Il Gran Consiglio ha deciso di vietare la vendita delle sigarette elettroniche ai minorenni, cercando in questo modo di mettere un freno a un settore in piena espansione. Stando a un’indagine di cinque anni fa la popolazione ticinese che faceva uso delle sigarette elettroniche (senza la presenza di tabacco, né bruciato, né riscaldato) era stimabile in circa il 3%. Osservando oggi le abitudini dei fumatori ci si accorge che la percentuale è sempre più significativa. Le vendite sono impennate e qua e là sono sorti negozi dedicati esclusivamente a questi oggetti. Fra di loro c’è anche il Piqid Vapor Shop, aperto nel 2018 a Lugano. "L'interesse dal 2020 è sicuramente aumentato", ci conferma il titolare Bottinelli Montadon. "Si vede più gente che 'svapa' e quindi arriva anche l'interesse a capire di che prodotto stiamo parlando e perché usarlo. La sigaretta elettronica è anche un ottimo e valido sistema per smettere di fumare la sigaretta tradizionale".

Che le sigarette elettroniche possano essere in qualche modo utili ai fumatori cronici che vogliono smettere di fumare, lo conferma anche Marco Pons, primario di medicina interna all’EOC e specialista in pneumologia. "Non consigliamo la sigaretta elettronica, ma può essere utile per i fumatori cronici". È tuttavia sbagliato o perlomeno prematuro pensare che le sigarette elettroniche siano meno nocive di quelle tradizionali. I dati a disposizione sono ancora pochi. Ma alcune evidenze già esistono. "Non possiamo dire che facciano meno male, non le conosciamo ancora abbastanza", spiega ancora il dottor Pons. "Il vantaggio è che non provocano combustione. Abbiamo sicuramente meno problemi con tumori polmonari. Uno dei problemi riguarda però i giovani: le sigarette elettroniche contengono nicotina e provocano una dipendenza. La paura che avevamo qualche anno fa si sta avverando: ragazzi giovani che fumano sigarette più facilmente avranno un'escalation verso sigarette tradizionali o altro".