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Scatti di anzianità di servizio: da quando vengono pagati?

7 Luglio 2023 | Autore:
Scatti di anzianità di servizio: da quando vengono pagati?

Come viene disciplinata la somma aggiuntiva che tiene conto dell’esperienza accumulata dal dipendente presso lo stesso datore.

Quando diventa anziano un dipendente? Formalmente, non quando lo dice la sua carta d’identità ma quando ha trascorso un certo periodo di tempo a lavorare per lo stesso datore. Da un certo momento in poi, compaiono in busta paga i cosiddetti scatti di anzianità di servizio. Da quando vengono pagati?

Gli scatti di anzianità sono un diritto del lavoratore acquisito per la sua presenza e per l’avanzamento di carriera in azienda. Si tratta di una somma fissa e a cadenza temporale sulla base di quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale che viene applicato nel settore di appartenenza.

L’anzianità non matura soltanto quando la prestazione lavorativa viene effettivamente eseguita ma anche nei giorni in cui il dipendente è assente per determinati motivi (ferie, malattia, ecc.). Vediamo come funziona.

Cosa sono gli scatti di anzianità?

Gli scatti di anzianità sono delle somme che rientrano nella retribuzione di un lavoratore dipendente e che vengono riconosciuti in automatico dopo che è trascorso un determinato periodi di tempo di servizio presso lo stesso datore. Sono regolati dal Ccnl applicato in azienda.

Si tratta, quindi, di una somma aggiuntiva legata, appunto, all’anzianità e, quindi, al livello di competenza e di esperienza acquisito dal lavoratore. Gli scatti vengono appositamente indicati in busta paga tra le voci della retribuzione.

Da quando vengono pagati gli scatti di anzianità?

L’anzianità di servizio decorre dall’inizio dell’esecuzione del contratto sino alla data di cessazione del rapporto.

Come detto, ogni contratto nazionale di categoria disciplina il riconoscimento degli scatti di anzianità. È, pertanto, necessario, al fine di sapere da quando vengono pagati, controllare il contenuto del proprio Ccnl per quanto riguarda la disciplina applicata per l’anzianità di servizio. Di norma, la variazione in busta paga la si vede ogni due o tre anni.

Per il lavoratore che ottiene un passaggio ad un nuovo livello contrattuale, il contratto nazionale potrebbe prevedere una di queste possibilità:

  • l’azzeramento degli scatti di anzianità maturati nel precedente livello ed il ricalcolo in quello nuovo;
  • la conferma nel nuovo livello degli scatti maturati in quello precedente.

L’anzianità matura anche durante le assenze?

L‘anzianità di servizio va computata in presenza di lavoro effettivo, cioè nei periodi in cui il dipendente presta di fatto la sua attività, compresi le pause e i momenti di sospensione del lavoro destinati al recupero delle energie psicofisiche (pause giornaliere, riposi settimanali, festività e ferie).

La legge, la contrattazione collettiva, la prassi e la giurisprudenza specificano quando l’anzianità di servizio decorre ugualmente pur in mancanza di lavoro effettivo. Accade durante le assenze per:

  • malattia;
  • infortunio;
  • congedo di maternità e di paternità;
  • congedo parentale;
  • congedo matrimoniale;
  • permessi per malattia del bambino;
  • richiamo alle armi;
  • aspettativa per cariche pubbliche (eletti al Parlamento nazionale e al Parlamento europeo, membri di enti locali, giudici popolari;
  • permessi per disabili.

L’anzianità di servizio ha dei riflessi diretti non solo sugli scatti in busta paga ma anche su atri elementi contrattuali come le ferie, le mensilità aggiuntive, i premi aziendali o il Tfr per via della maggiore retribuzione in virtù del computo di un più alto numero di scatti di anzianità.

Inoltre, il dipendente che ha maturato un’anzianità di lavoro di almeno sei mesi presso lo stesso datore di lavoro e che abbia completato l’eventuale periodo di prova, può chiedere per iscritto che gli venga riconosciuta una forma di lavoro con condizioni più prevedibili, sicure e stabili, se disponibile. Il datore deve dare entro un mese dalla richiesta una risposta scritta motivata.

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