondono in loro quello che Gilbert Ryle nel 1949 chiamava il Ghost, l’anima nella macchina. Eppure, questo meccanismo di estrema umanizzazione diventa aberrante: quanto più la Ai assomiglia all’umano, tanto più gli utenti sono sconvolti (effetto Uncanny Valley). Il processo di ricerca oscilla tra storytelling di YouTube e momenti di realtà aumentata e si è sviluppato anche nel corso di due residenze: la prima in Lavanderia a Vapore, che ha permesso all’artista di interrogarsi su questi temi incontrando studenti e studentesse del Liceo Curie di Collegno e dell’Università DAMS di Torino, e la seconda presso C.U.R.A. centro umbro residenze artistiche. L’obiettivo è narrare ma anche dare una dimostrazione performativa della coesistenza di un rapporto tra Ai, in forma di avatar virtuali e utenti, e l’impatto sulla presenza corpo e sul nostro comportamento dell’uso dei device come tramite comunicativo. Mara Oscar Cassiani condividerà, inoltre, il processo di ricerca, la sua poetica artistica e l’esperienza di Residenze Digitali, durante la sua permanenza a Torino, il 26 novembre in occasione di onLive Campus, progetto promosso da Piemonte dal Vivo, quest’anno nell’ambito della sesta edizione del TFI Torino Film Industry al Circolo dei lettori. onLive Campus è un contesto in cui dare visibilità alle nuove estetiche e all’impatto delle residenze dedicate alle arti digitali in dialogo con la rete, come conferma la presenza nella stessa giornata di Kamilia Kard, tra i vincitori della precedente edizione di Residenze Digitali, e di MALTE & Collettivo ØNAR, altro progetto selezionato dal bando, sempre il 26 novembre a Torino per Memissima.

Mara Oscar Cassiani è un’artista wifi-based che lavora nel campo della performance, della coreografia, dei linguaggi digitali, del ritual clubbing, esplorati attraverso pratiche performative live, sia offline che online. La sua ricerca è incentrata sulla creazione di un’iconografia contemporanea, in cui le nuove grammatiche e i rituali sono mutuati dal mondo di internet, dalle sottoculture, dagli avatar e dall’immaginario del brutal capitalismo. Il rapporto che intrattiene con il pubblico, in una dimensione allargata – sia live che mediata – viene esplorato, attraverso questi immaginari visivi, in allestimenti performati in luoghi open space o in spazi virtuali open source. La performance risultante diventa un flusso di immagini, un continuo scroll-down tra estratti di cultura avatar, folklore rituale, folklore digitale e di riappropriazione nei confronti del linguaggio capitalista. L’artista ci restituisce così un’istantanea globale, un “fast food visivo” tra kitsch, cruda ritualità e apocalisse.

Giovedì 23, dalle ore 18 alle ore 20 dal vivo presso ZONA K e per un gruppo di 100 iscritti su Telegram, (replica domenica 26 dalle 18,30 alle 20 live da Off Topic di Torino per Memissima e fruibile da un gruppo Telegram di 100 iscritti) TEATROPOSTAGGIO di GIACOMO LILLIÙ. Lo shitposting è la condivisione in una chat o sui social di contenuti volutamente scadenti o fuori contesto, con l’obiettivo di far esplodere qualsiasi possibilità di comunicazione univoca. Strumento principale di questa operazione sono i meme, dunque assemblaggi di immagini, video e testi: una dialettica tra scritto e icona assimilabile a quella tra parola e palco. Ma cosa succede se si utilizza lo shitposting per “schiantare” i paradigmi drammaturgici? Giacomo Lilliù (ideazione e curatela performativa) e Pier Lorenzo Pisano (curatela drammaturgica) hanno selezionato 5 tra i più interessanti creatori di contenuti memetici, e li hanno invitati a creare nuovo materiale insieme a 4 attori professionisti. Per la Settimana delle Residenze Digitali, il percorso di ricerca trova attuazione sull’applicazione di chat Telegram, con una performance in bilico tra dadaismo, oscenità e nichilismo semantico. Gli attori saranno chiamati a condividere piccoli atti situazionisti in foto e video, che fungeranno da base per l’operazione di risignificazione dei memer, che a loro volta ispireranno nuove situazioni agli stessi performer, in un processo di feedback in cui è impossibile arrivare al termine di un qualsiasi pensiero. D’altronde, se lo shitposting serve a far saltare le fila del discorso, nessun discorso può dirsi immune da questa tentazione a deragliare.

Giacomo Lilliù (1992) è regista e attore. Formatosi alla Scuola del Teatro Stabile delle Marche e successivamente alla LAMDA di Londra, dirige e collabora a progetti in Italia, Polonia, Regno Unito. Come attore recita per Marco Baliani, la compagnia belga Ontroerend Goed, Romeo Castellucci. Dal 2014 collabora con la compagnia MALTE, diretta da Sonia Antinori, con la quale dirige e interpreta progetti come Teoria della classe disagiata, adattamento ufficiale dell’omonimo saggio di culto. Nel 2015 crea Collettivo ØNAR, gruppo informale attraverso cui si dedica alla creazione multidisciplinare e intraprende un percorso di ibridazione fra teatrale e digitale, realizzando opere come WOE/Wastage of Events (vincitore Residenze Digitali 2021). Nel 2022 il network Fondo, istituito da Santarcangelo Festival assieme ad altri 13 enti, gli riconosce una fellowship per la sua personale ricerca artistica.

Conclude la programmazione, venerdì 24 a Vicenza, dalle 20 alle 22,30 in 5 turni da 5 persone per volta, durata 30 minuti e sabato 25 nella sua versione online dal teatro virtuale di AMAT dalle 20 alle 22 (sempre 5 turni per 5 persone alla volta)  HUMANVERSE di MARTIN ROMEO. Una ricerca sul post-umano che considera tutti gli attori presenti come parte di un ecosistema: elementi fisici, non fisici, digitali, virtuali e phigital. Il metaverso è parte di questo nuovo ecosistema-mondo con il quale dobbiamo interfacciarci in vista della nascita di una nuova “civiltà”. Humanverse ci porta a riflettere sulla questione antropologica del corpo, in una realtà in cui vengono contrapposti mondi fatti di nuove alleanze tra specie diverse e abitati da esseri permeabili, ibridi e molteplici, come le creature fantastiche inventate da Carrington. Che farcene della nostra materia quando tutto è sempre più immersivo? In un mondo sempre più propenso all’immersività, quali priorità si vuole stabilire? Lo sviluppo di queste tematiche darà vita a elaborati audiovisivi generati con piattaforme AI (MidJourney, OpenAI, ChatGPT) che saranno presentati al fine di instaurare dialoghi e scambi. Lo spettatore potrà accedere a questo ambiente sia da computer che da smartphone tramite un avatar, avrà modo di interagire fisicamente grazie all’impiego di visori Quest 2 messi a disposizione durante le restituzioni pubbliche. Potrà partecipare all’esperienza in tempo reale, vivere all’interno di questo ecosistema e farlo evolvere.

Martin Romeo è un artista multimediale Italiano cresciuto in Argentina, la cui ricerca è rivolta all’arte interattiva, spaziando tra videoinstallazioni e performance di danza. Partecipa a numerosi festival internazionali, tra cui File – Electronic Language International Festival in Brasile e all’ International Sarajevo Winter Festival in Bosnia-Erzegovina. I suoi lavori sono stati esposti al Minsheng Art Museum in Cina, all’ IMRC Center in US, e a varie biennali, tra cui la 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e la 15° BJCEM in Grecia. Ha creato diversi progetti culturali ed è direttore artistico del Toolkit Festival di Venezia e Screening Festival di Trieste. Insegna all’Università ISIA e all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.

Mauro Pescio (IT)

Tratto da Podcast Io ero il Milanese di Raiplay Sound

Spettacolo teatrale | durata 75 min

c/o Casa Circondariale“Francesco Di Cataldo” San Vittore
Piazza G. Filangieri 2 – Milano

POSTI ESAURITI – LISTA D’ATTESA COMPLETA
Guarda le repliche del 17 e 18 novembre c/o ZONA K


Uno spettacolo nato come podcast dalla penna di un attore-scrittore, Non è la storia di un eroe è la restituzione live del podcast Io ero il Milanese di e con Mauro Pescio. Lo spettacolo è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, un uomo con cui la sfortuna si è accanita, un uomo che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. La storia di Lorenzo è diventata un podcast, intitolato Io ero il Milanese, prodotto da RaiPlay Sound, diventato un vero e proprio caso nel 2022. Partito in sordina, grazie al passaparola il podcast ha conquistato il pubblico superando i 700 mila ascolti. Ora la storia di Lorenzo S. potrà essere conosciuta dal vivo: lo spazio teatrale è, per antonomasia, lo spazio della rivoluzione, adatto quindi a dare voce alla rivoluzione personale di Lorenzo S. e alla sua storia difficile, dura, ma anche piena di speranza.

di Mauro Pescio e Lorenzo S. con Mauro Pescio e la partecipazione straordinaria del Coro La Nave di San Vittore a cura di Associazione Amici della Nave, Associazione Verso Itaca, ZONA K 

Mauro Pescio, autore radiofonico e teatrale. Dopo essersi diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano si trasferisce a Roma dove fonda una compagnia teatrale con cui lavora per dieci anni. Dal 2012 è autore di “Voi siete qui” per Radio24 e dal 2015 di “Pascal” di Radio2. Per Audible ha scritto “La piena”, prima produzione italiana di Amazon di un podcast teatrale. Dal 2017 collabora con Radio3 per la trasmissione di audiodocumentari “Tre soldi”.

DANAE FESTIVAL
25^ edizione

Anche quest’anno ZONA K si fa tappa del DANAE FESTIVAL, un progetto di Teatro delle Moire giunto alla 25^ edizione, e accoglie lo spettacolo di

RITA FRONGIA

Étoile & Star – Essere umani molto da vicino

Rita Frongia, drammaturga, attrice, regista, che da molti anni scrive per Claudio Morganti, presenta il dittico Étoile Star, per i quali ha sentito il desiderio di lavorare con uno sguardo coreografico, coinvolgendo due interpreti con una lunga e articolata storia artistica: l’attore Stefano Vercelli che ha lavorato tra gli altri con Jerzy Grotowski e Eugenio Barba e la danzatrice americana Teri Weikel che ha alle spalle una serie di collaborazioni con artisti e artiste di fama internazionale e dal 2002 è insegnante del Metodo Feldenkreis applicato alla danza. 

Dopo una lunga vita sulla scena, quando l’equilibrio del danzatore si fa precario e le ossa sporgono come rami in cerca di luce e non ci sono più virtù e giovinezza da esibire, si va all’osso appunto, si indaga il piccolo, il sottile, l’inenarrabile, si evocano i fantasmi di una vita e si desidera danzare come mai si sarebbe immaginato. È questo il desiderio. Se metti insieme la lunga vita di un artista, più la storia che desidera incarnare (o il fantasma che cerca di evocare), viene fuori una terza storia: il suo umano ritratto. Serve una storia che faccia la grazia di nascondersi, una drammaturgia che rispetti l’intelligenza del pubblico e che non suggerisca chiavi di lettura, serve che l’artista sia presente, che in scena indaghi attimo per attimo tempi e forme, affinché si possa immaginare l’indicibile, vedere l’invisibile. 

Info e Acquisto biglietti ➝ DANAEFESTIVAL.COM

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

LABORATORIO TEATRALE PERMANENTE
CAPITOLO 2. Alla ricerca della mia storia nella città

Uno spazio aperto ai cittadini di tutte le età. Un laboratorio teatrale per portare in scena storie personali, questioni sociali o culturali urgenti, in un contesto professionale.

Dopo il CAPITOLO 1 “Alla ricerca della pubblica felicità”, ZONA K invita i cittadini ad esplorare la città attraverso la memoria personale, a riscoprire luoghi che sono o sono stati significativi per la propria vita, che hanno segnato un passaggio, una svolta, un cambiamento.

La città cambia, e noi cambiamo con la città. Ma allo stesso tempo le sue strade, i suoi edifici, le sue panchine rappresentano un archivio di ricordi, emozioni, desideri, propositi. Raccontiamola attraverso le nostre esperienze personali e, perché no?, anche attraverso le nostre visioni di un futuro possibile.

“BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini” si ispira all’omonimo progetto dello Staatsschauspiel di Dresda e intende sviluppare percorsi in cui i partecipanti lavoreranno alla creazione e alla realizzazione di una performance teatrale che verrà inserita nella stagione 2024 di ZONA K. I cittadini trasformeranno le loro istanze in linguaggio artistico per trovare così nuove forme di partecipazione attiva.


Il percorso è suddiviso in due parti.

1. Laboratorio propedeutico di teatro documentario condotto da Nicola di Chio e Miriam Selima Fieno. Un percorso formativo ibrido dove tecniche teatrali, ricerca documentaristica e dimensione digitale convergono, per esplorare le possibilità creative e narrative di un’indagine personale.
c/o Living Moneta* / Associazione Porta Moneta – via Ernesto Teodoro Moneta 56, Milano (quartiere Affori)
6 incontri ogni martedì dalle ore 21.00 alle 23.00 nei giorni 10, 17, 24, 31 ottobre, 7 e 14 novembre

*richiesto il tesseramento annuale € 10,00


2. Laboratorio finalizzato alla creazione e alla messa in scena di una performance teatrale condotto da Federica Di Rosa.
c/o ZONA K – via Spalato 11 Milano (quartiere Isola)
19 incontri dalle ore 20.00 alle ore 22.00 ogni martedì a partire dal 28 novembre 2023

NB: si può partecipare solo al laboratorio c/o Moneta oppure solo al laboratorio c/o ZONA K o, in alternativa, si può decidere di seguire entrambi i laboratori per un totale di 25 incontri.

La partecipazione al primo laboratorio è gratuita*, la partecipazione al secondo laboratorio prevede un piccolo contributo di € 100,00.

Requisiti per partecipare: occorre avere compiuto 18 anni e garantire la presenza per almeno l’80% degli incontri del laboratorio scelto o di tutto il percorso laboratoriale.

Come partecipare: entro il 3 ottobre 2023 invia all’indirizzo organizzazione@zonak.it il tipo di percorso laboratoriale scelto, i tuoi contatti, non più di 10 righe per presentarti e l’indicazione di un luogo della città di Milano che è o è stato importante per te e per quale motivo. Il gruppo di partecipanti sarà formato da un numero massimo di 15 partecipanti a laboratorio che saranno selezionati sulla base del materiale inviato e a seguito di un breve colloquio individuale. 
Nell’individuare i partecipanti, cercheremo di formare un gruppo il più vario possibile, che sia rappresentativo della città. 

Un progetto ZONA K realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo in collaborazione con Porta Moneta, Project for People, Stratagemmi Prospettive Teatrali

I KEPLER-452 si raccontano: una parabola tra teatro e realtà

È da qualche tempo che ci occupiamo di raccontare la realtà, di tentare di portarla in scena, con tutte le resistenze, intuizioni, difficoltà, scoperte, meraviglie che ne conseguono.

Dopo circa dieci anni di questo lavoro pensiamo di non aver elaborato un vero e proprio metodo, perché la realtà e il teatro sono due cose che, messe insieme, è difficile che forniscano due volte circostanze analoghe o anche solo simili. Il cortocircuito tra loro è un’altra realtà, ancora. Irripetibile.

Quando ZONA K ci ha chiesto di tenere una “MasterClass”, abbiamo pensato che, in poche ore, sarebbe stato difficile trasmettere a qualcuno la nostra pratica di lavoro. 

Abbiamo deciso, piuttosto, di ripercorrere insieme questi dieci anni di incontri, tentativi, spettacoli, persone, identità, fallimenti, e raccontarli pubblicamente, nella speranza che questa parabola narrativa tracci qualcosa di simile, se non a un metodo, a una possibilità di teatro.

Una sintesi che offra l’occasione di affacciarsi su un’avventura che possa, forse, far intravedere una strada, un’intuizione nuova, in qualcuno che l’ascolta .

Nicola Borghesi, Enrico Baraldi


La masterclass si svolge il giorno 5 OTTOBRE 2023 dalle ORE 16.00 alle ORE 18.00 presso il Teatro OUT OFF – via Mac Mahon 16 Milano.

La partecipazione è gratuita e avviene attraverso la compilazione di ➝ QUESTO MODULO
Il numero delle/dei partecipanti è limitato.
I posti verranno assegnati in base all’ordine di arrivo dei moduli correttamente compilati. 


Vai allo spettacolo di KEPLER-452 in scena il 4 e 5 ottobre per la stagione 10

DOM- e ANTONIO MORESCO (IT)

18 ottobre ore 16.00 vers. ENG + ITA
19 ottobre ore 16.00 vers. ENG
20 – 21 ottobre 2023 ore 16.00 vers. ITA

Camminata urbana per soli 20 spettatori | Durata 270 min.

c/o Spazi urbani*


L’uomo che cammina è un viaggio a piedi di circa quattro ore per 20 spettatori e spettatrici alla volta. Una figura, umbratile e sfuggente, percorre la città passeggiando. Attraverso il suo viaggio il paesaggio si apre e si nasconde agli occhi del pubblico che segue a distanza, come a spiare, in bilico tra identificazione e distacco.

A partire dalla graphic novel di Jiro Taniguchi, DOM- costruisce una drammaturgia di spazi per addentrarsi sempre più profondamente nel groviglio della città, e lasciare che l’esperienza viva del cammino diventi il pretesto per un corpo a corpo con il reale. Protagonista del remake milanese è lo scrittore e drammaturgo Antonio Moresco. Mettendosi sui suoi passi e seguendo la sua figura di spalle, il pubblico si ritrova immerso dentro un fantasmatico piano sequenza. Gli spazi si susseguono – una piazza, una stazione, una cattedrale, una palude, un campo incolto, un motel, una piscina – e si intrecciano con scritture solitarie e racconti di viaggi notturni.

Dopo gli allestimenti originali del 2018 e 2019, realizzati grazie alla collaborazione tra ZONA K e Danae festival, il progetto viene ora proposto anche nella versione inglese in vista del meeting internazionale INSITU Artistic Lab.

progetto a cura di DOM- 
creazione, drammaturgia e regia Leonardo Delogu, Valerio Sirna 
con Antonio Moresco 
e con Paola Galassi, Isabella Macchi, Achraf Saiklaroussi 
con la guida di Sathya Nardelli
e con la partecipazione delle allieve e degli allievi dell’ITSOS Albe Steiner
liberamente ispirato all’omonimo fumetto di Jiro Taniguchi L’uomo che cammina 
sonorizzazione del testo “Camminare da solo, di notte di Antonio Moresco” a cura di Fabio Zuffanti 
con la voce di Gabriele Portoghese nella versione inglese
elaborazione suono audioguida Lorenzo Danesin 
traduzione inglese dei testi Richard Courtenay Dixon 
progetto video di Studio Azzurro a cura di Alberto Danelli, Alexey Demichev, Laura Marcolini, Martina Rosa 
coproduzione Sardegna Teatro e ZONA K, co-produzione edizione 2018 e 2019 Teatro delle Moire  con la collaborazione di Terzo Paesaggio 
si ringrazia per la collaborazione Museo del Novecento, Abbazia di Chiaravalle e Milanosport

Gli allievi di dell’ITSOS Albe Steiner: Johan Boccalini, Alessandro Delbosio, Deva Diminutto Formiconi, Claudia Ghielietti, Aurora Gigliotti, Manuel Giuliano, Eleanna Marseglia, Giada Mura, Sam Nalgrati, Mariangela Valle.


*Il luogo di partenza sarà comunicato via sms il giorno precedente lo spettacolo.
Sarà necessario lasciare a ZONA K il proprio numero di cellulare.
Si raccomanda abbigliamento e scarpe comode.
Camminata non adatta a persone con capacità motoria ridotta.

DOM- è un progetto di ricerca nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu e Valerio Sirna. DOM- indaga il linguaggio delle arti performative, contaminandolo con l’approccio militante delle Environmental Humanities e con le istanze e gli immaginari delle ecologie femministe e queer. La ricerca ruota attorno al rapporto tra corpi e territori, investigando il nodo della permeabilità e osservando come potere, natura, cultura e marginalità interagiscono nello spazio pubblico. DOM- costruisce opere performative, camminate, giardini, testi, conferenze e dibattiti, opere audiovisive, workshop, dj-set e feste. www.casadom.org
Antonio Moresco, Scrittore italiano [Mantova, classe 1947]. Dopo aver compiuto un difficile apprendistato di cui dà conto in Lettere a nessuno (1997) documentando criticamente la difficoltà di emergere dalla condizione di scrittore sotterraneo e rifiutato dal mondo editoriale italiano, ha pubblicato nel 1993 la raccolta di racconti Clandestinità, in cui sono già presenti i temi che sostanziano la sua opera, resi in uno stile asciutto e iperrealista che ne accresce l’impatto drammatico: quello della solitudine, in primo luogo, attraversata da una dimensione del sogno come straniamento da sé, cui si affianca il motivo ricorrente di una ricerca affannata di senso che si dipana attraverso percorsi obliqui e instabili. Il fulcro dell’opera di Moresco ruota intorno alla vasta opera Giochi dell’eternità, scritta nell’arco di 35 anni, costituita da Gli esordi (1998), Canti del caos (edito in due volumi nel 2001 e 2003) e Gli increati (2015). Tra le sue altre opere: La cipolla (1995), Lo sbrego (2005), Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno (2005), Merda e luce (2007), La lucina (2013), Fiaba d’amore (2014), I randagi (2014), Piccola fiaba un po’ da ridere e un po’ da piangere (2015), L’addio (2016), Fiabe da Antonio Moresco (2017) e, entrambe nel 2018, L’adorazione e la lotta e Il grido.
Fondatore nel 2003 del blog Nazione indiana, nel 2005 ha creato la rivista telematica e cartacea Il primo amore.

10 + 1

Con il progetto “10 + 1” ZONA K, anche quest’anno, si aggiudica un posto tra i vincitori del Bando “Milano è viva” del Comune di Milano, dedicato alle periferie.

“10 + 1” è l’estensione della nostra programmazione 2023, il prolungamento di un’attività che si spinge oltre i territori sicuri e consueti confermando la messa in atto di pratiche partecipative, di esplorazione di luoghi urbani, di attivazione di comunità e territori. È in quel + 1 che si riassume l’importanza di un allungamento e di un allargamento di vedute che deve necessariamente oltrepassare i confini territoriali e di pubblico per mettere in gioco e verificare la potenza dello spettacolo dal vivo là dove è meno attesa e ricercata. Il palinsesto si articola in eventi, spettacoli e laboratori uniti da un invisibile fil rouge che collega territori, spettatori e partecipanti, e svela la spinta a osare non tanto e non solo nella ricerca artistica, quanto nell’avvicinamento delle persone ai linguaggi nuovi del contemporaneo.

Questo il programma.

22 + 23 settembre 2023 ore 20.00
c/o Magnete

ROGER BERNAT + QUI E ORA (ES/IT)
LA SCELTA
[performance partecipata]

Il pubblico viene chiamato a sperimentare i meccanismi di lavoro di una direzione artistica: visionare, discutere, operare la scelta. Una sfida reale, in cui ci si trova immersi, una finzione che produce effetti sulla realtà della propria città.


30 settembre 2023 ore 10.00 – 22.00
un progetto a cura di ZONA K


AUDIO IBRIDA.

Audio guida creativa alla scoperta degli spazi Ibridi di Milano
[camminata urbana in vari luoghi di Milano]

Una performance urbana guidata dalla voce elettronica di un navigatore personale. Un’audio guida creativa, un gioco che diventa urbano e che attraversa il territorio di Milano alla scoperta degli Spazi Ibridi Socioculturali che lo abitano.


4 + 5 ottobre 2023 ore 20.00
c/o Teatro OUT OFF


KEPLER-452 (IT)
IL CAPITALE. Un libro che ancora non abbiamo letto

[spettacolo]


Lo spettacolo racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, le differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, l’estrazione di plusvalore, la chiusura di una fabbrica tra tante, racconta di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato.


14 + 15 ottobre 2023 ore 19.00
c/o Condominio viale Lombardia 65


BÜRGERBÜHNE – LA SCENA DEI CITTADINI (IT)
10+1: alla ricerca della pubblica felicità

10 come i 10 anni di attività teatrale di ZONA K e del suo percorso tra innovazione, attualità, ricerca
10 come il decalogo – tutto da inventare- del “buon cittadino”, tra obbedienza e disobbedienza civile
10 come le tappe per raggiungere la “pubblica felicità”, quella che in senso illuminista coincide col bene pubblico


dal 18 al 21 ottobre 2023 ore 16.00

DOM- (IT)
L’UOMO CHE CAMMINA


Una performance di paesaggio, un viaggio a piedi di circa quattro ore per 20 spettatori e spettatrici alla volta. Una figura, umbratile e sfuggente, per- corre la città passeggiando. Attraverso il suo viaggio il paesaggio si apre e si nasconde agli occhi del pubblico che segue a distanza, come a spiare, in bilico tra identificazione e distacco.

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

Spettacolo partecipato  | durata 120 min

c/o condominio di viale Lombardia 65, Milano

partecipazione gratuita
prenotazione obbligatoria su biglietti@zonak.it


10+1. Alla ricerca della pubblica felicità” è una performance di teatro partecipato ideata e realizzata insieme al gruppo di cittadini che ha preso parte al laboratorio teatrale BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini.

10 stanze, 10 temi, 10 questioni urgenti da affrontare e da raccontare attraverso un’azione performativa all’interno del condominio di viale Lombardia 65.
Il pubblico è sollecitato a osservare e ascoltare ma soprattutto a rispondere e ad agire. È possibile trovare la felicità collettiva? E come? Tra storie reali e immaginate, giochi e provocazioni, realtà e finzione ci muoviamo all’interno di un percorso che non sarà uguale per tutti.

17 cittadini – un campione rappresentativo della città – si fanno autori e attori per portare in scena, con ironia, il loro punto di vista su Milano.

un progetto ZONA K regia e drammaturgia Federica Di Rosa di e con Massimo Amati, Fiorenza Auriemma, Eleonora Bedon, Isabella Fazio, Maria Teresa Gimelli, Paolo Grulla, Fabio Lastella, Ele- na Lerra, Mattia Martini, Cristina Meneguzzo, Sara Pennati, Giovanna Piccardo, Emanuela Sitzia, Irmtraut Tonndorf, Arianna Tuzzolino, Xina Veronese, Alessandro Zemella laboratorio condotto da Federica Di Rosa con il supporto di Leda Peccatori

VAI AL LABORATORIO TEATRALE PERMANENTE 2023

Evento inserito nel palinsesto di

Contributi pubblici

Anno 2018

Anno 2019

Anno 2020

Anno 2021

Anno 2022

ZONA K per Milano Re-Mapped Summer Festival

Il 12 e 13 luglio Pirelli HangarBicocca presenta la seconda edizione di Milano Re-Mapped Summer Festival, un festival multidisciplinare dedicato alla performance, alla musica, al video, alla parola poetica e ad altri linguaggi, che si svolge negli spazi esterni e in alcuni degli spazi interni dell’istituzione.

ZONA K curerà il programma del festival insieme alle realtà indipendenti milanesi spazioSERRA e Fritto FM .

La programmazione di Milano Re-Mapped Summer Festival si sviluppa in due serate con un intenso palinsesto che vede la partecipazione di artiste e artisti italiani e internazionali. Le due serate alternano momenti di performance e danza a concerti dal vivo, reading, proiezioni video, video installazioni, dj set.

Mercoledì 12 luglio, dalle 19.00 all’1.00
ZONA K presenta:

19:00 – Moni Wespi

Slowed Landscapes (The Courage to Stand Still)

Installazione coreografica visiva in treluoghi esterni di Pirelli HangarBiccoca

19.00 – 23.00 (sala lettura) – Moni Wespi
Moving Portraits | Liquefy – Human Nature

Video allestimento – 5 videoritratti

19.40 – Akira Yoshida

Oroimen
Assolo di danza

21.00 – Akira Yoshida
Home
Assolo di danza

Ore 20.10 – Francesco Venturi

Urvoice

Solo performance per voce e impianto audio multicanale

Ore 21.40 – Salvo Lombardo

Outdoor Dance Floor
Performance + Dj/Vj set


Fritto FM chiude la serata con una programmazione musicale che propone i live set di Rainy Miller e Train to Eltanin con Giovanni Palmisan
o.

Giovedì 13 luglio, dalle 19.00 all’1.00
spazioSERRA presenta un programma con la partecipazione di Mulieris Magazine, Sara Leghissa, Selin Davasse, Gian Marco Porru e La Trape.
Fritto FM conclude con il dj set di Shannen SP.

Ingresso libero e gratuito. La prenotazione è consigliata e garantisce l’accesso immediato. Mercoledì 12 e giovedì 13 luglio, via Chiese 2 Milano
Apertura cancelli ore 18.30

Caroline Barneaud, Stefan Kaegi [Rimini Protokoll] (CH/DE)

Itinerario a piedi tra sette micro-drammaturgie da circa 40 min l’una
Durata totale: 7 ore | In italiano
Punto di partenza e arrivo: Stazione Ferroviaria Garbagnate Parco delle Groane

ATTENZIONE: PRIMA DI EFFETTUARE L’ACQUISTO DEI BIGLIETTI
LEGGERE ATTENTAMENTE TUTTE LE INFORMAZIONI INERENTI ALLA PARTECIPAZIONE
ELENCATE DI SEGUITO


Se il paesaggio fosse un teatro? Se l’arte non imitasse la natura, ma ci permettesse di viverla collettivamente? Cosa è in gioco nel nostro rapporto con la “natura” e le sue rappresentazioni, nel momento in cui clima e risorse ci hanno portato alla consapevolezza della nostra fragilità e interdipendenza?

Paesaggi condivisi invita a lasciare il teatro e trascorrere una giornata all’interno del Parco delle Groane: camminando ed esplorando campi e foreste, gli spettatori scopriranno sette proposte artistiche, sette variazioni sul tema paesaggio. Stefan Kaegi, del collettivo Rimini Protokoll, e Caroline Barneaud, curatrice, hanno chiamato 10 artisti europei a condividere le loro visioni sul nostro rapporto con il territorio. Interventi performativi e coreografici, creazioni sonore e multimediali, affondi filosofici offrono un’esperienza collettiva e partecipata.

Con pièce di: Chiara Bersani e Marco D’Agostin (Italia), El Conde de Torrefiel (Spagna), Sofia Dias e Vítor Roriz (Portogallo) / Antonio Tagliarini (Italia), Begüm Erciyas e Daniel Kötter (Turchia, Belgio, Germania), Stefan Kaegi (Germania, Svizzera) / Riccardo Tabilio (Italia), Ari Benjamin Meyers (Stati Uniti, Germania), Émilie Rousset (Francia).


Clicca QUI per leggere le loro biografie.


ATTENZIONE: PRIMA DI EFFETTUARE L’ACQUISTO DEI BIGLIETTI
LEGGERE ATTENTAMENTE LE SEGUENTI INFORMAZIONI.


COME PREPARARSI
Lo spettacolo si svolge con qualsiasi condizione atmosferica e sarà annullato solo in caso di forti piogge o temporali. In caso di annullamento preventivo verrete avvisati telefonicamente e sarà possibile richiedere il rimborso del biglietto. Non sarà possibile richiedere il rimborso del biglietto a evento iniziato.

Nel bosco possono essere presenti zecche, calabroni, api e vespe durante il periodo estivo. Nella zona c’è un’alta presenza di zanzare. Munirsi di relativi repellenti.

Si prega di indossare scarpe e vestiti adatti a camminare in un’area boschiva e adeguati alle condizioni meteorologiche e alle proprie esigenze personali. L’organizzazione metterà a disposizione coperte per sedersi sull’erba, mantelle per la pioggia e sgabelli da campeggio. È consigliato portare con sé uno zaino leggero e non pesante.

COME ARRIVARE E ORARIO DI INIZIO
Ritrovo al bar della Stazione Garbagnate Parco delle Groane tra le ore 13.00 e le ore 13:30 per controllo biglietti e ritiro dell’attrezzatura necessaria. L’itinerario inizierà alle 14.00 in punto. Trattandosi di un percorso a tappe obbligate, l’orario di partenza è improrogabile. Non sarà possibile attendere eventuali ritardatari.

Visto l’approccio ecologico del progetto, vi invitiamo a utilizzare i mezzi pubblici o il car-sharing.Trasporto pubblico: linee Trenord S1 o S3, fermata Garbagnate Parco delle Groane.  È presente un parcheggio presso il bar della stazione.

Il punto di arrivo coincide con il punto di partenza.

ACCESSIBILITÀ
Le persone con disabilità motorie o sensoriali possono scrivere a servizioalpubblico@piccoloteatromilano.it per valutare la fattibilità del percorso.

SVOLGIMENTO DELLA GIORNATA
Le pièce durano tra i 30 e i 50 minuti l’una. Sono previste pause più o meno lunghe per andare in bagno, tra ogni pièce. Il nostro team è a disposizione durante tutta la giornata per fornire indicazioni e assistenza in caso di necessità. Le distanze tra le 7 pièce sono relativamente brevi (il tempo complessivo di solo cammino è di 1h30 / 1h50). Si cammina in gruppo, attraverso campi, sentieri sterrati e, talvolta, si attraversano boschi. L’ultima pièce terminerà prima del tramonto, in modo da poter rientrare in sicurezza al punto di partenza.

NORME E REGOLE DI SICUREZZA
Ogni gruppo sarà accompagnato da guide che indicheranno i sentieri da percorrere. Si prega di prestare attenzione ai possibili pericoli derivanti da punture di insetti e percorsi accidentati. Sarà richiesta l’accettazione di assunzione di responsabilità contestuale all’acquisto del biglietto. È assolutamente vietato fumare in tutta l’area. Qualsiasi violazione comporterà l’esclusione dall’evento.

MAGIARE E BERE
È presente un bar presso il punto di partenza. Non ci sono supermercati e ristoranti nelle immediate vicinanze.
Si consiglia di portare con sé una bottiglia/borraccia d’acqua, che potrà essere ricaricata presso la stazione di rifornimento.

Cestini-merenda preparati da L’Orablù Bistrot possono essere prenotati al momento dell’acquisto del biglietto online, o entro il venerdì precedente l’evento, e saranno consegnati durante la pausa.

Ogni cestino costa 8,50 €.
Versione vegetariana:  bocconcino ai cereali (panetteria La Casa del Pane) con formaggio e pomodoro, hummus con verdurine fresche di stagione, un mini muffin artigianale, un succo di frutta

Versione non vegetariana: bocconcino ai cereali (panetteria La Casa del Pane) con prosciutto e formaggio, hummus con verdurine fresche di stagione, un mini muffin artigianale, un succo di frutta

In alternativa potete portare con voi cibo e snack da consumare durante il percorso e durante le pause. Intorno alle ore 18:00 è prevista una pausa di circa mezz’ora.

INFRASTRUTTURE SUL POSTO
I servizi igienici sono disponibili presso il punto di partenza. Durante la pausa più lunga sarà possibile usufruire di bagni chimici.

Vi ringraziamo fin da subito per la cura che avrete del bosco e dei suoi abitanti: portate con voi i vostri rifiuti, non ci sono cestini.

LO SPETTACOLO È ADATTO A BAMBINE E BAMBINI?
Sebbene le pièce non siano state concepite specificamente per bambine e bambini, in nessuna di esse sono presenti scene violente o un linguaggio inappropriato.
I bambini accompagnati e accuditi dagli adulti di riferimento sono quindi i benvenuti.

POSSO PORTARE IL MIO CANE?
I cani non sono ammessi.

Ideazione e cura Caroline Barneaud e Stefan Kaegi (Rimini Protokoll) Assistenza artistica Giulia Rumasuglia, Magali Tosato Direzione tecnica Guillaume Zemor Produzione e coordinamento Isabelle Campiche, Aline Fuchs (Théâtre Vidy-Lausanne) Con il supporto dei team produzione, tecnica, comunicazione e amministrazione del Théâtre Vidy-Lausanne Coordinamento di Performing Landscape Chloé Ferro, Monica Ferrari, Lara Fischer (Rimini Protokoll)

Produzione locale ZONA K e Piccolo Teatro di Milano Assistenza artistica Federica Bruscaglioni e Silvia Orlandi Produzione e coordinamento Valentina Kastlunger, Valentina Picariello, Federica Bruscaglioni e Leda Peccatori Direzione tecnica Luca De Marinis Coordinamento tecnico Francesco Pace Tecnico Video Giovanni Bonalumi Tecnici audio Cristiano Camerotti,Emanuele Martina, Jacopo De Doná, Pietro Forconi Macchinisti Davide Memeo, Martino Colaianna Comunicazione e promozione Silvia Orlandi, Renata Viola Coordinamento scientifico Emanuele Regi e Francesca Serrazanetti Traduzioni Antonio Tagliarini, Valentina Kastlunger, Ruggero Franceschini Nella pièce di Ari Benjamin Meyers Alessandro Luppi (direttore musicale) Michael Costanza (tromba) Iris Soledad Galibariggi (sassofono) Pierfausto Dall’Era (tuba) Simone Capitaneo (trombone) Gabriela Clelia Cuna (flauto) Maria Andreana Pinna (sassofono tenore) Nella pièce di Stefan Kaegi / Riccardo Tabilio, Costanza Alessandri, Luca Frezzini, Camilla Giraudi, Rania Khazour, Pamela Turchiarulo (voci), Roberto Cirillo (registrazione live) Nella pièce di Chiara Bersani e Marco D’Agostin Marco Bricchi (performer), Lemmo (musica), Luca Ciffo (registrazione voce ed editing)  Nella pièce di Emilie Rousset Davide Albrici (agricoltore), Giulia Heatfield Di Renzi e Ruggero Franceschini (performer) Nella pièce di Sofia Dias e Vítor Roriz / Antonio Tagliarini Milena Costanzo, Luca Stetur (voci), Luca Ciffo (registrazione ed editing)

Produzione Rimini Apparat (Germania) e Théâtre Vidy-Lausanne (Svizzera) Coproduzione Performing landscape, consorzio europeo: Bunker et Mladi Levi Festival (Slovenia), Culturgest (Portogallo), Festival d’Avignon (Francia), Tangente St. Pölten – Festival für Gegenwartskultur (Austria), Temporada Alta (Spagna), ZONA K e Piccolo Teatro di Milano (Italia), Berliner Festspiele (Germania).

pic © CHLOE COHEN

Si ringrazia Associazione Ippica Le Groane, Bar Tabacchi Biglietteria Stazione Parco Groane Garbagnate Milanese, L’OraBlù Bistrot, Servizio Volontario di Vigilanza Ecologica del Parco delle Groane, Biblioteca Comunale di Bollate.

Residenze Digitali 2023

La quarta edizione del bando delle Residenze Digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, seleziona 4 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

Al termine del percorso, nel mese di novembre 2023, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze DigitalI.

IL BANDO 2023
I PROGETTI SELEZIONATI 2023
LA SETTIMANA DELLE RESIDENZE DIGITALI 2023

I 4 PROGETTI VINCITORI DI RESIDENZE DIGITALI 2023

Sono stati selezionati i 4 progetti vincitori della quarta edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

I progetti selezionati sono: Il Teatropostaggio da un Milione di Dollari di MALTE & Collettivo ØNAR, Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3 di Mara Oscar Cassiani, Citizens di Simone Verduci, con la consulenza per il concept coreografico e la regia di Ariella Vidach, Humanverse di Martin Romeo.

I lavori sono stati selezionati da una giuria di rappresentanti dei 9 partner organizzatori e dalle 3 tutor, le studiose Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti.

Ogni compagnia artistica riceverà un contributo di 4000 euro + iva e sarà affiancata, nello sviluppo e nella realizzazione del lavoro, dai partner e dalle tutor. L’esito del processo creativo sarà una prima restituzione in un festival diffuso, sia live che online, che si terrà dal 21 al 26 novembre 2023.

Una residenza artistica digitale è un’occasione di studio, sperimentazione, creazione, per la realizzazione di opere in uno spazio nuovo, quello del digitale, con tutte le implicazioni estetiche, tecniche e relazionali che ne derivano. Si tratta di una possibilità che arricchisce il percorso degli artisti, offrendo nuove prospettive a organizzatori, operatori culturali, e agli stessi spettatori.

“Residenze Digitali è ormai diventato un ponte tra il teatro, la danza e la creazione online. È un ponte ancora fragile, per nulla sorretto dal sistema istituzionale e che fronteggia la diffidenza di una parte consistente del mondo teatrale, ma la rete dei partner non si arrende e, anzi, si rinforza ogni anno, nel portare avanti una proposta che, secondo noi, ha il merito di aprire nuove strade alla creatività, senza nulla togliere ai contesti già esistenti, ma ampliando le possibilità in campo, a favore degli artisti”. Lucia Franchi e Luca Ricci, coordinatori di Residenze Digitali insieme ad Armunia

I PROGETTI SELEZIONATI

IL TEATROPOSTAGGIO DA UN MILIONE DI DOLLARI di MALTE & Collettivo ØNAR

Lo shitposting è la condivisione in chat o sui social di contenuti scadenti o fuori contesto, con l’obiettivo di deragliare il senso del discorso. Tali contenuti sono spesso riconducibili alla sfera memetica, dunque ad assemblaggi di immagini, video e testi: una dialettica tra scritto e icona assimilabile a quella tra parola e palco.
Ma cosa succede se si utilizza lo shitposting per “schiantare” i paradigmi drammaturgici?
Giacomo Lilliù (ideazione e curatela performativa) e Pier Lorenzo Pisano (curatela drammaturgica) hanno selezionato 4 dei più popolari creatori di contenuti memetici sulla base della loro capacità di coniugare immediatezza e complessità. Dal 2023, il gruppo di lavoro partecipa a una serie di incontri mensili, con l’intento di avvicinare la sfera teatrale alle sensibilità dei selezionati e comporre dei materiali testuali da consegnare a 4 attori professionisti in residenza artistica. Il percorso trova attuazione tanto nello spazio fisico del teatro, con showcase aperti al pubblico, quanto nella dimensione virtuale, con sessioni di produzione estemporanea, in cui i memer inizializzano thread di scrittura creativa, arricchiti dai commenti delle loro community; durante queste sessioni gli attori interagiscono tramite tastiera, ma anche storie o reel, ricercando una performatività reagente alla specificità dei social media.
Il materiale raccolto durante il progetto sarà condiviso su un portale web dedicato: un palinsesto ispirato dalla Million Dollar Homepage, mosaico pubblicitario e vero reperto della storia internettiana. Il sito, accessibile in anteprima durante la Settimana delle Residenze Digitali, renderà disponibili testi, video, meme, saggi e interviste: un archivio di questa prima incursione in un territorio ancora in ampia parte vergine.

L’Associazione Culturale MALTE nasce nel 2006 a Imola. Dal 2009 si è trasferita nelle Marche, dove ha realizzato rassegne, produzioni anche site-specific, progetti e laboratori. Tra i progetti recenti: Cronache del bambino anatra di Sonia Antinori, con Maria Ariis e Carla Manzon, regia di Gigi Dall’Aglio, e Nella giungla delle città. L’irruzione del reale, vincitore del bando MiBACT MigrArti Spettacolo 2018, un lavoro con immigrati e migranti che trae ispirazione dall’omonimo testo di Brecht. Collettivo ØNAR è un gruppo informale formato nel 2015 da nove artisti provenienti da settori diversi, tutti nati all’inizio degli anni Novanta. Il collettivo agisce come frangia indipendente all’interno delle attività di MALTE, nel solco di una ricerca articolata fra performance teatrali, produzioni filmiche e videoartistiche, progetti musicali, arti figurative e tecnologie web.

ideazione e curatela performativa Giacomo Lilliù curatela drammaturgica Pier Lorenzo Pisano con i memer Giulio Armeni (www.instagram.com/filosofia_coatta), Matteo Grilli, (www.fb.com/opupazzo), Davide Raggio (www.instagram.com/ravidememe), Daniele Zinni (www.instagram.com/inchiestagram) e quattro attori in via di definizione con il sostegno di Fondo 2022 e Inteatro Residenze con il patrocinio del CIRCe (Centro Interdisciplinare di Ricerca sulla Comunicazione) dell’Università di Torino produzione esecutiva MALTE


AI LOVE, GHOSTS AND UNCANNY VALLEYS <3 di MARA OSCAR CASSIANI

Possiamo innamorarci di una Ai (intelligenza artificiale) e poi decidere di lasciarla? Amici Virtuali, avatar che posseggono profili Instagram e ci danno consigli, Ai che diventano i partner nella vita affettiva. In molti modi, sembra la relazione perfetta, perché si potrebbe sempre fare affidamento sul compagno di intelligenza artificiale, sempre disponibile a fornire compagnia e comprensione. Mentre aumentano le relazioni reali sparite in preda al ghosting (la scomparsa di qualcuno senza spiegazioni), le relazioni con le Ai crescono. I corpi, che sembrano spesso semi coscienti con un dispositivo in mano, vivono una seconda vita emotiva e reale sulle piattaforme social e Ai. Le Ai colmano i vuoti degli umani che infondono in loro quello che Gilbert Ryle nel 1949 chiamava il Ghost, l’anima nella macchina. Eppure, questo meccanismo di estrema umanizzazione diventa aberrante: quanto più la Ai assomiglia all’umano, tanto più gli utenti sono sconvolti (effetto Uncanny Valley). Il processo del progetto oscilla tra storytelling di YouTube e momenti di realtà aumentata. L’obiettivo è narrare ma anche dare una dimostrazione performativa della coesistenza di un rapporto tra Ai, in forma di avatar virtuali e utenti, e l’impatto sulla presenza corpo e sul nostro comportamento dell’uso dei device come tramite comunicativo.

Mara Oscar Cassiani è un’artista wifi-based che lavora nel campo della performance, della coreografia, dei linguaggi digitali, del ritual clubbing, esplorati attraverso pratiche performative live, sia offline che online. La sua ricerca è incentrata sulla creazione di un’iconografia contemporanea, in cui le nuove grammatiche e i rituali sono mutuati dal mondo di internet, dalle sottoculture, dagli avatar e dall’immaginario del brutal capitalismo.Il rapporto che intrattiene con il pubblico, in una dimensione allargata – sia live che mediata – viene esplorato, attraverso questi immaginari visivi, in allestimenti performati in luoghi open space o in spazi virtuali open source. La performance risultante diventa un flusso di immagini, un continuo scroll-down tra estratti di cultura avatar, folklore rituale, folklore digitale e di riappropriazione nei confronti del linguaggio capitalista. L’artista ci restituisce così un’istantanea globale, un “fast food visivo” tra kitsch, cruda ritualità e apocalisse.

di Mara Oscar Cassiani 
performers Ai, Avatars, Utenti in relazioni con Ai, Mara Oscar
dialoghi MOC + Ai 
testi MOC + Ai
assistenti alla tecnica Matteo Ascani


CITIZENS di SIMONE VERDUCI / ARIELLA VIDACH

Citizens è un progetto di arte performativa e partecipativa immaginato per lo spazio virtuale che ripercorre la definizione di eterotopia enunciata dal filosofo Michele Foucault, usata per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. In tale senso il progetto mira ridefinire attraverso tecniche di render e fotogrammetria le città che abitiamo, offrendo ai corpi la possibilità di modificare le relazioni economiche e sociologiche che li determinano.

Il movimento diventa il motore di questo attraversamento. L’ambiente virtuale realizzato si configura sovrapponendo in un solo luogo diverse localizzazioni apparentemente incompatibili (un carcere, una moschea, un giardino, una stazione, un’imbarcazione, un museo), all’interno del quale il fruitore potrà collocarsi e navigare. Grazie all’utilizzo di Plask, un’applicazione che permette di trasformare i corpi in movimento in avatar, sarà possibile per l’utente abitare i nuovi spazi riconfigurati virtualmente con il programma UNITY, dando un contributo personale all’installazione.

Simone Verduci è un creative technologist e new media artist. La sua ricerca è incentrata sullo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie per l’arte e il design, con uno sguardo sempre attento al contemporaneo e alla multidisciplinarietà. Ariella Vidach si forma a New York negli anni Ottanta, dove ha modo di approfondire il lavoro con i protagonisti della danza postmoderna americana. Torna a Milano nel 1990 e nel 1996 fonda la Compagnia di danza Ariella Vidach – AiEP, con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Nel 2017 AiEP riceve il prestigioso riconoscimento “Premio Speciale” nei Premi della danza svizzera per la ricerca e l’innovazione del linguaggio.

concept e disegno interattivo VR Simone Verduci
modellazione, animazione e programmazione ambienti interattivi VR Simone Assi
disegno sonoro in VR Franco Conte
coreografie interattive in VR Sofia Casprini
tutor per concept coreografico e regia Ariella Vidach
tutor per concept disegno interattivo VR e regia Claudio Prati


HUMANVERSE di MARTIN ROMEO  

Una ricerca sul post-umano che considera tutti gli attori presenti come parte di un ecosistema: elementi fisici, non fisici, digitali, virtuali e phigital. Il metaverso è parte di questo nuovo ecosistema-mondo con il quale dobbiamo interfacciarci in vista della nascita di una nuova “civiltà”.
Humanverse ci porta a riflettere sulla questione antropologica del corpo, in una realtà in cui vengono contrapposti mondi fatti di nuove alleanze tra specie diverse e abitati da esseri permeabili, ibridi e molteplici, come le creature fantastiche inventate da Carrington.

Che farcene della nostra materia quando tutto è sempre più immersivo? In un mondo sempre più propenso all’immersività, quali priorità si vuole stabilire?
Lo sviluppo di queste tematiche darà vita a elaborati audiovisivi generati con piattaforme AI (MidJourney, OpenAI, ChatGPT) che saranno presentati al fine di instaurare dialoghi e scambi. Lo spettatore potrà accedere a questo ambiente sia da computer che da smartphone tramite un avatar, avrà modo di interagire fisicamente grazie all’impiego di visori Quest 2 messi a disposizione durante le restituzioni pubbliche. Potrà partecipare all’esperienza in tempo reale, vivere all’interno di questo ecosistema e farlo evolvere.

Martin Romeo è un artista multimediale Italiano cresciuto in Argentina, la cui ricerca è rivolta all’arte interattiva, spaziando tra videoinstallazioni e performance di danza. Partecipa a numerosi festival internazionali, tra cui File – Electronic Language International Festival in Brasile e all’ International Sarajevo Winter Festival in Bosnia-Erzegovina. I suoi lavori sono stati esposti al Minsheng Art Museum in Cina, all’ IMRC Center in US, e a varie biennali, tra cui la 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e la 15° BJCEM in Grecia. Ha creato diversi progetti culturali ed è direttore artistico del Toolkit Festival di Venezia e Screening Festival di Trieste. Insegna all’Università ISIA e all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.

RESIDENZE DIGITALI 2023

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con
l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna
(L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione
Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La
Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale
Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di
Vicenza lanciano il presente bando per la selezione di n° 4 progetti di Residenza Digitale da
svilupparsi nel corso dell’anno 2023
.

L’intento è quello di stimolare gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale,
come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale.
Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della
performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito
funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare
percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti
artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicandone anche le modalità di fruizione
e interazione da parte dello spettatore, che può anche prevedere la compresenza di una dimensione
dal vivo, che affianchi quella digitale, che però deve restare prevalente. Gli artisti partecipanti
dovranno anche specificare se può risultare utile l’eventuale concessione di un periodo di residenza
dal vivo, negli spazi gestiti dai partner dell’azione, o durante il periodo di ricerca (per registrazioni di
materiali video, o altro), o nel periodo finale di allestimento. In ogni caso, tutti i progetti devono
prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di
novembre 2023.


Ciascuna delle 4 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 4.000 euro + iva +
messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di
residenza in presenza
. Il compenso sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura.


I promotori del presente bando hanno individuato in Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e
Federica Patti tre esperte nell’ambito della creazione digitale che saranno le tutor degli artisti durante
lo sviluppo dei loro progetti: ciascuna di loro seguirà specificamente 2 dei 4 progetti vincitori.


Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt),
l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna
(L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione
Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La
Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale
Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di
Vicenza vogliono sviluppare un dialogo sempre più ampio e fruttuoso tra spettacolo dal vivo e
pensiero creativo applicato allo spazio digitale, esplorando un’opportunità di creazione che apre
nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete
di fruizione dello spettacolo dal vivo.

Mobile Akademie Berlin (DE)


MILANO E L’IMPREVEDIBILE COMPLESSITÀ

INGRESSO LIBERO.
NON OCCORRE PRENOTARE PER PARTECIPARE.
SI PUÒ ACCEDERE IN QUALSIASI MOMENTO.

SE AL TUO ARRIVO LA CAPIENZA MASSIMA DI PUBBLICO FOSSE MOMENTANEAMENTE RAGGIUNTA, BASTA AVERE UN PO’ DI PAZIENZA E METTERSI IN CODA IN ATTESA DI ENTRARE.

performance
c/o La Pelota Jai Alai, via Palermo 10, Milano (MM2 Moscova)

La performance si svolgerà dalle 17.00 alle 20.30
dalle 16.00 è possibile accedere in qualsiasi momento fino a fine performance



85 ESPERTE/I PER  85 DIALOGHI  SULLA COMPLESSITA’ URBANA

Città da bere, capitale morale, città europea, metropoli delle disuguaglianze. Etichettata da sempre, Milano sfugge ai tentativi di congelarla in un modello e si muove come un sistema complesso che al proprio interno produce contemporaneamente antagonismo e complementarità.

85 esperte/i – urbaniste/i, artiste/i, storiche/i, architette/i, sociologhe/i, cittadine/i, attiviste/i, economiste/i – presentano la loro esperienza di vita, lavoro e pensiero nella città metropolitana. Cosa significa muoversi all’interno di una complessità urbana? Quali azioni di adattamento e innovazione generano un cambiamento? E se in tutto questo accade l’imprevedibile… quali domani urbani ci aspettano?

Il Mercato della Conoscenza e Non Conoscenza è un progetto dell’artista, curatrice e drammaturga berlinese Hannah Hurtzig. Presentato per la prima volta nel 2004 è stato messo in scena 34 volte in 13 diversi paesi. Per ogni città che lo presenta, il Mercato è creato ex novo, con un focus tematico diverso legato al contesto urbano contemporaneo.

È un evento artistico, una performance partecipata di ampio respiro, un luogo di scambio, osservazione e produzione di sapere che combina l’intimità del tête-à-tête con la spettacolarità dell’installazione teatrale, dando vita a uno spazio di conoscenza multidisciplinare, multidimensionale e allucinatorio, evocando quello che è e potrebbe diventare Milano.

In un grande spazio chiamato Arena con l’atmosfera di una sala di lettura e il rumore di mercato, gli esperti sono chiamati a offrire una parte della loro conoscenza – ovvia, irriverente, inaspettata e sorprendente – in 30 minuti di conversazione one to one con il pubblico. Il loro sapere fornisce una visione enciclopedica del tema selezionato. Si tratta di temi urgenti, di interesse cittadino e universale, diversi per ogni luogo in cui viene rappresentato.  

Quando entra, lo spettatore riceve un’enciclopedia, una guida per l’evento utile a comprendere il tema e le conoscenze degli esperti. Eppure, l’enciclopedia – di fronte alla selvaggia tassonomia di aree di conoscenza culturali, artistiche, scientifiche, pratiche e basate sul buon senso, disciplinari e non, riconosciute e clandestine – fallisce sempre il suo compito di guida.

È davanti a un Check-in – presidiato da host e hostess in uniforme, tappa amministrativa e cuore burocratico dell’organizzazione della serata – che il pubblico si mette in fila per prenotare un dialogo alla simbolica cifra di 1€. Non si tratta di un mercato organizzato secondo il principio della scelta razionale, ma piuttosto di una roulette: i clienti fanno la fila per prenotare un dialogo, ma il 60% di loro viene convinto dal venditore a prenotare qualcosa o qualcun altro. Qualora il cliente non fosse soddisfatto del suo acquisto, potrà rivolgersi a uno Sportello Lamentele e Reclami per esprimere il suo disappunto. Questi momenti di efficienza burocratica (o di burocrazia kafkiana) offrono ulteriori momenti di coinvolgimento e assurdità.

Le conversazioni one to one vengono osservate contemporaneamente dal pubblico seduto sulle gradinate intorno all’Arena, che può sintonizzarsi su uno dei canali della Radio del Mercato per ascoltare ciò che viene detto. Si crea un’esperienza a scelta multipla, in cui ogni spettatore sceglie se partecipare od osservare o fare entrambe le cose.

Il Mercato della Conoscenza e Non Conoscenza è uno spazio interattivo di installazione per apprendere e disimparare. Qui la conoscenza e la non conoscenza sono messe in scena e in gioco. Si assisterà a una proliferazione di atti di parola, scanditi al ritmo del tempo amministrativo. Tutte le possibilità sono aperte a ciò che si dice e si ascolta, purché si rispettino tre semplici regole: Arrivare al tavolo in orario! Aspettare il gong, la conversazione inizia con il gong! L’esperto ha la prima parola! Avete 30 minuti di tempo.

Il Mercato della Conoscenza e Non Conoscenza trasforma la natura performativa di ogni interazione sociale in un teatro accattivante. Un progetto fortemente voluto che segna l’arrivo e la ripartenza dei 10 anni di ZONA K, la sintesi di una volontà e di una visione del nostro costruire progetti di teatro partecipato fuori formato.


MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

  1. Accesso e prenotazione delle conversazioni con esperte/i a partire dalle 16.00.
    Il costo di ogni conversazione (durata di 30 minuti) è di 1 €.
    .
    CHECK-IN
    Prenotazione dalle 16.00: ROUND 1A 17.00>17.30 | ROUND 1B 17.35>18.05
    Prenotazione dalle 17.00: ROUND 2A 18.15>18.45 | ROUND 2B 18.50>19.20
    Prenotazione dalle 18.00: ROUND 3A 19.30>20.00 | ROUND 3B 20.05>20.35
    .
  2. È possibile seguire alcune delle conversazioni sui canali della RADIO DEL MERCATO.
    Le cuffie sono disponibili all’ingresso in cambio di un documento di identità.

LINGUE
Conversazioni in italiano, inglese, francese, arabo, spagnolo, dialetto tunisino, cinese, rumeno, LIS.
Per approfondire il progetto www.mobileakademie-berlin.com | www.zonak.it


85 ESPERTE/I: Pietro Bagnoli, Architetto, Jada Bai, Docente di lingua e cultura cinese e mediatrice culturale, Yraida Bailon, Badante, Christine Ballarin, Responsabile Ufficio Pianificazione e Valorizzazione delle Risorse Idriche del Comune di Milano, Gianni Barbacetto, Giornalista e scrittore, Carlo Berizzi, Professore associato di Progettazione Architettonica e Urbana – Università di Pavia, Ales Bonaccorsi, Direttore Creativo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, Paola Bonini, Esperta di media digitali, attivista di “Sai che puoi”, Lucia Borso e Teresa De Martin, Co-fondatrici di So.De-Social Delivery, Gabriella Bottini, Neurologa, neuropsicologa, professore ordinario di Psicofisiologia, Rabii Brahim e Anna Serlenga, Co-fondatori di Corps Citoyen, Marco Caccianiga, Botanico, Ilenya Camozzi, Sociologa della cultura, Davide Carnevali, Drammaturgo, Ivan Carozzi, Giornalista e scrittore, Anna Casali, Consulente immobiliare, Arianna Censi, Assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Fabio Cherstich, Regista e scenografo, Michele Ifigenia Colturi, Coreografo e Guest Airbnb, Mimmo Cosenza, Esperto di AI, Edoardo Croci, Professore all’Università Bocconi e Direttore del Sustainable Urban Regeneration Lab, Tobia D’Onofrio, Agitatore culturale, appassionato di musica e controculture, giornalista, Marianna D’Ovidio, Sociologa urbana, Giovanni Damiani, Architetto, Danilo De Biasio, Giornalista e direttore della Fondazione Diritti Umani, Elio De Capitani, Attore, regista e co-direttore artistico del Teatro dell’Elfo, Nicola Del Corno, Professore associato di Storia delle Dottrine Politiche, Andrea Di Mario, Dirigente scolastico, Alberto “Abo” Di Monte, Agitatore sociale e geografo, Bibliotecario, Autore, Linda Di Pietro, Manager culturale, Jacopo M. DustyEye, Crono-viandante, Progetto giovani della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Giordana Ferri, Architetta, Simone Ferrero, Ingegnere matematico, artista, imprenditore, Francesco Floris, Giornalista, Silvio Garattini, Fondatore e Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche – IRCCS Mario Negri, Elena Gianni, Architetta, membro di Mutuo Soccorso, Sandro Greblo, Ciclofattorino e Autore, Igor Guida, Direttore scientifico di Stripes Digitus Lab c/o MIND Milano Innovation District, Cecilia Guida, Curatrice e critica d’arte, Eiman Hussein Adam, Attivista, Isabella Inti, Architetta urbanista – tecnico del paesaggio, Michel Koffi Fadonougbo, Griot e attivista, Alessandra Kustermann, Ginecologa e Presidente di SVS Donna Aiuta Donna, Chiara Lainati, Antropologa e socia fondatrice di Super, Federico Leoni, Filosofo, Claudio Longhi, Direttore del Piccolo Teatro di Milano, Alessandro Maniaci, Avvocato e interprete di lingua dei segni, Alina Marazzi, Regista, Gabriele Antonio Mariani, Ingegnere e architetto, Michele Masneri, Giornalista, Marco Minoja, Direttore Generale Fondazione Scuole Civiche Milano, Liliana Moro, Artista, Azzurra Muzzonigro, Ricercatrice indipendente, co-fondatrice dell’Associazione Sex and the City, Giacomo Negri, Attivista e abitante del quartiere, Bertram Niessen, Ricercatore, progettista, docente, autore e advisor, Presidente di cheFare, Maurizio Orlandella, Ginecologo Consultoriale, Caterina Orsenigo, Giornalista e scrittrice, Giovanni Padula, Economista urbano, specialista nei settori creativi e culturali., Giacomo Papi, Scrittore, giornalista e autore televisivo., Federico Parolotto, Pianificatore di trasporti, Diego Piemontese, Regista teatrale, attivista, stand-up comedian, Paolo Pileri, Docente di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano, Milena Piscozzo, Dirigente scolastico di ICC e scrittrice, Plata, Artista e rapper, Carlo Polidori, Zoologo, Oliviero Ponte di Pino, Curatore del programma di Bookcity Milano, Ulisse Romanò | Demetra, Biologa, attore e drag queen, David Röttgen, Avvocato ambientale, Gianluca Ruggieri, Ingegnere ambientale, Giovanni Scirocco, Docente di Storia contemporanea, Università degli Studi di Bergamo, Rahel Sereke, Urbanista (seriale), politica, attivista, Davide Steccanella, Avvocato e saggista, Sonia Stefanizzi, Professore ordinario di Sociologia e direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università degli studi di Milano – Bicocca., Gregorio Taccola, Dottore di ricerca in storia, Luciana Tavernini, Storica e scrittrice, Alberto Tavolaro, Studente e rappresentante d’istituto del Liceo Carducci di Milano, Jacopo Tondelli, Giornalista e scrittore, fondatore de Gli Stati Generali, Lucia Tozzi, Giornalista e studiosa indipendente, Alberto Vailati, Fisico e docente di Fisica della Materia, Franco Vaio, Fisico e scrittore, Fulvio Vanacore, Artista e tarologo, Serena Vitucci, Attivista, Sara Zambotti, Conduttrice radiofonica e docente in università, Cino Zucchi, Architetto

ricerca e drammaturgia Federica Di Rosa, Valentina Kastlunger e Valentina Picariello
con la collaborazione di Silvia Rigon e Eliana Rotella
e il contributo di Renata Viola
con la partecipazione di Federica Bruscaglioni, Valeria Casentini, Gabriele De Risi, Leo Djavidnia, Anna Doneda, Ruggero Franceschini, Philippe Hochleichter, Fabio Lastella, Nicole Lentin, Sathya Nardelli, Silvia Orlandi, Elena Pagallo, Leda Peccatori, Lorenzo Piccolo, Silvia Rigon, Eliana Rotella
direttore produzione Luca De Marinis
organizzazione e produzione Federica Bruscaglioni e Leda Peccatori
scenografia Marco Muzzolon e Marianna Cavallotti
responsabile beauty e costumi Christian Fritzenwanker
acconciature e make-up Elizabeth Fogel
comunicazione Silvia Orlandi
grafica Leonardo Mazzi – Neo Studio
ufficio stampa Renata Viola
amministrazione e Fund Raising Valeria Casentini
proprietà licenza Hannah Hurtzig e Mobile Akademie Berlin
licenziataria ZONA K Milano
un progetto di Mobile Akademie Berlin
produzione ZONA K
con i sostegno di MIC e Fondazione Cariplo

workshop costruzione cartelli con Elena Lerra, Isabella Perversi, Benedetta Pintus, Eleonora Pozzi, Beatrice Zago

Mauro Pescio (IT)

Tratto da Podcast Io ero il Milanese di Raiplay Sound

Spettacolo teatrale | durata 75 min
c/o ZONAK

AGGIUNTA REPLICA STRAORDINARIA SABATO POMERIGGIO


Uno spettacolo nato come podcast dalla penna di un attore-scrittore, Non è la storia di un eroe è la restituzione live del podcast Io ero il Milanese di e con Mauro Pescio. Lo spettacolo è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, un uomo con cui la sfortuna si è accanita, un uomo che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. La storia di Lorenzo è diventata un podcast, intitolato Io ero il Milanese, prodotto da RaiPlay Sound, diventato un vero e proprio caso nel 2022. Partito in sordina, grazie al passaparola il podcast ha conquistato il pubblico superando i 700 mila ascolti. Ora la storia di Lorenzo S. potrà essere conosciuta dal vivo: lo spazio teatrale è, per antonomasia, lo spazio della rivoluzione, adatto quindi a dare voce alla rivoluzione personale di Lorenzo S. e alla sua storia difficile, dura, ma anche piena di speranza.

di Mauro Pescio e Lorenzo S. con Mauro Pescio e la partecipazione straordinaria del Coro Amici della Nave di San Vittore a cura di Associazione Amici della Nave, Associazione Verso Itaca, ZONA K 

Mauro Pescio, autore radiofonico e teatrale. Dopo essersi diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano si trasferisce a Roma dove fonda una compagnia teatrale con cui lavora per dieci anni. Dal 2012 è autore di “Voi siete qui” per Radio24 e dal 2015 di “Pascal” di Radio2. Per Audible ha scritto “La piena”, prima produzione italiana di Amazon di un podcast teatrale. Dal 2017 collabora con Radio3 per la trasmissione di audiodocumentari “Tre soldi”.

Sergi Casero Nieto (ES)

Performance in lingua spagnola con sottotitoli in italiano | Durata 55 min

Venerdì 10 novembre, a fine spettacolo, si terrà l’incontro aperto al pubblico con Sergi Casero e Angelo Miotto (giornalista e co-direttore di Q Code Magazine) e Maddalena Giovannelli di Stratagemmi Prospettive Teatrali

c/o ZONA K, via Spalato 11


“Perché conosco a malapena il passato di mia nonna?”

El Pacto del Olvido è un monologo teatrale che indaga il silenzio storico sulla guerra civile e sul regime di Francisco Franco in Spagna, la sua trasmissione intergenerazionale e i suoi effetti su coloro che sono nati dopo la dittatura.
La performance combina esperienze personali, racconti storici e documenti raccolti durante la ricerca che Casero ha condotto intorno alla vicenda de “Il Patto dell’oblio” una legge spagnola di amnistia approvata dopo la morte del dittatore Francisco Franco nel 1975 che impedisce l’indagine sui crimini commessi durante i quarant’anni di governo. Nel monologo Casero cerca di ricostruire una storiografia nazionale incompleta tramite il racconto della nonna testimone della guerra civile. Si tratta tuttavia di una narrazione frammentaria, frutto di un’autocensura ormai interiorizzata a livello transgenerazionale. Questa opera performativa nasce dalla riflessione che, per affrontare la violenza politica nella storia recente della Spagna, è necessario svelare le abitudini di soppressione domestica su cui l’oblio è stato intessuto generazione dopo generazione, così come i postumi che questa omissione storica ha prodotto nei discendenti successivi di famiglie come quella di Casero.

Autofiction e analisi storica vanno di pari passo in questo esercizio di memoria che, attraverso il linguaggio della luce, esamina i contorni del silenzio collettivo, invitando lo spettatore a percorrere i vuoti della memoria in cui si sono insinuati decenni di dolore furtivamente represso. Con l’intenzione di attenuare intimamente il trauma provocato da un discorso ufficiale che parla di vincitori e vinti come collettivi senza sfondo personale, Casero indaga i diversi comportamenti generazionali rispetto all’amnesia istituzionalizzata, incarnata nei loro parenti.

Fino a dove può spingersi il silenzio prima di diventare oblio?

ideazione e regia Sergi Casero Nieto autore Testo di Sergi Casero Nieto con frammenti e citazioni di Jorge Luís Borges, Federico García Lorca e il test di memoria di Clara Valverde interpretato da Sergi Casero Nieto assistente alla drammaturgia Mónica Molins Duran assistenza Elsa Casanova Sampé traduzione in inglese Vicent Sanchís Puerto traduzione in italiano Sofia Bresciani cenografie, scene e oggetti di scena Sergi Casero disegno luci Sergi Casero con la supervisione e l’aiuto di Miguel Angel Ruz Velasco costumi Sara Clemente design grafico Sergi Casero distribuzione Domenico Garofalo produzione Centrale Fies / Live Works residenza Centro de Residencias Matadero Madrid

Sergi Casero Nieto (Barcellona, 1991) Il suo lavoro si colloca all’intersezione tra design, azione e ricerca. Nel suo lavoro esplora l’uso della performance come strumento per rappresentare i risultati della ricerca, prestando particolare attenzione alla progettazione di dispositivi scenografici. L’informazione storica diventa fisicamente presente nel suo lavoro, approfondendo le contro-narrazioni come le testimonianze orali o la memoria collettiva, mettendo in discussione le narrazioni egemoniche attraverso la presentazione di prospettive multiple del passato. Il suo lavoro è stato presentato, tra le altre istituzioni europee, alla Veem House for Performance (Amsterdam), al Het Nieuwe Instituut (Rotterdam), al Van Abbe Museum (Eindhoven), all’Arts Santa Mònica (Barcellona) e alla Centrale Fies (Dro, Italia).

Foto di Roberta Segata

Anagoor (IT)

proiezione con live set elettronico | durata 50/70 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica si terrà l’incontro con la compagnia e la giornalista Ira Rubini (Radio Popolare Milano).


Un Grand Tour nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono insieme la tenebra e le sofferenze delle generazioni, il rapporto dell’uomo con la natura, con l’eros, con i compagni animali, con il tempo e con la tecnica, con l’assoluto: l’impossibile. Sotto il nome del demone che tentò Faust, Mephistopheles, Anagoor raduna il materiale video raccolto tra il 2012 e il 2020 in un unico viaggio per immagini attraverso le lacrime del mondo, musicato in un live set elettronico da Mauro Martinuz. La materia cinematografica di spettacoli teatrali come Lingua Imperii, Virgilio Brucia, Socrate il sopravvissuto, Faust, Orestea, è composta da immagini profeticamente raccolte nei musei e nei templi, nelle case di cura per anziani e negli allevamenti intensivi, tra macellai, pastori e pellegrini, in India, in Iran, ad Olimpia, sulla ferita campagna veneta e sul Vesuvio. L’enorme quantità di materiale inedito trova nuova composizione in questo volo e caduta in forma di concerto cum figuris. Un concerto per immagini sul mondo, l’umano e l’animale, la violenza contro i corpi e il profitto in un’opera che ben mostra la visione estetica e politica della compagnia. Un’opera-film dove l’immagine che scorre trova il suo movimento nel suono live di Mauro Martinuz per condurci in un contemporaneo fuori dal tempo: quello dei corpi e della loro devastazione, dei soprusi di un capitalismo sempre più accelerato che nega le stagioni, il paesaggio e i sentimenti. Uomo contro natura ma anche uomo contro uomo. Mephistopheles eine Grand Tour è un film “mondo”, un gesto politico di consapevolezza.

scritto e diretto da Simone Derai musica e live set Mauro Martinuz montaggio Simone Derai fotografia Giulio Favotto assistente alla regia Marco Menegoni riprese Giulio Favotto, Simone Derai, Marco Menegoni coordinamento organizzativo Annalisa Grisi management e promozione Michele Mele produzione esecutiva Centrale Fies / Laura Rizzo, Stefania Santoni produzione Anagoor 2020 coproduzione Kunstfest Weimar*, Theater an der Ruhr**, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo Madre***, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Villa Parco Bolasco – Università di Padova

*supportato dal Ministero dell’Ambiente, Energia e Protezione della Natura della Turingia;

**supportato dal Ministero della Cultura e della Scienza della Renania Settentrionale – Vestfalia;
*** finanziata da POC Regione Campania 2014-2020.

Vai a ECOGLA XI Un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto

La compagnia Anagoor è fondata da Simone Derai e Paola Dallan a Castelfranco Veneto nel 2000, configurandosi fin da subito come un esperimento di collettività. Oggi alla direzione di Simone Derai e Marco Menegoni si affiancano le presenze costanti di Patrizia Vercesi, Mauro Martinuz e Giulio Favotto, Monica Tonietto, Gayané Movsisyan, Massimo Simonetto mentre continuano a unirsi artisti e professionisti che ne arricchiscono il percorso e ne rimarcano la natura di collettivo. Il teatro di Anagoor risponde a un’estetica iconica che precipita in diversi formati finali dove performing art, filosofia, letteratura e scena ipermediale entrano in dialogo, pretendendo tuttavia, con forza e in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro. Dal 2008 Anagoor ha la sua sede nella campagna trevigiana, presso La Conigliera, allevamento cunicolo convertito in atelier e dal 2010 fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies – art work space. Michele Mele e Annalisa Grisi completano il team seguendo management e curatela del progetto artistico.

Anagoor (IT)

un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto

spettacolo teatrale | durata 80 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16


Anagoor ha sede a Castelfranco Veneto e ha un atelier operativo nella campagna trevigiana in un ex allevamento di conigli trasformato in teatro. Da sempre ha a cuore la relazione che intercorre tra politica, lingua, ambiente naturale e paesaggio: lo fa convocando sulla scena linguaggi diversi, una babele delle arti (da quelle visive alla poesia) nello sforzo di dire il reale e le sue fratture. Anagoor -pur non citandolo mai esplicitamente -ha da tempo fatto propria la lezione di Zanzotto. Molte le analogie che legano il gruppo di Castelfranco al poeta di Pieve di Soligo: la scelta radicale di osservare la storia dalla periferia senza che questa posizione implichi chiusura e arroccamento, la relazione complessa con la tradizione e con il canone che determina un’inattualità ostinata, la sofferenza per la devastazione, la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate.

Il titolo di questo lavoro allude alla raccolta di versi IX Ecloghe che Andrea Zanzotto pubblicò nel 1962. Il poeta sceglieva per umiltà di stare un passo indietro al luminoso Virgilio e alle dieci ecloghe delle Bucoliche. Ultra moderno e antichissimo a un tempo, Zanzotto sa bene che la letteratura è come un coro di voci di morti. L’ultra modernità da antichissimo che connota Zanzotto non è tuttavia un dato puramente letterario, e la sovrimpressione delle bucoliche al proprio paesaggio, al proprio linguaggio, non è mai piana memoria letteraria, bensì̀ percezione di una irrimediabile frattura tra chi è ormai “versato nel duemila” e quel mondo perduto. Zanzotto capta e illumina l’inferno dentro il quale siamo calati eppure ostinatamente regge il fuoco di una speranza bambina. Il poeta del paesaggio, attraverso la visione della devastazione del paesaggio e la crisi del paesaggio interiore, della psiche e della lingua, afferra e connette le cause e gli effetti di un dolore che rende muti, ergendosi presto come forza civile e storica e persino metafisica. L’intera opera di Zanzotto, come una nuova ecloga, oltre le dieci di Virgilio, parla con la voce futura della profezia e rinnova la visione di un bambino che verrà.

testi Andrea Zanzotto con Leda Kreider e Marco Menegoni musiche e sound design Mauro Martinuz drammaturgia Simone Derai, Lisa Gasparotto regia, scene, luci Simone Derai voce del recitativo veneziano Luca Altavilla la scena ospita un’evocazione dell’opera Wood #12 A Z per gentile concessione di Francesco De Grandi Realizzazioni Luisa Fabris immagine promozionale realizzata da Giacomo Carmagnola management e distribuzione Michele Mele produzione Anagoor 2022 coproduzione Centrale Fies, Fondazione Teatro Donizetti Bergamo, ERT / Teatro Nazionale,TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi, Operaestate Festival Veneto

Vai a MEPHISTOPHELES di Anagoor

Foto Giulio Favotto

ZONA K (IT)

spettacolo di teatro partecipato
c/o Cittadella Dei Giovani
Viale Giuseppe Garibaldi, 7, 11100 Aosta AO

info e prenotazioni: 016535971 – info@cittadelladeigiovani.it
ingresso: € 3,00


Il lavoro definisce veramente chi siamo?
Quanto risponde alle nostre aspettative?
Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo?

Una performance partecipata di lavoratori e lavoratrici, un coro di istanze e interrogativi.

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono e un coro. Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, e che determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo. Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.

un progetto di ZONA K, regia Alessandro Renda, impianto scenico Fabio Cherstich, testo Riccardo Spagnulo, con Matteo Gatta, Alessandro Renda, i cittadini e il coro di Aosta, produzione ZONA K co-produzione Ravenna Teatro

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano.

Alessandro Renda è attore del Teatro delle Albe di Ravenna e dal 2001 è “guida” nei laboratori della non- scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica delle Albe, con diverse esperienze in Italia e all’estero.

Foto Alessandro Renda

Kepler-452 (IT)

spettacolo teatrale | durata 100 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica di mercoledì 4 ottobre si terrà l’incontro con la compagnia e il
Prof. Vittorio Morfino (Professore ordinario di Storia della Filosofia Università Milano-Bicocca).
Modera Ira Rubini (Radio Popolare Milano).


Una compagnia di teatro che decide di mettere in scena “Il Capitale” di Karl Marx. Lo decide perché, dopo la fine del primo lockdown, sente la necessità di mettersi in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Nicola ed Enrico decidono così di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone, luoghi, accadimenti. Un giorno finiscono in una fabbrica, la GKN di Campi Bisenzio, che ha appena chiuso. In un mattino dell’estate 2021, il 9 luglio per la precisione, i 422 operai che ci lavorano ricevono una mail: non devono tornare al lavoro il giorno dopo: sono licenziati. Da quel giorno gli operai occupano la fabbrica. I primi giorni dell’autunno la compagnia entra per la prima volta alla GKN. Gli operai li invitano a mangiare il cinghiale con loro. Da quel giorno loro dormono lì, dentro la fabbrica occupata, su delle brandine. Nel frattempo Nicola ed Enrico intervistano centinaia di operai, partecipano a picchetti, assemblee, manifestazioni, ascoltano, osservano, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo creativo tra “Il Capitale” e quello che succede al presidio, tra un classico della letteratura filosofica ed economica e un gruppo di esseri umani in carne ed ossa. Poi la loro attenzione si concentra su tre persone in particolare: Iorio, manutentore, Felice, operaio addetto al montaggio e Tiziana, operaia addetta alle pulizie, che invitano in teatro con loro per fare insieme uno spettacolo. Comincia così la creazione de Il Capitale, uno spettacolo che racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto. Il Capitale è anche la storia dell’incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici nell’autunno del Capitale. Il Capitale è soprattutto uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera. 

un progetto di Kepler-452 drammaturgia e regia Enrico Baraldi e Nicola Borghesi con Nicola Borghesi Tiziana De Biasio, Felice Ieraci, Francesco Iorio – Collettivo di fabbrica lavoratori GKN e con la partecipazione di Dario Salvetti luci e spazio scenico Vincent Longuemare sound design Alberto Bebo Guidetti video e documentazione Chiara Caliò consulenza tecnico-scientifica su “Il Capitale” di Karl Marx Giovanni Zanotti assistente alla regia Roberta Gabriele macchinista Andrea Bovaia tecnico luci e video Giuseppe Tomasi fonico Francesco Vacca elementi scenici realizzati nel Laboratorio di ERT produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale si ringraziano Stefano Breda e Cantiere Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio

Kepler-452 è una compagnia teatrale che nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, prima Michela Buscema e poi, dal 2021, Roberta Gabriele. Fin dalla sua nascita la compagnia coltiva un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma. I formati teatrali realizzati spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti sulla base delle proprie biografie, a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano, fino alla realizzazione del Festival 20 30 che, a partire dal 2014, ha portato in scena tanti under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale. A partire dal 2018 comincia un percorso di produzione con ERT / Teatro Nazionale “ Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso” (2018) mentre nel 2019 debutta “F. – Perdere le cose”. A partire dal 2017 realizza diverse edizioni di Comizi d’amore, un format di teatro partecipato che racconta in scena alcune comunità a partire dalle domande poste da Pasolini nel suo documentario omonimo.

foto Luca Del Pia

Roger Bernat/FFF
e Qui E Ora (ES/IT)

Performance partecipata  

c/o Magnete – via Adriano 107, Milano


Ne LA SCELTA il pubblico viene chiamato a sperimentare i meccanismi di lavoro di una direzione artistica: visionare, discutere, operare la scelta. Una sfida reale, in cui ci si trova immersi, una finzione che produce effetti sulla realtà della propria città.
Roger Bernat è stato per sei mesi spettatore di diverse direzioni artistiche partecipate della rete Risonanze. Ne è nato un dispositivo che riproduce, testimonia e tergiversa intorno a questa esperienza, raccontando un’altra possibilità di fare programmazione culturale: dove le persone prendono parola.

progetto di Roger Bernat, con la drammaturgia di Roberto Fratini e Marie-Klara González, con la partecipazione di Francesca Albanese, Silvia Baldini, Josephine Magliozzi e Laura Valli, programmazione e technical care Stefano Colonna e Txalo Toloza, grafica Marie-Klara González, trascrizione creativa delle registrazioni del tour presso le direzioni artistiche partecipate di Elena Bernardi e Pina Rocco, produzione e curatela Qui e Ora in coproduzione con Capotrave – Infinito e Kilowatt Festival, con il sostegno di Risonanze Network e del MIC, ringraziamenti a Stronger Peripheries

Con la collaborazione e le immagini di: Catalina (Iniciativa Sexual Femenina), Les Vedettes (Marta Galán), Grandissima Illusione (Cris Blanco), The Watching Machine (Macarena Recuerda), Aquelles que no han de morir (Las Huecas), Figures (Germana Civera), It don’t worry me (Atresbandes + Bertrand Lesca & Nasi Voutsas), Los figurantes (Ça Marche) e Tierras del Sud (Azkona/Toloza).
E la complicità di: Agnès Mateus e Quim Tarrida, Agrupación Señor Serrano, Alessandra García, Animal Religion, Baró d’Evel, Brodas Bros, Cabosanroque, Col·lectiu VVAA, David Espinosa, El Conde de Torrefiel, Joan Català, Jordi Oriol, Juana Dolores, Malpelo, Marcel·lí Antúnez, La Veronal, Nao Albet e Marcel Borràs, Núria Guiu, Nyam-nyam, Pere Faura, Quim Bigas, Societat Doctor Alonso e Soren Evinson.

Roger Bernat artista e regista catalano, dopo aver iniziato gli studi di architettura e di pittura, studia drammaturgia e regia all’Institut del Teatre di Barcellona. Nel 2008 fonda Roger Bernat/FFF e inizia a creare performance in cui il pubblico prende la scena e diventa protagonista. «Gli spettatori passano attraverso un dispositivo che li invita a obbedire o a cospirare, e in ogni caso a pagare con il proprio corpo e impegnarsi». La prima performance partecipativa è Domini Públic (2008), cui fanno seguito tra gli altri Please continue (Hamlet) (2011), Pendiente de voto (2012) We need to talk (2015), No se registran conversaciones de interés (2016-17) e The place of the Thing (2017), Flam (2019), ENA (2020), Desnonissea (2021), PIM PAM(2021) or Terra Baixa (2022). Roger Bernat utilizza gli strumenti teatrali per costruire drammatizzazioni collettive in cui, come in ogni comunità, è il pubblico ad avere il difficile compito di mettere in scena se stesso. Queste drammatizzazioni partecipative confondono i ruoli di attore e spettatore e mettono il pubblico di fronte all’esperienza del dubbio. Sebbene i suoi progetti siano stati presentati prevalentemente in contesti teatrali, nell’ultimo decennio i suoi dispositivi sono stati prodotti da istituzioni come Documenta Kassel o la Biennale di San Paolo.
Qui e Ora è una compagnia di produzione costituita da artiste provenienti da esperienze diverse ma accomunate da una stessa visione poetica. Lavora su drammaturgia autografa e ama confrontarsi e collaborare con altri artisti e artiste per dare vita alle proprie opere, in un meticciamento di linguaggi e visioni. Nasce nel 2007 sul territorio della provincia di Bergamo con il progetto Être – Esperienze Teatrali di Residenza, opera in ambito nazionale e internazionale con produzione di spettacoli, organizzazione di rassegne, curatela di laboratori. Qui e Ora è teatro che parla del presente, che prova a costruire immaginari collettivi e dare forza alle contraddizioni con uno sguardo ironico. Dal 2012 nella provincia di Bergamo Qui e Ora realizza un progetto artistico e culturale che porta il territorio e i cittadini – attraverso laboratori, inchieste, rassegne e festival teatrali – al centro della sperimentazione artistica e della creazione di prodotti culturali. Nel 2015 inaugura il Granaio, un progetto di ospitalità in residenza di artisti/e presso un ex granaio ristrutturato. Nel 2018 Qui e Ora è riconosciuta dal MIBAC come “impresa di produzione di teatro di innovazione”.

Evento inserito nel palinsesto di

Eléctrico 28 (ES/AT)

Performance urbana in cuffia | in inglese e italiano, durata 45 min

c/o quartiere Sarpi.
Il luogo esatto della performance verrà comunicato al pubblico unicamente via mail.


Ispirato all’osservazione di tutto ciò che ci circonda di cui scriveva Georges Perec, con la performance urbana [ The Frame ] il collettivo austriaco/catalano Eléctrico 28 ci invita ad accomodarci in un teatro pop-up situato in una tranquilla strada cittadina per osservare la vita che scorre, per pensarla, calcolarla, determinarla e condividerla. Quattro personaggi, addestrati all’osservazione e all’organizzazione dello spazio, delle cose e degli esseri viventi, s’immergono nella vertigine del presente e traducono, con semplicità poetica, ciò che accade in lettere, le lettere in parole e le parole in frasi. Per un breve lasso di tempo, tutto diventa un grande spettacolo teatrale che non finisce mai. Una commedia senza trama che sta in equilibrio sul filo della banalità delle cose che accadono aggrappata alla lente d’ingrandimento del teatro. [ The Frame ] è un invito ad aprire il cuore e gli occhi per scoprire l’irrilevante, l’insignificante, le cose della vita. [ The Frame ] è una grande opportunità per fermarsi ed osservare. Un esercizio drastico. Una pacifica ribellione al pensiero dominante.

creazione di Daniela Poch, Josep Cosials, Jordi Solé and Alina Stockinger occhio esterno Claudia Mirambell Adroher, Sergi Estebanell produzione Eléctrico Express & Arnau Vinós musica e suono Jakob Rüdisser costumi Sarah Sternat foto Eva Freixa / Clemens Nestroy video Raúl Moreno coproduzione Generalitat de Catalunya (Departament de Cultura) ICEC & theaterland steiermark & Fira Tàrrega con il supporto di Graz Kultur, Land Steiermark Kultur, Escena Poblenou, Can Allà, CC Can Felipa, das andere theater, FITCarrer Vila-real, Sinksen Festival Kortrijk, Institut Ramon Llull

Eléctrico28, is an Associate artist of IN SITU, the European platform for artistic creation in public space, in the frame of the project (UN)COMMON SPACES, co-funded by the Creative Europe Programme of the European Union. The Associate artist programme is supported by Artopolis Association (HU), Atelier 231 (FR), Čtyři Dny / Four Days (CZ), FiraTàrrega (ES), Flynn Center (USA), Freedom Festival (UK), La Strada (AT), Lieux publics (FR), Metropolis (DK), Norfolk & Norwich Festival (UK), Oerol Festival (NL), Østfold Internasjonale Teater (NO), Oda Teatri (XK), Provinciaal Domein Dommelhof (BE), Scène Nationale De L’Essonne (FR) and a consortium of 3 Italian partners: ZONA K, Indisciplinarte, Teatro Stabile Di Sardegna.”

con il contributo di
Eléctrico 28 è un collettivo di artisti austriaci e catalani che dedica il proprio lavoro allo spazio pubblico e ai suoi abitanti. Amano le sorprese delle strade, le immagini cinematografiche che si possono creare su questo ampio palcoscenico in continua evoluzione e la memoria visiva che rimane quando ce ne andiamo. Adorano esplorare le zone grigie tra realtà e finzione, mettere in discussione le convenzioni sociali e teatrali e ripensare il ruolo del pubblico. L’umorismo e la filantropia sono le principali forze trainanti del loro lavoro.

foto di Nikola-Milatovic

Miriam Selima Fieno/ Nicola Di Chio (IT)

Spettacolo multimediale partecipato | durata 75 min

c/o ZONAK.
Per partecipare occorre richiedere tessera 2023 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Fallo subito, clicca QUI


Attraverso un dialogo che oscilla tra il teatro e il documento, dove la narrazione dal vivo si fonde alla narrazione audiovisiva, due adolescenti si confrontano: Giorgia, una ragazzina italiana di 14 anni, racconta la sua vita quotidiana di europea che vive in un florido tempo di pace, nella quale giace tuttavia il dolore di una guerra familiare; Abdo un giovane rifugiato siriano avvicina Giorgia alla conoscenza di un’altra guerra: quella fatta di bombe, missili ed esplosioni sotto cui vivono da undici anni migliaia di suoi coetanei in Siria.

Gli spettatori sono invitati a entrare delicatamente in un mondo privato e lacerante insieme ai protagonisti che, attraverso dispositivi elettronici e materiali personali, accettano di esporre una elaborazione viva e dal vivo della loro biografia e degli aspetti privilegiati e dolorosi che hanno segnato le loro storie fino ad oggi. Lo spettacolo va alla ricerca di un equilibrio tra storia personale e storia epocale, in un intenso affresco emotivo dove la tecnologia dilata come una lente di ingrandimento il nostro presente e apre squarci su mondi non poi così distanti, mostra i volti della guerra, entra dentro le case e ne fa vedere i frammenti, i ricordi, i futuri possibili.

concept e regia Nicola di Chio, Miriam Selima Fieno in scena Abdo Al Naseef Alnoeme, Giorgia Possekel drammaturgia Miriam Selima Fieno scenografia virtuale e light design Maria Elena Fusacchia videomaking Nicola Di Chio, Miriam Selima Fieno, Abdo Al Naseef Alnoeme, Giorgia Possekel video di archivio Hazem Alhamwy realizzazione miniature Ilenia Lella Fieno video di archivio Hazem Alhamwy spazio sonoro Antonello Ruzzini produzione Tieffe Teatro Menotti, Bottega degli Apocrifi con il sostegno di CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG / Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2022_2024, Qui e Ora Residenza Teatrale, L’ Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Giovani Teatro Pirata / AMAT, Zona K in collaborazione con Mishwar Ong.Vincitore Premio YOUNG&KIDS 2022 FIT Festival Lugano Menzione Premio Scenario Infanzia 2020 Vincitore Bando Alte Marche Creative 2021

Nicola Di Chio e Miriam Selima Fieno sono attori, registi e autori. Si diplomano alla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine.  Lavorano insieme dal 2011 nell’ambito delle performing arts creando opere di drammaturgia contemporanea che spaziano dalla fiction alla non fiction. Realizzano gli spettacoli “Lybia. Back home”, “Human Animal”, “RealItaly”, “Cantare all’amore”, “La protesta”. Vincono il Bando Ora! di Compagnia di San Paolo, il Premio Scintille, il Bando Funder35 di Cariplo, il Bando Hangar Creatività di Regione Piemonte, il Bando Next, il Premio In-Box. Negli anni ricevono importanti riconoscimenti, realizzano rassegne e festival, conducono percorsi formativi. Dal 2018 dirigono il loro lavoro verso il teatro documentario definendo una nuova strada di indagine e produzione che li porta a realizzare progetti ibridi i quali fondono il teatro al giornalismo narrativo al cinema del reale, affrontando temi legati alla geopolitica, ai diritti umani, alle relazioni tra Occidente e Medioriente. Lavorano con attori, musicisti, bambini, rifugiati, giornalisti, e creano opere che intrecciano non solo discipline diverse come il teatro, il cinema e la musica, ma anche identità culturali e artistiche distanti. Con i nuovi spettacoli documentari “Fuga dall’Egitto” e “From Syria: is this a child?” vincono il bando IntercettAzioni, il Bando Movin’up, il premio Young&Kids al Fit Festival di Lugano, la menzione al Premio Scenario Infanzia, il bando Alte Marche Creative. Attualmente sono impegnati nella realizzazione del nuovo film del regista siriano Hazem Alhamwi e nella scrittura del loro primo lungometraggio.

Mammalian Diving Reflex/Darren O’Donnell (CA)

– PRIMA NAZIONALE –
un progetto di ZONA K e Triennale Teatro Milano

Performance multimediale partecipata con utilizzo di Visori 3D per 30 spettatori | durata 90 min | la performance è caratterizzata da un’intensa presenza di fumo

c/o ZONAK


Guardiamo con nostalgia nel cielo notturno quel piccolo punto rosso e sogniamo stupidamente di ricominciare, come se i problemi sulla Terra si risolvessero più facilmente a -65° e con l’aiuto di alte dosi di radiazioni cosmiche. Combinando performance dal vivo e realtà virtuale, The Last Minutes Before Mars ci invita a entrare nel mondo di un gruppo di giovani per incontrarne famiglie e amici e trascorrere del tempo negli spazi preziosi delle loro vite. Ciò fa da sfondo all’incontro con gli altri estranei presenti in sala, in un’esperienza collettiva che riflette sulla consapevolezza di far parte tutti dello stesso viaggio, in movimento verso la medesima direzione – indipendentemente da quello che ci accade –; ora, centinaia di migliaia di anni fa e oltre, in un futuro troppo terrificante e bello da immaginare.

ideazione, regia: Darren O’DonneII co-direzione: Chiara Prodi team di co-ideazione: Darren O’Donnell, Konstantin Bock, Alice Fleming, Tina Fance, Sorcha Gibson, Thule Van Den Dam, Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Morena Marra, Craig McCorquendale, Genny De Leon, Elisa Fasiello, Mervin Kyle Fajardo, Fi Nicholson, Gianluca Benvenuti  con: Sara Guttadauro, Sara Ben Hamouda, Andrada Ciccotto, Fjoralba Qerimaj, Jerwin Mostiero, Elisa Fasiello, Mervin Kyle Fajardo produttori esecutivi: Alice Fleming, Ryan Lewis, Virginia Antonipillai produttore associato: Craig McCourquodale  musiche: Isola Music ringraziamenti: Stephen O’ConneII, Letizia Gozzini (ITAS Giulio Natta)

The last Minutes Before Mars è stato originariamente co-commissionato e coprodotto da ZONA K e Triennale Milano Teatro, in collaborazione con l’ITAS Giulio Natta di Milano e con il sostegno del Canada Council of the Arts, deII’Ontario Arts Council e deII’Ambasciata del Canada in Italia.


Guidata da Darren O’Donnell, Mammalian Diving Reflex è una compagnia fondata a Toronto nel 1993. Dopo essersi allontanata da un’impostazione teatrale più tradizionale per passare a pratiche di impegno sociale incentrate sulla performatività. Creando spettacoli alla ricerca di contraddizioni da trasformare in esperienze esteticamente brillanti, i Mammalian cercano sempre di travolgere loro stessi e il pubblico con idee e sensazioni, lasciando che sia l’intuizione a guidare il percorso. (mammalian.ca)
Darren O’Donnell è romanziere, saggista, drammaturgo, filmmaker, regista di performance, direttore artistico e fondatore di Mammalian Diving Reflex. La sua missione è quella di dar vita a un tessuto sociale che integri profondamente la cultura e le istituzioni culturali, aumentandone la capacità di risposta sociale. Nel 2000 ha vinto il Pauline McGibbon Award per la regia ed è stato nominato per diversi Dora Awards di Toronto per scrittura, regia e recitazione, vincendo, insieme a Naomi Campbell, per il progetto While Mice. II suo lavoro con la compagnia Mammalian è entrato nella top 100 dello Yerba Beuna Culture Centre del 2016. È stato nominato due volte per il BKM-Preis Kulturelle Bildung tedesco e per il premio inaugurale Ellen Stewart Award di New York.

Foto © Paul Blakemore

10 – Stagione teatrale

Presente / Internazionale / Partecipato / Urbano / Politico
Gioco / Cittadino / Multimediale / Progetto / Dispositivo


10 parole chiave. 10 modi. 10 azioni. 10 spettacoli.

10 è cifra doppia e cifra tonda, quella delle grandi occasioni da festeggiare e dei bilanci da presentare. Sono stati anni di corse, rincorse, discussioni e punti interrogativi. Anni in cui abbiamo sperimentato e osato. Ci siamo prese libertà e le abbiamo condivise. Abbiamo conosciuto e incontrato i vicini del quartiere prima e poi il resto del mondo. Abbiamo ascoltato e tradotto lingue diverse. Abbiamo preso confidenza con le nuove tecnologie, il multimediale e il digitale, conversato con computer e programmato smartphone, composto playlist e immaginato nuovi format. Abbiamo invaso piazze, strade e fermate della metropolitana, camminato per strade e sentieri periferici ma anche guardato il mondo dall’alto. Abbiamo visto l’alba e i tramonti appena fuori città, giocato con ragazzi e bambini e inseguito anziani in calzamaglia che si credevano Superman. Abbiamo ballato il pop tedesco, il pasodoble catalano e il rock inglese. Abbiamo quasi fondato un partito. Ci siamo più volte innamorate come tutte le ragazze libere.

Il desiderio di capire, entrare nelle questioni, immaginare e scoprire nuovi modi di fare è rimasto quello di dieci anni fa. Il mondo per noi è ancora tutto da sfogliare, molte le urgenze da sondare, tante le domande da verificare anche se spesso le risposte ci stanno un po’ strette. E così andiamo avanti, sempre più convinte che mettere al centro dei progetti le persone e il loro agire sia un modo per ascoltare mille prospettive diverse e aprire nuovi sguardi sul mondo che ci circonda. Ci interessa il futuro. I prossimi dieci anni. Le sfide ci sono sempre piaciute. Crediamo nella pluralità del pubblico e nella coerenza del nostro lavoro, la cui visione si fonda sulla convinzione che la creazione artistica sia una leva attiva e attivatrice per la riflessione e l’azione collettiva sulle dinamiche sociali della vita contemporanea.

Gli spettacoli che presentiamo nascono e raccontano vite vissute, esperienze anche estreme, spesso lontane dalla narrazione urlata dei media e dei social. Alla base della ricerca artistica degli spettacoli in programma possiamo trovare sempre un dato reale, una testimonianza o un documento storico/scientifico, un’urgenza da raccontare. Perché sono l’insieme delle piccole storie, dei gesti audaci e delle scelte controcorrente che fanno la Storia. E questa continuerà a essere la nostra direzione.

10 – cifra doppia e cifra tonda – si apre già con un +1 per immaginare una nuova decade, raccontare mondi altri, sempre più convinte che la potenza dell’opera artistica possa trasformarsi in azione politica e incidere sul nostro futuro più prossimo.

Silke Huysmans & Hannes Dereere (BE)

performance multimediale coi sottotitoli in inglese e italiano | durata 60 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica di venerdì 24 febbraio si terrà l’incontro con la compagnia e
Ferdinando Cotugno (giornalista e scrittore)
coordinato da Francesca Serrazanetti (Stratagemmi Prospettive Teatrali)


“Sappiamo più cose sulla superficie della luna che sui fondali dell’oceano”. È un’affermazione che si sente spesso quando si parla delle profondità marine. In tutto il mondo solo il dieci per cento dei fondali oceanici è stato mappato ed esplorato. In un momento storico in cui il pianeta in cui viviamo sembra essere stato ampiamente esplorato, alcuni luoghi restano ancora non studiati e incontaminati.

Dopo gli acclamati spettacoli Mining Stories e Pleasant Island, Silke Huysmans e Hannes Dereere presentano la parte finale della loro trilogia sulle miniere. Questa volta si concentrano su un’industria completamente nuova: l’estrazione in profondità. Viste le risorse terrestri sempre più scarse e sovrasfruttate, le compagnie minerarie si rivolgono all’oceano.

Nella primavera del 2021, tre navi si riuniscono in una zona remota dell’Oceano Pacifico. Una di esse appartiene alla società belga di dragaggio DEME-GSR. Quattro chilometri sotto la superficie del mare, il loro robot minerario sta raschiando il fondale alla ricerca di metalli. Su un’altra nave, un team internazionale di biologi e geologi marini segue da vicino l’operazione. Una terza nave completa la flotta: a bordo della famigerata Rainbow Warrior, gli attivisti di Greenpeace protestano contro questa potenziale futura industria.

Dal loro piccolo appartamento di Bruxelles, Silke e Hannes si collegano alle tre navi via satellite. Ognuna delle navi rappresenta un pilastro del dibattito pubblico: industria, scienza e attivismo. Attraverso una serie di interviste e conversazioni, emerge un ritratto intimo di questa nuova industria. L’opera è un tentativo di catturare un momento potenzialmente cruciale nella storia della Terra. Quanto in profondità possono scavare le compagnie minerarie e verso cosa stiamo effettivamente scavando come genere umano? Quali sono le sfide e i rischi? Quali le opportunità?

di e con: Silke Huysmans & Hannes Dereere drammaturgia Dries Douibi missaggio audio Lieven Dousselaere occhio esterno Pol Heyvaert tecnica Korneel Coessens, Piet Depoortere, Koen Goossens & Babette Poncelet produzione CAMPO coproduzione Bunker (Lubiana), De Brakke Grond (Amsterdam), Noorderzon – Festival of Performing Arts and Society (Groningen), Zürcher Theater Spektakel (Zurigo), Beursschouwburg & Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles), PACT Zollverein (Essen), Théâtre de la Ville (Parigi) & Festival d’Automne à Paris (Parigi) residenze Kunstenwerkplaats, Pilar, Bara142 (Toestand), De Grote Post, 30CC, GC De Markten & GC Felix Sohie ringraziamenti speciali a John Childs, Henko De Stigter, Patricia Esquete, Iason-Zois Gazis, Jolien Goossens, Matthias Haeckel, An Lambrechts, Ted Nordhaus, Maureen Penjueli, Surabhi Ranganathan, Duygu Sevilgen, Joey Tau, Saskia Van Aalst, Kris Van Nijen, Vincent Van Quickenborne e Annemiek Vink grazie a tutti gli interlocutori e alle persone che hanno contribuito alla trascrizione.

Silke Huysmans ha studiato recitazione alla KASK School of Arts Ghent e Hannes Dereere scienze teatrali all’Università di Ghent. Con le loro performance i due artisti- con sede a Bruxelles – indagano sull’uso di elementi giornalistici e documentaristici all’interno del teatro. Alla base del loro lavoro c’è un’ampia ricerca sul campo che usano per dare forma ai loro progetti. Dal 2016 stanno lavorando a una trilogia che coinvolge una ricerca a lungo termine sull’estrazione mineraria. Per la prima parte intitolata Mining Stories (2016), Silke e Hannes sono tornati nel luogo in cui lei è cresciuta in Brasile. Nel 2015, l’esplosione di una diga ha inondato questo luogo di rifiuti minerari tossici, provocando uno dei più grandi disastri minerari ecologici della storia recente. Mining Stories ha ricevuto il premio principale allo Zürcher Theaterspektakel 2018 (Svizzera). Del 2019 è la seconda parte, Pleasant Island. In questa performance, il minuscolo stato insulare Nauru fa da specchio al mondo intero. Nauru una volta era un paradiso nel Pacifico. Dopo decenni di colonizzazione e estrazione mineraria, quest’isola si trova in grave pericolo, letteralmente con l’acqua alla gola a causa dell’innalzamento del livello del mare. Out of the Blue conclude la trilogia ed è stato presentato in anteprima al Kunstenfestivaldesarts a maggio 2022.

Babilonia teatri (IT)

spettacolo-concerto | durata 75 min

c/o Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

A fine replica di martedì 21 febbraio si terrà l’incontro con la compagnia e Danilo De Biasio (giornalista, direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano)
e il coordinamento di Maddalena Giovannelli (Stratagemmi Prospettive Teatrali)


Il 25 gennaio 2011 inizia la rivoluzione egiziana, che nel giro di pochi giorni porterà alla destituzione di Moubarak.
Uno dei fattori scatenanti è stata l’uccisione, da parte di 2 poliziotti, di Khalid Said, colpevole di aver chiesto il motivo di una perquisizione improvvisa nei suoi confronti all’interno di un internet caffè.  Khalid Said verrà picchiato selvaggiamente e poi portato in caserma dove verrà torturato e ucciso. Il suo corpo verrà ritrovato privo di vita in mezzo ad una strada.

Il 25 gennaio 2011 in piazza Tahrir c’era Ramy Essam, conosciuto oggi in Egitto come la voce della rivoluzione. Ramy in piazza cantava per Khalid Said, per tutti i Khalid Said, che prima e dopo Khalid Said hanno subito la stessa sorte. Ramy cantava per destituire Mubarak e, ad oggi, non ha mai smesso di cantare contro i regimi che si sono susseguiti in Egitto.

Dal 2014 Ramy vive in esilio, non può più mettere piede in Egitto, sulla sua testa pende un mandato di cattura per terrorismo. Nel mandato di cattura non si fa alcun riferimento alla sua arte e ai contenuti delle sue canzoni, ma è palese che il regime egiziano non gradisce in nessun modo la richiesta di libertà e giustizia per il suo popolo che lui canta senza sosta e che l’accusa di terrorismo è del tutto infondata.

Le canzoni di Ramy, in Egitto e non solo, le conoscono tutti, i suoi video arrivano ad avere 10 milioni di visualizzazioni, ma lui, per la sua gente, non può cantare. Neanche una nota. Una parola. La sua bocca deve restare chiusa. Può entrare in contatto con chi lo segue solo attraverso uno schermo.

Ramy ha aperto i nostri occhi.
Ramy ogni giorno ci pone delle domande e chiede risposte.

Domande che da soli non avevamo le parole per formulare, ma che oggi, lavorando sul palco fianco a fianco con Ramy diventano profondamente concrete, profondamente umane, profondamente politiche, profondamente autentiche.

Con questo spettacolo vogliamo dare voce a queste domande.

Cosa significa Stato. Cosa significa giustizia. Cosa significa potere. Cosa significa polizia. Cosa significa processo. Cosa significa legalità. Cosa significa carcere. Cosa significa tortura. Cosa significa opinione pubblica. Cosa significano giornalismo e libertà d’informazione. Cosa significa responsabilità, umanità, forza.

A raccontarlo, con noi, sarà la voce di chi, come Ramy, vive ogni giorno sulla sua pelle cosa significa dittatura. Ramy lo canterà e lo griderà con la grazia, la poesia, la rabbia e la nostalgia di chi paga tutti i giorni un prezzo altissimo, l’esilio, per le proprie scelte.

Vogliamo smascherare l’ipocrisia di certa politica. Vogliamo raccontare come e quanto la ragione di Stato sia pronta a calpestare i diritti inviolabili dell’uomo, sanciti a più riprese da convenzioni internazionali che, nei fatti, restano lettera morta. Vogliamo interrogarci sulla nostra debolezza. Sulla debolezza di uno Stato che non sa dare delle risposte trasparenti. Vogliamo raccontare come il nostro essere cittadini liberi in uno Stato libero incontri e si scontri con delle dinamiche da vittima e carnefice. Con delle dinamiche che ledono, offendono e giocano con la dignità delle persone. Crediamo che questo non sia mai ammissibile e che valga sempre la pena di ribadirlo con forza e determinazione.

Per non smettere di essere cittadini liberi in uno stato libero.

di Valeria Raimondi e Enrico Castellani con Ramy Essam, Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Amani Sadat, Luca Scotton luci Babilonia Teatri/Luca Scotton direzione di scena e video design Luca Scotton
produzione Teatro Metastasio di Prato

Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk. I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico, sorta di litanie scolpite nelle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle.
Hanno indagato diverse angolazioni della vita di provincia, cristallizzandola come microcosmo di un dolore universale, affrontato con coraggio dissacrante. Coraggio che è valso al gruppo il prestigioso Leone d’argento della Biennale di Venezia. Babilonia Teatri si caratterizza per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi che mostra i nervi scoperti del nostro tempo. Per uno stile fuori dagli schemi che intende il teatro come specchio della società e della realtà. Attraverso l’uso di nuovi codici visuali e linguistici esprime la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione.

Residenze Digitali 2022

La terza edizione di Residenze Digitali, il progetto promosso dal Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, ZONA K di Milano, Piemonte dal Vivo / Lavanderia a Vapore e Fondazione RomaEuropa seleziona 6 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

Al termine del percorso, dall’8 al 13 novembre2022, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

IL BANDO 2022
I PROGETTI SELEZIONATI 2022
LA SETTIMANA DELLE RESIDENZE DIGITALI 2022

I 6 PROGETTI VINCITORI DI
RESIDENZE DIGITALI 2022

La terza edizione di Residenze Digitali, il progetto promosso dal Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, ZONA K di Milano, Piemonte dal Vivo / Lavanderia a Vapore e Fondazione RomaEuropa seleziona 6 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini.

Al termine del percorso, a metà di novembre 2022, i progetti avranno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali.

I PROGETTI SELEZIONATI

Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen, della coreografa e danzatrice Chiara Taviani – fondatrice insieme a Carlo Massari di C&C Company – è un’indagine sulla trasformazione dell’immagine e sul senso dell’immagine stessa, tramite l’uso del green screen. Obiettivo del progetto è la realizzazione di un’opera semi-cinematografica realizzata con interpreti a distanza e creata integralmente da casa tramite computer, con l’esito di un mini-film trasmesso online.

Kamilia Kard con Toxic Garden – Dance Dance Dance: una performance partecipativa online che si svolge all’interno di Toxic Garden, una mappa di Roblox progettata da Kamilia Kard. In questo metaverso, gli avatar dei partecipanti – che accedendo all’ambiente perdono la propria individualità per essere rivestiti da skin customizzate – danzano insieme, sincronizzandosi automaticamente ai movimenti dell’avatar dell’artista. Riflettendo sui comportamenti tossici dell’essere umano e ispirandosi alle difese delle piante velenose, Kamilia, insieme a quattro ballerine professioniste, ha immaginato una coreografia in grado di parlare, avvertire e in qualche modo reagire agli atteggiamenti manipolatori. Al di fuori della performance questi passi, catturati ed elaborati da un’intelligenza artificiale, restano a disposizione sulla mappa dell’artista e possono essere utilizzati dai visitatori come unità singole di espressione, un pacchetto di emotes originali che consente a ciascuno di dare vita a una propria personale coreografia di passi e di emozioni.

ultravioletto con Hello Word! È un progetto che indaga il dualismo tra la vita e la morte attraverso un videogioco che offre agli utenti un’esplorazione interattiva in multiplayer: l’utente si muove in uno spazio virtuale e sonoro e viene stimolato anche cognitivamente attraverso l’incontro di messaggi sulla vita e la morte estrapolati grazie a un software di scraping che raccoglie i dati dai social. Hello world! è un videogioco che non ha obiettivi ma suscita la contemplazione e la cognizione di uno spazio dove vita e morte sono sullo stesso piano e spetta all’utente trarne un suo pensiero critico.

BOTH INDUSTRIES con STILL WALKING, ON AIR Una performance live multimediale che, con un tocco ironico e surreale, cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, in cui le dinamiche sociali sono guidate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. La performance prende vita all’interno di una piattaforma di video streaming, resa popolare per la sua capacità di creare comunità attorno a dirette live grazie all’avanzato sistema di interazione tra gli streamer, ovvero i creatori di contenuti online, ed il loro pubblico. Il progetto scaturisce da un percorso di lettura e rielaborazione dei linguaggi estetici, regole compositive e formati performativi che accomunano molti prodotti audiovisivi diffusi in rete, coinvolgendo gli spettatori nell’esplorazione di scenari perturbanti scanditi dalla ripetizione di pattern visivi, modelli gestuali e temi musicali.

gruppo nanou con THEM [immagine-movimento] È un progetto che ha l’obiettivo di coreografare un movimento e un movimento di ripresa, di portare la telecamera all’interno del dispositivo coreografico così che lo sguardo e la dinamica della ripresa diventino l’oggetto della performance. Riflettendo sull’uso del video online, da sempre curiosi di mezzi e modi per indagare il linguaggio coreografico, proseguendo la ricerca e la relazione con il linguaggio cinematografico e visivo che contraddistingue l’operato di nanou, la compagnia indaga il video per sperimentare modalità di ripresa attraverso l’uso di action cam e trasformare la ripresa video in azione coreutica. L’immagine viene proposta come azione per determinare una immersività nella coreografia.

Teatrino Giullare con Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini. Un progetto di web serie teatrale il cui soggetto è tratto dall’Orestea di Eschilo, a partire dall’eccezionale traduzione che ne fece Pier Paolo Pasolini. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dèi che osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei personaggi immersi nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei diversi punti di vista posti dal testo filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi concedendo allo spettatore la possibilità di guardarsi attorno, anzi di scegliere il proprio punto di vista, di scegliere cosa guardare. Il video realizzato a 360 gradi viene caricato a puntate su YouTube e può essere visualizzato con cuffie VR, tramite il computer esplorando l’ambiente circostante mediante l’uso del mouse o tramite uno smartphone.

RESIDENZE DIGITALI 2023

Il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con  l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna  (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione  Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La  Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale  Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di  Vicenza lanciano il presente bando per la selezione di n° 4 progetti di Residenza Digitale da  svilupparsi nel corso dell’anno 2023.  

L’intento è quello di stimolare gli artisti delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale,  come ulteriore o diversa declinazione della loro ricerca autoriale.  

Dovrà trattarsi di progettualità artistiche legate ai linguaggi della scena contemporanea e della  performance, che nascano direttamente per l’ambiente digitale o che in esso trovino un ambito  funzionale ed efficace all’esplicitarsi dell’idea artistica. A titolo di esempio: non si tratta di presentare  percorsi di lettura o riprese video di testi o spettacoli esistenti o da farsi, bensì di concepire progetti  artistici che abbiano nello spazio web il loro habitat ideale, indicandone anche le modalità di fruizione  e interazione da parte dello spettatore, che può anche prevedere la compresenza di una dimensione  dal vivo, che affianchi quella digitale, che però deve restare prevalente. Gli artisti partecipanti  dovranno anche specificare se può risultare utile l’eventuale concessione di un periodo di residenza  dal vivo, negli spazi gestiti dai partner dell’azione, o durante il periodo di ricerca (per registrazioni di  materiali video, o altro), o nel periodo finale di allestimento. In ogni caso, tutti i progetti devono  prevedere una restituzione on-line aperta al pubblico, da tenersi nel corso del mese di  novembre 2023. 

Ciascuna delle 4 proposte vincitrici riceverà un contributo di residenza di 4.000 euro + iva +  messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di residenza in presenza. Il compenso sarà pagato dietro la presentazione di regolare fattura.  

I promotori del presente bando hanno individuato in Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e  Federica Patti tre esperte nell’ambito della creazione digitale che saranno le tutor degli artisti durante  lo sviluppo dei loro progetti: ciascuna di loro seguirà specificamente 2 dei 4 progetti vincitori.  

I lavori vincitori potranno avvalersi anche di altri contributi produttivi forniti da ulteriori soggetti dello  spettacolo, ovvero non si richiede loro alcun vincolo di esclusiva per ciò che riguarda la produzione  che resta nell’assoluta disponibilità gestionale degli artisti.  

Gli artisti interessati al partecipare alla selezione dovranno entrare nel portale www.ilsonar.it,  selezionare le pagine relative a bando Residenze Digitali e compilare i campi richiesti dal modulo  di partecipazione online. Verranno richiesti loro:  

1) una presentazione dell’artista o della compagnia (massimo 1.000 battute); 

2) una descrizione del progetto di Residenza Digitale che si intende realizzare, indicando anche se  sono necessari uno o più periodi di residenza dal vivo presso gli spazi gestiti dai partner  dell’azione (massimo 2.000 battute); 

3) l’indicazione di un partner tecnico (programmatore, webmaster, fornitore di specifico know-how)  e della piattaforma che supporti le necessità tecniche dell’opera; 

4 l’indicazione se sia o meno necessaria una residenza in presenza, presso uno degli spazi gestiti  dai partner dell’azione;

5) un allegato di tipo non testuale che possa illustrare le modalità di realizzazione on-line previste  e/o immaginate (video, audio, pdf, PowerPoint), che potrà essere caricato come allegato o fornito  come link esterno. 

I materiali sopra descritti dovranno essere caricati online entro le ore dodici (mezzogiorno) di  giovedì 16 febbraio 2023. 

É possibile che gli organizzatori invitino alcuni degli artisti a un colloquio conoscitivo, da realizzarsi  in videoconferenza, nel periodo 17-21 marzo, con i candidati che avranno superato la prima fase  della selezione.  

All’atto di invio dei propri materiali, gli artisti e le compagnie accettano implicitamente tutte le norme  contenute nel presente bando. 

Con il presente bando, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna  (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione  Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La  Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale  Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di  Vicenza vogliono sviluppare un dialogo sempre più ampio e fruttuoso tra spettacolo dal vivo e  pensiero creativo applicato allo spazio digitale, esplorando un’opportunità di creazione che apre  nuove sfide formali e concettuali, produce contenuti artistici innovativi e affianca le forme consuete  di fruizione dello spettacolo dal vivo.

UNA PANCHINA TUTTA PER NOI

laboratorio di teatro e fotografia alla ricerca della libertà espressiva

Quanti modi ci sono per sedersi su una panchina?
Quanti modi per raccontarla e raccontarci con un’immagine?

Seduti sulla stessa panchina pubblica – comodi o scomodi – esploriamoli insieme giocando col teatro e con la fotografia.


Laboratorio ispirato dal lavoro “Ricerca della comodità in una poltrona scomoda” di Bruno Munari.
A cura di ZONA K con Elisa Canfora

partecipazione gratuita ・prenotazione obbligatoria ・ numero partecipanti limitato ・
organizzazione@zonak.it – 393. 8767162

Amazon Crime di BR Franchi, Pasello, Canal, Vicardi

[date in via di definizione]


Quattro settimane a Natale. Un centro di smistamento della Papua Inc., negozio online con sedi in metà del mondo. Nelle brevi pause fra gli estenuanti turni di lavoro affiorano le storie dei personaggi: tra loro si chiamano con soprannomi, perché i nomi non li ricordano più.

C’è Granata, comunista della vecchia guardia tifosissimo del Torino; c’è Quintacasa, astrologa dilettante che attende di riscuotere un credito dalle stelle; c’è Tamara, giovane artista che collezione ed espone oggetti con difetti di fabbricazione; e infine Stakanov, l’unico che a Papua non ci è finito ma ci è entrato consapevolmente, forse per paura di quello che c’era fuori. E poi i dipendenti degli uffici, gli stagisti, i camionisti, un medico killer che occulta le morti sul lavoro e un sindacalista passato dalla parte dei padroni.

Le assurde storie dei personaggi si intrecciano con quelle vere legate al mondo di Amazon. Come Jeff Lockhart Jr, morto a 29 anni di arresto cardiaco per la spossatezza durante un turno di lavoro. Telesfora Escamilla, investita e uccisa da un camionista costretto a recapitare più di 100 pacchi in un solo giorno. Gli ex dipendenti licenziati dopo la prima diagnosi di cancro, in quanto “improduttivi”.

Tra realtà e finzione verranno alla luce tutti i crimini della più grande multinazionale della nostra epoca, fino al delitto per eccellenza, l’Amazon Crime: il furto del tempo.  Una consegna in 5 minuti viene pagata con l’intera vita di chi muore alla guida di un camion. E mentre i nostri personaggi, come gli elfi della Lapponia, impacchettano e consegnano i doni in tutto il mondo, la rivoluzione serpeggia tra chi non ne può più di abusi e sopraffazioni…

Il progetto è molto semplice e si fonda quasi unicamente sulla buona riuscita della recitazione. Buona parte del periodo di residenza verrebbe dedicata alla costruzione dei personaggi e alla ricerca dei tempi drammatici.  La partenza sarebbe lo studio e l’analisi del testo, tramite una prima analisi a tavolino con la possibilità di effettuare tagli e modifiche o integrare idee emerse durante la lettura.

Va da sé: ogni spettacolo ha bisogno di un confronto con il pubblico. Bisogno doppiamente maggiore se si tratta di una commedia, triplamene se affronta tematiche politiche, rischiando nel primo caso di non far ridere, nel secondo di cadere nella retorica. Il lavoro in residenza sarà quindi orientato alla produzione di almeno un primo studio.

con Maria Bacci Pasello, Maria Canal, BR Franchi, Riccardo Vicardi, testo e regia: BR Franchi

MIXTAPE di Daniele Turconi

In residenza dal 14 – 27 novembre 2022


Mixtape è una serata di prosa con musica in cui racconti di esistenze malandate e surreali si mischiano con atmosfere dance, house, electro, noise e post-core, in uno spettacolo in cui la forma classica del racconto breve incontra le atmosfere tribali delle discoteche e della club culture. I racconti si susseguono uno dopo l’altro come in una sorta di compilation, le storie prendono forma attraverso la musica, scavate nella voce e nel corpo del narratore, alla ricerca di una forma nuova del più tradizionale teatro-canzone.

regia e drammaturgia Daniele Turconi, musiche e design audio Gianluca Agostini, collaborazione ai testi Alice Provenghi, primo spettatore Stefano Cordella, con Daniele Turconi e Gianluca Agostini, una produzione Elsinor e Gli Scarti La Spezia

[Progetto in via di definizione] di Massimo Furlan

In residenza dal 24 ottobre – 3 novembre 2022


Massimo Furlan è stato invitato in residenza da ZONA K dopo un primo incontro nella primavera di quest’anno che ha messo in luce caratteristiche simili e complementari di ricerca e di interesse e soprattutto ha fatto scattare una scintilla tra il desiderio dell’artista di attivare un percorso di ricerca artistica a Milano e quello di ZONA K di continuare a stimolare la riflessione e la pratica di progetti partecipati e site specific. Una vera e propria tappa n. 0 di ricerca sul territorio, di conoscenza delle persone, di lunghi percorsi tra le strade cittadine, i luoghi storici e popolari, di ricerca di quell’anima aperta che per tanto tempo ha contraddistinto Milano. Una fase iniziale che s’interroga però su quali punti soffermarsi in dialogo con una serie di soggetti e di persone coinvolti.


Massimo Furlan, nasce da genitori italiani a Losanna. Il filo conduttore dei suoi progetti è la biografia. Il suo lavoro è incentrato sulla memoria: ogni opera affonda le sue radici in un aneddoto, una storia vera, fatta di elementi semplici. Dall’aneddoto si passa alla narrazione, alla costruzione della finzione. Mai infastidito dalla questione dei limiti tra gli stili, le sue performance consistono in «immagini lunghe». Sono immagini quasi immobili. Con gesti molto semplici che restano a lungo davanti agli spettatori, costringendoli a entrare, a diventare attivi, a dargli un senso: costruire la propria storia.

Something Authentic di Kepler-452

In residenza dal 31 ottobre – 6 novembre e dal 5 – 11 dicembre 2022


Che cosa significa viaggiare? Perché si viaggia? Per rispondere si può collegare l’idea della mobilità con la conoscenza: andare, per conoscere. E conoscere significa vedere, incontrare, sorprendersi… Ricercare il vero, l’incontro: l’autenticità. E poi tornare cambiati. Ma è ancora possibile oggi fare un’esperienza autentica? Oggi che il viaggio è irregimentato nelle logiche del turismo – oggi, che le mete hanno nomi e mitologie familiari, prefissate, standard. Verso di esse convergono voli, investimenti pubblicitari, pacchetti per week-end romantici, sciami di offerte su Airbnb e Groupon. Una volta arrivati, le strade sono contese dai marchi internazionali, uguali a Praga come a Dubai, senza respiro. Lasciarseli indietro è difficile: non ci sono mezzi di trasporto; ci sono i muri alti del villaggio vacanze, o semplicemente, nel programma capillare delle visite… non c’è tempo. E così nelle condotte forzate del Viaggio Organizzato si scivola fino al check-in della ripartenza. Ma quali sono gli ostacoli – fisici, economici e politici – che intralciano la possibilità di viaggiare davvero, di conoscere e di incontrare? Come si infrange la Bolla Turistica?

Proviamo per un attimo a capovolgere la prospettiva: e se il viaggio fosse non il movimento di un individuo attraverso lo spazio-tempo, ma il flusso di una catena di luoghi attraverso la nostra percezione – visiva, uditiva, olfattiva, sensoriale – nel tempo? Sarebbe possibile fare un’esperienza autentica in un tour attraverso Google Street View, o bevendo in silenzio un tè con una signora giapponese, su Zoom? Esistono nuove forme, ancora inviolate, ancora vergini, di autenticità?

Nel corso della residenza a ZONA K, Kepler-452 – attraverso dispositivi audiovisivi e remoti – si propone di affrontare i temi del viaggio e del turismo in un tempo in cui il viaggio e il turismo sono stati stravolti e rivoluzionati, e in un tempo in cui le bolle turistiche sono sempre più solide e difficili da infrangere, in cui i muri dei villaggi turistici sempre più alti e escludenti, in un tempo in cui aprire la porta a una persona sconosciuta è un atto dirompentemente politico.

crediti ancora non disponibili

Il disperato di Wunderbaum – Marleen Scholten

In residenza dal 25 – 28 ottobre e dal 12 – 18 dicembre 2022


Una famiglia comune viene chiusa in una casa. Non è grande la casa, è comune. Una famiglia come tante, forse con pochi soldi, comune insomma. Hanno tutti bisogno di spazio, non comune.

Come si definisce lo spazio? Dove finisce la nostra comunità? Chi è questa famiglia comune?

Una tragedia moderna senza uscita.

Dopo questi due anni anomali in cui si è stati parzialmente chiusi in casa, molte persone si sono lasciate, trovandosi incapaci di vivere insieme, altre hanno avuto difficoltà nel riprendere i contatti sociali e per altre la situazione economica si è aggravata. In più la violenza domestica contro le donne, contro i bambini è aumentata tantissimo, come riportano frequentemente i giornali.

L’intento è quello di raccontare la storia di una famiglia disperata. A tavola. La situazione semplice di una cena e il pubblico seduto intorno a questa famiglia, praticamente attaccato, per dare ancora di più la sensazione di no escape. Un padre, una madre, una figlia, una nonna. Il finale è fatale.

di Marleen Scholten|Wunderbaum con Alessandro Riceci, Marleen Scholten, Elisabetta Bruni e Ludovica Callerio regista assistente Dafne Niglio

Installazioni per Audio Ibrida di Veronika Tzekova

In residenza dal 17 – 23 ottobre e dal 2 – 7 dicembre 2022


Nella sua pratica artistica Veronika Tzekova si occupa principalmente di intervento, appropriazione e partecipazione; si concentra sul ripensamento e sulla trasformazione di oggetti, situazioni e sistemi. Negli ultimi anni ha realizzato numerosi progetti nello spazio pubblico ed è entrata come artista della piattaforma In-Situ. Nel periodo di residenza Tzekova intende concentrarsi sullo studio di alcuni luoghi e spazi di Milano, conosciuti come spazi ibridi. Si tratta di spazi con vocazione socioculturale, con forte radicamento nel territorio e dislocati in varie zone della città. A partire dallo studio e dalla conoscenza di questi luoghi, Tzekova ha immaginato di creare un collante, una visione artistica che li unisca e che concretizzerà in una restituzione aperta al pubblico contemporaneamente alla fruizione di un’audioguida dedicata agli spazi.

Ho cercato l’essenza degli spazi ibridi. Ho cercato un’essenza da trasporre a parole. E dopo ci ho guardato dentro. L’ho guardata attraverso la lente di ingrandimento della teoria degli insiemi.
L’ho decostruita per costruirla nuovamente, così da portare alla luce ciò che avevo visto nascosto in essa.
 
Lavoro con la costruzione visiva e la percezione del linguaggio per creare piccole scene che nel 90% dei casi contengono solo due parole e celebrano la sorpresa e la fascinazione che il linguaggio suscita.
 
Un approccio che ho usato è tratto dalla mia serie “CDoupbles” (parola passe-partout che include “couples” e “doubles”). Tipicamente, in CDoupble c’è una parola principale che ne contiene o un’altra o altre, che decisamente non fanno da radice e appaiono in maniera diversa, a seconda dell’oggetto, dell’installazione, del formato e del carattere. Ci sono molte di queste simbiosi di parole, ma io sono interessata a quelle che offrono terreno da gioco per la creazione di scene interessanti, speculazioni, associazioni, domande e via dicendo.
 
Un’altro approccio che ho usato è stato quello di “syllaBLEndings”, versi corti che fondono due (raramente più di due) parole, sistemate in tre righe; l’ultima sillaba della prima parola è la prima sillaba della seconda e di solito è sistemata nella riga centrale. Le due parole presenti in syllaBLEndings condividono, hanno qualcosa in commune, si appartengono, sono connesse, si mescolano, si amalgamano, si incontrano, si accavallano, si scontrano, si penetrano a  vicenda. Sono insomma gemelle siamesi: l’una sviluppa e fa crescere l’altra, la fine di una è l’inizio dell’altra, esistono in simbiosi, si completano a vicenda. Il syllaBLEnding è un processo.
 
In entrambi gli approci che ho menzionato il senso è prodotto attraverso la coesistenza delle parole nell’immaginario degli spettatori e dipende dalle associazioni che esse provocano in loro.
 
Naturalmente, ho colto questa opportunità e ho affrontato la sfida di uscire dalla mia zona franca e sperimentare alcuni diversi modus-operandi, dedicandomi a un uso nuovo degli effetti tipografici del linguaggio, al fine di dissezionarlo per ricavare e restiruire significati.
 
Miro a ritratti concettuali degli spazi ibridi che ho ricercato, i quali siano intelletualmente e poeticamente sfidanti. Ritratti che mettano in evidenza con una chiave di lettura l’essenza di ognuno di loro.

Veronika Tzekova
Graz
15 novembre 2022

QAnon Revolution – Tutto Quello che viene detto in Questo Spettacolo è Vero di Evoè Teatro con Riccardo Tabilio

In residenza dal 26 settembre – 2 ottobre 2022


QAnon Revolution è un progetto drammaturgico originale ideato e composto da Riccardo Tabilio per Evoè. Si propone di penetrare e raccontare attraverso gli strumenti del teatro il vasto fenomeno di complottismo internazionale detto QAnon. 

Germinata nel 2017 a partire dalle profezie di Q (entità anonima del web che si presentava come un infiltrato nelle stanze del potere del governo degli Stati Uniti) la dottrina di  QAnon  ha radunato centinaia   di migliaia di seguaci in tutto il mondo:  accoliti e simpatizzanti di Q sono stati coinvolti in casi di cronaca  di carattere violento e terroristico,  tra cui spicca l’irruzione nel palazzo del Congresso degli Stati Uniti a Washington del 6 gennaio 2021, in protesta contro l’uscita di scena di Donald Trump, sconfitto alle elezioni presidenziali.

QAnon  Revolution si  propone di raccontare ciò che è stato QAnon, e ciò che è diventato: seguirà alcuni dei protagonisti assurti agli onori della cronaca (come Edgar Maddison e il suo assalto armato a una pizzeria di Washington, e come Ashli Babbit e Jake Angeli, lo «Sciamano di QAnon», protagonisti   dell’effrazione del Campidoglio) raccontandone   le   gesta   nei   loro   esiti   farseschi, inquietanti o  tragici, attraverso un montaggio alternato e un linguaggio tra l’epico e il drammatico, già sperimentato    dall’autore in Leviatano.

La drammaturgia, fondata su fonti giornalistiche e su saggi come l’imprescindibile La Q di Qomplotto di Wu Ming 1, racconterà l’ideologia su cui il movimento si fonda tentando di leggerne le radici profonde. Ma proverà soprattutto ad osservarne il magnetismo ad occhio nudo, rifiutando l’operazione più facile e più comune condotta dalle maggioranze di fronte alle fantasie del complotto: quella di rompere il giocattolo, di derubricare tutto quanto a bufala e chiunque ci creda  a  pazzo  o  idiota.  Questo tipo di reazione è sbagliata e non basta, no: certamente non di fronte all’enormità della schiera di Q e della sua influenza.  Perché QAnon, oltre ad essere la teoria del complotto più ricca e complessa della storia, una teoria capace di saldare tutte le mitologie complottistiche precedenti (templari + Savi di Sion + rettiliani + Nuovo Ordine Mondiale…)  in una sorta di universo espanso da supereroi Marvel, oltre ad aver influenzato in modo documentato la traiettoria politica degli Stati Uniti degli ultimi anni, e quindi del mondo intero; oltre ad essere un fenomeno a noi vicinissimo,  come testimoniano  i numerosi e frequentati gruppi Telegram  italiani  dedicati  alla causa, oltre a tutte queste cose  racconta  il mondo  in  cui viviamo in una chiave straordinaria.

di Riccardo Tabilio regia Silvio Peroni con Emanuele Cerra e due interpreti in via di definizione.

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

Laboratorio teatrale permanente

Uno spazio di riflessione, partecipazione e azione performativa aperto ai cittadini di tutte le età.
Un laboratorio permanente per portare in scena storie personali, questioni sociali o culturali urgenti, in un contesto professionale.

BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini si ispira all’omonimo progetto dello Staatsschauspiel di Dresda e intende sviluppare percorsi annuali in cui i partecipanti lavoreranno alla creazione e alla realizzazione di una performance teatrale che verrà inserita nella stagione 2023 di ZONA K.
I cittadini trasformeranno le loro istanze in linguaggio artistico per trovare così nuove forme di partecipazione attiva.

10+1: alla ricerca della pubblica felicità è il progetto a cui siete invitati a prendere parte.
10 come i 10 anni di attività teatrale di ZONA K e del suo percorso tra innovazione, attualità, ricerca
10 come il decalogo – tutto da inventare- del “buon cittadino”, tra obbedienza e disobbedienza civile
10 come le tappe per raggiungere la “pubblica felicità”, quella che in senso illuminista coincide col bene pubblico
+1 perché possiamo immaginare come andare oltre
+1 perché il primo numero di una decade numerica nuova indica il cambiamento
+1 perché possiamo interrogarci sull’obiettivo 11 dell’agenda 2030 : “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”


BÜRGERBÜHNE – La scena dei cittadini

·      Quando: 25 incontri settimanali + una performance pubblica aperta a tutta la città.
Gli incontri avranno una durata di due ore e si svolgeranno ogni martedì con orario 20.00 – 22.00 a partire dal 24 gennaio 2023 fino a giugno 2023.

·      Dove: presso la sala teatrale di ZONA K, via Spalato 11 (M2 Garibaldi, Gioia – M3 Zara – M5 Isola)

·      Quota di partecipazione: € 80,00

·      Requisiti: per partecipare occorre avere compiuto 18 anni e garantire la presenza per almeno l’80% degli incontri.

·      Come: entro il 20 dicembre invia all’indirizzo organizzazione@zonak.it i tuoi contatti e 10 righe (non una di più) per presentarti +1 punto che inseriresti nell’immaginario decalogo sulla ricerca della pubblica felicità (una descrizione/un titolo). 

Il gruppo sarà formato da un numero massimo di 15 partecipanti che saranno selezionati sulla base del materiale inviato e a seguito di un breve colloquio individuale (17 gennaio). 
Nell’individuare i partecipanti, cercheremo di formare un gruppo il più vario possibile, che sia rappresentativo della città. 
L’esito dell’ammissione verrà comunicato il giorno 9 gennaio 2023. 

Foto di Ryoji Iwata per Unsplash

BEE GENERATION [gLocale]

L’emergenza climatica, il disastro ecologico, il futuro, il tempo che avanza, la responsabilità, le scelte e le azioni possibili: Bee Generation è una performance urbana che affronta questi temi dal punto di vista dei giovani, una generazione “bee” (ape), che come le api è preziosa e difficile da intercettare ma che ha un ruolo fondamentale per il futuro del pianeta.
Il suo futuro però – come quello delle api- è a rischio. 

Bee Generation è un ronzio che diventa suono e poi voce: si fa strada tra slogan e aspettative, paure e indifferenza. E’ un rumore che può pungere come una domanda, una provocazione, una messa in discussione dei ruoli. 

La performance si svolge in cuffia e prevede un meccanismo di azione partecipata, in cui un coro di ragazzi si mette in gioco e guida il pubblico costringendolo a fare delle scelte. Fino a che punto sei disposto a lottare per salvare il pianeta? Quali contraddizioni ci sono in mezzo agli slogan ambientalisti che sentiamo ogni giorno? A cosa saresti disposto a rinunciare? E se non fosse abbastanza? Nessuna scelta sarà indolore, nessun’ azione sarà senza conseguenze.

Bee Generation è il capitolo 2 del progetto “Generazione gLocale” che nasce per dare voce alle nuove generazioni per promuovere pratiche di convivenza e dialogo e favorire integrazione e inclusione: è uno spazio creativo in cui i ragazzi si pongono come cittadini e costruttori di futuro, un format che ogni volta viene replicato in contesti diversi e arricchito dagli interventi dei ragazzi che partecipano.

Il progetto è stato realizzato in seguito a un laboratorio teatrale presso l’ex Convitto del Trotter, con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado I.C. Francesco Cappelli (un grazie speciale per il supporto al prof. Luigi Metropoli) e grazie al supporto dell’associazione Project for People.


c/o mosso – ex Convitto Parco Trotter – Via Mosso 3, – ang. Via Padova (quartiere Turro)

Info: performance teatrale urbana itinerante e interattiva • in cuffia • durata 40 min. ca • consigliata dagli 8 anni in su

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: 02.97378443 / 393.8767162
biglietti@zonak.it


Un progetto di ZONA K; drammaturgia, editing audio e regia di Federica Di Rosa e Davide Stecconi; creazione collettiva Cibele, Doa, Fatima, Malak, Ruben, Sara, Sarai, Youssef; laboratorio di street art per la realizzazione di elementi scenici a cura di Christian Gangitano; assistente allo spettacolo Leda Peccatori; con la partecipazione straordinaria di Flora Green People e Atelier Spazio Xpò’

BEE GENERATION fa parte del palinsesto di

SUPERABILE

Uno spettacolo per l’inclusione sociale, un fumetto teatrale

Superabile parla del mondo, di quel mondo che non si ferma alla prima occhiata, ma supera lo stereotipo della definizione. Racconta la disabilità, partendo dalla conoscenza intima delle persone, tutte così diverse e complesse. Superabile oltrepassa le barriere fisiche e culturali, e per questo fa riferimento al “super” che è il contrario di “dis”. Uno spettacolo dove un regista disegnatore dotato di lavagna magica creerà per il pubblico un mondo fatto disegni all’interno del quale gli attori della compagnia saranno immersi come in una sorta di fumetto vivente.


“E voi che ci guardate, come ci vedete?” chiedono i cinque attori, di cui due in carrozzina, che si raccontano, portando idealmente nel viaggio lo spettatore. Il loro quotidiano è lo spazio che racchiude i sogni, le gioie, ma anche gli sguardi degli altri, la necessità di essere accompagnati, la mancanza di intimità, la perdita di autonomia che è quindi la perdita di un privato. Si sorride e ci si commuove, con leggerezza e ironia, grazie alla possibilità data da questi ragazzi di fare entrare gli spettatori nelle loro vite, di aprire al loro mondo, con uno sguardo capace anche di irridere l’asprezza della realtà.


c/o e in collaborazione con  Olinda onlus / TeatroLaCucina, ex. Ospedale psichiatrico Paolo Pini, via Ippocrate 45 – M3 Affori FN

Spettacolo rivolto alle scuole secondarie di I grado, ingresso gratuito


regia Michele Eynard; con Mathias Dallinger, Melanie Goldner, Paolo Grossi e Jason De Majo; rumorista Rocco Ventura; consulenza artistica Paola Guerra; in collaborazione con Lebenshilfe Südtirol; foto Marzia Rizzo

SUPERABILE fa parte del palinsesto di

AUDIO IBRIDA
Un gioco. Un’esperienza. Un viaggio.

Un progetto di ZONA K

Audio guida creativa disponibile su l’app gratuita izi.TRAVEL scaricabile da App Store o Google Play.
Requisiti minimi di sistema: per iOS versione 13 o successiva, per Android versione 5 o successiva.
L’App occupa circa 64 MB di spazio di memoria.

CLICCA QUI PER PARTECIPARE


AUDIO IBRIDA è un viaggio, un gioco urbano attraverso Milano, è una voce elettronica di un navigatore speciale che guida alla scoperta degli Spazi Ibridi Socioculturali che abitano la città.

Ibrida/o è chi ha spirito di avventura e capacità di adattamento.
Ibrida/o è resistente e sa gestire gli imprevisti.
Ibrida/o sa essere tante cose insieme senza perdere la sua identità.
E tu, quanto sei ibrida/o?

Questa audio guida è stata presentata alla città di Milano nel 2022 e nel 2023 come gioco urbano da svolgere da sole/i o in squadra.

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Il progetto prosegue l’importante lavoro di ricerca, mappatura e relazione che la rete degli Spazi Ibridi Socioculturali sta portando avanti da qualche anno per produrre welfare generativo, fare cultura e partecipare al rinnovamento di un patrimonio culturale di una città in continua trasformazione come Milano.

Un progetto di ZONA K; testi Federica Di Rosa; registrazioni e sound design Luca De Marinis; installazioni di parole Veronika Tzekova; coordinamento artistico, organizzazione e comunicazione a cura di ZONA K; in collaborazione con Stecca3 e Temporiuso; con la partecipazione di BASE Milano, Casa degli Artisti, Cascina Cuccagna, CasciNet – Cascina Sant’Ambrogio, Eastriver, Giardini in Transito per il Giardino Comunitario ‘Lea Garofalo’, Il Cinemino, mare culturale urbano, Nuovo Armenia, Olinda onlus, Rob de Matt, Spirit de Milan, Stecca3, Terzo Paesaggio e ZONA K; con il sostegno del Comune di Milano

Evento inserito nel palinsesto di

BOTH industries.
Diario di bordo per
“Still Walking, on air”

Abbiamo iniziato il periodo di residenza artistica con l’idea di sviluppare una performance partecipativa online all’interno della sfera concettuale, estetica e metodologica di Ambulacri, un nostro progetto transdisciplinare composto da una serie di opere video e performance multimediali. Con un tocco ironico e surreale, Ambulacri cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, dove le dinamiche sociali sono governate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. Gli scenari che abbiamo costruito rappresentano in chiave spaziale il fenomeno delle Echo Chambers, ambienti virtuali chiusi in cui le linee di pensiero tendono a radicalizzarsi a causa della ripetizione di modelli comunicativi all’interno di una comunità omogenea. Tutti i video presentano gruppi di persone in perenne cammino, dove le figure umane sono moltiplicate sullo schermo con tecniche di collage video. Solo due performer che camminano su tapis roulant interpretano tutte le molteplici figure che animano gli spazi delle Echo Chambers, come se fossero modelli umani in una simulazione digitale. I loro corpi sono l’elemento fondante della composizione visiva generale: l’ambiente rappresentato è vuoto e i suoi tratti emergono dalla sola giustapposizione degli individui che vi interagiscono.

Per la creazione degli elaborati audiovisivi abbiamo sviluppato un sistema compositivo aleatorio che ci permette di progettare la configurazione spaziale dei nostri scenari, i ruoli dei soggetti che li abitano, le tempistiche delle loro azioni e delle generali dinamiche del gruppo. Il metodo progettuale e produttivo si è dimostrato particolarmente duttile e ludico, e cosí abbiamo pensato che poteva essere adattato per il coinvolgimento del pubblico all’interno del processo creativo: inseriti nel gruppo di regia, i partecipanti avrebbero potuto influire su alcuni dei parametri che modulano la performance durante la riprese.

Il periodo di residenza si è diviso in due momenti principali: una fase di ricerca sul funzionamento delle piattaforme di live video streaming, sui loro contenuti e sul loro linguaggio estetico; una seconda fase di sperimentazione di nuovi formati performativi fruibili online che guidano il pubblico in un percorso multimediale attraversando gli ambiti dell’immagine movimento, della recitazione teatrale, della musica elettronica e della progettazione informatica.

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La prima fase ha incluso sessioni di discussione online tra i membri dell’associazione e con le tutor, e una settimana di residenza presso ZONA K nel mese di Luglio.

Nell’intento di trovare una piattaforma ideale per ospitare la nostra performance e consentire una fluida partecipazione del pubblico, la fase iniziale fu dedicata alla ricerca di servizi di live streaming sul web. Esiste una grande varietà di siti che danno spazio agli utenti per caricare contenuti audiovisivi o video in diretta. Ogni piattaforma ha un focus tematico, un formato audiovisivo specifico ed un’interfaccia leggermente differente, progettata per aumentarne l’attrattività tramite l’ottimizzazione dei sistemi di condivisione di contenuti e dei mezzi di comunicazione tra gli utenti che la animano.

Pur mantenendo uno sguardo ampio per prendere ispirazione da varie fonti, selezionammo come ambiente di lavoro una delle piattaforme di live video streaming che avevamo individuato, a causa del suo elevato livello di interattività tra gli streamer e gli utenti collegati, e la sua capacità di creare comunità attorno ad ambiti di interesse condivisi e a figure carismatiche. Seguì quindi un approfondimento sul funzionamento della piattaforma, sui caratteri fondanti dei video trasmessi, sui sistemi di comunicazione tra utenti e sulle dinamiche sociali ed economiche che si instaurano tra l’azienda che gestisce la piattaforma e gli streamer, cioè coloro che creano e presentano contenuti audiovisivi sulla piattaforma, tra gli streamer ed il loro pubblico, nonché tra gli stessi membri del pubblico.

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Una volta selezionati gli elementi chiave su cui lavorare, la fase di sperimentazione ha coinvolto tutto il team di lavoro che comprende i membri dell’associazione ed il nostro collaboratore Martin Obrist, invitato ad unirsi per lo sviluppo dell’architettura informatica che consente l’interazione con il pubblico. Abbiamo installato il nostro studio di registrazione con teli verdi all’interno di ZONA K e testato un sistema di ripresa multi-camera, che permette di dividere lo spazio della performance in stanze separate e di riprendere le stesse scene da punti di vista complementari. I primi giorni di residenza sono stati dedicati alla messa a punto di un sistema logistico che mette in comunicazione riprese video, suono, lettura ed elaborazione dei dati forniti dalla chat. In seguito abbiamo lavorato sulla reinterpretazione in chiave visiva, performativa e sonora dei formati video presenti sul web, appropriandoci dei principi compositivi più comuni come il remix, la citazione, il collage, l’iterazione, la ripetizione e variazione.

La performance è strutturata per moduli, ed è tuttora in via di sviluppo. Al termine del percorso di residenza avremo l’occasione di mostrare una prima forma del lavoro che comprende una serie di capitoli selezionati. Il pubblico è invitato a prendere parte al gioco di composizione delle scene e ad interagire con noi e gli altri utenti tramite la chat, assumendo così il ruolo fluido di audience, giocatore, performer e regista.

CHIAMATA PUBBLICA TEATRO PARTECIPATO

ZONA K lancia una nuova call ai cittadini di Milano per “NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO”, progetto di teatro partecipato con la direzione artistica di Jens Hellie (drammaturg Leone d’oro alla Biennale 2019) e di Alessandro Renda (Teatro delle Albe di Ravenna).

Stiamo cercando lavoratrici e lavoratori di qualunque professione che abbiano voglia di essere coinvolte/i in un percorso artistico di indagine e di testimonianza sul tema del lavoro oggi.

“Il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Può rappresentare oggi un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?”


Previsti tre incontri presso la sala teatrale di ZONA K – via Spalato 11 (M2 Garibaldi, Gioia + M3 Zara + M5 Isola)
Giovedì 3 novembre tra le ore 19.00 e le ore 22.00
Sabato 5 e Domenica 6 novembre tra le ore 16.00 e le ore 19.00

Non è richiesta alcuna esperienza teatrale pregressa e la partecipazione è gratuita.

Per aderire o chiedere informazioni scrivere a stagione@zonak.it.
Deadline adesioni di partecipazione venerdì 28 ottobre 2022.


Il primo studio di NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO è stato presentato in anteprima al pubblico del Teatro degli Impavidi di Sarzana lo scorso 30 settembre.
Il debutto nazionale si terrà presso il teatro di Olinda onlus (M1 Affori) il 3 e 4 dicembre 2022.

STOP [fermata metropolitana]

Con il progetto “STOP” ZONA K si aggiudica un posto tra i vincitori del Bando “Milano è viva” del Comune di Milano, dedicato alle periferie.
Partner del progetto sono Project for People, Olinda onlus, ADA Stecca e ATELIER SPAZIO XPO’.

Il progetto STOP prevede la realizzazione di una serie di azioni di rafforzamento dell’offerta culturale, di inclusione sociale e culturale e di formazione secondo quelle pratiche performative che ZONA K sperimenta ormai da 10 anni. Percorsi itineranti, spettacoli partecipati, spettatori che diventano attori, non professionisti che contribuiscono al processo creativo. E’ in questo ambito che STOP trova una coerenza non solo artistica ma anche territoriale, concentrandosi nei Municipi 9 (zona Affori/Comasina e Isola) e Municipio 2 (ex convitto Trotter, via Padova), ma prevedendo anche un’azione diffusa in un territorio “senza confini” che vuole coinvolgere i numerosi Spazi Ibridi presenti in città.

STOP è una fermata di pensiero sulla necessità del teatro, sul valore del coinvolgimento del pubblico, sulle nuove modalità artistiche, sui margini della società e della città, sul presente nel quale viviamo. E’ il filo conduttore di progetti performativi e teatrali che si muovono su temi diversi – dal lavoro alla cura delle persone, dall’ambiente alla protesta politica, dalla ridefinizione della socialità alla riformulazione degli spazi urbani.

Per la modalità di lavoro di ZONA K le azioni si intrecciano. Quasi tutti gli spettacoli/performance lavorano sulla qualità e sull’innovazione dei linguaggi e al contempo racchiudono in sé azioni di inclusione sociale, di rafforzamento dell’offerta culturale e di formazione.

Questo il programma.

2 dicembre 2022 ore 20.00 | c/o ZONA K
Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie, collettivo Siamo ovunque
SIAMO OVUNQUE

[performance partecipata]

Il pubblico legge una raccolta di risorse emotive e ispiratrici: storie di attivisti, tattiche, strumenti e strategie, registrate come testi scritti o trascritte da racconti orali per formare un archivio dell’attivismo contemporaneo.


3 – 5 dicembre 2022 ore 20.00
c/o TeatroLaCucina
(quartiere Affori Comasina)
un progetto di ZONA K, JENS HILLJE, ALESSANDRO RENDA
NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO [spettacolo – prima nazionale]

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono. È l’inizio del progetto che si è concretizzato nell’ultimo anno con incontri, laboratori teatrali, ricerca, video documentari, canzoni di protesta, cortei, un pretesto (America di Kafka), tre attori, un regista e un dramaturg.


7 – 11 dicembre 2022 ore 14.00 – 17.00
un progetto a cura di ZONA K
AUDIO IBRIDA
[camminata urbana in vari luoghi di Milano – prima nazionale]

Una performance urbana guidata dalla voce elettronica di un navigatore personale. Un’audioguida creativa, un gioco che diventa urbano e che attraversa il territorio di Milano alla scoperta degli Spazi Ibridi Socioculturali che lo abitano.


13 e 14 dicembre 2022 ore 11.15
c/o TeatroLaCucina
(quartiere Affori/Comasina)
Teatro La Ribalta – Kunst der Vielfalt
SUPERABILEUno spettacolo per l’inclusione, un fumetto teatrale
[spettacolo]

Superabile parla del mondo, di quel mondo che non si ferma alla prima occhiata, ma supera lo stereotipo della definizione. Racconta la disabilità, partendo dalla conoscenza intima delle persone, tutte così diverse e complesse.


17 e 18 dicembre 2022 ore 17.00
c/o Ex Convitto Trotter (quartiere Turro)
un progetto a cura di ZONA K
BEE GENERATION [gLocale]
[performance partecipata – prima nazionale]

Bee Generation è una performance partecipata creata dai giovani rivolta agli adulti che affronta dal loro punto di vista temi urgenti, una generazione “bee” (ape), che come le api è preziosa e difficile da intercettare ma che ha un ruolo fondamentale per il futuro del pianeta.

Dialoghi tra i Rami

Laboratorio di scrittura creativa ed espressività vocale per over 60!

Cosa ci raccontano gli alberi? Costruiamo insieme frammenti di storie da ascoltare e diamo voce ai personaggi nascosti nella natura.  

Il workshop prevede un lavoro di scrittura e di espressività vocale volta alla realizzazione di un racconto audio che verrà poi inviato ai partecipanti. 


In collaborazione e presso BAM Biblioteca degli Alberi – Milano ideato e condotto da Federica Di Rosa per la giornata di festa BAM! Il parco si fa Isola
Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria.

Per partecipare compila il modulo che trovi ➡︎ QUI

Alessandro Renda e Jens Hillje raccontano Non siamo niente, saremo tutto

Com’è nato questo progetto?

Alessandro Renda: Tutto è iniziato da una chiamata di ZONA K che mi ha elettrizzato per la sua particolarità. Mi si chiedeva di collaborare con Jens Hillje e di lavorare con i cittadini di Milano e di La Spezia. La singolarità della richiesta stava anche negli aspetti tematici che mi si chiedeva di approfondire e tenere insieme: il mondo del lavoro, il 150° anniversario del testo dell’Internazionale e la possibilità di lavorare in maniera corale con professionisti e non professionisti.

Come si sono intrecciate le vostre competenze?

Jens Hillje: Alessandro ha sempre chiaro dove vuole arrivare ed è importante perché costringe chi lavora con lui a trovare una nuova prospettiva, un nuovo linguaggio, tralasciando volutamente ciò che già si conosce. Il mio compito è stato cercare cosa non era stato ancora detto, trovare ciò che non era stato indagato su un palcoscenico e individuare cosa avrebbe pottuto essere interessante rappresentare. Si cerca sempre una combinazione tra un’idea prestabilita e qualcosa che non si sa.

Qual è la vostra urgenza rispetto al tema trattato?

A.R. Con Jens abbiamo subito definito un orizzonte di interessi comuni per creare un “combattimento”, seppur piacevole, con le richieste che ci aveva fatto la produzione. Ci siamo chiesti sin da subito come trattare la questione di fondo, il mondo del lavoro, in un modo più ampio: non ci attirava, infatti, l’dea di esplorare problematiche dei vari comparti lavorativi, ma piuttosto di approfondire quanto noi siamo, a nostra volta, responsabili delle problematiche del lavoro degli altri o perlomeno quanto possiamo rispecchiarci nelle scelte altrui per avere maggiore consapevolezza dei nostri desideri o frustrazioni. Con la volontà di creare qualcosa senza risposte, ma con tante domande da poter condividere.

Come si è svolta la chiamata per coinvolgere i non professionisti?

A.R. All’inizio abbiamo deciso di indagare i lavori non produttivi (care work) legati alla cura del prossimo: insegnanti, corpo scolastico, infermieri, medici, badanti. Però, quando si fa una chiamata aperta, non è detto che rispondano le persone che ci si aspettava e così è stato: si sono presentati disoccupati, studenti, professionisti di altri ambiti, pensionati, tutti accomunati da diverse esperienze teatrali, e così abbiamo iniziato ad ascoltare le storie di questi lavoratori, storie di scelte fatte o non fatte, di vocazioni seguite o di necessità della vita.

Cosa avete chiesto ai lavoratori? Quali sono state le prime fasi del processo creativo con i partecipanti?

J.H. Abbiamo lavorato molto sulle domande, perché il modo in cui chiedi qualcosa determina la risposta delle persone. Abbiamo fatto richieste molto concrete e le persone hanno iniziato a parlare delle loro professioni in modo inconsueto: non si lamentavano — come ci saremmo aspettati — delle condizioni lavorative, ma ci hanno invece raccontato un rapporto molto intimo con il proprio lavoro e con i colleghi, con cui passano quasi più tempo che in famiglia. La domanda più interessante è stata “cosa volevi fare da grande?”, perché porta a parlare molto apertamente della propria idea di vita e della propria vocazione, in un modo spesso fragile e vulnerabile.

Qual è la struttura dello spettacolo?

A.R. Abbiamo lavorato in contemporanea su tre drammaturgie: una drammaturgia scenica per attori professionisti; un corteo poetico, per esplorare ciò che hanno ancora da dirci le parole del poeta anarchico Eugène Pottier ne L’Internazionale e una restituzione video delle storie raccolte, una parte documentaria, che comunque abbiamo da subito ritenuto necessaria per il progetto. È un lavoro di vera sinergia, costruito strada facendo. La sfida è diventata quella di tenere insieme letteratura e documentario, finzione e realtà, teatro e reale.

Sono tantissimi gli spunti che sono confluiti durante il percorso: ci sono anche dei riferimenti a America di Kafka. In che modo quest’opera ha influenzato il vostro lavoro?

A.R. Avevamo bisogno di uno sprofondamento in un mondo altro che potesse legare e far leggere questi racconti in maniera diversa, non solo documentaristica, e così siamo arrivati al Teatro Naturale di Oklahoma, l’ultimo capitolo di America, romanzo inconcluso di Kafka. Lo scopo è stato quello di restituire una struttura, anche enigmatica, che potesse racchiudere alcune delle questioni che abbiamo indagato.

A questo proposito, in che modo le storie dei singoli possono trasformarsi in un quadro collettivo?

J.H. La parte interessante è stata proprio trasformare l’esperienza individuale in una testimonianza che rappresentasse un’esperienza condivisa. Abbiamo lavorato con un gruppo molto variegato che ha una differenza d’età consistente, dai 15 ai 70 anni. Tutti hanno toccato gli stessi problemi, anche se accompagnati da sentimenti diversi: i più giovani con maggiore speranza e i più anziani con disillusione. Ascoltando le risposte si comprende come il lavoro diventi per ciascuno di noi, indipendentemente dall’età, espressione di chi siamo come esseri umani. Di tutto questo materiale volevamo restituire una visione veritiera, un’immagine filtrata dal teatro, illuminando una prospettiva nuova sul lavoro attraverso le possibilità della messa in scena.

A cosa servono, ancora, i miti greci?

Ateatro Bolzano29
in collaborazione con
EngrammaTeatro dei Borgia e ZONA K

presentano

A cosa servono, ancora, i miti greci?
in occasione della pubblicazione del numero 194 della rivista “Engramma”

c/o Bolzano29, via Bolzano 29A, Milano (Metro M1 Rovereto)

Intervengono:
Monica Centanni (direttore di “Engramma” e professore ordinario di Lingua e Letteratura greca, Università Iuav di Venezia e Università di Catania),
Maddalena Giovannelli (docente Storia del Teatro presso USI-Università della Svizzera Italiana, Lugano),
Daniela Sacco (ricercatrice e docente presso l’Università Iuav di Venezia), Gianpiero Borgia (Regista).

Conduce Oliviero Ponte di Pino (presidente di Ateatro).

“What’s Hecuba to him?”
Che cos’è Ecuba per lui, cos’è lui per Ecuba? Perché dovrebbe piangere per lei?
Fa chiedere Shakespeare ad Amleto.

Questo numero della rivista “Engramma”, incentrato sull’esperienza teorica e pratica di Teatro dei Borgia, è nato per tentare di rispondere a una domanda: “A cosa servono, ancora, i miti greci?”.
Rilanciamo la domanda di Amleto: “Cosa sono Medea, Filottete, Eracle per noi?”.
“Perché dobbiamo piangere per loro? Servono ancora i nomi, le storie, le figure del mito? Possono i miti greci dire il nostro presente?”.
La stessa domanda che dà il titolo al Seminario di studi che si è tenuto a Trani il 21 e il 22 maggio 2022 per iniziativa di Teatro dei Borgia e della rivista “Engramma”.

Vai alla trilogia LA CITTA’ DEI MITI di Teatro dei Borgia

Jens Hillje, Alessandro Renda (DE/IT)

Un progetto di ZONA K

Una chiamata pubblica, decine di lavoratrici e lavoratori che rispondono. È l’inizio del progetto che si è concretizzato nell’ultimo anno con incontri, laboratori teatrali, ricerca, video documentari, canzoni di protesta, cortei, un pretesto (America di Kafka), tre attori, un regista e un dramaturg.

Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, rischia di plasmare i nostri valori e determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo.

Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Può oggi rappresentare un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria?

Non siamo niente, saremo tutto è la traduzione letterale di un verso de L’internazionale scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier 150 anni fa. Non siamo niente, saremo tutto è anche il progetto teatrale prodotto da ZONA K, in cui Jens Hillje e Alessandro Renda hanno coinvolto lavoratrici e lavoratori di diversi settori, per esplorare storie individuali e affrontare il tema da differenti prospettive: possiamo specchiarci nelle storie lavorative altrui per sentirci più interconnessi? Quanto condiziona le nostre esistenze il rispetto di una volontà o di una vocazione? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Il concatenamento di storie diventa uno strumento di indagine per trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale per riabbracciare un desiderio di comunità e, attraverso il teatro, trovare nuove forme di rappresentazione della realtà.


info spettacolo e biglietti: Biglietteria Teatro degli Impavidi +393464026006 (anche su WhatsApp)
teatroimpavidi@associazionescarti.it

c/o e in collaborazione con  Teatro degli Impavidi di Sarzana (SP)


regia: Alessandro Renda; dramaturg: Jens Hillje; con: Roberto Corradino, Milena Costanzo, Matteo Gatta, i cittadini e le cittadine della chiamata pubblica di La Spezia e Milano e con i cori Four Steps Choir, Coro F.de André, Batebalengo, diretti da Gloria Clemente e Pietro Sinigaglia; scenografia: Denise Carnini e Francesca Pedrocchi; disegno luci: Mario Loprevite; editing e visual effect video: Francesco Tedde (Antropotopia); foto: Luca Del Pia; produzione ZONA K (MI); co-produzione: Pergine Festival (TN), Associazione 47|04 (GO); produzione esecutiva Valentina Picariello e Renata Viola; organizzazione Federica Bruscaglioni; con il sostegno e la collaborazione di Fuori Luogo La Spezia/Gli Scarti; in collaborazione con Olinda onlus, Project For People, Stratagemmi Prospettive Teatrali

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito di Art Waves Produzioni di cultura contemporanea e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano

Alessandro Renda è attore, regista e filmmaker nel Teatro delle Albe di Ravenna. Si avvicina alla compagnia fin da adolescente partecipando ai laboratori della non-scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica creata da Marco Martinelli. Nel 1998 viene scelto per interpretare uno dei dodici “palotini” dello spettacolo I Polacchi, testo e regia di Martinelli e da allora è attore e regista della compagnia. Dal 2001 è guida nei laboratori non-scuola. Dal 2003 si occupa di video, realizzando proiezioni per la scena o “traduzioni” in video di molti spettacoli del Teatro delle Albe e documentari su esperienze teatrali in giro per il mondo della compagnia.

Jens Hillje (Germania, 1968) dal 1989 al 1995 studia Arti applicate all’Università di Perugia, studi che prosegue a Hildesheim e a Berlino. Dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Nel 1996 ha fondato insieme a Thomas Ostermeier lo spazio ‘Barracke’ al Deutsches Theater. Dal 1999 fino al 2009 è Chief-dramaturg e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz: con loro crea un ensemble permanente di danza e prosa di rilievo internazionale. In qualità di dramaturg lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo: oltre a Ostermeier, Yael Ronen, Falk Richter, Luk Perceval, Sebastian Nübling, Nurkan Erpulat. Durante il suo periodo alla Schaubühne, Jens Hillje ha creato il F.I.N.D Festival nel 2000. Il festival per la drammaturgia internazionale e contemporanea ha presentato autori emergenti della scena teatrale e oggi è uno dei più rinomati festival in Germania. Dalla stagione 2013/14, Jens Hillje è co-direttore artistico e Chief-dramaturg del Gorki, insieme a Shermin Langhoff. Dal 2021 è free dramaturg. Nell’estate 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

RAP IN THE CITY

Puoi inventare.
Puoi rappare.
Puoi girare la città come in un video musicale.

E allora cosa aspetti? Rap in the city! Un campus per trasformare la città in un rap e realizzare un videoclip.

Una giornata al campus “Rap in the City”

ore 9.00 – 9.30Benvenuti piccole/i rapper! Giochi di accoglienza
ore 9.30 – 10.30Rap ritmo e parole. Inventa una canzone e prova a rappare
ore 10.30 – 11.00Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30Video, elementi di regia. Ideazione videoclip, ricerca location
ore 12.30 – 14.00Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00Visione video musicali e analisi del linguaggio video
ore 15.00 – 16.30Rap & Video: registrazione audio e/o riprese video
ore 16.30Uscita

Merende e pranzo al sacco sono a carico delle famiglie. Se il meteo lo consente verranno consumati all’aperto in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus prevede la realizzazione e il montaggio di un videoclip musicale che verrà proiettato a ZONA K dopo le vacanze estive.

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 21 luglio o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– prevede la realizzazione e il montaggio di un videoclip musicale che verrà inviato alle/ai partecipanti nelle settimane successive la proiezione di settembre a ZONA K

Costo: € 190,00
Agevolazioni: sconto 10% per secondogeniti
sconti non cumulabili

CLICCA QUI PER COMPILARE  IL MODULO D’ISCRIZIONE


Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

Restituzione pubblica TMN 23

PAROLE DOLCI
Parole che si scontrano, intrecciandosi. Mescolano ognuna il proprio nel significato dell’altra.
Cercano il senso della vita ma trovano soltanto un inaspettato equilibrio: sono in stallo.
Il terreno comune è il corpo. Gioire, creare, esaurire. Carnalità biologiche e rapporto con la dimensione del tempo.
Chi vincerà?

Carlotta Cerrato (1995, Moncalieri) Frequenta il Primo Liceo Artistico per poi laurearsi nel 2018 in Design allo IED, a Torino. Dal 2019 tramite il collettivo “Like-Usual” realizza video in ambito comunicazione.
Videomaker di professione, video arte e performance come indagine personale. Nel 2023, realizza la performance Liè nell’ambito di una residenza artistica a Scanzano Jonico (MT) insieme a Sara Grimaldi e Caterina Pucci.


ARUSPICE: HO SOGNATO PER LA FINE DEL MONDO
Va spersa / fecondamente inquieta / in un tempo non illuminato. / Non può andar lontano, / ma lontano da chi / e lontano da dove? / Senza sesso, senza forma / le sue mani invocano / “è solo una visione – dicono – è solo una visione.” / Fecondamente inquieto / il suo ventre è ora tessuto. / Tu umano, dov è che poggi il capo? / Seguimi. / C’è un punto / che non si lascia mai sbrogliare / “è solo una visione – dicono – è solo una visione.”

Norma Cicala (1995, Scilla) di origine calabrese vive e lavora a Milano da otto anni. Dal 2021 avvia la sua indagine antropologica sull’infraordinario raccontata nella sua prima mostra fotografica intitolata Ciò che non vedi ti ri-guarda. Nel 2023 si laurea all’Accademia di Brera in “Comunicazione Espositiva” con una tesi sul potere trans-formativo dell’immaginazione. Il tema centrale della sua pratica fa riferimento all’esperienza della malattia, orientando il suo lavoro verso azioni educative. Inizia a lavorare con la performance e porta il suo progetto partecipativo Se chiudi gli occhi negli spazi di Zona Blu e Studio Habitus. Espone per “Reincanto: un intreccio dialettico tra corpi e linguaggi” evento promosso dall’Associazione Studi e Spazi Festival e curato da Salvatore Cristofaro, con l’opera Il black-out di una lucciola. Norma lavora con il mezzo fotografico, la poesia e la performance. La sua ricerca si basa sulla decostruzione di rappresentazioni e ri-immaginazione di nuovi scenari e linguaggi.


CENERE: RITUALE PER UN INCANTESIMO DI PROTEZIONE
Il potere alchemico e trasformativo della cenere per una preghiera laica. “Proteggi”
Un cerchio aperto, un campo energetico di gesti, che si connette ad altri cerchi, affinché si possa (?) creare una relazione distanza/vicinanza, dinamica e intenzionale.

Elena Lerra (1959, Milano) laurea in arti visive, Pittura. Iscritta al biennio specialistico. Esperienze di teatro partecipativo. Indaga la dimensione antropologica e psicologica dell’ individuo e della collettività. Affascinata dai rituali antichi è interessata alle implicazioni estetiche, etiche e politiche che l’arte può movimentare nella comunità sociale.


LE BUONE MANIERE
Una tavola imbandita al centro del parco ospita un’unica commensale, vestita di tutto punto. Sta aspettando qualcuno o qualcosa, che forse non arriverà. Nel mentre si innesca un’azione scenica in cui, rinnegando le regole del bon ton, il cibo diventa uno strumento di esplorazione di molteplici stati emotivi.

Caterina Pucci (1990, Altamura) dopo anni di formazione in ambito teatrale, si avvicina alle performing arts. Nel 2019, durante il Nolo Fringe Festival, partecipa a Contatto con l’Associazione Arti Girovaghe. Nel 2020, con il collettivo Psicolobo, prende parte a La natura è umana, negli spazi di Cascinet, e People of ruins, presso la Galleria Avantgarden. Nel 2023, realizza la performance Liè nell’ambito di una residenza artistica a Scanzano Jonico (MT) insieme a Carlotta Cerrato e Sara Grimaldi. Fa parte della comunità teatrale Dopolavoro Stadera, per cui è attrice e autrice per progetti di teatro sociale, tra cui la Brigata Brighella. Alcuni suoi racconti sono apparsi su Atomi Oblique, Bomarscé, Appeso Rivista.


MIA MADRE NON AVEVA PAURA (Omaggio a Lea Garofalo)
Il coraggio è fatto/ di azioni e parole,/ il silenzio, l’indifferenza / se li porta via la notte. / “Per me è un giorno molto difficile, ma la forza me l’hai data tu, se è successo tutto questo è stato solo per il mio bene, e non smetterò mai di ringraziarti. Ciao Lea, ciao mamma.”

Sara Grimaldi (1995, Milano) dopo una formazione in ambito educativo si approccia al campo artistico con diversi media quali la fotografia, la poesia e la performing art. Si approccia alla scrittura creativa con il workshop di Silvia Vecchini. Dopo aver frequentato l’Istituto Italiano di fotografia, guidata dalla fotografa Simona Ghizzoni realizza il progetto “Ho visto Nina Volare” vincitore di diversi premi nazionali e in mostra a luglio al Ragusa fotofestival. Partecipa alla residenza artistica di fotografia e poesia con la fotografa Diambra Mariani. Nel 2023, realizza la performance Liè nell’ambito di una residenza artistica a Scanzano Jonico (MT) insieme a Caterina Pucci e Carlotta Cerrato. Attualmente frequenta a Roma il laboratorio curatoriale di Yogurt Edition sotto la guida di Francesco Rombaldi.


ALTRI MONDI
kalamita’, vestita di piume e paillettes, vi guiderà verso il mondo di alcuni stupefacenti, raccontandovi storie di vita vissuta, corpi e sensazioni con l’intento di provare sdoganare la negatività che aleggia su delle sostanze che per secoli hanno fatto parte del nostro vissuto, tra tribù, rituali e magia.

Luz J. Carollo (1988, Biella) italo/colombiana – dopo studi tecnici forzati e un corso di specializzazione come interior designer, grazie al coronavirus e a un fermo non programmato, ho ricominciato ad ascoltare quella vocina interna che si chiama creatività che per anni avevo cercato di ignorare. Durante la mia vita ho continuato a studiare arte da autodidatta senza realmente sporcarmi le mani; ora le mani creano e si sporcano scoprendo e analizzando varie tecniche e vari materiali.


THE THRIFT SHOP
Nel contesto culturale del “realismo capitalista”, The Thrift shop rimarca la dimensione economica che permea la nostra vita quotidiana. Gli indumenti, quello che resta degli amori passeggeri, sono qui cimeli raccolti su una bancarella per essere venduti: emozioni effimere, da poco o preziose, si concretizzano nel mondo sotto forma di merce. Quello che ne resta, è un valore: non più effimero ma economico, come la società ci richiede.

Marco Boldrini (1995, Ferrara) è un art director Italo-Venezuelano che inizia la sua carriera come Atleta agonistico specializzato in salto in alto e salto con l’asta. Finita la sua carriera sportiva si Laurea in design della comunicazione e segue un master in Contemporary Art Market. Ora vive a Milano dove lavora per diverse realtà legate all’arte contemporanea e la comunicazione visiva.


DISSOLUZIONE URBANA
Rottami polvere vetro acciaio / Muschio legno pietra / Gesso argilla foglie / “Vidi il verde fra tanto grigio / Come qualcosa di infinitamente perduto” / (Elegia sonora su una città che svanisce)

Beatrice Parapini (1966, Milano) Cantante, attrice, sperimentatrice vocale. Diplomata in canto jazz presso la Civica Scuola di Musica “C. Abbado” di Milano, ha attraversato generi musicali ed espressivi differenti, dalla lirica al rock, dalla danza al teatro, trovando in ciascuno concatenazioni e risonanze. In costante indagine degli infiniti sentieri della voce, della parola e del suono, collabora con diversi collettivi di sperimentazione musicale. Milanese da cinque generazioni, parla il dialetto e ama lo sferragliare del tram. 

CHIAMATA PUBBLICA
TEATRO PARTECIPATO

NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO

 ZONA K lancia un grande progetto internazionale di teatro partecipato in collaborazione con Gli Scarti/Fuori Luogo di La Spezia.

Una “chiamata” alla cittadinanza di Milano per partecipare direttamente e in prima persona:
“Abbiamo bisogno di persone del territorio, di lavoratori e lavoratrici di alcuni settori che abbiano voglia di essere coinvolte all’interno di un percorso di indagine e di testimonianza che porterà ad una grande performance finale e che vuole coinvolgere direttamente le comunità cittadine sul tema del lavoro e dei suoi cambiamenti dopo l’esperienza della pandemia”.

La direzione artistica è di Jens Hillje (dramaturg berlinese, Leone d’oro alla Biennale 2019) e di Alessandro Renda (Teatro delle Albe di Ravenna) ideato e prodotto da ZONA K.

A CHI è rivolta la call?
–       Lavoratrici/lavoratori del mondo della SCUOLA E ISTRUZIONE (insegnanti, personale ata, studenti/studentesse)
–    Lavoratrici/lavoratori del mondo della SANITA’ e ASSISTENZA SOCIALE (infermieri/e, farmacisti/e, OSS, medici, caregivers etc)
–       Lavoratrici/lavoratori del mondo FOOD/DRINK, DELIVERY e COMMERCIO (ristoratori/trici, baristi/e, camerieri/e, riders, commessi/e di supermercato)

Oltre alle persone appartenenti alle suddette categorie possono partecipare anche coloro che abbiano voglia di condividere testimonianze indirette e la propria esperienza rispetto alle tematiche del progetto.

*NON è richiesta alcuna preparazione o esperienza teatrale pregressa e la partecipazione è gratuita

 


Domenica 22 maggio 2022 ore 18.30 – 20.30 ci troveremo a ZONA K (Via Spalato 11, vicino ple Lagosta, quartiere Isola) per raccontare il progetto e le differenti modalità di partecipazione:

  1. Semplice raccolta di testimonianze (anche video)
  2. Partecipazione ai successivi incontri del 30 maggio e 6 giugno (ore 18.30 – 20.30)
  3. Partecipazione performance finale (in autunno, data da definire)

Con noi ci sarà il regista Alessandro Renda.

Per partecipare o chiedere informazioni scrivi a stagione@zonak.it.

Deadline adesioni di partecipazione venerdì 20 maggio 2022.


 

 

IL PROGETTO
Soprattutto in questi ultimi 30 anni di libero mercato e privatizzazioni sono state deluse molte possibilità di una società più giusta e la competizione è diventata la condizione che definisce le relazioni umane, trasformando i cittadini in consumatori, frantumando il tessuto sociale e le identità individuali. L’esperienza della pandemia ha messo fortemente in discussione l’idea di economia e società neoliberista. Ma se da un lato questa fase ha ulteriormente evidenziato gli squilibri sociali e provocato sofferenze e contrasti tra lavoratori, dall’altro ha sviluppato e fatto riemergere desideri di solidarietà, promuovendo la ricerca di buone pratiche. Come raccontare questa fase così confusa? Il teatro ci consente di evitare le strettoie del quotidiano, sprofondando storie, volti e esperienze in mondi “altri” capaci di leggere la realtà in tutta la sua complessità.

Il coro è alle origini del teatro, da rito a vero e proprio personaggio collettivo. Il coro nel teatro greco antico ha fondato il teatro europeo, rappresentando la cittadinanza della polis. Attraverso il coro possiamo manifestarci nella nostra individualità ma anche nello spirito più profondo di appartenenza a un gruppo.

Non siamo niente, saremo tutto è un progetto teatrale prodotto da ZONA K che si svilupperà tra il territorio di La Spezia e altre località italiane tra cui Milano, Pergine, Ravenna. L’idea è quella di lavorare con cori di non professionisti appartenenti a alcune categorie specifiche di lavoratori. Per affrontare le storture dei meccanismi lavorativi e lo sfruttamento alla base di tanti processi economici e non solo della nostra società, si è deciso di scegliere gruppi di lavoratori in grado di riflettere lo smantellamento delle politiche welfare avvenuto in maniera sostanziale negli ultimi decenni. Non si tratta di raccontare questi lavoratori lasciandoli nelle loro categorie di appartenenza, ma di esplorare delle storie individuali per affrontare il tema da una differente prospettiva: quanto siamo consapevoli degli effetti delle nostre scelte? Delle nostre responsabilità? Quanto siamo coinvolti nei processi che spesso condanniamo? Il coro diventa strumento di indagine che permette di trasformare l’esperienza collettiva in una narrazione condivisa, un coro pensato come opera d’arte totale e scultura sociale. Un ensemble vivo che unirà le esperienze lavorative contemporanee, mentre l’Internazionale, l’inno di emancipazione e liberazione, depositario di memorie ed esperienze di 150 anni di lotta per il giusto riconoscimento economico e politico del lavoro, sarà un puntello per verificare l’attualità di quei versi.

POSTCARDS
Campus video e rap

E’ arrivata l’estate: mandami una cartolina… dalla città! Scegli un luogo del quartiere, immagina una scena, il testo di un rap e poi… si gira!

POSTCARDS – Campus video con cartoline rap dalla città è un campus estivo dove puoi trasformare la tua città con la musica e l’immaginazione e realizzare un video da inventare tutti insieme.

Una giornata tipo al campus:

ore 9.00 – 9.30 Giochi di accoglienza
ore 9.30 – 10.30 Rap ritmo e parole. Inventa una canzone e prova a rappare
ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30 Video, ideazione contenuti, ricerca location
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00 Visione video musicali
ore 15.00 – 16.30 Rap & Video: registrazione audio e/o riprese video
ore 16.30 Uscita

Merende e pranzo al sacco sono a carico delle famiglie.
Se il meteo lo consente, merenda e pranzo al sacco verranno consumati all’aperto, in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus prevede la realizzazione di un videoclip musicale girato in quartiere che verrà proiettato a ZONA K dopo le vacanze estive.

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 24 maggio o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà inviato alle/ai partecipanti nelle settimane successive la proiezione di settembre a ZONA K

Costo: € 200,00.
Agevolazioni: sconto 10% per secondogeniti

CLICCA QUI PER COMPILARE  IL MODULO D’ISCRIZIONE


Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

CHIAMATA PUBBLICA PER SUPERMEN OVER 60

ZONA K e Casa degli Artisti Milano annunciano una
CHIAMATA PUBBLICA PER OVER 60 per partecipare a

BLUE TIRED HEROES” DI MASSIMO FURLAN
performance urbana fuori dal comune intorno all’immagine del supereroe

termine invio candidature: 10 maggio 2022

 

 

E se Superman fosse invecchiato?

Massimo Furlan è un artista svizzero multidisciplinare che ama creare immagini, quadri viventi, in cui l’occhio vaga, osservando la composizione, l’equilibrio, i colori e la stravaganza.

Questo suo lavoro, presentato all’interno della stagione teatrale di ZONA K, mostra con grande umorismo e ironia corpi invecchiati che interpretano un Superman che finalmente può vivere la sua età reale, in contrasto con l’immagine di eterna giovinezza tipica dei supereroi.

Blue Tired Heroes è una performance urbana in cui un gruppo di anziani supereroi gioca con l’immobilità e le azioni quotidiane: cammina lentamente tra le strade di Milano, si siede sulle panchine, entra nei supermercati, si appoggia agli alberi dei parchi, attende il tram alla fermata…

 

CERCHIAMO 11 PERSONE tra i 60 e i 70 anni  CHE VOGLIONO CONDIVIDERE UN’ESPERIENZA DIVERTENTE E INTENSA.

NON È RICHIESTA NESSUNA QUALITÀ PARTICOLARE NELL’INTERPRETAZIONE.
OCCORRE SOLO ESSERE SE STESSI E POSSEDERE UNA BUONA DOSE  DI AUTOIRONIA E SENSO DELL’UMORISMO.

UNICA CARATTERISTICA RICHIESTA: AVERE PIU’ DI 60 ANNI (SUPERMAN È DEL 1934!)

 


Vuoi partecipare e diventare un Superman? Ecco cosa fare!
Manda la tua candidatura scrivendo una mail a stagione@zonak.it allegando una tua foto a figura intera e il tuo numero di cellulare entro e non oltre il 10 maggio 2022.

È richiesta la presenza su tutti e 3 i giorni del progetto, 27, 28 e 29 maggio 2022.

La partecipazione si svolge su base volontaria. Verranno rimborsate eventuali spese di trasporto di A/R per e dal luogo delle prove e della performance.


 

LE PROVE SI SVOLGERANNO NEL POMERIGGIO DI VENERDÌ 27 MAGGIO
Ci troveremo presso Casa degli Artisti (zona Garibaldi) per conoscerci e incontrare il regista Massimo Furlan. Cammineremo lungo il percorso individuato (3 km circa tra Garibaldi e Sarpi), provando le pose da supereroe suggerite dai luoghi che incontreremo lungo il tragitto.
Durata dell’impegno, 4 ore circa.

LA PERFORMANCE SI TERRA’ SABATO 28 E DOMENICA 29 MAGGIO, NEL POMERIGGIO
Si va in scena! Si indossano i costumi da Superman e si percorre il tragitto compiendo le azioni e le pose provate. Il pubblico sarà formato da passanti, abitanti delle vie delle zone Garibaldi e Sarpi, e ovviamente da tutti gli amici che vorranno assistere alla performance.
Durata impegno, 3 ore circa al giorno.

 

IL PROGRAMMA IN BREVE

Venerdì 27 maggio ore 15.00 – 19.00 (indicativo): incontro e prove con il regista, ritrovo c/o Casa degli Artisti, Corso Garibaldi 89/A, angolo via Tommaso da Cazzaniga – M2 Moscova –

Sabato 28 e Domenica 29 maggio ore 16.30 – 19.30 (indicativo): 1 passeggiata di circa 1h30 al giorno in città, ritrovo c/o Casa degli Artisti.
Durata dell’impegno, 3 ore circa al giorno.

Domenica 29 maggio, dopo lo spettacolo, festeggeremo insieme con un bell’aperitivo!

TG ISOLA Campus video

TG ISOLA è un TG realizzato dai bambini per i bambini: notizie di cronaca vere o immaginarie, curiosità, storie e interviste in giro per il quartiere.

Con videocamera, microfono e fantasia costruiamo il primo telegiornale dell’Isola.
Piccoli reporter, vi aspettiamo per andare alla scoperta di notizie e storie da raccontare.

 

Una giornata al campus “TG ISOLA”

ore 9.00 – 9.30 Benvenuti piccoli reporter! Giochi di accoglienza
ore 9.30 – 10.30 Inventiamo il nostro TG ISOLA: ideazione, costruzione redazioni, notizie
ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30 Si gira! Sopralluoghi in quartiere e riprese
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00 Visione film e analisi del linguaggio video
ore 15.00 – 16.00 Davanti alla videocamera: giochi teatrali e improvvisazioni
ore 16.00 – 16.30 Riunione di redazione: a che punto siamo e cosa faremo domani
ore 16.30 Uscita

Se il meteo lo consente, merenda e pranzo al sacco verranno consumati all’aperto, in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà proiettato presso ZONA K dopo le vacanze estive.

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 30 maggio o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale situazione sanitaria
– prevede la realizzazione e il montaggio di un video che verrà inviato ai partecipanti nelle settimane successive

 


Costo: € 190,00
Agevolazioni: sconto 10% per secondogeniti
sconti non cumulabili

CLICCA QUI PER COMPILARE  IL MODULO D’ISCRIZIONE


 

Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it

Lisandro Rodríguez (AR)

Per accedere, oltre alla prenotazione, è obbligatorio inviare la richiesta/rinnovo di tesseramento per l’anno 2022 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Per questo evento la quota di € 2,00 non è dovuta. Invia la richiesta,
clicca qui

 

– SEZIONE COLLABORAZIONI  –

Estremofilo (“estremo” con il suffisso -filo che deriva dal greco philéô, amare) è l’aggettivo che viene assegnato a quegli organismi capaci di crescere e prosperare in condizioni estreme, ossia in ambienti ostili, per l’elevata temperatura, acidità o concentrazione di sali. Sono dunque coloro che, in quanto “amanti” degli habitat estremi, vivono in modo diverso dal resto dei viventi.

Così accade anche ai protagonisti dell’opera di Alexandra Badea – come il titolo ci suggerisce – che attraversa tre (o più) storie d’amore e di inquietudine. Il capo di gabinetto di un ministero si innamora di un militante di sinistra mentre un insegnante si fa esplodere davanti a una scuola; una biologa marina è combattuta tra il lavoro di ricercatrice e la possibilità di mettersi al servizio di una potente multinazionale che però devasta i fondali marini; un soldato israeliano, che pilota droni a distanza, osserva i nemici fare l’amore sulle terrazze delle loro case.

Rodríguez porta in scena il testo mettendo in dialogo le colpe e i sogni dimenticati, l’intimo e il politico, e afferma: «quando questi personaggi parlano del loro lavoro e lo collegano all’amore, in qualche modo parlano anche di un mondo che sta diventando insopportabile».

 

Al termine della prima replica del 19 maggio la compagnia e il registra incontreranno il pubblico.

 


un progetto di Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, presentato all’interno del festival “Presente Indicativo”

spettacolo  ●  prima nazionale ●  in lingua spagnola durata 80 min.

ingresso gratuito ● tutto esaurito

Per accedere, oltre alla prenotazione, è obbligatorio inviare la richiesta/rinnovo di tesseramento per l’anno 2022 almeno 24 ore prima dello spettacolo.
Per questo evento la quota di € 2,00 non è dovuta. Invia la richiesta,
clicca qui



di Alexandra Badea regia Lisandro Rodríguez con Ariel Bar-On, Anabela Brogioli, Zoilo Garcés, Lisandro Rodríguez musiche “Mundo cruel”: Guillermo Rodríguez luci Matías Sendón produzione Débora Staiff, Estudio Los Vidrios in collaborazione con ZONA K. Si ringrazia l’Instituto Cervantes per la collaborazione

OFFICINA PER LA CITTA’ Campus in lingua tedesca

E’ nata un’officina nel quartiere Isola!
Qui costruiamo alberi per far crescere i sogni, case per far riposare gli uccelli, vasi per raccogliere i desideri, oggetti per trasformare la città.
Giriamo per il quartiere con la macchina fotografica e inventiamo nuove idee per trasformare i luoghi. Poi, nella nostra officina, realizziamo le nostre opere. Di cosa ha bisogno la città intorno a noi? Cosa vorrebbe ricevere uno scoiattolo? Il bambino della casa vicina? E tu?
Ogni creazione ha una storia: possiamo scriverla vicino alle opere come in una mostra, immaginare delle domande da fare alla città e poi tenere un diario di bordo della nostra avventura.

Il campus si svolge in tedesco: esercitiamolo divertendoci con la fotografia, l’arte, l’architettura e la creazione di storie.

Una giornata al campus

ore 8.30 – 9.30 Benvenuti nell’Officina (giochi di accoglienza e riscaldamento)
ore 9.30 – 10.30 Ideazione e realizzazione opere (arte e architettura)
ore 10.30 – 11.00 Merenda al sacco
ore 11.00 – 12.30 In giro per il quartiere! (fotografia e sopralluoghi)
ore 12.30 – 14.00 Pranzo al sacco e gioco libero
ore 14.00 – 15.00 Guardiamo un film!
ore 15.00 – 16.00 Inventiamo le storie delle nostre opere e scriviamo il nostro diario (ideazione e scrittura)
ore 16.00 – 16.30 Arrivederci! (giochi di gruppo)
ore 16.30 Uscita

Se il meteo lo consente, merenda e pranzo al sacco verranno consumati all’aperto, in uno dei parchi cittadini vicini a ZONA K (via Confalonieri, via De Castillia)

Il campus:
– è a numero chiuso, si attiva al raggiungimento del numero minimo di iscritti richiesto
– le iscrizioni si chiudono il giorno 13 giugno o al raggiungimento del numero massimo di iscritti previsto
– è organizzato in modo da rendere felice e piacevole l’esperienza a tutte le bambine e tutti i bambini e da rispondere alle normative nazionali in relazione all’attuale situazione sanitaria

Costo: € 190,00
Agevolazioni: 10% sconto per secondogeniti
sconti non cumulabili

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Per informazioni più generali, contattaci all’indirizzo organizzazione@zonak.it


 

 

WerkStadt ZONA K
Multidisziplinäres Camp in deutscher Sprache für Kinder im Alter von 6 bis 11 Jahren
von 28/6 bis 1/7

Im Isola-Viertel eröffnet eine WerkStadt!

Hier bauen wir Bäume, in denen Träume wachsen, Häuser, in denen sich Vögel ausruhen, Gefäße, in denen Wünsche gesammelt werden, Objekte, die die Stadt verändern. Wir gehen mit unseren Kameras durch unser Viertel und entwickeln neue Ideen, um Orte zu verändern.
Dann stellen wir in unserer WerkStadt unsere Werke her.
Was braucht die Stadt um uns herum? Was würde ein Eichhörnchen gerne bekommen? Das Kind aus dem Nachbarhaus? Was ist mit Dir?
Zu jedem Werk gibt es eine Geschichte: Wir können sie – wie in einer Ausstellung – neben die Werke schreiben und uns Fragen ausdenken, die wir der Stadt und ihren Bewohnern stellen können und führen Tagebuch über den Verlauf unserer Woche.

Der Campus findet auf Deutsch statt: Wir üben Deutsch und haben Spaß an Fotografie, Kunst, Architektur und dem Erfinden von Geschichten.

Ein Tag auf dem Campus

ore 8.30 – 9.30 Willkommen in der WerkStadt (Begrüßungsspiele und Aufwärmen)
ore 9.30 – 10.30 Wir entwerfen und bauen unsere Werke (Kunst und Architektur)
ore 10.30 – 11.00 verpackter Imbiss
ore 11.00 – 12.30 Uhr Rund um die Nachbarschaft! (Fotografie und Erkundung)
ore 12.30 – 14.00 Mittagessen und freies Spielen im Park
ore 14.00 – 15.00 Wir schauen einen Film
ore 15.00 – 16.00 Wir erfinden Geschichten  zu unseren Werken und schreiben ein WerkStadt Tagebuch (Konzeption und Schreiben)
ore 16.00 – 16.30 Auf Wiedersehen! (Gruppenspiele)
ore 16.30 alle zu Hause

Wenn das Wetter es zulässt, werden die Snacks und Lunchpakete im Freien, in einem der Stadtparks in der Nähe von ZONA K (Via Confalonieri, Via De Castillia) eingenommen.

Der Campus
– eine begrenzte Teilnehmerzahl hat, beginnt sie, wenn die Mindestteilnehmerzahl erreicht ist
– Anmeldeschluss ist der 13. Juni oder wenn die maximale Teilnehmerzahl erreicht ist
– so organisiert ist, dass das Erlebnis für alle Kinder fröhlich und vergnüglich ist und die nationalen Vorschriften in Bezug auf die aktuelle Gesundheitssituation eingehalten werden

 

AA.VV.

ANTEPRIMA SPECIALE 

I Bohémien ha come protagonista un pezzo di storia tra i più affascinanti di Milano: la storia di Brera dei giovani artisti che lo abitavano tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Il lavoro di scrittura è partito da una ricerca storica, dagli archivi cittadini e dalla ricostruzione della Milano d’inizio Novecento e dei luoghi cari agli artisti dell’epoca. Non un’audioguida ma un podcast a metà strada tra radiodramma e ricerca documentaristica che rivela al visitatore, allo spettatore, all’avventore curioso, un mondo ormai scomparso e inedito vissuto dagli artisti che iniziarono a frequentare Casa degli Artisti, costruita nel 1909, e Brera, contribuendo a costruire la fama di quartiere artistico che sopravvive ancora oggi.

I Bohémien è il primo capitolo, che presentiamo in anteprima, di una narrazione della storia di Milano attraverso il Novecento degli artisti.

 

Lavorazione al podcast studenti ed ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera; drammaturgo Luca Scarlini; sound designer Luca De Marinis. 

 

Il podcast sarà disponibile unicamente nei giorni 18 e 19 dicembre 2021

 

CASA DEGLI ARTISTI MILANO

Centro di residenza, produzione e fruizione aperto alla città, Casa degli Artisti (ri)nasce come un luogo di incontro, creazione e riflessione per sostenere la pratica degli artisti nell’ambito delle arti visive, performative, sonore, digitali, applicate, del cinema, della fotografia, della letteratura e del pensiero. 

A vocazione interdisciplinare e internazionale, ha come missione la promozione della ricerca, della formazione e della produzione artistica; lo sviluppo di una dimensione personale e corale del lavoro; la produzione di progetti culturali rivolti ad un pubblico il più ampio possibile.

1250 mq su tre piani, 11 atelier destinati al lavoro degli artisti, uno spazio espositivo al pianterreno aperto al pubblico, un bistrot, uno spazio esterno affacciato sul verde, Casa degli Artisti lavora come luogo di connessioni per favorire lo scambio tra i diversi attori dell’arte, della società e dell’impresa e per stimolare un dialogo sulla sfera pubblica e sullo spazio urbano.

Il gruppo di lavoro è composto da artisti, organizzatori culturali, formatori, architetti, galleristi, cittadini, con conoscenze puntuali del panorama culturale cittadino, italiano e internazionale. Undici professionisti, appartenenti a cinque associazioni, che si sono incontrati sulla base di una visione comune e con la volontà di intrecciare risorse, competenze e connessioni.

In seguito all’aggiudicazione del bando di gestione dell’immobile, indetto dal Municipio 1 del Comune di Milano, è stata costituita un’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) – comprendente le cinque realtà no profit che hanno partecipato al bando: ZONA K, capofila, That’s ContemporaryAtelier Spazio XPO’, NIC Nuove Imprese Culturali e Centro Itard Lombardia, con Future Fond, come partner esterno.

Valentina Picariello / Valentina Kastlunger / Giulia Restifo / Christian Gancitano / Matteo Bianchi / Mattia Bosco / Mariavera Chiari / Francesco Piccolomini / Lorenzo Vatalaro / Susanna Ravelli / Lorenzo Castellini

STORIA
Casa degli Artisti nasce nel 1909 su iniziativa dei Fratelli Bogani, due mecenati innamorati dell’arte, per ospitare laboratori e atelier. Fin dai primi anni vede un’intensa frequentazione di artisti di varie discipline. Alla fine degli anni ’30 la Casa viene espropriata dal Comune di Milano con l’intento di demolirla, nell’ambito di un ampio progetto di rinnovamento urbanistico della zona, poi abbandonato con lo scoppio della guerra.

Nel dopoguerra l’attività riprende e vive un nuovo slancio soprattutto alla fine degli anni Settanta, quando la Casa viene gestita da artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna.Tra le azioni di quel periodo si annoverano mostre collettive dedicate a giovani artisti emergenti, relazioni con altri spazi no profit della città e il restauro de “I bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico del 1994.

Nel 1988 una parte del piano terra viene occupata da Csoa Garibaldi, mentre negli altri spazi della Casa continuano ad operare gruppi di artisti, artigiani e liutai. Nel 2007 la casa viene sgomberata e quindi messa in sicurezza a causa delle condizioni di precarietà strutturale in cui versava.

Nel 2015 inizia il percorso di riqualificazione dell’edificio grazie al Municipio 1. La ristrutturazione è effettuata da La Ducale SpA del Gruppo Tecnocasa, a scomputo degli oneri di urbanizzazione relativi alla costruzione del condominio privato di Corso Garibaldi 95. Su indicazioni della Soprintendenza, il recupero della Casa ha visto un intervento più consistente sulle facciate esterne e un approccio più filologico negli interni, dove sono stati mantenuti i mattoni a vista e le originali strutture in cemento armato.

Visita il sito di Casa degli Artisti Milano

Post, il tempo delle domande

Media partner della stagione teatrale POST non poteva che essere Q code Magazine, un giornale indipendente che predilige la multimedialità. È geopoetico, racconta cioè la geopolitica attraverso le storie, è un luogo aperto per chi ha passione, competenza e capacità nel dirlo, è un trimestrale di carta per tornare a una lettura lenta e ponderata. È resistente, testardo e abrasivo. E crede nella collaborazione e nella condivisione fra realtà sorelle. È diretto da Angelo Miotto e Christian Elia, nel corso di nove anni di vita ha ospitato centinaia di firme da tutto il mondo.

Post, il tempo delle domande è il nome del podcast di Q Code per ZONA K .
Abbiamo scelto delle parole chiave, inerenti agli spettacoli della stagione.
Gli audio elzeviri sono di Angelo Miotto.

Ascolta i podcast cliccando QUI

POST

Cosa definisce POST?

Etimologicamente la risposta è facile, qualcosa che viene dopo in termini temporali o concettuali. La società che viviamo sembra essere un infinito catalogo di post. Siamo in una post-democrazia, i cittadini sono post-materialisti, il post-capitalismo cerca di scalzare il capitalismo, per non addentrarci nelle definizioni più complesse e filosofiche di post-strutturalismo, post-moderno e decostruzionismo. Anche il concetto stesso di verità ormai non può più prescindere dalla post-verità, eletta dall’Oxford Dictionary come parola dell’anno del 2016. Tutto è messo in discussione, riconsiderato, studiato nelle sue evoluzioni continue. Come se alcuni principi e dottrine, alla base di una certa cultura della seconda metà del XX secolo, non reggessero più il passo dei tempi senza tuttavia aver lasciato spazio a un nuovo sentire politico, culturale e sociale. È giusto domandarsi se sia possibile l’affermarsi di una nuova cultura progressista per il XXI secolo? La politica è in grado di formulare una nuova visione trascinante che (ri)avvicini le persone e non sia solo espressione del potere?

Non siamo in grado di dare risposte, per noi POST è ancora il tempo delle domande che ogni cambiamento porta con sé. È il momento che ci troviamo a vivere. Il “dopo” di cui non sono ancora chiari i contorni. Non è la critica o il superamento di quanto abbiamo fatto e vissuto finora, è il tempo dell’incertezza, della necessità di riconsiderare posizioni e scelte fin qui attuate senza intra- vedere del tutto il passaggio successivo. È più di un titolo di una stagione, di un claim azzeccato merito di un bravo copy. È il nostro presente che continuiamo a guardare con sguardo artistico e politico. È cercare una nuova posizione, trovare un nuovo equilibrio tra creatività e prossimità, tra ricerca artistica ed engagement del pubblico, tra relazioni e crescita. POST è l’avvio di un nuovo percorso di apertura, sguardo allargato, riflessioni e confronti. È stimolo per altri pensieri, non necessariamente nostri.

E in questo coacervo di suggestioni, abbiamo iniziato a misurarci con nuove possibilità, azioni parallele, non sostitutive ma complementari alla presentazione di una stagione teatrale. Il primo passo è stato quello di chiamare Jens Hillje come visiting dramaturg. Figura di spicco del teatro europeo, Leone d’oro alla carriera nel 2019, Hillje ha accompagnato mesi di riflessioni e sarà dramaturg della nuova produzione di ZONA K che andrà in scena a novembre.

Quindi è maturata la necessaria consapevolezza – questa si politica e sociale – di non rinunciare alla centralità delle persone, che siano spettatori, artisti, non professionisti, lavoratori, studenti. Spettacoli partecipati e urbani, produzioni e co-produzioni che nascono dal coinvolgimento diretto dei cittadini, formazione dei target più giovani, storytelling dei processi artistici, incontri con gli artisti, reti con altri teatri grazie a visioni comuni e lavoro sinergico, sono tutti elementi di un medesimo puzzle che si costruirà negli anni futuri.

In questo quadro così delineato, racchiuso nel cappello POST, trovano quindi posto i Gob Squad e la loro ultima produzione 1984: Back to No Future, sguardo nostalgico e pop tra passato e futuro; la parola urlata di Pasolini portata in scena dagli Anagoor, gli anziani in calzamaglia di “Superman” di Massimo Furlan, Mats Staub con la delicatezza delle sue interviste; gli spettacoli urbani di Elisabetta Consonni e del Teatro dei Borgia; la nuova produzione Non siamo niente, saremo tutto di Jens Hillje e Alessandro Renda sulle storture della società che porta in scena un coro di lavoratori, per chiudere con una performance partecipata sull’attivismo contemporaneo di Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie, collettivo Siamo ovunque. Otto spettacoli, otto progetti complessi da presentare e raccontare.

Per chiudere POST è anche – molto più semplicemente – “uno strumento di comunicazione, un messaggio testuale con funzione di opinione, commento o intervento”.

 

Mariano Pensotti/Grupo Marea (AR)

c/o ZONA K – ingresso gratuito previo tesseramento 2022 obbligatorio da richiedere 24 ore prima dell’evento, clicca qui, fallo subito
prenotazione consigliatabiglietti@zonak.it – 393.8767162

 

– SEZIONE COLLABORAZIONI  –

El Público (Buenos Aires), The Audience (Atene) e The Public/Het Publiek (Bruxelles) sono tre film su un pubblico teatrale e sulla città in cui vive. Sono anche tre opere teatrali che conosciamo solo attraverso la narrazione degli spettatori. Il punto di partenza dei tre film è lo stesso: c’è un pubblico che va a vedere uno spettacolo in un teatro. Il pubblico prende posto prima dell’inizio dello spettacolo, legge il programma di sala, chiacchiera.

Lo spettacolo inizia ma non lo vediamo.

C’è un’elLissi. Vediamo il pubblico lasciare il teatro subito dopo la fine dello spettacolo. Apparentemente la pièce che hanno visto era incredibile, una performance estremamente complessa su una storia reale nascosta nella storia recente della città. Tutti gli spettatori sono commossi per quello che hanno visto.

Seguiamo alcune persone che lasciano il teatro. Vedremo le storie di queste 11 persone durante le 24 ore dopo aver visto lo spettacolo e in che misura ciò che hanno visto ha influenzato le loro vite. Ogni storia è un cortometraggio.

 

 

Le storie personali del pubblico sono molto diverse e hanno una varietà di conflitti, ci sono alcune storie con una trama forte e altre che sono più concentrate sulla vita quotidiana. Ma ad un certo punto tutti parlano con un’altra persona dell’opera teatrale che hanno visto e che noi non abbiamo visto. Tutti raccontano una scena diversa dello spettacolo. Seguendo le loro storie e ascoltando la loro narrazione dell’opera il pubblico reale può ricostruire lo spettacolo teatrale che il pubblico fittizio ha visto.

Quali sono le storie delle persone che vanno insieme a vedere un’opera teatrale? Quanto le loro vite sono trasformate da quell’esperienza? In che misura ciò che hanno visto è modificato dai loro ricordi? Com’è diventare un personaggio della propria città? Quale effetto produce trasformare il pubblico in protagonista?

 

 

 


proiezioni:
12 maggio THE AUDIENCE – durata 80 min
13 maggio EL PUBLICO – durata 90 min
14 maggio HET PUBLIEK – durata 80 min

in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

info film ● in lingua originale con sottotitoli in inglese

c/o ZONA K – ingresso gratuito previo tesseramento 2022 obbligatorio da richiedere 24 ore prima dell’evento, clicca qui, fallo subito
prenotazione consigliata: biglietti@zonak.it – 393.8767162


 

Scritti e diretti da Mariano Pensotti Art Director Mariana Tirantte Musica Diego Vainer Cinematography/DOP María Soledad Rodríguez Artistic Production Florencia Wasser Assistente alla regia Agustín Gagliardi.
THE AUDIENCE  è stato commissionato e prodotto da Onassis Stegi.
EL PUBLICO è una coproduzione tra Festival Internacional de Buenos Aires e Grupo Marea.
HET PUBLIEK è stato commissionato dal Kunstenfestivaldesarts in coproduzione con Wrong Men, Théâtre des Martyrs e Shelter prod.

 

Mariano Pensotti (Buenos Aires, 1973) ha studiato cinema, arti visive e teatro. Le sue perfomance sono state presentate in Argentina e nei maggiori festival internazionali in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra i quali: i premi Rozenmacher, Clarin e Premio F; e le borse di studio Unesco-Aschberg, Rockefeller Foundation, Fundación Antorchas e Casa de América de Madrid. Ha fondato il Grupo Marea insieme alla scenografa Mariana Tirantte, il musicista Diego Vainer e la producer Florencia Wasser.

 

Wundertruppe (IT)

ATTENZIONE: PARTENZA SERALE ANTICIPATA ALLE ORE 19.00

 

– SEZIONE FUORI MILANO –

Si tratta di un percorso sonoro in cuffia che si terrà nella cittadina di Baranzate, una camminata in gruppo, un’esperienza allo stesso tempo personale e condivisa abitata da voci, suoni, frammenti letterari e testimonianze intorno al tema della solitudine. La performance attraversa luoghi significativi della città che vengono individuati nei giorni che la precedono, grazie allo studio della topografia e storia della città e (quando possibile) grazie all’incontro con persone del territorio. Due figure accompagnano il pubblico: la prima è un punto di riferimento, guida il percorso; l’altra attraversa lo spazio, indirizza lo sguardo, si perde, gioca col limite. Il tragitto segue il sole e la sua luce.

 

 

La performance si svolge all’alba e al tramonto: all’alba la città si sveglia, poche persone la abitano con la loro presenza silenziosa e solitaria; al tramonto, invece, può brulicare di passaggi e dentro questa collettività può nascere, di buon grado o involontariamente, un senso di solitudine. La realtà del paesaggio entra a far parte della performance, risuona con le parole in cuffia e permette agli imprevisti di manifestarsi e diventare racconto. Si cammina, allo stesso tempo, soli e in compagnia per ritrovarsi alla fine in una piazza provvisoria ed esprimere un desiderio.

Baranzate è stato scelto dal collettivo per le intense attività sociali nate sul territorio nel corso degli anni ed è anche luogo affettivo e di crescita per uno dei membri del collettivo.

 


in collaborazione con Associazione Quarantasettezeroquattro di Gorizia

info performance urbana in cuffia 

c/o Comune di Baranzate (Mi)
partenza ore 6.30 punto di ritrovo piazza Giovanni Falcone – Baranzate
partenza ore 19.00 punto di ritrovo via Gorizia, 61 – Baranzate

pre – acquisto biglietto obbligatorio – posti limitati

INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE:
Sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso delle cuffie.
Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile. La camminata dura circa 80 min e sarà percorsa a piedi. Il luogo di arrivo è a 10 minuti a piedi da quello di partenza. Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia leggera; in caso di forte pioggia l’evento sarà annullato.


 

ideazione e regia  Collettivo Wundertruppe: Natalie Norma Fella, Marie-Hélène Massy Emond e Giulia Tollis con le voci di Natalie Norma Fella Marie-Hélène Massy Emond e Giulia Tollis, Sandro Pivotti e delle persone incontrate in Italia, Canada e online musiche originali Marie-Hélène Massy Emond sound design Renato Rinaldi un ringraziamento speciale a Luca Oldani, Riccardo Tabilio e Jonathan Zenti per l’aiuto in scena e in studio produzione Wundertruppe in co-produzione con Petit Théâtre du Vieux Noranda (Rouyn Noranda, QC -Canada) / Associazione Quarantasettezeroquattro – Gorizia con il sostegno di  MOVIN’UP Performing Arts del MiBACT e GAI – Giovani Artisti Italiani / ARTEFICI – Residenze Creative FVG 2019 di Artisti Associati – Gorizia / Conseil des Arts du Canada (Canada) / Associazione IFOTES | ARTESS – Udine. Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

 

Wundertruppe è una persona e un collettivo allo stesso tempo. Wundertruppe è il nome con cui, dal 2016, Natalie Norma Fella presenta i suoi progetti. Ciascun lavoro si avvale della collaborazione di artisti, tecnici, consulenti, pensatori; il principio di questo collettivo è quello di combinare competenze e interessi in base alla natura e alle necessità dei vari progetti. I lavori di Wundertruppe sono: “40 d.T. | Galateo per un terremoto”, “WK -Wunderkammer,” e “Piazza della Solitudine”.

 

foto Alvise Crovato

Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie (CH) e collettivo Siamo ovunque (IT)

Una performance partecipata in cui il pubblico legge ad alta voce le testimonianze raccolte di antifascisti, femministe, anticapitalisti, antirazzisti, anti specisti, hacker, e di persone che lottano per i diritti dei migranti, contro ogni forma di oppressione sociale, per i diritti delle persone LGBTQIA+, contro gli ecocidi, per i diritti dei lavoratori del sesso, contro la violenza della polizia, per i diritti degli immigrati senza documenti, per l’autodeterminazione e l’emancipazione di tutti i lavoratori, contro la precarietà del lavoro, contro l’attuale sistema penitenziario e per Zone to Defend.

Il progetto è stato concepito durante un tour a Hong Kong nel 2019, dove uno dei promotori del progetto ha incontrato alcuni manifestanti del movimento pro-democrazia: entro 20 anni Hong Kong sarà interamente cinese e la loro libertà di espressione sta diminuendo rapidamente. Dalle loro storie è nato il desiderio di condividere aspetti dell’impegno politico: l’atto di coraggio, che dà la forza di lottare per uscire da una situazione di oppressione o da una situazione di oppressione o precarizzazione, e gli strumenti, le tattiche e i consigli pratici utile a tutti gli attivisti, qui o altrove.

Siamo ovunque è una raccolta di risorse emotive e ispiratrici: storie di attivisti, tattiche, strumenti e strategie, registrate come testi scritti o trascritte da racconti orali per formare un archivio dell’attivismo contemporaneo.


info performance partecipata ● in italiano ●  durata 120 min.

c/o ZONA K – ingresso previo tesseramento 2022, clicca qui, fallo subito
La tessera verrà rilasciata a titolo gratuito la sera di spettacolo insieme al biglietto acquistato.


Un progetto ideato e prodotto da: Dreams Come True, Hichmoul Pilon, anthropie; con il contributo di: Molti anonimi; Collettivo Bida; Giove; Raffa; Rete Appenninica Femminista; Samba; Asia Usb – Associazione Inquilini e Abitanti – Unione Sindacale di Base; Una militante del Collettivo R con documenti svizzeri; Craaazi – Centro di Ricerca e Archivio Transfemminista Autonomo°; “Alessandro Zijno D(i)ritti alla Città – Rete per gli spazi pubblici dismessi”; Debs; Elena & Rina; Franco Sicilia; Flores Magón; Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”; Csi – Centro per la salute internazionale e interculturale; Osa* – Opposizione studentesca alternativa; Viola; Militant* di Extinction Rebellion in Svizzera; El. Vincenza Perilli; Marte su Plutone; Mujeres libres Bologna; Vivaietto; Collettiva Elettronika; Mattia Robertiello (in corso); Direzione amministrativa, produzione creativa, tournée: Marine Magnin e Comunicazione: Charlotte Terrapon; Produzione del tour: Colette Raess; Casa editrice: Abrüpt; Coproduzione: Le Grütli, Ginevra ; République Ephémère, Ginevra ; l’Abri, Ginevra ; Aargauer Kunsthaus, Aarau ; Santarcangelo Festival; Con il sostegno di: Pro Helvetia – Consiglio svizzero dell’arte, Ufficio federale della cultura e Repubblica e Cantone di Ginevra; Ville de Genève; Loterie Romande; Fondation Ernst Göhner; Migros pour-cent culturel; Fondation Jan Michalski pour l’écriture et la littérature; Fondation suisse des artistes interprètes SIS; CORODIS.

SIAMO OVUNQUE fa parte del palinsesto di

AA.VV.

RESTITUZIONI DEI PROGETTI SOSTENUTI DAL BANDO DELLE RESIDENZE DIGITALI.

SEI PROGETTI ARTISTICI PENSATI E REALIZZATI PER L’AMBIENTE DIGITALE: CHRISTINA G. HADLEY – KAMILIA KARD – ULTRAVIOLETTO – BOTH INDUSTRIES – GRUPPO NANOU – TEATRINO GIULLARE.

Si rinnova, per il terzo anno consecutivo, l’appuntamento con la Settimana delle Residenze Digitali che prevede le restituzioni dei progetti selezionati attraverso la terza edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (ArmuniaCapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro DimoraLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova, l’Associazione Zona K di Milano. Alla rete si sono aggiunte quest’anno altre due importanti realtà: Fondazione Piemonte dal Vivo/Lavanderia a Vapore e Fondazione Romaeuropa.

Il programma della settimana

Disponibili online, dalle 17 di martedì 8 novembre a domenica 13 inclusa, i capitoli 2-3-4-5 de La montagna del sapone, un progetto di Christina G. Hadley composto da un film animato in CGI basato su un concept album musicale, un sito web, un server discord e un videogame esplorativo. Il titolo fa riferimento all’espressione romana “Non vengo mica dalla Montagna del Sapone” che sta a significare “non sono un credulone, non mi prendi in giro”. La Montagna del Sapone è la borgata di Primavalle nata tra il 1924/37 dopo lo sfollamento degli abitanti del centro storico di Roma a opera di Mussolini, sotto la promessa irrealizzata della costruzione di un quartiere di lusso. Il film suddiviso in tredici capitoli e girato con un motore grafico per videogame è un viaggio metaforico e onirico compiuto da Cindy, un’incarnazione dell’umano medio, negli abissi della rete. Parte fondante e fondamentale del progetto è il networking che si va a generare dal contributo sui capitoli e sui mondi da parte di altri artisti o utenti, e da un server pubblico, Discord, che funge da archivio/community e spazio di condivisione.

Christina G. Hadley vive in Emilia-Romagna dove, dopo essersi laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna in cinema e video, esplora il mondo dell’hacking-etico, immergendosi nella programmazione e nella 3D computer graphic. Al momento è una tesista per il biennio di Net Art all’Accademia di Brera. Ha esposto alla Triennale di Milano e a Digital Week, ha partecipato a diversi festival, e ha vinto tra gli altri, Anca e CutOut Fest.

Sono tre gli episodi del progetto, Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini della compagnia Teatrino Giullare, che vengono pubblicati su YouTube durante la settimana delle residenze digitali e che rimangono disponibili fino a domenica 13 novembre. Drone Tragico è un progetto di web serie teatrale il cui soggetto è tratto dall’Orestea di Eschilo, a partire dall’eccezionale traduzione che ne fece Pier Paolo Pasolini. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dèi che osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei personaggi immersi nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei diversi punti di vista posti dal testo filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi concedendo allo spettatore la possibilità di guardarsi attorno, anzi di scegliere il proprio punto di vista, di scegliere cosa guardare. Il video realizzato a 360 gradi viene caricato a puntate su YouTube e può essere visualizzato con cuffie VR, tramite il computer esplorando l’ambiente circostante mediante l’uso del mouse o tramite uno smartphone.

Teatrino Giullare è una compagnia emiliana di teatro contemporaneo fondata e diretta dagli attori e registi Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, che realizza dal 1996 allestimenti teatrali, seminari, laboratori in tutta Italia e tournée internazionali in 35 paesi del mondo. Ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quali, il Premio Nazionale della Critica (2006), il Premio Speciale Ubu 2006, l’Excellent Play Award della Central Academy of Drama di Pechino (2019).

Debutto online, martedì 8 novembre alle 21 (in replica mercoledì 9 e giovedì 10), per Toxic Garden – Dance Dance Dance, performance partecipativa online che si svolge all’interno di Toxic Garden, una mappa di Roblox progettata da Kamilia Kard. In questo metaverso, gli avatar dei partecipanti – che accedendo all’ambiente perdono la propria individualità per essere rivestiti da skin customizzate – danzano insieme, sincronizzandosi automaticamente ai movimenti dell’avatar dell’artista. Riflettendo sui comportamenti tossici dell’essere umano e ispirandosi alle difese delle piante velenose, Kamilia, insieme a quattro ballerine professioniste, ha immaginato una coreografia in grado di parlare, avvertire e in qualche modo reagire agli atteggiamenti manipolatori. Al di fuori della performance questi passi, catturati ed elaborati da un’intelligenza artificiale, restano a disposizione sulla mappa dell’artista e possono essere utilizzati dai visitatori come unità singole di espressione, un pacchetto di emotes originali che consente a ciascuno di dare vita a una propria personale coreografia di passi e di emozioni.

La ricerca di Kamilia Kard esplora come l’iperconnettività e le nuove forme di comunicazione online abbiano modificato e influenzato la percezione del corpo umano, della gestualità, dei sentimenti e delle emozioni. Dal 2011, il suo lavoro è stato esposto in gallerie, festival e istituzioni a livello nazionale e internazionale. È dottoressa in Digital Humanities all’Università di Genova e docente di Comunicazione Multimediale a Milano e Carrara.

Venerdì 11 novembre alle 21, appuntamento con Hello World! di ultravioletto, un progetto che indaga il dualismo tra la vita e la morte attraverso un videogioco che offre agli utenti un’esplorazione interattiva in multiplayer: l’utente si muove in uno spazio virtuale e sonoro e viene stimolato anche cognitivamente attraverso l’incontro di messaggi sulla vita e la morte estrapolati grazie a un software di scraping che raccoglie i dati dai social. Hello world! è un videogioco che non ha obiettivi ma suscita la contemplazione e la cognizione di uno spazio dove vita e morte sono sullo stesso piano e spetta all’utente trarne un suo pensiero critico.

ultravioletto è uno studio di interaction design di Roma formato da Bruno Capezzuoli, Tito Cetroni, Massimo Zomparelli, Francesco Bruno Viteri, Giulio Pernice e Laura Arcangeli. Opera nell’area multidisciplinare che fonde architettura e design, racconto e installazione, contaminandola con le nuove tecnologie emergenti. ultravioletto ha una spiccata sensibilità nella sperimentazione su un percorso di ricerca espressivo che valorizza i progetti di comunicazione quanto le opere artistiche che realizza. Un lavoro tra arte e nuovi media, installazioni interattive e performances.

Sabato 12 novembre alle 18, “Still Walking, on air” è una performance live multimediale che, con un tocco ironico e surreale, cattura istantanee fittizie del mondo digitale contemporaneo, in cui le dinamiche sociali sono guidate da algoritmi di controllo in uno stato di frenetica immobilità. La performance prende vita all’interno di una piattaforma di video streaming, resa popolare per la sua capacità di creare comunità attorno a dirette live grazie all’avanzato sistema di interazione tra gli streamer, ovvero i creatori di contenuti online, ed il loro pubblico. Il progetto scaturisce da un percorso di lettura e rielaborazione dei linguaggi estetici, regole compositive e formati performativi che accomunano molti prodotti audiovisivi diffusi in rete, coinvolgendo gli spettatori nell’esplorazione di scenari perturbanti scanditi dalla ripetizione di pattern visivi, modelli gestuali e temi musicali.

BOTH industries è un’associazione artistica transdisciplinare con sede a Berna, composta dall’artista visivo Matteo Taramelli, i performer Valentin Oppermann e Stella Höttler, ed il sound artist Jacopo Biffi. In occasione dello sviluppo di “Still Walking, on air” il team si è ampliato, coinvolgendo nella produzione anche il designer informatico Martin Obrist. Con una pratica artistica transdisciplinare, il gruppo sviluppa nuove metodologie e formati creativi che intrecciano sperimentazione audiovisiva, performance dal vivo, nuovi media e space design.

Leggi il diario di bordo di BOTH industries su “Still Walking, on air

La settimana si conclude, domenica 13 novembre (alle 18 e alle 21), con Them [immagine- movimento], un progetto di gruppo nanou. In collaborazione con E production la compagnia allestisce il lavoro negli spazi di Artificerie Almagià e presenta in diretta streaming il 13 novembre il lavoro prodotto e realizzato, prima tappa per un percorso di ricerca in itinere. Obiettivo di Them è coreografare un movimento e un movimento di ripresa, portare la telecamera all’interno del dispositivo coreografico così che lo sguardo e la dinamica della ripresa diventino l’oggetto della performance. Riflettendo sull’uso del video online, da sempre curiosi di mezzi e modi per indagare il linguaggio coreografico, proseguendo la ricerca e la relazione con il linguaggio cinematografico e visivo che contraddistingue l’operato di Nanou, la compagnia indaga il video per sperimentare modalità di ripresa attraverso l’uso di action cam e trasformare la ripresa video in azione coreutica. L’immagine viene proposta come azione per determinare una immersività nella coreografia.

gruppo nanou nasce a Ravenna nel luglio del 2004 come luogo di incontro dei diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. Le produzioni hanno attraversato piazze importanti, tre le quali: Ravenna Festival, Fabbrica Europa, Unidram (Germania); La MaMa ETC (USA). Dal 2019, l’immaginario sonoro è affidato al musicista Bruno Dorella, fondatore di diversi gruppi musicali, tra cui OvO, Ronin e Bachi da Pietra.


Biglietto di accesso a 3 € per ogni progetto

www.liveticket.it/residenzedigitali

Le indicazioni sulla partecipazione ai singoli eventi verranno comunicate via mail ad acquisto biglietti effettuato, entro i 5 giorni dalle restituzioni digitali.


Calendario Restituzioni Online delle Residenze Digitali

Martedì 8 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – Talk online e primo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile su YouTube fino al 13 novembre)
  • 21:00 – Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Mercoledì 9 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – secondo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile fino al 13 novembre)
  • 21:00 – replica di Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Giovedì 10 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • 18:00 – terzo episodio di Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare (disponibile fino al 13 novembre)
  • 21:00 – Talk online e replica di Toxic Garden – Dance Dance Dance di Kamilia Kard

Venerdì 11 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 21:00 – Hello World! di ultravioletto

Sabato 12 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 18:00 – Still Walking, on air di Both Industries – live streaming

Domenica 13 Novembre

  • 17:00 – La montagna del sapone di Christina G. Hadley (disponibile, su piattaforma online dedicata, fino al 13 novembre compreso)
  • Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini di Teatrino Giullare
  • 18:00 – Them [immagine-movimento] di gruppo nanou – diretta streaming
  • 21:00 – Them [immagine-movimento] di gruppo nanou – diretta streaming