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25 Gennaio 2024

La Giornata europea della protezione dei dati personali

Consulenza ed assistenza per i consumatori in Europa

La Giornata europea della protezione dei dati personali

Ogni 28 gennaio, si celebra la Giornata europea della protezione dei dati personali, istituita nel 1981 su volontà del Consiglio europeo con lo scopo di sensibilizzare e promuovere l’importanza della privacy e della protezione dei dati personali.

In un’era digitale sempre più interconnessa, è fondamentale essere pienamente consapevoli dei rischi connessi alla divulgazione dei propri dati personali intendendosi tali sia il nome o l’indirizzo, ma anche quelli relativi alla nostra salute, al campo finanziario o agli aspetti legali e sociali che ci riguardano. Le informazioni condivise volontariamente o involontariamente online possono essere sfruttate in vari modi come: la personalizzazione degli annunci su Internet e la profilazione comportamentale. Ad esempio, le aziende attraverso i dati personali raccolti, possono tracciare il profilo dei propri consumatori nel dettaglio; una dinamica che permette loro di realizzare un prodotto o un servizio il più attrattivo possibile e, quindi, con più elevate probabilità di vendita. Di conseguenza, l’utente perde progressivamente autonomia e capacità di scelta, vedendosi così compresso nella sua libertà di giudizio.

Una pietra miliare nell’ambito del trattamento e tutela dei nostri dati è rappresentata dal Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati, meglio noto come GDPR (General Data Protection Regulation). Il Regolamento, entrato in vigore nel 2018, ha lo scopo di accrescere le tutele in materia di protezione dei dati personali, adeguando la normativa ai recenti sviluppi della tecnologia. Il Regolamento ha infatti disciplinato in modo puntale non solo la prestazione del consenso, elemento fondamentale per la trattazione dei dati di un individuo, ma anche le possibilità, successive a tale atto, di controllo dei dati trasmessi, garantendone la modifica, la correzione e anche la cancellazione definitiva nonché le modalità di trasmissione di dati a terzi se espressamente autorizzata dal titolare. E che la privacy sia una priorità, perché la protezione dei dati e il rispetto della vita sono diritti fondamentali europei, lo dimostra il fatto che la stessa viene trattata nel contesto di tutte le politiche dell’UE.

Anche il recente regolamento UE 2022/2065 relativo a un mercato unico dei servizi digitali (Digital Services Act) prevede una serie di disposizione in materia di dati personali imponendo alcuni limiti all’uso. Il regolamento, adottato con l’obiettivo di garantire un ambiente online sicuro e affidabile attraverso una maggiore trasparenza e responsabilità delle piattaforme online. Alle stesse è vietato di fare uso di dati personali come la religione, la salute, l’orientamento sessuale e dei dati dei minori per proporre loro pubblicità personalizzata. È inoltre imposto di adottare meccanismi che consentano di segnalare contenuti illegali online anche attraverso “segnalatori attendibili” e, conseguentemente, rimuoverli. Ma la rimozione non è la sola conseguenza nel caso di pubblicazione di contenuti illeciti in quanto le piattaforme possono procedere alla disattivazione dell’account del soggetto responsabile. È quanto è accaduto ad un nostro consumatore che ha effettuato il download di alcuni file indicati come transizioni video per un software di video editing, per poi caricarli direttamente su una piattaforma di archiviazione documenti senza visualizzarli preventivamente. La piattaforma ha cancellato il suo account, sostenendo che i contenuti caricati erano “violenti verso minori” a nulla rilevando il fatto che il consumatore non era a conoscenza della natura di quei file. Non sempre, tuttavia, la decisione di sospendere, anche a tempo indeterminato, l’account di un utente sembra essere giustificata da fondati motivi. Capita spesso di vedersi disattivato il proprio account senza possibilità di ripristino perché hackerato o perché l’utente, a detta della piattaforma, agisce in violazione dei termini contrattuali. Tali decisioni, sempre più spesso opinabili, comportano una serie di conseguenze anche economiche per i consumatori. Se la disattivazione dell’account su Instagram ci potrebbe far dire addio a tanti nostri ricordi fotografici, quella dell’account di Amazon potrebbe comportare la perdita dei

soldi. È quanto segnalato da un altro nostro consumatore che dopo aver caricato nel proprio portafoglio una serie di buoni spendibili su Amazon, si è visto chiudere l’account perché, a detta del marketplace, avrebbe utilizzato i buoni in modo improprio.

Al fine di evitare rimozioni ingiustificate, dunque, il Digital Services Act prevede l’obbligo per i prestatori di servizi di fornire a tutti i destinatari del servizio interessati una motivazione chiara e specifica per eventuali restrizioni imposte a motivo del fatto che le informazioni fornite dal destinatario del servizio costituiscono contenuti illegali o sono incompatibili con le proprie condizioni generali. Ciò si applica, ad esempio, alla sospensione o alla rimozione dell’account dell’utente e, di conseguenza, dei relativi dati. Inoltre, le decisioni adottate dalla piattaforma possono essere contestate nell’ambito di un sistema interno di verifica dei reclami, gestito in modo gratuito, tempestivo, non discriminatorio, diligente e non arbitrario.

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