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Transcript

La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo. (Albert Camus)

LA PENA DI MORTE E LA TORTURA

ARTICOLI ONU

PENA DI MORTE/TORTURA

MAPPA

La tortura è un metodo di coercizione fisica o psicologica, talvolta inflitta con il fine di punire o di estorcere delle informazioni o delle confessioni o in alcuni casi per puro divertimento e sadismo; molte volte accompagnata dall'uso di strumenti particolari atti ad infliggere punizioni corporali. In ambito di diritto penale preclassico si considerava più un mezzo per ottenere una prova che una punizione o pena corporale.

(Articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura)

TORTURA/PENA DI MORTE

L'ONU

"Qualsiasi atto mediante il quale viene intenzionalmente inflitto, ad una persona, un dolore o una sofferenza acuta, fisica o mentale, al fine di ottenere, da lui o da una terza persona, informazioni o una confessione, per punirlo per un atto che lui o una terza persona hanno commesso o sono sospettati di aver commesso. Inoltre quando una persona venga intimidita o soggetta a pressioni, per sé o per una terza persona, per qualsiasi altro motivo basato su qualsiasi forma di discriminazione di qualsiasi tipo, quando tale dolore o sofferenza è inflitto da un pubblico ufficiale o da qualsiasi altra persona che agisce a titolo ufficiale o su sua richiesta o con il suo consenso esplicito o implicito. Questo termine non si estende al dolore o alla sofferenza derivanti esclusivamente da sanzioni legittime, inerenti a tali sanzioni o da esse causate.''

''La “tortura” non è nulla di inumano, è soltanto un crimine ignobile e lurido, commesso da uomini contro altri uomini, e che altri uomini ancora possono e debbono reprimere. L'inumano non esiste, se non negli incubi generati dalla paura. Basta il calmo coraggio di una vittima, la sua modestia, la sua lucidità, per liberarci dalla mistificazione.''(Jean-Paul Sartre, Prefazione a La tortura di Henri Alleg).

TORTURA/PENA DI MORTE - MODIFICHE

L'ONU

Nell'ottobre 2019, 169 Stati avevano ratificato questo trattato. Molti paesi l'hanno ratificato escludendo o modificando l'ambito di applicazione di determinate disposizioni (nel diritto internazionale, questo si chiama "riserve"), il che significa che gli Stati firmatari non sono vincolati dagli stessi obblighi legali nei confronti del rispetto di questo accordo.

Beccaria fu influenzato dalla lettura di Locke, Helvetius, Rousseau e, come gran parte degli illuministi milanesi, dal sensismo di Condillac. Fu influenzato anche dagli enciclopedisti, in particolare da Voltaire e Diderot.

Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene)

lL PENSIERO

CESARE BECCARIA

"Se dimostrerò non essere la pena di morte né utile, né necessaria, avrò vinto la causa dell’umanità.''

«Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio» (Dei delitti e delle pene, cap. XXVIII)

La tortura, “l'infame crociuolo della verità”, viene confutata da Beccaria con varie argomentazioni: • essa viola la presunzione di innocenza. • consiste in un'afflizione e pertanto è inaccettabile.• non è operativa in quanto induce a false confessioni.• è da rifiutarsi anche per motivi di umanità.• non porta all'emenda del soggetto,

LA TORTURA

CESARE BECCARIA

La pena di morte, “una guerra della nazione contro un cittadino”, è inaccettabile perché il bene della vita è indisponibile, quindi sottratto alla volontà del singolo e dello Stato. Inoltre essa: • non è un vero deterrente • non è assolutamente necessaria in tempo di pace.

LA PENA DI MORTE

CESARE BECCARIA

LA SANZIONE

Secondo Beccaria, per ottenere un'approssimativa proporzionalità pena-delitto, bisogna tener conto: • del danno subito dalla collettività • del vantaggio che comporta la commissione di tale reato • della tendenza dei cittadini a commettere tale reato.

CESARE BECCARIA

Beccaria indica come la sanzione deve possedere alcuni requisiti: • la prontezza • l’infallibilità• la proporzionalità con il reato (difficile da realizzare ma auspicabile) • la durata • la pubblica esemplarità • essere la «minima delle possibili nelle date circostanze».

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"Il fine dunque non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali".

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"Si escludono le ricerche e le prove che rischiarano il fatto, ma che indeboliscono le ragioni del fisco; non è in favore della miseria e della debolezza che si risparmiano qualche volta i tormenti ai rei, ma in favore delle ragioni che potrebbe perdere quest'ente ora immaginario ed inconcepibile''.

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''Quale è dunque quel diritto, se non quello della forza, che dia la potestà ad un giudice di dare una pena ad un cittadino, mentre si dubita se sia reo o innocente?''

"Perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev'essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a' delitti, dettata dalle leggi".

Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre, detto l'Incorruttibile è stato un politico, avvocato e rivoluzionario francese. Uomo integerrimo,difensore del popolo,specialmente dei poveri e degli oppressi, fu uno dei padri fondatori della Repubblica francese e tra i più famosi fautori della rivoluzione francese.

MAXIMILIEN DE ROBESPIERRE

Georg Wilhelm Friedrich Hegel è stato un filosofo, accademico e poeta tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell'idealismo tedesco. È ritenuto uno dei massimi filosofi di tutti i tempi. Hegel è autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale.

FRIEDERICH HEGEL

Immanuel Kant è stato un filosofo tedesco. È considerato uno dei più importanti filosofi del pensiero occidentale. Fu il più significativo esponente dell'Illuminismo tedesco, anticipatore degli elementi basilari della filosofia idealistica e di gran parte di quella successiva. Kant concepì la propria filosofia come volta a superare il dogmatismo metafisico.

IMMANUEL KANT

lL PENSIERO

.«Non vi è nessun surrogato, nessuna commutazione di pena, che possa soddisfare la giustizia. Non c’è nessun paragone possibile tra una vita, per quanto penosa, e la morte, e in conseguenza nessun altro compenso tra il delitto e la punizione, fuorché la morte».

IMMANUEL KANT

Il principio per determinare specie e grado di pena, rappresenta per Kant un sistema che mira a punire chiunque possieda una «malignità interna», e seguendo questa prospettiva, la pena viene posta in essere per il soddisfacimento di esigenze astratte di una giustizia, intesa in senso puramente vendicativo.

Tale ragionamento viene considerato da Kant come un sofismo, uno snaturamento del diritto, poiché nel patto originario o contratto sociale, non è contenuta la promessa di lasciarsi punire e di disporre così di sé stesso e della propria vita. Se il diritto di punire dovesse essere fondato su una promessa del colpevole di acconsentire ad essere oggetto di condanna, sarebbe necessario allora, concedergli anche la facoltà di dichiararsi meritevole o meno dell’attribuzione della pena.

Immanuel Kant

IL PENSIERO

IMMANUEL KANT

"Il marchese Beccaria, per un affettato sentimentalismo umanitario, sostiene che ogni pena di morte costituisce un’ingiustizia: infatti essa non poteva essere contenuta nel contratto civile originario, perché allora ogni individuo del popolo avrebbe dovuto acconsentire a perdere la vita nel caso che egli avesse ad uccidere un altro nel popolo."

Immanuel Kant

''Non può mai venir decretata semplicemente come un mezzo per raggiungere un bene, sia a profitto del criminale stesso, sia a profitto della società civile, ma deve essergli inflitta soltanto perché egli ha commesso un crimine''.

Kant ritiene necessario l’uso di certi castighi se utili e ragionevoli, ma rifiuta l’impiego dei premi perché, tendono ad allontanare dalla concezione del dovere per il dovere e, a porre in contraddizione il fine morale e lo scopo, in quel caso utilitaristico dell’educazione. A differenza della pena, il castigo svolge una funzione educativa, ed è applicabile laddove se ne intraveda l’efficacia e laddove non ci sia la possibilità che esso offuschi un dovere morale. Allorché un individuo commette un delitto, il comune senso morale, richiede che gli sia inflitta una pena.

IL PENSIERO

IMMANUEL KANT

Hegel, al contempo, non intende giungere all’annullamento dell’individualità, ma appare chiaro come essa non possa porsi al di fuori e contro quanto rappresentato dallo Stato (che egli definisce come l’ingresso di Dio nel mondo, e quindi come qualcosa che unisce, che ricompone una scissione; qualcosa la cui negazione costituirebbe un’irresolubile contraddizione). La sintesi del pensiero etico, politico e giuridico del filosofo tedesco è contenuta nei Lineamenti di filosofia del diritto, pubblicati nel 1820.

Friederich Hegel

IL PENSIERO

FRIEDERICH HEGEL

"Il delitto è ribellione all'autorità dello Stato, è la negazione del diritto, la pena è a sua volta la negazione del delitto e quindi la riaffermazione del diritto."

Discorso alla Convenzione per la condanna a morte di Luigi Capeto,

''La pena di morte in generale è un delitto e ciò per l'unica ragione che essa non può essere giustificata in base ai princìpi indistruttibili della natura, salvo il caso in cui sia necessaria alla sicurezza degli individui o del corpo sociale. [...] Ma quando si tratta di un re detronizzato nel cuore di una rivoluzione tutt'altro che consolidata dalle leggi, di un re il cui solo nome attira la piaga della guerra sulla nazione agitata, né la prigione, né l'esilio, possono rendere la sua esistenza indifferente alla felicità pubblica, e questa crudele eccezione alle leggi ordinarie che la giustizia ammette può essere imputata soltanto alla natura dei suoi delitti. Io pronuncio con rincrescimento questa fatale verità. Io vi propongo di decidere seduta stante la sorte di Luigi. Per lui, io chiedo che la Convenzione lo dichiari da questo momento traditore della nazione francese e criminale verso l'umanità.''

Sfortuna volle che mentre i maggiori filosofi del tempo continuavano a sostenere la legittimità della pena di morte, uno dei maggiori sostenitori della sua abolizione fu, com'è noto, in un famoso discorso all'Assemblea Costituente del maggio 1791, Robespierre, colui che sarebbe passato alla storia, nell'epoca della Restaurazione (l'epoca in cui Hegel scriveva la sua opera) come il maggior responsabile del terrore rivoluzionario, dell'assassinio indiscriminato (di cui egli stesso fu vittima quasi a dimostrare la inesorabilità della legge che la rivoluzione divora i propri figli, la violenza genera violenza, ecc.).

IL PENSIERO

MAXIMILIEN DE ROBESPIERRE

''La pena di morte è necessaria, dicono i partigiani degli antichi barbari usi; senza di essa non ci sono freni abbastanza potenti contro i delitti. Chi ve lo ha detto? Avete calcolato tutte le specie di mezzi con i quali le leggi penali possono agire sulla sensibilità umana? (...) Le pene non sono fatte per tormentare i colpevoli; ma per impedire il delitto, il quale teme appunto di incorrere nelle pene. (...) Si è osservato che nei paesi liberi i delitti erano più rari, perché le leggi penali eran più dolci. I paesi liberi sono quelli nei quali i diritti dell'uomo sono rispettati, e dove di conseguenza le leggi sono giuste. Dappertutto dove esse offendono l'umanità con un eccesso di rigore, si ha la prova che la dignità dell'uomo non è conosciuta, che quella del cittadino non esiste; si ha la prova che il legislatore non è che un padrone che comanda a degli schiavi, e che li colpisce spietatamente seguendo la sua fantasia. Io concludo perché la pena di morte sia abrogata.'''(Discorso all'Assemblea costitutente del 30 maggio 1791)

Robespierre fu tra coloro che proposero e votarono, prima e dopo l’abolizione della monarchia, l’adozione del nuovo calendario rivoluzionario e molte altre importanti misure: la Costituzione Civile del Clero, l’abolizione della tortura, l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, l’abolizione dei cosiddetti "reati immaginari" come l’omosessualità o l’eresia. In questo periodo era contrario alla pena di morte.

DISCORSO CONTRO LA PENA DI MORTE

ROBESPIERRE

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