Vittoria Colonna a Viterbo ospite del convento di S.Caterina nel 1525 e 1541-44 e sua adesione al circolo degli Spirituali del cardinale Reginald Pole

buzzoole codeIschia-vittoriacolonnaAristocratica romana e poetessa, le sue poesie si ispirano al modello del Petrarca. Nacque nell’Aprile del 1490 a Marino (Roma), una dei sei figli del nobile e celebre capitano Fabrizio Colonna, nipote di papa Martino V, e dalla madre Agnese che discendeva dai Montefeltro di Urbino.

Il 27 Dicembre 1519 all’età di 19 anni sposo’, a Ischia, Fernando (detto Ferrante) Francesco d’Avalos, marchese di Pescara e capitano delle truppe imperiali di Carlo V, al quale era stata promessa fin da bambina per volere del re di Napoli Ferdinando II d’Aragona, sebbene il matrimonio fosse combinato divenne, almeno per lei, un matrimonio d’amore.

Nell’estate del 1525 la Colonna si reco’ a Marino nel castello del padre, il clima non era favorevole alla sua salute e presto si ammalo’ di febbre, di cui soffrirà anche in seguito. Alla fine dello stesso anno il marito  morirà a Milano in seguito a un peggioramento delle ferite riportate nella battaglia di Pavia, forse fu vittima di un avvelenamento, Vittoria che si stava recando a Milano per assistere il coniuge venne a conoscenza di Vittoria_Colonnaquesta ferale notizia mentre si trovava a Viterbo il 3 Dicembre. La nobildonna sconvolta dal dolore, anzichè proseguire il viaggio, decise di fermarsi nel monastero di S.Caterina “di aspetto assai modesto”, tanto da farle dire inseguito che era “mediocre”, rispetto a quello di Ferrara.

Nonostante cio’ amava questo convento al punto che alla sua morte lascio’ alle monache una donazione di 300 scudi, tale lascito provoco’ alle suore dei fastidi perchè furono inquisite per la loro amicizia con un personaggio sospetto alla Chiesa, come Vittoria Colonna. La marchesa trascorse la sua vedovanza in vari monasteri: quello di s.Silvestro a Roma, a Montecassino  e a  Orvieto in quello domenicano di S.Paolo.

Aveva ricevuto una raffinata educazione umanistica, una profonda cultura e conversava con grande spirito e grazia, non era bella ma affascinava chiunque l’avvicinasse.

Nel 1534 fece il suo primo incontro con Michelangelo, nella chiesa di s.Silvestro a Roma, che le dedico’ delle Rime e con il quale intrattenne una corrispondenza epistolare che ci testimonia un rapporto molto intenso, anche se estremamente cauto nelle sue manifestazioni.Michelangelo le dono’ tre disegni: una Crocefissione nel 1536, poi una Pietà e una Maddalena.     Nel 1535 poi conobbe Pietro Carnesecchi con cui intreccio’ un rapporto di amicizia.

Fu vicina ad alcuni esponenti dell'”evangelismo erasmiano” in particolare di Juan de Valdés , seguendo quella sua religiosità “tutta spirituale e interiore”. Nell’aprile del 1537 la Colonna decide di partire per Ferrara con alcune dame di compagnia. Nella città estense esistevano numerosi fermenti di riforma e Calvino stesso vi aveva soggiornato nella primavera del ’36. Renata di Francia, moglie del duca Ercole II d’Este, aveva abbracciato le dottrine riformate della salvezza per fede e del ritorno alla lettera dei Vangeli, attirando nella propria città gli intellettuali di maggior spicco che aderivano a questo rinnovamento. Tutto ciò metteva in difficoltà le relazioni diplomatiche di Ercole col Papa.

Il 12 Agosto 1541 il cardinale Reginald Pole fu nominato, da Paolo III, legato del Patrimonio di san Pietro e si stabilì a Viterbo, dando luogo alla cosi’ detta Ecclesia Viterbensis. Qui raccolse attorno a sé gli Spirituali reduci del circolo napoletano di Juan de Valdés. Del circolo facevano parte, oltre allo stesso mistico spagnolo Valdés, vicino alle dottrine luterane, anche: il cardinale Giovanni Morone, il protonotario apostolico Pietro Carnesecchi, le gentildonne Vittoria Colonna, Giulia Gonzaga e il grande artista Michelangelo Buonarroti. Il circolo di Viterbo si presentava un centro spiritualmente molto vivo, composto da una ventina di persone,  per volere del cardinale Pole il programma era basato su letture e meditazioni di sacre scritture.  Gli Spirituali pur rimanendo all’interno della Chiesa di Roma, si proponevano di portare avanti il dialogo con i protestanti nella convinzione che all’interno della Chiesa potessero coesistere più orientamenti.

Vittoria nel 1541 si trovava di nuovo a Viterbo presso il monastero di S.Caterina e vi rimase fino al Novembre del 1543, a questo periodo risale la sua frequentazione con il cardinale Reginald Pole. La Colonna condivideva con il cardinale la dottrina della giustificazione per fede, cioè che il credente, senza alcun merito, acquisiva la sicurezza di essere salvo grazie alla misericordia di Dio. A poco a poco pero’ il cenacolo viterbese si smembrerà, dietro le pressioni, a diversi livelli, del Vaticano.Si trattava di un movimento che teorizzava la semplificazione della vita religiosa , il ritorno alla morale evangelica,  una interpretazione cioè più vicina ai testi sacri.

Gli “spirituali” erano favorevoli a rinnovare la Chiesa, a mantenere il dialogo con i riformati e a rispettare la minoranza ebraica; Paolo IV Carafa invece fu nemico del circolo viterbese, impose il tribunale dell’inquisizione, istitui’ l’indice dei libri proibiti e il ghetto. Incalcolabili saranno le conseguenze di queste scelte: guerre di religione, esodi, insanabili contrasti.

Nell’estate del ’44 la Colonna lasciava Viterbo per tornare a Roma, dove alloggerà presso il conventodelle benedettine di S. Anna: era una donna provata nel fisico e nel morale. Gli ultimi due anni della sua vita vennero riempiti dall’ amicizia con Michelangelo, che diventerà la persona più vicina alla marchesa di Pescara.

Nel 1547, avvicinandosi la fine, venne trasportata nel vicino palazzo della famiglia di Giuliano Cesarini, figlio di Clelia Farnese e marito di Giulia Colonna, sua parente.           L’inquisizione stava raccogliendo prove per accusarla di eresia e forse la morte la salvo’ da un processo come quello che subirono i compagni dei cenacoli di un tempo.

A Gennaio del 1547 aveva fatto testamento, ma alla sua morte la badessa donna Filippa Marrochis del convento di S.Anna a Roma rinuncio’ a fare da esecutrice testamentaria e fu difficile trovarle un sostituto, che alla fine fu Lorenzo Bonorio. Vittoria era tormentata da una generica cattiva salute, soffriva di un malessere continuo, probabilmente una lesione interna, con febbre e male ai fianchi;in tempi moderni si è ipotizzata una nefropatia o tubercolosi ai reni.                                                                                       La marchesa lascio’ 10.000 ducati al cardinale Pole che, in seguito, li restituirà a Vittoria nipote della Colonna. Muore il 25 febbraio 1547 e fu sepolta, probabilmente senza onore di lapide, secondo il rito monacale, nella Chiesa di S.Anna de’ Funari detta dei falegnami, al rione VIII. Questa chiesa pero’ fu abbattuta nel 1887 per ampliare il quartiere Regola.

Si presume che le sue spoglie siano state traslate quindi nella chiesa di s.Domenico maggiore a Napoli e riposte nell’arca n.28, mentre quelle del marito nell’arca n.11. (art.1139 di Panorama del 14/2/1988).

 

 

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