I tre Stati baltici annunciano una zona di difesa comune al confine con la Russia: «La dittatura di Putin è un pericolo»

di Lorenzo Cremonesi

Le misure di prevenzione saranno dispiegate al confine con Russia e Bielorussia. L’intesa si appoggia anche al valido aiuto fornito dai contingenti Nato

I tre Stati baltici annunciano una zona di difesa comune al confine con la Russia: «La dittatura di Putin è un pericolo»

Un deposito di petrolio vicino a Bryansk colpito da un attacco ucraino il 19 gennaio 2024 (Epa)

DAL NOSTRO INVIATO
RIGA — Chi fa da sé fa per tre: si fonda sul principio dell’assunzione del rischio senza demandare ad altri e dell’azione diretta la nuova dottrina della difesa comune tra i tre Stati baltici contro il pericolo russo. «Oggi abbiamo deciso di firmare l’accordo per la creazione di una zona di difesa baltica sui confini con Russia e Bielorussia», hanno annunciato ieri dopo due giorni di colloqui a Riga il ministro della Difesa lettone Andris Spruds assieme al collega dell’Estonia, Hanno Pevkur, e a quello della Lituania, Arvydas Anusauskas. Un’intesa che si appoggia comunque al solido aiuto fornito dai contingenti Nato presenti nell’intera regione, ma soprattutto intende segnalare al mondo la determinazione a resistere in ogni caso contro le mire imperiali del regime di Putin.

Si tratta in sostanza di creare una serie di misure preventive composte da fortificazioni a ridosso delle frontiere, postazioni di missili Himars, trincee, bunker profondi per le riserve, ostacoli anticarro e in alcuni casi campi minati (anche se questi con forti limitazioni per non impattare sulle popolazioni) mirati a fermare sulle prime linee qualsiasi tentativo di invasione.

«Le ultime rivelazioni della stampa tedesca circa l’eventualità di un attacco russo contro i nostri territori entro il 2025 sono riferite solo ad esercitazioni teoriche», ha voluto specificare il ministro lituano, evidentemente infastidito dai titoli gridati sulla stampa internazionale. Eppure, nessuno dei tre ha cercato di minimizzare la minaccia. «La dittatura di Putin resta un pericolo molto grave: lo è stato nel passato, lo rimane nel presente e lo sarà nel futuro. Ecco il motivo per cui non possiamo farci cogliere impreparati», hanno detto. «Come è stato ricordato anche all’ultimo vertice Nato di Madrid, i nostri Paesi non dispongono di profondità strategica, ogni metro di terra conta. I nemici vanno fermati subito sulle frontiere», ha ricordato il rappresentante lettone.

I loro summit a tre sono diventati ormai una consuetudine semestrale a cementare una comunanza d’intenti fondata su minacce comuni. Tre, a loro dire, le lezioni a quasi due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. «Primo: per noi resta fondamentale continuare ad aiutare l’esercito ucraino. Secondo: rafforzare la difesa dell’area baltica. Terzo: a due decadi dalla nostra entrata nella Nato, occorre approfondire l’armonia e la cooperazione tra le nostre forze armate», ha spiegato Spruds. La necessità di aumentare le capacità missilistiche, di incrementare l’arma dei droni per numero e qualità, oltreché di organizzare massicce riserve di munizioni di ogni calibro, è dettata dalle continue rivelazioni dell’intelligence per cui i russi avrebbero ampiamente migliorato la loro produzione bellica.


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19 gennaio 2024 (modifica il 20 gennaio 2024 | 09:02)