Benessere equo e sostenibile (Bes) dei territori: la posizione dell'Emilia-Romagna rispetto all'Ue nel rapporto Istat

Si chiama Bes, sta per "Benessere equo e sostenibile” e disegna, in base a un serie di indici, la geografia del benessere in Italia, proprinvia per provincia e regione per regione, per ciascuno dei cosiddetti "domini del benessere, vale a dire Salute, Istruzione e Formazione, Lavoro e conciliazione con i tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni (misurate sulla partecipazione al voto), Sicurezza, Paesaggio e Patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, Ricerca e Creatività, Qualità dei servizi. E' un rapporto che ogni anno, l'ultimo è il 2023 e riguarda raffronti compiuti con le ultime annualità disponibili (il 2021 o il 2022) con il 2019, viene redatto dall'Istat. La scala del rapporto, che arriva al massimo a quella provinciale, non permette di ricavarne dati su Carpi. In compenso, vi appare la provincia di Modena – della quale riferiremo in un prossimo articolo – e soprattutto lo stato dell'Emilia-Romagna, rapportato alla media Ue rilevata secondo diversi indicatori e per ogni dominio (P.es.: l'aspettativa di vita è uno degli indicatori del dominio Salute). Partiamo intanto da questo: come si classifica la nostra regione rispetto al resto d'Europa nei vari domini citati? Hanno ragione quanti la collocano fra le regioni europee più avanzate o quelli che avanzano dubbi al riguardo? Per farsene un'idea un po' più precisa, riportiamo di seguito le conclusioni che, sul raffronto tra Emilia-Romagna e resto d'Europa, ricava il rapporto Bes dell'Istat. segue

Gli indicatori disponibili per il confronto sono relativi ai domini Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Politica e istituzioni, Ambiente, Innovazione, ricerca e creatività (mancano pertanto Benessere economico, Relazioni sociali, Sicurezza, Paesaggio e Patrimonio culturale, Qualità dei servizi). Per ciascuna di queste misure il valore dell’Emilia-Romagna viene dapprima confrontato con quello medio europeo e poi analizzato rispetto al complesso delle regioni europee in termini di ranking e, in modo ancora più puntuale, rispetto al valore massimo e minimo della distribuzione per le regioni italiane ed europee. Per cinque indicatori su nove l’Emilia-Romagna mostra risultati migliori, in termini di benessere, rispetto alla media Ue. Si tratta di due indicatori del dominio Salute, uno per Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, uno per Politica e istituzioni e uno per Innovazione, ricerca e creatività. Nel 2021 la speranza di vita alla nascita in Emilia-Romagna (83,2 anni) è di 3,1 anni più elevata della media europea, collocando la regione al 25° posto sul totale delle 234 regioni europee considerate. Il valore minimo (69,7 anni) si registra nella regione di Severozapaden (Bulgaria), il massimo (85,4 anni) nella Comunidad de Madrid (Spagna). Anche per la mortalità infantile, nello stesso anno, l’Emilia-Romagna mostra una situazione migliore della media Ue (2,3 decessi per mille nati rispetto ai 3,2 della media Ue), collocandosi al 54° posto tra le regioni; il minimo di 1,1 decessi per mille nati si registra a Kärnten (Austria) e il massimo (9,6) in Yugoiztochen (Bulgaria). Con riferimento al tasso di occupazione delle persone di 20-64 anni, anche nel 2022 l’Emilia-Romagna (74,8 per cento) si trova in una condizione leggermente migliore rispetto alla media europea (74,6 per cento), collocandosi al 143° posto nella graduatoria delle regioni. Se si escludono le altre regioni italiane, il tasso di occupazione dell’Emilia-Romagna supera di quasi 16 punti percentuali il valore minimo europeo, ovvero il 58,8 per cento osservato nella regione del Dytiki Makedonia (Grecia). Il tasso di occupazione dell’Emilia-Romagna risulta inferiore di 10,6 punti percentuali rispetto al massimo, che si registra in Warszawski Stołeczny (Polonia), con un valore pari all’85,4 per cento. Nel dominio Politica e istituzioni la partecipazione alle elezioni europee del 2019 varia in Europa tra il minimo del 18,7 per cento osservato nella regione autonoma delle Azzorre (Portogallo) e il massimo del 91,1 per cento nella regione Limburg (Belgio); l’Emilia-Romagna con il 67,3 per cento si colloca al 18° posto sulle 226 regioni per cui il dato è disponibile, 16,6 punti percentuali sopra la media europea. Per l’indicatore sulla propensione alla brevettazione l’Emilia-Romagna mostra nel 2019 un valore pari a 197 ogni milione di abitanti, oltre 70 punti in più della media Ue27 (126,1), collocandosi al 27° posto su 189 regioni; il minimo (pari a 0) si osserva in quattro regioni europee, due delle quali situate in Grecia, una in Portogallo e una in Bulgaria15; il massimo, pari a 894,7, si riscontra invece nella regione del North Brabant (Paesi Bassi).

 

Una situazione opposta, con risultati peggiori della media Ue27, si rileva per tre indicatori su nove, due nel dominio Istruzione e formazione e uno nel dominio Ambiente. Nel 2022, nella media dei paesi Ue27, il 79,5 per cento delle persone di 25-64 anni possiede il diploma di istruzione secondaria superiore. L’Emilia-Romagna, con un valore che scende al 68,1 per cento, occupa il 202° posto tra le regioni europee. La quota più bassa di persone con almeno il diploma (41,3 per cento) si registra nella regione autonoma delle Azzorre (Spagna), la più alta in quella di Praga (Repubblica Ceca), dove raggiunge il 98,5 per cento. Nello stesso anno, per quanto riguarda la quota di Neet (not engaged in education, emplyment, training) l’Emilia-Romagna si colloca al 147° posto tra le 228 regioni europee, con un valore (12,2 per cento dei giovani fra i 15-29 anni non è inserito nel percorso di istruzione e formazione e non lavora) leggermente peggiore della media Ue27 (l’11,7 per cento) e oltre 9 punti percentuali di distanza dalla regione di Overijssel (Paesi Bassi), che registra il risultato migliore (3,1 per cento). Se si escludono le altre regioni italiane, il dato peggiore (28,3 per cento) è rilevato nella regione del Sud-Ovest Oltenia (Romania). Per la formazione continua invece l’Emilia-Romagna, con l’11,9 per cento delle persone di 25-64 anni che ha partecipato ad attività di istruzione e formazione, è in linea con la media Ue27. Il valore minimo (0,9 per cento16) si riscontra nella regione di Severoiztochen (Bulgaria) e il massimo in quella di Stoccolma (38,1 per cento). Per quanto riguarda il dominio Ambiente, la quantità di rifiuti urbani per abitante prodotta nel 2019 in Emilia-Romagna (664 Kg) è superiore al valore mediano delle regioni per cui il dato è disponibile (463 Kg), posizionando la regione al 135° posto in graduatoria (su 139). Il miglior risultato si rileva nella regione di Swietokrzyskie in Polonia (234 Kg), il peggiore nell’Algarve (Portogallo), pari a 926 Kg.