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Torna sulla banche italiane la minaccia dell'”Eccesso di debito nazionale”. La follia avanza senza freno

Secondo il financial times le banche italiane e francesi hanno troppi titoli di stato. Questo è un problema o no? No.

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Oggi un articolo pericolosissimo è comparso sul Financial Times. Scommetto un cffè che le teste, molto avide e poco lucide, dietro a questi articoli, operano, o sono in stretto contatto, con chi lavora fra Bruxelles , la Bundesbank e Berlino.

Qual’è il problema ? Lo lasciamo dire all’articolista:

L’esposizione  delle banche italiane e francesi sul debito sovrano delle loro stesse sedi internazionali ha raggiunto livelli massimi per la ragione che è iniziata la pandemia, ravvivando i timori per quanto riguarda i collegamenti ipertestuali del settore a governi sempre più indebitati.

I titoli e i prestiti delle autorità nazionali detenuti dalle banche della zona euro sono aumentati di oltre 140 miliardi di euro fino a superare i 2,1 trilioni di euro entro l’anno fino a febbraio, sulla base dei calcoli delle istanze monetarie basati principalmente sulle informazioni dell’istituto finanziario centrale europeo.

L’esposizione delle banche italiane nei confronti del debito delle autorità nazionali ha raggiunto un file di 712 miliardi di euro lo scorso agosto, in aumento di oltre il 9% da febbraio e in calo solo di poco da allora. Le banche francesi hanno avuto il più netto aumento post-pandemico della loro pubblicità presso le proprie autorità, che a settembre sono salite a un file di 431 miliardi di euro, un balzo di oltre il 18% da febbraio.

Il rafforzamento dei legami che legano le banche ai loro governi nazionali ha risvegliato i problemi su una linea di frattura nell’unione finanziaria europea che è stata scoperta attraverso il disastro del debito sovrano dell’area un decennio fa.

Al momento, l’enorme pubblicità del debito sovrano interno delle banche ha creato un “ciclo del destino”, poiché un circolo vizioso tra istituti di credito del settore non pubblico e governi si è indebolito a vicenda e alla fine ha minacciato l’esistenza dell’unica zona monetaria straniera.

Quindi le banche sarebbero “Troppo” esposte verso i debiti nazionali per cui se, per esempio, andasse in default il debito pubblico italiano o francese allora salterebbe il sistema creditizio di questi paesi.

Si tratta di un discorso vecchio, che sembra veramente prevenire un’altra epoca, il 2011, il tempo di Schauble, del “I greci paghino, anche facendo la fame” etc. Se l’ultimo anno ha mostrato qualcosa è che, nonostante tutto, la BCE non lascerà fallire uno stato, ed interverra, trovando il modo per aggirare gli ormai stantii vincoli del Trattato di Maastricht.

A questo punto che senso ha l’osservazione fatta dal Financial Times? Nessuna, dal punto di vista della solidità degli istituti bancari.. Se mai mette in luce un problema diverso: gli istituti di credito avrebbero dovuto utilizzare queste risorse per concedere crediti alle aziende private, non per comprare titoli di stato e vivere di rendita. Il sistema di trasmissione delle risorse finanziarie verso l’economia non funziona. Le banche preferiscono gli scarsi rendimenti dei titoli italiani a quelli maggiori dei prestiti. Questo è il vero problema.

 


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